Kill or be killed.

di someeonelikeu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** What seemed so strong has been and gone. ***
Capitolo 2: *** You know how the time flies only yesterday was the time of our lives. ***
Capitolo 3: *** What doesn't kill you makes you stronger. ***



Capitolo 1
*** What seemed so strong has been and gone. ***


“5 settembre 1823.”                                    
                                                                                            "What seemed so strong has been and gone"


Elizabeth come ogni mattina stava cavalcando nel grande prato del castello della famiglia Douglas.
“Dopo la morte di suo padre era rimasta sola a vivere in quel castello,esclusi i servitori.
Di quella misteriosa morte non si sapeva molto,si diceva che il signor Douglas fosse morto mentre cavalcava,un terribile incidente: il cavallo aveva visto un incendio nella prateria ed era impazzito,lasciando cadere il signor James Douglas,e in questo modo,battendo la testa e finendo tra i rovi,l’uomo sarebbe morto.
Eppure Elizabeth non ci credeva,si ricordava perfettamente quella mattinata di di undici anni fa;aveva appena sei anni ma l’immagine di suo padre steso a terra,sanguinante e pieno di tagli,non l’avrebbe mai dimenticata.
Non ci credeva alla storia raccontatagli dai servi o dai falsi amici del padre che al funerale  facevano finta di rattristirsi per il terribile accaduto.
Che poi a tutte queste cose la piccola Elizabeth di sei anni non ci pensava,non capiva neanche bene cosa stesse succedendo,solo crescendo era riuscita a capire e non si sarebbe data pace finchè non avrebbe scoperto la verità sulla morte di suo padre.”
Quella mattina Elizabeth si era spinta un po’ più avanti del solito,aveva deciso di superare  il famoso “cespuglio di rovi” e arrivare dietro il muro dell’ufficio di suo padre che undici anni fa era stato chiuso e mai piu’ aperto. 
Cavalcando però si era accorta di aver perso il piccolo ciondolo che portava al collo fin da quando era bambina,aveva rallentato e poi infine si era fermata vedendo qualcosa di luccicante tra le foglie atterra,era scesa da cavallo e rovistando tra le foglie s’era accorta di una strana rete che copriva un buco.
La cosa la incuriosì parecchio tanto che sollevò la rete e intravide un foglio ,sembrava un documento importante,sigillato,indirizzato a suo padre.
Alla vista del destinatario la ragazza ebbe un piccolo sussulto,aveva quasi paura ad aprire quel foglio e a leggere le parole scritte sopra.
Si tranquillizzò soltanto quando vide chi era il mittente: il signor Austen,vecchio amico di famiglia che Elizabeth considerava come uno zio. 
Prima di aprire la lettera sarebbe andata a parlarne con lui.
Si alzò da terra e si pulì leggermente i vestiti sporchi di terra,portò il cavallo alla scuderia e con un grazie congedò lo stalliere a cui aveva lasciato il cavallo.
Si sarebbe diretta a piedi verso l’abitazione del vecchio amico del padre,fortunatamente non distava molto dal palazzo dei Douglas e poi una passeggiata l’avrebbe fatta riflettere su cosa avrebbe fatto una volta letta quella lettera.
Tutti i pensieri di Elizabeth vennero interrotti alla vista di una piccola casa sul fondo del prato nel quale stava camminando.
Il signor Austen era sempre stato un tipo solitario,uno che preferiva starsene da solo tranquillo nella sua piccola casa,preferiva la quiete del piccolo paese rispetto al caos della grande Londra.
Stranamente la ragazza non dovette bussare,la porta era aperta,sembrava quasi scassinata;Elizabeth entrò un po’ titubante.
-"Signor Austen?"
Chiese mentre cominciava lentamente,piede dopo piede,ad entrare nella casa e a dirigersi verso il salotto dove l’uomo era solito stare a leggere davanti al camino.
-"Signor Austen?"
Elizabeth ripetè una seconda volta quella domanda e per una seconda volta non ebbe risposta.
Continuò a camminare fino ad arrivare al salotto.
Le si gelò il sangue nelle vene alla vista di quell’immagine,rimase paralizzata per qualche secondo prima di riuscir a riprendere i sensi e la consapevolezza di aver il signor Douglas,il suo cadavere,sotto i piedi.
Le girò la testa,improvvisamente rivide l’immagine del padre,i tagli erano uguali,chiuse gli occhi per un secondo,voleva scappare da lì e far finta di non aver visto nulla,dimenticarsi di tutto,ma non ci riusciva.
Aprì gli occhi e prese coscienza della situazione,era la seconda volta che le succedeva di vedere un’immagine così e questa volta la toccava di meno.
Una cosa era certa: Il signor Austen era stato assassinato.
In quel momento le vennero mille dubbi sulla morte di suo padre ma scacciò via dalla mente quei pensieri,non era la situazione giusta per riflettere,doveva soltanto trovare aiuto.
Uscì velocemente da quella casa senza riuscire a togliersi dalla mente l’immagine che aveva visto poco fa.
Fortunatamente affianco al signor Austen abitava Albert Payne con suo figlio.
Albert Payne  era un vecchio membro della servitù di Elizabeth e suo padre,conosceva lui e suo figlio Liam fin da quando era bambina,in effetti lei e il ragazzo avevano solo un anno di differenza,ma non erano andati ma particolarmente d’accordo.
In seguito,tre anni dopo la morte del signor. Douglas,Albert aveva lasciato il suo lavoro ed era andato a lavorare per il signor Austen. 
Elizabeth corse verso la casa dove Albert e Liam abitavano e bussò nervosamente sulla porta.
Nessuna risposta.
Sentiva delle voci provenire da dentro,c’era per forza qualcuno in casa.
Elizabeth continuò a bussare.
Si aprii la porta e vide una figura maschile a lei familiare sull’uscio della porta che la guardava sorpreso.
-"Elizabeth,cosa…"
Cercò di dire il ragazzo con tono tra lo sconvolto e il sorpreso.
-"Devi aiutarmi,Liam."
Lo interruppe lei con tono freddo e spaventato.

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Capitolo 2
*** You know how the time flies only yesterday was the time of our lives. ***


"5 settembre 1823."                        
    
                                                                             "You know how the time flies only yesterday was the time of our lives"



Lo sguardo di Elizabeth era spento,vuoto e spaventato,quello del ragazzo era solamente confuso.
Liam non riusciva a capire in che modo potesse aiutare la ragazza,l’aveva guardata,non era ferita o cose del genere.
Se Elizabeth non avesse cominciato a parlare,la sua mente maschile non sarebbe riuscita ad arrivare ad  una conclusione. 
-“Che succede?”
 Il suo tono era sorpreso e confuso, più guardava Elizabeth negli occhi,piu’ si spaventava.
La ragazza non rispondeva,guardava fisso davanti a lei e non rispondeva.
-“Elizabeth,che succede?”
Gli chiese nuovamente lui,questa volta alzando il tono della voce,il ragazzo era spaventato davvero,sapeva che non si trattava piu’ di uno di quegli stupidi scherzi che si facevano loro da bambini,riusciva a capirlo dallo sguardo terrorizzato della ragazza.
 Alle parole aveva aggiunto una piccola scossa prendendo la ragazza per entrambe le spalle in modo da svegliarla da quella condizione di “trans” in cui era finita.
- “Il signor Austen è morto”
Lo sguardo di Elizabeth era fermo su un punto fisso che neanche lei riusciva ad individuare,il verde dei suoi occhi era diventato opaco e triste e il suo corpo sembrava essersi paralizzato,eppure riusciva ad avere come immagine fissa nella mente il signor Austen,il suo corpo,steso a terra ,ferito e il sangue che ormai s’era seccato.
Alle sue parole non sentì una risposta del ragazzo,probabilmente anche lui era rimasto in una situazione di shock come la ragazza.
Elizabeth sposto’ momentaneamente lo sguardo da quel punto fisso per portarlo su Liam ma appena mosse le palpebre nella sua mente partirono varie immagini confuse,era un’alternanza del cadavere del padre e del cadavere del signor Austen.
La ragazza emise uno strano suono,uno di quelli di quando si esce da una situazione di shock o quando semplicemente si rimane incantati su un punto e poi qualcuno ti sveglia.
Portò il suo sguardo su dove credeva ci fosse Liam,non vide nessuno,nel silenzio della campagna sentii un rumore di passi,si girò di scatto e vide il ragazzo castano correre verso la casa del signor Austen.
Probabilmente lo shock davanti all’immagine che aspettava gli occhi del ragazzo sarebbe stato minore rispetto a quello di Elizabeth poiché Liam era già stato pre-avvisato , anche se non era un pre-avviso di quelli che si fanno ai bambini come “se giri l’angolo trovi i ladri”.
Inizialmente Elizabeth fu titubante,non sapeva se andare anche lei e sorreggere il ragazzo in caso di “svenimento” o altro,oppure lasciarlo da solo a guardare la raccapricciante immagine;
Elizabeth opto’ per la prima , probabilmente non era pronta a ri-vedere il cadavere del signor Austen e tutti i flashback e ricordi che le avrebbero portato , eppure aveva realizzato la cosa
– che non era certo facile da realizzare  come il fatto che fossero finite le caramelle-
e quindi sentiva  di dover  ri-vivere la situazione e star vicina all’amico.
Si diresse a passi molto lenti verso la casetta nella campagna che poi non distava chi sa quanto dal punto in cui era lei;il rumore che circondava quell’atmosfera era soltanto il fruscio del vento e il grano  che faceva muovere,sembrava un’atmosfera parecchio rilassata eppure era stato scoperto un orribile misfatto.
Elizabeth spostò con una mano la porticina di legno sfondata che emise uno scricchiolio  per avvicinarsi ad un Liam evidentemente sconvolto dall’immagine raccapricciante.
Lei gli si avvicino’ silenziosamente senza saper che dire,le venne spontaneo portare il suo braccio sinistro sulla spalla destra del ragazzo , che non ebbe nessuna reazione a quel gesto.
-“Ricorda il cadavere di mio padre” Elizabeth interruppe il silenzio.
Alla sua affermazione il ragazzo , ancora visibilmente sconvolto,si girò con aria interrogativa verso di lei.
-“Non ho mai creduto alla storia della caduta dal cavallo …”
continuò lei quasi dimenticandosi per un secondo di essere nella stessa stanza dove c’era un cadavere. 
-“Neanche io”
Sbottò il ragazzo.

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Capitolo 3
*** What doesn't kill you makes you stronger. ***


"8 settembre 1823"


                                                                                                                                                                                                   "What doesn't kill you makes you stronger."

L’odore d’erba bagnata entrò nella stanza di  Elizabeth e le addolcì il risveglio.
Quella sera aveva piovuto e , come solito della ragazza , aveva lasciato la finestra socchiusa per sentir meglio il rumore della pioggia ed addormentarsi con questo.
Al suo risveglio , Elizabeth potè notare con piacere che un raggio di sole entrava dalla finestra  , se il buon giorno si vede dal mattino , quella sarebbe dovuta essere una bella giornata.
Si alzò dal letto ricordandosi che quella mattina aveva invitato Liam  e i suoi quattro amici che gli erano venuti a far visita da un paesino un po’ fuori Londra e che erano al corrente di tutta la faccenda dell’assassinio , per aprire finalmente quella lettera che la ragazza aveva trovato durante  una passeggiata a cavallo , una lettera indirizzata  a suo padre.
Con tutto quello che era successo , i due ragazzi si erano quasi dimenticati di aver trovato quel curioso pezzo di carta che , probabilmente , avrebbe avuto diverse informazioni sul mistero dell’uccisione del signor Austen.
La ragazza prima di recarsi in bagno  per sciacquarsi il viso , lanciò un’occhiata alla lettera e la vide proprio dove l’aveva lasciata , il fatto di doverla aprire  rappresentava un enorme peso nella ragazza che doveva assolutamente toglersi.
Si recò in bagno e si buttò dell’acqua fredda sul viso per svegliarsi meglio.
Sentii bussare , dovevano essere i ragazzi , aveva avvisato la servitù che sarebbero andati a farle visita , non aveva specificato il motivo.
-“Entrate!”
Gridò dal bagno mentre si passava il  suo straccio di lino sulla faccia.
SI guardò allo specchio , prese un grande respiro ed uscì dal bagno con un falso sorrisino , giusto per non far vedere l’ansia e l’agitazione che aveva dentro.
-“Buongiorno.”
Liam ruppe il silenzio con un saluto cordiale che Elizabeth ricambiò ampliando il suo sorriso.
Il ragazzo si accorse che i suoi quattro amici non conoscevano Elizabeth e tanto meno lei , perciò li presentò uno ad uno: Niall , Louis , Harry e Zayn.
I quattro sorrisero ad Elizabeth e ognuno di loro poso delicatamente le labbra sulla mano destra della ragazza , in segno di rispetto e saluto.
Elizabeth sorrise a tutti cordialmente e poi si avviò verso il tavolo dove era poggiata la busta bianca, la prese e si voltò verso i ragazzi.
Prima di aprirla , guardò un’ultima volta tutti negli occhi , con un gesto secco aprì la lettera e la lesse tre volte.
-“Che c’è scritto?”
Louis , ruppe il silenzio.
-“Stanno arrivando , scappa.”
Elizabeth senza staccare gli occhi dalla lettera pronunciò quelle poche parole in tono freddo.
Alzò gli occhi dal foglio di carta e , nelle iridi dei ragazzi , intravide la stessa confusione che probabilmente traspariva dalle sue.  
-“Cosa significa?Chi stava arrivando?”
La voce di Liam cominciò a diventare agitata, sicuramente c’era qualcuno che aveva voluto uccidere il padre di Elizabeth , lo stesso che aveva ucciso il signor Austen.
-“Non lo so.”
Il tono freddo della ragazza cominciò lentamente a riscaldarsi , il peso della lettera era stato tolto , ora dentro di lei stava nascendo qualcos’altro.
Il mistero si infittiva; se qualcuno aveva ucciso suo padre , lei doveva scoprire il perché e chi fosse stato.
Il problema era capire in che modo ci sarebbe riuscita.

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