Demonios

di Fiamma Erin Gaunt
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Personaggi ***
Capitolo 2: *** Cap 1 ***
Capitolo 3: *** Cap 2 ***
Capitolo 4: *** Cap 3 ***
Capitolo 5: *** Cap 4 ***
Capitolo 6: *** Cap 5 ***
Capitolo 7: *** Cap 6 ***
Capitolo 8: *** Cap 7 ***
Capitolo 9: *** Cap 8 ***
Capitolo 10: *** Cap 9 ***
Capitolo 11: *** Cap 10 ***
Capitolo 12: *** Cap 11 ***
Capitolo 13: *** Cap 12 ***
Capitolo 14: *** Cap 13 ***
Capitolo 15: *** Cap 14 ***
Capitolo 16: *** Cap 15 ***
Capitolo 17: *** Cap 16 ***
Capitolo 18: *** Cap 17 ***
Capitolo 19: *** Cap 18 ***
Capitolo 20: *** Cap 19 ***
Capitolo 21: *** Cap 20 ***



Capitolo 1
*** Personaggi ***


Personaggi
 












 

 

Rico Bellin = 19 anni,capelli e occhi neri;leader dei Demonios, grande amico di Eli "Weevil" Navarro con cui ha vissuto a stretto contatto fino all' età di tredici anni e che considera come un fratello. Nutre un odio profondo nei confronti dei Fitzpatrick.






 

Fiamma Pacino = 17 anni,capelli castano ramato e occhi color ambra;leader in seconda dei Demonios,sorella di Rico anche se lei ha deciso di adottare il cognome della madre. Da piccola aveva una cotta per Weevil.





 

Cesar Catalano = 19 anni,capelli castano chiaro e occhi grigi;uno dei migliori amici di Rico e ragazzo di Fiamma per un certo periodo.




Blasco Cagliostro = 19 anni, capelli neri e occhi verdi;uno dei migliori amici di Rico e cugino di Felix Toombs.






 

Dimitri Danaro = 19 anni,occhi e capelli castani; membro dei Demonios e fratellastro di Cesar, guarda spalle di Rico.




Deborah Danaro = 17 anni,capelli e occhi neri;sorella di Dimitri e sorellastra di Cesar, migliore amica di Fiamma.




 

Gabriel Davies = 17 anni,capelli castani e occhi azzurri;membro dei Demonios, ha una relazione con Deborah.




 

Julian Border = 19 anni,capelli neri e occhi grigi;membro dei Demonios.







Eli Weevil Navarro = 18 anni, leader dei PCH.


 



Felix Toombs = 18 anni, braccio destro di Weevil e uno dei suoi migliori amici,ha una relazione con Molly Fitzpatrick.




 

Eduardo Thumper Orozco = 18 anni,membro dei PCH.




Liam Fitzpatrick = 35 anni,gestisce il traffico di droga ed è a capo della famiglia mafiosa dei Fitzpatrick.





Noel Fitzpatrick = 21 anni,figlio di Liam e cugino di Molly. Tra lui e Rico c' è un profondo e radicato odio.




Manuel Fitzpatrick = 19 anni, cugino di Molly e fratello di Noel.




Veronica Mars = 17 anni,figlia dell' ex sceriffo Keith Mars. Intreccia una sorta di collaborazione con Weevil e verrà così a contatto con gli amici del ragazzo.




Logan Echolls = 17 anni,per un certo periodo avrà una relazione con Veronica.



Dick Casablancas = 17 anni, braccio destro di Logan, è attratto da Fiamma e ciò lo porterà ad avere non pochi problemi con i Demonios che non lo vedono affatto di buon occhio
.
 





















Spazio autrice:
 
Una piccola anticipazione su quali saranno i protagonisti della storia e sui loro volti, tanto per avere le idee chiare. A domani con il prossimo capitolo.
Baci baci,
               Bella_92

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Capitolo 2
*** Cap 1 ***


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap 1




 

- Ehi Weevil vieni a dare un' occhiata qui fuori -

Eli ripose la chiave inglese con uno sbuffo e si terse il grasso dalle mani con un vecchio straccio.

- Prega che sia qualcosa di davvero importante Felix, avevo quasi finito di sistemare questo ferro vecchio -

Uscì dall' officina e venne investito dalla luce del Sole, dovette strizzare gli occhi e attendere alcuni secondi prima di riuscire a mettere a fuoco il ragazzo che aveva davanti.

Un ragazzo dall' evidente impronta italo-latina si stagliava nella luce pomeridiana,i capelli neri erano acconciati con sapiente maestria, li portava più lunghi rispetto all' ultima volta che si erano visti notò Eli, ma il sorriso sghembo del ragazzo era sempre al suo posto e in quel momento lo stava rivolgendo proprio a lui.

- Bè non ti sarai mica scordato di me - commentò inarcando un sopracciglio

- No, è che...non mi aspettavo di vederti,mi hai lasciato senza parole - replicò il messicano prima di raggiungere l' amico e attirarlo in un abbraccio rude.

- Pensavo di fare quest' effetto solo alle ragazze - scherzò l' italiano quando l' abbraccio si fu sciolto.

- Sei sempre il solito - rise Eli assestandogli un pugno amichevole.

Il ritorno di Rico lo aveva reso euforico come un ragazzino la mattina di Natale, lui e Felix erano gli unici due che erano riusciti a vedere attraverso la sua maschera da duro e insensibile. I suoi due fratelli, ed ora erano di nuovo insieme. Chiunque li avesse visti insieme si sarebbe stupito nel vedere tre ragazzi dall' aria pericolosa come loro ridere e scherzare come ragazzini.

- Per quanto ti fermi? - domandò Felix

- Sono appena arrivato e già mi stai cacciando? - rise Rico prima di tornare serio e aggiungere - Non lo so, per il momento non ho fatto progetti -

La risposta del ragazzo riaccese le speranze di Eli, possibile che l' italiano avesse deciso di tornare a vivere a Neptunes in pianta stabile?

- Sei venuto da solo? - domandò Eli cercando di apparire disinvolto. Evidentemente non c' era riuscito molto bene perchè Rico lo guardava con aria maliziosa e divertita insieme e anche Felix sorrideva con aria complice.

- No, ci sono anche i ragazzi - replicò Rico riferendosi ai Demonios, la banda che aveva messo su a Corona.

Weevil perse un po' della sua euforia. Possibile che Rico si fosse spostato da Corona a Neptunes senza sua sorella? Non era un comportamento da lui, ma non lo vedeva da quasi sei anni ed era possibile che i rapporti tra i due si fossero incrinati. Gli riusciva difficile crederlo però,quei due vivevano in simbiosi e non si sarebbero mai separati volontariamente.

- Sai che non mi riferivo alla banda - replicò Eli cercando di sondare cautamente il terreno.

- Temo che dovrai essere più specifico allora - disse con un sorriso sarcastico Rico.

Il bastardo si stava divertendo, si divertiva a vederlo in difficoltà. Bè non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederlo in imbarazzo.

- Mi riferivo a tua sorella - disse con tono neutrale. Aveva scoperto che se evitava di chiamarla per nome riusciva a contenere l' emozione nella voce. Nella voce, ma non nel cuore sussurrò una vocina nella sua testa.

O va al diavolo

pensò scuotendo la testa e cercando di liberarsi di quei pensieri scomodi.

- Ah, Fiamma - commentò Rico come se si fosse reso conto solo in quel momento che la sorella non era con lui.

- Bè, diciamo che ha da fare al momento - disse nell' evidente tentativo di prendere tempo.

Aveva appena finito di parlare quando il rombo del motore di una macchina fece eco alle sue parole. Weevil e Felix si misero subito sul chi vive;quella era la jeep dei fratelli Fitzpatrick, che diavolo ci facevano lì?

La macchina si fermò in mezzo alla strada e la portiera del conducente si aprì a rivelare un paio di gambe lunghe e decisamente femminili fasciate da un paio di pantaloni di pelle nera. La ragazza smontò dalla macchina con eleganza e lasciò sul sedile gli occhiali da sole dalle lenti specchiate che le mascheravano il volto. Una giacca di pelle aperta a mostrare un top che le lasciava scoperto l' ombellico e un paio di anfibi completavano il suo abbigliamento. I capelli castano ramati erano stati raccolti in un' alta coda di cavallo che le metteva in risalto i lineamenti marcati e gli zigomi alti.

Rivolse un sorriso abbagliante ai tre ragazzi e si affiancò al fratello. Mentre osservava i due PCHers scoppiò a ridere riempiendo l' aria con la sua risata cristallina.

- So di essere cambiata parecchio dall' ultima volta che ci siamo visti, ma mi sembra assurdo che non mi riconosciate - commentò con aria divertita.

- Fiamma? - domandò con aria incerta Eli.

- Eli....Felix - replicò raggiungendo i due motociclisti e depositando due baci sulle guance di entrambi.

- Sei.... - cominciò il messicano guardandola con aria ammirata, ma tacque non sapendo bene cosa dire.

Felix annuì - Più..... - e mimò con le mani delle curve generose a mezz' aria.

Fiamma scoppiò nuovamente a ridere tirando la testa indietro e facendo scintillare gli occhi ambrati.

- Più cresciuta - completò con tono divertito Rico venendo in aiuto dei suoi amici che annuirono con convinzione. La ragazza sorrise con aria incurante, il convivere per diciassette anni con un fratello maggiore e la sua gang l' avevano abituata a commenti ben peggiori di quelli. Si concesse alcuni minuti per osservare attentamente Eli, da lì a poco sarebbero cominciate le domande e voleva approfittare di quel momento.

Esteticamente non era cambiato granchè,ma c' era qualcosa di diverso nei suoi occhi, una durezza che anni prima non c' era. Aveva lo sguardo di chi negli ultimi anni ha dovuto contare solo sulle sue forze e ha visto molte cose, nessuna delle quali gli è piaciuta. Tuttavia aveva visto l' allegria divampare nei suoi occhi scuri nel momento in cui era scesa dalla macchina e anche adesso, che la fissava cercando di non dare nell' occhio, aveva dipinto sul viso un mezzo sorriso.

- Come mai guidi la jeep dei Fitzpatrick? - domandò con tono indagatore Felix.

Tra tutti il giovane Toobs era quello che ce l' aveva di più con gli irlandesi,gli avevano ucciso il fratello,Ripper.

- Cosa ti fa pensare che sia la loro? - domandò con aria ingenua la ragazza. Negare,negare sempre,anche di fronte all' evidenza.

- Riconoscerei questa macchina tra mille altre e poi quella è la loro targa - replicò indicando la targa della jeep che recitava "Flip me".

Fiamma lanciò un' occhiata a Rico che annuì impercettibilmente.

- D' accordo, è la loro jeep - ammise la ragazza.

- Siete appena arrivati e già avete grattato la macchina a quelle merde? Complimenti - commentò Felix regalando un sorriso ai due fratelli.

Rico si passò una mano sul collo, era un gesto che faceva sempre quando era in imbarazzo o nervoso. Il gesto non sfuggì ad Eli che sentì farsi strada nella sua mente un' altra ipotesi. Si erano forse messi a fare affari con gli irlandesi? No, non sarebbero mai stati capaci di un tradimento così bruciante.

Felix percepì la tensione che si era venuta a creare e il sorriso che gli increspava le labbra si ridusse fino a scomparire.

- D' accordo d' accordo,ma sappiate che non vi piacerà - disse la ragazza mordendosi il labbro.





 







Spazio autrice:

Ecco il primo capitolo, spero che vi piaccia. Fatemi sapere che ne pensate.

Baci baci,

              Bella_92

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Capitolo 3
*** Cap 2 ***


Cap 2
 













 

- Di che si tratta? - domandò Eli scrutando i due fratelli con aria indagatrice.

- Diciamo che in teoria siamo in affari con i Fitzpatrick - replicò Rico calcando sarcasticamente sul "in teoria".

Perfetto,proprio la risposta che non avrebbe mai voluto ricevere.

- E in pratica? -

- In pratica stiamo cercando di prenderci il loro giro -

Felix emise un fischio - Avete del coraggio, i Fitzpatrick sistemano con la fiamma ossidrica chiunque provi a fregarli -

- Che vita sarebbe senza un pizzico di rischio - scherzò Fiamma sforzandosi di ignorare lo sguardo contrariato di Eli.

- Credo che sia un' idea troppo rischiosa, se proprio ci tieni tanto dovresti farlo tu, senza tirare in mezzo lei - commentò il messicano.

Il sorriso sul volto della ragazza scomparì immediatamente lasciando il posto ad una smorfia sprezzante.

- Perchè sono una donna,giusto? - domandò con tono aggressivo.

- Bè si....ma soprattutto perchè è pericoloso,non si scherza con gli irlandesi - replicò Weevil sostenendo lo sguardo della ragazza.

- Posso fare tutto quello che fate tu e gli altri ragazzi, anche meglio di voi-

Eli scosse la testa rassegnato, quella ragazza lo faceva disperare; era da quando erano piccoli che si scontravano su questioni del genere e non riusciva proprio ad entrarle in testa che c' erano cose che una ragazza poteva e non poteva fare. Era testarda e il coraggio non le mancava di certo, ma tendeva ad agire d' istinto e questo se in determinate occasioni poteva essere un bene in altre ti portava dentro una fossa. Anche ora che lo fissava con lo sguardo duro non riusciva a fare a meno di pensare a quando si era messa in testa di entrare nel loro gruppo di amici, aveva appena otto anni eppure non c' era ragazzo in grado di tenerle testa; poi c' era stata quella volta in cui per farsi accettare aveva rubato la moto di Ripper e gliela aveva restituita a condizione di entrare nei PCHers. Era determinata, una tipa veramente tosta, più della maggior parte dei ragazzi che aveva incontrato nel corso della sua vita, compresi quelli del minorile.

- Oltretutto senza di lei il piano va in fumo - intervenne Rico con tono fintamento disinvolto.

Un terribile sospetto si fece largo nella mente di Eli.

- Cosa intendi? -

Rico ripescò una sigaretta dalla tasca della giacca e l' accese, era evidente che stava cercando di prendere tempo. In quel momento Weevil capì che la parte che davvero preoccupava l' amico era quella e non la rivelazione della collaborazione-truffa ai danni degli irlandesi.

- Intende dire che Liam Fitzpatrick potrebbe insospettirsi se la sua futura nuora scomparisse da un momento all' altro - rispose per lui Fiamma. Il disprezzo con cui pronunciò la frase la diceva lunga su quello che ne pensava di tutta quella storia, ma era lavoro e lei non si sarebbe mai tirata indietro.

Le espressioni dei due PCHers andavano dall'incredulità al disgusto.

- Complimenti per la delicatezza sorellina, se vuoi che ci restino secchi sappi che stai facendo un buon lavoro - commentò Rico alzando gli occhi al cielo.

Per tutta risposta la sorella scrollò elegantemente le spalle.

- Tanto prima o poi lo avrebbero scoperto - minimizzò.

- E loro sanno.... - cominciò Felix, ma venne interrotto dalla ragazza

- Che sono un' ex PCHers e la sorella di Rico? No -

- Sanno solo che è il secondo della mia banda, nient' altro. In questo modo si corrono meno rischi - spiegò l' italiano con tono tranquillo, come se stesse parlando del tempo.

Weevil lo odiò profondamente per quel suo atteggiamento incurante, ovviamente sapeva bene che in cuor suo Rico era preoccupato quanto lui, ma lo riusciva a nascondere molto bene. Tutto questo si aggiungeva al fatto che più veniva a conoscenza dei dettagli di quel piano rischioso e meno gli piaceva.

- Bè questo spiega perchè hai la loro macchina - commentò Felix rivolgendo un' occhiata poco amichevole alla vettura, come se meritasse di essere distrutta unicamente per il fatto che apparteneva ai Fitzpatrick.

- Per curiosità, con quale dei due stai? - aggiunse poi riferendosi a Noel e Manuel, i due figli di Liam.

- Noel - replicò la ragazza arricciando il naso in un' espressione di comico disgusto.

Al suono del nome dell' irlandese anche Rico non potè trattenersi dall' assumere un' aria schifata e mormorò - Feccia -

- Bè in tutto ciò c' è una nota positiva però -

- La macchina? - domandò ironico Eli.

- No, il fatto che per essere uno schifoso Fitzpatrick è piuttosto carino - replicò candidamente la ragazza.

- Ma fammi il favore - commentò infastidito il messicano.

Felix e Rico si scambiarono un' occhiata, era evidente che quell' ultima affermazione lo avesse infastidito più di tutto il resto, era mai possibile che Eli fosse geloso?

- Geloso? - domandò ironica Fiamma.

- Io geloso? Questa è bella - replicò Eli sforzandosi di ignorare la sensazione di fastidio che provava immaginandola insieme a Noel.

Ti da fastidio solo perchè è un Fitzpatrick si disse.

A sì? E allora perchè stai fulminando con lo sguardo Felix che non sta facendo altro che sorriderle? replicò la vocina interiore.

Perchè mi sento protettivo nei suoi confronti;siamo cresciuti insieme,è come se fosse la mia sorellina.

Se la consideri come una sorella perchè vorresti stare al posto di Noel?

Ridicolo, è semplicemente ridicolo. Non sono geloso.

Perchè no, Eli?

Perchè....perchè no.

Sembra che stia cercando di convincere te stesso. Ammettilo,sei geloso.

Lasciami in pace!

Eli si riscosse dai suoi pensieri e sgranò gli occhi sorpreso, Fiamma gli si era avvicinata, stava a pochi centimetri da lui e lo guardava con aria di sfida.

Si avvicinò ancora, le labbra che quasi si sfioravano.

- Peccato,mi piacciono i ragazzi gelosi - disse con tono malizioso prima di voltargli le spalle e dirigersi verso la macchina.

- Devo andare, ci vediamo - disse salendo e mettendo in moto.

Weevil la osservò fino a che non fece la curva e sparì alla sua vista.

Felix se la rideva tenendosi la pancia con le mani.

- Oddio....mi.... sto.... sentendo.... male - disse tra una risata e l' altra.

Rico al contrario era abbastanza serio e lo fissava con un' aria che faceva intendere che aveva capito tutto ed era quello che aveva sempre sospettato.

- Pensi di riuscire a riprendere a respirare? - domandò l' italiano con aria ironica.

- Andate a farvi fottere tutti e due - replicò seccato il messicano, dopodichè torno in officina a lavorare alla macchina. Doveva distrarsi, ma non era facile, il pensiero di Fitzpatrick con Fiamma gli mandava il sangue al cervello.

Ma non era geloso.

No,assolutamente no.




 





Spazio autrice:

Eli non è geloso...nononononononono ahahahahah. Diciamo che questi dialoghi che Weevil ha con se stesso altro non sono che il mio modo di mettere in evidenza il fatto che il ragazzo non vuole far trapelare i suoi sentimenti e abbandonare la sua facciata da duro, almeno per il momento....chissà se in futuro....
Bè che ve ne pare? Fatemi sapere,ci tengo molto alle vostre opinioni.
Al prossimo capitolo.
Baci baci,
               
Bella_92

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Cap 3 ***


Cap 3
 













 

Fiamma era appena arrivata davanti alla bisca di proprietà di Liam Fitzpatrick quando notò una Harley parcheggiata proprio davanti all' ingresso,la osservò attentamente e un lampo di consapevolezza si fece strada nella sua mente. Lei conosceva quella moto,l' aveva già vista da qualche parte, ma dove?

Tornò indietro con la mente ad un pomeriggio assolato di alcuni anni fa, era seduta sui gradini di fronte a casa di Ripper e osservava i ragazzi fare avanti e indietro lungo il viale,le moto che rombavano squarciando prepotentemente il silezio estivo. La Victory di Eli, la Monster di Rico,le Ninja di Ripper e Felix e poi una Harley rossa,proprio come quella che era parcheggiata davanti al locale.

Indubbiamente si trattava della moto di uno dei PCHers, ma cosa diavolo ci faceva un messicano in un covo di razzisti omofobi come quello? E soprattutto,chi diavolo era il proprietario della moto?

Finalmente si decise ad entrare nel locale,la testa che le ronzava per tutte le informazioni che stava cercando di mettere insieme.

Una voce interruppe lo scorrere dei suoi pensieri.

- Sei tornata finalmente,dove diavolo sei stata? - domandò Noel con tono irritato.

- A fare un giro,era una vita che non venivo a Neptune - replicò con una scrollata di spalle.

- A fare un giro dove? - insistette il ragazzo.

Fiamma alzò gli occhi al cielo, l' irritazione lampeggiava come lampi nel suo sguardo.

- Questi sono cazzi miei - replicò a denti stretti prima di girare i tacchi.

Noel l' afferrò per un braccio e la costrinse a voltarsi.

- Stai con me, quindi, quello che fai e dove vai sono anche cazzi miei -

La ragazza strattonò il braccio riuscendo a sottrarlo dalla presa dell' irlandese.

- Smettila di comportarti come un marito geloso e lasciami respirare - gli disse lasciando che l' irritazione trasparisse in modo più che evidente nella sua voce.

- Non dirmi come mi devo comportare e cosa devo fare - replicò il Fitzpatrick.

- Tu non osare darmi ordini ed io farò altrettanto - disse Fiamma sostenendo con aria fiera lo sguardo furente dell' irlandese.

Noel sembrò riflettere su quale fosse la risposta più adatta da darle,ma la ragazza non gli diede il tempo di replicare e si diresse a passi svelti in direzione del piano superiore.

- E adesso dove vai? - gli gridò dietro Noel con un tono che rasentava l' esasperato.

Fiamma non si degnò di rispondergli e continuò a camminare come se niente fosse. Lungo le scale incrociò il cugino del suo pseudo ragazzo.

- Noel ti ha fatto una domanda - le fece notare Danny con un ghigno ironico.

La ragazza lo gelò con un' occhiata di sommo disprezzo, tra tutti i Fitzpatrick quello era il peggiore, sempre ubriaco e con quel puzzo da animale,semplicemente disgustoso.

- Chiedimi se me ne frega qualcosa - replicò in tono di sfida proseguendo la sua scalata e assestandogli una spallata quando gli passò accanto.

Finalmente riuscì a raggiungere la stanza di Molly, bussò lievemente e varcò la soglia nonappena udì la risposta della ragazza.

La bionda era sdraiata sul letto con il cellulare in mano e il libro di matematica aperto lì vicino. Fiamma era pronta a scommettere che quella non fosse altro che un' utile copertura nel caso in cui Liam si fosse degnato di dare un' occhiata a quello che stava facendo la nipote.

- Allora, si può sapere con chi è che messaggi in continuazione? - le domandò sedendole accanto.

- Con nessuno - replicò Molly anche se lo scintillio nel suo sguardo diceva chiaramente che stava mentendo.

- Andiamo Mol,lo sai che con me puoi parlare - la invitò gentilmente l' italiana.

- Bè ecco....è un ragazzo - ammise la bionda abbassando lo sguardo.

Fiamma sorrise teneramente, le dispiaceva per quella povera ragazza,vivere con una famiglia di pazzi esaltati doveva far sembrare l' Inferno un posto quasi accogliente.

- E com' è...carino? - le domandò con aria complice.

Molly sorrise,lo sguardo che scintillava lasciando trasparire in maniera abbastanza ovvia che era innamorata.

- Sì, è molto carino e anche dolce -

- Carino e dolce, wow ma allora esistono ancora i bravi ragazzi - scherzò Fiamma.

- Bè non è esattamente un bravo ragazzo....è un tipo un po' fuori dalle righe - precisò Molly.

- Quanto fuori dalle righe? -

- Fa parte di una banda...è un motociclista - le confessò la bionda prendendo a tormentarsi i lunghi e lisci capelli.

Un motociclista,e faceva anche parte di una banda, possibile che si trattasse di uno dei ragazzi di Weevil? Magari era lo stesso che aveva parcheggiato la moto lì fuori.

- Un motociclista è? Bè hanno il loro fascino con tutto quel cuoio e i tatuaggi. Dimmi, è sua la moto parcheggiata qui fuori? -

Se c' era qualcuno che poteva risolvere quel mistero indubbiamente era Molly.

- Oh no, certo che no. Zio Liam non permetterebbe mai che lui si avvicinasse a me -

Interessante, e così la nipote di Liam Fitzpatrick se la faceva con un motociclista che il buon vecchio Liam non voleva vedere nei paraggi. Questo si che restringeva i possibili candidati, doveva essere per forza uno dei PCHers.

- E come mai? -

- Perchè è messicano....e sai come la pensa mio zio su queste cose -

Bingo.

Ora ne aveva la certezza assoluta: era un PCHers. Restava ancora il punto fondamentale,di chi si trattava?

- Capisco, tuo zio è un vero rompi coglioni su queste cose -

Molly assunse un' espressione tra lo stupito ed il riverente.

Fiamma immaginò che non dovevano essere in molti a dare del rompi coglioni a Liam Fitzpatrick e ancora meno dovevano essere quelli che la facevano franca.

- Comunque,parlami di lui. Occhi,capelli,età? - riprese cercando di farlo sembrare uno scambio di confidenze tra amiche più che un interrogatorio.

- Ha diciotto anni,capelli e occhi neri, frequenta il mio stesso corso di matematica - le disse Molly prima di aggiungere - Aspetta, ho una sua foto sul cellulare -

Le porse il telefono e lo sguardo dell' italiana indugiò a lungo sullo schermo, non riusciva a crederci. Cercò di ricomporsi in fretta e sperò che il suo stupore fosse passato inosservato agli occhi dell' amica.

- Complimenti, è veramente un bel ragazzo, hai la mia approvazione. - le disse rivolgendole un sorriso complice.

Bè di sicuro aveva la sua approvazione, in fin dei conti chi meglio di Felix Toombs poteva far felice una ragazza come Molly?











Spazio autrice:

Dopo una lunga attesa ecco finalmente il nuovo capitolo. Spero che vi piaccia, cercherò di postare il prossimo domani sera.
Baci baci,
              Bella_92

 

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Capitolo 5
*** Cap 4 ***


Cap 4
 













 

 

Un trillo fastidioso riempì la stanza,Rico con gli occhi ancora chiusi cercò di spegnere quell' apparecchio infernale;dopo un paio di tentativi andati a vuoto si rassegnò e con un sospiro aprì lentamente prima uno e poi l' altro occhio.

Lanciò un' occhiata all' ora: erano appena le sei e mezza. Imprecò sottovoce.Perchè diavolo aveva impostato la sveglia così presto?

Stava per rimettersi a dormire quando realizzò che quella in cui si trovava non era la sua stanza. Cercò di fare mente locale mentre si stiracchiava come un gatto. Ma certo, era rimasto tutta la sera in compagnia di Eli,Chardo e Felix e alla fine era troppo ubriaco per anche solo pensare di guidare fino a casa. Bene,questo spiegava anche perchè aveva un mal di testa di inferno.

Recuperò la canottiera e il giubotto di pelle che aveva abbandonato sulla sedia e si piegò ad allacciare i pesanti anfibi. Realizzò che era stata una cattiva idea solo quando alzando lo sguardo si ritrovò ad osservare la stanza che ruotava vorticosamente. Con un gemito si decise finalmente ad alzarsi e riuscì a barcollare fino al piano di sotto dove la nonna di Eli era già affaccendata a preparare la colazione.

- Buenos dìas,Rico - lo salutò con aria gioviale.

- Buenos dìas senora - replicò soffocando uno sbadiglio.

- Vieni a sederti, le frittelle e i baggle sono quasi pronti - gli ordinò porgendogli un piatto ed un bicchiere.

- Eli e gli altri sono già svegli? - domandò versandosi una generosa dose di spremuta.

- Figurati, se non fosse per me rimarrebbero tutto il giorno a dormire -

Detto ciò posò sul tavolo una ventina di baggle e frittelle e si accinse a salire al piano superiore.

- Ho messo il bacon a cuocere,lo puoi controllare? -

- Certo senora - replicò l' italiano raggiungendo l'angolo cottura.

Una decina di minuti più tardi Mrs Navarro fece ritornò scortata dai tre messicani che sembravano provati almeno quanto lui.

- Cibo - esordì Felix rianimandosi tutto d' un tratto ed accomodandosi alla sinistra di Rico.

I quattro consumarono la loro colazione in religioso silenzio fino a quando Eli non prese la parola.

- Allora, immagino che dovremo fare finta di esserci appena conosciuti a scuola -

- Esatto, l' ideale sarebbe che nessuno a parte noi quattro e Fiamma sapesse che siamo amici di vecchia data - confermò Rico spazzolando gli ultimi bocconi di bacon.

- Nessun problema, e come ci siamo conosciuti che non mi ricordo? - domandò sarcastico il messicano.

- Fiamma ha portato a riparare la moto da tuo zio. Dovrebbe essere già nella sua officina con un pistone fuori posto - aggiunse con tono pratico.

- Avete pensato proprio a tutto - commentò Chardo.

- Bè si,tanto vale fare le cose per bene,non possiamo permetterci di correre rischi inutili -

- Tipo ubriacarsi e rimanere a dormire a casa di una persona che in teoria dovresti conoscere da appena un giorno? - scherzò Felix.

I ragazzi scoppiarono a ridere.

- Tipo. Infatti è il caso che torni a casa - replicò Rico indossando il giubbotto in pelle e recuperando casco e chiavi.

- Ci si vede dopo a scuola - disse - Senora - aggiunse rivolgendo un cenno del capo alla nonna di Eli che era tornata in cucina a preparare la colazione per i nipoti più piccoli.

Raggiunse la piccola villetta a schiera che aveva affittato e, dopo aver messo su la caffettiera, si concesse una doccia ristoratrice.

Era appena uscito dalla cabina doccia quando il cellulare cominciò a squillare, diede un' occhiata al display: Cesar.

- Ehi amigo,que pasa? -

- Nada,ero solo preoccupato perchè è da ieri sera che non rispondi al cellulare -

- Sì,sono rimasto da Eli e abbiamo esagerato con la Tequila - spiegò Rico.

Un sibilo annunciò che il caffè era pronto.

- Cosa è stato? -

- Nulla,è solo il caffè che è pronto -

- Ok,allora ti lascio al tuo caffè,ci vediamo dopo - disse Cesar concludendo la telefonata. Chiunque conoscesse almeno un minimo Rico sapeva che non era saggio mettersi tra lui e la sua dose di caffeina quotidiana. Senza caffè aveva la tendenza a diventare nevrotico, fatto che lo accomunava senza ombra di dubbio a sua sorella Fiamma.

Rico zuccherò la nera bevanda colombiana e la mandò giù tutta insieme, amava bere il caffè bollente. Recuperò una canottiera nera e un paio di jeans sbiaditi completando il tutto con i suoi inseparabili anfibi e un paio di occhiali da sole con le lenti specchiate,identici a quelli che possedeva Fiamma. Diede un' occhiata alla radiosveglia sul comodino e decise che era ora di muoversi. Aveva appuntamento con Fiamma ed il resto della banda davanti scuola alle otto in punto.

Recuperò casco,chiavi e giubbotto ed in un attimo si ritrovò in sella alla sua Ducati Monster. Amava la sua moto,sfrecciava veloce e potente sull' asfalto come una pantera a caccia,non a caso ne aveva fatta disegnare una sul serbatoio.

Era ormai giunto in prossimità della scuola quando notò una macchina ferma sul ciglio della strada,una biondina era intenta a dare un' occhiata all' interno del cofano,ma non sembrava molto sicura di quello che stava facendo. Accostò e mise il cavalletto alla moto.

- Serve una mano? - domandò posando il casco sul sellino e avvicinandosi alla ragazza. Sembrava lo stereotipo della ragazza californiana: minuta,bionda ed eccezionalmente carina.

- No, posso riuscirci da sola - replicò continuando ad esaminare con circospezione il cofano.

- Sei sicura? Una biondina in difficoltà e una macchina in panne, è la mia specialità -

- Cosa riparare macchine o soccorrere biondine? - replicò ridacchiando la ragazza.

- Tutte e due le cose -

- Ok, controlla pure, tanto questa stupida macchina non ne vuole sapere -

Rico lanciò un' occhiata all' interno del cofano, il guasto era evidente.

- Si è rotta la cinghia, se vuoi posso fartela sistemare e riportartela entro sera -

- D' accordo, ma io come ci arrivo a scuola adesso? -

- Bè se vuoi posso darti uno strappo anche io sto andando lì -

- Grazie,sei gentile -

- Figurati,questa moto ne ha viste tante di belle biondine impressionabili - commentò Rico rimontando in moto e passandole il casco.

- Non sono esattamente una tipa impressionabile - replicò inarcando un sopracciglio e accettando il casco che le veniva offerto.

- E chi parlava di te? - scherzò l' italiano.

La ragazza scoppiò a ridere e montò in sella.

- Sei sempre così spiritoso? -

- No, solo quando sono in compagnia di una bella ragazza o quando è martedì -

- Ma oggi non è martedì - gli fece notare divertita.

- Appunto -

- Comunque io sono Veronica, piacere -

- Rico -

Detto ciò fece partire la moto, la pressione del corpo di Veronica contro il suo era piacevole, tuttavia doveva ricredersi,non era come le solite ragazzine della California per bene. Aveva grinta ed era coraggiosa,lo si capiva dal modo in cui gli aveva risposto e dal modo in cui lo stringeva,non aveva paura anche se avevano superato abbondantemente i centoventi chilometri orari.

Raggiunsero il parcheggio scolastico nel giro di una decina di minuti e Rico si ritrovò a rimpiangere il fatto di essere già arrivati.

Veronica smontò agevolmente dalla moto, attese che il ragazzo rimettesse il cavalletto e gli porse il casco. Aveva notato che c' era un nutrito gruppetto di motociclisti ad aspettarlo ed immediatamente ebbe la conferma dei suoi sospetti, doveva trattarsi del capo di una nuova banda.

- Oggi pomeriggio ti riportò la macchina - le disse.

Veronica annuì e gli comunicò l' indirizzo di casa sua prima di rivolgergli un breve cenno del capo e dirigersi verso l' atrio dell' edificio.

- Chi era quella? - domandò Blasco con aria curiosa.

- Veronica, era rimasta a piedi e le ho dato un passaggio -

In quel momento un rombo di moto annunciò l' arrivo di Eli con i PCHers al completo.

Gli sguardi tra le due bande si fecero ostili, ma nel momento in cui Eli e Rico si scambiarono un cenno del capo i messicani si rilassarono. I Demonios dal canto loro sapevano benissimo di dover recitare la loro parte alla perfezione perciò continuarono a mantenersi sul chi vive.

- Ci si rivede, Eli giusto? - disse Rico.

- Giusto, e così anche a te tocca questa rottura di palle di scuola - replicò Eli sforzandosi di non scoppiare a ridere.

L' italiano annuì cercando a sua volta di rimanere serio.

Lo scambio di convenevoli venne interrotto dall' arrivo del resto della scolaresca.

Le ragazze e i ragazzi guardavano con curiosità i nuovi arrivati che fronteggiavano i PCHers senza alcun timore. Sarebbe stato interessante assistere ad uno scontro tra le due fazioni. L' attenzione generale venne però catalizzata dalla jeep che tutti riconobbero come di proprietà dei Fitzpatrick. La ragazza che la guidava avanzò a passo deciso e si affiancò ai suoi compagni.

Eli non potè fare a meno di seguire il suo incedere con lo sguardo; era semplicemente favolosa in quegli stretti pantaloni di pelle e il top rosso rubino che creava un incantevole contrasto con il colore dei capelli. Anche il resto dei PCHers osservò con curiosa avidità la nuova arrivata, attirandosi le occhiatacce del loro leader.

- Bene, se avete finito con questo sfoggio di testosterone direi che è ora di andare - disse Fiamma stringendo leggermente il braccio del fratello ed invitandolo ad incamminarsi,avevano già attirato l' attenzione e non era il caso di esagerare.

Rico annuì bruscamente e dopo aver rivolto un cenno del capo ad Eli si diresse verso l' ingresso seguito a ruota dai suoi compagni.

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Capitolo 6
*** Cap 5 ***


Cap 5
 













 

- Avete visto quella tipa,credete che sia una dei Fitzpatrick? - domandò Hector mentre prendeva posto accanto a Thumper il suo amico di sempre.

- Non credo,non sembra molto irlandese - commentò Arturo, il giovane messicano che da un po' di tempo ronzava attorno ai PCHers nella speranza di convincere Eli a prenderlo nella banda.

- Bè che sia irlandese o meno cambia poco, è un tocco di figa assurdo - commentò Thumper innestando una catena di commenti ben poco velati su quello che gli avrebbe fatto se gli fosse capitata a tiro.

Eli gli lanciò un' occhiata minacciosa.

- Bè cosa ho detto di male? Non vorrai farmi credere che tu non l' hai notata - disse il messicano,sorpreso dalla reazione dell' amico.

- Certo che l' ho notata -

- Ah ho capito. Bè potevi dirlo se l' avevi già puntata tu, ho capito la ragazza è off limits - ridacchiò Eduardo.

Weevil alzò gli occhi al cielo e lasciò cadere il discorso.

- A proposito come mai conosci il leader di quella banda? - intervenne Hector con tono indagatore.

- Hanno portato la moto della ragazza da mio zio - replicò Eli recitando la parte che gli era stata assegnata.

- Quindi la rivedremo spesso in giro - commentò con un sorriso maniacale.

Felix notò che Eli si stava scaldando ed intervenne.

- Placa i bollenti spiriti Thumper, la ragazza è roba dei Fitzpatrick -

- Sapevo che Liam aveva un debole per le ragazze belle e giovani...ma diavolo potrebbe essere suo padre - commentò Hector aggrottando la fronte.

- Ma non Liam, idiota. Sta con suo figlio Noel -

Il gruppo di motociclisti manifestò il loro disappunto per il fatto che una ragazza con quel potenziale stesse con un idiota di quel calibro.

- Quindi, lasciatela perdere,sul serio - commentò Chardo con tono serio.

- Ti darei retta amico sul serio, ma quella ragazza è così.... -

Non seppero mai cosa era perchè Eli agguantò Thumper per il bavero del giubbotto di pelle e lo ammonì.

- Potrebbe essere anche la donna più bella sulla faccia della Terra ma tu girale comunque al largo,non voglio avere guai con gli irlandesi. -

Eduardo lanciò un' occhiata rancorosa al suo leader ma annuì.

Nel frattempo dall' altro lato della classe Dick Casablanca era impegnato a flirtare allegramente con Madison Sinclair che si godeva l' attenzione del ragazzo. In ogni classe che si rispetti c' è sempre una troia di dimensioni bibliche ebbene lei era l' esponente del penultimo anno.

- Allora Madison passi da me dopo scuola? - le propose Dick con aria maliziosa.

- Non so Dick, ho molto da fare - replicò lei in un tentativo di fare la preziosa.

- Dai non farti pregare -

- Bè se proprio insisti magari potrei passare alle.... ehi Dick ma mi stai ascoltando? - disse con tono scocciato.

Il biondo rampollo dei Casablanca stava fissando con aria decisamente ebete la porta della classe.

- Ehi amico, chi è quello schianto? - domandò rivolgendosi a Logan che era seduto accanto a lui.

- Una nuova, credo che sia legata ai Fitzpatrick visto che è venuta con la loro macchina - replicò Logan scrutando a sua volta la ragazza.

- Meglio lasciarla perdere allora - considerò Duncan prima di tornare a giocare con il cellulare.

- Scherzi amico? Guarda cos' è, non si può sprecare un simile ben di Dio - detto ciò si alzò e si incamminò verso la ragazza.

- Ehi dolcezza, sei veramente uno splendore, perchè non vieni a sederti vicino a me magari ci facciamo quattro chiacchiere? - propose abbagliandola con quello che secondo lui doveva essere un sorriso provocante.

Fiamma lo scrutò attentamente sollevando elegantemente un sopracciglio ed Eli, che osservava la scena da lontano, notò che era esattamente la stessa espressione che faceva lui quando sentiva dire una stronzata cosmica.

- Mi spiace, sono allergica ai coglioni ossigenati - replicò la ragazza innescando uno scoppio di risate che coinvolse tutta la classe.

- Almeno dimmi il tuo nome -

- Non credo che ti servirà a molto saperlo...comunque sono Fiamma -

- Io sono Dick,Dick Casablanca, se posso fare qualcosa per te chiedi pure...qualsiasi cosa - aggiunse con aria maliziosa.

Fiamma finse di pensarci su e lo abbagliò con un sorriso portentosamente artificioso - Sì in effetti potresti fare una cosa per me... - replicò usando il migliore dei suoi toni sensuali.

- E cioè? - domandò Dick convinto di avercela fatta.

- Evaporare all' istante - concluse Fiamma oltrepassandolo e andando a sedersi nell' ultimo banco in fondo, accanto alla biondina che era arrivata a scuola insieme a Rico.

- Tu devi essere Veronica - commentò sorridendole in modo amichevole, non sapeva il perchè ma quella ragazza le faceva una simpatia immediata.

- Sì e tu sei Fiamma....tra parentesi,complimenti per aver rimesso al suo posto Dick - replicò la bionda con un sorriso.

- Oh figurati,anche se non credo che quel viscido idiota abbia afferrato il concetto -

- Sì,sono molte le cose che Dick non riesce ad afferrare - scherzò Veronica. Entrambe scoppiarono a ridere e si fermarono solo quando entrò in aula il professor Martins.

- Bene, come avrete notato avete una nuova compagna di classe:Fiamma Pacino. Vuoi dirci qualcosa di te? -

Fiamma alzò gli occhi al cielo e prese la parola con tono annoiato.

- Vengo da Corona,come avrete capito dal cognome sono italo-latina, e come ho dimostrato appena una manciata di minuti fa non sopporto gli idioti,quindi se appartenete a quest' ultima categoria siete pregati di girare al largo,a meno che non vogliate che vi prenda a calci - concluse con un sorrisetto ironico.

Le sue parole suscitarono un nuovo attacco di risate.

- Devo dire che la ragazza non è solo bellissima,è anche parecchio tosta - commentò Hector tra una risata e l' altra.

- Bè faccio parte di una banda di motociclisti e sono una ragazza, devo essere necessariamente tosta - commentò Fiamma che aveva sentito il commento del messicano.

I PCHers annuirono all' unisono,comprendevano alla perfezione.

- E così fai parte della banda di Rico - disse Veronica, più che una domanda suonava come un' affermazione e pertanto l' italiana si limitò ad un lieve cenno d' assenso.

- Bene, basta con le chiacchiere ed iniziamo la lezione - li redarguì il professore.

Le due ragazze tirarono fuori carta e penna e si apprestarono a seguire la lezione.

Da quel poco che Fiamma sentì nell' arco dei primi venti minuti capì che se la materia fosse stata assegnata ad un altro professore molto probabilmente sarebbe anche potuta risultare avvincente, ma il professor Martins sembrava la brutta copia di un documentario storico. Diede un' occhiata al resto della classe, Eli ed il resto dei PCHers stavano chiacchierando sottovoce, la biondina che stava parlando con Dick era intenta a stendersi accuratamente lo smalto e il resto degli 09 sonnecchiava vistosamente. Lanciò un' occhiata al display del cellulare, mancava ancora più di un' ora alla fine della lezione, non ce l' avrebbe mai fatta di questo ne era più che sicura. Si lasciò cadere sul banco con aria esasperata e rivolse la sua attenzione a Veronica che era intenta a sfogliare una serie di fogli.

- Che cos' è? -

- Lavoro, aiuto mio padre e quando sono qui a scuola mi avvantaggio un po'-

- Mars investigation - lesse Fiamma - Un investigatore privato,wow deve essere forte - commentò con tono sinceramente colpito.

- Sì lo è, e poi mi riesce piuttosto bene -

- Ed ora di che caso ti stai occupando? -

- Ma, le solite storie, una moglie tradita decisa a smascherare il marito per chiedere il divorzio ed ottenere un bel gruzzolo -

Le due ragazze continuarono a chiacchierare allegramente per il resto dell' ora fino a quando non suonò la campanella. Fiamma salutò Veronica promettendole che l' avrebbe raggiunta per pranzo e si diresse verso la sua prossima lezione: Meccanica.

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Capitolo 7
*** Cap 6 ***


Cap 6
 











Rico aveva passato gran parte della mattinata ciondolando per il corridoio attendendo con impazienza l' inizio della lezione di meccanica.
Se c' era una cosa in cui era veramente un mostro erano i motori, sapeva smontare e rimontare pezzi di qualunque aggeggio in men che non si dica. Oltretutto quelle due ore di lezione erano le sole che condivideva con Eli e i Demonios al completo; i figli dei ricchi non amavano sporcarsi le mani con i lavori manuali ragion per cui a meccanica c' erano solo i ragazzi appartenenti alle due bande.
Era appena uscito in cortile per fumarsi una sigaretta quando gli si affiancarono Felix ed Eli, passò lo Zippo prima ad uno e poi all' altro e notò con la coda dell' occhio che la maggior parte dei PCHers stava a pochi metri da loro e non si perdeva un istante della scena.

- Allora, quanto ci odiano da uno a dieci? - ridacchiò aspirando una boccata dalla sua Marlboro Light.

- Neanche troppo, più che altro sono estasiati da Fiamma - replicò Eli e Rico potè giurare di aver colto un' inflessione lievemente irritata nel tono dell' amico.

- Ci avrei scommesso, voglio dire, se non fosse mia sorella sarebbe già dentro al mio letto - commentò con aria seria. Eli gli rivolse un' occhiata molto poco amichevole e la sua maschera di serietà crollò facendolo esplodere in una risata che ricordava vagamente l' ululato di un lupo.

- Rilassati Ilario, è mia sorella -

- Non chiamarmi Ilario,Federico, sai che lo detesto - ringhiò Weevil lanciandogli un' occhiataccia.

Rico si rabbuiò - Rico, non Federico -

- Tu non chiamarmi in quel modo ed io non userò il tuo nome di battesimo - propose Weevil rivolgendo un ghigno divertito all' amico.

L' italiano alzò le mani come in gesto di resa e diede una piccola spallata a tradimento al messicano.

- Ehm ragazzi, spiacente di dovervi interrompere, ma gli altri sono piuttosto perplessi - li informò Felix accennando al resto dei PCHers che li guardava con aria sbigottita. Non era da Eli scherzare in quel modo con una persona che conosceva da appena un giorno.

I due leader si ricomposero e si lanciarono un' occhiata che diceva tutto; si conoscevano da sedici anni e ormai avevano imparato a capirsi al volo.

Eli fece segno ai suoi ragazzi di avvicinarsi a loro tre.

- Ragazzi, vi presento Rico Bellin,capo dei Demonios. Io l' ho accettato e voi farete lo stesso - dichiarò il messicano. Il senso della sua dichiarazione solenne era praticamente il seguente: Rico e i suoi Demonios andavano trattati da pari, come se fossero compagni di banda e chiunque avesse avuto un problema con loro lo avrebbe avuto anche con Eli.

Seguirono strette di mano e un tentativo non proprio velato di Thumper di portare l' argomento su Fiamma, in fin dei conti stava nella sua banda e Rico sicuramente la conosceva meglio di chiunque altro lì a Neptunes.

- E così avete una ragazza nella banda - cominciò con fare vago.

- Cosa vuoi sapere Eduardo? - lo bloccò Rico rivolgendogli un sorriso divertito.

- Vedo che vai dritto al punto, mi piace - approvò il messicano prima di aggiungere - Cosa dovrei sapere di lei? -

- Bè sta con Noel Fitzpatrick, non esiterà a prenderti a calci in culo se non le andrai a genio e per finire è come una sorella per me, perciò tu spezzale il cuore e io ti spezzo il collo - elencò contando sulle dita - Non credo che ti serva sapere altro -

Thumper annuì con aria seria, aveva tutte le informazioni che gli occorrevano.

- Che lezione hai adesso? - gli domandò Felix affiancandosi all' italiano.

- Meccanica, ma prima devo vedermi con gli altri qui sotto -

- Bè rimaniamo con te così conosciamo anche gli altri della banda - propose Thumper.

- Credo che tu voglia conoscere solo un' altra persona, anche se forse conoscere non è il giusto verbo - ridacchiò Hector beccandosi uno scappellotto dietro al collo.

Proprio in quel momento fece la sua comparsa Fiamma con un' espressione imbronciata dipinta sul bel viso; ben presto il motivo del suo disagio divenne chairo a tutti: Dick Casablanca sembrava non essersi arreso nel suo piano di conquista.

- Chi è quell' idiota? - domandò Rico raggiungendo la sorella e abbracciandola in modo da portare la bocca vicino all' orecchio della ragazza.

- Un idiota per l' appunto - replicò l' italiana allo stesso modo.

Il ragazzo cinse la sorella per le spalle e la condusse a passo deciso verso il portico dove attendevano il resto dei PCHers e dove alcuni dei suoi Demonios avevano già fatto la loro comparsa.

- Bene ragazzi, visto che ci siete tutti direi di cominciare con le presentazioni - decretò Rico dopo che tutti i suoi ragazzi furono presenti.

- Fiamma,Cesar, Blasco,Dimitri,Deborah,Julian e Gabriel, loro sono Eli, Felix,Eduardo,Arturo, Chardo ed Hector - disse indicando uno alla volta ognuno dei presenti. I motociclisti si scambiarono un rispettoso cenno del capo.

In quel preciso istante suonò la campanella che annunciava l' inizio della lezione di meccanica.

- E ora in classe ragazzi, coraggio - esortò Felix con un tono ostentatamente allegro che fece scoppiare a ridere Fiamma.

- Ti sono forse simpatico? - domandò con aria ironica.

- Assolutamente sì - replicò la ragazza facendogli l' occhiolino e prendendolo sottobraccio.










Spazio autrice:

Finalmente riaggiorno dopo un ritardo imperdonabile,mi rendo perfettamente conto che questo capitolo è scandalosamente corto ma è un capitolino di passaggio e non potevo unirlo con il prossimo perchè altrimenti sarebbe risultato troppo lungo e pieno di eventi che non legavano l' uno con l' altro, quindi niente dovrete aspettare ancora un po' per vedere il prossimo incontro di Rico e Veronica.
Spero che vi sia piaciuto e come sempre vi invito a recensire per farmi sapere la vostra opinione.
Al prossimo capitolo (che giuro verrà pubblicato entro giovedì sera).
Baci baci,
               Bella_92

 

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Capitolo 8
*** Cap 7 ***



Cap 7
 
























La pausa pranzo era finalmente arrivata e mentre i membri delle due bande si dirigevano verso la mensa il cellulare di Fiamma squillò. La ragazza guardò con aria interrogativa lo schermo prima di aggrottare la fronte con aria decisamente seccata.

- Problemi?- le chiese Felix che continuava a girare per la scuola tenendola a braccetto, era un utile deterrente contro tutti i ragazzi che ronzavano intorno alla bella italiana.

- No, nessun problema - replicò Fiamma con un tono che lasciava chiaramente capire che invece qualche problema c' era eccome.

- Noel? - provò allora il messicano con aria incerta.

- Sì, e sta venendo qui - replicò la ragazza liberando velocemente il braccio dalla presa dell' amico e lanciando un' occhiata al ragazzo biondo e muscoloso che si stava avvicinando, gli studenti si aprirono per consentirgli il passaggio, in fin dei conti lui era un Fitzpatrick e tutti sapevano che non conveniva scontentare uno degli irlandesi.
Noel raggiunse rapidamente i tavolini di legno e si avvicinò con aria minacciosa al gruppetto di motociclisti che circondavano la sua ragazza.

- Rico - disse salutando seccamente l' italiano.

Il ragazzo rispose con un - Noel - a denti stretti che suonava più come un ringhio di avvertimento che come un saluto.

L' irlandese scoccò un' occhiata di sufficienza al resto dei motociclisti e lanciò un' occhiataccia a Felix che era quello che si trovava più vicino a Fiamma; per tutta risposta il messicano gli rivolse la migliore delle sue espressioni innocenti mentre la ragazza si limitava a scrollare le spalle con aria incurante.

- Andate a pranzo, ci vediamo a lezione - disse l' italiana rivolgendo un' occhiata rassicurante al fratello e ad Eli che non sembrava molto contento di lasciarla sola con l' irlandese.

Mentre i ragazzi delle due bande univano alcuni tavolini Eli scoccò un' occhiata alla coppia che si trovava a una cinquantina di metri da loro, abbastanza lontani per avere un po' di privacy ma allo stesso tempo vicini per intervenire se se ne fosse presentata l' occasione, e quello che vide non gli piacque affatto.
Noel si era appoggiato addosso al muro a gambe larghe e Fiamma gli era praticamente spalmata addosso, i due si stavano baciando in modo veramente molto poco casto. L' irlandese scoccò un' occhiata ai motociclisti e, quando notò il fastidio avvampare nello sguardo di Eli, prese a baciare la ragazza con più passione piazzando le mani sul suo fondoschiena.
Trattenendosi dall' alzarsi e andare a spaccare la faccia a quell' idiota di un Fitzpatrick, Eli si voltò verso il resto della sua comitiva. La maggior parte dei motociclisti stavano chiacchierando del più e del meno, altri mangiavano in religioso silenzio, ma negli sguardi di altri tre motociclisti c' era lo stesso lampo di fastidio che c' era in quello del leader dei PCHers. Rico fissava Noel come se non chiedesse niente di meglio che staccargli le mani a morsi, Felix si sforzava di fare l' indifferente ma era chiaro che non sopportava l' idea della sua più cara amica, l' ex di suo fratello, tra le braccia di uno schifoso Fitzpatrick....e fin qui nulla di strano, quello che stupì Eli fu lo sguardo di uno dei Demonios, Cesar gli sembrava che si chiamasse, gli occhi celesti del ragazzo brillavano di ira repressa.

- Stai calmo Cesar - ordinò Rico con tono pacato, il biondo sbuffò alzando gli occhi al cielo e conficcò il coltello con cui stava giocando nel legno del tavolo.

- Forse tu riesci a guardarla flirtare con quel pezzo di merda, ma io.... -

- Cesar - una parola sola, carica di minaccia.

Eli rivolse un' occhiata solidale al giovane Demonios, anche lui non sopportava quello spettacolo.

- Sul serio Rico, non puoi pretendere davvero che stia calmo mentre quello gli sta così addosso - rincarò la dose.

Eli era perfettamente d' accordo con il biondo.

- Capisco quello che provi, ma vedila così, se non fosse Noel sarebbe un altro, di sicuro non tornerebbe con te - cercò di farlo ragionare l' italiano.

- Non puoi saperlo - replicò infastidito.

- Lo so, sai che lo so, piantala di tormentarti con lei Ces - disse dandogli una pacca amichevole sul braccio.

E così il biondino era l' ex di Fiamma, bene tutta la solidarietà che provava nei suoi cofronti era appena svanita nel nulla, considerò Eli.
Nel frattempo Veronica Mars si era avvicinata con aria decisa al tavolo che ospitava Demonios e PCHers.

- Ti serve qualcosa Mars? - le chiese brusco Felix, lui e la figlia dell' ex sceriffo non andavano d' accordo proprio per niente.

- Da te non mi serve proprio niente Toombs, sai non credo che riusciresti ad essermi utile, se capisci cosa voglio dire - replicò lanciando un' occhiata ironica ai jeans del motociclista.

- Stammi bene a sentire ragazzina... - saltò su con tono infuriato mentre il resto dei ragazzi scoppiava a ridere.

- Felix - lo richiamò Eli afferrandolo per la giacca di pelle e costringendolo a rimettersi seduto.

- Stavo cercando Fiamma in realtà - continuò Veronica ignorando ostentatamente il messicano che imprecava contro di lei e le sue odiose risposte pronte.

- Diciamo che al momento è occupata - commentò con tono diplomatico Rico indicando con un cenno del capo l' angolo in cui la ragazza era impegnata nell' ennesimo appassionato bacio.

- Noel Fitxpatrick è? Bel ragazzo se ti piacciono i tipi con più capelli che neuroni - commentò la Mars arricciando il naso con aria disgustata.

- Bè potresti sempre portarla via se è una cosa urgente, sono sicuro che capirà - propose speranzoso Cesar.

- Grazie ragazzo di cui non conosco il nome, penso che seguirò il tuo consiglio - replicò Veronica stupendosi per il fatto che non fosse venuta a lei quell' idea.

- Gracias Dios - mormorò Cesar e strappando una risata a Rico e Felix. Veronica sorrise e si diresse verso i due ragazzi.

- A proposito, a che ora passo a casa tua? - le gridò dietro l' italiano.

La ragazza si voltò e dopo aver riflettuto per una manciata di secondi replicò - Per le cinque -
Rico annuì con un cenno del capo e tornò a mangiare incurante del fatto che metà mensa stava già parlando di questo appuntamento tra il leader di una banda di motociclisti e la figlia dell' ex sceriffo.

Spazio autrice:

Gente ho un tremendo vuoto di memoria...chi è la tipa abbracciata al mio Weevil?!?
Dovrebbe fare la sua comparsa nella seconda serie se non sbaglio.









 

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Capitolo 9
*** Cap 8 ***


Cap 8















- E così Veronica Mars, è? - commentò maliziosamente Eli cercando di spostare il discorso su un tema più congeniale.

- Già... è maledettamente carina non trovi? - replicò Rico ignorando ostentatamente il tono dell' amico.

- Bè sì non è male, ma non è il mio tipo -

- Lo immaginavo, tu sei più per le more - commentò lanciando un' occhiata a Fiamma che era stata raggiunta da Veronica e stava assistendo allo scambio di battute tra la figlia dell' ex sceriffo e il maggiore dei figli di Liam Fitzpatrick.

- Sì, sono più per il fascino latino - confermò Eli con tono indifferente, come se fosse del tutto ignaro della persona a cui era riferita quell' osservazione.

- Bene, vi saluto ragazzi - annunciò Rico alzandosi in piedi e recuperando le chiavi della moto.

- Dove vai? - gli chiese Cesar con aria perplessa, era sempre stato un tipo imprevedibile ma da quando erano arrivati a Neptunes questo suo aspetto lunatico si era enfatizzato.

- Devo fare una cosa, ci vediamo in spiaggia alle sei - replicò rivolgendo un' occhiata d' intesa ad Eli e scomparendo tra il gruppo di studenti che affollava il patio.












 

 

 

****************************






















Due ore dopo aveva varcato il confine con il Messico ed era arrivato a Tijuana. Compose rapidamente un numero di telefono e quando udì il segnale che avvisava che la telefonata era stata accettata esordì - Soy Rico -

- Lo so bene chi sei nino - replicò una voce resa roca dall' età, dal fumo e dall' alcool. Immediatamente il cancello della villa si aprì permettendo al ragazzo di entrare e la conversazione telefonica ebbe termine.

Rico avanzò a passo deciso lungo l' ampio viale e trovò l' uomo ad attenderlo sotto il portico, circondato da quattro colossi che dovevano essere le sue guardie del corpo.

- Tutto questo sfoggio di potere solo per me? - domandò ironico.

- Solo tu potresti essere tanto arrogante da credere che siamo qui solo per te - replicò il ragazzo che stava più vicino al vecchio.

- Chevarez, non ti avevo riconosciuto...devo dire che hanno fatto un ottimo lavoro con la tua faccia, non era messa così bene l' ultima volta che ci siamo incontrati - replicò ghignando divertito.

- Ti devo una faccia nuova - ringhiò quello per tutta risposta.

- Quando vuoi amigo -

- Piantatela chicos, siamo qui per parlare di affari - li interruppe il vecchio.

- Giusto - confermò l' italiano prendendo posto sull' unica sedia ancora libera.

- Il carico arriverà dalla Colombia tra una settimana,pensi di farcela? - gli chiese l' uomo scrutandolo negli occhi alla ricerca del minimo segno di titubanza.

- Tra una settimana ci saranno i soldi e per quanto riguarda il giro, bè ci sto lavorando - replicò il ragazzo con aria indifferente, sapeva che mostrarsi troppo sicuro sarebbe stata una mossa avventata ma del resto non poteva neppure mostrare il minimo segno di incertezza;negli affari bisognava avere testa,cuore e soprattutto palle e se c' erano due cose che Rico aveva sempre onorato erano proprio quelle e la propria parola d' onore.

- Bien - approvò il suo interlocutore portandosi un sigaro cubano alla bocca, passò poi la scatola a Rico e a Chevarez ma entrambi rifiutarono educatamente.

- Rosita - chiamò ad alta voce. Una donna sulla quarantina fece la sua comparsa rivolgendo un breve cenno di saluto agli uomini presenti.

- Si Carlos? -

- Porta un po' di quel buon rum che ci ha mandato Campos da Caracas -

La sua richiesta venne esaudita e questa volta i due ragazzi accettarono i bicchieri di buon grado.

- Campos vi manderà uno dei suoi ragazzi, Chevarez tu lo dovrai andare a prendere al confine alle sei di mattina e Rico lo andrà a prelevare a Chino quella stessa sera. Non sono ammessi errori.Entiendes? -

- Yo entendia perfectamente - assicurò Rico mentre Chevarez si limitava ad annuire.

- Bien, ed ora andate ninos, ho molto da fare - li congedò con un cenno della mano.

Mentre il giovane messicano si alzava e si apprestava a dirigersi verso la sua macchina l' uomo consegnò un pacchetto a Rico.

- Fanne buon uso chico - si raccomandò.

- Gracias tio - replicò il ragazzo intascando il pacchetto e recuperando casco e chiavi della moto. Diede un' occhiata all' orologio: le 16 in punto, dannazione avrebbe dovuto scapicollarsi per andare a prendere la macchina e arrivare a casa di Veronica. Mise in moto e partì sfrecciando alla volta di Neptunes.

 
























************************





















Un' ora e cinquanta chilometri dopo Rico parcheggiò davanti all' ingresso di casa Mars. Si avviò lungo il vialetto e stava per bussare alla porta quando questa si aprì rivelando una trafelata Veronica che sembrava appena arrivata a casa,oppure sul punto di uscire, vista la coppola e la borsa a tracolla.

- Vai di fretta? - le chiese appoggiandosi disinvoltamente allo stipite della porta.

- No, in realtà sono appena rientrata - replicò la ragazza lanciando la borsa sul divano dietro di sè.

- Mi hai riportato la macchina - commentò poi lanciando un' occhiata alle spalle del ragazzo.

- Certo, mantengo sempre le promesse. Tieni - replicò con aria seria l' italiano porgendole le chiavi della macchina.

- Grazie - replicò con gratitudine.

- Non mi inviti ad entrare? - le chiese Rico con un sorriso sghembo.

- Papà dice che non devo fare entrare i ragazzacci in casa, sai non è un fan delle giacche in pelle e dei tatuaggi - scherzò inarcando un sopracciglio.

- Sarà il nostro piccolo segreto - replicò l' italiano.

Veronica scoppiò a ridere e si fece da parte per fare entrare il motociclista.

Il grosso pitbull di casa Mars si avvicinò con aria circospetta al ragazzo e prese a girargli intorno, sembrava più incuriosito che aggressivo.

- Ehi, ma sei uno splendore - commentò Rico chinandosi a distribuirgli una generosa dose di coccole.

- Sai di solito non è così socievole, devi aver fatto colpo - commentò Veronica con aria stupita prima di dirigersi verso il frigo.

- Wow ho fatto colpo sul cane di una ragazza carina,ora si che mi sento realizzato - scherzò il ragazzo mettendosi a sedere sul divano.

- Bè sai come si dice,fai colpo sul cane e sei già a metà dell' opera - replicò con aria fintamente seria porgendogli una lattina di coca.

- Ai cattivi ragazzi - esordì alzando la lattina come per fare un brindisi.

- E alle belle biondine - concluse Rico facendo scontrare leggermente le due lattine.

Veronica arrossì leggermente e pregò che il ragazzo non se ne fosse accorto, ovviamente le sue preghiere non vennero ascoltate.

- Veronica Mars, la ragazza più tosta di Neptunes, che arrosisce? Sono sorpreso - scherzò l' italiano cercando di mettere fine all' imbarazzo della giovane investigatrice.

- Dai, non sono poi così tosta - si schermì.

- No, vuoi dire che non sei una sorta di supergirl? Ora sono sinceramente deluso -

In quel momento il cellulare squillò mettendo fine all' attacco di risatine che aveva coinvolto entrambi.

- Scusami un attimo - le disse rispondendo alla chiamata.

- Eli, che succede?....No,sono ancora da Veronica....Sì, va bene......A dopo -

- Conversazione veramente brillante - commentò ironica la ragazza.

- I ragazzi hanno deciso di organizzare un festino in spiaggia per le sette - le spiegò.

- Sai, mi sono sempre chiesta come sia un festino di una banda di motociclisti...Immagino droga,musica e alcool...tutta vita -

- Ehi ci dipingi peggio di quello che siamo....comunque se vuoi puoi sempre soddisfare la tua curiosità venendo con me questa sera - le propose rivolgendole l' ennesimo affascinante sorriso sghembo.

- Sono tentata, ma cosa diranno i tuoi amici se porti un' estranea? -

- Oh, si adatteranno - le assicurò.

- Perfetto, lascio un messaggio a mio padre e andiamo - acconsentì Veronica.





















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Capitolo 10
*** Cap 9 ***


Cap 9















- Che diavolo ci fa Rico con la macchina di Veronica Mars? - chiese Chardo con aria perplessa.

- La domanda giusta è che diavolo ci fa con Veronica Mars - replicò Felix lanciando un' occhiataccia a Fiamma che gli sedeva in braccio.

- Ehi non guardare me,è Eli che ci ha parlato - replicò la ragazza scrollando le spalle e alzandosi per andare incontro ai due ragazzi.

- Eli - disse Felix con aria sconsolata.

- Bè erano insieme, pensavo che gli avrebbe fatto piacere invitarla...piuttosto occhio a dove metti quelle mani o provvederò a tagliartele di persona - replicò il messicano con tono minaccioso.

- Lo sapevo, sei geloso - decretò l' amico con aria vittoriosa.

- Io geloso, ma per favore -

La voce di Fiamma risuonò nell' oscurità - Ehi V, sono così contenta che sia venuta anche tu - trillò prendendo sotto braccio la sua nuova amica e scortandola su uno scoglio su cui era seduta Deborah,l' altra ragazza della banda.

- Te la riporto tra cinque minuti - assicurò al fratello.

Per tutta risposta Rico scrollò le spalle e si diresse verso i suoi amici.

- Non avremo mica interrotto qualcosa? - chiese malizioso Chardo lanciando un' occhiata all' amico che osservava con la coda dell' occhio la ragazza.

- Suppongo di no - replicò prima di gridare in direzione di Thumper - Ehi Eduardo lanciami una Corona -

Il messicano obbedì all' istante e si rivolse a Veronica in un disperato tentativo di essere quasi gentile.

- Mars vuoi qualcosa da bere? Abbiamo coca,birra o qualcosa di più forte - le chiese mentre rovistava nella ghiacciaia che giaceva in mezzo al gruppo di motociclisti.

- Una coca andrà bene, grazie Thumper - replicò Veronica accettando la lattina che le veniva porta.

- Insomma fratello sembra che il tuo leggendario fascino non abbia fatto breccia nel cuore della biondina - scherzò Eli.

- Non ancora, ma è solo questione di tempo - replicò Rico portandosi la bottiglia alla bocca e vuotandone metà.

- Non sarai un po' troppo sicuro di te? - insistette Felix - Sai,Veronica Mars è una tostissima stronza -

- Lo so, è questo che mi piace di lei - assicurò l' italiano con un sorrisetto.

- Di che parlate? – chiese Fiamma prima di accomodarsi nuovamente sulle gambe di Felix.

- Del fatto che se quella gonna fosse un centimetro più corta sarebbe una cinta – replicò Rico lanciando un’ occhiataccia alla minigonna di pelle che lasciava scoperte le lunghe gambe della ragazza.

- Hai ragione papà la prossima volta mi coprirò fino ai piedi – commentò l’ italiana alzando gli occhi al cielo con aria esasperata. Veronica scoppiò a ridere e attirò l’ attenzione di Rico.

- Tu non dovresti ridere,la tua gonna non è certo tanto più lunga della sua – le fece notare accarezzando con lo sguardo le gambe esili e pallide, Veronica si sentì arrossire suo malgrado e sperò che il buio nascondesse la sua faccia rossa come un peperone.

- La prossima volta metterò un paio di jeans così non oltraggerò il tuo senso della decenza – replicò ironica.

- Ehi ho detto che la gonna è corta, non che non mi piace – le fece notare Rico con un sorrisetto malizioso. Se aveva creduto di non poter essere più in imbarazzo di così si era decisamente sbagliata, pensò Veronica.

- Veronica Mars che rimane senza parole, questo si che è un avvenimento – commentò divertito Felix.

- Già non so cosa dire e quindi sto zitta, dovresti provarci anche tu ogni tanto, eviteresti di dire cose che facciano dubitare della tua intelligenza – replicò piccata la bionda.

- Uno a zero per Mars, palla al centro – commentò Hector lasciandosi cadere accanto a Felix.

- Bene ragazzi, io vado a farmi quattro passi, chi mi fa compagnia? – chiese Fiamma alzandosi in piedi e rassettandosi la gonna.

Thumper stava per aprire bocca ma venne gelato dalle occhiatacce simultanee di Rico e Eli.

- Vengo io, sono stufo di stare seduto – replicò quest’ ultimo alzandosi in piedi e dirigendosi verso la ragazza che era intenta a scegliere una bottiglia tra quelle nella ghiacciaia.

- Rum o Tequila? – gli chiese mostrandogli una bottiglia di Tequila Orendain e di Pampero.

- Assolutamente Tequila – replicò Eli da buon messicano e ricevendo un’ occhiata di apprezzamento da parte della ragazza.

- Vi aspettiamo o durerà molto la vostra passeggiata? – domandò Felix calcando ironicamente sull’ ultima parola.

- Sei proprio un idiota Felix – commentarono all’ unisono Eli e Fiamma facendo scoppiare a ridere i motociclisti e imbronciare il ragazzo che mormorò che la sua era solo una domanda innocente e non c’ era certo bisogno di essere così bruschi. Con somma noncuranza i due ragazzi si avviarono lungo il bagno asciuga stando attenti a non venir bagnati dalle onde che si rifrangevano.

- Sai mi piace la spiaggia di notte – commentò Fiamma rompendo il silenzio che si era venuto a creare.

- Ti ricorda lui vero? – le chiese Eli dandosi dello stupido non appena vide il velo di tristezza che aveva offuscato gli occhi ambrati della ragazza.

- Sì,in parte mi ricorda Gustavo – ammise rabbrividendo leggermente.

Istintivamente Eli le avvolse un braccio attorno alle spalle e la attirò gentilmente verso di sé.

- Abbiamo camminato abbastanza, che ne dici se ci sediamo? – propose la ragazza e, dopo aver ricevuto una risposta affermativa, lo attirò verso gli scogli. Erano seduti in silenzio da una decina di minuti quando Eli si accorse che gli occhi dell’ italiana brillavano di lacrime represse a stento,non era mai stato bravo a consolare le persone ma in quel momento fece ciò che gli suggeriva l’ istinto: strinse delicatamente la ragazza a sé e lasciò che affondasse il volto tra la spalla ed il collo e piangesse, le accarezzò leggermente la chioma castana e attese pazientemente che si sfogasse.

- Scusami, sono una stupida – commentò Fiamma dopo che si fu ricomposta.

- Non devi scusarti di nulla,avevi solo bisogno di sfogarti – replicò fissandola con quello sguardo dolce che aveva riservato solo a pochissime persone nell’ arco dei suoi diciotto anni.

- È che non sopporto più questa situazione,il dover stare a stretto contatto con quella feccia per tutto questo tempo mi sta facendo impazzire,certe volte penso di tradire la sua memoria – confessò Fiamma.

- No questo non devi pensarlo mai,Reaper capirebbe e sarebbe contento del fatto che stai fregando alla grande i Fitzpatrick –

- Ne sei sicuro? Sei certo che non mi odierebbe per quello che sto facendo? –

- Ne sono sicurissimo, penso che sarebbe orgoglioso del coraggio e della forza che stai dimostrando in questa situazione – la assicurò con aria seria.

- Sì, credo che tu abbia ragione – replicò Fiamma con aria rincuorata allungandosi a recuperare la bottiglia di Tequila.

- Su i bicchieri e giù i pensieri – commentò stappandola e bevendo tre lunghe sorsate.

- Ehi ti fa male – protestò Eli cercando di strapparle la bottiglia di mano, il risultato fu che entrambi finirono con il cadere sulla sabbia uno sopra l’ altra e la bottiglia di Tequila per qualche strano motivo atterrò in piedi.

Gli sguardi dei due ragazzi si incontrarono fondendo l’ ambra con il nero e all’ improvviso si scordarono di tutto quello che li circondava, rimasero a fissarsi per quelle che avrebbero potuto essere ore, entrambi con i brividi,i cuori che sembravano battere all’ unisono fino a che Eli si decise ad annullare la distanza che li separava unendo le loro labbra in un bacio dolce e delicato.

- Ecco io… - cominciò il messicano appena si furono separati, aveva quell’ aria imbarazzata che Fiamma gli aveva visto solo pochissime volte e che lo faceva sembrare più giovane e dolce.

- Perché ti sei fermato? – lo interruppe la ragazza prendendo questa volta l’ iniziativa e baciandolo nuovamente.

Se il bacio di prima era stato dolce e delicato quello di adesso poteva essere descritto solo con una parola: intenso. Avvinghiati sulla sabbia,incuranti di tutto quello che li circondava,vittime di una passione così bruciante che avrebbe potuto incendiare anche l’ Oceano. Con impazienza Fiamma strattonò via la giacca del motociclista e l’ aiutò a liberarsi della canotta nera mentre lui faceva lo stesso con il suo top. Ormai seminudi e a corto di fiato si guardarono fissi negli occhi.

- Sei sicura?- domandò consapevole che dopo quella sera sarebbe cambiato tutto tra loro due.

- Non sono mai stata più sicura di così in tutta la mia vita – replicò Fiamma,la determinazione che le brillava negli occhi unita alla consapevolezza che stava facendo la cosa giusta. Ad Eli bastò quello sguardo per capire che qualunque cosa fosse successa in seguito ne sarebbe valsa la pena,quel momento era solo loro e l’ avrebbe preservato per sempre nel suo cuore. Con deliberata lentezza continuarono a spogliarsi a vicenda alternando alle carezze una scia di baci su tutto il corpo, l’ attesa si era fatta quasi insostenibile quando finalmente Eli entrò delicatamente dentro di lei. Fiamma chiuse gli occhi lasciandosi andare ad un leggero sospiro e li riaprì subito dopo incontrando gli occhi neri come pece del messicano che la fissavano con uno sguardo di desiderio misto ad adorazione, era meraviglioso ma la smania di averlo la spinse a chiedere di più assecondando i suoi movimenti con il bacino.

- Basta con tutta questa delicatezza, non sono fragile – mormorò con appena una punta di sarcasmo. Eli accolse il velato invito ed aumentò la velocità e la forza delle spinte strappandole l’ ennesimo sospiro e costringendola a mordersi il labbro per non urlare.

Un’ ora più tardi erano abbracciati sulla sabbia,il respiro corto,l’ aria beata di chi era reduce dalla migliore esperienza di tutta la sua vita; si guardarono e sorrisero simultaneamente,dopo Lilly e Gustavo avevano pensato di non riuscire mai più ad essere felici con una persona e invece avevano scoperto che se possibile ora lo erano ancora di più.

- Che dici, sarà ora di tornare dai ragazzi?- le chiese Eli tirandosi su e porgendole la mano.

- Direi di sì o Felix penserà di averci azzeccato e giuro che non potrei trattenermi dall’ ucciderlo se incominciasse con i suoi soliti commenti – replicò Fiamma con aria omicida.

- E io ti darei una mano – assicurò il messicano cingendole la vita con il braccio e cominciando a tornare verso il falò.

 

 










Spazio autrice:


Finalmente ecco a voi il nuovo capitolo, spero che vi piaccia ^^.
Baci baci,
               Bella_92





















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Capitolo 11
*** Cap 10 ***


Cap 10
 













 

 

 

- Eccovi finalmente, stavamo cominciando a pensare che vi foste persi - commentò Chardo appena scorse l' ombra dei due ragazzi.

- Eravamo così presi dal discorso che stavamo facendo che non ci siamo accorti di esserci allontanati tanto - replicò Eli con tono indifferente.

- E di che cosa è che stavate parlando con tanto interesse? - intervenne Cesar lanciando un' occhiataccia al messicano.

- La cosa ti riguarda forse? - replicò Eli con tono sprezzante.

- Sì mi riguarda- confermò Cesar alzandosi in piedi con l' aria di uno che non chiedeva niente di meglio che una bella rissa.

- Se vieni più vicino te lo spiego - disse il motociclista con tono minaccioso.

- Adesso piantatela tutti e due,abbiamo semplicemente parlato di Reap... - Fiamma si bloccò a metà frase ma si rese conto che il danno ormai era stato fatto.

- Reaper? Tu conoscevi Reaper? - domandò incredulo Thumper mentre tra il resto dei PCHers si levavano dei lievi mormorii.

La ragazza lanciò un' occhiata al resto del gruppo, Felix aveva perso la sua solita allegria,Chardo sembrava aver appena visto un fantasma,Veronica aveva l' aria perplessa di chi aveva sentito quel nome ma non riusciva a ricollegarlo ad un volto, e Rico...bè se il dolore avesse avuto un volto quello sarebbe stato sicuramente il suo.

- Diglielo, immagino che non saremmo riusciti a nascondere la verità ancora a lungo - decretò Rico.

- Verità, quale verità? - intervenne Hector perplesso.

- Non so da dove cominciare - ammise la ragazza con aria incerta, ma stranamente invece di cercare sostegno nel fratello le venne spontaneo voltarsi verso Eli,gesto che non passò inosservato ai ragazzi.

- La prima parte della storia posso raccontarla io, ma il seguito dovrai raccontarlo tu visto che ci sono cose che sfuggono anche a me - replicò il ragazzo.

- D' accordo - acconsentì Fiamma.

- Tutto ha inizio quindici anni fa quando accanto a casa mia venne ad abitare una coppia di italo-americani con tre bambini: Jack,Rico e Fiamma...il padre,Ricardo,era un vecchio amico di mio padre,si erano conosciuti durante uno dei suoi lavoretti in Venezuela...bè fatto sta che io avevo appena tre anni e Chardo solo uno più di me per cui cominciammo a passare il nostro pomeriggio insieme ai due bambini che avevano un paio d' anni più di noi. Nel giro di un paio di anni si unirono al gruppo anche Gustavo e Felix e Fiamma finì con lo stare sempre con noi perchè non c' erano altre bambine della sua età e poi era praticamente impossibile separarla da Rico. Poi quando avevo nove anni mio padre,mio zio Angel e il padre di Rico vennero arrestati e rimasero in carcere per tre anni, fu allora che il nostro legame si rinsaldò ancora di più, fino a che l' anno seguente formammo la nostra banda, Reaper era a capo perchè insieme a Jack erano i più grandi. Io, Rico e Reaper entrammo ed uscimmo dal minorile diverse volte finchè i nostri genitori non vennero scarcerati. Un mese dopo i miei genitori vennero uccisi da dei killer assoldati da un cartello rivale e bè cominciai a vivere con mia nonna, il padre di Rico trovò e uccise gli assassini dei miei genitori, venne condannato all' ergastolo e venne ucciso in carcere tre anni dopo. Nel frattempo come tutti voi saprete i PCHers cominciarono a farsi una certa fama a Neptunes,Rico e Reaper in particolare godevano di un' attenzione particolare,entrambi coraggiosi,spietati e ambiziosi,non c' era nessuno che osasse mettersi contro loro due. -

- E non dimenticare che oltre a tutto questo eravamo anche due gran fichi - aggiunse Rico sdrammatizzando e riuscendo a strappare una risata a tutti.

- Sì, tutte le ragazze gli andavano dietro ma questo non è rilevante -

- Se erano così famosi perchè in tutti questi anni non ho mai sentito fare il nome di Rico? - intervenne Thumper.

- Sì che lo hai sentito, solo che praticamente nessuno lo chiama Rico...normalmente quando parlano di lui lo chiamano Banderas o qualche volta Faccia d' angelo - replicò Chardo con tono pratico.

- Quel Banderas? Lo stesso che quasi ammazzò di botte Kylar Fitzpatrick e aprì in due Danny Boyd? - replicò con un tono a metà tra lo stupito e l' ammirato.

- E che si prese nove colpi di pistola tra gambe,braccia e petto? Sì proprio lui - confermò Fiamma cancellando il sorrisino compiaciuto che era apparso sul volto del fratello.

- Se volete farmi finire - intervenne con tono piccato Eli.

- Prego continua pure -

- Grazie troppo gentili. Allora, Rico aveva diciassette anni e Gustavo ne aveva appena compiuti diciannove, erano riusciti a far buttare fuori da scuola Patrick e Kylar e Gustavo aveva tutta l' intenzione di prendersi il giro di spaccio all' interno della scuola. Io non ero d' accordo e glielo dissi, ma il capo era lui e le decisioni spettavano a lui, chiesi a Rico di convincerlo a ripensarci, ma.... -

- Ma quando Gustavo si metteva in testa una cosa non c' era verso di fargli cambiare idea,in quel periodo poi i Fitzpatrick ce l' avevano a morte con noi perchè Fiamma aveva rotto con Tyler Strongold,il loro braccio destro, e aveva cominciato a uscire con Reaper. Cercai di convincerlo a cambiare idea ma senza riuscirci,dissi che me ne sarei tirato fuori,non avevo alcuna intenzione di scavarmi la fossa con le mie stesse mani. Credo che quella fu la prima volta che litigammo sul serio,il giorno dopo andai a casa sua ma lui era già uscito, ero sul ponte diretto alla spiaggia quando vidi la moto parcheggiata,era lì,a terra in una pozza di sangue....le ultime parole che mi disse furono "il Mietitore che muore,questa si che è ironia cazzo".....ricordo di aver chiamato l' ambulanza e di aver atteso fuori dalla sala di rianimazione poi ho il vuoto -

- Lo ricordo io, prendesti a pugni il medico che ci diede la notizia e distruggesti metà della sala d' aspetto -

- Sì,era una cosa molto da me. Ad ogni modo mi diressi al Fixter Sixt, Kylar era intento a lavorare alla sua macchina,non ricordo neanche io con cosa l' ho colpito,so solo che l' ambulanza ci trasportò entrambi d' urgenza all' ospedale. Entrai nel locale e la prima persona che incrociai fu Danny, avevo il coltello di Reaper e usai quello per colpirlo,ricordo che cadde sul tavolo da biliardo e subito dopo sentì un dolore lancinante alla bocca dello stomaco. Mi risvegliai in ospedale con braccia,gambe e petto fasciati, mi dissero che mi avevano estratto nove proiettili e che ero vivo per miracolo. -

- Una chiave inglese - mormorò Fiamma.

- Come? -

- Lo picchiasti con una chiave inglese - precisò come se stesse parlando tra sè e sè.

- Fatto sta che appena mi ripresi mia madre decise di trasferirsi a Corona,diceva che ci avrebbe fatto bene andarcene da Neptunes per un po',ci avrebbe aiutati a dimenticare, ma la verità era che era terrorizzata dall' idea che finissi per farmi ammazzare. -

- Ma ora sei tornato - commentò gentilmente Veronica,come invitandolo a continuare la storia.

- Sì, sei mesi fa mia madre si è sposata con un tipo, un pezzo grosso dell' Upper East Side, e si è trasferita a New York mentre noi siamo andati a vivere a Tijuana dallo zio di mio padre. -

- Ma se i Fitzpatrick sanno chi sei come mai adesso fanno affari con te invece di farti fuori? - chiese perplesso Hector.

- Bè perchè non possono, o meglio...possono ma non gli converrebbe - intervenne Eli.

- Ok ora sono ufficialmente confuso -

- Come se fosse una novità per te - scherzò Felix beccandosi come risposta un eloquente cenno con la mano.

- Se vi dico Ricardo Bellin non vi viene in mente nulla,ma se vi dicessi Ricardo Carlos Rivas? - domandò Rico inarcando un sopracciglio.

- Bè mi viene in mente Carlos Lehder Rivas, il braccio destro di Pablo Escobar e attuale capo del cartello di Meddelìn - replicò all' istante Thumper.

- Esatto, ebbene era il fratello minore di mio nonno e di conseguenza mio zio di secondo grado e si da il caso sia stato anche il mio padrino -

- Quindi ciò fa di te l' ultimo dei Rivas...merda sei il figlioccio del boss dei boss più temuto in tutto il continente - commentò il messicano guardandolo con una luce di nuovo rispetto nello sguardo.

- Motivo per cui ai Fitzpatrick conviene che io sia vivo e in perfetta salute o Carlos potrebbe anche decidere di venire a farsi una vacanza a Neptunes e non credo che gli irlandesi troverebbero la cosa di loro gusto - concluse sorridendo con aria ironica.

- Quindi ricapitolando: tu e Fiamma siete fratello e sorella,entrambi ex PCHers e odiate i Fitzpatrick tanto quanto noi. Non mi è sfuggito niente giusto? - riassunse brevemente Hector.

- No, non ti è sfuggito nulla. Bè ragazzi sono stanca e credo sia meglio che cominci ad avviarmi verso casa, ci vediamo domani a scuola - replicò Fiamma rivolgendo al gruppo di motociclisti una versione decisamente meno smagliante del suo solito sorriso.

- Ti accompagno alla moto - intervenne Eli che si era reso perfettamente conto che la ragazza stava per crollare nuovamente.

Con un brusco cenno di assenso Fiamma si incamminò a fianco del messicano.

- Non puoi guidare in questo stato lo sai vero? - le fece notare osservando gli occhi ambrati che si riempivano di lacrime per la seconda volta.

- Sto bene -

- Non dire stronzate,me ne accorgo quando stai mentendo -

- Solo perchè abbiamo fatto sesso non significa che ora sai cosa mi passa per la testa - replicò tagliente. Eli sussultò leggermente ma incassò il colpo,si vedeva che era stata deliberatamente cattiva solo per convincerlo a togliersi dai piedi.

- Pensi che trattandomi male mi convincerai ad andarmene e a lasciarti sola? Mi conosci davvero poco se pensi che cederò così facilmente -

- Già,mi dimentico sempre che sei così...-

- Così come? - chiese perplesso

- Immensamente testardo e con un enorme cuore tenero nascosto dietro all' aria da duro - replicò rivolgendogli un lieve sorriso.

- Ehi cuore tenero a chi? - esclamò con aria fintamente indignata, era così buffo che riuscì a far scoppiare a ridere l' italiana.

- Proprio a te...Hilario Weevil Navarro - ridacchiò punzecchiandogli il petto con un dito.

- Per il tuo bene farò finta di non aver sentito - replicò fingendo un tono minaccioso che venne rovinato dal sorriso che le fece subito dopo - E adesso sali in moto - aggiunse porgendole il casco.

- Non vorrai mica portarmi al River Stix - commentò incredula.

- Certo che no, chiama quel piccolo idiota e avvisalo che rimarrai a dormire fuori -

- Agli ordini capo - scherzò componendo il numero e facendo partire la telefonata.

- Pronto Noel? Sì...sì sono ancora in giro e no...non sto tornando a casa,rimango a dormire da Veronica stasera...sì Veronica Mars...no non me ne frega nulla se non ti sta bene, ho chiamato solo per avvisarti non per chiederti il permesso....o va al diavolo Cabron - esclamò riagganciando il telefono.

- Problemi in paradiso? - scherzò Weevil.

- Paradiso? All' inferno vorrai dire...allora dove andiamo? - aggiunse montando in sella.

- Decidi tu -

- A casa tua, è un secolo che non vedo tua nonna e Ophelia - decretò stringendosi contro la schiena del ragazzo e annusando il profumo misto all' odore della pelle, era odore di casa.

 













**********************

 












- E due se ne sono andati - commentò Felix accennando al rombo della moto che si era appena sentito.

- Propongo di trasferirci tutti da Felix, voi due ci state? - chiese Hector rivolgendosi a Rico e Veronica che erano intenti a chiacchierare tra loro, le teste erano così vicine che il biondo e il nero sembravano far parte della stessa chioma.

- Che dici? - le chiese Rico.

- Credo che sia meglio che torni a casa o mio padre attiverà il localizzatore - scherzò la ragazza alzandosi in piedi.

- Come miss Mars desidera - disse accennando un piccolo inchino.

- Saresti perfetto come maggiordomo -

- Sì, se i maggiordomi fossero sexy anche solo la metà di me - approvò il ragazzo rivolgendole il suo affascinante sorriso sghembo.

- Hai un ego spropositato - gli fece notare con aria contrariata.

- Lo so, ma direi che posso permettermelo...cioè,guardami - si giusitificò il ragazzo facendo una mezza piroetta e facendo scoppiare a ridere Veronica.

- é sempre così egocentrico o sta dando il peggio di sè? - chiese rivolgendosi a Chardo.

- Oh, è anche peggio te l' assicuro - replicò il messicano ridendo.

- Già ha le crisi di protagonismo da prima donna - confermò Cesar con un ghigno divertito.

- E voi dovreste essere miei amici? Bah...vergognatevi. - esclamò con tono offeso l'italiano riuscendo solo ad intensificare le risate del gruppo.

- Bene...non avevi fretta di tornare a casa? - aggiunse rivolgendosi a Veronica.

- Sì...andiamo - confermò affiancandolo e dirigendosi verso la macchina.

- Cesar passami a prendere tra mezz' ora a casa di Veronica, ho lasciato la moto a casa - aggiunse a mò di spiegazione.

- Ok capo -

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Capitolo 12
*** Cap 11 ***


Cap 11













- Allora,pensi che tuo padre ci stia spiando dalla finestra? - chiese Rico mentre si sedevano sui gradini della veranda di casa Mars.

- Probabilmente - confermò la ragazza con un sorriso.

- Allora spero proprio che non abbia un fucile accanto a sè o mi ucciderà senza pensarci -

- Non capisco perchè dovrebbe ucciderti -

- Bè non lo capisci perchè non sai leggere nel pensiero e quindi non indovinerai mai cosa mi sta passando per la testa in questo preciso momento -

- Ma davvero? Allora mi illumini signor Bellin - scherzò Veronica.

Rico annullò la distanza che li separava e catturò le labbra della ragazza in un bacio lieve al quale Veronica rispose dopo un inziale momento di sorpresa.

- Che...che cosa stiamo facendo? -

- Non lo so, ma ricordi quando hai detto che amavi le sorprese?-

- Sì... - replicò incerta

- Sorpresa! -

- E come mai tu non mi sembri molto sorpreso? -

- Bè forse perchè io avrei voluto baciarti fin da quando ti ho vista mentre armeggiavi con la macchina -

- Aspetta un momento, è tutto il giorno che mi volevi baciare? - chiese incredula.

- Sì -

- Anche quando ti sono venuta ad aprire la porta con il fiatone e l' aria da pazza? -

- Specialmente quando mi sei venuta ad aprire la porta -

- Bè allora cos' è, la nuova missione della tua vita? - commentò divertita.

- Baciarti? No,è un istinto che c' è sempre stato...come l' inquinamento,la fame nel mondo e la minaccia della guerra nucleare -

- E questa cosa non ti fa andare fuori di testa? -

- Sì e no -

- Sì o no? - insistette.

- Sì - confessò Rico passandosi la mano dietro al collo come faceva quando era in imbarazzo.

- Sei una sorpresa continua sai...non pensavo che il capo di una banda di motociclisti potesse essere così - confessò Veronica.

- Così come? -

- Ironico,spiritoso e a dirla tutta anche brillante -

- Ironico,spiritoso e brillante...nient' altro? - replicò sorridendo compiaciuto.

- Non montarti la testa -

- Non ci penso proprio, tanto lo so che stavi mentendo. Volevi lusingarmi per convincermi ad entrare a casa tua - scherzò Rico strappandole una risata.

- Cretino -

- Mmm anche cretino...suppongo che sia meglio di niente...allora signorina Mars, a questo cretino è permesso baciarla? -

- Sempre - replicò la ragazza baciandolo con trasporto.

 

 

 

















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Capitolo 13
*** Cap 12 ***


Cap 12















-Nieto,sei tu?- chiese Leticia Navarro,udendo il rumore della porta che veniva chiusa.

-Sì,abuela,sono io- replicò Eli,facendo segno a Fiamma di rimanere in silenzio. Prese gentilmente per mano la ragazza e la condusse verso il piano superiore,lontano dal campo visivo di sua nonna.

-Vedo che le regole in casa Navarro non sono cambiate,niente ragazze in casa durante la notte- commentò divertita l’italiana,buttandosi a peso morto sul letto del messicano.

-Già,alla nonna non importa a che ora rientriamo o quello che facciamo,ma sul sesso pre matrimoniale è irremovibile- confermò Eli,alzando gli occhi al cielo in un misto tra esasperazione e divertimento.

-Bè,una donna deve pur avere qualche regola- replicò Fiamma,con aria saggia.

-A sì? E le tue quali sarebbero?- le chiese,sdraiandosi accanto a lei e passandole un braccio dietro al collo.

-La mia regola è una sola…fare quello che mi pare- replicò la ragazza,abbagliandolo con un sorrisetto malizioso.

-Ed ora cosa ti va di fare?- le chiese Eli,sorridendole allo stesso modo.

-Bè,ora voglio fare solo una cosa…- gli sussurrò,sfiorandogli appena le labbra,prima di aggiungere,sorridendo beffarda, - dormire-

Eli si lasciò sfuggire un sospiro,quella ragazza avrebbe finito con il farlo andare a fuoco;imponendosi di fare il bravo,annuì con aria seria e allungò l’altro braccio per cingerle il fianco.

-Buenas noches,dulzura- le sussurrò,scoccandole un bacio sulla fronte.

-Notte- replicò l’italiana,accoccolandosi contro il petto muscoloso del ragazzo.






 

***********








-Ehi Rico,sono arrivato- annunciò Cesar,smontando dalla moto e dirigendosi verso il patio di casa Mars;il leader dei Demonios si separò dalla ragazza che stava baciando e alzò lo sguardo verso il suo amico.

-Ops,scusate- aggiunse Cesar,non appena si rese conto di averli interrotti.

-Tranquillo,io stavo giusto per rientrare a casa…si è fatto tardi- mormorò Veronica,giocherellando con una ciocca di capelli con aria imbarazzata.

-Già…bè,ci vediamo domani a scuola- replicò Rico,alzandosi in piedi e spolverandosi meccanicamente i pantaloni.

-Sì,a domani- confermò Veronica,ancora leggermente rossa in viso,prima di voltarsi e dirigersi verso la porta.

Una mano la afferrò delicatamente per il polso e la spinse a voltarsi verso il suo proprietario.

-Non dimentichi niente?- le chiese l’italiano,rivolgendole quel sorriso sghembo che la faceva letteralmente sciogliere.

-Non direi- replicò,facendo la finta tonta.

-Io penso proprio di sì- la contraddisse Rico,catturandole le labbra in un bacio decisamente più casto di quelli che si erano scambiati fino a qualche minuto prima. Chiuse gli occhi e ricambiò il bacio,rilassandosi nell’abbraccio del motociclista.

-Buonanotte – le sussurrò a fior di labbra,liberandola dal suo abbraccio.

-Notte- replicò Veronica,voltandogli le spalle ed entrando dentro casa. Aspettò finchè non udì i rombi delle moto sparire in lontananza e,solo allora,si concesse di manifestare i suoi sentimenti;un sorriso,pericolosamente ebete,le si dipinse sul volto.Per la prima volta,dopo più di un anno,era di nuovo felice.

 















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Capitolo 14
*** Cap 13 ***


Cap 13
















 
 
-Eli,Chardo…el desayuno està listo- annunciò Leticia,alzando la voce per farsi sentire al piano di sopra,dove era certa che i suoi nipoti stessero dormendo come ghiri.
Angel rientrò in casa,a torso nudo come era solito stare quando lavorava alla sua vecchia Mustang,e,dopo aver scoccato un bacio sulla guancia a sua madre,prese posto a tavola.
-I ragazzi dormono ancora?- le chiese,addentando un toast e servendosi una generosa dose di bacon.
-Sì,non credo mi abbiano sentita. Angel,va a despertarlos- lo pregò l’anziana donna.
Angel abbandonò la sua colazione e si incamminò lungo le scale;voleva bene ai suoi nipoti ma quando si mettevano tra lui e la sua colazione,bè le cose cambiavano. Entrò nella stanza di Chardo e aprì le tende –Svegliati ,dormilòn- esclamò,tirandogli via le coperte. Il ragazzo protestò debolmente ma,su insistenza dello zio,aprì finalmente gli occhi e si alzò in piedi.
-Scendi giù,la colazione è pronta,io vado a svegliare tu primo- gli disse,uscendo dalla camera e dirigendosi verso quella di Eli.
In realtà era sorpreso,di solito Eli si svegliava non appena sentiva l’odore della colazione;evidentemente quella mattina era più stanco del solito.
Angel aprì la porta e accese la luce.
-Eli,despertarse- lo esortò,prima di notare che il gemito di protesta era decisamente troppo femminile per provenire da suo nipote.
Vedendo una folta chioma adagiata accanto al cranio rasato del nipote,Angel realizzò due cose:la prima era che la regola del “niente ragazze a dormire” era stata violata e la seconda che Leticia avrebbe fatto una ramanzina allucinante ad Eli. Fu solo una manciata di secondi più tardi,con un certo sconcerto,che notò che la ragazza in questione altri non era che Fiamma. Certo,ci aveva messo un po’ a riconoscerla ma del resto era comprensibile:della ragazzina che conosceva lui era sparito quasi tutto,ora davanti ai suoi occhi c’era una ragazza fatta e finita,quasi una donna.
Con un sorrisetto malizioso dovette ammettere che suo nipote sapeva proprio scegliersele bene le ragazze. Era perso nei suoi ragionamenti quando Fiamma spalancò gli occhi ambrati e guardò con curiosità verso la fonte di luce;sbattè leggermente le palpebre e,finalmente, riuscì a mettere a fuoco la sagoma che si trovava sulla soglia della camera.
-Ehi,Angelito- lo salutò,utilizzando il soprannome con cui lo chiamava quando era piccola, strappandogli un sorriso.
-Ehi,pequeña- replicò,sorridendole affettuoso.
-Che succede?- domandò Eli,la voce insonnolita di chi si era appena svegliato.
-Succede,nipote,che sei in un bel guaio-
-Tio?- domandò,fissando l’uomo con aria perplessa.
-E già,ma il guaio non sono io ma tua nonna- gli disse,scoppiando a ridere davanti all’espressione del nipote;solo una persona riusciva a fargli perdere tutta la sua baldanza e quella era proprio sua nonna.Leticia Navarro era un avversario formidabile per chiunque,nonostante i suoi sessant’anni,proprio a causa della sua testardaggine e del suo essere ligia alle regole;del resto,per essere la matriarca di una famiglia come quella,bisognava per forza essere delle tipe toste.
-Ti lascio il tempo di inventarti una scusa decente,vi aspetto giù tra cinque minuti- lo avvisò Angel,conscio del dilemma su cui si stava arrovellando Eli.
Fiamma,osservando il ragazzo lambiccarsi il cervello,scoppiò a ridere e non riuscì a fermarsi finchè non scoppiò a piangere dalle troppe risate e le costole cominciarono a dolerle. Eli la fissava come se le fosse dato di volta il cervello.
-Si può sapere che cosa c’è di così buffo?- le chiese perplesso.
L’italiana scrollò le spalle,come a dire che non era niente,e si impose di recuperare il controllo. C’era appena riuscita quando la voce di Leticia,che esortava Eli a scendere a colazione,non fece sussultare il leader dei PCHers;a quel punto scoppiò nuovamente a ridere,rischiando quasi di cadere a terra.
-Vuoi spiegarmi perchè ridi?- le chiese,leggermente irritato per il fatto di essere la causa di tanta ilarità.
-Scusami,è che è troppo strano vedere un tipo duro come te sussultare come un bimbo impaurito quando la nonna lo chiama- gli spiegò,tenendosi le costole con entrambe le mani.
-Questo perchè tu la vedi solo come nonna Navarro,la dolce signora che prepara pasti eccezionali e non fa mai troppe storie su ciò che uno fa,ma per chi ci vive lei è Leticia Navarro,la tiranna- replicò Eli,decidendosi finalmente ad alzarsi e ad andare incontro all’ ira della nonna.
-Esagerato – commentò Fiamma,infilandosi gli stivali ed affiancandosi al ragazzo.
-Buenas diàs Letty- salutò la ragazza,non appena ebbero messo piede in cucina.
Leticia sgranò leggermente gli occhi,osservando stupita la giovane donna che aveva davanti.
-Dios mìo,Fiamma! Es asì?- esclamò,andandole incontro e attirandola in un abbraccio stritolatore,a cui la ragazza rispose con altrettanto impeto.
-Sì,sono io,in carne ed ossa- assicurò,rivolgendo un sorriso smagliante alla piccola Ophelia,che le sorrideva radiosa dall’altra parte della stanza.
Eli lanciò un’occhiata perplessa a sua nonna,si era aspettato come minimo una scenata degna del premio Oscar e invece niente,bah...le donne erano proprio incomprensibili.
Chardo intercettò il suo sguardo perplesso e scrollò le spalle,come a dire che gli conveniva far finta che tutto fosse perfettamente normale,o la temibile Leticia avrebbe anche potuto ricordarsi delle sue regole e decidere di appenderlo a testa in giù.
-Vieni chica,la colazione è pronta- la invitò Leticia,indicandole la sedia tra Ophelia ed Eli.
-Abuela,mangiamo una cosa al volo e andiamo,è tardi- commentò Eli,servendosi un baggle al formaggio e passando il piatto con il bacon a Fiamma.
-Siempre estàs en un apuro- replicò Leticia con aria contrariata,ma il suo disappunto non convinse i suoi nipoti a fare una colazione più abbondante.
-Yo saber,yo saber- commentò Eli,alzandosi dal tavolo e dirigendosi verso la porta;Fiamma e Chardo si affrettarono ad affiancarlo.
-Despedida Leticia- salutò la ragazza,un attimo prima che i due motociclisti la spingessero fuori.
-Ehi,che maniere- protestò Fiamma,lanciando un’occhiataccia ai due cugini.
-Devo forse ricordarti che non dovresti essere qui? Prima arriviamo a scuola e meglio è- le fece notare Eli,mettendo in moto e porgendole il casco.
L’italiana si limitò ad indossarlo restando in silenzio,per una volta non trovava nulla da ridire,la sua spiegazione era più che valida.
Eli e Chardo fecero rombare le loro moto e sfrecciarono in direzione del liceo di Neptunes.














 
*******
 











-Devi aver fatto le ore piccole ieri sera,almeno a giudicare da questo tuo sbadigliare continuo- commentò Wallace,osservando l’amica che camminava accanto a lui e si sforzava di reprimere l’ennesimo sbadiglio.
-Bè...si,un po’- ammise la ragazza,sorvolando sui particolari della sua uscita serale.
-E cosa hai fatto di bello?-
-Wallace Fennel,ti ricordo che l’investigatrice privata sono io,tu sei solo un discreto giocatore di basket- replicò Veronica,sorridendo davanti all’espressione fintamente offesa dell’amico.
-Solo discreto? Io sono molto più che discreto,sorella- protestò l’afroamericano rivolgendole un sorrisetto compiaciuto.
-Sì,certo,perdonami Air Fennel- replicò,alzando le mani come in gesto di resa.
Erano arrivati all’atrio quando l’attenzione della giovane Mars venne richiamata dal rombo delle moto in avvicinamento. Osservando Rico smontare dalla sua Ducati,non potè fare a meno di sorridere,gesto che non sfuggì a Wallace che le rivolse un’occhiata interrogativa.
Veronica scrollò le spalle,come a dire che gli avrebbe spiegato tutto più tardi.
PCHers e Demonios si incamminarono verso l’ingresso,gli uni affianco agli altri,come se fossero un unico gruppo. Rico alzò lo sguardo,intercettando il sorriso di Veronica e lo ricambiò con il suo solito sorriso sghembo. Si lasciò alle spalle il resto dei ragazzi e si diresse baldanzoso verso la biondina.
-Buongiorno mr macho- scherzò Veronica,quando il ragazzo si fermò a pochi centimetri da lei.
-Buongiorno raggio di sole- replicò Rico,scompigliandole i lisci capelli biondi.
-Non farlo mai più,o sarò costretta a staccarti una mano- lo minacciò la ragazza,lanciandogli la migliore delle sue occhiate assassine.
-Brrr,che paura- la prese in giro,annullando la distanza che li separava e catturando le sue labbra in un lieve bacio.
Veronica rispose immediatamente al bacio,ma decise di togliersi una piccola soddisfazione personale e gli morse il labbro,stando attenta a non metterci troppo vigore.
-Ahia,non pensavo di scatenare i tuoi istinti violenti- ridacchiò il ragazzo,portandosi una mano al labbro per controllare che non sanguinasse.
-Andiamo,era un morsetto piccolo piccolo- replicò Veronica,guardandolo con la migliore delle sue espressioni innocenti.
-Certo,e poi figurati se una cosina così piccola può fare male ad un pezzo di ragazzo come me- replicò Rico,scrutando dall’alto del suo metro e ottanta lo scarso metro e sessanta di Veronica.
-Non sono io che sono piccola,sei tu che sei un gigante- ribattè ironica la ragazza,strappandogli una risata.
-Sempre con la risposta pronta,è?-
-Sempre- confermò,alzandosi in punta di piedi per baciarlo.
-Ragazzi,finirete per farmi venire il diabete con tutta questa dolcezza- commentò Fiamma,appena arrivata e desiderosa di sottrarre la sua nuova migliore amica dalle grinfie di suo fratello,aveva un sacco di cose di cui parlarle.
-Non hai nulla di meglio da fare Fi? Che so,tipo saltare addosso ad Eli per esempio- la rimbeccò Rico,beccandosi un pugno nello stomaco che lo fece piegare leggermente.
-Tieni chiusa quella boccaccia sennò chiederò a Veronica di morderti la lingua,la prossima volta- lo minacciò.
-Ha ragione sai- commentò la Mars,ridendo dell’espressione indignata del motociclista.
-Ehi,sei la mia ragazza,dovresti difendermi- protestò,guardandola con la sua migliore espressione da cucciolo bastonato.
-E chi lo dice?- lo rimbeccò ironica.
-Lo dico io- replicò Rico,come se ciò spiegasse tutto.
-Ah bè,allora....- rise Veronica,coinvolgendo nella sua ilarità anche Wallace e Fiamma.
-Basta,vado dove il mio immenso talento e la mia indiscussa bellezza sono apprezzati- annunciò Rico,fintamente offeso,con l’unico effetto di farli ridere ancora di più.
La campanella interruppe l’attaco di risate.
-Bene ragazzi,è giunta l’ora del giudizio- annunciò tetramente Wallace,alludendo al compito di biologia che avevano in prima ora.
-In bocca al lupo a tutti- commentò Fiamma,con lo stesso tono funereo dell’afroamericano.
-Ci vediamo all’ora di pranzo- disse Rico,che per sua fortuna condivideva solo il corso di letteratura e quello di storia con loro,chinandosi a baciare velocemente Veronica e raggiungendo il resto dei suoi amici,che lo stavano aspettando per dirigersi alla lezione di matematica.
Veronica annuì e sparì tra la folla di studenti,accompagnata da un lato da Fiamma e dall’altro da Wallace,era sicura che loro tre insieme ce l’avrebbero fatta,soprattutto se fossero riusciti a suggerirsi durante il compito.

 

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Capitolo 15
*** Cap 14 ***


Cap 14
















 
 
La campanella della pausa pranzo arrivò come una benedizione e Fiamma sfrecciò fuori dall' aula a tempo di record.
- Dove stai andando? - le gridò dietro suo fratello.
- Ho promesso a Veronica che avrei pranzato con lei – replicò,continuando la sua folle corsa verso la sala mensa. Entrata nel locale vagò con lo sguardo alla ricerca della sua amica.
- Ehi bellezza, stavi cercando me? -
Una voce fastidiosamente familiare la spinse a voltarsi e a lanciare un' occhiata disgustata a Dick Casablanca.
- Ti cercherò quando l' Inferno gelerà – replicò,afferrando un vassoio e mettendosi in fila.
- Andiamo, potresti pranzare con me ed i miei amici, ne saremmo felici - propose il biondo imperterrito.
- Quale parte del mai non ti è chiara? - domandò la ragazza,inarcando un sopracciglio.
- Bè,a forza di insistere penso che riuscirò a conquistarti - replicò con un ghigno malizioso.
- L' unica cosa che conquisterai,se non ti togli immediatamente dai piedi,è una visita all' ospedale più vicino - intervenne una voce dietro di loro.
Fiamma si voltò lanciando un bel sorriso ad Eli,che scrutava con aria minacciosa lo 09 davanti a lui.
-Certo amico,è tutta tua- replicò il biondo,alzando le mani in un ironico gesto di resa.
-Lascia perdere,può pensarci Hector- aggiunse Eli,rivolgendosi questa volta all’italiana,accennando al vassoio che aveva appena preso. Il motociclista appena chiamato in causa annuì e glielo tolse gentilmente dalle mani,sembrava che fosse più che disposto a fare senza discutere tutto ciò che il suo capo gli ordinava.
Fiamma lo ringraziò con un cenno del capo e si incamminò verso il tavolo a cui erano seduti Veronica,Mac e Wallace.
-Il tuo pranzo?- le chiese proprio quest’ultimo.
-Sta arrivando- replicò lei,indicando con la testa Hector che le stava riportando il vassoio.
-Non è giusto,anche io voglio un mio cameriere personale- protestò Veronica,fingendosi indignata.
-Spiacente,ma temo che dovrai rivolgerti a Rico- replicò Hector,con un sorrisetto divertito.
-Dovrà rivolgersi a me per cosa?- interloquì il diretto interessato,sedendosi sul bordo del tavolo con studiata nonchalance.
-Ehi,noi qui ci stiamo mangiando e il menù non comprende un italo ispanico inguainato in pelle e catene- gli fece notare la giovane Mars,spingendolo giù.
-E pensare che questa mattina mi era sembrato che ci provassi gusto ad assaggiarmi- scherzò Rico,facendola arrossire leggermente.
-Se hai intenzione di rimanere qui,potresti metterti a sedere?Mi stai facendo venire il mal di mare, a forza di agitarti da una parte all’altra- intervenne Fiamma,mentre sbocconcellava svogliatamente il piatto di pasta.
Rico annuì e rivolse la sua attenzione ad uno studente del primo anno che occupava l’unica sedia nei paraggi. Il primino impallidì sotto lo sguardo duro del motociclista,recuperò zaino e pranzo e si affrettò a lasciargli il posto.
-Wow,tu si che sei un tipo cattivo,riesci a far scappare uno del primo anno- commentò ironicamente Veronica,mentre il ragazzo le sedeva accanto.
-Hai visto,sono assolutamente spietato quando voglio- confermò l’italiano,cercando di rimanere serio ma fallendo miseramente nell’impresa.
-Dove l’hai lasciato il tuo…bè,esattamente,cosa siete tu ed Eli?- aggiunse,rivolgendosi alla sorella,il sopracciglio inarcato in quella strana maniera che riusciva solo a lui,forse a causa della cicatrice che lo solcava e ne alterava leggermente la forma.
-Siamo…bè…più o meno…cioè…- borbottò Fiamma,in fin dei conti neanche lei sapeva bene cosa fossero.
-Ok,ora si che ti sei spiegata perfettamente,ricordami di non farti più domande così difficili chica- replicò Rico,ghignando divertito,e beccandosi per tutta risposta un calcio diretto in zone decisamente pericolose.
-Ehi,occhio a quello che colpisci,non vuoi diventare zia un giorno?- esclamò,parando appena in tempo il calcio con il ginocchio.
Fiamma finse di pensarci su, - E correre il rischio di avere dei nipoti che potrebbero finire con l’assomigliarti? No grazie.-
-Bè,pensa che potrebbe esserci di peggio- replicò il fratello.
-Del tipo?-
-Bè,potrebbero assomigliare a te,in quel caso probabilmente li strangolerei appena nati,sarebbe uno schock troppo grande avere delle piccole arpie in giro per casa.- replicò sorridendole sornione.
-Per tua informazione, la vera disgrazia sarebbe averti come padre-
Rico scoppiò a ridere,attirandosi le occhiate perplesse di tutti i presenti.
-Lo sapevo,si è rincretinito definitivamente.Mi dispiace V,hai scelto un demente come nuovo ragazzo- commentò Eli,che non aveva la minima idea dell’argomento della discussione dei suoi amici.
Per tutta risposta Rico continuò a ridere,piegato in due come se si stesse per sentire male.Quando ebbe recuperato un minimo di serietà e fu nuovamente in grado di formulare una frase di senso compiuto,si chinò a sussurrare a Veronica,in un orecchio,quello a cui aveva pensato e che aveva causato la sua ilarità. La ragazza sgranò leggermente gli occhi,fissando prima Fiamma e poi Eli,e scoppiò a sua volta a ridere.
-Ci siamo giocati anche lei,evidentemente la demenza deve essere contagiosa- osservò Fiamma,alzando gli occhi al cielo in un misto di divertimento ed esasperazione.
-Si può sapere che accidenti avete da ridere? Vi si sente dal nostro tavolo- commentò Felix,che si era avvicinato per capire cosa stesse succedendo.
-Chiedilo all’idiota,è mezz’ora che ride da solo- replicò Fiamma,alzandosi per attirare in un abbraccio stritolatore il motociclista.
-Ehi dolcezza,lo so che mi ami ma se continui a stringere così finirò per spezzarmi in due- le fece notare ironicamente il ragazzo.
-Non è colpa mia,sei tu che sei irresistibilmente attraente,non posso fare a meno di starti addosso- scherzò l’italiana,punzecchiandolo su un fianco.
-Lo so,gioia mia,ma cerca di darti un contegno,siamo in pubblico,potremo rifarci più tardi,mogliettina mai- obiettò Felix,atteggiandosi a uomo tutto d’un pezzo.
La ragazza buttò la testa all’indietro e scoppiò a ridere. Non c’era nulla da fare,era da quando erano piccoli che recitavano quella pantomima della moglie e del marito e ogni volta Felix riusciva a farla ridere sempre più della volta precedente.
Eli osservò i due ragazzi ridere e scherzare,anche se sapeva benissimo che stavano solo scherzando e che il loro era un rapporto fraterno,non poteva fare a meno di sentire un fastidioso groppo allo stomaco,come se si fosse beccato un pugno alla bocca dello stomaco; avrebbe dato praticamente qualsiasi cosa per poter ridere e scherzare con Fiamma come stava facendo in quel momento Felix,ma avevano una copertura da mantenere in piedi e non voleva destare sospetti su quello che c’era tra loro due,almeno fino a quando la situazione non gli fosse stata più chiara. Infatti,una volta passata l’euforia per aver trascorso la notte più bella della sua vita,il leader dei PCHers aveva cominciato a chiedersi come sarebbero state da ora in avanti le cose tra loro due,in fin dei conti non avevano ancora parlato di quello che era successo la notte precedente.
-Ehm ehm…- tossicchiò leggermente Rico,infastidito per il fatto che l’attenzione generale non fosse più catalizzata su di lui.
-Mi sembrava che voleste sapere il motivo per cui ero scoppiato a ridere- proseguì,quando il suo pubblico riprese a guardarlo.
-Sì,ma giuro che se è una cretinata ti tiro il piatto in faccia- minacciò Fiamma,che si era seduta sulle gambe di Felix per permettergli di mettersi seduto.
Rico guardò Veronica ed i due ripresero a ridacchiare.
-Stavo pensando che non volevi nipoti come me,ma io cosa dovrei dire? Con grande probabilità i miei nipoti nasceranno pelati- commentò,alternando le parole a nuovi attacchi di risate,riferendosi al cranio perennemente rasato di Eli.
-Sei…un….vero…- commentò Felix,ridendo così forte che fu costretto ad interrompersi a metà frase.
-Idiota?- suggerì Fiamma,chiedendosi perché mai le fosse toccata la disgrazia di due fratelli come i suoi,uno tossicomane e totalmente inaffidabile,e l’altro bello ma assolutamente narcisista ed incondizionatamente stupido.
-No,quello che volevo dire era:genio. Perché diavolo non ci ho pensato io? Questa si che è stata un’uscita grandiosa,cazzo!- esclamò Felix dando un cinque all’italiano.
-Lo so,lo so.Modestamente sono assolutamente geniale.- confermò Rico,accennando un piccolo inchino verso il suo pubblico che ridacchiava ancora, e beccandosi un buffetto sul collo dalla sua ragazza.
-Ahia,questo per cos’era?- chiese,massaggiandosi la parte colpita.
-Così la smetti di darti tutte queste arie- replicò Veronica,sorridendo con aria compiaciuta.
-Ok,ma sappi questo,raggio di sole,così non va bene per niente. Mi dai più botte che baci- protestò,mettendo su la sua migliore aria da cucciolo bastonato.
-Oh,povero,come posso farmi perdonare?-
-In effetti qualche idea ce l’avrei- replicò l’italiano,sorridendo malizioso.
Veronica,imponendosi di non arrossire per la nient’affatto velata allusione del suo ragazzo,lo zittì con un bacio.
-Bè,direi che non è niente male come inizio- commentò Rico,non appena si furono separati.
-A proposito,vi rendete conto che abbiamo il pomeriggio libero?- esclamò d’un tratto Wallace,alzando un pugno al cielo con aria vittoriosa,e venendo immediatamente imitato dagli altri ragazzi.
-Veramente noi dobbiamo andare alla lezione delle 15- intervenne Veronica,lanciando un’occhiata significativa a Rico.
-Cosa ti fa pensare che io abbia intenzione di venirci?- replicò il ragazzo,rendendosi conto di cosa significava quello sguardo.
-Scherzi? Devi venirci,è importante per la nostra media- insistette la ragazza,riferendosi ai crediti extra che c’erano in palio per chi seguiva il corso di approfondimento di chimica.
-Correzione,è importante per te,che aspiri ad una A;io,invece,mi accontento di una semplicissima C,o magari addirittura una B,se mi farai dare un’occhiata alle tue risposte-
-Dai,devi venirci- insistette Veronica.
-Dammi solo una buona ragione per cui dovrei farlo,e giuro che ci vengo- replicò l’italiano,sorridendole con aria di sfida.
-Bè…per me!- replicò Veronica.
-Ti ha fregato,amico- commentò Wallace,mentre il resto dei presenti scoppiava a ridere.
-D’accordo,ci vengo,ma non ti aspettare che rimanga sveglio- replicò,mettendo su il broncio.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 16
*** Cap 15 ***


Cap 15
 















 

-Finalmente è finita,non ne potevo più.- esclamò Rico,quando furono usciti dal corso di chimica.

-Esagerato,non è stato poi così pesante- replicò Veronica,prendendo per mano il ragazzo e incamminandosi verso la sua macchina.

-Certo che no,se lo rapporti ad una giornata passata a lavorare in un cantiere- replicò sarcastico.

-E cosa ne sai tu del lavoro nei cantieri?-

-Bè,ci ho lavorato per un po’,e devo dire che mi sono divertito di più stando al minorile- replicò.

Veronica sgranò leggermente gli occhi,come se fosse sinceramente stupita.

-Che c’è,ti sconvolge così tanto l’idea che abbia lavorato in un cantiere?- scherzò Rico,notando l’incredulità dipinta sul volto della ragazza.

-No,non è questo. È che ho una ruota a terra,di nuovo- gemette,lasciando la mano del motociclista e recandosi a verificare le condizioni dello pneumatico.

- È andato- commentò amareggiata,non appena Rico l’ ebbe raggiunta.

-Hai una ruota di scorta?- le chiese,spolverando il suo talento e la sua passione per le auto.

-Sì,nel portabagagli- replicò Veronica,le cui parole vennero seguite da un sottofondo di risatine;i due ragazzi si voltarono verso la fonte del rumore e la identificarono con il gruppo degli O9 che assisteva alla scena dalla jeep di Dick. Quest’ultimo mimò una ruota che si sgonfiava lentamente,a riprova del fatto che era stato proprio lui a bucarle la gomma.

Rico estrasse la ruota di scorta dallo scatolone che la conteneva,la adagiò accanto alla macchina e si diresse verso il gruppo di ragazzi.

-Lascia perdere,non ne vale la pena- intervenne Veronica,afferrandogli gentilmente un braccio.

-Non preoccuparti,non gli farò male…almeno non troppo- la rassicurò,mentre sul volto gli si dipingeva un sorriso pericoloso che la ragazza non gli aveva mai visto;in quel momento realizzò che lei conosceva solo la versione divertente e un po’ buffona di Rico,ma non aveva ancora avuto niente a che fare con il suo lato più tenebroso,quello che lo aveva portato a diventare il capo di una banda di motociclisti. E poi,in fin dei conti,al minorile non ci finivi di certo solo per qualche battuta irriverente.

-La trovi una cosa tanto divertente?- chiese l’italiano,quando fu a mezzo metro da Dick.

-Sì,in effetti lo trovo un incidente molto divertente- confermò il biondo,squadrandolo con aria di sfida.

-Bene,allora quello che sta per accadere ti farà morire dalle risate- replicò,sorridendo sornione.

Logan scrutò per un attimo il motociclista,c’era qualcosa nel suo sguardo,un’ improvvisa freddezza,doveva essere quello lo sguardo che avevano i killer prima di uccidere qualcuno,come se non ci fosse nulla al di fuori del desiderio di fare a pezzi la persona che avevano davanti,non c’era spazio per la pietà o il senso di colpa in quegli occhi. Sicuro come l’inferno,quel ragazzo doveva aver già valicato il sottile confine che divideva la vita di un teppista di strada qualsiasi da quello di un assassino. Stava per dire a Dick che forse era il caso di lasciar perdere e di evitare una rissa da cui,ne aveva la certezza,sarebbe uscito perdente,quando uno spostamento d’aria pre annunciò il pugno che si abbatté sul naso del giovane rampollo dei Casablanca.

Uno schizzo di sangue,provocato dalla rottura della cartilagine,raggiunse la camicia bianca di Logan,che ci mise un paio di secondi a realizzare quello che era appena accaduto. Nel frattempo Dick si era ritrovato a terra,piegato in due a causa di un calcio che lo aveva colpito alla bocca dello stomaco,e il resto degli 09 si era ripreso quel tanto che bastava a decidere di intervenire nello scontro. Logan si chinò,afferrando Dick e dandogli una mano ad alzarsi in piedi;allo stesso tempo lanciò un’occhiata all’italiano che osservava la scena con un sorriso sprezzante,non sembrava minimamente preoccupato dal fatto di essere in inferiorità numerica.

-Vedi,Casablanca,questo era un classico esempio del tipo di incidente che io trovo divertente.- commentò sorridendo divertito,prima di rivolgersi al resto dei presenti –Permettemi di chiarirvi un piccolo seppur cruciale punto.Ogni volta che uno qualsiasi di voi idioti perdigiorno combina uno scherzo del genere alla mia ragazza,io gli risistemo la faccia,o altre parti del corpo,per me non fa differenza quello che rompo. Sono stato abbastanza chiaro?- domandò,scrutando una ad una le facce dei ragazzi.

Un paio di 09 annuirono in silenzio mentre Dick,che si tamponava il naso con una manciata di fazzoletti gentilmente offerti da Madison Sinclar,mormorò un flebile –Cristallino-

-Bene,allora non abbiamo altro da dirci. E tu va a farti medicare il naso,cabron- concluse,voltando le spalle ai ricchi figli di papà e dirigendosi verso Veronica,che lo osservava leggermente intimidita.

-Veniamo a noi ora- mormorò Rico,rivolgendosi alla gomma da sostituire.

L’italiano smontò e sostituì la gomma in una decina di minuti,stando ben attento a non incrociare lo sguardo di Veronica durante le varie operazioni. Temeva la sua reazione,aveva paura di ciò che avrebbe potuto leggere nel suo sguardo;lei non aveva mai assistito ad una sua rissa,non lo aveva mai visto picchiare metodicamente una serie infinita di ragazzi,non aveva visto le sue mani sporche di sangue,sangue che non era suo. No,lei aveva assistito solo a quella piccola scenetta,poco più che una sciocchezza secondo i suoi standard,eppure aveva notato la sua espressione turbata quando era tornato verso di lei.

-Ecco fatto- annunciò,pulendosi le mani con uno straccio che si trovava nel bagagliaio della macchina. Tenne lo sguardo ben fisso verso terra,come se sul cemento del parcheggio ci fosse qualcosa di incredibilmente interessante,e ripescò le chiavi della moto da una tasca dei jeans. Stava per dirigersi vero la sua moto quando Veronica gli accarezzò gentilmente una guancia,Rico trattennè leggermente il respiro.

-Guardami- lo invitò,alzandogli questa volta il mento.

Il ragazzo obbedì,rivolgendole uno sguardo ardente che non mascherava del tutto la sua preoccupazione.

-Sei preoccupato,perché?- gli chiese,continuando ad accarezzargli lentamente la guancia.

-Ho visto come mi hai guardato prima,eri spaventata- replicò fllebilmente.

Veronica scosse la testa con decisione –Non ero spaventata,ero sorpresa.Molto sorpresa perché non ho mai visto questo aspetto di te,ma non spaventata. – lo rassicurò.

-Ne sei sicura?- chiese dubbioso.

-Sicurissima,ricordi? Non sono una bella biondina impressionabile- scherzò,ricordandogli uno dei loro primi scambi di battute,e alzandosi in punta di piedi per baciarlo.

Rico le sorrise,decisamente sollevato,e ricambiò il bacio.

Quando si furono separati Veronica gli sorrise con aria colpevole.

-Che c’è?- le chiese perplesso.

-Sto per chiederti di fare una cosa che so che non ti piacerà- annunciò,strascicando il piede con aria imbarazzata.

-Cioè?- chiese Rico con aria guardinga.

-Volevo chiederti di venire a cena da me,sai mio padre è curioso di conoscere il ragazzo con cui esco- replicò Veronica,dicendo tutto insieme nella speranza che Rico dicesse di sì prima ancora di cogliere tutte le possibili implicazioni di un invito di quel genere.

-Una cena con il padre della mia ragazza,che si da il caso sia stato lo sceriffo che mi ha arrestato più o meno sei volte? Perché no,sarà una seratina divertente.- commentò ironico il ragazzo.

-Lo devo prendere come un sì?- insistette Veronica,piegando la testa di lato e facendogli gli occhi dolci.

-D’accordo,ma sappi che,una volta che tuo padre mi avrà ucciso,tornerò sulla terra per perseguitarti- acconsentì l’italiano.

 









*******











Erano da poco passate le sei quando Rico finì di sistemarsi i capelli.

-Sei incredibilmente vanesio,lo sai vero?- scherzò Fiamma,arrivandogli alle spalle e facendolo sobbalzare leggermente.

-Lascia perdere Fi,non è un buon momento- replicò l’italiano,lo sguardo leggermente imbronciato.

-Andiamo,hermano,sono abbastanza sicura che Keith Mars non ti ucciderà davanti a sua figlia- commentò ironica,personalmente non riusciva a capire tutta quella tensione,non stava mica andando a chiedere la mano di Veronica.

-Mai dire mai,Keith Mars è un uomo imprevedibile- replicò,allontanandosi finalmente dallo specchio e sostituendo la canotta nera con una sobria camicia bianca.

-Come sto?- le chiese,una volta che fu pronto,facendo una mezza giravolta.

-Bene,non sembri neanche un motociclista- lo rassicurò,scrutandolo dalla testa ai piedi.

-Ok,allora vado. Tu che fai stasera?- aggiunse,quando era ormai sulla porta di casa.

-River Stix- replicò la ragazza,con il tono tetro di chi annunciava un imminente funerale.

-Condoglianze allora- rise l’italiano,sbattendo la porta e dirigendosi verso la moto.






 

*******










Veronica si aggirava nervosamente per la sua stanza;all’improvviso l’idea di una cena con suo padre ed il suo ragazzo non le sembrava più una grande idea.

-Tesoro,sembri un’anima in pena,potresti smetterla di andare avanti e indietro?- la pregò Keith,distogliendo lo sguardo dalla partita di baseball che stava finendo di vedere.

-E tu potresti promettere che non farai domande imbarazzanti?- lo rimbeccò la ragazza,strappando un sorriso divertito al padre.

-Voglio solo sapere qualcosa in più del ragazzo con cui esce mia figlia,non gli chiederò quando ha intenzione di sposarti,se pensi che questo possa metterti a disagio- scherzò Keith,beccandosi in risposta uno sguardo eloquente.

-Vado a finire di prepararmi- annunciò Veronica,augurandosi di essere pronta per quando fosse arrivato Rico,in modo che non fosse proprio Keith ad aprirgli la porta.

Stava finendo di mettersi il gloss quando il trillo del campanello le annunciò che il danno stava per essere fatto:Keith avrebbe accolto in casa Rico di persona.

-Buonasera sceriffo- esordì Rico,passandosi una mano dietro al collo. Dannazione,non gli aveva ancora rivolto la parola ed era già agitato,così non andava proprio bene,doveva darsi una calmata.

-Rico,ne è passato di tempo- replicò Keith,stringendo la mano che il ragazzo gli porgeva. Suo malgrado non riuscì a trattenere un sorrisetto ironico;l’ultima volta che si erano visti era stato dopo la morte di Reaper,quando aveva interrogato quel ragazzo che era sopravvissuto per miracolo ad uno scontro con i Fitzpatrick. Dall’espressione che passò nei suoi occhi scuri,era evidente che anche Rico stava pensando alla stessa cosa.

-Dimmi,è del gelato quello?- gli chiese,cercando di rompere il ghiaccio,accennando al pacchetto che il motociclista aveva in mano.

-Già,nella mia cultura alla cena deve seguire il dolce- confermò,porgendogli il contenitore.

-Se tra i gusti c’è la stracciatella,allora sappi che ti sarai guadagnato in pieno questa cena-

Rico annuì compiaciuto,almeno questa l’aveva azzeccata.

-Accomodati,Veronica sarà qui a momenti- gli disse,indicandogli con un cenno del capo il divano.

Buddy,seduto lì accanto, gli rivolse uno sguardo di amicizia canina e prese a scodinzolare come se avesse appena visto il suo migliore amico.

-Ehi,cucciolone- lo salutò l’italiano,dandogli una grattatina dietro alle orecchie che lo fece uggiolare di piacere.

-Ti piace il baseball?- gli chiese Keith,mentre metteva in freezer il gelato.

-Sì ma non lo seguo molto- ammise,spostando lo sguardo sul match in tv.

-Però avrai una squadra che preferisci più delle altre-

-Sì,gli Sharks – replicò il ragazzo,proprio mentre Veronica faceva la sua comparsa.

-Tesoro,stavamo per darti per dispersa- scherzò Keith.

La figlia gli rivolse un’occhiata indagatrice,come a voler scoprire cosa si fossero detti fino a quel momento,e si sporse a salutare Rico.

L’italiano lanciò uno sguardo di sottecchi a Keith,che per tutta risposta si girò ostentatamente dall’altra parte,e ricambiò il leggero bacio della ragazza.

-La cena è pronta- annunciò l’uomo,quando il trillo del forno annunciò che l’arrosto era finalmente cotto.

I tre sedettero al tavolo e cominciarono a mangiare in religioso silenzio.

-Allora Rico,come mai sei tornato a Neptunes?- chiese Keith,rompendo il silenzio.

-Bè,suppongo che si sia trattata di semplice nostalgia;Neptunes è sinonimo di casa- replicò diplomaticamente.

-Capisco,quindi hai intenzione di rimanere qui in pianta stabile?- chiese ancora,mentre Veronica alzava gli occhi al cielo.

-Bè,per il momento sì,ho dei validi motivi per rimanere- confermò il ragazzo.

-E quali sarebbero?-

-Papà…-esclamò indignata Veronica,prima di rivolgersi a Rico –Non rispondere-

-No,va bene,non è certo un segreto.Bè,in primo luogo Veronica e poi qui ci sono tutti i miei amici e mia sorella,non avrebbe senso lasciare Neptunes quando tutto quello che ho a cuore si trova qui- replicò,leggermente imbarazzato.

-Quindi mia figlia è una priorità,per te?- gli chiese Keith,con il tono pacato di chi chiedeva l’ora ad un passante.

-Sì,lo è- confermò l’italiano,fissandolo dritto negli occhi,l’imbarazzo era stato sostituito dalla decisione che si leggeva nel suo sguardo.

-Capisco- mormorò Keith,guardandolo con una nuova luce negli occhi. Sembrava proprio che il giovane italo latino si fosse guadagnato,se non proprio la sua simpatia,almeno il suo rispetto.

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Capitolo 17
*** Cap 16 ***


Cap 16
















 
- Scusami. – esordì Veronica, non appena ebbero messo piede fuori casa.
Rico le rivolse un’occhiata perplessa, chinandosi ad accarezzare Backup.
- Per cosa? –
- Bè, per mio padre e le sue domande inopportune. – replicò, sorridendo con aria imbarazzata.
Le cinse le spalle con un braccio, attirandola a sé con dolcezza.
- Ehy, non preoccuparti, sono abituato agli interrogatori. – ironizzò, aprendo lo sportello posteriore per far salire il cane e facendo lo stesso con lo sportello del passeggero.
- Dammi le chiavi. –
Veronica lo guardò incuriosita.
- Vuoi guidare tu? –
- No, pensavo di rubarti auto e cane. –
- Il sarcasmo non ti si addice, lo sai, vero? –
Il ragazzo scrollò le spalle.
- Sono già bello ed intelligente, non posso essere anche sarcastico. –
Veronica scoppiò a ridere, rifilandogli un buffetto sulla spalla e porgendogli le chiavi della vettura.
Imboccarono la strada che conduceva alla Pacific Coast Higway, sfrecciando tra le macchine che intasavano il litorale. A Neptunes non c’era periodo dell’anno in cui gli adolescenti non passassero le sere facendo falò e feste in spiaggia.
- Mi stai portando ad uno dei vostri incontri segreti da motociclisti? –
- Mi fai così poco romantico? Pensavo ad altro in realtà. – replicò, sorpassando la parte della spiaggia destinata agli stabilimenti e spostandosi quasi al confine della città.
- Non sono mai stata in questa zona, è bella. – commentò Veronica, scendendo dalla macchina e venendo affiancata da Backup.
- Lieto che ti piaccia, vengo sempre qui quando voglio riflettere o stare da solo. –
- È il tuo rifugio? –
- Sì, anche se detta così sembra una cosa da bambini. –
- Prometto che non rivelerò a nessuno che sei un tenerone. – assicurò, facendo il segno dei boy scout.
- Vieni di qua, non siamo ancora arrivati alla nostra meta. – le rivelò, prendendola per mano e attirandola verso gli scogli, dove c’era il vecchio faro sotto cui si ritrovavano sempre lui e Reaper. La luce giallognola si rifrangeva sulle onde scure dell’oceano, creando l’illusione che l’acqua fosse coperta da una scintillante patina dorata.
- È spettacolare. –
Un uggiolio di Backup sembrò voler confermare le sue parole.
- Casa tua è quella lì? – domandò, indicando un villino dalle dimensioni modeste che dava sulla scogliera.
- Sì, vuoi darci un’occhiata? –
Veronica inarcò un sopracciglio, rivolgendogli uno sguardo che la diceva lunga su quali pensava fossero le sue intenzioni.
- Prometto che farò il bravo, lo giuro. – assicurò, scoccandole un bacio a fior di labbra.
- Chissà perché, ma sono tentata a non fidarmi. –
- Scarsa fiducia nel genere maschile? –
- Diciamo anche nulla. –
- Bè, dammi l’occasione di riabilitare la categoria, e poi ho l’impressione che il mio autocontrollo sia molto più saldo del tuo. – aggiunse, guardandola con aria di sfida. E, si sapeva, Veronica Mars amava le sfide.
- Ma davvero? – chiese in tono palesemente scettico.
- Davvero. – confermò, chinandosi ad incassare la testa tra la sua spalla e il collo, sfiorandole appena la pelle con le labbra morbide.
Veronica chiuse gli occhi, lasciandosi sfuggire un sospiro quando l’alito caldo del ragazzo le accarezzò il collo, facendole correre un brivido lungo la schiena.
Le baciò lentamente il collo, partendo dal lobo fino ad arrivare alla clavicola, mordendo leggermente nell’ultimo tratto di pelle esposta. Si separò da lei, trovandola ancora ad occhi chiusi.
Sorrise, in un misto di divertimento e compiacimento per la facilità con cui riusciva a vincere le sue resistenze.
- Hai visto, che ti avevo detto? – la stuzzicò.
- Non vale, sei stato sleale. – protestò, mettendo un lieve broncio.
- Sei adorabile quando fai quella faccia. –
- Correzione, io sono sempre adorabile. –
Si sporse a baciarle la punta del naso, - Certo, piccola, ma ora che ne dici di spostarci? Comincia a fare freddo. –
Veronica annuì, alzandosi e richiamando Backup, che nel frattempo si era allontanato come a voler concedere loro un po’ di privacy. Tornarono alla macchina, e poi a casa di Veronica, in modo che Rico potesse recuperare la sua moto.
- Mi passi a prendere, domani? – gli chiese, quasi buttando per caso la domanda.
- D’accordo, per le otto? –
La ragazza gli rivolse un sorriso allegro, evidentemente teneva alla domanda molto più di quanto avesse dato a vedere.
- Perfetto. A domani, allora. Buonanotte. –
- Notte. –
La baciò un’ultima volta per poi indossare il casco integrale, mettere in moto e aspettare che si richiudesse la porta alle spalle prima di ripartire.
 
 







******
 
 







Fiamma era appena uscita dal River Stix, e stava per dirigersi verso la sua moto quando un rombo attirò la sua attenzione. Dall’altra parte della strada, disposti in fila e fermi al semaforo, stavano i PCHers al completo. Mise velocemente in moto e li raggiunse, affiancandosi ad Eli e alzando la visiera specchiata.
- Ancora in giro a quest’ora? – le chiese Chardo, incuriosito.
- Avevo da fare, io e Molly dovevamo finire una ricerca di letteratura su Shakespeare. –
- Al River Stix, quello sì che è un gran luogo di cultura. – commentò ironicamente Goozy.
- Bè, sanno dirti la provenienza e la composizione di ogni singola birra, se non altro. – replicò, stando al gioco.
- E ora che fai, torni a casa? – intervenne Eli.
- Sì, non ho voglia di stare in giro. –
- Ti accompagno. – decretò, senza prendersi la briga di affidare il comando al cugino o a Felix, che dal canto loro avevano perfettamente capito la situazione.
Sfrecciarono sulla Pacific fino ad arrivare alla scogliera. Fiamma aprì il garage, parcheggiando la macchina e stupendosi di trovare già quella del fratello.
- Ehy, hermano, ma non avevi un appuntamento con V.? –
Il ragazzo si affacciò da dietro lo sportello del frigorifero.
- Sì, infatti sono appena tornato. Tu, piuttosto, te li porti a casa gli appuntamenti? – scherzò, salutando con un cenno del capo l’amico dietro di lei.
- L’ho solo accompagnata. –
Rico inarcò un sopracciglio, sarcastico.
- Ceeerto. Bene, mente la “solo accompagni” in camera sua, siete pregati di non fare troppo casino. Sono stanco e voglio dormire. Se volete, in frigo c’è la birra. – aggiunse, sorpassandoli e dirigendosi nella sua stanza, una Corona congelata stretta in mano.
Eli e Fiamma si fissarono increduli.
- Ci ha davvero appena dato il permesso? –
- Veronica deve fargli uno strano effetto. – rise l’italiana, recuperando un paio di birre dal frigo e scortandolo nella sua stanza.
Contrariamente a quanto immaginato da Rico, passarono un paio d’ore a chiacchierare e commentare l’ennesima replica del Padrino, con Fiamma che ripeteva passo passo le battute. Poi, verso le tre, crollarono a dormire, una abbracciata all’altro.










Spazio autrice:

No, non sono morta e nemmeno stata rapita da qualche strana organizzazione criminale assetata di sangue e denaro (no, non so neanche io perché la mia mente malata abbia partorito una frase del genere). Fatto sta che sono qui con il nuovo capitolo, dopo mesi di assenza… ed era anche ora, direte voi. Comunque vi rassicuro: l’ispirazione è tornata, quindi se Dio vuole riesco a pubblicare più o meno un capitolo a settimana (prego partite con i cori d’incitamento u.u).
Bè, che dire, spero che il capitolo vi sia piaciuto e sia valso l’attesa. Vi anticipo che nel prossimo troverete due nuovi personaggi e per il resto… lo scoprirete solo leggendo u.u
Fatemi sapere che ne pensate.
Al prossimo capitolo.
Baci baci,
           Fiamma Erin Gaunt
 
 
 

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Capitolo 18
*** Cap 17 ***


Cap 17















 
La mattina seguente Rico si svegliò di buon’ora, affacciandosi in camera della sorella per vedere se Eli fosse rimasto a dormire e regolarsi di conseguenza su quanto caffè preparare. Quando li vide abbracciati, con un’ombra di sorriso dipinta sul volto d’entrambi, si ritrovò a sorridere a sua volta, contento che una volta tanto le cose andassero bene per quei due.
Attese che il caffè fosse pronto e si decise finalmente a svegliarli, aprendo le tende e tirando su la serranda. Un fascio di luce investì i begli addormentati, che protestarono flebilmente prima di aprire gli occhi.
- Sono le sette e mezza, il caffè è pronto. Vado a prendere Veronica, ci vediamo a scuola. – esordì telegrafico, quando si rese conto che il cervello dei ragazzi si era attivato quanto bastava per registrare tutte le informazioni.
Fiamma alzò un pollice, facendo capire che aveva recepito il messaggio.
Recuperò la giacca di pelle, il casco e le chiavi e, venti minuti più tardi, si ritrovò ad aspettare fuori casa Mars.
Stava giusto pensando di bussare alla porta, nel caso in cui Veronica si fosse dimenticata che sarebbe passato lui a prenderla, quando questa si aprì, mostrando la ragazza in tutta il suo splendore.
- Ehy, andare in giro con degli shorts come quelli dovrebbe essere illegale. – commentò, accarezzando con lo sguardo le gambe che erano coperte solo fino ad un quarto di coscia.
Veronica arrossì lievemente.
- Inizi già di prima mattina a dire cretinate? –
- Sì, sono in astinenza da zuccheri e il mio cervello comincia a perdere colpi. – confermò, allungandosi sul cruscotto della moto per poterla baciare.
Le porse il casco, spostando la moto dal muretto per permetterle di salire, e, quando fu sicuro che si era aggrappata con sufficiente vigore, partì impennando lievemente.
Un pugno sulla schiena gli disse che non era stata una buona idea. Rise tra se e se, mentre filava veloce tra il traffico mattutino.
- Sei matto? Mi hai fatto prendere un colpo, prima. –
- Esagerata, per una piccola pinna, che vuoi che sia. Tu non eri la bella biondina che non s’impressionava per niente e nessuno? –
- È sleale usare contro di me frasi estrapolate dal loro contesto originario. –
- Sicura di non voler fare l’avvocato invece della detective? Te la cavi bene con i paroloni. –
- Come mai tutta questa spiritosaggine di prima mattina, ti sei scordato dell’esame di anatomia di metà corso? –
Rico le rivolse il sorriso sghembo che la faceva impazzire.
- Che tu ci creda o no, sono un vero esperto di anatomia, soprattutto per quanto riguarda la parte pratica. –
- Che si da il caso non sia prevista dal programma, mr playboy. –
- E chi si riferiva alla scuola? – replicò, condendo il tutto con un’occhiata maliziosa che ebbe il potere di farle correre un brivido lungo la schiena.
- Mi sta per caso invitando ad accettare una sua proposta indecente, mr Bellin? – chiese, utilizzando il tono della professoressa Rogers, docente della materia in questione.
- Oh, sì, signorina Mars, la prego. – confermò, mettendo su un artificiale accento oxfordiano che contrastava enormemente con la sua persona.
Stavano ancora ridendo quando Cesar, il braccio destro di Rico, si avvicinò a loro, rivolgendo un cenno di saluto a Veronica.
- Capo, c’è una persona che ti stava aspettando. – lo informò, indicandogli una ragazza con indosso una canottiera che sembrava le fosse stata dipinta addosso, tanto era aderente, e una ridottissima minigonna di jeans; aveva lisci capelli biondi, che le arrivavano fin quasi al sedere, e una frangetta sbarazzina che le ricadeva in parte su un paio di stupefacenti occhi color cielo. Occhio e croce, valutò Veronica, doveva avere non più di sedici anni.
- Se ti chiedono di me, avevo una visita o qualcosa del genere. Ci vediamo a pranzo, ok? – le disse Rico, mentre lei annuiva con aria perplessa.
- Ti spiego tutto più tardi, promesso. – le assicurò, attirandola a sé e coinvolgendola in un lungo bacio.
Si diresse verso la biondina, che gli sorrideva in modo radioso, e la salutò con un bacio per guancia, anche se quest’ultima sembrava fin troppo contenta di avere una scusa per mettergli le mani addosso, pensò Veronica, mentre la osservava in cagnesco.
Poi, i due salirono sulla decappottabile della ragazza e uscirono dal cancello. Riproponendosi di mantenere la calma e aspettare la pausa pranzo, o eventualmente l’arrivo di Fiamma e chiedere spiegazioni a lei, Veronica si diresse verso l’aula di anatomia.
Due ore dopo, durante le quali fece tremendamente fatica a concentrarsi sul test, incrociò Mac e insieme alla ragazza si diresse nell’aula di giornalismo, riuscendo almeno un po’ a sfogare la sua tensione.
- Hai detto che era una ragazza bionda e vestita in modo piuttosto sexy, giusto? – ricapitolò l’informatica, mentre l’amica annuiva.
- Ma lui l’ha salutata solo con un bacio sulla guancia, come tra amici, no? –
- Sì, ma lei gli stava molto appiccicata. –
- Bè, è naturale, Rico è un gran bel ragazzo. Immagino siano moltissime le ragazze che vorrebbero avere una scusa per saltargli addosso… Scusa, così non ti aiuto. – s’interruppe Mac, notando l’espressione della giovane detective.
- Comunque, secondo me devi stare tranquilla, tra mezz’ora lo vedrai e ti spiegherà tutto, no? – la tranquillizzò.
Annuì, tornando a rivolgere l’attenzione sulle foto che doveva scannerizzare per l’edizione settimanale del giornale scolastico. Magari, se teneva il cervello impegnato, si sarebbe dimenticata della ragazza e di Rico.





 
 
*****
 






- Kathlyn, ti decidi a dirmi cosa ci fai qui? – esordì Rico, quando furono arrivati sul litorale ed ebbero preso posto in una delle tavole calde lì in zona.
- Mi ero stufata del collegio, non succedeva mai niente d’interessante lì, così ho pensato di venirti a trovare. – replicò, sorridendo come se non fosse nulla di grave.
Il ragazzo si accigliò, fissando con aria pensierosa la figlia del suo patrigno.
- Tuo padre lo sa? –
Kathlyn scosse la testa, ridacchiando, - Scherzi? Gli verrebbe un infarto se sapesse dove mi trovo. –
A quelle parole un sorriso si dipinse sul volto dell’italiano. Tutto quello che creava problemi al suo patrigno era fonte di gioia per lui.
- Allora, posso rimanere da te e Fiamma per un po’? –
Soppesò la richiesta, per poi sospirare.
- Prometti che non combinerai guai? –
La ragazza alzò gli occhi al cielo, come faceva sempre quando suo padre o la matrigna la rimproveravano.
- Ti sei rammollito anche tu? Eppure una volta eri il primo a cacciarsi nei casini. –
- Kat, promettilo. – insistè.
- D’accordo, d’accordo. Prometto che mi comporterò bene. –
- Allora puoi restare. – decretò, venendo sommerso da una massa di biondi capelli profumati e stretto in un abbraccio mozzafiato.
- Grazie, prometto che non te ne pentirai. –
- Sto già cominciando a farlo. – mormorò, a corto di fiato per la stretta che gli ostruiva le vie respiratorie.
Kathlyn gli rivolse uno sguardo perplesso.
- Mi stai strangolando, Kitty Kat. –
Lo lasciò andare, rivolgendogli un sorriso di scusa.
- Piuttosto, devo tornare a scuola per pranzo, vieni con me o ti lascio a casa? –
- Vengo con te, la tua scuola è piena di tipi carini. – asserì, facendolo sospirare di sconforto.
- Diamoci una mossa allora. –
Pagò il conto, due caffè macchiati e una ciambella per la sorellastra, e tornarono alla macchina.
Giunti a scuola, Kathlyn attirò la sua attenzione, indicandogli Veronica che lo attendeva seduta insieme a Fiamma e a Mac al tavolo accanto a quello dei PCHers.
- Quella è la ragazza di questa mattina, state insieme? –
- Sì, si chiama Veronica, e cerca di non farti odiare. –
- Probabilmente è troppo tardi. – commentò, per poi aggiungere, notando la sua aria perplessa, - Mi odierà da quando questa mattina ti ho abbracciato e sequestrato. Avrà pensato che ci stessi provando. –
- Tu dici? Fantastico, sei qui da una mattina e già mi crei problemi. –
- Ehy, non è colpa mia, avresti dovuto dirglielo subito che ero tua sorella. – replicò, per poi borbottare qualcosa sul fatto che i ragazzi non capivano mai nulla.
Raggiunsero il tavolo, Kathlyn sorridendo amichevolmente e scambiando un cenno del capo con Fiamma, e Rico osservando di sottecchi la reazione di Veronica. Sembrava tranquilla, ma sapeva che era molto abile nel mascherare le sue reazioni.
Si chinò a baciarla a fior di labbra, per poi sussurrarle all’orecchio, - Quanto sei arrabbiata con me, più o meno del livello omicidio truculento? –
- Un po’ meno, ma se non mi spieghi immediatamente potrei arrivarci. – sussurrò di rimando, rivolgendogli uno sguardo corrucciato.
- Kathlyn Ross, la mia sorellastra; Veronica Mars, la mia ragazza. –
- Piacere di conoscerti. – cinguettò la newyorkese, porgendole una mano dalla manicure perfetta.
Veronica ricambiò la stretta, mentre Mac le rivolgeva un’occhiata della serie: “ti avevo detto che dovevi stare tranquilla”.
- Come mai sei qui, Kat? – intervenne Fiamma.
- Rimarrò da voi per un po’, il collegio mi annoiava. – replicò, mettendo su un’aria da cucciola bastonata che con i ragazzi doveva fare un grand’effetto.
L’italiana rivolse un’occhiata accusatrice al fratello. Non aveva mai sopportato quella frivola e casinista sedicenne ed ora se la ritrovava dentro casa. Fantastico, veramente fantastico.
- Ha promesso di comportarsi bene. – assicurò, a mo’ di scuse.
In quel momento il cellulare della casinista in questione, squillò.
- Pronto. Ah, Jj, sei tu! No, sono a Neptunes adesso. Davvero? Sì, sicuro. Ok, a presto. – concluse, chiudendo la conversazione e ritrovandosi fissata da entrambi i fratellastri.
- Dimmi che quel Jj non era Jack. – ringhiò Rico, sorprendendo Veronica e Mac che non lo avevano mai visto in quello stato: la mandibola digrignata, lo sguardo duro e una vena che pulsava pericolosamente all’altezza di una delle tempie.
La ragazza ebbe il buongusto di abbassare lo sguardo, imbarazzata, e replicare: - Ecco, in effetti era lui. Ha detto che voleva passare a trovarmi a Santa Monica, ma gli ho risposto che ora sto a Neptunes e ha detto che sarebbe passato a trovarmi qui. – concluse.
Il pugno dell’italiano si abbatté sul tavolino, facendolo tremare e rovesciando una lattina di Coca Cola. Fiamma, il volto olivastro fattosi improvvisamente pallido, gli posò una mano sull’avambraccio muscoloso. Il contatto sembrò calmarlo almeno un po’.
- Bada solo di non farmelo trovare tra i piedi. – concluse, alzandosi e dirigendosi verso il parcheggio.
Veronica e Mac rivolsero uno sguardo interrogativo a Fiamma, che si ravviò i capelli e prese un paio di secondi prima di rispondere.
- Jack è nostro fratello maggiore, dire che lui e Rico non vanno molto d’accordo è come paragonare la Shoa a uno sporadico episodio di violenza. –
- Credi sia il caso che vada a parlarci o è meglio se lo lascio sbollire? –
- Lascialo un po’ da solo, ha bisogno di tranquillizzarsi, ti riporto io a casa. – replicò, venendo interrotta dall’arrivo di Eli.
- Che è successo? –
- Jack. –
Gli occhi del ragazzo si riempirono di comprensione. Conosceva bene la storia che quei due avevano alle spalle.
- Viene in città? –
La ragazza annuì.
- Merda. – mormorò con sentimento.
- Esattamente quello che ho pensato io. –
- Tu come stai? –
La scrutò attentamente, quasi si aspettasse di vederla andare in pezzi da un momento all’altro.
- Sono preoccupata per Rico, tende a perdere la testa e a fare cose molto stupide quando Jack è nei paraggi. Ma, se quello che volevi sapere era se la cosa mi turbava, no, non poi molto. –
- Sicura? –
- Assolutamente. – replicò, sforzandosi di sorridere, anche se in quel momento quella era proprio l’ultima cosa che aveva voglia di fare.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 19
*** Cap 18 ***


Cap 18

 

- Chi è questo ragazzino? –

- Il fratellino di Jack. – replicò il tipo, spingendolo in avanti in modo che il capo della banda lo vedesse in faccia.

- Sì, in effetti si assomigliano molto. Cosa c’è, tuo fratello è troppo codardo per venire di persona e manda te? –

- Già, sembra una cosa molto da Jack. – confermò ridacchiando quello che lo aveva spinto.

A quelle parole, lui che era poco più che un bambino e all’epoca venerava il fratello, rispose a tono: - O forse siete voi che siete troppo poco importanti per dedicarvi un po’ del suo tempo. –

Il manrovescio che aveva ricevuto in risposta era stato talmente forte da fargli scattare la testa da un lato all’altro.

- Occhio a quello che dici, moccioso, non sai con chi hai a che fare. –

- Wow, voi si che siete dei duri: in tre contro uno che è la metà di voi. – replicò sarcastico.

Un destro preciso lo colpì allo zigomo, spaccandoglielo.

- Allora, cosa ti ha dato il fratellone per noi? –

Tolse la busta che Jack gli aveva consegnato e gliela porse. Il capo, un ragazzone afro americano alto più di un metro e ottanta, contò i soldi che c’erano dentro.

- Ci sono tutti. – annunciò soddisfatto, rifilandogli uno schiaffetto sullo zigomo che lo fece trasalire per il dolore, - Bel lavoro, ragazzino, ora sparisci. –

Se ne andò, percorrendo il vicolo con studiata naturalezza, cercando di attirare il meno possibile l’attenzione su di sé.

La mattina dopo, intorno alle sette, ora in cui sua madre si preparava per andare al lavoro, un grido lo svegliò. Si alzò dal letto, dirigendosi in cucina per scoprire cosa fosse accaduto.

- Que pasa, mama? –

- I soldi. Sono spariti i soldi. – replicò, frugando alla rinfusa tra le cose contenute nel cassetto in cui tenevano la cassetta con i loro risparmi.

Un lampo di consapevolezza si fece largo nella sua mente, nello stesso istante in cui faceva la sua comparsa anche Jack.

- Perché stai mettendo a soqquadro la cucina? – domandò, con il tono strascicato che aveva preso a utilizzare da un po’ di tempo a quella parte.

- Hai visto i soldi, Jack? – replicò per tutta risposta, scrutandolo con aria indagatrice.

- Quali soldi? –

Si dipinse sul volto un’espressione da angelo che contrastava incredibilmente con ciò che si leggeva nei suoi occhi. Rico gli lanciò un’occhiataccia, sperando che si decidesse a confessare e a prendersi le sue responsabilità, ma la replica del fratello lo colse del tutto impreparato.

- D’accordo, non volevo dirlo, ma li ha presi Rico. –

Il ragazzo aprì bocca per protestare, indignato, ma Jack lo precedette.

- Scusa, fratellino, ma non potevo fare finta di niente. –

Gli voltò le spalle, mandandolo al diavolo e chiudendosi la porta della stanza alle spalle. Quella sarebbe stata l’ultima volta che faceva un favore a Jack.

 

 

 

Crescendo avevano finito con il diventare sempre più simili, al punto che a sedici anni si diceva che ad una prima occhiata avrebbero potuto essere scambiati l’uno per l’altro. Ovviamente la cosa fece largamente comodo a Jack, che più di una volta si era servito di quella somiglianza per scamparla. Mentre Rico era uno che da una bella rissa non si tirava mai fuori, suo fratello aveva la tendenza a cercare di sgattaiolare via dai problemi, causandoli ma senza mai risolverli.

Anche quella volta, la prima in cui Rico era stato vittima di un vero e proprio pestaggio, la colpa era stata sua.

 

 

Era l’estate del suo sedicesimo anno, se ne stava in una cabina sulla spiaggia, che era mezza diroccata e quindi nessuno occupava, in compagnia di Alice, la ragazza con cui era stato a periodi alterni per tutta la sua adolescenza. Erano appena usciti, ridendo per qualcosa di stupido che lui aveva detto, quando si ritrovò a faccia sulla sabbia. Non ricordava granchè di quel momento, se non la marea di calci e pugni che gli era piovuta addosso e le urla di Alice che intimava loro di smetterla.

Lo avevano lasciato sulla sabbia, su cui si era formata una piccola pozza con il suo sangue, dolorante e mezzo intontito, dicendo qualcosa a proposito di una certa China e di non ronzarle più intorno.

Quella sera stessa, dopo essere passato in ospedale per farsi ricucire e farsi dare una controllata, aveva scoperto il motivo del pestaggio. Suo fratello si vedeva ogni tanto con una ragazza, quella China, che era la fidanzata di uno dei ragazzi che lo avevano aggredito. La ragazza non aveva voluto rivelare il nome e qualcuno, Rico non aveva dubbi che in parte centrasse Jack, aveva ipotizzato che si trattasse di lui.

Quella era stata l’ultima volta in cui loro due erano venuti alle mani e Jack si era ritrovato, suo malgrado, a fare a sua volta un viaggetto in ospedale.

 

 

Qual era l’ultimo ricordo che aveva di lui? Ah, sì. Jack aveva cominciato a farsi, aveva un sacco di debiti ed era tornato a Corona per chiedergli una mano. Si trattava di un colpetto facile, bisognava rubare una macchina e rivenderla, non li avrebbero mai trovati. Lo aveva pregato di aiutarlo, in fin dei conti erano fratelli, no? Rico lo aveva ascoltato con pazienza fino alla fine.

- Ho smesso di farmi coinvolgere nei tuoi casini, Jack. Sparisci dalla mia vista e non farti più vedere o, parola mia, la prossima volta sarà anche l’ultima. – aveva decretato, posando la sua Magnum 345 sul tavolo a sottolineare meglio il concetto.

Sì, quella era stata l’ultima volta in cui aveva visto e sentito Jack Bellin. Con sua somma gioia, poteva aggiungere, ed ecco che lo stronzo decideva di venire a Neptunes.

Imprecò sottovoce e lanciò la bottiglia di Corona che stringeva tra le mani contro gli scogli. Il rumore dei vetri che andavano in pezzi gli ricordò per qualche strano motivo la sua vita che si disintegrava ogni volta che Jack ricompariva. Dio mio, quanto odiava quel cabron!

- Sapevo che ti avrei trovato qui. –

Alzò lo sguardo, trovandosi davanti una ragazza sorridente che doveva avere all’incirca un anno meno di lui: Alice.

- Come sapevi che ero tornato? –

- Ti conosco bene, e poi Fiamma mi ha chiamato dicendomi di Jack. Vieni sempre qui quando cerchi di non andare fuori di testa. –

Rico annuì, spostandosi un po’ e facendole posto sullo scoglio.

- Già, mi conosci bene. –

- O per lo meno abbastanza da sapere di cosa hai bisogno in questo momento. – concluse ironica, porgendogli una birra gelata.

L’accettò, stappandola con un colpo secco e prendendone tre lunghi sorsi. Sì, l’ alcool se non altro avrebbe attenuato un po’ i suoi pensieri, almeno per il momento.

- E così mia sorella ti ha mandata qui a farmi da baby sitter? –

- No, mi sono auto proposta come baby sitter, lei non mi ha chiesto nulla. –

- Non sono un bambino da tenere d’occhio. –

- No, ma quando si tratta di Jack non ragioni in modo lucido… e sappi che non ti biasimo per questo, dopo tutto quello che ti ha fatto passare. – aggiunse, notando che la fronte del ragazzo si era visibilmente aggrottata.

- È che non riesco a togliermi di dosso la voglia di strangolarlo con le mie mani. – ammise.

- Sì… beh, tuo fratello fa questo effetto a molta gente. –

Rico le rivolse un sorriso sghembo, che la fece sussultare leggermente.

- Che c’è? –

- Nulla… è solo che… mi sei mancato. – sussurrò, arrossendo un po’ e abbassando lo sguardo.

Le prese gentilmente il mento tra le dita, spingendola ad alzare la testa e a guardarlo negli occhi. Rivide il luccichio che aveva imparato a scorgere nei suoi occhi color cioccolato ogni volta che incrociava il suo sguardo.

- Anche tu mi sei mancata, dulzura. – le diede un buffetto sul naso che la ridacchiare come una bambina.

D’impulso Alice gli cinse il collo con le braccia e lo strinse a sé, chiudendo gli occhi e nascondendo il volto nell’incavo tra il collo e la spalla. Rico le accarezzò delicatamente i capelli, giocherellando con quelle morbide onde corvine, che emanavano il consueto odore di cannella, in cui aveva infilato le dita innumerevoli volte.

La ragazza si scostò un po’, quel tanto che bastava perché le loro labbra si trovassero a un paio di centimetri di distanza.

- Dios mio, quanto mi sei mancato. – mormorò, chinandosi a baciarlo.

Rico ricambiò il bacio, accarezzandole una guancia, ma si separò quasi subito.

- Alice… -

- No, scusami, Fiamma mi ha detto di quella ragazza con cui esci… non avrei dovuto. –

- Veronica. –

- È un bel nome… è una cosa seria? –

Rico non rispose e si limitò a rivolgerle un’occhiata che fu una risposta più che sufficiente e che le causò una fitta al cuore. Perché, dopotutto, ne avevano passate tante insieme e dimenticarlo non era poi così semplice come aveva creduto all’inizio.

- Direi che è una risposta più che eloquente. Torna a Neptunes e parlale… spiegale cosa vuol dire per te rivedere Jack e assicurati che capisca. –

- Se non l’ha già fatto Fiamma. –

- No, su questo è d’accordo con me, devi essere tu a dirglielo; deve sentirlo dalla tua bocca, capire e interpretare la tensione nella tua voce quando affronti l’argomento per comprendere davvero. –

- Non ti facevo così profonda… che c’è, hai intenzione di metterti a fare la psicologa? –

- In quel caso penso che tu dovresti essere il mio primo cliente. – scherzò Alice, alzandosi dallo scoglio e spolverandosi i jeans.

- Chissà, magari un giorno. –

Recuperò il casco e si diresse verso la moto.

- Ti do uno strappo a casa? –

Alice scosse la testa, - Sono in macchina, ma grazie lo stesso. –

Le scoccò un bacio sulla guancia e inforcò la moto.

- Ci sentiamo… presto. – assicurò, vedendo l’occhiata ironica della ragazza.

- Ci conto, o mi presenterò alla porta di casa tua. – lo minacciò scherzosamente, per poi chiudere lo sportello e mettere in moto.

Un ultimo cenno di saluto e poi via… si partiva in direzione di Neptunes e, soprattutto, di Veronica.

Non sapeva ancora bene come affrontare l’argomento, ma era sicuro che prima o poi le parole gli sarebbero venute in mente.












Spazio autrice:

Eccomi con il nuovo capitolo. Vi anticipo subito che nel prossimo ci sarà un colpo di scena grosso come una casa e che ci troviamo all’incirca a metà storia (questa parte riguarda la prima stagione… la seconda e la terza verranno raccontate in due long fic a parte). Bè, spero vogliate lasciarmi un vostro parere su questo capitolo (non siate troppo cattive con Alice, povera cara u.u). Al prossimo.

Baci baci,

         Fiamma Erin Gaunt

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Capitolo 20
*** Cap 19 ***


Cap 19

 

 

Inchiodò davanti casa di Veronica, mettendo il cavalletto e percorrendo la strada che lo separava dalla porta alla velocità della luce. Bussò un paio di volte, finchè non sentì un rumore di passi che preannunciò la comparsa di Keith Mars sulla soglia della porta.

- Rico… ciao. –

Sembrava sorpreso di trovarlo lì e per un attimo si domandò se Veronica gli avesse detto nulla a proposito della sua fuga misteriosa durante la pausa pranzo.

- Signor Mars… Veronica è in casa? –

L’uomo annuì e si sporse verso il corridoio che portava alla camera della figlia.

- Veronica, c’è il tuo ragazzo! –

Attese un paio di secondi e la testolina bionda della ragazza fece capolino, seguita immancabilmente dal fido pitbull.

- Sei tornato. –

Rico annuì, passandosi la mano dietro al collo con aria imbarazzata, - Possiamo uscire a parlare per un minuto? –

La ragazza annuì seguendolo e chiudendosi la porta alle spalle.

- Ti ascolto. –

- Ti devo una spiegazione per prima… vedi, io e Jack non abbiamo un gran rapporto e anche solo sentirlo nominare mi fa andare fuori di testa. Negli anni ha sempre cercato di farmi scontare tutte le sue colpe e ora, che mi ero ripromesso di non vederlo mai più, rieccolo che spunta fuori come se nulla fosse. Riesci ad immaginare cosa posso aver provato sentendo la notizia di Kathlyn? –

Veronica annuì pensierosa, - Sì, credo di poter capire ciò che stai dicendo. Avrei solo voluto che me l’avessi spiegato prima di andare via come una furia; mi hai fatto preoccupare. –

- Lo so, e mi dispiace, ma ho solo seguito l’istinto, non ho ragionato. Sono perdonato? –

Lo guardò, fingendosi meditabonda, - Non saprei, ci devo pensare. – scherzò, alzandosi in punta di piedi e avvicinando il viso al suo. Gli accarezzò il labbro inferiore con la punta dell’indice, mostrandogliela.

- Questo ha tutta l’aria di essere lucidalabbra… alla pesca direi. – aggiunse, annusando il dito con aria circospetta e puntando gli occhi nei suoi, in un chiaro sguardo accusatore.

Il ragazzo abbassò gli occhi, con aria colpevole, e si affrettò a spiegare la situazione.

- Lo è, ma lascia che ti spieghi… c’è un motivo se… -

- Certo, adesso mi dirai che non è come sembra e che quel lucidalabbra c’è finito per grazia divina sulla tua bocca. – lo interruppe con tagliente sarcasmo.

Rico accusò il colpo, sforzandosi di mantenere la calma e di non uscirsene con qualcuna delle sue repliche taglienti: non gli era mai piaciuto sentirsi sotto accusa.

- Quello è il lucidalabbra di Alice. –

- Lo dici come se questo spiegasse tutto e invece, indovina un po’, non spiega un bel niente! –

- Alice è una ragazza con cui… -

Veronica lo interruppe: - Lo so chi è, Fiamma mi ha detto tutto di lei quando ha detto che eri tornato a Corona, ma questo non spiega perché tu abbia sentito l’irrefrenabile impulso di baciarla. –

- Io non ho sentito l’irrefrenabile impulso di baciarla… eravamo abbracciati e lei mi ha colto alla sprovvista. – si difese indignato.

- Bene allora la prossima volta che sono triste o confusa correrò a farmi abbracciare da Duncan. –

- Che cosa?! –

- Certo, se tu abbracci Alice io posso abbracciare chi voglio, no? –

Al ragazzo sfuggì una risata incredula: - Te la stai sul serio prendendo perché ho abbracciato una mia amica? –

- No, me la sto prendendo perché hai abbracciato una tua ex e la ragazza in questione si è sentita in diritto di baciarti. –

- Ma non è stata colpa mia, io mi sono separato immediatamente. –

- Direi che quello era il minimo. – commentò freddamente.

Rico scosse la testa incredulo. Insomma, lui aveva respinto Alice… qual’era il problema?

- Ho bisogno di potermi fidare, devo sapere di poter contare su di te sempre e comunque. –

- Puoi farlo. –

- Questo lo dici tu, io non lo so. Non conosco gran parte della tua vita e forse con te mi sono esposta troppo in fretta. –

L’italiano scosse la testa energicamente: - No. Ehy, guardami negli occhi. Non devi pensare neanche per un attimo che tra noi non possa funzionare. –

- Perché dovrei darti retta? –

- Perché, dannazione, nessun’altra è mai riuscita a farmi perdere la testa in questo modo. –

Nel momento in cui terminò la frase si rese conto di ciò che aveva appena detto e, suo malgrado, si ritrovò ad arrossire leggermente. Quella fu la conferma che Veronica attendeva: l’unica cosa che avrebbe mai potuto confermarle la sincerità del ragazzo.

Lo baciò d’impulso, cingendogli il collo con le braccia esili e tirandolo in giù, verso di lei, facendogli perdere l’equilibrio. Rico si sbilanciò, cadendo a terra e portandola con sé. Scoppiarono a ridere nello stesso istante, stretti l’uno all’altra.

Il ragazzo si rialzò e le porse la mano per aiutarla a fare lo stesso: - Allora, merito una seconda occasione per dimostrarle che la sua fiducia è ben riposta, miss Mars? –

Veronica gli strinse la mano e si lasciò tirare su: - Ebbene si, signor Bellin. –

Un bacio sigillò la fine della discussione.

 

 

 

**********

 

 

- Ehy, bimba. –

Un paio di mani coprirono gli occhi blu di Kathlyn, che buttò la testa indietro e proruppe in una risatina miagolante. Avrebbe riconosciuto quella voce e quelle mani ovunque.

- Jj. – gli rivolse un sorriso da mille watt che lo spinse a sorridere a sua volta. Quella ragazzina era una vera bomba, non solo per quanto riguardava il suo aspetto ma anche per la vitalità che sprizzava. Kathlyn era nata per vivere la vita a mille e questo la rendeva incredibilmente simile a lui. Si chinò a baciarla, posandole una mano su un fianco, accarezzando la porzione di pelle che il top lasciava scoperta, e piazzandole l’altra sul sedere.

- Mi sei mancato, Jay. –

- Bè, ora sono qui, no? –

Già, ora era qui pensò Kaithlyn, alzandosi dai polverosi gradini del Camelot e lasciandosi condurre verso la camera che il ragazzo aveva preso in affitto. Si lasciò spingere dentro mentre le baciava il collo, chiudendo gli occhi e camminando a tentoni. Aveva appena raggiunto il letto che già si ritrovava senza vestiti addosso; con un sospiro si lasciò andare e si godette il momento: Jack era suo e di nessun’altra.

 

 

 

 

Spazio autrice:

Ta dan… ecco l’arrivo di Jack, qui sotto vi lascio la foto del fratello di Rico. Partendo dal presupposto che questo è un personaggio che non amo particolarmente, spero comunque che qualcuno/a di voi finisca con l’apprezzarlo perché, malgrado tutto, anche lui è un prodotto della mia mente quindi un parere positivo fa sempre piacere. Al prossimo capitolo.

Baci baci,

         Fiamma Erin Gaunt

 

 

 

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Capitolo 21
*** Cap 20 ***


Cap 20

 

 

- Telefono. – borbottò Eli, recuperando a tentoni il cellulare della ragazza e passandoglielo.

- Soy Fiamma. –

- Non dirmi che ti ho svegliata, hermana. –

Le ci vollero un paio di minuti prima di associare la voce ad una faccia… o meglio, quella faccia.

- Jack, che accidenti vuoi? –

Il ragazzo ridacchiò all’altro capo del cellulare.

- Come sei scontrosa, chiquita, sembra quasi di parlare con il nostro fratellino. –

- Piantala e dimmi quello che vuoi, non ho tempo da perdere con te, fratello. –

Pronunciò l’ultima parola come se fosse la cosa più simile ad un insulto che le potesse passare per la testa.

- Vorrei un caffè, se possibile. –

Fiamma aggrottò le sopracciglia, poi si alzò dal letto e si affacciò fuori dalla finestra: non poteva essere davvero così impudente.

E invece sì, eccolo lì, appoggiato al cofano della sua macchina: cellulare in mano, scintillanti occhiali da sole specchiati e sorrisetto strafottente al suo indirizzo.

- Invece di guardarmi dalla finestra, sarebbe carino se venissi ad aprirmi. –

Fece per ribattere che non le interessava affatto essere carina, tanto meno con lui, ma sapeva bene che non era ignorandolo che se lo sarebbe tolto dai piedi; tanto valeva dargli ciò di cui aveva bisogno e poi, magari, avrebbe avuto l’immenso piacere di vederlo svanire nuovamente e non sentire parlare di lui per i prossimi tre anni a venire.

- Vieni, andiamo ad accogliere il pequeño cabron. –

Eli ridacchiò, ma si astenne dal commentare: doveva dire che “piccolo stronzo” era esattamente la definizione che avrebbe accostato a Jack Bellin.

- Finalmente, pensavo mi volessi lasciar qua fuori a marcire. – scherzò, oltrepassandola e scoccandole un bacio su una guancia.

Fiamma lo fulminò con un’occhiataccia, ma lo ricevette senza replicare.

- Vieni in cucina, prenditi questo caffè e poi vattene… Rico arriverà a momenti. – annunciò, facendogli strada e adoperandosi intorno ai fornelli.

- Eli, ne è passato di tempo, ti trovo bene. – commentò Jack, sorridendo con aria amichevole al messicano e lasciandosi cadere sulla sedia accanto a lui.

- Sì, anche tu sei in forma, Jack. –

- E quindi voi due state insieme… chi l’avrebbe mai detto, pensavo che dopo Reaper avessi lasciato perdere i motociclisti. –

Fiamma sussultò lievemente, lasciando versare un po’ di caffè sul bordo del tavolo.

Dannatissimo stronzo.

- E tu, invece, continui a frequentare quei tossici di cui continui ad essere un considerevole esponente? –

Jack incassò il colpo con un sorrisetto sarcastico: - Credo di essermela cercata. Scusami, ma ho sempre l’impressione che tu sia dalla parte di Rico… tutti uniti contro quel bastardo del vostro fratello maggiore. –

- Questo significa che il cervello ti rende ancora in grado di ragionare, complimenti, non sei ancora una completa ameba. –

- Dimmi, Hilario, è sempre così acida o con me sta dando il meglio di sé? –

Weevil gli lanciò un’occhiata molto poco amichevole e replicò, scrollando le spalle, - Deve essere la tua faccia che scatena il lato più acido delle persone, in fin dei conti è sempre stato così, no Jack? –

L’italo americano annuì, sorseggiando lentamente la nera bevanda colombiana. Era forte e poco zuccherato, proprio come piaceva a lui.

- Anche questo è vero, ma devo confessare che piacere alla gente non è mai stato un mio grande desiderio. –

- Questo spiega perché a tutti noi viene così facile odiarti. – intervenne Rico, lasciando cadere il casco in un angolo e depositando le chiavi sul tavolo.

- Ah, quindi è odio, ed io che pensavo fosse solo fraterna rivalità. Sai, niño, queste tue parole mi feriscono nel profondo. –

Rico si esibì in un buffo suono a metà tra un verso disgustato ed uno sbuffo: - Risparmiati la recita, tanto non attacca; te lo chiederò una sola volta: che cazzo vuoi? –

- Ho saputo che domani mattina devi andare a prendere Campos, voglio entrare nell’affare. –

Rico sgranò gli occhi: lo zio ne aveva parlato anche con lui?

- Niente da fare, non lavoro con te. –

Jack annuì, pensieroso, - L’avevo detto che l’avresti detto. – poi compose velocemente un numero di telefono e gli passò il cellulare.

- Parla con lui, vedi che dice. –

Il ragazzo annuì, attendendo con irrequietezza che lo zio rispondesse alla chiamata. Rispose la voce profonda e vibrante di Roman, il suo guardaspalle.

- Soy Rico, tengo que hablar con mi tío. –

- Sòlo un segundo. –

Lo sentì percorrere la distanza che separava il ricevitore dal salone, dove sicuramente Carlos era intento a leggere il giornale e a sorseggiare il suo solito cocktail a base di caffè e sambuca.

- Que pasa, sobrino? –

- Dimmi che è uno scherzo, tìo. –

Carlos emise un profondo sospiro: evidentemente Jack gli aveva già raccontato tutto.

- Tu sei il mio nipote preferito, lo sai bene, ma anche Jack fa parte della famiglia... non posso abbandonarlo se mi chiede aiuto. –

Rico alzò gli occhi al cielo: non un’altra volta la paternale su quanto fosse importante l’unione della famiglia... non avrebbe potuto sopportare un’altra volta quella patetica solfa sulla fratellanza, l’onore e il rispetto.

- Yo sabe. –

- Cerca di controllarti, è solo per una giornata in fondo. – lo consolò, prima di chiudere la conversazione.

Quando Carlos Rivas si pronunciava il suo giudizio era sacro, potevi essere Dio sceso in terra, ma non avrebbe cambiato idea.

- Allora? –

- Va bene, ma mettiamo subito in chiaro le cose: domani dovrai fare finta di non esistere, sarà come se fossi da solo, poi ognuno per la sua strada. –

Jack annuì, in fin dei conti lui era lì per i soldi, non certo per riallacciare un rapporto con quell’insopportabile testa calda del suo fratellino.

- Mi sta bene. – finì il suo caffè e posò la tazzina nel lavello, - Grazie per il caffè; ci sentiamo per domani... e, hermano, fossi in te farei una telefonata ad Alice. –

Rico si spostò per bloccargli il passaggio alla soglia; nel corso di quei tre anni aveva messo su un fisico più imponente di quello di Jack che era anche dimagrito a causa della prolungata esposizione alla coca e all’altra merda di cui si faceva.

- Che intendi? –

Un sorriso incredulo si dipinse sul volto del maggiore dei Bellin: - Vuoi farmi credere che non ne sai nulla? –

- Falla finita di parlare per fottuti indovinelli, se sai qualcosa dilla. –

Di nuovo quel sorrisetto insopportabile. Dio, quanto avrebbe voluto cancellarglielo dalla faccia a suon di pugni.

- Non credo di essere la persona adatta ad annunciare un evento così importante... chiamala, fratello, e chiedile cosa non ha avuto il coraggio di confessarti ieri. –

Detto ciò s’intrufolò nello spazio tra lo stipite e la spalla di Rico e uscì di casa. Caos e scompiglio, per oggi il suo lavoro era stato fatto.

- A cosa pensi si stesse riferendo? – intervenne Fiamma, scrutando il fratello con aria preoccupata.

Rico scosse la testa, cercando a tentoni il cellulare che aveva infilato in una delle tasche del giubbotto di pelle.

- Lo scoprirà immediatamente. –

Compose in fretta il numero di telefono che ormai conosceva a memoria e attese che squillasse una mezza dozzina di volte; stava per riagganciare quando rispose la voce familiare di Marcos, il fratello di Alice.

- Que pasa? –

Dal tono si capiva benissimo che si era appena svegliato.

- Soy Rico, devo parlare con tua sorella. –

Marcos rimase in silenzio per un paio di secondi, - E così l’hai scoperto? –

Insomma, cosa diavolo doveva scoprire?!

- Jack mi ha accennato qualcosa sul fatto che avrei dovuto parlare con Alice di qualcosa che non aveva avuto il coraggio di dirmi, ma non so di cosa si tratti. –

Marcos rimase nuovamente in silenzio, questa volta per quasi un minuto, poi replicò: - Ok, ora te la passo, devi parlarne con lei. –

Rimase al telefono per quelle che gli parvero ore, mentre Alice gli raccontava con la voce rotta dall’emozione e dalla preoccupazione ciò che tanto l’angustiava.

Era un casino, un fottutissimo casino, e lui era coinvolto in primissima persona.

Riappese dopo averla rassicurata sulla sua intenzione di comportarsi come richiedeva la situazione e si lasciò cadere sulla sedia che fino a dieci minuti prima aveva occupato Jack; si passò una mano tra i capelli e sospirò.

- Dannazione, Rico, vuoi dirmi che succede? – esclamò Fiamma, preoccupata dalla reazione del fratello.

- Succede che Alice è incinta, ecco che succede. –

Eli si fece sfuggire un’imprecazione sottovoce mentre Fiamma sgranava gli occhi.

- Merda. – mormorò con sentimento.

- Già, è esattamente quello che mi rimbomba nella testa. –

- Che hai intenzione di fare? – indagò cautamente la sorella.

- Verrà qui a Neptunes e poi ci organizzeremo in qualche modo, la passo a prendere domani prima di tornare a casa. –

Entrambi i ragazzi tacquero, ma la domanda era nell’aria: come avrebbe affrontato l’argomento con Veronica?

- Andiamo a scuola, è tardi. – concluse, alzandosi e uscendo di casa. Fiamma ed Eli si scambiarono un’occhiata che valeva più di mille parole e lo seguirono.

 

********

 

 

- Ehy, buongiorno! – esclamò allegra Veronica, raggiungendo i ragazzi appena arrivati e alzandosi in punta di piedi per scoccare un bacio al suo fidanzato.

- É successo qualcosa? – aggiunse, notando la rigidità nel corpo dell’italiano e sorprendendosi dalla sua mancanza di reazione; di solito rispondeva in modo fin troppo passionale, al punto da metterla quasi in imbarazzo, e invece quella mattina sembrava un pezzo di marmo.

- É solo che domani non ci sarò a lezione. –

In fin dei conti non era una bugia, neanche tutta la verità certo ma era pur sempre meglio che mentire spudoratamente.

Veronica lo guardò aggrottando un sopracciglio con aria dubbiosa: - E stai così solo perchè salterai le lezioni? –

- No, in realtà non mi sento molto bene, è finito l’interrogatorio? – replicò, più bruscamente di quanto avesse voluto. La vide rabbuiarsi, segno che era stata ferita dalla sua scontrosità, e sentì una fitta al cuore; gli faceva male l’idea di ferirla ma in quel momento non vedeva altro modo che allontanarla da sè almeno finchè non avesse risolto la questione.

- Entriamo? – aggiunse, senza rivolgersi a nessuno in particolare. S’incamminarono in gruppo verso l’aula di storia e Veronica non potè fare a meno di notare che non l’aveva presa per mano nè le aveva passato il braccio intorno alle spalle o alla vita come era solito fare, si limitava a camminarle accanto e l’unico contatto tra di loro erano le braccia che si strusciavano di tanto in tanto.

Qualsiasi cosa fosse successa doveva trattarsi di qualcosa di serio, abbastanza da sconvolgerlo in quel modo. Si accomodò al suo solito posto, accanto a Fiamma, e le sussurrò all’orecchio, stando attenta a non farsi sentire dai motociclisti seduti a pochi posti di distanza: - Cosa succede a tuo fratello? –

Fiamma si mordicchiò il labbro con aria nervosa, poi si limitò a scrollare le spalle e a liquidare il tutto con un: - Sarà nervoso per via di Jack, questa mattina c’è venuto a trovare. –

Veronica annuì; la spiegazione aveva senso tutto sommato, ma allora perchè il suo istinto le gridava a gran voce di iniziare a preoccuparsi perchè qualcosa di grosso bolliva in pentola?

Il restò della mattinata passò più o meno come quelle prime ore di lezioni e Veronica osservò con attenzione il comportamento del suo ragazzo: stava seduto in disparte, non scherzava con Felix e gli altri e fumava con aria nervosa, persino la mano che reggeva la sigaretta aveva preso a tremargli dal nervosismo. Era successo qualcosa e lei voleva sapere cosa. Gli si avvicinò, sedendosi sulla sedia davanti a lui e fissandolo con aria risoluta, le braccia incrociate al petto: - Voglio sapere che ti prende, è tutta la mattina che ti comporti come se fosse morto qualcuno, che succede? –

Rico buttò fuori l’ultima boccata di fumo e spense la sigaretta con la suola dei suoi anfibi.

- D’accordo, tanto prima o poi dovrò dirtelo, ho combinato un casino. Hai presente Alice? –

Veronica storse il naso; sì, l’aveva presente eccome.

- Bè io e lei siamo stati insieme saltuariamente per parecchio tempo e ci siamo visti un paio di volte anche prima che tornassi a Neptunes. –

La Mars alzò una mano per fermarlo: - Aspetta, questo discorso terminerà con un: ti lascio? –

- Probabilmente sì, ma non sarò io a dirlo. –

- Non capisco. –

- Ora ci arrivo, questa mattina ho scoperto che Alice è incinta... e il bambino è mio. –

Veronica sgranò gli occhi, incredula: - Ok, se è uno scherzo non è divertente. –

- Magari lo fosse, da domani sera Alice verrà a stare da noi. Capisci che non posso ignorare il problema, vero? –

Annuì, lo capiva benissimo e in un certo senso era contenta del fatto che il suo giudizio su Rico non fosse sbagliato: era un bravo ragazzo malgrado l’aria da duro.

- Per questo mi hai trattato così tutto il giorno? –

L’italiano annuì: - Cercavo un modo per dirtelo, ma non trovavo le parole. –

- Ok, ho bisogno di tempo per pensarci, è... è complicato e non so cosa dire. –

- Certo, è stato un colpo per me, immagino che lo sia anche per te. Dannazione, la stai prendendo persino con più calma di quanta ne avrei io, prenditi tutto il tempo che ti serve. – replicò comprensivo.

Veronica annuì e gli voltò le spalle, disse a Fiamma di informare i professori che si era sentita male ed era tornata a casa e salì in macchina. Aveva bisogno di stare da sola e riflettere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Dopo secoli ecco il nuovo capitolo con la rivelazione scioccante: Alice è incinta di Rico! Cosa farà Veronica, continuerà a stare con lui o lo lascerà? Lo scoprirete solo andando avanti con i prossimi capitoli. Spero in una vostra recensioncina. Al prossimo capitolo.

Baci baci,

         Fiamma Erin Gaunt

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