Raise your White Flag

di RoriStark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** nobody is gonna rain on my parade ***
Capitolo 2: *** friends or not ? ***
Capitolo 3: *** fake smile ***
Capitolo 4: *** yes..taichou ***



Capitolo 1
*** nobody is gonna rain on my parade ***


La giovane Kobato era al settimo cielo. Finalmente era arrivato il giorno in cui si sarebbe trasferita all’accademia degli shinigami. La giovane non stava più nella pelle, sistemò i lunghi capelli scarlatti, raccolse i pochi oggetti che aveva e corse fuori dalla baracca che per anni era stata la sua dimora .  Anche se questa separazione non fu tanto dolorosa, dato che la vita in quel luogo era davvero terribile.  Dopo diversi metri, la giovane vide due shinigami alle porte del villaggio che la osservavano a braccia conserte, le zanpakuto al loro fianco come fedeli compagne e lo sguardo fiero come dei guerrieri. Kobato notò che stavano osservando lei senza dire nulla. Appena lei si avvicinò i due fecero lo stesso andandole incontro con un lieve sorriso. La giovane si bloccò intimidita, ma subito uno dei due shinigami prese a parlare
“ciao piccola, sei Kobato vero?”
La giovane annuì timidamente tirando alle spalle la sua sacca, mentre il suo naturale colorito pallido diventava roseo sulle gote e un leggero sorriso spuntò sul suo viso. I due shinigami sorrisero amichevoli e si avvicinarono ancora di più
“bene! allora sei pronta per diventare una shinigami?”
Lei annuì decisa, sembrava una bambina di dieci anni,anche se non era proprio quella la sua età.
“sono pronta! voglio diventare uno shinigami!”
Kobato seguì i due senza aggiungere altro. Uno di loro sembrava davvero amichevole, aveva i capelli bianchi che facevano contrasto con le sopracciglia scure, gli occhi erano castani, aveva un aria un po’ malaticcia ma anche un aria molto paterna. L’altro individuo era invece più scapigliato, i capelli mossi e raccolti indietro in una codina con dei fermagli, anche addosso aveva uno strano mantello rosa con dei fiori. Sorrideva beato come se la sua mente stesse altrove, sembravano due personalità completamente diverse, eppure insieme sembravano darsi una particolare armonia. Entrambi indossavano sopra allo shihakusho un altro indumento bianco, Kobato riusì a distinguere il numero tredici dietro alla schiena dell’uomo dai capelli bianchi
“m-mi scusi signor shinigami…cosa indossa sopra allo shihakusho?non ho mai visto quell’abito..”
L’uomo si voltò verso di lei sorridendo
“oh che sciocco…non ci siamo nemmeno presentati! Io sono il capitano della tredicesima compagnia, Jushiro Ukitake e lui è il capitano Shunsui Kyoraku, capitano dell’ottava compagnia…e questi sono gli aori, simbolo della nostra compagnia, solo i capitani possono portarlo”
“oh..allora voglio diventare capitano anche io!!”
Disse allegra mentre i tre erano già davanti ai cancelli del seiretei. Davanti a loro un enorme gigante aprì le porte al comando di Ukitake,sembrava anche intimidito dai due shinigami, cosa alquanto strana agli occhi di Kobato dato la sua stazza. Evidentemente era vero il modo di dire ‘le dimensioni non contano’ pensò curiosa.I tre entrarono finalmente nella struttura più importante della soul society. Di solito nel suo villaggio non si vedevano molti shinigami, ma in quel luogo, c’erano soltanto shinigami. Ovunque la giovane vedeva divise nere e zanpakuto. Questo rese Kobato ancora più energica. I palazzi erano davvero ben fatti,non le case distrutte della sua frazione. Sorrise pensando finalmente alla sua nuova casa,una casa dove finalmente poteva dormire tranquilla e protetta.
“eccoci qui”
Disse Ukitake fermandosi davanti ad un grande edificio bianco. Kobato guardò la sua nuova accademia  felice e speranzosa come non mai. I due capitani sorrisero notando l’allegria della rossa. Ukitake le accarezzò i capelli mentre Kyoraku la spinse appena prendendole la borsa
“vieni, ti mostro la tua stanza”
Disse Ukitake conducendola sotto ad un porticato, ma il loro giro introduttivo venne bloccato da una massa di studenti ammassati davanti ai dormitori.Ukitake subito si avvicinò incuriosito,quando notò che a terra c’era qualcuno. Subito Kyoraku aiutò Ukitake ad allontanare gli studenti rimproverandoli. Kobato invece, corse verso il ragazzino a terra. Aveva i capelli marroni e ribelli. Il giovane alzò lo sguardo verso la ragazza,sembrava ancora scosso da quello che era successo. Sembrava più grande di lei, ma nonostante questo aveva l'aria di un tipo molto fragile
“eih,stai bene?”
Chiese preoccupata al ragazzo che la osservava confuso portando una mano al viso. Rimase fermo per diversi secondi
“i miei occhiali!”
Kobato indietreggiò appena preoccupata, evidentemente quegli studenti glie li avevano lanciati da qualche parte. Kobato lo osservò dispiaciuta ,si guardò attorno cercando di individuare gli occhiali, quando finalmente vide qualcosa di nero in fondo al corridoio
“eccoli! Vieni con me!”
Disse prendendolo per mano e tirandolo con sé per raggiungere gli occhiali. Il giovane sembrava abbastanza veloce, nonostante l’apparenza che lo mostrava un po’ impacciato. Kobato si inginocchiò a raccogliere gli occhiali e li porse al giovane che li indossò prontamente
“grazie mille”
Il giovane fece per mettere gli occhiali, quando il gruppo di prima si avvicinò a loro ridacchiando. Erano tutti dell’età del ragazzo ed erano molto più grandi di Kobato. DI certo in un corpo a corpo non avrebbe fatto una bella figura. La giovane indietreggiò appena, non poteva finire così il suo primo giorno.
“eih sfigato...hai trovato già la fidanzata? Non è un po’ troppo piccola per te?”
Kobato  prese un respiro profondo e si mise davanti a lui con le braccia aperte per difenderlo. Tremava come una foglia, ma non voleva più vedere queste ingiustizie.
“lasciatelo stare!”
Disse cercando inutilmente di sembrare minacciosa. I giovani davanti a lei risero rendendosi conto della sua vulnerabilità e si avvicinarono ulteriormente osservando i due con sufficienza.
“ti fai proteggere da una ragazzina?...bene, allora prima ci occupiamo della nuova arrivata, poi torneremo da te”
Dissero avvicinandosi alla giovane. Uno di loro stava per toccarle il viso quando venne spinto lontano da una forza invisibile. Gli altri si voltarono sorpresi poi tornarono a fissare la ragazza, ma al suo posto c’era quel ragazzo dai capelli castani. Guardava il gruppo sorridendo mentre con un dito ne spinse via altri due. Sembrava stesse usando una sorta di magia, o un energia invisibile
“Hadou no 33 sokatsui..”
Sussurrò mentre il resto del gruppo venne spazzato via da un ondata di energia blu. Gli studenti si alzarono doloranti con i vestiti pieni di bruciature, addosso avevano numerosi graffi dovuti alla caduta e all’impatto con quella strana energia
“ma…ma…come diavolo hai fatto??tu…tu…devi stare al tuo posto!”
“no, siete voi che dovete stare al vostro”
Sussurrò facendo un passo avanti, subito il gruppo cominciò a scappare terrorizzato da ogni parte dell’accademia. Senza badarci il giovane si voltò di nuovo verso la ragazza sorridendo gentilmente, gli occhiali gli donavano un aria più saccente. Evidentemente era un grande studioso, magari il primo della classe, anche il fatto che lo trattavano male era un chiaro segno di invidia nei suoi confronti. Kobato sorrise arrossendo appena e gli porse  la mano inclinando il capo mentre i capelli rossi le caddero davanti al viso
“piacere, mi chiamo Kobato, Kobato Kaname”
Il giovane sorrise  gentilmente, assumendo un espressione pacata e tranquilla, come se avesse subito una trasformazione di punto in bianco
“piacere mio, sono Sosuke,Sosuke Aizen”
Disse con voce calma e gentile. La giovane apprendista shinigami si sentì realizzata, all’idea di avere un sempai, sì, il primo approccio non era stato uno dei migliori, ma poi quel giovane si era rivelato un vero prodigio. Kobato abbassò lo sguardo tirando indietro i capelli
“ehm…io.... Dovrei sistemare le mie cose in dormitorio...sono dormitori divisi?”
“più o meno..”
“come più o meno?”
“là c'è il dormitorio maschile...là quello femminile e...io dormo nel dormitorio abbandonato...”
disse sorridendo gentilmente
“perché dormi da solo?”
Sosuke rise appena guardando la ragazza intenerito dalla sua ingenuità ,le diede un buffetto mentre lei guardò la sua borsa per diversi secondi. La giovane tornò a fissare Sosuke sorridendo vispa, come se avesse appena avuto un lampo di genio, cosa che era davvero successa.
“adesso non dormi più solo!”
Disse mostrandogli il suo sacco. Aizen rimase a fissarla ad occhi spalancati, poi rise divertito piegandosi in due come se la giovane gli avesse raccontato una barzelletta. Kobato lo osservò arrossendo ma poi sbuffò mentre i capelli le coprivano di nuovo il viso
“sono seria io! Non puoi dormire solo!”
Disse poi diventando triste d’un tratto, mentre nella sua mente ricordava le notti passate da sola al freddo nella sua maledettissima baracca.
“nessuno merita di stare solo, lascia che sia tua amica, ti prego”
Aizen la osservò di nuovo e si avvicinò a lei accarezzandole i capelli rossi, li osservò attentamente lasciandoli scorrere tra le dita di lui e giocherellandoci facendogli fare dei giri sulle sue dita. Kobato lo guardò sorpresa da quella reazione e arrossì ancora di più
“anche tu…sei sola allora”
La ragazza annuì guardando in basso triste,per i suoi strani capelli veniva spesso presa in giro dagli altri ragazzini e nessuno l’aveva mai avvicinata. Kobato alzò poi il viso osservando il giovane
“Sosuke, perché prima ti sei lasciato picchiare?...mentre potevi batterli senza problemi?”
“volevo un po’ di compagnia, era l’unico modo per rimediarla”
“e… poi perché hai..”
Il giovane moro alzò lo sguardo al cielo come se stesse riflettendo sulla risposta da darle, poi abbassò di nuovo lo sguardo osservando attentamente la giovane.
“..e poi sei arrivata tu, ora non ho più bisogno di loro..."
Sussurrò poi tirandosi indietro e prendendo la sacca della ragazza e portandola in spalla.
"me la sono cavata sempre bene con il kido...e non volevo che ti facessero del male ”
Si voltò verso quello che era il suo dormitorio privato e si incamminò seguito da Kobato. La ragazza lo seguì allegra osservandolo da dietro, era davvero alto rispetto a lei,non vedeva l'ora di cominciare con lui le lezioni. Sì quello era sicuramente il più bel giorno della sua vita. Non solo era un aspirante shinigami, ma adesso, non era più sola e forse per Aizen era lo stesso

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Capitolo 2
*** friends or not ? ***


ecco le immagini guida di Kobato e Sosuke! In questo capitono sono cresciuti (ovviamente Sosuke era più o meno simile dato che era già grandicello) buona lettura e grazie mille per l'attenzione!

Kobato: 

Sosuke:




Gli anni all’accademia scorrevano come i granelli in una clessidra, lentamente, giorno per giorno, il  tempo scorreva silente ed inesorabile. Ormai per Kobato i giorni fuori dall’accademia erano un ricordo lontano. E con il passare del tempo la giovane Kobato era cresciuta. I capelli e l’altezza non erano cambiati di molto,o forse era perché anche Sosuke era cresciuto e la giovane non notava la differenza. Ma il viso era cambiato, non sembrava più il viso di una ragazzina mentre il suo corpo cominciava a guadagnare qualche curva femminile,soprattutto ora che poteva indossare il suo shiakusho. La cosa entusiasmava la ragazza che continuava a rigirarsi davanti allo specchio saltellando. Quando qualcuno bussò alla porta diverse volte
“dobato!hai intenzione di stare a canticchiare per  un'altra mezz’ora?”
La giovane aprì la porta facendola scorrere con un piede
“entra, ho quasi fatto”
“ma sei pazza?? Io devo usare il bagno!”
“usalo!”
“…non..non con te dentro!”
“perché che devi fare?”
Sosuke esasperato la prese di forza e  se la caricò sulle spalle. Il giovane era diventato davvero forzuto, pensò la giovane shinigami mentre si aggrappava al suo shihakusho. Sentiva i muscoli di lui contrarsi per reggerla, anche se non faceva per nulla sforzo. Quando si chinò per posarla la giovane si raggomitolò preparandosi ad una caduta rovinosa, che però non avvenne. Aizen posò Kobato piano a terra e le diede un buffetto
“sei cresciuta Kobato, non serve che ti guardi sempre allo specchio”
Disse poi voltandosi ed entrando in bagno. La ragazza arrossì vistosamente e corse in camera sua a preparare la borsa. I due si erano trasferiti dal dormitorio e ora condividevano una stanza nella quinta compagnia che li aveva accolti a braccia aperte.Il giorno che erano stati assegnati alla stessa casata decisero che comunque non si sarebbero persi di vista,erano loro due,contro il mondo intero. Anche se ultimamente lo stare con Sosuke le dava una sensazione strana, di solito non arrossiva così frequentemente. Ora bastava uno sguardo di lui o un sorriso per farla arrossire, ogni volta che scherzava con lei prendendola in braccio poi era la fine.
*no!no!Kobato smettila di pensare a queste cose,non fanno bene alla salute, assolutamente.”
Pensò alzandosi di scatto, talmente veloce che andò ad urtare con il muro
“eih!ma sei proprio svampita ora”
Ok.Non era per nulla il muro.
“Sosuke!s..scusami!io….mi è venuto un crampo!”
“e sei scattata in piedi.”
Disse perplesso osservandola
“eh sì!mi è venuto qui al braccio”
Aizen inarcò un sopracciglio e le prese il braccio piano per osservare questo fantomatico crampo
“fa vedere…fa male?”
Disse massaggiandole il braccio piano,poi la sua espressione si fece ancora più perplessa
“perché sei tutta rossa? Hai la febbre?se vuoi resta pure a casa. Vado io a fare il tuo turno”
“no!!no sto benone! Devo…devo andare!”
Disse prendendo la sua zanpakuto. Aizen fece lo stesso seguendola preoccupato per il suo comportamento bizzarro. I due raggiunsero l’abitazione del capitano,Aizen si avvicinò ed aprì piano la porta scorrevole. Ma la stanza sembrava vuota
“oh…come al solito è uscito per conto suo..”
Ad un tratto un uomo sbucò alle spalle di Kobato facendola gridare dallo spavento. Di risposta Aizen afferrò la giovane portandosela dietro di se e con una mano era pronto a caricare un attacco, ma poi si bloccò vedendo il sorriso inumano del capitano Shinji. Aizen sospirò abbassando la mano mentre il capitano ridacchiava
“calmo Sosuke, volevo solo fare uno scherzo! Come al solito ti scaldi quando si tratta della  tua bella in pericolo”
Disse ridendo appena
“dovete andare con Urahara oggi,vi porterà un po’ in ricognizione fuori dal seiretei. Sono stati individuati diversi hollow”
Aizen annuì serio, poi si voltò verso Kobato che annuì a sua volta. I due fecero un leggero inchino al capitano e dopo averlo salutato si diressero verso la dodicesima compagnia. La compagnia delle grandi menti. Kobato non riusciva a capire perché Sosuke non fosse stato scelto da Urahara dato che più volte all’accademia aveva dimostrato un grande talento per la scienza e letecnologie del gotei.  Urahara era davanti alla compagnia ad aspettarli mentre accanto a lui c’era il suo luogotenente. Una ragazzina bionda dall’aspetto scimmiesco. Non era brutta ma aveva un non so che di selvaggio che le donavano un aspetto più mascolino che femminile. Urahara sorrise mentre la ragazzina sbuffò
“Hiyori, sii educata”
“tsz..bastavo solo io,perché porti questi due?”
“perché loro devono ancora imparare bene ad usare le loro zanpakuto”
Disse allegro Urahara dando una palla ad Aizen che annuì sospirando. Aveva preso ormai il vizio di sfruttare per lo più il kido, non era un gran che con la katana, anche perché non era riuscito ancora a controllare bene il suo shikai. Perciò non voleva mai usarlo in battaglia e nessuno sapeva com’era fatto, compresa Kobato. La ragazza invece aveva già usato più volte il suo shikai anche se non era ancora ben allenata ad usarlo a dovere.
“bene, seguiteci ragazzi!”
Disse Urahara voltandosi per uscire dal seiretei. Aizen si affiancò a Kobato sospirando, si voltò verso la ragazza e le avvolse le spalle con un braccio avvicinandola a sé
“eih Dobato, non essere tesa.Altrimenti non riesci nemmeno questa volta a parlare con la tua zanpakuto”
“o..ok..”
Sussurrò imbarazzata guardando a terra. Lui si allontanò appena, ma Kobato si avvicinò di nuovo a lui poggiando il fianco contro di lui
“ho paura..”
Lui sorrise tirandole amichevolmente un orecchio
“non dovevi diventare capitano della quinta compagnia?allora se ti ritiri, diventerò io capitano”
“eih!!non vale! È il mio sogno! Trovane uno tuo!”
Lui guardò in alto con fare pensante, dopo aver mugugnato un po’ alzò l’indice soddisfatto dell’idea che aveva elaborato in quell’istante
“allora, il mio desiderio per il momento è..diventare capitano della quinta compagnia”
Kobato sbuffò guardandolo storto, gli diede una leggera spinta ma rischiò lei di finire a terra
“ma è il mio sogno!”
“lo so, ma io voglio diventare capitano, poi forse…potrei..”
“potresti?”
Lui sobbalzò un attimo, come se si fosse svegliato all’improvviso da uno stato di trans. Si voltò verso Kobato sorridendo
“no, nulla…”
“dai Sosuke!dimmelo!è una bella cosa??”
“…Kobato..tu..ti fidi di me?”
Kobato si bloccò di scatto preoccupata,lo fissò confusa mentre lui si voltò vedendo Urahara e la ragazzina che li aspettavano
“perhè mi chiedi questo?..”
Aizen si voltò attento che i due non li stessero ascoltando. Sospirò rumorosamente massaggiandosi la nuca con la mano
“ecco..io..”
“Sosuke!!!”
La ragazza si gettò addosso allo shinigami che cadde a terra, lo shinigami strinse le braccia pronto a stringere la ragazza, ma lei non era più lì. Un hollow li aveva attaccati alle spalle, e la giovane era stata presa in pieno. Ora era a terra, supina, mentre il prato sotto di lei si macchiava di rosso. Come i suoi capelli. Il mondo si  bloccò all’improvviso.
“Kobato!!!”
Gridò lui estraendo la sua katana e tagliando a metà l’hollow che stava per sferrare alla ragazza il colpo di grazia. La giovane voltò appena il capo tendendo una mano verso Sosuke che si inginocchiò accanto a lei
“Kobato!non mollare!non osare morire qui!”
Gridò lui prendendola in braccio.Urahara e Hiyori li raggiunsero di corsa sfoderando le katane. In un attimo il gruppo venne accerchiato da uno sciame di Hollow . Per fortuna Urahara e Hiyori ne tenevano alla larga una buona parte. Aizen si alzò in piedi adirato, guardò gli hollow con uno sguardo che mai aveva avuto. Posò a terra Kobato e posò la fronte sulla sua.
“eih…eih Dobato..”
Sussurrò sorridendo forzatamente,si vedeva che in realtà voleva distruggere qualsiasi cosa entrava nella sua traiettoria
“S..Sosuke..”
“aspettami qui  ok? Devi restare con me ok?sei forte no?”
Kobato sorrise appena annuendo
“scusami..sono inutile”
“no.Non sei inutule, è colpa mia, non dovevo distrarmi”
Sussurrò lui accarezzandole i capelli mentre prese dalla sacca un pezzo di stoffa per coprirle la ferita.Appena Sosuke fece pressione Kobato scattò dal dolore, ma lui a fece adagiare di nuovo a terra
“S..Sosuke..a..attento..potrebbero..”
“non stancarti,è tutto ok”
Disse mentre su di loro si attivavano miriadi di danku, Sosuke riusciva ad evocarli senza nemmeno usare la formula. Era davvero un ragazzo portentoso. Sorrise un ultima volta a Kobato per poi alzarsi e scattare in aria , mentre Urahara e Hiyori coprivano un campo, Aizen aveva appena attivato lo shikai, gli hollow attorno a lui sembravano confusi più che mai, come se fossero sotto una specie di ipnosi, tanto che si colpivano a vicenda. Mentre Aizen dava loro il colpo di grazia con una freddezza inumana.Dopo pochi minuti, degli hollow non era rimasto altro che cenere. Aizen scese subito a raccogliere di nuovo Kobato,aveva perso troppo sangue e andava portata urgentemente da Unohana. Il capitano della quarta compagnia era bravissima con le cure, non per nulla era la compagnia medica. Kobato sorrise appena aggrappandosi allo Shihakusho Di Aizen che la osservò serio.
“va tutto bene.Guarirai..”
Sussurrò lui stringendola a sé mentre con Urahara si diressero di nuovo verso la soul society. Stavolta grazie allo shumpo riuscirono ad arrivare più in fretta davanti alla quarta compagnia. Subito il luogotenente uscì dall’edificio e fece entrare Kobato. Aizen la adagiò su uno dei lettini dell’infermieria. Unohana si avvicinò preoccupata
“cosa le è capitato?”
Sosuke portò una mano sulla fronte tirando indietro una parte dei capelli che gli coprivano la fronte.Respirava affannato
“è colpa mia…mi sono distratto, lei mi ha salvato..ma…”
Unohana sorrise dolcemente posando una mano sulla spalla di Aizen,osservò la ragazza poi di nuovo lui. Aveva un fare davvero delicato,molto materno. Anche se spesso la donna inquietava i suoi sottoposti con i suoi ordini.
“tutti commettiamo errori giovane shinigami,ora penserò io a lei, potete tornare a casa”
Sosuke scosse la testa innervosito
“no!io resto qui”
“..ho detto..potete tornare a casa”
Ripetè lei continuando a sorridere dolcemente. Dietro di Aizen Urahara rabbrividì insieme alla sua luogotenente, e subito dopo erano già spariti
“allora?non vai con loro?”
“…ho capito.”
Aizen si voltò allontanandosi mentre Unohana tornava al suo lavoro. Kobato aprì piano gli occhi mentre vide che le mani di Unohana emanavano una luce verdastra. Quella luce sembrava attenuare il dolore al ventre,il sangue smise di uscire e lentamente la ferita si stava rimarginando.Ad un tratto,oltre alla figura di Unohana,la giovane vide accanto a lei una figura familiare.Quando Unohana si voltò verso gli altri pazienti,la figura le prese la mano
“So..”
Il giovane  posò un dito sulle labbra per non farla parlare. Sorrise avvicinando il viso al suo per osservarla, sospirò sollevato nel vederla salva. Le acarezzò i capelli mentre Kobato diventava  rossa come al solito.
“non dire nulla, ho usato Kyoka Suigetsu per creare un illusione, in realtà Unohana non può vedermi ne sentirmi…aspetta un secondo..”
Sussurrò ciudendo gli occhi. Quando li riaprì sorrise di nuovo
“ora puoi parlare..”
“S..Sosuke, che ci fai qui?”
“sono venuto a trovarti no?”
“ma il capitano avrà bisogno di te..”
“tu hai più bisogno di me”
“con me c’è Unohana,sto bene”
Aizen scosse la testa, le posò la mano sulla fronte. Scottava,doveva avere la febbre. Ma era una cosa normale dopo la brutta ferita che aveva. Posò le labbra sulla fronte di lei per assicurarsi che fosse calda e sospirò
“hai la febbre..”
“Sosuke..perchè stai rischiando così tanto?..”
“una sciocca aspirante shinigami un giorno mi disse…nessuno merita di stare solo”
“ma..”
“e io non ti lascerò sola nemmeno un istante ok?”
“ok..”
“ok..”
Ripetè lui accarezzandole i capelli. Kobato sorrise appena. Era normale no? Erano amici, e gli amici sono qui per quello, è normale che Sosuke si comporti così, si era sempre comportato in modo dolce con lei quando era triste. E non era nulla di nuovo alla fine. Presto quando si sarebbe rimessa,lui avrebbe continuato a prenderla amichevolmente in giro chiamandola Dobato, e lei avrebbe continuato a rispondergli a tono fino a risolverla in una battaglia a colpi di solletico.
“Sosuke…io e te..siamo amici vero?..”
“perché me lo chiedi?..”
*allora meriti davvero il nome Dobato..*
Pensò lei entrando nel panico più totale, evidentemente era la febbre che la faceva delirare,la febbre le faceva fare certi pensieri e soprattutto la febbre, le faceva battere il cuore all’impazzata.
“no, nulla…scusami..”
“riposa ora...io starò qui”
“vai a casa scemo..”
“sì sono scemo...per questo starò qui”
Kobato sospirò sorridendo , cercava di tenere gli occhi aperti, ma era più forte di lei,era stremata. Aizen notò la cosa e le diede un buffetto ridendo appena
“dormi dai...sei stanca…”
La ragazza annuì appena voltandosi di lato verso di lui .Aizen si chinò appena per poggiare la fronte sulla sua, le sussurrò qualcosa, ma la ragazza non capì bene cosa le aveva detto in quel momento…magari il giorno dopo lo avrebbe scoperto

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Capitolo 3
*** fake smile ***


 
Quando Kobato aprì di nuovo gli occhi, le ci vollero diversi secondi prima di ricordarsi che non era più nel suo futon. Si guardò attorno spaesata, poi alzò appena le coperte mentre sotto aveva il petto e l’addome avvolto dalle fasce. Sospirò sollevata nel vedere che la ferita ormai era guarita del tutto. Allontanò le coperte e si mise a sedere. Quando le vertigini cessarono, si mise in piedi cercando di raggiungere l’uscita. Quando una mano si posò sulla spalla di lei. La ragazza si voltò di scatto credendo fosse Aizen, ma davanti a lei c’era Unohana.  La donna le sorrideva inclinando appena il capo, le sfiorò la ferita e tornò a guardarla
“bene..la ferita è guarita per foruna, il tuo amico Sosuke è fuori che ti aspetta. Cambiati e va da lui, ieri mattina era davvero nel panico quando ti ha portata qui
“sì, grazie capitano”
Disse facendo alla donna un profondo inchino. Subito corse a rimettere il suo shiakusho, la giovane non vedeva l’ora di tornare a lavoro. Non vedeva l’ora di allenarsi di nuovo con la sua zanpakuto. Corse fuori dalla compagnia mentre cercava di aggiustare la cintura in modo impacciato. Ma come al solito si ritrovò con la faccia contro il petto di Aizen che per non perdere l’equilibrio indietreggiò afferrando la ragazza per non farla cadere
“eih!dobato!ma la smetti di andare addosso alla gente?”
Disse ridendo appena. Kobato indietreggiò imbarazzata. Aveva ancora le mani aggrappate alla cintura che le impediva di perdere i pantaloni. Sosuke lo notò e rise di nuovo anche se più sonoramente.
“lascia stupida”
Disse prendendo la cintura, in un attimo fece un nodo perfetto. In confronto i nodi che faceva Kobato alla bene e meglio sembravano fatti da un neonato.Lei sbuffò arrossendo imbarazzata
“uffa Sosuke!sei sempre troppo precisino”
“non sono precisino. Ho solo evitato che tutto il seiretei vedesse le tue mutandine rosa con i coniglietti..chappy vero?”
Kobato scattò indietro. Sembava che il suo viso prendesse fuoco da un momento all’altro tanto era rossa. Diede una leggera spinta allo shinigami che però non si mosse di un millimetro
“non devi più sbirciare le mie mutande!stupido!sei un guardone pervertito!”
Aizen si inginocchiò a terra tanto stava ridendo. Kobato si inginocchiò davanti a lui mettendo il broncio. Poi notò una strana fasciatura al braccio dello shinigami,una fasciatura con una specie di targa. C’era scritto il numero cinque con un mughetto, il simbolo della quinta compagnia. Allora la giovane capì cosa rappresentava quell’oggetto
“Sosuke?...”
“sì?”
“sei…luogotenente?”
Sosuke si diede una pacca sulla fronte
“ah è vero! Volevo dirtelo prima però mi sono distratto”
Disse ridendo, Kobato rimase a fissarlo per diversi secondi. Il suo sguardo sembrava stupito ma anche confuso. Lo osservava battendo più volte le palpebre. Sosuke si avvicinò a lei prendendola per le spalle
“tutto ok?”
La giovane di risposta gli saltò al collo gridando felice. Alla fine la giovane riuscì ad atterrare Sosuke Aizen. Lo shinigami la strinse a sé ridendo
“attenta che ci facciamo male!”
“ce l’hai fatta! ce l’hai fatta! ce l’hai fatta!!!!”
Ripeteva senza riprendere fiato tanto era emozionata. Se lo meritava,se lo meritava davvero. Era un ragazzo portento ed era giusto premiarlo in quel modo. Lentamente Aizen si mise a sedere facendola sistemare tra le sue gambe come un gattino. La giovane shinigami era ancora aggrappata a lui mentre gridava parole incomprensibili con il viso nascosto sulla spalla si lui. La stoffa impediva la comprensione di quelle parole,ma Sosuke non vi fece caso.
 
“ehm..Kobato..così ti soffocherai da sola”
Disse ridendo appena e tirandola indietro. La ragazza aveva un enorme sorriso stampato sul viso, tanto che Aizen sobbalzò arrossendo. Non l’aveva mai vista tanto felice. Si alzò in piedi aiutando anche la compagna shinigami che diede una scrollata ai suoi pantaloni e quelli di lui.
“scusami! Ho esagerato forse..ma sono davvero felice!”
Aizen sorrise indietreggiando appena mentre con una mano massaggiava la nuca.
“ascolta..volevo parlarti un attimo..”
Kobato spalancò gli occhi stupita, di solito non si comportava così quando doveva dirle una cosa. Doveva essere una cosa davvero importante, o magari alquanto imbarazzante. Kobato lo guardò curiosa poi annuì
“certo!ti seguo!”
Aizen annuì facendole strada verso il giardino della quinta compagnia. I fiori di ciliegio avevano creato un tappeto rosa sul prato. Il profumo era davvero piacevole. Era la stagione preferita di Kobato ed amava i fiori di ciliegio,si avvicinò al giardino facendo una piroetta ridendo.
“vieni Sosuke!giochiamo a lanciare i petali!”
Disse prendendo in mano dei petali e lasciandoli cadere in testa ad Aizen che se li scrollò di dosso
“Kobato!dai basta!”
Disse ridendo appena, poi prese per le mani la ragazza,si guardò a torno poi tornò a fissarla sorridendo emozionato,come un bambino che vuol mostrare il suo miglior disegno alla mamma.
“conquistiamo i cieli!”
Kobato lo guardò  per diversi secondi confusa
“i..i cieli?”
“sì!non possiamo stare sotto a tutte queste assurde regole degli shinigami!”
Disse con fare oratorio mentre teneva Kobato per le spalle scutendola ogni volta che alzava il tono di voce
“io e te…uccideremo quell’essere!ho trovato il modo e ce la possiamo fare!”
“SO..Sosuke mi fai paura..”
Disse poi indietreggiando appena
“non possiamo Sosuke..è una follia…dobbiamo…restare qui Sosuke!”
In un attimo, l’allegria sul volto di Aizen di dissolse con le stessa velocità con cui era apparsa,abbassò lo sguardo stringendo i pugni
“allora…anche tu sei come gli altri..”
Kobato si avvicinò a lui preoccupata
“Sosuke..aspetta..io..”
Kobato tese una mano verso di lui,quando lei gli sfiorò la mano lui la tirò indietro,quando alzò lo sguardo sorrideva di nuovo gentilmente
“ci sei cascata!”
Disse tornando allegro come prima,prese la mano di Kobato avvicinandola
“dai..ti accompagno a riposare..ti ho fatto un bello scherzo eh dobato??”
Kobato all’improvviso mise il broncio sbuffando e gonfiando le guance in segno di offesa
“uffa!sei cattivo..”
Disse dandogli delle spinte. Con tutto che si impegnava Aizen non si spostava di un millimetro. La prese di peso caricandosela alla schiena come al solito
“andiamo dai,io ho una missione da fare
“no!Sosuke!voglio andare in missione con te!”
Disse cercando di divincolarsi anche se Aizen la teneva stretta
“se non mi porti con te mi metto ad urlare!!”
“ok!ok! basta che fai la brava!”
Disse serio posandola
“andiamo al villaggio a nord del seiretei..”
Disse poi posandola a terra e avviandosi verso l’uscita. Kobato lo seguì cercando di concentrarsi,stringeva la sua zanpakuto guardando davanti a sé fiera e determinata. Aizen si voltò verso di lei e sorrise appena. I due raggiunsero il villaggio in un attimo, anche se del villaggio era rimasto poco niente. Kobato si guardò attorno seria cercando superstiti, ma non c’erano sopravvissuti. Dietro di loro si sentirono delle risate e dei passi pesanti che si avvicinavano. Kobato si voltò di scatto tirando fuori la katana, anche Sosuke fece lo stesso mentre gli hollow li avevano già accerchiati. Uno di loro, forse il loro capo, si fece avanti ridacchiando
“guarda…hanno mandato solo due piccoli shinigami contro di me?”
Disse guardandoli con fare sarcastico
“prima ammazziamo te…poi divoriamo questa bambolina..”
Aizen rise divertito
“non credo riuscirete a toccarla”
Disse poi senza muoversi
“vi manderemo all’inferno..”
Sussurrò Kobato alzando la spada
“nemuru…benizakura!”
Sussurrò mentre la sua katana si illuminò cambiando forma. Diventò una falce rosea con dei fiori di ciliegio che fluttuavano attorno a lei. Guardò Aizen che sembrava non aver detto nulla, non aveva mai visto il rilascio di Kyoka Suigetsu. La ragazza non potè pensarci a lungo dato che un hollow si scagliò contro di lei. La ragazza lo bloccò e lo spinse a terra tagliandogli la testa. Si voltò verso Aizen preoccupata
“S..Sosuke!!”
Gridò cercandolo. Il giovane aveva eliminato una gran massa di hollow. La ragazza rimase ferma ad osservarlo, come aveva fatto ad eliminarne così tanti in così poco tempo?
Un altro hollow attaccò la ragazza approfittando della sua distrazione ma venne tagliato a metà dal fendente di Aizen che intervenne prontamente.
“S..Sosuke?”
Aizen rimase di spalle a fissare l’hollow sparire, allontanò la spada mentre il sangue sulla lama schizzò a terra.Kobato si avvicinò a lui piano
“S..Sosuke?”
Il giovane si voltò sorridendo come al solito
“eccoti…dobato devi stare attenta”
La ragazza indietreggiò appena soaventata. Aizen si avvicinò osservandola,sembrava confuso
“che hai?..Kobato…hai paura di me?”
“…no!no! nessun problema!”
Disse  imbarazzata
“sei..sei diventato davvero forte Sosuke..”
“già..”
Rispose senza smettere di sorriderle, le circondò il braccio alla vita di lei avvicinandola a sé. Kobato si appoggiò a lui
*perché non sorride più come prima?..*
“Sosuke..”
“che c’è?”
“…no..nulla..”
Aizen la guardò pensieroso, poi le accarezzò i capelli posandovi poi le labbra sopra
“andiamo a casa..”

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Capitolo 4
*** yes..taichou ***



“Sosuke! Hai visto il mio fermacapelli??”

“l’ho buttato in giardino”

Kobato sbuffò mentre cercava ovunque ill suo nuovo fermacapelli, lo aveva preso a Karakura nella sua prima giornata in gigai e non voleva di certo perderlo. Aveva cercato in ogni angolo della sua camera, stava cercando sotto al futon quando alzando lo sguardo vide penzolare davanti al naso un fermacapelli con un coniglio sopra

“cercavi il signor chappy?”

“Sosuke!”

“te l’avevo buttato davvero in giardino, ma sei troppo tonta per arrivarci”

“uffa!dammelo!”

“aspetta..”

Disse tirandole indietro una ciocca di capelli e mettendovi un fermaglio a forma di stella. La giovane spalancò gli occhi fissandolo

“stai crescendo…è ora che indossi qualcosa che ti dia valore no?”

Kobato sfiorò la stella che aveva tra i capelli e sorrise dolcemente sporgendosi con la testa per picchiettare la fronte di Aizen con la sua ridendo appena. Chissà dove l’aveva presa, e chissà perché di quel regalo. Eppure quel regalo le fece scordare la frecciatina che le aveva appena fatto. Dopo un ò Aizen tornò in piedi ed aiuto Kobato ad alzarsi. La shinigami si stiracchiò mentre Aizen le sistemava di nuovo il fiocco messo male. Lei non obbiettò  e arrossì ridendo appena per l’imbarazzo. Aizen sorrise mentre le diede un buffetto

“oggi devi andare a Karakura?”

“già..ti va di venire con me?”

“mi spiace ma oggi devo...fare un paio di cose…”

Disse rabbuiandosi un attimo, Kobato stava per chiedergli cosa avesse ma lui sobbalzò tornando a sorridere

“non spendere tutti i soldi! Siamo in crisi per colpa tua lo sai?”

“io non spendo soldi!”

“ah sì? E il tuo gigai che veste meglio di una modella?”

“è un hobby sano!”

“sì certo…vai prima che lo dica al capitano.”

Kobato gli fece la linguaccia ma poi si avvicinò a lui baciandolo sulla guancia. Sorrise dolcemente notando un lieve rossore sulle guance dello shinigami, la giovane lo salutò ed uscì di corsa.
Questa volta Kobato aveva seguito il consiglio di Sosuke e per non cadere in tentazione era rimasta a Karakura senza usare il suo gigai , era ormai tarda notte, ii turni a Karakura erano stancanti e la giovane si era gettata nel suo futon ancora con lo shihakusho addosso. Sosuke non sembrava essere ancora tornato, certo che aveva il suo bel da fare.  Anche se voleva aspettarlo in piedi, almeno per assicurarsi che stesse bene. La giovane nonostante la stanchezza, decise di alzarsi ed affacciarsi all’uscita che portava verso la foresta dove di solito Aizen era solito allenarsi. In fondo alla foresta brillava una luce rossa. Molto probabilmente era Sosuke che si allenava con il kido. La giovane sospirò avviandosi verso quella luce, voleva ricordargli che era con la spada che doveva allenarsi, non con il kido. Ma poi i piedi di Kobato si bloccarono quando vide Aizen davanti a degli shinigami in ginocchio. La giovane si nascose dietro ad un cespuglio mentre gli shinigami consegnavano ad Aizen una specie di luce rossa che poi aggiunse alle luci nel barattolo. La giovane era confusa, non aveva idea di cosa stesse facendo ma non sembrava nulla di buono. Ma non poteva di certo spuntare dal cespuglio e fare domande. Così decise di voltarsi e tornare nella sua stanza cercando di non farsi sentire. Posò la katana al lato del letto mentre si nascose di nuovo sotto alle coperte. Ormai non aveva più sonno, quella scena sembrava un sogno, era assurdo che Sosuke stesse facendo cose tanto strane. Sosuke era il suo esempio, era il migliore shinigami, e ora cosa voleva fare ? I suoi pensieri vennero interrotti dalla porta scorrevole che si apriva e dai passi felpati di Aizen che si avvicinavano al suo futon. La giovane provò paura per un attimo

*perché ho paura? È Sosuke..lui…non mi farebbe mai del male..*

“eih…dobato…non puoi dormire conciata così”

“mmmh…”

Borbottò lei cercando di sembrare assonnata,cercò di calmarsi, in fondo era Sosuke, era il suo sempai. Anche se l’idea che si stesse cacciando nei guai la stava terrorizzando. Poi sentì lui ridere piano, stava per alzarsi quando la mano di lei afferrò di scatto la giacca di lui che rimase sorpreso del gesto

“Kobato?..”

“Sosuke..Sosuke…”

“eih….stai tremando come una foglia…che ti prende”

La voce di lei tremava, le sue mani tremavano e le lacrime cominciarono a scendere bagnando il cuscino sotto di lei. Aizen si sdraiò preoccupato accanto a lei avvicinandola a sé

“eih eih eih…..ma cosa combini…”

Sussurrò massaggiandole la schiena mentre la giovane si aggrappò a lui cercando di riprendere la calma

“hai avuto una giornataccia? Vuoi parlarne con me?”

“no…ho..fatto un incubo…”

“cosa hai sognato..”

La giovane si rannicchiò ancora di più facendosi sempre più piccola mentre Aizen prese a cullarla

“shhh…calma…”

“non andare via Sosuke…me lo hai promesso..”

Aizen rimase in silenzio mentre le accarezzava i capelli gentilmente, le baciò piano la testa e riprese a cullarla

“non vado da nessuna parte…era solo un incubo…”

La giovane annuì piano, per fortuna non si era fatta sentire né vedere nella foresta e Sosuke sembrava non sospettare nulla. Magari doveva semplicemente dimenticare l’accaduto. Sì, si fidava di Sosuke, lui sapeva quel che faceva.
Era passata una settimana da quella sera e Kobato sembrava più tranquilla, Sosuke sembrava svolgere alla perfezione il suo ruolo di luogotenente, era un ragazzo molto paziente soprattutto con il suo capitano Shinji che non sembrava per nulla professionale. Spesso la giovane si trovava con loro e vedeva Sosuke sbuffare esasperato in continuazione. Sembrava una baby sitter in effetti, spesso era lui a dover riprendere il suo capitano mentre Hyori  sembrava far anche peggio. La sera tornava a casa stanchissimo e Kobato cercava in tutti i modi per non dargli peso come era solito fare.
Era ormai sera quando Kobato si ritirò dagli allenamenti di Kido, posò la sua zanpakuto e cominciò a sistemare la camera da letto. La giovane si fece un po’ di tè per sé e per Sosuke per quando sarebbe tornato, di solito tornava sempre alla stessa ora in cui tornava lei. Passarono un paio d’ore ma di Sosuke nemmeno l’ombra. Stremata Kobato posò la fronte sul tavolo pensando che magari aveva avuto a che fare di nuovo con i casini di Shinji . Era di nuovo mattina quando Kobato si svegliò con un sobbalzo. Si guardò attorno notando che la tazza accanto a lei era vuota, aveva dormito fino a tardi dato che in camera Sosuke non c’era più. Era sicuramente uscito di nuovo e non era riuscita a restare sveglia per aspettarlo. Pensò rattristata mettendo lo shihakusho. La shinigami uscì all’aperto per raggiungere la quinta compagnia. Svoltò l’angolo e vide in lontananza l’haori della quinta compagnia, ma stranamente era riuscita a leggere il numero impresso su , solitamente per i capelli di
Shinji non si vedeva per nulla. Poi vide che a portare quell’ haori non era Shinji, ma quei capelli erano inconfondibili

“S…Sosuke?”

Quando lo shinigami si voltò, era  serio come non mai. La osservava dall’alto in basso con espressione severa tanto che Kobato si bloccò di scatto

“Sosuke..che..che ci fai con l’haori del capitano? Ti ha dato qualche incarico strambo??”

“no Kobato….sono io il capitano ora…c’è stato un complotto…molti sono stati banditi dalla soul society, hanno fatto la cerimonia poco fa..peccato che tu stavi dormendo..”

Sospirò mentre tirò fuori la sua fascia da luogotenente

“il tè era ottimo ieri sera, non c’era bisogno di aspettarmi in piedi…”

Le legò la fascia al braccio stringendola bene e sistemandole la targa in legno con impresso il simbolo della quinta compagnia

“beh, almeno ti sei risparmiata anche la tua di cermonia…congratulazioni, luogotenente..”

Kobato alzò lo sguardo, doveva essere un momento di gioia, ma Aizen sembrava deluso, sconvolto dal tradimento del capitano e degli altri shinigami. Non gli aveva detto chi erano ma presto lo avrebbe scoperto da sola. La giovane sorrise appena facendo un inchino davanti al nuovo capitano del gotei 13.

“grazie capitano..”

Lui le posò la mano sulla spalla tirandola a sé e stringendola forte, la giovane ricambiò l’abbraccio aggrappandosi a lui. Era davvero tanto sconvolto per quello che era successo? O c’era altro sotto?

“Capitano..va tutto bene?”

“stupida Dobato….continua a chiamarmi Sosuke….almeno tu..”

“certo…certo Sosuke”

Rimasero un po’ stretti, il mondo intorno a lei era cambiato con una velocità assurda, quel ragazzino che veniva mandato via da tutti a causa del suo genio. Quel ragazzino che lei aveva provato a proteggere ma poi si è sempre ritrovata lei ad essere protetta. Quel ragazzino con cui era cresciuta , ora era un capitano. Tutto cambiava attorno a loro, ma Sosuke, era ancora  il suo punto fisso. 

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