Get It Right

di SereneHarmony
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Fuga ***
Capitolo 2: *** Il giorno è arrivato... ***
Capitolo 3: *** Andrew ***
Capitolo 4: *** Un'ultima cosa... ***
Capitolo 5: *** Tentatrice ***
Capitolo 6: *** Il bacio più dolce ***
Capitolo 7: *** Il risveglio ***
Capitolo 8: *** Credo di amarti... ***
Capitolo 9: *** Giocare con il fuoco ***
Capitolo 10: *** Il passato di Andrew ***
Capitolo 11: *** Vestiti e gelosia ***



Capitolo 1
*** La Fuga ***


Le luci della città illuminavano il marciapiede su cui svogliatamente Katherine passeggiava pensierosa.
 
Non aveva la minima idea di dove si sarebbe diretta ma non le importava più di tanto,

l’importante era essere lontana da quel posto che la faceva sempre soffrire.


 Adorava il freddo e la notte ma essere completamente sola anche se per le vie del centro

le metteva un leggero senso di inquietudine 
ma non ci pensava aveva troppe cose in testa.

 “ Cosa posso fare adesso? Dove posso andare a dormire? Come farò a mangiare?”

 Aveva portato con se dei risparmi e un po’ di provviste che però avevano dovuto dividere il posto con dei vestiti

e una foto della sua famiglia che però evitava ogni volta di guardare per non sentire il rimorso

di averli abbandonati senza una vera spiegazione. 


Così era una ragazza che vagava senza meta da sola in mezzo alla solitudine che c’era intorno a lei e dentro lei.



3 ANNI PRIMA:

 Katherine Flowers era una ragazzina all’apparenza fredda e distaccata cercava sempre di non piangere davanti

alle altre persone ma quando
 
non le era impossibile non lasciava andare più di qualche lacrima in silenzio.

 Non aveva un bel fisico e nessun particolare che la distinguesse dagli  altri. 

Dentro di lei però c’erano tristezza e una sorta di disperazione, niente della sua vita le piaceva,

odiava tutto, dalla sua famiglia alla sua scuola.


 Nessuno riusciva mai veramente a capirla c’erano amiche che ci avevano provato

ma nessuna era andata molto oltre il guscio da dura 
che aveva creato per difendersi dal mondo esterno. 

Lei era una ragazza dall’animo profondo e dolce, amava gli animali, la natura

e anche se lo nascondeva agli amici per non essere presa in giro amava i libri 
e scrivere racconti

che dopo aver concluso cancellava per non far leggere a nessuno i suoi pensieri più profondi.


 Aveva gli occhi marroni simili al cioccolato,  niente di particolare però sapevano benissimo

far trasparire le sue emozioni quando lei
 lo desiderava ma sapevano anche nasconderle benissimo.

 I suoi capelli erano di un colore castano dorato che al Sole mostrava riflessi ramati. 


 Era una ragazza come le altre all’esterno.

Passarono anni di sofferenze per Katherine, si sentiva sempre sola e in un certo senso lo era,

non aveva nessuno con cui confidarsi,
 le amiche non avrebbero potuta capirla, e la sua famiglia?

Non l’avrebbero nemmeno ascoltata era sempre vissuta all’ombra degli altri,


certo non le piaceva mettersi in mostra anzi lo odiava perché era una ragazza timida che se obbligata

a parlare in pubblico non ci riusciva,
 aveva paura di sbagliare tutto e per questo non parlava molto con gli sconosciuti.

Amava la natura, i paesaggi soprattutto quelli invernali perché la facevano sentire come a casa,

come se il suo posto fosse in una di quelle immagini,


erano posti che molti avrebbero definito tristi e solitari ma lei avrebbe dato tutto pur di poterci andare da sola e stare lì.

 Adorava la solitudine perché le permetteva di stare tranquilla a pensare

e questo la frenesia costante della vita quotidiana non gli e lo permetteva.


 Odiava la sua vita, allora decise che quando avrebbe avuto sedici anni sarebbe fuggita via da quella vita che la soffocava. 





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Capitolo 2
*** Il giorno è arrivato... ***


ADESSO: 
Era una mattina all’inizio di dicembre quando la sedicenne Katherine si era risvegliata nel suo letto

e guardando fuori aveva deciso che era giunto il momento di fare il grande passo: andarsene.

Non aveva lasciato nulla al caso nei giorni precedenti aveva racimolato tutti i soldi che poteva trovare,

aveva rubato qualche merendina dalla cucina e aveva scelto qualche cambio di vestiti.

Ormai giunta la sera prima di partire non aveva avuto ripensamenti,

solo un leggero senso di colpevolezza sapendo che di lì a poco avrebbe fatto soffrire coloro che l’avevano cresciuta:

i suoi nonni e i suoi genitori ma ormai aveva deciso e di certo non voleva tornare indietro.

Aveva detto hai suoi genitori che avrebbe partecipato a una gita di 10 giorni a Londra con la scuola aveva persino creato un’autorizzazione falsa

e dopo aver spiegato loro che un’amica sarebbe passata prenderla la questione era finita lì,

così i suoi genitori avrebbero aspettato 10 giorni prima di accorgersi che la gita non esisteva e lei era scappata.

Per tutta la notte Katherine riuscì a dormire tranquilla, quello che sarebbe successo il giorno dopo non la preoccupava.

Si alzò verso le 7 era presto rispetto al solito e lei non aveva fretta ma doveva far finta di partecipare a una gita quindi mise nello zaino

anche l’ombrello, il cellulare, il caricabatterie e la macchina fotografica, anche se sua madre gli

e li aveva dati perché sarebbero dovuti servire per la gita le sarebbero comunque potuti tornare utili anche nella sua fuga.

Salutò tutti per l’ultima volta con un grande abbraccio e prima di uscire di casa per l’ultima volta scrisse nel suo diario

dove tutte le pagine scritte erano state strappate da lei il giorno precedente cinque semplici parole: 


Mi Dispiace Vi Voglio Bene e se ne andò salutando la sua vecchia vita.

Prese un autobus e alle 9 era già in centro a girovagare senza meta. Passo così tutto il resto della mattinata,

passeggiando per le strade che conosceva come le sue tasche dopo averle fatte un migli aglio di volte.

Il pomeriggio invece lo passò visitando ogni negozio possibile e così arrivò la sera cominciava a pensare

che avrebbe dovuto pianificare meglio la sua fuga, decidere dove andare a dormire e con che soldi vivere

ma decise di camminare fino a che le sue gambe avrebbero retto.

Erano le 10 di sera non c’era nessuno per strada decise che voleva provare un’altra stradina del centro storico che non conosceva,

era buia illuminata solo da un lontano lampione, ma non aveva paura in fondo non aveva più nulla da perdere,

così fece un respiro profondo e imboccò la viuzza.

Camminava persa nei suoi pensieri, con il capo chino vite una panchina con qualcuno seduto piegato

sopra qualcosa ma non voleva girarsi, avrebbe attirato troppa attenzione e non voleva di certo finire subito nei guai

allora con lo sguardo dritto davanti a se continuò per la sua strada

ma quando si stava allontanando da quella panchina sentì qualcuno dire:”Buonasera, come vi chiamate signorina?” ,

il suono della sua voce faceva capire che era un ragazzo ma con un tono basso, caldo e attraente la sua voce

era come una cascata di acqua per qualcuno che stava morendo di sete, voleva risentirla ne sentiva il bisogno.


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Capitolo 3
*** Andrew ***


Camminava persa nei suoi pensieri, con il capo chino vite una panchina con qualcuno seduto piegato sopra qualcosa ma non voleva girarsi,
avrebbe attirato troppa attenzione e non voleva di certo finire subito nei guai allora con lo sguardo dritto davanti a se continuò
per la sua strada ma quando si stava allontanando da quella panchina sentì qualcuno dire:
”Buonasera, come vi chiamate signorina?” 
Il suono della sua voce faceva capire che era un ragazzo ma con un tono basso, caldo e attraente la sua voce
era come una cascata di acqua per qualcuno che stava morendo di sete, voleva risentirla ne sentiva il bisogno. 



Allora senza girarsi rispose: Salve, io sono Katherine, per gli amici Kate o Kat” 

non era mai riuscita a parlare con uno sconosciuto ma stavolta gli sembrava una cosa naturale con lui.

“Io sono Andrew, perché non ti volti? Hai paura di me? Ti assicuro che non ho brutte intensioni,

mi sento semplicemente solo perciò vedendo arrivare un’altra anima solitaria volevo scambiarci qualche parola, spero non ti dispiaccia”


il suo tono era rilassato e lei riusciva solo a credere a quelle parole, così si girò e fu così che lo vide per la prima volta, 

aveva il naso e la bocca perfetti, i suoi capelli erano corti e di un bel castano chiaro ma la cosa che la colpì di più furono gli occhi,

di un azzurro intenso, magnetici, il suo cuore alla loro vista perse un battito e poi cominciò ad accelerare,

poi notò anche il suo fisico perfetto, era slanciato ma allo stesso tempo aveva dei muscoli ben visibili,

aveva un lungo cappotto nero che gli donava un certo fascino, era perfetto.

A quel punto lui gli sorrise, il sorriso più bello che avesse mai visto,


“ siediti vicino a me se vuoi, non sei obbligata a rimanere se hai altri impegni puoi tranquillamente andartene tranquilla”.

A quel punto poteva solo fare una cosa sedersi accanto a quel misterioso ragazzo che le stava rubando il cuore

“Non non ho nessun impegno per un bel po’… quindi accetto la tua offerta” 

non sapeva cos’altro dirgli il silenzio le sembrava così imbarazzante quando finalmente Andrew parlò 

“Che ci fa una ragazza tutta sola a quest’ora non sai che gente c’è in giro? È pericoloso sai”

lo disse con tono un po’ malizioso ma era gentile.

“ Lo so perfettamente ma io non ho paura, non ho niente da perdere” 

il ragazzo smise di sorridere “ Tutti hanno qualcosa da perdere, non dovresti essere qui, non hai una famiglia che ti aspetta sei piccola per stare da sola”

Quelle parole la fecero arrabbiare non si era fermata di certo per farsi prendere in giro ed essere considera

“piccola” da qualcuno che nemmeno la conosceva, allora irritata e ferita da quelle parole si alzò e riprese la sua strada

ma una mano  le strinse leggermente il braccio 
“ Scusa non volevo farti arrabbiare, ti prego perdona la mia mancanza di rispetto

e rimani un altro po’ qui con me”  
ancora non si era girata ma sentiva quel tono pieno di tristezza.

“ Va bene , ma non mi piace essere considerata “piccola”, non lo sono affatto” quando la sua mano lasciò la presa lei si rimise a sedere.

“ Sei di qui?” le chiese lui, “Si ma non abito qui in centro e tu?”

“ Diciamo di si, abito qui vicino, non per essere scortese, ma, non dovresti tornare a  casa?”

“No, non ho una casa, non più” 
lei cercava di non guardarlo negli occhi ma stavolta lo fece e vide un lampo di comprensione in essi,

“  Quindi sei scappata … un po’ stupido non credi? Dove vivrai? Credi di poter sopravvivere da sola, per strada ?”

aveva usato un tono un po’ sarcastico e  lei non riuscì a non irritarsi ma gli rispose comunque

“ Beh non ho altra scelta, trovero un modo, e no non mi sembra una cosa stupida. E tu invece che ci fai qui da solo?”

“Per prima cosa sono un uomo e seconda cosa abito qui vicino come ti ho già detto,

perciò sono venuto a prendere una boccata d’aria e leggere un libro e poi ho incontrato te”


fino a quel momento Kate non aveva nemmeno notato il libro era troppo concentrata sul suo viso

che in quel momento si distese in un sorriso ma che subito dopo si spense


“ Dove dormirai stanotte?” .- “Non lo so, non ci ho pensato. Tu che mi consigli di fare?” si maledisse per la domanda stupida

che gli aveva rivolto ma da quando era lì 
 con lui diceva tutto quello che le passava per la testa senza pensarci.

“… Vieni a casa mia … abito da solo quindi non c’è alcun problema, ti giuro che non voglio farti del male e casa mia

è grande abbastanza per ospitarti, potrai stare nella camera degli ospiti … non sei obbligata ma sarai la benvenuta se verrai”


detto questo si alzò e le tese la mano, lei si fidava di lui anche se lo conosceva da nemmeno un’ora

e allora fece l’unica cosa che si sentiva di fare, gli prese la mano, il volto di lui si illuminò.  


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Capitolo 4
*** Un'ultima cosa... ***


Dopo poco si ritrovarono davanti a una casa di tre piani e lui aprì la porta senza però lasciare la mano di lei.

Katherine:

Appena entrata in casa sua mi ritrovai davanti una piccola stanza,

“Puoi lasciare qui il  giubbotto se vuoi”, -“ Ah si grazie” solo a quel punto lasciò la mia mano e mi aiutò a togliermi il cappotto,

mi mancava la  sua mano, era stata una sensazione stupenda, volevo  averla di nuovo nella mia.

Mi fece strada oltre una porta


“ Questo è il piano dedicato allo svago, salone con la tv, computer e un tavolo da biliardo, seguimi  andiamo di sopra”

dopo una rampa di scale eravamo arrivati in quella che pareva una cucina di uno show televisivo,

con tutti gli elettrodomestici più moderni.


“ Eh questa è la cucina e di là c’è la sala da pranzo, se ti viene fame, vieni pure qui e prendi ciò che vuoi oppure se non trovi ciò che cerchi dimmelo e ti aiuterò”

“Grazie ma non ti disturberò ancora, hai già fatto troppo per me! È una cucina stupenda comunque, sai cucinare?”

“ Oh si sono capace di cucinare qual cosina e comunque non mi disturberai tranquilla, te l’ho detto prima,

non ci sono problemi se tu stai qui …e ora andiamo all’ultimo piano dove ci sono le camere, così ti faccio vedere la tua”  


finalmente mi riprese per mano e mi guidò verso le scale, non mi accorsi nemmeno che eravamo arrivati, ero troppo presa da quella sensazione di calore.

Questa volta davanti a no c’era un corridoio con cinque porte, due per lato e una in fondo di fronte a noi.


Ci fermammo davanti alla seconda a destra “ Eccoci arrivati! Questa è la tua, mi sono dimenticato di dirti

che in ogni piano c’è un bagno e ce né uno anche in ogni camera, così puoi avere un po’ di privacy” 


finalmente mi sorrise di nuovo , la stanza era bellissima: un letto a baldacchino, le coperte erano bianchissime,

c’erano due comodini, un grandissimo armadio, una scrivania e molto altro spazio vuoto.


“Ora ti lascio sistemare le tue cose poi quando ai finito vieni nel salone, ti aspetto lì”

fece per girarsi  ma poi si girò e disse “ Ah dimenticavo! Io ho già cenato ma tu? Vuoi che ti prepari qualcosa?”.

“ No Grazie, ho cenato anche io”, “ va bene allora ti aspetto giù” 
uscì e si chiuse la porta alle spalle.

Era una cosa fuori dal comune, io che ero scappata e senza nessuna meta girovagavo per la città ed ecco apparire un ragazzo che mi invita a casa sua,

e poi che casa, era grandissima e stupenda, aveva una vista mozzafiato grazie alle numerose finestre.

Sistemai le mie poche cose ma lasciai la foto della mia famiglia dentro lo zaino che riposi nell’armadio.

Mi sistemai un po’ in bagno e scesi.

Stava giocando a biliardo ma quando arrivai mi venne incontro 
“ Ti va di giocare o preferisci guardare la tv?”

“Dato che stavi giocando, mi unisco a te ... ma ti devo confessare che non ci ho mai giocato” ,“ tranquilla ti insegno io”.


La serata passò velocemente con lui vicino a me che mi insegnava come colpire le palline,

ridevamo insieme per la mia goffaggine nel giocare e mi godevo i momenti in cui mi sta vicino per aiutarmi.

Vinse lui questo era logico ma non me lo fece affatto pesare.


“ Forse ora è meglio se andiamo a dormire! Si è fatto tardi e non voglio farti stancare.”

Ci dirigemmo insieme verso il terzo piano ma anche se eravamo molto lenti per me eravamo troppo veloci, non volevo separarmi da lui.

Mi accompagnò fino alla porta
“Allora come ti ho già detto, se durante la notte hai fame puoi andare in cucina e se  invece hai bisogno di me sono qui accanto”

indicò la stanza che era in fondo, a pensarci bene eravamo comunque vicini.

“Un’ultima cosa, starai qui fino a che non ti avrò convinta a tornare a casa” e mi sorrise.

“ Grazie sei stato molto gentile, non so proprio come ringraziarti!”

“ non ti preoccupare e buonanotte Katherine” il modo in cui lo disse mi fece perdere la testa,

era stato dolce con me e mi piaceva quindi senza pensarci due volte,

lo tirai per la camicia in modo da farlo avvicinare a me e dissi
 “ un’ultima cosa …”




 

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Capitolo 5
*** Tentatrice ***


“ non ti preoccupare e buonanotte Katherine” il modo in cui lo disse mi fece perdere la testa, era stato dolce con me e mi piaceva quindi senza pensarci due volte, lo tirai per la camicia in modo da farlo avvicinare a me e dissi “ un’ultima cosa …”


Lo avvicinai ancora di più a me e alzandomi in punta di piedi lo baciai, non ero un’esperta ma nemmeno un’ingenua,

perciò misi le mani dietro il suo collo e mi avvicinai ancora di più al suo corpo, lui all’inizio non ricambiò il bacio ma poi si sciolse

e mi strinse i fianchi. Sapeva baciare bene e in modo molto appassionato, mi ritrovai con le spalle al muro

e lui davanti a me che mi baciava, per farmi respirare si spostò sul mio collo, dove lasciò scie di baci infuocati.

Sentivo che mi voleva tanto quanto io volevo lui, perciò decisi che ero pronta anche se lo conoscevo da poche ero sentivo che era quello giusto.

Perciò pian piano feci in modo di avvicinarci al letto e prima mettendomi a sedere e poi distesa trascinai lui con me in quei baci appassionati.


Ero sopra di lui questo rendeva più facile sbottonare i bottoni della sua camicia, aveva un fisico perfetto che mi faceva perdere la testa ,

dato che lui non lo fece cominciai a togliermi la maglietta ma a quel punto lui mi bloccò le braccia e mi sussurrò

"Fermati, ci siamo appena conosciuti non credi sia un pò troppo presto?

Non voglio farlo con te solo perchè ti senti in debito con me, non va bene capisci? Meglio se ci fermiamo adesso".

 
non volevo darmi per vinta quindi anche se con le mani bloccate dietro la schiena continuavo a baciargli il collo 

e poi cercai di nuovo le sue labbra che in contrasto a quello che avevano appena detto ricambiarono.

A quel punto riuscii a togliermi la maglietta e mi ritrovai sotto di lui perciò passai le mani sul suo petto e scesi giù,

fino alla sua cintura, la slacciai ma a quel punto lui si pietrificò, mi prese le mani e le portò sopra la mia testa tenendole per i polsi.

"La vuoi smettere di tentarmi? Sono un bravo ragazzo che non cerca di certo di approfittare di te ma tu non ne vuoi proprio sapere a qunto vedo eh?"
 
lo disse con tono malizioso e sorrise. 

Capii che per quella sera era finita lì, lui era veramente un ragazzo educato che commetteva delle azioni senza un secondo fine.

Anche se era tentato si era fermato per non farmi fare cose di cui mi sarei poi potuta pentire in seguito,

nessun altro ragazzo avrebbe rinunciato ad un occasione del genere.

“Scusa Andrew sono stata sfacciataEro imbarazzata perché mi aveva rifiutata quando io gli avevo offerto me stessa.

“Ascolta Katherine, non ti ho rifiutata perché non mi piaci,

non devi essere ferita dal mio rifiuto perché mi sono fermato solo per non mancarti di rispetto e approfittarmi di te.

Non devi sdebitarti in nessun modo con me, non ce né bisogno.


Ora è meglio che vada prima di  essere nuovamente tentato da te
 
mi rivolse il sorriso più caldo che avessi mai visto.

Si alzò molto velocemente perciò con uno scatto gli presi la manica della camicia e dissi

“No, aspetta, ti prego resta un po’ qui con me. Parliamo  e basta, in fondo hai ragione, non ci conosciamo molto,
 
posso raccontarti qualcosa di me e tu puoi raccontarmi qualcosa di te, se ti va è chiaro”


"D'accordo ma rimettiti la maglietta"

scoppiammo a ridere insieme, ero felice lì con lui come non lo ero da  tanto. 

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Capitolo 6
*** Il bacio più dolce ***


Vi dico subito che questo sarà un capitolo molto molto corto! Prima di continuare  vorrei sapere cosa pensate della mia storia e magari qualche suggerimento per migliorarla. Spero vi sia piaciuta.
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Parlammo di tutte le cose  possibili della mia vita fino quando mi distesi sul letto

perché ero veramente distrutta da quella lunga giornata, a quel punto lui si avvicinò a me e con tutta la dolcezza possibile si piegò

su di me per darmi un bacio sulla fronte ma un secondo prima del contatto feci scattare la testa indietro così da poter toccare le sue labbra con le mie.

Era stato il bacio più dolce che avessi mai ricevuto.

Mi disse:” Sogni Doro Katherine”, non so come ma pronunciai una frase che non avrei mai pensato

“ Ti prego rimani qui con me stanotte” era suonata non come avrei voluto dato il sonno,

ma bastò per convincerlo a sistemarmi sotto le coperte e distendersi lì accanto a me anche lui,

mi spostai in modo da poter stare tra le sue braccia che prontamente mi strinsero anche se molto delicatamente

“ Ora dormi, io non mi muovo da quì” furono le ultime parole che sentii prima di chiudere gli occhi ed addormentarmi. 

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Capitolo 7
*** Il risveglio ***


Il tiepido sole del mattino mi stava invitando ad alzarmi ma ero ancora troppo stanca per farlo.

Mi girai dall’altra parte del letto, non c’era nessuno…

in quel momento mi ricordai di cosa era accaduto il giorno prima: io che ero scappata, avevo incontrato Andrew,

mi aveva invitata a stare da lui, 
ci eravamo baciati in modo non molto casto e quando avevo tentato di spingermi oltre

mi aveva fermata perché non voleva che lo facessi
 perché mi sentissi in debito con lui,

poi avevamo parlato molto ma con mio grande dispiacere solo di me, volevo sapere di più su di lui ma non volevo sembrare
maleducata,


in fondo ero io che venivo ospitata a casa sua e infine quando non ce l’avevo più fatta a restare sveglia

gli avevo chiesto di rimanere con me 
e lui aveva acconsentito.

Ma allora dov’era? Mi alzai di scatto guardandomi intorno.

Di lui nessuna traccia … ma tuttavia chi ero io per volerlo accanto a me ?


Chi ero per pretendere che stesse al mio fianco? Mi rassegnai e tornai a letto cercando di addormentarmi,

ma non ci riuscii perché ogni volta che chiudevo gli occhi rivedevo i baci tra me ed Andrew, la sua bocca sulla mia, 

i suoi baci roventi sul mio collo
 e le sue mani che tenevano bloccate le mie.

Non mi ero mai comportata così, da quel punto di vista ero sempre stata una ragazza modello,

beh qualche casto bacio l’avevo dato ma solo al ormai ex ragazzo.

Andrew era l’eccezione, stare accanto a lui mi faceva andare contro ogni regola morale.

I miei pensieri su di lui non erano affatto tranquilli, volevo sentire il suo desiderio nei sui baci,

volevo che nella foga del desiderio verso di me
 mi togliesse i vestiti e mi prendesse.

Lo desideravo come non avevo mai fatto con nessun’altro.

Dopo un po’ un rumore interruppe il flusso caotico dei miei pensieri…
era una porta che si apriva al piano di sotto.

Sapevo che era Andrew perciò non volevo assolutamente farmi trovare con  i capelli disastrosi ed il trucco sbavato del giorno prima.

Presi la mia borsa e corsi subito nel bagno della “mia” camera.

Fortunatamente avevo portato con me i trucchi anche se mi domando ancora il perché,


Quando uno scappa di solito non pensa a portarsi dietro dei trucchi no?

Mi struccai, feci una doccia, mi misi dei panni puliti, mi aggiustai i capelli e mi ritruccai,
 mi diedi un ultima occhiata allo specchio …
perfetta … e uscii. 


Non mi aspettavo di trovare disteso sul letto un ragazzo che mi sorrideva ma Andrew era lì e mi guardava con sguardo incuriosito.


"Credevo fossi annegata sotto la doccia ma fortunatamente mentre ti aspettavo mi sono messo comodo"

a quel punto sorrisi anche io. Era bello stare con lui, mi faceva sentire leggera e spensierata. "... E poi, ti ho portato qualcosa!" 

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Capitolo 8
*** Credo di amarti... ***


Non mi aspettavo di trovare disteso sul letto un ragazzo che mi sorrideva ma Andrew era lì e mi guardava con sguardo incuriosito.
“Credevo fossi annegata sotto la doccia ma fortunatamente mentre ti aspettavo mi sono messo comodo” 
a quel punto sorrisi anche io. Era bello stare con lui, mi faceva sentire leggera e spensierata.“ … E poi, ti ho portato qualcosa !” 


In quel momento balzò in piedi in piedi e mi indico tutte le buste con le scritte di vari negozi 

“ Sai, ho pensato che avere altri vestiti oltre a quello che hai ti avrebbe fatto piacere dato che non hai la minima intenzione di tornare presto a casa.” 

 Ero sorpresa di quel gesto, stavo osservando il contenuto delle buste che mi aveva appena dato 
quando con voce di almeno un tono più basso del suo solito mi disse:

” E… ti ho portato anche un’altra cosa, ma non so se ti piacerà, non voglio farti pensare che io sia sfacciato….” 

Non ce la facevo più a sentirlo parlare così e allora lo interruppi “ Non ti preoccupare! Allora… posso vedere questa cosa che mi hai comprato?”

ero veramente curiosa, non riuscivo quasi più a contenermi quando mi mise in mano una scatolina…. era della gioielleria. 

La cosa si faceva sempre più interessante e allora gli chiesi “posso aprirla?” Andrew con gli occhi rivolti verso il pavimento annuì leggermente.

A quel punto aprii la scatolina e mi ritrovai davanti un braccialetto d’argento  con un cuore attaccato da un lato e uno spicchio di luna dall’altro.

Ero concentrata sui miei pensieri quando la voce di Andrew mi fece tornare alla realtà: “ … leggi di dietro”  

feci come mi disse partendo dalla Luna dove era incisa una frase :Always kiss me goodnight”Dammi sempre il bacio della buonanotte) che dolce che era, 

senza però perdere tempo guardai anche dietro al cuore: "I’m falling in love with You”…Mi sto innamorando di te…. 

Non potevo crederci, ci conoscevamo da nemmeno un giorno e lui era l’unico che mi avesse mai detto una cosa simile. 

E in più anche io mi stavo innamorando di lui se non l’avevo già fatto. Stavo per piangere dalla gioia

ma cercai di resistere e allora alzai gli occhi e cercai i suoi che però stavano fissando le mie mani che tenevano il braccialetto, 

Andrew a quel punto mi disse “ Scusa sono stato uno stupido non dovevo…. Io non ho riflettuto solo che ho visto questo braccialetto in vetrina 

e poi ho pensato a quello che è successo ieri, allora io…” 

non potevo continuare ad ascoltare quelle frasi senza senso allora interruppi il flusso delle sue parole baciandolo.

I suoi baci erano dolci, certo non potevo dire di averlo baciato molte volte ma le uniche volte che era successo era stato veramente dolce. 

Ci staccammo ma senza però allontanare i nostri corpi così vicini e le nostre mani legate fra di loro.

A quel punto ci guardammo negli occhi e gli dissi senza pensare :” Credo proprio di amarti…” 

mi pentii subito di essere stata così affrettata e allora rossa di vergogna e con le lacrime agli occhi corsi verso il bagno e chiuse a chiave la porta alle mie spalle.

Mi accasciai a terra singhiozzando, ero una stupida, non potevo pensare che mi amasse anche lui, quando ci conoscevamo da poco, 

anche se era stato gentile con me non voleva significare niente. 

Sentii bussare piano “ Kathy sono io, ti prego esci, vieni qui, dai ti prego, non riesco a sapere  che stai male così e non poter consolarti. 

Perché piangi amore? Ho fatto qualcosa di sbagliato?” 

Mi aveva appena chiamata amore? Ok stavo avendo delle allucinazioni, come minimo. 

Mi ricomposi un po’, sistemandomi al meglio e uscii, lo trovai a sedere accanto alla porta con la testa fra le mani 

ma appena si accorse della mia presenza scattò  in piedi e mi abbracciò per poi tirarmi su e prendermi in braccio.

Continuava a ripetere “Scusa Kathy scusa perdonami ti prego” appena mi riportò con i piedi a terra dissi:

” Cosa dovrei perdonarti Andrew? Cosa hai sbagliato? Niente di niente. Sono i quella che ha sbagliato a dire quella cosa…” 

Allora lui guardandomi negli occhi mi disse:” Ti prego ripeti quello che avevi detto” 

Presi tutto il coraggio che avevo 
e dissi “ Penso proprio di essermi innamorata di te. Anzi ne sono sicura e ti amo” 

Vidi diverse emozioni nel suo volto, sorpresa , felicità e poi amore ? 



**********************Spazio autrice ***************


Allora vi piace ? Secondo voi cosa ne pensa il nostro Andrew della dichiarazione di Katherine? Ricambierà oppure no? 
Aggiornerò al più presto.
Vi avviso subito che nei prossimi capitoli ci sarà più romanticismo e amore. :)
Recensite ! anche se non vi piace, accetto volentieri le critiche in modo che mi aiutino a migliorare

grazie a chi ha messo questa storia fra le preferite:


 - iaele santin [Contatta]
 - LovesNY [Contatta]

 
e chi ha recensito:
Wave 
-
iaele santin 

e dinuovo :

 - iaele santin [Contatta]

che mi ha inserita tra i suoi autori preferiti.


Vi ringrazio di cuore.


-Serene Harmony-

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Capitolo 9
*** Giocare con il fuoco ***


Continuava a ripetere “Scusa Kathy scusa perdonami ti prego” appena mi riportò con i piedi a terra dissi:
” Cosa dovrei perdonarti Andrew? Cosa hai sbagliato? Niente di niente. Sono i quella che ha sbagliato a dire quella cosa…” 
Allora lui guardandomi negli occhi mi disse:” Ti prego ripeti quello che avevi detto” 
Presi tutto il coraggio che avevo e dissi “ Penso proprio di essermi innamorata di te. Anzi ne sono sicura e ti amo” 
Vidi diverse emozioni nel suo volto, sorpresa , felicità e poi amore ? 

 



Si l’ultima era senz’altro amore oppure ero io che mi immaginavo tutto?                                                                                                 

Mentre stavo riflettendo Andrew parlò: “Anch’io ti amo. Sul serio. So che può sembrarti una cosa folle, in fondo ci conosciamo da un giorno,

è solo che mi sono innamorato di te dalle prima volta in cui ti ho vista, stavi camminando da sola con quel faccino triste e allora ti ho parlato e invitato qui.                                                                                            

Sono stato un egoista perché in fondo ti ho fatta venire per starti vicino, per un mio piacere personale,                                                              

quello di sapere dove, con chi sei e cosa fai ma soprattutto per avere un possibilità di stare con te.”                                                                     


Wow … non riuscivo più a capire niente, il suo discorso mi sembrava tanto una dichiarazione ma pareva anche un sfogo,                                    

sai quando hai qualcosa dentro e lo butti fuori perché non ce la fai più a tenerla.                                                                                 

Non sapevo che fare, ero indecisa se baciarlo per cancellare ogni suo dubbio oppure allontanarmi da quell’uomo di cui conoscevo

praticamente solo il nome.                                                                                                                                                                                

Alla fine capii che avevo paura, ma non di lui, di quello che avrei potuto dire e fare io.                                                                                 

In fondo ero una sedicenne scappata di casa che si era fidata del primo sconosciuto che era passato,                                                                    

potevo garantirgli che sarei stata con lui oppure sarei scappata prima o poi spezzandogli il cuore?                                                            

Stavo riflettendo quando la risposta mi apparve davanti agli occhi, guardai Andrew davanti a me che stava osservando                          

ogni mia mossa ed espressione per capire la mia reazione alla sua confessione.                                                                                  

No, non avrei mai potuto abbandonarlo, non ci sarei riuscita, stando lì con lui non avevo pensato praticamente mai                                                 

alla mia famiglia questo era la mia manifestazione dell’interesse assoluto che avevo per lui.

Guardandolo negli occhi gli dissi “Non mi importa il motivo per cui l’hai fatto.

 L’importante è che adesso siamo qui insieme, io e te. E questo è tutto ciò che conta per me”


A quel punto con lentezza esagerata, prima guardandoci negli occhi e poi avvicinando i nostri visi l’uno all’altra ci baciammo.

Non era uno di quei baci dati con foga era un bacio dato con tutta la dolcezza e l’amore che provavamo.

Andrew aveva un sapore dolce, che somigliava cioccolato.

 Avrei voluto divorarlo, era come se lui cercasse di tentarmi in ogni modo, prima i regali e ora quel dolce sapore.

Ma voleva giocare con il fuoco? Bene ero pronta anche io a giocare.

Con tutta la forza che avevo lo spinsi sul letto, senza staccare mai le nostre labbra mi misi a cavalcioni su di lui.

A quel punto sbottonai la camicia di Andrew e poi con il  suo aiuto gli e la tolsi.

Aveva un fisico mozzafiato, i muscoli del torace scolpiti a differenza di quello che si poteva pensare data la sua figura slanciata.

Era da impazzire, percorsi con una mano i suoi addominali per poi con la mia mano stringere la sua cintura,

a differenza della sera prima lui non mi fermò perciò riuscii a slacciargliela ma per togliere i suoi pantaloni

lo feci sdraiare sotto di me e gli e li sfilai. Era una visione.

A quel punto accorgendosi finalmente di essere l’unico in biancheria, tentò di sfilarmi la maglietta ma come avevo già

Deciso mi bloccai e come una bravissima attrice, finsi di esser stata ferita dal duo gesto così sfacciato.

 Certo un po’ mi dispiaceva aver perso un occasione così ma avevo capito di volerlo conoscere meglio prima di fare sul serio.

Andrew mi guardò con una faccia davvero stupita come uno che si domanda se si è perso qualche passaggio, in pratica era vero,

si era perso i miei pensieri contorti e senza senso.

Allora sembrando il più possibile naturale e sincera gli dissi: “ Non voglio farlo”, un lampo di comprensione passò nei suoi occhi,

capii che era impossibile nascondergli qualcosa per più di dieci minuti.

 Questo mi piaceva perché significava che tra me e lui c’era una sorta di collegamento che ci permetteva di capirci anche senza parlare.

Cambiò totalmente espressione, passò dalla sua faccia sconvolta alla sua faccia sorridente disse:

“ Ah si?!?! Vieni qui che ti faccio vedere io” capovolse le posizioni e cominciò a farmi il solletico,

per quanto cercassi di rimanere seria non ci riuscii e allora cominciai a ridere seguendo lui in quel gioco così innocente.

Dopo un po’ dichiarai la mia arresa allora lui si rimise la maglietta e i pantaloni per poi tonare a sedersi vicino  a me sul letto.

Tornò serio e mi disse prendendomi il viso tra le sue mani:

“Comunque non dobbiamo spingerci troppo oltre come abbiamo fatto prima.

Non fraintendere, sai che mi piace e vorrei andare oltre, ma dato che sarebbe la nostra prima volta insieme

 credo che sia meglio aspettare il momento giusto in modo da rendere tutto più speciale.

 Aspetterò per te, perché voglio che sia speciale per te in modo da non scordarti mai di me anche

se vorrei che ti ricordassi di me standomi per sempre accanto.”


Dov’era stato per tutta la mia vita quest’angelo? Adesso ne ero certa al 100%, lo amavo con tutta me stessa.

Riunii le nostre labbra ma questa volta senza doppi fini.

Dopo un po’ ci staccammo dato che eravamo rimasti senza fiato e ne approfittare per chiedergli:

“Andrew non vorrei sembrarti invadente… Ma dato che non so molto di te, ti andrebbe di raccontarmi qualcosa?”



*********Spazio autrice*******

Salve a tutti! Ho scritto e pubblicato questo capitolo in fretta ma lo correggerò scusate la presenza di eventuali errori.
grazie delle 2 recensioni dello scorso capitolo, grazie alle tre  fantastiche persone che hanno messo la mia storia tra le preferite. 

E grazie a chi comunque la sta leggendo.
Nel prossimo capitolo Andrew racconterà un pò di cose su di lui. Così lo conosceremo meglio.

Continuate a recensire.

A presto. 



SereneHarmony

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Capitolo 10
*** Il passato di Andrew ***


Sorrise e iniziò a parlare :
” mmm  … da dove comincio? Beh mi chiamo Andrew Harry White sono nato il 13 febbraio 1990,

cioè quasi 22 anni fa, sono nato in questa città, da mio padre Riley White  e mia madre Nicole.

Lui è un grande avvocato e medico, non chiedermi come faccia a fare entrambe le cose, me lo sono sempre chiesto anch’io,

e mia madre … faceva la maestra d’asilo, purtroppo è morta quando avevo solo 10 anni.

Un incidente stradale mentre era in macchina con mio padre.”


Si interruppe pensieroso “Andrew mi dispiace non lo sapevo, scusa sul serio.”

Mi sentivo in colpa ma lui disse “ Non preoccuparti è passato un bel po’ di tempo, mi sono ormai abituato alla sua assenza,

 solo che beh parlarne mi ha fatto tornare alla mente dei bei ricordi tutto qui” 
riprese subito a raccontare la sua storia

“Comunque, dove ero rimasto ? ah si, dopo la morte di mia madre, mio padre cominciò a tornare a casa tardi e perennemente
ubriaco,


fortunatamente non se la prendeva mai con me, ma mi lasciava sempre a casa con la baby-sitter.

Non si accorgeva della mia sofferenza e io cercavo sempre di nasconderla per non farlo stare ancora più male di quanto lo fosse già.

Quando avevo circa 15 anni mio padre cominciò a frequentare una donna, sembra stupido ma non so

 perché mi ricordava mia madre e credo che anche a mio padre avesse fatto lo stesso effetto.

Il problema era che a differenza di mia madre quella donna, Margareth,

aveva davvero un pessimo carattere e mi trattava sempre male,

rinfacciandomi di non essere suo figlio e che se era per lei sarei già stato mandato in collegio,

fortunatamente mio padre non le diede ascolto anche se l’affetto che prima mostrava nei mie confronti si era

molto affievolito fino a parere quasi inesistente quando raggiunsi l’età di 18 anni.  

A quel punto non riuscivo più a sopportare quella  situazione di ostilità nei miei confronti

dovuta anche alla nascita di un bambino, William, tutto l’amore era concentrato su di lui,

ormai nemmeno mio padre mi considerava, allora decisi di andare a vivere da solo,

 pensai che mio padre avrebbe almeno cercato di convincermi a restare

 ma con mio stupore non esitò nemmeno un attimo a comprarmi questa casa.

Va bene poteva lasciarmi andare senza comprarmi nulla ma pensavo che avrebbe cercato almeno minimamente di convincermi a
rimanere.


Ero comunque felice di potermene andare.

 La casa mi piaceva, come mi piace tutt’ora e appena finite le superiori mi sono iscritto alla

facoltà di legge mi sono anche cercato un lavoretto, per adesso lavoro per una casa editrice, sto scrivendo un piccolo romanzo.

Niente di che chiaro ma mi permette di mettere da parte un po’ di soldi, voglio smettere di dipendere da mio padre il prima possibile.”


Tutto quello che riuscivo  a pensare era povero Andrew,

la madre morta e il padre che non lo considerava nemmeno. E io mi lamentavo?

Quando si dice “c’è gente che sta peggio di te”, avevo finalmente compreso il significato di quella frase.

Andrew aveva una brutta storia alle spalle ma riusciva ancora a sorridere,

perché io non ce l’avevo fatta? Mi sentivo uno schifo.

“Andrew e io che pensavo che nessuno poteva soffrire quanto me. Mi dispiace. Come hai fatto a sopportare per anni senza
impazzire?”


In quel momento abbassò gli occhi e disse

“ Kathy ci sono cose che non ti ho detto e di cui non vado fiero, ma voglio comunque

Dirtele, non voglio che ci siano segreti tra noi. “


Prese un bel respiro e ricominciò a parlare:

” Negli ultimi 4 anni di convivenza con mio padre, cominciai a fare cose… brutte cose.

All’età di 14 anni cominciai già a bere, bere roba forte, le sere in cui uscivo

dove non mi ubriacavo si poteva contare sulle dita di una mano,

poi frequentando compagnie sbagliate verso i 16 anni cominciai anche a … drogarmi.

 Non giudicarmi ti prego, so che era sbagliato ma

allora mi sembrava l’unica cosa da fare per non pensare alle cose che mi facevano star male.

Ogni santo giorno giuravo a me stesso che sarebbe stata l’ultima volta ma poi tornavo a casa e

capivo che non riuscivo a sopportarlo.

Sono andato avanti così fino a quando non sono venuto qui da solo, non avendo quell’aria pesante intorno a me,

sono riuscito ad aprire gli occhi e a capire che mi stavo autodistruggendo.

Adesso sono pulito, ma devo essere sincero con te, per me è ancora difficile starne lontano, soprattutto dall’alcool.

Non te lo dico assolutamente  per spaventarti,

te lo dico solo per essere completamente sincero con te, tu che sei importante.”


Sapevo perfettamente di dover avere paura di lui per il suo passato,

 ma non ci riuscivo, pensavo solo a quando doveva aver sofferto.

“Non mi  importa, non importa chi eri, non importa cosa hai fatto, non importa che gente frequentavi.

Mi importa solo che sei adesso.

Adesso sei Andrew, il ragazzo dolce e gentile di cui mi sono innamorata

e non cambio di certo idea solo per degli errori del passato. TI AMO


 Mi prese il viso tra le mani e perciò dovetti guardarlo negli occhi,

sembrava stesse per piangere, era così tenero.

Mi guardò come se potesse leggermi dentro attraverso i miei occhi e mi disse

“ Ti amo da impazzire, non lasciarmi per nessuno motivo al mondo ti prego”

“Ok”

 “promesso?”

 “promesso”


E finalmente ci baciammo. Non avrei mai permesso a nessuno di separarci.

Lui aveva bisogno di me e io di lui.

Eravamo due parti di un insieme, che da sole non potevano sopravvivere

 ma una volta unite erano invincibili.





*********SPAZIO AUTRICE********

Salve a tutti. Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo.
Ringrazio le fantastiche persone che hanno messo la mia storia tral le preferite, le seguite e da ricordare.
Vi ringrazio con tutto il cuore.
Questo capitolo non so come mi sia venuto fuori. Ho avuto l'ispirazione e l'ho subito scritto come l'avevo pensato.
Non vorrei che la storia di Andrew non vi piacesse. 
Se non vi piace ditemelo e la cambierò.
Accetto le critiche sia negative che positive. 
Spero di non deludervi.
A presto.


SereneHarmony


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Capitolo 11
*** Vestiti e gelosia ***


Dopo qualche minuto ci staccammo definitivamente.                                                                                                         

Andrew mi disse :” Vuoi provare le cose che ti ho comprato? Spero non ti stiano troppo grandi e che ti piacciano”

sembrava preoccupato.                                                                                                                                

Secondo lui mi sarei arrabbiata se aveva sbagliato taglia o non mi faceva impazzire il vestito?

Che stupido, il mio stupido. Sorrisi inconsciamente.                                                                                                                                                                            

“Ok non vedevo l’ora, se vuoi posso cambiarmi qui davanti a te, tanto mi hai già vista in biancheria no?”

cercai di fare la faccia da ragazza innocente ma non riuscii a trattenere una risata.                                         

Lui mi rispose “ Non credo sia il caso, conoscendoti penso proprio che troveresti il modo per farmi impazzire,

quindi signorina la prego di cambiarsi da qualsiasi altra parte ma non davanti a me, per adesso chiaramente “


mi sorrise, ho già detto che amavo il suo sorriso?                                                                                                      

Presi tutte le buste e andai in bagno, guardando meglio i vestiti erano tutti capi di abbigliamento firmati.

Chissà quanto aveva speso, mi sentivo in colpa ma si sa una donna non rinuncerebbe mai a dei bei vestiti

e così presi quelli di una busta a caso, erano dei jeans e una t-shirt bianca fantastici.

Così li indossai e uscii fuori dal bagno camminando come si fa nelle sfilate di moda.

Andrew scrutava ogni centimetro del mio corpo per valutare come mi stavano i vestiti e ogni volta il giudizio era positivo.

L’ultimo era un vestitino davvero, davvero corto e anche molto scollato, forse prevedeva di portarmi in discoteca una sera?

Chissà ma non m’importava più di tanto il motivo, lo indossai e uscii.

Andrew rimase a bocca aperta continuava a spostare lo sguardo su e giù nemmeno quando gli chiesi

“Hey, ti piace?” mi rispose,a dirla tutta spiccicò parola solo dopo qualche minuto.

Gli piaceva così tanto il mio vestito?

Non mi ero accorta di aver formulato quel pensiero ad alta voce fino a quando lui non mi disse

“ Non è il vestito, sei tu. Quel vestito comunque mi piace mette in risalto alcune tue parti che adoro”

si mise a ridere e io con lui.

“Se ti piace così tanto, lo metterò la prossima volta che esco”

lo dissi continuando a sorridere ma mi bloccai quando lo vidi irrigidirsi.

“No tu con questo non esci, assolutamente no” era davvero serio adesso. Che fosse geloso? Non cerano dubbi.

“ Non credo tesoro, oggi quando vado a fare un giro lo indosserò sicuramente”

ok lo stavo provocando ma volevo sentir dire da lui che era geloso.

Si alzò di scatto e mi si avvicinò, non l’avevo mai visto con un espressione così seria e tirata.

“Ti ho detto di no” e io mi avvicinai di più a lui e sorridendo dissi “ e perché mai?”

“perché sei la mia ragazza e non voglio che gli altri ti guardino, sei mia “

aveva detto che ero la sua ragazza? Il mio cuore per un attimo si fermò.

“Va bene, lo indosserò solo a casa. D’accordo?”

e poi aggiunsi “ ma tanto per esserne certa, hai detto che sono la tua ragazza?”

avrei scommesso che in quel momento le mie guance si erano arrossate.

Lui si avvicinò e prendendomi il viso con una mano e con l’altra alla base delle schiena avvicinandomi a lui

disse “Beh si, ma credo che una richiesta ufficiale sia meglio perciò… Kathy vorresti essere la mia ragazza?”

non sapevo cosa dire, non riuscivo a crederci.

Qualcuno mi amava e voleva stare con me, non ero più sola. “Si lo voglio”

“ Mi sembra tanto un matrimonio” scoppiammo entrambi a ridere ma tornando serio Andrew aggiunse

“Presto spero che questa risposta la darai anche alla mia richiesta di sposarti, scusa ho corso troppo,

è solo che ti sposerei anche adesso”


e io a quel punto mi sciolsi “Anche io ma anche volendo non possiamo, ho sedici anni”

e lui disse “ Aspetterò. Per te aspetterei anche per sempre”.

Dopo questa frase piena di amore le nostre labbra si riunirono.


-SPAZIO AUTRICE-
Mi scuso davvero tanto se non ho aggiornato per tutto questo tempo.
Avevo il blocco dello scrittore ed in più dei problemi personali.
Mi scuso perchè il capitolo è davvero corto ma tranquilli da adesso aggiornerò più spesso.
Spero che vi piaccia, dopo averlo riscritto tantissime volte l'ho pubblicato senza pensarci
perchè sennò andava a finire che non avrei mai aggiornato. Se volete lasciate la vostra recensione.
Accetterò sia commenti negativi che positivi :)


PS:SCUSATEMI ANCHE PER  EVENTUALI ERRORI, LO RIGUARDERO' AL PIU' PRESTO ;)

Un bacio a tutti,

SereneHarmony

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