LA MADRE DI MIO FIGLIO

di xhio
(/viewuser.php?uid=13222)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pensieri ***
Capitolo 2: *** sul più bello... ***
Capitolo 3: *** non ricordavo portassi questo profumo... ***
Capitolo 4: *** che ci sarà mai da ridere? ***
Capitolo 5: *** Parole, parole, parole... ***
Capitolo 6: *** Accetto ***
Capitolo 7: *** Screzi ***
Capitolo 8: *** Passeggiata per schiarirsi le idee ***



Capitolo 1
*** Pensieri ***


AUTRICE: xhio (xhio_bk@hotmail.com)
STORYLINE: ambientato alla fine della puntata 13 della 3^ stagione "Dietro le quinte", subito dopo la fine dello spettacolo, prima che la gang torni all'albergo
SPOILERS: Non moltissimi, credo, ma per chi non è ancora arrivato a vedere la puntata 3x13 non garantisco nulla, qualcosa potrebbe sfuggirmi...
PAIRING: Angel/Cordy
RATING: pg-13 per sicurezza, ma non so bene come potrebbe evolversi.
DISCLAIMER: I personaggi citati non mi appartengono, ho solo preso liberamente spunto dalla serie "ATS" di proprietà di Joss Whedon, della Mutant Enemy, ecc.
NOTE: E' la prima volta che scrivo di Angel. Semplicemente sto vedendo per la prima volta la 3^ serie di ATS e mi sto troppo affezionando alla coppia Angel/Cordy. Questa storia è nata da sola subito dopo aver visto 3x13 "Dietro le quinte", non c'è un motivo particolare, mi è semplicemente venuta in mente, e ho sentito il bisogno di scriverla. Spero vi piaccia. Vi confesso che, al momento non ho ben chiara neanche io quale sarà la conclusione, perciò...intanto godetevi la storia, alla conclusione ci pensarò piu tardi ;P
FEEDBACK: Please please please! Sarebbe a di poco MOLTO gradito
DISTRIBUZIONE: chiedere.

LA MADRE DI MIO FIGLIO

Fuori dal teatro la temperatura si era alquanto abbassata e una piacevole brezza rinfrescava l'aria di LA.
Il viaggio di ritorno fu particolarmente tranquillo, nessun mostro o demone li attaccò, nessuna visione...anzi, forse fu un viaggio sin troppo tranquillo!
Sul sedile posteriore era seduta Fred, affiancata da quelli che, ormai, erano diventati i suoi angeli custodi: Gunn alla sua sinistra e Wesley alla sua destra, solo che il loro morale era diametralmente opposto; l'uno era nettamente più "gioviale" del solito: rideva, scherzava e si divertiva con Fred dimostrando un innaturale buon umore nonostante la ferita subìta nel combattimento a teatro, mentre l'altro se ne stava mestamente in silenzio con la faccia tra le mani e lo sguardo perso sulle figure che si susseguivano al di fuori della macchina.
Cordy, seduta sul sedile davanti, sembrava molto tranquilla: ogni tanto scherzava con Gunn e Fred, oppure cercava di coinvolgere Wesley nelle discussioni e talvolta rimaneva in assoluto silenzio ad ascoltare, senza sembrare imbarazzata di questo.
Angel, dal canto suo, al posto di guida, era il più nervoso di tutti: perso nei suoi pensieri stringeva con forza il volante dell'auto come per accertarsi di non perderne il controllo. Non riusciva ad evitare di rivivere con la mente il momento magico che c'era stato tra lui e Cordelia: la rivedeva continuamente seminuda distesa sotto di lui, e rivedeva le proprie mani scorrere con estrema delicatezza su quel morbido corpo e l'estatica espressione di lei, con gli occhi socchiusi, in attesa di ricevere lui...quelle labbra così morbide, il collo delicato e il seno...ah, il suo seno! Che forme perfette! Ne aveva ammirato i contorni per la prima volta quella volta in cui lei doveva fare un provino pubblicitario con un bizzarro bikini praticamente invisibile e già allora se ne era innamorato, ma vederlo senza veli, in tutto il suo splendore, scosso dal suo respiro leggermente affannato, era stato davvero troppo, e ne prendeva coscienza solo in quel momento perchè prima, sotto l'effetto dell'incantesimo, lui era semplicemente Stephan, non Angel, e non poteva rendersi conto di quale fortuna gli fosse toccata nel poter anche solo sfiorare una così raffinata bellezza.
Rivedendo per l'ennesima volta nella sua mente quella scena, il pensiero corse automaticamente ad un fatto verificatosi il giorno prima.

[La mattina precedente]
Aprì gli occhi alle 10 in punto. Ormai aveva impostato i suoi ritmi biologici di vampiro sugli orari di Connor e quella era l'ora della pappa. Si stupì di non sentirlo già piangere, ma subito si ricordò che non era lì nella culla accanto a lui, così, mentre si stiracchiava pigramente nel letto, aguzzò il suo udito di vampiro per sentire quello che accadeva nella hall dell'Hyperion.
Contemporaneamente, al piano di sotto, Fred estrasse il biberon dal bollitore e si spruzzò una goccetta di latte sul polso per saggiarne la temperatura.
"E' pronto" esordì trionfante girandosi verso Cordelia che era seduta accanto alla culla di Connor e lo dondolava lentamente.
Di sottofondo si sentivano i versi del bambino, tutto preso a scoprire un giocattolino ad incastro che Fred gli aveva regalato.
Angel sorrise immaginandosi la scena e decise di uscire dalla sua stanza per sentire meglio e, perchè no?, per sbirciare un po' le due donne alle prese con suo figlio.
"Menomale, era ora!" esclamò Cordelia allungando una mano verso Fred per farsi dare il biberon "Tra non molto questo signorino avrebbe iniziato a reclamare la sua pappa rischiando di svegliare il suo papà"
Angel, che nel frattempo era uscito di soppiatto dalla sua stanza, non poteva fare a meno di continuare a sorridere sentendosi così teneramente chiamato in causa.
"...il che non sarebbe stato molto piacevole per nessuno di noi!" concluse la ragazza afferrando il biberon dalle mani di Fred.
Il sorriso di Angel gli morì sulle labbra per trasformarsi in un broncio offeso...come se Cordelia potesse vederlo! Invece stette ben attento a non farsi scorgere e si affacciò da dietro una colonna verso il grande salone e la scena che vide non potè fare a meno di fargli tornare il sorriso sulle labbra.
Cordelia si rivolse a Connor: "E' vero che il tuo paparino spesso e volentieri appena sveglio non è di ottimo umore, eh, Connor? Eeeh, forse tu ancora non lo sai, ma lo imparerai presto, vedrai".
Fred soffocò un risolino divertito.
"Vieni da zia Cordelia" continuò Cordelia prendendo in braccio il neonato "Eccolo qui, il mio fagottino bellissimo! Tieni, amore, mangia tutta la pappa così diventerai grande e bello come il tuo papà...e speriamo anche un po' più allegro!" gli sorrise teneramente avvicinandogli alle minuscole labbra il biberon che il piccolo afferrò istantaneamente cominciando subito a succhiarne avidamente il contenuto.
Angel, che dal suo "nascondiglio" osservava, non visto, tutta la scena, ebbe una stretta al cuore nel vedere la donna per cui si accorgeva di cominciare a provare dei sentimenti, nutrire con tanto amore e tenerezza suo figlio, quasi come fosse lei stessa la madre...ah se solo fosse stato vero, che madre fantastica avrebbe avuto Connor! Non che non apprezzasse il sacrificio di Darla: probabilmente loro figlio era l'unica cosa buona che lei avesse fatto in centinaia di anni di vita e non-vita, ma Darla era la compagna di Angelus, e nonostante fosse innegabile che tra loro fosse rimasto un profondo legame, Angel non provava per lei gli stessi sentimenti che aveva provato Angelus; il suo cuore, ora, batteva per qualcun'altra...o meglio, tecnicamente il suo cuore continuava a non battere, ma da qualche tempo a questa parte, quando guardava Cordelia, e in particolar modo quando guardava Cordelia che così teneramente cullava Connor, sentiva un battito da qualche parte in fondo all'anima tormentata. Rimase così, nascosto, in silenzio, ad osservare Cordelia che passeggiava su e giù per la stanza mentre dava da mangiare a Connor sussurrandogli dolcemente una canzoncina all'orecchio.
Dopo qualche minuto anche Fred alzò lo sguardo dalle sue riviste per osservare la scena:
"Che carini che siete!" sospirò.
"Che carino che è Connor, vorrai dire! Io sono impresentabile stamattina! Guarda che capelli, sono orribile!" si lamentò invece Cordelia.
"Beh, alle eroine non è richiesto di essere sempre ben pettinate, l'importante è che siano..." si interruppe e la fissò un attimo non riuscendo a trovare la parola esatta "...eroine!" concluse poi non trovando un aggettivo migliore.
Cordelia le sorrise con riconoscenza, poi spostò nuovamente la sua attenzione su Connor.
Ci fu un attimo di silenzio rotto solo dal rumore del neonato che ciucciava il suo biberon, mentre tutti lo osservavano.
"Certe volte penso che non sia giusto che Connor non potrà mai essere allattato dalla sua mamma" disse Cordelia, continuando a fissare il piccolo.
"Anche io lo penso, sai? Voglio dire: a giudicare da come succhia avidamente quel biberon, il latte in polvere moderno deve essere molto ma molto buono, ma ciò non toglie che il piccolo non proverà mai la sensazione di essere allattato dal seno di sua madre e il sapore del suo latte... E' come dover mangiare sempre gelato alla soia senza mai poter assaggiare il VERO gelato italiano...capisci la drammaticità della situazione?!? Certo, è pur vero che se mai lo assaggerà, mai saprà cosa si sta perdendo, ma...cosa si sta perdendo!" disse Fred tutto d'un fiato, contenta di essere stata interpellata e di poter esprimere il suo parere
"Non so se hai capito quello che intendo..." aggiunse poi in risposta allo sguardo confuso che l'amica le aveva lanciato, stordita da quel fiume di parole.
"Immagino di sì" rispose semplicemente Cordelia, tornando a fissare Connor.
"Sai, credo che debba essere bello essere mamma..." fece una piccola pausa "...e poter allattare" concluse palpandosi un seno con la mano libera come mettendosi in posizione per allattare.
"Già" le rispose sorridendo Fred con aria sognante.
"Ma sì, non mi guardare così, lo so che non è possibile!" si difese Cordelia fraintendendo l'espressione di Fred.
"Ma io non ho..." provò a giustificarsi Fred, ma la voce dell'altra si sovrappose alla sua, interrompendola:
"Accipicchia, non è giusto però!" cinguettò. Poi, con aria molto più seria:
"Mi piacerebbe poter essere la sua mamma...tutti i bambini meritano di avere una mamma"
Angel, dall'alto del suo nascondiglio, rimase colpito da queste parole.
"Beh, sai, tecnicamente non è impossibile" le rispose Fred con nonchalanche riportando la sua attenzione alle sue riviste scientifiche.
"Che intendi?" s'incuriosì Cordelia.
"L'altro giorno leggevo su 'SCIENCE' che è ormai molto diffuso in America un medicinale che permette anche alle donne povere di latte di poter allattare" spiegò la fisica.
"Figurati, ci saranno miliardi di effetti collaterali" fu la risposta delusa di Cordy.
"Stando all'articolo, il 92% delle donne che lo usa se ne ritiene soddisfatta. L'unico effetto collaterale sembra essere l'ingrandimento del seno..." spiegò.
"E dove sarebbe l'effetto collaterale?"
"In realtà non è un vero e proprio effetto collaterale in quanto l'ingrossamento del seno è un fenomeno che si verifica normalmente nelle donne che hanno appena partorito, proprio in seguito alla sovrapproduzione di latte e all'ingrossamento delle ghiandole mammarie e..."
"Era una battuta, Fred"
"Aaaah" arrossì la ragazza "ma certo, che stupida, non avevo capito"
"Tanto è inutile: Angel non mi permetterebbe mai di allattare suo figlio, questo è certo"
"Chi te lo dice? Prova a chiederglielo. Non si sa mai..."
"Figurati! Hai visto quanto ci ha messo prima di darci il permesso di prenderlo anche solo in braccio e quante storie ha fatto per farlo visitare all'ospedale?! Figurati se me lo farebbe allattare! E' pura fantascienza!"
Entrambe abbassarono mestamente lo sguardo sapendo che in fondo Cordelia aveva ragione.
"E anche ammesso che ti desse il permesso ci metterebbe così tanto tempo prima di abituarsi all'idea che Connor sarebbe già cresciuto così tanto da non aver più bisogno di essere allattato!" aggiunse Fred, sorprendendo Cordelia che le rivolse uno sguardo a metà tra lo stupito e il divertito: anche la ragazza cominciava a conoscere il caratteraccio del "capo", pensò.

"Angel?" lo chiamò piano Cordelia posandogli dolcemente una mano sul braccio destro, che teneva disteso per afferrare la leva del cambio; ma più che la voce della donna fu il contatto con la sua pelle calda a riscuoterlo dai suoi pensieri, e subito un altro flash di lei mezza nuda gli attraversò il cervello.
"Tutto bene?" gli chiese con voce quasi impercettibile sapendo che tanto lui avrebbe potuto sentirla, muovendo impercettibilmente la mano senza tuttavia interrompere il contatto con il braccio di lui, in un gesto che si poteva, con molta fantasia, confondere con una carezza.
"Ehm...io...stavo pensando" rispose altrettanto sottovoce.
"Bei pensieri?" gli sorrise dolcemente Cordelia.
"Pensieri" rispose lui lapidariamente, venendo colto impreparato tanto dall'inaspettata domanda quanto dall'ancor più inaspettato gesto di affetto.
'Accidenti alle donne! Come fanno ad essere sempre così tempestive? Che abbia acquisito la facoltà di leggere nel pensiero?'

TO BE CONTINUED

Che ne pensate? E' la prima volta che scrivo e in particolare che scrivo di Angel per cui mi farebbe piacere sapere le vostre impressioni, sia belle che brutte, se avete commenti, curiosità, perplessità, suggerimenti dite pure! Sono tutta orecchi!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** sul più bello... ***


NdA: Questo capitolo segue appositamente la linea della storia originale, gli stessi dialoghi sono riportati fedelmente...almeno nella prima parte! Ad un certo punto, ovviamente, il mio racconto comincia a distaccarsi dal copione per prendere tutt'altra direzione.
Ci tenevo a precisare che non sono una grande fan della coppia Gunn-Fred quindi, per quanto mi riguarda, vi preannuncio che dopo questo capitolo non ci saranno altri riferimenti, quindi potrebbe capitare che ad un certo punto della storia potreste chiedervi:"Ma Fred e Gunn?" Beh, non ve lo chiedete perchè da me non avrete risposta! =P Qui è di un'altra coppia che mi occupo, mica posso pensare a tutto io! =)
Spero che vi piaccia ugualmente.
Buona lettura!

[Hyperion Hotel]
Wesley, nel suo ufficio, aveva appena finito di medicare la ferita di Gunn.
"Ho dovuto pulire bene la ferita. Vuoi qualcosa per il dolore?" chiese l'inglese al suo 'paziente'.
"Quale dolore?" gli rispose Gunn, perso negli occhi di Fred che, seduta di fronte a lui, gli sorrise a sua volta, sotto lo sguardo di un sempre più avvilito Wesley.
Angel, dalla hall, aveva osservato tutta la scena, ma, ancora perso nei suoi pensieri, non ne aveva afferrato il significato.
Il vampiro si girò invece verso Cordy, che si stava allisciando il vestito:
"Credi che possa ancora riportarlo indietro? Perchè altrimenti dovremmo prendere moolti più casi per poterlo pagare" cinguettò evidentemente imbarazzata, con lo sguardo basso sul proprio vestito, onde evitare appositamente quello di lui.
"Cordy..." tentò di esordire Angel per intavolare una discussione.
"Lo sai? Credo sia molto meglio non parlare della...aehm..." piccola pausa e un timido tentativo di alzare lo sguardo verso di lui, per poi subito riabbassarlo imbarazzata "...nostra piccola avventura. Qualunque cose strana possa essere avvenuta, qualunque cose possa essere...stata" risatina nervosa "Piccante".
Angel percepì distintamente il suo imbarazzo riguardo l'argomento. Va bene che era un musone scontroso, ma andiamo: chi non si sarebbe accorto che Cordelia era imbarazzatissima? Ammise che questo succedeva molto raramente... Probabilmente il problema più grande erano i loro amici nella stanza accanto con la porta era aperta: una qualsiasi parola detta malamente avrebbe potuto far loro intendere ciò che era realmente successo, cosa che, evidentemente, Cordy preferiva rimanesse privata. Angel comprese questo suo bisogno e cercò di non farla sentire più a disagio di quanto già non fosse:
"Io voglio solo fingere che non sia mai successo" disse con malcelata nonchalanche, avanzando di qualche passo per voltarle le spalle.
"Sì, esatto!" confermò lei squittendo nervosamente.
"Cancellarlo dalla mia memoria" continuò lui, ma a queste parole lei sembrò contrariata
"Cosa? E' stato forse disgustoso?" si risentì facendolo girare di colpo
"No! Io...ecco...i-io vorrei solo...se noi dovessimo..." balbettò Angel. Ecco, ora era veramente spiazzato. Non sapeva che dire! Si era notato, eh? Che avrebbe potuto dire che non suonasse male? L'unica soluzione era continuare a balbettare, buttandola in confusione. Non che riuscisse a fare altro. Quello gli venne decisamente naturale.
"...vorrei che tutto fosse per noi...nuovo" si fermò terrorizzato 'E ora? Glielo dico?'
"Iniziare dal principio".
Cordelia lo guardò perplessa:
"Non ti seguo molto bene, sai?"
"Cordy, tu ed io lavoriamo insieme da molto tempo..." riprese lui. Finalmente si era convinto: glielo avrebbe detto. Al diavolo tutto! Sorvolò sulla smorfia che Cordy aveva fatto e continuò imperterrito:
"Quello che voglio dire è che tu sei diventata una donna davvero...straordinaria" e a queste parole lei sorrise raggiante, ma non fu l'unica a sorridere: anche Lorne era comparso in cima alle scale e si stava silenziosamente godendo la scenetta. Fortunatamente Angel non lo aveva ancora visto e, rincuorato dalla reazione di lei, era più che mai deciso a continuare.
"Lo so che noi non siamo sempre andati d'accordo però i-io credo che noi due, insomma, tu ed io..." esitò un attimo conscio che la sua voce stava tradendo troppa emozione.
"Tu ed io?" lo incoraggiò Cordelia.
"Beh, ecco noi..." ma non fece in tempo a finire la frase perchè un urlo di Connor lo interruppe: il ragazzino iniziò a piangere a squarciagola.
"Connor!" esclamarono all'unisono Angel e Cordelia. Quest'ultima, più vicina alle scale, nonostante i tacchi alti, fu più veloce del vampiro e, superato Lorne senza tanti complimenti, si precipitò nella camera del neonato.
Angel invece si fermò di colpo quando vide Lorne sulle scale e gli lanciò un'occhiataccia degna dei suoi tempi peggiori: dato il sorrisetto compiaciuto cucito su quelle labbra, non ci voleva molto a capire che il demone verde non era arrivato già da un po' e si stava guardando tutta la scena ridendo della goffaggine di Angel... Il vampiro lo avrebbe torturato, per questo, ma non ora: adesso doveva pensare a SUO figlio.
"Ma non è possibile! L'ho appena messo a letto, dormiva come un angioletto..." cercò di giustificarsi Lorne, fingendo di credere che l'occhiataccia di Angel fosse dovuta alla sua distrazione nei confronti del piccolo.
Anche Wesley, richiamato dal trambusto, si affacciò:
"Serve una mano?" chiese, sperando di poter essere utile per distrarsi dai suoi pensieri.
"Oh, non ti preoccupare, non è un'apocalisse, è solo il piccolo che piange un po' per attirare l'attenzione di mamma e papà, se la caveranno benissimo da soli" rispose Lorne al posto di Angel che ormai aveva raggiunto a grandi falcate la propria camera da letto. Così dicendo, conscio della ramanzina che lo attendeva, Lorne decise di andare volontariamente incontro al suo destino e si avviò verso la stanza di Angel.
TO BE CONTINUED

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** non ricordavo portassi questo profumo... ***


NdA: Posto subito un nuovo capitolo per farmi "perdonare" del fatto che starò fuori un'altra settimana e quindi non potrò aggiornare... Al "succo" della storia manca ancora un bel po', ma non disperate: piano piano ci arriveremo ;)
Enjoy your reading =)

CAP. 3

[Stanza di Angel e Connor]
Angel arrivò di corsa sulla soglia della porta della propria camera, ma nel momento stesso in cui vi giunse il pianto di Connor si interruppe. Già la breve corsa gli aveva fatto venire il fiato un po' corto [ndA: lo so, lo so, ai vampiri non viene il fiato corto, ma è un modo di dire....ci stava bene! =P ] , ma la visione che si presentò ai suoi occhi glielo mozzò letteralmente. Per fortuna non aveva bisogno di respirare!
Cordelia, le cui scarpe giacevano abbandonate in mezzo alla stanza aveva preso in braccio Connor, che aveva smesso di piangere e adesso si gongolava placidamente sul petto della donna, mentre con la sua minuscola manina si aggrappava ad un lembo della spallina del suo vestito; lei lo guardava con una dolcezza infinita e lo cullava piano piano, come se avesse paura di "romperlo". Una ciocca di capelli si era sottratta all'acconciatura e ora le ricadeva ribelle davanti agli occhi.
Angel ammirò la scena con una stretta al cuore: mai avrebbe potuto immaginare di assistere ad una scena di tale dolcezza.
Lorne, che nel frattempo sopraggiungeva in tutta fretta, quasi gli andò a sbattere addosso, ma lui quasi non se ne accorse, preso com'era ad ammirare la scena.
"Ehi Connor, guarda chi c'è: è arrivato papà!" informò Cordelia, e il bambino rispose con un gemito, come se l'avesse capita.
Angel si avvicinò lentamente al bambino, gli sorrise con tutto l'affetto che aveva e accarezzandolo con tutta la delicatezza di cui era capace,
"Sì, piccolino, papà è tornato, non ti lascerà più con quell'enorme mostriciattolo verde, stai tranquillo. Chissà che strane idee ti mette in testa..."
"Grazie della riconoscenza, Angel. Non ti preoccupare, è stato un piacere per me" ironizzò Lorne, ma nessuno badò a lui: Angel troppo intento a fare le smorfie per far ridere Connor, Cordy intenta a pensare che quel vampiro era adorabile quando si trasformava in un paparino modello e che quel bambino tirava fuori il meglio di lui e Connor che sentendosi così amato e protetto e al centro delle attenzioni era al settimo cielo e rideva e si dimenava per la felicità.
Inavvertitamente, nel gesticolare, il neonato tirò troppo lateralmente la spallina del vestito di Cordy che scivolò immediatamente sulla pelle liscissima della donna. Angel, a cui la cosa non era sfuggita, con prontezza di riflessi afferrò la manina di Connor bloccando la spallina prima che fosse "troppo tardi". Cordelia alzò timidamente gli occhi verso il vampiro, accertandosi che lui la guardasse negli occhi mentre lei faceva scivolare un dito sulla spallina del vestito per ritirarla sù, ma non potè impedire alle sue guance di imporporarsi. Angel lo notò e le sorrise con dolcezza, ma lei, ancora più imbarazzata, abbassò nuovamente lo sguardo per fissare un punto indefinito del pavimento.
Intervenne Lorne a stemperare l'atmosfera:
"Allora, campioni, com'è andato il balletto? Vi siete divertiti alla faccia del povero Lorne, non è vero? Non vi sentite neanche un po' in colpa per questo?"
"A dire il vero il balletto era uno schifo" gli rispose Cordy con la sua nota schiettezza, grata di poter cambiare argomento e voltare le spalle ad Angel per poter guardare Lorne "Pensa che quella povera ballerina era costretta a recitare quella stessa parte da più di un secolo: persino Angelus l'aveva già vista recitare lo stesso dramma! Immagina quanto vecchia potesse essere! Ah, e Angelus aveva anche pianto quando aveva visto quel balletto la prima volta...tu non lo sapevi questo, vero? C'è una certa ironia in tutto questo: Angelus il terribile sanguinario vampiro flagello d'Europa che piange ad un balletto!"
Angel aggrottò la fronte, sentendosi offeso, ma Cordelia continuò imperterrita:
"Detto tra noi, appena l'ho saputo non vedevo l'ora che arrivasse la fine per potermi fare quattro risate vedendo Angel piangere...immagina che spasso: l'avrei preso in giro per il resto della sua eternità! E invece no! Il nostro mister "sonoIoIlCampione" ha dovuto trovare il soprannaturale anche questa volta e non siamo arrivati a vedere la fine!"
"Ma sentila! Tanto tu la fine non saresti ugualmente arrivata a vederla, dal momento che ti sei addormentata ancora prima che lo spettacolo iniziasse!" ribattè indispettito Angel "E hai pure sbavato sulla mia giacca!"
"Che ingenuo che sei, mio bel vampiro centenario!" lo canzonò lei "Vedi? Non hai capito niente! La mia era tutta una tattica: farti credere che dormivo così tu, certo di non essere visto, ti saresti lasciato andare alle emozioni e io ti avrei sorpreso a piangere!"
"Ah sì?!? Ma davvero?!? Dì un po', grande stratega: era comoda la mia spalla? E poi non..."
Lorne lo interruppe prima che potesse dire qualcosa di imbarazzante:
"Per l'amore che non hanno a Pylea, ragazzi, non mi state facendo capire niente! Si può sapere che è successo a quel maledettissimo teatro?"
Cordelia poggiò Connor, che rideva divertito ai battibecchi come se avesse potuto comprenderli, nella culla e cercando di ridarsi un contegno, provò a spiegare la situazione:
"Dunque, c'era un tizio, il conte Kurshocomesichiama..."
"Che era in realtà proprietario della compagnia da oltre un secolo" la corresse Angel beccandosi un'occhiataccia
"...ovvero il proprietario della compagnia, che aveva imprigionato la prima ballerina perchè era geloso di Stephan..."
"Stephan che era in realtà l'amante segreto della prima ballerina e che le aveva proposto di scappare con lui all'insaputa del suo padrone" si intromise ancora Angel infastidendo Cordelia ancor di più.
"...Sfortunatamente il conte Kurshocomesichiama li ha scoperti e ha fatto una magia intrappolando la ballerina e costringendola a danzare per lui per l'eternità."
"Per fortuna noi ci eravamo persi nel backstage e..."
"...abbiamo scoperto tutto!" tirò corto Cordelia prima che Angel si facesse sfuggire qualcosa di troppo.
"umpf...esatto" sbuffò Angel a sua volta infastidito di non aver potuto concludere la storia come desiderava. Poi si illuminò:
"Ah! Naturalmente c'è stato un combattimento. Contro i demoni scagnozzi di quel conte Kursh..." Angel non riuscì a pronunciarne il nome "Vabbè, quello lì!" concluse attirando su di sè il sorriso compiaciuto a 32 denti di Cordelia.
"La solita routine, insomma" ironizzò Lorne.
"Fidati, amico, non era roba per te. Te l'ho evitato di proposito. Ti pare che mi sarei scordato di invitarti conoscendo il tuo grande amore per l'arte e la musica in particolare?"
A Lorne non servì dover leggere l'aura di Angel per capire che stava mentendo.
Angel, facendo finta di niente, si voltò verso Cordelia, che adesso era seduta sul suo letto e con una mano dondolava lentamente la culla del neonato, e cominciò ad armeggiare con i bottoni della propria giacca per potersela togliere. Con tutta la sua attenzione rivolta ai bottoni della giacca, fingendo noncuranza, cercò di riprendere il discorso con Cordelia:
"Ah, Cordy..." tentò di sembrare casuale, richiamando l'attenzione di lei, che alzò lo sguardo verso di lui. Questo lo mise non poco a disagio tanto da costringerlo a riportare la sua attenzione verso i bottoni della propria giacca che, preso da una sorta di panico, non riusciva proprio a sbottonare.
"Aehm...io..." le idee erano veramente confuse e quei bottoni non volevano saperne di slacciarsi.
Lorne alzò gli occhi al cielo per tanta goffaggine, ma accorse in suo aiuto sbottonandogli la giacca con un solo gesto e sfilandogliela per appenderla sulla stampella che aveva già preso dall'armadio
Cordelia assistette divertita all'operazione sopprimendo un sorrisetto canzonatorio.
"...ecco, vedi...io dovrei...ehm...parlarti" inspirò profondamente, anche se non ne aveva bisogno, come per raccogliere tutto il coraggio di cui disponeva, ma quando riaprì la bocca per parlare, fu preceduto da Lorne:
"Angel, caro, non ricordavo che portassi questo profumo quando sei uscito" disse con noncuranza annusando la giacca che stava per riporre nell'armadio senza apparentemente accorgersi delle conseguenze che quella frase avrebbe provocato.
Se non fosse stato un vampiro, Angel sarebbe avvampato, letteralmente, assumendo un colorito probabilmente violaceo.
Anche Cordy l'avrebbe fatto, ma percependo che Angel era ancora più imbarazzato di lei, subito si rassicurò e un amorevole sorriso prese dolcemente forma sulle sue labbra.
Dal canto suo Angel si girò di scatto per fronteggiare il demone verde e senza tanti complimenti gli strappò la stampella con la giacca dalla mano, spingendolo fuori dalla porta:
"Grazie del pensiero, Lorne, ma ce la faccio benissimo da solo!"
Il demone verde, ancora frastornato, non avendo minimamente previsto una tale reazione, aprì bocca per rispondere qualcosa, ma Angel non gliene diede il tempo:
"Buonanotte!!" intimò sbattendogli la porta in faccia.
Lorne, che ormai si stava abituando al caratteraccio del vampiro, si limitò a scrollare le spalle: 'Ah, l'amour...' pensò.
TO BE CONTINUED

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** che ci sarà mai da ridere? ***


NdA: Come promesso, al ritorno dalle vacanze nuovo capitolo e sono troppo di parola: sono tornata alle 10 di sera e già sto postando!!!
Da questo capitolo inserisco le iniziali di chi parla davanti ai dialoghi in modo da facilitarvi la comprensione del testo nelle parti più discorsive, dove c'è poca narrativa.
Spero sinceramente che la storia vi piaccia e scorra piacevolmente.
Ah! E per favore continuate a darmi le vostre impressioni: I NEED FEEDBACK. Grazie a tutti ^__^

CAP 4
Dall'altra parte del muro Angel sospirò pesantemente chiudendo gli occhi e appoggiando la fronte alla porta. Rimase in quella posizione per qualche secondo che gli sembrò durare un'eternità, poi, finalmente, parlò:
A: "Mi dispiace Cordy, non potevo immaginare che..."
Raccolto tutto il coraggio residuo, aprì gli occhi e si girò verso Cordelia, ma bastò una sola occhiata per fargli morire le parole in bocca, per l'ennesima volta in quella serata. Non ce la faceva proprio a sostenere quello sguardo. Sbuffò spazientito e sfoderando la sua espressione più sconsolata, lanciò giacca e papillon sul lato più lontano del letto e andò a sedersi accanto a lei, così da non doverne sostenere lo sguardo.
"Mi dispiace che ti abbia messo in imbarazzo" aggiunse poi a mezza voce chiudendo nuovamente gli occhi.
Quell'espressione da cucciolone non avrebbe lasciato indifferente nessuna donna e anche Cordelia se ne lasciò intenerire
C: "Shhh, non ti preoccupare...non fa niente" tentò di rasserenarlo posandogli le mani sulle spalle e cominciando a massaggiarlo lentamente partendo proprio dalle spalle per poi arrivare al collo e poi nuovamente alle spalle.
Angel non si chiese da dove provenisse quell'inaspettato gesto di affetto, ma, con gli occhi ancora chiusi, si limitò a buttare indietro la testa in segno di apprezzamento. Piano piano sentì la tensione scivolare via e muscoli e nervi sciogliersi sotto l'abile tocco di quelle dita sottili e non riuscì ad impedirsi di lasciarsi sfuggire un gemito sommesso di piacere. Ma subito si maledisse per questo.
Cordelia sentì un brivido attraversarle la schiena e, un po' preoccupata di dove quella situazione avrebbe potuto portare, decise di prenderlo come il segnale 'èMeglioFinirlaQui'
C: "Meglio?" domandò facendo finta di nulla ma interrompendo il massaggio.
Ancora, Angel si maledisse tra sè e sè.
A: "Decisamente" le rispose, imbarazzatissimo, portandosi una mano sulla nuca "Hai una mano favolosa...dove hai imparato??" le chiese sinceramente incuriosito.
C: "Eheh...segreto!" lo canzonò lei.
Aldilà della porta Lorne non potè trattenere un sorriso compiaciuto: aveva ascoltato quanto bastava, ora poteva pure andare a coricarsi...
A: "Piacerebbe anche a me imparare qualche tecnica per sciogliere i muscoli: la mia schiena è sempre così dannatamente incordata...i miei 'quasi due secoli e mezzo' cominciano a farsi sentire!" scherzò Angel riuscendo a strapparle un sorriso. "Dici che in qualche palestra faranno questi corsi?"
C: "Dico che invece di regalare i soldi a qualche straricchissima palestra potresti aumentarmi lo stipendio e potrei insegnarti io!" propose Cordy più per stare allo scherzo che con serie intenzioni.
A: "Dunque, vediamo: questo vuol dire che dovrò attingere dal fondo per il college di Connor, cosa che mi pesa molto, quindi vuol dire che nell'accordo dovremo aggiungere un paio di sedute quotidiane di massaggi completamente gratuite..."
c: "Ma sei un mostro!" lo rimproverò tirandogli un cuscino mentre lui si parava il volto con le mani.
A: "Demone, per l'esattezza" una cuscinata lo colpì senza preavviso sullo stomaco. "Allora, ci stai?" insistette continuando tuttavia a proteggersi dalla tempesta di cuscinate che si stava abbattendo su di lui.
C: "Avaro!" Cuscinata. "Taccagno!" Cuscinata. "Spilorcio!" Cuscinata. "Insensibileeeeeeeeeeeeee" stava per far partire un'altra cuscinata quando Angel la 'placcò' alla vita con lo stile di un rugbista alle prime armi, e le fece perdere l'equilibrio. Nel cadere all'indietro, Cordy si aggrappò alla camicia di lui trascinandolo con sè e insieme caddero pesantemente sul letto. Fu un attimo: si sentì uno 'stoc' secco e in men che non si dica il letto si inclinò pericolosamente dal loro lato facendoli cadere in terra. Fortunatamente nella caduta Angel aveva avuto la prontezza di riflessi di mettere una mano dietro la testa ed una dietro la schiena di Cordelia in modo da proteggerla da eventuali urti.
Si ritrovarono così in terra sulla moquette, praticamente abbracciati: Cordelia con la schiena a terra e le mani ancora aggrappate ai lembi della camicia di Angel e Angel sopra di lei, con una mano sotto la sua nuca ed una dietro la sua schiena e la testa appoggiata sul suo petto.
Con un pesante tonfo il letto ricadde giù a pochi centimetri da loro, esattamente nella stessa posizione dove si trovava poco prima.
Istintivamente, la stretta di Angel si serrò di più.
Connor cominciò a 'borbottare' con convinzione dall'alto della sua culla, ma nessuno sembrò accorgersene.
[Corridoio del piano superiore dell'Hyperion]
Lorne, che si stava dirigendo verso la sua stanza, si arrestò di colpo nel sentire quel trambusto e si girò lentamente in direzione della stanza di Angel alzando un sopracciglio per lo stupore.
[Stanza di Angel e Connor]
Fu un momento che durò solo pochi secondi ma Angel volle stamparsi quella scena nella propria mente: quella posizione, quell'abbraccio, quell'odore di lei, quel seno che si alzava e si abbassava affannosamente contro il suo petto per il piccolo spavento, e il suo cuore, lo sentiva distintamente con l'orecchio poggiato su di lei, batteva velocemente, ritmicamente. Bum bum. Bum bum. Bum bum.
Fu la voce della stessa Cordy a riportarlo alla realtà:
C: "Prima dei massaggi suggerirei una bella dieta!"
Angel fu colpito da questa affermazione come (se non peggio) da un pugno in pieno volto. Davvero lei pensava che fosse grasso? O forse era semplicemente un modo per fargli capire che un contatto così ravvicinato tra i loro corpi non era gradito? O forse era davvero troppo pesante e lei si sentiva schiacciata dal suo peso? Confuso, l'unica cosa che riuscì a pensare fu che doveva 'liberarla' dal suo peso, così si puntò sui gomiti e si alzò quel tanto da non pesarle più e da poterla guardare negli occhi; quando vi lesse un'incontenibile allegria, rimase ancora più confuso.
C: "Guarda che caos hanno combinato la tua irruenza e il tuo peso-piuma!!!" lo rimproverò cercando di sembrare seria nonostante la stesse per colpire un irrefrenabile attacco di risa. L'espressione a dir poco stralunata di Angel contribuì nettamente all'eruzione d'ilarità ormai divenuta incontenibile e Cordy proruppe in una fragorosa risata.
Angel, sempre più perplesso, continuava a guardarla senza capire. Ma il riso, si sa, è contagioso, e non dando Cordy segni di voler smettere, dopo poco anche Angel, capendo che non era di lui che stava ridendo, si rilassò e si lasciò contagiare da quell'allegra risata. E risero, lì distesi per terra, l'una tra le braccia dell'altro, a crepapelle, come due deficienti, senza riuscire a fermarsi.
[Corridoio del piano superiore dell'Hyperion]
Lorne, che stava ritornando sui suoi passi un po' preoccupato per il rumore, una volta giunto davanti alla porta della camera di Angel sentì i suoi amici ridere a crepapelle e capì che era tutto a posto, fortunatamente, per cui fece nuovamente dietrofront diretto alla sua camera, fantasticando sull'entità della potenza che il kom-shak tra due simili eroi potesse generare...
TO BE CONTINUED

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Parole, parole, parole... ***


NdA: Siamo QUASI ad un primo punto cruciale...manca poco, vedrete! ;)
Ma, per favore, continuate a darmi le vostre impressioni: I NEED FEEDBACK. Grazie a tutti ^__^

CAP 5
[Scalinata che dalla hall conduce al primo piano dell'Hyperion]
Giusto in quel momento Fred e Wesley stavano salendo la scalinata sorreggendo Gunn, uno a destra e l'altra a sinistra, per portarlo nella sua stanza a riposare un po'.
Automaticamente, la confusione proveniente dalla camera di Angel attirò la loro attenzione verso quella direzione e fu così che videro Lorne, provenire proprio da quella parte
F: "Ehi, Lorne, ma che sta succedendo? Va tutto bene?" domandò Fred visibilmente preoccupata.
L: "Oh, non vi preoccupate, è tutto a posto. E' solo che capelli d'angelo ancora non ha capito dove stia di casa la delicatezza..."
I tre si fermarono sul terzultimo gradino e lo guardarono perplessi, non certi di aver capito a cosa si riferisse.
L: "...e la forza sovrumana di certo non aiuta!" aggiunse infine il demone verde ridacchiando alla sua stessa battuta.
In quel momento dalla stanza di Angel giunse distintamente il suono delle risate.
W: "Sei sicuro che stiano bene?" domandò Wesley per tutti, alzando un sopracciglio.
L: "Più che bene direi" rispose enigmaticamente, oltrepassandoli per dirigersi alla propria stanza e alzando una mano in segno di saluto
L: "Au revoir, dolcetti alla crema, fate sogni d'oro"
Fred, Gunn e Wesley lo osservarono, sempre più perplessi, sparire dentro la sua camera.
[Stanza di Angel e Connor]
Più ridevano e più non riuscivano a smettere. E se solo uno dei due accennava a smettere una rapida occhiata all'altro bastava a riaccendere la risata.
Cordelia pensò che nonostante la strana situazione non si sentiva affatto in imbarazzo, anzi, era bello vedere Angel così sereno, e così allegro, lui che così raramente si lasciava sfuggire anche solo un piccolo sorriso.
Angel, dal canto suo, non riusciva proprio a formulare un pensiero di senso compiuto: in quel momento, tutto quello che voleva era godersi la visione del volto di quella donna così allegro e disteso e bearsi del contatto con il suo corpo, tutto scosso a causa delle violente risa.
Finalmente, dopo quelle che sembravano essere state ore, cominciarono a calmarsi e si trovarono così l'uno di fronte all'altra, gli occhi negli occhi, entrambi incapaci di muoversi e forse anche di pensare.
Proprio in quel momento Connor lanciò uno strilletto per ricordare loro la sua presenza nella stanza e rompendo così la 'magia' che si era creata.
A: "Connor! Possibile che stasera non riesci proprio ad addormentarti?" sbuffò Angel lasciandosi ricadere a peso morto su Cordy e nascondendo il volto nell'incavo tra il collo e la spalla di lei, che accusò un poco il 'colpo', ma non disse niente, paralizzata dal brivido che le stava attraversando la spina dorsale. Era il respiro di Angel quello che aveva avvertito sul collo e che le aveva fatto venire la pelle d'oca? Ma i vampiri di solito non respirano..? Ma non poteva perdere tempo a cercare una risposta a questa domanda perchè già il contatto con la fresca pelle del vampiro stava facendo il suo effetto...che poi quell'effetto fosse desiderato o meno era un altro conto...
'Cordy!! Ma che vai pensando?!? Non è proprio il momento nè la situazione migliore per abbandonarsi a queste constatazioni...'
Ma fu solo un attimo di 'smarrimento', poi tornò subito padrona di sè. Giustificò quei pensieri con il fatto che era troppo tempo che non aveva un uomo, ma decise di darci subito un taglio prima che fosse troppo tardi: per quella sera aveva già avuto la sua buona dose di erotismo, anche se mistico, ma pur sempre erotismo!
Inoltre ora Connor piangeva a squarciagola e il padre non sembrava affatto intenzionato ad alzarsi per farlo smettere.
C: "Sei un padre insensibile, ecco cosa sei!" lo rimproverò senza la stessa convinzione che profuse nello sforzo per alzarsi e scansarlo di lato senza fargli male. "Come avrebbe potuto, questo povero batuffolino, addormentarsi tranquillamente quando tu sei sempre qui in mezzo alle scatole a fare baccano?" aggiunse prendendo il neonato tra le braccia che smise di piangere all'istante.
Angel si alzò a sedere con le spalle appoggiate al letto e si fece improvvisamente serio:
A: "Non sono un padre insensibile" disse con voce talmente bassa da risultare quasi impercettibile, fissando un punto indefinito del pavimento di fronte a lui.
Cordelia, continuando a cullare il bambino, lo fissò cercando nel suo volto una risposta a quel repentino cambio di umore.
Angel si girò verso di lei, sospirò profondamente e sbattendo le palpebre le confessò:
A: "Non è facile come sembra, Cordy. Cerco di non pensarci, ma la verità è che sento su di me tutto il peso e la responsabilità della sua vita, della sua esistenza, e vorrei il meglio per lui, vorrei potergli dare tutto quello che un bambino normale dovrebbe avere, ma poi mi rendo conto che questo bambino non avrà mai un'esistenza normale, e mi maledico per aver permesso che venisse al mondo pur sapendo che..." aveva parlato tutto d'un fiato, senza riuscire ad esprimere quello che esattamente voleva dire, tanto era lo 'stress emotivo', ma Cordelia gli fu grata per essersi aperto con lei e lo interruppe prima che potesse dire cose che non pensava realmente:
C: "Non lo dire neanche per scherzo!" lo rimproverò seppur con una nota di affetto nella voce, e si sedette sulla parte ancora buona del letto, poco distante da lui, continuando a cullare dolcemente Connor tra le braccia.
C: "Questo bambino è fortunato ad avere un padre come te. E poi, ehi, non sei solo: ci sono anche io qui, ci sono i ragazzi, tutti gli vogliamo un bene dell'anima, non devi..."
A: "Non è questo! E' che io ci tengo talmente tanto a lui che ho sempre il timore di sbagliare. Ogni giorno che passa vedo avvicinarsi sempre di più il momento in cui i miei errori con lui saranno talmente tanti e tanto gravi da farlo allontanare..."
[NdA: tipico pessimismo angeliano =_= ]
Cordelia allungò una mano verso di lui per accarezzargli la testa scompigliandogli dolcemente i capelli.
Stettero così, in silenzio, per qualche minuto, dopodichè la carezza scese sulla guancia di Angel, che chiuse gli occhi al contatto con quella mano così morbida.
Connor si lamentò un poco tra le braccia di Cordelia e la ragazza fece per riportare la mano verso il piccolo, ma Angel, percependo che il contatto tra loro stava per interrompersi, con una mossa tanto fulminea quanto delicata, gliela afferrò, 'intrappolandola' dolcemente contro la propria guancia.
Cordy non si scompose affatto e rinunciando ad usare quella mano, ricominciò a cullare il neonato ondeggiando leggermente il busto.
C: "Beh, sì, certo, forse non potrai mai portarlo a prendere il sole al mare, ma per quello ci sono io! A che servono gli zii, sennò?" scherzò per ritirargli un po' sù il morale mentre lui aveva preso ad accarezzargli con il pollice il dorso della mano.
C: "E comunque io ti conosco meglio di chiunque altro, Angel, e so che gli vorrai sempre bene e non lo abbandonerai mai..." si interruppe un attimo fissando il vuoto, poi riprese:
C: "O comunque non sarai tanto stupido da mandare in rovina la tua famiglia a causa del tuo egoismo e poi abbandonare tua moglie e tua figlia nel momento del bisogno" concluse sottraendo la mano alle amorevoli attenzioni di lui e alzandosi in piedi per dirigersi verso la culla.
Nonostante non conoscesse benissimo quella storia, Angel intuì che Cordelia si stava riferendo a ciò che le aveva fatto suo padre e si rimproverò per averle fatto tornare quelle memorie, ma nell'osservarla riporre Connor nel suo lettuccio con tanto amore, capì che era il momento giusto per chiederglielo:
A: "Aehm...Cordy..."
Lei non distolse l'attenzione da quello che stava facendo.
Lui fu 'costretto' ad alzarsi in piedi: guardarla dal basso verso l'alto lo metteva a disagio.
A: "Posso chiederti una cosa..."
Questo attirò la sua attenzione e si girò verso di lui, pur mantenendo entrambe le mani sui bordi della culla per farla ondeggiare piano.
C: "Tu che mi chiedi qualcosa? Mi devo preoccupare?" rise nervosamente, più per la tensione legata al ricordo di suo padre che per la preoccupazione per ciò che Angel dovesse chiedergli. Ancora non sapeva cosa l'attendeva di lì a poco.
A: "...alquanto...'intima'?"
Cordy alzò entrambe le sopracciglia per lo stupore:
C: "Adesso sono ufficialmente preoccupata!" constatò riportando la sua attenzione verso la culla per non dare modo ad Angel di notare le sue guance imporporarsi.
A: "Beh, sì, se non vuoi o se ti mette in imbarazzo non sei tenuta a rispondermi, o comunque non c'è problema se non te la senti...o se non ti va..." cercò di rassicurarla, impacciatissimo.
Cordy si preparò mentalmente al 'peggio'.
C: "Avanti, spara!"
'Adesso che non mi guarda: è il momento!' pensò Angel
A: "VorrestiesserelamammadiConnor?" chiese tutto d'un fiato con una velocità tale che la povera Cordy non capì niente.
TO BE CONTINUED

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Accetto ***


NdA: Scusate per l'attesa un po' piu lunga del solito, ma spero ne varra la pena. Eccoci infatti finalmente ad un primo punto importante per la trama, seppur effimera, della storia.
@ tania: Grazie x aver continuato a leggere la storia, spero di non annoiarti e di poter avere ancora tuoi commenti...ci tengo! ;)
@ Chloe88: Ciao Chloe!!! Quale onore sapere che leggi la mia fic!!! Non sarà divertente cm le tue, ma spero ti piaccia lo stesso. E cmq nn ti preoccupare se nn hai ancora visto la 3^ stag di ATS, diciamo che la storia è abbastanza decontestualizzata, non c'è bisogno di aver seguito troppo il tf per capirla insomma!
@ MissLeep: Infine grazie anche a te MissLeep per aver lasciato un commento alla mia storia. Lieta di sapere che ti piaccia la fic. Spero che continuerai a leggerla..e a commentarla!
Vi aspetto tutte di nuovo!!!

CAP 6
"Che hai detto???" scattò Cordelia girandosi verso Angel.
"Beh...ecco..." il vampiro andò nel panico più totale: lei lo stava guardando così intensamente...
Balbettò, ma non distolse lo sguardo:
"...io mi...ehm...mi chiedevo...se tu...se tu...se tu volessi allattare Connor."
Lei lo guardò stravolta con la bocca spalancata.
Urgeva un chiarimento:
"Beh...sì...insomma...allattarlo...aiutarmi a prendermi cura di lui...e...e fare tutte quelle cose che solitamente fa una..." esitò solo un attimo, come per dare maggiore importanza alla parola che stava per dire:"...una mamma"
"...ma come...?"
"Sì, sì, lo so, avrò pure passato i due secoli, ma fino a capire che non puoi...ehm...tecnicamente...farlo perchè non sei stata tu a partorire ci arrivo pure io! E' che l'altro giorno mi è capitata tra le mani, per un caso del tutto fortuito, una delle riviste scientifiche di Fred..e...e c'era un articolo che diceva di questo medicinale che è stato inventato, allora io ho pensato che...beh, ecco...magari...se a te faceva piacere..." ma fu costretto ad interrompere il discorsetto che si era mentalmente preparato perchè Cordelia lo stava guardando con un'aria a dir poco sospettosa, che non prometteva nulla di buono.
Ad Angel si gelò il sangue nelle vene [NdA: si fa per dire.... =D ] : che avesse già capito?
"Che c'è?"
"Non è che, per un CASO del tutto FORTUITO, le tue orecchie da vampiro hanno captato più del dovuto, come, ad esempio, una certa mia conversazione...ESTREMAMENTE riservata..." insinuò Cordelia, sospettosissima.
Angel si 'giocò' la sua dignità puntando tutto sulle sue doti di attore (melodrammatico):
[NdA: non so se Angel abbia mai avuto doti di attore, ma certe facce che David fa in certi episodi mi fanno morire]
"Quale conversazione?"
Cordelia lo fissò con attenzione, cercando con insistenza il suo sguardo, e lui sapeva di non poterglielo negare, altrimenti sarebbe stata un'implicita ammissione di aver mentito, quindi non si sottrasse al suo 'dovere' e alzò timidamente lo sguardo verso di lei.
Non era molto bravo a mentire, chiunque avrebbe capito che stava bluffando, figurarsi Cordelia che lo conosceva così bene!
E il mezzo sorrisetto da idiota che gli spuntò sulle labbra, al di fuori di qualsiasi controllo volontario, di certo non migliorò la situazione!
Ma non si sa per volere di quale benefico dio, fattostà che Cordelia era talmente contenta di quella proposta che rinunciò ad indagare.
Quell'attesa, però, stava uccidendo Angel.
Ecco, ora si sentiva un perfetto idiota.
'Ma sono cose da chiedere alla tua migliore amica? -Cara, in *quel* senso non mi ti filo e infatti non sei tu la madre, ma che ne diresti di fare la mamma di mio figlio visto che quella vera è morta e io sono un vampiro e non potrò mai dargli quello che un padre normale, e umano, potrebbe dargli?- Magnifico! No, davvero, stupendo! Non poteva andare meglio! Se mi mandasse a quel paese ne avrebbe tutti i diritti!' pensò contorcendo nervosamente le mani.
"Ti ripeto che se non te la senti non devi sentirti obbligata..." mugugnò nel tentativo di limitare quella che pensava essere una clamorosa figuraccia e sentendosi ancora più ridicolo per questo.
"Accetto"
"...non ti devi preoccupare per me, io me la caverò lo stesso, come ho sempre fatto, tanta gente cresce senza un padre o una madre...Connor sopravviverà lo stesso, avrà intorno tanti amici che gli vogliono bene e poi..." ormai le parole uscivano da sole, non riusciva più a controllarle o a dare un senso al suo discorso, voleva solo stordirsi con il suono della sua voce per non dover sentire IL rifiuto.
Improvvisamente si bloccò.
E finalmente il segnale arrivò al suo cervello.
Si girò di scatto verso Cordy, fissandola con espressione incredula, sicuro di aver capito male.
"Hai detto di sì???" gli occhi gli si illuminarono e la sua voce tradì una grande emozione.
Cordelia non riuscì a far altro che sorridere e fare timidamente cenno di si con la testa.
La gioia di Angel fu incontenibile: si fiondò verso di lei e afferrandola per la vita la tirò sù, festeggiandola:
"Ma è magnifico! Non ci posso credere! Hai detto di sì!!!"
Cordelia in un primo momento si spaventò per l'improvviso scatto con cui quella gioia si stava manifestando, dopodichè la sua preoccupazione divenne piuttosto quella di non finire per terra (...cosa che non sarebbe mai successa data la salda presa che la teneva, ma quando ti sballottolano su e giù come un pallina di gomma l'unica sensazione che hai è quella che da un momento all'altro cadrai, e non hai tempo per metterti a pensare) aggrappandosi come poteva alla camicia o alle braccia di Angel, che ogni volta la lanciava sempre un po' più in alto.
"Hai sentito Connor? Non sei contento anche tu?"
Connor rispose al papà emettendo un suono non troppo convinto.
Angel, percependo l'apprensione di Cordy e la sua paura di finire per terra, decise di interrompere quel gioioso festeggiamento, afferrandola saldamente dopo l'ultimo saltello e stringendola forte a sè. Anche Cordy, istintivamente, strinse gli occhi e si aggrappò a lui più saldamente per 'paura' di essere nuovamente lanciata in aria.
"Mamma ha detto di sì!" e così dicendo la strinse ancora di più, ma con dolcezza
Al sentirsi chiamare 'mamma' Cordy spalancò gli occhi per la sorpresa poco sopra la spalla di Angel e il vampiro potè sentire il corpo di lei distendersi dalla tensione accumulata e la sua presa allentarsi un poco senza tuttavia staccarsi; adagiò la testa nell'incavo tra il collo e la spalla di lui e chiuse gli occhi, per godersi appieno quel momento.
Il contatto con il corpo di lui e la stretta di quelle braccia, così poderosa e al tempo stesso così delicata, la facevano sentire protetta, al sicuro, da tutto e da tutti.
Pensò che Connor nonostante tutti i pericoli che lo attendevano, non avrebbe mai provato paura se fosse rimasto tra le braccia di suo padre.
Si meravigliò all'idea che forse ciò che l'aveva spinta ad accettare era tanto l'affetto verso il figlio quanto l'affetto verso il padre... 
Alzò piano piano la testa per guardarlo in faccia.
Anche lui la stava guardando, quasi con occhi nuovi, potè giurare, così profondi...come se volesse leggerle dentro l'anima o forse soltanto per cogliere nuovi particolari del suo volto a cui prima non aveva mai dato importanza.
La sua risposta fu un mezzo sorriso imbarazzato.
Angel interruppe i suoi pensieri sussurrandole piano:
"Posso chiamarti mamma davanti al bambino...oppure ti offendi?"
"Come potrei offendermi?" gli rispose con voce quasi impercettibile posandogli una mano sul petto e cominciando a giocherellare con il secondo bottone della sua camicia.
I loro occhi erano come calamitati gli uni su quelli dell'altra e la distanza che separava i loro volti stava lentamente diminuendo.
Angel era terribilmente nervoso:
"Non lo so...io..." ma la voce gli uscì talmente bassa e rauca che quasi se ne vergognò e dovette deglutire prima di continuare, senza tuttavia ottenere molto più successo di prima:
"...io...un po' ti conosco, ormai, e so che..." ma Cordy non gli diede modo di concludere la frase perchè posò lievemente le labbra sulle sue, donandogli un bacio delicatissimo.
Ma troppo breve. Finì subito.
Angel si rese conto solo in quel momento di quanto effettivamente la desiderasse: avrebbe voluto approfondire quel bacio e, ancora di più, finire quello che nel camerino del teatro era solo appena cominciato.
E invece tutto quello che fece Cordy fu passargli una mano dietro la testa per accarezzargli dolcemente la nuca e posare la propria fronte contro la sua, chiudendo gli occhi. Tanto bastò per quietare gli istinti del vampiro, che si rilassò, e chiuse gli occhi a sua volta. L'odore di lei lo pervase e sentire il suo respiro caldo sulle proprie labbra, così vicine alle sue, gli fece sciogliere qualcosa dentro il petto, e per un attimo ebbe l'impressione come di sentire il proprio cuore battere.
"Grazie" gli sussurrò lievemente lei a fior di labbra, senza smettere di accarezzargli il collo.
"Sono io che devo ringraziare te"
Angel sentì il sorriso di Cordy sulle proprie labbra e non potè fare a meno di sorridere a sua volta. E quel contatto stava quasi per trasformarsi in un bacio, quando sentirono un convinto mormorio provenire dalla culla di Connor. Simultaneamente girarono i loro volti verso la culla, senza tuttavia staccarsi di un millimetro l'uno dall'altra.
TO BE CONTINUED

Leggete leggete leggete e...commentate! Ci tengo a sapere che ne pensate.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Screzi ***


NdA: Ok, forse mi odierete per questo capitoletto, ma non disperate: non tutto è come sembra! ;) Fidatevi di me! :P

CAP 7
[Corridoio dell'albergo]
Wesley richiuse con molta cautela la porta della camera di Gunn, attento a non fare il benchè minimo rumore.
Girandosi, si trovò di fronte Fred, di ritorno dalla sua stanza, dove si era cambiata d'abito per indossare un più comodo paio di jeans.
"Si è addormentato" la informò Wes, ancora vestito con il suo abito da sera, ad eccezion fatta della giacca, che aveva lasciato in ufficio.
"Mi preoccupa quella brutta ferita..."
"Non ce n'è motivo, mia cara, non è niente. Vedrai che domattina starà già molto meglio" la rassicurò cominciando a scendere la scalinata.
"Lo spero tanto" disse lei, seguendolo.
"Perchè non vai a riposare un po'? Abbiamo avuto tutti una giornata molto intensa e mi sembri molto stanca..."
"A dire il vero non ho molto sonno"
"Se devo essere sincero, neanche io"
Fred gli sorrise, continuando a seguirlo, all'interno dell'ufficio.
"Credo che cercherò di avvantaggiarmi un po' con la traduzione di queste profezie..."
"Posso farti compagnia?"
"Certo che sì, mia cara. Mi farebbe molto piacere"
"Grazie"
I due si fissarono per qualche secondo e poi si sorrisero,
dopodichè Wes si sedette alla sua scrivania, mentre Fred si accomodò sulla poltrona davanti alla scrivania, tuffandosi nella lettura di un libro.
[Stanza di Angel e Connor]
"Grazie" gli sussurrò lievemente lei a fior di labbra, senza smettere di accarezzargli il collo.
"Sono io che devo ringraziare te"
Angel sentì il sorriso di Cordy sulle proprie labbra e non potè fare a meno di sorridere a sua volta. E quel contatto stava quasi per trasformarsi in un bacio, quando sentirono un convinto mormorio provenire dalla culla di Connor. Simultaneamente girarono i loro volti verso la culla, senza tuttavia staccarsi di un millimetro l'uno dall'altra.
Poi si guardarono di nuovo e Angel potè scorgere una grande gioia negli occhi di Cordy:
"Lo vuoi prendere tu? Tanto sembra che stasera non abbia proprio intenzione di dormire..." le propose.
Il sorriso che ricevette in cambio fu una risposta più che eloquente.
Con gesti molto lenti Cordelia si sciolse dall'abbraccio e si affacciò alla culla per prendere in braccio Connor:
"Amore! Piccolo... Allora ci vieni un po' in braccio alla tua...mamma?" pronunciò quell'ultima parola quasi con incertezza, tanto da dover cercare lo sguardo di Angel per 'conferma'; ma quando i lineamenti del vampiro, senza accorgersene, si rilassarono in un sorriso, Cordy non ebbe più alcuna esitazione: prese in braccio il neonato, con la stessa maestria e delicatezza che aveva acquisito in quelle settimane e cullandolo lievemente cominciò a passeggiare per la stanza, sotto lo sguardo attento del paparino, che, con le braccia incrociate sul petto, seguiva ogni loro più piccolo movimento.
"Allora, Connor, sei contento di questa novità?" domandò scherzosamente Cordelia.
Il neonato pur non potendo capire quello che succedeva attorno a lui, le sorrise: quella donna era tanto cara e gentile con lui...nessun'altra lo trattava con tanta dolcezza! Doveva essere quella che tutti chiamavano 'mamma'. Chissà poi che volesse dire....bah!
"Ti prometto che da adesso in poi staremo insieme ancora di più, e ti farò tantissime coccole e avrò molto più tempo per tenerti tutto per me e spupazzarti come voglio. Tuo papà permettendo..." guardò Angel di sottecchi "Sai, a lui non piacciono tanto le smancerie, dice che sono per femminucce...ma tu gliel'hai detto che sei un piccolino batuffoloso e hai bisogno delle smancerie di una femminuccia chiamata mamma Cordy? In fondo è anche per questo che mi ha 'arruolato', anche se non lo ammetterà mai perchè, fondamentalmente, è un vecchio musone ultracentenario, lui"
"Ehi!" obiettò offeso "Non sono un musone! Non dire queste cose a Connor, sennò che penserà di me? Già dovrà digerire un bel po' di cose, tipo la faccenda del vampiro, eccetera, eccetera, eccetera..."
Cordy lo sfidò con l'aria del 'questi sono fatti tuoi'.
"E poi non è vero che non mi piacciono le smancerie!" aggiunse offeso.
Cordelia alzò un sopracciglio.
"Non mi sei mai sembrato un tipo particolarmente...espansivo" spiegò.
'Forse non me ne hai dato mai l'occasione...' fu la prima cosa che pensò. Fortunatamente se ne rese conto in tempo ed evitò di dirla:
"Aehm, voglio dire che, ovviamente, come Connor e tutti maschietti dovrebbero fare, le smancerie preferisco RICEVERLE dalle femminucce..."
Oddio. Questa era anche peggio!
"Ma bene! Cominci a inculcargli principi di sano maschilismo già a questa età! Poi quando avrà 16 anni lo porterai a lucciole!?!?!?"
Era decisamente infuriata.
"Ma che hai capito
?! Io intendevo dire che..." l'occhiataccia di Cordelia lo persuase a non continuare. "Va bene, lasciamo perdere" acconsentì rassegnato.
"Sarà meglio" confermò lei, tagliente, riponendo Connor nella culla [NdA: quante giostre che gli stanno facendo fare a questo povero neonato :D ] e raccogliendo le proprie scarpe dal mezzo della stanza, dove le aveva lasciate.
"E adesso dove vai?" chiese Angel.
"A fare un giro" fu la risposta lapidaria che ottenne da Cordelia, mentre già stava varcando la soglia della camera.
Angel la rincorse:
"Come un giro? Un giro dove?"
"Non sono affari che ti riguardano" replicò scontrosa senza degnarlo di uno sguardo cominciando a scendere la scalinata.
"Ma sono le 3 di notte!" obiettò il vampiro, sempre cercando di starle dietro.
A questo punto Cordelia aveva finito di scendere la scalinata e si era seduta sul divanetto della hall per rimettersi le scarpe.
"Sei arrabbiata?" domandò lui, in apprensione.
Ma lei, continuando a non degnarlo di uno sguardo, intenta ad allacciarsi le scarpe, gli rispose:
"No"
"Sei arrabbiata" constatò infine lui.
"E tu sei morboso" lo fulminò lei alzando finalmente lo sguardo nella sua direzione e lasciandolo senza parole.
A quel punto Cordelia si alzò e si diresse nell'ufficio di Wes, dove aveva lasciato la stola e la borsetta.
Angel la seguì col capo chino e le mani in tasca.
"Ciao ragazzi, ancora in piedi?" salutò Wes alzando la testa dai suoi libri quando li sentì arrivare. Poi, dopo aver notato la camicia di Angel, mezza sbottonata e solo per metà ancora dentro i pantaloni, aggiunse:
"Aehm...tutto bene?"
"Benissimo" rispose Cordelia frugando sotto le giacche appese all'attaccapanni.
"Vuole andare a fare un giro a quest'ora di notte. Ma ancora non ha imparato...." cercò di spiegare Angel, ma la voce di Cordy sovrastò la sua:
"Avete per caso visto la mia borsetta in giro?"
Fred, che li guardava divertita come se stesse assistendo ad un film comico, si illuminò:
"Sì, te l'ho appoggiata io sul bancone, avevo paura che la dimenticassi"
"Ma insomma le volete dire qualcosa? Non è prudente andare in giro da soli a quest'ora di notte!" si lamentò ancora Angel.
"Se vuoi posso venire io con te, tanto non ho sonno" si propose Fred, sporgendosi dalla poltrona per seguire con lo sguardo Cordy che raggiungeva la sua borsetta sul bancone.
"Va bene, ma sbrigati, sto uscendo adesso: ho bisogno di aria!" le concesse Cordelia.
"Prontissima!" scattò in piedi Fred, entusiasta.
"Menomale, finalmente un po' di buon senso" sbuffò Angel sulla soglia dell'ufficio.
"Quale uomo lascerebbe mai due signorine avventurarsi da sole per le strade di Los Angeles a quest'ora di notte?!" domandò Wes spuntando alle spalle di Angel.
"Ehi, non guardare me! La nostra 'visionaria' non gradisce la mia presenza, a quanto sembra, stasera..." fu la replica, offesa, di Angel.
Senza neanche voltarsi verso di lui, Cordelia afferrò la borsetta e si diresse alla porta, seguita da Fred:
"Andiamo Wes!"
"Signore, lasciate che vi faccia strada!" disse Wesley afferrando la propria giacca e precedendole alla porta in modo da potergliela aprire.
Sia Fred che Cordelia sorrisero compiaciute a quel gesto di galanteria.
Quando entrambe furono uscite, Wes lanciò un'ultima occhiata ad Angel:
"Pensi tu a chiudere? Tanto ho le chiavi..."
Il ringhio che ottenne come risposta fu un più che eloquente segnale che era evidentemente meglio togliere in fretta il disturbo; così, richiusa la porta, si affrettò a raggiungere le due ragazze in giardino e a prenderle sotto braccio, una a destra e l'altra a sinistra.
Angel rimase un attimo a fissare la porta dietro alla quale erano spariti, con un'espressione accigliata, ma dopo neanche una dozzina di secondi un urlo di neonato richiamò la sua attenzione:
"Basta, per pietà!" piagnucolò tra sè e sè chinando il capo, rassegnato
TO BE CONTINUED

I commenti e/o gli insulti sono sempre graditi :D

@Chloe: sono contenta che ti piaccia ^__^ Anche altri mi hanno quotato quella frase, sai?Si vede che mi è riuscita bene! :P

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Passeggiata per schiarirsi le idee ***


NdA: Vista la lunga attesa cerco di farmi perdonare con un capitolo lungo (rispetto ai miei standard), però dovete perdonarmi perchè l'italiano di questo capitolo fa veramente schifo, però voglio andare avanti con la storia e credo che anche voi lo vogliate, quindi cercate di lavorare un po' di interpretazione e un po' di fantasia, così io posso pensare al capitolo dopo! :P Ovviamente se avete problemi a capire qualche passaggio (...e non me ne meraviglierei, dato come ho scritto male!) non esitate a chiedere, sarò felice di spiegarvi meglio! ;)
I commenti sono d'obbligo, OVVIAMENTE!

CAP 8
[Per strada]
Cordelia e Fred uscirono dal cancello dell'Hyperion sotto braccio a Wesley.
In giro, sembrava non esserci nessuno. Un silenzio quasi inquietante per le strade di LA.
"Allora, signore, dove si va?" domandò il 'cavalier servente'.
Fred guardò Cordelia in cerca di una risposta.
"Non credo la città offra molte attrattive adatte a due belle e giovani ragazze come voi, a quest'ora di notte, purtroppo..."
"Già, più che altro a quest'ora sono le ragazze a fare da intrattenimento a demoni e vampiri" disse Fred, rabbrividendo alla sola idea.
"Ragazzi non siete obbligati a venire con me... Volevo solo fare una passeggiata. Tutto qui" li informò Cordelia.
"E lasciarti vagare tutta sola, con il pericolo di finire alla mercè di qualche bruto? Giammai!" fece Wes con l'aria da macho.
"Smettila di fare il cavaliere senza macchia e senza paura, Wes!" rise Fred "Dimentichi forse che Cordy è un'eroina? E poi Angel le ha insegnato a lottare, sono sicura che se la saprebbe cavare benissimo da sola!"
"Con queste parole Voi ferite il mio orgoglio virile, madamigella" continuò a scherzare Wesley.
Fred non riusciva a smettere di ridere.
Incoraggiato da quella risata così limpida, l'inglese decise di continuare:
"Volete forse dire che sono inutile in questa missione? Non posso credere che la causa a cui ho consacrato la mia vita sia vana..." continuò con aria melodrammatica.
Poi, di scatto lasciò il braccio delle due ragazze e si inginocchiò di fronte a Fred:
"Vi prego, anzi, Vi scongiuro, madamigella: ditemi che non è così, ditemi che la causa che servo non è ancora morta e che i miei servigi vi sono graditi"
Fred era praticamente piegata in due dalle risate: tanto stava ridendo che quasi le mancava il respiro.
Cordelia sorrise vedendo com'erano carini i suoi amici.
"Basta, Wes, ti prego, smettila o sveglierò tutto il quartiere..." disse Fred tra una risata e l'altra, cercando di darsi un contegno.
"Ok, come desideri" disse l'uomo tornando improvvisamente serio, scattando in piedi e riprendendola sotto braccio.
Cordelia era qualche metro avanti a loro.
"Ehi, Cordy, aspettaci!" la chiamò Wes, mentre Fred non riusciva a smettere di ridacchiare tra sè e sè.
"Passiamo per il parco?" propose Cordelia.
[Stanza di Angel e Connor]
Angel, dopo un primo attimo di depressione dovuto all'ennesimo pianto isterico del figlio di quella serata, lo aveva raggiunto nella sua stanza e adesso lo teneva in braccio cullandolo amorevolmente nella speranza di farlo addormentare, rimuginando tra sè e sè.
Non riusciva proprio a capire cosa avesse fatto di male per far arrabbiare Cordelia... Un attimo prima stavano teneramente abbracciati e lei aveva accettato di diventare la madre di suo figlio e un attimo dopo lei era infuriata con lui.
Neanche le avesse detto qualcosa di trascendentale!
O almeno non gli sembrava!
Ma valle a capire le donne!
Forse stava bluffando... possibile? Ma no! Perchè mai avrebbe dovuto? Avevano passato una serata talmente bella insieme... Ripensò all'avventura nei backstage del teatro. Ricordava perfettamente ogni minimo particolare! E quell'odore....il SUO odore... il solo pensiero ancora lo inebriava.
Probabilmente la cosa migliore da fare era aspettare la mattina seguente per chiarire il malinteso...sperando che nel frattempo lei non cambiasse idea riguardo *quella* proposta!
Ripose Connor, che intanto sembrava essersi calmato, nella culla con estrema delicatezza e si diresse verso l'armadio per spogliarsi.
Per prima cosa, cominciò a sbottonarsi la camicia, accorgendosi solo in quel momento in quali condizioni pietose l'avesse ridotta: mezza fuori, mezza dentro, tutta spiegazzata, per metà sbottonata...e probabilmente uno dei bottoni era proprio saltato! Ciononostante, la ripose sulla stampella* (Vedi nota a fondo pagina!!!) con cura maniacale, quasi avesse paura di stropicciarla, rimanendo a torso nudo. A quel punto si girò a cercare la propria giacca per trovarla esattamente dove l'aveva lanciata: in un angolo del letto. Andò a raccoglierla, spazientito di dover fare avanti e indietro per la stanza. Quando la stava per riporre, ancora una volta lo colpì quell'odore.
["Angel, caro, non ricordavo che portassi questo profumo quando sei uscito" disse con noncuranza annusando la giacca che stava per riporre nell'armadio senza apparentemente accorgersi delle conseguenze che quella frase avrebbe provocato.]
Istintivamente, senza neanche pensarci, si ritrovò ad affondare il volto nel tessuto nero per annusarlo avidamente, e, chiusi gli occhi, la mente, ancora una volta, corse velocemente all'avventura del backstage
["Angel... Io voglio che tu, che tu mi spogli subito..."]
["E' quello che vuoi?"
e la voce tremante di lei: "Beh, per favore...io..."
"Vuoi che faccia l'amore con te proprio qui?"
"Lo sai che lo voglio"
]
["Io mi sento davvero viva solo quando tu sei dentro di me"]
[Il loro primo tenero e appassionato bacio]
Angel dovette allungare un braccio e trovare sostegno nell'armadio per non vacillare.
["Questo non è andare via..."
"Va bene così"
]
[Il secondo e più 'famelico' bacio]
["Il potere di fare...questo?"
e l'espressione di piacere sul volto di lei
]
[Il semplice gesto di un dito per far scivolare giù la spallina del vestito, e la visione di lei in tutto il suo splendore...]
Angel appoggiò anche la fronte all'anta chiusa dell'armadio, quasi sfiancato da quei ricordi così piacevoli...
[La sua pelle così morbida]
[Il suo seno così bello]
[La sua pancia così piatta]
[I suoi fianchi così dannatamente femminili]
[Ma soprattutto il suo respiro affannoso sotto di lui...]
Angel, riscuotendosi da quei pensieri, sentì mancarsi l'ossigeno e, aprendo gli occhi di scatto, fu costretto a prendere una boccata d'aria.
Ancora boccheggiante, fece leva sull'armadio per girarsi (operazione che sembrò costargli una fatica enorme) e scivolò con la schiena contro l'anta, fino a ritrovarsi seduto per terra, con la schiena appoggiata all'armadio e le gambe raccolte contro il petto.
Appoggiò la testa all'indietro cercando di poter tornare a fare a meno di respirare.
"Cordy..." sospirò.
Sembrò rifletterci un attimo sopra, dopodichè si alzò risoluto: doveva scusarsi quella sera stessa!
[Per strada]
Nel frattempo Cordy, Fred e Wes avevano finito di attraversare il parco, notando con piacere che era da poco stato risistemato: le aiuole erano ben curate, l'erbetta cresceva rigogliosa, l'illuminazione era ottima ed erano state messe persino un paio di fontane!
Per una città come Los Angeles poteva definirsi un lusso, un parco come quello.
Effettivamente, quello era uno dei quartieri meno malfamati della city.
Casa di Cordelia non era molto distante.
A proposito, Cordy camminava sempre qualche metro avanti, mentre Fred e Wes la seguivano a breve distanza, chiacchierando del più e del meno. Più di roba da intellettuali, a dire il vero, e infatti la povera Cordy aveva rinunciato già da un po' a seguire i loro ragionamenti, però era contenta di aver, anche se inconsciamente, dato loro la possibilità di passare un po' di tempo insieme. E al tempo stesso le stavano lasciando tutto il tempo che le serviva per rimuginare sui suoi pensieri: aveva accettato l'impegnativa proposta di Angel talmente velocemente che quasi se n'era spaventata. Da un lato era entusiasta alla sola idea, ma una vocina maligna dentro di lei le continuava a ripetere che non era possibile che andasse tutto bene...la storia del 'e vissero tutti felici e contenti' era passata di moda da un bel pezzo, ormai! E poi Angel non *poteva* essere felice. Non del tutto, comunque...
"Non credevo che quel DrugStore fosse ancora aperto a quest'ora di notte" la voce di Wesley la riscosse dai suoi pensieri.
"Sinceramente neanche io" mentì Cordelia "...che ne dite di farci un giro?"
"Io ci sto!" approvò Fred entusiasta.
"Bene, signorine, lasciate che vi scorti, allora" si offrì ancora una volta il buon Wesley.
Cordelia allungò il passo in modo da frapporre ancora più distanza tra lei e gli amici, cosicchè non potessero vederla precipitarsi verso il reparto 'farmacia'.
[NdA: in America anche i negozi di questo tipo possono vendere i medicinali di uso comune, tipo l'aspirina, ecc., ma Cordelia non aveva messo in conto che il medicinale che stava cercando lei NON è di 'uso comune']
Già stava scorrendo gli scaffali con lo sguardo quando sentì i suoi amici entrare.
"Cordy ma che fretta c'è?"
La ragazza non rispose per non farsi trovare, in modo da avere un po' di tempo in più per completare indisturbata la sua ricerca, ma, non trovando quello che cercava, delusa, si affrettò ad afferrare uno dei giornali dal vicino scaffale per accampare una scusa vagamente credibile.
"Cordy?" chiamò ancora Fred.
Cordelia spuntò loro davanti con in mano l'ultimo numero di Vanity Fair che sbatteva in prima pagina una foto dell'affascinante Tom Cruise insieme alla nuova fiamma Katie Holmes.
"Cioè, vi rendete conto?!? Prima con quell'insipida della Cruz, orribile a mio giudizio, adesso con questa ragazzina sfacciata!!! Quando si troverà una donna alla sua altezza, il povero Tom?!? Gli ho già lasciato il mio numero di cellulare, non credo di doverlo pure chiamare io, non trovate? Quando deciderà che vorrà avere una storia seria mi chiamerà lui...giusto?" inveì sventolando il giornale sotto i loro nasi.
"Personalmente, tra le tante, preferivo la Kidman. Era quella che più si avvicinava alla sua caratura morale" ribattè serissimo Wesley "...anche se era più alta di lui!"
"Come osi?!? Tom NON E' basso!!! E' quella montata che si metteva tre metri di tacco per sembrare più alta e sminuirlo! Finiamola di dar adito a queste leggende metropolitane circa la sua statura! E' alto un metro e settantadue, ESATTAMENTE come me, quindi è ovvio: siamo fatti l'uno per l'altra!" lo difese Cordelia.
Fred guardò le sue scarpe, riferendosi evidentemente ai suoi 10cm di tacco.
[NdA: Vi ricordo che Cordelia indossa ancora l'abito da sera, così come Wesley, che però si è tolto il papillon. Fred, invece, si era già cambiata all'albergo]
"Sarei disposta ad andare in giro anche scalza, per lui!" le rispose, sprezzante, Cordy.
La messinscena era riuscita: non sembravano sospettare di nulla.
Continuarono a girare per il negozio per una ventina di minuti, commentando sull'uno o sull'altro prodotto, dopodichè si avviarono finalmente verso casa di Cordelia.
[Davanti casa di Cordelia]
"Casa casetta, finalmente!" esclamò Cordy. Poi, improvvisando uno stiracchiamento, aggiunse:
"Era ora! Sono stanchissima, questa passeggiata mi ha massacrato! Come se non avessi avuto una giornata già abbastanza sfiancante!"
"Esagerata! E' stata piacevole, invece..." disse Fred guardando timidamente Wes.
"Grazie per avermi accompagnato, ragazzi, siete stati veramente molto gentili"
"Figurati, cara: lo sai che non ti avrei mai lasciato andare da sola, con tutti i pericoli che ci sono in agguato dietro l'angolo..."
"A proposito: fate attenzione a tornare indietro; io lascio il cellulare acceso, fatemi uno squillo quando arrivate all'albergo"
"Va bene, sarà fatto"
"Buonanotte. A domani!"
"'Notte"
Cordelia infilò le chiavi nella toppa ed entrò. Subito, Dennis le accese la luce dell'ingresso.
"Aspetta Dennis, non accendere quella in salotto!" lo prevenì lanciando borsa e giornale sul divano.
Fred e Wesley aspettarono che ebbe richiuso la porta e si avviarono senza nessuna fretta verso l'Hyperion.
Cordelia scostò un poco una tenda del salotto per spiarli mentre si allontanavano. Quando furono abbastanza lontani, riprese la propria borsa e si avviò verso l'uscita senza nemmeno cambiarsi d'abito.
"Non preoccuparti, Dennis, torno tra pochissimo!"
E così dicendo chiuse la porta e si avviò nella direzione opposta a quella dove erano andati i suoi amici, alla volta della farmacia più vicina.
Trovandola aperta, la ragazza fece un sospiro di sollievo: il caso aveva voluto che proprio quella farmacia fosse di turno quella notte.
Si fermò un attimo, inspirò profondamente, e poi entrò.
Dall'altro lato della strada, Angel la osservò sparire dietro la porta a vetri per dirigersi verso il bancone e decise di non turbare la sua privacy: l'avrebbe aspettata lì fuori.
Il vampiro aveva ripercorso a passo svelto tutto il tragitto della passeggiata dei suoi amici, seguendo l'odore di Cordy, che ormai aveva imparato a riconoscere fin troppo bene, evitando accuratamente di farsi vedere da Fred e Wesley, mentre tornavano indietro. Prima di uscire, inoltre, si era anche cambiato d'abito: sotto l'immancabile giacca nera di pelle, una maglia di lana grigia a maniche lunghe e un paio di Levi's neri. Classico, ma sempre cool. Sul petto aveva la tracolla per neonati nella quale aveva sistemato Connor, che, tutto bardato nella sua tutina, se ne stava finalmente buonino con il suo ciuccio in bocca.
[Dentro la farmacia]
"Certo, signorina, che lo abbiamo: mi dia solo un attimo" disse la commessa in tono gentile scrutando con estrema attenzione gli scaffali pieni di medicinali alle sue spalle.
"Eccolo qui!" esclamò infine estraendo una scatolina dal terzo ripiano e porgendoglielo.
Cordelia era alquanto imbarazzata, era la prima volta che si trovava a comprare una cosa del genere.
"Bene..." si rigirò la scatolina tra le mani senza poterne trarre maggiori informazioni.
"Come funziona?" domandò imbarazzatissima.
"Allora, innanzitutto le devo chiedere se lei è la madre biologica del bambino, oppure il bambino che vuole allattare non è suo..."
"Ehm...la seconda" ammise mentre il colorito delle sue guance passava da un lieve rossore al violaceo.
"Non capisco. Mi sono sempre chiesta cosa possa spingere una donna ad allattare un bambino non suo... Un favore alla madre? Amore verso il padre? Sequestratrice di neonati?" cercò di scherzare la commessa.
"La madre...biologica...è morta"
"Oh. Mi perdoni"
Da quando lei non lo faceva più, Cordelia aveva sviluppato una grande antipatia per le persone che volevano farsi i fatti altrui a tutti i costi.
"Dunque, come dicevo: nella scatola ci sono 10 pasticche. La prima fase del trattamento dura 5 giorni. Anche se già al terzo dovrebbe essere in grado di allattare. Ne deve ingerire una subito dopo pranzo ed una subito dopo cena. A stomaco pieno, s'intende! Però la devo avvertire che, nel suo caso, non è detto che questo tipo di trattamento sia efficace al 100%, potrebbe volerci un intervento diverso, leggermente più 'deciso'..."
...
Effettuato l'acquisto, Cordelia uscì dalla farmacia senza staccare gli occhi dalla scatoletta sapientemente incartata che ora giaceva dentro la sua bustina. Il primo passo era fatto e questo la sollevava e la preoccupava al tempo stesso.
Arrivata al ciglio del marciapiede, prima di attraversare, alzò lo sguardo per controllare se arrivassero macchine e fu allora che lo vide: fermo sul marciapiede dall'altro lato della strada, che la fissava. Era bellissimo come sempre nella sua giacca di pelle nera, tuttavia con quella coloratissima e appariscente tracolla per neonati in bella mostra la parola che più gli si addiceva era 'buffo'. Al pensiero che forse aveva un po' esagerato con l'eccentricità dei colori quando gliel'aveva regalata e che, nonostante questo, lui la stesse usando, un sorriso a 32 denti si stampò sul volto di Cordelia.
Anche Angel abbozzò un sorriso, un po' incerto su come interpretare quel 'segno' da parte di lei, ma ben presto tutto fu chiaro: Cordy attraversò di corsa la strada e gli buttò le braccia al collo, abbracciandolo forte forte.
TO BE CONTINUED

* = piccolo chiarimento sul termine "stampella". Per me la parola "stampella" indica sia il singolare di quelle che in italiano vengono chiamate grucce (plurale = stampelle), che servono a chi è zoppo, o momentaneamente infermo, ad aiutarsi a camminare ma indica anche e soprattutto quegli utensili(?) fatti di legno e ferro (o anche solo di plastica. O anche solo di fil di ferro. oppure di plastica e ferro.... boh, vabbe, cmq il materiale non conta!) dotati di una specie di uncino nella parte superiore che servono a riporre i vestiti negli armadi senza doverli piegare o stropicciare. Ovviamente nel contesto in cui la parola è stata usata in questo capitolo, il significato era questo, ma siccome so che in varie parti d'Italia le chiamano in maniera molto differente, ho ritenuto doverosa e necessaria questa nota. Ditemi se vi è servita!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=89018