Programma Scambio.

di CharlieJo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sei. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Maledetta me e quando avevo deciso di accontentare mia madre e iscivermi a quel progetto di accoglienza. Per un anno sarei dovuta stare lontana da casa, da mia madre, dalla mia sorellina e dalla mia migliore amica.
Dai, su milioni di persone non prenderanno mica me. Ti pare? Appunto.
Mi ritrovavo all'aereoporto di LAX senza sapere in quale famiglia sarei stata accolta. Spero almeno di avere una camera tutta per me. In california c'è sempre il sole ed essendo il 3 agosto quasi si muore. In Italia almeno c'è un leggero venticello che rinfresca.
Recuperai le valigie, salii su un taxi e dettai l'indirizzo che mi è arrivato per posta. Aprii la borsa e mi pettinai i lunghi capelli piastrati. Sotto il sole i capelli castani prendevano strani ma bei riflessi rosso ramati. Misi la frangia di lato e sistemai la matita nera.
Wow che case in questa zona. Con mia fortuna è quella che sembra abbandonata.
-Signorina - mi disse il tassista -è questa bianca. Buona fortuna.-
Non la degnai nemmeno di un'occhiata. Volevo che la delusione tardasse ad arrivare.
Scaricai le valigie, misi la borsa in spalla, alzai gli occhi e... OH, CAZZO!




CJ's corner.
Una storia che avevo pubblicato incompleta) un po' di tempo fa su un altro account. Ora l'ho risistemata e, essendo stata la mia prima storia, ne sono affezionata.
I primi 20 capitoli sono completi e, mentre pubblicherò, finirò di scrivere i restanti trenta. La storia è completa nella mia testa. Devo solo trovare il tempo di scriverla.
Spero di ristrovare le vecchie lettrici.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Per vostra sfortuna, sono ancora qui! :)
Ecco con il secondo capitolo.


Mi avvicinai alla casa e controllai che l'indirizzo fosse giusto. E' esatto.  Possibile!? Sarò capitata nella casa di due ricconi. Immagino lei sempre in tallieur e tacco. Lui magnate di qualche società, con i baffi. La porta si aprì prima che suonassi.
-Io esco. Vado a fare jogging!- Un ragazzo moro si voltò e attraversò il viale del giardino a testa bassa. Aprì il cancello e mi fissò.
-Ciao!- disse lui.
-Emh, salve. Credo di aver sbagliato indirizzo, scusami.-
-Aspetta. Posso aiutarti se mi dici cosa cerchi!- Si offrì gentile, i nostri sguardi si incrociano per la prima volta. Mi persi nei suoi occhi dannatamente caldi e profondi.
-Emh, faccio parte di un progetto di scambio. Dovrei stare con una famiglia chiamata Jones, o Jonas. Non ricordo di preciso.-
-Ah, sei tu allora! Io sono Joe Jonas.-
Cosa?? Io dovevo stare con questo gran pezzo di fi... di figliolo??
-Sono io? Si, sono io. Oddio, sto vaneggiando scusa. Davvero tu fai parte della famiglia che deve ospitarmi?- Wow, che confusione.
Mi guardò e rise.
-Scusa. Quando non conosco il mio interlocutore mi sento a disagio e tento a parlare troppo e dire cose senza senso. Credo che i tuoi genitori...-
-Ascoltami- disse lui, ma lo ignorai e continuai a parlare.
-Beh, vorranno sapere che la ragazza che li disturberà per un anno è arrivata, no?-
Continuai a scusarmi del disturbo che avrei recato e parlai per molto finchè scoppiò a ridere.
-Perchè ridi?- chiesi io. Forse avevo i capelli fuori posto? o qualcosa sul viso?
-Perchè da quando sei arrivata ho provato ad interromperti almeno quattro volte, ma sei partita a razzo e non mi hai detto neanche il tuo nome.- E sorrise.
Oh Cristo Santissimo, quel sorriso non solo illumina il suo viso ma anche me. Gulp! Arrossii in modo evidentissimo.
-Mi chiamo Giulia.-  Joe si avvicinò e mi sorrise, di nuovo. -Io vivo con i miei fratelli, Kevin e Nick. Avrai sentito parlare del Jonas Brother, no?-
Mmm, Jonas Brother? Mai! -E' così che vi chiamano da queste parti? Comunque sono arrivata proprio ora quindi non ho avuto tempo di parlare con quelli del quartiere.-
-Allora i miei genitori abitano qui vicino, poi li conoscerai. Credo che tu ora voglia farti una doccia, quindi perchè non entriamo e dopo parliamo un po'?- Mi chiese. Cavolo, è gentile però... Speriamo i fratelli siano altrettanto fighi. Emh, altrettanto gentili!
-Oh, certo. No lascia, tranquillo.- Dissi a Joe mentre caricava le mia valigie. Sei per la precisione.
-Non esiste che una ragazza entri in casa Jonas portando i bagagli. Sono un gentiluomo io!- Scherzò lui.
Entrammo in casa e mi indicò subito la mia stanza. Apri la porta e...
Un mondo mi si aprì davanti gli occhi. -Ti lascio sistemare le cose. Il bagno è questo, c'è un accappatoio per te. Ah, questo bagno è tutto tuo.- E andò via. WOW!
Allora ricapitoliamo, uno dei miei tre "coinquilini" per un anno è un bellissimo ragazzo, gentile e simpatico. La mia camera sembra una suite d'albergo. Ha pareti viola, il mio colore preferito. Un grande letto giallo al centro, e mobili lilla, viola e gialli. Già amo questa camera. Ma qui cosa c'è? Arrivai a due ante che quasi si confondevano con la parete, le aprii e... WOW DI NUOVO!  Una cabina armadio grande quando la mia camera in Italia. Moquette viola e un lampadario. Cioè, serve un lampadario per illuminarla. E la ciliegina sulla torta!? Ho un bagno TUTTO MIO! Mi butto sul letto e sorrido. Se questo è un sogno NON svegliatemi. (Altrimenti vi uccido)
Aprii una delle valigie e tirai fuori un completino intimo, una magliettina semplice e shorts di una tuta. Entrai nel bagno, tutto mio, e mi sedetti sul bordo della vasca guardandomi intorno. Forse dovrò ringraziare mamma per avermi fatto fare questa cosa dello scambio. Mi spogliai velocemente e mi buttai sotto il getto tiepido della doccia...

Joe Pov
-Kevin. Nick. Kevin. Nick. Keeeeevin. Niiiiick.-
-Ma cosa urli?- Mi sgridarono insieme. Poi mi guardarono con un sopracciglio alzato e una faccia curiosa. -Ragazzi, mi spaventate. Sembrate gemelli.- Tremai.
-Joe, vuoi dirci perchè urlavi?- Kevin non è molto paziente con me, chissa perchè!?
-E' arrivata. La persona che dovevamo accogliere per un anno, ricordate il progetto a cui mamma ci ha obbligati a partecipare!?- Kevin e Nick annuirono.
-Allora, dov'è il ragazzo?- Chiese questa volta Nick.
-Appunto.- Continuarono a guardarmi incuriositi. -E' una Lei. E non ci conosce. Cioè, non sa che noi siamo chi siamo. Cioè, lei non sa che noi siamo conosciuti per quello che siamo. Cioè, -
-JOE- Urlò Kevin, -Lo abbiamo capito. Non conosce i JB. Glielo diremo. Ora dov'è?- Chiese.
-A fare una doccia, ho detto che l'aspettiamo in salone. Ok? Così magari facciamo conoscenza. Ragazzi devo mettervi in guardia, quando è nervosa parla a raffica. Ma a vederla è una vera forza della natura, sembra simpatica.-


Giulia Pov
Scesi le scale che portano al salone e li sentii parlare.
-...chè continua a fare così?- chiese una bella voce che non ho mai sentito.
-Non lo sò, ma non vuole arrendersi. Ragazzi, dovete aiutarmi. Sapete di cosa è capace per vendicarsi.-
.-Joe?- Urlai dalle scale, lui si affacciò e mi sorrise. -Vi dispiace se scendo con la tuta?- Dì no, dì no, dì no..
-Certo che no, anche noi siamo con la tuta.- Gli sorrisi e scesi le scale. Mi fece accomodare su una poltrona, davanti a me c'è un divano con i fratelli Jonas che mi guardavano. Sembra un interrogatorio. -Io... Io... Il mio nome è Giulia.- Due ragazzi ricci si alzarono, uno che sembra avere la mia età mi porge la mano, -Piacere, io sono Nicholas. Ma chiamami Nick, per favore.-
L'altro fratello, quello con le basette lunghe mi guardava e mi sorrideva -Io già sento che tu mi starai simpatica.- Esclamò, si avvicinò e mi abbracciò. Oddio. -Comunque io sono Kevin, il fratello maggiore e quindi più responsabile.- E mi fece l'occhiolino, Joe e Nick ridacchiarono. -Si, tu il più responsabile.- disse il piccolo dandogli una pacca sulla spalla, poi si girò e Kevin gli tirò un cuscino.
Lo spero. Lo so. Lo sento. Io mi divertirò da morire con questi. Mi risedetti sulla poltrona a modo mio, ovvero con le gambe su un bracciolo e la schiena sull'altro. Sorrisi.
-Ragazzi, non credete che dobbiamo parlare con Giulia?- E sorrise, ma quel sorriso nascondeva qualcosa.
-Dopo Kev- Lo zittì Nick, -Allora, Giulia da dove vieni?-
-Dall'Italia.- Risposi secca, cavolo sto andando in blocco.
-Da quale città?- mi spronò il minore.
-Roma.-
-Wow, ci siamo stati è bellissima.-
-Molto.-
-Quanti anni hai?-
-Diciassette-
-Come me.- Dise Nick. -Come mai parli così bene l'inglese?-
-Frequento un liceo dove studio le lingue. Francese, inglese, spagnolo e tedesco.-  Mi guardò aspettando che io dicessi qualcosa. Joe intervenne -Ma tu quando eri nervosa non parlavi a razzo?- e rise.
-Beh, ecco... Vedi... Quando sono nervosa o monopolizzo la conversazione o non spiccico parola. Non una via di mezzo. Io... Niente.- Sorrisi, poi voltai lo sgardo su Kevin. Gli feci l'occhiolino e sorinona dissi: -Kevin, allora... Cos'è la cosa che dovevate dirmi?-
Kevin spalancò gli occhi e guardò Joe, che di rimando guardò Nick che fissò Kevin. -Così sembrate le scimmiette "Non vedo, non parlo, non sento", forza sputate il rospo. Devo tornare in Italia?-
Joe spalancò di nuovo gli occhi. -No, no. Solo che... se ti diciamo una cosa ti ci credi? E strano per noi, perchè la maggior parte dei ragazzi conosce questa cosa. Però devi crederci.-
-Vai al punto Jonas.- Lo minacciai.
-Ecco noi siamo una band, i Jonas Brother.- Ecco allora cosa diceva prima.- E siamo famosi, molto famosi. Così famosi che abbiamo vinto sette dischi di platino per il nostro primo disco. Abbiamo incontrato la regina e fatto già tre tour mondiali.-
Li fissai, i miei occhi puntavano su Joe, poi Nick e infine Kevin. Di nuovo, Joe, Nick e Kevin. Tour mondiali. Joe, Nick e Kevin. Dischi di platino.  Joe, Nick e Kevin. Regina. Joe, Nick e Kevin.
-Non mi state prendendo in giro, vero?- Mi guardarono e risero. Il mezzano si alzò dal divano, inserì un cd e partì una canzone. Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dalla melodia, quando la canzone fu finita aprii gli occhi. Aspettavano un mio giudizio...

Nick Pov
Ci guardò quasi spaesata. -Allora?- Una lacrima silenziosa scese dai suoi occhi. Piange? -Ragazzi, è vostra?- Annuii. -E'...è ... è fantastica!- Sorridemmo soddisfatti poi inconsciamente mi avvicinai, mi accucciai accanto a lei e asciugai quella lacrima solitaria. Guardai per la prima volta i suoi occhi e rimasi sorpreso.
-I tuoi occhi, sono strani.- Le dissi. -Strani?. Gentile da parte tua.- mi disse Kevin rimproverandomi.
-No, Kevin, ha ragione. I miei occhi sono strani. Sono tra l'azzurro, il grigio e il verde. Ma il mio occhio destro per metà è nocciola.-
-Wow, c'era un attirce con gli occhi diversi... Era...- Joe ci pensò un po' ma sembrava non ricavarne nulla. -Kate Boswort, l'ex di Orlando Bloom.-
Tre paia di occhi la fissarono, -Hey, è uno dei miei attori preferiti. Non sono immune ai gossip.-

Giulia Pov
Tre ore dopo ancora parlavamo, dopo la battaglia con i cuscini presi confidenza. Questi ragazzi sono adorabili. Kevin è il più grande, ma sa come far ridere. Joe è un buffone. Nick sembra il più maturo, il più tranquillo e senza ombra di dubbio il più bello.
-Ragazzi sono le 21, non vi sembra ora di mangiare?- Tutti e tre sbarrarono gli occhi e fissarono l'orologio, ma facevano sempre così?
-Se volete cucino io, non ho problemi. Anzi a detta di qualche amico, sono anche molto brava.- Kevin si alzò come una furia e mi corse incontro, mi abbracciò e mi posò un bacio sui capelli. -Come abbiam vissuto fin'ora senza te? Sei una dea per caso?- Scoppiai in una risata fragorosa e il resto dei Jonas mi seguirono.
-Sai Kev, tu mi ricordi il mio pupazzo preferito. Si chiama Ninni, è un orsetto.-
Kevin mi si parò davanti, con calma mi si avvicinò e mi guardò le labbra. OH MY GOD. Cosa sta succedendo? Possibile che...



Grazie a Miki_Lovegood per la recensione.
Grazie mille per averla messe nelle seguite e sì, mi fa mooooolto piacere anche avere nuove lettrici. :) Spero che anche questo capitolo ti piaccia.
CJ.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


"-Sai Kev, tu mi ricordi il mio pupazzo preferito. Si chiama Ninni, è un orsetto.-
Kevin mi si parò davanti, con calma mi si avvicinò e mi guardò le labbra. OH MY GOD. Cosa sta succedendo? Possibile che..."
 
Il maggiore si leccò le labbra, alzò una mano verso la mia spalla... la allungò oltre e presee un mestolo da cucina e mi guardò con l'aria di chi la sa lunga. Maledetto. Mi ha fatto prendere un infarto. Poi mi guardò solenne e mi porse il mestolo.
-Kevin, sei per caso impazzito?- Sbottai io.
-No,- rispose tranquillo lui. -Devi proclamarmi tuo Pupazzo, alias Ninni, a vita!- O mio dio di nuovo, sono finita in una gabbia di matti.
-Sai che poi potrei scordarmi il tuo nome e chiamarti Ninni?.- Gli reggerò il gioco, poi il mio adorato orsacchiotto mi manca e lui me lo ricorda.
-E' quello che mi aspettavo.- Il suo volto si aprì in un sorriso.
-Coccolini amorosi du du da da da!? Vogliamo mangiare?- Ci riprese Nick. Il mio stomaco gorgogliò facendo un rumore pazzesco. Ho passato 18 ore in aereo senza toccare cibo. -Ah, è da quando sono partita che non mangio. Se mi dite dove sono le cose cucino qualcosa. Voi nel frattempo continuate a poltrire.- Gli strizzai l'occhio.
-E se invece di far cucinare l'ospite.- Disse Joe mettendomi le mani sulle spalle e trascinandomi verso la poltrona, facendomi sedere. -Guardate qui! Ho un telefono e posso comporre il numero della pizzeria.- Mi guardò. -Pizza? Per te va bene?- Una luce di speranza si affacciò negli occhi del ragazzo...
-Veramente, la pizza non mi piace.- I tre ragazzi spalancarono la bocca e mi guardarono come se fossi appena scesa da Marte. -Ahahah.- Risi di gusto. -Non mi guardate così. Volevo vedere le vostre facce. La pizza è il mio piatto preferito.-
Si calmarono e sospirarono insieme, Fiuuu.
-Ma la smettete di fare così?- Dissi io spazientita. Mi guardarono confusi, insieme. Ancora
-Cosa?- Scossi la testa e risi. -Fate le stesse facce buffe, dite le stesse cose nello stesso momento. Potrei pensare che siete la stessa persona.-
 
 
Kevin Pov
 Spaparanzato sul divano mi tenevo la pancia. Ah, quando abbiamo mangiato. Questa ragazza deve stare un anno qui con noi. E se devo dirla tutta mi aspettavo una snob, o una troppo acida. Invece già adoro questa ragazza. E' simpatica, arrossisce per i complimenti, è gentile, generosa... Ma il suo sguardo sembra triste. Chissà cosa nasconde.
-Allora, noi dobbiamo conoscerci bene.- Disse lei facendo un sorriso sadico. -Giochiamo a verità o penitenza!?-
Wow, piena di riserve. Acconsentimmo tutti e ci mettemmo a cerchio. -Inizia tu Giulia, però per conoscerci meglio uno porge la domanda e gli altri in maggioranza scelgono se rispondere o subire. Ci state?- Proposi io.
Di nuovo acconsentimmo tutti. -Beh, io direi di iniziare dalle cose primarie. Quanti anni avete?- Chiese lei.
-Diciassette, quasi diciotto!-
-Ventuno.-
-Eh, io sono vecchietto. Ne ho quasi ventitrè.- Esclamai io. Ora è il mio turno. -Devi lasciarmi fare due domande. La prima è quanti anni hai te. Poi vorrei sapere perchè hai partecipato a quel progetto di scambio.-
-Ehi, Kevin. Anzi, Ninni! Ma queste sono tutte domande per me. Comunque ho anche io quasi diciotto anni. Non volevo partecipare al progetto, ma mia madre ci teneva e la sapevo contenta se avrei accettato. Tanto continuavo a ripetermi 'non prenderanno mica me'.- Disse l'ultima cosa scimmiottandosi.
-Scusate. Cambiamo un po' il gioco, ok? Uno di noi tre porge a testa una domanda alla donzella qui presente.- E le sorride. -E lei invece porgerà una domanda a noi tre. No? Poi ovviamente chi non vuole rispondere...PENITENZA!.- Concluse Nick contento come un bambino a Natale.
-Allora,- Joe assunse la posa 'sto pensando' - Hai fratelli o sorelle?-
-Si, una sorellina più piccola. Erika,ha 10 anni.- E le scappò un sorriso nostalgico.
-Come ti aspettavi la famiglia che ti avrebbe accolta?-
Giulia rise, poi arrossì. -La classica famiglia aristocratica. Lui con i baffi e sempre in viaggio e lei sempre a spettegolare in tailleur. Allora... Per tutti e tre: come vi aspettavate la persona che dovevate accogliere?-
-Una snob,- risposi io. Joe con poco tatto rispose : -io mi aspettavo un uomo.- Giulia calò lo sguardo e io lanciai un occhiataccia a mio fratello, che mi guardò come per dire 'cos'ho detto!?'. Poi si corresse. -Ma sono contento che sia venuta tu.-
-Tu, Nick?- -Io...Non lo sò. Ma speravo una ragazza bella come poi è!- La nostra nuova coinquilina arrossì bruscamente e abbassò il volto nascondendosi con i capelli.
-Ragazzi,- chiese lei, timida. -Cosa significano quei tre anelli che portate alla mano destra?- Poi sembrò pentirsi di questa domanda.
-Rispondo io per tutti?- Chiese Nick, sa essere il più diplomatico. Io e Joe annuimmo. L'uno vale l'altro. Tranne Joe, lui non ha tatto. -Nostro padre, Paul era un prete e quindi noi siamo molto credenti. Questo anello è per ricordarci della promessa che abbiamo fatto. Ovvero di rimanere casti fino al matrimonio.-
-E'...è notevole. Davvero. Ci vuole forza di volontà e fede.- Disse lei. -Io non sono credente.- Ammise infine.
-Un'altra. Qual'è la vostra canzone preferita? Delle vostre dico. Voglio sentirle prima di dormire.-
-La mia,- disse Nick - è A Little Bit Longer. Io sono diabetico e quella canzone mi ha aiutato molto.-
-La mia è Hold On. Mi emoziona cantarla sul palco.- Ammisi io.
Joe rispose subito, senza pensarci. -Quella che preferisco tra tutte è When you look me in the eyes. E' una vera e propria dichiarazione d'amore.-
-Wow, non ti facevo romanticone.-
-Tutti i Jonas sono romantici.- Dicemmo insieme. E lei scoppiò a ridere.
-Non ti mancheranno i tuoi genitori?- Le chiese Joe. Gli occhi di Giulia si velarono si tristezza. -Mia madre mi mancherà ogni giorno. Ma ci sentiremo spesso.- Strano, non aveva nominato il padre. Forse avevano avuto na grande discussione o forse non avevano un bel rapporto. Mi dispiace, è triste.
-Non hai buoni rapporti con tuo padre?- Le chiesi curioso io.
-Scusate, è tardi e io sono stanca. Buonanotte.- Si alzò, diede un bacio per uno sulla guancia e salì veloce, chiudendosi la porta alle spalle.
 
 
Giulia Pov
Mi spogliai velocemente, più per togliere quella sensazione di malessere che per bisogno di una doccia. L'acqua calda della doccia mi coccolò, come solo nelle braccia di mia madre mi sentivo. E come mi sentivo nella braccia forti e muscolose di Papà.
 
 
"Qualcuno bussò alla porta. Avevo solamente 13 anni. -Ciao piccola Giuli, la mamma è in casa?- Mi chiese un uomo con una divisa bianca e blu. Lo riconobbi come il Capitano della Marina Militare Italiana. -Cos'è successo al mio papà? Perchè è venuto lei, Capitano e non lui?- Mio padre mia aveva insegnato il giusto rispetto e educazione da tenere con un militare. E lui era il capo di papà, anzi il capo dei capi.
-Il tuo papà sta bene, ma fammi parlare con la Mamma, Giulia. Per favore.- disse quasi come un ordine.
-Certo, mi segua.- Lo portai in cucina, dove mamma stava preparando il pranzo per me ed Erika.
-Signora Rossini.- La salutò lui. -Oh, Capitano Corvetti. Cosa succede a Paolo? Perchè ancora non è tornato?.-
Il capitano abbassò lo sguardo. Io e la mamma capimmo subito. Il mio papà, il mio supereroe, l'uomo che prometteva di sposarmi quando facevo la gelosa di mamma, l'unico uomo della mia vita era morto!
Mamma Roberta lasciò cadere la brocca dell'acqua che teneva in mano. Ma nessuno si preoccupò del casino a terra. Si inginocchiò con gli occhi vitrei. Non riuscivo a farmi guardare e così impaurita dalla vita scappai. Passai la notte nel capanno degli attrezzi di un amico di famiglia, solo la figlia sapeva che io ero li. E non disse nulla, perchè lei era la mia migliore amica. La mattina dopo tornai a casa e la mamma era distrutta. Gli occhi gonfi e rossi erano i testimoni della notte passata a piangere. Entrai nella sua stanza, mi sorrise ma fallì l'intento di far apparire tutto normale. Mi abbracciò e non mi sgridò per essere scappata. -Mi hai fatto preoccupare.- disse solo. Non piansi, avevo finito le lacrime la notte prima. -Mamma, lui vorrebbe che noi fossimo felici. Lui è qui. Sempre. Me lo ha promesso prima di partire.- E poggiai una mano sul mio cuore ed una sul suo. Papà mi aveva promesso che sarebbe stato sempre nel mio cuore, qualsiasi cosa fosse successa.
 
Nel letto non feci altro che girarmi e rigirarmi. Non riuscii a dormire. Guardai la sveglia. Le due e mezza. Mi alzai e in punta dei piedi sgattaiolai dalla mia stanza. Sentii il suono di una chitarra, bussai alla porta.
-Posso?-
Due occhi verdi mi guardarono. Kevin sorrise, un sorriso triste. Si sdraiò sul letto e disse semplicemente -Mi dispiace, non so perchè ma quella domanda deve essere inopportuna..- Scrollai le spalle, come se questo potesse buttar via il dolore. -Mio padre è morto, Kev.-
No parlò, mi prese una mano e la strinse.
-Kevin.. io... io... volevo chiederti... cioè... se vuoi...io- Come potevo chiederglielo? Cavolo, doveva farmi forza. Non sarei riuscita a dormire altrimenti. -Certo, vieni qui.- Mi aveva capita. Alzò la coperta e mi invitò ad infilarmi nel letto. -Sicuro che posso dormire con te?- chiesi speranzosa.
-Certo. Come mai non riesci a dormire?. Mi chiese curioso. -Ho paura a dormire sola, per di più in una stanza che non conosco.-
-Dai, c'è scritto anche sul pigiama. Vedi?mBe Happy!- Restammo in silenzio e non capii se si fosse addormentato.
-Kev?-
-Dimmi Piccola.-
-Grazie. Non so perchè lo fate. Io mi sarei già rispedita in Italia. Posso abbracciarti?- Non rispose ma mi abbracciò, io posai la mia testa nell'incavo del collo e mi addormentai respirando quel profumo di buono e di calore.




Ringrazio ancora Miki_Lovegood che, a quanto pare, è l'unica a leggere.
Scusa per l'attesa, ma non riuscivo a connettermi. Spero che il capitolo si faccia perdonare l'attesa.
:)

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Pov Nick
 
Mi alzai e ancora in pigiama scesi in cucina, era deserta. Meglio andare a svegliare Joe, Kevin e Giulia. Entrai nella stanza di Joe e provai a svegliarlo. -Joe, Joe... Cavolo, vuoi svegliarti?-
-Mamma ancora cinque minuti. Nick?- Mi guardò spaesato e scoppiò a ridere. -Credevo fossi la mamma.-
-Dai, alzati. Così facciamo colazione e portiamo Giulia per le strade di L.A.!-
Lo lasciai ancora nel letto sperando che si alzasse. Oggi sono anche abbastanza irritabile. Ho sognato Giulia... e Joe. Che si baciavano, lui le passava dolcemente un braccio attorno ai fianchi e la attirava a se. Non è stato il sogno a rendermi nervoso. Bensì il fatto che ne fossi infastidito. Geloso di mio fratello per una ragazza appena conosciuta? Ah, Nick. Mangia e passa tutto.
Aprii la porta di Kevin, senza bussare come sempre. Mi avvicinai e gli posai una mano sulla spalla ma mi bloccai immediatamente. Due occhi blu e senza dubbio unici mi fissarono. Giulia, la Giulia che ho sognato stanotte, si stropicciò gli occhi e mi sorrise. -Buongiorno Nick. Joe.- Mi voltai e vidi che Joe ci aveva raggiunti e li fissava a bocca aperta.
-Ragazzi. Elvis vi ha per caso mangiato la lingua?- Mio fratello intanto si alzò e sbadigliò. -Buongiorno Piccola.- e le schioccò un bacio sulla guancia. -Dormito bene?-
Lei rise e io continuai a non capire.
-Avete dormito insieme?- Ma in quel 'dormito' inclusi che sia successo qualcosa. Quel qualcosa che abbiamo promesso di non fare. Ma evidentemente nessuno capì la mia allusione. In coro risposero. -Si!- come se nulla fosse.
-Ah, e voi...- sentii il sangue affluire sulle guance. Maledetta la mia timidezza. Un lampo attraversò lo sguardo dell'unica ragazza presente.
-No, no, no! Aspetta! Non riuscivo a dormire perchè pensavo a mio padre e ho chiesto a Kevin se potevo dormire qui. Dormire Nick.-
-Ah, scusa. Io...- Non sapevo cosa dire. In tutto questo Joe rimase con la stessa espressione da pesce lesso.
-Nicholas. La smetti di farfugliare. Tranquilli, non è successo nulla. E anche io mi sarei fatta prendere da ciò che avevo visto, ma ora mi sono spiegata. Chi ha fame?-
Sorrise e scese le scale. -Ah, Nick. Tu fratello sembra sia in stato di shock. Sbrigatevi o voi non mangiate.-
-Joe!?- Gli passai una mano davanti agli occhi. Lui li chiuse e sembrò svegliarsi. -Oh, era come se mi trovassi sott'acqua. Sentivo le vostre voci attutite.-
-Forse è perchè ti eri incantato.- Lo canzonai poi mi voltai ma in mezzo alle scale Joe mi porse una domanda, quasi sussurrata e il sangue mi si gelò.
-Hai una cotta per Giulia, vero?- Mi bloccai. -Cazzo dici, Joe?-
-Allora, punto uno: ora ti sei alterato subito. Punto due: quando li hai visti nel letto insieme hai fatto lo sguardo che avevi quando Miley parlava con un ragazzo che non eri tu. E punto terzo: hai stretto così tanto i pugni da rischiare di strapparti la pelle sulle nocche.-
-Ma tu non eri in catalessi, Joe?- Sputai e scesi. Mi buttai sul divano aspettando che la colazione fosse pronta.
Possibile che Joe aveva ragione? Avevo una cotta per Giulia? Ma certo che no! Ero solo contento di avere una persona simpatica per casa. Nick, ma cosa dici!? Tu odi avere sconosciuti per casa. Vabbè, è la novità. Chi non si lascia trasportare dalle novità?
Tu!
Uff, questo monologo interiore mi ha già stufato... e so anche il perchè...
-La colazione è prontaaaaa!- Urlò la donna di casa.
Joe ha ragione.
 
 
Giulia Pov
Mentre preparavo la colazione pensai alla buffa scena di stamattina.
Nick e Joe erano sconvolti, credevano avessimo fatto qualcosa. Ma Kevin è il mio orsacchiotto. Il fratello che non ho avuto. Si, lo so che lo conosco da nemmeno 24 ore, ma il mio istinto non ha mai fallito. La cosa che mi ha incuriosita, e di cui di certo chiederò spiegazioni al mio Ninni, è il comportamento del minore del Jonas. I suoi pugni così stretti. Credevo fossero per la rabbia che il fratello avesse fatto infranto il patto, ma quando ho spiegato la situazione continuava a tenerli ben saldi. Bah, meglio non pensarci.
-La colazione è prontaaaaa!- Urlai per farmi sentire da tutti. Io bevvi soltanto il mio frullato mentre Joe un cappuccino, Kevin latte al caramello mentre Nick fissò il frullato. Senza zucchero, ovvio. Non sapevo cosa poteva o non poteva mangiare, così avevo fatto una breve ricerca in internet.
-Nick, non hai fame?- Mi guardò ed arrossì.
-Beh, io come dicevo ieri sono diabetico, quindi... non...- Ops, mi sono scordata di dirgli che avevo provveduto.
-Oh, Nick. Ci ho già pensato. Puoi berlo.- Gli sorrisi e lui mi sorrise. Ma quel sorriso mi scaldò, si alzò e di slancio mi abbracciò. -Grazie!- mi sussurrò.
Le sue labbra vicine al mio orecchio non mi giovarono, anzi un brivido mi percosse tutto il corpo e dovetti tenermi ben salda per non cadere a terra.
-Ehi, tutto bene?- mi chiese Joe. Oh cazzo!
-Io... si! Solo un calo di zuccheri. Ora mangio.- e dicendo questo addentai un muffin al cioccolato ancora caldo. Delizioso!
-Hey baby, - mi chiamò Joe
-Baby?- chiesi quasi sconcertata.
-Si, baby è carino. Ti da fastidio?- Scossi la testa per dire no. -Dicevo, questa sera pensavo di andare a mangiare fuori tutti insieme, va bene?-
-Certo. Per me va bene.-
-Ok, Joe.-
-Certo Fratellino.-
-Ok, però Baby, io e Kevin abbiamo da fare oggi. Quindi rimarrai sola con Nick e ci vediamo prima di andare a cena. Dai Kev.- Mi schioccarono entrambi un bacio. -Altrimenti facciamo tardi.-
-Già dovete andare?- chiesi facendo gli occhi da cucciola. -Purtroppo si!-
Corsero su e dopo 10 minuti uscirono entrambi vestiti e profumati.
-Niiiiick!-
-Aiuto!- disse lui vedendo il sorriso sadico dipinto sul mio volto. -Oggi ci divertiamo tanto?- e misi la miglior espressione io-sono-un-cucciolo-dolcissimo-e-per-questo-non-puoi-dirmi-no.
-Certo. Ma questi occhietti da cucciolo?-
-Tutta una tattica per ottenere ciò che voglio. E come vedi funziona! Da cosa iniziamo?-
Ci pensò un attimo poi mi intimò di mettermi subito il costume o sarei volata in piscina in pigiama. Impalata davanti l'armadio non sapevo quale costume mettere.
Ne scelsi uno a pois colorati, lo infilai in un attimo e corsi giù.


 
Nick aveva già il suo, a bordo piscina che guardava l'acqua immobile. Piano piano, quasi in punta dei piedi andai dietro a lui, poggiao una mano sulla sua schiena e lo buttai in piscina. Aspettai che riemergesse e mi tuffai. Giocammo nell'acqua per quasi tutta la mattinata. Cercammo di affogarci, facemmo i tuffi. Ma sopratutto ridemmo, non mi ero mai sentita così leggera. Nick incrociò le braccia e le poggiò a bordo piscina. -Nick, tutto bene? Sei stanco?-
-Tranquilla cucciola. Stavo pensando...- Ah, era pensieroso...
-Un penny per i tuoi pensieri.- Sfoderai il mio sorriso migliore.
-Solo paranoie.-
-Ok, cucciolo! Non insisto.- Cosa diavolo? Lo avevo chiamato 'cucciolo'. Mi dispiaceva che non volesse parlare con me. Ma cosa potevo farci? Ad ognuno viene data la possibilità di tenersi per se i proprio pensieri, sopratutto evitare di condividerli con persone semisconosciute. Eppure per me non era uno sconosciuto, gli volevo bene. Forse anche troppo. D'istinto lo abbracciai e misi la mia testa sul suo petto, che usciva dall'acqua. Sentii il suo cuore battere forte, sarà che fin'ora abbiamo corso e ci siamo divincolati nell'acqua.
Alzai la testa e i nostri volti furono così vicini, troppo vicini. Potei sentire il suo respiro sulle mie labbra. I nostri sguardi si fecero roventi. Ma cosa mi sta succedendo? Sentii l'aria che arde e i corpi ancora vicini per l'abbraccio. Il mio seno contro il suo petto, le gambe incrociate. Scossi la testa, chiusi gli occhi, li riaprii subito dopo, nuotai fino all'altro lato della piscina ed uscii. Mi stesi sul mio asciugamano, misi gli occhiali e il cerchietto.
Ti prego, ti prego. Fai che non esca e non si matta qui. Ti prego. Resta nella piscina.
-Ho lasciato il mio telo in casa. Posso mettermi vicino a te sul tuo?-
Maledetto.
-Certo.- Sorrisi e chiusi gli occhi. Solo una richiesta, cosa ti costava.
Non parlammo finche non arrivò l'ora di pranzo.
 
 
 
 
-Cucciola che ne dici di andare a mangiare fuori e poi un po' in giro per Los Angeles?- Mi aveva chiamata di nuovo cucciola?
-Per me va bene. Giusto il tempo di farmi una doccia. Mi piace quando mi chiami cucciola.- Divenni rossa. Grande errore Giulia.
-Anche  a me.- Sorrise e andò a farsi la doccia anche lui.
Mi lavai e vestii velocemente, asciugai i capelli e li lasciai naturali. Ricci. Scesi e trovai Nick sul divano che mi aspettava.
-Andiamo subito a mangiare?- Annuii, -Ho una fame!-
-Ok, hai preferenze sulla macchina?- Ah, anche la scelta della macchina. Andava con la borsa o lo smalto? -Oh, basta che non sia rosa.-
-Non ti piace il rosa?- Mi chiese Nick. -No, lo odio.- Ammisi.
-Qual'è il tuo colore preferito?-
-Viola. Il tuo?-
-Rosso.-
-Anche a me piace molto. Allora, dove andiamo a pranzo?- Chiesi curiosa.
-Non te lo dico. E' una sorpresa.-
-Nooooo, Niiiiick! Non a me le sorprese.-
-Perchè?- Mi guardò abbassandosi gli occhiali.
-Guarda la strada.- Lo ammonii. -Comunque non amo le sorprese. Cioè, dipende di che genere. Se devo uscire e non so come vestirmi, o cosa portare perchè qualcuno mi fa una sorpresa mi irrita.-
-Tranquilla, così vestita stai benissimo.- Disse parcheggiando la macchina in una stradina anonima, anche un po' buia. C'era solo una porta nera.
-Ho già prenotato. Questa è l'entrata riservata, altrimenti non mangiavamo più per le fan. Vieni!-
Mi prese la mano e mi trascinò nel ristorante. Rimasi a bocca  aperta. Le pareti erano pitturate con luoghi italiani. Il Colosseo. Il Duomo di Milano. Ponte dei sospiri. E sulla quarta parete una bandiera italiana enorme.
-Nick Jonas.- Lo salutò un uomo sulla cinquantina con forte accento italiano. -E che bella ragazza. Un'amica o la ragazza?- Chiese.
-Un'amica.- Dissi io in italiano -Sono Giulia.-
-Un'italiana. Ma che bello. Mi mancava parlare con qualcuno. Anche tu di Roma scommetto.- Rispose, parlammo due minuti in Italiano ma vidi Nick escluso.
Così dissi: -Beh, non lo escludiamo dal discorso.-
-Certo. Allora Nick.- disse stavolta in inglese -Quello è il vostro tavolo. Arrivo subito-
Ci sedemmo, ordinammo entrambi le lasagne e parlammo molto.
Dopo un'ora e mezza eravamo sotto il sole californiano.
-Hai un vestito per questa sera?- chiese lui.
-Ah, no! Io non indosso spesso i vestiti.-
-Ok.- Mi prese per mano e mi portò all'ingresso di un negozio. -Cosa? Bulgari? No, Nick... Io... Non posso.-
-Dai, un regalo da parte mia.- Cercò di convincermi.
-No, Nick. Mi hai pagato anche il pranzo. Non potete pagarmi tutto voi.- Alzai poco la voce ma la riabbassai subito.
-Dai. Per favore. Cucciola, io ti voglio bene. Si, lo so. Ci conosciamo da meno di un giorno. Ma tu mi sei entrata dentro. Non so come hai fatto. Sei arrivata e hai occupato i posti che mancavano nella mia vita... Una amica, una sorella... Oggi in piscina ci siamo divertiti, e abbiamo riso tantissimo. Sai da quanto non ridevo così? Forse da quando mi è stato spezzato il cuore. Sono stato giorni sdraiato a letto, senza più voglia di uscire. Poi arrivi tu e porti allegria. Felicità! Con un piccolo gesto, come quello del frullato anche per me. Nessuno tranne mia madre si comportava così con me. E tu non te ne sei approfittata dopo aver saputo che noi siamo famosi, anzi... Quindi comprarti il mondo è solo per sdebitarmi della tua compagnia. Solo questo. Quindi ora entra in questo negozio e trova una abito e delle scarpe. Chiari?- Disse tutto d'un fiato. Mi lancia verso di lui e lo strinsi forte, più che potevo.
-Cucciolo ti voglio bene, tanto.- Risi e lo trascinai dentro il negozio. Presi un vestito in jeans e cinta marrone e scarpa col tacco marroni.
-Vado a provare le cose. Tu aspettami qui e non fare quella faccia sofferente.- Lo indossai ed uscii dal camerino. -Allora?-
Nick tossì e per poco non sputò la coca-cola.
-Mi sta così tanto male?- chiesi triste.
-NO!- Urlò, -Cioè... sei bellissima. Sono senza parole.-
-Però dovresti aiutarmi a chiudere la zip.- Mi girai e spostai i capelli di lato lasciando scoperta le schiena ed il collo. Sentii le mani calde di Nick fare una leggera pressione lungo la cerniera. Il suo respiro si infrangeva sul collo e le spalle. Deglutii e sbattei gli occhi più volte. Giulia, Autocontrollo! -Ecco fatto!-
Fiu! Per fortuna, altri due secondi e non avrei risposto di e stessa.
Girammo per negozi e alle sei tornammo a casa per sistemare gli acquisti, fare la doccia e andare al ristorante. Salve, ragazze.
Ecco il nuovo capitolo. Come avete visto, aggiornerò di Venerdì così avete tempo per leggere e magari (per le lettrici silenziose) recensire.
E, se recensite, mi fa davvero mooolto piacere. I capitoli sono lunghetti e 'impegativi' quindi almeno un 'Ciao, mi piace molto bla bla bla' sarebbe, ripeto, molto gradito.


Passando alla risposta alle recensioni. Grazie a:
Alice195:  Oh, grazie per la recensione *^*
Miki_Lovegood: Oh, grazie grazie. Spero che questo sia all'altezza degli altri.
Dills Nightmare: Una nuova recensitrice! *____* Grazie, spero che questo ti piaccia.

A venerdì prossimo.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Il telefono squillò.
-Tutto bene?- chiesi.
-Si. Solo che facciamo un po' tardi quindi ci vediamo direttamente al ristorante alle otto. Ok? Tanto Nick sa qual è. Glielo dici te oppure lo chiamo?-
-No, tranquillo Danger. Alle otto! Vi voglio bene.-
Uscii dalla mia camera, avevo solo un asciugamano avvolto poiché ero uscita dalla doccia due minuti prima. Bussai alla porta di Nick ma non rispose.
-Sono qui!- sentii dire dal bagno. Nick usci anche lui solo con l'asciugamano legato alla vita. Deglutii vistosamente, e lo fece anche lui.
-Oh, io volevo solo... JoeHaChiamatoPerDireCheCiVediamoDirettamenteAlRistoranteETuSapeviQual'era. VadoAVestirmi.- Dissi tutto talmente di fretta che mi chiesi se aveva capito. Io andai in camera mia e lui nella sua. Mi sedetti sul letto. Cosa diavolo ti prende? E' come se fosse tuo fratello. Ma chi vogliamo prendere in giro? Non è come un fratello.
Uscii e bussai di nuovo in camera di Nick. -Entra.- Mi invitò lui.
-Cucciolo, quanto ci mettiamo ad arrivare al ristornate?-
-Venti minuti più o meno.-
Attaccai la piastra e me la passai. Erano le sette e venti. Mi vestii e mi truccai. I capelli lisci mi incorniciavano il viso e la frangia lunga a volte mi copriva l'occhio destro. Quello strano, come aveva detto Nick.
Scesi le scale e lo trovai in cucina che prendeva un sorso di succo d'arancia.
-Wow. Dove hai lasciato Giulia?- Mi chiese. Arrossii e li incitai ad andare. Andammo direttamente nel Garage.
-Nick, ma stiamo scherzando? Vuoi andare al ristorante niente meno che con una Vanquish?-
-Certo, è la mia seconda preferita.-
-La seconda!?- chiesi allibita. -E la prima?-
-E' dal carrozziere. La mia dolce Mustang.-
Salimmo e in venti minuti arrivammo al ristorante. Joe e Kev erano già dentro per evitare le fan.
-Wow sorellina, sei bellissima.- Disse Kevin.
-Sorellina? Andrà a finire che qui io mi scordo come mi chiamo.-
Ci sedemmo e mangiammo. -Ragazzi, una cosa seria. Lo dicevo anche oggi a Nick.- e lo guardai. -Non potete pagarmi tutto voi. Ho dei risparmi messi da parte.-
-Oh, suvvia. Non cominciare a dire sciocchezze.- disse Joe. - Sai perché lo facciamo? Proprio perche tu non approfitti di noi. Altri avrebbero chiesto questo ed altro. E poi... Ci sei entrata dentro. Non so com'è, ma ti vogliamo bene. Anche dopo un giorno. Praticamente sei una sorella, non possiamo più fare a meno di te.-
Una lacrima fece forza ed usci dai miei occhi, cadendo sul braccio di Joe che mi teneva la mano.
-Perchè piangi?- chiese Kevin.
-Ditemi la verità, -dissi asciugandomi la lacrima e sorridendo. -Vi siete masse d'accordo con Nick. Oggi mi ha detto le stesse cose.-
Lo guardarono e lui annui. -No, non ci siamo messi d'accordo. E questo ti fa capire che è la verità, no?- Disse Kevin. Li abbracciai tutti e tre e stampai un bacio su tre guancie morbide. -Grazie ragazzi.-
Parlammo ancora molto poi vidi tre paia di occhi guardare verso l'entrata. Un uomo, una donna e un bambino. Forse amici, mi dissi.
-Kevin? Joe? Nick?-
-Mamma, papà.- Dissero in coro. Oh, cavolo. Già?
Il bambino mi si avvicinò e mi disse -Tu sei la nuova ragazza di uno dei miei fratelli?-
Risi -No, piccolino. Sono solo un'amica. Tu devi essere Frankie. Giusto?-
-Ma tu chiamami Bonus. Ma tu come ti chiami?-
-Giulia.-
-Posso chiamarti Giuly? E' più carino.- Questo bambino era proprio come l'avevano descritto. Con la parlantina e un gran carisma. -Certo.- Poi alzai lo sguardo e vidi come i Jonas e genitori mi guardavano.
-Ci sai fare con i bambini.- mi disse la donna. -Ho una sorellina piccola.- Dissi quasi a scusarmi.
-Ah, scusate. Io sono Giulia. Sono contenta di conoscervi. I vostri figli non fanno altro che parlare di quanto siate fantastici.-
L'uomo mi allungò la mano. -Io sono Paul. Lei è mia moglie Denise. Ma per favore, dacci pure del tu.-
-O...Ok!-
-I miei figli mi hanno raccontato del progetto scambio e sono contenta di averli segnati per accogliere qualcuno. Spero non ti facciano mancare nulla. Sai sono tutti e tre maschi.- Mi disse Denise.
-Oh, tranquilla. Non mi fanno mancare nulla. Anzi, mi viziano un po'. Perchè non vi mettete al tavolo con noi? Sempre se non volevate restare soli.-
-Scherzi!?- disse Frankie e si sedette sulla mie ginocchia. -Cosa stavi mangiando?- Mi chiese.
-Frankie, ti sembra il modo?- Lo ammonì Paul.
-Non fa niente. Adoro i bambini.- Poi mi girai verso Joe e dissi: -Sopporto Danger!-
Risero tutti e lui mise il broncio. -Dai Joe, che giocavo.-
-No!- disse. -Dovrai farti perdonare.- Mi alzai prendendo in braccio Frankie e posai un bacio rumorose sulla guancia del mezzano. -Così va bene?- Fece di sì con la testa e sorrise.
Era ormai mezzanotte e avevamo parlato e scherzato molto. Paul e Denise tornarono a casa, poichè il piccolo si era addormentato in braccio a me.
-Sono contenta di averti conosciuta. Per qualsiasi cosa io abito nella stessa strada dei ragazzi. Non esitare a venire o chiamare. Ok?-
-Certo Denise.-
-E se hai bisogno- S'intromise Paul. -di un padre, dato che il tuo è lontano io sono a disposizione. Scusa ancora per Frankie.-
Guardai il piccolino che ancora dormiva in braccio alla mamma. Kevin diede una gomitata al padre per far capire cha aveva detto qualcosa di sbagliato.
-No Kev. Non poteva saperlo.-
-Io, scusa ma non capisco. Cos'ho sbagliato?- chiese Paul vistosamente in difficoltà, anche Joe, Nick e Denise mi guardarono.
-Paul quando hai detto che mio padre è lontano ci hai preso più di quanto credi. Mio... mio padre è morto.-
-Oh, cara scusa. Mi dispiace. Io...scusa.- disse infine.
-E' per questo che ieri sera sei salita senza rispondere.- Mormorò Nick, annuii poi feci un debole sorriso.
-Beh, non stiamo qui a scusarci o preoccuparci. Godiamoci la serata.-
 
 
Tornammo a casa, mi spogliai velocemente, mi struccai e legai i capelli un una coda alta e indossai il pigiama.
Mi infilai nel letto ma come la sera prima, non riuscii a dormire. Mi trovai davanti la porta di Nick, alzai il pugno per bussare ma pensai alla scena in piscina e nei camerini. No, meglio di no. Camminai sino la camera di Joe e bussai.
-Avanti!-
-Joe, posso dormire qui con te?-
-Certo, vieni.. - Alzò il braccio per invitarmi. Come la sera precedente misi il viso dell'incavo del collo di un Jonas.
-Baby, posso farti due domande? Anche se un po' invadenti?- chiese a bassa voce.
-Solo se posso non rispondere.- scherzai.
-Hai una cotta per, ti piace o qualsiasi cosa provi per Nick?- Ci pensai, non rispondere era come ammettere. Ma non volevo mentire. Alzai gli occhi e li puntai contro i suoi, arrossii e lui rise.
-Jonas, diglielo e sei morto.- Lo minacciai. -Ok, ora la seconda.-
-Ah, si. Mi vergogno a chiedertela. Però ero curioso, cioè... noi ne abbiamo parlato con te per via...si...-
-No, Joe. Non sono mai stata a letto con nessuno se è questo che volevi sapere.-
-Ah, si. Scusa. Ti ho imbarazzata?-
-Affatto Joe. Io non credo come voi, quindi non sono neanche convinta che bisogni aspettare il matrimonio. Allora, premetto che io non credo molto nel matrimonio perchè ho visto persone veramente innamorate divorziare o tradire. A quel punto è solo un pezzo di carta. Però credo che almeno bisogna amare una persona per andarci a letto insieme, anzi per farci l'amore. Io sono stata un anno con un ragazzo. Non mi ha mai fatto pressioni, ma non mi sentivo pronta e l'ho lasciato perchè ho capito che non avrei mai potuto amarlo.-
-Grazie per averne parlato. Buonanotte Sorellina.-
-Buonanotte Fratellone.- Lo sentii sorridere e felice mi addormentai.




Ci si rivede, ragazze. Ieri ero piena di cose da fare e non ho pubblicato. 
Comunque, eccoci con un nuovo capitolo e ci sono anche i genitori dei nostri fratellini. :)
Miki_Lovegood:  Oh, sì. Si capisce. E ne sono felice! Grazie ancora per i complimenti. :)
Pervinca_Love: Spero che anche questo ti sia piaciuto. Qui sotto linko qualche foto per farvi capire com'è. Beh, non ci avevo mai pensato prima, ma l'attrice a cui somiglia più è Sopia Bush.


http://weheartit.com/entry/24860111
http://weheartit.com/entry/24716244
http://weheartit.com/entry/24178756


Una domanda (spero rispondiate in molte.) voi come l'avete immaginata? Sophia Bush ci azzecca? ;)

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. ***


Sbuffai di nuovo. Erano le sei e da almeno un ora ero sveglia. Mi alzai, andai nella mia camera e mi infilai velocemente un costume blu.
 Ancora non era ora di svegliare gli ometti. Mi buttai in piscina. L'acqua mi circondava. Non c'era nessun rumore. Intorno a me solo l'acqua, la pace.
Riemersi e sistemai i capelli che mi ricadevano sul viso. Splash! ma cosa?
-Nick, cosa ci fai già sveglio?-
-Buongiorno Giuly! Come stai?- Ironizzò. -Scusa, ma mi hai messo paura. Buongiorno.- e lo baciai sui capelli bagnati.
-Mi sono alzato presto, mi sono affacciato e ho visto che eri in piscina, così sono venuto a farti compagnia. Ti dispiace?- Che dolce!
-Dispiacere? Assolutamente. Stare con te mi piace...-
 
-Niiiiiick.- dissi affannata -Perchè non ci facciamo un doccia e andiamo a comprare la colazione per i dormiglioni?- Annui e quindici minuti dopo eravamo in macchina direzione Sturbucks con addosso un vestitino estivo e un paio di converse all star.
-Ehi, stai bene vestita così. Perchè hai detto che non ti metti spesso i vestiti. Ti donano.-
Arrossii, mi capitava troppe volte quando parlavo con Nick.
-Cucciolo, scendo io altrimenti non mangiamo più.- Scesi dalla macchina ed entrai nella caffetteria, era semi deserta.
-Buongiorno.- sorrisi, ero davvero felice. -Vorrei due cappuccini alla vaniglia, uno al caramello e uno alla cannella. Poi vorrei quattro ciambelle glassate.- Dissi ad un ragazzo alto e moro che mi guardò intensamente, fece l'ordine e lo mise in una busta di carta, me lo consegnò e sorrise.
-Spero di rivederti presto. Comunque io sono Jack.-
Sorrisi per cortesia ed uscii dalla caffetteria scuotendo la testa, quando salii in macchina Nick mi chiese il perchè del mio gesto e raccontai ciò che era accaduto.
Salii a chiamare i restanti Jonas mentre Nick sistemava la colazione.
-Joe, joe. Svegliati la colazione è pronta.- Mugolò qualcosa, si stropicciò gli occhi e mi disse: -Ma tu sei sgattaiolata fuori dal letto?-
-No, scemetto. Ma non riuscivo a dormire ma rischiavo di svegliare anche te, così sono andata un po' in piscina.-
-Capisco. Mh, che fame.-
-Tu intanto scendi, vado a chiamare Kevin.- Entrai nella stanza del maggiore e lo trovai in una posizione buffissima. Il lenzuolo era a terra, u braccio penzolava fuori dal letto e l'altro stringeva il cuscino. Quasi mi dispiaceva svegliarlo.
-Ninni... Vieni giù che la colazione è pronta.- Aprì un occhio, poi l'altro e sbadigliò.
-Ma com'è che a quest'ora già sei così bella?- Risi e scesi. Joe e Nick parlavano così mi fermai un attimo dietro la porta.
-Ma è ovvio che non gli piaccio. L'ha detto anche lei che ci considera fratelli, no? Un fratello. Maledizione! E' così bella, viva, allegra. Io... neanche Miley mi faceva quest'effetto....-
-Lo sai che non si origlia?- Sentii sussurrare alle mie spalle. Oh cazzo!
-Kev, per favore non dirgli nulla. Poi ti spiego.-
-Certo che non dico nulla. Ma non c'è niente da spiegare. Hai una cotta per Nick, e lui la ha per te. Ma vi sottovalutate talmente tanto che lui non crede che lui possa piacerti e tu credi che tu non possa piacergli. Semplice!-
Aprì la porta e si sedette a tavola. Lo imitai e presi i cappuccini.
-Chi è Jack?- Nessuno rispose. -Giulia, chiedevo a te.-
-A me? Io non conosco nessun Jack. Oh, cavolo. Nick,- lo guardai realizzando e lui fece altrattanto. Io ero sorpresa, lui sembrava...arrabbiato.
-Il barista.- esclamammo in coro.
 Sulla busta c'era scritto:
Spero di rivederti presto. Chiamami. Jack.
E sotto un numero di telefono.
-Ragazzi oggi la nostra sorellina ha fatto colpo. Il barista di Sturbucks.-
-Hai intenzioni di chiamarlo?- Mi chiese Joe allusivo, certo la conversazione della sera prima.
-Scherzi!? Vuoi uscire con uno che neanche conosci? E se fosse un maniaco?- Sbottò Nick.
-Ma cosa dici? A parte che decido io con chi uscire o no, poi ti pare che sia un maniaco? Forse lo chiamo.- Dicendo questo presi la busta, il cappuccino e salii in camera mia. Accesi lo stereo e misi un cd a caso. Uno italiano.
Fabrizio Moro.
Mi buttai sul letto e pensai. A me, a Nick, alla nuova vita in California, ma soprattutto a Nick. Cosa provavo per lui? Non era un amico, neanche un fratello. Avevo voluto più volte baciarlo. Ma non potevo, lui era ancora innamorato di Miley, in più doeavamo convivere per un anno. No, proprio non potevo. Mi sarebbe passata.
Avrei davvero chiamato Jack, non lo so. Ma il comportamento di Nick mi aveva dato fastidio.
-Sorellina posso?-
-Entra pure, Kev.- Abbassai lo stereo e lo feci sedere sul mio letto. -Giuly, so che tutto questo va contro le regole dei Jonas e del buonsenso ma tu e Nick vi piacete. E finchè non vi deciderete a confessarvelo scene come prima si ripeteranno. Perchè non vuoi dirglielo?-
-Perchè lui è ancora innamorato di Miley, perchè qui sono ospite e se non dovesse funzionare sarebbe un casino e perchè io non sono come voi. Io bevo, dico le parolacce, mento a mia madre, non credo che serva aspettare il matrimonio per fare sesso con una persona. Pensa, non credo proprio nel matrimonio. Io non sono così credente come voi, non vado mai in chiesa, non vado al cimitero a salutare i miei cari. Io non ho così tanta forsa di volontà.- dissi tuto d'un fiato come per sfogarmi.
-Quindi è questo? Non ti senti all'altezza?- Annuii sconfitta. -Giulia, io ti voglio bene e quello che sto per fare ora... Beh, tu dopo mi odierai. Ma forse un giorno capirai che è meglio così.-
-Kev, ma cosa...- Non feci in tempo a finire la frase che mi prese su una spalla, scese la scale e mi buttò sul divano impedendomi di alzarmi.
-Ragazziii.- Li chiamò. -Venite qui e non fate domande. Rispondete solo alle mie.- Joe e Nick si guardarono curiosi, poi guardarono me e si sedettero.
-Ragazzi voi credete che una persona che beva sia meno di noi?-
-No!- dissero all'unisono.
-E se dica delle parolacce?- Stessa storia: No!
-E se menta ai genitori? E se non vada in chiesa? E se non prometta di non fare sesso fino al matrimonio? E se non crede nel matrimonio?- Joe capì, ne avevamo parlato la sera prima. Ma non fui sicura avesse capito proprio tutto.
-Comunque non credo sia meno di noi, solo con diversi principi.- Disse Nick. Joe mi sorrise -Anche secondo me.-
Kevin mi riprese in spalla e mi riportò in camera mia.
-Sei arrabbiata?- Annuii mettendo il broncio. -Molto?- Annuii di nuovo. -Vuoi che scenda?- Annuii per la terza volta. Non volevo essere arrabbiata, ma lo ero. Kevin mi posò un bacio sui capelli e scese.
Restai tutto il giorno in camera, e non cenai. Nonostante le continue bussate da parte di Kevin e Joe non parlai con nessuno. E per la prima volta dormii nella mia stanza.
Mi svegliai con un tremendo mal di testa, presi una pasticca per la mia emicrania mi ributtai al letto. Oramai erano due giorni che non mangiavo, non parlavo e non vedevo nessuno. Erano le sei e sapevo che lui sarebbe stato in camera. Bussai alla porta, -Vieni!- Disse.
-Io...scusami. Per favore.-
-Ah, mi chiedevo quanto tempo ci avresti messo per sbollirti. Ma soprattutto hai pensato?-
-Si Kevin, ho pensato. Sono arrivata alla conclusione, il tempo farà passare tutto. Io non voglio creare problemi.-
-Bene. Io rispetto la tua decisione, ma sbagli. E' più di una cotta. Lo so io, lo sai tu, lo sa lui... Lo sa perfino Joe.-
-Hey, ho sentito il mio nome?- disse Joe intrufolandosi in camera. -Ah, la nostra sorellina è uscita dalla stanza. Finalmente!-
-Joe!- Lo ammonì Kevin. Quella sera cenammo insieme, ma Nick non c'era.
-Ragazzi, ma non manca qualcuno?- dissi indicando il posto del minore.
-Emh, si!- svagò Joe. -Hey, con me non funziona.- dissi io.
-Ok. E' andato a parlare con Lianne. Lei è convinta che tutti si possa aggiustare. Cosa credi, anche lui in questi giorni ha pensato.- Joe mi sorrise.
-Wow, non ti facevo così saggio.-
-Comunque ora che siamo solo noi tre, ti va di parlarne?- chiese Kevin. Non feci in tempo ad aprire bocca che sentimmo le chiavi nella toppa della porta. Nick entrò ma si bloccò vedendomi. Poi si riprese e disse semplicemente : -Ragazzi, io non la sopporto più. E' troppo possessiva, troppo... Aaaaah, che rabbia. Vado a dormire.-
Kevin si alzò per salire dal fratello, era lui quello che dava consigli in casa. Lo fermai per un braccio -Fermo. Vorrei andare io.- Si sedette e mi lasciò salire.
Toc toc.
-Lasciami in pace Kevin.- disse convinto che fosse il fratello come sempre. -Sono io.- disse sempre attraverso la porta. La aprì e lo vidi dopo due giorni. -Posso entrare?-
-Certo.- entrai e chiuse la porta alle nostre spalle. Si ributtò sul letto e mi fece posto.
-Nick, ne vuoi parlare?-  Annuì, ma non parlò. Mi strinse solo a se. -Hai bosogno di coccole, non è vero?- Lo coccolai un po', finchè non fu pronto a parlare.
-Io non so perchè lo fa. Continua a dire che io e lei stiamo insieme, dice che è solo per gli impegni che ci vediamo poco. Poi dice che io non sono come dico di essere, e non sono così fedele ai valori. Dice che l'ho tradita e per di più minaccia di sputtanarmi ai giornali.-
-Nick, io credo che solo il tempo possa cambiare le cose. Posso farti una domanda?-
Annuì, -Sei ancora innamorato di Miley?-
-Io...no! Gli voglio bene, è ovvio. Ma ora potrebbe essere una delle amiche più care. Capisci?-
-Certo.- Parlammo ancora di noi, dei sogni, le paure...
-Quindi tu sei stata un anno con un ragazzo.. Come si chiama?-
-Alessando. Ora ha l'età di Joe.-
-Coma mai l'hai lasciato?-
-Perchè io mi sono stancata di lui. Era troppo monotono,noioso. Non mi divertivo. E poi, ho capito che non era amore e non sarebbe mai potuto esserlo.-
-E così tu non credi nel matrimonio...- Non era una domanda, si riferiva alle domande di Kevin.
-Io...ne ho visti fin troppo fallire. Nick, hai amato solo Miley?-
-Si, e tu? Sei mai stata innamorata?-
-No. Ora però è tardi. Vado a dormire, Buonanotte.-
-Dormi con me.- Disse mormorando. Ero tentata di buttarmi tra le sue braccia ma mordicchiandomi il labbro scossi la testa.
-Buonanotte.-  Mormorai io uscendo dalla stanza e mi diressi nella mia, mi spogliai, mi feci la doccia e mi misi a letto... Solo una cosa mi vorticava in mente.
NON ERA PIù INNAMORATO DELLA SUA EX!
 
Era ormai un mese che ero in casa Jonas. Erano i miei fratelli. Tutti tranne uno. Nick!
Capitarono spesso situazioni come quelle in piscina. Sguardi incatenati, sospiri, vicinanze rischiose e tutto questo non era trasparente agli occhi di Joe e Kevin. Ma io non volevo farmi avanti, non volevo rovinare tutto.




Ragazzuole, sono davvero dispiaciuta di non aver pubblicato prima. Internet faceva le bizze. Qui prende solo quando decide lui e la chiavetta non aiuta affatto. In più ho avuto una settimana a dir poco stressante. 
Comunque, 
 Miki_Lovegood sono davvero contenta che ti fossi immaginata Giulia proprio come Sophia. Ha, nella mia mente, il viso così dolce ma può rivelarsi... una tigre.
Grazie anche a 
 _xheystyles per la recensione. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto?

Insomma, abbiamo capito che la nostra Giulia si sta prendendo una gran bella cotta. E secondo voi Nick cosa prova?
Oh, il futuro (quando i capitoli saranno un bel po') ho deciso di fare una raccolta di missing momento su PS (Programma Scambio). Se vorreste sapere qualcosa che per motivi di trama accenno solo (o che morite dalla voglia di approfondire) lasciatemelo nelle recensioni. :)

Grazie e fatemi sapete, 
CJ.

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Capitolo 7
*** Capitolo Sei. ***


-Ragazziiiiiiii,- urlai dalla mia stanza appena Joe uscì per andare da Denise. Nick e Kevin corsero nella mia stanza. -Cos'è successo? Stai bene?- chiese Nick, che arrivò un attimo prima del maggiore.
-Tra 5 giorni è il compleanno di Joe!- dico preoccupata. Mancavano solo cinque giorni e non avevamo fatto nessun regalo e non avevamo organizzato nessuna festa. E lui compiva ventun’anni. Dovevamo organizzarci, e in fretta.
-Oh, cavolo. Me ne ero dimenticato.- rispose Kevin. -Lui sta organizzando qualcosa?- chiesi.
Scossero la testa, -Bene! Gli organizzeremo una festa a sorpresa. Che ne dite?-
-Si, bellissima idea!- rispose Nick. -Ora lui non è in casa, usciamo e organizziamo qualcosa.-
-Che ne pensate se prima stiamo a casa, con gli invitati, mangiamo a buffet e poi andiamo in discoteca?-
-Ottima idea, Nick!.- Ci vestimmo ed organizzammo tutto entro quattro giorni.
 
Il 16, il giorno della festa, ancora nessuno aveva fatto trapelare nessuna notizia riguardo la festa.
Mi alzai dal letto e ancora in pigiama corsi in camera di Nick e Kevin per andare a svegliare Joe.
Piano piano entrammo nella stanza, poi ci buttammo sul letto svegliandolo.
-Auguri Danger mio.- Gli dissi in un orecchio, stampando poi un bacio sulla sua guancia. Nick e Kevin iniziarono a fargli il solletico, così mi aggiunsi anche io. Un'ora dopo ci ritrovammo tutti attorcigliati e sono in quel momento mi accorsi che Joe era in mutande. Va bene l'essere fratelli, ma davanti un corpo così tutte si sentirebbero un po'... a disagio!
Arrossii violentemente, per fortuna nessuno se ne accorse. -Ragazzi, vado a preparare la colazione.- Mi alzai dal letto e scesi le scale, preparai la colazione e la portai nella camera di Joe. Mi fermai sulla porta ad osservarli. Erano tutti grandi, ma giocavano e ridevano come bambini. Si tiravano i cuscini, si picchiavano per finta e si facevano mille scherzi. Erano proprio legati.
-Jonaaaas, la colazione. Intendete farmela cadere?-
-NO!- Urlarono in coro, scoppiai a ridere e mi sedetti. Presi un muffin al cioccolato e ci misi una candelina blu, la accesi e sorrisi a Joe. -Buon compleanno!- Sorrise e un luccicone si affacciò sul bordo degli occhi. -Grazie!- Mimò con la bocca senza far uscire nessun suono. Soffiò sulla candelina e la spense.
-Si, ma purtroppo so già che non si avvererà mai.-
-Mai dire mai, Danger.-
 
-Non mi va di uscire.- Si lamentò Joe. -Voglio vedermi un film a casa.-
Erano almeno venti minuti che Nick insisteva per farlo uscire. -Dai, devi aiutarmi per una cosa.-
-Uffa! Va bene. Dove dobbiamo andare?- Accettò controvoglia.
-Tu vestiti bene.- non si dilungò Nick. Si inventò qualcosa e lo portò via il tempo esatto per cui dovevamo preparare tutto e gli invitati sarebbero arrivati.
-Corri Kevin! Prendi le tovaglie e gli addobbi. Io prendo da mangiare. Denise arriva tra due minuti con il resto del cibo.-
Un'oretta dopo era tutto pronto. Il cibo era a tavola, gli addobbi tutti in ordine, tra pochi minuti gli invitati sarebbero arrivati, Denise, Paul e Frankie erano tutti vestiti e profumati, Kevin era perfetto, Joe sarebbe rientrato tra mezz'ora con Nick, io... IO NO! Oh, cavolo! Ancora non ero pronta.
-KEEEEEEV!- Urlai. -Corse da me preoccupato. -Cos'è successo? stai bene?- Chiese.
-Io...Io...ancora non ho scelto cosa mettermi, devo farmi la doccia e tra poco arriveranno gli invitati.- Gridai isterica. Senza attendere la sua risposta salii e aprii l'armadio. Riflettei e scelsi l'abito che avevo comprato con Joe, lo aveva scelto lui, anche le scarpe. Presi anche un completo intimo. Corsi nel bagno e mo feci una doccia.
Sette minuti netti dopo ero fuori dalla doccia con i capelli bagnati. -Maledizione a me.- Mi affacciai alla porta e sentii delle voci. Qualcuno era già arrivato. -Maledizione  a tutti!-
 
Mi asciugai i capelli in un baleno e li piastrai in dieci minuti scarsi, mi truccai ed infine mi vestii. Mi guardai allo specchio, aggiunsi degli accessori, presi una borsetta per dopo mettendoci il telefono, il portafogli con i documenti e uno specchietto. Corsi nella mia camera e presi il regalo per Joe. Sperai gli sarebbe piaciuto.
Oh, Joe! Se non ti piacerà mi sentirò morire.Mi affacciai alla finestra della camera e vidi la Mustang di Nick parcheggiare sotto casa. Cazzo! Scesi e trovai tutti gli invitati.
-Scusate, per preparare la festa non ho avuto tempo per vestirmi.- Mi giustificai. -Ho visto la macchina, sono arrivati.- Spensi la luce e mi misi dietro tutti gli invitati, avrei avuto tempo per fargli gli auguri. Aprì la porta Joe, qualcuno accese la luce e gridarono -AUGURI!-
Sul viso si poteva leggere sorpresa e gioia, eravamo riusciti a non far scoprire nulla. Sentii il telefono squillare, ma con tutta la confusione non sarei riuscita a sentire nulla. Salii e presi la chiamata, avevano semplicemente sbagliato numero. Andai nella mia camera e mi specchiai un attimo, sistemai la matita nera e riavvivai i capelli. Tornai giù, ma a metà delle scale mi sentii strana. Puntai lo sguardo verso gli invitati e notai che tutti i ragazzi invitati mi fissavano a bocca aperta. Sopratutto Joe, Nick e Kevin. Joe mi corse incontro. -Giulia... Sei stupenda!-
Arrossii violentemente, -Allora, Joe, vado a cambiarmi subito. Questa è la tua serata, non voglio apparire più bella di te.- Mi feci beffa di lui. Erano le undici ormai, i Jonas mi avevano presentato moltissime persone. La famosa Miley, Chelsea, Selena, Demi, Taylor e tantissime altre star della Disney o di Hollywood.
Era il momento giusto, Joe era solo. Mi avvicinai alla mia borsa e presi il regalo di Joe. Presi la mano a Danger e lo trascinai in giardino, in un posto quasi nascosto. Il mio posto in casa Jonas, oltre la mia camera.
 
 
-Joe... volevo darti il mio regalo senza tutta quella gente...-
-Anche un regalo?- disse Joe. -La festa a sorpresa non basta?-
Scossi la testa. -Joe, però devo chiederti una cosa. Anzi due.- Dissi a metà tra la paura e la timidezza.
-Dimmi, Piccola!- Mi sorrise incoraggiandomi e prendendomi una mano nelle sue.
-Prima di tutto. Che regalo ti aspetti da me? Per favore, rispondi!-
Sembrò pensarci, poi mi fece una smorfia come a scusarsi. -In realtà non mi aspettavo nulla. Quindi non ne ho la più pallida idea.-
-Va bene. Non è soddisfacente come risposta, ma è sincera. Questo mi basta. Altra cosa; Joe, devi promettermi che se il mio regalo non ti piace, ti fa sentire a disagio o qualsiasi cosa devi dirmelo.-
-Ok!- disse semplicemente lui. -No, Joe. Devi prometterlo!- Lo ripresi. Mi porse il mignolo e io avvicinai il mio al suo, li intrecciammo e disse: -Lo prometto.-
Chiusi gli occhi e respirai. Li riaprii e presi il regalo di Joe.
-Vedi Joe, noi ci conosciamo da poco, però io già ti voglio bene. Sei diventato com un fratello per me. A volte maggiore, altre minore. Alcune volte mi dispensi consigli o mi dai una svegliata, altre ti comporti da bambino e tocca a me farti ragionare. Ma da quando ci siamo incontrati qui fuori, io ho capito che tu eri un ragazzo unico. Non lo so come... Istinto, credo! E il mio raramente fallisce...-
-Tranne quando si tratta di Nick.-
-Non interrompermi! Dicevo, non sto qui a snocciolarti tutto questo per fare un discorso. Non ti ho portato qui per nessun motivo, - una lacrima mi solcò la guancia, ma la ignorai e continuai a parlare con gli occhi lucidi. -Questo è il mio posto in casa Jonas. E ti ci ho voluto portare perchè tu ora sei parte della mia famiglia. Perdonami se questo può sembrarti eccessivo, ma non voglio mentirti. Questo è il tuo regalo.- Posai nelle sue mani il piccolo dono. Delle piastrine da militare.
-Aspetta che non riesco a leggere.- disse avvicinandosi sotto il lampione. Ora il mio viso era segnato da due cascate di acqua salata. -Paolo... Rossini.- Alzò gli occhi di scatto, brillavano. Corse verso di me e mi abbracciò, quasi non riuscivo a respirare ma non dissi nulla. Allontanò un po' il viso dal mio, lo prese tra le mani e mi fissò.
-Giulia, è il più bel regalo che potessi farmi. Io davvero, non so se posso accettarlo. In fondo quando te lo chiesi mi hai detto che è l'unica cosa che ti rimane di tuo padre.-
-Ed è proprio per questo che voglio che lo abbia tu, Joseph. Se non ti avessi reputato all'altezza l'idea neanche mi avrebbe sfiorata. Joe, se te l'ho voluta regalare è perchè io so che non mi scorderò MAI, e ripeto mai, di te. Promettimi che neanche tu mi dimenticherai.-
-Lo prometto.- disse semplicemente. Mi abbracciò di nuovo. E mi asciugò le lacrime. Risi per un attimo, -Perchè ridi?- chiese Joe, curioso.
-Perchè stavo pesando che ho messo il trucco resistente all'acqua perchè sapevo che avrei pianto.- Rise anche lui con me. Poi mi prese per mano e rientrammo in casa, un attimo prima di congedasi ed andare da alcuno suoi amici mi disse a bassa voce: -Grazie!-
Il deejay mise un lento, poichè Denise voleva ballare con Joe, si formarono delle coppiette. Innamorati o amici, quasi tutti ballavano. Frankie era rimasto in un angolo così lo presi in braccio ed iniziai a ballare per la sala con lui. -Giuly, lo sai che tu mi stai simpatica? Poi sei anche tanto bella.- Mi sorrise, il classico sorriso alla Jonas. Ma erano stati fatti con uno stampino!?
-Anche tu piccolo. Sei bello e simpatico.- Gli sorrisi a mia volta e lui poggiò la testa sulla mia spalla. -Posso farti due domande?-
-Dimmi pure.- Lo incitai guardandolo. -Vuoi essere mia sorella?-
-Ne sarei davvero contenta.- Lo strinsi forte e lui mi schioccò un bacio sulla guancia.
-Ed ora l'altra.- dissi io.
-Io... se non vuoi rispondere non fa niente però... Tu... Ti piace mio fratello Nick, non è vero?-
Mi bloccai, cavolo! Ma era un bimbo molto matura, avrebbe tenuto il segreto.
-Sei molto perspicace, fratellino.- Gli dissi arrossendo, anche lui lo aveva capito. -Cosa significa perspicace, Giuly?-
-Significa che sei intelligente. Sei riuscito a capire che mi piace.-
-Oh, non è difficile. Si vede da come lo guardi, e da come lui guarda te. Anche a lui tu piaci.-
Lo strinsi e continuammo a ballare, la musica si fermò e iniziò una nuova melodia. -Posso rubarti la dama?- disse una voce maschile alle mie spalle, Frankie saltò giù dalle mie braccia e mi fece segno di abbassarmi. Si avvicinò all'orecchio e disse: -Io spero che ti bacia. Siete belli insieme.- Mi vide sorridere, poi scappò via. Mi rialzai e notai che Nick mi tendeva una mano, -Balli con me?-
Annuii, poi mi guadai intorno. Joe ballava con Demi, Kevin con Denise e Paul con Frankie. Nick mi attirò a se, eravamo vicini. Molto vicini. Mi posò le braccia sui fianchi e io misi le mie dietro il suo collo. -Perdonami Nick. Ma sono impedita a ballare. Tu sei così bravo.- Abbassai la testa. Mise un dito sotto il mento e mi alzò il volto. -Guarda che sei molto brava.- Sorrisi debolmente, poi mi avvicinai e gli posai un bacio sulla guancia. Quella magia durò pochi attimi perchè Kevin venne a chiamare Nick per dare il loro regalo a Joe.
 
Uscimmo tutti fuori e parcheggiata davanti casa c'era una Spider argento con un enorme fiocco rosso sul cofano. -Uuuuh,- Joe urlò di gioia. Abbraccio Nick e Kevin e si mise a contemplare la macchina. Tornando in casa si avvicinò e mi abbracciò. -Il tuo regalo mi piace almeno un milione di volte di più.-
Molti invitati fecero finta di andarsene, ma andarono nella discoteca prenotata. La sala era ormai vuota, anche i signori Jonas e il piccolo erano andati via. C'eravamo io, Joe, Nick, Kevin e Demi Lovato. -Joe, c'è un'altra sorpresa.- Gli dissi euforica.
 
Lo bendammo e salimmo in auto. Io, Joe e Nick sulla Mustang del minore. Kevin e Demi andarono con quella della ragazza. Arrivammo alla discoteca circa venti minuti dopo, la musica si sentiva già da fuori, quindi Joe capì qualcosa. Ci ringraziò e si buttò in pista. Ballammo per quasi un ora, io, Joe, Nick e Kevin come scemi. Ridevamo e giocavamo, tutto mentre ballavamo.
-Ragazzi, io vado a salutare alcuni amici.- disse Nick indicando dei ragazzi al bancone. -Apetta, vengo anche io.- Lo seguì Kevin. Io e Joe ridemmo ancora un po'.
-Hey, sorellina. Io vado a prendere qualcosa da bere, torno tra poco. Tu vuoi qualcosa?- Scossi la testa e lui si allontanò. Mi accorsi che le discoteche, almeno, fossero come in Italia. Qui in America era tutto diverso, anche la mentalità. Ma ora che mi trovavo tra centinaia di persone, con la musica assordante e alla consolle David Guetta, non sentivo tutta questa differenza.
Ballai con qualche ragazza che avevo conosciuto alla festa, come Demi e Miley, ma poi ballai sola. Improvvisamente due mani si posarono sui miei fianchi, capii che non erano i Jonas. Quella presa esprimeva possesso, tolsi le mani del ragazzo e mi girai. Lo allontanai la lui mi blocco i polsi e mi avvicino. Sapeva di alcol, ne avevo prese non poche di sbronze, riconoscevo l'odore del Rum. -Bambolina, vieni qui.- Mi tirò a se, -Baciami!- Lo allontanai con una spinta. Ecco, questo era diverso da Roma. Respirai ed andai in bagno per schiacquarmi il viso. Poggiai le spalle ad una porta e ripresi fiato.
-Ecco dov'eri finita.- disse quella voce. Roca e brilla. -Cos'è non ti piacciono i ragazzi vissuti? Non sono abbastanza bello per te?- Ogni parola risuonava come lame taglienti. Si avvicinava sempre di più verso me, passo dopo passo mi aveva messa in trappola. Colmò la distanza tra noi in un baleno, schiacciandomi tra il suo corpo e il muro. Mi bloccò i polsi con una sua mano, mentre l'altra percorreva il profilo del mio volto. Provai più volte a scansarlo e scappare, ma era decisamente più forte di me. La sua mano mi sfiorava la schiena e stava scendendo troppo in basso. -Ma cosa cazzo!? Giulia!-
-Aiutami Nick.- Fu l'unica cosa che riuscii a dire. Nick corse verso di me, girò il ragazzo ubriaco e gli sferrò un pugno. Quest'ultimo cadde a terra svenuto. Mi precipitai tra le braccia di Nick. -Tutto bene? Ti ha fatto male? Sei ferita?- Il fiume di parole sgorgò dalla bocca di Nick, sentiva la preoccupazione. -Sto bene, ma abbracciamo per favore.- Più gli scossoni mi attraversavano il corpo, più Nick mi stringeva. Mi allontanai dall'abbraccio e le gambe mi abbandonarono per un attimo, mi sentii cadere ma Nick mi prese al volo. -Ehi, stai bene?- Annuii di nuovo. -Solo l'adrenalina dello spavento.- Mi avvicinai al lavandino e bevetti un sorso d'acqua fresca. In quel momento un bodyguard entrò con un altro, aveva visto la fine della scena ed era andato a chiamare un collega. Lo presero di peso e lo portarono via. -Mi scusi.- Fermai uno dei due. -Potrebbe evitare di farsi vedere dal festeggiato. Vede sono io che ho organizzato le festa, non voglio si preoccupi.-
L'omone mi sorrise, -Stia tranquilla, signorina. Lei sta bene? Vuole dell'acqua e zucchero? Chiamo la polizia e l'ambulanza?-
-Oh, no, no.- Mi affrettai a dire. -Sto bene. Niente polizia o ambulanza. Non voglio sporgere denuncia.- I due se ne andarono e rimasi sola con Nick.
-Sicura di stare bene?- Mascherai lo spavento. -Non dire nulla a Joe. Quello neanche era suo amico, si era imbucato.- Il ragazzo tentennò.
-Nick! Non dirgli nulla o te ne pentirai.- Annuì, -Permettimi almeno di starti accanto questa sera.-
Stammi accanto anche tutta la vita, pensai. -Certo, grazie!- Tornammo nella sala e ci sedemmo a bere qualcosa. Tremavo e sperai che nessuno se ne accorgesse. Nick mi stette attaccato tutto il tempo, ballammo e chiacchierammo con moltissima gente.
Tornammo a casa alle cinque e mezza del mattino e nel giro di venti minuti si addormentarono tutti quanti, io non ci riuscii.. Nonostante il sonno mi facesse chiudere gli occhi vedevo il viso di quel ragazzo e sentivo la pressione sui miei polsi. Mi alzai ed andai a dormire da Joe, che mi accolse in un abbracciò e mi ringraziò ancora per il regalo.



Sono di corsissima.
Ho aggiornato solo per non farvi aspettare ancora. :)
Spero vi piaccia e spero che le rencesioni crescano. Sono solo due... :(
Alla prossima settimana.
CJ.

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