Horde & Alliance

di Castagna_Pope
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** fisthood ***
Capitolo 2: *** Gli artefatti di Kyndar ***
Capitolo 3: *** Neve ***
Capitolo 4: *** Fuga dalla battaglia ***



Capitolo 1
*** fisthood ***


Fisthood P.O.V.

 -Benvenuto a ThunderBluff- Disse la guardia prima di lasciare l’accesso all’ascensore. Il giovane Tauren aspettava da molto questo momento. Finalmente aveva raggiunto la capitale del Mulgore, l’unica zona verde in tutto il deserto del Barrens.
La città era costruita su quattro altipiani, che si raggiungevano tramite due grossi ascensori. L’altopiano centrale era costruito su tre piani, in mezzo a questo si trovava un’altissima costruzione da cui partivano delle Viverne in tutte le direzioni.
Fisthood iniziò a girovagare per la città, visitando i negozi e armerie. –Mi scusi, sa dirmi dove si trova la Tenda dello Spirito?- chiese ad un fabbro dall’aria seria e riflessiva, che rispose lentamente –Un nuovo sciamano, eh?- prese una mazza da guerra e lo pose sul banco –Questo è per  te, attraversa quel ponte e ti ritroverai allo Spirit Rise, la tenda è lì- Il Tauren non sapeva cosa farsene di quella mazza scadente, ma appena la prese in mano sentì una scossa di energia pulsargli nel braccio e dei fulmini viola guizzarono sul manico dell’arma. Quell’arma era perfetta.

La tenda era grandissima, e popolata di Tauren vestiti con delle tuniche e dagli occhi bianchi. –Finalmente il nuovo Vacco è giunto da Camp Narache ,ed è pronto per intraprendere una strada che gli cambierà la vita- Un vecchio Orco era saltato da dietro il trono di legno, al centro della sala. La barba grigia gli arrivava al petto e gli occhi avevano le orbite girate, facendo vedere tutte le venature rosse. Sopra la tunica di sacco si trovava un armatura in cuoio borchiato. Rivolgendosi all’apprendista, con voce profetica disse –Dimmi, tu! Sei pronto per dividere l’anima dal corpo? Perché solo facendo questo potrai essere davvero in contatto con la natura, potrai parlare con gli spiriti, cambiare forma, invocare le forze della Terra…Coff Coff-Iniziò a tossire con insistenza, ma subito si riprese e lo guardò senza muovere neanche una ruga.
Il ragazzo era un po’ spaesato dalla figura dell’orco, ma d’altronde avrebbe fatto qualunque sacrificio per diventare sciamano e combattere per l’Orda.
-Accetto- disse sicuro. Lo sciamano sembrò guardarlo con aria soddisfatta, poi il viso si abbassò verso la mazza da guerra che il giovane Tauren teneva in mano e improvvisamente cambiò aspetto –Cos’hai in mano, giovine? È un arma terribile quella che porti- Fece due passi indietro terrorizzato, e tutti gli altri sciamani, che fino ad allora erano immersi nei loro pensieri, si girarono a guardarlo spaventati. –Liberatene subito… oh giovane apprendista sei incosciente… liberatene subito o non potrò insegnarti- Il Tauren cercò di spiegare del fabbro, ma l’Orco lo scacciò amaramente e con aria ancora spaventata concluse –Liberati dei fulmini viola, ragazzo! Non sono un bene e non ti porteranno mai alla pace spirituale. E ora và…- E detto questo tornò dietro il trono di legno.

Fisthood era tornato all’altipiano principale per cercare il fabbro di prima, ma di lui non c’era traccia. Il Tauren aveva bisogno di chiarirsi le idee, quindi si sedette vicino ad un laghetto. Allora… un tizio strano gli aveva dato un’arma che sembrava potentissima, ma il maestro sciamano era terrorizzato alla vista di quell’arma e si rifiutava di insegnarli. Non c’era dubbio che quell’arma fosse veramente pericolosa se uno sciamano tra i più saggi diceva così, quindi la scelta migliore era sbarazzarsene al più presto. L’apprendista quindi prese la mazza da guerra e la buttò giù dal dirupo dell’altipiano. Ora era davvero pronto a intraprendere l’addestramento per diventare un incantatore della natura.

La mazza si era conficcata nel terreno proprio dove il terreno iniziava a diventare pianeggiante dopo il dislivello. Il manico ricoperto di fulmini viola. Il Tauren dall’aria riflessiva, lo stesso che aveva dato l’arma a Fisthood si avvicinò lentamente ad essa dicendo con aria maligna –Tornerà…-

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Capitolo 2
*** Gli artefatti di Kyndar ***


//Allora... nel primo capitolo ho voluto lasciare a voi la storia, adesso posso iniziare le premesse... La storia è ambientata prima del Cataclisma, ma i Worgen e i goblin sono in circolazione... scusatemi, non ho mai giocato on un druido e quindi non saprò molto bene come muovere Eyanuhee
Eyanuhee P.O.V.

Un brusio di voci ammirate si alzò tra le studentesse quando il maestro si tramutò in un orso grande il doppio del normale.  Eyanuhee era seduta su una roccia e guardava le piccole future druide che si affascinavano per poco. Era un’Elfa della Notte, la pelle di un viola chiaro e fluorescente, mentre i capelli verde muschio scendevano lungo la schiena selvaggi. Non era magra, aveva quel poco di grasso in più che la rendeva diversa dalle altre Elfe.

-Allora come va, mia giovane ragazza?- Le chiese il maestro una volta congedate le ragazzine alla fine della lezione. -Buonasera Shando Stormalyon. Mi sembra una vita ormai che non mi insegni più… ma è passato solo un mese- Aveva nostalgia di quando ancora era un’apprendista, quando non riusciva ad imparare a richiamare la natura per far crescere più velocemente una pianta o altre cose simili. –Ti abituerai... Devi dirigerti verso Ashenvale in missione segreta- continuò il druido anziano –è stato rubato un artefatto molto pericoloso durante un incursione dell’Orda… e devi andare a recuperarlo- Eyanuhee era da poco entrata nel circolo delle missioni dell’Alleanza, e non capiva il perché di quel conflitto tra le due fazioni, il Shando continuò –Le nostre spie riferiscono che il possessore dell’artefatto si è diviso dal gruppo. Ormai deve essere nel territorio di Ashenvale, corri a prenderlo… ma mi raccomando! L’artefatto è molto potente, non toccarlo a mani nude-

Eyanuhee corse per lungo tempo, dal Darkshore ad Ashenvale. La prima missione che poteva essere considerata seria finalmente, ma lei non sapeva cosa fare di preciso… doveva prendere l’artefatto e portarlo indietro, ma come farlo? Il Shando la sopravvalutava. Mentre correva per la foresta di Ashenvale gli bloccò la strada un demone di pietre e fuoco che la guardava con aria infuriata. Ad un certo punto le tirò un pugno che lei schivò con agilità per spostarsi di lato e scappare continuando a correre. La foresta era troppo piena di nemici per sopravvivere, e se comunque fosse sopravvissuta, non avrebbe mai raggiunto il ladro in tempo. Si mise seduta al riparo dai demoni che si aggiravano e si mise a riflettere per bene. All’improvviso sentì un rumore provenire da più in la, impugnò il falcetto e si avvicinò al punto da dove proveniva il rumore. Vide un Orco, con gli occhi rossi e lo sguardo maligno. Stava guardando un coltello nel cui manico scorrevano dei fulmini viola, lo faceva passare tra le mani come se ne fosse completamente assorto. Eyanuhee pensò che fosse quello l’artefatto, secondo le disposizioni di Stormalyon era qualcosa che centrava con i fulmini.

L’Orco stava ammirando l’artefatto che aveva rubato in quell’incursione dell’orda, ne era stato attratto da quando l’aveva toccato. Sentì un rumore e si voltò, un puma lo guardava con aria incazzata mentre si avvicinava lentamente. Si alzò di scatto impugnando l’ascia da battaglia che aveva sulle spalle e corse verso il puma… ma non riusciva a muoversi, delle radici gli avevano legato i piedi.
Per Eyanuhee era quello il momento di venire allo scoperto, imbracciando l’arco andò dietro il suo puma e gridò –Dammi l’artefatto, subito!- ma l’Orco dagli occhi rossi sorrise e disse –Gli artefatti di Kyndar hanno una proprietà magica… chiunque li tocchi ne è legato e tornerà sempre a riprenderli. Ahahah! Questo coltello è mio ormai e di nessun’altro- si era rimesso accucciato e continuava a passarselo assuefatto tra le mani. Ormai non c’era nient’altro da fare –Dephyn attacca!- Il puma fece un balzo e con gli artigli sfigurò l’avversario, poi continuò ad attaccarlo mentre questo gridava più di pazzia che di dolore.

Quando ormai restavano solo brandelli di quello che doveva essere stato l’Orco, Eyanuhee si avvicinò e con un fazzoletto prese il coltello da terra con lo sguardo terrorizzato e gli occhi alle lacrime… era la prima morte che vedeva e l’aveva commessa lei.

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Capitolo 3
*** Neve ***


//In questo capitolo ci spostiamo un attimo agli Eastern Kingdoms, solo per questo capitolo e viene inserito un personaggio davvero speciale

Sei mesi dopo

Confetto P.O.V
Il gelo di Dun Morogh colpiva lo Gnomo, che era seduto su un ceppo di legno appena fuori dalla città dei Nani. Si trovava lì per fare la solita perlustrazione della zona per conto di quegli sfaccendati delle guardie della zona. Confetto era un Mago, dall’aspetto veramente strano: aveva una barba rosa lunga fino alla cintura e un ciuffo sparato in alto nei capelli anch’essi rosa confetto. L’espressione era sempre gioiosa, anche se lui non si stava divertendo affatto lì fuori coperto solo di una tunica viola, di stivaloni di pelle e di guanti verdi. Mentre si riposava seduto sul ceppo sentì un sibilare provenire dagli alberi in lontananza, ma non era vento, era qualcosa di diverso…

Si avviò verso il sibilo lentamente impugnando il bastone ferrato, e con la sua vocina stridula disse –Cosa succede?- Si avvicinò in fretta agli alberi, e nella nebbia che non gli permetteva di vedere chiaramente a mezzo palmo dal suo naso intravide una figura gigante che si avvicinava. Gigante per lui, che era solo un maledettissimo tappo, in realtà le forma era quella di un Tauren –Ringrazia il cielo che ci sono io qua fuori, qualsiasi altro tizio un po’ più patriottico di me ti avrebbe già ucciso- Disse Confetto al nuovo arrivato, ma quello non parlò e si avvicinò brandendo una spada lunga                                                                                         –Maledetto!- Scagliò una palla di fuoco contro l’avversario, che si spense magicamente a contatto con la sua pelle.  –Sappi solo che a Kalimdor qualcosa di troppo grosso sta accadendo… due Artefatti ad Ironforge, portali con te- Confetto lo guardò incerto su cosa fare, ma il Tauren continuava ad avvicinarsi con intenzione di combattere. Gli scagliò allora una lancia di ghiaccio che andò ad inficcarsi nel corpo dell’avversario che insensibile ai colpi continuava ad avvicinarsi e quando lo raggiunse iniziò ad attaccarlo con l’enorme spadone. Con qualche capriola e la sua piccola taglia per Confetto fu facile evitare i colpi, e al momento opportuno gli si attaccò alla gamba e mentre il Tauren cercava di toglierselo la incendiò  facendogli prendere completamente fuoco. A questo punto fece un balzetto indietro e si allontanò dal corpo in fiamme dell’avversario che non demorse e si rimise a camminare nonostante stesse bruciando vivo. Mentre si avvicinava a Confetto però lasciò andare la spada e cadde in ginocchio –I Rinnegati useranno gli Artefatti, proteggili!- e detto questo si accasciò a terra mentre la neve spense le fiamme lasciando il corpo morto a terra.

Confetto rimase per qualche ora ancora la fuori al freddo occupandosi di nascondere bene il cadavere, doveva prendere al più presto una nave per Teldrassil e andare più a fondo nella faccenda. Ma cosa stava facendo?! Perché stava seguendo le parole che un brutto vacco solitario gli aveva detto in punto di morte? E per di più l’aveva anche attaccato senza motivo. Si massaggiò la barba rosa pensoso “Artefatti? Non è molto difficile farsi dare i due artefatti  di Kyndar ad Ironforge, e poi prendere la nave al più presto…  ma perché dovrei farlo? Beh… in fondo non ho altro da fare in questa inutile vita” Rise e si incamminò su per la montagna verso l’ingresso della città sotterranea.

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Capitolo 4
*** Fuga dalla battaglia ***


// E finalmente posso passare alla storia vera e propria!!!!

Eyanuhee P.O.V.

Ashenvale era in movimento, una grande battaglia si stava per scatenare. Eyanuhee se ne stava tra le fila dell’esercito dell’ Alleanza con Dephyn al fianco, vicino a lei si trovava un altro Elfo, un Cacciatore, con le sopracciglia viola foltissime. Il Cacciatore la guardò e le fece –Allora. È la prima volta per te? Non è facile combattere in battaglia- Cercava di rassicurarla e lei lo sentiva, era davvero preoccupata, soprattutto perché continuava a non capire il perché di questa guerra. –Ingaggia il combattimento  con qualche tizio dell’Orda non troppo forte, fai durare il combattimento più che puoi e cerca di non ferirti gravemente. Gli orchi e i loro amichetti sono contenti quando riescono ad infliggere tanti danni…- Lo ascoltava deglutendo, alla fine del discorsi accarezzò il puma più preoccupata di prima, quando da dietro di loro una vocetta stridula li sorprese –Sciocchezze! Gli orchi e i loro amichetti non sono diversi da noi, combattono questa guerra come la combattiamo noi e non con sete di sangue- Aveva parlato uno Gnomo dalla barba rosa, che si avvicinò a loro e con un sorrisetto antipatico guardò il Cacciatore e gli chiese –Dimmi Thunyalon, perché stai combattendo in questa battaglia?- E sentendosi soddisfatto dall’indecisione dell’Elfo si girò verso Eyanuhee –Non cadere nella trappola della guerra, come ormai noi abbiamo già fatto… ti conviene andartene, e alla svelta- E detto questo le tese la mano -Confetto-

La battaglia era ormai iniziata da qualche minuto, e la radura era pullulata di gente armata che colpiva e ammazzava, Orchi, Umani, Elfi, Troll, NonMorti…  forse non era stato il momento giusto per scappare. Evitando un colpo d’ascia Eyanuhee si infilò con un balzo tra gli alberi e da li rimase per qualche minuto, per poi mettersi a correre sola lontano dal luogo dello scontro. Fu in quel momento che un orso le si fece contro con gli occhi rossi e la bava alla bocca. Lei non fu abbastanza svelta e in un attimo si ritrovò sotto la possente stazza della belva. Uscire da un campo di battaglia per essere sbranata da un orso era la cosa peggiore che si potesse aspettare, ma almeno non sarebbe più incappata in quella stupida guerra. L’orso però con un ruggito cadde di lato, con la schiena squarciata in due dalla coda fino al collo; sopra di esso Dephyn, il puma lo colpiva con profonde zampate e affondava i denti alla base del collo. –Dephyn che fine avevi fatto?- Il puma la guardò fiero con la bocca sporca di sangue.

Aveva ripreso a correre più veloce di prima, con Dephyn al fianco, ma era impossibile fuggire da una guerra che va oltre la piccola battaglia nella radura. Eyanuhee sentì un tonfo secco seguito da un vento gelido provenire da dietro di lei, fece appena in tempo a girarsi per schivare quell’incantesimo che le veniva contro. Mentre cercava di capire il punto da cui potesse essere arrivato l’attacco due palle di fuoco spuntarono da dietro le piante e le andarono contro prendendola in pieno petto e scagliandola poco più distante. –Dephyn!- Il puma era diventato un pezzo di ghiaccio, immobile nel suo ringhio e negli occhi assetati di sangue. Eyanhuee si alzò e inforcò l’arco, scoccò una freccia verso la provenienza degli incantesimi aspettando di vedere cosa potesse succedere. Si sentì un rumore di legno spezzato, poi una figura alta, massiccia e cornuta uscì dal nascondiglio armata di mazza e scudo. Era un Tauren, con la pelle scura e i capelli neri, le corna proseguivano laterali per tornare al punto da cui provenivano, aveva un piercing al muso e indossava un’armatura di cuoio leggero. Quella mazza da guerra… a Eyanuhee sembrò familiare, ma quando finalmente capì il perché era ormai troppo tardi. Dei fulmini viola scaturirono da quell’arma. 

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