NeverNyeahnding Story

di soradreams
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dei ragazzi fuori dal comune ***
Capitolo 2: *** Delle situazioni difficili ***
Capitolo 3: *** Strane realtà ***
Capitolo 4: *** Avvenimenti importanti ***
Capitolo 5: *** L'importanza di una sorriso ***



Capitolo 1
*** Dei ragazzi fuori dal comune ***


Era una calda giornata di Agosto, ed Harry sapeva benissimo che di lì a poco sarebbe potuto tornare verso quel luogo incredibile che l'aveva accompagnato nei precedenti cinque anni: Hogwarts.
Primo settembre: come di consueto doveva prendere il treno al binario 9 e 3/4 che si raggiungeva attraverso la barriera tra i binari 9 e 10.

Una volta attraversata, vide i suoi migliori amici, Ron e Hermione che subito gli si avvicinarono per salutarlo con un sorriso raggiante.
 "Harry!!" fecero in coro Ron ed Hermione "Come hai passato l'estate?" disse Lei con tono preoccupato.
"Come al solito: una noia mortale, non vedevo l'ora di ricominciare l'anno scolastico", disse Harry entusiasta. "Voi come avete passato l'estate?"
"Al solito, i miei genitori l'hanno passato sempre nello studio dentistico a ricostruire i denti delle persone e io l'ho passato sui libri" rispose Hermione con tono fiero.
"Io l'ho passato con i miei fratelli a giocare a Quidditch… Ginny ovviamente era contraria a fare il portiere, e non ci voleva far usare la sua puffola pigmea come boccino... " Disse seccato Ron.
Harry accennò un sorriso, per tutta l'estate aveva potuto sentire i suoi amici solo tramite le lettere spedite tramite i loro gufi. Avrebbe preferito poter essere con loro, piuttosto che con i terribili zii, anche a costo di fare la muffa sui libri con Hermione.
Continuarono a chiacchierare ed a raccontarsi aneddoti delle vacanze, fino a che non venne l'ora di salire sulla carrozza del treno.  Harry, Ron e Hermione entrarono nella carrozza e si accomodarono nella prima cabina vuota che trovarono.
Nella cabina accanto a quella del nostro trio si trovavano altri ragazzi, del sesto anno, che comunque avevano in comune qualcosa di speciale:
Andrea, di Tassorosso, Ylenia e Noemi, di Serpeverde, Naomi, di Corvonero, Alice, di Corvonero, Fabiola sempre della stessa casa di Alice e Naomi; Michela, invece, era famosa per essere una testurbante con un record di 7 minuti passati a discutere con il Cappello Parlante: si dice che dovesse finire in Serpeverde, ma che poi, non si sa per quale motivo, il cappello l'ha smistata in Grifondoro, insieme a Cristina alias Colin;
Possiamo dire che i loro caratteri fossero molto simili,  per quanto le loro caratteristiche li rendessero diversi; Per esempio si potrebbe dire che Andrea sarebbe potuto benissimo finire in Serpeverde, per quanto è acceso il suo carattere a volte sadico. I ragazzi avevano infatti immaginato delle case inesistenti, come TassoVerde, o GrifonVerde, in cui si racchiude sia il carattere della propria casa come Tassorosso o Grifondoro e un po' il carattere di Serpeverde.

All’arrivo alla stazione di Hogsmeade, nell'uscire dalla carrozza, i sette ragazzi riconoscono altri amici con cui avevano stretto un forte legame di amicizia nei precedenti anni: Ilaria, Alba, Cecilia, Anna, Elisa, Francesca e Fabio di Grifondoro; Claudio e Laura di Tassorosso, Sara e un altro Fabio di Corvonero, Silvio e Martina di Serpeverde e tanti altri ragazzi.
Tutti insieme si avviano per salire sulle carrozze trainate dai Thestral e arrivare finalmente a Hogwarts, la tanto amata scuola.
Una volta giunti a destinazione, gli studenti con molto fragore si misero a sedere nella Sala Grande, aspettando con trepidazione l'arrivo degli studenti del primo anno che avevano appena terminato l’attraversata rituale del lago, accompagnati da Hagrid e che attendevano di essere condotti dinnanzi al Cappello Parlante dalla professoressa Mcgranitt.
Finito lo smistamento, tutti i ragazzi si sedettero ai rispettivi posti nella tavolata della propria casa, dove furono accolti con un fragoroso applauso.
Dopo il consueto discorso di Silente venne annunciato che il nuovo professore di Difesa contro le arti oscure è, con grande sorpresa di tutti,  Severus Piton, sostituito nel suo precedente ruolo dal professor Horace Lumacorno.
A questo punto, con grande gioia di tutti, le tavolate si riempirono di cibo ed i fantasmi delle case echeggiarono nella sala dando il benvenuto ai nuovi studenti e salutando quelli vecchi.
Dopo cena dovettero lasciare la Sala Grande per raggiungere le Sala Comuni delle proprie casa, guidati dai prefetti: Fabio e Cecilia di Grifondoro, Claudio e Laura di Tassorosso, Fabiola e Alice di Corvonero e Martina e Draco di Serpeverde.
Ogni coppia di prefetti guidava i suoi compagni verso l’ingresso delle sale, ma il gruppo dei Neverending Nyeah, così avevano deciso di chiamarsi i ragazzi, si erano messi d’accordo, come tutte le sere dei precedenti anni, per passare le ultime ore disponibili della sera in compagnia nella stanza delle necessità.

Passata la notte, i ragazzi cominciarono il loro nuovo anno accademico; Le materie quell’anno sarebbero state più difficili, ma per fortuna non mancavano corsi da poter seguire insieme: c’era chi seguiva Trasfigurazione, chi Incantesimi, chi Pozioni, Storia della magia, Erbologia, Difesa contro le Arti Oscure, Astronomia o Pasticceria incantata (a pochi interessavano invece le materie secondarie come Rune antiche o Divinazione).
Andrea e Naomi erano in un’accesa discussione sul corso che si teneva a Pasticceria magica, erano davvero esaltati quest’anno per le nuove ricette che si sarebbero tenute:
 “Oh Andrè, comunque quest’anno devi almeno imparare a montare il tuorlo dell’uovo a mano…” disse Naomi
 “Oh che noiosa che sei, esistono i frullatori, che me ne faccio di sbattere le uova a mano, ci vuole troppo tempo!!” disse seccato Andrea, e la discussione continuò;
 Laura e Claudio, che erano insieme a loro, non erano molto contenti di frequentare il corso, perché comunque non erano molto appassionati della materia; Alice era già lì che li aspettava impaziente di cominciare questa lezione, anche se non era molto pratica nel cucinare, purtroppo.
Il tema della lezione erano i muffin incantati alla zucca;
Per Naomi, che amava quel dolce, fu un gioco da ragazzi: con un colpo di bacchetta aveva mescolato tutti gli ingredienti necessari, e già si apprestava a versarli negli stampi; a seguire ci fu Andrea che, seppur con molta lentezza, riuscì nel suo intento, e poi via via tutti gli altri. L’unica a non riuscire a terminare, come già tutti si aspettavano, era Alice, che aveva fatto esplodere i suoi muffin magici sporcando tutta la classe, facendo perdere dieci punti a Corvonero.
Alice, all’uscita della lezione, era giù di morale perché aveva fatto perdere 10 punti alla sua casa. I suoi compagni tentarono di consolarla in tutti i modi, ma l’unica persona che in quel momento avrebbe potuto tirarla su di morare era quella che lei tanto desiderava: George Weasley.
George era un ragazzo che frequentava il settimo anno, insieme al gemello Fred, con il quale sperimentava e creava sempre nuove invenzioni, contribuendo alla nomina di “tipi particolari” che avevano in tutta scuola.
George conosceva la nostra Alice poiché si ritrovarono entrambi in punizione per colpa di Fred. D’un tratto, neanche ad averlo appellato, eccolo spuntare dal nulla:
“Ei, pivellina, che t’è successo?” disse George facendola trasalire
“Ma… Oddio! George, mi ha fatto paura. Non farlo mai più.” Sospirò lei, paonazza.
“Scusa” disse George sorridendo “Allora, che ti succede?”ripetè.
“Niente di particolare.. ho fatto perdere dei punti alla mia casa e mi sento un po’ in colpa…” disse Alice con aria triste.
“Dai non ti preoccupare, sapessi quanti ne ho fatti perdere io a Grifondoro, se non fosse per me e mio fratello avremmo sicuramente molti più punti” rise George. Alice era rincuorata da queste parole, tant’è che cominciò a guardare George con la sua solita aria trasognata.

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Capitolo 2
*** Delle situazioni difficili ***


L’autunno stava finendo, gli alberi erano spogli e cominciavano a vedersi le prime nevicate. Naomi era entusiasta nel vedere la neve, ogni anno era la stessa storia, si comportava come se avesse 10 anni: “Oddio che bella la neve… E’ così bianca, così soffice..”. Gli amici di Naomi ridevano nel vederla giocare come fosse una ragazzina immatura, erano abituati a questi suoi comportamenti, anche perché ogni volta che nevicava lei riusciva a trascinare tutti i suoi amici in lunghissime battaglie a palle di neve, infatti, anche questa volta ne erano usciti bagnati fradici.

Tutti dopo la battaglia rientrarono nei propri dormitori a cambiarsi e a riscaldarsi per non prendersi un brutto malanno; Naomi, rientrando nella sua sala comune, vide Alice con lo sguardo perso nel vuoto: “Alice… Che succede?” disse lei con aria preoccupata, Alice scoppiò a piangere. Naomi corse ad abbracciarla per consolarla. Dopo qualche minuto si calmò e disse: “Naomi… Mi sento uno schifo. Vedi… è per George, io… io lo amo e non riuscirò mai a dirglielo, perché non lo merito” “Ma non dire scemenze” disse Naomi con voce ferma “Tu sei una ragazza speciale, tu meriti di essere amata da una persona speciale, forse potrebbe essere George, o forse qualcun altro, chissà… Ma per ora non devi piangere per NESSUNO, mi hai sentita? PER NESSUNO. Chiaro? Ora asciugati gli occhi che andiamo a mangiare qualcosa insieme con gli altri nel nostro posto speciale, coraggio.”. Alice eseguì senza dire niente e accennò ad un sorriso e sussurrò un grazie.
Ed eccoli lì, tutti nel loro covo, Alice entrò dopo Naomi, e Naomi come al solito incominciò a fare casino e a strapazzare un po’ Andrea. Alice si sedette vicino a Laura che la guardò con sguardo triste: “Tutto bene?” sussurrò Laura, “Tutto tranquillo…” ripose Alice mentendo.

La notte passò tra chiacchiere e allegria, consapevoli del fatto che nell’indomani avrebbero dovuto affrontare altre lezioni, infatti, a una certa ora, Fabiola prese possesso del megafono magico che si porta sempre appresso nella sua borsetta, e con il suo solito fare da prefetto intimò a tutti di andare a dormire.
Il giorno dopo Andrea e la sua casa avrebbero dovuto affrontare la lezione del professor Lumacorno ed erano emozionanti per via degli argomenti che si sarebbero intrapresi durante la lezione. Con loro a seguire la lezione c’erano i Corvonero e fra loro c’erano i soliti amici. Andrea si mise vicino a Laura, lei era un genio e lui si sentiva rassicurato ad averla vicina nel caso a lui venissero dubbi, gli altri si disposero in modo quasi del tutto casuale, tranne Naomi e Fabiola che erano sempre insieme, sia durante le lezioni sia durante i soliti riposi. Insomma erano sempre inseparabili.

La giornata proseguì, gli amici avevano il pomeriggio libero, quindi, decisero di passarlo tutti insieme sulla riva del lago nero a ridere e a scherzare. A interrompere questa allegria fu Stefano, un caro amico di Alice e Giorgia, che corse come un forsennato: “Alice… Alice! E’ successo qualcosa di terribile. Ho perso i miei occhiali verdi” tutti scoppiarono a ridere e Alice disse tranquillamente “Stefano caro. Al posto di venire a correre sino a qua, perché non hai usato l’incantesimo d’appello?” Stefano arrossì “Non ci avevo pensato… Ahem… Accio occhiali!”. D’un tratto eccoli, gli occhiali, mezzi rotti: “Oh accidenti, chissà dov’erano finiti questa volta… Oculus Raparo! No. Oculas Raparo… Oh accidenti non ricordo qual era la formula” Laura si alzò e disse con disinvoltura “Oculus Reparo!” e gli occhiali in un attimo tornarono come prima “Grazie Laura” abbozzò un sorriso “Di niente. Ma senza occhiali come hai fatto ad arrivare fin qui?” “Eh sai con il fatto che perdo sempre questi occhiali ho dovuto imparare a usare l’incantesimo quattro punti, è molto efficace in queste occasioni, sai?”. Stefano così si aggiunse al gruppo e ripresero le chiacchiere.
Andrea a questo punto si alzò e salutò i ragazzi, poiché ancora non aveva concluso la sua tesi sugli effetti della pozione dell’amore, quindi con malavoglia si allontanò dal gruppo e attraversò il grande portone; salendo le scale era sovrappensiero e andò a sbattere contro un ragazzo, un ragazzo del settimo anno: “Oh, scusami ti prego, non stavo guardando” disse Andrea tutto imbarazzato “Non ti preoccupare. Anche io non stavo guardando, e comunque è bello andare a sbattere contro ragazzi carini come te.”.
Andrea era diventato tutto rosso, non fece in tempo a concepire la cosa che quel tipo, quel ragazzo, se ne sparì fra la folla di ragazzi. Era confuso, non aveva mai ricevuto complimenti da ragazzi, era la prima volta, questa cosa gli aveva dato una scossa elettrica, qualcosa su cui riflettere.
La sera, come di consueto, si ritrovarono tutti nella stanza delle necessità, Andrea era del tutto confuso, Naomi si avvicinò: “Andrea, che succede? Sei tutto pensieroso…” “E che oggi, prima di salire a finire il mio compito, è successa una cosa strana ed è tutta la sera che non riesco a pensare ad altro…” “Che cos’è successo?” “Ecco, ho ricevuto apprezzamenti da una persona, da un ragazzo, e non so, ha scatenato qualcosa di strano” “Seriamente? Non ne sono stupita sinceramente” disse Naomi ironizzando la cosa “Ma cosa vuoi esserne stupita, non fai altro che startene attaccata a Fabiola, dovrei stare zitto” ribatté ridacchiando Andrea “G… GUARDA. FRA NOI C’E’ SOLO SEMPLICE AMICIZIA.” disse infastidita Naomi “Chi ha detto che ci fosse qualcos’altro??” Naomi se ne andò infastidita da questa affermazione e si aggregò a Laura che si volse verso ad Andrea e gli lanciò uno sguardo fulmineo. Andrea invece si mise a chiacchierare con Alice: “Come stai oggi Ci?” “Un po’ meglio grazie… Ma sono comunque turbata dalla mia situazione. A te cosa succede? Sei strano stasera…” chiese Alice preoccupata “Niente di che, forse solo problemi dove non esistono, nulla di preoccupante comunque..”.

La notte passò. Il giorno dopo come di consueto c’erano le solite lezioni programmate, Alice e la sua casa si stavano preparando per la lezione di Pasticceria magica: “Oddio quanto odio questa materia” disse seccata Alice “Dai non ti preoccupare, oggi, se vuoi, faccio coppia con te e ti do una mano.” disse Naomi “No, tranquilla te vai pure insieme a Fabiola.” “Non dire sciocchezze, per una volta potrò stare con te, no?” “D’accordo…”.

Alice, quando girò l’angolo per andare nel corridoio dove vi era l’aula di Pasticceria Magica, vide il fratello di George, Fred, per un attimo il sangue gli si gelò nelle vene, e pensava che forse, insieme a lui, c’era anche il gemello, ma guardò ovunque, e non c’era. Fred si avvicino alle due ragazze: ”Buongiorno bellezze, come va?” Disse sorridendo ad Alice “Una meraviglia” rispose Naomi “Ma scusa ora abbiamo lezione non possiamo continuare a chiacchierare” “Dai solo un secondo” disse Fred con aria afflitta dalla prepotenza della ragazza “Alice questo è per te.” Fred porse un mazzo di rose ad Alice, la quale divenne rossa come un peperone. “Ora devo scappare, ciao!” “Guarda c’è un bigliettino” disse Naomi, Alice aveva il cuore a mille, aveva paura, sperava tantissimo che quel mazzo di rose provenisse da George, lo lesse “Con affetto. Fred.”.
Alice non poteva credere a quello che aveva appena letto, guardò l’amica con aria stranita la quale le lanciò lo stesso sguardo, in lontananza si sentì la campanella della lezione: “ACCIDENTI. SIAMO IN RITARDO” dissero in coro le due amiche e corsero fino in classe arrivando prima del professore. Andrea notò quel mazzo di fiori di Alice: “E questi?” “Ehm un ammiratore” mentì Alice.

Finita la lezione, Alice corse con tutte le forze nella sala comune tentando di nascondere quel gigantesco mazzo di rose, intanto i ragazzi, che avevano appena finito la giornata di studio, si ritrovarono vicino alla capanna di Hagrid per un picnic in compagnia. “Ma Michela e Roberto dove sono?” disse Cecilia, una ragazza al cui attitudine era sempre quella di stare sui libri. “E c’è da chiederlo?” Disse Naomi accennando ad un sorriso malizioso. “Oh cielo, quei due non hanno alcune intenzione di passare l’anno.” disse seccata Fabiola, “Vedrai che staranno studiando per conto loro” disse Ilaria con tono ironico, e il gruppo rise.
Finito il picnic improvvisato i ragazzi con un colpo di bacchetta ripulirono tutto e andarono a studiare le materie che avevano lasciato indietro, tranne Cecilia e Fabiola che avevano come sempre i nasi sui libri anche se dovevano stare in compagnia e divertirsi.

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Capitolo 3
*** Strane realtà ***


Era notte fonda. Ilaria era molto agitata perché faceva un incubo, sognava cose assolutamente strane, che non aveva mai visto o sognato prima: sognava di essere in un grande cimitero, dove vedeva i suoi amici tutti stesi a terra e strane figure con lo sguardo vuoto che si avvicinavano verso di lei. Di colpo si svegliò.
Era tutta sudata e agitata, tutti nella sua stanza dormivano e lei aveva assolutamente bisogno di parlare di questo strano sogno che aveva appena vissuto e corse a svegliare Ylenia: “Yle, Yle! Per favore svegliati” sussurrò Ilaria “Ti scongiuro….” “Altri cinque minuti….” Intanto fuori pioveva “Dai, svegliati!” insisté Ilaria “Ma chi è che mi sta applaudendo...?!!?” disse confusa Ylenia immaginando che il rumore della pioggia fossero applausi “Sei senza speranze” disse Ilaria affranta. Erano le cinque di mattina, Ilaria corse nella sala comune per vedere se qualcuno era sveglio oltre a lei, ma nessuno era lì. Il fuoco era spento, la sala comune deserta era completamente disperata. Allora uscì dalla sala comune dei Serpeverde e corse fino al quarto piano, dove c’era la sala comune dei Tassorosso, per entrare doveva solo scegliere uno dei barili che erano vicini al quadro per accedere alla cucina di Hogwarts, per fortuna che conosceva il giusto barile poiché gliel’aveva detto uno dei suoi amici Tassorosso. Entrò di corsa, in testa aveva l’idea di andare a svegliare Andrea, ma stranamente eccolo lì, nella sala comune, assorto in mille carte e libri, “Oh Ciccio, meno male che sei in piedi.” Andrea distolse lo sguardo da quello che stava facendo “Uhm…? Ah buongiorno, anche tu mattiniera? Stavo preparando la mia tesi sulla pozione dell’amore... che dovevo finire ieri per OGGI, sono un po’ nei guai…” “Andre…” disse Ilaria scoppiando a piangere e andando ad abbracciare il suo amico “ Che succede tesoro?” chiese lui con aria preoccupata “Ho fatto un sogno orribile…. Ero in un cimitero, ed eravate tutti stesi a terra e vedevo strane figure, con occhi spenti che venivano verso me, ho paura, ti giuro. Non riesco a calmarmi”.
Il ragazzo la cinse in un abbraccio e per un bel pezzo i due non si dissero niente. Ilaria pianse per una mezz’ora circa, poi si staccò da quell’abbraccio caldo che il suo amico gli aveva dato e disse grazie “Vedrai che è solo un sogno. Dopotutto chi ci abbatte a noi? Cioè... vuoi mettere?” disse Andrea “Si hai ragione... soprattutto per Ylenia, poiché è bionda, sicuramente non la toccherebbero, sai com’è, le bionde popoleranno questo pianeta, un giorno. Forse. In un ipotetico futuro.” Disse Ilaria accennando a un sorriso.
Arrivata la mattina, i due videro i loro amici scendere dal dormitorio “Che succede Ilaria, che ci fai qui?” chiesero stupiti gli amici “Niente aveva bisogno di un appunto sulla precedente lezione che abbiamo fatto a pasticceria magica, e siccome oggi dovrebbe essere interrogata, è venuta a chiederlo a me, anche se forse doveva andare da Naomi poiché lei ha Eccezionale, ed io solo Oltre ogni previsione” rispose Andrea al posto di Ilaria, che si girò verso l’amico sorridendogli con il cuore perché non sapeva cosa dire.

Si avviarono tutti nella sala grande, per saziarsi del consueto ottimo banchetto. Andrea, per sua fortuna, finì appena in tempo di completare la sua pagina di pergamena sulla pozione, grazie anche all’aiuto di Noemi, che era maestra su come preparare le pozioni; si direbbe che abbia appreso da Harry Potter, dato che quest’anno era entrato nei favori di Lumacorno, forse lo sarà anche Noemi, chissà.
Finita la colazione, il gruppo di amici si alzò; L’ultimo a finire, come di consueto, fu Andrea: diceva sempre di avere fame, mangiava sempre, così come Michela, anche se era molto più vorace.
Finalmente finì la sua colazione mentre Naomi, impaziente, si chiedeva perché mai ogni volta fosse l’unica ad aspettarlo come se fosse la sua balia. Si alzò da tavola e si incamminò con lei verso il portone della sala grande quando, all’improvviso, Andrea si bloccò: aveva notato quel ragazzo, alto, moro, con quei grandi occhi profondi, che solo poco tempo fa gli aveva fatto provare quelle strane emozioni, e senza accorgersene strinse la mano a Naomi, così forte da guadagnarsi un calcio che lo fece rinsavire: “Che cazzo ti succede scemo?” gli disse lei.
“Ahi mi hai fatto male stronza. Comunque ho rivisto quel ragazzo che ti dicevo, ma è scomparso…” rispose lui mantenendosi sul vago.
“E c’era bisogno di stringermi la mano così forte?” chiese ironicamente.
“Scusa, non volevo…” disse Andrea con aria triste “Dai non ti preoccupare” si affrettò a dire Naomi guardando quella sua espressione “Andiamo?” continuò, e insieme s'incamminarono alla prossima lezione che avrebbero dovuto affrontare insieme.

Alice e Ilaria non erano presenti alla lezione di pasticceria magica e Andrea era molto preoccupato della loro assenza, sapeva cosa frullava a loro per la testa, così preoccupato che sbagliò a mescolare tutti gli ingredienti per fare una buona torta di meringhe al limone, sicché il pentolone esplose “Vitali, che sta succedendo???” chiese infuriato il professore “Chiedo scusa prof, ma mi sono distratto un attimo, ora faccio la faccio svanire e ricomincio da capo” “Sarà meglio per te, altrimenti tolgo 20 punti a Tassorosso” “Evanesco” sussurrò Andrea, e d’incanto l’intruglio che aveva creato sparì, ormai per i nostri amici questi incantesimi erano all’ordine del giorno. Finita la lezione, Andrea prese per correre verso le due amiche assenti dalla lezione, ma fu bloccato da Naomi: “Insomma che cosa ti prende oggi?” “Niente sono solo preoccupato per Alice e Ilaria… Ho una brutta sensazione” disse Andrea molto preoccupato, allora egli con uno strattone si staccò da lei e con tutte le forze che aveva nel corpo corse per cercare le sue amiche, e sapeva bene, dove poteva trovarle, nella stanza delle necessità. Arrivò il settimo piano, e con suo grande stupore la porta della stanza non si aprì, era agitatissimo, non sapeva che cosa fare, pensò “Per favore stanza, appari, ho bisogno di te. Ho bisogno che le mie amiche siano al sicuro in questa stanza” e fu il nulla. Egli, preso dal panico, decise di andare da qualcuno che conoscesse l’ubicazione della stanza e quando stava per avviarsi, arrivò Laura: “Oh per l’amore del cielo Laura, aiutami tu per favore” disse Andrea agitato “Che succede Ci?” “La stanza… non riesco ad aprirla!” “Lascia che provi io”. Laura si mise in posizione e cercò di far apparire la porta della stanza ma non successe nulla, nemmeno lei riusciva a far apparire la stanza delle necessità “Accidenti avevo bisogno di qualche oggetto che vi si trova nella stanza… ma non riesco ad aprirla” “Oh cazzoooooooo!!! Non riesco proprio a capacitarmi di questo strano comportamento della stanza” disse Andrea “Ma perché sei così agitato?” notò Laura in un secondo momento “Vedi Alice e Ilaria non sono venute a lezione e sono preoccupato, perché, beh, ecco… non c’è bisogno di spiegare il perché… devo assolutamente trovarle, tu per caso le hai viste?” “No mi dispiace.. è tutto il giorno che non le vedo, scusa”  “Non fa niente, provo a guardare nelle loro sale comuni, anche se non sono mai riuscito ad entrare in quella di Corvonero, dato che non ho una spiccata intelligenza come la loro… vabbè, corro”. Preso dalla foga del momento Andrea non salutò neanche l’amica e si precipitò davanti alla sala comune dei Corvonero che era sorvegliata da una porta sorvegliata da una testa di corvo tutta in marmo, Andrea bussò tre volte e questa si mosse: “Se l’indovinello tu indovinerai, questa porta tu varcherai” “Ehm… procediamo” disse Andrea dubbioso “Ossia l’indovinello è il seguente: È duro e peloso, è di cinque lettere, inizia con la ‘C’ e finisce con la ‘O’.“ Ovviamente Andrea pensò subito male e potete immaginare anche il perché. Per fortuna, non era così stupido come pensava, e quasi subito intuì la parola: “Cocco!” disse sicuro “Bravissimo, puoi passare” e la porta con la testa di corvo si aprì lasciano libero un varco che fu oltrepassato dal ragazzo. Guardò ovunque, ma la sala comune era completamente deserta, nessuna traccia di Ilaria “Oh merda!” sussurrò Andrea e non poteva neanche guardare nelle stanze perché erano difese da incantesimi contro i ragazzi, quindi, uscì e corse fino ai sotterranei.
Una volta raggiunto l’ingresso del covo dei Serpeverde disse “I Serpeverde sono i migliori ” continuò “Certo che hanno anche molta fantasia, comunque.” disse ironicamente fra se e se. Il grande cilindro di pietra che costeggiava l’angolo del muro sprofondò nel sottosuolo, lasciando spazio a un grande ingresso dal quale si poteva vedere un grande corridoio che portava nella sala comune, questa era grande, anzi, immensa, decorata con vari quadri di Salazar Serpeverde e con tante incisioni di serpente, Andrea alla vista rabbrividì, ma si fece coraggio e avanzò speranzoso di trovare almeno Ilaria. Nessuno era presente, solo un ragazzino del primo anno, intento a far esplodere qualche gingillo, nemmeno si accorse che qualcuno era entrato e Andrea non glielo avrebbe fatto notare sicuramente, quindi senza tanto disturbo se ne andò.

Marciò con passo svelto verso la sala grande, incrociò persino quel ragazzo bellissimo che gli aveva fatto battere il cuore, ma il pensiero per le sue amiche era davvero troppo forte per notarlo. D’un tratto gli venne un’idea, lanciare l’incantesimo quattro punti, anche se non l’aveva mai utilizzato… quindi, con molta paura di sbagliare, tirò fuori la bacchetta e sussurrò: “Guidami” e questa, come un ago, puntò verso l’esterno, con sollievo vide che aveva funzionato al primo colpo e senza esitare corse fuori, verso il lago nero, dove ormai si incontravano sempre durante le belle giornate per stare all’aria aperta, anche se con quel freddo dubitava fossero lì, infatti la bacchetta glielo confermò, essa puntava altrove, verso Hogsmade. Andrea deciso più che mai decise di utilizzare la smaterializzazione “Allora” pensò “Concentrarsi sulle tre D: Destinazione, Determinazione e Decisione” Andrea si sforzò con tutte le sue forze, ma non era tanto bravo, in effetti, non era mai riuscito a smaterializzarsi, neanche il suo sopracciglio, come aveva fatto quello di Ylenia una volta. “Dai, Andrea, fai qualcosa di buono” e con queste parole di auto incoraggiamento riprovò e stavolta riuscì nel suo intento, era arrivato a Hogsmade in un batter di ciglio, anche se la sensazione che ora stava provando era veramente terribile, come se avesse girato su se stesso per più e più volte, ma non ci badò, era più preoccupato a recuperare le sue amiche.

Controllò la bacchetta che puntò verso i tre manici di scopa quindi, per primo, Andrea sussurrò Finitem Incantatem così la bacchetta tornò alla normalità e andò verso il bar sperando di trovarle. Infatti, eccole lì, ubriache fradice: “O cielo, ragazze! Finalmente… eccovi qua… vi ho cercato ovunque” “Buiafosagiorno Andruea” disse Ilaria, Alice non emise alcun suono, dormiva beatamente ormai in catalessi dal troppo alcol “Che cosa diavolo ci fate qua? Lo sapete che non possiamo starci, senza che la scuola ce l’abbia autorizzato…” “Siucuuuroo…” “O caspita, perfetto…” disse Andrea angosciato.
“Eccovi qua!” disse una voce molto familiare, Andrea di scatto si girò e vide le sue due amiche “Fabiola, Naomi, mi avete fatto prende un colpo… guardate queste due che cosa hanno combinato” “Che cosa cazzo è successo??” disse Naomi, con tutta la sua solita noncuranza delle parole “Non ne ho la più pallida idea, è da quando ci siamo salutati prima che le stavo cercando… piuttosto, voi due che ci fate qua?” “Ehm… veramente, ecco, non sono affari tuoi.” disse Fabiola con tono molto scortese “Scusa, non volevo intromettermi negli affari vostri” disse Andrea seccato “Comunque.” continuò “Dobbiamo portare via queste due prima che ci….” e prima che finisse la frase ecco apparire il professor Piton “Bene, bene, bene. E’ davvero un piacere vedere dei giovani ragazzi che si divertono ad andare in giro durante le lezioni e per di più senza permesso” disse con tono gelido “Ora dato che vi divertite tanto a ubriacarvi e chiacchierare nei bar durante le ore scolastiche, ora vi divertirete a svolgere una punizione ciascuno.” continuò “Inoltre: 10 punti in meno a Tassorosso, 30 a Corvonero e 5 in meno a Serpeverde” Andrea lo guardò stranito, sapeva benissimo che al professore scocciava tantissimo togliere punti alla sua casa, forse per questo erano meno dei suoi “Vi aspetto nel mio ufficio domattina, dato che è sabato sicuramente non avrete niente da fare durante questo weekend, non è forse vero?” sembrava per andarsene quando aggiunse “Ah… mi raccomando, cercate di essere in forma domani” e detto questo finalmente se ne andò.
 “Cavolo, abbiamo perso anche dei punti, che meraviglia” disse seccata Fabiola che teneva a far vincere la sua casa, continuò: “Vabbè portiamo Alice e Ilaria in infermeria” e pronunciò “Alice e Ilaria locomotor” le due ragazze si librarono in aria come sospese da tanti fili e seguivano Fabiola come fossero trainate “Tu Andrea vai pure con Naomi a vedere del perché la stanza delle necessità non si apre, quella stanza è troppo indispensabile” i due ragazzi annuirono e per un pezzo percorsero la strada insieme.
Durante il tragitto, videro Sara che raccoglieva fiori per la sua pozione “Buongiorno Sara” “Ragazzi! Che succede?” “Niente di che, stiamo portando ste due cretine in infermeria” disse Fabiola scocciata “Tu invece che facevi?” chiese Naomi “Niente di che stavo raccogliendo qualche ingrediente per la pozione che sto preparando… però ho finito quindi se volete vi accompagno” “Vieni con me e Naomi” disse Andrea “Stiamo andando a controllare perché la stanza delle necessità è inaccessibile” “D’accordo” disse compiaciuta Sara.

Entrarono nel grande castello e cominciarono a salire le scale, Fabiola si fermò al quinto piano, dove era insidiata l’infermeria, invece, Andrea, Sara e Naomi, andarono al settimo piano. I tre, arrivati, andarono dritti verso quello che dovrebbe essere l’accesso per la stanza delle necessità, e una volta arrivati davanti, tutti e tre provarono a farla aprire “Niente, niente e niente” disse Sara angosciata “Che cazzo succede a 'sta diavolo di porta?” chiese Andrea spazientito “Ma non saprei…” disse Naomi “Forse” continuò “Voglio provare con qualche incantesimo” “Ma sai benissimo che non la stanza delle necessità non può essere aperta in questo modo” ribatté Andrea “Sta zitto che lo so… però vale la pena di provare” “Finitem Incantatem” disse, puntando la bacchetta verso dove la porta era sempre apparsa “Ora proviamo” ma fu il nulla “Posso tentare io?” disse Sara sicura di se “Alohomora” pronunciò, e come d’incanto s’udì come il suono di una serratura che si apriva “Oh cielo!” esclamò Sara “Non credevo potesse funzionare” e Andrea si mise subito in moto per cercar di far apparire la stanza “Ho bisogno di una stanza confortevole per i miei amici, dove stare in relax e compagnia” ed eccola apparire, la porta della stanza delle necessità “Oh mamma” disse estasiato Andrea “Entriamo?”  non fece in tempo a dirlo che Naomi lo scaraventò con se dentro e per fortuna era tutto come si ricordavano, mobili, patatine, cioccolata, schifezze di vario genere “Stasera ci torniamo tutti insieme, anche con quelle due sceme finite appena in infermeria” “Come di consueto, d’altronde” disse Andrea esaltato.

La sera arrivò presto, e la stanza delle necessità si riempì molto velocemente dai nostri amici “Finalmente! Come siete riusciti ragazzi?” disse Fabiola stupita “Beh diciamo che Sara ha avuto solo molta fortuna” disse Naomi ironizzando “Ha utilizzato l’Alohomora” “Seriamente? Pensavo che non potessero essere usati incantesimi su questa stanza…” “Lo pensavamo anche noi… ma boh… misteri di Hogwarts, no? Poi l’importante è che abbia funzionato” sorrise all’amica che ricambiò arrossendo “Ehm… dove sono finite quelle due?” “Guarda stanno entrando adesso” infatti Alice e Ilaria erano appena entrate nella stanza e Fabiola con passo svelto si avvicinò alle ragazze “Che cosa diavolo v’è saltato in testa??” disse con tono arrabbiato “Ehm…” dissero in coro le due “Allora??” insisté Fabiola, Andrea allora corse verso loro e presente per il braccio Fabiola “A te cosa sta succedendo??? Non vedi che sono già dispiaciute per quello che succede? Cerca di controllarti per favore” “Si hai ragione, scusatemi.” disse Fabiola seccata “Coraggio ragazze andate a prendervi qualcosa e cercate di stasera serene” con queste parole Andrea sorrise alle due che ricambiarono, egli era l’unico a sapere veramente cosa succedeva alle due ragazze “Ricordatevi che domani dobbiamo andare dal professor Piton per la punizione, mi ha mandato un post-it  prima, dato che sono un prefetto, e dobbiamo vederci alle 8 davanti al suo ufficio, che vi ricordo si trova nei sotterranei… Tutto chiaro Andrea, Naomi, Alice e Ilaria?” “Seeeeeeeeee” dissero molto seccati i quattro. Tra chiacchiere e allegria si fece notte fonda e tutti senza produrre rumore andarono a dormire.

Il giorno dopo, i cinque, si ritrovarono tutti nella sala grande per fare colazione molto presto “Yawn!! Che sonno ragazzi, forse non era molto salutare andare a dormire tardi ieri sera dato quello che ci aspetterà dopo” disse Fabiola molto esausta della grande nottata “SVEGLIA NAOMI” disse Andrea con tono così alto che fece prendere paura al gruppo “Accidenti pelato che non sei altro, mi hai spaventata” disse seccata Naomi “Pelata è tua zia, quella con il cerchietto fucsia” disse ironicamente l’amico “Dai coraggio, dobbiamo andare dal professor Piton” disse Alice tutta mogia “Non preoccuparti tesoro” disse Ilaria “Vedrai che sarà una cosa da niente” “Ma speriamo” disse Andrea. Finita la colazione il gruppo scese nei sotterranei, bussarono e aspettarono finché non sentirono il professore dire qualcosa, ma non ci fu risposta alcuna “Dite che si sarà dimenticato?” disse Alice speranzosa “Non penso proprio” disse Fabiola “Beh in effetti sono solo le sette e cinquanta, magari ancora non è arrivato” disse Ilaria “Infatti è così” disse una voce gelida dietro alle loro spalle, ai cinque si drizzarono i capelli dallo spavento “B-buongiorno p-professore” dissero loro balbettanti “Siete puntuali, almeno questo siete capaci a farlo.” ironizzò lui “Coraggio seguitemi” ed entrò nel suo ufficio con appresso i nostri amici. Il professor Piton si sedette alla sua scrivania e con sguardo gelido osservò il gruppo “Dunque” cominciò “Siete qui perché avete trasgredito al divieto di non andare da nessuna parte senza permesso, e per aver bevuto un po’ troppo” osservò Andrea e continuò “Tu, Vitali, dovrai pulire la sala grande oggi, dopo pranzo e dopo cena, SENZA e ripeto senza l’uso della magia, chiaro?” “S-sissignore” disse Andrea con aria afflitta, lui odiava fare pulizie, di qualunque genere. “Invece, tu, Valsania... ” “Sì?” disse lei con aria preoccupata “Tu e la signorina De Gasperis dovrete andare invece nella stanza dei trofei, noterete che qualche ragazzino ha, come dire, distrutto quella sala. Per sistemarla, e dico solo per riparare oggetti, vi consentirò l’uso dell’incantesimo Reparo” “D’accordo signore” dissero le due ragazze “Invece voi due, infine, che avete anche avuto il coraggio di bere e di ubriacarvi” e qui si accese un ghigno di gioia, ma subito cercò di farlo svanire “Vi divertirete a pulire le scale della scalinata principale” “Ma è impossibile pulire quelle scale, si muovono sempre” ribeccò Ilaria “Appunto. E non voglio sentire ragioni di nessun genere. Voi avete MERITATO questa punizione, quindi, senza discutere, la eseguirete.” disse compiaciuto “Ah, dimenticavo. Non tentate di ingannarmi. Vi farò controllare dal nostro custode, che ovviamente mi aggiornerà su i vostri lavori, e verrò a controllare di persona. Attenti, dovrà essere tutto impeccabile, sennò vi farò avere altre punizioni. E ora andate”.

Molto affranti, i cinque, si avviarono per cominciare, Andrea avrebbe dovuto solo aspettare che tutti avessero finito di pranzare e di cenare, mentre i restanti avrebbero potuto cominciare subito, quindi si divisero. Naomi e Fabiola andarono nella stanza dei trofei, questa si trovava nella stanza adiacente alla sala grande, varcarono la porticina e videro un grande caos, la stanza era tutta a soqquadro “O cazzo!” disse Naomi “Tesoro non è il momento di dire queste espressioni, dobbiamo metterci al lavoro” e con molto impegno cominciarono a riparare quadri, statue, le bacheche, i piedistalli, trofei e tanto altro “Siete molto brave con gli incantesimi” disse una voce inquietante, era Gazza con la sua gatta “Oh cielo” disse Fabiola spaventata “Continuate così” disse sadico il custode. Finito di riparare tutto, non restava che sistemare gli oggetti e questo purtroppo dovevano per forza farlo a mano, il lavoro fu sfiancante e molto lungo, tant’è che quando finirono era già sera tardi, durante questi spostamenti di oggetti il custode faceva sempre avanti e indietro, sicuramente per vedere come procedevano i lavori degli altri “Molto bene mocciose, ora potete andarvene al diavolo” disse lui speranzoso che le ragazze sbagliassero qualcosa per affliggere altre punizioni, detto questo se ne andò. Le ragazze non diedero ascolto e si sedettero al suolo, stanche del lungo lavoro “Mamma mia… sono completamente esausta” disse Fabiola “A chi lo dici, la prossima volta però col cazzo che vado a controllare che fine avesse fatto quel pelato e le altre ubriacone” disse Naomi un po’ seccata e un po’ ironica “Dai non dire così alla fine ci abbiamo messo anche poco tempo considerando la confusione che prima regnava qua dentro” disse Fabiola rassicurandola “Sì, hai ragione… comunque sai, è la prima volta che stiamo qui, da sole, io e te… sono un po’ imbarazzata” “E perché mai?” chiese Fabiola perplessa “Perché quando sto con te, sto benissimo, mi fai sorridere il cuore” e sorrise, l’altra ragazza ricambiò ma non fece in tempo a dire qualcosa che Naomi stampò un bacio sulla bocca dell’amica.

Intanto anche Andrea ha avuto il suo da fare con le pulizie della sala grande, i tavoli erano immensi, il pavimento difficile da trattare, ma non si scoraggiò per niente. Mentre puliva, dopo cena, si avvicinò una figura, era quel ragazzo che lui aveva incontrato e che gli fece battere tanto il cuore “Ciao” disse il ragazzo “Oh… ehm… bbbb-buonas-sera “ “Sei agitato per caso?” “Nonono per niente, sai?” “Comunque scusa se non mi sono presentato l’altra volta, mi chiamo Simone, tu sei Andrea, non è vero?” “Sì… esatto. E tu come fai a saperlo?” “M piaci talmente tanto che ho voluto saperlo prima” “Oh bene… comunque…” e Simone s’avvicinò sempre di più ad Andrea “Comunque…” ripeté “Basta parlare. So che ti piaccio, non fai altro che guardarmi con quello sguardo magnetico, dolce, sensibile, che mi piace un sacco, tu mi piaci un sacco” e strinse Andrea in un abbraccio.

Ilaria e Alice erano esauste anche loro, il compito che dovevano svolgere non era poi così difficile come pensavano per fortuna: “Sono esausta” disse Alice “Anche io… e non vedo l’ora di infilarmi sotto le coperte” “Già, a chi lo dici…” “Allora dai, tanto qua abbiamo finito… quindi buonanotte” sorrise Ilaria ad Alice “Buonanotte tesoro” ricambiò, e si separarono. Ilaria stava andando verso la sua sala comune, quando, a un certo punto, rivide quegli occhi che aveva sognato. 

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Capitolo 4
*** Avvenimenti importanti ***


Ormai era pieno inverno e stava arrivando il Natale, non mancava molto in effetti. Dicembre era pieno di neve, i ragazzi della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts andavano spesso a giocare a palle di neve o costruire castelli o decorazioni e con l’aiuto della magia non era nemmeno tanto difficile.
Ilaria era appena entrata nella sua sala comune, quando vide Ylenia giocherellare con un poster di Tom Kaulitz ma non fece in tempo ad appoggiarlo che l’amica le salto addosso sgualcendo l’amato chitarrista “Guarda che cos’hai combinato” disse Ylenia disperata “Scusa tesoro ma ho appena visto una cosa troppo allucinante, ho sognato occhi rossi, morte e tante cose brutte l’altra notte e prima ho visto, o ho immaginato di aver visto quegli occhi rossi, qui, prima della sala comune” “Ma figurati non esistono cose del genere.. lo sai” “Forse! Ma non riesco a togliermi quell’immagine orribile dalla mente”.
Ylenia abbracciò forte Ilaria, lasciandola piangere per mezz’ora circa, quando si calmò, disse: “Andiamo a dormire dai, stasera resto nel lettone con te” l’amica sorrise e annuì e insieme andarono a dormire.
Andrea era scioccato, aveva corso come un matto per raggiungere la sua sala comune, dove non entrò.
Si sedette vicino al quadro che copriva l’ingresso delle cucine e ripensò agli avvenimenti successi poco fa, si rivedeva nella sala grande, vicino a Simone, intento a baciarlo, ma Andrea si scostò ripensando alle sue parole “Scusa, forse non è il caso… Non capisco sinceramente cosa provo per te. E’ vero, tu mi interessi e tanto… ma ci sono delle ose che ancora devo capire” dove fuggi e si ritrovò lì, vicino al quadro a piangere come un cretino, in realtà non sapeva perché stava piangendo, forse perché aveva appena buttato via un’occasione, forse per paura, forse perché davvero non sa che cosa vuole.
Più turbato che mai Andrea decise di asciugarsi le lacrime e di andare a dormire, dato che era veramente tardi.
La scena cambiò: Naomi aveva appena dato un bacio sulle labbra di Fabiola. Quest’ultima era rimasta talmente scioccata dal gesto dell’amica che le diede uno schiaffo così forte che il suono di questo riecheggiò per tutta la stanza e senza dire una parola s'alzò e se ne andò.
La mattina arrivò ben presto, e i nostri amici avevano ricominciato le lezioni, anche se in testa avevano in mente solo una cosa: le vacanze natalizie. Era il 22 dicembre, la Mcgranitt annunciò agli studenti che se avessero voluto passare le vacanze a casa avrebbero dovuto consegnare il permesso firmato dai propri genitori. Quest’anno i nostri amici avevano organizzato un Natale a casa di Cecilia, questa era immensa, il cibo preparato da sua madre era divino, nulla in confronto a quello che proponeva Hogwarts poteva essere meglio, e su questo erano tutti d’accordo.
Le vacanze arrivarono presto, Andrea e i suoi amici presero l’Hogwarts Express per ritornare a Londra, una volta arrivati furono guidati da Cecilia, dopo chilometri e chilometri di autobus e linee ferroviarie varie arrivarono. Il gruppo sgranò gli occhi di fronte al paesaggio, la casa di Cecilia si trovava in aperta campagna con uno sfondo pieno di montagne, non poco lontano vi si trovava una cascata seguita da un fiume, questo era accanto alla casa “Quando è estate vado sempre lìa fare qualche tutto, l’acqua è meravigliosa, ora non tanto, purtroppo” sorrise agli amici che invidiavano questa sua fortuna.
Entrarono tutti in casa, lo spazio interno era davvero enorme arredata con tanti mobili, alcuni si muovevano, c’era anche una gattina che si comportava come se fosse un essere umano.
“Ben arrivati ragazzi” disse la madre con voce calda e accogliente “Seguitemi da questa parte” li condusse in una stanza immensa, con tante coperte e materassi appoggiati in una posizione ben precisa, aveva preparato questa stanza solo per noi, solo una così che potessero stare tutti insieme “Ti ringraziamo a nome di tutti” disse Fabiola sorridendo “Allora la cena sarà pronta tra poco, quando avete finito di sistemarvi scendete per favore”.
I ragazzi ci misero poco a sistemare i loro bagagli, quando si trattava di stare in vacanza erano i primi a fare le corse. Una volta sistemato tutto, scesero e diedero anche una mano in cucina e nell’apparecchiare “Suvvia, non disturbatevi, io ho la magia che mi aiuta” “Beata lei, noi, ancora, non possiamo fare magie” disse Naomi.
Si sedettero  tutti insieme all’enorme tavolo pieno di squisitezze e le chiacchiere non mancavano proprio tranne per quattro persone, che erano stranamente silenziose “Perché voi state in silenzio? Siete strani in questi giorni” disse Ylenia “Insomma, siamo vostri amici, se avete qualche problema perché non ne parlate con noi?” “Forse non è il caso” disse Andrea “Ci sono cose che forse vanno affrontate senza di niente a nessuno” disse molto seccata Fabiola e a queste parole Naomi sprofondò nella vergogna più assoluta “Oh scusa, eh… non volevo infastidire!” la conversazione era finita in modo brusco, sembrava proprio che dei quattro nessuno volesse dire niente dell’accaduto.
Finito, la maggior parte dei ragazzi rimase ad aiutare a sistemare, anche se la Ministra, così era chiamata la madre di Cecilia, non voleva poiché sapeva benissimo cavarsela da sola. I ragazzi restanti andarono subito di sopra questi erano solamente Andrea, Naomi, Fabiola, Alice, Ilaria e Ylenia “Allora, so che sono una seccante rompicoglioni, ma vi si vede lontano un miglio che avete qualcosa che non va… quindi, dato che sono vostra amica, non me ne andrò finché non vi sarete sfogati” “Allora…” cominciò Andrea “Beh, ecco, non è che sia una cosa da dire tutti i giorni quella che preoccupa me, insomma, probabilmente sono uno a cui piace sperimentare nuove cose, ma questa di sicuro è quella che mi aspettavo di meno e che forse mi piace più di tutte. Voglio dire…” “Vuole dire che forse gli piacciono i ragazzi” lo interruppe Naomi “Ma lo sai che sei proprio una stronza?” “L’ho detto al tuo posto perché sennò ci avresti messo secoli a farlo” disse l’amica “Sì, comunque è vero..” Ylenia e le altre due amiche rimasero letteralmente scioccate “Ma… ma come…” disse balbettando Ilaria “Semplicemente che ho incontrato un ragazzo e…” continuò il discorso senza mai fermarsi e le amiche ascoltarono senza emettere fiato alcuno “Ero rimasta indietro anche io” disse Naomi con il suo solito fare da maschiaccio “Solo perché è successo prima delle vacanze e non abbiamo avuto molto tempo per parlarne…” “Benissimo” disse Ylenia “Benissimo un corno” pensò Andrea “Tu, Andrea, sei confuso, è normale, ma questo non deve oscurare il tuo sorriso e la tua allegria, mi hai capita?” Andrea fece di sì con la testa “Ottimo, qualcun altro?” “Io…” balbettò Ilaria “Io ho fatto dei strani sogni, ero talmente preoccupata che ho cominciato a bere come una spugna insieme ad Alice, lei forse l’ha fatto per George, non ne sono sicura, ero già mezza ubriaca quando si è aggiunta” “Non giustifica il bere eccessivo” disse Fabiola seccata “Ma sta zitta tu, che sei andata insieme a Naomi chissà dove per chissà quale motivo” ribeccò Ilaria “Va bene, va bene. Non è necessario stuzzicarsi, stiamo solo cercando di risolvere le nostre preoccupazioni, anzi, le vostre. Ora tu e Naomi cosa avete combinato?” “Dunque questa qua, mi ha dato un bacio in bocca” e tutti rimasero stupiti “TI HO Già DETTO MILLE VOLTE CHE NON L’HO FATTO APPOSTA, CHE NON VOLEVO, CHE NON MI INTERESSI. E TI HO Già CHIESTO SCUSA ALMENO UN MILIONE DI VOLTE” urlò Naomi “A me non sembrava affatto che fossi dispiaciuta” disse l’amica con disprezzo per la scena vissuta qualche sera fa “Non ho più alcuna intenzione di giustificarmi con te”.
Tutti i ragazzi entrarono, per fortuna la conversazione era finita e si poteva parlare benissimo di qualcos’altro. “Ragazzi” disse Fabiola come se non fosse successo nulla fino ad ora “Dobbiamo parlare di una cosa. Dobbiamo capire perché la stanza delle necessità era chiusa da qualche strano incantesimo” “Forse non c’è un vero motivo” disse Claudio “Magari qualche ragazzino pestifero si è divertito al settimo piano a lanciare qualche incantesimo senza voler provocare danno a qualcuno” “Può essere” aggiunse Stefano “Ma dobbiamo considerare anche l’ipotesi che non sia stato qualche stupido scherzo” “Stefano ha ragione, forse dovremmo fare qualche turno di guardia” disse Fabiola “Ma non dire fesserie” aggiunse Naomi contrariata “Non possiamo stare tutto il giorno tutti i giorni a controllare quella stanza” “E hai qualche soluzione migliore immagino” “Sì. Certo. Guarda qua…” le passò un libro con svariati incantesimi difensivi e di spionaggio “Questo può essere interessante: Incantesimo di guardia. Questo incantesimo non solo protegge l’oggetto che è stato colpito, ma dice anche chi l’ha lanciato e lo dice chi ha lanciato l’incantesimo di protezione. La formula è Proteggo e controllo. Ottimo lavoro” “Come sempre…” .
Il Natale passò velocemente, l’unica cosa che mancava era davvero il tempo, quando si stava insieme e in allegria era difficile, ma i ragazzi cercavano di cogliere ogni attimo per stare sereni e felici.
Anche il capodanno fu passato a casa di Cecilia, non mancava l’occasione di accendere le stelline babbane, anche se erano così poco magiche, i nostri amici ne erano sempre affascinati.
Non passò molto tempo che il ritorno a scuola fu imminente, i ragazzi erano davvero preoccupati, da lì a poco ci sarebbero stati gli esami di fine quadrimestre, dopotutto il sistema scolastico magico era molto simile a quello babbano.
Arrivato nella sua sala comune Andrea non vedeva l’ora di rivedere Simone, aveva finalmente deciso di dargli un’opportunità. Corse per tutta Hogwarts sperando di trovarlo e finalmente eccolo lì, davanti a Erbologia, con la sua divisa da Grifondoro, la sua bellezza che ti rapiva il cuore stava per avvicinarsi quando venne fermato da due Serpeverde del settimo anno, questi sembravano molto forti, infatti, loro, avevano dei corpi massicci e pieno di muscoli “Ei tassorossino, che stai combinando?” disse uno dei due spavaldo “Non sapresti che non devi girare qua senza che ti abbiamo dato il permesso?” “Ah… quindi ora avrei dovuto chiedere il vostro permesso? Magari prima di fermare gente a cazzo dovreste prima imparare l’italiano, che dite?” “Ehi come ti permotti di offendere, tu, inutile” con queste parole l’amico diede uno spintone ad Andrea così forte che lo fece cadere a terra “Benissimo come volete voi” non fece in tempo a tirare fuori la bacchetta che si sentì tutto rigido, era stato pietrificato dall’incantesimo lanciato dal primo ragazzo che l’aveva fermato, ora Andrea era terrorizzato, non riusciva più a muoversi  “Così impari a fare lo sbruffone con ragazzi più grandi HAHAHAHA” “Levicorpus!!” qualcuno aveva lanciato questo incantesimo ai due ragazzi che presero a volare a mezz’aria a testa in giù “Ciao Andrea, ti trovo bene” era Simone, con il suo sorriso smagliante “Ora ti libero subito… ehm…  Finitem Incantatem”.
Andrea si alzò e ricambiò il suo sorriso “Ti ringrazio tantissimo, mi vedevo spacciato. Non ho neanche fatto in tempo a difendermi dall’incantesimo” “Ho visto la scena, loro erano già preparati a eventuali tuoi attacchi, quindi non è colpa tua” e si sorrisero a vicenda “Ehm… li lasciamo lì?” disse Simone con aria scherzosa “Umm, no… Cioè sono stati cattivi ma non meritano di stare lì tutto il giorno… quindi” e qui Andrea tirò fuori la bacchetta “Siccome sono un Tassorosso, e si sa che noi siamo quelli gentili, desidero liberarvi, e dato che ora anche io ho la bacchetta in mano, provate fare scherzi e dovrete stare in infermeria per un bel po’, chiaro?” i due ragazzi annuirono con ansia “Liberacorpus” e i due ragazzi caddero a terra come sacchi di patate e corse via a gambe levate “Non so davvero come ringraziarti” sorrise in modo ebete Andrea “Non ti preoccupare… Magari qualcosa per me puoi farla. Ti andrebbe di uscire con me?” “Sì, accetto volentieri. Ero venuto a cercarti proprio per parlare di questo. Ma siccome vuoi uscire… penso ne parleremo lì, se sei d’accordo” “Perfetto, allora ci vediamo oggi pomeriggio ai tre manici di scopa” “D’accordo, verso le 16” “Allora a oggi” e se ne andò con un gran sorriso.
Intanto Fabiola era andata al settimo piano, davanti alla stanza delle necessità che come al solito appariva normalmente, a collaudare l’incantesimo trovato nel libro di Naomi e sembrava aver funzionato “Dunque testiamo un po’” pensava lei tra se e se “Colloportus” pronunciò e non successe nulla, ma la sua bacchetta si illuminò e si sentì come in un sibilo una voce “E’ stato lanciato l’incantesimo Colloportus da Fabiola” “Accidenti funziona davvero!” disse tutta felice.
A pranzo la ragazza annunciò a Naomi che l’incantesimo aveva funziona, che per fortuna aveva quel libro di incantesimi “A proposito… come hai detto che si chiama?” “Wikipedia!” “Ah, che nome buffo” “Se non ricordo male dovrebbe significare enciclopedia da qualche parte, ma non ne sono sicura” “Capisco… Ma Andrea che fine ha fatto??” “Ha detto che doveva fare una cosa importante, che aveva un appuntamento con una persona, sicuramente deve uscire con quel ragazzo…” continuò “Piuttosto, tu mi hai perdonata vero??” disse con tono amaro “Sì… diciamo di sì… Ma non t’azzardare più. D’accordo?” annuì senza dire niente “Torniamo ad Andrea… chissà che cosa sta combinando…”.
Andrea stava preparandosi per il grande incontro, era tutto agitato, non sapeva come vestirsi o che profumo mettere. Alla fine scelse qualcosa di casual non troppo elegante sperando di poter andare comunque bene per Simone.
Di corsa passò l’ingresso della sala comune e senza farsi vedere troppo se ne andò a Hogsmade arrivando con dieci minuti di anticipo ai tre manici di scopa.
Attese con impazienza, i minuti sembravano non passare mai, guardava sempre quell’orologio logoro che era sopra il bancone, dove erano servite le bevande e gli alcolici. Ormai erano quasi le quattro, era troppo impaziente e stava immaginando tutta la scena che avrebbe potuto esserci, le cose che si sarebbero potute dire o cose che si sarebbero potute fare. Ed esse sparirono rapidamente dalla mente di Andrea perché lo vide arrivare. Arrivò con quel suo sorriso che ti scaldava il cuore e quello sguardo che ti rapiva e ti portava chissà dove, allora Andrea si alzò e salutò il ragazzo “Ciao… scusa sono arrivato troppo in anticipo, ma ero un po’ impaziente” “Lo posso capire” rispose il ragazzo “Infatti, dovevamo vederci fra cinque minuti, chissà da quando sei arrivato tu” “Oh tranquillo… sono solo cinque minuti che sono qui” e fece un sorriso da vero cretino “Dunque, che ti va di bere Andrea?” “Prendo quello che prendi tu” “Allora vada per una burrobirra a testa”. Simone prese due calici di burrobirra e lo porse ad Andrea “Ecco a te” disse sorridendo “Tieni questi sono i galeoni per la burrobirra” Andrea tese la mano con sopra 2 galeoni “No, non li voglio. Questa te la offro io e non accetto nessuna scusa” continuando a sorridere “D’accordo. L'importante è che la prossima volta fai offrire a me” “Basta che mi inviti a qualche altro appuntamento” e a questa frase il viso di Andrea cambiò colore e divenne rosso come un pomodoro “Ce-Certamente……..” disse balbettando.
Chiacchierando e chiacchierando i due ragazzi scoprirono di avere moltissime cose in comune, come la cucina o ascoltare la buona musica e avevano gli stessi ideali, insomma, praticamente fatti l’uno per l’altro, anche se non andavano d’accordo su alcuni tipi di alimenti che piacciono.
Si fece molto tardi e Andrea disse che doveva andare che sennò lo avrebbero linciato “Ci rivediamo, vero?” disse Simone “Certo che sì. Anzi, perché non vieni con me? Così conosci i miei amici” “Non vorrei essere d’impiccio… poi non è un po’ presto?” “Ma di cosa? Ci stiamo solo conoscendo, per ora… quindi, perché no?” “D’accordo, affare fatto” i due si sorrisero e insieme andarono alla stanza delle necessità. “E’ la prima volta che vedo questa stanza. Come avete fatto a trovarla?” chiese esterrefatto lui “L’anno scorso Harry Potter ha fatto quell’esercito di Silente, contro la Umbridge, vi partecipava anche uno dei nostri. Poiché non serviva più allo scopo abbiamo cominciato ad usarla anche noi, anche se a volte fa dei capricci” “Uhm forse c’entra quella storia che ho sentito. Infatti, si vocifera che anche Draco vaghi qua sopra di tanto in tanto” “Questa notizia non la sapevamo proprio. Sarà una sorpresa per gli altri scoprirlo. Forza entriamo!”.
Varcata la soglia i ragazzi rimasero imbarazzati perché improvvisamente calò il silenzio nella stanza “Ehm buonasera… Questo è un mio nuovo amico, volevo farvelo conoscere è molto simpatico, carino intellige... cioè ha scoperto delle cose riguardo al mistero della stanza” “Ah si? Cosa?” chiese Fabiola tutta curiosa “Prima di tutto, mi chiamo Simone, piacere. Frequento il settimo anno e sono Grifondoro, ovviamente” toccandosi la divisa “Io so per certo che Draco Malfoy viene al settimo piano di tanto in tanto. Andrea mi ha detto che ogni tanto la stanza non funziona, sarà per questo?” “Può essere, può essere..” riflette Fabiola “Dai accomodati. Raccontaci qualcos’altro di te” “Beh che dirti, sono il ragazzo di Andrea” e tutti si stupirono a sentire quelle parole, pure Andrea stesso non riusciva a credere a quelle parole.

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Capitolo 5
*** L'importanza di una sorriso ***


Il vento batteva forte contro le finestre, agitava persino le acque del lago nero, la pioggia che batteva era fortissima, stava addirittura facendo sciogliere la neve, un clima abbastanza insolito per quel periodo. A questi due ragazzi non importava se pioveva, stavano talmente bene protetti dal grande albero vicino alla capanna di Hagrid che non badavano al tempo: “Forse dovremmo rientrare” “Sì hai ragione, sicuramente al chiuso e al riparo staremo meglio”.
Così i due ragazzi corsero fino al castello e andarono nella sala comune dei Grifondoro, entrando notarono che non c’era nessuno per fortuna, così potevano appartarsi in un letto.
L’emozione era tanta, entrambi volevano fondere i corpi in un unico, volevano vivere un amore senza censure, senza imbarazzo; così lui iniziò a baciarla sul collo sbottonandole la camicetta “Sei sicuro che possiamo stare tranquilli George?” “Sì Alice… poi ho chiuso la porta a chiave e solo io posso riaprirla” i due continuarono a baciarsi e spogliarsi finché non cominciarono a fare l’amore teneramente e a lungo.

La situazione era davvero imbarazzante per Andrea, aveva appena detto a tutti di aver capito che gli piacevano i ragazzi e inoltre aveva un ragazzo, un bellissimo ragazzo che lo desiderava talmente tanto da non aver paura di mettere a nudo i propri sentimenti davanti ai suoi amici o a quelli del suo attuale fidanzato “E quindi… ora voi due state insieme, eh?” disse Alice stupita “Siete proprio carini insieme, sapete? Anche se sinceramente fino a ieri immaginavo Andrea con una ragazza” “Perché ti sei persa la confessione di Natale” disse Ylenia divertita “Ehi tu dovresti cominciare a tenere un pochino la bocca chiusa, bionda finta che non sei altro” disse ironicamente Andrea “Che ci vuoi fare se ho detto la verità?” “Era necessario così??” e i due risero assieme “Sai è tutto davvero molto strano, ma penso di aver sempre saputo come stanno le cose, immagino che lui mi abbia finalmente aperto gli occhi” “Immagino di sì” rispose Simone divertito al posto di Ylenia “Parole sante” se ne uscì Alice come se nulla fosse.
Andrea si allontanò e prese in disparte Alice “Allora come stai oggi?” chiese come quasi in un bisbiglio “Sempre uno schifo, vorrei avere la tua fortuna” “Vedrai che la sarà la fortuna a trovarti e l’amore anche te farà felice. Oddio non so se sono innamorato, certo, però sto davvero molto bene quando sono con lui” “Forse è questo l’amore?” chiese lei dubbiosa “Non lo so. Se i sentimenti potessero essere capiti non sarebbero irrazionali, giusto?” “Si probabilmente hai ragione” rispose l’amica amareggiata “Dai vedrai che sarai fortunata anche tu” e i due si abbracciarono.
Conclusasi la serata tutti andarono nei rispettivi dormitori, gli ultimi ad uscire furono Andrea e Simone “Dai ti accompagno se vuoi, tanto per arrivare al settimo piano devo per forza passare dal quarto, no?” “Si d’accordo” sorrise il primo, e insieme s’avviarono verso il quarto piano. “Eccoci qua” disse Andrea “Quindi… buonanotte” “Buonanotte” e Simone abbracciò Andrea e lo baciò, stavolta non sarebbe fuggito o andato via, ma avrebbe goduto quest’attimo così inteso ma breve “Ci vediamo domani” e si salutarono sorridendo.
I giorni seguenti furono sempre gli stessi: Ormai Andrea e Simone facevano sempre coppia fissa, alcuni li guardavano con occhi strani, come se la cosa fosse innaturale o anormale, ma loro se ne fregavano molto di quello che la gente pensava “Penso che siano solo invidiosi” commentò Andrea “Immagino di sì. Ma comunque non è che mi importi molto, a me basta essere felice con te, e se poi qualcuno si azzarda a toccarti deve vedersela con me” a queste parole le guance di Andrea cambiarono colore.
La situazione di Alice era molto diversa, aveva in mente un unico ragazzo, che probabilmente non sapeva neanche della sua esistenza ed era sempre ricoperta d'affetto dal gemello, che lei non considerava molto, aveva nel cuore un'unica persona, George.
Ormai era l'ora del pranzo e Naomi aveva sempre lo sguardo verso una persona, un bellissimo ragazzo alto, con i capelli lunghi e neri e uno sguardo che ti rapiva "Chi stai fissando" disse Fabiola facendo spaventare Naomi "Mi hai fatto venire un colpo! Comunque non sto guardando nessuno..." "Ah no? E chi è quel ragazzo di Serpeverde che stai mangiando con gli occhi?" "Ehm, e che cazzo ne so." risposte acidamente l'amica "Comunque è proprio bello" disse molto coerentemente Naomi "Si è vero, lo stavo guardando anche io prima" "Un ragazzo impossibile da raggiungere mi sa" commentò sospirando l'amica "Per di più Serpeverde, non penso proprio che ci calcolerebbe"; entrò Andrea e si sedette nel tavolo della sua casa vicino a Laura "Ciao Lauretta, come stai oggi?" "Normale Ci, tu? Ah, che domanda sciocca, ti si vede lontano un milione di chilometri che sei felice come una pasqua" "Hehe, vabbè in quel campo sto molto bene, per quanto riguarda i compiti mi sono ritrovato un po' indietro, usciamo sempre, devo ridurre un po' sennò poi mi bocciano" "Immagino di sì" "Invece a te come vanno le cose in quel campo?" disse Andrea ammiccando con l'occhio sinistro e il sorriso da chi la vede lunga "So che sei uscita con un certo Raoul" l'amica sentendo queste parole cominciò ad arrossire "Ehm no, ma che dici" "Dai ti si legge in faccia che è vero" sorrise lui "Guarda che non c'è niente di male, eh!" "Si, cioè, ma non ero ancora pronta per dirvelo" dicendo questo Laura si alzò e se ne andò via come se nulla fosse "Cosa avrò mai detto di male, mah, ste donne".

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