Tra le mani delle tenebre

di Enkai D Higan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sulla Terra ***
Capitolo 2: *** Are You Falling In Love Prince Vegeta? ***
Capitolo 3: *** Destinazione ***
Capitolo 4: *** Sola ***
Capitolo 5: *** Culmine ***



Capitolo 1
*** Sulla Terra ***


Salve a tutti! Prima FF in cui Vegeta non sarà OOC... O almeno cercherò di non farlò essere OOC ç_ç Ma comunque è più che oggettivo Vegeta IC...Passiamo ad altro va...ù_ù (Yeah!)...Ho riletto questa storia con il sottofondo di musica, e devo dire che l'effetto, a volte, rende di più, perciò vorrei provare a farvi fare la stessa cosa. Quando dovrete "startare" la canzone ci sarà un asterisco e quando finirà ce ne saranno due! se leggerete al ritmo di musica, sarà molto più bella questa storia! La canzone in questione è quella dei Linkin Park "What i'v done"! A presto
 
 
 
 
Nella navicella dell'omone grosso e muscoloso, comparve l'ologramma di un piccolo schermo, che raffigurava un ragazzo, evidentemente molto più giovane di lui e più minuto, dai capelli nero pece e a forma di fiamma, alzati all'insù.
 
< Napa! Idiota svegliati! Mancano solo pochi minuti all'arrivo su quel misero pianeta! >
< Sì, sì! Lasciami in pace! >
< Umpf! Non osare parlarmi a quel modo! >
 
Per tutta risposta, il Principe, ricevette un grugnito, probabilmente traducibile in una parola affermativa.
 
Vegeta era nervoso ed affamato, tanto da desiderare più di tutto di atterrare e banchettare con qualcosa.
 
Una voce metallica iniziò il conto alla rovescia: " Atterraggio sul pianeta Terra tra cinque, quattro, tre, due, uno... "
Un forte boato, accompagnato da una potente scossa, segnò l'arrivo.
 
Il braccio forte del guerriero aprì il portellone, facendo affiorare la capigliatura alta e ribelle.
L'enorme omone che stava alla sua destra, non si fece troppi scrupoli: afferrò un'auto e subito la gettò tra i presenti, stupiti e spaventati dall'accaduto.
 
< Dove sarà Karoth...? >
 
La prima domanda, affiorò tra i pensieri del bel tenebroso, che non aspettò oltre e spiccò il volo, da solo, per poi atterrare in un bosco.
 
La ricerca di qualche animale, da uccidere e dilaniare, per sfamarsi, non tardò a dare i suoi frutti.
Il Principe dei Saiyan si lecco le labbra: un cinghiale grasso e assetato, era fermo, ignaro, a bere l'acqua di un ruscelletto.
Ma solo pochi secondi dopi quell'acqua si tinse di rosso, accompagnata dal grido dell'animale martoriato.
 
La fame era talmente tanta, da non poter nemmeno aspettare che l'animale si cuocesse. 
Infatti, banchettò con quella carne, dal sapore selvaggio e crudo.
 
Sazio, si recò in una radura, non molto distante, a oziare e ad aspettare il compagno di viaggio che dopo nemmeno due minuti si riunì al Principe.
 
*
 
Gli avversari terrestri non tardarono.Tra di loro c'era anche un alieno, tutto verde e un bambino, che solo poi si scoprì un mezzosangue.
 
< Napa! Disfati di questi buoni a nulla! > Ordinò.
< Con piacere... >Rise.
 
Un ghigno sadico comparì sul suo volto, dopodichè, uno ad uno, li eliminò, continuando a ridacchiare e a insultarli.
 
Un terrestre moro, con vistose cicatrici, venne trapassato da un'onda, insieme a un ragazzo basso e pelato e ad un uomo con tre occhi.
L'alieno verde venne bruciato e il piccolo bambino venne massacrato.
 
Poi si voltò, divertito.
 
Si voltò tanto per riuscire a vedere una ragazza, che gli fece subito mutare espressione, dietro alle rocce.
 
*Flashback*(parla Vegeta)
 
Durante l'allenamento, mi compare nella mente, l'immagine di una ragazza, dalla pelle nivea e gli occhi blu, come i capelli. Sorridente.
 
*Fine Flashback*
 
"No...Non può essere lei... " Continuava a ripetersi nella testa, fissandola un po' sconcertato.
 
Il corpo gli suggeriva di andare, la testa il contrario.
Non ci penso su un altra volta, e si precipitò in volo, dall'altra parte del campo di battaglia.
 
Le piombò davanti, con un ghigno. All'improvviso, tanto da farla cadere all'indietro. Constatato il soggetto con cui stava parlando venne invasa da terrore e tremore.
 
< Non preoccuparti, non voglio ucciderti... Oh almeno, non ora... >
 
Con il solito sorrisetto pronunciò quelle parole, enfatizzando l'ultima frase, rendendola tagliente.
Tiratasi su, lui la guardò negli occhi.
Subito la ragazza si irrigidì, impaurita, cercando di indietreggiare, ma venne fermata da una domanda del Saiyan.
 
< Cos'è quello? > Chiese con una calma inquietante.
< E'-è un radar... >
< E come mai una persona insignificante come te ne possiede uno? >
< Io non sono insignificante! Sono una delle scienziate più conosciute al mondo! >
< In questo caso, credo ti affibbierò il ruolo di riparatore di bordo, e verrai con me nello spazio! >
< Perchè?! N-non intendo ve-venire... >
 
Una mano le cozzò il collo, e in pochi secondi si ritrovò sollevata da terra.
 
< Come hai detto? > Sogghignò.
< I-io re-resto qui! > Balbettò decisa, sforzandosi di parlare e respirare.
< Se vuoi esplodere con il tuo pianetuncolo, fa pure! >
< Il mi-mio amico Go-Goku... > 
< Karoth puoi considerarlo già battuto! >
 
Con quelle poche parole taglienti, la zittì e le fece abbassare lo sguardo.
 
Napa incominciava ad annoiarsi, aveva infatti già brutalmente eliminato tutti gli avversari.
Non appena vide Vegeta parlare con qualcuno, una ragazza, si posizionò di fianco a lui.
 
< Vedo che hai già trovato una puttana... Il primo giro è mio! > Sghignazzò, catturando l'attenzione della ragazza, che lo guardò disgustata.
< Fa pure...Sempre se non cambia idea... > Spronò il Principe, lasciandola cadere senza troppa cura.
 
L'enorme Saiyan si precipitò letteralmente sulla sua preda, come farebbe una tigre.
 
< NO! LASCIAMI IN PACE! NON MI TOCCARE! >
< Sta un po' zitta terrestre! > Ordinò l'omone, per farla gridare di più. Infatti aveva mentito, le urla delle sue vittime lo eccitavano solo di più.
< VA BENE! VERRO' CON TE! MA TI PREGO AIUTAMI! >
< Mi dai la tua parola che non ti ucciderai durante il viaggio? >
< SI' SI'! MA FERMALO TI PREGO! >
< Napa... Calma i tuoi istinti, ti rifarai sul pianeta di Freezer. >
< Non credo proprio! >
 
Un sorrisetto sadico comparve sul volto del Principe, che non esitò a buttarlo a terra, a massacrarlo e a spezzargli tutte le ossa, mentre rideva divertito e lo disprezzava.
Finalmente un occasione per eliminarlo.
Non l'aveva mai detto, ma nella sua testa l'aveva sempre odiato. Un leccapiedi di Freezer, pronto a tutto pur di entrare nelle sue grazie.
 
L'omone perse la vita dopo qualche colpo, non potendo confrontarsi con potenza del Saiyan più minuto.
Fatto ciò, si voltò verso la bluetta che fissava quel corpo esanime disgustata, ma allo stesso tempo con un ghigno stampato sulle labbra.
 
< Qual è il tuo nome? >
< Bulma... >
< Ciao Bulma! E tu devi essere Vegeta! >
< Go-Goku... GOKU! >
< Finalmente... >
 
Urlando di gioia e correndo, andò ad abbracciare il tanto atteso amico.
 
< Karoth! Un Saiyan non si abbassa a simili smancerie, MAI! >
< Bulma! Va via da qui, te lo consiglio! >
 
 
< Non andartene. Non assisti alla lenta agonia del tuo amico? Ma non morire. Non serviresti più a nulla. >
< Non ho mica accettato... > Sussurrò impercettibile, ma all'udito del Principe non sfuggiva nulla.
< Sei fuori strada donnaccia! Hai dato la tua parola. Ma anche se dovessi usare la forza, che ti piaccia o no verrai con me. Mi servi. >
< Bulma...Va via adesso, altrimenti salti in aria! > Le suggerì l'amico.
< Ok ok! Vado! Buona fortuna Goku. >
Allontanata la ragazza, non restava altro che iniziare il combattimento.
< E ora, a noi, Vegeta! >
 
Il Principe ghignò, verso il Saiyan cresciuto sulla Terra.
Iniziò la lotta, tra calci pugni e onde energetiche.
Durante gli scontri corpo a corpo, Goku non fece altro che alimentare le risate di Vegeta, volendo dimostrare a tutti i costi, al Principe, di essere il più forte.
Ma perchè, gli tornavano in mente quegli occhi azzurri e maledetti? Non voleva che ripopolassero nuovamente i suoi pensieri. Ciò lo faceva solo irritare ulteriormente.Lui provava solo rabbia, odio e vendetta. Non aveva tempo da perdere a pensare alle donne.
 
**

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Capitolo 2
*** Are You Falling In Love Prince Vegeta? ***


< Ma che vuol dire? E' addirittura più forte di un Saiyan? >
 
Una mano le afferrò il mento, in modo lieve, ma inquietante.
Il Principe si accostò all'orecchio della ragazza, che tremava.
 
< Io non sono un Saiyan qualsiasi, sono il Principe dei Saiyan... > Le sussurrò, con un velo di malizia.
< N-Non... >
< Non parlare...- Le soffiò il guerriero sulle labbra- Non tutti qui zittiscono come faccio io... >
< ...I-Io... > Cercò nuovamente di ribattere, senza risultati.
< Shhh... >
 
Il Principe era sempre più vicino a quelle tanto agognate labbra. Non sapeva nemmeno il motivo, non era a conoscenza del perchè lei fosse così attraente.
Dal canto suo, la terrestre, continuava a tremare, in attesa che qualcosa avvenisse.
 
Erano oramai a pochi millimetri di distanza fra loro.
Tenendo tra due dita il mento della ragazza, finalmente, si decise.
Sfiorò nuovamente le labbra di lei, finchè una passione divampante, nel corpo di entrambi, fece mutare quel innocente gesto, in un bacio trasportante.
 
La terrestre era visibilmente confusa, però.
Prima le dice di non farsi strane idee, poi la bacia di nuovo.
La stava forse prendendo in giro?
 
Quel delicato equilibrio fu spezzato dal brusco arrivo di un mostro viola, con delle corna nere e lunghe.
 
< Ehi tu! Sporco Saiyan! Me la fai conoscere questa bella donna? >
< No. >
< Lasciamo decidere a lei, no? Io posso convincere Lord Freezer a costruirti una stanza stupenda tutta tua, piena di gioielli. Io sono appena sotto la posizione del Grande Freezer, lui invece...- Disse indicando con nonchalance il Principe, che non esitò a prendere tra le mani quel dito e a slogarlo, provocando non poco dolore al capitano Ginew, che non lo fece troppo trapelare -...Lui è sotto la squadra Ginew, appena al terzo posto. Scegli pure. >
 
La terrestre, non potè non notare gli occhi ardenti di desiderio, che aveva assunto l'umanoide violaceo, mentre il Principe, guardava senza troppe preoccupazioni un punto fisso nel vuoto.
 
< B-Bhè...- Cercò di rispondere, balbettando -...Io...Sceglierei...>
< Parla bella! Non ho molto tempo. Chi scegli? >
< Io...Scelgo...Il Principe Vegeta... >
 
Si decise a dire, provocando il disappunto di Ginew.
 
< Cosa hai fatto a questa qui? L'hai zittita ben bene eh? >
 
Chiese poi, il violaceo, al Saiyan, che lo guardò un po' tagliente. Questa domanda, fece irare particolarmente la giovane, che scoppiò come una mina.

< Perchè devo essere una sporca puttana?! Perchè non posso essere una donna normale su questo schifoso pianeta?! Perchè cazzo devo essere il suo giocattolo?! Meno che tanto uno tuo?! > Si stava sfogando a poco a poco.

Ma...Un momento! Aveva detto "meno che tanto"...
 
< Come ti sei permessa donnaccia?! Io... >
 
Urlò, protendendo un braccio verso la ragazza, ma si bloccò ad un'occhiataccia del Saiyan.
 
< Come ti sei permesso tu solo a guardarmi con un sguardo che faceva venire voltastomaco e brividi allo stesso tempo?! Ti ripeto che io non sono una puttana! >
 
Lasciando il mostro stizzito, si incamminarono, accompagnati dalla risata sadica del Principe.
 
< Su questo dannatissimo pianeta avete un orologio? La smetti di ridere?! >
< Non darmi ordini, ti ripeto. Te ne potresti pentire amaramente quando ti sarai accorta che non mi servirai più. Comunque sia, se fossi davvero così intelligente, avresti notato che c'è un orologio proprio davanti a te. > Disse, con poco garbo.
< Sono le...Novanta?! Ma quanto dura un'ora qui? > Urlò guardando sconcertata il Saiyan.
< Esattamente come sessanta minuti terrestri. Sono i giorni che durano ben cento ore. >
< E' notte... Si vedono le stelle? > Chiese con luce brillante negli occhi.

Il Principe le rispose con un silenzio abbastanza irritante.
Si incamminarono, però,verso una porta abbastanza grande, che il Principe aprì con una calcio.
Dentro vi era un letto enorme a baldacchino, con i veli neri e le lenzuola rosso amaranto. Le testate del letto erano in un marmo strano e nero, con qualche finitura color platino. Affianco c'era un altra porta, più piccola, che celava una stanza. Su di un mobile, simile ad un comò, anch'esso nero, ma anche con dettagli argento, c'erano due candelabri, in simil ferro battuto. A destra, vi era un grandissimo specchio, che rivestiva un'intera parete. I muri erano neri, con riflessi d'oro.
La terrestre si guardò intorno, stupita da tanta eleganza.
 
< Ma... Non è un planetario... >
< Infatti. Accontentati della la mia stanza. >
< Wow... Ma cosa ci faccio nella tua stanza?! >
< Non dovevi vedere il cielo?- Disse accennando con la testa ad un'enorme vetrata- E poi se ti buttavo fuori non mi saresti più servita. > 
 
Il Principe venne seguito fino ad una specie si terrazzo, enorme.
Lì si potevano ammirare molte costellazioni, tutte splendenti.
Ma c'era anche la luna piena, di cui Vegeta rimase turbato e affascinato allo stesso tempo.
Bulma accortasi del nuovo color rosso che tingeva gli occhi del Principe, della coda, che ora oscillava formando tante "S", si affiancò subito al Saiyan, cercando di rimediare.
 
< Non guardare la luna. Guarda me! Non la luna! >
 
Temendo stesse per trasformarsi in ciò in cui Goku mutò anni prima, si avvicinò ancora a lui.
 
< Non costringermi a... >
 
Il suo corpo tremava, fremeva, dal desiderio di trasformarsi in Oozaru, ma la ragione lo portava a resistere a quel dannato satellite. Strinse un braccio alla terrestre, come per allontanarla.
 
Lei, però, si decise ad avvicinarsi, a prendere il suo viso tra le mani e a sfiorarne le labbra con le proprie.
Finalmente riuscì a degnarla di un'occhiata, durata un istante, per poi formare una sfera di energia che mandò in direzione della luna. Quest'ultima esplose dopo pochi secondi, provocando la reazione del Saiyan, che spostò bruscamente la terrestre.
 
< Non dovevi farlo! >
< Cosa non...? >
< Non avresti dovuto baciarmi! Tu...Io...Tu per me non sei nulla! Sei una banale puttana! >
 
Urlò irritato, provocando la reazione della donna, che corse verso la porta, la aprì e la richiuse alle sue spalle.
Come aveva solo potuto pensare che un cinico e sadico Saiyan, potesse provare qualcosa per lei?
 
Non sapeva neppure dove stesse andando, si accorse solo che si era persa. Continuò a girare, finchè qualcuno non l'afferrò per i capelli e per la pura svenne.
 
Un omone grosso e rosa, tutto spinoso, imboccò la strada per la sua stanza.
Purtroppo per lui, qualcuno lo atterrò, con un pugno, riprendendosi la terrestre. La sua terrestre.
La poverina ancora assopita veniva sbattuta di qua e di là, come un oggetto.
 
*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*
 
Si ritrovò su di un letto, rosso amaranto.
Si alzò a sedere di scatto, scossa, e si ritrovò a pochissimi centimetri di distanza dal viso del Principe, che le era seduto accanto.
Subito si corrucciò, ricordando l'episodio di qualche tempo prima, voltando il viso dall'altra parte e allontanandosi.
 
< Niente ringraziamenti? > 
< Sta zitto Saiyan! > Lo imitò lei, non degnandolo di uno sguardo.
< Io non sto zitto! MAI! > Continuò con quel gioco infantile.
 
Finalmente si voltò verso di lui, irata e offesa. 
 
< Non dovevi farlo mio caro! Non ti importa di nulla di me no? >
< Mi servi terrestre. >
< A cosa? >
< In realtà non hai un utilizzo ben preciso, mi servi. E basta. >
< Mi stai forse prendendo in giro? >
 
Si ritrovò scaraventata, distesa sul letto.
Con il collo cozzato da una mano che la opprimeva, ma con delicatezza.
Quella due sue distese azzurre erano del tutto vuote, senza una luce propria, come erano solite ad emanare.
Il Principe ridusse gli occhi a due fessure, irritato.
 
< Come ti sei permessa a farti toccare da altri?! > Le sussurrò, con astio.
< Allora ti importa qualcosa di me. > Disse atona, spostando lo sguardo da un altra parte.
< Non c'entra se mi importi o non mi importi di te, tu sei di mia proprietà. >
< Rispondimi. Ti importa qualcosa di me? >
< Non mi importa niente di nessuno. >
< E allora perchè hai scelto proprio me, tra miliardi di persone? E soprattutto perchè hai voluto una persona? Non ti andava un cesso di Robot?! > Chiese, inviperita, ma atona. 
< Non ti ho scelta. Volevo solo farti soffrire ancora di più. >
< Bene. Ci stai riuscendo. Bravo. >
 
Fuori del tutto indifferente, ma dentro qualcosa lo stava divorando.
 

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Capitolo 3
*** Destinazione ***


Colpi ed onde all'impazzata.
Il netto vantaggio del Principe, lo riusciva a vedere persino Bulma, che se ne stava a guardare di nascosto, dietro alcune rocce.
Goku tentò di rimettersi in carreggiata, sfoderando la carta del  Kaiohken per venti.
Per sua sfortuna, non potè nulla contro il Principe, che non ne risentiva parecchio dei suoi colpi.
 
Bulma assisteva allibita e con orrore. L'aguzzino stava spezzando e fracassando le ossa al suo povero amico.
 
A Vegeta, bastò solo un momento per rendersi conto che la terrestre fosse ancora lì, ma non gli importava molto. Doveva assistere alla morte del suo compagno. Doveva vedere e doveva sapere chi è che comandava.
Poi fu colto da un millesimo di distrazione, quasi fatale, che gli assestò un pugno, pur sempre debole per le condizioni dell'avversario, ben assestato nello stomaco.
 
Quell'attimo fuggente fu catturato dalla stessa ragazza. Il Principe aveva ben memorizzato lo splendore di cui brillavano i suoi occhi. Anche nel terrore. Ma in quell'istante, quella lucentezza era sparita, lasciando posto alla tristezza e all'orrore, di cui persino il grande e cinico guerriero ne rimase allibito.
 
Ripresosi da quell'attimo di distrazione, ricominciò la battaglia, tra calci e pugni.
Il povero ragazzo dai capelli ribelli fu a terra solo dopo pochi minuti, non potendo confrontarsi con il suo Principe.
 
< Già finito? Che noia! >
 
La sua attenzione fu catturata nuovamente dalla ragazza, stavolta urlante. Era disperata, a terra, inginocchiata. Gridava e piangeva la sconfitta del fidato amico.
 
< Ehi terrestre! Non frignare! Mi dà sui nervi! >
 
Si asciugò le lacrime, non risparmiò un occhiataccia al Principe e corse verso il ragazzo, steso sull'erba.
 
< Goku... Goku ti prego rispondimi! >
 
Ma il ragazzo esanime non esternò alcun suono.
Gli occhi le si gonfiarono nuovamente di lacrime, che andarono a bagnare il bicipite dell'amico.
Non riusciva a capacitarsene.
Volle tentare di nuovo, tra le gocce che le incidevano il viso.
 
< Goku... Rispondimi ti prego!... Avanti... Svegliati! >
 
Volle abbracciarlo un ultima volta, prima di andarsene da lui.
Non aveva mai provato una simile sensazione, nemmeno alla morte di Yamcha.
Gli voleva bene. Gli voleva bene con tutta sè stessa ed era la persona più cara per lei, era come il fratello che aveva sempre desiderato.
 
Si alzò, lanciando un'altra occhiataccia al Saiyan che le stava a pochi metri.
 
< Non minacciarmi, terrestre! Sei debole e insignificante! >
< Ho una forza combattiva misera, sono inutile e anche petulante, e allora perchè non uccidi anche me? >
< Vedo che hai fretta! Non ce n'è bisogno, terrestre, arriverà anche il tuo momento. >
< Eliminami! ADESSO! >
< Non azzardarti a darmi ordini! Sei solo una ragazzina viziata! E, se non vuoi che il tuo misero pianeta si frantumi in mille pezzi, vieni con me! >
< Perchè vuoi proprio me?! >
< Non sono tenuto a darti giustificazioni! E, se non sbaglio, avevi dato la tua parola! Non farmi perdere la pazienza! >
< Io non mi muovo da qui! >
 
A quell'affermazione il Principe sghignazzò, divertito. In meno di un millesimo di secondo, aveva già avvinghiato la ragazza, che ora si dimenava, sulla spalla del Saiyan, cercando di graffiarlo.
 
< Sta ferma terrestre! Mi fai solo il solletico! >Rise di gusto il Saiyan.
< Almeno non toccarmi! >
 
Sentite quelle parole, il Principe battè , di proposito, una mano, sulla natica della ragazza, che a quel tocco divenne paonazza.
 
< Non toccarmi! > Ripetè lei.
< Io faccio ciò che voglio! Se voglio toccarti ti tocco! E se voglio ucciderti ti uccido! >
 
Arrivarono alla navicella del Principe, in cui il Saiyan buttò con non curanza la giovane.
Si sedette accanto a lei a sua volta e programmò il viaggio verso il pianeta Freezer.
 
< Umpf! E parti! >
 
Vegeta con la sua poca pazienza, già limitata dalla terrestre, tirò un calcio al portellone della navicella.
Calmatasi, Bulma si mise all'opera, non volendo far perdere la pazienza a quel Saiyan, che con sua enorme sorpresa,vide che la ragazza si era già messa a smanettare, con confidenza, su quell'aggeggio.
La navicella tremò, dopodichè spiccò il volo.
 
< Ecco fatto! >
< Tsè. >
< "Grazie Bulma!" invece no, lui grugnisce! >
 
La scienziata era fatta così: quando vedeva qualcosa di sconosciuto, non resisteva a studiarne le caratteristiche.
 
< Sta zitta terrestre! >
< Umpf! Io non sto zitta! MAI! >
< Vuoi che trovi io il modo di tappartela?! >
< E come faresti, scusa?! >
< Vuoi davvero saperlo? >
 
In quest'ultima domanda del Saiyan, si individuava chiaramente una nota maliziosa.
 
< Non provarci! Sono fidanzata io! >
< Non mi interessa! Io faccio ciò che voglio! >
< Non con me mio caro! Vuoi capire o no che non sono la tua schiava?! >
< Ti correggo: SEI la MIA bambola! >
< Mai sarò "tua"! >
< Lo pensi sul serio? E chi ti dice che io non possa fare di te la mia puttana? >
< Vegeta...Sei disgustoso. >
 
Dopo quell'ultima affermazione si zittì, stizzita.
Mentre sul viso del Principe compariva un ghigno.
 
Le ore passarono lente e noiose, ed entrambi furono ben presto accolti tra le braccia di Morfeo.
 
Bulma senza nemmeno accorgersene, era scivolata sul braccio del Principe, che dormiva.
 
Un rumore di ingranaggi, e Vegeta si svegliò di soprassalto, senza però destare la sognatrice affianco.
Non appena vide, però, la sua posizione, provò un sentimento, misto a rabbia, paura e...E un sentimento indefinibile. Non era negativo.
 
Rabbia per la donna, che aveva osato fare una cosa simile, paura perchè aveva timore di potersi invaghire di quella terrestre.
Le afferrò rudemente il braccio e la spostò dal suo bicipite, cercando di essere il più delicato possibile per non svegliare quella petulante terrestre.
 
"Non e possibile! Dannata donnaccia!" pensava furioso il Saiyan.
 
Non aveva nulla di meglio da fare, quindi si limitò ad osservarla, mentre dormiva. Aveva l'aria angelica e il respiro regolare. I suoi occhi andarono a percorrere tutte le forme sinuose e armoniose del suo corpo, che si alzavano e abbassavo al ritmo del respiro.
 
No, doveva togliersi dalla mente quella terrestre, che ne occupava già gran parte. I suoi occhi blu, la sua pelle nivea, le sue labbra carnose e pigmentate. Tutto si faceva sempre più vivo nella sua testa.
 
Ad un tratto, la luce della navicella si tinse di rosso e incominciò a lampeggiare.
Erano nel bel mezzo di una tempesta magnetica.
 
L'aria iniziava a scarseggiare, essendo, il generatore d'ossigeno, fuori uso per la situazione in cui si trovavano.
 
Bulma aprì di scatto gli occhi, terrorizzata dal fatto di poter morire soffocata.
Afferrò il braccio del Principe, impaurita, mentre guardava in avanti, nel vuoto.
Le si gonfiarono gli occhi di lacrime, tanta era la paura.
Iniziarono a sgorgare gocce di acqua salata, che la povera ragazza non riusciva a trattenere.
Il Principe, che si accorse solo più tardi che l'aria scarseggiava, per via del suo respiro che era più lento, spalancò il portellone, dando spazio al buio infinito. Bastò un Big Beng Attack misero per aumentare la velocità dell'astronave, la quale li condusse fuori da quella tempesta.
Chiuso il portellone, il generatore di ossigeno ricominciò a funzionare, causando un mezzo sorriso della terrestre, la quale tentava di riprendere fiato.
 
< Certo che voi esseri insulsi, frignate per qualsiasi cosa! >
 
Era chiaro:il Principe doveva sempre dire qualcosa di tagliente o inopportuno, ma in quel momento, Bulma, provava quasi un senso di gratitudine. Si limitò a sorridergli, gesto seguito dall'arrossamento delle gote del Saiyan e un sonoro grugnito.
 
< Dove stiamo andando? >
< Non ti riguarda. >
< Ma quanto manca? >
< Poco, ora sta zitta! >
 
Una sola domanda aveva per la mente: "Cosa c'entrava lei con la visione di qualche anno prima?".
La situazione era divenuta insopportabile per Vegeta, il quale volle cercare di svuotare un po' la sua testa da tutte quelle domande.
 
< Terrestre rispondimi! Cosa c'entri tu con me? >
< Non capisco... >
< Come mai qualche anno fa mi comparve la tua immagine in testa, non avendoti mai vista? La verità. >
< N-No...Non è possibile...Tu... Tu non sei capace di amare... >
 
Lo sguardo del Principe si faceva sempre più torvo e cupo. Mentre quello della terrestre diveniva più disperato e sorpreso.
 
< Spiegati meglio donnaccia! >
< Non credo che... >
< Ho detto spiega! >
< D'accordo... Avevo espresso un desiderio, tanti anni fa, di far vedere al mio Principe azzurro la mia immagine... Ma...Tu... >
 
Rise. Si limitò a ridere istericamente, come per convincere più che la terrestre, lui stesso.
Il desiderio si poteva forse avverare? Il Principe cinico e sadico avrebbe mai potuto amare?
Eppure, gli occhi della terrestre gli popolavano di nuovo la mente, proprio come anni addietro.
 
< E chi l'avrebbe avverato questo desiderio? >
< Un drago, il drago delle sette sfere. >
< E dove sarebbe? >
< L'hai fatto fuori! >
< Me ne ricorderei. >
< Bhè, hai fatto fuori il suo creatore e quindi anche lui. >
< Quindi io dovrei essere il tuo Principe azzurro? >
 
Scoppiò nuovamente in una grassa risata, isterica. Quasi agitato si diede un contegno e prosegui l'unico discorso che aveva mai fatto in vita sua.
 
< Fai davvero ridere terrestre! Ti darò il posto di giullare di corte! >
< Fai poco lo spiritoso! Io... >
< Tu...? >
< Io non riesco a capacitarmene, ma non riesco comunque ad odiarti! >
< Tu sarai la mia rovina terrestre! > Sussurrò, quasi impercettibile.
< Come hai detto? >
 
Il Principe rispose con un banale silenzio, carico di imbarazzo da parte di entrambi.
 
La luce della navicella cominciò a lampeggiare nuovamente, stavolta verde. Vennero sballottati da una parte all'altra.
Vegeta era visibilmente tranquillo, ma la terrestre urlava spesso.
 
< Sta zitta! Mi dai sui nervi! >
< Scusa eh! Ma non l'ho progettata io questa navicella! >
< Umpf! STA ZITTA! E' normale! >
< Non urlare! Mi dai sui nervi! > Lo scimmiottò lei, con la faccia da diplomatica nervosa.
Subito però si sentì una mano al collo, che la scaraventò sulla parete dell'astronave.
 
< Terrestre, non farmi perdere la pazienza! Sta zitta! >
< Bulma Brief non sta mai zitta! E poi come ti permetti di darmi ordini?! Io sono una delle scienziate più famose della Terra! Io... >
 
Non ce la faceva più, per il suono assordante della sua voce con cui continuava a parlare e urlare nonostante la vicinanza del Principe.
Forse però poteva rigirare la situazione a suo vantaggio, e approfittarne per zittire quella donna con le sue labbra.
La voce metallica della navicella risuonò in lingua namecciana, che Vegeta capiva benissimo.
Il pianeta Freezer distava pochi secondi.
 
< Ma cos... >
 
L'astronave venne sballottata ancora di più, e la terrestre non accennava a voler star ferma o a zittirsi.
Di sicuro sarebbe morta, troppo erano violenti i movimenti, e il Principe dei Saiyan doveva ancora chiarire molto con lei. Non era quello il momento per morire.
La tenne ferma con le mani sulle sue braccia e la bocca sulle sue labbra. Durante quel bacio, lui la guardò negli occhi, con sguardo truce come a voler dire " Non fraintendere!".
Doveva essere una pressione per non farla muovere, ma non si controllò molto.
Lei non sembrava dispiaciuta, anzi, rispondeva.
 
Un forte boato, accompagnò l'uscita del Principe e della terrestre, sul Pianeta Freezer.
 
< Ma perchè...? >
< Non fraintendere donna! L'ho fatto per farti stare zitta e ferma! Non mi servi a niente morta! >
< Però... Potevi essere più delicato! >
 
Scoppiò in una terza risata. Poi continuò.
 
< Io, in confronto ai pervertiti che ci sono là dentro- Disse indicando il palazzo verso il quale si stavano incamminando- sono stato fin troppo delicato! >
 
Entrarono in quell'imponente edificio, aperto grazie ad un calcio del Saiyan.
 
Tutti si girarono verso l'entrata, mettendo in imbarazzo la povera ragazza, circondata immediatamente dagli sguardi pervertiti ed eccitati della squadra Ginew.
 
< Eh no. >- Scosse la testa il Saiyan, rivolto ai componenti del gruppo- Questa è mia e mia soltanto. >
 
Con quella frase il Principe ruppe il ghiaccio, prendendo per un braccio la terrestre e portandola affianco a sè, bruscamente.
Poi fece cenno di seguirlo.
Nella camminata, incontrarono un orrido mostro, rosa e bianco e cornuto di protuberanze appuntite nere.
 
< Che donna graziosa, Vegeta! Te la sei scelta proprio bene... >
< Emh...Io... > Arrossì vistosamente la terrestre.
< Lei è mia, non voglio che nessuno la tocchi. Chiaro? >
< E perchè non la vuoi condividere? Ti sei forse innamorato? >
< Sta attenta a come parli lucertola albina! Il Principe dei Saiyan non prova alcun che al di fuori della rabbia e della vendetta! >
< Umpf. Sta al tuo posto scimmione! >
< Non hai nulla di meglio da fare? >
< Ora che ci penso... Arrivenderci! >
< Che tu sia maledetto, infimo asessuato. > Urlò il giovane Saiyan, furioso.
< Stupida lucertola albina... >
< Ma chi era quello? >
< Uno dal quale devi stare lontano, sia tu e sia io. >

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Capitolo 4
*** Sola ***


< Posso farti soffrire ancora di più sai? >
 
Disse il Principe, con malizia, lasciando il collo della terrestre, per scendere di qualche centimetro, Il suo dito aveva seguito la bretellina della biancheria intima, fermandosi quando essa cominciava ad allargarsi.
 
< Davvero pensi che io ne sia degna, Saiyan? >
< Non chiamarmi così! Ti ho già detto che non sono un banale Saiyan! >
< Come dovrei chiamarti? Aguzzino? Assassino? >
< Non chiamarmi per niente. >
< Va bene. Inizierò a chiamarti come qui dentro fanno tutti! >
< E cioè? >
< Sporco Saiyan. >
< Non provarci. Finiresti male. >
< Sai, Vegeta... Io non provo niente per te.  Se dovessi uccidermi non proverei che dolore fisico, se dovessi violentarmi non proverei nulla.>
< E quindi? >
< Intendo dire che non mi fai nessun effetto, non provo rabbia  o qualcos'altro verso di te. >
< Io- Disse mentre faceva scivolare il dito sulle curve di lei,- Non passo mai inosservato... > Continuò, facendo scorrere la mano sul suo fianco per poi arrivare a metà coscia.
 
La ragazza ebbe un sussulto, il quale tradì le sue emozioni. Voleva sembrare impassibile, ma qualcosa il viso fece trapelare.
Il Principe sghignazzò divertito, guardandola negli occhi.
 
< Sai Saiyan, anch'io ho doti seduttive che tu non puoi nemmeno immaginare. > Disse, alzandosi a sedere.
 
"Tentiamo!", si disse. Voleva riuscire a persuadere il Saiyan, voleva riuscire a rendersi irresistibile ai suoi occhi.
Restarono a giocare con i loro sguardi, uno disteso e l'altro corrucciato, intrecciandoli intensamente. 
 
La terrestre si alzò, dirigendosi verso l'infinito nero, tempestato di diamanti. Si poteva vedere chiaramente Venere, molto luminosa. Quel buio era squarciato da immense nebulose, colorate di amaranto, viola, grigio, color ghiaccio.
Rimase affascinata da quella visione, di cui non aveva mai potuto godere, nemmeno attraverso il telescopio.
 
< Vegeta... >
< Che vuoi? >
< Non ho chiamato te. >
< Fino a prova contraria mi chiamo Vegeta. >
< Sì, ma io intendevo quella. > Disse, indicando uno squarcio in particolare. Interamente rosso, come il sangue.
< Mbè? >
< Lì c'era Vegeta vero? > Chiese, alludendo al pianeta del Saiyan.
< Non ricordo. >
< So perfettamente che menti. Ricordi fin troppo bene tutto il male che ti ha fatto quel pianeta. >
< Pensi sia una donnicciola, debole e insulsa come te? > Scoppiò a ridere.
< Non ho detto questo. Ma nei tuoi occhi non vedo altro che rabbia e tristezza. >
< Fatti visitare da qualcuno. Sei ridicola. >
< Grazie, sempre meglio che rude, antipatico, meschino, cattivo, malvagio,... >
< Lo so già come sono fatto donnaccia. >
< Le poche cose buone che hai, le usi per scopi malvagi...Come l'intelligenza e l'astuzia. >
 
Si voltò e ritornò nella stanza, facendo esplodere una capsula.
Quest'ultima conteneva una specie di cassettiera, color pece, dalla quale estrasse un vestitino nero, intero, che finiva a pantaloncini. Sarebbe riuscita a sedurlo almeno un po' indossandolo davanti a lui? Tanto valeva provare. Voleva rendersi irresistibile per puro e semplice gioco.
Diede le spalle al Principe, e iniziò la sua strategia.
Fece scivolare a terra il tubino chiaro che portava, insieme alla gonnellina, seguiti dal reggiseno.
Ne indosso uno nero, di seta con molti ricami e decorato dal pizzo. Quel pezzo di stoffa metteva chiaramente in risalto le sue forme, sinuose e prosperose.
Infilò le gambe, lunghe e affusolate, nel vestito, portandolo fino all'altezza del bacino. Abbottonò i miseri bottoncini che a malapena le tenevano il seno, lasciando la schiena del tutto scoperta.
Scelse un ciondolo elegante, con un diamantino montato su oro bianco. Raccolse i capelli in un fermaglio, per non coprire nemmeno un poco la schiena.
Ai piedi aveva un paio di semplicissime scarpe da tennis, ( NDA: Come le converse All Star!) anch'esse nere, ma con qualche dettaglio bianco.
 
Sapeva che l'aveva guardata, ne aveva sentito lo sguardo sul suo corpo per tutto il tempo.
Riformattò l'armadio in capsula e si girò nuovamente verso il cielo.
Notò il Principe muovere qualche passo verso di lei, per poi girare e andare verso la porta. 
 
< Dove vai? >
< Non sono affari tuoi. >
< Posso venire? >
< Se vuoi assistere a uno stupro e a un massacro, fa pure. >
< Wow, avete anche le puttane qui? E io che pensavo di essere l'unica donna. >
< Infatti sei l'unica. Vado in missione. >
< No aspetta... Ma io cosa faccio? >
< Fa quello che ti pare, non mi interessa. Tra trecentocinquanta ore forse sarò di ritorno. >
< Per tre giorni e mezzo indifesa e sola... >
< Problema tuo. >
< Bene... >
 
Spinse su un bottone, sullo specchio, facendo aprire una sezione del muro da dove estrasse una battle-suite nuova.
Si tolse la maglia blu e se ne infilò una nuova, mettendo sopra una corazza.
Bulma non poté non notare i suoi pettorali perfetti e scolpiti, assieme agli addominali ai bicipiti e a tutti gli altri muscoli, ben delineati e definiti.
L'alba iniziava a tinteggiare il cielo di rosso e l'ombra del sole, che da quel pianeta poteva vedersi molto vicino, cominciava a fare capolino.
 
< Buongiorno. >
< Mhpf... >
< Buona fortuna. >
< Non ho bisogno di fortuna, non ci metterò nemmeno troppo impegno a sterminare l'intera popolazione di Omega-Sette >
< Buon per te. >
< Io...- Disse, sistemandosi la battle-suite-... Vado! Non morire. > Disse, pronunciando l'ultima parte della frase con disprezzo, verso la debole terrestre.
< Ciao Vegeta. > Salutò lei, senza voltarsi verso di lui.
 
La risposta del Principe fu un lungo silenzio, in cui l'unico rumore che si sentiva era la porta sbattere e i passi del Saiyan allontanarsi.
 
< Buona fortuna Bulma... > Si disse da sola, sperando di non incappare in uno dei suoi soliti guai.

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Capitolo 5
*** Culmine ***


:D Ciao ^^ Si lo so di essere una ritardataria ç_ç Come del resto anche a scuola, arrivo sempre quaranta minuti dopo inventandomi scusa assurde...va bene. In questo capitolo si scatenerà tutta la mia perversione!!!:3 Rating del capitolo:***
ROSSO
 
 
Io vi lascio ù.ù Ciao!
 
 
 
Fulvo. Amaranto. Vischioso. Brillante. Caldo. Denso e Liquido.
Così maledettamente... Rosso... Così... Sadico.
Frutto del dolore che poteva attrarre solo la sua crudele e perversa mente.
Strangolava, massacrava, torturava, suppliziava. Lui, causa della morte del suo stesso nome sulle labbra invocanti pietà. 
Il suo desiderio, il suo impulso irrefrenabile. La sua voglia, il suo gioco, perverso e maledettamente selvaggio.
Scaraventava la felicità e la tranquillità delle vittime nel più profondo, buio e oscuro oblio. Senza via d'uscita, di ritorno.
Spezzava ossa, bruciava carne viva, strappava capelli.
Immaginava che la malcapitata vittima fosse quella presuntuosa e viziata scienziata. Quella che aveva voluto risparmiare.
Quella che avrebbe voluto violentare, smembrare, spezzare e  torturare.
La stessa che voleva studiare e osservare.
 
In preda alla rabbia aveva sterminato tutto il Pianeta. In meno di una cinquantina di ore. Altro che tre giorni.
Poteva benissimo fare ritorno al Pianeta di quella lucertola albina, verso la quale provava un rancore e una rabbia immensi. Aveva osato distruggere il suo Pianeta e estinguere il suo popolo.
 
Decise di riflettere e calmare la sua mente.
 
Pensò ad una strategia probabilmente ancora inutile, per uccidere nel modo più lento, violento, angosciante, sadico e perverso quella lucertola.
Il suo unico problema era che non pensava in modo lucido. Aveva in testa la terrestre. Il suo corpo, le sue forme, i suoi occhi e quei capelli dallo strano colore.
Il Principe, che non doveva provare nulla verso di lei, al di fuori di rabbia e vendetta, non rimase impassibile. Senti una fitta al ventre, dolorosa ma piacevole.
La desiderava.
La voleva.
Tentava invano di scacciarla dai suoi pensieri.
Ci aveva provato per ore. Ma si rese conto dell'inutilità dei suoi mezzi. Non poteva togliersela dalla testa solamente non pensandoci.
 
Poi riflette. Lui la voleva. Era uno sfizio da togliersi. Perché non prendersela? Se la sarebbe tolta dalla testa.
Fece un patto con sé stesso: l'avrebbe avuta, l'avrebbe posseduta, l'avrebbe fatta sua, ma subito dopo la sua mente doveva essere libera di utilizzare lucidamente quell'intelligenza  di cui era dotato.
 
Si sistemò nella navicella, programmando il viaggio verso il Pianeta Freezer.
 
Voleva arrivare il prima possibile.
 
 
 
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Bulma. In quella reggia, indifesa e spaesata.
Uscita un'unica volta per cercare da bere, appena sveglia. Sotto lo sguardo famelico, ma terrorizzato delle guardie.
Non si sarebbero mai permessi di toccarla, in quanto proprietà del Principe Vegeta. Difatti la voce si era sparsa.
Avevano tutti paura di lui, meno che Freezer, i leccapiedi e la squadra Ginew.
 
Era tornata in stanza, ove si era spogliata, era entrata nell'anticamera della toilette,e aveva preso da una capsula un asciugamano, delle ciabatte da camera lilla, e una crema per il corpo, profumata al glicine.
 
Entrò nella doccia, alquanto spartana, avente solo il soffione immobile. Si rinfrescò e fece scivolare via dal suo corpo tutta la tensione e la stanchezza.
 
Uscì dal box e si asciugò alla peggio i capelli, strofinandoli e scompigliandoli con l'asciugamano. Si asciugò il viso e si coprì il seno e l'intimità con il telo, a mo di vestitino.
 
 
 
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"...Destino volle che nel medesimo momento, il Principe entrava e la terrestre si alzava nuda, dal capezzale del letto.
Lui dapprima sorpreso, poi malizioso. Lei pietrificata e imbarazzata.
Fece due passi verso di lei, ma poi non seppe e non volle più controllarsi.
Con la velocità supersonica, le si posizionò proprio davanti.
Con quel dannato ghigno (nda: ALQUANTO SEXY *Q*) aveva tirato i capelli della terrestre indietro, facendole inarcare il collo e la testa. Lei tremava, ma non aveva avuto il coraggio di ribattere...O forse non voleva...
Iniziò a tracciare scie di fuoco con la lingua, su tutto il collo, per poi scendere alla clavicola. Lì si soffermò parecchio, e, alla fine, decise di inciderla con i canini.
La ragazza ebbe un sussulto, misto a spasmi di piacere, eccitazione e dolore. Era ancora rigida, e non si rilassava.
Il Principe succhiò tutto il sangue, leccandosi poi le labbra.
Continuò a segnare la pelle nivea e liscia di lei, iniziando a scendere al seno. Bulma iniziava a cedere, difatti i suoi sussulti si fecero sempre più ansimanti e frequenti.
Le abbassò il telo, scoprendo il seno. Lo osservò, per istanti interminabili. Poi iniziò a mordicchiarne e suggerne un' estremità, già turgida. 
Risalì, fino ad impossessarsi della sua bocca in modo selvaggio e violento, ma passionale allo stesso tempo.
Lei era in visibilio e non rispondeva a quel bacio.
Ma al tocco del mercenario, che stava sfiorando nuovamente le sue areole e i suoi capezzoli, uscì dallo stato di trance e si riprese. 
Si strinse di più a lui, intrecciando la sua lingua con quella del guerriero, e facendogli sentire la pienezza e la turgidità dei suoi seni sul suo petto marmoreo.
Si avvicinarono all'alcova, fino a ricadere sul letto. Lui sopra, lei sotto.
Gli tolse la corazza della battle suite, che ingombrava i movimenti, e non poté non notare i lineamenti e i muscoli che gli caratterizzavano gli addominali e i pettorali, enfatizzati dalla tuta blu attillata.
Lui tornò a suppliziarle i seni, di una tortura piacevole.
Intanto faceva pressione sulla femminilità di lei, facendole percepire il turgore del suo membro.
La scoprì del tutto, strappandole il telo da dosso, che celava la sua intimità.
Si impossessò nuovamente delle sue labbra, e in contemporanea, la ragazza lo spronava a togliersi la parte superiore della battle suite.
Rimossa anche quella, la terrestre cominciò a sfiorare e accarezzare quel petto marmoreo, in preda ad ansimi e gemiti. Venne penetrata dal dito del Principe, che stava andando fuori di testa per l'eccitazione alquanto palpabile che andava a bagnare la sua femminilità.
 
Vegeta sfilò anche i pantaloncini, rimanendo completamente nudo. (NDA: *Q* :Q__________) Stava per entrare in lei, ma di colpo lo fermò, capovolgendo la situazione.
 
< Adesso tocca a me, Principe. > 
 
Aveva sussurrato, suadente. Si era abbassata, fino al basso ventre del guerriero, e aveva iniziato ad assaggiare la sua virilità. 
La leccò per tutta la sua lunghezza lentamente.
Questo fece finire in un piacevolissimo panico il Principe, che non la credeva capace di simili atteggiamenti.
Poi prese a succhiare, prima piano, poi aumentando velocemente il ritmo.
Il Saiyan gettò la testa all'indietro per pochissimi istanti, poi l'afferrò per i capelli e la trascinò nuovamente sul letto, sotto di lui.
La terrestre si leccò le labbra più e più volte, gesti che fecero ghignare il mercenario.
Poi divaricò le sue cosce e si sistemò tra esse.
Entrò in lei, con decisione, causandole un poco di dolore, che gli umori minimizzarono al massimo.
Vegeta si muoveva in modo fluido e veloce.
Bulma si contorceva dal piacere, afferrava e stringeva il lenzuolo rosso, gemeva, urlava.
Senza nemmeno accorgersene aveva circondato la vita del mercenario con le sue gambe, affusolate e lisce.
Il culmine del loro piacere arrivò in contemporanea, accompagnato dal grido di lei, che continuava a contorcersi.
Il Principe si limitò a gettare la testa all'indietro.
 
< Non fermarti, ti prego! > Urlò lei, in preda agli spasmi e all'orgasmo... "

 
Mi sembra ovvio che continui :DD Spero vi sia piaciuto a presto :DD

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