The hardest choice di keytvd (/viewuser.php?uid=132337)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
new 1
THE HARDEST CHOICE
Questa
fanfiction vede come protagonisti Damon, Stefan ed Elena e parte
dalla fine della 3x14.
La storia di TVD, gli originari, sacrifici vari
ecc. farà solo ed usclusivamente da sfondo alla
storia, non mi occuperò di
Klaus e co. ma solo di questo triangolo amoroso.
Elena deve affrontare i suoi sentimenti per i fratelli Salvatore, e
questo la porterà inevitabilmente ad una scelta.
Questa finction è ad impronta Delena, ve lo dico
già, ma essendo appunto un triangolo vedrete anche molto
Stelena.
Capitolo 1
-Pov.
Elena-
Mi svegliai di soprassalto con la fronte intrinsa
di sudore.
Non riuscivo a ricordare il sogno che mi aveva turbato, ma sentivo una
strana sensazione d'angoscia addosso.
Guardai la sveglia sul comodino che segnava le 6.00, rimettersi a
dormire non aveva senso, di certo non avrei ripreso sonno,
così
mi alzai dal letto trascinandomi in cucina per una buona colazione, era
quello di cui avevo bisogno.
La casa sembrava terribilmente vuota da quando Jeremy se n'era andato,
a questo si era aggiuta la mancanza di Alaric che era ancora ricoverato
in ospedale, ma mi resi conto che quella mattina ciò di cui
sentivo di più la mancanza era il buongiorno di Damon.
Aveva preso l'abitudine negli ultimi tempi di passare per darmi il
buongiorno, accompagnato da una buona brioche al cioccolato, come
piaceva a me.
Sapevo per certo che quella mattina non avrei visto
nè la mia brioche, nè tantomeno lui.
L'avevo fatta veramente grossa, non so nemmeno io da dove mi
erano
uscite quelle parole, di certo avevo lasciato il cuore a casa.
Damon mi
aveva detto ancora una volta che mi amava e io di risposta gli avevo
detto che era un problema. Ma cosa mi diceva la testa?
Lasciai la tazza di caffè e corsi a cambiarmi, dovevo
correre da lui e chiedergli scusa, almeno questo glielo dovevo.
I miei sentimenti erano così contrastanti, non ero di certo
pronta a rispondergli che lo amavo anch'io, ma la domanda era: non ero
pronta a dirglielo o non ero pronta ad ammettere a me stessa che
ciò che provavo per Damon non era semplice affetto?
Dopo meno di venti minuti ero davanti casa Salvatore, era ancora
presto, ma tanto i vampiri non avevano bisogno di dormire, e le mie
scuse non potevano aspettare.
Bussai alla porta nonostante avessi le chiavi e dopo un po' qualcuno mi
aprì.
La faccia di Stefan cambiò espressione quando mi vide.
"Che ci fai qua?" chiese rimanendo davanti all'ingresso, quasi non
volesse farmi entrare
"I-io" mi schiarii la voce "devo parlare con Damon"
"Non c'è" disse velocemente
"Come non c'è, Stefan?"
Era impossibile che Damon non fosse a casa, soprattutto a quell'ora.
Cosa mi stava nascondendo Stefan?
Lo sentii deglutire rumorosamente
"Elena non è il momento questo, credimi"
Lo guardai perplessa, non avevo fatto quella strada per niente, volevo
parlare con Damon e l'avrei fatto.
"Fammi passare" lo urtai volutamente ed entrai dentro casa
incamminandomi verso le scale che portavano alla camera di Damon
"Elena fermati" Stefan mi si parò davanti velocemente
"Che c'é?" urlai
Ero ancora nervosa per la nostra conversazione della sera precedente.
Stefan rimase in silenzio per qualche istante poi si fece da parte
"Fa come ti pare" disse.
Salii gli ultimi gradini quasi timorosa, il comportamento di Stefan era
troppo strano.
Mi trovai davanti la porta della camera di Damon, stavo per aprirla,
quando dall'interno qualcuno fu più veloce di me.
Tutto mi sarei aspettata tranne quello che mi si parò
davanti agli occhi.
Rebekah assunse un'espressione sorpresa quando mi vide, ma mai stupita
quanto la mia.
Dopodichè mi sorrise soddisfatta e in quel momento anche
Damon la raggiunse alle spalle e sbarrò gli occhi.
"Elena" disse
Sentii la gola ardere, deglutii un paio di volte per riuscire a dire
qualcosa ma le parole sembravano bloccate chissà dove.
Sentivo solo un fastidioso dolore al centro del mio petto, ma che
diavolo mi stava succedendo?
"Scusate" dissi voltandomi.
Corsi velocemente giù dalle scale, ignorando anche la voce
di Stefan
"Elena" mi chiamò un paio di volte ma io sbattei la porta
alle mie spalle ed uscii da quella casa.
Salii in macchina e presi un paio di respiri profondi.
Rebekah e Damon. Damon e Rebekah, insieme.
Avrei reagito allo stesso modo se l'avessi trovato insieme ad'un alltra
donna, una qualsiasi?
Non volevo ammetterlo a me stessa, cercavo di pensare che il fastidio
che sentivo era dovuto solo al fatto che Damon era stato con la donna
che voleva uccidermi, ma la realtà era ben diversa, avrei
odiato
chiunque avesse fatto l'amore con lui.
Percorsi la strada che portava di casa più velocemente di
quanto
fosse consentito dalla legge, ma una multa per l'alta
velocità
era l'ultimo dei miei pensieri.
Entrai in casa e corsi in camera mia, avevo bisogno di una doccia
ghiacciata o non mi sarei calmata.
Aprii la porta della mia stanza e mi bloccai di colpo
"Che ci fai qua?" dissi vedendo Damon seduto sul mio letto.
Si alzò in piedi e si avvicinò a me
"Sei corsa via come una furia" disse, ma io abbassai lo sguardo e mi
allontanai da lui
"Non volevo disturbare" dissi pungente
"Rebekah stava andando via" rispose e mi voltai di scatto
"Damon seriamente, che diavolo vuoi da me? Torna a casa"
Il vampiro si avvicinò ancora, ma lo vedevo timoroso, in
altre
circostanze mi avrebbe preso il viso tra le mani, l'aveva fatto
così tante volte che oramai ero quasi abituata a quella
reazione, l'unica cosa a cui non riuscivo ad abituarmi era il mio cuore
che minacciava di uscire dal petto ogni qualvolta lui mi si avvicinava
così.
"Perchè sei venuta a casa stamattina?" chiese puntando i
suoi occhi nei miei
"Non ha importanza" dissi voltandomi.
Iniziai a rifare il letto sfatto dalla notte, qualsiasi cosa andava
bene pur di evitare il suo sguardo.
Prima che potessi fare qualsiasi cosa però lui mi prese un
polso e mi obbligò a voltarmi
"Per me ha importanza" disse perforandomi l'anima ancora una volta col
suo sguardo
Presi un lungo respiro. Perchè mi faceva questo?
"Damon seriamente non ho voglia di parlare, ok?" feci per allontanarmi
ma mi tirò a se nuovamente
"La vuoi smettere? Perchè ti stai comportando
così?" disse usando un tono di voce più alto
"Io non mi sto comportando in nessun modo Damon!" urlai e con uno
strattone mi allontanai da lui.
Come potevo giustificare la mia reazione a lui quando non sapevo
nemmeno spiegarla a me stessa?
"Perchè sei venuta a casa stamattina?" Disse ancora
parandosi
davanti a me e intrappolandomi i polsi con le mani "Non ti
mollo
finchè non me lo dici"
"Perchè volevo scusarmi per quello che ti ho detto ieri!"
urlai "ma oramai non ha più importanza" dissi
Sbarrò gli occhi "Perchè non ha più
importanza?"
Rimasi in silenzio, non sapevo più che dire.
Damon mi lasciò libera e si allontanò da me in
silenzio.
E ora perchè si comportava così? Che avevo detto?
"Damon..." sussurrai
"Elena non so più che fare con te!" sbottò
guardandomi pieno di... rabbia?
"Che vuoi dire?"
"Non posso sentirmi in colpa per essere andato a letto con un'altra
donna, lo capisci? Io non ti ho tradito, noi due non stiamo insieme!"
urlò e i miei occhi iniziarono a pizzicare fastidiosamente.
Non
dovevo piangere davanti lui, non potevo.
"Infatti non devi sentirti in colpa!" urlai anch'io
"Ma lo faccio! E non va bene Elena, tu ami Stefan, non me, Stefan! E io
non posso continuare ad amare una donna che non mi vorrà mai"
Rimasi in silenzio, lasciandomi aggredire dalle sue parole
"Damon mi dispiace, non sarei dovuta venire a casa tua oggi"
"Già, non saresti dovuta venire perchè sono stato
bene
questa notte Elena, ho fatto sesso con una donna spegnendo
completamente i miei sentimenti, ho solo seguito i miei istinti da uomo
e stamattina sei arrivata tu, a ricordarmi, come un promemoria, che
prima o poi i conti con i miei sentimenti devo farli, non basta una
notte di sesso per dimenticare chi amo!"
Mi persi a guardare i suoi occhi cristallini che sembravano brillare
ancora di più quando era arrabbiato.
"Non so che dirti, Damon" sussurrai
"Non dire niente, ti chiedo solo di lasciarmi in pace se non pensi
di potermi dare ciò che voglio, poni fine alla mia
sofferenza,
lasciami vivere la mia vita Elena!"
Le sue parole mi colpirono in pieno petto e questa volta non potei fare
a meno di lasciare che le lacrime si impadronissero dei miei occhi
"Damon io non voglio perderti" dissi piano, quasi timorosa
"Devi, perchè tu ami Stefan, e sarà sempre
così, e
io sono stufo di essere la seconda scelta di tutti" le sue parole erano
piene di rancore.
Come potevo fargli questo? Chi ero io per essere l'artefice del suo
dolore?
"Va bene, non ti darò più fastidio,
sparirò dalla tua vita se è questo che vuoi"
"Non puoi sparire dalla mia vita, non essere stupida. Semplicemente
smettila di illudermi, smettila di guardarmi così!" disse
"Io non ti guardo in nessun modo" urlai
Damon si avvicinò pericolosamente a me, sentivo i suoi
respiri solleticarmi il volto
"Muoio ogni volta che i tuoi occhi mi guardano, lo capisci? Se ami
Stefan, se è vero che vuoi solo lui, allora spiegami
perchè ti sento fremere ogni volta che ti sfioro" disse e mi
accarezzò un fianco.
Si portò dietro di me e appoggiò il suo viso sul
mio
collo "Io ti sento fremere ogni volta che i nostri corpi hanno un
contatto Elena" sussurrò
Sentivo la mia lucidità farsi sempre più
distante, ma non
potevo illuderlo, non potevo perchè neppure io sapevo cosa
volevo veramente.
"Non provo niente di più che attrazione fisica per te" dissi
tutto d'un fiato, fingendo meglio di quanto avrei voluto. Sapevo che
non era solo attrazione fisica la nostra.
Lo sentii irrigidirsi e immediatamente rimasi sola in quella stanza,
sola con i miei pensieri.
Damon se n'era andato.
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
new2
Capitolo 2
Secondo capitolo, in
realtà non pensavo di pubblicarlo così presto ma
avevo voglia di scrivere ed ecco qua, vi aspetto alla fine
con le considerazioni
-Pov. Elena-
Era passata esattamente una settimana dall'ultima volta che avevo
parlato con Damon, lo sapevo bene perchè era da quel giorno
che
non riuscivo a dormire più di due ore di seguito la notte.
I miei sogni erano tormentati, e questo aveva ripercussioni sulle mie
giornate. Ero nervosa, terribilmente nervosa e potevo dare la colpa
solo a me stessa.
Avevo trascorso le miei giornate in compagnia di Matt,
perchè
era l'unico con cui riuscivo a parlare senza la sensazione di essere
giudicata.
Amavo le mie migliori amiche, ma quando parlavo con loro di Stefan, o
peggio ancora di Damon, era come se fossi al tribunale
dell'inquisizione. Bonnie e Caroline da me si aspettavano una scelta, e
io ero troppo sotto pressione, per non parlare del fatto che non avevo
più nessuno da scegliere, Damon non mi rivolgeva la parola,
l'avevo incontrato un paio di volte al Grill ed era uscito non appena
si era accorto della mia presenza, Stefan continuava a dire che mi
aveva fatto troppo del male, continuava a scegliere lui per me senza
darmi la possibilità di replica, per cui l'unica cosa che mi
rimaneva era l'amicizia di Matt.
Era una bella giornata primaverile ma la mia voglia di uscire di casa
era pari a zero, che cosa mi stava succedendo?
Mentre ero intenta a perdermi fra i miei pensieri il mio telefono
squillò, e il nome di Stefan iniziò a lampeggiare
sul mio
telefono.
"Hey" dissi rispondendo
"Puoi venire a casa?" chiese
Rimasi in silenzio per qualche istante, era una settimana che non
mettevo piede a casa Salvatore, e pensare che prima della discussione
con Damon, passavo più tempo la che non a casa mia.
"Perchè?" gli chiesi sperando che non ci fosse nessun buon
motivo per andare la
"Dobbiamo parlare per quanto riguarda Esther e i suoi piani diabolici"
disse senza dare altre spiegazioni
Sospirai "Va bene, fra dieci minuti sono la"
"Grazie"
Stava per riattaccare ma lo fermai
"Stefan"
"Si?"
"Damon è a casa?" dissi pentendomi immediatamente di quella
domanda fuori luogo
"No, non è a casa" rispose chiudendo immediatamente la
telefonata.
Ogni tanto dovevo ricordarmi di collegare il cervello alla bocca, non
potevo chiedere al mio ex fidanzato se il fratello innamorato di me
fosse in casa.
Mi preparai velocemente e poco dopo ero già davanti casa
Salvatore.
"Entra" mi disse Stefan facendo un cenno con la testa
Era difficile che ci trovassimo soli io e lui, e quella situazione mi
metteva in imbarazzo.
Amavo ancora Stefan, ogni cellula del mio corpo era attratta da lui,
nonostante il male che mi avesse fatto, nonostante continuasse a
respingermi, io lo volevo, con tutta me stessa.
Passammo il pomeriggio a cercare di trovare una soluzione al problema
Originari, ma tutto sembrava inutile.
"Ho una fame" dissi sentendo il mio stomaco brontolare, guardai
l'orologio che effettivamente segnava l'ora di cena
"Vuoi che ti prepari qualcosa?" mi chiese Stefan, quasi sussurrandolo
Erano quelle le cose che mi facevano credere che ci fosse ancora una
speranza per noi due, quei piccoli cenni di umanità che
riuscivo
a malapena a percepire, ma che mi riempivano il cuore.
"Si, magari" risposi, pensando che passare del tempo insieme ci poteva
fare solo che bene
Lo guardai mentre si destreggiava fra i fornelli, amavo quando cucinava
per me.
"Mi è sempre piaciuto guardarti cucinare" dissi dando voce
ai miei pensieri
Lui non rispose nulla, ma mi bastò il suo accenno di sorriso
come risposta.
Decisi che quello era il momento di agire, dovevo approfittare dei
piccoli momenti come quelli per provare a far tornare le cose come
stavano fra noi.
Mi alzai dalla sedia dov'ero seduta e mi avvicinai a lui cautamente.
"Stefan" sussurrai il suo nome e lui si voltò a guardarmi
"Dimmi" disse con uno sguardo fra il perplesso e il curioso
Gli tolsi dalla mano il coltello che stava usando per affettare la mia
cena e intrecciai le dita alle sue.
Il suo sguardo si posò prima sulle nostre mani intrecciate e
successivamente incastonò i suoi occhi ai miei
"Che stai facendo?" chiese, ma la sua voce era tremula
Mi alzai sulle punte e affondai il viso sul suo collo, accarezzando i
suoi capelli morbidi
"Perchè non possiamo tornare quelli che eravamo Stefan? Io
ti ho
già perdonato tutto, lascia che sia io a decidere, non puoi
punirti per sempre"
"Elena io..."
Continuai a lambire il suo collo di baci bollenti, era strano per me,
di solito amavo che fosse lui a comandare, ma quella sera era diverso,
ero io che dovevo prendere il comando della situazione.
Stefan affondò le mani sui miei fianchi, sentivo i suoi
respiri
farsi più pensati, così presi quei gesti come
un'invito a
continuare.
Voltai il mio viso verso il suo, le nostre bocche erano a
pochi
millimetri di distanza, sarebbe bastato un soffio e mi sarei persa di
nuovo in quelle labbra che tanto mi erano mancate, ma in quel momento
accadde l'impensabile per me.
Stefan con la velocità da vampiro si allontanò
bruscamente da me portandosi al lato opposto della stanza, pochi
secondi dopo capii il perchè di quel gesto.
Damon entrò in cucina e cambiò espressione
vedendomi la.
Non disse nulla, nemmeno uno sguardo, avrei preferito qualunque cosa a
quel silenzio, anche una delle sue solite battutine.
"Cucini fratellino?" disse rivolgendosi a Stefan
"Si" gli rispose "vuoi unirti alla cena?"
"Ma si, perchè no"
Mi stupì la sua risposta, era strano che acconsentisse a
cenare
non tanto con Stefan ma con me, visto come mi aveva volutamente
ignorato per quella settimana.
Stefan mi lanciò un occhiata, ma io rimasi in silenzio,
avevo
l'orgoglio ferito, sapevo che era giusto che si fosse
staccato da
me, non voleva che Damon ci vedesse in quegli atteggamenti, ma mi
sentivo comunque rifiutata, per l'ennesima volta.
Stefan portò a tavola ciò che aveva cucinato e ci
sedemmo in cerchio, intorno al tavolo e iniziammo a mangirae.
Era una situazione paradossale, c'era un silenzio imbarazzante, l'unica
cosa che ci faceva compagnia era il rumore delle forchette e coltelli
a contatto con i piatti.
"Hai passato una buona giornata Stefan?" chiese Damon e io alzai
automaticamente gli occhi dal mio piatto per guardarlo, Damon non era
il tipo da fare quelle domande.
"Si, abbastanza" rispose velocemente "e tu? Sei sparito tutto il giorno"
"Già." disse "Ultimamente con tutte le donne con cui ho a
che fare non ho proprio tempo per stare a casa"
Colsi perfettamente la frecciatina
"Sei tornato sul lato oscuro" continuò Stefan accenando un
sorriso
"E' decisamente più interessante, e poi non ho
più motivo
per comportarmi da buono" rimase in silenzio, cercando le parole "C'era
solo un motivo per cui facevo il Santo Damon, ma adesso non conta
più" disse sbattendo le posate sul tavolo e alzandosi di
scatto.
"Scusate, mi è passata la fame" disse e andò via
dalla stanza lasciandoci.
Mi alzai anch'io senza pensarci nemmeno un secondo.
"Scusa" Guardai Stefan "Ho bisogno di parlare con lui"
Non aspettai nemmeno la sua risposta, corsi su per le scale che
portavano alla camera di Damon ed entrai senza nemmeno bussare.
Lo trovai in piedi, di fronte alla finestra, e rimase immobile
nonostante ovviamente mi avesse sentito entrare.
"Damon" lo chiamai, rimanendo a debita distanza
Lui non rispose nulla, rimase in silenzio a guardare il vuoto fuori da
quella finestra.
"Damon guardami" il mio fu quasi un imploro
Per quanto tempo avrebbe continuato ad ignorarmi?
Ancora una volta il suo corpo rimase immobile e la rabbia
iniziò a divamparmi in volto
"Damon guardami, non mi puoi ignorare così!" corsi verso di
lui battendo violentemente i pugni sulla sua schiena marmorea sperando
di avere un qualunque tipo di reazione da lui.
"Smettila, Elena, smettila!" mi sentì sollevare da dietro da
Stefan
Mi voltai sconvolta, non mi riconoscevo più, quella non ero
io, stavo impazzendo
completamente. Dov'era sparita Elena Gilbert?
I miei occhi iniziarono a piangere lacrime amare, mi staccai dal corpo
di Stefan che mi teneva stretta.
Lancia un ultimo sguardo aDamon, che nonostante tutto continuava a
restare immobile. Forse mi aveva veramente dimenticato, forse davvero
aveva spento le sue emozioni e nel nuovo Damon non c'era più
spazio per me.
Scesi le scale correndo ma Stefan mi si parò davanti
fermandomi
"Non puoi andare via così Elena" disse
"Non posso stare qui, non posso" dissi fra i singhiozzi
"Ti accompagno a casa"
"No!" urlai "Voglio restare da sola, andrò a piedi se pensi
che
non sia in grado di prendere la macchina" dissi tutto d'un fiato
"Elena..."
"Ti ho detto che voglio stare da sola" dissi urtandolo e percorrendo
gli ultimi gradini.
Chiusi la porta di casa Salvatore, con l'intento di non metterci mai
più piede.
-PovDamon-
"Damon che diavolo ti prende?"
Sentii la voce di Stefan alle mie spalle e questa volta mi girai
Vidi il volto di mio fratello cambiare espressione, di certo non si
aspettava di vedermi con gli occhi lucidi
"Damon.."
"Non dire nulla" dissi
"Ma stai pian..."
"No, non sto piangendo, e anche se fosse, è un problema mio"
dissi con rabbia
"Mi pentirò non appena dirò queste parole Damon,
quindi
le dirò una sola volta" prese un lungo respiro "Va da lei,
chiarite, non posso vedervi così"
Lo guardai perplesso
"Non avrebbe senso" dissi
"Il senso ce l'ha perchè questo ignorarvi vi sta
distruggendo entrambi"
"E' l'unica soluzione possibile, e prima o poi me ne farò
una ragione"
"Che itendi?"
"Non fare il finto tonto Stefam risparmiamelo. Lei ama te, solo ed
esclusivamente te, e visto che mi sono rotto di stare male per una
donna, mi faccio da parte e festa finita" dissi con amarezza
"Non è vero Damon, e lo sai anche tu che non ama solo me"
disse spiazzandomi
"Si certo" alzai gli occhi infastidito da quella conversazione
"Non lo vedi come si comporta? Si è legata a te quando io
non
c'ero e ora è confusa perchè ha paura dei suoi
stessi
sentimenti. Non respingerla, non farle questo, ha già perso
così tante persone nella sua vita"
Rimasi in silenzio, incerto su cosa rispondere
"Stai andando contro te stesso dicendo così, lo sai vero?"
dissi
"Lo so, ma che senso avrebbe scappare dalla realtà? Non ti
ho
detto che te la lascerò, questo è ovvio, ma
quello che
voglio più di ogni altra cosa è che lei sia
felice"
Lui l'amava, non so se più di quanto l'amassi io,
sicuramente la
sua posizione era più facile della mia, amare qualcuno che
ricambia i tuoi sentimenti è una cosa, amare qualcuno a
prescindere da ciò che lei fa per te, amarla annullandosi
completamente dimenticandosi persino della propria felicità,
quella è tutta un'altra.
Ma del resto io in vita mia non avevo mai provato la sensazione
dell'amore facile, non avevo mai sentito ciò che si prova
nello
stare dall'altra parte, dalla parte dell'amato.
Elena mi era mancata più del lecito in quella settimana, non
stavo bene senza di lei, nonostante il male che mi aveva fatto,
nonostante le sue ultime parole mi avesserò dilaniato quel
poco
di cuore che mi restava, ignorarla era una tortura ancora
più
dolorosa.
Senza dire niente sparii dalla stanza, e dopo pochi minuti mi trovai
davanti casa Gilbert.
Non sapevo come comportarmi, quando si trattava di Elena tutta la mia
sicurezza svaniva.
Presi coraggio ed entrai in casa silenziosamente, non sapevo cosa
aspettarmi, l'avrei trovata in lacrime?
Entrai nella sua camera e mi stupii perchè la trovai nel
letto, che apparentemente dormiva.
Appena feci un passo però, lei si tirò su e mi
guardò stupita, probabilmente non pensava che sarei mai
andato
da lei, non lo pensava perchè nonostante tutto non aveva
ancora
capito quanto grande fosse il mio amore per lei, talmente grande da
annullarmi completamente.
"Non volevo spaventarti" dissi
"Non mi hai spaventato" rispose aggiustandosi una ciocca di capelli
idetro l'orecchio.
Morivo ad ogni suo gesto, anche il più semplice. Ero
completamente assuefatto da lei.
"Posso?" chiesi indicando il suo letto, volevo sedermi accanto a lei
"Si" sussurrò lei, rannicchiandosi un po'
"Mi dispiace per prima" dissi tutto d'un fiato "a dire il vero mi
dispiace per tutto, per averti ignorato questa settimana. Ero...
ferito"
"Sono io che devo scusarmi" disse lei lasciandomi perplesso
"Sai lo pensavo anch'io, pensavo che tu mi dovessi delle scuse per come
mi
hai illuso, ma la verità è che la colpa
è solo mia
Elena" dissi puntando gli occhi nei suoi, sentendomi male
perchè
la voglia di baciarla era immensa
"Damon c'è già tuo fratello che si incolpa, non
farlo anche tu"
"Fammi finire Elena" dissi posandole un dito sulle labbra per farla
tacere ma mi pentii subito di quel gesto perchè un brivido
percorse tutto il mio corpo, e dalla sua espressione capii che aveva
provato la stessa sensazione
Mi schiarii la voce per ritrovare lucidità
"Sono io che mi sono illuso, da solo. Quando si tratta di te divento
masochista, sapevo fin dall'inizio che tu amavi Stefan, ti ho aiutato a
cercarlo, ti sono stato vicino con la consapevolezza che quando lui
sarebbe tornato a casa, tu saresti tornata fra le sue braccia"
Elena mi guardava in silenzio, la stanza era semibuia ma potevo
perfettamente percepire i suoi occhi addosso
"Io non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che hai
fatto
per me nei mesi scorsi, Damon. Probabilmente sarei morta senza di te"
disse e io rimasi in silenzio, consapevole che quella frase aveva un
continuo
"...ma non posso cancellare ciò che provo per Stefan, non
posso" continuò.
"Non ho mai avuto questa pretesa Elena, mai"
"Lo so, ma..."
"Ma niente, ti ricordi quando ti ho detto che volevo che ricordassi
ciò che hai provato quando lui non c'era?"
"Si" sussurrò
"Ecco, io so che tu hai sentito qualcosa, perchè i tuoi
occhi
parlavano per te, i tuoi gesti" le accarezzai una guancia, sentivo il
bisogno di un contatto con lei
Lei abbassò lo sguardo, lo faceva sempre quando era
imbarazzata
"Damon io lo so cosa ho provato, tento di nasconderlo persino a me
stessa a volte, ma non ha senso, perchè prima o poi la resa
dei
conti arriva" alzò lo sguardo verso di me e mi paralizzai
"Ho
capito quanto sei fondamentale per me in questi giorni, l'ho capito
perchè mi sono sentita completamente persa senza di te"
Sorrisi malinconico, qualcosa dentro di me mi diceva che c'era un "ma"
in quel discorso ed infatti arrivò
"Ma tu meriti qualcuno che ami solo te Damon, solo ed esclusivamente
te. Io non provo solo attrazione fisica per te, è evidente,
c'è molto, molto di più, ma Stefan è
troppo
importante per me, e io non posso nascondere i miei sentimenti per lui"
"Puoi però nascondere i tuoi sentimenti per me" dissi con
amarezza alzandomi dal letto
Lei mi seguì "Non ho detto questo Damon"
"Ah no? A me pare che tu non abbia il coraggio di dire ad alta voce
ciò che provi Elena, perchè dirlo significherebbe
farlo
diventare reale, e a te la realtà spaventa!" sentivo la
rabbia salire. Perchè non riuscivo a rimanere lucido quando
affrontavo il discorso sentimenti?
"Non è vero, io te l'ho detto cosa provo"
"Smettila di mentire" urlai e sbattei il cuorpo contro il muro,
intrappolandola con il mio "Dire che provi molto, molto di
più
dell'attrazione fisica pensi che basti?" citai le sue parole
Mi guardò con occhi spaventati, ma io ero troppo nervoso per
lasciarla andare
"Non so cos'altro dirti!" urlò e i suoi occhi si riempirono
di lacrime
"Mi ameresti se Stefan non esistesse? Mi ameresti Elena?" urlai
"Rispondimi" continuai dato il suo silenzio
"Si!" urlò in preda alla disperazione "Si che ti amerei,
è evidente che ti amerei se lui non ci fosse
perchè ti amo anche adesso che lui esiste, ma non posso
Damon,
non poss..."
Non ascoltai altro, non avevo bisogno di sentire altro, mi tuffai sulle
sue labbra morbide e la baciai con irruenza, era l'ultimo gesto che
potevo concedermi, non l'avrei mai più baciata, non l'avrei
mai più sfiorata perchè sapevo che questo
triangolo che si
stava formando le faceva solo del male, e io, ancora una volta
masochista, preferivo subire su me stesso la sofferenza piuttosto che
vederla patire.
Mi staccai da lei e la sentii ansimare
"Vivi la tua vita con Stefan, non ti chiederò mai
più
niente Elena, mai più, non ti farò più
nessun tipo
di pressione, e se il fatto di non avermi nella tua vita ti fa male,
allora resterò, resterò per te e mi
comporterò da
buon amico, sarò solo questo per te"
"Damon"
"No, non aggiungere nulla, va bene così."
"Non va bene così perchè tu non puoi essere mio
amico se provi altro"
"Anche tu provi altro, eppure preferisci essermi amica, per me
sarà più semplice, sono un vampiro, posso
spegnere i sentimenti ogni qualvolta voglio" sorrisi amaramente
"Sappiamo bene entrambi che non è così"
"Si, può darsi, a volte torneranno a galla i miei
sentimenti, ma imparerò ad essere più forte"
"Damon"
"Ho detto che va bene così, Elena, ti dimostrerò
che saprò essere solo un amico per te, perchè
è questo che vuoi, vero?"
Aspettai in silenzio ma non arrivò nessuna risposta
"Lo prendo come un si. Buonanotte Elena" dissi e la lasciai la, da sola.
Arrivai a casa buttando a terra tutto ciò che
mi trovavo davanti, libri, oggetti, lasciai liber sfogo alla
mia rabbia, un ultima concessione di provare qualcosa,
perchè quella era una promessa, non avrei mai più
permesso al mio cuore di soffrire per Elena Gilbert.
Eccoci qua,
intanto volevo ringraziare chi ha commentato, e chi ha già
inserito la storia fra prerferiti/seguiti, grazie perchè
avete letto solo il primo capitolo e tutto quest'entusiasmi non me
l'aspettavo.
Io sto provando a
rendere il più verosimili possibile i personaggi, ma ogni
tanto mi faccio prendere la mano (Ad esempio so che difficilmente
vedremmo nella realtà un'Elena che seduce Stefan
però va beh, mi andava di scrivere così).
Vi devo dire che
faccio fatica a descrivere le scene e i dialoghi fra Stefan ed Elena,
quindi è una sfida con me stessa perchè mentre
descrivere Damon per me è la cosa più facile del
mondo, non mi fermo nemmeno a riflettere sui dialoghi, li scrivo
direttamente senza pensarci perchè li vivo proprio col
cuore, per quanto riguarda Stefan mi devo impegnare un po', quindi
chiedò scusa alle Stelena che leggono la storia,
cercherò di migliorare in questo, scrivendo anche dal suo
punto di vista le prossime volte.
Aspetto i vostri
commenti :)
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Capitolo
3
-Pov. Stefan-
Erano giorni che facevo fatica a dormire, troppi pensieri mi
tormentavano, sembrava così lontano il tempo in cui non
avevo
nessun problema, facevo fatica a ricordare l'ultima volta in cui mi ero
sentito veramente felice.
Un'immagine fece capolino nella mia mente. Elena. Cercavo di
nasconderlo a me stesso, ma la realtà era che solo con lei
avevo
trovato la pace, e sapevo bene che l'unico modo per tornare ad essere
felice era permettere ad Elena di tornare nella mia vita,
perchè
ciò che stavo facendo, torturarmi per starle lontano, mi
stava
distruggendo.
Volevo lei, solo lei, dentro di me sapevo che rientrare nella
sua
vita era una scelta egoista, ma d'altra parte io nella sua vita ero
comunque presente, oramai le nostre vite, compresa quella di Damon
erano legate inevitabilmente.
Già, Damon. Un altro pensiero che mi tormentava.
La sera in cui gli avevo detto di parlare con Elena, l'avevo sentito
rientrare in casa e sbattere a terra tutto ciò che si
trovava
davanti.
Non so cosa si fossero detti, so solo che da quella sera Elena non era
più venuta a casa, e Damon sembrava essere tornato ad essere
il
vecchio lui, non era mai a casa, e quando rientrava la notte, era
talmente ubriaco che non provavo nemmeno ad avvicinarmi a lui.
I miei pensieri furono interrotti da dei passi che scendevano le scale
di casa. Alzai lo sguardo e la vidi.
"Buongiorno Stefan" disse sorridente Rebekah
"Hey" risposi poco convinto
Non mi piaceva questa nuova relazione di Damon, nonostante io e Rebekah
in passato eravamo stati qualcosa di molto simile ad una coppia,
adesso era diverso, la sua famiglia era il nemico, e Damon
poteva
evitare di portarsela a letto.
"Non essere sempre scontroso la mattina, prendi esempio da tuo
fratello, lui è sempre così" rise senza finire la
frase
"Vedrò cosa posso fare" risposi alzandomi dal divano "Il tuo
ragazzo non ti accompagna alla porta?" chiesi
"No, stamattina è stanco, non gli è ancora
passata la
sbornia di ieri sera" disse infastidita "Ci vediamo Stefan" e chiuse la
porta alle sue spalle lasciandomi solo.
Forse non era il caso di parlare con mio fratello mentre non era
completamente lucido, ma per com'era la situazione in quel periodo,
chissà
quando non l'avrei trovato ubriaco.
Salii le scale e bussai alla sua porta cercando di essere educato,
erano giorni che non parlavamo.
"Dolcezza sei tornata per il bis?" chiese oltre la porta e a quel punto
entrai
Lo sguardo di Damon si fece perplesso per un attimo, poi
roteò gli occhi sospirando infastidito
"Avrei preferito la mia tentazione bionda" disse sbuffando e alzandosi
dal letto
"Quella ce l'hai avuta tutta la notte, adesso dedica un po' di tempo a
me"
"Stefan, non sono nelle condizioni di parlare con te, in
realtà penso di non essere mai pronto ai tuoi noiosi
discorsi"
Il vecchio Damon era decisamente tornato
"Mi dispiace per te, non sarà una lunga conversazione" dissi
mentre lui cercava di sviare il discorso girando per la camera
"Inizia a parlare allora, fra 10 minuti devo uscire"
"Che intenzioni hai con Rebekah?" chiesi velocemente
"Mi stai prendendo in giro, vero?" chiese fermandosi di colpo
"Mai stato più serio" risposi incrociando le braccia
"Cioè, tu mi stai chiedendo che intenzioni ho con una
ragazza?" sbarrò gli occhi
"Non con una ragazza qualsiasi, ma con lei, il nemico"
"Per me a letto non ci sono ruoli, amici o nemici, non fa la
differenza, per me lei è Rebekah"
"Proprio per questo ti chiedo di trovartene un'altra, visto che per te
non fa differenza"
Damon mi si parò davanti velocemente
"Mettiamo in chiaro una cosa Stefan, per me la differenza
c'è,
esiste una sola donna al mondo con cui vorrei fare l'amore, ma
indovina un po'? E' innamorata di te, quindi fammi il fottuto piacere
di
non immischiarti nella mia vita sessuale, pensa alla tua e lasciami in
pace!"
Rimasi in silenzio ad ascoltare le sue parole, soprattutto
perchè di tutto quel discorso l'unica frase che mi aveva
colpito
era stata "fare l'amore". non andare a letto, o fare sesso.
Se volevo
vedere il lato umano di mio fratello, dovevamo parlare di Elena, e
questo mi faceva male, perchè lei al contempo era la nostra
gioia, ma anche il nostro dolore.
"Va bene, fa come vuoi" dissi voltandogli le spalle ma lo sentiii
chiamarmi
"Stefan" disse
"Si?" rimasi fermo sulla porta
"Le ho detto addio, ho rinunciato a lei"
Restai in silenzio senza saper bene che cosa rispondergli
"Perchè me lo dici?" chiesi infine
"Perchè l'ho fatto per te. Per te e per lei"
Di nuovo la sua umanità
"Damon"
"No, ora mi fai parlare. Ho rinunciato a lei perchè so che
con
te sarà più felice, perchè so che
è con te
che vuole stare e visto che so che anche per te è
così,
fammi il favore di smetterla di torturarti con le tue paranoie e torna
da lei"
"Sappiamo bene entrambi che stare con un vampiro non è un
bene per lei"
"Ah no? E questo chi l'ha deciso?"
"Damon non sono stabile, paradossalmente tu gestisci molto meglio di me
il sangue umano"
"Cazzate, questa volta ne sei uscito da solo, non hai avuto bisogno di
torture atroci per disintossicarti"
Forse aveva ragione, forse.
"Damon tu la ami"
"Me ne farò una ragione, passerà, non
amerò per
sempre una donna che non mi vuole" rispose ma i suoi occhi dicevano
altro
"Disse l'uomo che ha amato Katherine per 145 anni"
"Appunto, poi mi è passata, Katherine non significa
più nulla per me" si girò voltandomi le spalle
"Non so se posso rinunciare a mio fratello per una donna"
"Non stai rinunciando a nessuno, e poi non è una donna
qualsiasi, è la
tua donna" continuava a tenermi le spalle mentre parlava "Hai la mia
benedizione fratello, ma ti prego,
non parliamone più, tu tornerai con Elena, io
continuerò
a portarmi a letto chi voglio e vissero tutti felici e contenti" la sua
voce suonava piena di rabbia ma cercai di non pensarci troppo
"Buona giornata Damon"
Uscii dalla sua stanza, cercando di sbrigarmi, prima che la mia ragione
mi facesse cambiare idea.
-Pov.Elena-
*SMS STEFAN: Vieni a cena da me stasera? P.S. Damon non c'è*
Rilessi il messaggio una decina di volte per essere sicura di
aver capito bene.
Stefan mi stava invitando a cenare con lui?
Doveva essere successo qualcosa, per forza.
Erano giorni che non mettevo piede a casa Salvatore, fondamentalmente
perchè non ne avevo motivo.
Da
quando Damon era stato a casa mia e mi aveva baciato le cose erano
inevitabilmente cambiate, e non tanto per quel bacio, oramai ero
abituata ai suoi scatti improvvisi, e non potevo nemmeno fingere che
non mi facessero piacere.
Ciò che era cambiato era l'ammettere che
lo amavo, dalla mia bocca era uscito quel -ti amo- senza che me ne
rendessi conto, e oramai non potevo più tornare indietro.
Nonostante
questo lui mi aveva lasciata andare, aveva detto che mi sarebbe rimasto
amico, e da una parte sapevo che quello era il giusto ordine della mia
vita. Stefan il mio ragazzo e Damon il mio amico.
Già, amico, anche
anche il mio subconscio gioco di me, erano oramai tre notti consecutive
che mi svegliavo si soprassalto per colpa dei sogni che facevo.
Erano sempre gli stessi, Damon che lambiva il mio corpo di baci
roventi, il mio corpo in fiamme sotto le sue mani, e poi... buio.
Mi svegliavo con la fronte intrinsa di sudore e riprendere sonno era
impossibile.
Dovevo
smetterla di pensarci, lui stava andando avanti con la sua vita, e io
dovevo andare avanti con la mia.
Saremmo rimasti amici, forse, e tutto
sarebbe tornato alla normalità.
Risposi al messaggio di Stefan
*Va bene, alle 20 sono da te*
E
chiusi il telefono, cercando di respirare profondamente. Con l'ansia
che avevo addosso non sarei arrivata a fine serata.
Forse Stefan aveva
preso una decisione riguardo al nostro futuro? Lo speravo fortemente.
Alle 20 come previsto mi trovai davanti casa e Stefan mi
aprì subito la porta.
"Ciao, Elena" disse facendomi cenno di entrare
"Ciao" risposi timidamente
Odiavo
il fatto di essere in imbarazzo, prima era tutto così
semplice,
baciarci, parlare, era facile come respirare con lui.
Trascorremmo
la serata tranquillamente, e forse complice la bottiglia di vino che
avevamo finito, riuscii perfino a rilassarmi senza pensare a nulla se
non a lui, a noi.
"Sono felice che tu mi abbia chiesto di venire qua stasera" disse
timidamente sedendomi sul divano
Lui abbozzò un sorriso e mi porse un bicchiere di vino
sedendosi accanto a me.
Quando le nostre dita si sfiorarono passandoci il bicchiere, un brivido
percorse tutto il mio corpo.
"E' stata una bella serata" disse quasi per riempire quel silenzio che
ci stava divorando.
Non
sapevo cosa dire, cosa fare, come muovermi, nemmeno al nostro primo
appuntamento era stato così difficile, ma d'altra parte
quello per noi
era un primo appuntamento, ci stavamo ritrovando dopo tanto tempo,
eravamo due nuove persone.
"Elena"- "Stefan" dicemmo contemporaneamente e sorridendo imbarazzati
subito dopo
"Vai, parla tu" dissi
"Non è facile" si fermò, quasi per trovare le
parole "Io ti amo, Elena" disse tutto d'un fiato pietrificandomi
"Stefan" cercai di parlare ma il mio cuore minacciò di
scoppiare
"No, lasciami parlare, ti prego" appoggiò una mano sulla mia
gamba e rimasi in silenzio per ascoltare ciò che aveva da
dire
"Sono
cambiate tante cose fra noi, troppe, ma ciò che non
è cambiato è quello
che provo per te. Volevo scappare da questo sentimento,
perchè mi
vergognavo per tutto ciò che ti ho fatto, ma la
verità è che più cerco
di fuggire e più sento il bisogno di avvicinarmi a te"
I miei occhi si riempirono di lacrime, per quanto tempo avevo sperato
di sentire quelle parole?
"Io
so che anche per te sono cambiate molte cose" continuò
"Damon ti è
stato molto vicino in questi tempi e tu ti sei legata molto a lui"
Deglutii
ripendando a ciò che era successo fra me e Damon, non
l'avrei mai
dimenticato, mai. Ma non era quello il momento per pensarci, dovevo
andare avanti.
"Io voglio provare a tornare con te, Elena,
se anche tu lo vuoi, voglio tornare ad essere felice e so che solo con
te posso esserlo. Non sei obbligata a risponder.."
Non lo
lasciai finire, non avevo bisogno di sentire altro, ciò di
cui
necessitavo era ritrovare quelle labbra che mi erano mancate
più
dell'aria.
Lo baciai come non avevo mai fatto prima, come se fosse la cosa
più preziosa al mondo, lui, di nuovo mio.
Stefan
ricambiò quel bacio con dolcezza, mi prese il volto fra le
mani e senza
accorgermene mi ritrovai sotto il suo corpo marmoreo, distesa sul
divano.
Sentivo la pelle ardere di passione, avevo sognato quel
momento, avevo desiderato di perdermi fra le sue braccia per mesi e
stava accadendo.
In quel momento la porta di casa si aprì e di scatto io e
stefan ci staccammo.
Ciò che i miei occhi videro, rovinarono inevitabilmente il
momento.
Damon
e Rebekah che si baciavano con passione, che perdevano pezzi di vestiti
per casa, troppo presi a spogliarsi per accorgersi della nostra
presenza.
"Un po' di contegno" urò infastidito Stefan e Damon si
bloccò di colpo.
Si staccò da Rebekah e i suoi occhi passarono velocemente da
Stefan a me, stesa sotto di lui.
L'unica cosa che volevo in quel momento era sprofondare nell'abisso
più profondo e non riemergere mai più.
Damon
rimase in silenzio, completamente spiazzato dalla situazione, i nostri
occhi si intrecciarono per un breve istante, tanto breve
perchè io non
riuscii a reggere quello sguardo di ghiaccio che riusciva a spogliarmi,
che riusciva a farmi perdere il senso di ogni cosa.
Mi alzai in piedi velocemente
"Stefan, devo andare" dissi e corsi via da casa senza voltarmi nemmeno
per un istante.
Sapevo che stavo sbagliando, avrei chiesto scusa a Stefan, ma non
potevo restare la, il mio cuore non poteva reggere.
Arrivata
a casa mi spogliai velocemente e mi buttai sul letto, priva di forze,
erano successe troppe cose quel giorno, troppe emozioni per una sola
persona.
In quel momento qualcuno bussò alla porta della mia
camera, e mi odiai per non aver sperato subito che fosse Stefan, ma
aver pensato che potesse essere Damon.
Aprii la porta e me lo trovai davanti, senza pensarci mi buttai fra le
sue braccia
"Stefan" non riuscii a trattenere le lacrime
"Non dire nulla, non ce n'è bisogno"
"Mi dispiace, non dovevo andare via così"
"E io non dovevo entrare in casa senza permesso, ma volevo evitarti di
scendere le scale"
Risi
"Mi dispiace, davvero" aggiunsi
"Sta tranquilla, so che per Damon provi qualcosa, è chiaro,
ma lo supereremo, se tu lo vuoi"
"Si" mi strinsi più forte a lui
"Posso dormire con te stanotte" chiese timidamente e lo guardai negli
occhi
"Certo" accennai un sorriso
Quella notte dormii fra le sue braccia, mi lasciai scaldare dal suo
corpo che mi teneva stretta.
Avrei tanto voluto essere la con lui, completamente, eppure, la mia
testa era lontana, fissa ad un solo pensiero.
In un'altra casa, un'altra stanza, in quell'esatto momento Damon stava
facendo l'amore con una donna che non ero io.
Spazio
commenti:
Intanto
vi chiedo scusa per il ritardo, ma non ho veramente avuto tempo di
scrivere.
Intanto grazie per le recensioni e per aver messo la storia fra i
preferiti/seguite, mi fa davvero tanto tanto piacere :)
Per
la prima volta mi sono cimentata nello scrivere dal punto
di vista di Stefan. Come vi ho già detto l'altra volta per
me è davvero
difficile scrivere "con i suoi occhi", non è come
scrivere Damon che lo
faccio ad occhi chiusi, mi ci devo proprio impegnare ecco, e
beh,
spero che non sia stato un totale disastro >.<
Oltretutto
scrivere questo capitolo per me è stato stra difficile anche
perchè da
Delena, descrivere scene Stelena è un'impresa, ma da
una parte sono contenta, è una sfida con me stessa :)
Come
avete visto, anzi letto, c'è stato il ritorno di fiamma
Stelena, ma le
cose non sono semplici perchè oramai i sentimenti di Elena
non sono più
come una volta, o meglio ama ancora Stefan come prima, ma il suo cuore
è anche di Damon.
E a proposito di
Damon, questa volta lui l'ho lasciato in pace, ma non vi preccupate,
dal prossimo capitolo torno alla vita facile e scrivo dal suo punto di
vista, di conseguenza il capitolo arriverà molto prima di
questo :)
Aspetto i vostri commenti!
Key
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
4
Capitolo 4
-Pov.
Elena-
Le cose, finalmente, sembravano aver ripreso il loro giusto ordine, io
e Stefan eravamo tornati insieme, superando le varie
difficoltà,
ma, nonostante questo mi rendesse felice, dentro di me mi rendevo conto
che non stavo bene come avrei voluto.
Ero tornata con l'uomo che amavo eppure non riuscivo a sorridere come
un tempo, la notte facevo veramente fatica a dormire a causa dei miei
sogni sempre più tormentati.
Odiavo il fatto che nonostante io e Damon non avessimo più
alcun
tipo di dialogo, i miei sogni lo vedevano sempre come unico
protagonista.
Forse il motivo era che dovevo attingere alla mia memoria per avere un
ricordo di lui, del suo viso e della sua risata, cose che, nonostante
cercassi di negarlo, mi mancavano terribilmente.
Dalla notte in cui l'avevo visto con Rebekah in atteggiamenti
decisamente intimi, io e lui non ci eravamo più nemmeno
incontrati.
Credo che passasse il suo tempo chiuso in camera con quella li, e visto
che io, volutamente non ero più stata a casa Salavtore, le
possibilità di vederci erano nulle.
Questa situazione stava cominciando a starmi
stretta, era ridicolo, lo sapevo bene, ma era come se mi mancasse
l'aria all'idea di condividere la stessa città con Damon.
"A che cosa stai pensando?" la voce di Caroline mi riportò
alla
realtà. Quel pomeriggio avevamo deciso di fare un po' di
shopping insieme, ma io ero decisamente poco di compagnia.
"N-niente, non sto pensando a niente" dissi poco convinta
"Elena!" Caroline si fermò di colpo davanti a me guardandomi
con aria inquisitoria
"Che c'è?" sbarrai gli occhi
"E' più di un'ora che camminiamo e non hai detto mezza
parola,
si vede proprio che hai la testa da un'altra parte. Su, sputa il rospo"
incrociò le braccia al petto
"Va bene, ti racconto tutto, ma continuiamo a camminare, non mi va di
stare ferma qua"
In realtà c'era un motivo per il quale non volevo fermarmi.
Eravamo a pochi passi dal Mystic Grill, e avevo il terrore di poter
incontrare il vampiro dagli occhi di ghiaccio.
"Va tutto bene con Stefan?" mi chiese
"Stefan? Si si certo, tutto alla grande" mi guardai intorno cercando di
cambiare discorso, ma sapevo che Caroline sarebbe stata insistente.
"Elena?" sbuffò
"E va bene, si tratta di Damon" dissi tutto d'un fiato
"Oh no, ti prego" rispose con aria di disapprovazione
"Ecco, vedi, per questo non volevo parlartene" dissi infastidita
"Scusa, scusa, prometto di non commentare nulla"
"Non ci vediamo da un po', diciamo da quando io e Stefan siamo tornati
insieme e da quando... l'ho visto in atteggiamenti molto intimi e
passionali con
barbie-original"
"E...?" Caroline aveva capito che il mio discorso non era finito
"Mi sono ingelosita tantissimo" dissi velocemente, tirare fuori quel
discorso era difficile per me
"Mmmh" mugugnò " effettivamente ti capisco, Damon
avrà tutti i difetti del mondo ma a letto è una
bomba"
"Caroline!" le diedi un leggero colpo sulla spalla
"Dai, scherzavo, era per sdrammatizzare un po'" rise " A parte gli
scherzi Elena, penso sia normale, tu e Damon avete condiviso molto nei
mesi in cui Stefan era lontano"
"Già" dissi ripensando a quanto io e lui ci eravamo legati
in quel periodo
"Ma tu stai con Stefan, voglio dire, ami Stefan giusto?" mi
guardò con aria interrogatoria
"Ovvio" dissi velocemente "Solo che..." rimasi in silenzio per qualche
istante "Va beh lascia perdere" cercai di chiudere il discorso
"No adesso parli signorina, non posso vederti così"
"Ho detto a Damon che sono innamorata di lui"
"Che?" urlò Caroline visibilmente sconvolta "Quando?"
"Prima che lo vedessi con Rebekah, in realtà non l'ho detto
nemmeno volutamente, è uscito fuori da solo"
"Ancora peggio" sentenziò
"Grazie eh Care, mi sei d'aiuto"
"Scusa Elena, è che secondo me sei talmente confusa che
prima o poi ti esploderà il cervello"
"Lo so" abbassai la testa, esausta di tutti quei pensieri
"Devi prendere una decisione"
"L'ho già presa Caroline, sto con Stefan, chiuso il discorso"
"Si, stai con Stefan e ami il fratello, bella decisione hai preso eh"
Mi fermai di colpo in mezzo alla strada "Caroline, io torno a casa"
dissi stufa di quella situazione
"Solo perchè ti sto mettendo davanti alla realtà?
Elena
non puoi andare avanti così, lo capisci? O prendi una
decisione
vera e propria, stai con uno e dimentichi completamente l'altro, oppure
non stai con nessuno dei due e ti rifai una vita"
"Non è semplice!" stavo alzando il tono di voce, ma quel
discorso mi stava toccando sul vivo
"Nessuno ha mai detto che sia semplice, semplicemente prenditi del
tempo e decidi, comunque fa come vuoi, io continuo il mio shopping, ci
sentiamo"
Caroline mi girò le spalle e continuò per la sua
strada,
mentre io tornai a casa nervosa e con ancora più pensieri di
quando ero uscita.
Trascorsi il resto del pomeriggio sdraiata sul letto, pensando alla
conversazione avuta con la mia amica.
Caroline aveva ragione, lo sapevo, quella situazione mi stava facendo
diventare matta, ero troppo nervosa, e alla lunga avrei allontanato da
me tutti, non solo i miei
due Salvatore.
Presi il telefono e scrissi un messaggio a Caroline
*Mi dispiace, sono nervosa e questo ha conseguenze su tutto. Me la
prendo con chi non ha colpe. Ti voglio bene*
La risposta arrivò poco dopo
*Ti chiedo scusa anch'io, è che voglio che tu apra gli occhi
e
prenda una decisione per il tuo bene. Lo sai che per te ci sono sempre.
Ti voglio bene anch'io*
Mi rigirai nel letto, Care aveva ragione, visto che la mia decisone
l'avevo presa, cioè stare con Stefan, dovevo solo portarla
avanti e col tempo tutto si sarebbe sistemato.
La prima cosa da fare era esorcizzare la mia paura di incontrare Damon,
così presi nuovamente il telefono e scrissi un messaggio,
questa
volta a Stefan
*Stasera posso stare da te?* inviai velocemente prima che potessi
pentirmene.
Lui rispose quasi subito
*Sicura? Per me non c'è problema, lo sai*
Respirai profondamente, lo sapeva bene che mi metteva in crisi stare a
nella stessa casa con Damon, ma dovevo superare questa cosa, lo dovevo
fare per il mio bene, ma soprattutto per la mia relazione con Stefan.
*Sicurissima, ci vediamo dopo. Un bacio*
Non sarebbe stato facile, soprattutto perchè l'ultimo
incontro
con Damon era stato decisamente imbarazzante, scappare via
così
era stata una pessima mossa, e non sapevo come avrei reagito
ritrovandomelo davanti dopo quel tempo di voluta distanza fra di noi.
Non lo sapevo, ma l'avrei scoperto presto, e poi stavo andando a casa
Salvatore per stare con Stefan, solo con Stefan.
Cercai di pensare intensamente a questo, cercando, invano di
convincermene.
Arrivò presto sera, e prima di bussare alla porta di casa
Salvatore, presi un lungo ed intenso respiro, dandomi della stupida da
sola. Dov'era il mio coraggio, quando ne avevo bisogno?
Stefan mi aprì la porta prima che bussassi, probabilmente mi
aveva sentito arrivare
"Hey, avevi intenzione di restare qua fuori dalla porta tutta la sera?"
disse vedendomi immobile davanti alla porta
"Ma no, che dici" risposi buttandogli le braccia intorno al collo e
lasciandogli un leggero bacio sulle labbra
Entrammo in casa e Stefan mi portò subito qualcosa da bere,
in
realtà io ero intenta a capire se il fratello fosse in casa.
"Se ti stai chiedendo se Damon è in casa, la risposta
è no"
Beccata.
"No, non stavo pensando a quello" mentii
"Elena, sta tranquilla, ok? Apprezzo già che tu sia qui"
disse baciandomi dolcemente una guancia
"Grazie" sorrisi e mi
rilassai automaticamente
Trascorremmo la serata come ai vecchi tempi, quando stavo con lui mi
sembrava di dimenticare tutti i problemi, e a tranquillizzarmi, si era
aggiunto il fatto che di Damon non si era vista nemmeno l'ombra.
Eravamo comodamente distesi sul divano, quando Stefan iniziò
a baciarmi dolcemente e io mi sciolsi completamente.
Intrecciai le dita ai suoi capelli, e ricambiai quel bacio con passione.
"Andiamo su, in camera?" disse fra un bacio e l'altro
"Si, meglio" sussurrai
E in un secondo mi prese in braccio e mi portò in camera.
Eravamo seminudi e pieni di passione, i baci e le carezze diventavano
man mano sempre più bollenti.
Stavo per lasciarmi andare completamente, quando Stefan si
fermò, sentendo un rumore impercettibile al mio orecchio
umano.
"E' arrivato Damon" disse e poi si rituffò sulle mie labbra,
che
questa volta rimasero impassibili, quasi si rifiutassero di fare
ciò che qualche secondo prima invece bramavano
Non sentivo altro se non un nodo alla gola, e una dolorosa fitta allo
stomaco. Il mio corpo era inerte, immobile sotto il peso di quello di
Stefan che sembrava non accorgersi del mio disagio improvviso.
Più lui continuava a lambire il mio collo di baci,
più io mi irrigidivo.
"Stefan fermati, ti prego" dissi tutto d'un fiato e lui si
allontanò leggermente da me guardandomi perplesso.
"Che succede?" disse accarezzandomi dolcemente una guancia.
"N-non mi sento bene" risposi cercando di non guardarlo negli occhi.
Lui si staccò completamente , stendendosi su un
lato, accanto a me.
"Forse è la cena, non so, ho un po' di mal di stomaco"
mentii,
non tanto sul mal di stomaco, quanto su ciò che me l'aveva
causato.
"Vuoi che vado a prepararti qualcosa di caldo, una tisana?" disse pieno
d'amore, facendomi sentire ancora più in colpa.
"No, vado io, magari camminare un po' mi fa bene" gli sorrisi
debolmente alzandomi dal letto.
"Se stai male chiamami"
"Certo, torno subito"
Uscii dalla saua camera velocemente, prima che le lacrime si
impossessassero di me.
-Pov. Damon-
"Ciao bellezza" dissi aprendo la porta a Rebekah.
Ero appena rientrato a casa dopo una giornata di svago con Alaric e lei
mi aveva raggiunto per terminare la serata nel migliore dei modi
Si avvicinò a me lasciandomi un veloce ma intenso bacio
"Mi sei mancato oggi" sussurrò maliziosa
"Ora recuperiamo, non preoccuparti" sorrisi
In quel momentò sentii dei rumori provenienti dalla cucina,
rumori che non riuscivo a decifrare
"Vai su in camera, ti raggiungo subito" le dissi accarezzandole una
guancia
"Non metterci troppo" mi rispose, allontanandosi da me, accentuando la
sua camminata per renderla più sensuale.
Mi avvicinai piano alla cucina al buio, ma mi bastò sentire
i lamenti per capire di chi fossero.
Rimasi in silenzio, incerto su cosa fare, ma alla fine mi inginocchiai
accanto a quel corpicino che giaceva, accovacciato in un angolo.
"Hey" dissi accarezzando i capelli di Elena
Erano giorni che non parlavamo, e vederla in quello stato mi faceva
veramente male.
"Va via Damon, per favore" disse lei mentre continuava a tenere la
testa accucciata nelle sue gambe, impedendomi di vederle il volto
"Non vado da nessuna parte finchè non mi dici che ti
succede" mi
sedetti accanto a lei, non sapevo nemmeno io come comportarmi, ma
qualcosa mi diceva che dovevo restare la, accanto a lei
Elena rimase in silenzio, sentivo i suoi singhiozzi che pian piano
diminuivano.
"E' successo qualcosa con Stefan?" chiesi cercando di capire qualcosa
di quella situazione, non potevo star li senza fare niente, volevo
aiutarla.
"Damon va via!" alzò lo sguardo verso di me, la stanza era
illuminata solo dalla luce della luna che filtrava dalla finestra, ma i
suoi occhi pieni di lacrime riuscirono a trafiggermi l'anima.
"La vuoi smettere di comportarti da ragazzina? Non
vado da nessuna parte quindi evita di dirmi ancora una volta di andare
via perchè non lo farò" mi stavo alterando, pur
non
volendolo, ma per fortuna ottenni la reazione voluta, Elena si
zittì immediatamente
"Scusa" aggiunsi subito per giustificare il mio scatto d'ira
"Non ne posso più Damon, non sono più quella di
una
volta" scoppiò a piangere di nuovo, e io rimasi spiazzato da
quella reazione, mi limitai solo ad accarezzarle i capelli sperando di
calmarla
"Elena..."
"No Damon, tu non capisci" non mi lasciò parlare "Io non
riesco
più a fare l'amore col mio ragazzo perchè tu sei
onnipresente nei miei pensieri"
Quelle parole mi colpirono in pieno petto.
Non potevo essere felice di ciò che mi stava dicendo,
perchè purtroppo o per fortuna, la sua felicità,
per me,
era molto più importante della mia.
Mi allontanai leggermente da lei
"Cosa posso fare per aiutarti? Qualunque cosa Elena"
"Non lo so" tirò su col naso e si asciugò le
lacrime che le bagnavano il viso "Voglio dire, più
degll'ignorarci non so cosa possiamo fare. Il problema è
dentro di me"
Per la prima volta non sapevo cosa dire, ogni parola sembrava sbagliata
"Io non posso vederti così, sapendo che sono io il problema"
dissi
"Non sei tu il problema Damon, sono io, io che penso di sapere
ciò che voglio, e un'attimo dopo mi basta vederti con
un'altra donna per far cadere le mie certezze e morire di gelosia"
Un altro colpo al cuore. Un'altro colpo che doveva rendermi felice e
che invece mi feriva, perchè lei non stava bene.
"E' una tua decisione, io non posso più fare nulla Elena. Mi
sono fatto da parte sperando che questo ti fosse d'aiuto, continuo ad
amarti perchè purtroppo ciò che provo non posso
cancellarlo, ma lo faccio silenziosamente, ti amo dentro di me
così che il mio sentimento non possa turbarti, ma neanche
questo sembra servirti."
Odiavo quando mi aprivo così tanto a lei, quelle erano cose
mie, erano le miei emozionii, ma quando ce l'avevo davanti,
improvvisamente mi spogliavo di tutto.
Lei alzò lo sguardo verso di me, sentivo che voleva
ciò che volevo io, ogni molecola del mio corpo era
attratta da lei, ma nonostante questo, non l'avrei baciata, non
più, era l'unica promessa che dovevo mantenere per il mio ma
sopratutto suo bene.
"E comunque è solo questione di tempo, vedrai" dissi
cercando di smorzare quella tensione che si era creata
"S-si, probabilmente è così" sussurrò
"Devo andare su ora, vai a dormire anche tu, ti servirà"
dissi alzandomi su e porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi
"Grazie" disse poco convinta guardandomi fisso negli occhi
Non potevo restare la, con lei così vicina, o
tutti i miei buoni propositi mi avrebbero abbandonato.
"Buonanotte" dissi voltandomi ma lei mi prese un braccio
fermandomi
"Mi dispiace, per ciò che sono" disse spiazzandomi
"Non ti amerei così tanto se tu non fossi così"
le risposi andando via velocemente da quella stanza, via da lei, via
dai miei sentimenti che non sembravano avere freno.
Era questione di tempo, solo di tempo. Non avrei smesso di amarla, ma
il sentimento sarebbe mutato fino a diventare affetto, dovevo solo
aspettare.
Tornai nella mia camera dove Rebekah mi aspettava in un succinto
completino intimo, mi sfogai con lei, sperando che il sesso mi aiutasse
a dimenticare, ma l'unica cosa che provai, fu lo schifo per me stesso,
che stavo usando una donna sognando che al suo posto ci fosse
un'altra.
Ben ritrovati
cari:)
Pensavo
che sarebbe stato più facile scrivere questocapitolo, visto
che doveva essere -pov. Elena/Damon- ma in realtà ho avuto
un po' di problemi a scrivere i dialoghi... ho sempre paura di cadere
nel monotono/banale quindi ho scritto e cancellato le frasi mille
volte, e tutt'ora non sono convintissima del risultato, ma dovevo
pubblicarvelo oggi per forza perchè poi per due settimane
non avrò modo di scrivere.
Bene, abbiamo
visto Elena in crisi, sempre di più, tanto che non appena ha
sentito dell'arrivo di Damon, non è più riuscita
a concludere nulla col suo Stefan... ovviamente, ve lo dico
già, la situazione andrà solo che a peggiorare,
finchè non ci sarà un brutale scatto di nervi per
la nostra Gilbert (non la farò andare al manicomio,
tranquilli, semplicemente si renderà conto che
più tenta di nascondere i suoi sentimenti per Damon,
più loro tornano a galla sempre più forti.
Finalmente per la
prima volta è stato Damon a lasciarla la da sola, e a dirle
buonanotte, ha resistito alla tentazione di baciarla, nonostante lo
volesse con tutto se stesso, perchè vuole che sia lei a
baciarlo, quando si sentirà pronta.
E voi che dite,
Elena si deciderà a fare la prima mossa o
crogiolerà nella sua indecisione? :)
Aspetto i vostri
commenti come al solito.
Baci
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
cap 5
Capitolo 5
-Pov.
Damon-
Avevo volutamente
evitato Elena, dall'ultima
volta che l'avevo vista sconvolta accucciata nella cucina di casa,
e nonostante ci fossimo incrociati più volte a casa mia,
mi ero limitato a sorriderle debolmente e lei aveva fatto lo stesso, ma
nulla di più, lei stava con Stefan, era quella la sua scelta.
Portavo avanti la promessa che avevo fatto a me stesso, quella di
lasciarle lo spazio che voleva, per non complicarle la vita, ma
nonostante i buoni propositi, non potevo fare a meno di
preoccuparmi di lei, soprattutto perchè le poche volte che
avevo incrociato i suoi occhi, avevo visto una strana luce. Era
infelice, terribilmente infelice, e non si preoccupava nemmeno di
nasconderlo, non tanto a me quanto a Stefan.
Sapevo di dover fare qualcosa, ma mi rendevo conto che la
felicità di Elena non doveva essere un mio problema, come
non
doveva essere un mio problema la sua relazione con mio fratello.
Se avevano dei problemi, dovevano risolverli fra di loro.
"Hey mi stai ascoltando?" la voce di Rebekah risuonò lontana
dall'altra parte del telefono
"S-si, certo, stavi parlando di una festa" cercai di farle credere che
la stessi ascoltando, ma in realtà ero riuscito a captare
solo
l'ultima parola del lungo discorso che stava facendo
"Si, festa, e non hai sentito altro?" rispose scocciata
"Bekh cosa c'è?" dissi alterato. Nonostante da un po' ci
frequentassimo più o meno seriamente, era chiaro, forse
più a me che a lei, che Rebekah era solo un ripiego, un
passatempo per
non pensare ad Elena.
"Va bene, te lo ripeto" sbuffò "Il sindaco Lockwood mi ha
proposto di candidarmi come Miss Mystic Falls e vorrei che tu mi
facessi da accompagnatore"
Miss Mystic Falls. Un ricordo mi si materializzò nella
testa, io
ed Elena, quel ballo che ci aveva visto, forse per la prima volta,
complici.
"Allora? Mi accompagnerai"
"Si, certo" risposi velocemente prima di poter cambiare idea.
Chiusi la telefonata con quella che non sapevo ancora se considerare
"la mia ragazza", in realtà non avevamo mai perso tempo a
decidere cosa fossimo, uscivamo insieme, facevamo sesso, e la maggior
parte delle volte lei restava a dormire da me, ma per quanto riguardava
i sentimenti, non c'era assolutamente nulla che mi legasse a lei.
Scesi le scale di casa per bere un drink ma mi sorpresi nel trovare
Stefan che probabilmente aveva avuto la mia stessa idea
"Dovresti crearti il tuo angolo alcolico, quello è il mio"
dissi sbuffando
"Da quando crei una divisione fra le mie e le tue cose?" Mi rispose
porgendomi un bicchiere di Bourbon
"Cin" sorrisi infastidito
A salvarci da discorsi imbarazzanti fu il suo telefono che
iniziò a squillare
"Si sto arrivando, dieci minuti e arrivo a casa Lockwood" si
apprestò a dire e chiuse la telefonata
"Da quando frequenti la casa del sindaco?"domandai perplesso
"Da quando ha chiesto ad Elena di candidarsi come Miss Mystic Falls"
rispose velocemente. L'argomento "Elena" era diventato oramai un
tabù per noi
"Aspetta, Miss Mystic Falls, ma lei ha già..."
"Partecipato? Lo so, ma Carol ha insistito tanto così ha
deciso di partecipare di nuovo"
"Ah" Mi limitai a mugugnare. Non avevo previsto che ci sarebbe stata
anche lei, altrimenti non avrei acconsentito ad accompagnare Rebekah
"Bene, io vado" disse andando verso la porta
"Stefan, prima che tu possa pensare che l'abbia fatto apposta, sappi
che anche io sarò all'evento, Rebekah mi ha chiesto di
accompagnarla"
Si voltò a guardarmi "So che non l'hai fatto apposta, vedo
come
stai ignorando Elena e te ne sono grato, questo facilita le cose per
noi"
"Preferirei che voi due foste felici a prescindere da ciò
che faccio o non faccio io" dissi pieno di amarezza
"Damon non mi va di affrontare questo discorso" disse velocemente
"Lei non è felice!" urlai senza quasi rendermene conto e il
viso di Stefan cambiò espressione
"Tornerà ad esserlo, è solo questione di tempo"
Mi trattenni dal continuare a rispondere, non dovevo immischiarmi, non
era più affar mio la felicità di Elena.
"Ci vediamo" disse ancora Stefan sbattendo la porta alle sue spalle e
io mi accorsi di avere la mano piena di sangue, tagliata dai vetri del
bicchiere che avevo in mano, ma finchè sfogavo la mia rabbia
su
un bicchiere non era un problema.
Qualche giorno dopo...
-Pov. Elena-
Non ero per niente entusiasta di partecipare a Miss Mystic Falls, ma la
signora Lockwood era stata talmente insistente che non ero riuscita a
rifiutare l'invito.
Nonostante gli sforzi, non potevo fare a meno di pensare all'ultima
volta che avevo partecipato, i ricordi sembravano lontani ma ancora ben
lucidi nella mia testa.
Cioè che più mi faceva provare malinconia era il
ricordo
dei preprativi con la zia Jenna, avevamo scelto con cura il vestito e
successivamente si era offerta volontaria per aiutarmi con
l'acconciatura ed il trucco.
Un altro momento riaffiorò nella mia testa, il ballo con
Damon,
il momento in cui avevo sceso la scalinata e avevo trovato lui al posto
di Stefan. La sensazione che avevo provato mentre mi teneva stretta e
il mondo intorno si era fermato per dare spazio alla nostra danza...
"Amore sei pronta? Fra poco iniziamo" Stefan mi si avvicinò
con la sua solita dolcezza, riportandomi alla realtà
"C-certo, devo solo indossare gli orecchini e sono pronta" sorrisi
debolmente
"Io ti aspetto giù" si posò su di me, lasciandomi
un leggero bacio sulla guancia
"Oh, scusate, non volevo interrompervi" Rebekah entrò nella
stanza dove mi stavo preparando, e sembrò seriamente
disiaciuta
per averci "interrotto"
"Non preoccuparti, stavo andando via" le rispose Stefan e dopo avermi
lanciato un ultimo sguardo pieno d'amore uscì dalla stanza
lasciandoci sole
L'aria era decisamente tesa, non che io e la Barbie avessimo mai avuto
buoni rapporti, ma da quando l'avevo vista in atteggiamenti intimi con
Damon, le cose erano peggiorate.
Un pensiero mi passò nella mente. L'accompagnatore di
Rebekah.
Durante le prove aveva detto che il suo cavaliere era impegnato e
sarebbe venuto direttamente all'evento, ma non mi ero chiesta chi
potesse essere, forse perchè avevo dato per scontato che si
sarebbe
fatta accompagnare da uno dei suoi fratelli.
"Rebekah, scusa..." mi girai verso di lei, e la sua espressione era
decisamente sorpresa, non si aspettava che le rivolgessi la parola
"Si, che c'è?" lasciò il rossetto che stava
usando per guardarmi
"Chi è il tuo accompagnatore?" chiesi tutto d'un fiato
Lei accennò un sorriso soddisfatto, e mi bastò
quello per capire la risposta
"Damon è il mio cavaliere" disse non lasciando
più alcun dubbio ai miei pensieri
Deglutii rumorosamente e lei ovviamente se ne accorse
"Sei gelosa?" disse con un sorriso malizioso
"No, non ho nulla di cui essere gelosa, ho già il mio
accompagnatore" dissi abbassando lo sguardo
"Bene, meglio così" rispose tornando a truccarsi
Il cuore stava battendo molto più forte di quanto avrebbe
dovuto, ancora una parola e sarei scoppiata a piangere per la troppa
tensione accumulata.
"Ragazze siete pronte?" Carol entrò nella stanza, salvandomi
dai miei pensieri
"S-si" dissi poco convinta mentre Rebekah scattò in piedi
elettrizzata.
Io ero la prima a dover scendere, e mentre percorrevo quella scalinata,
cercai di respirare profondamente, l'ultima cosa che volevo era
scoppiare a piangere, non me lo sarei mai perdonato.
Ad attendermi ai piedi della scala trovai Stefan, perfetto nel suo
smoking nero, ma il mio sguardo inevitabilmente si posò
nella
folla, alla ricerca di lui, lui che questa volta non era la per me, ma
per accompagnare una donna che non ero io.
Danzai con Stefan nel giardino di casa Lockwood, ma il mio sguardo era
vuoto, lontano chissà dove, perso in altri pensieri.
"Stai bene?" mi sussurrò all'orecchio
Mi limitai a sorridere, consapevole che se avessi solo aperto bocca
sarei scoppiata.
Stupidamente mi voltai e in quel momento incontrai i suoi occhi di
ghiaccio. Da una parte sperai di trovarlo a guardare la sua ragazza,
cosichè potessi farmene una ragione, invece per un attimo
che mi
sembrò infinito, i nostri occhi si incastonarono l'un
l'altro
incendiandomi il cuore, facendomi perdere il totale controllo di me
stessa.
"I-io non posso" balbettai oramai senza lucidità
"Che c'è Elena, non ti senti bene?" chiese Stefan mentre
cercava di tenermi stretta a sè mentre continuavamo a danzare
"Non posso" dissi più forte e scappai via sotto lo sguardo
perplesso di tutti.
Non potevo continuare a fingere che le cose andassero bene,
perchè non era così. Stavo male, talmente male da
non
riuscire più ad indossare la maschera della fidanzata felice
e
appagata. Stefan non aveva nulla che non andasse bene, ero io che non
andavo più bene a quella situazione.
Entrai velocemente in casa mentre le lacrime continuavano a rigarmi il
volto, salii le scale ed entrai nella stanza dove poco prima mi ero
preparata, sbattendo la porta.
-Pov. Stefan-
Guardai Elena correre via da me sotto lo sguardo attonito dei presenti.
Rimasi immobile, incerto su cosa fare quando vidi mio fratello
staccarsi da Rebekah e iniziare a correre.
L'unica cosa che riuscii a fare fu tirarlo per un braccio
"Cosa pensi di fare?" dissi guardandolo pieno di rabbia
"Stefan lasciami, ha bisogno di me" rispose e cambiò
espressione rendendosi conto di ciò che aveva appena detto
"Ha bisogno che la lasci in pace!"
"Non posso più lasciarla in pace perchè tanto non
serve a
niente!" urlò attirando ancora di più
l'attenzione "Sono
stufo di rimanere in disparte a guardarla mentre compromette la sua
felicità"
Ero ferito, arrabbiato perchè ancora una volta era lui a
fare
qualcosa per Elena, e non io, ma nonostante questo lo lasciai andare,
sperando che prima o poi questa situazione arrivasse a una conclusione.
-Pov Damon-
Corsi su per le scale, sperando che Elena non si fosse chiusa in bagno
o in
qualunque posto dove non avrei potuto raggiungerla, ma per mia fortuna,
non appena aprii una delle camere, la trovai, in piedi mentre guardava
fuori dalla finestra.
Non si voltò a vedere chi fosse entrato, forse
perchè in
cuor suo sapeva che potevo solo essere io, o almeno sperai che la
pensasse così.
"Elena" sussurrai
Si voltò finalmente verso di me, ma rimase immobile senza
dire una parola.
Un fiume di parole uscì dalla mia bocca
"Lo so che non dovrei essere qui, lo so che hai scelto di stare con
lui, ma tu non sei felice Elena, e io non posso stare in disparte e
vederti soffrire senza fare nulla. Non so perchè Stefan
riesce a
stare tranquillo senza provare a risolvere questa situazione, forse
perchè ha paura, paura di perderti, ma io non ho
più
nulla, non mi può essere portato via più niente,
ho perso
già tutto il giorno in cui sei tornata da lui, quindi ho
deciso
che voglio provare a risolvere questa situazione, costi quel che costi,
se pensi che sia io la causa della tua sofferenza allora me ne
andrò, lascerò la città e tu sarai
libera di
rifarti una vita, senza avermi costantemente sotto agli occhi, se
invece pensi di aver bisogno di me almeno la metà di quanto
ne
ho io di te, allora dillo, dimmelo adesso e non nasconderti
più
dietro a quegli occhi pieni di sofferenza"
La vidi tentennare, incerta sul da farsi, e poi finalmente fare un
passo, poi un altro ed infine correre verso di me, mi buttò
le
braccia al collo e le sue labbra si impossessarono delle mie, con
violenza, cercava la mia bocca come se cercasse l'aria per respirare.
La passione si impossesso della nostra lucidità, non
riuscivo
più a capire cosa stesse succedendo, sentivo solo le sue
mani
sottili esplorare il mio corpo. La sollevai da terra, adagiandola su un
ripiano e esitai un attimo sul da farsi, avevo sognato
ardentemente la mia prima volta con lei, e tutto avevo immaginato
tranne che potesse acadere la, con tutta quella passione, senza il
minimo preavviso, ma lei trovò il coraggio per entrambi, non
indugiò e affondò le sue
unghiè sulla mia schiena baciandomi con ancora
più
trasporto, e a quel punto mi impossessai di lei, facendo combaciare non
solo la nostra pelle ma anche le nostre anime.
La guardai in tutta la sua perfezione, e nonostante mi rendessi conto
che avrei dovuto sentirmi in colpa per ciò che stavo facendo
a
mio fratello, il suo sguardo pieno dìamore mi
portò in
una dimensione lontana, dove non c'era spazio per il rimosro, ma solo
per la felicità che stavamo conoscendo insieme.
Quando finimmo mi staccai da lei, accarezzandole dolcemente una
guancia, mi persi nel guardare quegli occhi lucidi e quelle guance
ancora arrossate dall'amore che ci aveva travolto.
Elena si alzò in piedi cercando di ricomporsi con scarsi
risultati, mentre io continuavo a guardarla nella speranza che dicesse
qualcosa, qualsiasi cosa.
"Hey" dissi e lei si voltò a guardarmi
Si avvicinò a me e posò legegremente le sue
labbra sulle mie, la passione di prima sembrava svanita
"Devo parlare con Stefan" disse abbassando lo sguardo
Rimasi in silenzio, era bastata quella frase a farmi tornare alla
realtà, dove il senso di colpa faceva parte della mia vita.
"Forse è meglio che ci parli io" dissi portandole una mano
sotto il mento, obbligandola a guardarmi
"No, è giusto che lo faccia io"
E in quel momento qualcuno bussò alla porta ed Elena si
staccò da me per andare ad aprire.
Stefan guardò prima lei, poi me ed infine di nuovo lei
"Cos'è successo?" disse
Guardai mio fratello "vi lascio soli per parlare" dissi
uscendo da quella stanza con il cuore colmo d'amore e gli occhi pieni
di sofferenza.
Ben ritrovati :)
vi chiedo perdono
per la lunghissima attesa ma per un motivo o per l'atro non riuscivo
mai a trovare un secondo da dedicare alla scrittura :(
Ma ora eccoci qua
finalmente.
Colpo di scena
(anche per me a dire il vero, non avevo messo in conto di farlo
succedere così, ma mentre scrivevo è uscito
spontaneamente) Delena-sex :)
Non so se
è stato affrettato ma mi son lasciata coinvolgere dalla 3x19
e vedendo tutta la passione che c'ha messo Elena nel baciare Damon ho
pensato di mettercela un po' anche in questa storia.
Le cose come al
solito non sono semplici, nonostante la passione che li ha travolti,
è arrivato subito dopo il senso di colpa nei confronti di
Stefan, forse più per Damon che per Elena... e quindi
niente, vedremo come la prenderà Stefan... secondo voi? Come
reagirà?
Aspetto come
sempre le vostre opinioni che sono fondamentali per me.
Bacioni
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