Buon compleanno

di Night Sins
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Buon compleanno ***
Capitolo 2: *** Inizio di giornata... ***
Capitolo 3: *** La mia vita ***
Capitolo 4: *** Amo e odio ***
Capitolo 5: *** Triangoli ***
Capitolo 6: *** Chiacchiere e doppi sensi ***
Capitolo 7: *** Resta qui. ***
Capitolo 8: *** If you don't love me... ***
Capitolo 9: *** Non posso più tornare indietro ***
Capitolo 10: *** Chiarimenti ***
Capitolo 11: *** Curiosità ***
Capitolo 12: *** G. Wilson e T. Clarkson ***
Capitolo 13: *** Fuori luogo ***
Capitolo 14: *** Strani discorsi ***
Capitolo 15: *** Sensi di colpa ***
Capitolo 16: *** Ricordi ***
Capitolo 17: *** A casa ***
Capitolo 18: *** Normalità ***
Capitolo 19: *** Dubbi ***
Capitolo 20: *** Fiducia ***
Capitolo 21: *** Sapere ***
Capitolo 22: *** Competenze ***
Capitolo 23: *** Nella stanza 128... ***
Capitolo 24: *** Una nuova conoscenza ***
Capitolo 25: *** Dimenticare House... ***
Capitolo 26: *** Buena tarde, mi amigo Alec! ***
Capitolo 27: *** Telefonate ***
Capitolo 28: *** Avvocati ***
Capitolo 29: *** Estasi (capitolo 28-bis) ***
Capitolo 30: *** Incubi e serenità ***
Capitolo 31: *** E questa è la gioia. ***



Capitolo 1
*** Buon compleanno ***


Buon Compleanno



Ed un altro giorno è passato, altre ventiquattro ore sono terminate e non è cambiato nulla.
Ma cosa doveva cambiare?
Io? Tu? No, impossibile.
Siamo già cambiati molto da quando ci siamo conosciuti!
Già… quanto tempo è passato… anni… molti… eppure è strano pensare come con alcune persone si instaurino certi rapporti che vanno al di là del tempo.
Per quanti anni possano passare e per quante cose possano succedere, sapere che quella persona c’è ed è lì per te è una cosa meravigliosa.
Ed io so con certezza che tu ci sei, che ti preoccupi per me.
Ed allora perché questo non mi basta più? Perché sento un vuoto dentro, come se mi mancasse qualcosa, e quel vuoto mi fa mancare l’aria tanto che mi sembra di morire?
Certe volte, anche mentre sono al lavoro, mi viene da pensare a come sarebbe la mia vita senza di te, oppure ai tuoi occhi color del cielo, più splendenti di due diamanti e capaci di trasmettere tutte le preoccupazioni, le speranze e le paure che ti attraversano l’anima, ed allora è come se non riuscissi più ad andare avanti ed è difficile nascondere il tutto e far finta di niente, come fai tu.
Ed è gioia, ed è dolore.
Ma c’è una parola che le unisce entrambe: amore.
Ma è amore quello che io provo per te?
Non lo so… so solo che ho ‘cambiato’ molte donne, sono passato da una all’altra fin troppo facilmente, solo per il gusto di provare qualcosa di diverso, come se nessuna di loro avesse quel non so che capace di attirarmi fino in fondo… so che l’unica cosa certa che ormai mi è rimasta nella vita è la mia stima, il mio rispetto, verso di te. La mai completa fiducia in te. L’unica cosa che mi è rimasta sei TU.
Nemmeno il mio lavoro è molto certo, perché ci sei tu nel mezzo; sono stato mandato via dall’amministrazione perché ti ho difeso e non sarei neanche dispiaciuto di lasciare il lavoro, se fosse per stare dalla tua parte.
Ma non mi aspetto nulla da te, non mi aspetto e non pretendo nulla.
Il nostro rapporto è bello proprio perché spontaneo, non ci sono parole o scritte che lo definiscono: è, esiste, e questo è tutto quel che conta.
E questa è la gioia.
Ma la vera felicità sta nel vedere contenti e sereni le persone a cui sei affezionato anche se dentro di noi si sta male, per questo ti appoggio in ogni tua decisione e ti starò accanto sia che tu torni da Stacy, sia che tu scelga Cameron.

“Che ci fai qui, a quest’ora?” chiese Gregory House avvicinandosi alle spalle dell’amico e collega che si trovava appoggiato al cofano della propria auto.
“Guardavo le stelle.” rispose questo senza voltarsi.
“Oh… in città è proprio il massimo dello spettacolo.” disse fermandosi accanto a Wilson e alzando lo sguardo al cielo.
“Questione di punti di vista.” rispose voltandosi verso House.
“Immagino di sì…” disse Gregory “Geena?” domandò.
“A casa credo… è da oggi pomeriggio che non la sento…”, gli occhi che ritornarono dal dottore al cielo notturno, come a voler scacciare altre parole.
“Dai andiamo… guido io.” disse House con un occhiata che non ammetteva repliche.
E così i due medici salirono in una sola macchina, quella di Gregory House.
“Perché sei venuto all’ospedale?” domandò ancora l’uomo alla guida dell’auto.
“Non avevo sonno… stavo girovagando, e ho deciso di fermarmi lì.” rispose Jimmy e guardò l’orologio della macchina: l’1.45 a.m. del ventotto febbraio. Altri quindici minuti e sarebbero stati, precisamente, trentasette anni che era nato.
“Dove stiamo andando?” chiese dopo un po’, visto che la strada che stavano percorrendo non li avrebbe condotti al suo appartamento.
“Ho sete…” rispose semplicemente l’autista.
“E non potevi bere a casa mia?”
House non rispose.
Quando si fermarono, dieci minuti dopo, si trovarono davanti ad un bar aperto, nonostante l’ora.

“Una bottiglia di vino.” disse House al barista.
“Vino?” domandò stupito Wilson.
“Vuoi qualcos’altro? Una birra, spumante…”
“Non mi preoccupavo per me… hai preso il vicodin prima di uscire dall'ospedale?” rispose serio il medico.
“Non stare a pensare al vicodin, adesso!”
“E quando allora? Hai preso il vicodin?” ripeté ancora, deciso, James Wilson.
“Non di recente, contento?” rispose scocciato House “Una bottiglia di vino.” confermò al cameriere e i due presero posto ad un tavolino.
Pochi istanti dopo il barista tornò con la bottiglia di vino e due bicchieri che riempì per metà prima di andarsene.
Gregory prese il suo bicchiere e lo avvicinò a quello dell’amico, provocando il famoso ‘cin cin’, prima di andare a berne il contenuto.
“Grazie.” disse Wilson prima di assaporare anche lui il vino.
“Di cosa?” chiese House facendo finta di non capire a cosa si riferisse.
“Di questo… so che non t’interessano i compleanni, eppure…”
“Ti sbagli, non ci pensavo affatto. Avevo solo voglia di bere, tutto qui.” disse l’uomo tornando a dedicarsi al liquido nel proprio bicchiere.
“Non sai mentire…” l’informò Wilson e finì anche lui il proprio vino.
Rimasero nel locale per più di mezz’ora, chiacchierando e bevendo. Alla fine il dottor House pagò il conto e uscirono.
“E’ meglio che guidi io…” propose James sapendo che l’altro aveva bevuto più di lui.
“Speravo lo dicessi.” rispose Gregory lanciandogli le chiavi ed estraendo dalla tasca della giacca una confezione di pasticche, mentre l’altro lo guardava sconcertato.
“Non puoi prendere il vicodin ora!”
“Ancora con questo ‘vicodin’? Tanto guidi tu!” disse House ingoiando la pasticca bianca e prendendo posto nel lato passeggero.
Wilson scosse la testa, arreso, e salì in macchina.
Il viaggio fino a casa di Greg fu silenzioso e quando arrivarono l’ormai trentasettenne dottore si accorse anche del perché: l’amico si era addormentato.

E questa è la gioia.

Quando House si svegliò fu per il freddo, nonostante fosse coperto da qualcosa. Ancora un po’ intontito dal sonno guardò l’orologio e si chiese che cosa ci facesse addormentato nella propria auto alle '5.03' del mattino e con un cappotto che non era il suo.
Si voltò verso il lato dell’autista e vi trovò James addormentato.
“Ehi,” lo chiamò House, scuotendolo leggermente per un braccio.
“Mhm?!”
“volevi suicidarti o cosa?”
“Di che stai parlando?” domandò un assonnato Wilson.
“Del freddo… il tuo giubbotto l’hai dato a me, con tutto questo freddo. Potevi svegliarmi così s’entrava in casa, o trentasette anni ti sono sembrati troppi da sopportare?”
“Scusa…”
“Ah!” fece spazientito e rendendo il cappotto all’amico “Scendi dai!”

“Sarebbe questo il momento di toglierselo.” disse House visto che Wilson sembrava intenzionato a rimanere immobile nell’atrio di casa sua.
“Ma…”
“Hai intenzione di dormire lì, in piedi?” chiese Gregory “Santo cielo… che ti prende, vuoi per caso tornartene a casa tua a quest’ora?” disse notando lo sguardo stupito dell'altro. “La camera da letto sai dov’è, nel secondo ripiano del cassettone dovresti trovare un pigiama, se lo vuoi, ed il bagno sai dov’è, ma per ora ci vado io.” e, detto ciò, lo lasciò da solo.
Dal canto suo, a Wilson, sembrava di vivere un’esperienza surreale e diede la colpa di tale sensazione al sonno e al vino. Comunque si diresse nella camera dell’amico dove indossò uno dei pigiami di Greg e si sdraiò sul letto osservando il soffitto.
“Io sono uscito, se ti serve il bagno… Buona notte, io dormo sul diva…” disse Gregory entrando nella stanza e trovando Jimmy addormentato. Scossa la testa, “Tu vuoi proprio morire stanotte…”, e coprì l’amico con una coperta pesante; nonostante l’aria in casa era riscaldata dai termosifoni, faceva sempre freddo per dormire scoperti.

Un buon profumino arrivava dalla cucina. James Wilson, però, si svegliò al suono del telefono.
“House. Sì. Sì. Oh… non ti assicuro che ritorni a casa con tutte le parti del corpo integre e in buone condizioni… sai, l’ho drogato con il vicodin ed ora mi stavo apprestando a farlo a pezzi per poi divertirmi a ricomporlo come un puzzle.” sentì dire sarcastico e acido a Greg, aveva risposto lui al telefono dalla stanza accanto.
Era quasi mezzogiorno e mezzo, Jimmy si alzò, si vestì e andò in cucina.
“Era Geena?” chiese.
“Oh, ti ha fatto bene dormire. Ora hai un intuito eccezionale… sicuramente meglio di quello di stamani.” rispose House finendo di apparecchiare la tavola.
“Hai preparato te?”
“Okay, ritiro quello che ho detto… Su che ho promesso a Geena di farti tornare a casa prima del turno al Princeton, se no poi non ti fa più uscire…” disse, sempre cinico, House.

Quando ebbero finito di pranzare e sparecchiato, questo lo fece Wilson, uscirono di nuovo di casa. House accompagnò il collega a riprendere la sua macchina.
“Grazie di tutto.” disse James una volta arrivati.
House non rispose.
“Ci vediamo dopo.”
“Jimmy.” chiamò House, dopo che l’altro fu sceso.
“Sì?”
“Buon compleanno.” disse e se ne andò lasciando Wilson con le labbra increspate in un sorriso, nonostante la triste dolcezza che emanava dagli occhi vedendolo andar via.

Ci sei e ti preoccupi per me.
Ed è gioia, ed è dolore.




continua...



Ps: la data è quella del compleanno d Robert Sean Leonard, l'attore che interpreta Wilson...
Ps2: so che la moglie di Jimmy si chiama Julie, solo.... l'ho scoperto dopo aver cominciato a scriver la FF!! XD

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Capitolo 2
*** Inizio di giornata... ***


Non riesco a dormire. Inutile provarci, ormai lo so.
Le tue parole mi rimbombano in testa “Non sai mentire…”, eppure, “Tutti mentono.” io compreso, anche se non lo ammetterò mai a nessuno, probabilmente.
Strano comunque, credevo d’esser diventato molto bravo in questo. Sarà che tu mi conosci meglio di chiunque altro, o forse sei l’unico che mi conosce davvero… a parte Stacy, ma lei è un'altra storia, un’altra vita ormai… mento ancora, lo so, eppure non ci posso far nulla.
Ma probabilmente è per questo che ho fatto quel che ho fatto, stasera.
Hai ragione, non mi piacciono i compleanni; ricordano il tempo che passa, che passa e non ritorna. Non ritornerà mai più.
Ed io non voglio ricordare.
Voglio scordarmi tutto quel che è accaduto negli ultimi anni e continuare a vivere come prima: lavorare in ospedale, chiacchierare con te, uscire con Stacy… vivere con Stacy… Stacy… possibile che devo pensarci sempre? Ormai lei è sposata e non ha intenzione di tornare con me… ed io? Vorrei che tornassimo insieme, però… non sono sicuro che ciò che provo per lei sia ancora amore.
La colpa di tutto questo è sua: di Cameron.
Si è insinuata nella mia mente come un tarlo e non vuole andarsene.
Indubbiamente è bella, intelligente, gentile… anche troppo… ma ho paura che quel che le ho sempre detto sia la verità, che lei non sia innamorata di me, ma voglia star con me solo perché sto male.
Ed allora perché ogni volta che la vedo con quell’inglesino viziato, con Foreman o con chiunque altro, mi sento ancora peggio?
Ho una gran confusione in testa… fortuna che posso almeno contare su di te… è per questo che ti ho portato in quel bar prima, ti dovevo qualcosa. A dire il vero, credo che ti dovrò qualcosa per sempre… sei stato, e sei, molto più di un amico… anche se sono geloso anche di te. Gelosia… probabilmente è ciò che provo nei confronti di chiunque sia vicino a Cameron…


Beep… Beep…
La sveglia suonò alle dieci e trenta, come ogni volta che House aveva il turno di sera. Il medico si alzò dalla poltrona e si avviò a spengerla, il più velocemente che le sue condizioni glielo permettevano, per non far svegliare l’uomo che dormiva nel suo letto.
Quella mattina, dopo aver coperto il collega, non era riuscito ad addormentarsi e si era seduto sulla poltrona che si trovava nella sua camera e c’era rimasto fino a quel momento.
Ormai sapeva che per quel giorno non si sarebbe più riaddormentato, nonostante avesse dormito solo per poche ore, e quindi decise di darsi una sistemata: andò in bagno e poi si cambiò; andò in cucina e si fece un caffè.
Guardò l’orologio, le undici e cinque. Dalla sua stanza ancora nessun rumore, Wilson stava ancora dormendo, evidentemente.
Non sapendo che fare, e non avendo voglia di restare con le mani in mano, decise di preparare un pranzo decente, invece dei soliti surgelati.

Stava per apparecchiare quando il telefono squillò, Gregory andò a rispondere.
“House.” rispose semplicemente.
“Sono Geena, Jimmy è lì da te?” disse una voce femminile, all’altro lato del telefono.
“Sì.”
“Lo immaginavo, è da ieri pomeriggio che non lo sento… immagino abbiate passato la sera insieme, poi è venuto da te, avete fatto tardi e…”
“Sì.” disse secco l’uomo interrompendola, scocciato.
“Okay, calmo! Gli dici se passa da casa prima che torniate a lavoro?” domandò la donna.
“Oh… non ti assicuro che ritorni a casa con tutte le parti del corpo integre e in buone condizioni… sai, l’ho drogato con il vicodin ed ora mi stavo apprestando a farlo a pezzi per poi divertirmi a ricomporlo come un puzzle.” rispose sarcastico e acido.
“Fantastico, grazie.” disse la donna altrettanto sarcasticamente, e riattaccò.
House riprese a fare quel che stava facendo prima, poco dopo James entrò nella stanza.
“Era Geena?” chiese.
“Oh, ti ha fatto bene dormire. Ora hai un intuito eccezionale… sicuramente meglio di quello di stamani.” rispose House finendo di apparecchiare la tavola.
“Hai preparato te?”
“Okay, ritiro quello che ho detto… Su che ho promesso a Geena di farti tornare a casa prima del turno al Princeton, se no poi non ti fa più uscire…” disse, sempre cinico, l’amico.
Così si misero a tavola per il pranzo, accantonarono sia il discorso 'Geena' sia quello della notte precedente e chiacchierarono solo come dei semplici vecchi amici.
Alla fine House accompagnò Wilson all’ospedale, dove aveva lasciato la sua auto.

“Grazie di tutto.” disse James quando arrivarono “Ci vediamo dopo.” aggiunse, dopo che House era rimasto in silenzio e scese dalla macchina.
“Jimmy.” lo chiamò Greg.
“Sì?”
“Buon compleanno.” e se ne andò.
Anche quello glielo doveva, l'amico era più attaccato a certe ricorrenze, un po’ come tutte le altre persone… eccetto lui! Ed anche se Wilson sapeva che lui si era ricordato che era il suo compleanno, lui sapeva anche che gli avrebbe fatto piacere se per una volta fosse stato più esplicito.
Mancavano tre ore all’inizio del suo turno.
Decise di tornare a casa, non aveva senso starsene a giro per la città.

Quando arrivò a casa, House, accese la televisione e si sdraiò sul divano cercando di riposarsi e concentrarsi sul programma che davano in tv piuttosto che sul vorticare di pensieri che invadeva la sua mente.

“Ciao.” gli disse James; l’oncologo era arrivato poco prima di House e, vedendolo arrivare, si era fermato ad aspettarlo.
“Ciao. Geena ti ha fatto la ramanzina?”
“Niente di diverso dal solito…” rispose Wilson mentre si avviavano all’interno dell’ospedale.
“Immagino…”
“House!” ad accoglierlo, all’interno, c’era la Cuddy.
“Oh, hai visto come sono fortunato? Tu hai i tuoi problemi con tua moglie, mentre io ho un raggio di sole ad attendermi al mio arrivo al lavoro. Cosa si potrebbe desiderare di più dalla vita?” disse Gregory rivolto al collega.
“Che gentile… Su, per una volta che sei puntuale, vai a lavorare!”
“Agli ordini, tesoro!” e così la dottoressa tornò alle sue faccende.

“Ciao Foreman.” disse Wilson al nero che si trovava fuori dall’ufficio di House.
“Ciao Wilson.” rispose Foreman “House… in orario?” domandò poi stupito.
“Perché par a tutti strano?” disse facendo finta di non capire.
“In effetti…” commentò James.
“Ma tu da che parte stai?” chiese Gregory.
“Che succede qui?” domandò Chase affacciandosi dalla sala di diagnostica insieme a Cameron. “House?!?”
“Etciù!!” “Etciù!!”
Foreman, Chase e Cameron si voltarono verso i due dottori che avevano starnutito.
“Salute.” disse Foreman.
“Accidenti a te Wilson, se ho preso il raffreddore me la paghi!” disse House.
“Non sono io quello che s’è ubriacato e addormentato in macchina!”
“Non ero ubriaco… ma non farmi dir nulla, che è meglio!”
“Okay, okay… io vado in ufficio. Ciao ragazzi.”
“Ciao Wilson.” dissero in coro i tre.

“Che avete combinato stanotte tu e Wilson?” chiese poi Chase, curioso.
“Ti piacerebbe saperlo, eh?” rispose House “Mi spiace, sei troppo piccolo. Magari quando sarai più grande te lo dirò.” ed entrò nel suo ufficio diretto alla sua scrivania.
“Capito… non è successo niente perché, come ha detto Wilson, ti sei ubriacato e addormentato in macchina!” scherzò l’australiano beccandosi un occhiataccia da House.
“Chase, guarda se riesci a fare lo spiritoso anche mentre finisci di ordinare le cartelle laggiù.”
“Ma…”
“Foreman, visto che tu, invece, sei stato così contento del mio arrivo, preparami il caffè su, che come hai sentito stanotte mi son dato alla pazza gioia!
“Cameron, tu… ah sì, credo ci sia della posta a cui rispondere.” e dopo aver dato gli ordini si mise a giocare ad un nuovo videogioco.
“House guarda che io e Chase abbiamo già finito il nostro turno!” disse Cameron.
“Oh, ma non è molto, tranquilla… avrete tutto il tempo per divertirvi…” e riprese il suo gioco. House era stato il solito di sempre, anche se avrebbe voluto riuscire ad essere più gentile con lei… almeno con lei.



continua...

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Capitolo 3
*** La mia vita ***


Scusate il ritardo!!
Sono stata senza connessione x tutto questo tempo, perché la Telecom aveva combinato un pasticcio!! ù_ù
Cmq, grazie per i commenti!!^__^

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E’ mai possibile odiare una persona che non mi ha fatto nulla, che quasi non conosco?
Non lo credevo, eppure è così! Io odio la dottoressa Allison Cameron. La odio con tutta me stessa. Eppure non mi ha fatto niente, se avessi voluto avrei potuto avere Greg tutto per me, ancora una volta, ma questa volta sarebbe stato per sempre. Sì, non lo avrei lasciato a nessuna, tanto meno ad una dottoressa qualunque con un bel faccino e basta!
Eppure ormai non posso farci nulla, sono stata io ad allontanarlo per sempre, non posso prendermela con lei, e nemmeno con lui se decidesse di mettersi insieme a qualcuno. Infondo io ho la mia vita, mio marito e… e sì, da ora ho anche un bambino di cui occuparmi.
Ed allora perché continuo a pensare sempre a lui? Ai suoi occhi, alla sua bocca, alle sue mani… perché ogni volta che lo incontro nei corridoi, al bar, nel parcheggio, ovunque, vorrei chiedergli scusa, abbracciarlo, baciarlo, dirgli di aver sempre mentito e di tornare insieme a me? Probabilmente non si farebbe abbattere dal fatto che sono incinta, o forse no?
Quando l'ho baciato, nel suo ufficio, non ha ricambiato, ma non mi ha nemmeno scacciata. Lasciava intendere che mi amava ancora, che mi voleva ancora, o no? Forse non mi ama, ma mi vuole solo per dimostrare di essere migliore di Mark, di essere IL migliore… sarebbe da lui, infondo. Ma ormai non ha importanza, non posso più tornare indietro, non voglio che mio figlio cresca lontano da suo padre e con un uomo che probabilmente lo odierà.
Non ho più scelta ormai, mi devo arrendere, anche se non vorrei.

“Stacy, è tutto okay?” le domandò il marito.
“Mark, ti sei svegliato.” rispose sorridendogli “Certo che è tutto okay,” mentì “tu stai bene?”
“Sì… ma tu no, sono diversi giorni che sei strana, Stacy. Non puoi mentirmi!”
“Ti dico che non è niente, davvero, è solo la stanchezza…” cercò d’esser convincente, non voleva dirgli dei suoi dubbi e non voleva dirgli così, in quel modo, che era incinta; sicuramente avrebbe insinuato che la creatura che portava in grembo fosse di Gregory, eppure non era così, lei era incinta di quattro mesi, mentre Greg l’aveva rivisto per la prima volta solo tre mesi prima.
“No, c’è dell’altro sotto… è House, vero?”
“Che vai dicendo? Che c’entra lui, ora? Possibile che ogni volta che discutiamo tu metta in mezzo Greg?!”
“Perché è la verità! E’ da quando mi hai fatto ricoverare qui che sei così strana!”
“No, sei tu che sei strano! Che non capisci! House è storia vecchia ormai, ho sposato te perché ti amo, e tu continui a far il marito geloso!” disse allo stremo della sopportazione, con le lacrime agli occhi.
“Secondo te non dovrei esser geloso?” gli urlò contro Mark.
“No, non dovresti perché io aspetto un bambino da te!” e così alla fine glielo aveva detto, glielo aveva urlato contro con tutta la rabbia che quelle parole gli provocavano, ma anche la gioia di stare cullando una nuova vita dentro di sé. Uscì in lacrime, scappò via come una ragazzina perché non voleva sentire ciò che gli avrebbe detto.
In corridoio vide Greg e Jimmy che stavano parlando con il resto dell’equipe di House, decise di non farsi vedere; si mise a sedere su una sedia del corridoio e cercò di ricomporsi, non poteva andare in giro in quello stato.
Dieci minuti dopo era più tranquilla; però doveva parlare con qualcuno che non fosse suo marito, ma non voleva disturbare la Cuddy o Wilson.

Potrò almeno parlargli, spero.

“Greg, devo parlarti.” disse Stacy entrando nel suo ufficio, forse un po’ più fredda di quel che avrebbe voluto.
“Non è possibile finire un livello oggi, eh?” fece lui, più a se stesso che alla donna che era entrata “Le buone maniere, Stacy?! Si bussa prima di entrare in una stanza occupata da altre persone, la mamma non te lo ha insegnato?” e continuò a giocare.
“Toc toc.” disse “Greg devo parlarti.”
“Devo parlarti…?”
“ ‘Devo parlarti…?’, cosa?” domandò l’avvocatessa esasperata. Certe volte il suo comportamento era stressante e quello era un altro dei motivi per cui aveva sposato Mark; con lui, se voleva parlargli, non doveva prendere il numero.
“E’ semplice Stacy, si tratta sempre di buon’educazione!” rispose il dottore “Ti aiuto: son due paroline!”
“Basta con i giochetti, Greg! Devo parlarti, esci da questa stanza!” ordinò. Possibile che non capisse mai quando era il momento d’esser seri?
“Sempre la solita, eh?! Ora ho da finire questo livello…”
“… Greg, per favore, ho bisogno di parlarti!” disse. Alla fine aveva ceduto, anche quella volta, al volere dell’uomo… che amava e che avrebbe amato per sempre, anche se non era l’uomo con il quale avrebbe condiviso il resto della sua vita.
“Visto, era così difficile?” disse House. “Cameron mi raccomando, non approfittare della mia assenza per trascurare il lavoro!” disse rivolto alla dottoressa, facendogli l’occhiolino, si alzò ed uscì.

“Cosa c’è di così importante da farmi interrompere il mio videogioco?” domandò Gregory una volta fuori.
“Mark…”
“Mark?!”
“Io… noi… beh, abbiamo litigato…”
“E con ciò?” chiese House, freddo “Che c’entro io?”
“No, nulla… è che… niente dai, lascia perdere… ho sbagliato a venire da te… fai conto che non ti ho detto nulla, ciao.” disse Stacy, credeva che fosse una buona idea parlare con lui, ed invece si accorse che non era così… non poteva mica dirgli tutto, del perché aveva litigato con Mark e del bambino.
Se ne andò e lasciò solo House che tornò nel suo ufficio dove trovò un’atmosfera un po’ tesa, sembrava che fosse successo qualcosa tra Cameron e Chase.

Stacy nel frattempo camminava senza meta tra i corridoi dell’ospedale, sarebbe dovuta tornare al suo lavoro, ma non ne aveva la voglia né la forza.
“Stacy!”
“James…”
“Che è successo? Sembri sconvolta… venivi… dall’ufficio di Greg?” domandò l’uomo, intuendone la provenienza.
Stacy annuì.
“Sì, ma non è colpa sua…”
“Dai, ti offro qualcosa al bar così mi racconti…” disse.

“Congratulazioni!” le disse Wilson quando seppe del bambino.
“Grazie… ma non dirlo a Greg.” rispose storcendo le labbra in quello che doveva essere un sorriso “Sei contento anche tu, eh? Che il figlio sia di Mark…”
“Che stai dicendo? Che vuoi che cambi a me di chi è tuo figlio?” domandò Wilson, stupito.
“Certo, così ora Greg può mettersi con quella lì!” rispose, nervosa, Stacy.
“Quella lì? Stacy, capisco che sei in un periodo delicato, ma penso dovresti calmarti un po’.” disse James “Ti prescrivo dei calmanti?!”
“Cameron, chi vuoi che sia! Calmarmi… anche te, stai dalla loro parte!”
“Io sto solo dalla parte di Greg! E con chiunque deciderà di mettersi, io sarò contento per lui!” poi scrisse qualcosa “Prendine quindici gocce dopo i pasti. Ciao.” e si alzò lasciando nuovamente la donna da sola.

Come sono stupida, dovevo aspettarmelo da lui… pensavo che magari, tornando qui, qualcosa sarebbe migliorata, ed invece… beh… ormai non mi resta che affrontare Mark e restare serena, solo per il bene di nostro figlio.

“Scusa per prima, Mark.” disse entrando nella stanza del marito e avvicinandosi al lettino.
“E’ vero che è mio figlio?” domandò lui serio, senza guardarla in volto.
“Non ci possono essere dubbi… sono di quattro mesi.” disse.
“C-cosa? E da quanto lo sai?”
“Da due mesi, quasi.”
“Perché non me ne hai mai parlato?”
“Non lo so, io… ero confusa, agitata, triste e contenta insieme… e…” scossa la testa sedendosi sulla sedia vicino al marito.
“E non volevi crederci, perché questo avrebbe significato rinunciare per sempre ad House!” disse l’uomo “Non avresti permesso che tuo figlio crescesse senza il suo vero padre solo per un tuo capriccio. Ti conosco troppo bene.” finì.
Stacy rimase in silenzio, Mark aveva indovinato su tutta la linea ed ora non riusciva a dirgli che non era così, che ormai sarebbe rimasto accanto a lui per sempre.
“Non dici nulla, certo che dovresti dire… Perché continui a rimanere qui, con me? Perché non vai da lui a dichiarargli che il tuo amore per lui è sempre stato al primo posto nella tua vita?” la sua voce era calma, fredda, faceva più paura che se si fosse messo ad urlare. “I documenti per il divorzio puoi mandarmeli tu stessa…” disse dopo alcuni istanti di silenzio.
“Che vai dicendo? Io non ho intenzione di divorziare! Sei e resterai mio marito. E’ vero, Greg non mi è mai stato indifferente e probabilmente non lo sarà mai, ma questo non vuol dire che io voglia tornare con lui!” disse Stacy cercando di restare calma “Te lo ripeto, ho sposato te perché volevo sposarti; questo figlio è tuo ed io lo voglio, lo voglio così come voglio te! E se continuo a restare qui è perché ci sei tu, non per House! Spero sia tutto chiaro, perché io ho del lavoro da terminare; ciao!”
“Stacy…”
“Sì?” disse voltandosi verso il marito.
“Scusami, è che stare qui, senza far nulla, non è il massimo. Sono contentissimo della bella notizia che mi hai dato. Ti amo.”
“Ti amo anch’io, Mark.” disse prima di baciarlo.



continua...



Grazie ancora a chi ha commentato(non solo con i commenti qui sul sito), spero che questo capitolo sia altrettanto apprezzato ^__^
ciao ciao
Nike87


Ps: scusate se i titoli fanno schifo... non sono il mio forte... ^^''''

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Capitolo 4
*** Amo e odio ***


Amo e Odio

Tre mesi… ormai non dovrei più pensarci, dovrei andare avanti, vivere la mia vita come facevo prima d’incontrarti, ma non è possibile.
Si dice che il tempo può chiudere tutte le ferite, è solo la menzogna di qualcuno che non si è mai innamorato, probabilmente… non ci si può dimenticare di chi si è amato, passassero anche cent’anni, figurarsi se poi ci lavori anche insieme!
Cerco di far finta di nulla, ma è tutto inutile… Foreman se n’è accorto, Chase anche… la Cuddy e Wilson m’hanno chiesto spesso cosa avevo. L’unico che sembra non aver notato nulla è lui… Certo, non che io glielo faccia capire, penso d’esser stata più o meno la solita in questi mesi… dopo quel che gli ho detto quel giorno poi!
Ma che potevo fare? Non mi ama e non mi ha mai amato, sono stata sempre e solo io quella che s’era illusa.
E’ stato un bel sogno, finché è durato. Ora devo andare avanti!
Lo so, ed allora perché non ci riesco? Perché non riesco ad uscire con altri uomini e sogno ancora di vedermelo arrivare davanti casa e dirmi parole che non gli sentirò mai rivolgere a me?
Sono una stupida… solo una stupida ragazzina innamorata, come m’ha detto Chase.
Eppure non ci riesco, posso ripetermi tutte le storie che voglio, chiunque può sbattermi in faccia la realtà in ogni modo, Chase può prendermi in giro da qui all’eternità, ma le cose non cambieranno. Lavorando con lui, ho imparato ad amarlo e ad odiarlo per il suo comportamento. Ho imparato ad odiare il suo voler allontanare tutti, il suo essere ironico e sarcastico nei momenti meno indicati, il suo essere misantropo e misogino, ho imparato ad odiare il suo odio verso l’amore e verso la vita; ma ho imparato ad amare il suo amore verso il nostro lavoro, il suo rispetto della vita e la sua voglia di migliorarsi e di risolvere ogni caso perché sa che c’è molto più in gioco, ho imparato ad amare i suoi occhi di ghiaccio, la sua voce suadente, la sua gentilezza che cela magistralmente dietro una maschera d’indifferenza, la sua caparbietà, il suo non volersi arrendere, il suo mettersi in gioco nelle questioni mediche, ho imparato ad amare tutto di lui, anche le cose che odio. Ed infine, amo e odio il suo amore… lo amo perché la donna di cui è innamorato è la donna più fortunata di questo mondo, lo odio perché quella donna non sono e non potrò mai essere io. Ma questo non cambia nulla, anche se ne sono pienamente, tremendamente, assurdamente consapevole, non posso fare a meno d’amarlo…


“Allison, buon giorno!”
“Buon giorno, Robert.” rispose lei, laconica.
“Sempre la testa tra le nuvole, eh?” disse ironico il dottore.
“…”
“Ehi, ma se non mi rispondi più, che gusto c’è?!” chiese Chase mentre stavano dirigendosi in ambulatorio “Sempre House, vero? Insomma, non lo vedi come sei ridotta? E tutto questo solo per un bastardo che non ti ama e che ti ha fatto solo soffrire?! Non pensi di meritare qualcosa di meglio di House? Potresti avere chiunque ai tuoi piedi, ed invece ti ostini a continuare in quel modo. Perché?”
“Perché? E’ così difficile da capire!?” disse, quasi urlando, Cameron mentre Chase la guardava stupito “Ebbene sì, lo amo, lo amo con tutta me stessa, ed anche se lui non mi amerà mai io non posso fare a meno di provare quel che provo per lui! Contento ora?!” finì nervosa, la dottoressa.
“Okay... ho capito... ci vediamo Allison...” disse Chase e i due si divisero.

La dottoressa Cameron era contenta che, anche per quel giorno, il suo turno non coincidesse con quello di House. Nonostante tutti i suoi buoni propositi, preferiva evitarlo il più possibile.
Certo, con il loro lavoro era più un eufemismo, ma andava bene così, doveva andare bene così!

La sua giornata all’ospedale era quasi terminata e lei si trovava nell’ufficio a finire di sistemare le sue cose, con lei c’era anche Chase.
“Senti, scusami per stamani…” disse Cameron “ero un po’ nervosa.”
“Non fa nulla…” rispose. Poi sentirono delle voci venire da fuori.
“Che succede qui?” domandò Chase affacciandosi dalla sala di diagnostica insieme a Cameron.
Fuori trovarono Foreman, Wilson e, nello stupore collettivo, House.
Quando Wilson se andò, il gruppo entrò nell’ufficio e House mise tutti al lavoro, anche lei e Chase che avevano finito il loro turno.
“Oh, ma non è molto, tranquilla… avrete tutto il tempo per divertirvi…” disse quando gli fece notare la cosa e riprese a giocare.

La donna, rassegnata, prese posto alla scrivania e cominciò il suo nuovo incarico, prima cominciava prima avrebbe finito.
Non passarono pochi minuti che Stacy piombò nella stanza; Allison le lanciò solo un occhiata veloce ma le bastò per immaginarsela insieme ad House, e non nelle vesti di una semplice paziente!
Da una parte però, era contenta che House non fosse scattato in piedi appena la donna l’aveva chiamato; non si faceva illusioni di nessun tipo, non più ormai, ma si era sentita un po’ più sollevata mentre Stacy sembrava perdere la pazienza.
“Cameron mi raccomando, non approfittare della mia assenza per trascurare il lavoro!” le disse quando acconsentì a parlare con l’avvocatessa. Prima di uscire le fece anche l’occhiolino, lasciandola stupita e un po’ imbarazzata, anche se non sapeva a cosa si riferisse.

“Dove è sparito?” domandò Foreman, che era tornato con la tazza di caffè.
“E’ fuori a parlare con Stacy.” rispose cercando di non pensare cosa avesse di così urgente da dirgli.
“Già…” disse Chase che gli aveva raggiunti, scocciato dall’incarico che gli era stato affidato, “Senti Allison, non voglio litigare come stamani, ma ti voglio bene e vederti così non mi piace per nulla. Soprattutto perché House è un cretino, se sta ancora a pensare a quella donna!”
“E’ inutile… Chase non potrai mai capire.” rispose Cameron cercando di restare calma. “E’ tutto così difficile… ma anche se forse hai ragione ed è un cretino, è un cretino che è ancora innamorato della sua ex e che non potrà amare nessun’altra, ed io lo capisco perché nonostante tutto sono una cretina anch’io perché non riesco ad amare nessun’altro all’infuori di lui, per cui... non puoi far nulla per me!” disse decisa, e rassegnata.

“Che succede qui?! Non si lavora?!” disse House rientrando e andando a prendere il caffè che gli aveva portato Foreman, anche se aveva notato l’aria un po’ tesa.
“Scusami, non ce la faccio…” rispose Cameron alzandosi e senza guardarlo in volto. “Mi dispiace, io vado.” e detto ciò prese il suo cappotto ed uscì.
Non sapeva nemmeno lei perché si sentiva così… di solito si dice che parlare di un problema fa star meglio, ma non ebbe quell’effetto sulla dottoressa che, ogni volta che tornava sull’argomento, stava sempre peggio. Non riusciva a vedere vie d’uscita ed era sicura che sarebbe stato così per molto tempo ancora.



continua...




Yui91 = Grazie mille!! Sempre gentilissima come al solito, sono contenta che ti sia piaciuto il cap!! ^__^

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Capitolo 5
*** Triangoli ***


Triangoli

Possibile che sia io quello sbagliato? Credo di star perdendo il controllo della situazione… prima Stacy, poi Cameron… entrambe riescono a sconvolgermi in modo incredibile, entrambe si sono dette innamorate di me ed entrambe si sono allontanate da me… certo la colpa non è solo loro, sono io che ho questo carattere, sono stato io a scansarle da me quando loro volevano starmi accanto ed ora… oramai non si può tornare indietro… o no? Dovrei essere io a fare la prima mossa, ma…

“House… stai bene?” gli domandò Foreman dopo che la dottoressa era uscita dalla stanza e il suo capo era rimasto come fissato su chissà quali pensieri.
“Sì… sì, certo…” rispose “ma voi che ci fate ancora qui?! Andate a finire il vostro lavoro!! E non disturbatemi!” e così si sedette alla sua scrivania ed accese il suo mp3 senza nemmeno interessarsi di quale canzone ci fosse e si mise a giocare con lo yo-yo.
Chase e Foreman decisero di non chiedergli altro e lo lasciarono da solo.

… La prima mossa… facile da dirsi, ma non sono io l’esperto con le donne… mpf… eppure nessuno può prendere questa decisione al posto mio. Nessuno può sapere chi amo.
Amore, già... Stacy è stata la prima donna che io abbia mai amato sul serio. Ci saremmo sposati probabilmente, se non avessi avuto il problema alla gamba e tutto ciò che ne è conseguito.
E’ andata via e non l’ho rivista per ben cinque anni, prima che venisse a chiedermi aiuto per suo marito… già, mentre io ero qui e continuavo a torturarmi col suo ricordo, lei si è sposata!
Certo non era solo il suo ricordo che mi tratteneva… anche le mie condizioni, non volevo… non voglio, che qualcuno mi stia accanto solo per pietà e compassione… ma anche questo è colpa sua… non potrò perdonarla per questo, questo no. Avevo il diritto di decidere della mia vita e lei non doveva intromettersi, a tradimento poi, mentre non potevo fare nulla… eppure ho continuato a pensarla, ed a pensare a ciò che mi ha fatto, in un susseguirsi di amore ed odio… mi domando se tutto questo pensarci non abbia fatto diventare indifferenza ciò che provavo per lei.
No, non si può provare indifferenza verso di lei… si può amare, si può odiare, si può trovare simpatica o antipatica, ma non si può rimanere indifferenti davanti a lei.
Tutto sta a capire dove mi trovo… cosa voglio provare per lei, cosa provo per lei e cosa provo per Cameron.
Oggi le ho viste entrambe voltarmi le spalle e andarsene senza che io fossi riuscito a capire il perché e senza che io abbia fatto nulla per trattenerle o solo per capire… ma come posso riuscire a capire loro se non capisco nemmeno cosa voglio io?


“House!”, la Cuddy irruppe nella stanza.
House alzò gli occhi su di lei, “Raggio di sole, dimmi tutto.” disse.
“Hai visto che ore sono?!”
“Mmm…” guardò l’orologio “Solo le 6.00, purtroppo… speravo fosse passato più tempo.” rispose.
“Sai che in questo momento dovresti trovarti in ambulatorio?!” domandò ancora l’amministratrice del Princeton Plainsboro.
“Già… ma è così noioso… perché non ci mandi Foreman al posto mio? O forse l’inglese…”
“Chase è già andato a casa, come ovvio visto che il suo turno è finito da un ora, e Foreman ha già il suo lavoro da compiere. Alzati immediatamente da lì e vai in ambulatorio!” ordinò la donna.
“Okay, okay…” sbuffò House spengendo l’mp3 ed alzandosi dalla sedia.

Forse per una volta non sarà un male avere l’ambulatorio… magari evito di pensare per un po’ alla mia disastrata vita…

House lasciò il suo ufficio e si diresse in ambulatorio; nel farlo si ritrovò a passare davanti a Wilson che stava parlando, evidentemente, con i parenti di qualche suo paziente. Rimase a fissarlo alcuni istanti, nonostante i problemi che aveva in famiglia riusciva ad esser sempre gentile e disponibile con le altre persone; lui invece era proprio l’opposto di Wilson, ma non lo invidiava, almeno non doveva sempre fingere che fosse tutto a posto. Andò avanti, non poteva rimanere lì impalato.
James Wilson alzò solo gli occhi per vedere il collega allontanarsi, ma continuò a parlare con la coppia che aveva davanti come se non fosse successo nulla, sicuramente avrebbe avuto modo per scoprire cosa tormentava l’amico.

House svolse il suo turno in ambulatorio e poi tornò in ufficio, aveva altre scocciature da fare, ma le avrebbe lasciate per la sua equipe.
Era notte inoltrata e lui era ancora in ufficio, il suo turno era quasi terminato.
“Foreman, perché sei ancora qui?” disse quando il dottore gli si parò davanti “Il tuo turno è finito.”
“Ti piace, vero?” domandò Eric.
“Stare qui con te? Per niente!” rispose House.
“Cameron, sto parlando della nostra Cameron: Allison!”
“Nostra? Non sapevo che noi due avessimo una storia a tre con Cameron…” disse sarcastico “mmm… no, non mi piacciono i triangoli, troppe punte, ci si fa male poi.”
“Smettila di fare l’idiota, House! Cameron è innamorata di te, te l’ha già detto, e nonostante tutto quello che le hai fatto lei continua a non pensare a nessun altro!”
“Ah, è per questo! Sei geloso e vuoi che metta una buona parola per te con la nostra Cameron, eh?!”
“Sto cominciando a dubitare che tu faccia solo finta d’essere un cretino…”
“E’ un complimento, Foreman?”
“Per nulla! A domani.” disse voltandosi ed uscendo dall’ufficio.
Il neurologo non riusciva a capacitarsi di quanto potesse essere cocciuto e ottuso il proprio capo; gli dispiaceva molto per Allison, ma era convinto che avrebbe fatto meglio a mettersi l’animo in pace piuttosto che stare ancora dietro ad un tipo così.

House uscì dall’ospedale diretto al parcheggio.
“Aspetta!” sentì dirsi alle spalle.
“Ancora qui?!” domandò voltandosi verso l’oncologo.
“E tu? Che è successo?! Ti ho visto strano…”
Gregory House scosse la testa. “E’ meglio andare a casa, è tardi.” rispose dirigendosi verso la propria auto.
“Ehi!”
Gregory si voltò verso l’amico guardandolo negli occhi.
“Per qualsiasi cosa, ci sono sempre.” sembrava volergli dire.
House sorrise. “Lo so.” Alzò la mano in segno di saluto e salì in macchina.
Wilson sorrise a sua volta e si diresse anche lui alla propria auto.



continua....



X Yui91: L'altra volta c'ho messo tanto ad aggiornare perché non avevo internet!! ù__ù
Comunque, attualmente anche io son un po' *indecisa* su Cam... anche se ho cercato di restar imparziale ^^ (come in tutti gli altri cap^^)
Grazie mille per i complimenti!! ^///^

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Capitolo 6
*** Chiacchiere e doppi sensi ***


Chiacchiere e doppi sensi

Ho un matrimonio che non va proprio a *gonfie vele*, altri due alle spalle e nonostante tutto continuo a preoccuparmi anche per lui… beh, infondo non è mica colpa sua se i miei matrimoni sono un fallimento… si è sempre preoccupato per me, nonostante tutto.
E poi… sono io che continuo a stargli accanto, avrei avuto modo di *staccarmi* da lui se solo avessi voluto ed invece no… è un amico, anche se ha un carattere schifoso, ed ha bisogno di me… o sono io ad aver bisogno di lui?
Forse tutt’e due le cose… è bello stare con qualcuno che ti capisce anche senza bisogno di parlare… cosa non certo semplice, però… quando trovi qualcuno con cui hai quell’alchimia, sei sicuro che potrai sempre contare su quella persona.
E’ un legame indissolubile, più forte di qualsiasi matrimonio o qualsiasi altro sentimento *d’amore* poiché non c’è in mezzo un’esigenza fisica o un qualche contratto esterno, ma solo la serenità di stare bene senza nessun tipo di richiesta o scambio.
E’ una cosa volontaria e non obbligatoria… forse è vero quel che qualcuno dice, che non si cerca di rendere felici gli altri solo per vederli felici, ma perché si è felici noi in primo luogo della felicità dell’altra persona… ma è un male questo?
Se si può rendere felice una persona cara ed esser felici noi stessi, non è il massimo che si possa desiderare?!
Io la vedo così, e sono contento di questo… anche se rendere felice House, certe volte, è davvero un impresa, nonostante tutto quello che dice!!
Geena poi… non riesco a capirla… possibile che mi circondi solo di persone incomprensibili?
Anche se…


Wilson distolse lo sguardo dalla coppia che era arrivata da lui, erano i genitori di un bambino che era nato solo pochi mesi prima e gli stava informando di tutti i rischi che un operazione comportava per un neonato, anche se aspettare ancora avrebbe potuto esser fatale lo stesso.
Si presentò alla coppia, erano entrambi molto giovani, non sarebbe stato facile parlare con loro.
Con la coda dell’occhio vide che lo stavano fissando, alzò lo sguardo per notare House che si dirigeva verso l’ambulatorio.

…almeno qualcuno un po' riesco a capirlo… dovrà dirmi tutto, e lo farà…

L’oncologo ritornò con l’attenzione ai due genitori che aveva di fronte e fece il suo dovere, anche se le lacrime che scendevano dagli occhi della donna non erano facili da sopportare, ma era il suo lavoro ‘c’era abituato’ avrebbe dovuto dire, ma non sono cose a cui uno si abitua, nemmeno dopo anni ed anni di lavoro.
E quello era il suo lavoro, doveva andare avanti comunque. “The show must go on”.
Dopo una ventina di minuti aveva finito di parlare con la coppia, l’intervento era fissato per due giorni dopo, giovedì 2 marzo.
Andò nel suo ufficio e prese posto sulla sua poltrona, certe volte avrebbe voluto fare come House e lasciare il lavoro d’ufficio agli altri, ma lui non era House! Così cominciò a sistemar le cartelle che si trovavano sulla sua scrivania per poi sistemare le altre.

“Ed anche oggi è andata.” mormorò guardando l’orologio indicare un ora tremendamente tarda.
Uscì e si diresse al parcheggio dove scambiò alcune parole con House; frasi ermetiche come lo erano di solito quelle dell’amico, ma in cui riusciva a leggere anche di più di quello che l’altro avrebbe voluto dirgli.
Wilson era in macchina, aveva appena messo in moto quando gli squillò il cellulare.

Chi è a quest’ora?! House?!

Guardò dallo specchietto retrovisore, House era già partito.
“Non c’era nulla, eh?! Perché non me l’hai detto prima?!” disse rispondendo al telefono.
“Non volevo tenerti ancora lontano da Geena… chissà che mi fa, poi…”
“Idiota…”, nel frattempo Wilson aveva messo la prima ed era partito.
“Questa sera vi piace proprio a tutti dirmelo, eh?”
“E’ perché lo sei.” scherzò James.
“Grazie.”
“Prego.”
“Non c’è di che.” disse House dall’altra parte del telefono.
“Allora?”
“Allora, che?!”
“Sei stato tu a chiamare, perché?” chiese l’oncologo svoltando a destra all’incrocio dove era arrivato.
“Ah… secondo te sono un cretino?”
“E’ quel che ho appena detto… Stacy o Cameron?!”
“Stacy o Cameron, cosa?”
“Con chi delle due sei stato un cretino.”
“Ah… con entrambe, forse.”
“Uhuh… racconta.” disse James curioso.
“Vuoi aiutarmi o fare pettegolezzi?!”
“Entrambe le cose…”
“Vecchia comara!”
“Su che son quasi arrivato, spara!”
“Anch’io… allora prima arriva in ufficio Stacy che vuole parlarmi e mi dice che ha…” cominciò a raccontare House; nel frattempo Wilson aveva accostato al marciapiede destro e si era fermato.
James spense il motore ed uscì dalla macchina, con il cellulare ancora in mano chiuse la propria autovettura e poi si avviò lentamente verso la porta.
“Ti dice che ha litigato con il marito.” terminò la frase Wilson.
“Sì, come fai a saperlo?! Anzi no, dimmi prima perché vedo una macchina molto simile alla tua parcheggiata davanti casa mia.” disse House mentre che anche lui ebbe parcheggiato l’auto proprio dietro l’altra e si apprestava a scendere dalla propria avviandosi lentamente verso la sua abitazione. “Ehi, ma ha riattaccato?!?”
“Nessuna visione mistica, Nostradamus.” disse Wilson avviandosi verso di lui e mettendo il cellulare in tasca. “Ehi, mica potevo passare la notte al telefono con te, ed in macchina soprattutto… preferisco stare comodo su una poltrona, in un posto caldo e magari bevendo qualcosa.”
"Ma... come hai fatto ad arrivare prima di me? Quando sono partito avevi appena messo in moto." domandò House.
"Tu vai più piano di una lumaca, anche con la macchina!"
“E Geena?!” domandò poi.
“Sei innamorato di lei? In ventiquattro ore me lo hai già chiesto tre volte!” disse sospettoso Wilson.
“Geloso?!” chiese malizioso House.
“E’ pur sempre mia moglie…” rispose.
“Tranquillo, non ho nessun interessa per lei. Entriamo.” disse aprendo la porta. “Va bene una birra?”

House porse a Wilson la birra e si sedettero su due poltrone, poi gli raccontò quel che era successo quel giorno, dei suoi dubbi sulle due donne e di come si sentisse confuso.
“Cretino due volte!” disse alla fine l’oncologo.
“Grazie…”
“Ma insomma, ormai è passato molto tempo da quando Stacy lavora in ospedale, ti ha detto chiaramente che non vuole tornare da te… Cameron invece andrebbe in capo al mondo, ed anche oltre, se tu glielo chiedessi… la scelta non è difficile, se Cameron ti piace… e lei ti piace! No?” domandò infine guardando l’altro negli occhi.
“…”
“Gregory House, devi dare una risposta!”
“Vostro onore, mi appello alla facoltà di non rispondere…” disse prima di andare a finire con un ultimo sorso il contenuto della bottiglia che aveva in mano.
“Obiezione respinta! Non puoi continuare così ancora a lungo.”
“Sì che…” tentò di rispondere House; l’alcool aggiunto alle ore di sonno mancanti lo stordiva, la testa ciondolò in avanti e probabilmente avrebbe sbattuto contro il tavolo di cristallo se Wilson non l’avesse sorretto.
“Sei già ubriaco dopo una birra?!” scherzò l’altro.
“Stamani non ho dormito, dopo che siamo entrati in casa.” rispose serio.
“Ma…” scosse la testa “dai, ti porto a letto.”
“E’ una proposta, una minaccia, o cosa?” trovò la forza di scherzare House, fissandolo negli occhi.
“…Dai andiamo, e fai pochi giochetti!” rispose l’altro distogliendo il contatto visivo e aiutandolo ad alzarsi.
“Ho capito, vuoi andare subito al sodo e saltare i preliminari... beh, è vero, non a tutti piacciono. Eppure io ti facevo uno a cui piacciono…” continuò House.
“Greg, insomma, muoviti!” sbuffò James.
"Oh... non pensavo avessi così furia... capisco che dovrei esser meno pudico, infondo ci conosciamo da molti anni ed hai già dormito nel mio letto, ma sai... io sono ancora di vecchie tradizioni: mai prima del matrimonio." disse il padrone di casa.
"E questo che sarebbe? Vuoi che ti chieda di sposarmi?!" scherzò ora Wilson, decidendo di non preoccuparsi di quel che l'amico diceva, infondo non era in sè, in quel momento.
"E tu vuoi portarmi a letto?" domandò House.
"No! Sì." rispose l'altro ora di nuovo imbarazzato.
"No, sì... deciditi."
"Voglio portarti a letto, ma non in quel senso!! Ma perché sto a parlare con te?!" si domandò l'oncologo mentre lo accompagnava in camera.
"Ipotesi uno= io ti piaccio; ipotesi due= non hai niente di meglio da fare."
"Ipotesi tre= sono troppo buono per lasciarti in queste condizioni ed in balia di te stesso!!" finì aiutandolo a sistemarsi sul letto. “Ce la fai a spogliarti da solo, vero? disse.
“Non vuoi farlo tu?!”
“Vado a prenderti un bicchier d’acqua…” glissò la domanda Wilson e lo lasciò da solo in camera.



continua….



(il titolo fa schifo come al solito... sorry XD)

X Yui91: Grazie, come sempre!! ^__^
Anche io adoro l'amicizia tra House e Wilson... purtroppo non credo che nel telefilm possa mostrarsi come qualcosa di più... però... sono fantastici in ogni modo! XDD

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Capitolo 7
*** Resta qui. ***


"Resta qui."

Perché ho fatto quelle battute idiote? Sembrava ci volessi provare con Wilson! Wilson... il buon, caro, dolce, disponibile Wilson... devo essere stanco sì, molto stanco! Però potrei trovare molti altri aggettivi per lui, tutti elogi, all'opposto di quello che si potrebbe fare per me; lui è gentile, intelligente, simpatico... bello e affasci... ma che sto pensando? E' tutta colpa della stanchezza, sì... domani andrà meglio... già...

Chiuse gli occhi, voleva dormire e riposare. Sentì poi i passi dell'amico, segno che stava arrivando, ma rimase com'era. Non per prenderlo in giro in un qualsivoglia modo, ma perché non riusciva quasi a tenerli aperti; e poi stava bene così.

Sono quasi le 3.00 a.m. ... Geena sarà davvero arrabbiata questa volta... Infondo lei ci tiene molto alle ricorrenze ed oggi non ci siamo quasi mai visti... ma infondo era il mio compleanno, non il suo... Comunque, stranamente da quel che ci si aspetterebbe, non mi dispiace poi tanto...

"Ah... spero che ti sia passata la voglia di scherza..." stava dicendo Wilson tornando nella camera di House, ma si bloccò quando si accorse che l'altro si era addormentato.
Rimase ad osservarlo alcuni istanti prima di realizzare che avrebbe fatto meglio almeno a coprirlo. Da quando mi fisso su di lui? si chiese mentre posava il bicchiere sul comodino per poi passare a mettere in pratica la sua idea.
Ancora una volta, però, si ritrovò paralizzato ad osservare il collega. Chissà cosa c'era in quella birra... si domandò ancora, prima di decidere che sarebbe stato più semplice prendere una coperta dall'armadio piuttosto che cercare di usare quelle presenti sul letto, ma sotto il corpo addormentato di House!
Tentò di alzarsi per raggiungere l'armadio, ma qualcosa glielo impedì.
Quando abbassò lo sguardo si accorse che l'amico l'aveva preso per la cravatta impedendogli di alzarsi, anzi, attirandolo a se.

Non so bene cosa mi sia preso, solo... il suo profumo si sente ancora ed è molto buono... non voglio che si allontani, ho come paura che se lo farà poi... tutto cambierà, le cose tra noi peggioreranno ed io... non voglio perdere l'unica persona che ha saputo starmi vicino anche quando nemmeno io sarei riuscito a restarmi accanto...

"Jimmy..."
"Ho-Hou..." non riuscì a finire di pronunciare il nome perchè lui aveva annullato completamente le distanze tra di loro, baciandolo.
"Sei davvero fuori di te, stasera..." disse Wilson quando si staccarono ed abbozzando un timido, quanto imbarazzato, sorriso. Era sicuro che House non fosse molto cosciente delle sue azioni.
"No."
"No?!"
Gli occhi assonnati celavano anche la lucidità di quel nuovo gesto e la consapevolezza di ciò che stava facendo, ossia invitando, per la seconda volta in pochissimo tempo, l'uomo nel proprio letto.
Questa volta, però, lo fece andando ad aiutarlo a togliersi gli indumenti che indossava, dopo aver semplicemente detto: "Resta qui."
House tornò a baciarlo, prima timidamente, per una volta quasi insicuro di se stesso, poi, quando si accorse di essere ricambiato, più deciso.

Che sta succedendo? Ho la testa vuota... no... c'è Greg, lui e solo lui... ma non capisco il perché... perché siamo qui? Perché ci stiamo baciando? E' il mio migliore amico, la persona con cui ho condiviso tutto, fin da quando ci siamo conosciuti... ed ora... ho paura... se questo rovinerà tutto? Se ho ragione io, per una volta, ed è solo il suo stato fisico-emotivo turbato, a farlo agire così? Non voglio distruggere tutto... non voglio perderlo... ed allora perché lo lascio fare?

"Va tutto bene, Jimmy." disse House sbottonandogli la camicia.
In un attimo non esisteva più giusto o sbagliato, non esistevano Stacy, Cameron o Geena. C'erano soltanto loro e qualcosa che non sapevano spiegare, ma che li avvolgeva completamente in un misto di emozione e piacere che non avrebbero potuto definire.



continua..



X Yui91: Sempre grazie 1000!!! ^/////^ e sempre troppo buona!!
Spero che questo cap ti sia piaciuto ^^
X Hcn: hihihi… è successo ciò che speravi?! :P
anche se, a dir il vero, all’inizio, non doveva andar così…. Ma poi, non ho potuto farci nulla XDD
Cmq... non posso farci nulla, Jimmy mi ispira sempre tanta dolcezza! *___*

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Capitolo 8
*** If you don't love me... ***


"If you don't love me,
I don't know what I'm going to do..."



House si era svegliato, riposato e sereno... felice. Abbassò lo sguardo, Wilson dormiva beatamente abbracciato a lui. Rimase ad osservarlo, unica cosa che poteva fare, se non voleva svegliarlo.
Era così rilassato e tranquillo...

Non me ne ero mai accorto prima, eppure... quest'uomo dai lineamenti così morbidi... dolci... riesce sempre a farmi diventare sereno e in pace... anche quando gli sfogavo addosso il mio dolore, magari mi guardava male o rispondeva a tono, eppure... eppure mi bastava lanciargli un'occhiata per avere la sensazione che ogni cosa sarebbe andata, inevitabilmente, nel verso giusto. E' la cosa migliore che mi sia capitata in questa vita... non è uno scherzo... questa notte non ero ubriaco e non cercavo nemmeno un diversivo ai miei dubbi su Stacy o Cameron... no... non ho più dubbi ormai, e loro due non hanno più un ruolo centrale nella mia vita... se mai l'hanno avuto.
Non sono pentito, di nessuna delle cose che ho fatto... tanto meno di questa, eppure... sto male, ho una tremenda fitta al cuore, ma non è il rimorso, è paura... una tremenda paura che possa svegliarsi ed esser lui pentito di ciò che è successo.
Se accadesse... non so cosa farei... non ho idea di come reagirà quando si sveglierà, ed ho paura di scoprirlo... non credevo ci fossero così tante cose che non sapessi di me... strano di come non mi sia accorto prima di quanto questo dottorino fosse così importante per me e di come non sopporterei un suo allontanamento... no... non voglio nemmeno pensarci... è inconcepibile... troppo assurdo per poter essere vero!


I pensieri vagavano nella mente di House, pensieri angoscianti perché non riusciva a credere che tutta la felicità che provava sarebbe durata a lungo. Non era mai stato così, ma avrebbe fatto di tutto perché questa volta non fosse uguale a tutte le altre... lo giurò a se stesso, come ultimo obiettivo prima della morte. Ma quei pensieri non erano tranquilli e influenzavano anche il suo battito cardiaco.
E forse fu questo a svegliare l'altro, o solo doveva succedere...

Tum tum tum... tumtumtum... un cuore che batte, sempre più veloce... è il mio?! No... non sono io... è Greg, non ho bisogno di aprire gli occhi per saperlo... è tutto così vivido nella mia mente che mi sembra quasi un sogno.
Ho sempre saputo che quest'uomo aveva un'importanza ed un affluente su di me non comuni... ma non immaginavo così tanto... però... chissà qual'è il motivo di tale agitazione... forse... avevo ragione, non avrei dovuto lasciare che le cose andassero così. Avrei dovuto mantenere il mio solito auto-controllo ed evitare che succedesse l'irreparabile... eppure... quegl'occhi di un azzurro-blu indefinibile, poiché cambiano tonalità ad ogni minima variazione esterna, quelle labbra morbide e calde sulle mie, le sue mani decise e gentili... mi hanno fatto perdere ogni controllo e quel minimo di razionalità che mi era rimasta. Anche se, sarebbe bastato quel "Resta con me." ad impedirmi di lasciare questa casa... questa stanza... fosse anche solo per restare ad osservarlo dormire.
Eppure ora... è agitato. Si è svegliato e sta pensando al modo di dirmi che è stato tutto un errore?! Che dovremmo far finta che non sia successo nulla?! Se mi resterà la sua amicizia, va bene anche questo... che almeno non mi chieda di scordarmi di lui e che d'ora in poi non potrò più avvicinarmi a lui nemmeno per una chiacchierata tra buoni amici... questo no... Dio ti prego, non questo...


Inconsciamente James Wilson strinse la mano intorno al lenzuolo che aveva sotto di essa, rivelando così di esser sveglio.
House fu turbato da quel gesto e istintivamente posò la sua mano su quella dell'altro uomo.
L'oncologo alzò lo sguardo incrociando gli occhi dell'altro; ogni frase gli morì in gola, temendo di rompere l'incanto che si era creato. Non vedeva risentimento, solo paura e dolcezza.
"E'... cioè... no... insomma..." balbettò tentando di dire qualcosa.
"Sì, ma, però, come e quindi. Manca qualcuno all'appello?" domandò House, forse più per rompere la tensione ed evitare di pensare alle sue preoccupazioni.
"Ma..."
"Già detto! Basta, sei più interessante con la bocca chiusa." spiegò Greg prima di baciarlo.
Il fatto che Wilson era così nervoso poteva anche significare che non sapeva come dirgli che avevano commesso un errore, ma lui voleva approfittare di quel momento in cui non riusciva a parlare per assaporare nuovamente le sue labbra.
"..."
"Non ti avevo mai fatto quest'effetto." affermò, ora di nuovo spavaldo e rassicurato dal fatto che l'altro avesse ricambiato l'effusione.
"Non mi avevi nemmeno mai... baciato." gli fece notare Wilson, anche lui un po' più tranquillo.
"E stanotte?"
"Non fa testo!"
"Mhm... già... soprattutto perché non mi son limitato a quello..." disse bastardo, approfittando dell'imbarazzo dell'altro "Comunque... ho trovato il modo per farti stare zitto... me lo devo ricordare."
"Avevo paura che mi avresti odiato..." mormorò James, come se dirlo l'avrebbe fatto diventare realtà.
"Anche io avevo paura... molta... che tu fossi pentito..."
"Se eri tu quello messo peggio?!"
"E che ti avrei perso per sempre..." continuò, lasciando da parte l'ironia della risposta.
"Mai!" disse Wilson, ora molto serio e determinato "Qualsiasi tipo di rapporto ci sia tra di noi, io sarò sempre con te, in ogni modo. L'unica cosa che ci potrebbe dividere è la morte, ma visto che ancora non abbiamo conquistato il mondo... quel momento è ancora molto lontano."
House sorrise, era molto contento di quelle parole, poteva essere finalmente sereno.
Quella serenità venne interrotta dallo squillo del telefono.
"Lascia perdere... c'è la segreteria." disse House quando si accorse che James si guardava intorno cercando l'apparecchio.
"E se è importante?"
"Si sente dalla segreteria..." rispose non curante, infatti poco dopo partì.
"House, cosa diavolo stai facendo?! Non rispondi al cercapersone e nemmeno al cellulare!!" disse, alterata e più alta del normale, la voce della Cuddy quando poté parlare.
"E' proprio arrabbiata..." commentò Wilson.
"...Hai idea di che ore sono?!" domandò ancora la donna.
"In effetti... no!" rispose House, come se il proprio capo potesse sentirla; James si mise a ridere e ricevette una strana occhiata.
"Sono le 3.00!! Dovresti essere in ospedale da un ora!!" continuò la Cuddy sempre col solito tono "So che sei in casa, vieni immediatamente qui!!" e riattaccò.
"Le 3.00?! Ecco perché ho così fame..." disse infine Gregory, mentre Wilson tornava a ridere.
"Immediatamente non starebbe ad indicare 'ora', 'subito', 'in questo preciso istante', eccetera eccetera?" domandò poi quest'ultimo.
"Tecnicamente... ma non posso."
"Perché?"
"Perché tu sei ancora sopra di me." fece notare House.
"G-già..." ammise spostandosi velocemente, ma il diagnosta lo bloccò con il braccio che gli cingeva le spalle.
"Non ho detto che ho voglia di correre dalla Cuddy, e tanto meno che mi davi noia." replicò, ora nuovamente serio, House. James annuì.
"Ma non è il caso che tiri troppo la corda, con la Cuddy. Su, va a farti la doccia, intanto che guardo se c'è qualcosa per preparare un pranzo decente..."
"Come mai non ha cercato anche te?!" chiese all'improvviso House.
"Ho giorno libero, oggi..." rispose tranquillo Wilson mentre si vestiva per poi andare in cucina.

Circa quaranta minuti dopo, suonarono alla porta.
"Vai tu?!" disse House dal bagno.
"Ok." rispose avviandosi verso l'ingresso.
"Stacy..." disse soltanto quando aprì la porta.



continua...




La frase all'inizio, è di una canzone... purtroppo ho perso dove avevo scritto titolo e cantante ù_ù mi pare fosse una donna... Pauline, o qualcosa del genere...
L'ho trovato dop aver scritto il capitolo e... beh, non poteva esser più azzeccata! XDD

X Kirin: Grazie!!! ^___^
Ad esser sincere... Stacy non piace nemmeno a me! XDD Ma ho cercato di guardarla in modo imparziale... ^_^
Dolcezza.... mi hanno detto che forse ho fatto Wilson anche troppo dolce (ehm... chi ha letto anche i cap seguenti^^) ma non l'ho fatto a posta! XD
X Yui91: E' sempre stato Wilson quello sensato e riflessivo tra i due! XD ehm... ok, non in campo sentimentale... ma forse proprio per questo in "questo" caso ha molti dubbi... si è capito cosa volevo dire?! XDD
Ps. Splendido e povero Wilson, mercoledì! ç__ç House, per una volta, ha sbagliato... gli serviva solo un amico perchè stava male, ma NON era colpa sua... e, se ho capito bene le varie allusioni di House, "per una volta" non è colpa sua XDD Povero Jimmy!ç_ç
X Hcn:Grazie!!! ^__^
Sì... Jimmy è... dolce! XD non trovo altri aggettivi! ^^'''

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Capitolo 9
*** Non posso più tornare indietro ***


Non posso più tornare indietro

Perché la Cuddy lo ha chiesto a me?! Già... sono quella che lo conosce meglio, e forse l'unica che riesce a convincerlo a far qualcosa... anche se... no, non devo nemmeno pensarci... la Cuddy è stata molto gentile con me, ad offrirmi un lavoro permettendomi così di stare vicino a Mark. Glielo devo un favore... e poi ormai non m'importa più nulla di lui, siamo solo due persone che si conoscono e che lavorano nel solito edificio, niente di più... niente di più, non saremmo potuti esser niente di più di questo, e tra poco sarà chiaro a tutti... i vestiti non potranno nascondere per sempre la gravidanza, soprattutto ora che ci si avvicina alla primavera e all'estate... ed allora sarà impossibile evitare le chiacchiere... basta, inutile pensare al futuro! Devo concentrarmi sul presente... ed ora devo andare a vedere perché Gregory House non è a lavoro! In effetti è strano... una mezz'ora di ritardo ce la si può anche aspettare da lui, ma un'ora e mezza! Speriamo non gli sia successo nulla...

Quando arrivò alla casa di House notò l'auto di Wilson parcheggiata davanti a quella del suo ex.

Wilson?! Si saranno fermati a chiacchierare, ma strano che James gli abbia lasciato saltare il lavoro... o forse sta cercando anche lui di convincerlo?
Inutile perderci la testa, lo scoprirò subito.


Stacy Warner suonò il campanello aspettandosi di vedersi davanti Gregory, invece fu l'altro dottore ad aprire la porta.
Quando lo fece, l'avvocatessa potè capire con una veloce occhiata che l'uomo non era proprio arrivato da poco.
Sia i pantaloni che la camicia erano stropicciati, inoltre quell'ultimo indumento era fuori dai pantaloni e abbottonato distrattamente.
Quell'aria disordinata stonava con il Wilson che conosceva e che aveva sempre visto, sempre impeccabile nei modi e nell'aspetto; era anche evidente che si era svegliato da poco.

Ha litigato ancora con Geena?

"Stacy..."
"Ciao James. Greg?"
"Era a farsi la doccia, ma dovrebbe aver finito... inutile che ti dica io di accomodarti." rispose spostandosi da davanti alla porta permettendole d'entrare e di osservare l'interno della casa.
Il divano, che aveva immaginato in disordine per la presenza di Wilson, era invece intatto, probabilmente da molto tempo.
Stacy si voltò verso Wilson, che le dava le spalle, impegnato con i fornelli ed intento a non far bruciare qualcosa.
"Jimmy, chi è?!" chiese House dalla stanza accanto.
"Stacy."
"Ah... dille che non ci sono."
"Mi spiace, ti ho sentito." lo informò la donna.
"Accidenti... ora mi tocca uscire dal mio nascondiglio!" disse e pochi minuti dopo entrò in cucina. "Allora Stacy... qual vento ti porta qui?" domandò.
"La Cuddy voleva sapere che fine avevi fatto, visto che non rispondi alle chiamate e non ti fai vedere in ospedale." rispose, evitando di pensare al fatto che indossava solo un paio di jeans e si stava asciugando i capelli con un'asciugamano.
"Splendido... mi hai visto, sto benissimo, puoi dirlo alla Cuddy." rispose senza nessun particolare tono della voce "Ah... ringraziala anche per averci svegliato, avevo sul serio perso la cognizione del tempo..." continuò, rendendosi conto, forse per la prima volta, che aveva dormito quasi 10 ore quella mattina, non aveva mai dormito così tanto... anche se era vero che le due notti prima aveva dormito molto poco, ma era sicuro che fosse stato anche per la presenza di James.
"Sono anche venuta per portarti, o comunque farti andare, all'ospedale. Sai, hai un lavoro..." disse, un po' sarcastica, Stacy.
"Già, non me lo ricordavo, hai fatto bene a dirmelo." rispose ancora, con il solito tono della donna "Comunque, io verrò dopo pranzo... ancora non ho mangiato nulla e non vorrei che tutti gli sforzi di Jimmy per cucinare qualcosa vadano sprecati." finì, con un tono che indicava che non avrebbe aggiunto altro e non avrebbe cambiato idea, e guardò Wilson che era rimasto tra i fornelli perché non si voleva intrommetere tra loro.
"Benissimo, riferirò. Ciao Greg." disse mentre questo aveva già lasciato la stanza "... Ciao James..." e si voltò per uscire da quella casa.
"Avevi ragione..." disse piano Jimmy, facendola bloccare appena fuori dalla porta ed avvicinandosi a lei "sono contento che il bambino non sia di Greg." finì incrociando il suo sguardo solo per un attimo.
"Già... auguri..." mormorò in risposta e si avviò all'auto.
Salì in macchina e osservò la porta chiusa della casa di House, ormai quella porta sarebbe rimasta chiusa per sempre.
Finché era in quell'appartamento non aveva voluto dar ascolto alla sua mente, impegnata a parlare con i due uomini, ma ora che era sola non poteva far finta di non aver visto o di non sapere.
Non era stato tutto un male... questo le avrebbe permesso di essere ancora più sicura della scelta che aveva fatto il giorno prima e le avrebbe impedito di pensare che sarebbe potuta tornare indietro; e poi... infondo era anche contento che Greg si fosse rifatto una vita e avesse trovato qualcuno a cui voler bene.

Ma a chi la vuoi dare a bere, Stacy? Non sei contenta per nulla, il dolore ti sta struggendo e non passa giorno che non ti vorresti maledire per quel che hai fatto.

Si disse mentre le lacrime scendevano sulle sue guance, annebbiandole la vista e costringendola a fermarsi ad un lato della strada perché non poteva guidare in quelle condizioni.

Che scema che sono... mi ero ripromessa che non avrei più pianto per lui, che sarei stata forte... le lacrime non servono a niente. Eppure... perché non riesco ad esser felice? Mio marito mi ama, è il migliore del mondo, e stiamo anche per avere un figlio; sono stata io ad andarmene, logico che si sia rifatto una vita... certo... sono molto sorpresa, non posso negarlo... eppure è innegabile, sono contenti entrambi, gli si leggeva negli occhi... non ho mai visto James così tranquillo, un po' nervoso... imbarazzato forse, ma sereno... Greg poi... è davvero sicuro di quel che fa, come sempre.

Ma le lacrime continuavano a scendere, lei continuava a lasciarle scorrere sul suo viso reclinato sul poggiatesta del sedile dove si trovava, incurante del tempo che passava.
Una ventina di minuti dopo il cellulare squillò; Stacy era quasi tentata di non rispondere, ma quando vide che la chiamava la Cuddy cambiò idea.
"Pronto." rispose cercando di apparire normale.
"Stacy, tutto bene?! Dove sei? Hai trovato House?!" domandò la Cuddy.
"Oddio scusami, ho perso la cognizione del tempo!" disse la donna "House era a casa sua... Ha detto che l'hai svegliato con la tua telefonata e che prima di venire all'ospedale voleva pranzare."
"Cosa?! E che ha fatto stanotte per dormire fino a quell'ora, pur sapendo che aveva il turno di pomeriggio?!" chiese ancora, alterata, l'amministratrice del Princeton Hospital.
"Non ne ho idea..." mentì Stacy, non credeva di far bene a parlarne, soprattutto per telefono.
"Ma tu dove sei, sicura di stare bene?!"
"Sì, sto bene. Scusa se non sono venuta subito all'ospedale..."
"Va bene... non preoccuparti, non sei un medico." rispose la Cuddy e riattaccò.



continua...



oddio... XD
l'ho scritta io, ma... un po' mi spiace per Stacy... all'inizio fa proprio la parte della povera, piccola ingenua! XDD



X Hcn:Come visto, non è stata una sua iniziativa andare a casa di Greg. XD
X Kirin: Eheh… Spero che continui a piacerti!^_^
La Cuddy piace molto anche a me! Ed effettivamente è vero… cerca sempre di far la burbera, ma è molto buona! ^__^
Ovviamente, grazie mille ad entrambe di commentare!! Mi fa molto piacere!! ^___^

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Capitolo 10
*** Chiarimenti ***


Chiarimenti

House aveva trovato le risposte che cercava, sapeva perché il giorno prima non aveva fermato nessuna delle due donne: inconsciamente sapeva che un simile gesto le avrebbe illuse senza motivo e, infondo, non voleva fare loro del male.

Non sono così sadico... Con Stacy forse parlerò in seguito, anche se non c'è molto da dire con lei... inoltre è intelligente, molto probabilmente avrà capito da sola la situazione. Cameron invece... non so come comportarmi con lei... Continuo ad ignorarla, sperando che le passi la sbandata, o metto definitivamente le cose in chiaro? Anche se non credo abbia ancora molte speranze... spero... per lei, mi dispiace che soffra per me.

"Sai, vero, che Stacy ha capito quel che è successo... cioè..." cominciò a dire Wilson quando Gregory House rientrò in cucina, vestito questa volta. "Chi se ne frega di Stacy, Jimmy?!" rispose avvicinandosi a lui; poi gli prese il viso tra le mani, costringendolo a guardarlo negli occhi "Te lo ripeto una volta sola, per ciò ascoltami bene e non scordartelo: non sono pentito di ciò che è successo tra di noi, e non m'importa di chi lo viene a sapere. Anche se non amo sbandierare i fatti miei ai quattro venti e non sopporto la gente pettegola, che non perde occasione per parlare delle faccende altrui, ciò non vuol dire che me ne vergogni."
"Lo so Greg... ti capisco e comprendo benissimo; sono convinto che hai ragione, ed anche... contento, ma..."
"Niente ma... l'importante è questo, non dobbiamo preoccuparci di nulla e nessuno." disse dolce, come probabilmente nemmeno James aveva mai visto prima.
Wilson annuì, stupito da tanta apertura nei propri confronti; non aveva mai dubitato della lealtà dell'altro o che potesse tenergli nascosto qualcosa, ma di solito usava il sarcasmo, le sue solite frecciatine, non era certo così diretto, così aperto e sincero.
Probabilmente l'oncologo avrebbe voluto aggiungere qualcosa, ma Gregory non lo avrebbe mai saputo perché andò ad incontrare le labbra socchiuse dell'altro in un bacio quasi a fior di labbra, sicuramente molto più casto di quelli precedenti e quasi a voler sigillare le parole che aveva pronunciato poco prima.
"Mangiamo, se no, se non mi muovo ad andare all'ospedale, è la volta buona che la Cuddy mi ammazza." scherzò poi.
Così sì misero a tavola; mangiarono quasi come avevano sempre fatto: ridendo, scherzando e chiacchierando un po' sulle ultime 'novità' dell'ospedale; anche se ovviamente le cose erano diverse ormai, migliori.

Erano le 5.00 p.m. passate quando finirono di pranzare e sparecchiare.
"Ma che ci vado a fare al lavoro, a quest'ora?!" si domandò Gregory, quasi sperando di avere l'appoggio del collega.
"Non scherzare!" disse invece quest'ultimo. "Più di due ore e mezzo di ritardo, mi paion già abbastanza..."
"Uff..." sbuffò House alzandosi e dirigendosi all'ingresso dove prese qualcosa in un cassetto per poi tornare in cucina.
"Jimmy?" chiamò, facendo voltare l'uomo "Chiudi quando vai via." disse mostrandogli una chiave.
"Ok." rispose piacevolmente sorpreso e prendendo l'oggetto che gli era stato dato.
"Stai avendo una brutta influenza su di me..." disse ad un tratto House quando fu vicino a Wilson.
"Perché?" domandò seriamente stupito, ed anche un po' preoccupato, il dottore.
"Perché, negli ultimi tempi, mi basta incrociare per sbaglio i tuoi occhi per desiderare di averti sempre vicino a me... ma in ospedale, poi si spaventerebbero se mi vedessero baciarti e abbracciarti... o crederebbero che ti voglia ammazzare o che voglia far morire loro... sai, non sono il tipo da tutte queste coccole, magari per qualcuno potrebbe essere uno shock..." spiegò sarcasticamente Gregory.
"Oh... lei ha dei problemi?!" disse scettico James "Ed io che devo vedere i suoi spettacolari occhi azzurri, che ogni volta mi fanno morire, cosa dovrei dire?! Forse avranno ragione quelli che penseranno che lei mi voglia fare fuori, dottor House." finì passandogli le braccia intorno al collo e attirandolo a sé.
"Questa è istigazione, dottor Wilson..." affermò il diagnosta portando le mani sotto la camicia dell'altro per annullare ogni, seppur minima, residua distanza tra di loro e poi baciarlo.

Il primo a rompere quell'unione fu Wilson.
"Devi andare al lavoro..." disse.
"Guasta feste!" lo apostrofò House, poco contento del brusco ritorno alla realtà.
"Non fare arrabbiare oltre la Cuddy, e non stressare quei tre poveri ragazzi!"
"Ci proverò..." disse lasciando, infine, il proprio appartamento e dirigendosi all'ospedale.

"HOUSE!!" la Cuddy lo attendeva, nera come raramente si era vista "TRE ORE, sei in ritardo di tre ore, per Dio!! Si può sapere cosa è successo?!" domandò, tornando lentamente ad un tono di voce normale, o almeno ad uno più consono all'ambiente in cui si trovavano, seppur rimanendo arrabbiata "Ho mandato Stacy a vedere come stavi e me la ritrovo quasi in lacrime, che le hai fatto?!" aggiunse dopo.
Gregory la guardò stupita "Cosa?! Quando è uscita da casa mia era... normale, come al solito... non le ho fatto nulla!" aggiunse notando l'occhiata dell'amministratrice "Le ho solo detto che stavo bene, di ringraziarti per averci svegliato e che sarei venuto dopo pranzo..." disse, sorpassando il fatto che, senza accorgersene, aveva detto 'averci' e sperando che la Cuddy non se ne fosse accorta... speranza vana.
"AverCi?! Con chi eri, House?!"
"Premesso che non credo siano fatti tuoi, tesoro... non sono fatti tuoi!" finì dirigendosi verso il suo ufficio.

Stacy in lacrime?! Ok, il mondo comincerà a girare al contrario?! Ammesso che sia legato alla visita a casa mia... anche se... è stata lei la prima ad andarsene... anzi, l'ha fatto due volte, seppur la seconda rimanendo in questo ospedale...

"House?! Ormai non pensavamo più di vederti, oggi!" disse Chase appena lo vide.
"Visto? Son venuto solo per te..." rispose sarcastico come sempre "Cameron?!" chiese poi, notando l'assenza della dottoressa.
"In ambulatorio, a fare il TUO turno." rispose nervoso Foreman.
"Oh... già Foreman, me ne ero scordato... appena la vedo metterò una buona parolina per te! Okay?!" disse riportando alla mente il discorso avuto la sera prima con il dipendente.
"No, non è niente okay, House!" sbottò il nero "Possibile che davvero non te ne rendi conto? Ti vanti tanto di essere un genio, eppure sei davvero ottuso!"
"No!" questa volta toccò al capo alzare la voce "Qui gli ottusi siete voi, tu e Cameron! Pensavo che l'avesse capito, che non m'interessa... ma a quanto pare vi ho sopravvalutato entrambi... sì, non sono poi quel genio che credevo, se due ragazzini come voi riescono ad ingannarmi!"
"Cameron sa bene che non l'ami e non l'amerai..." s'intromise Chase "ma non riesce ad arrendersi. Forse dovresti essere così chiaro anche con lei." finì calmo, ma duro, fissandolo negli occhi.
"Già... se tra tutti avete bisogno che vi si metta la pappa pronta sotto al naso, farò così!" rispose House.

Ecco perché non voglio che si sappiano cose su di me... tutti pronti a dar consigli, a giudicare senza conoscere la realtà dei fatti... tutti interessati a tutto ciò che riguarda la vita di altre persone, senza una vera ragione, solo per parlare e dimostrare di esser bravi a dare suggerimenti su questa o quella cosa... non voglio che i miei sentimenti vengano messi alla mercè di chiunque come in un mercato, è sbagliato?

House prese una pasticca di Vicodin, stordito e disorientato da tutto quell'agitarsi; eppure era così sereno nemmeno un ora prima... non credeva che Foreman ce l'avesse così tanto con lui, e nemmeno che Cameron gli fosse così legata. Decise che forse avrebbe fatto davvero meglio a parlarle, così si diresse in ambulatorio; Cameron era appena uscita a chiamare un altro paziente.
"Aspetta." disse soltanto, ma bastò per far irrigidire la dottoressa.
"Mi scusi signora, dovrei parlare un attimo con la dottoressa Cameron, ma poi sarà di nuovo da lei." aggiunse rivolto alla paziente e guidando Cameron in una stanza vuota.
"Cameron..."
"House..." disse piatta, anche se non era sicura che avrebbe resistito ad un confronto diretto con lui, nonostante la curiosità di sapere cosa le avrebbe detto.
"Foreman e Chase sono molto preoccupati per te." cominciò "Foreman soprattutto, pensa che dovresti uscire con altri uomini, smettere di venirmi dietro perché così ti fai solo del male."
"E tu? Tu cosa pensi?"
"Penso che abbia ragione lui." disse e per la dottoressa fu un'ennesima coltellata al cuore, anche se doveva aspettarselo "Non ti fa bene, né a te, né, e tanto meno, al lavoro che svolgi per me."
"Quindi sei pentito di essere venuto a cena con me solo per farmi tornare a lavorare qui?!" chiese, pentendosi lei di averlo fatto.
"No. Continuo a pensare che tu sia una dottoressa in gamba e che ho bisogno di te, qui; ma la tua cotta per me rischia di interferire con il tuo lavoro, e non è un bene perché influisce negativamente su di esso." rispose; per tutto il tempo era stato serio e fisso su di lei, doveva riuscire a farle capire che non scherzava e non doveva perdere la pazienza.
"La mia non è la cotta di una liceale! Io ti AMO, House, e non posso farci niente! Possibile che non lo capisci?!" disse Allison, cercando di trattenere le lacrime e la tensione.
"No, sei tu quella che non capisce. Non ti amo, e non potrò mai farlo." disse duro, mantenendo il controllo "Prima te ne rendi conto e meglio è per tutti. Inutile anche che speri che con il tempo possa cambiare qualcosa. C'è già una persona di cui sono innamorato, ed è davvero una cosa seria." pronunciò quelle ultime parole istintivamente, stupendosi poi per primo. Sapeva bene che erano la verità, ma non le aveva mai pronunciate ed ora quasi non ci credeva; gli sembravano strane, non da lui, ma dirle era stato quasi un sollievo.
Cameron invece le ricevette come il definitivo colpo di grazia, ma stranamente a ciò che lei stessa pensava non si mise a piangere, non ne aveva la forza. Ciò che aveva sempre sospettato e che quasi si rifiutava di vedere gli era stato gettato addosso come acqua sul fuoco; la cosa peggiore fu vedere gli occhi dell'uomo che amava: seri, decisi, innamorati... ma non di lei. Solo un ultimo dubbio voleva che le fosse chiarito.
"Stacy?" domandò.
"No."
La dottoressa annuì, non sapeva se essere sollevata o meno. "In bocca al lupo, allora." disse soltanto prima di uscire.
Anche House lasciò la stanza; vide Cameron intenta con la donna di prima e pensò che, con tutto quello che le aveva detto, non fosse in condizioni di occuparsi dell'ambulatorio.
"Cameron... lascia perdere, ci penso io... è il mio turno." disse stupendo la donna.
"Già..." rispose quasi fredda, ma venne interrotta dal cercapersone di House che cominciò a suonare.

Sono nel tuo ufficio, vieni immediatamente qui! E' importante, Cuddy.

"La Cuddy... devo andare..." disse guardando Cameron.
"Ci penso io qui..." disse Allison facendo segno con la mano di andarsene. Appena House le diede le spalle si chiese se non fosse proprio l'amministratrice colei che le aveva tolto ogni speranza.

"Raggio di sole... come mai così impaziente di vedermi che mi cerchi addirittura nel mio ufficio?" scherzò il diagnosta entrando nella stanza.
"Wilson..." disse e tanto bastò a far diventare serio e attento l'uomo.



continua...



X Yui91: ma no, ma ne ero accorta, però.. boh, non sono... dovevo farti una scenata? XD
Beh.. me ne ricorderò per la prossima volta :P (tanto è lunga questa fic... ho finito ieri di scrivere il cap 19 e ancora non vedo la fine XDD)
Ghghgh... già, Stacy fa quasi pena... eheh.. mercoledì sì avvicina **
X Hcn: eheh... anche io sono contenta per Greg e Jimmy *__* e.. sì, secondo me se la cava bene in cucina ^^ (ha avuto 3 mogli... tra un matrimonio e l'altro avrà pur dovuto mangiare XDD)
Comunque, a me piace legger i tuoi commenti (ovviamente anche quelli degli altri!! ^_-), per cui... siamo a posto! XD
X Kirin: Quoto!*__* E' quel che penso anch'io... li adoro! ** (ma va! XDD qualcuno aveva qualche dubbio?! XDD)
X anna mellory: Grazie!! ^__^
Sono contenta che ti piaccia.... io adoro Wilson *__*
Ehm... sto rischiando di ripetermi?!? XDDD

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Capitolo 11
*** Curiosità ***


Curiosità

"HOUSE!!" la Cuddy lo attendeva all'ingresso "TRE ORE, sei in ritardo di tre ore, per Dio!! Si può sapere cosa è successo?!" domandò "Ho mandato Stacy a vedere come stavi e me la ritrovo quasi in lacrime, che le hai fatto?!" aggiunse dopo, un po' più calma.
Gregory la guardò stupita "Cosa?! Quando è uscita da casa mia era... normale, come al solito... non le ho fatto nulla!" aggiunse notando l'occhiata dell'amministratrice "Le ho solo detto che stavo bene, di ringraziarti per averci svegliato e che sarei venuto dopo pranzo..." disse, sorpassando il fatto che, senza accorgersene, aveva detto 'averci' e sperando che la Cuddy non se ne fosse accorta... speranza vana.
"AverCi?! Con chi eri, House?!"
"Premesso che non credo siano fatti tuoi, tesoro... non sono fatti tuoi!" finì dirigendosi verso il suo ufficio.

House ha passato la notte con quancuno e Stacy l'ha visti?! Ora capisco perché era distrutta... beh, si son lasciati e lei è sposata, ma... dev'esser stato comunque un gran colpo per lei...

La Cuddy andò nell'ufficio di Stacy, senza trovarla, e così si diresse nella stanza di Mark Warner; bussò ed entrò, quando l'avvocatessa le diede il consenso.
"Cos'è successo?" chiese Mark, sapeva che la donna appena entrata era l'amministratrice dell'ospedale.
"Non si preoccupi, signor Warner;" rispose la Cuddy "volevo solo parlare un attimo con sua moglie. Posso portarla via pochi minuti?" domandò poi. Mark annuì con la testa e le due donne uscirono dalla stanza.
"Come stai, Stacy?" domandò Lisa quando furono fuori dalla stanza.
"Te l'ho già detto... va bene." rispose Stacy, sforzandosi di sorridere.
"House è arrivato, finalmente." spiegò la Cuddy "Non è stato chiaro, ma si è lasciato scappare che non era a casa da solo quando sei andata tu, anche se non ha fatto nomi... oh, non pensare voglia impicciarmi degli affari vostri, pensavo solo che vista la gravidanza e ciò che è successo da House, magari potevi riposarti un po'..."
"Grazie Lisa, ma non ce n'è bisogno." rispose "E' tutto a posto... prima sono rimasta solo molto shockata, non me lo aspettavo... ma io l'ho lasciato e mi sono sposata, è giusto che anche lui si sia fatto una vita propria. Devo solo tranquillizzarmi un po' e concentrarmi sul bambino, per il resto andrà tutto bene." finì la signora Warner "Grazie ancora." aggiunse prima di rientrare dal marito.

Lo so, non dovrei esser così curiosa, eppure... vorrei proprio sapere chi è questa persona... una santa, per sopportarlo...

Lisa Cuddy tornò nel suo ufficio, aveva molte cartelle da controllare.
Vi passò quasi tre quarti d'ora, prima che il suo cellulare squillò. Guardò lo schermo di esso per alcuni secondi, incredula.

Non può essere... se è tornato a casa giuro che...

Decise che avrebbe formulato in seguito una punizione adatta, se la sua teoria fosse stata esatta, e rispose.
"Pronto?" disse incerta.
"Cuddy... ho bisogno di un ambulanza... sono a casa di House..." rispose a fatica la voce dall'altra parte del telefono.
"Wilson?! Che è successo?!" chiese stupita la donna, ma non ricevette risposta; sentiva solo il respiro affannoso dell'oncologo "Tranquillo, te la mando subito." riattaccò e fece come aveva promesso.

Che diavolo sta succedendo oggi?! Una cosa più strana dell'altra... cosa sarà capitato a Wilson, e perché telefonava da casa di House?!

Andò nell'ufficio del diagnosta, sicura di trovarlo lì.
"Dottoressa Cuddy..." disse Chase vedendola.
"Dov'è House?!" domandò seria.
Foreman e Chase risposero con un alzata di spalla così l'amministratrice lo chiamò con il cercapersone.
"Cos'è successo?!" chiese il nero.
"Non lo so di preciso... cerco spiegazioni da House." rispose, non sapendo bene il perché non avesse fatto il nome dell'altro dottore.

Nemmeno dieci minuti dopo, House apparve sulla porta del proprio ufficio.
"Raggio di sole... come mai così impaziente di vedermi che mi cerchi addirittura nel mio ufficio?"
"Wilson..." disse e tanto bastò a far diventare serio e attento l'uomo.
"Wilson... cosa?" chiese, mantenendo una, seppur minima, parvenza di normalità.
"Mi ha telefonato chiedendo un ambulanza, per sé." spiegò.
House degluttì a vuoto, l'aveva lasciato nemmeno due ore prima e stava bene... cercò di rimanere lucido, doveva restare lucido.
"Perché sei qui, se ti ha chiesto un ambulanza?" domandò, ma intanto uscì dall'ufficio.
"Telefonava da casa tua..." rispose la donna, andandogli dietro e non curandosi degli altri due dottori che stavano osservando la scena.
Gregory la guardò in modo strano.
"E' quel che ha detto, che era a casa tua, e poi ha telefonato dal tuo telefono sul mio cellulare... ed ancora non so il perché!"
"Perché se telefonava al 911 avrebbe dovuto sprecar un sacco di fiato, mentre telefonando a te bastava che dicesse che si trovava a casa mia..."
"Perchè?"
House si bloccò a guardarla negli occhi, con un certo sarcasmo, "Non capisci perché telefonando a te sprecava meno fiato?!"
"No, non capisco perché si trovava a casa tua e, soprattutto, dentro casa tua."
"Che ne so... io ero qui, magari ho scordato la porta aperta..." disse riprendendo a camminare, quasi a voler evitare il discorso.
"O mio Dio... come fai ad esser così cinico anche in queste circostanze?!"
"L'abitudine..."
"Oh no... non è cinismo questo... vuoi evitare il discorso! Certo... anche se non so il perché."
"CUDDY, PER L'AMOR DEL CIELO!!" esclamò House nervoso e agitato, tanto che la dottoressa ne ebbe seriamente paura "Evitiamo simili giochetti per il momento, okay?!" finì per poi rimanere in silenzio, mentre continuavano a dirigersi dove sarebbe arrivata l'ambulanza. (*)

Mi ha spaventata davvero questa volta... okay, non sono stata proprio indiscreta, ma... una simile reazione!! Che Wilson gli stesse a cuore era una certezza, ma perché è così teso... proprio non lo so. Sembra sia stato soprattutto il fatto che si trovasse a casa sua a dargli... noia?! No, sembrava più stupito che infastidito... non ci sarebbe dovuto essere?!

I pensieri della donna vennero interrotti dall'arrivo dell'ambulanza; notò poi che anche House era immerso in chissà quali pensieri.
"House... House, è arrivato!" disse scuotendolo per un braccio; non lo aveva mai visto così sconvolto per qualcosa, o qualcuno.
Gregory House si voltò prima verso la Cuddy e poi verso Wilson, avvicinandosi alla barella.
L'oncologo respirava a fatica e con la mano destra si teneva qualcosa pigiato contro lo stomaco e si vedeva che stava perdendo molto sangue.
"E' stato accoltellato." disse uno dei paramedici "Ha perso molto sangue, nonostante abbia tentato di tamponare la ferita. Non dovrebbero esser stati lesi organi vitali."
"Ma come è successo?" mormorò House, non riusciva a capacitarsi di come l'altro si fosse potuto ridurre in quel modo.
"Un tentativo di rapina." azzardò l'altro paramedico "Quando siamo arrivati la casa era tutta sotto-sopra."
"Accidenti..."
Intanto avevano spinto la barella fino all'ascensore e lo stavano portando in chirurgia.
"Ho già avvertito il dottor Thomson." informò la Cuddy "House, per oggi considerati esonerato dal lavoro. Tanto ormai..." finì cercando di avere un tono scherzoso, per alleggerire la tensione.
Gregory la osservò senza dire nulla, ma nei suoi occhi si poteva leggere la riconoscenza che provava in quel momento nei confronti della donna.

Non so bene cosa sia successo, ma House, ora come ora, non sarebbe in grado di curare nemmeno un bambino con il raffreddore... E' meglio lasciargli fare quello che vuole... tanto lo farebbe lo stesso...

Arrivarono davanti alla porta della sala operatoria.
"Non è il caso che tu entri." disse la Cuddy "Sei troppo coinvolto, saresti solo d'intralcio."
House annuì; non avrebbe voluto, ma sapeva che il proprio capo aveva ragione.
La donna lo fece mettere a sedere, "Non so che è successo..." cominciò a dire posandogli una mano sulla spalla "ma non sembrava messo così male... vedrai che si riprenderà presto."
"Grazie Lisa..."

Ok, oggi è proprio una data da segnare! House che mi ringrazia, posso finalmente dire di aver sentito di tutto! Almeno ora è un po' più tranquillo... anche se sarebbe meglio dire 'meno nervoso'. Sembra spaventato...

L'amministratrice si riprese dai suoi pensieri e continuò a parlare, "Ora devo andare ad avvertire la tua equipe che oggi dovranno sbrigarsela senza di te; e poi... devo avvertir anche Geena..."
House, come prima, annuì lentamente; si era quasi scordato di Geena.



Continua...



(*) non so come si chiama XDD dove arrivano le ambulanze in ospedale e scendono la barella... ^^'''


Per questo cap... volevo solo dire che mi spiace per Jimmy XD su 4 FF su Dr House che ho scritto, in 2 lo faccio ricoverare (anche se qui... è poco grave... rispetto all'altra Fic...) e in una subisce comunque una gravissima perdita... non so perché son così sadica con lui... eppure l'adoro tanto questo personaggio!! *____* ("E meno male... se ti stavo antipatico, che mi facevi?!" <_< ndJimmy) per la Cuddy... m'è venuta così! XDD

Le puntate di oggi (ODDIO ODDIO ODDIO ODDIO... ancora adesso se penso alla faccia di Greg mentre guardava Jimmy, prima di cancellare il mess in segreteria..... *____* non ci sono parole!!! Ero sicura che lo avrebbe fatto, appena ho sentito l'omino dire che aveva ricevuto un offerta migliore!!!)mi hanno reso più buona, e quindi vi ho postato subito questo cap!! *___* (ehm... purtroppo però, tali puntate non fanno bene alla mia mente, che continua ad illudersi che magari Singer o chi è che dirige là, accantoni Cam - niente contro di lei, cara e buona, ma preferisco Jimmy accanto ad House*_* - per andar verso una splendida story House-Wilson... ovviamente so che è moooooooooooooltooooo raro, se non impossibile, ma... lasciatemi illudere un po' XDD almeno finchè House non si decida con Cam ç_ç o Wilson con la Cuddy... le 2 coppie preferite, se non erro... ù_ù)
Comunque... se mi riprendo dalla fine... (Perchè Jimmy non se ne può andare, no? ç___ç Perché spender soldi in un altro appartamento?! Stanno così bene insieme... ehm.... ok, non benissimo, ma... ç_ç ok...ok... basta, se no non passo a ringraziarvi...)
Allora, cominciamo...
X Hcn: il capitolo è arrivato... ghghgh... ma non so se così sei ancora più in ansia di prima... ghghghgh... comunque... GRAZIEEE!!! ^.^
X Kirin: Già... effettivamente un po' dispiace anche a me per Cam... ma, ci sarà la felicità anche per lei... (tra MOLTISSIMO, però... XDD) ed anche io concordo su tutto quel discorso che ha fatto House... certe volte la gente non sa proprio stare al loro posto.. ù_ù
X Yui: e poi eccoci qui... XD sul fatto che oggi è mercoledì... ho ampiamente commentato sopra XDD

GRAZIE A TUTT'E 3 PER CONTINUARE A COMMENTARE SEMPRE CON SPLENDIDE PAROLE!! ^/////////^

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Capitolo 12
*** G. Wilson e T. Clarkson ***


G. Wilson e T. Clarkson

House era lì, seduto su quella sedia, da quasi un ora ormai. Continuava a pensare a quegli ultimi due giorni, a come, in poco meno di quarantott'ore, la sua vita fosse cambiata in modo radicale.

All'inizio c'era Cameron, era riuscita ad intrufolarsi nella mia vita, a stravolgerla con il pensiero di lei... così dolce, delicata, gentile nonostante io continuassi a tenerla lontano da me... ma infondo era riuscita a farmi provare qualcosa per lei, nonostante non fosse l'amore che voleva... anche se avevo i miei dubbi, o forse era solo la suggestione, o l'idea di tornare ad amare qualcuno, dopo tanto tempo... non lo so, so solo che non era Amore quello che provavo per lei, l'ho capito questa notte. Non ho trovato niente che mi dissuadesse dal baciare il mio *migliore amico*, non ho nemmeno provato a cercare una ragione per cui non avrei dovuto farlo, per cui non avrei dovuto catturare quelle labbra morbide e insicure nell'imbarazzo iniziale... mi era sembrato tutto così chiaro allora, come se fosse una cosa di sempre... eppure sapevo che quella felicità era una cosa strana, che non sarebbe potuta durare. Lo sapevo e ne ero pronto, ma non così... non a scapito suo!
Sono io quello abituato alla sofferenza, quello bastardo, cinico, misantropo, stronzo... se c'è qualcuno che deve star male, sono io... e sto male, accidenti! Da morire... ma lui non dovrebbe essere lì dentro... lui non dovrebbe soffrire!
Ed invece la persona più importante della mia vita è stata accoltellata... a casa mia!
Ma che ci faceva ancora lì?
No, aspetta... hanno detto che il salotto era tutto sotto sopra... non sarebbero entrati se c'era qualcuno in casa, quindi vuol dire che è andato via e poi è tornato, quando già erano dentro - chiunque fosse -. Ma perché?!
Perché è tornato a casa mia?!
Doveva andare da Geena... che sarà successo?!


"Gregory..." una voce interruppe i suoi pensieri.
House si voltò squadrando da capo a piedi la donna che si trovò davanti: bionda, i capelli che le ricadevano morbidi sulle spalle, occhi verdi, non più di trentacinque anni, forse meno.
"Geena, wow! James non mi aveva detto che ti eri fatta un nuovo colore... il mese prossimo ti fai turchina?!" domandò l'uomo, sarcastico e pungente.
"Magari verde, che ne dici?!" replicò col solito tono.
"Sì... il verde acido ti donerebbe meglio, in effetti... ma poi si capirebbe subito come sei fatta, meglio il turchino." rispose. Non aveva un vero motivo per essere lui così acido, solo... vederla lì davanti, nel suo perfetto tailleur rosso cupo, il trucco e i capelli appena fatti...

Nemmeno fosse uscita da un salone di bellezza... e forse è così! E' da un'ora che sono qui, lei dov'era?!

"Non sono qui per litigare con te, voglio sapere come sta mio marito... e cos'è successo."
"Versione breve o versione lunga?!"
"Muoviti!"
"Meglio, non avevo intenzione di star a perdermi nei particolari..."

Che non avevo intenzione di dirti e che non vorresti proprio sentire...

"Allora, Greg?"
"Ha telefonato alla Cuddy dicendole di mandargli un ambulanza, cosa che la Cuddy ha fatto, e quando è arrivato perdeva sangue. L'hanno portato subito in sala operatoria."
"Dov'era?! Quando è stato accoltellato, intendo." spiegò, interpretando lo sguardo di House.
"A casa mia..." rispose, abbassando lo sguardo.
"Ma tu non c'eri..."
"Evidentemente, se sono qui e sto bene... almeno che tu non creda che l'abbia ferito io!"
"No, non lo faresti..." disse Geena sedendosi "Ma perché era da te?!"
"Non lo so! Quando son partito era poco dopo le 5.00, dovevo scappare qui in ospedale e lui sarebbe andato via dopo, per tornare a casa vostra."
Mentre pronunciava quelle parole, House, potè vedere uno strano lampo negli occhi della donna accanto a sé, le sembrò anche che fosse sbiancata, nonostante avesse un notevole autocontrollo, ma era troppo sconvolto per pensare alle motivazioni che potevano portare tali sintomi.
"Quindi non sai nulla..."
"E' ciò che ho detto."

"Signor Gregory House?" domandò un uomo sulla quarantina, avvicinandosi.
"Dipende... lei è?" rispose il medico.
"Tenente Thomas Clarkson." disse mostrando il distintivo "Sono qui a causa di una telefonata dei suoi vicini, signor House. Pare che qualcuno si sia introdotto in casa sua, e ne sia rimasto ferito."
"Lo sapevo, tenente." ammise "Sono un medico, lavoro qui e... il sangue appartiene ad un mio collega e amico, che si trovava lì. Ora è in sala operatoria." finì, stranamente mansueto.
"Perché non si è preoccupato di controllare la situazione a casa sua?" domando il tenente Clarkson.
"Cosa?!"
"Calmati Greg..." intervenne Geena "sono solo domande di routine, vedrai."
"Tu ne sai qualcosa, eh?!" gli rispose il dottore.
"Che gentile..."
"Scusi signora, lei è...?" domandò il poliziotto.
"Geena Wilson, sono la moglie del dottor Wilson... l'uomo che è stato ferito." specificò.
"Capisco... Signor House, che ci faceva il signor Wilson a casa sua? Immagino che lei non fosse con lui, al momento dell'intrusione..."
"Che intuito!" rispose sarcastico "Non so cosa ci facesse lì..."
"Ancora..." aggiunse Geena, ma House continuò a parlare.
"Non sarebbe dovuto esserci, ancor più che sapeva che io non c'ero." finì.
"Signora Wilson, che voleva dire con quell' 'ancora'?!"
"Era solo una constatazione per sapere come mai, nelle ultime quarantott'ore, ho visto mio marito solo per un paio d'ore ieri pomeriggio, mentre il resto del tempo in cui non era a lavoro si trovava a casa di Greg."
"Signor House?!"
"La prima notte siamo andati a bere, e poi ci siamo addormentati in macchina; ieri invece, era venuto da me per aiutarmi con un problema..."
"Alle 2.00 di notte?" s'intromise, ancora, Geena.
"Sì, Geena..." rispose Greg.
"E poi?!" chiese Thomas Clarkson.
"Abbiamo bevuto un paio di birre e così è rimasto da me. Ci siamo svegliati tardi, dopo aver mangiato qualcosa sono andato via, lasciandolo solo in casa..."
"Quindi avrebbe potuto fare quel che voleva?!" domandò ancora il tenente.
House alzò la testa di scatto, guardandolo negli occhi.
"Cosa sta insinuando, tenente Clarkson?!"
"Niente, sto solo facendo delle considerazioni." rispose "Magari è stato lui a far entrare uno o più complici e poi, magari perché erano in disaccordo, è stato accoltellato."
"E' assurdo!" disse soltanto House.
"Concordo con Greg, Jimmy non farebbe queste cose... inoltre non ne avrebbe motivo." aggiunse Geena.
"Quindi sarebbe tornato dopo?" ipotizzò il tenente "E perché?"
"Forse perché aveva scordato qualcosa, o aveva motivi suoi..." tentò di rispondere il medico "Tenente, se non se lo è scordato, io ero quì e Geena... bah, non lo so dove fosse, e non m'interessa!"
"Che rapporto c'è tra voi due?!" domandò Clarkson.
"Io e Greg non andiamo molto d'accordo," incominciò Geena "però spero non voglia pensare che gli abbia messo in disordine la casa per poi accoltellare mio marito..."
"No, signora Wilson, anche se non posso tralasciare nulla."
"A voi poliziotti deve piacere proprio quella frase... Io invece ho sempre sognato di dire: -Mani in alto, sei in arresto!-" confessò House.
Il tenente Clarkson non considerò l'ironia di quella battuta.
"Avrebbe dovuto fare un altro mestiere, allora... Comunque, appena può dovrebbe controllare a casa sua, per vedere se e cosa le hanno portato via."
House annuì.
"Arrivederci, signor House." disse porgendogli la mano.
"Arrivederci, tenente." salutò, ricambiando la stretta.
"Signora Wilson..."
"Arrivederci, tenente."

E così l'uomo se ne andò, lasciandoli soli.



Continua...



X Yui91: E' sì, sei di nuovo prima... dovrò trovarti un premio.... mhm... un nuovo capitolo (questo :P) ti va bene? XDD
Comunque... io non sono crudele... se leggi bene i miei commenti passati, troverai alcune informazioni e vedrai che non sta poi così male! ^_- (o almeno... nulla di grave insomma! XDD)
Spero comunque che tu sia riuscita aveder le puntate di mercoledì!! *___* ma almeno tu lei hai registrate... io non ho potuto!! ç____ç
X Kirin: MAGARIII!!!!!!!!!! ç___ç sarebbe stato... *interessante* ghghgh... io comunque, sarei curiosa di veder qualche scenetta *equivoca*, anche se poi magari in realtà non succede nulla... t'immagini Cam che vede Greg e Jimmy abbracciati?! XDD (il motivo, non importa, basta ke lei equivoci... sarebbe divertente veder la sua reazione XDD ma anche di Chase e Foreman!! XDDD)
Le difficoltà saldani i rapporti... se penso a ciò che succederà tra qualche capitolo, mi vien da ridere... XDDDDDDD ma... oh... aspetta e vedrai! ghghghgh
X Hcn: verooooooooooooooooo!!!!!!!!!!! Nel commento l'avevo scordata!! E' vero m'è piaciuta molto, era contento e orgoglioso di Jimmy *__* (nonostante fosse finito in terra XDD Ma secondo me era contento perché voleva dir che Jimmy s'era ripreso dalla separazione^^) e... splendide anche tutte le scenette legate al pranzo preparato da Jimmy XD (soprattutto quando Greg *picchia* Chase che voleva fregarglielo XDDDDDDDDD molto "dolce"! *__*)
Cam e Lisa a giocar a forza 4...... XDDDDDDDDDD Comunque, son contenta che ti sia venuta in mente io. ^___^ Effettivamente.. un po' ci stavo pensando anche io a quel discorso... però.. da una parte era quasi logico, Greg e Jimmy son quasi complementari e.. Greg non sembra proprio un gran maniaco di faccende domestiche, per riflesso, Jimmy doveva esser sicuramente più adatto ^___^ (XD a tal proposito.. magnifico quando apre l'armadio e lo trova tutto sistemato dalla colf! XDDD)
X elecam28: GRAZIE! Sono contenta di aver "acquisito" una nuova lettrice!! ^___^
Sui ruoli dei personaggi, almeno di quelli che hai elencato, abbiamo la stessa opinione! XDD
Ehm.. per Jimmy... dalla tua premessa, non posso far altro che ribadir che non è nulla di tanto grave... Ci tengo alla mia vita, voglio finir di scriverla questa ff!! XDD (e, se continuerete a "seguirmi", preparatevi a legger moooltooooo... x ora mi son bloccata, ma ho le idee per... credo almeno altri 30 capitoli, oltre quelli scritti XDD - che son 20... ma non sarà una ff tutt'unita, ma 3 diverse!! Se riuscirò a riordinar tutto x bene! -)
anna mellory: ah... niente illusioni, vi prego... ù_ù anche se... ci sono più possibilità che diventi Greg/Jimmy che Wilson/Cam (parola loro... dei produttori... o almeno mi hanno detto che hanno detto così) devo dir che son sollevata... Non sopporterei Wilson con Cam!! U_U
Però... ho fatto dei commenti più lunghi del cap, quasi!! XDD
Allora, giusto per finire: GRAZIE 1000!! A tutte voi! ^__^ Spero che vi piacerà anche il resto!! ^_-

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Capitolo 13
*** Fuori luogo ***


Fuori luogo

Era passata più di mezz'ora da quando il tenente Thomas Clarkson aveva lasciato l'ospedale.
House e Geena non si erano detti nient'altro; entrambi si erano riseduti sulle scomode sedie della sala d'attesa rivolgendo il loro pensiero all'uomo che si trovava nella stanza accanto, aspettando che il chirurgo uscisse a dire qualcosa.

Che motivo aveva di tornare da House?! Perché non è venuto a casa, tra le 5.00 p.m. e le 6.00 p.m. ero lì... magari l'avrei trattenuto e forse non sarebbe successo nulla... Forse, perché, se... tutte domande senza risposta e valore, l'importante è che non sia niente di grave...
E' vero, litighiamo... ma è pur sempre mio marito... sono domande che dovrei farmi, a cui dovrei avere una risposta... ma Gregory non mi dirà nulla, come al solito... "Tocca a James parlarne.", sembra sia la sua frase preferita... almeno quando parla con me, sempre che le nostre si possano definire conversazioni, ovviamente.
Jimmy è mio marito, eppure c'è sempre qualcosa in più che House sa ed io no... devo dire che dopo qualche anno un po' una ci si abitua, ma... non è facile da capire ed accettare, perché il proprio marito non si debba confidare con te... certo, non che io gli dica proprio tutto-tutto, alcune cose ne discuto con le mie amiche, ma son per lo più pettegolezzi che a lui non interesserebbero... invece, ho sempre la sensazione che loro due nascondano qualcos'altro, ma non ho idea di cosa sia...


Poco dopo la porta della sala operatoria si aprì; il dottor Thomson si avviò verso le due persone sedute.
"E' la moglie?" chiese rivolto a Geena ed ignorando House, sapeva che era amico del dottor Wilson e che sarebbe rimasto ad ascoltare la conversazione lo stesso.
"Sì." rispose la donna alzandosi.
"Non si preoccupi, l'operazione è andata bene. Fortunatamente non era una ferita profonda, si riprenderà in una decina di giorni."
Sia House che Geena tirarono un sospiro di sollievo.

Il chirurgo ritornò da dove era venuto; pochi minuti dopo uscirono alcune infermiere che spingevano la barella dove si trovava Wilson.
L'uomo era ancora addormentato, un po' pallido per il molto sangue perso, ma nel complesso in buona forma.
Geena seguì alcuni secondi la barella con lo sguardo prima di alzarsi e avvicinarsi al marito.
"Posso venire con voi?" chiese alle infermiere.
"Ok, ma non potrà rimanere molto nella stanza, l'orario di visita termina alle 9.00." rispose una delle due donne.
La signora Wilson annuì.

House si era alzato e si stava dirigendo al suo ufficio, non aveva senso che anche lui scortasse il medico fino alla propria camera, tanto più che dormiva.
Sarebbe andato a trovarlo una volta che fosse andata via Geena.

Nella stanza, intanto, Geena si era seduta accanto al letto di James e gli accarezzava una mano.

Ti accorgi quanto tieni ad una persona quando rischi di perderla... è ciò che si dice, e forse è vero. Io però... non riesco a vederla così... sarà che ho sempre avuto la sensazione che tu non sia mai stato realmente *mio*, come posso perdere una cosa che non ho?!
All'inizio eravamo anche felici, poi non so ricordare come e quando ci siamo allontanati, solo... è successo, io che andavo a giro per negozi, tu che uscivi con House... chissà poi se era sempre vero che uscivi con lui, oppure se ti vedevi con qualche tua *amichetta*... ma non so se posso farti la morale...


La donna si alzò dalla sedia, era quasi l'ora che doveva andare via e Wilson stava ancora dormendo; tenendo sempre la mano del marito, si abbassò per dargli un bacio sulle labbra.
"Ci vediamo Jimmy." sussurrò piano.
"... Greg..." fu l'unica cosa capace di dire l'uomo, ancora incosciente.

In quell'istante Geena non riuscì a capire più nulla, o forse capì anche troppo; l'unica cosa certa era che, lei, era molto confusa, disorientata, e doveva avere delle risposte, parlare con qualcuno. L'unica persona capace di toglierle i suoi dubbi era, appunto, 'Greg'.
Lasciò la stanza diretta all'ufficio di House, ripensò molte volte a cosa e come esporre i suoi dilemmi, ma quando arrivò buttò via ogni suo proposito e scaricò addosso al medico la sua insicurezza, non curante del fatto che altri tre dottori si trovavano nella stanza accanto, separati solo da sottili lastre di vetro.

"Che ci faceva a casa tua?!" domandò entrando all'improvviso "CHE CA**O CI FACEVA JIMMY A CASA TUA?! Possibile che tu debba essere sempre nel mezzo?! E poi ti rinchiudi qui, dentro al tuo ufficio! Bel comportamento davvero, Greg!" urlò, pronunciandone il nome con disprezzo.
"Questa scenata è fuori luogo..." disse, cercando di non rispondere alla provocazione.
"FUORI LUOGO?! Vuoi sapere cos'è realmente fuori luogo?" domandò, sempre ad alta voce "James che dorme a casa tua, è fuori luogo; James ricoverato per una coltellata dopo esser venuto da te, è fuori luogo; James che nel sonno pronuncia il tuo nome, è fuori luogo; tu che te ne stai qui, fingendo che sia tutto normale, è fuori luogo. Queste sono le cose che sono DAVVERO fuori luogo, House!" finì, con rabbia.
L'uomo si alzò dalla sua sedia, prese il bastone e si avvicinò alla donna.
"Smettila di atteggiarti a mogliettina preoccupata ed innamorata, Geena!" stavolta fu il turno del diagnosta, di controbattere serio, deciso e con anche una punta di cattiveria nella voce, senza ormai più preoccuparsi di chi potesse ascoltare. "Pensi che Jimmy non sapesse delle TUE, di scappatelle?! Certo, non lo ha mai dimostrato, anzi, ha sempre fatto il galletto con tutte, ma in realtà ci stava male anche lui! Hai idea di come si sentisse mentre tu andavi a 'giocare a tennis' al Country Club oppure a 'lezione di yoga'?!" chiese sarcastico, pronunciando le due attività in modo da lasciar sott'intendere tutt'altro "Di tutte le volte che è entrato nel mio ufficio a pezzi per causa tua?! Non conosci l'uomo che hai sposato, non pretendere di conoscere me! E soprattutto, non far finta di essere preoccupata di come sta!" terminò, per poi lasciare il proprio ufficio.
"Dove vai? Non ho finito di parlare con te!" gli urlò dietro Geena.
House si bloccò, per poi voltarsi verso la donna. La squadrò alcuni secondi prima di avvicinarsi lentamente a lei.
"Io sì! Comunque, se proprio vuoi sapere qualcosa, perché non fai delle domande precise!" disse, fissandola negli occhi.
Geena rimase a sostenere lo sguardo, incapace di parlare e di formulare una qualsiasi domanda; aveva improvvisamente paura di sentire le risposte che tanto aveva cercato.
"Non parli più?! Sembravi tanto ansiosa di sommergermi di domande, ed ora, non dici nulla?!" chiese "O forse hai paura delle risposte?! Beh... non dovresti lanciare il sasso e poi ritirare la mano, potrebbe essere pericoloso..." continuò, per poi abbassarsi a parlarle all'orecchio con voce bassa "Vuoi sapere cosa abbiamo fatto io e Jimmy?!" domandò, e potè sentirla trattenere il fiato "Sì, ci siamo divertiti questa notte, nonostante il mio letto era... è un po' troppo piccolo... ma penso che tu non voglia sentire i particolari." finì.
Si alzò e ritornò sui propri passi, lasciando l'ufficio e la donna, ancora sotto shock.



Continua...




Uhuh... mi fa sempre sorridere rileggere questo cap XDD però dopo questo pezzo, chi l'ha letto s'è addolcito un po' anche nei confronti di Geena XDD
X elecam28: Grazie! ^_^ Beh... io sogno fin troppo XDD Comunque... Sì, ci saranno altri momenti tra Greg e Jimmy.. .sul "tutto miele", non so XDD ah... Abbastanza bastardo, Greg?! :P
X Yui91: Aihaihaih.. no no no, così non va bene, sei seconda, vuol dir che non mi segui per bene.... XDDDDDD
Scherzo! Cmq... già, favoloso quando fa Dio XDD Mi son sempre domandata perché le scene dove Greg "ride" sul serio son solo quelle con Jimmy... o meglio, perché son sempre poche le scene tra loro due! ç_ç
A parte ciò, grazie per i complimenti! ^__^
X Hcn: Davvero, eh? Sì sì, volevo proprio che risultasse mooooolto simpatica ^^ L'idea del bacio appassionato (e soprattutto Geena che stramazza a terra) sarebbe stata interessante, ma io lo trovo più divertente così XDD
X Kirin: Ghgh... anche io preferisco Greg accanto a Jimmy! :P
Avevi detto, "le difficoltà saldano ancora di più i rapporti tra le persone", ghghgh... per Geena nn è andata proprio così XDD (ma sì, lo so che a nessuno frega un fico secco per lei, però pensare a questa frase e a questo cap, mi fa ridere XDDD)
GRAZIE A TUTTE DI COMMENTARE SEMPRE!! ^___^

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Capitolo 14
*** Strani discorsi ***


Strani discorsi

Cameron era rimasta ferita dalle parole dell'uomo. Quella mattina era rientrata a lavoro sperando in una giornata migliore, magari riuscendo anche a non pensare al proprio capo; ed invece, se l'era ritrovato davanti nel peggiore dei modi, confessandole il suo amore per un'altra persona e dicendole schiettamente che doveva smettere di farsi illusioni.

Come se fosse semplice; come se l'amore fosse una cosa a comando, e bastasse dire "Mi innamoro di lui" oppure "Smetto di amarlo", per far sì che avvenga l'una o l'altra cosa. Ma purtroppo non è così semplice... i sentimenti non sono mai una cosa semplice.
E poi... come mai è corso subito appena l'ha chiamato la Cuddy, non lo fa mai... che sia lei la persona di cui è innamorato?!


Con tali pensieri la dottoressa terminò il turno in ambulatorio e andò nell'ufficio dove si riunivano per discutere sui casi che affidavano ad House.
"House?!" domandò ai colleghi, stupita di non vederlo, ma al contempo quasi sollevata.
"E' venuta la Cuddy preoccupata, lo cercava;" rispose Chase "poi l'ha chiamato col cercapersone e quando è arrivato l'unica cosa che s'è capito è che Wilson l'aveva chiamata perchè gli serviva un'ambulanza... House sembrava preoccupato."
La dottoressa annuì, pensierosa.
"Tu, come và?" le chiese Foreman "House dovrebbe esser venuto a parlar..."
"Sì." lo interruppe "Ha... chiarito la situazione, diciamo. Per una volta è stato esplicito... fin troppo." aggiunse amaramente.
"Allison per qualsiasi cosa, lo sai, siamo qui." disse ancora Eric.
"Grazie."
Allison Cameron sorrise debolmente. Una parte di lei riusciva a non pensare ad House e ad esser contenta di aver trovato due amici come Robert e Eric; perché quando passi metà delle tue giornate con delle persone, è inevitabile che ti ritrovi ad aver un rapporto, o di odio o di amicizia, con loro e lei era contenta che loro tre, infondo, si potevano considerare amici.

Erano ormai le 8.15 p.m. ed i tre si misero a compilare le varie cartelle cliniche lasciate incompiute da House, perché qualcuno doveva fare anche il lavoro d'ufficio e loro non avevano la fama e l'importanza del dottore per permettersi di delegare quel compito a qualcun'altro.
Passarono una ventina di minuti di silenzio, concentrati sui fogli medici, poi il lieve rumore della porta a vetri che si apriva fece sussultare Cameron; la donna si voltò e vide House che era appena entrato nel suo ufficio.
Il medico aveva lo sguardo serio e rimase alcuni istanti in piedi, a fissare un punto imprecisato al di fuori della porta-finestra dietro la propria scrivania, per poi avvicinarsi ad essa e sedersi; Cameron rimase a guardarlo, quasi sicura che non si fosse nemmeno accorto che c'era qualcuno nella stanza dove si trovavano loro tre. Gregory House ingoiò una pasticca di Vicodin; sembrò voler accendere l'i-pod, ma evidentemente ci ripensò e prese lo yo-yo mettendosi a giocare con esso.

"Vuoi fissarlo tutto il tempo?!" chiese Chase dopo cinque minuti in cui Allison aveva analizzato ogni muscolo dell'uomo che amava, cercando di capire qualcosa o di trovare qualche dettaglio, ma non sapeva bene nemmeno lei cosa voleva scoprire.
"No, mi ero persa a pensare, e mi sono distratta..." si scusò "dai, torniamo a lavorare, o ci faremo mattina su queste cartelle!" disse tornando a concentrarsi sui fogli.

E così passarono un'altra mezz'ora per poi venire interrotti nuovamente dall'entrata di una donna che si mise ad urlare contro House.
Allison, Eric e Robert osservarono la scena alibiti, scambiandosi di tanto in tanto delle occhiate quando venivano pronunciate frasi anche pesanti; la donna era quella più schietta, mentre House usava il suo solito sarcasmo, anche se era più gelido delle altre volte.
Poi il diagnosta uscì per rientrare poco dopo, ma non sentirono cosa disse alla donna, che avevano scoperto chiamarsi Geena ed essere la moglie del dottor Wilson, prima di lasciare definitivamente la stanza; Geena Wilson, però, era rimasta sconvolta da quelle parole e Cameron credette che sarebbe caduta a terra se non si fosse arretta ad una cassettiera lì vicino.
Allison prese un bicchiere d'acqua, ci mise un cucchiaino di zucchero, e lo portò alla donna.
"Acqua e zucchero." spiegò dopo che la donna aveva fatto una faccia strana al primo sorso "La tirerà sù... almeno fisicamente."
Geena increspò le labbra in quello che sarebbe dovuto essere un sorriso, "Già... grazie dottoressa."

"Che succede qui?!" disse la Cuddy entrando, dietro di lei c'era Stacy.
Erano insieme quando un infermiera l'avvertì che si sentivano delle voci provenire dall'ufficio di House.
"Geena, stavi urlando te con House?!" domandò stupita.
La donna annuì con la testa, "Scusami Cuddy, non sono riuscita a trattenermi... solo che quando ho sentito James..." si mise una mano davanti alla bocca, non aveva nemmeno il coraggio di ripensarci.
"Geena..." s'intromise Stacy "so come ti senti," disse, e tutti pensarono al fatto di aver un marito ricoverato in ospedale, "ma non possiamo farci nulla, se non... sperare per loro." finì dopo aver riflettuto alcuni secondi sulle parole da usare.
La Cuddy e Cameron la guardarono stupite, Chase e Foreman erano rimasti dietro, ad osservare la scena.
"Mpf..."
"Non dire cose di cui, poi, potresti pentirtene..." l'avvertì l'avvocatessa "soprattutto se ami James."
"Tu ami Gregory?" chiese di rimando la donna.

Cosa c'entra House, ora?! Non stavano parlando di Wilson e del marito di Stacy?! Chissà però cosa risponderà... anche se mi ha detto che non è di lei, che è innamorato...

"E' proprio per questo che ti dico di stare attenta... è giusto che facciano ciò che li rende più felici. Ti prego Geena, parliamone da sole nel mio ufficio." disse poi, non voleva che altri sentissero i loro discorsi, soprattutto perché pensava che, se avessero voluto, sarebbero dovuti esser i due uomini a parlarne agli altri.
"Se ci tieni tanto..."
Poi Stacy si rivolse alla Cuddy "Lisa, ti spiace se continuiamo domani?!"
"No, c'è tempo." rispose l'amministratrice.
"Grazie dottoressa... Cameron." salutò la bionda leggendo il nome sul cartellino della donna, "Mi spiace Cuddy." disse infine prima di andar via con Stacy.

Quando anche la Cuddy se ne fu andata, Cameron tornò dagli altri due dottori.
"Voi ci avete capito qualcosa?" domandò Chase.
"Poco..." ammise Cameron.
"Non ho capito bene che è successo tra House e Wilson e perché quella Geena se la sia presa tanto, ma non so se lo scopriremo... House non è il tipo da far sapere quel che gli succede, ed anche Stacy sembrava volesse nascondere qualcosa." disse Foreman.
"Già..." Allison era pensierosa; c'erano state molte frasi strane, sia nel discorso tra House e la moglie di Wilson che in quello tra la stessa e Stacy. Nonostante ciò che gli aveva detto House, il fatto che lui e Stacy potessero aver qualche segreto in comune, le dava lo stesso molto fastidio.



continua...



E' difficile fare che dei personaggi non sanno una cosa, quando tu la sai XDD o se ne accorgono troppo facilmente oppure sembrano degli idioti...
io ho optato più per la seconda XD
perché infondo House è legato a Wilson da una profonda amicizia, è normale pensare che si preoccupi.... nonostante Geena abbi detto "James che nel sonno pronuncia il tuo nome, è fuori luogo;" XDD
Ma due colpi insieme per Cam mi parevan troppi...

Errata corrige: effettivamente, ho un po' confuso due cap, non è il cap precedente quello che ha fatto *redimere* (almeno in parte) Geena, ma un'altro, in seguito... non so perché ho fatto tale errore, ma tanto è ininfluente XD (come questo cap... che era giusto per dar uno sguardo anche dal punto di vista di Cam.. o per non far svolger troppo velocemente la storia e quindi farvi rimaner in attesa :P )

X Yui91: Complimenti per l'ennesima medaglia d'oro! XDD Me lo dicon tutti che finisco i cap nel punto *sbagliato* ghghgh questo cap però, non credo soddisfi molto la tua curiosità :P Aspetterai il prossimo.... XDDD (son sadica? Sì, molto... ghghgh)
X Kirin: Sarebbe un male se la Cuddy lo scoprisse? Oo (Lo sto chiedendo perché per ora ancora non sa nulla, ma ho molte idee in testa.. anche una per farglielo scoprire.. dici che prenderebbe la notizia *male*? boh... son pronta ad ogni suggerimento/critica di sorta ^^)
X anna mellory: ho fatto abbastanza presto? :P ma siete fortunate che questi cap l'ho già scritti... quando li finirò, aspetterete di più, purtroppo ^^''
X Hcn: XDD Ma... non lo so, per ora Jimmy non si è rivelato molto fedele, ma con Greg non so... Quando si riprenderà, magari glielo chiedi... io cercherò di non farmi scappar nulla con Greg, se ci tieni tanto XDD
GRAZIEE!!! ^___^

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Capitolo 15
*** Sensi di colpa ***


Sensi di colpa

Forse ho esagerato davvero questa volta... avrei dovuto trattenermi, ma... al diavolo, se l'è cercata! L'unico dubbio è come la prenderà Jimmy... forse avrebbe voluto parlarle lui... forse NON avrebbe voluto parlarle affatto... non lo so, non ha più importanza ormai; le cose andranno come dovranno andare, inutile fasciarsi la testa prima del tempo.

Gregory House andò all'ingresso fermandosi davanti al bancone.
"In quale stanza è ricoverato il dottor James Wilson?" chiese ad un'infermiera che non aveva mai visto.
"L'orario delle visite..."
"E' terminato lo so, ma non è quello che le ho chiesto." sbuffò "Voglio sapere in quale stanza si trova, sono un medico!"

Con quale criterio la Cuddy assume le nuove infermiere?! Glielo dovrò chiedere... e magari consigliarle anche un buon test d'intelligenza da far fare prima di prendere gente nuova, magari così troverò qualcuno con un minimo d'arguzia in quest'ospedale...

"Ehm... non so se..."
House sbuffò un altra volta.
"Dottor Gregory House, sono il medico del dottor Wilson." disse estraendo il tesserino "Posso sapere dove è ricoverato, ora?!" domandò nervoso.
La giovane donna era evidentemente in imbarazzo, "Sì... stanza 128, terzo piano."
"Alleluja!" commentò soltanto, prima di allontanarsi per poi fermarsi ad una macchinetta dove prese un pacchetto di patatine ed un'aranciata.

Arrivato alla stanza 128, si soffermò sulla porta; ancora una volta si ritrò a pensare che, dal punto di vista del paziente, le pareti di vetro potessero anche esser una cosa fastidiosa, almeno secondo lui.

... Anche se per me, come medico, sono eccezionali... posso osservare lo svolgersi della malattia senza dover entrare direttamente in contatto con il malato.

Poi si voltò verso Wilson che era ancora addormentato, si avvicinò e posò il sacchetto di patatine e l'aranciata sul comodino prima di sedersi sulla sedia accanto al letto.

Perchè sono qui? Non è da me, stare così, in una stanza ad aspettare il risveglio di una persona che ha appena subito un operazione; di solito mi sarei rinchiuso nel mio ufficio a giocare o ad ascoltare la musica in attesa di qualche cambiamento... ma in effetti, non è la prima cosa *non da me* che riesci a farmi fare, anche inconsapevolmente. Credo che dall'esterno sembri che sia io a manipolarti, se invece sapessero quanta influenza hai tu, su di me, dubito ci crederebbero... eppure, me ne rendo conto ora più di prima, hai sempre avuto un forte potere sulle mie decisioni.
Fortuna che non era una ferita grave... non so che avrei fatto, non voglio nemmeno pensarci...


Non sapeva quanto tempo era passato, forse non molto, visto che aveva appena finito le patatine; ma il silenzio lo stava opprimendo, così accese la tv. Girò un paio di telegiornali per poi fermarsi su una replica di 'The O.C.'.
"Ti piace proprio tanto questo telefilm?!" domandò debolmente James.
House si voltò verso l'oncologo. "Ehi... ben svegliato." sorrise; sentire la voce dell'altro l'aveva sollevato, anche se non credeva nemmeno lui d'esser così teso.
Wilson ricambiò il sorriso; era così raro vederlo ridere che, ogni minimo segno sulle sue labbra, era sempre una cosa unica e sapere che quello era per lui lo rendeva molto felice.
"Thomson ha detto che te la caverai in una decina di giorni, sei stato fortunato." disse poi House, togliendo l'audio alla televisione.
"Già..."
"Come è successo? Perché sei tornato a casa mia?" chiese poi.
"Avevo scordato lì il portafogli..."
"Solo questo?!"
Jimmy negò con la testa. "Geena..."
"Geena?!" domandò House, aveva ancora ben chiara in mente la litigata di poco prima.
"Indovina?!" rispose, "Ehi, non fare quella faccia... beh, che c'è di strano se non muoio dalla voglia di vederla a letto con un altro e se posso evito di farlo?! E poi... nonostante tutto è ancora mia moglie..." aggiunse quando notò come lo guardava il diagnosta.
"Scusa... a proposito di Geena... era qui, ma non sei stato molto carino con lei..." disse con un ghigno, mentre Wilson lo guardava non capendo a cosa si riferisse.
"Dopo che sei uscito dalla sala operatoria, è venuta qui con te e, mentre dormivi, hai pronunciato il mio nome... non è stato un gesto carino, da parte tua..." lo informò, mantenendo il solito tono strafottente.
"E... tu come fai a saperlo?!"
"E' venuta ad informarmi... anzi, a dire il vero, me l'ha urlato contro, ha fatto una scenata in grande stile..."
"O mio Dio... e, tu?!" chiese ancora, non proprio sicuro di volerlo sapere sul serio.
House rimase in silenzio a fissarsi le mani per poi alzare lo sguardo solo un secondo.
"Greg?!"
"Ho cercato di restare neutrale..."
"Ma...?!"
"Alla fine sono scoppiato, non la sopportavo più...", sospirò, "le ho detto che ci siamo divertiti ieri notte, poi sono andato via." finì per tornare ad interessarsi alla propria mano che giocherellava con il bastone. Aveva paura di come l'avrebbe presa.
James tentò di mettersi a sedere, ma non ci riuscì ed House si alzò per poi avvicinarsi.
"Non sforzarti." disse mettendogli una mano sulla spalla.
"Abbassati un attimo..." mormorò Jimmy.
Il diagnosta lo guardò senza capire. Incerto nei movimenti, fece come gli era stato chiesto, si bilanciò appoggiandosi contro il materasso e si chinò; quando era ad una ventina di centimetri dall'altro, Wilson allungò il braccio destro portando la mano dietro la testa di House e attirandolo a sé.
Gregory rimase stupito da quel gesto, anche se ricambiò il bacio.
"Va tutto bene, Greg." disse poi, per tranquillizzarlo, infondo probabilmente era stato meglio che Geena l'avesse saputo subito.
"Mi fai paura... impari in fretta." commentò l'altro, notando come le azioni e le parole dell'oncologo fossero quasi identiche alle sua della sera precedente.
"Ho un ottimo maestro, e un buono spirito d'osservazione."

House si rimise a sedere e prese la mano dell'altro; si sentiva un po' in colpa, per tutto quello che era successo.
"Ma, come mai sei qui?! La Cuddy non ti ha sbranato quando sei arrivato?" James fu il primo a rompere il silenzio che si era creato; un silenzio estenuante, a differenza del solito.
"Quando sei arrivato tu, ero così sconvolto che devo averle fatto pena e mi ha lasciato il giorno libero." rispose andando ad incrociare gli occhi dell'altro "L'avevo detto che era inutile che oggi venissi al lavo..." si bloccò all'improvviso, così come all'improvviso sparì il sorrisetto ironico che si stava formando sulle sue labbra mentre pronunciava quelle parole. Se davvero avesse insistito per rimanere a casa, magari non sarebbero entrati nel suo appartamento e Jimmy non sarebbe stato ferito.
"Smettila!" sbottò Wilson stringendogli la mano "Non colpevolizzarti sempre per tutto!" disse, come se gli avesse letto nel pensiero.
"Da quando leggi nel pensiero?!"
"A te, da molto tempo." rispose sereno.



Continua...




X Kirin: Grazie!!^___^ Che dire… vedrò quel che mi uscirà… XDDD Son curiosa perfino io di sapere cosa farò fare alla Cuddy XDD
X elecam28: Jamie no, ti prego!!!! XDDD Quel nomignolo mi fa venir inevitabilmente in mente Potter sr… brrrr…. Che pensiero odioso… (non ci posso far nulla… lo odio, tanto quanto il suo compare Black XD).. Jimmy è molto meglio…. A parte ciò, a me la cuddy sta simpatica ^__^ Cmq… tranquilla se non riesci a seguire ogni cap, anche se, non è detto che aggiorna ogni giorno o un giorno sì e uno no, come ora (oggi… devo occupare questi 40 min che mancano all’inizio delle nuove puntate ^^), per cui… vai tranquilla!!^_-
Ah… i ladri non ho idea di cosa intendessero rubare … non me ne frega molto, non mi ci son concentrata e non credo di farlo in seguito XD Cameron… bah, povera, ma… per il momento non m’importa nemmeno di lei! XDD Grazie dei complimenti!^^
X Yui91: mi stai cadendo in basso XDDD Cmq, hai ragione, NCIS è stato tanto triste ç__ç (“OT”: XD Splendido quando Gibbs s’è offerto di portar il caffè a Tony e McGee e Tony si ‘lamenta’ che è troppo gentile XDD ehm… a parte che Tony e Gibbs son sempre “splendidi” XDD) Cmq, spero il cap sia stato di tuo gradimento ^^
X Hcn: Oh… almeno la Cuddy ti sta simpatica, bene! XDD Cmq, son troppo buona, non ce l’avrei fatta a farla soffrir così tanto, povera stella XDD (X quel che m’importa di lei, poi.. ma… ah, son troppo buona… ma mi par d’averlo già detto :P) Grazie!^__^

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Capitolo 16
*** Ricordi ***


Ricordi

Fa una strana sensazione ora, parlare come sempre; ma non voglio che cambino le cose, anche se inevitabilmente son già diverse da prima. C'è quel bisogno del contatto fisico che prima mancava, o forse non volevamo ascoltarlo ed ora è come se *dovessimo rifarci del tempo perduto*... no... non mi piace questa definizione, mi sa di squallido... come se fosse una cosa puramente lussuriosa... no, non è così, però... si è aggiunto qualcos'altro... come il bisogno di sapere concretamente che non ho sognato tutto, che se ho bisogno di qualcosa lui c'è.
Eppure prima non avevo l'esigenza di vedermelo accanto per saperlo... no, nemmeno ora mi serve questo per non dubitare neanche un istante che si preoccupa per me... voglio solo esser sicuro che ciò che è successo abbi un motivo più che valido, che si tratti di amore e non di sesso.
Ho paura anche solo a pensarlo però... tutte le volte che ho pronunciato quella parola, *amore*, è finita male.


Wilson non riusciva a dormire bene; strinse la mano a cercare quella di House, ma non la trovò.
Aprì gli occhi per osservarsi intorno, era ancora buio e la sedia accanto al letto dove si trovava vuota.
Quando si abituò alla penombra si guardò intorno e notò la figura distesa sul divano in pelle, un bastone era posato poco distante; sorrise.

Non mi sarei aspettato che rimanesse qui... Deve esser davvero preoccupato, oltre che a sentirsi in colpa. E' sempre il solito... da quando ha avuto l'incidente alla gamba sembra che tutto quel che succede sia un'ulteriore punizione nei suoi confronti. E' anche per questo che cerca di allontanare tutti, perché pensa che se qualcuno gli sta intorno venga influenzato dalla sua stessa *sfortuna*... me lo ha detto lui stesso, cinque anni fa... dopo l'incidente... dopo che Stacy era sparita con un semplice biglietto di scuse sul tavolo della cucina.

"House apri, lo so che sei in casa!!"
Ero andato da lui dopo aver sentito il messaggio in segreteria, "Stacy è partita...", la voce vuota mi aveva messo in allarme; io ero stato fuori casa per quasi tutto il giorno e non sapevo cosa avesse potuto combinare.
"Gregory House, dannazione, apri questa maledettissima porta!" continuai suonando il campanello finché non sentii il rumore della serratura che girava.
Spinsi la porta ed entrai richiudendomela alle spalle, lui si era seduto sul divano. L'odore dell'alcool era nauseabondo così per prima cosa andai ad aprire le finestre.
"Che ci fai qui?!" mi chiese e lo guardai stupito voltandomi verso di lui, nella sua voce c'era sia rabbia che tristezza. "Perché sei qui?! Tanto te ne andrai anche tu... non ce la farai a starmi accanto, non ora che sono così ed ho bisogno costante d'aiuto..."
"Che diavolo stai dicendo?! Greg sei ubriaco, non sai di cosa parli!" dissi avvicinandomi.
"Va' via, stammi lontano!" disse agitando il bastone contro di me "E' meglio per tutti... è meglio per te. Tutti quelli che mi stanno accanto soffrono e non sono felici... e poi se ne vanno. E' meglio che tu vada via subito, ti risparmierai altre sofferenze!" continuò sempre con il bastone per aria.
"Smettila!" dissi bloccandolo con la mano sinistra e avvicinandomi fino a trovarmi di fronte a lui; mi inginocchiai e lo presi per le spalle costringendolo a guardarmi negli occhi.
Sembrava di avere a che fare con un bambino più che con un uomo di quarant’anni, ma era comprensibile, visto che era anche ubriaco.
"Greg, io sono tuo amico e un amico non se ne va' quando l'altro si sente male!" dissi. "Qualsiasi cosa accada, gli amici ci sono sempre... io ci sono sempre, lo sai. Non me ne vado ora e non me ne andrò mai!"
"Se ne è andata Stacy che diceva d'amarmi, perché dovrei credere a te?!" chiese cercando di liberarsi dalla mia presa.
Non sapevo sinceramente come dimostrargli che le mie parole erano vere, infondo aveva ragione anche lui... se non era riuscita a stargli accanto Stacy, come poteva fidarsi di qualcun'altro?!
"Dai guardami, sono io, Jimmy..." dissi soltanto "ti ho mai mentito?!" domandai, ma avevo scordato la sua filosofia...
"Tutti mentono."
Come volevasi dimostrare...
Scossi la testa, "Non ti ho domandato se ho mai detto una bugia, ti ho chiesto se ho mai mentito a TE!" ripetei, sapevo che ci sarebbe voluta molta pazienza... ce ne voleva già tanta quando era lucido, figuriamoci in quelle condizioni.
"Non lo so, non so più nulla..." rispose, poi allungò le braccia verso di me abbracciandomi e cominciando a piangere sulla mia spalla.
La posizione non era delle più comode così mi spostai fino a sedermi accanto a lui sul divano.
"Non ti ho MAI mentito, e non comincerò adesso." lo informai "Sono tuo amico, mettitelo bene in testa, non me ne andrò!" finii passandogli un braccio intorno alle spalle e lasciandolo sfogare.


L'oncologo si era riaddormentato e quando si svegliò nuovamente era mattina inoltrata e Gregory House non c'era più; un'infermiera stava sistemando dei fiori in un vaso.
"Di chi sono?!" chiese Wilson.
"Oh... me li ha dati la dottoressa Cameron, da parte sua e del resto dell'equipe del dottor House." rispose la donna "Comunque, ben svegliato, dottor Wilson."
"Grazie, Cecilia."
"Oh, non dovresti sorridere così alle infermiere..." disse una voce femminile facendo spaventare l'inserviente.
James si limitò ad alzare lo sguardo su di lei, "Geena...".
"E' già... stupito di vedere tua moglie?" domandò avvicinandosi.
L'infermiera uscì dalla stanza con un semplice "Arrivederci."
"Fortuna che non ti ha visto Greg, vero?!" chiese ancora, sedendosi.
"Volevo solo essere gentile..."
Geena abbassò lo sguardo. "Sai... ho parlato con Stacy ieri sera." cominciò "E' molto più comprensiva di me, lo ammetto... ma lei non è sposata con Gregory, ed io non ho la sua capacità di tenersi le cose per se."
Wilson restò ad ascoltarla in silenzio, senza guardarla.
"Eppure... un po' ci speravo, sai? Che venivo qui e tu mi dicessi qualcosa... magari che non era vero nulla, invece... quando ho fatto quell'allusione ed ho nominato Greg non hai nemmeno cercato di trovare una scusa, una menzogna qualsiasi, niente."
"Geena..." sembrava che Jimmy non era in grado di dire nient'altro se non il nome della donna.
"No, devo farmene una ragione... tanto non cambierà niente, qualsiasi cosa tu dirai." sospirò la donna "Credevo che i tuoi matrimoni precedenti fossero finiti perché ti... interessavi... alle altre, non immaginavo fosse per via di Greg... anche se a questo punto mi viene da chiedere come mai tu ti sia sposato altre due volte."
"Non è così." disse l'uomo "Io... sì, insomma... prima di ieri, consideravo Greg solo come un amico..."
"Sì, come no, ed io sono la regina d'Inghilterra!"
"Il tailleur ce l'hai..." s'azzardò a scherzare il marito.
"Jimmy, per favore!"
"Scusa. Comunque è la verità, solo che... è... imbarazzante... parlarne con te, sai..."
Geena scoppiò a ridere. "Sei proprio un tipo strano, non ti fai nessun problema a corteggiare qualsiasi donna ti trovi davanti, eppure diventi un peperone se si tratta di parlare dei tuoi sentimenti. Lo... ami, vero?" chiese infine.
"Io... direi di sì... sì, è così." ammise.
"Be-bene... sono davvero contenta per te." disse in un fiato, la risata si era trasformata prima in singhiozzi e poi in lacrime.
L'oncologo si era fatto serio, "Non credevo l'avresti presa così male... cioè, ultimamente le cose tra di noi erano già un po' critiche, e..."
"E sono tua moglie Jimmy, ovvio che ci rimango male; nonostante, come mi hai fatto notare anche te, non eravamo la *coppia perfetta*." disse Geena "Ma non preoccuparti, appena ti sarai rimesso faremo le carte per il divorzio... perché ormai non c'è altro da fare, no? Spero davvero per te che sia la volta buona."
"Grazie." si limitò a dire Wilson.
"Ti dispiace se resto qui ancora un po'? Giusto il tempo di riprendermi e sistemarmi alla meglio." chiese cercando di trattenere le lacrime.
"No, certo... stai tranquilla." rispose.

Una decina di minuti dopo, la bionda s'abbassò su di lui e gli diede un bacio sulla guancia per poi andare a parlargli all'orecchio. "Dopo di me entrerà un tenente della polizia, per la storia a casa di Greg... stai attento, a me non piace per nulla quello lì, è antipatico." lo informò.
"Ci vediamo." disse quando si alzò e Jimmy si limitò a sorriderle.



Continua...




Eccoci XD E’ questo il cap della “redenzione” di Geena XDD Anche se io, preferisco la prima parte XD
Ah.. a proposito della *primissima* parte… non so… da una strana sensazione anche a me, ma… ormai è venuta così… ^^’

X elecam28: Ohoh… cara Gryffindor, non ci posso far nulla, oltre ad esser una Slytherin fino in fondo, tale “gruppo studentesco a delinquere” non è proprio nelle mie note… ma, per il bene di entrambe, mi limiterò a questo ultimo commento su.. ehm… su loro due, ecco… (il topo non è nemmeno da prender in considerazione, mentre il lupacchiotto… David Thewlis me l’ha fatto risultar più simpatico.. anche se Remus non mi ha mai fatto nulla) tornando a House, le sto rivedendo ora le puntate di mercoledì…. XDD Splendido JIMMY imbarazzato XD (quando House gli dice che, se non gioca tutto, dice in giro che si mette lo smalto sulle unghie dei piedi XDD) anche se… m’è piaciuto molto alla fine quando, sul balcone, racconta di come ha vinto! E lo sguardo di House… oddio… che sguardo che ha sempre quando è contento con(o per) Wilson*__* ok.. grazie dei commenti, comunque! XD
X Kirin: Eheh… sulle pareti di vetro, è ciò che ho sempre pensato fin dalla prima puntata XD Per il resto… grazie!^__^
X Hcn: Già… Cameron è troppo fissata con st’etica -.- Anche se devo darle ragione con Foreman, avrei fatto come lei in quel caso… comunque… Grazie!! ^___^
X Yui91: susu, vedrai che ti rifarai XDD Per le “correzioni” grazie!! Anche se… davvero, di solito le ricontrollo almeno tre volte prima di postare, non so come abbia fatto a sfuggirmi… ho ricontrollato dopo che me lo hai detto, effettivamente un paio c’erano… scusate, davvero non me ne ero accorta ^^’’ se noti qualcos’altro dimmelo… ^^ spero non ce ne siano troppi, però ù.ù Ma sono contenta che fin’ora continuino ad esser tutti fedeli a “loro stessi originali” XDD
Jimmy fa pena anche a me, ma.. mi viene ‘naturale’, povera stella… non lo faccio a posta, pur continuando a “trattarlo male” ^^’’’

Ah... qualcuna di voi, ha per caso idea del perché Jimmy, nel telefilm dico, continua a chiamare Greg "House" mentre Greg non si perita ad usar il diminutivo "Jimmy"? (visto? Jimmy, non Jamie! :P XDD)

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Capitolo 17
*** A casa ***


A casa

Chissà se ho fatto bene a lasciarlo da solo... ma che vado pensando?! E' in un ospedale, più al sicuro di così!!
Basta, devo smetterla di pensare a cose idiote! Ora devo andare a casa per vedere se mi hanno rubato qualcosa, quindi... concentriamoci sulla strada, che è meglio!


Gregory House si stava dirigendo verso il proprio appartamento; quando arrivò, il tenente Clarkson era lì insieme ad altri poliziotti.
"Dottor House, buongiorno." disse avvicinandosi.
"Non credevo che per un furto ci fosse tutto questo interesse..." rispose, non esattamente contento che la propria abitazione venisse messa ulteriormente in disordine.
"Sono della scientifica," spiegò il tenente "stanno cercando eventuali tracce lasciate dal rapinatore... o i rapinatori, ancora non sappiamo in quanti fossero."
House intanto aveva osservato lo stato in cui era la sua casa, davanti all'ingresso c'era ancora il sangue lasciato da Jimmy e altri segni rossi indicavano il percorso che aveva fatto fino al bagno; probabilmente, se non era sicuro che il collega stava bene, si sarebbe spaventato molto.
Il salotto era tutto buttato all'aria, libri e carte varie erano sparsi per terra; i cassetti aperti erano stati privati del loro contenuto, anch'esso trovando posto sul pavimento.
"Dalle prime analisi sembrerebbe che non abbiano avuto molto tempo prima che arrivasse il dottor Wilson, la camera da letto è quasi intatta." disse ancora il signor Clarkson.
House annuì distrattamente mentre si guardava intorno, ci sarebbe voluta una settimana per rimettere tutto in ordine per bene.
"Non so quanto possano aver portato via... non avevo poi molte cose di valore, se non si considera il pianoforte, ma è ancora lì." commentò House avvicinandosi al prezioso strumento, fortunatamente non era stato danneggiato. "Posso cominciare a sistemare qualcosa?" chiese dopo alcuni istanti.
"La cucina l'abbiamo controllata." rispose un ragazzo.
"Bene, almeno posso farmi un caffè..." mormorò avviandosi verso la stanza liberata dagli agenti.

Dieci minuti dopo il diagnosta sedeva al tavolo da pranzo con una tazza fumante davanti.
"Dottor House, dovrei farle alcune domande." chiese una donna parandosi davanti.
Greg alzò lo sguardo; era una bella donna, sulla quarantina, i capelli scuri erano legati in una semplice coda, indossava un paio di jeans e poteva intravedere una maglia verde scuro sotto il giacchetto con la scritta CSI.
"Dov'è il tenente Clarkson?" chiese.
"E' andato in ospedale a parlare con il suo collega; io sono Karen Wolf, della scientifica." si presentò la donna.
"Che vuole sapere?"
"Chi ha avuto accesso alla sua casa negli ultimi giorni, per distinguere le impronte digitali da quelle eventuali di chi si è introdotto in casa sua." spiegò. "A parte lei e il dottor Wilson, ovviamente."
"Mmm... Ieri è venuta Stacy Warner, lavora anche lei all'ospedale, come avvocato." rispose "Poi... mmm... alcuni giorni fa sono venuti alcuni amici... Avete finito?" domandò poi.
"Quasi... mi può dare l'elenco di questi amici?" disse estraendo un taccuino ed una penna e posandoli davanti all'uomo.
House prese la penna e scrisse alcuni nomi per poi rendere il tutto a Karen.
"Dovrei anche prendere le sue impronte. Basta che mi dia la tazza." spiegò indicando le mani che si trovavano intorno all'oggetto.
Il dottore finì il caffè e porse la tazza alla donna.
"Grazie." disse mettendo la tazza in una busta trasparente "Senta, non ha visto niente di strano in questi giorni? Qualcuno che si aggirava intorno casa sua, oppure qualcuno ha suonato alla sua porta, cose del genere." continuò a chiedere Karen.
"No, almeno quando io ero in casa... e sveglio."
"Bene, grazie dottor House." salutò allontanandosi.

Era quasi mezzogiorno quando la scientifica lasciò l'appartamento dandogli il permesso di poter rimettere tutto a posto; House ordinò una pizza e telefonò anche ad un fabbro per far cambiare la serratura, distrutta, del portone d'ingresso.

Che peccato, mi sa che non potrò esser puntuale nemmeno oggi...

Pensò, quando il fabbro gli disse che non sarebbe potuto andare da lui prima delle 3.00 di quel pomeriggio; riprese il telefono e compose il numero dell'ufficio della Cuddy.
"Pronto?" disse la donna.
"Raggio di sole!" esordì Gregory.
"Non premette nulla di buono... cosa vuoi, House?"
"Solo informarti che oggi non potrò essere puntuale..."
"E quando mai lo sei?!" chiese sarcastica.
"Il fabbro arriva alle 3.00, se va bene." continuò.
La Cuddy rimase in silenzio per alcuni secondi.
"Senti House... immagino lì sia tutto incasinato... considerati in vacanza per i prossimi tre giorni; ma lunedì ti voglio puntuale!"
"Ci puoi scommettere, tesoro." rispose, anche se sapevano entrambi che stava mentendo.
Riattaccò e per prima cosa pulì il sangue sul pavimento; una mezz'oretta dopo arrivò anche la pizza.

Gregory House perse gran parte del pomeriggio dietro al fabbro, che arrivò alle 4.00, e verso le 6.00 tornò in ospedale.
Arrivato davanti alla stanza di Jimmy notò che Cameron si trovava lì.

Perchè mi dà così noia vederla lì?! Infondo avrei dovuto immaginarlo, è sempre la solita storia... se c'è qualcuno che sta male, stai sicuro che lei c'è...

Rimase alcuni minuti fuori, prima che Wilson alzasse gli occhi accorgendosi di lui e facendo voltare anche Cameron; il volto della dottoressa si rabbuiò, abbassò lo sguardo e mormorò qualcosa prima di uscire.
"Arrivederci House..." disse soltanto, passandogli accanto e continuando a camminare.
Il diagnosta entrò, avvicinandosi al letto.
"La crocerossina è venuta per la sua dose quotidiana di buone azioni?" domandò ironico, sedendosi.
"Greg!"
"Che c'è? Non ti basta che mi sia trattenuto finchè lei non se ne è andata?!"
"Perché sei sempre così acido con lei?"
"Perché ti interessa?" chiese ancora, non sapendosi ben dare una risposta nemmeno lui alla domanda dell'altro, e non sapendo nemmeno perché se la fosse presa tanto.
"Pensi che io possa essere il suo 'chiodo scaccia chiodo' e ti da noia?" domandò fissandolo negli occhi.
"No, mi da noia che lei potrebbe esserlo per te." rispose quasi senza pensare a ciò che diceva.



Continua...




X Kirin: Eheh... contenta d'aver reso bene il ricordo di Jimmy!^^
X elecam28: belli, sexy e affascinanti hai detto, eh?! Ma allora concordi con me, l'intelligenza è un'idea astratta per loro, una cosa che deve averli solo vagamente sfiorati, lasciando qualche vago ricordo della propria presenza, ma... ahimè... troppo poco per permettere ai loro cervelli di funzionare! ehm... ok, tralascio altri pensieri su loro due... XD
Grazie per i complimenti... Per Geena... all'inizio avevo l'idea di farle far altre storie, ma... un po' per bontà, un po' perché me ne frega talmente poco di lei che, credo, verrà nominata si e no altre una o due volte, ho deciso di lasciar andar così ^^
Per il tenente.. mah... si starà a veder XDD (anch'io.. visto che ancora non ho ben deciso... uhm... ma sì, grazie, mi hai aiutato a sbloccar il cap 22... XDD dovrai aspettar quello per saper la fine della "storia del tenente" :P XDDD)
Cmq.... ho letto degli spoiler su Dr house.... ma non è questo il posto x parlarne :(
X Yui91: Tranquilla... ti aspetterò prima di postare... XDD (io non ho problemi.. le altre, non so XD) Cmq... acc... più li ricontrollo più mi scordo qualcosa! -__-'''
Per i complimenti alla FF, grazie!!!!, come al solito XD Effettivamente Jimmy mi vien un po' meglio di House, ma... House è troppo complesso per una mente normale!! XDD
X Hcn: Sì, c'ho pensato anch'io, ma... uff... vorrei sentirlo almeno una volta dire "Greg" ùù

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Capitolo 18
*** Normalità ***


Nuova pagina 1

 

Dovrei dormire... sono le due ormai, ed io non ho più lacrime da versare per House. E' finito, tutto finito. E' stato il più chiaro possibile, devo rassegnarmi, smettere di amarlo... spero di riuscirci, anche se sarà difficile continuare a lavorare con lui, ma non sarà molto diverso da prima... sapevo che non mi amava, ora ne ho la certezza, solo questo cambia.
Forse ce la farò finalmente, a cominciare a pensare a qualcun altro... Sì, devo riuscire ad andare avanti, non posso fossilizzarmi così... però forse, non è necessario che cominci subito... posso continuare a pensare a lui, almeno per questa notte, no? Che c'è di male?!
Forse no... meglio smetterla subito... andare avanti così non fa bene, eppure mi ritrovo a pensare sempre a lui: Gregory House; anche se ora è innamorato.
Ma sì, ok, va bene... sono contenta per lui... ha detto che è una storia seria, bene, benissimo... almeno finalmente potrò togliermelo definitivamente dalla testa, sì... non ho più nessun appiglio a cui poter far ricorso, nessuna scusa come "E' stata una donna molto importante per lui, in passato... ovvio che ci sia ancora legato e pensi ancora a lei." o "E' stata la sua ultima storia, la donna con cui ha affrontato la malattia, è naturale che la voglia ancora accanto." o qualsiasi altra scusa io possa immaginare, perché non è più Stacy che fa battere il suo cuore.
Non so nemmeno più con chi dovrei "prendermela"... almeno prima c'era Stacy, ora non ho nemmeno motivo di odiarla... chissà però che tipo è... lo ammetto, sono curiosa... vorrei proprio sapere chi è riuscita a fargli perdere la testa in quel modo. Oggi è stata la prima volta che è venuto lui a parlare con me, e lo ha fatto senza usare il suo solito sarcasmo, mi ha stupito molto... forse più di quando si è proposto di fare l'ambulatorio.
Probabilmente è proprio questa sua imprevedibilità a renderlo così affascinante, oltre a molte altre piccole sfaccettature, piccoli dettagli che si notano solo standogli accanto e conoscendolo piano piano. Già... ammetto che all'inizio nemmeno io ne ero tanto attratta, ovviamente lo conoscevo di fama da prima di entrare al Princeton e sapere che avrei lavorato fianco a fianco con uno dei migliori medici del mondo era molto stimolante e affascinante, anche se appena cominciato non riuscivo a comprenderlo... perché si comportava in quel modo, perché doveva esser così odioso... poi ho capito, o almeno credo d'aver capito, cosa gli passava per la testa, perché cercava sempre di allontanare tutti... e non mi sono innamorata di lui solo perché stava male ed aveva bisogno di aiuto... ma cosa cambia adesso?! Che importanza può avere il motivo che ha dato inizio a tutto ciò?! Era meglio che non ci fosse stato un motivo per cui dovessi innamorarmi di lui, se ora sto così male.
E' stato bello uscire insieme, ho quasi creduto che anche lui fosse innamorato di me, ma si vede che non era destino... devo solo convincermene. Facile, no?!


"Dio, Allison... non hai dormito per nulla questa notte, vero?" chiese preoccupato Chase, quando l'amica entrò in ufficio, alle 9.00 a.m..
"Tranquillo, è tutto ok." rispose.
"Ma che ci fai qui? Non hai turno di mattina, oggi." continuò.
"Lo so... volevo solo fare qualcosa per Wilson, tipo un mazzo di fiori, e volevo sapere se voi ci stavate."
"Certo." rispose Robert.
"Sicuro." disse Foreman, che era rimasto fino a quel momento in silenzio.
"Bene... Ci passo ora, visto che sono in piedi... venti dollari a testa?!" propose.
"Ok." acconsentirono i due medici, prendendo i soldi dal portafogli.
"Ma sicura di farcela? Non dovresti riposarti un pò?" domandò Eric.
"Sììì! E' tutto a posto, davvero!" sorrise Allison "Vado a comprare i fiori."

Dei fiori... chissà se c'è una specie che gli piace particolarmente... mmm... gigli? Tulipani? Orchidee? Rose?

"Posso esserle d'aiuto, signorina?" domandò gentilmente la fioraia.
"Sì... dovrei fare un regalo ad un collega che è stato ricoverato, ma non ho idea di che fiori potrei comprare..." rispose Allison.
"Beh, ci sarebbero dei gigli... oppure queste orchidee..." disse mostrandole un mazzo che si trovava lì vicino al bancone.
Cameron si guardò intorno, c'erano molti tipi di fiori, tutti molto belli.
"Mmm... mi dia quelli." disse indicando un mazzo di rose i cui petali sfumavano dall'arancio al giallo.
"Certo... sono dodici, va bene?" chiese la donna.
"Sì."
Dopo aver pagato, Allison tornò in ospedale e consegnò i fiori ad un'infermiera che li portò nella stanza del medico.
Dieci minuti dopo era di nuovo in macchina e stava tornando a casa, la stanchezza si faceva sentire. Arrivata all'appartamento mise la sveglia alle 01.00 p.m. e si infilò a letto; aveva bisogno di qualche ora di sonno, se voleva far il suo lavoro al meglio e lei non voleva dar ragione a House, i suoi sentimenti non avrebbero interferito con il suo lavoro!

Circa tre ore di sonno non erano certo sufficienti a rimetterla in sesto, ma lo stesso Allison Cameron si alzò e andò in bagno. Dieci minuti dopo la dottoressa era in cucina che si stava preparando un caffè molto forte.

"Allison... sicura che non avresti fatto meglio a rimanere a casa oggi?" gli chiese Chase quando entrò in ufficio.
"No. House pensa che ciò che provo per lui danneggi il mio rendimento sul lavoro, e se fossi rimasta a casa gli avrei dato ragione." rispose seria.
"Ma c'è in gioco la tua salute, Allison!" la rimproverò Foreman.
"Certo non morirò perché per una volta non ho dormito molto." disse mantenendo il solito tono "Tranquillo, non ho intenzione di ammalarmi!"
"Spero tu abbia ragione." mormorò il nero, sedendosi. "Comunque, se vuoi puoi anche dormire qua... House non viene nè oggi, nè per i prossimi due giorni; ce lo ha detto prima la Cuddy." spiegò infine.
"Non posso, ho l'ambulatorio." rispose mettendosi il camice e lasciando la stanza.

Quando finì il turno erano le 05.30 p.m.; era riuscita a rimanere concentrata sul suo lavoro, anche se aveva dovuto prender degli altri caffè.
In corridoio incontrò Chase e Foreman che stavano andando a trovare l'oncologo e così, visto che non aveva nulla da fare, andò con loro.

Tanto se House non viene, difficilmente rischio di incontrarlo da Wilson... e poi, anche se ci fosse, ci devo far l'abitudine... devo comportarmi normalmente, sì, come sempre.

"Ciao Wilson... come va?" chiese entrando nella stanza insieme a Chase e Foreman.
"Ragazzi... va... va bene, grazie." rispose, sembrava un po' teso "E grazie anche per i fiori. Allora, come al solito niente da fare, eh?!"
"Già... tanto più che la Cuddy ha dato a House questi tre giorni di ferie." rispose Foreman.
"Tre giorni? Wow, normalmente ne sarebbe contento..." disse Wilson sorridendo.
"Ma... come è successo di preciso?" domandò Chase, riferendosi alla ferita "La Cuddy ci ha detto solo che eri stato accoltellato e House non lo abbiamo quasi visto; l'unica volta che è entrato in ufficio non c'ha rivolto la parola e poi ha... litigato con tua moglie..." finì, incerto.
"Già... beh, la Cuddy è stata sintetica, ma non ho molto più da raccontare..." rispose l'oncologo, sembrava non sapesse cosa dire.
Il suono del cercapersone del biondo lo tolse dai guai.
"Scusate, devo andare... Auguri, Wilson." salutò.
"Grazie."

Che strano che è Wilson... chissà cos'ha... chissà soprattutto se lui sa qualcosa e se me ne parlerà, ma... ok, avevo detto di smettere di pensarci, però... è l'unico che lo conosce bene e a cui posso rivolgermi...

"Allison?!" la chiamò Foreman "Tutto a posto?!"
"Eh? Sì,sì... è tutto ok." rispose, poi sembrò tornare ad immergersi nei suoi pensieri. "Senti Eric," disse ad un tratto.
"Dimmi."
"Potresti uscire? Vorrei parlare di una cosa con Wilson..."
Il neurologo guardò prima lei e poi l'uomo nel letto interrogativamente per poi acconsentire e lasciare la stanza.
"Allora Cameron, di cosa volevi parlarmi?" domandò James sorridendo e cercando di apparire normale, anche se era un po' agitato.
"Ieri sera, prima che tu venissi ricoverato, House è venuto a parlarmi e..." cominciò "forse per la prima volta è stato molto diretto, con me. Mi ha detto di smettere di amarlo perché lui è innamorato di un'altra persona."
Wilson si era voltato per prendere da bere e gli sfuggì il bicchiere dalle mani, rompendosi e bagnando il pavimento.
"Scusa..." disse a Cameron che si era immediatamente alzata per andare a raccogliere i pezzi di vetro e ad asciugare l'acqua.
"Non preoccuparti..."
"A dire il vero... le tue parole mi hanno sorpreso molto." confessò.
"Non sapevi che House era innamorato? Pensavo che ti dicesse tutto." ammise, anche lei stupita.
"Non proprio... diciamo che sapevo che c'era un persona, non sapevo precisamente quanto fosse importante." rispose, guardando ovunque all'infuori che in direzione della dottoressa.
"Capisco... però sono sicura che fosse molto sincero, purtroppo... non credo scorderò i suoi occhi quando mi ha detto che era davvero una storia seria..." spiegò tristemente, la testa ancora abbassata a guardare le mattonelle sotto i propri piedi.
"Mi dispiace..." disse Wilson, istintivamente "Scusa..." mormorò alla fine.
"Perché ti scusi?" domandò ancora, alzando ora lo sguardo verso di lui.
"Beh..." l'uomo non sapeva cosa rispondere, rimase diversi secondi in silenzio, nervoso, finché non alzò gli occhi notando la figura che si trovava dietro la porta in vetro.
Cameron si voltò riconoscendo anche lei il diagnosta.
"Grazie comunque... non preoccuparti per me, vedrai che mi passerà... ciao Wilson." disse uscendo.
"Arrivederci House..." salutò senza fermarsi e senza ricevere risposta.

Evitarlo... bel modo per smettere d'amarlo... meno male che mi ero detta di far tutto normalmente...


Continua...


Curiosità:
le rose gialle le ho scelte per 2 motivi, o meglio, uno solo, il loro significato, ma ho trovato 2 significati diversi...

1°- amicizia
2°- gelosia

beh... mi parevano che c'entrassero entrambi XDD
il fatto che non sono del tutto gialle è perché le rose rosse rappresentano l'amore per eccellenza, così... ho mischiato i tre significati XDD


Ringraziamenti:
X elecam28: eccoti accontentata XDD Grazie per i commenti, e non preoccuparti se non sei riuscita a commentar sul sito!! ^__-
X kirin: non ha intuito nulla, è troppo ingenua!! XDD
X Yui91: bene, aspetterò il tuo commento per questi due cap! ^__-
X Hcn: Speroo!!! Comunque.. contenta d’aver saputo render Cam, spero che per questo capitolo, in suo visione, continui a render “com’è” Cameron… ^^’’’’
Anche se con questo capitolo non sono andata molto “avanti”… al prossimo cap!!! ^__^

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Capitolo 19
*** Dubbi ***


Dubbi

Geena era uscita per lasciare il posto al tenente Clarkson, il quale rivolse a James Wilson domande riguardo al suo rapporto con la moglie, con House e molte altre sul motivo della 'visita' a quest'ultimo - pur sapendo che non era in casa - e sull'aggressione subita.
"Un ultima domanda, dottor Wilson."
"Mi dica."
"Come mai aveva le chiavi di casa del dottor House?"

Vediamo... sono il suo miglior amico, nonché il suo medico - e, visto come sta, basterebbe questo - inoltre, se non fosse sufficiente, siamo pure stati a letto insieme... lei che ne dice, tenente?

Ciò che avrebbe voluto rispondere e che, se fosse stato House, forse avrebbe detto.
"Dottore?!" chiamò l'ufficiale.
"Oh... sì, mi scusi... stavo cercando di ricordare se me le avesse date al primo o al secondo divorzio..." mentì "Sa... mi aveva ospitato a casa sua, in entrambi i casi, e, non avendo sempre i turni uguali... non voleva lo svegliassi se fossi tornato mentre lui dormiva... poi mi son rimaste. House crede che ne avrò bisogno per una terza volta, non si fida di me." rispose, almeno apparentemente tranquillo.

Stando con House sono diventato più bravo a mentire, non c'è che dire... Anche se è vero che ci sarà una terza volta...

"Capito... Bene, arrivederci dottor Wilson."
"Arrivederci..."

Geena aveva ragione, quel tenente Clarkson non ispirava molta simpatia... Anche se non ho ben capito cosa volesse insinuare con le sue domande... comunque è una tortura star qui senza aver nulla da fare, e dovrò passarci dieci giorni! Impazzirò, ne son sicuro, la televisione non è poi così interessante da riempir intere giornate...
Comunque... non dovrebbe esser rilevante che gli ho mentito... è solo una rapina, mica un omicidio?


L'interruzione di quel flusso di pensieri fu causata dall'arrivo di un infermiera con il pranzo e Jimmy gliene fu molto grato.
"Finalmente si vede qualcuno..." sorrise dopo che fu entrata la ragazza, Cecilia.
"Stamani però c'è stato un diverso via vai, dottor Wilson..." rispose questa mentre lo aiutava a sistemarsi.
"Già... Tutta gente 'simpatica'..." mormorò "Allora, che abbiamo oggi?" domandò infine tornando nuovamente a sorridere e riportando alla mente le parole della moglie: "Oh, non dovresti sorridere così alle infermiere... Fortuna che non ti ha visto Greg, vero?!"
"Spero non sia il menù del giorno a farla sorridere così, o probabilmente molti penseranno che ha sbattuto violentemente la testa, oltre ad esser stato ferito..." scherzò la mora.
"No... no... stavo solo pensando ad una cosa..." scosse la testa per poi osservare il piatto di minestrina che le porgeva l'infermiera "Non può esser tanto peggio del cibo della mensa..."
"Non lo so..." rispose "Beh... ora devo andare, buon appetito." disse prima di voltarsi per uscire.
"Cecilia?!"
"Sì?"
"Non è che potrei avere un giornale, una rivista... qualcosa, insomma?"
"Certo."
"Grazie."

Il pomeriggio passò poco meglio, ma almeno aveva qualcosa da leggere e, verso le 3.00, era passata anche la Cuddy a veder come stava, anche se non si era potuta trattenere molto.
Erano le 6.00 p.m. quando passarono Cameron, Chase e Foreman; li ringraziò per i fiori e scambiò con loro qualche altra parola prima che Chase fosse chiamato sul cercapersone e Foreman fatto uscire da Cameron che voleva parlargli.

Chissà cosa vorrà... di solito è per parlare di House, ma non ho proprio idea su cosa...

"Ieri sera, prima che tu venissi ricoverato, House è venuto a parlarmi e... forse per la prima volta, è stato molto diretto con me. Mi ha detto di smettere di amarlo perché lui è innamorato di un'altra persona."
Gli ci vollero alcuni secondi per recepire a pieno il messaggio.

House ha detto una cosa simile a Cameron?
Cioè... perché ne sono così sconvolto? Dovrei esser contento, no? Anche se, non mi sarei aspettato da lui una cosa del genere... ma... aspetta... le avrà anche detto chi? Perché se così fosse, non capisco come faccia a starmi accanto apparendo tranquilla...


"Scusa..." disse quando si accorse di aver lasciato cadere il bicchiere che stava prendendo.

No, non glielo ha detto... probabilmente avrebbe avuto una reazione come quella di Geena, se lo avesse saputo... Certo, nemmeno Stacy ha fatto una scenata, ma credo fosse perché lei sapeva di non potersela permettere...

"Però sono sicura che fosse molto sincero, purtroppo... non credo scorderò i suoi occhi quando mi ha detto che era davvero una storia seria..."

Una storia seria... Cameron mi sta rivelando davvero molte cose che difficilmente avrei sentito da lui, ma sapere che le pensa, è già tanto...

"Mi dispiace... scusa." mormorò, era davvero dispiaciuto; Cameron era una ragazza in gamba e molto generosa, gli dispiaceva vederla soffrire e sapere che ne era in parte la causa.
"Perché ti scusi?"
"Beh..."

Ecco... bel guaio... che le dico? "Sai son io quella persona... quella che ha fatto innamorare di sé Gregory House."?
House? Che ci fa lì fuori?!


Anche la dottoressa Cameron si era ora accorta dell'uomo e salutò gentilmente Wilson prima di uscire, senza attendere oltre una risposta.
Gregory prese il suo posto all'interno della stanza e avvicinandosi al letto.
"La crocerossina è venuta per la sua dose quotidiana di buone azioni?" domandò ironico, sedendosi.
"Greg!" sbottò James, si chiedeva come facesse ad uscirsene sempre con certe frasi pungenti, anche quando sembravano non incastrarci niente.
"Che c'è? Non ti basta che mi sia trattenuto finché lei non se ne è andata?!"
"Perché sei sempre così acido con lei?"
"Perché ti interessa?" chiese ancora.
"Pensi che io possa essere il suo 'chiodo scaccia chiodo' e ti da noia?" domandò fissandolo negli occhi, per un attimo il pensiero che potesse esser geloso della donna fece vacillare tutte le sue certezze.
"No, mi da noia che lei potrebbe esserlo per te." rispose serio.

Ci tiene davvero così tanto a me? E' molto determinato, come al solito... sono contento, vuol dire che quel che ha detto a Cameron è vero e non lo ha fatto solo per farle smettere di andargli dietro.

"Non sarà così." disse altrettanto serio, ancora un po' imbarazzato da quelle parole.
"Come fai ad esserne così convinto?"

Paura? E' paura quella che gli sta attraversando gli occhi? Teme davvero che io possa invaghirmi di Cameron?

"Sei sempre stato convinto anche del tuo amore per le tue mogli..." continuò il diagnosta.

E' il momento dei suoi, di dubbi? Ok... meglio metter le cose in chiaro subito, non voglio che ci siano incomprensioni.

"Greg, non voglio commettere altri errori... non con te. Sei sempre stato una persona molto importante nella mia vita... la più importante, anche se me ne sono accorto solo ora. I miei matrimoni non hanno funzionato proprio per questo... lasciami finire..." disse notando che forse voleva dire la sua e cominciando a sudar freddo "Non per colpa tua, ma perché ero io che credevo che ognuna di loro potesse essere la 'persona giusta', quella di cui ero davvero innamorato... ma evidentemente non accorgendomi, o non volendomi accorgere, che quella persona era un'altra, che ho sempre avuto accanto e di cui mi son sempre fidato ciecamente..." si fermò a riprendere fiato, era molto agitato e poteva sentir il battito del suo cuore nelle tempie "Greg, l'unica cosa che posso fare è chiederti di fidarti di me, perché sono sicuro che non sia una storia come le altre e farò di tutto perché vada nel migliore dei modi." finì e chiuse gli occhi, doveva calmarsi e far tornare il proprio battito regolare.

Oddio... chissà cosa dirà... anzi no, non voglio saperlo! Ok, mi sento come un ragazzino alla prima cotta, ma non posso farci nulla: sono nervoso... agitato, ed anche un po' spaventato... oltretutto è una situazione al limite dell'assurdo, di certo non mi sarei mai immaginato di ritrovarmi a far una dichiarazione del genere a lui... di innamorarmi di lui... basta, devo smetterla di pensarci, se no la mia intenzione di tornare ad un battito cardiaco normale va a farsi friggere...

Gregory House si era alzato dalla sedia per posarsi sul bordo del letto, allungò una mano a scostare i capelli dagli occhi ancora chiusi dell'altro; quel lieve contatto glieli fece appena aprire: occhi dolci, preoccupati, speranzosi.
"Sei tutto rosso... difficilmente ti imbarazzi senza che io abbi detto qualcosa." commentò con un ghigno il diagnosta mentre lasciava scivolare la mano lungo il profilo del viso dell'uomo.
A quelle parole Wilson divenne ancora più rosso mentre House continuava a sghignazzare.
"Questo nuovo cambiamento invece è opera mia, vero?" chiese.

Già... avrei dovuto aspettarmelo da lui, cambiare discorso... credo sia il suo punto forte, insieme al mettermi sempre in imbarazzo, come ha ricordato...

"Greg..."
"Shhh..." lo zittì, passandogli il pollice sulle labbra "Hai ragione... abbiamo entrambi perso molto tempo dietro illusioni utopistiche; però sono contento perché, comunque sia andata, questi ultimi dieci anni sono stati sereni e, nel bene o nel male, li ho passati accanto alla persona più importante per me... anche se anch'io me ne sono accorto in ritardo." finì, baciandolo.

Rischio davvero di abituarmi a tutta questa dolcezza da parte sua...

"Mi fido di te." disse House, guardandolo negli occhi. "Mhm... mi aspettavo che adesso partisse Celine Dion con 'My heart will go on'..." scherzò poi.
"Almeno non siamo su un transatlantico..." mormorò sorridendo.
"Hous... ehm... scusate il disturbo..." disse una voce proveniente da dietro di loro.



Continua…



Scusate la lunga attesa… ho avuto alcuni problemini ^^ ma… tanto dovrete abituarvi a ciò.. visto che ci si avvicina alla fine dei cap che ho scritto XD

Ah… voglio proprio sentir chi pensiate che sia ad aver interrotto i due dottorini… ghghgh (aiutino? Non è né Stacy, né Geena… vi ho aiutato molto, vero? :P XDDD)

X elecam: ghgh.. il chiarimento è arrivata, contenta? XD
X Hcn: nada! ^_- contenta che ti piaccia Wilson ^^ e spero che la tua pazienza sia stata ricompensata degnamente ^^
X Kirin: già… cmq.. per le rose gialle… non ricordo dove l’ho, ma l’ho scoperto anch’io per caso ^^
X Yui91: ghgh.. fai con comodo… ghghgh spero solo che i cap ti piacciano ^^

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Capitolo 20
*** Fiducia ***


Fiducia

Non mi fido di lui?! Perché sono così preoccupato? Lo conosco da molto tempo... ecco, dev'esser questo... si è sposato tre volte ed ha avuto molte altre storie... certo, lo sapevo anche prima di ora, eppure... i dubbi che sembravano essere così lontani, sono apparsi appena ho visto Cameron accanto a lui... non lo so perché, ma ho paura come mai in vita mia... non ricordavo che queste sedie fossero così scomode, sarà l'ansia di stare qui, mentre le sue parole mi entrano dentro... cerca di guardarmi negli occhi, anche se non ce la fa... è imbarazzato...

"Greg, non voglio commettere altri errori... non con te. Sei sempre stato una persona molto importante nella mia vita... la più importante, anche se me ne sono accorto solo ora. I miei matrimoni non hanno funzionato proprio per questo..."

Sta cercando di dirmi che colpa mia? Non sono sicuro di dove voglia arrivare con questo discorso, ma resterò ad ascoltarlo; è deciso, anche se sembra quasi stia facendo un grande sforzo per continuare a parlare, come se volesse convincermi ad ogni costo di ciò che dice... forse crede che se sta rilassato io non lo prenda sul serio?

"Greg, l'unica cosa che posso fare è chiederti di fidarti di me"

Ha davvero bisogno di domandarmelo?!
Già... me lo sono chiesto pure io, in effetti; ma ammetto che ha usato a suo favore delle argomentazioni interessanti... e poi, voglio fidarmi di lui e di me... di noi... metterò tutto me stesso in questa storia; andrà tutto al meglio, ne sono sicuro.
E' sempre più in imbarazzo, anche se sta cercando di calmarsi: gli occhi chiusi, la bocca leggermente aperta, perché il suo corpo ha bisogno di più ossigeno, ed una ciocca di capelli ribelli. Semplicemente irresistibile.


House si spostò dalla sedia sulla quale si trovava al bordo del letto sfiorando appena con le dita il volto dell'altro che dischiuse gli occhi.

Non guardarmi così... ma forse lo fai apposta, anche se non vale... sai che non posso resisterti così... è il mio turno adesso, di non riuscire a respirare normalmente...

"Sei tutto rosso... difficilmente ti imbarazzi senza che io abbi detto qualcosa." disse, cercando di smorzare la tensione, anche se ciò ebbe solo l'effetto di far arrossire maggiormente l'oncologo.
"Questo nuovo cambiamento invece è opera mia, vero?" chiese poi.
"Greg..."
"Shhh..." lo zittì, passandogli il pollice sulle labbra. "Hai ragione... abbiamo entrambi perso molto tempo dietro illusioni utopistiche; però sono contento perché, comunque sia andata, questi ultimi dieci anni sono stati sereni e, nel bene o nel male, li ho passati accanto alla persona più importante per me... anche se anch'io me ne sono accorto in ritardo." fini, baciandolo.

Al diavolo il fatto che siamo in un ospedale... se qualcuno avrà qualcosa da ridire, cavoli loro! Non m'interessa minimamente, non devo rendere conto a nessuno dei miei sentimenti... a parte a Jimmy, ovviamente, e spero lui lo capisca... quanto è importante per me.

"Mi fido di te." disse, guardandolo negli occhi. "Mhm... mi aspettavo che adesso partisse Celine Dion con 'My heart will go on'..." scherzò.
"Almeno non siamo su un transatlantico..." mormorò James sorridendo.
Il diagnosta stava per aprir bocca, ma venne interrotto da qualcuno che era entrato nella stanza.
"Hous... ehm... scusate il disturbo..." disse solamente e dalla voce si capiva che era imbarazzato quasi più dei due uomini.
Gregory si voltò per vedere il nuovo arrivato che stava fissando la cartella clinica che aveva tra le mani.
"Dai vieni, non ti mangio..." disse allungando un braccio in attesa che si avvicinasse e gli consegnasse i fogli.

La cosa si fa interessante... tra tutte le persone che potevano capitare di qua, giusto uno del mio team... meglio così, forse...

"Muoviti! Se sei venuto fin qui, considerato che io non dovrei esser in ospedale, dev'esser importante, no?"
Il giovane dottore si avvicinò e diede la cartella ad House.
"La Cuddy vuole che tu gli dia un'occhiata; ha detto che hai ancora i tuoi giorni di ferie, ma vuole che ci 'indichi la strada' da seguire." spiegò, sembrava non esser affatto turbato da ciò che aveva visto.
"Ha detto proprio così?" domandò alzando lo sguardo su di lui e inarcando un sopracciglio.
"No, ma quello era il significato."
"E come facevate, te e la Cuddy, a sapere che ero qua?"
"Ce lo ha detto Cameron."
House non disse altro e cominciò a studiare i fogli per alcuni minuti lasciando che si creasse una certa tensione.
"Bene..." disse infine "Spero che gli altri siano in ufficio..."
"Sì... comunque," cominciò il biondo, senza guardarli in faccia "era ora... ci avrei quasi scommesso che sarebbe finita così." disse infine, sembrava divertito dall'aver messo in imbarazzo Wilson e il proprio capo.

Guarda te che ragazzino... non mi sarei aspettato una simile reazione da lui... visti i suoi precedenti poi...

"Che vuoi fare ora? Ricattarci?" chiese House e, forse per lo stupore, il suo tono risultò meno pungente del solito.
"Non m'interessa. Non dirò niente a nessuno, non ne ho motivo... Cameron deve ancora riprendersi, un'altro shock non l'aiuterebbe." rispose Chase "Volevo solo farvi sapere che sono contento per voi... e chissà, forse così sarai meno severo anche con noi..."
"Non faccio miracoli..." s'intromise Wilson con un leggero sorriso.
"E' già... qui l'unico che può competere con Dio, sono io." disse House.
Robert sorrise appena, "Vado dagli altri... non farci attendere troppo per 'indirizzarci alla retta via', Signore."
"Voi intanto cominciate a meditare... poi vi manderò la mia 'illuminazione divina'."
Il giovane medico uscì, alzando una mano in segno di saluto.
"Mi ha sorpreso molto..." disse Wilson.
"Non dirlo a me..."
"Non mi sembri turbato... credevo che ti avrebbe dato fastidio..."
"Mi da fastidio la gente che non si fa i fatti propri e non fa altro che spettegolare... Chase ha detto che non ne parlerà a nessuno."
"Ti fidi di quel che ha detto?" domandò stupito Jimmy.
"Sì, stranamente sì..." mormorò il diagnosta tornando a guardare le informazioni sul caso che gli era stato affidato.
"Chissà... forse ha ragione ad alla fine diventerai davvero più buono..."
House inarcò un sopracciglio verso di lui, "Che è... hai paura che possa sedurre il bel biondino?!" scherzò.
"Smettila di scherzare," disse scuotendo la testa "era solo una constatazione... E poi, non hai un caso da risolvere?!"
"Vuoi mandarmi via?!"
"Certo che no, idiota..." rispose scuotendo la testa "ma da come guardi quei fogli, sembra un caso interessante e, all'80% delle volte, con te la definizione 'interessante' equivale a dire che potrebbe morire da un momento all'altro..."
"Mhm... strano... eppure io ti trovo estremamente interessante, ma non mi sembri in fin di vita..." disse con un sorrisetto sarcastico.
"House!" sbottò l'oncologo, imbarazzato.
"Ok... ok... vado a 'diffondere la luce della conoscenza'." annunciò teatralmente alzandosi e dirigendosi alla porta.
"Comunque no, non ho paura... mi fido." gli rispose alle spalle.
Gregory House tornò a voltarsi verso di lui incrociando il suo sguardo sincero e sorridendogli, prima di lasciare anche lui la stanza e dirigersi nel proprio ufficio.

"Era ora... ci avrei quasi scommesso che sarebbe finita così."
Parlava sul serio? Come poteva accorgersi di qualcosa di cui nemmeno noi eravamo a conoscenza? Mah... comincio a non saper più come prenderlo...


Quando arrivò nella stanza erano tutti lì e i sintomi del nuovo paziente scritti sulla lavagna.
"Bene... allora, qualche idea?!" domandò osservando uno ad uno i tre dottori.
Dieci minuti e quindici ipotesi dopo, House scelse quella che più gli sembrava logica e spedì ognuno a far delle analisi.
"Chase, aspetta." disse prima che il biondo fu uscito.
Cameron e Foreman lo guardarono interdetti dalla porta e Chase alzò solo le spalle, lasciando intendere che non sapeva il motivo per cui House avrebbe dovuto trattenerlo.
"Non ho detto nulla, se è questo che ti preoccupa." disse Robert dopo che se ne furono andati "Puoi fidarti di me, non lo vuoi ancora capire?!"
"Lo so... e penso sia il fatto che ti creda, a preoccuparmi maggiormente." rispose spostando maggiormente il proprio peso sul bastone.
"Allora?!" domandò ancora il ragazzo, quasi scocciato.
Il diagnosta si prese alcuni secondi per osservare, evidentemente interessato, le proprie scarpe.
"House?!"
"Perché?" domandò alzando lo sguardo su di lui "Perché avresti scommesso su me e Wilson?"
Chase lo guardava sempre più incredulo per poi mettersi a ridere.
"Scu-scusami House..." disse tra una risata e l'altra. "Davvero non te lo immagini?!" chiese poi, asciugandosi con la mano una lacrima che gli era uscita dalla grande risata.
Fu il turno di Greg di guardarlo stupito.
Robert scosse la testa, ancora divertito. "Da dove vogliamo cominciare?! Dal fatto che Allison ti viene dietro da non so più quanti mesi? O che ti diverti a tormentare Wilson con battute imbarazzanti? Sinceramente, hai sempre avuto con lui un comportamento diverso rispetto a quello con gli altri..." disse sedendosi "Ah... se vuoi che continui, ti consiglio di sederti anche te..." aggiunse indicando un'altra sedia.
"Non voglio che tu mi faccia una conferenza... Non ho intenzione di star qui tutta la sera." rispose House, spiazzato dalla semplicità con cui Chase gli parlava.
"Ok, ok." alzò le mani in segno di resa "Non sono uno psicologo, ma diciamo che me la cavo ad interpretare gli atteggiamenti delle persone... ed ormai stavo cominciando a chiedermi se dovesse accorgersene tutto l'ospedale, prima che vi daste una mossa... No tranquillo, non credo che qualcun'altro sospetti qualcosa..." aggiunse notando come lo guardava e alzandosi dalla sedia "Ci sarebbero molte donne deluse se lo scoprissero... per Wilson dico.", poi si voltò e fece per andarsene.



Continua…




X Hcn: beh.. non è chi preferivi, però ci hai azzeccato! :P Comunque, ho preferito uno del team di House, perché così sarà più divertente (e poi perché ho altre idee x farlo scoprir alla Cuddy… ^^) e poi… Chase, perché 1. come dice Chase, sarebbe stato un altro duro colpo per Cam XD 2. Foreman mi sa tanto d’aver una mentalità molto ristretta <_< e chissà cos’avrebbe detto… ed ancora non so come, Foreman, reagirà quando lo scoprirà XD)
X anna mellory: ti ha ispirato bene! ^__^
X Kirin: ghghgh, perché se no non c’è gusto se tutto filasse liscio ghghgh comunque, menomale che la moglie di tuo cugino non è come quella di Jimmy! ^_^
X Sakura: ma grazie!! ^////^ ribadisco che, secondo me, siete troppo gentili, ma… qualche complimento in più non fa mai male! :P
X Yui91: ti ho lasciato alla fine, visto il papiro XDD (tranquilla, ho letto tutto^^)
Allora… i ‘meno errori’, son dovuti al fatto che ora son sul pc dove ho word, che pensa a dirmi tutte le cose che sbaglio nella furia di scrivere XD (quello dove ero prima, era stato resettato e ancora mio babbo non ha rimesso mezze cose -__-‘’ x ciò uso il suo! XD)
Passiamo ai commenti al/i cap…
Cap 17. Il tenente Clarkson sta sull’anima anche a me, e ai personaggi! XD
Karen Wolf… il cognome sì, è una specie di omaggio al povero Ryan (il cap l’ho scritto dopo aver visto la puntata in cui gli vien ‘inchiodato’ l’occhio.. brrr… povero!!), e il fatto dell’età ho pensato in generale a Csi, ma comunque avevo in mente Catherine, ma sinceramente, per i capelli non pensavo minimante a Sara XD solo che, bionda c’era già Geena, e, far bionda anche lei me l’avrebbe fatta rimaner sullo stomaco, invece volevo farla abbastanza simpatica ^^ (per quel che fa, poi… XD)
Va beh… anche se Greg non ha usato proprio la parola *gelosia*, il significato è sempre quello, no?! XD
Cap 18. Contenta d’aver fatto bene Cam, ero molto insicura su questo capitolo!! ^^’’
Cam/Chase dici, eh?! Ghgh.. a dir il vero, lo farei solo x Chase, non per Cam! ù_ù Comunque.. un idea c’era a riguardo, però mi hanno chiesto anche di non farlo, quindi… sono indecisa ancora… (ghgh.. lo leggerete tra talmente tanto che una cosa posso dirvela… l’unica cosa sicura, almeno per ora, è che ci sarà un nuovo personaggio, una donna ^^ e che cercherò di dar maggior spazio anche agli altri personaggi)
Cap 19. ghghgh.. non sei la prima che me lo dice XD (“non puoi finire un cap così”) comunque, sì, Jimmy non lo avrebbe sentito probabilmente mai, da Greg… in effetti è per quello che l’ho fatto XD comunque… conenta che anche questo cap sia stato di tuo gradimento ^^ e spero che non ti sia dispiaciuto che è Chase a scoprilo… vero però che non hai dato nessuna preferenza ^^

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Capitolo 21
*** Sapere ***


Sapere

Lo sapevo! Non c'è altro da dire. Perché?! Non lo so... una di quelle sensazioni istintive e irrazionali, che vengono da sé, anche se non ne capisci il motivo. Mi vien quasi da ridere... sicuramente la parola 'amore' risuona strana associata ad House; a veder come si comporta ogni volta con noi, con i pazienti... con il mondo intero... però, infondo è un essere umano pure lui, no?
Sto cominciando a pensarla come Allison?! Beh... sicuramente meglio pensarla come lei che come Eric, anche se sono entrambi a due estremi... Allison si fida troppo degli altri ed è troppo legata al concetto di 'bene assoluto', Foreman al contrario è fin troppo prevenuto e con una mentalità troppo ristretta... e sì che tra tutti dovrebbe esser il primo a saper che i preconcetti non portano a nulla di buono!
Per quel che mi riguarda, non me ne frega nulla... liberissimi di far ciò che vogliono. Chissà, magari House diventerà anche un po' più tollerante... ok, ok, lo so che è solo un utopia... ma sperare non ha mai fatto male a nessuno... Comunque, nonostante tutto sarebbe ora che entrassi...


"Dai vieni, non ti mangio..." disse House allungando un braccio nella sua direzione. "Muoviti! Se sei venuto fin qui, considerato che io non dovrei esser in ospedale, dev'esser importante, no?"

Ah, ecco... per un attimo mi ero chiesto che fine avesse fatto il vero House... Che magari Wilson riesca a far il miracolo? Anche se non m'illudo... probabilmente sarebbe già avvenuto, visto che non si conoscono proprio da ieri...

"La Cuddy vuole che tu gli dia un'occhiata; ha detto che hai ancora i tuoi giorni di ferie, ma vuole che ci 'indichi la strada' da seguire." rispose il biondo consegnando i fogli nelle mani del medico.
Dopo pochi scambi di battute House rimase in silenzio osservando la cartella clinica.

Certo che... questo silenzio è snervante... anche Wilson sembra un po' teso, ed in effetti... probabilmente se ci sarebbe stato qualcun altro al posto mio non so come avrebbe reagito... ma fortunatamente ho un certo auto-controllo, e poi... rischio di ripetermi da solo, ma lo sospettavo, per ciò ho solo avuto una conferma.

"Bene..." disse infine il diagnosta "Spero che gli altri siano in ufficio..."
"Sì... comunque, era ora... ci avrei quasi scommesso che sarebbe finita così." disse Chase, sembrava divertito dall'aver messo in imbarazzo Wilson e il proprio capo.
"Che vuoi fare ora? Ricattarci?" chiese House, l'intonazione della vice meno pungente del solito, quasi divertita.
"Non m'interessa. Non dirò niente a nessuno, non ne ho motivo... Cameron deve ancora riprendersi, un'altro shock non l'aiuterebbe." rispose "Volevo solo farvi sapere che sono contento per voi... e chissà, forse così sarai meno severo anche con noi..."
"Non faccio miracoli..." annunciò Wilson sorridendo appena.
"E' già... qui l'unico che può competere con Dio, sono io." disse House.
"Vado dagli altri... non farci attendere troppo per 'indirizzarci alla retta via', Signore."
"Voi intanto cominciate a meditare... poi vi manderò la mia 'illuminazione divina'."
Il giovane medico uscì, alzando una mano in segno di saluto.

Mentre stava tornando all'ufficio Chase ripensò alla strana chiacchierata avuta con l'altro dottore, ultimamente sembrava davvero 'diverso', non che fosse meno sarcastico o che altro, però... beh, sembrava in qualche modo andar più d'accordo con loro. Non certo che la cosa gli dispiacesse, anche se gli sembrava sempre strana.
"Allora? C'era?" domandò Foreman quando arrivò in ufficio.
"Sì... Ha detto di cominciare, arriverà." rispose.
"Oh certo... domattina." disse sarcastico Eric.
"Ma dai..." iniziò a dire Chase, ma venne interrotto dal nero.
"Non lo difenderai anche te, spero?"

Eccoci... come volevasi dimostrare... possibile che debba sempre ragionare in questo modo? Certe volte preferisco House!

"Chase?!"
Il biondo scosse la testa. "Pensiamo al caso, non a House."
Così i tre medici cominciarono a discutere del paziente; poco dopo arrivò anche il diagnosta che, dieci minuti dopo, li spedì a far le analisi.
"Chase, aspetta." lo fermò House.

Possibile che ancora non si fidi di me?

"Non ho detto nulla, se è questo che ti preoccupa." disse Robert dopo che se ne furono andati "Puoi fidarti di me, non lo vuoi ancora capire?!"

Ok, ho sbagliato, mi sono lasciato trasportare dall'impulso; ma infondo se ho accettato di 'aiutare' Vogler era perché lui, House, si era sempre dimostrato ostile verso di me... verso tutti, in effetti... Sembrava davvero mi avesse assunto solo perché ha ricevuto una telefonata da Rowan Chase... eppure... conoscendolo ora, non credo assumerebbe uno solo perché riceve la telefonata di qualcuno di 'importante'... Bah, inutile perderci tempo... l'importante è che mi abbi scelto, resta pur sempre uno dei migliori medici del pianeta e altri pagherebbero per aver sul curriculum 'lavoro alle dipendenze del dottor Gregory House'.

"Lo so... e penso sia il fatto che ti creda, a preoccuparmi maggiormente."

Ma... cosa? Ha appena detto che mi crede?! Wow... se è stato Wilson a fargli quest'effetto, l'avrei aiutati a capirlo prima!
Non posso negare però che la cosa mi faccia lo stesso piacere... infondo lavoro per lui, sapere che ha un minimo di fiducia in me, è positivo.


"Allora?!" domandò poi Chase "House?!"
"Perché? Perché avresti scommesso su me e Wilson?"

Ehm... Questo è Gregory House? Cioè... quel House, il mio capo?! Ok, sarà anche un genio della medicina, ma... per il resto se la cava proprio male...

"Davvero non te lo immagini?!" chiese dopo essersi messo a ridere.
Robert scosse la testa, ancora divertito mentre il suo capo lo guardava senza capire. "Da dove vogliamo cominciare?! Dal fatto che Allison ti vien dietro da non so più quanti mesi? O che ti diverti a tormentare Wilson con battute imbarazzanti? Sinceramente, hai sempre avuto con lui un comportamento diverso rispetto a quello con gli altri. Ah... se vuoi che continui, ti consiglio di sederti anche te..." aggiunse mettendosi a sedere e indicando un'altra sedia.
"Non voglio che tu mi faccia una conferenza... Non ho intenzione di star qui tutta la sera." rispose House.
"Ok, ok." alzò le mani in segno di resa "Non sono uno psicologo, ma diciamo che me la cavo ad interpretare gli atteggiamenti delle persone... ed ormai stavo cominciado a chiedermi se dovesse accorgersene tutto l'ospedale, prima che vi daste una mossa... No tranquillo, non credo che qualcun'altro sospetti qualcosa..." aggiunse notando come lo guardava e alzandosi dalla sedia "Ci sarebbero molte donne deluse se lo scoprissero... per Wilson dico.", poi si voltò e fece per andarsene.
Arrivato alla porta, si voltò indietro, come se si fosse scordato qualcosa. "Ah... la prossima volta, almeno chiudi le tende..." disse in tono divertito.
Dopo aver lasciato l'ufficio, Chase si diresse in laboratorio dove si trovavano Foreman e Cameron ancora ridendo tra sé e sé.
"Cosa voleva House?" chiese Cameron.
"Niente d'importante... Solo ricordarmi che dovrò restar qui anche se il mio turno è finito." mentì.
"E' per questo che sei così allegro?" domandò Foreman.
"Non sono allegro."
"Sì... anzi, per esser uscito dall'ufficio di House, sei contento come una Pasqua!"
"Non sono allegro perché devo star ancora qui, ok? Facciamo queste analisi, che è meglio!"
"Sì... è meglio. Anche se te, stai cominciando a preoccuparmi Chase..." disse Foreman tornando a guardare nel microscopio.



continua...




Questo cap mi ha lasciata perplessa... non sono sicurissima che Chase sia completamente IC... ^^'''' cmq... è abbastanza un cap di passaggio (come più o meno i prossimi, in attesa che trovi il modo giusto... migliore, diciamo... di far finire questa prima parte^^ ... oddio, pensare che metterò la parola "fine", seppur ci sarà un seguito... m'intristisce un po'... grazie di essermi state accanto fin'ora... spero che leggerete e commenterete anche il seguito con la solita gentilezza e... 'passione'... ehm.. esagero?!XD)

X elecam28: ghghgh... Cam si farà le sue ragioni... a tempo debito... XD (che poi... uno dei pochi punti oscuri sul futuro di questa fanfic è proprio "Come Cam e Foreman scopriranno la relazione di House e Wilson?!" si accettano suggerimenti!! XDD)
X Yui91: riguardati! XD grazie di aver commentato, anche in quelle condizioni ^^ e lieta che il cap ti sia piaciuto!^__^
X Hcn: ohh... grazie!!^__^
X Kirin: Già XDD non è stata una decisione facile, far muovere così Chase, ma poi... dovevo fargli prendere una posizione e... ho optato per quella che più mi piaceva :P XDDD Forse ci penserà Foreman a far l'ostile.. o Cam?!O_o Boh... non ho idee su loro, ancora!! XD

Al prossimo cap!!(Speriam in bene!!)
Ahhh!!!!! Fantastica l'ultima puntata!! *___* E' stata eccezionale, anche se... un po' troppo cottoncandy per i miei gusti! X°DDD e... finalmente le repliche della prima serie... non vedo l'ora di veder la puntata di Natale!!! *___* (credo che sia da quella puntata che ho cominciato a tifar per loro *____*)

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Capitolo 22
*** Competenze ***


Competenze

Questi due giorni mi sono serviti per riflettere… è avvenuto tutto molto in fretta, troppo velocemente… ci conosciamo da più di dieci anni eppure è successo tutto nell’arco di una giornata, senza che ci fosse un segnale prima, qualcosa a parte il fatto di star bene in sua compagnia.
Ma quando siamo diventati più che ‘migliori amici’ non lo so… non sono sicuro sia solo da mercoledì…
Non ci siamo più parlati da ieri l’altro… non sono andato a trovarlo… avevo bisogno di pensare in solitudine, di far chiarezza almeno a me stesso…


Erano passati i tre giorni di ‘ferie’ di House; erano le 8.55 a.m. e l’uomo si stava alzando in quel momento dal letto, nonostante dovesse trovarsi in ospedale cinque minuti dopo.
Incurante di quel piccolissimo dettaglio, e del fatto che sicuramente la Cuddy lo stava aspettando, prese il proprio bastone e si diresse in bagno.
Ne uscì venti minuti dopo, tornò in camera e finì di vestirsi per poi andare in cucina e bere una tazza di caffè.
Aveva appena indossato il suo giubbotto in pelle quando il telefono squillò; si trovava a pochi passi dalla porta, si voltò verso il telefono, quasi dall’altra parte della stanza, e sbuffò guardando scettico l’apparecchio.

Chi mi cercherà a quest’ora?! Che sia la Cuddy? Infondo dovevo esser ‘puntuale’ oggi… Va beh, se non rispondo non sarà la fine del mondo…

E così uscì di casa e salì sulla sua moto, diretto al Princeton Plainsboro e pronto a sentir le lamentele del proprio capo.
Quando arrivò in ospedale, stranamente, non trovò la Cuddy ad aspettarlo; House si guardò intorno, come se si aspettasse di vederla spuntare da un momento all’altro da dietro qualche angolo.
Niente. A parte le infermiere e qualche paziente, la hall era vuota. Stupito, ma non meno contento, si diresse verso l’ascensore.

Sarà occupata in qualche caso più grave di un dottore che arriva in ritardo… Bene, bene… non sfidiamo la sorte, potrebbe non accadere più, meglio approfittarne…

“House.”

Nessuno che rompe già di primo mattino… mi pareva troppo bello, per essere vero…

L’uomo si voltò, scocciato. “Che c’è?! Non potevi aspettare che arrivassi in ufficio?”
“Pensavo che ti avrebbe interessato sapere che quel tenente Clarkson è da Wilson, con la Cuddy.” rispose semplicemente Chase.
Il diagnosta guardò dubbioso il biondo, “Vieni…” disse entrando nell’ascensore e aspettando che l’altro facesse lo stesso. “Entro l’ora di pranzo, possibilmente.” continuò sarcastico mentre con il bastone teneva aperta la porta.

“Come fai a conoscere Clarkson?!” chiese una volta aver pigiato il tasto del terzo piano.
“Sabato è venuto a far domande su di te e Wilson…” rispose Chase “Se avevate qualche screzio, o che altro… ha parlato anche con la Cuddy e con Stacy.” terminò.
“Fantastico…”

Ma che cavolo vorrà questo qui?! Non mi pare d’aver ucciso qualcuno, questa volta… La denuncia è stata fatta contro ignoti, ovviamente, e credevo si fosse convinto che Jimmy non era in combutta con i ladri e non ha tentato di ‘fregarmi’.

“Torna al lavoro.” disse a Chase uscendo dall’ascensore e dirigendosi alla stanza 128, dopo aver ingoiato una pasticca di Vicodin.

Le situazioni vanno prese di petto e senza esitazioni…

“Cuddy, che sta succedendo?!” chiese serio, entrando e squadrando in malo modo prima la donna e poi il poliziotto. I due si voltarono di scatto, Lisa sembrava quasi spaventata.
“House… il tenente doveva rivolgere a Wilson alcune domande, così l’ho accompagnato…” rispose la donna.
“Forse abbiamo trovato chi si è introdotto a casa sua, dottor House.” s’intromise l’uomo, con un tono di voce che sembrava voler dire ‘comando io e faccio ciò che voglio’.
“Tenente Clarkson, il mio paziente è ancora reduce da un operazione, non può essere stressato in questo modo.” disse House nervoso, quasi come se non conoscesse la persona di cui stava parlando, ma calcando forse più del dovuto sulla parola ‘mio’.
“Il suo paziente è anche l’unico testimone dell’intrusione che c’è stata a casa sua e di cui, guarda caso, mi occupo io!” ribadì Thomas Clarkson.

Calmati Greg, è solo un odioso poliziotto che si crede il padrone del mondo solo perché porta un distintivo… Sei nel tuo ambiente, hai ragione te, non devi lasciarti intimidire…

Si disse cercando, invano, di calmarsi e di non rischiare di mettersi davvero nei guai per aver preso a pugni l’uomo che si trovava di fronte.
“Non so cosa le hanno insegnato, tenente, ma per me la salute di… un paziente vale più di una porta rotta e un salotto in disordine!” finì dopo alcuni istanti di esitazione nel definire, in quel momento, James; alla fine aveva prevalso il suo solito senso di autodifesa che lo aveva spinto ad usare il termine più generico che avesse.

Tsk… ok, non è del tutto vero, ma… non è il caso di badare a queste sottigliezze, ora…

“E’ tutto a posto, House.” disse immediatamente Jimmy; aveva notato, come tutti, che la frase non era stata proprio fluida e voleva evitar che Clarkson potesse far domande a proposito cercando di spostare il discorso su altri piani. “Non sono ridotto poi così male, ce la faccio a veder due foto…”
“Non è questo il punto, J… Wilson!”

Meglio mantener le distanze, per ora…

“Cuddy…” cominciò, guardando la donna, che era rimasta ad osservare in silenzio il dibattito tra i due uomini.
“E quale è il punto, dottor House?!” lo interruppe Clarkson.
House si voltò nuovamente verso di lui, si appoggiò maggiormente al suo bastone e abbassò lo sguardo, spazientito.

Calma, ci vuole calma… inspirare ed espirare, piano… con calma, è quella la parolina magica: ‘calma’; anche se ho a che fare con un idiota di prima categoria, che dubito capirà cosa voglio dire…

“Tenente…” cominciò lentamente “il punto è che siamo in un ospedale, questo è il mio lavoro e non sopporto chi ci si intromette pretendendo di saperne più di me.” disse alzando lo sguardo sull’uomo “Io non le dico come deve fare il suo lavoro di poliziotto, lei rispetta le mie decisioni di medico. La dottoressa Cuddy s’è già approfittata troppo della sua pozione permettendole di entrare qui senza avermi consultato.”



Continia...




Piccola nota alla fanfic, prima di passar ai commenti... questa fic è cominciata prima che io vedessi la seconda serie ed ho intenzione di tentare di distaccarmene, quindi... d'ora in poi sappiate che ci saranno poce cose, se non punte, in comune con la serie [tanto meno con la terza, di cui voglio cercar di dimenticare tutto ciò che so!!!!(ossia le prime 8 puntate XD) almeno finché non la vedrò... ù__ù ahhhhhhhhhh..... sia ben chiaro, tutto ciò che so, l'ho appreso dopo aver cominciato a scriver e dopo aver già introdotto tutti i pg.. anche se... ok, non dico altro, "chi sa", forse ha capito a cosa m riferisco... ghghgh]

Passiam a noi, ora! ^___^
X Hcn: oh.. ma non finirà tanto presto... ci sarà il seguito.. anzi, due seguiti... almeno per il momento, ma ho tante di quelle idee che non so se basteranno XDD (o quanto diventeranno lunghi XDD)
Cmq, sono contenta che ti piaccia così tanto! *__*
X Kirin: uhm... quei due(Eric e Allison) mi creeranno molti problemi, sì! XDD Non ho proprio idea di come andranno... ù__ù
X elecam28: carissima..... perché ce l'haitanto con il piccolo Rob?!^___^ A me sta tanto simpatico... XDD X Yui91: l'altra volta ti sei lamentata perché non mi ero accorta della tua 'mancata recensione' (XD).. beh.. volevo solo farti notare che me ne son accorta... ma sono certa che avrai avuto i tuoi buoni motivi! (spero che la storia continui a piacerti! ^^)

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Capitolo 23
*** Nella stanza 128... ***


Nella stanza 128

House non si vede, come al solito… e dire che quasi ci avevo sperato, che per una volta fosse puntuale… Ma infondo lo sapevo, sarei stata di sicuro più stupita se fosse già al lavoro…

“Dottoressa Cuddy?”

Cosa? Ancora lui?! Cosa vorrà adesso?! Credevo che l’interrogatorio fosse finito, dopo l’altro giorno…

“Oh, tenente Clarkson,” disse con un sorriso di circostanza “mi dica; ha qualche altra domanda da farmi?!” chiese, cercando d’essere accondiscendente.
“No, per la verità no… forse abbiamo trovato chi ha ferito il dottor Wilson. Ho bisogno di parlare con lui per un riconoscimento.” rispose.
“Mi spiace, il dottor Wilson non può lasciare l’ospedale, ancora.”
“Non ce ne sarà bisogno, deve solo guardare delle foto.”
“Ok, l’accompagnerò io tra un attimo… mi scusi.” disse la Cuddy quando vide Chase e Foreman, mostrando i fogli che aveva in mano e allontanandosi dal tenente per raggiungerli.
“Ragazzi…” disse quando li ebbe raggiunti.
“Cuddy.” rispose Foreman.
“Questa è la cartella clinica di Carter.” disse indicando con gli occhi il poliziotto “Vedete se riuscite a rintracciare House, io vado da Wilson.” aggiunse, piano. Chase e Foreman annuirono e lei tornò da Clarkson.
“Scusi, dovevo consegnar loro quelle analisi.” mentì, “Andiamo pure.” disse con un sorriso.
“Può chiamare il dottor House? Credo interesserebbe anche a lui, sapere chi è entrato in casa sua…”

Ed ora?! Accidenti ad House, non poteva esser puntuale per una volta?! Ma quando arriva… altro che qualche ora in ambulatorio!

“Ehm… il dottor House non c’è…”
“Perché, non lavora qui?!” chiese indagatorio.
“Sì, certo, solo… gli ho lasciato alcuni giorni liberi, visto ciò che era successo a casa sua, per permettergli di sistemarla.”
“Capisco…”

“Puoi andare, ora.” disse la Cuddy all’infermiera che era nella stanza di Wilson.
“Certo.” annuì la ragazza uscendo.
“Tenente Clarkson…” salutò James.
“Dottor Wilson. Come va?!”
“Per come può andare dopo esser stato accoltellato… bene, grazie; ma dubito lei sia qui solo per accertarsi della mia salute.”
“Infatti. Forse abbiamo trovato i… colpevoli. Deve solo riconoscerli dalle foto.”
“Certo.”
La Cuddy, nel frattempo, era ad un lato del letto; le braccia incrociate al petto, osservava la scena senza intromettersi.

Il mio compito è solo quello di osservatrice, ma tanto che potrebbe accadere?!

“Cuddy, che sta succedendo?!” domandò House entrato in quel momento, era molto serio, quasi arrabbiato.

Ecco… le ultime parole famose… dovevo prevederlo…

“House… il tenente doveva rivolgere a Wilson alcune domande, così l’ho accompagnato…” rispose.
“Forse abbiamo trovato chi si è introdotto a casa sua, dottor House.” s’intromise Clarkson.
“Tenente Clarkson, il mio paziente è ancora reduce da un operazione, non può essere stressato in questo modo.” disse House nervoso.
“Il suo paziente è anche l’unico testimone dell’intrusione che c’è stata a casa sua e di cui, guarda caso, mi occupo io!” ribadì Thomas.

Oddio, le cose non stanno andando proprio benissimo… decisamente no. Chissà cosa succederà.
Questa volta, però, non posso dar torto ad House; anche se… che sta succedendo ad House?! E’ da quando è stato ferito Wilson che è strano…


“Cuddy…” lo chiamò il dottore ridestandola dai propri pensieri.
“E quale è il punto, dottor House?!” lo interruppe Clarkson.
House si voltò nuovamente verso di lui, “Tenente…” cominciò lentamente “il punto è che siamo in un ospedale, questo è il mio lavoro e non sopporto chi ci si intromette pretendendo di saperne più di me.” disse alzando lo sguardo sull’uomo “Io non le dico come deve fare il suo lavoro di poliziotto, lei rispetta le mie decisioni di medico. La dottoressa Cuddy s’è già approfittata troppo della sua pozione permettendole di entrare qui senza avermi consultato.”

Ed ora la colpa sarebbe mia?! Guarda te che faccia tosta! Oh, House, quante cose dovrai spiegare e pagare, non ne hai idea… ma non posso lasciare che continuino così… House ama provocare, e Clarkson sembra fare il suo gioco e dargli corda.

“Ora basta, House!” sbottò l’amministratrice “Nemmeno il tuo comportamento sta aiutando Wilson! Il tenente deve solo aver la certezza che metterà in prigione le persone giuste. E lei tenente, faccia il suo lavoro e dopo lasci immediatamente questa stanza! Non ho tempo da perdere dietro questi battibecchi infantili!” disse rivolta ai due, “Ed ora, scusatemi, torno al mio lavoro. Ah,” era già arrivata alla porta, ma si voltò indietro “House, dopo che il tenente è andato via, voglio che tu vada immediatamente in ambulatorio! E sarà meglio per te che sia così!”

Ogni giorno è un odissea con lui… House… House è… insopportabile, impertinente, maleducato e… il miglior medico in circolazione, accidenti! E’ l’unico motivo per cui è ancora qui, decisamente, e lui se ne approfitta sempre.

“Cuddy?!”
La dottoressa alzò lo sguardo verso il dottore che era appena entrato nel proprio ufficio. “Chase, vieni.”
“La cartella del signor Carter.” disse sorridendo, avvicinandosi alla scrivania e porgendole i fogli.
“Oh, grazie… e, scusate per prima.”
“Clarkson non piace nemmeno a noi, ancor meno che House.”
“Già…” ammise la donna e Chase andò vià.



Continua...



I titoli mi vengon sempre peggio... XDD

X elecam: ghghgh... che son sadica non è una novità ghghgh... comunque...grazie, anche se le tue speranze su chase, dubito s'avvereranno... non ci posso far nulla, è entrato nelle mie 'grazie' XD (ma meno di Wilson, visto che per ora è tutto 'intero' ghghgh)
X Hcn: spero ti piaccia... ^_^
X Maxie: Benvenuta! :D Fa sempre piacere una nuova lettrice! ^__^ Se poi posta anche una buona critica, ancora meglio! ^__^
Passando a ciò... ^///^ Per la ripetitività... sì, a volte rende *difficile* anche la scrittura, ma in diverse occasioni, non son riuscita a trovar un'adeguata (almeno a mio avviso) alternativa... ù__ù all'inizio soprattutto... [che, ad esser sinceri, questa ff originariamente non doveva esser così! XD all'inizio doveva esser una one-shot, il 1° cap e basta, poi mi hanno chiesto di continuarla, ma doveva durare pochi capitoli - e cottoncandy -(all'epoca ancora non *odiavo* Cam XD), ed infine.. è andata avanti così per 23 capitoli, senza che io stessa sapessi cosa sarebbe successo nel capitolo successivo... solo da ora, ho un programma da seguire...]
1. sì... è stata la prima versione... colpa "crisi d'astinenza" (passo a spiegare.. quando ho scritto il primo cap, era estate, un anno senza veder dr House e molti mesi senza internet, e senza possibilità di notizie su House MD ç__ç... e l'assurda convinzione che Wilson fosse biondo! O__o sinceramente... non so da dove mi sia uscito! XDD Anche se... mi pareva che quando avevo postato il cap, avevo messo la versione *corretta* O_o)
2. vero... mi son un po' lasciata trasportare... ^///^
Cmq... sai cosa mi piace di questi due *errori*? ^^
Fortunatamente posso "toglierli" senza stravolger nulla... cosa che mi porta un grande senso di "pace interiore" ^__^ (son solo poche parole alla fine di due frasi XD)
Son contenta che si capisce che mi ci sto impegnando! Ormai, credo che per impedirmi di portar avanti questa fic dovrebbero ammazzarmi! XD
Però... comincio a dubitar che manchi poi così poco... ogni giorno la vedo allungarsi sempre un po' di più!O_O
Beh, tranquilla! Come hai visto, non l'ho presa assolutamente male, anzi.. le critiche son utili! ^__-
(Spero solo di non cader nuovamente nell'OOC... se lo faccio, giuro non è voluto! E' una cosa che odio io stessa... ma a volte, mi lascio guidare troppo dalla mia parte *artistica* ù__ù quindi, liberissima - ti direi quasi *obbligata*XD - di avvertirmi! ^__^)
Per finire, grazie mille per i complimenti! :D
X Kirin: giornale scandalistico? Uhm... potrebbe esser per arrotondare! XDD comunque... "la calma è la virtù dei forti" XDD (io stessa, dopo aver scritto il cap, ho avuto il bisogno di ripetermi quella stessa frase... XDDD)

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Capitolo 24
*** Una nuova conoscenza ***


Una nuova conoscenza

“Dunque, sicuro che sono loro?” chiese Clarkson mostrando a Wilson, per l’ennesima volta, la foto di due ragazzi di non più di una ventina d’anni.
“Sì, tenente.” rispose stancamente “Ma, glielo ripeto, io non ho intenzione di sporgere alcuna denuncia.”
Thomas Clarkson si voltò verso Gregory “Dottor House?!”
Greg era rimasto per tutto il tempo più o meno nel posto dove era stata la Cuddy prima di lui, senza degnar di un occhiata il poliziotto ed anche ora stava guardando il pavimento sotto i propri piedi; alzò appena lo sguardo su James prima di rispondere.
“Non hanno rubato nulla, infondo.” disse.
Il tenente rimise le foto nella tasca interna della giacca, “Come volete… Arrivederci, allora.”
“Speriamo di no.” replicò House.
“Già…” ammise Clarkson prima di uscire.

Ed anche questa storia è finita, per fortuna… Non mi ero accorto fossero così giovani quei due… beh, non che avessi avuto molto tempo per star ad esaminarli per bene, però…

“Hey, Wilson?!” chiamò House quando vide un espressione quasi malinconica apparire sul volto dell’altro “Che è, ti manca già il tenente?!” domandò facendo finta d’esser offeso.
“Eh? No, stavo pensando ad altro… Comunque, non ero sicuro che avresti ritirato la denuncia.” disse per cambiare discorso.
“Non avevo voglia di veder ancora la faccia di quello lì; e poi, come hai detto prima, ‘sono solo ragazzi’.” rispose con un alzata di spalle.
“Già…” concordò con un mezzo sorriso.
“Come va?!” chiese Greg.
“Una noia… a casa tua?!”
“Ho sistemato tutto.” rispose avvicinandosi un po’ al letto.
“Mhm?!” Wilson lo fissò per diversi secondi senza dir nulla, poi alzò la mano destra e gli fece segno di avvicinarsi ancora; “House, scusa,” cominciò quando gli fu abbastanza vicino da permettergli di toccargli la camicia.
“Non credo sia il caso che mi spogli qui…” disse ironico il diagnosta mentre la mano di James sembrava intenzionata a sbottonare anche il terzo bottone dell’indumento.
“No… volevo solo sapere se quella maglia lì è davvero la mia, oppure hai cominciato ad aver i miei stessi gusti.” finì, apparendo meno stupito di quello che in realtà era.
“Oh… Sì, è la tua...” rispose soltanto, tranquillo, mentre Wilson lo guardava sempre più dubbioso.
“Dove l’hai presa?! Dubito tu sia andato a casa mia per prendere una t-shirt, e sono anche sicuro di non aver mai lasciato nulla a casa tua…”
“Oh… Geena mi ha risparmiato il viaggio. Stavolta lei ha fatto le cose in grande… ha mandato la tua roba da me.”
“Capisco…”

Capisco… A dir il vero, nemmeno tanto, per quel che mi riguarda… non capisco cosa ‘provo’ per tutto quel che sta succedendo… Le mie cose a casa di House… mi sembra strano pensarlo, anche se ancora non abbiamo parlato di nulla…

“Wilson…” la Cuddy interruppe il breve silenzio creatosi.
Entrò nella stanza seguita da un uomo di nemmeno quarant’anni. Lo sconosciuto aveva i capelli neri e corti e gli occhi erano grigi e lucenti, era alto poco meno di House e, obiettivamente, poteva esser definito un uomo di bell’aspetto; l’eleganza della figura era accentuata dal completo scuro e dalla cravatta verde, che sembrava messa apposta per far risaltare la brillantezza degli occhi.

Cosa succede adesso?! Chi è questo qui?!

La Cuddy lanciò una rapida, quanto pungente, occhiata ad House per poi tornare a rivolgersi all’oncologo.
“Cuddy, non avevamo già discusso, riguardo alle visite indesiderate?!” disse House con una punta di disprezzo nella voce, prima che l’amministratrice avesse il tempo di aprir anche solo la bocca.
Lisa sospirò. “Lo so, House, ma…” cominciò, la voce quasi dispiaciuta da ciò che avrebbe detto, “credo sia il caso di lasciare che sia Wilson a decidere se vuole o meno parlare con l’avvocato Potter.” finì indicando l’uomo dietro di lei.

Avvocato?! Ma certo… si è liberata della mia roba, meglio finir tutto subito, già…

“No, non è il caso. Uscite di qui, entrambi!” ordinò quasi subito il diagnosta.
“Non importa…” lo fermò Wilson “ho già affrontato altre volte un avvocato… una ferita non peggiorerà certo di molto le cose.” cercò di apparire sereno mettendo nella voce una nota d’allegria.
House lo guardò scettico, stava per replicare quando il cellulare della Cuddy squillò.
“Pronto?!” rispose velocemente. Rimase per diversi secondi immobile, come pietrificata, nell’ascoltare le parole di chiunque l’avesse chiamata; poco dopo riattaccò senza nemmeno rispondere.
“Cuddy, stai bene?!” si preoccupò immediatamente James.
“Me lo chiedi te?!” domandò facendo sorridere l’oncologo e l’avvocato, House invece rimase serio, mentre la scrutava. “E’ tutto a posto, tranquilli. Signor Potter, la prego di non stancare troppo il dottor Wilson.” disse prima di uscire.

Tutto a posto, certo… ed io non mi chiamo James Wilson.
Però… non le avevo mai visto quell’espressione; anche House sembra sospettoso, sono sicuro che dovrà metterci il naso… Inutile dirgli qualcosa, tanto non ascolterebbe…


L’oncologo sbuffò quando vide House guardarlo e alzò le mani in segno di resa.
Gregory lanciò poi uno sguardo ben poco gentile all’avvocato per poi uscire.
“Non ci siamo presentati,” cominciò l’avvocato “io sono Ronald Potter, l’avvocato della signora Geena Wilson.” disse avvicinandosi ed allungando la mano destra.
“James Wilson.” rispose solamente ricambiando il saluto.



Continua...




La fanfic mi sta sfuggendo di mano!! XD
A parte ciò... non so se Clarkson l'ho liquidato un po' troppo velocemente, ma... non lo reggevo più!! XD e poi infondo, come hanno ripetuto fin troppo spesso, "è solo un tentativo di rapina", ed una volta trovati i colpevoli, non c'è più senso a *perseguitare* chi ha subito la rapina! XD no?! ^^
Questo capitolo non è venuto esattamente come volevo.. soprattutto la parte centrale (dove Jimmy gli chiede "E' la mia maglia?".. doveva esser più *dolce*, almeno lo era nella mia mente... XD)... il nome dell'avvocato... è merito di elecam che su msn aveva l'avatar di... "San" Potter...
Altre cose... da adesso, gli altri personaggi prenderanno man mano più *spazio*... anche se.. boh, sta diventando un po' strana questa fic! XDD Spero solo che continuerà a piacervi! ^____^
Bene, passiamo a noi... o forse dovrei dir "voi"?! Boh.. insomma, ai vostri commenti! XD
X Maxie: beh, se ti ho messo di buon umore son contenta! :D meglio che se ti avessi fatto cader in "depressione", come è successo a me dopo aver letto certe fanfic! brrr... (ogni volta che leggo di Wilson che spiffera sempre ogni cosa di House a Cam, rischio di morire! brrr...)
Comunque, alla tua domanda "ogni modo non ho ancora capito perchè house non vuole sapere chi è entrato in casa sua e soprattutto che ha fatto del male al suo dolce jimmy" non lo so.. è venuto così O.o però... beh, a mio avviso, era più preoccupato che Wilson stesse bene, no? ^^
X elecam28: mio è il potere?! Man mano che vado avanti a scrivere comincio a dubitarne!! XDDDD ho come la sensazione di esser solo il mezzo attraverso cui qualcuno voglia scriver una storia.. XDD Ma... finché non scrivo una ff cottoncandy in cui Greg diventa un romanticone e Jimmy si mette a tener una conferenza pubblica in cui svela ogni cosa di House, potrebbe anche andarmi bene... XDD
X Kirin: Avevi qualche dubbio a proposito?! XDD
X Yui91: Spero che i tuoi problemi col pc si risolavano e che, quando leggerai la ff, ti piacerà! ^__^
X Tutte: Grazie mille di leggere e commentare! Mi fa davvero molto piacere che questa fic piaccia! ^___^

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Capitolo 25
*** Dimenticare House... ***


Dimenticare House...

Oggi si tornerà alla normalità… la normalità secondo Gregory House, ovviamente… visto che questi due giorni sono stati ciò che in genere ci si aspetta per ‘normali’: divisi tra l’ambulatorio e la cura del nuovo caso, niente intrusioni in casa del paziente, niente di fuori dalle regole… niente House!

“Uff… Clarkson è di nuovo qui…” sbuffò Foreman entrando nella saletta dove si trovava Cameron, mentre Chase si dirigeva al telefono.
“Che è successo?!” chiese la dottoressa.
“La Cuddy sta andando con Clarkson da Wilson, ci ha chiesto di avvertire House.” spiegò il neurologo.
“Non risponde.” disse Chase riattaccando.
“Forse sta già venendo qui…” propose Cameron.
“Forse…” ripeté Chase.
“O forse sta ancora dormendo…” aggiunse Foreman “Riproviamo a telefonargli.”

Ma perché quel Clarkson è così insistente?! E’ stato Wilson ad esser ferito, mica ha ucciso lui qualcuno… mah!

“Io vado a vedere se è arrivato.” disse Chase dopo l’ennesima telefonata senza risposta e lasciò la stanza.
“Secondo te cos’ha?” domandò Foreman.
“Chi?!”
“Chase. E’ da diversi giorni che è strano…”
“Dici?! A me sembra il solito.”
“Non so… mi sembra quasi sia più attento a ciò che riguarda House.” spiegò il neurologo.
Allison alzò lo sguardo verso di lui. “Che vorresti dire?!”
“Beh… è sempre stato molto attento a non contraddire, quasi mai, House.” cominciò Eric “L’ha quasi… venerato, diciamo… anche se in modo diverso da come facevi te, però… ultimamente mi sembra si comporti in modo diverso, nei confronti di House…”
Cameron rimase alcuni istanti in silenzio a riflettere sulle parole del collega.
“Forse è perché lavora con lui da più tempo…” azzardò la donna.
Subito dopo suonarono i loro cercapersone. “Vado io.” disse Cameron e lasciò la stanza.

Pensandoci bene… Foreman non ha tutti i torti… se escludiamo la parentesi di Vogler, Robert ha sempre avuto fiducia in lui, nonostante i loro battibecchi…
Però… io l’ho sempre visto un po’ come se Chase rivedesse in House, quasi, la figura del padre… che da quella volta che è venuto qui, non è che avesse con lui un gran rapporto…
Da come l’ha messa Eric sembra quasi che ne sia… innamorato?! No, aspetta un attimo Ally, non correre troppo… House è un ottimo medico ed anche affascinante, è indubbio inoltre che abbia il suo charme, però… Robert è sempre stato attratto dalle ragazze, insomma… per quel che ho visto io, almeno… anche se, se così fosse, si spiegherebbe perché ha sempre cercato di allontanarmi da lui…
No, calma… sto correndo troppo, decisamente… meglio che mi concentri sul paziente, sì…


Quando tornò in ufficio vi trovò Chase al posto di Foreman.
“Eric? E House?” domandò entrando.
“Eric è in ambulatorio e House da Wilson.” rispose solamente il biondo.
“Capito…”
“Stai ancora pensando a House?!” chiese poi Chase.
“I… io… No, non stavo pensando a lui…”
“Sarà…” disse scettico “Meglio così, comunque…”
“Robert… scusa…”
“Dimmi. Hey, non aver paura, non ti mangio.” scherzò poi, vedendola tesa.
“Per caso, ti piace House?” domandò.
“Beh… sì, sa il fatto suo, anche se i suoi metodi son poco ortodossi, è un ottimo medico.”
“No… dicevo… come uomo, fisicamente.” spiegò abbassando lo sguardo.
“Cos… oh… no, assolutamente! Come t’è venuta un’idea simile?!” disse mettendosi a ridere.
“Prima, Eric, ha fatto un discorso strano… riguardo a te e al tuo comportamento con House… poi ho pensato che hai sempre cercato di allontanarmi da lui, e…”
“Allison, volevo solo metterti in guardia… che non era giusto che tu perdessi la testa dietro ad un uomo che non ti ama…” rispose.
Allison annuì. “Scusa…”
“Tranquilla.” la rassicurò “A proposito… quei fogli?!”
“Oh, sì… sono i risultati delle analisi che aveva chiesto la Cuddy ieri sera.” rispose posandoli sul tavolo e poi dirigendosi a prendere una tazza di caffè “Glieli porto tra un po’… se è da Wilson anche lei… Vuoi?!” chiese poi alzando la tazza.
“Oh… sì, grazie.”

Come mai sono così sollevata?! Prima, mentre ci pensavo, non so bene se ero più ‘disgustata’ o ‘triste’, eppure… ho sempre pensato di essere una persona molto tollerante, anche su certe cose… Però, indubbiamente ora sono più sollevata, decisamente…

Dopo aver passato la tazza del caffè a Chase, Cameron si era messa a leggere un giornale; erano rimasti entrambi in silenzio, ognuno concentrato sulla propria attività.
Una mezz’oretta dopo l’immunologa chiuse la rivista che aveva in mano.
“Io vado a vedere se la Cuddy è tornata nel suo ufficio.” disse alzandosi.
Chase annuì solamente e la dottoressa uscì.
Quando arrivò davanti all’ufficio della Cuddy si bloccò immediatamente, dentro c’era House che stava aiutando l’amministratrice a mettersi a sedere, la donna sembrava sconvolta.
Non riusciva a sentire bene, le voci erano attutite dal vetro della porta, ma capì che House stava chiedendo il cellulare alla donna, entrambi sembravano non essersi accorta di lei, ma per precauzione si mise un po’ da parte, per non farsi vedere. Era incuriosita, soprattutto dalla familiarità che sembrava esserci tra i due, maggiore rispetto a tutte le altre volte.
Quando vide House portarsi il telefonino all’orecchio si mise maggiormente all’ascolto, la prima frase era in una lingua straniera e la donna non la capì a pieno.
“Gregory House, il fidanzato della tua ex-moglie Lisa, molti anni fa…” continuò a parlare il diagnosta “ecco, volevo informarti che ci siamo rimessi insieme e che siamo molto…”
Allison non finì di ascoltare la telefonata perché si allontanò immediatamente dalla porta, come se scottasse.
“Dottoressa Cameron, tutto bene?” chiese la segretaria della Cuddy, Cameron non si era accorta che, quando era arrivata, la donna non c’era. “Devo lasciare un messaggio per la dottoressa Cuddy?!”
“N-no… grazie.” disse solamente prima di andarsene.

Ma che mi è preso?! Lo sapevo che era probabilmente la Cuddy la donna con cui stava ora! Perché mi ha dato lo stesso noia?!
Beh, certo… ne sono ancora innamorata, nonostante tutto… ma credevo che dopo ciò che mi ha detto… credevo d’essermi rassegnata ormai…


“Allison, cos’hai?” domandò allarmato Chase quando entrò in ufficio, si alzò e le andò incontro.
“Io… sono una stupida… sapevo che era la Cuddy, ma… sentirglielo dire è stato terribile. Credevo d’esser pronta, eppure…”
“No, aspetta un attimo… di cosa stai parlando?!” chiese stupito l’intensivista.
“Di House e il suo… amore.”
“Non è possibile… ti sarai sbagliata.”
“No… gliel’ho sentito dire.” disse e raccontò al collega della telefonata.
Chase non sapeva davvero cosa dirle, si limitò a posarle un braccio intorno alle spalle lasciandola sfogare.



continua...



ogni dubbio verrà risolto nel prossimo cap, ovviamente! :P
Per Cam... non so, spero di riuscir a farla risollevare... XD



X elecam28: carissima, come "Oh, un altro Potter... potevi avvisarmi, sai?"?! XD
A chi ho detto: "Dammi una mano col nome... che ne dici di James Potter?! No, non è il caso di un altro James, facciamo Ronald?! Ok, andata; tanto odio anche lui."?!? XD (parola più, parola meno... non ricordo di preciso XD)
A parte ciò... mi spiace che tu stia male! :** e per un "Wilson" nella tua fic... sarebbe interessante!! XD
X Kirin: mi sa che per sapere cos'ha la Cuddy ci sia da aspettare ancora un po' XP hehe... cmq, contenta che quella scena abbia reso lo stesso!!! ^___^
X Hcn: Non preoccuparti!! ^__- Per l'aspetto di Ron Potter... sì, d'aspetto non è male... come carattere... lo devo ancora definire per bene! XD Cmq grazie!!! ^__^

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Capitolo 26
*** Buena tarde, mi amigo Alec! ***


Buena tarde, mi amigo Alec!

L’ennesima giornata da dimenticare, seppure è cominciata solo da poche ore… Prima Clarkson e i suoi battibecchi con House, poi l’apparizione di quel Potter… mi dispiace per Wilson, lo conosco da molti anni ormai e, seppur non abbiamo proprio quel gran rapporto d’amicizia come ha con House… gli sono affezionata in qualche modo, e veder che le cose gli vadano sempre male, non è bello. Ed infine…

“Alec Shannon, il peggior architetto di tutto il New Jersey.” la voce di House raggiunse l’amministratrice del Princeton Plainsboro quasi peggio di un colpo di pistola, ma la donna non si fermò e continuò a dirigersi al proprio ufficio.
“Era lui, vero?! Quell’aria seccata e sconvolta di prima… indica il suo passaggio, tanto quanto dei graffi su un albero, in un bosco, indicano il passaggio di un orso.” continuò, imperterrito, il diagnosta seguendola. “Dovrei farmi spiegare come ci riesce…”
“Non hai certo bisogno dei suoi consigli per mandare all’aria il mio buon umore!” lo bloccò la Cuddy “House, smettila ti prego.” chiese infine, una volta arrivata a destinazione.

Cosa ho fatto di male per esser perseguitata a vita?! E soprattutto, cosa ho fatto perché quei due si conoscessero!! La combinazione peggiore che potessi mai immaginare…
Speriamo che la smetta, non ce la farei a reggere una discussione con lui, non ora, non in questo momento…


“Non voglio essere disturbata.” disse la donna alla segretaria che era seduta alla propria scrivania, prima di entrare nell’ufficio.
“L’ambulatorio è una noia!” sbuffò House entrando dietro di lei “Preferisco questo a… hey!” House si bloccò quando la Cuddy posò stancamente la testa sulla sua spalla.
“Ti prego, smettila… Non voglio parlarne, non voglio nemmeno pensarci…” mormorò appena e Gregory le posò una mano sulla spalla.

Pessima mossa Lisa, decisamente una pessima mossa… mostrare le proprie debolezze a Gregory House è quanto di più pericoloso e autolesionista che una persona possa fare… ma non ce la faccio a far finta di nulla…

“E’ un idiota, ma…” cominciò, serio questa volta, il diagnosta “se ti ha telefonato…”
“Sono in Europa… in Europa!! Princeton era un cambiamento troppo traumatico… Barcellona invece… solo una gita di lavoro!” disse mentre una lacrima gli scendeva lungo il volto. “Non so cosa volesse… ho riattaccato prima… Per più di otto anni si è fatto sentir solo attraverso gli avvocati… non mi aveva nemmeno avvertito del cambio d’indirizzo e Adam…” la dottoressa si bloccò a causa dei singhiozzi che le impedivano di parlare.
“Sai quanto odio ribadire l’ovvio, ma… è un idiota! Credo che siano almeno diciannove anni che te lo ripeto, seppur tu continuavi, e continui, ad ignorare le mie parole.”
"Non me lo ricordare..." mormorò appena, il viso sempre tracciato dalle lacrime, non sapeva bene cosa dire; ancora una volta Gregory House aveva avuto, ed aveva, ragione.
“Siediti…” disse l’uomo accompagnandola sul divanetto, poi allungò la mano verso di lei “dammi il cellulare.”
“C-che vuoi fare?!”
“Dio Lisa, fidati per una buona volta!” sbottò lui e l’amministratrice lo guardò scettica. “Facciamo a chi si stanca prima o me lo dai subito quel telefonino?!”

Cosa avrà in mente?! Fidarsi… se non lo conoscessi da più di vent’anni mi fiderei anche… eppure… ah! Al diavolo, sarebbe davvero capace di restare tutto il giorno qui solo per sfinirmi!

“E sia, tieni.” disse la donna posando l’apparecchio nelle mani del medico, continuando però ad osservarlo sempre molto dubbiosa.
House pigiò qualche tasto e poi si mise il cellulare all’orecchio. “Buena tarde mi amigo Alec! ¿Me recuerdas?”* esordì poco dopo “Gregory House, il fidanzato della tua ex-moglie Lisa, molti anni fa… ecco, volevo informarti che ci siamo rimessi insieme e che siamo molto felici anche senza di te, per ciò sei pregato di non disturbarla più! Il tuo avvocato ha fatto uno splendido lavoro in questi dieci anni, permettigli di continuare cos…” il diagnosta bloccò all’improvviso la sua recita.
“Cosa è successo?!” domandò pochi istanti dopo la Cuddy, con una nota di preoccupazione nella voce.
House si voltò a guardarla, “E’ caduta la linea.” rispose alzando le spalle e rendendole il telefono “Così ora non ti disturberà più… o per lo meno ci penserà due volte prima di farlo.” continuò quando vide lo sguardo indagatore della donna.
“Non credevo te l’avrei detto ancora, ma… grazie Greg.” disse la Cuddy mentre con il dorso della mano destra cercava di asciugarsi gli occhi.
Il diagnosta le passò un fazzoletto, “Andiamo a bere qualcosa al bar?” domandò poi.
“Eh?!”
“C’è bisogno di un motivo per cui un uomo debba invitare la propria fidanzata a bere qualcosa?!” disse sbuffando ed alzando gli occhi al cielo, fintamente perplesso.
“Che scemo!” mormorò la donna dandogli una leggera pacca sul braccio libero e lasciandosi andare in un piccolo sorriso “Hai l’ambulatorio, non credere che me ne sia scordata!” aggiunse subito dopo, tornando ad avere il solito atteggiamento di sempre, forte e sicuro di sé.
“Ma… ed io che speravo che con tutto ciò che ho fatto meritassi una ricompensa!”
“Hai la mia gratitudine, ma il lavoro è lavoro! Fuori, House!” ordinò la dottoressa indicando la porta.
“Siamo tornati ad esser ‘House’ e ‘Cuddy’? Però… questa nostra nuova relazione è durata davvero poco!”
“Meglio così, non farmene pentire anche questa volta.”
“Quanto sei crudele! Eppure ti ho dimostrato spesso quanto ti fossi ancora legato, raggio di sole!” disse teatralmente l’uomo.
“Sì, sì… ora però, in onore dei vecchi tempi, vai a fare il tuo dovere!”
“Che c’entra questo con i vecchi tempi?!”
“Niente, ma vai lo stesso!”
House sbuffò prima di lasciare l’ufficio dell’amministratrice, che lo guardò andar via “Speriamo in bene…” mormorò.

Beh… almeno è riuscito a mettermi quasi di buon umore, quasi… non posso smettere di pensare a cosa voglia Alec adesso… perché farsi sentire dopo tutti questi anni in cui mi ha isolato dalla loro vita… la sua e, soprattutto, quella di Adam… chissà come starà… sono sette anni che non lo vedo… Dio quanto tempo…

La Cuddy si era seduta alla propria scrivania, le braccia poggiate contro lo spigolo del tavolo e la testa bassa; gli occhi si posarono sul fazzoletto che aveva ancora in mano.

“Non farmene pentire anche questa volta.”
No, questa volta non posso esser pentita di nulla, visto che era solo una recita, anche se… non posso negar a me stessa una certa ‘soddisfazione’… avrei voluto veder la faccia di Alec, oh sì… però… quella di House è stata più preoccupante… che sia davvero solo caduta la linea?!
Basta… devo smetterci di pensarci per ora, sono al lavoro!


La segretaria bussò alla porta e, non ottenendo risposta, decise di entrare “Dottoressa Cuddy?!” chiamò lentamente.
“Oh... sì, cosa c’è?” chiese alzando la testa.
“Volevo solo ricordarle della riunione delle undici e poi…” si fermò un attimo per trovar le parole giuste “poco fa c’era la dottoressa Cameron con delle cartelle in mano… è rimasta alcuni minuti davanti alla porta e poi è andata via, sembrava… non so bene, sconvolta forse… quando le ho chiesto se voleva che le lasciassi un messaggio mi ha a malapena risposto…”
“Capisco… grazie Helen, puoi andare.” disse l’amministratrice.

Ci mancava solo che Cameron pensasse che io stia con House…



Continua...

* trad. “Buona sera mio amico Alec! Ti ricordi di me?”



Scusate il ritardo, e scusate se questa volta non vi commento singolarmente ma non ho molto tempo a mia disposizione!^^'
Vi ringrazio comunque, mi fa sempre piacere leggere i vostri commenti!!^__^
Oltre ciò.... Augurissimi di BUON NATALE e un FELICE ANNO NUOVO!
Che possiate tutte passare queste vacanze serene e felici perché infondo, credenze personali a parte, è sempre un momento di vacanza, no?!^____^
Io non so quando posterò, anche perché durante le vacanze è più "forte" la presenza dei genitori -_-'' e non posso gestirmi la giornata a modo mio... ù_ù
Va beh.. ancora augurissimi a tutte!!
Un bacione,
Veronica!

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Capitolo 27
*** Telefonate ***


“Gregory

“Gregory… mhm… non volevo saper se stava con qualcuno… devo andare. Auguri.”

C’è qualcosa che non va, decisamente… non è il tipo da far le cose per caso, non lo è mai stato…

 

House cercò di darsi una risposta durante tutto il tragitto tra l’ufficio della Cuddy ed il proprio.

Arrivatoci quasi non notò Cameron e Chase nella stanza accanto e non ebbe modo di interrogarsi sul loro strano comportamento: la dottoressa che si era irrigidita e fissava la pagina di una rivista messa al contrario e l’internista che lo scrutava come se volesse carpirgli chissà quale segreto.

Il diagnosta si sistemò alla propria scrivania e alzò la cornetta del telefono; composto il numero aspettò che un addetto al call center gli rispondesse.

“Mi serve il numero dello studio R&S.” disse alla ragazza che aveva risposto “Roberts&Shannon, lo studio d’architettura.”.

“L’ho trovato signore, vuole che la metta in collegamento con loro?” chiese la giovane.

“Sì.” rispose soltanto.

Dopo alcuni istanti di silenzio, House fu messo in contatto con qualcuno, “Paul Roberts, dello studio R&S, dite pure.”. disse una voce gioviale.

“Salve, dovrei mettermi in contatto con Alec Shannon… so che si trova a Barcellona in questo momento, ma è molto importante che gli parli. Sono il dottor Gregory House, del Princeton Plainsboro Teaching Hospital.” aggiunse infine.

“Un dottore?! E’ qualcosa di grave?” si informò l’architetto.

“Non per il momento, ma ho urgente bisogno di parlare con lui. Non potrebbe darmi il numero del suo cellulare?”

Paul Roberts rimase in silenzio per alcuni secondi, “Immagino sia per Adam… ok, aspetti un attimo che glielo trovo.”

 

Adam?! Mhm… sarebbe più logica la cosa… però…

 

“Eccomi… Dottor House, è ancora in linea?!” disse Paul.

“Sì… sì, ci sono, mi dica.”

E così, si segnò il numero di telefono e riattaccò prima di tirare nuovamente su la cornetta e comporre il nuovo numero.

“Pronto?!”

“Ci risentiamo!” esordì House.

“Greg… cosa vuoi ancora?” la voce era scocciata ed infastidita.

“Come sta Adam?”

Che t’importa di lui?! Lisa per caso vuole per caso far una nuova causa per l’affidamento?!”

“Lascia perdere Lisa e l’affidamento! Come sta Adam?!” domandò ancora.

“Greg, non so cosa hai in mente, ma non ho tempo per i tuoi giochetti, ora! Ho un appuntamento tra poco, ciao.

Quando torni in America, telefonami.” ordinò House prima di riattaccare e lasciarsi andare sulla sedia.

Prese una delle palle che si trovavano sulla sua scrivania e la lanciò un paio di volte in aria prima di accorgersi della presenza di Chase sulla porta tra il proprio ufficio e quello adiacente e di Cameron che lo guardava di sfuggita.

“Oh… non avete nulla da fare? Beh, provvediamo subito… Cameron, l’ambulatorio sta ancora aspettando qualcuno. disse rivolto alla dottoressa che, nel frattempo, si era avvicinata al collega.

“Non posso.” rispose risoluta la donna “Abbiamo un paziente e, mentre tu non c’eri, se ne è occupata la Cuddy; le devo portare i risultati delle analisi.”

House la seguì con lo sguardo mentre lasciava la stanza, “Bene… Chase tocca a te essere ildr House’, oggi.” annunciò lanciandogli la targhetta dove c’era scritto il proprio nome.

“A che gioco stai giocando?” domandò poco dopo il biondo.

“A ‘Evita l’ambulatorio mandandoci l’australiano’, direi…”

“Non parlavo di questo… Allison era andata dalla Cuddy una mezz’oretta fa e ha sentito…”

“Spiato.” lo corresse tranquillamente il diagnosta.

“Ha sentito l’inizio di una telefonata che hai fatto dicendo di esser il fidanzato della Cuddy... riprese “non voglio mischiarmi nei fatti tuoi…”

Ed allora non farlo.” lo interruppe nuovamente House, questa volta più nervoso “Non sei il mio confidente e non ho l’obbligo di dirti cosa ho intenzione di fare della mia vita. Vai in ambulatorio, ora.”

 

Che razza di settimana che è stata… e questa sembra esser peggio… se è vero che i guai non vengono mai soli, c’è da preoccuparsi sul serio… Tra Jimmy, Lisa e me, non siamo mai state tre persone molto fortunate, ognuno ha avuto i suoi problemi e le sue difficoltà, anche se devo ammetterlo, nonostante gli anni – sia quelli passati, sia quelli che ci son di differenza tra noi… cinque dalla Cuddy e dieci da Wilson – siamo stati abbastanza ‘uniti’, se così si può dire… poi ovviamente, lavorare insieme con Lisa come capo, ha forse portato ad allontanarci un po’…

No, quello già da prima… nonostante l’affetto che provo per lei, siamo stati insieme all’università, poi era ovvio allontanarsi dopo esserci lasciati, anche se siamo rimasti sempre in contatto, perfino dopo il matrimonio e il divorzio.

Pensare che è merito – o colpa? – mia se ha conosciuto Alec… sicuramente io devo ringraziare loro per aver conosciuto Jimmy, visto che l’ho incontrato per la prima volta fuori dal tribunale mentre aspettavo con Adam che finissero di parlare con il giudice…

 

Ero andato a prendere Adam a scuola e poi ero andato in tribunale, credendo che avessero finito ed invece erano quasi quarantacinque minuti che aspettavamo.

“Uff… ma quanto dobbiamo aspettare ancora? Perché mamma e papà non escono?!” chiese per la decima volta.

“Continuare a domandarlo non li farà uscire prima, ed ora siediti. ordinai prima di tornare a leggere una rivista medica che avevo in mano.

Ma mi annoio!” si lamentò ancora e probabilmente pensai a quanto si poteva lamentare un bambino di sei anni prima di stancarsi. “Ed ho fame! Mi compri un gelato?!”

“Te lo comprerà tua madre quando esce!”

Hey, piccolo…” disse quello che era lui stesso poco più di un ragazzo avvicinandosi a Adam “per il gelato non posso far nulla, visto che tuo padre non vuole comprartelo, ma se vuoi puoi legger questo mentre aspetti.” finì passandogli un volume di Topolino.

Alzai lo sguardo su di lui, non so se più stupito dal fatto che credesse che fosse mio figlio o se da quello che leggeva ancora Topolino; lui captò solo la seconda perché si affrettò a rispondere, un po’ imbarazzato, “E’ di mio nipote, l’ha lasciato nella mia macchina ieri e non avendo nient’altro da leggere…”

Subito dopo notai l’occhiata di Adam che mi guardava come a chiedermi il permesso per aprire il giornaletto.

“Vai…” dissi soltanto poi riportai la mia attenzione sul nuovo arrivato “Comunque, non è mio figlio.”

“Oh, scusa… Sei un dottore?” chiese poi, evidentemente avendo notato il mensile che avevo in mano.

“Sì.” risposi soltanto.

“Anche io,” sembrava abbastanza sorpreso “mi sono specializzato l’anno scorso in oncologia. Oh… scusa, non mi sono presentato… James Wilson, piacere. aggiunse immediatamente tendendomi la mano.

Mi ispirava simpatia, e forse anche fiducia, dovevo ammetterlo, altrimenti non mi sarei mai alzato e non avrei ricambiato la stretta con un semplice “Gregory House.”

Una strana espressione apparve sul suo viso, ma prima che potesse dir qualcosa ci raggiunse una voce femminile.

“Stai facendo amicizia con il nemico, Greg?!” disse Stacy, semi-scherzando, mi voltai verso la voce e notai che erano usciti tutti.

Cosa?!” domandai non intuendo il significato delle sue parole.

“E’ il marito dell’assistente della parte avversa. rispose lei indicando la donna che si era avvicinata a lui.

“Wilson!” esordì con un sorriso Lisa, dopo essere andata dal figlio e avergli domandato chi gli avesse dato il Topolino.

“Oh… Cuddy, ciao.” rispose gioviale il ragazzo.

Che bella rimpatriata!” scoccai sarcastico.

“Suvvia House, smettila!” sbottò Lisa e solo allora mi accorsi che le cose non dovevano esser andate molto bene; nonostante cercasse d’esser allegra, si capiva che c’era qualcosa che non andava.

“Greg ha ragione,” intervenne Stacy “le due parti non possono parlare fino alla fine del processo e sarebbe meglio evitare anche con i parenti degli avvocati.”

“Oh Stacy, smettila!” sbottò nuovamente la Cuddy “Tanto ormai il giudice ha già deciso…”

“Mamma, che hai?!” mormorò Adam.

“Niente tesoro, tranquillo.” rispose prendendo il figlio in braccio e baciandolo sulla tempia. “Non è niente.” ripeté, poi prese il giornalino dalle mani del figlio e lo tese a Wilson. “Grazie. Mi spiace che ci siamo dovuti rivedere in questa circostanza.”

“Di nulla.” disse lui, evidentemente non sapendo cosa dire.

“Andiamo?” si intromise la moglie.

“Sì, sì.” le rispose per poi tornare a rivolgersi a Lisa “Alla prossima, Cuddy.” e poi a me “Spero di incontrarla ancora, dottor House.” quindi andò via.

“Oh… scusate, ho un’assemblea tra meno di venti minuti. Ci vediamo a casa, Greg. esordì Stacy dandomi un bacio sulle labbra e poi lasciandomi con gli ancora coniugi Shannon, Adam e l’avvocato di Alec.

“Ciao Lisa. Ci vediamo campione.” disse Alec rivolto a moglie e figlio per poi andarsene con l’altro uomo.

Adam si strinse di più al collo della madre, rattristato.

“Su, andiamo, che mamma Lisa offre un gelato a tutti!” esclamai ottenendo il consenso del bambino.

 

 

 

Continua…

 

 

 

Innanzi tutto, seppur con un notevole ritardo, BUON 2007 a tutti!!

Poi, imploro il vostro perdono per il tremendo ritardo, ma durante le vacanze non ho quasi potuto avvicinarmi al pc e dopo… mi ero bloccata…  @_@ non sapevo bene come andare… ed ancora non sono sicura che House non sia OCC! Per cui.. se sfiora soltanto la realtà, perdonatemi ma dovevo sbloccarmi, in qualche modo, altrimenti ci avrei rifatto Natale! ù__ù

Ormai mi sa che userò queste specie di “flash-back” per spiegar un po’ le folli idee che ho del loro passato… sempre che si capisca. XDD Comunque… il ricordo è di 10 anni prima, Greg e Stacy, quindi, si erano messi insieme da poco.

 

Sondaggio:

sono ancora vagante su questo punto… che ne pensate di un risvolto Chase/Cam? Non parlo di subito, sarà tra un po’… ma sto ancora decidendo… le risposte saranno considerate, ma come continuerà non ne ho idea… XD

 

Ed ora, passiamo alle risposte^^

 

X Maxie: Mi spiace averti fatto aspettare ben oltre il Capodanno per questo cap^^’’ Poi.. House fa sempre tutto “innocentemente”… ma alla fine, l’ambulatorio l’ha saltato lo stesso! XDD

X elecam28: grazie mille, carissima! ^-^ e… beh… devo ringraziarti anche per esser riuscita a finir questo cap! XDD mentre ero bloccata mi son tornate in mente le tue parole “fagliela pagare al canguro” e “non vedo l’ora di un siparietto Greg/Jimmy”... beh… forse non è proprio quel che speravi, però ci sono!! XDD

X kirin: tranquilla, non preoccuparti!! Cmq.. è sì, gli equivoci son una gran cosa.. anche se credo che con Cam mi ci diverta particolarmente! XDD

X Satine: grazie!! ^__^ Come vedi, non lo so nemmeno io se succederà qualcosa tra il canguro e la crocerossina! XD Sarà una sorpresa anche per me! ^^

X Hcn: e come al solito, grazie!! E molto contenta che ti piaccia! ^___^

X SHY: “Essendo una COTTON CANDY convinta la tua storia mi ha lasciato perplessa...” ßPosso capire come la cosa possa sorprenderti. Ma non riesco a capire come ti possa confondere.”, giusto per citare Greg… ^^ sinceramente… non capisco come faccia a lasciarti perplessa… O.o avessi detto “sono cottoncandy, quindi non mi piace”, ok… ma lasciarti perplessa… lascia perplessa anche me, una frase del genere… @_@

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Capitolo 28
*** Avvocati ***


Avvocati

"Come sa, sua moglie vuole il divorzio..." cominciò il signor Potter.

Che novità strabiliante! Chissà però cosa gli ha detto di preciso, sul motivo della separazione…

"Sì, me lo aveva detto."
"Bene, quindi..." l'avvocato venne interrotto da qualcuno che bussò alla porta; sia Wilson che Potter si voltarono in quella direzione proprio mentre Stacy Warner faceva il suo ingresso nella stanza.
"Buon giorno James, buon giorno Ronald." salutò la donna.
"Buon giorno Stacy..." salutò perplesso Wilson.
"Stacy Warner, da quanto tempo!" disse, con un sorriso palesemente falso, l'altro avvocato.

Si conoscono?! E come mai Stacy è venuta qui?

"Potter, non sono qui per una visita di cortesia. Lavoro per l'ospedale."
“Oh… ma io non sono qui per qualcosa contro il dottor Wilson, ma semplicemente contro James Wilson, il marito della mia cliente.”
“Sono qui in semplice veste di amica, giusto per star tranquilla che tutto sia nella legalità… il mio datore di lavoro ci tiene.”
“Bene, se il signor Wilson non ha nulla da ridire, stai pure a sentire.”
“Sì, va bene.” acconsentì l’oncologo e così Ronald Potter cominciò ad elencare le varie richieste della propria cliente.

A quanto sembra, Geena non gli ha detto poi tutto… meglio così, anche se credo l’abbia fatto solo per ‘salvare le apparenze’.
Divorzio consensuale, questa mi ha sorpreso, ma in effetti se diceva che era colpa mia doveva dir anche il perché…


“Beh, credo che dovrei ringraziarti per la consulenza momentanea.” disse Wilson dopo che Potter se ne fu andato, un paio di ore dopo. “Non te lo ha chiesto la Cuddy, vero?” chiese.
“No. L‘ho fatto solo perché non sopporto Potter, così come non sopportavo suo padre.” rispose Stacy.
“Suo padre?”
“Ti sei già scordato di Joseph Potter?!” domandò quasi incredula.

Joseph Potter… Ma certo, l‘avvocato per cui lavorava, o forse lavora ancora, Kathleen! Effettivamente avrebbe dovuto venirmi in mente, John mi aveva anche parlato di Ronald…

“Non avevo collegato, sono almeno nove anni che non ho a che fare con lui…”
“In effetti, nemmeno io vorrei ricordare la persona che ha aiutato a distruggere il mio matrimonio…” ammise la donna.
“Già…” mormorò, per poi restare entrambi in silenzio.

Ho manie di persecuzioni o quella frase potrebbe esser riferita a me? Insomma, a tutta la situazione con Gregory… anche se loro non erano sposati. Eppure è venuta ad ‘aiutarmi’, con Potter… che sia davvero solo perché non lo sopporta?
Però mi sento lo stesso un po’ a disagio con lei…


“Stacy io…”
La donna abbassò il capo, “Non sarei potuta tornare con Greg nemmeno se voi due non aveste cominciato una relazione.” lo interruppe “Sarebbe puerile da parte mia continuare a provare astio nei vostri confronti. Primo perché l’ho lasciato io e mi sono sposata, secondo perché lavoriamo insieme e sono sicura che Gregory sarà quello che mi darà più lavoro da fare di tutti.”
“Molto probabile…” disse Jimmy abbozzando un sorriso.
“Beh, sai già a chi rivolgerti per il divorzio?!” domandò poi la donna.
“Sì. Ormai John esercita da diversi anni, anche se non sarà molto contento di una mia nuova separazione.”

Per nulla… già so cosa mi dirà, indubbiamente! “Jimmy, possibile che tu non riesca a stare con una sola donna? Non dovresti sempre andare con ogni essere di sesso femminile che ti passa davanti! Alla fine ti ritroverai sempre solo.”
Nemmeno fossi un ragazzino… o lui più grande di me!


“E per chi lavora?” chiese ancora, curiosa.
“E’ entrato come assistente da Trevors l’anno che te ne sei andata ed ora è uno degli associati.” rispose per poi bloccarsi, mordendosi il labbro inferiore.
“Trevors era in gamba, e non lo dico perché lavoravo per lui… purtroppo da quando è morto, il cugino ha mandato quasi tutto in malora.”
“E’ da un po’ che non lo sento, ma non sembrava stesse male.”
“Sono fuori da quell’ufficio da ormai sei anni, ma dubito che sia cambiato qualcosa... hai bisogno di una mano?!” chiese poi avvicinandosi al letto.
James stava cercando di sistemarsi meglio a sedere, ma evidentemente aveva fatto un movimento sbagliato e una fitta di dolore l‘aveva colpito.
“Grazie.” annuì abbassando lo sguardo mentre Stacy gli sistemava il cuscino dietro la schiena. “Ci sono abitua…”
“Uhm… illuminatemi, dovrei esser geloso o spaventato?!” la voce di House arrivò ad interrompere l’avvocatessa.
I due si voltarono verso il nuovo arrivato: Gregory era appena entrato, si posava sul bastone con la mano destra e con la sinistra reggeva un vassoio su cui erano posati un hamburger e una lattina di aranciata.
“Entrambe le cose direi. Sai, James ed io stavamo giusto progettando un modo per farti fuori, entrare in possesso dei tuoi soldi e partire insieme per le Hawaii… purtroppo ci hai scoperti!” rispose ironica la donna.
“La Cuddy ve l’avrebbe fatta pagare. Sicuro!” ribatté lui.
“Non so… prima avrebbe dovuto trovarci.”

Mpf… ha un che di assurdo tutto ciò… ma non riesco a capire se House è geloso davvero o meno… però questa scenetta mi ricorda un po’ i vecchi tempi.

“Ci sarebbe riuscita.” replicò il diagnosta “Ed ora, fate silenzio.” ordinò posando il vassoio sul comodino e accendendo la televisione.
“Ma…” Wilson guardò l’altro senza capire.
“Hanno anticipato la puntata di General Hospital, ed è già iniziata, quindi… continuerete a flirtare dopo.” annunciò sistemandosi sulla sedia lì accanto e addentando il suo hamburger.
“La Cuddy?!” chiese Wilson.
“Ho detto: dopo. Fa silenzio ora!”
Wilson scambiò un’occhiata con Stacy che lo guardò con rassegnata comprensione.
“Ci vediamo.” disse la donna.
“Ciao.” salutò l’oncologo.
House si limitò ad aprire e chiudere la mano, come fanno i bambini piccoli.
Poco dopo arrivò l’infermiera con il pranzo ed House intimidì anche a lei di far il più piano possibile; Jimmy si scusò per lui.

“Allora?!” domandò Wilson alla fine del telefilm.
“Mi aspettavo di meglio, da questa puntata.” rispose deluso, finendo di bere l’aranciata.
“House!”
“Wilson. Oh… visto? Sappiamo come ci chiamiamo!”
James sbuffò, “Che aveva la Cuddy?”
“Che ci faceva qui Stacy?”

Dice sul serio? Cioè… perché dovrebbe esser geloso lui, che Stacy fosse qui? Non lo so… ma tanto non mi lascerà in pace finché non sarò io a rispondergli…

“E’ venuta per assistermi con l’avvocato, perché non lo sopporta. E’ il figlio di Joseph Potter…”
Quel Joseph Potter?!” domandò House.
“Conosci molti altri che si chiamano così?!”
“La mela non cade mai lontano dall’albero.”
“Bene… che è successo a Lisa?!” chiese ancora, serio.
“Alec.”
“Shannon? No… ho capito.” disse prima di dargli il tempo di rispondere. “Ma non aveva smesso di farsi sentire?”
Gregory annuì.



Continua…




Più corto del solito, nonostante l’ennesimo ritardo… e forse contorto… appaiono molte persone nuove che sono tutte chiare nella mia mente, ma non so quanto sono riuscita a far capire e spiegare per bene (visto che loro li conoscono, mica potevo fargli dire “Parliamo di Tizio, mio cugino.”, conoscendo entrambi Tizio parlano di lui normalmente… ah, nessuno dei nominati è cugino a qualcuno dei personaggi… XD)… oddio… sto discorso mi sta facendo venir in mente He will the power… No… com’è il titolo ele?! XDD Comunque sia… quella fic mi sa che mi fa male!! XD Anche se dubito riuscirò a batterla in quanto a personaggi originali… o no? Boh, si starà a vedere! XD

Altra cosa… spero siate arrivate a legger fin qui, perché c’è un *regalino*… una specie di Bonus Track, diciamo… ho riletto Lawfull Drugstore *__* e ho deciso di *copiar* l’idea di alcune scenette alla fine con i personaggi un po’ *diversi* diciamo… nel manga è una specie di “vi piacerebbe se invece di così fossero cosà…”, io… diciamo vi renderò partecipi i alcune scene che mi erano venute in mente, ma che poi le ho trovate decisamente un po’ troppo OOC… però a mio avviso sono piccole scenette carine ^^ (e se le Cottoncandy possono scrivere certe fyc, io posso anche *regalarvi* queste scenette! XD)
(Spero che l’idea vi piaccia^^’)

***Bonus Track 1***

[Capitolo 19=House va a trovare Jimmy dopo i tre giorno di *ferie*]
In realtà nell’idea prima, Cameron non doveva esserci e le rose che lei gli aveva portato dovevano essere bianche.
House arrivò nella stanza di Jimmy ed aveva in mano un foglio di un quotidiano un po’ accartocciato.
“Cos’è quello?!” chiese l’oncologo quando l‘altro gli fu vicino.
“Oh… ehm…” House abbassa la testa e *apre* il foglio mostrando quello che conteneva: una rosa rossa.
Wilson sorrise divertito da quella specie di imbarazzo che aveva colpito il diagnosta. “Mettila pure insieme a quelle dei tuoi dipendenti.” disse indicando il mazzo di rose bianche sul suo comodino.

***Fine***

Sinceramente mi piaceva l’immagine della rosa rossa in mezzo a tutte quelle bianche… *_*

Oehm… ora passo ai ringraziamenti, finalmente!! XD

X Tutti: Beh… un GRAZIE gigante, leggere i vostri commenti mi ha spronato a cercare di finire il capitolo, seppure ci ho messo tanto… ^^’’’
Ahh… chiedo venia anche per la ff Segreti… altro mio blocco… T___T
X JACK: “manca di fantasia”… lo sapevo io che avevo sbagliato scuola!! L’Istituto d’Arte non era la mia strada, troppo pragmatica e razionale… pazienza, non volevo scrivere L’isola del tesoro o Le Nebbie di Avalon! Considerato che doveva esser una one-shot… XD Comunque… se casomai ho mai asserito di star scrivendo o voler scrivere un opera ricca di fantasia, con tigri, streghe e incantesimi vaganti, chiedo venia… ^^
X Anna Mallory: Ok… tranquilla, Santa Allison da Princeton (parente di San Potter… ne sono sempre più convinta… entrambi mori/occhi verdi) non si avvicinerà al rude diagnosta e non riuscirà a convertirlo sulla via per Damasco!
X Satine: scusa se non è stato un aggiornamento “prestissimo” ^^’’’
X elecam28: corde e letto non sono nell’elenco, per il momento XD e una lemon continuo a vederla moooooooooltoooooooooo dura ^^’’’
X Kirin: A me comincia a dispiacere per Chase in un’eventuale Ch/Cam! XD Ma credo che qui ci sarà…
X the bride: contenta che ti piaccia il passato della dolce Lisa, seppur non sia molto roseo…
X falcedellamorte: grazie!! ^__^
X Metis: per Cameron… non so bene cosa farà adesso! XD per il “non farli litigare”… ma non si dice “l’amore non è bello se non è litigarello”?! Poi… gli imprevisti nella vita possono sempre succedere ^.^

Oddea XD Ho fatto quasi più lungo il commento del cap, ma… dopo più di un mese… ^^’’’’

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Capitolo 29
*** Estasi (capitolo 28-bis) ***


Estasi (capitolo 28-bis)


E così è tornato a ‘parlarle’…


Wilson spostò il viso verso il compagno notando nei suoi occhi la solita luce che c’era quando qualcosa lo turbava, ma sapeva anche che, se avesse voluto parlarne, avrebbe cominciato lui il discorso.

“Comunque, vedo che mangi anche se non sono io a pagare… non lo credevo possibile.” commentò per cambiare discorso, guardando il vassoio ora vuoto posato sul comodino.

House seguì la traiettoria del suo sguardo e poi sogghignò divertito, “Capita in effetti, ma anche quello è una tua offerta.”

L’oncologo lo guardò senza capire.

“Il tuo portafogli era rimasto in camera mia…” spiegò l’altro con tono fintamente indifferente.

“Oh, vero… Questo vuol dire che non mi è rimasto più un centesimo?” domandò guardandolo perplesso.

“Uhm… non ricordo.” rispose vago il diagnosta guardandosi intorno e facendo ridere Wilson, che scosse la testa sconsolato e rassegnato.


Infondo lo sapevo già da prima com’era fatto e mi sono innamorato anche di questo.


“Perché ridi e mi guardi in quel modo, ora?” domandò House notando il sorriso dolce sulle labbra dell’altro e un’insolita luce nei suoi occhi, ma nonostante gli sembrasse poco meno che in un’adorazione mistica - quasi in estasi come Santa Teresa nella scultura del Bernini - non volle azzardarsi a pensare alla definizione ‘innamorata’.

“Sto sorridendo…” disse lasciando in sospeso la frase per soppesare bene le ulteriori parole da usare.

“E’ uguale.”

“No. Comunque, sono semplicemente sereno.” rispose in un soffio, cercando la mano del compagno con la propria.

“Sicuro che non ti abbiano anche dato una botta in testa?” domandò House mentre si portava più vicino all’altro per rendere più semplice la sua operazione.

“Sto bene.” assicurò Wilson mentre Gregory si rilassava sotto il suo tocco, lasciandosi andare anche lui in un sorriso tenero e accondiscendente.

House si ritrovò a pensare che ora doveva sembrare lui quello in adorazione, ma in effetti si sentiva molto sereno e in vena di contemplarlo.

Rimasero alcuni istanti in silenzio ad osservarsi, occhi negli occhi, mentre il rumore dei battiti dei propri cuori rimbombava nelle loro orecchie.

“Grazie.”, James fu il primo a rompere il silenzio, “E’ raro vederti sorridere così e poi… mi hai fatto sentire in pace.”

“Avrei preferito mi ringraziassi in un altro modo, ma siamo qui.” sbuffò House indicando appena con un cenno della testa la parete di cristallo dietro di lui.

“Lo avrei preferito pure io, ma potrebbe non ricapitare Chase… E’ meglio se ora vai a lavoro.” aggiunse dopo poco lasciandogli la mano.

“Sono al lavoro: mi trovo in una stanza d’ospedale con un paziente.”

“Tu non visiti i pazienti.”

“Ed allora che ci farei qui?” domandò il diagnosta.

“Non sono un tuo paziente… ed è meglio se non mi provochi oltre.” rispose Wilson.

House sbuffò nuovamente mentre si alzava, “Capito, vado a cercare la Cuddy.” disse malizioso.

“Ti consiglio piuttosto una doccia fredda.” lo riprese secco James; sapeva che era una cosa sulla quale ci scherzava sempre, ma era meglio mettere dei paletti fermi alle sue idee.

L’altro lo guardò divertito inclinando appena la testa di lato. “Sei geloso?”

“Preferisco mettere le cose in chiaro subito.” disse tranquillo.

“Non hai risposto alla mia domanda, comunque… doccia sia; anche se ce ne vorranno molte in questa settimana.”

“Non è un grave danno.” commentò con un’alzata di spalle l’oncologo.

House ridacchiò, “Ci vediamo.” salutò per poi dirigersi verso la porta.

“Ci vediamo.” ripeté Wilson osservandolo allontanare.

 

 

Continua…

 

Anche se breve, consideratelo una sorta di regalo di Natale e un biglietto di scuse per il ritardo, sebbene non sia stato assolutamente voluto… T__T

Che dire, l’unica cosa positiva di tutto il tempo trascorso è stato questo “paragrafo” non previsto, forse frutto del numero relativamente alto di fic H/W che ho letto in questo periodo (“alto” perché le ho lette in inglese, sorprendendomi di capirle XD).

Credo che almeno per il prossimo non dobbiate aspettare così tanto, e spero per i successivi di riprendere abbastanza l’andamento normale, anche se ho cominciato a lavorare… L

Buon Natale e felice anno nuovo!

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Capitolo 30
*** Incubi e serenità ***


Alla mia Sis Laura.
Per il costante aiuto, supporto ed incoraggiamento;
per essermi sempre accanto, nonostante i chilometri che ci separano.
Per essere la mia prima fan e la mia 'Slash no sensei'.
E perché, senza di lei, questo capitolo non sarebbe stato pubblicato oggi.
Ti voglio un'infinità di bene, Sis!



Incubi e serenità

“Abbiamo un paziente e, mentre tu non c’eri, se ne è occupata la Cuddy; le devo portare i risultati delle analisi.”
E così, per scappare da House, mi sono spinta fin nella casa del ‘nemico’. Anche se oramai la battaglia, e la guerra, è persa definitivamente.

“No, sei tu quella che non capisce. Non ti amo, e non potrò mai farlo.”
“C'è già una persona di cui sono innamorato, ed è davvero una cosa seria.”

Volevo chiarezza da lui e finalmente l’ho avuta. Più cristallino di così!


“Grazie Cameron.”
“Se è tutto qui, io torno in ambulatorio.”
Cuddy alzò nuovamente lo sguardo verso di me, fissandomi negli occhi. Temevo me lo avrebbe sbattuto in faccia, che stava con House nonostante fossi io quella che gli era andata dietro per quasi due anni.
“Certo.”
Ed invece nulla.


Allison spalancò gli occhi, respirando affannosamente; una mano sul cuore, come per impedire che le uscisse dal petto.
Era peggio di un incubo invaso da mostri, quella scena continuava a perseguitarla da una settimana oramai. Ogni volta temeva di sentirsi schernire dalla donna ed invece ogni volta la scena le si ripresentava pari a come era avvenuta nella realtà, ma il sollievo era solo apparente.
Guardò l’orologio sul comodino, la sveglia sarebbe suonata solo dieci minuti dopo, ma la spense in quel momento.
Era calma ora, come tutte le altre mattine. Si alzò e si preparò per il lavoro.
Mentre compiva quei gesti automatici ripensò ai suoi incubi e alla settimana appena passata; non aveva, obiettivamente, nessun motivo per temere un’uscita del genere da parte della Cuddy, ed allora perché continuava ad esserne ossessionata? Perché anche il fatto che House e la Cuddy non avessero modificato il loro rapporto, esteriormente, le dava da pensare?
Scosse la testa, era già arrivata alla conclusione che l’unica cosa saggia da fare era evitare di pensare a tutto ciò che riguardava gli altri due medici, doveva solo riuscire a mettere in atto i suoi propositi.

“Buongiorno!” salutò entrando nella sala di diagnostica, dove si trovavano i due colleghi. “Come mai le tende chiuse?” chiese poi, guardandosi intorno e soffermandosi su un vassoio, coperto con dei tovaglioli di carta, posto sul tavolo e sulla bottiglia di spumante che Foreman stava sistemando accanto ad alcuni bicchieri di plastica.
“Per Wilson. Viene dimesso oggi, l’hai scordato?” rispose Chase.
“No…” scosse la testa, come a rafforzar la sua risposta, mentre si toglieva la giacca e indossava il camice. “Ma… non sarebbe il caso di aspettare House?”
Foreman alzò le spalle, “Colpa sua che arriva sempre tardi.”
“Wilson lo sa?” domandò ancora la donna.
“No, se no perché sarebbe tutto chiuso?” chiese in risposta Chase, divertito. “Credo stia parlando con suo fratello, è arrivato insieme a noi, glielo diremo dopo.” aggiunse poi andando a versarsi del caffè nella tazza.
“Oh. Certo però non deve essere facile… il divorzio, poco dopo che è stato ferito…” commentò Cameron “La moglie avrebbe dovuto aspettare almeno che fosse dimesso…”
“E lui non avrebbe dovuto tradirla. Il mondo non va mai come dovrebbe.” asserì Foreman.
“Ma noi non sappiamo il perché.” continuò la dottoressa.
Foreman alzò gli occhi al cielo sbuffando, “Beh, sicuramente Wilson ha fatto qualcosa che non doveva e la moglie lo ha scoperto quando è stato ferito. Ricordi la scenata con House? Sicuramente lui sa il perché… se non c’entra in qualche modo.”
“Sì, adesso è con House che l’ha tradita!” esclamò Cameron, esasperata.
Un gorgoglio indistinto provenne da Chase e così i due si voltarono verso di lui, piegato a metà, intento ora a tossire mentre una mano era posata sull’addome.
“Cos’è successo?” domandò Allison.
“Il caffè, mi è andato di traverso.” spiegò quando riuscì a rialzarsi, senza potersi trattenere dall’avere un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.
La dottoressa lo guardò ancora senza capire.
“Dopo ciò che hai detto…” disse Foreman.
“Oh su, tanto non è vero, non c’è bisogno di essere così scandalizzati.” sbuffò nuovamente agitando per aria una mano con fare noncurante.
Chase cercò di rimanere serio, anche se gli risultava difficile.
“Che ho detto di così divertente?” domandò Cameron portando le mani ai fianchi, con fare quasi autoritario.
“Nulla… Solo che vederti parlare così tranquillamente del fatto che House avrebbe potuto aver una relazione con qualcuno è, tutto sommato, positivo… seppure questa relazione sia immaginaria.” aggiunse velocemente.
Allison annuì e andò a sedersi, “Sarà…”

Non ha tutti i torti, però. Forse sto davvero rassegnandomi all’idea che House stia con qualcuno. Meglio così, magari quei sogni con la Cuddy finiranno…
Lo spero. Odio sentirmi in questo modo: sapere di non avere nessuna speranza e non riuscire a rassegnarmi. Sforzarsi di far finta di niente, comportarsi come se non esistesse, ma doverci lavorare insieme, parlare e interagire con lui. E’ troppo snervante… e faticoso.


“Cameron, sei con noi?” domandò ad un tratto Foreman.
“Eh?! Oh, sì… sì.”
“Bene, allora io vado a vedere se Wilson ha finito.”
“No, vado io. Almeno mi distraggo un po’.” disse la dottoressa e lasciò l‘ufficio.

Quando arrivò davanti alla stanza dove era stato ricoverato l’oncologo, John Wilson ve ne stava uscendo.
“Buongiorno dottoressa Cameron.” salutò non appena la vide “E’ venuta a controllare come sta mio fratello?”
“No, stia tranquillo. E' tutto a posto.” rispose lei sorridendo dolcemente “I miei colleghi hanno organizzato un piccolo rinfresco per la sua guarigione… vuole venire anche lei? E’ nel nostro ufficio.”
“No, grazie. Devo parlare con l’avvocato Warner. Arrivederci.” disse l’uomo e se ne andò.
“Arrivederci signor Wilson.” rispose per poi entrare nella stanza. “Disturbo?” chiese con un leggero sorriso sulle labbra, all‘uomo che si trovava davanti alla finestra, dandole le spalle.
James si volse verso di lei ricambiando il sorriso con uno un po’ teso, le sembrava stanco anche se era quasi sicura non fosse per via dell’incidente.

Le cose non gli devono essere andate tutte per il verso giusto…

“Niente affatto. A cosa devo questa visita?” domandò Wilson, cercando di apparire normale.
“Volevo chiederti se potevi passare un attimo dall’ufficio, prima di andare a casa.”
“Un consulto?”
“No, niente affatto.” si affrettò a rispondere Cameron.
Wilson si mise a ridere, “Va bene, se mi aspetti due secondi vengo con te. Ora sono di nuovo un medico e non un paziente, finalmente!” si lasciò andare l’oncologo.
“Okay.” rispose la dottoressa, ridendo anche lei.

Pochi minuti dopo furono davanti alla porta del dipartimento di Diagnostica.
“Che cosa è successo?” domandò James guardando verso la parete schermata dalle tende.
“Niente di cui preoccuparsi. Entra.” rispose Cameron.
L’oncologo fece come richiesto e la donna lo seguì. Una volta nella stanza Wilson guardò sorpreso prima il tavolo apparecchiato e poi gli altri due medici.
“Volevamo comprare anche delle stelle filanti, ma poi Cuddy avrebbe fatto pulire a noi.” disse Chase con un’aria malandrina più adatta ad un adolescente ribelle che a un medico di quasi trent’anni, ma l’intensivista era ancora divertito dal commento della collega.
“Stelle filanti?” ripeté Wilson senza capire.
“Sei stato dimesso ed ora stai bene, no? Almeno una piccola festa ci vuole.” spiegò.
L’uomo annuì mentre si metteva a sedere, cercava di mostrarsi sereno e sorridente anche se il sorriso delle sue labbra non riusciva a raggiungere gli occhi.

In effetti, chi vorrebbe festeggiare nel mezzo di una separazione?!

Cameron sospirò, non le piacevano certe situazioni.
“Allora direi di cominciare, tanto se aspettassimo House ci faremmo pranzo con quei biscotti.” commentò divertito Wilson indicando con la mano il vassoio e invitando tutti a servirsene.
L’aria era diventata serena; non avendo pazienti potevano essere rilassati più del consentito in un luogo di lavoro, soprattutto quando questo era un ospedale.

Sì, le cose stanno cominciando ad andare decisamente meglio.
Forse posso pure sperare che gli incubi siano finiti.


“Grazie ragazzi, siete stati molto gentili.” disse Wilson dopo un po’ di sane chiacchiere inutili.
“Figurati, è stato…”
Chase venne interrotto dalle voci di due uomini che discutevano fuori dall’ufficio di House.
Uscendo dalla sala di Diagnostica fecero in tempo a vedere John che stava tirando un pugno a House.
Cameron si portò le mani davanti alla bocca mentre James si avvicinava velocemente al fratello e al collega, abbassandosi accanto a quest’ultimo.
“Tutto okay?” domandò e, quando ricevette un cenno affermativo, si voltò verso l‘altro.
“Che ti è preso, John? Sei impazzito?!” chiese ancora, serio, mentre si rialzava ed aiutava il compagno a fare altrettanto.
“Non io.” rispose, guardando quasi con disprezzo i due uomini che si trovava di fronte.

Che è successo? Perché il fratello di Wilson ce l’ha così tanto con House… e con James stesso, a quanto sembra?
Pensa, come Geena, che sia colpa sua se Wilson si è ferito e separato?
Ma che importa a lui?!
Non riesco a capirci più nulla…


“Dobbiamo parlare. Nel mio ufficio.” ordinò James in un tono che non ammetteva repliche, prendendo il fratello per un braccio e trascinandolo lungo il corridoio.
“Scusateci.” disse con un leggero sorriso, quando passò oltre Cameron e gli altri.

Dopo che i due fratelli si furono allontanati, House entrò nella sala diagnostica con un “Al lavoro!”.
Una volta dentro, guardò con aria critica il tavolo su cui facevano bella mostra di sé i resti del piccolo banchetto che avevano organizzato.
“Stavate facendo una festa senza di me?” chiese con un tono infantilmente offeso “Ecco come passate il tempo invece di lavorare. Bravi!”
“Senti chi parla! Sei sempre in ritardo, per una volta che abbiamo organizzato noi qualcosa… anche perché non abbiamo nessun caso!” esclamò Foreman.
“Bella scusa per non far nulla.” disse ancora il loro capo, fregando un biscotto ed allontanandosi in direzione della porta.
“Dove vai?” domandò Cameron.
House si voltò appena verso di lei. “Beh, non abbiamo nessun caso. Che ci sto a fare qui?” rispose alzando le spalle noncurante e lasciando la stanza.
Allison sbuffò ritrovandosi a sorridere alla figura dell’uomo che si allontanava.



Continua...



***Bonus Track 2***

[C'era un'altra scena, che avrei voluto mettere in questo capitolo, ma poi rischiavo di aggiungere altro casino (già non so quanto sia chiaro così, ma dopo un anno che ci son sopra, non riesco quasi più a rileggerlo °__°). Comunque, se vi gusta, potete sempre immaginare che qualcosa di simile sia successo qualche giorno prima. XD]

Wilson si trova nell'ufficio di Diagnostica. Oramai poteva muoversi senza problemi ed era questione di ore prima che fosse dimesso ufficialmente.
Gregory non era ancora arrivato, così si era ritrovato a chiacchierare con i suoi dipendenti, seduti al loro tavolo, dalla parte che dava contro l’altra sala.

Dopo che House entrò nel proprio ufficio, notò dalla porta accanto i quattro dottori chiacchierare, che non si erano accorti di lui.
Andò poi nell’altra stanza, ritrovandosi così alle spalle di James.
“Ehi, smettetela di provarci con Wilson. E’ proprietà privata!” esclamò all’improvviso, portando il bastone sopra la spalla del compagno, quasi per schermarlo dai tre dottori che ora lo guardavano a bocca aperta.
“Intendo dire che è sposato, cosa avete capito?!” disse spostando velocemente il bastone per terra e avvicinandosi alla lavagna.
Wilson si era leggermente imbarazzato ed anche se l’ultima frase gli aveva lasciato un po’ di delusione, era tutto sommato contento di quel gesto.
“Divorziato.” disse dopo poco, per ritrovarsi puntati addosso tre paia d’occhi stupiti. “Beh, legalmente sono solo separato, ma manca poco al divorzio.”
“Se hai bisogno di un divano…” disse House, per continuare la sua scenetta.
“Ci farò un pensiero se proprio non troverò di meglio… il tuo divano non è il massimo della comodità.”
“Già…” ammise, per poi avvicinarsi nuovamente all’oncologo ed abbassarsi per parlargli all’orecchio. “Ma il letto sì, è a due piazze.”
“E’ maleducazione parlare all’orecchio in presenza di altre persone.” disse Foreman.
“E’ maleducazione impicciarsi negli affare degli altri.” gli fece il verso House, alzandosi “Comunque non è colpa mia, è Jimmy che è tanto timido e non vuole che sappiate che andiamo a letto insieme. Ops…” aggiunse sghignazzando mentre Wilson e Cameron lo guardavano sconvolti, Foreman aveva lo sguardo rassegnato e Chase cercava di non ridere alla vista delle facce dei suoi colleghi.
“Beh, che avete da guardarmi tutti?” chiese poi battendo un paio di volte il bastone sulla lavagna “Voi avete un paziente da guarire ed io uno da portare a casa. Ah… il piccolo Jimmy ci tiene a far le cose per bene, quindi non so quando tornerò. Potrei far tardi…” finì con il solito ghigno.
“Tu non tornerai comunque.” replicò Foreman.

“Non dovevi dire… insomma, non dovevi dirlo!” disse Wilson una volta fuori.
“Credono che abbia scherzato… per lo meno Foreman e Cameron.” rispose House, ancora divertito.
“Sì, ma…”
“Niente ma, sali in macchina.”

***Fine***



Ed ora, vi saluto fino al prossimo capitolo, che dovrebbe essere l’ultimo di questa prima parte!! *___*
Sapete, ancora non ci credo. Insomma, è la mia prima fic così lunga e sta per vedere un traguardo importante. *__* E buona parte è merito vostro!
Quasi non ci credo, di essere arrivata a questo punto.
Grazie. Grazie mille a tutti per i vostri commenti!!

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Capitolo 31
*** E questa è la gioia. ***


*__* Sono. Arrivata. All'. Ultimo. Capitolo.
Sono arrivata all'ultimo capitolo.
Ok, calma e sangue freddo.
E' l'ultimo capitolo, ma ci saranno ancora altre due parti da scrivere. Però è già un traguardo ed io sono emozionata ed incredula. *__*
Va beh... ulteriori commenti e ringraziamenti li posterò alla fine, ora vi lascio a leggere. *__*




Capitolo 30=

Perché ha preso a pugni House?
Non che sia una cosa rara, che qualcuno abbia voglia di farlo, ma così, all’improvviso… Aveva detto che doveva andare a parlare con Stacy per una sorta di ‘consulto legale’, come mai è venuto verso l’ufficio di Greg?!


James lasciò il fratello solo quando ebbe chiuso alle loro spalle la porta del proprio ufficio.
“Sì può sapere che diavolo ti è preso?” gli urlò contro.
“E a te, Jimmy?” chiese di rimando l'altro, serio.
“A me, cosa? Non sei qui per farmi la predica!” replicò duro fissandolo negli occhi.
“Quindi dovrei far finta di nulla?”
“Non è una cattiva idea.” rispose e non poté evitare di compiacersi per il lampo di incertezza che era apparso negli occhi di John.
“Ma Jimmy… House, tu…”
“House ed io cosa? Finisci la frase, fratellino.” incalzò il medico incrociando le braccia al petto.
“Cioè voi… No…” tentò di dire e James si mise a ridere.
“Wow… spero che questi non siano anche i tuoi attacchi in tribunale o mi chiedo come hai fatto a vincere le tue cause.”
John si sentì punto nel vivo del suo orgoglio.
“Beh, scusami tanto se trovo incredibile l’idea che mio fratello possa avere una relazione con un uomo!” si sfogò.
“Quindi lo hai picchiato solo perché credi che io e lui andiamo a letto insieme?” domandò James inarcando un sopracciglio e guardandolo scettico.
“Ne sono ragionevolmente convinto.”
“E’ una risposta affermativa alla mia domanda?”
“Sì.”
Il maggiore abbassò la testa e le braccia e si lasciò andare in un sospiro stanco prima di volgere le spalle al fratello, avviandosi verso la portafinestra.
Scostò appena la tenda ed osservò fuori; John non si mosse.
“E poi mi chiedo ancora perché se ne sia andato…” mormorò.

Chissà perché mi è venuto in mente lui ora…

“Eh?” l’altro fece appena un passo verso di lui.
“Jesse. Sto parlando di Jesse.” disse tornando a guardare l’altro “E’ questo lato così ristretto della visione della vita, da parte della nostra famiglia, che lo ha fatto andare via.”
“Lascia perdere Jesse!” intimò John.
“Cos’è, non ti va di sentire la verità sul tuo adorato fratello? Beh, certo, meglio credere che sia stato solo un debole, traviato da amicizie negative, no?”
James non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò il fratello contro, facendolo sbattere contro la porta. La maniglia gli fregò violentemente contro il fianco, proprio vicino ai punti che erano stati da poco tolti, facendolo gemere dal dolore; solo le mani di John, premute contro le sue spalle, gli impedirono di piegarsi in due.
Con una mano contro la ferita, tornò a guardare in volto l’altro. “Che vuoi fare ora?”
“Lascia. Perdere. Jesse.” ripeté lasciandolo andare ed allontanandosi.
“Anche a me manca, ma non sono così cieco da non vedere il vero motivo per cui se ne è andato, ma da come hai reagito all’eventualità di una mia storia con Greg, non mi stupisce che tu non ci arrivi. Infondo sei sempre stato il più bravo nell’essere accondiscendente con i voleri di mamma e papà ed evidentemente alla fine sei diventato in tutto e per tutto come loro.” disse James, restando appoggiato alla porta.
Quelle parole aleggiarono intorno a loro come fantasmi. Sarebbe sembrato quasi che il tempo si fosse fermato, se non si fosse sentito il respiro leggermente affannoso di James. A parte ciò, il silenzio.
John non aveva il coraggio di replicare e James non aveva la forza, o la voglia, di aggiungere altro.

Non volevo litigare con John, ma deve sempre impicciarsi degli affari degli altri e vuole che tutto il mondo la pensi come lui.
Non posso modellare la mia vita sui suoi pensieri.


“Allora,” parlò il più grande dopo alcuni minuti “sei ancora il mio difensore o no?”
“Sì, certo…” rispose John in un soffio, girandosi indietro per guardare il fratello. Posò lo sguardo sulla sua mano, ancora sul fianco dolorante, “Scusa… spero non ti si siano riaperti i punti…”
“No, tutto ‘a posto’.”
“James, solo una cosa. Ti prego, rispondimi sinceramente…”
“Sì, ho fatto l’amore con Greg.” l’interruppe e lo osservò sbiancare “Non me ne pento né vergogno e se la cosa ti crea qualche problema posso trovare un altro avvocato. Non ce l’avrò con te per questo, ma non chiedermi di smetterla, fare penitenza o che altro. Non lo farò.”
John rimase a bocca aperta, tentando di trovare la forza di dire qualcosa, ma non riusciva ad esprimersi come avrebbe voluto.
“Immagino che dopo molte relazioni fallite tu possa esser confuso, ma infondo è… è solo sesso, no?” chiese, ma lui stesso non sembrava convinto delle proprie parole.
“No, John, sono perfettamente lucido.”
Il fratello minore si lasciò andare in una breve risata tesa, nervosa. “O… Okay… Non ti dirò che la cosa mi fa piacere, per più di un motivo, ma… Sei sempre stato testardo e non hai mai accettato consigli in fatto di donne, quindi… dubito ne vorrai in questo caso. Ma lascia che ti dica una cosa: secondo me stai sbagliando e non solo perché è un uomo, ma perché questo è House. Non mi fido di lui, non sembra il tipo adatto a te. Non sembra il tipo adatto a stare accanto ad un’altra persona in generale.” disse, ancora sconcertato.
James quasi scoppiò a ridergli in faccia e scosse la testa quando l’altro lo guardò confuso.

Se lo conosco bene, ho quasi avuto la sua benedizione… Strano che si sia ‘arreso’ così.

“Non credevo che parlare di certe cose ti avrebbe imbarazzato tanto, John.”
“Ed io non credevo che tu fossi capace di dirle così, all’acqua di rose.” rispose, tuttora leggermente rosso in volto. James alzò le spalle, noncurante.
“Sono convinto che tu stia sbagliando di grosso, ma sei mio fratello… Stai attento, questa volta ti farai più male.” disse John.

Non accadrà.

“Ci vediamo Jimmy.” salutò dirigendosi verso la porta.
“John! E’ importante.” disse James, serio, quando il fratello tornò a guardalo in volto.
L’avvocato chiuse gli occhi sospirando e poi lasciò la stanza.

Forse non si è arreso, ma io sono sicuro che si sbaglia su tutto.


James lasciò l’appoggio della portafinestra e fece alcuni passi verso la propria scrivania, nel frattempo la porta si riaprì lasciando entrare House.
Quando Wilson lo vide sorrise appena, dirigendosi verso di lui.
“Com’è andata?” domandò House.
“Meno peggio di quel che credessi.” rispose avvicinandosi e allungando una mano verso il suo viso, per controllare il livido che si era formato sulla mascella.
“Mi dispiace.” mormorò poi.
“E’ solo un pugno; uno dei tanti. Ci sono abituato.”
“Ha sanguinato. John è… impulsivo.” aggiunse Wilson.
“Non devi scusarti per lui.”
“No, non devo…” ripeté abbassando il volto e la mano. “Ricordi cosa mi dicesti dieci giorni fa, a casa tua?” chiese poi.
“Sì.” rispose House, anche se non capiva dove l’altro volesse andare a parare.
“Bene. Anche per me è lo stesso: non m’importa di ciò che pensa il resto del mondo.”
“E’ tuo fratello.”
“Non cambierò idea per lui.” disse risoluto, tornando a fissare Gregory negli occhi. “House, io…”
Il diagnosta sorrise appena mentre lo osservava mordersi il labbro inferiore, indeciso se continuare a parlare oppure se lasciare la frase in sospeso.
In effetti, era più un ghigno e la cosa non era certo tranquillizzante per James.
Dopo quello che sembrò un tempo sufficiente a far distruggere l’oncologo dai dubbi, ma non abbastanza da permettergli di dire qualcosa che, in quel momento, pensava potesse essere azzardata, House si sporse in avanti fino a baciarlo.
“Grazie.” disse poi, Wilson.
“Preferisco un altro ringraziamento… direi che è ora di andare a casa…”
James lo guardò un attimo con biasimo, poi scosse la testa.
“Hai intenzione di avvertirli, almeno?”
“Uhm… l’ufficio è di strada, in effetti…” mormorò pensoso mentre uscivano dalla stanza.

- “Amo mia moglie.”
“Tu ami tutte le tue mogli. Probabilmente ami anche tutte quelle che non sono tue mogli.” -
E’ per questo che non vuole che lo dica?
Perché pensa che sia oramai una parola senza valore, che dico tanto per dire?
Beh, sì è comprensibile infondo, ma non ci sono altre parole che hanno il solito significato…
Amore.
Già, non è possibile dirlo in altri modi, ma infondo il nostro rapporto è bello proprio perché spontaneo, non ci sono parole o scritte che lo definiscono: è, esiste, e questo è tutto quel che conta.


James si ritrovò a sorridere ricordando i propri pensieri, avuti prima che accadesse il tutto.
“Che ti prende, ora?” domandò House, accorgendosi del repentino cambio d’umore del compagno.
“Niente.” rispose mentre si fermarono davanti alla porta dell’ufficio di Diagnostica e House informava i propri dipendenti che lo avrebbe accompagnato a casa, Cameron lo guardava con disapprovazione e Foreman lo salutò rassegnato a non vederlo fino al giorno dopo.
Dalla parete in vetro, vide Chase sorridergli complice prima di salutare anche lui il proprio capo.
Arrivati all’ingresso trovarono la Cuddy che parlava con Stacy, la quale si voltò completamente verso i due e aspettò che furono abbastanza vicini.
“Auguri.” disse solamente.
“Auguri a te.” rispose House squadrandola e fermando lo sguardo sul suo ventre, leggermente più rotondo della sua figura abituale.
Stacy vi posò sopra la mano, sorridendo dolcemente. “Già…”
“E’ l’ultima volta.” s’intromise la Cuddy, dopo alcuni istanti, rivolta verso House.
“Certo Raggio di Sole.” rispose lui, ma il sorriso sardonico che aveva sul volto lasciava intendere benissimo la falsità delle sue parole.
Lisa lo ignorò rivolgendosi a Wilson, “Prenditi tutto il tempo che ti serve per rimetterti al meglio.”
“Grazie.”
“Ehi! Perché con lui tutta questa accondiscendenza?” protestò House.
“Quando verrai accoltellato anche te, riceverai il solito trattamento.” rispose pronta l’amministratrice, facendo ridere James e Stacy e protestare ulteriormente il diagnosta.
“Muoviti ad uscire di qui, prima che cambi idea!” ordinò infine lasciando andare i due dottori.
Così Wilson seguì House fino alla macchina. Anche se erano rimasti in silenzio, si sentiva sereno.

E questa è la gioia.


Fine




Eccoci qui, ora è davvero "fine". ç__ç
Sì, non dovrei piangere avendo ancora altri capitoli da scrivere e che la storia non è certo finita qui e che il meglio ha da venire, ma... ç__ç
Sono commossa e contenta. E' la mia prima long-fic che arriva così lontano!!
GRAZIE. Sicuramente parte del merito va a voi, che mi avete incoraggiato e apprezzato!!
Che dire... Alla seconda parte!!! (Anche se ancora ho da decidere il titolo! XD)
Un grazie di cuore anche alle undici persone che hanno aggiunto questa mia prima fanfic H/W tra i preferiti. <3!
Per lemnia: il bonus, era la prima “fine”, prima che decidessi di far apparire John XD (che, se interessa, io ho immaginato molto simile a Matt Damon… o meglio, non è che l’ho fatto apposta, solo mentre scrivevo di John mi veniva in mente lui XD!), però, a parte per il fatto che lo porta a casa, puoi immaginar sia successo tipo il giorno prima del capitolo 29, quanto meno la scenetta del “non ci provate, è impegnato!” XD!

Per l’altra questione, ti ho mandato un e-mail, non so se ti è arrivata… Comunque, per ciò che riguarda le mie fic ti avevo scritto:
Beh, ovvio che alcune cose possano non coincidere... io stessa trovo alcune "azioni" se non proprio OOC, quanto meno spiegate o male o un po' troppo frettolosamente. Purtroppo è una "very" long fiction e preferisco prima terminarla e poi, caso mai, rimetterci mano. Questo perché ci sono molte persone che l'hanno apprezzata anche così e non mi sembrerebbe giusto nei loro confronti farli aspettare (ulteriori) secoli per sapere come continua. Detto ciò, se vorrai farmi un appunto dettagliato di ciò che non ti torna o non coincide con il tuo pensiero, sarà più che ben accetto! ^__^ Questo perché potrei notare che, cose che io credo vadano bene, in realtà non sono spiegate a sufficienza.

Questa richiesta, di far notare eventuali cose che non vi tornano, è rivolta a tutti. Mi piacerebbe sul serio potermi confrontare a 360°. ^^
Quindi, per qualsiasi cosa, io sono qui (o mi trovate via mail)! XD

Bene, direi che è ora di smetterla con le scemenze… anche l’ora lo dice (per mezzogiorno devo esser sveglia, aver mangiato ed esser pronta -vagamente elegante, con gonna e tacchi oltretutto >_< - per partire… Firenze mi aspetta, yeah! … Se, come no… ù_ù

Un bacio a tutti! Grazie! :**

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