Un Generale deve avere un figlio maschio

di Lunastorta394
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

Era una notte di inizio inverno e seduta vicino al camino, c’era una donna dai lunghi capelli biondo cenere, che le cadevano sciolti sulle spalle.
Quella donna era madame Jargeyes una dama alla corte di Versailles. In quel momento, però non si trovava a Versailles bensì a casa di suo marito, il generale Renè François de Jargeyes uno dei più potenti servitori di Luigi XV. Si trovava in quella che ormai era casa sua perché era all’ottavo mese di gravidanza, e si accarezzava dolcemente la pancia, sperando che quella creatura che portava in grembo fosse il tanto sospirato maschio, il continuatore della stirpe de Jargeyes. Amava immensamente le figlie avute nelle precedenti gravidanze e non le sarebbe dispiaciuto partorire un’altra bambina ma suo marito non la pensava in quel modo e continuava a ripeterle :”Un generale deve avere un erede maschio!”. Le risuonavano quelle parole nella mente da qualche giorno a questa parte e diventavano sempre così assillanti e spaventose, adesso che il giorno del parto iniziava ad avvicinarsi. Ripensò al suo passato, alle sue gravidanze finite male e sperò che non succedesse di nuovo, perché altrimenti non avrebbe retto; poi fissò lo sguardo sulle lingue di fuoco del camino che pareva che giocassero tra di loro, in una danza senza fine e cullata da esse si assopì.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Era quasi giorno quando il generale Jargeyes ritornò a casa e passò per gli appartamenti della moglie che si era addormentata vicino il camino, sulla poltrona del suo salottino.
Era così bella con quei capelli sciolti e ribelli che le cadevano sul viso e pareva o forse lo era sempre stata, -si sorprese a pensare- fragile.
Amava sua moglie, prima di conoscerla aveva pensato di sposarla solo per l’ingente dote che ella avrebbe portato con sé, arricchendo il prestigio del casato de Jargeyes, successivamente era stato preso dalla passione più sfrenata.
Nessun’altra donna aveva la capacità di tenerlo stretto a sé come se ci fosse un laccio invisibile.
Tutte le altre accostate a lei apparivano insignificanti.
Purtroppo questi pensieri non li aveva mai espressi alla diretta interessata, forse per l’educazione militare impartitagli già dalla più tenera età che reprimeva simili “sfoghi emotivi”.
Si scosse da questi pensieri, quando si accorse da un soffio di aria gelida che la finestra, probabilmente non chiusa e si era aperta del tutto in seguito ad una folata di vento.
Si alzò, chiuse la finestra e ritornò vicino alla moglie, che non si era accorta di niente tanto che dormiva pacificamente, vedendola così indifesa, gli era venuta una gran voglia di baciarla così si inginocchiò, le sposto i capelli dal viso e si avvicinò lentamente verso le sue labbra.
Fu un bacio molto lieve che però la svegliò.
Il generale capì che forse era giunto il momento di dirle tutto ciò che provava, che era inutile tenersi tutto dentro e le disse che era il suo vero amore, quello che provava per lei non era un amore fraterno ma un amore unico, travolgente e passionale.
Iniziò e le parole gli uscirono come un fiume in piena e al culmine di questo monologo la strinse forte a sé dicendole:” Ti amo, tutte queste parole sono servite per dirti questo, ti amo e ti amerò sempre”.
In risposta a questa dichiarazione d’amore inaspettata, Mme Jargeyes abbracciò forte suo marito e gli sussurrò pianissimo nel suo orecchio: “Anch’io ti amo “, e gli pose sulle labbra un bacio appassionato.
 
 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


 
Sono passati quattordici anni dalla mia ultima gravidanza e con essa molte cose sono cambiate. Prima di tutto, è nato il tanto sospirato erede, Oscar, una bellissima bambina, si una bambina dagli indomiti capelli biondi e dai vivaci occhi azzurri nascosti da un’algida bellezza. Una bambina, ovvero una giovane donna, cresciuta come un ragazzo, una folle idea di mio marito, a cui io non ho saputo opporre resistenza e di cui mi pento amaramente ogni giorno, ogni ora e ogni istante della mia vita, ma soprattutto quando guardo l’acerba bellezza nascosta da quell’informe uniforme o dai quegli abiti maschili che è costretta a indossare. Proprio in questo momento, mentre passeggio per i vasti giardini della mia tenuta (o meglio la tenuta di mio marito) diretta al mio splendido roseto, Oscar si sta allenando con Andrè, il nipote della nostra governante Nanny e attendente della giovane Oscar. Questo ragazzo è un'altra delle cose che sono cambiate in questi anni. È venuto ad abitare con noi, dopo la morte dei suoi genitori Marie, la figlia di Nanny e Paul un ex servitore di questa tenuta che dopo il suo matrimonio aveva trovato un lavoro più vantaggioso a Parigi, presso un mercante. Con mio suocero si erano lasciati in pace, infatti gli aveva promesso di riaccoglierlo nella tenuta qualunque problema si fosse presentato. Dopo la loro morte, mio marito Renè aveva mantenuto la promessa del padre, accogliendo come un figlio Andrè e mettendolo così al fianco di Oscar con il compito di attendente e come figura da seguire. Da semplice attendente Andrè è diventato per Oscar un amico fidato, ma soprattutto un fratello, una persona con cui avere un rapporto alla pari, non sul piano nobile, ma su quello umano. In questi anni mano a mano tutte le altre mie figlie mi hanno lasciato per rispettare la politica matrimoniale intrapresa da mio marito. E da allora io mi sono sentita sempre più sola, anche perché forse con l’unica con cui vorrei avere un buono, anzi un buonissimo rapporto è con Oscar.
 
 

§§§§

 
-Oggi è un grande giorno- pensò il generale attraversando i corridoi dorati di Versailles. Si, oggi era veramente un grande giorno per il casato de Jargejes, oggi si decideva chi tra la famiglia Jargejes e la famiglia Girodelle, avrebbe avuto il posto come Colonnello della Guardia Reale, responsabile della sicurezza della futura delfina di Francia, l’arciduchessa d’Austria Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena. L’arciduchessa era la figlia dell’imperatrice d’Austria, Maria Teresa d’Asburgo ed oltre ad essere molto bella e avvenente (usando le parole dell’ambasciatore francese a Vienna), aveva il ruolo di garante per la pace tra i due regni e la protezione della sua persona era un incarico molto ambito a corte per l’influenza derivante da esso. Ora, il generale Jargeyes era arrivato davanti alle sale delle udienze di Sua Maestà Luigi XV. Tra pochi minuti sarebbe stato chiamato e doveva mantenere la calma e pensare solamente ad avere l’incarico per suo figlio Oscar. Quando sentì una voce che pronunciava il suo nome, si riscosse dai suoi pensieri sul futuro di suo figlio, e si decise ad entrare, avanzò tra i nobili presenti in sala e sentì lo sguardo di uno di loro posarsi su di lui, non sapeva di chi fosse, sapeva soltanto che era uno sguardo insistente, quasi come se volesse intimorirlo, ora però non poteva cercarlo tra la folla lì riunitasi quel giorno, perché era appena arrivato al maestoso cospetto del re e si inchinò dinanzi a Lui in segno di rispetto e di omaggio.
-Suvvia, Generale de Jargeyes alzatevi vi prego, come state???- disse Sua Maestà con voce imperiosa ma con una punta di gentilezza.
- Tutto bene, vi ringrazio- rispose il generale
Questo scambio di battute fu interrotto dall’arrivo del generale Girodelle. Al suo arrivo, il re riservò a quest’ultimo le stesse attenzioni riservate a Jargeyes.
Dopo che il re si era assicurato che anche Girodelle godesse di ottima salute si apprestò ad andare avanti con l’incontro aspettando che essi si salutassero, cosa che avvenne solamente in seguito all’intervento reale.
-Bene, signori, dopo esservi salutati possiamo passare oltre- disse il re e facendo una pausa continuò – Oggi sarà deciso chi tra i vostri figli diventerà Colonnello delle Guardie Reale. Mi sono informato su questi valenti giovani nelle varie scuole militari dove hanno studiato per diventare formidabili soldati. Infatti di entrambi ho ricevuto ottime notizia, per questo ho deciso che saranno loro stessi a decidere in base alla loro bravura nella disciplina della spada. Si terrà un duello, qui a Versailles alla presenza di tutta la corte tra una settimana.
- Maestà, mio figlio dovrà battersi con una donna???- disse Girodelle con un tono tra il serio e il beffardo.
- Maestà, mio figlio Oscar, pur essendo nato come una donna, è stato cresciuto come un ragazzo nelle migliori scuole militari ed è abilissimo con la spada, l’ho allenato personalmente ed è talmente brava che ha superato anche me- intervenne immediatamente Jargeyes.
- Jargeyes vi ha battuto solamente perché siete più vecchio di lei, o dovrei dire di lui?? E poi questa folle idea di far crescere una donna come un uomo da dove vi è uscita?- rispose Girodelle sarcastico.
- Calmate gli animi- intervenne il re, prevedendo che presto quel diverbio si sarebbe trasformato sicuramente in qualcosa di più e poi prosegui: - Signori, saranno i vostri figli a decidere il loro destino attraverso l’esito del duello. Ed ora vi prego di lasciarmi perché ho altre udienze da fare.
-Si, certo Maestà i miei omaggi” dissero rispettivamente Jargeyes e Girodelle, rivolgendosi poi uno sguardo in cagnesco.
 

§§§§

Oscar si stava allenando con Andrè in cortile, quando il generale suo padre scese dalla carrozza. Come lo vide si fermò ed Andrè la disarmò.
- Mi hai disarmato solo perché mi sono distratta- disse Oscar rivolgendosi ad Andrè
- Oscar non avresti dovuto distrarti, è la prima regola di un buon soldato- le rispose Andrè stuzzicandola
-È la stessa cosa che avrebbe detto mio padre- le rispose lei di rimando.
-Cosa ho fatto, Oscar?- chiese il generale che aveva udito solo “mio padre”
-Niente di importante, vero Andrè?
-Si,  Signor generale, non si preoccupi. Adesso vado a pulire e a sistemare le spade se non ti vuoi più allenare Oscar- rispose Andrè, capendo al volo che il generale voleva parlare da sola con Oscar.
-Si, vai ci vediamo più tardi- disse Oscar
-Generale, Oscar con permesso, allora- disse Andrè salutandoli.
Dopo che Andrè si fu allontanato il generale disse:”Oscar, andiamo nel mio studio. Ho un urgente bisogno di parlarti.
Arrivati nello studio, il generale fece prima entrare Oscar e poi entrò lui chiudendosi la porta alle spalle.
-Oggi ho avuto un colloquio con il re, Sua Maestà ha deciso di farti fare un duello contro il figlio del generale Girodelle davanti a tutta la corte. Chi vincerà diventerà il Colonnello delle Guardie Reali- disse tutto di un fiato il generale
-Cosa??? Un duello davanti a tutta la corte??- chiese Oscar spaventata.
-Si, Oscar non ti preoccupare, ti ho allenato personalmente nella spada- gli rispose il generale.
- Padre, io non dubito di ciò, è solamente che non so se voglio diventare il Colonnello delle Guardie Reali, non so se voglio fare veramente il soldato.- disse Oscar, pronunciando tutti quei dubbi che l’assalivano ogni qualvolta pensava al suo futuro.
- Oscar, tu devi fare il soldato perché sei stata allevata per questo. Dimmi un po’, cosa vorresti fare se non il soldato? Vorresti sposarti e magari entrare a corte come dama di compagnia e vestirti di pizzo, raso e taffettà???- urlò il generale, attaccandola.
- Non lo so. Vorrei solo un po’ di tempo per decidere- disse Oscar, cercando di mantenersi fredda.
-Sappi che se non vorrai fare il soldato, entrerai in convento come monaca di clausura- continuò il generale, cercando con il ricatto di strapparle il consenso.
- Padre, ma questo è un ricatto!!- esplose Oscar, fallendo tutti i tentativi di autocontrollo, usati fino ad allora.
-Basta Oscar, la nostra conversazione termina qui- disse il generale, chiudendo lo scontro in ritirata!
-Come volete, padre-  disse Oscar e uscì sbattendo la porta.

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