Lasciato al caso.

di Shakechan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Risveglio col demonio. ***
Capitolo 2: *** Rabbia, dubbi e sangue alla testa. ***
Capitolo 3: *** Chiarimenti. ***
Capitolo 4: *** Verità da nascondere. ***
Capitolo 5: *** Motel diroccati e sorprese in agguato. ***
Capitolo 6: *** Siamo solo io e te ***
Capitolo 7: *** E ora? ***
Capitolo 8: *** Doccia calda ***



Capitolo 1
*** Risveglio col demonio. ***


Oddio, oddio, oddio, avete già iniziato a leggere! (°w°)’’ sono così agitata che potrei farmela addosso! Fatemi sapere cosa ne pensate, d’altronde è la prima volta che scrivo una storia… (>.<)

CAP 1

 


-Risveglio col demonio.

 

 

Un dispettoso raggio di sole, passato attraverso uno spiraglio delle fitte tende della finestra, stuzzicava gli occhi del piccolo moro destandolo dal suo sonno .

Sena si mise a sedere sul letto iniziando a strofinarsi gli occhi per poi spalancare la bocca emettendo un enorme sbadiglio

“Mmmh…  credo di aver dormito più del dovuto, chissà che ore sono…” Ma mentre Sena rivolgeva lo sguardo dove di solito c’era la sua sveglia, si ritrovò un muro davanti alla faccia.

“Eh? Ma… Che stia sognando?” Il moro confuso cercò di guardarsi intorno per capire dove fosse finito e con lo sguardo ancora impastato dal sonno notò una strana figura al suo fianco

“… Pitt? ” Sena sperava con tutto il cuore che fosse il suo gatto.

Provò a toccarlo sperando di sentire il soffice pelo del suo animale domestico.

In effetti sentì del morbido, ma non era il suo gatto, ne peli, erano CAPELLI.!

“UGH!” Sena si fece sfuggire un gemito. Non era il suo gatto e non era neanche casa sua quella dove si trovava ora. “E’ un sogno, è solamente un sogno…” pensava il piccolo moro mentre realizzava che nello stesso letto dove lui si era svegliato, proprio affianco a lui, c’era un’ altra persona.

Brividi freddi iniziarono a percorrere la schiena di Sena.

“Ho un brutto presentimento…”  pensò Sena uscendo dal letto e mentre le lenzuola abbandonavano delicatamente il suo corpo, il moro si accorse di essere in mutande.

“E’ un sogno! E’ solo un brutto sogno!” gridò Sena guardandosi nervosamente intorno cercando i suoi vestiti.

“Hum..?”  un mugugno emesso dalla sagoma sul letto, attirò l’attenzione del piccolo Sena, che non solo vide in faccia il misterioso individuo ma lo vide anche mettersi a sedere sul letto.

Il raggio di sole che irrompeva dalla finestra così prepotentemente, accecò lo sguardo del biondo che si era appena svegliato.

“Fottuto sole di merda..” disse arrabbiato Hiruma riafferrando le lenzuola del letto per poi rimettersi a dormire.

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!!!!” Un grido disperato ridestò Hiruma dal suo sonno per poi vedere solo fogli volare nell’aria e la porta che si apriva e  richiudeva velocemente.

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!” Un grido disperato percorreva la città prodotto da un ragazzo seminudo, in lacrime, che correva a una velocità paragonabile a quella della luce verso casa sua.

“Bentornato a casa Sen…a!” Mihae la madre di Sena, non aveva fatto in tempo a salutare il proprio figlio che lui era subito corso in camera sua chiudendocisi all’interno e lasciando la madre con una fantasiosa pettinatura arruffata tutta da un lato.

“…. Caro…” Disse Mihae al marito Shiyuma.

“Si, tesoro? Dimmi.” Rispose pacato il marito girando pagina al giornale.

“Penso che Sena sia rientrato mezzo nudo a casa…” Continuò la donna affacciandosi alle scale che davano alla stanza di Sena.

“Oh-oh… giovani..” Concluse l’uomo mettendosi a leggere un articolo del giornale particolarmente interessante, per lui.

 

 

Quando Sena si sentì abbastanza al sicuro dopo aver barricato la porta con l’armadio e aver coperto la finestra, non solo con le tende ma anche con le coperte del letto e essersi infilato sotto la sua scrivania, iniziò a pensare a cosa fare.

“Non mi ha visto, questo è sicuro.” Si disse fra se e se il moro. “Ma ho lasciato li i miei vestiti… bhè, possono essere i vestiti di chiunque! CHIUNQUE!!” Il moro si aggrappò la testa con entrambe le mani e iniziò a strofinarla con forza.

“Come ci sono finito li?! Devo ricordare… ricordare…”

 

 

La sera prima Sena e la sua squadra di football, erano andati tutti a festeggiare la vittoria contro gli Shinryuji Nagas in un locale vicino allo stadio.

Hiruma con un piede sopra il tavolo e l’altro sopra la panca per sedersi, sparava a raffica con la mitragliatrice “YA-HA! Sacchi di merda non pensiate che sia finita qui! Per il christmas bowl manca ancora molto!” mentre diceva ciò continuava a sparare all’impazzata con sorriso sadico sul volto.

“CAMPAAAAI!” Urlò Kurita una volta che i drink furono serviti.

“Hey, Monta..” Disse Sena rivolto al suo amico Raimon.

“Si? Sena?” Rispose il ragazzo dando poco peso alle parole del suo amico e continuando a festeggiare insieme agli altri.

“Non è alcolico questo, vero? Perché vedi io non lo reggo molto ben…”

“AHAHAH, Mamori-san hai visto che presa MAX eh?! Ah? Cosa hai detto Sena? Forza bevi, bevi! Festeggia anche tu al MAX!” Urlava euforico Raimon costringendo Sena a bere.

“Aaaah… Feste- hick! –shiamo ragashi!” Urlava Sena mentre si esibiva in una strana danza sopra il tavolo con tutti che applaudivano e ridevano intorno a lui.

 

Dopo che Sena ebbe ritrovato i suoi ultimi ricordi della sera prima, un' aura omicida invase il suo corpo.

“…. DANNATO MONTA! È TUTTA COLPA TUA!!!” Urlava furioso Sena uscendo fuori dal suo nascondiglio per poi vestirsi velocemente.

“Buona giornata Se..na..” La madre del piccolo moro non aveva fatto in tempo a salutare il proprio figlio che esso era uscito velocemente dalla casa, spostando dall’altra parte la capigliatura ormai completamente arruffata della madre.

“Ma dico! È questo il modo di trattare la propria madre?! Ma dove la troverà una moglie che lo sopporti?!” Si lamentava Mihae ritornando in cucina.

 

 

Ohohoh (^0^)/ è già finito il primo capitolo! Vi prego fatemi sapere i vostri pareri (°w°) sarò felice di leggerli tutti! Non siate crudeli con me, sono ancora una principiante… eheh.. (°-°)’’ al prossimo capitolo gente!

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Capitolo 2
*** Rabbia, dubbi e sangue alla testa. ***


Oh cielo! Ecco a voi il secondo capitolo! Spero sia di vostro gradimento!

Vi ringrazio per il vostro sostegno e per la vostra pazienza!

Sono così felice di vedere che c’è gente a cui piace questa storia che potrei mettermi a ballare con il mio gatto!

Buona lettura!

 

 

 

CAP 2

 

-Rabbia, dubbi e sangue alla testa.

 

 

 

“MOOOOOOOOOOOONTAAAAAAA!!!” Un grido furioso proveniente dalla casa di Raimon Taro, ruppe la solita quiete del vicinato.

Un Sena furioso aveva fatto irruzione poco prima in casa di Raimon per poi iniziare, senza perdere tempo, a strangolare l’amico.

“S-Se-ena…So-soffo..couch-couch” biascicò Raimon soffocando impotente tra le mani di  Sena.

“Tu! Maledetto!” Sena mollò la presa dal collo di Raimon e si sdraiò sul pavimento della stanza iniziando a  piagnucolare “E ora? Cosa faccio? Scappo? SCAPPO! È l’unica soluzione!” Sena si rialzò  in piedi deciso a darsela nuovamente a gambe levate “Andrò in America! Panther-kun mi ospiterà sicuramente! … Ma sarei solo un peso per la sua famiglia!” Sena tornò a strisciare sul pavimento iniziando nuovamente a piagnucolare“Potrei chiedere scusa… no, l’unica speranza che mi rimane è l’ignoranza sulla faccenda da parte di Hiruma.” Sena continuava a contorcersi sul pavimento quando Raimon, dopo essersi ripreso dal poco prima strangolamento, si decise a parlare: “…Che succede Sena?” Domandò gentilmente Raimon strofinandosi la gola.

“Che succede… mi chiedi?” Sena smise di attorcigliarsi sul pavimento ed iniziò piano, piano a rialzarsi.

“Tu… mi chiedi… COSA MI SIA SUCCESSO?!” Gridò Sena sollevando la scrivania di Monta.

“IO! PER COLPA TUA! IERI SERA! AAAH!!!” Sena non riuscì ad articolare una frase di senso compiuto per colpa della rabbia e iniziò a lanciare tutto ciò che gli capitava per mano, senza neanche mirare all’amico, che, senza troppa fatica, alla fine afferrò tutti gli oggetti ritrovandosi schiacciato per il peso eccessivo.  “Presa….maa... x...” mugugnò il ragazzo sotto l’accumulo di roba.

“Ed ora che faccio?!” Sena riprese a contorcersi sul pavimento.

“ Non ho ben capito il tuo problema ma sono sicuro che dopo l’allenamento tutto ti sarà chiaro al MAX!” Affermò sicuro Raimon uscendo dalla montagna di roba che poco prima lo sovrastava e  con un rapido gesto afferrò il braccio dell’amico per poi iniziare a correre fuori casa, diretti entrambi, verso la scuola Deimon dove li aspettavano gli altri loro compagni, compreso Hiruma.

 

Sena non riuscì a liberarsi dalla presa di Raimon e nonostante le sue proteste durante il tragitto,  in poco tempo si ritrovarono entrambi già negli spogliatoi del club.

“Monta! Ascoltami!” Cercò di dire Sena ma una presenza malvagia bloccò la lingua del ragazzo.

Hiruma entrò negli spogliatoi e munito di una mitra iniziò a sparare mirando ai loro piedi “YA-HA! DATEVI UNA MOSSA! SIETE GLI ULTIMI! Culo di scimmia corri subito al campo ad allenarti!” Gli ordinò Hiruma minaccioso.

“Corsa MAX!” Gridò Raimon dandosela a gambe levate.

Hiruma e Sena rimasero soli negli spogliatoi.

“…Ah…” Fu l’unica cosa che riuscì a dire Sena dopo che Raimon se ne fu andato.

“Calmati Sena… non sai se lui ha ricordi di questa notte, resta calmo e comportati come sempre!” pensò Sena iniziando, tutto tremante, a mettersi la divisa da football.

“Merda, sto tremando come una foglia, si accorgerà subito che sono nervoso! Meglio che mi sbrighi!”

“Cos’è nano di merda… dopo stanotte hai finito la voce? Ihihih” Ridacchiò Hiruma appoggiandosi con una spalla al muro.

“AH!” Sena si fece sfuggire un gemito di sorpresa e si morse subito il labbro inferiore pentendosi della sua reazione. Iniziò a sudare freddo e con le mani, che ormai più che tremare sembravano avere il morbo di Parkinson, iniziò faticosamente ad allacciarsi gli scarpini.

“Bhè, si.. era più o meno quello il verso che facevi ieri sera! Ihihih!” Hiruma continuò a ridere beffandosi di Sena.

“Al diavolo le scarpe!” pensò il ragazzo “E al diavolo anche gli allenamenti!” In quel momento Sena voleva solo scappare più lontano possibile da quella situazione ma quando provò a fare il primo passo inciampò nei suoi stessi lacci.

“Ahi-ahi…” Disse Sena massaggiandosi la fronte.

“Hey, nano di merda.” Hiruma si avvicinò al ragazzo steso al suolo “se provi a scappare dagli allenamenti dirò a tutti ciò che è successo stanotte.”

“I-Io non ho fatto nulla!” provò a dire Sena in sua difesa, ma neanche a lui sembrò convincente la sua affermazione, dato che non si ricordava come fossero andate veramente le cose.

“Oh, quindi non ricordi nulla eh… Interessante… Ihihihih” Hiruma aveva iniziato a scrivere velocemente sulla sua agendina dei ricatti.

“Nessuno ti crederà!” Continuò il moro trovando questa affermazione più veritiera dell’altra.

“E’ quello che dicono sempre tutti, per caso vi mettete d’accordo fra di voi? Ihihih… Nano maledetto, in mio possesso ho un filmino, delle foto e i tuoi vestiti che sono ancora sul pavimento di casa mia.”

Sena era scioccato, non sapeva più che dire.  “Allora qualcosa è realmente successo tra di noi ieri notte! Ma cosa?!” La mente del piccolo moro continuava a riempirsi di domande, quando in priorità al momento c’era il persuadere Hiruma a non ricattarlo.

“E tu? Tu non hai paura di quello che possono pensare gli altri di te?!” Sena aveva fatto la domanda giusta, vide il volto di Hiruma scurirsi e senza preavviso scoppiò in una diabolica risata  “KEKEKEKE! Quando mai mi è importato di quello che pensano gli altri!” Detto questo Hiruma fece per andarsene dagli spogliatoi poi si fermò poco più avanti della porta e con la coda dell’occhio rivolta verso Sena aggiunse: “Ah, preparati a essere il mio schiavetto! Kekekekeke!” Continuò a ridere sadicamente Hiruma mentre usciva dagli spogliatoi.

“M-maledetto...” pensò fra se e se Sena, per poi rialzarsi e dirigersi verso il campo degli allenamenti.

“Oh! Sena!” gridò Mamori per poi dirigersi verso il ragazzo dallo sguardo basso.

“Sena! Che ti succede? Hai una faccia così stanca! Non hai dormito bene?! Scommetto che ieri sera sei tornato a casa tardi! Vero?! Per una volta che torno a casa prima di te, ecco come va a finire!”

 “Va a finire che mi risveglio nudo a casa di un demone! Ecco come va a finire!” pensava Sena mentre la ramanzina di Mamori gli entrava in un orecchio e gli usciva dall’altro.

“Mamori-neechan ora vado ad allenarmi!” disse stancamente il ragazzo “A dopo.” Concluse per poi iniziare a correre per il campo.

“Sena…” Disse quasi sottovoce la ragazza portandosi le braccia al petto.

“Hey, manager di merda! Smettila di fare la mammina e vai a riempire le borracce!”

“Ti ho detto di non chiamarmi così! Potresti almeno chiedermelo gentilmente, no?!” Mamori si diresse furiosa a procurarsi le borracce da riempire, dimenticando momentaneamente la sua preoccupazione per Sena.

“Monta! Monta, DEVI aiutarmi!” Cercò di dire Sena continuando a guardarsi intorno per non farsi scoprire da Hiruma.

“Sei la mia unica speranza! Forse l’unico di cui mi possa fidare! Vedi, Hiruma…”

“Hiruma? Sena parla ad alta voce che non sento nulla!” disse Monta con il suo fare chiassoso.

“SSSSH!” provò a zittirlo Sena ma troppo tardi, Hiruma si era già avvicinato a loro.

“Hey nano di merda, faccia da scimmia, di cosa state parlando?” Chiese Hiruma con un fucile in mano.

“Sena mi stava raccontando qualcosa, è da stamattina che mi parla di cose senza senso che riguardano di ieri sera… oh, Sena! Hai la faccia rossa al MAX!”

“Io, davvero Hiruma, non gli ho detto nulla!” Provò a dire il piccolo moro che ormai si sentiva ribollire il sangue nelle vene per la  vergogna… o forse per la rabbia? Una cosa era certa, Hiruma ora avrebbe spifferato tutto a tutti e lui sarebbe stato lo zimbello della scuola.

Già se lo immaginava:

Mamori che scappava in lacrime urlando di non conoscerlo.

Riku che lo derideva e che non voleva più essere suo amico.

Quelli della squadra che lo allontanavano.

Chi sarebbe voluto essere amico di  uno come lui?

Shin, l’irraggiungibile Shin che rideva di lui insieme a gli altri dell’ Ojo. Non lo avrebbe mai più guardato negli occhi!

Ma perché gli veniva da pensare a Shin in un momento del genere?!

La rabbia saliva.

Sentiva caldo, tanto caldo, non ci vedeva praticamente più… e a quanto pare non riusciva neanche più a sentire.

Ma una cosa la vide: le labbra di Hiruma, quelle perfide labbra che avevano il potere di sputare veleno senza che nessuno le fermasse. Le vedeva, vedeva che dicevano qualcosa, probabilmente parlavano di lui e di ciò che era successo la sera prima.

“Peccato, se non era per denigrarmi forse mi avrebbe fatto anche fatto piacere che lui parlasse di me.” Poi Sena vide l’accecante azzurro del cielo e infine nero.

 

 

 

 

 

 

 

Ed ecco la fine del secondo capitolo!

So che questo capitolo spiega poco e niente, per ciò prometto che nel prossimo che scriverò farò dei chiarimenti sulla faccenda.

Quindi non mancate e continuate a seguirmi. (°w°)

Datemi i vostri pareri, per favore.

Al prossimo capitolo gente! (*w*)/ 

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Capitolo 3
*** Chiarimenti. ***


Si dice che il tre sia il numero perfetto…

 

 

CAP 3

 

 

-Chiarimenti.

 

 

 

“AH! NON DIRLO!” Gridò Sena scattando a sedersi sul letto.

“Ah! Sena! Come ti senti?!” Chiese preoccupata Mamori, seduta accanto al letto di Sena “Sei svenuto tutto a un tratto, il dottore dice che hai avuto un affaticamento! Avevo notato che stavi male Sena, mi dispiace di non averti potuto aiutare prima…” Si scusò Mamori abbassando lo sguardo.

“Scusami se ti ho fatto preoccupare, Mamorinee-chan.” Si sbrigò a dire Sena e dopo una breve pausa di silenzio riprese a parlare “… Mamori-neechan… per caso Hiruma ti ha detto qualcosa riguardo ieri sera?” Chiese dunque il piccolo moro distogliendo lo sguardo dalla ragazza.

“Eh? No, nulla. Perché? È successo qualcosa?” chiese preoccupata Mamori.

“Meno male! Che sollievo! Hiruma non ha detto nulla!” pensò felice Sena.

“Nulla, nulla Mamori-neechan! Ma dove sono gli altri?” chiese Sena cambiando discorso.

“Ah, si stanno ancora allenando, Hiruma ha permesso solo a me di accompagnarti in infermeria.” Rispose Mamori.

“Mamori nee-chan, tu dovresti essere da loro ad aiutarli!”

“Ma Sena…”

“Tranquilla vai pure, io starò qui a riposarmi.” La rassicurò Sena.

“Oh Sena… allora dopo tornerò qui a vedere come stai!” Disse Mamori alzandosi in piedi.

“Va bene, ci vediamo dopo!” La salutò il Moro.

Mamori uscì dall’infermeria lasciando solo il ragazzo.

“Finalmente un po’ di riposo…” Pensò Sena lasciandosi sfuggire un sospiro di sollievo.

 “Hey Nano maledetto.”

“AAAAH!” Un grido di paura uscì dalla bocca di Sena.

“Come ti senti?” Gli chiese burbero Hiruma, entrando nella stanza e lanciandogli una mela.

Sena lasciò che la mela volasse lenta vicino a lui, poi, con scatto felino, scese dal letto dirigendosi a tutta velocità verso la finestra e tentando goffamente di lanciarsi di sotto.

“Brutto nano di merda, ma che cazzo stai facendo?! Ti rendi conto che siamo al terzo piano?!” Sbraitò Hiruma tentando bruscamente di togliere il ragazzo dalla finestra.

“FUGGIRE! FUGGIRE!” erano queste le parole che continuava a ripetersi Sena nella testa mentre Il biondo lo teneva ben saldo per la maglietta.

“Guarda che mi metto a urlare cosa è successo ieri sera!” Lo minacciò Hiruma.

Il piccolo ragazzo smise di agitarsi e con le lacrime agli occhi si girò verso Hiruma “Non farlo…” Gli chiese sotto voce, continuando a piagnucolare.

Dopo che Sena si rimise a letto, Hiruma si appoggiò al muro e iniziò a fissarlo.

“…”

“…”

“…”

“…”

“Ma io e te… abbiamo…?” Iniziò a chiedere Sena.

“… Non ricordi proprio nulla eh?” Chiese Hiruma irritato.

“Nulla.. E tu? Ricordi?”

“Ogni cosa. Anche di te che te la svigni da casa mia senza neanche ringraziarmi per averti ospitato.”

“Ah, io…! Mi dispiace! Scusami!” Sena non aveva proprio idea di cosa dire oltre che a scusarsi.

“Stai zitto nano maledetto! Mi irriti!” Proruppe Hiruma zittendo Sena.

 “…”

“…”

“…”

“… ma quindi abbiamo o non abbiamo..?” Provò a richiedere Sena.

“Dopo che ti sei ubriacato come un cretino, hai iniziato a fare stupidi balletti e a ridere senza motivo. Quando stavamo per andarcene tutti a casa, tu ti sei aggrappato a me e hai iniziato a gridarmi: “Mamori! Oh Mamori! Vedi? Ora ho degli amici e nessuno mi schiavizza più!” Hiruma aveva iniziato a usare una vocina stridula per imitare Sena.

“… Mi dispiace..” Disse Sena di nuovo rosso in volto.

Hiruma riprese a raccontare:

“Provai a staccarti da me prima che mi vomitassi addosso ma appena sono riuscito a staccarti sei caduto a terra e hai iniziato e piangere gridando “SHIN-SAN! Sei così forte!”. Stavo per tornare a casa mia quando ti sei avvinghiato alla mia gamba e non ti sei più staccato a quanto pare eri convinto che fossi Agon e che stessi per fare touchdown! Pensavo che ti saresti staccato prima o poi… invece senza accorgermene sono arrivato fino a casa con te ancora avvinghiato alla mia gamba.” Hiruma sbuffò irato al ricordo di quella scena.

“Mi dispiace!” disse Sena piagnucolando e diventando sempre più rosso.

“Appena ho aperto la porta ti sei intrufolato all’interno della mia abitazione e hai ricominciato a gridare: “MAMMA! MAMMA SONO A CASA!” proprio come un vero coglione!”

“Io… non so più come scusarmi…!” continuò Sena iniziando a nascondersi tra le lenzuola del lettino dell’infermeria.

“Ma il bello arriva ora! Hai trascinato il tuo culo secco fino al mio letto! E dato che gli abiti ti stavano scomodi, hai avuto la bella idea di toglierteli! E quando ti stavo per calciare fuori da casa mia, tu mi salti addosso e mi trascini sul letto con te!” Gridò Hiruma iniziando a calciare il letto dove stava Sena.

“Aaah.. sono incommensurabilmente dispiaciuto!!” Gridò Sena da sotto le coperte.

“E non è finita qui, nano del cavolo! Ti sei messo sopra di me e…”

“E…?!” Ripeté Sena uscendo dal letto.

“SENA! Ti sei ripreso al MAX?!” Raimon irruppe nella stanza come un ciclone e si diresse subito verso il letto dove si trovava Sena. “Ti ho portato delle banane per guarire prima!”

“Ah, grazie Monta…” Disse Sena scosso per l’irruente entrata dell’amico.

Quando Sena distolse l’attenzione da Raimon notò che Hiruma se ne era silenziosamente andato.

“Poteva almeno salutare…” Pensò Sena arrossendo impercettibilmente “Comunque mi ha fatto piacere la sua visita, almeno adesso so come sono andate veramente le cose!”

Sena però si sentì strano, come deluso dal fatto che fosse successo nulla a casa di Hiruma.

Tutto ciò gli provò solo altra confusione nel suo cuore.

 

 

 

 

 

 

Gente! Ecco la fine del terzo capitolo! Esprimetemi i vostri pareri! Vi ringrazio tutti di cuore per aver letto fino alla fine anche questo capitolo! Alla prossima! (°w°)//

Nel prossimo capitolo ci saranno altre rivelazioni, però da parte di Monta (non pensate male gente!) Sena improvviserà addirittura una fuga! Per saperne di più aspettate il prossimo capitolo!

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Capitolo 4
*** Verità da nascondere. ***


In questi giorni sto aggiornando tutte le mie storie, quindi ho pensato: perché non aggiornare anche Lasciato al caso? Detto fatto ecco il quarto capitolo! Buona lettura!

 

CAP 4

 

 

-Verità da nascondere.

 

 

“Hey Monta, prima che svenissi… cosa ti ha detto Hiruma-san?” Gli chiese Sena incuriosito.

“Ah! Che ieri sera Hiruma-san ha cuccato al MAX!” disse allegramente monta “Era questo che volevi dirmi eh? In effetti è parecchio strano che Hiruma si interessi alle ragazze.”

“C-cuccato? Che vuol dire?” Chiese Sena non capendo.

“Credo che intendeva baciato..” Disse Monta pensandoci.

Sena aveva una faccia così sconvolta che non riusciva neanche a richiudere la bocca.

“H-Hey Monta, per caso ti ha detto chi è che ha baciato?”

“No, non me lo ha detto.” Rispose Monta pensandoci.

Un sospiro di sollievo uscì dalla bocca di Sena.

“Ma mi ha detto che è vicino a me la persona che ha cuccato!” continuò Raimon senza accorgersi che aveva appena fatto saltare un battito al cuore di Sena.

“E-e-e-e-e-e-e t-t-tu hai i-i-idea d-di chi sia questa p-p-persona?” Chiese Sena tremante e balbuziente.

Era questo quello che voleva dirmi Hiruma-san prima di essere interrotto da Monta?!” si domandò Sena iniziando a sudare freddo per l’agitazione.

“…. Mmmmh” Raimon iniziò a pensarci intensamente.

Uno sguardo scioccato e sconvolto pervase il volto di Raimon.

“S-Sena! Non è che per caso….!” Iniziò a dire Monta.

“Cavolo! mi ha già scoperto! L’America sarà la mia nuova casa? Avrò il tempo di salutare mia madre?! E con la scuola?! Aaah, dovrò abbandonare tutto e tutti e dedicarmi alla lingua inglese!”

“Sena! Non è che per caso Hiruma si è approfittato di Mamori?!”

Sena cadde dal letto per l’ingenua stupidità dell’amico.

“P-potrebbe essere…” disse Sena infangando la verità.

“Ottimo! Non dovrò più scappare dal mio paese!”

Raimon iniziò a piangere in un angolino della stanza.

“Quel bastardo… come ha potuto!”

“Avanti Monta! Potrebbe anche non essere stata Mamori la persona che ha baciato.” Disse Sena consolando l’amico.

Raimon iniziò a squadrare il volto di Sena “Sena…” iniziò a dire “ma non è che tu ne sai qualcosa?”

 “NO!” rispose velocemente Sena iniziando a sudare per l’agitazione.

“Ne sei sicuro?” continuò a chiedere Raimon avvicinandosi di più a Sena.

“S-Sicurissimo!” balbettò Sena arretrando come poteva sul letto.

“Bugiardo! Si vede benissimo che stai mentendo!” lo accusò Raimon “avanti! Dimmi chi è!” continuò Raimon mettendo alle strette Sena.

Il piccolo moro senza neanche accorgersene, preso dal panico, scese dal letto, afferrò le sue scarpe e iniziò a correre più veloce della luce evitando ostacoli e persone, dirigendosi in un luogo lontano, il più lontano possibile da quella scuola maledetta.

E fu così che finì in quartiere a lui sconosciuto.

“Accidenti, dove sono finito?!” Si chiese fra se e se mentre fissava una barbona intenta a parlare con un palo della luce.

“…Calmo, prendi il telefono e chiama a casa!” Sena si affrettò a prendere il telefono, per poi ricordarsi che lo aveva lasciato nella borsa, dove stavano anche i suoi vestiti. Perché si, lui aveva addosso ancora i pantaloni e la maglia della squadra. Senza protezioni però.

Sena si guardò in torno cercando una caspiterina di cartello con scritto la via. Nulla, l’unico cartello era pieno di graffiti e gli parve pure di vedere un ammaccatura con incastrato un proiettile.

“P-proverò a chiedere indicazioni!” pensò ingenuamente Sena.

“Mi scusi signore!” Disse Sena cercando di attirare l’attenzione di un uomo intento a leggere il giornale. Non appena la faccia dell’uomo venne scoperta dalle pagine del giornale, Sena se la diede a gambe levate perdendosi ancora di più in quella città sconosciuta per lui.

Quando Sena, con il fiatone e le gambe tremanti per la corsa, alzò lo sguardo verso una scuola, che a tutto faceva pensare tranne che a una scuola, gli venne la sensazione che forse non sarebbe morto in quella puzzolente città. Ciò che lesse sul cartello della scuola, inciso probabilmente con un coltello, fu: Istituto Zokugaku.

Contento entrò immediatamente nella scuola iniziando a cercare Rui Habashira.

“RUUUI-SAAAN! RUUUI-SAAAN!” Iniziò a gridare Sena lasciandosi appena il tempo di riprendere fiato.

Sena iniziò a tremare perché più urlava e più tizzi loschi e sospetti si avvicinavano a lui.

“Ruuuiiii…” sussurrò Sena.

Non aveva più il coraggio di urlare, sentiva gli sguardi su di lui e quando una mano gli toccò la spalla, iniziò a gridare e scappò ancora una volta il più in fretta possibile.

“Sena? Sena Kobayakawa? Che ci faceva qui?” Si chiese tra se e se Rui Habashira.

Ormai il sole stava tramontando e presto si sarebbe fatto buio e lui era li, in quella puzzolente città piena di tipi loschi e persone che parlavano da sole.

“Mamori-neechan… tu cosa faresti?” Domandò al nulla Sena.

 Sicuramente lei non avrebbe mai lasciato il telefono nella borsa per poi dimenticarla negli spogliatoi.

Così poi Sena pensò a Hiruma. “E tu Hiruma? Cosa avresti fatto?” Sena continuava a parlare da solo ad alta voce.

 La città lo aveva influenzato nel profondo a quanto pareva.

“Ora parli pure da solo? E non paragonarmi a te, nano di merda! Io non mi sarei mai perso in una città!”

Sena si voltò, felice per la prima volta di sentire quella perfida voce.

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Capitolo 5
*** Motel diroccati e sorprese in agguato. ***


Ho fatto un ritardo assurdo, perdonatemi! Ho così tante cose a cui pensare questi giorni.. Godetevi il quinto capitolo, che, personalmente, mi sono divertita molto a scrivere. Spero che piaccia anche a voi.

Buona lettura (°w°)

 

 

CAP 5

 

 

-Motel diroccati e sorprese in agguato.

 

 

Non appena Sena si voltò verso il suo salvatore, un poderoso calcio lo spedì, con estrema velocità, a due metri di distanza da dove aveva poggiato pochi attimi prima i suoi piedi.

Senza neanche avere il tempo di capire cosa era successo, Sena si sentì il fiato smorzato da un improvviso peso sulla schiena.

“Brutto nano di merda che non sei altro! Che cazzo ti metti a fare le gite quando manca pochissimo alla partita contro gli Ojo?!” gridò irato Hiruma, seduto sopra Sena.

“P-P-Perdono!” balbettò Sena spaventato.

Senza aggiungere altro, Hiruma si alzò, lasciando passare nuovamente ossigeno nei polmoni di Sena e senza esitazione, lo afferrò per la collottola, trascinandolo sul ruvido asfalto.

Dopo vari metri di faticosi tentativi da parte si Sena, di liberarsi dalla presa di Hiruma e iniziare a camminare con le proprie gambe, Hiruma si fermò improvvisamente davanti a un fatiscente edificio, lasciando andare finalmente il povero Sena.

“C-che ci facciamo qui?” chiese confuso Sena, rimettendosi in piedi e spolverandosi come poteva i pantaloni.

“Ci dormiremo nano del cazzo.” Rispose tranquillo il biondo, dirigendosi verso l’entrata del palazzo.

“EH?!” gridò incredulo Sena “Non torniamo a casa?!” gridò isterico il ragazzo.

“Non ci sono mezzi a quest’ora, piccolo cretino!” rispose Hiruma entrando dentro l’edificio.

Sena lo seguì con esitazione e quando entrò anche lui dentro a quell’edificio, si rese conto che dentro faceva addirittura più schifo dell’esterno.

Pezzi di intonaco erano sbriciolati sul pavimento, caduti da chissà quanto tempo dal soffitto. Le pareti erano ricoperte di una scolorita e rovinata carta da parati giallognola. Varie piantine secche erano state messe vicino alle finestre impolverate e accanto a una poco rassicurante scala di legno che portava al piano di sopra, una vecchia signora alta al massimo un metro e quaranta, discuteva animatamente con Hiruma, da dietro un diroccato bancone di legno.

“H-Hiruma…” provò a dire Sena, avvicinandosi al compagno, dopo aver intravisto un enorme topone grigio uscire da dietro il bancone della vecchia e rientrando dentro un buco nella parete.

“Ecco a te, giovanotto. Buona permanenza.” Disse la signora, passando un mazzo di chiavi a Hiruma e afferrando un macchiato giornale, per poi sparire dietro le sue enormi pagine una volta aperto.

Hiruma mi lanciò il mazzo di chiavi e si diresse verso l’uscita.

“Dove vai?” chiese allarmato Sena.

“Torno subito. Vai nella stanza intanto. Sta al piano di sopra.” Ordinò il biondo per poi uscire.

Sena sbiancò. Si trovava da solo un’altra volta e in un posto, che apparentemente, sembrava ancora più pericoloso della strada.

Il sorriso sdentato della vecchia spuntò da dietro il giornale e con sguardo malvagio, attraversò con lentezza tutto il corpo del moro.

Rabbrividendo, Sena percorse velocemente le scale scricchiolanti, ritrovandosi in un buio corridoio con una decina di porte.

Sena tentò di trovare l’interruttore del corridoio ma trovò solo un buco pieno di fili scoperti e poco rassicuranti.

Sena, strizzando gli occhi per la poca luce, tentò di leggere il numero della stanza.

Quando si accorse che il buio gli impediva di leggere, si rifiutò di scendere nuovamente al piano di sotto e rimanere nuovamente solo con quella vecchia, così decise di provare a infilare la chiave in tutte le serrature fino a trovare la porta giusta.

Dopo vari tentativi di infilare la chiave nella serratura nel buio del corridoio, sperando di non inciampare in qualche cadavere di topo lungo il corridoio, man mano che avanzava, finalmente Sena trovò la stanza, cioè l’ultima del corridoio.

Fortunatamente nella stanza, accanto alla porta, l’interruttore della luce era funzionante e senza problemi riuscì ad accedere la luce.

La stanza era meno mal messa del resto dell’hotel.

Il pavimento di mattonelle marroni, era ben pulito e senza intonaco sbriciolato.

Sena controllò subito il soffitto, accertandosi che fosse ben solido e che non crollasse durante la sua permanenza.

La stanza era piuttosto piccola, un letto matrimoniale al centro, occupava praticamente tutto lo spazio. Le pareti erano bianche con qualche macchia di umido qua e la, illuminate dalla fioca luce che entrava dall’unica piccola finestra nella stanza. Una porta di legno si apriva sulla destra della stanza, facendo accedere al bagno, luogo in cui Sena ci si fiondò immediatamente per farsi una bella doccia calda.

Le piastrelle bianche sul pavimento erano anch’esse molto pulite, ma la parete presentava parecchie macchie di umido, cose che a Sena al momento non gli interessava.

Il ragazzo aprì con forza le scricchiolanti manovelle della doccia, trovando una combinazione adeguata tra acqua calda e acqua fredda.

Si tolse con velocità la divisa sporca e maleodorante, fiondandosi subito dentro la doccia.

L’acqua calda gli rilassò i muscoli, facendogli scordare per un momento tutti i problemi che aveva avuto nella giornata.

Dopo essersi lavato accuratamente con i piccoli saponi in omaggio trovati nella doccia, Sena si arrotolò la vita con il primo asciugamano che trovò disponibile in quel piccolo bagno, nonché anche l’unico asciugamano disponibile.

La doccia lo aveva così rilassato che improvvisamente si rese conto di quanto fosse veramente stanco, così, senza pensarci, Sena si buttò sopra l’ingombrante letto matrimoniale e rigirandosi a pancia in su, si addormentò di botto.

Un leggero peso sopra di lui, fece risvegliare il moro, facendogli aprire pigramente gli stanchi occhi.

Il suo sguardo si incrociò con due sottili occhi chiusi.

Senza sapere ancora cosa stesse succedendo, Sena si rese conto che le sue labbra stavano toccando qualcosa di caldo e morbido, mentre una tranquilla aria calda gli accarezzava la parte vicino il naso.

D’improvviso il ragazzo moro capì cosa stesse succedendo e senza pensarci, provò ad alzarsi in piedi, finendo solo per sbattere la testa contro la persona che lo stava baciando.

Gli occhi che fin’ora erano rimasti chiusi, si spalancarono anch’essi e il volto che fino a poco prima stava baciando Sena, si allontanò di scatto dal ragazzo, cadendo con un tonfo giù dal letto.

Sena, confuso e disorientato, arretrò velocemente sopra il letto, ritrovandosi con la nuda schiena contro il freddo muro della stanza.

Tremante ed impaurito, Sena sperò con tutto il cuore che la persona che poco prima lo stava baciando non fosse quella vecchia sdentata del piano terra.

Una zazzera bionda si alzò dal pavimento, e con sguardo sorpreso Hiruma osservava Sena dal pavimento.

Ora il moro si sentiva più confuso che mai.

Cosa diavolo stava succedendo?!

“H-Hiruma?!” disse sorpreso Sena fissando dal letto il suo compagno di squadra, nonché amico e compagno di scuola, Hiruma Yoichi, sorpreso quanto lui di quella situazione.

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Capitolo 6
*** Siamo solo io e te ***


Scusate il ritardo pazzesco nel postare il capitolo, ma alle volte mi serve proprio una pausa per staccare da tutto e tutti.

 

CAP6

 

-Siamo solo io e te.

 

 

Da sopra il letto matrimoniale Sena si scambiava un lungo e silenzioso sguardo con Hiruma, ancora seduto a terra.

“C-Cosa stavi facendo?” chiese quasi in un sussurro Sena, tentando di coprirsi come poteva con il suo piccolo asciugamano.

Il biondo chiuse gli occhi e sospirò. Si passo con lentezza una mano tra i capelli per poi riaprire lentamente gli occhi per rivolgere un intenso sguardo a Sena.

Al moro venne la pelle d’oca.

Hiruma non aprì bocca e con estrema calma per la situazione, si alzò e si sedette sul bordo del letto, facendo trasalire Sena.

Mentre il biondo dava di schiena a Sena, continuò a rimanere in silenzio, come se stesse aspettando qualcosa.

Sena non aveva idea di cosa fare.

Non sapeva che dire dopo quello che era successo.

Aveva sorpreso Hiruma a baciarlo. Perché era quello che stava facendo, giusto?

“Mi fa incazzare il fatto che tu lo sia venuto a sapere così.” Disse Hiruma sorprendendo Sena.

“Cosa?” chiese il moro confuso.

Il biondo sospirò per la stupidità del ragazzo “Sena…” sussurrò Hiruma voltandosi verso il ragazzo per poi rimanere sorpreso dalla sua visione.

In tutta la sua innocenza Sena tentava di coprirsi con l’unico asciugamano a sua disposizione, tenendolo premuto con una mano sui suoi fianchi.

Hiruma alzò un sopracciglio.

“Cosa stai facendo?” chiese il biondo.

“Tento di coprirmi!” disse Sena imbarazzato.

“Devi farlo proprio ora?” chiese Hiruma osservando l’agitato moro.

“Si!” rispose deciso Sena.

Senza aggiungere altro Hiruma salì sul letto, afferrando i polsi di Sena e tenendoli ben fermi.

I loro sguardi si incrociarono.

Gli occhi innocenti e imbarazzati di Sena distolsero subito lo sguardo, mentre quelli freddi e calmi di Hiruma continuarono a guardarlo.

Con la faccia in fiamme, Sena rimase in mobile, non capendo perché il suo cuore, all’improvviso, avesse iniziato a battergli così forte.

“Sena…” disse Hiruma facendo trasalire il moro.

L’asciugamano scivolò lentamente e inesorabilmente su una delle cosce, scoprendola parzialmente.

Imbarazzato per la situazione, Sena si liberò bruscamente dalla presa di Hiruma.

“Tutto questo è assurdo! P-Potresti andartene per favore?” chiese Sena sistemandosi nuovamente l’asciugamano sulla vita.

Hiruma rimase in silenzio a guardarlo.

“Ti prego, vattene! O il mio cuore potrebbe esplodere!” pensò Sena stringendo gli occhi.

La mano di Hiruma afferrò il mento di Sena, sollevandogli il viso.

“Che stai fac-?!” ancora prima di potersene rendere conto, Hiruma stava baciando Sena.

Un semplice bacio a stampo. Nulla di che.

Labbra poggiate su altre labbra.

Allora perché quel semplice bacio improvvisamente stava facendo sentire Sena sul punto di morte?

Il cuore gli batteva così forte, che iniziò a sentire dolore al petto, mentre lo stomaco era come se si stesse restringendo.

Lo scambio di respiro dei due non fece altro che unirli ancora di più.

Hiruma si staccò dalle labbra di Sena e lo guardò negli occhi.

“Che cos’era?” chiese Sena quasi con le lacrime agli occhi per l’emozione, mentre irrefrenabili brividi gli percorrevano tutto il corpo.

“Qualcosa.” Rispose Hiruma baciando nuovamente Sena, stavolta forzandolo ad aprire la bocca con la sua lingua.

“Mh!” mugugnò Sena per protesta, provando ad allontanare Hiruma con le braccia ma finendo solo per essere ripreso ancora una volta per i polsi.

Lentamente le mani di Hiruma strusciarono dai polsi fino alle mani, facendo intrecciare le loro dita.

Lentamente scivolarono sul letto.

“H-Hiruma!” disse Sena distaccandosi da quel bacio “non credo di… essere pronto…” sussurrò in preda a terribili tremiti.

“Perché?” chiese Hiruma iniziando a baciargli il collo.

Quei baci gli facevano il solletico.

“Io… Io non so cosa provo per te! Tutto questo… è sbagliato!” dissi sentendo le lacrime uscirgli dagli occhi.

Una mano di Hiruma si liberò da quella di Sena, scendendo lentamente sul  linguine dell’altro e togliendo delicatamente l’asciugamano attorno alla vita.

“Questa volta non ti lascio scappare” sussurrò Hiruma all’orecchio di Sena.

“Q-Questa volta?” chiese Sena ma improvvisamente non gli importò più.

Hiruma abbracciò con forza Sena, stringendolo a se come un bambino abbraccia il proprio orsacchiotto.

“Senti il mio petto?” disse Hiruma “Senti come batte il mio cuore?” chiese baciando Sena sulla tempia.

Il battito di Hiruma batteva tanto forte, quanto quello di Sena, tanto che non riusciva più a distinguere il suo da quello di Hiruma.

Sena non ebbe più nulla da ridire.

Anche se era sbagliato, anche se non aveva chiaro cosa provava per Hiruma, ne quello che adesso sarebbe successo, Sena volle che quel qualcosa iniziasse a succedere.

“Ti prego, non farmi male…” sussurrò Sena ricambiando l’abbraccio di Hiruma.

 

I due donarono tutti loro stessi quella notte, tra lacrime, baci, carezze e abbracci, i due finirono sfiniti ad abbracciarsi nel letto, come se il mondo, il tempo e le persone non esistessero.

Ora c’erano solo Hiruma e Sena. Il resto non contava.

 

Il mattino seguente Sena si svegliò avvinghiato a un dormiente Hiruma.

“O MIO DIO COSA HO FATTO!” gridò mentalmente Sena, scioccato lui stesso per quella situazione.

Hiruma dormiva profondamente mentre Sena, con movimenti minimi tentava di uscire dal letto.

Non appena poggiò i piedi a terra, subito cadde fragorosamente addosso al comodino.

“Mh?” mugugnò Hiruma mettendosi a sedere sul letto e spostando lo sguardo verso Sena.

Il moro, con la faccia rossa per imbarazzo, strisciò velocemente dentro al bagno, senza dire una parola.

Aggrappandosi saldamente al lavandino, Sena si issò per guardarsi allo specchio.

Il corpo ricoperto di succhiotti violacei lo fece impallidire.

“Ecco la prova che non era un sogno…” sussurrò Sena tremante.

La porta del bagno si aprì di scatto, mostrando un Hiruma nudo e scazzato.

“Ah…!” riuscì a dire Sena arrossendo nuovamente per l’imbarazzo.

Con due semplici movimenti, Hiruma afferrò le spalle di Sena e lo spedì fuori dal bagno, richiudendo alle sue spalle la porta a chiave.

Sena ora era confuso.

Non si aspettava di certo un “Hey buongiorno, amore! Tutto bene?” ma almeno un “Come stai?” Sena lo pretendeva.

Avevano o non avevano fatto l’amore quella notte?

A meno che non fosse stata solo tutta una messa in scena per portarselo per qualche oscuro motivo a letto…

Quei pensieri ferirono Sena.

Poi la porta del bagno si socchiuse.

“Come sta… il tuo corpo?” chiese Hiruma dall’altra parte, mentre il rumore della doccia si sentiva in sottofondo.

“B-Bene!” rispose sorpreso Sena.

Hiruma richiuse bruscamente la porta.

“Okay, se questo non è l’inizio di qualcosa, allora non so davvero che pensare.” Pensò Sena scioccato lui stesso dall’interesse che Hiruma nutriva per Sena.

Presero l’autobus un’ora dopo, tornando a casa.

Nel tragitto, i due non si guardarono neanche una volta negli occhi ma le mani poggiate sopra i sedili, non fecero altro che sfiorarsi per tutto il tempo.

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Ditelo che aspettavate questo capitolo! DITELO! Ahahah

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Capitolo 7
*** E ora? ***


Sono un mostro. Chiedo scusa per l’assurdo e lunghissimo tempo che ci ho messo per riprendere a scrivere. Perdonatemi con il nuovo capitolo.
 
 
CAP7
 
-E ora?
 
Sena si buttò senza forze sul letto, affondando la faccia nelle coperte e aspirandone avidamente l’odore di pulito.
Casa…” pensò sfinito il ragazzo, afferrando il cuscino e rigirandosi tenendolo stretto tra le braccia.
Finalmente era riuscito a tornare a casa. Una volta sceso dall’autobus non aveva neanche avuto il coraggio di guardare Hiruma. Era tutto ancora troppo surreale.
Le ultime ventiquattro ore erano state le più sfiancanti di tutta la sua vita, piene di avvenimenti strani e scioccanti.
Il corpo gli doleva là dove la sera prima il biondo lo aveva toccato e non erano pochi i punti che Hiruma aveva tralasciato…
Perfido nella vita quanto a letto”  pensò Sena diventando immediatamente rosso al ricordo della sera precedente e quasi istintivamente immerse il viso nel cuscino, quasi a nascondersi per la vergogna di ciò che aveva fatto.
“Quel maledetto…” mugugnò per poi lanciare con rabbia il cuscino a terra.
Contemporaneamente la porta della stanza di Sena si aprì e Minae apparve sulla soglia.
“Sena, tesoro, va tutto bene?” chiese preoccupata la donna osservando il cuscino a terra.
“Sì, mamma” rispose velocemente il moro “cosa c’è?” chiese cambiando argomento e raccogliendo il cuscino.
“Ci hai fatto preoccupare ieri” ne approfittò la donna iniziando a rimproverare il figlio per il comportamento avuto la sera prima “dovresti sapere che certe cose non le ammettia-“ prima ancora che la donna potesse finire il rimprovero Sena afferrò subito la sua borsa per gli allenamenti e uscì dalla stanza “Scusa mamma ma ho degli importantissimi allenamenti per la partita contro l’Ojo” iniziò a dire il moro infilandosi frettolosamente le scarpe.
“Ma! SENA!” gridò la madre tentando di scendere velocemente le scale per fermare il figlio.
“Io esco! Ciao!” disse prima si uscire il ragazzo, chiudendo la porta alle sue spalle.
“Che ragazzo…” sussurrò la donna tenendosi una mano sul petto e lasciandosi sfuggire un sospiro.
Ancora confuso per quello che era successo il giorno prima con Hiruma, Sena decise che era meglio non pensarci e far finta che nulla era successo.
L’idea di andare agli allenamenti era sincera, non li avrebbe mai saltati, anche perché aveva paura di doversela vedere poi con il biondo.
Arrivò a scuola quasi senza accorgersene tutti erano già in campo ad allenarsi con delle mascherine bianche sulla bocca.
Da lontano riconobbe subito Hiruma e gli venne un colpo al cuore.
Distolse subito lo sguardo e corse agli spogliatoi, dove si cambiò in fretta, cercando di evitare di guardare gli ancora ben visibili succhiotti su tutto il corpo.
Corse verso il campo e subito Monta si accorse di lui.
“Sena!” gridò affannato alzando una mano per salutarlo.
Il moro ricambiò il saluto nervosamente.
Un calcio sulla schiena gli fece quasi perdere l’equilibrio e dopo qualche saltello in avanti, riacquistando stabilità, si girò per vedere cosa era stato, consapevole già della risposta.
Un biondo incazzato lo osservava dall’alto, indossando anch’esso la mascherina bianca.
“Mettila.” Disse lanciandogliela “serve per gli allenamenti, da oggi in poi farai tutto con questa”
Sena la afferrò al volo, ma le mani gli tremavano. Stare così vicino a Hiruma lo faceva sentire strano. Il suo corpo fremeva. Lo voleva, lo desiderava. Il corpo di Sena, al contrario di lui, sapeva cosa era successo e ne voleva altro.
Il ragazzo trattenne i propri impulsi, non capendo a pieno cosa veramente volessero significare e si mise la mascherina.
Hiruma sorrise e si allontanò tornando ad allenarsi.
“Tutto bene, Sena?” chiese Suzuna toccandogli una spalla.
Il moro sussultò. Non si era neanche reso conto che la ragazza si era avvicinata a lui.
“Bene, sì…” rispose distrattamente il ragazzo.
Cosa mi sta succedendo…?” si chiese toccandosi la fronte. Era caldo. Gli doleva il corpo ma non voleva pensarci quindi iniziò a correre.  Doburoku gli spiegò meglio a cosa gli servisse la mascherina. Ma non lo ascoltò con attenzione.
Una volta finiti gli allenamenti Sena fu l’ultimo a rimanere negli spogliatoi.
Aveva evitato tutto il tempo Hiruma. E così aveva fatto anche l’altro.
Non si erano guardati neanche una volta, non un sguardo, una parola, un cenno. Nulla.
Seduto sulla panca il moro si immergeva nei suoi pensieri.
Ora non c’era nessuno, quindi poteva spogliarsi e farsi una doccia. Non voleva che gli altri vedessero i succhioti. Ci sarebbero state domande di cui neanche Sena forse avrebbe saputo dare una risposta.
L’acqua calda della doccia creò una nebbia di vapore che occupò tutta la stanza.
Sena si mise sotto il getto caldo, immobile, godendosi il momento. Si toccò il polso, salendo delicatamente il braccio, fino ad arrivare al collo e ricordando i baci caldi e crudeli che Hiruma gli aveva dato. Un brivido gli percorse la schiena. Si toccò la bocca sopra la mascherina.
L’aria era asfissiante, calda, insopportabile. Anche quella notte molte volte gli era mancato il fiato. Lo ricordava bene.
Dei brividi gli salirono dalla caviglia fino alla coscia.
Cosa provo?” si chiese “cosa è stato?” si domandò confuso “era un uomo…” si tenne a mente “ma è stato bello…” sussurrò senza accorgersene.
“Ti è piaciuto?” una voce alle sue spalle lo fece trasalire.
“Hiruma!” gridò spaventato Sena.
Il biondo, nonostante la mascherina, faceva benissimo capire che stava sogghignando. Era appoggiato alla parete con una spalla, tenendo le braccia conserte.
“Pensavo di essere solo…” disse Sena voltandosi verso il muro e dando la schiena a Hiruma, vergognandosi della propria nudità.
“Siamo soli.” Disse semplicemente Hiruma.
Sena sentì dei passi lenti avvicinarsi a lui.
“Vattene!” gridò il moro, accorgendosi di aver iniziato a tremare.
“So che mi vuoi”  un sussurro, quasi un sospiro. Un seducente soffio giunto nell’orecchio di Sena.
Una mano afferrò la mascherina di Sena, strappandogliela via con forza.
Prima ancora che il ragazzo potesse lamentarsi il biondo lo baciò.
Entrambi erano sotto il getto della doccia, Hiruma, piegato sopra Sena, lo strinse ancora di più a se, afferrando in fretta prima che il moro potesse cercare di sottrarsi a quel bacio.
Ma anche se avesse voluto, Sena non lo avrebbe potuto fare.
Tutti i suoi dubbi tutte le sue incertezze erano appena state sostituite da un forte desiderio.
Lo voleva, lo voleva come un ladro vuole la gemma più preziosa al mondo.
Sena ricambiò l’abbraccio e  quando i due si separarono dal bacio, Sena tremava come una foglia e si stringeva sempre di più al biondo.
“Sei vestito…” disse il moro.
“Non per molto…” rispose il biondo.
 
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Bene, tocca a voi decidere. Scrivo la lemon o no? Questo cambierebbe il rating della fanfiction quindi ditemi voi.
Se decidete per la lemon, il prossimo capitolo sarà incentrato solo su quello.
Se scegliete per il continuo della storia, senza cambiamento del rating, allora andrò tranquillamente avanti con la storia.

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Capitolo 8
*** Doccia calda ***


CAP 8

 
-Doccia calda
 
Mentre l’acqua scendeva calda sul corpo di Sena, Hiruma, di fronte a lui, si toglieva i vestiti, partendo dalla maglietta.
Il respiro del moro accelerò impercettibilmente alla vista del petto del ragazzo.
“Ti voglio” gli disse piano il biondo.
Sena si allontanò leggermente dal getto d’acqua per appoggiarsi al muro. Faticava a restare in piedi. L’eccitazione era alle stelle. Non riusciva più a pensare a nulla se non che voleva quel corpo tutto per lui.
Hiruma si avvicinò, cingendo la schiena del piccoletto con un braccio.
Sena si sentì trascinare verso di lui. Le loro pelli aderirono sotto il getto caldo della doccia.
“Potrebbe entrare qualcuno…” sussurrò Sena abbassando la testa e appoggiandola sul petto del biondo.
“Non succederà” rispose lui per poi afferrare il suo mento, costringendolo ad alzare la testa.
I due si baciarono e Sena ricambiò l’abbraccio.
I cuori battevano forti, all’unisono.
Con delicatezza Hiruma sciolse l’abbraccio e lentamente fece scivolare le sue mani fino alle cosce del piccolo ragazzo, che tremante, non protestò.
Con forza il biondo sollevò Sena sostenendolo all’altezza dei suoi fianchi, per poi appoggiare la sua schiena al muro della doccia.
“Hiruma...” Sussurrò il moro in preda all’eccitazione, intrecciò le braccia sul collo del biondo per acquistare più equilibrio e anche per poter aderire ancora di più i loro corpi.
Il vapore intorno a loro faceva sembrare il tutto un po’ onirico. La visibilità era scarsa e a Sena parve di ritrovarsi in un sogno.
“Spero di non svegliarmi proprio ora…” pensò facendosi sfuggire poi un gemito quando Hiruma gli mordicchiò il lobo dell’orecchio.
I due si stringevano, baciavano e insieme condividevano il piacere che entrambi desideravano.
Hiruma lo mordeva quando Sena gli graffiava la schiena dal troppo piacere provocatogli.
Ad ogni succhiotto fatto dal biondo, Sena gli afferrava i capelli e li stringeva come per dirgli di continuare, di non smettere mai.
Poco prima che il piacere più grande fosse raggiunto i ragazzi si strinsero forte. Il cuore batteva forte, la vista era appannata, il fiato era poco ma il piacere era molto.
Poi il piacere raggiunse il suo apice.
I due continuarono a stringersi, ma con meno forza e con più dolcezza.
Hiruma fece scendere Sena, aiutandolo a sorreggersi.
L’acqua continuava a scorrere sui loro corpi mentre il moro piano piano ricominciava a ragionare.
Sena si sentiva strano, provava una grande emozione a cui non sapeva associare un nome.
Voleva continuare ad abbracciare Hiruma e desiderava tanto che quel momento non finisse mai.
“Devo andare” disse il biondo allontanandosi dalla doccia.
“No…” pensò Sena
Il moro si allungò verso il ragazzo e gli afferrò il polso
“Hiruma io credo di…”
Il rumore cigolante di una porta rimbombò nello spogliatoio
“Chi c’è qui?!” gridò qualcuno
Per un momento il mondo di Sena si fermò.
Il vapore provocato dalla doccia gli impedì di vedere chi fosse la persona alla porta.
Il rumore dei passi che veloci si facevano sempre più vicino fece sentire male il moro.
Sena avvertì la nausea crescere e il mondo attorno a se girare.
All’improvviso sentì qualcosa colare dal naso. Portò una mano alle narici e si accorse di star sanguinando.
Il cuore iniziò a battergli forte.
“Hiruma… non respiro...” sussurrò prima di cadere a terra e svenire.
 
Quando il moro riaprì gli occhi si trovava sulla panca della sala delle riunioni dei Deimon devil bats.
Si mise a sedere e la coperta che lo copriva gli scivolò via dal petto, lasciandolo scoperto.
“Credo che tu abbia accumulato troppo stress” disse Hiruma alle sue spalle “Questa è la seconda volta che svieni.”
Sena si girò e vide il biondo seduto dietro una scrivania, con gli occhi fissi sul portatile di fronte a lui.
“Ah…” riuscì a dire Sena, ancora confuso. Poi ricordò la voce negli spogliatoio e i passi che si avvicinavano.
“OH MIO DIO! CI HANNO VISTO!” gridò portandosi le mani sulla faccia “devo fare le valige!” aggiunse poi.
“Tranquillo. Mentre stavi disteso a terra mezzo morto il bidello che era entrato non ti ha neanche visto con tutto quel vapore.”
Sena rimase a bocca aperta per poi sospirare sollevato.
“Ora vestiti” disse Hiruma chiudendo il portatile “andiamo a trovare l’Ojo e gli altri stanno aspettando solo te”
Sena rimase sorpreso, prima per il fatto che andassero dall’Ojo, poi per non essersi accorto fino ad ora di avere addosso solo un asciugamano.
“E che andiamo a fare dall’Ojo?!” chiese il moro stringendosi l’asciugamano intorno alla vita per la vergogna
“C’è un festival scolastico” sorrise Hiruma per poi lanciargli addosso i suoi vestiti.
 
 
 
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So cosa state pensando! Il festival c’era prima dell’allenamento con le mascherine ç.ç errore mio, perdonatemi! 

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