Il Sagittario.

di Peroniana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ritorno dello stregone. ***
Capitolo 2: *** Sogni e ricordi. ***
Capitolo 3: *** Un nuovo potere. ***
Capitolo 4: *** Rivelazioni. ***
Capitolo 5: *** Il Prigioniero. ***
Capitolo 6: *** Preludio ***
Capitolo 7: *** La danza degli sciamani. ***
Capitolo 8: *** Ospiti. ***
Capitolo 9: *** L'eternità. ***
Capitolo 10: *** Il Messaggero. ***
Capitolo 11: *** Verso Nord. ***
Capitolo 12: *** Le Spedizioni. ***



Capitolo 1
*** Il ritorno dello stregone. ***


Capitolo 1  –  Il ritorno dello stregone.

 

I deboli raggi di sole riuscivano a penetrare la tenda logora e pesante che copriva la piccola finestra della stanzetta. Rigirandosi nella propria brandina, Cloud tornava a torturarsi la mente con lo stesso pensiero ‘sono passati già dieci anni’; nel ripeterselo lo stava quasi sussurrando a sé stesso, ‘padre, fratello… non mi sembra ancora vero: dopo tutto questo tempo, finalmente vi rincontrerò’.

Ed ecco che i raggi di sole fecero il loro ingresso trionfale nella piccola baracca di legno: Sephiroth, maestro di Cloud, aprì completamente le tende costringendo il ragazzo a raggomitolarsi dal lato della poca ombra rimasta.

“Questo è davvero un giorno speciale, piccolo Cloud!” nonostante il ragazzo avesse compiuto i suoi diciotto anni, Sephiroth continuava a chiamarlo ‘piccolo’, ma Cloud quasi non ci faceva caso; continuava invece a lamentarsi per il brusco richiamo all’ordine.

“Smettila di fare il pelandrone! Ora che il tuo potere è stato intagliato, puoi metterlo al servizio del regno. Ma certamente a corte non avranno bisogno di scansafatiche, quindi datti una mossa e…torniamo a casa!” la particolare enfasi con cui il maestro pronunciò le ultime parole fecero tornare il sorriso sulle labbra di Cloud, “già…finalmente a casa…” disse felice tra sé.

 

Anche al regno di Nèalbahd, meta del viaggio dei due, sorge un nuovo giorno.

Al castello, nelle stanze della principessa, i due che vi avevano trascorso la notte erano in procinto di salutarsi.

“Ma come? Andate già via?” chiese malinconica e seducente la principessa ancora stesa a letto e vestita di lenzuola.

“E’ un giorno speciale , principessa!” disse il ragazzo rivestendosi euforico “mio fratello, Cloud torna a casa oggi.”

“Avete un fratello? Come mai non me ne ricordo?”

“Perché è da dieci anni che manca dal regno.” Si sedette sul letto accanto alla ragazza poi continuò orgoglioso “quando aveva otto anni abbiamo scoperto i suoi poteri…è uno stregone. Quindi, è dovuto partire in ritiro con Sephiroth ad imparare l’Arte e fare in modo che le sue doti magiche non siano un pericolo per la comunità…”

“si..si.. sono a conoscenza della prassi da attuare con gli stregoni.”

“bene! Questa sì che è un’ottima notizia: stavo cominciando ad annoiarmi a raccontarvi queste cose, mia principessa.”

“quante volte devo ripetervi che potete chiamarmi semplicemente Tifa?”

“quante volte volete!” sorrise il ragazzo “non dimentico il mio posto.”

“sembrate dimenticare ogni cosa quando siete a letto con me, invece…” disse lei con fare ammaliante.

“Questa è la dura legge dell’essere uomini, mia principessa.” Ribatté il ragazzo mentre si dirigeva alla porta della stanza.

“Capitano!” urlò la principessa per far fermare l’altro sul ciglio della porta “rendete omaggio a vostro fratello per il suo ritorno anche da parte mia.”

“Sarà fatto.” Fece per andarsene, ma poi si voltò di nuovo sorridendo beffardo “quante volte devo ripetervi che potete chiamarmi semplicemente Zack?”

Tifa cominciò a ridere mentre il soldato uscì dalla camera.

 

 

Alla spiaggia, la sorella minore della principessa Tifa, Yuffie, si allena col suo enorme shuriken. Lo lancia verso una scogliera che scende a picco sul mare, l’arma si trasforma in un vortice d’acqua che taglia perfettamente e senza difficoltà gran parte di essa causando grosse e spumose  onde.

“Ottimo lavoro, principessa! State diventando abile anche col potere della Lacrima, davvero notevole!”

“Il merito di ciò è solo vostro, Sir Angean. Senza di voi non sarei mai riuscita a controllare le doti magiche di quest’arma; ed ora che ho imparato a farlo….RIPULIRO’ IL MONDO DA TUTTI I DELINQUENTI E I MALFATTORI CHE LO POPOLANO!! PERCHE’ IO SONO POWAAAAAA!!!” (scena di delirio esaltante, Yuffie ha gli occhi a forma di stelle)

-.-‘  “be…bene! Almeno i propositi sono buoni!”

“AHAHAHAH!!! (continuazione della scena di delirio) Sìì!! E dovrò allenarmi ancora e ancora e ancora e ancora…”

“Ah…. Se mio figlio avesse almeno la metà della vostra disciplina…”

“Vi riferite forse a Zack? Bhè… E’ il capitano delle guardie di corte! Se non ha disciplina sarà di sicuro molto forte. Mmm…. Come dice sempre mia sorella? Ah! Fisicamente prestante!”

O.O Angean sembra turbato dall’affermazione della principessa.

“A proposito…se non sbaglio proprio ieri notte l’ho visto che si aggirava per i corridoi del castello. Chissà che ci faceva lì a quell’ora…”

Angean è imbarazzato e nervoso “forse….no…SICURAMENTE era lì di passaggio, visto che HA PASSATO LA NOTTE A CASA! Cioè…ha dormito a casa…con me…che sono suo padre!”

“Sì, naturale!”disse la ragazzina sorridendo teneramente “allora, riprendiamo i nostri allenamenti?”

Angean ringhia tra i denti “figlio di…..”  

 

 

Un uomo viene ‘prosciugato’ da alcuni insetti e ricade senza vita ancora più rinsecchito di uno zombie; per terra sono presenti altri corpi mutilati e le relative parti sparpagliate per il sentiero.

“Grazie! Grazie infinite!” gridava un vecchio e tondo mercante al suo salvatore.

“No…non dovete ringraziarmi.”

“Hai salvato la mia vita e la mia merce… dimmi un po’, giovanotto, qual è il tuo nome?”

“Mi chiamo Cloud, signore.”

“Cloud! Sono stati gli dei della Luce ad averti mandato qui! Voglio ricompensarti per avermi salvato da quest’orda di briganti.” E comincia a frugare nella propria carrozza.

“Non è necessario, davvero.”

L’uomo esce dal vagone intento a ripulire con uno strofinaccio lurido una piccola pietra magenta a forma di goccia, “ecco a te!” e gliela porge con un gesto teatrale.

“Questa, figliolo è un’autentica Lacrima!”

Cloud è molto sorpreso da questa dichiarazione “Avete davvero intenzione di regalarmela?”

“Ma certo: ho visto che sei uno stregone quindi solo tu puoi sapere come utilizzare questa rarità! Anche perché la gente comune non sa che farsene di una Lacrima che non è stata incastonata a nessuna arma! ”

-.- “ecco perché me la regala?”

“Grazie ancora, figliolo!” Dice mettendosi alla guida della carrozza   “che gli dei ti proteggano!” e se ne và.

Quando il mercante è lontano, Sephiroth si materializza al fianco di Cloud “complimenti, hai vinto il tuo primo incontro ed hai ricevuto il tuo primo premio. Sono davvero fiero di te!”

Cloud sorride e china la testa imbarazzato.

“Guarda qui.” Propone il maestro mentre si dirige verso un cumulo di cespugli e ne scosta magicamente i rami, “questo è il castello di Nèalbahd.”

Cloud ammira la vista del maniero dall’alto e ne rimane estasiato, non vede l’ora di tornare a casa e affrontare la vita che lo aspetta.

 

 

E’ pieno giorno, Angean è davanti casa sua, seduto su uno sgabellino di legno intento ad affilare la lama della propria spada, non appena vede il figlio che sta rincasando gli va in contro.

“Buon giorno, padre! Come hai passato la mattinata in compagnia della principessina?”

L’uomo incrocia le braccia e chiede con voce burbera “perché  invece non mi racconti come hai passato tu la notte in compagnia… ” e con un cenno della testa indicò la direzione del castello alla propria sinistra.

“Di nuovo con questa storia…”

“Guarda che dovrei essere io a dirlo! Non è onorevole da parte tua…”

“Oh! Padre e figlio che litigano fuori casa, ma che bel quadretto familiare!”

Angean e Zack si voltarono all’istante e subito furono enormemente felici nel rivedere Sephiroth e Cloud. Naturalmente, il padre fu profondamente meravigliato dalla crescita del figlio e, quasi commosso, si affrettò ad abbracciarlo poderosamente.

“Cloud, figliolo!”

“Padre…” anche il ragazzo tratteneva a stento le lacrime.

“Hey, hey! E per me niente abbraccio e piagnistei?” ed anche il fratello maggiore fu stretto dal giovane stregone “non sei cambiato di una virgola, Zack!” “nemmeno tu”, ironizzarono i due fratelli.

“Sephiroth, vecchio mio!”

“Sono felice di ritrovarti in salute, Angean.”

“Non ti ripagherò mai abbastanza per quello che hai fatto.”

“La tua amicizia è il compenso migliore che si possa ricevere.”

Finiti i convenevoli il ‘padre di famiglia’ invitò tutti ad entrare in casa ma Sephiroth declinò l’invito dicendo di dover passare al castello per informare il re dell’arrivo di Cloud e per prepararlo all’ingresso in corte.

“Un invito a cena però non puoi certo rifiutarlo.” Proferì Angean

“Ti dirò di più, amico mio, non ho la benché minima intenzione di farlo!”

“Ci farebbe estremamente piacere averti tra noi, Seph!” terminò allegro Zack.

“Ci sarò senz’altro. A più tardi!”

 

 

“Angean è stato aggiornato?” chiese preoccupata Yuffie.

Le rispose un giovane mago timido e chino “purtroppo non abbiamo fatto in tempo, principessa: il Capitano Generale è tornato a casa prima, quest’oggi.”

“Per il ritorno del figlio stregone.” Puntualizzò Tifa.

“Oh, è vero! Me ne aveva parlato. Che tonta!” e la principessina si colpì la testa con un pugno.

“Non c’è assolutamente tempo da perdere!” esordì deciso il re “dobbiamo organizzare una squadra speciale per la Seconda Cerimonia iniziatica degli sciamani, il rischio si sta facendo sempre più grande.” Dopo qualche secondo di silenzio, Tifa sembrava essere illuminata da un’idea, “è proprio necessario che gli sciamani liberino tutto quel potere? Infondo è solo una cerimonia e il Sagittario non è mai stato forte come in questi anni; forse si potrebbe fare qualcosa per limitare il pericolo in questo senso, Ezechiel?”

Titubante per non ferire i sentimenti della principessa, l’anziano sciamano rispose “non credo sia possibile, mia principessa: questa cerimonia serve agli sciamani per stabilire un contatto con le essenze della Terra, è uno dei tratti caratterizzanti dell’essere sciamano e, capirete che occorre liberare molto potere per fare ciò.”

“Allora aumenteremo la supervisione dei maghi e degli sciamani di corte, e sceglieremo dei soldati che sanno affrontare attacchi magici. Non so davvero che altro poter fare.” Ordinò il re che infine aggiunse “la riunione del Consiglio dei Maghi di Corte è conclusa.”

 

 

Quella sera, a casa del Capitano Generale, il banchetto era particolarmente ricco ed allegro. In quel momento, uno dei camerieri serviva l’ennesima portata, “sì…l’ho vista. Purtroppo solo di sfuggita, ma l’ho vista. Non ho potuto far a meno di notare quanto sia… cresciuta!” e una risata fragorosa accompagnò la frase di Sephiroth.

“Devi ammetterlo Seph, è vero o no che la principessa ha due bellissi…” Zack si interrompe dopo aver incrociato lo sguardo del padre “bellissimi occhi…castani!”

Cloud è molto divertito dalla scena.

“Mi sembra di capire che questo della principessa Tifa sia un argomento da evitare.” notò il maestro sorseggiando birra dal suo boccale.

Fulminea fu la risposta di Angean “se questo screanzato qui” ed indicò col pollice suo figlio Zack “non avesse l’abitudine di intrufolarsi spesso e volentieri nel letto della principessa…”

“Ahahahahaha!!!! Hai capito il piccolo Zack!”

“Andiamo, padre! Non sono di certo l’unico  a far visita alle stanze della principessa. E poi sei tu il cavaliere della famiglia!” disse il ragazzo soddisfatto di essersi scrollato di dosso ogni colpa.

“Cosa c’entra questo, ora!?”

Di fronte a questo ‘frastuono familiare’, Cloud si sentì riscaldare l’anima. Ripensò a quanto aveva perso in quei dieci anni di ritiro e si sentì un po’ escluso dal rumoroso quadretto. Nonostante tutto, sapeva di non essere stato dimenticato e, ora come non mai, sentirsi parte di quel posto, di quella gente era una sensazione meravigliosa di pacatezza ed entusiasmo che non aveva alcuna intenzione di dimenticare.

“Ah! Cloud!” fu richiamato alla realtà dal fratello maggiore “restando in tema, la principessa Tifa ti porge i suoi omaggi per il tuo ritorno!” fece Zack in modo scherzoso pur dicendo il vero, mentre lo stregone si imbarazzava per la notizia.

Si intromise esasperato Angean “Oh, no! Per favore! Anche Cloud no!” , inutile dire che seguì un clamoroso boato di risa.

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Capitolo 2
*** Sogni e ricordi. ***


Capitolo 2 – Sogni e ricordi.
 
 
“Non capisco il perché di tutta questa…preparazione!” protestò Cloud mentre il sarto gli prendeva le misure.
“E lo chiedi pure? Uno stregone dalla parte del regno è meglio di una grotta d’oro! Rilassati, fratellino, farai un figurone.” e con un pugno d’incoraggiamento alle spalle del ragazzo, Zack terminò il suo incitamento.
“Un ultimo ritocco, e sarà tutto pronto in meno di mezz’ora.” Esordì soddisfatto il vecchio sarto.
“Ottimo! La principessa Tifa ti mangerà con gli occhi!”
“Da quel che mi risulta, lei ha un debole per voi soldati.”
“Nah! Fidati, non è tipa da fare distinzioni…giusto Ferb?” e, assieme al sarto, cominciarono a ridacchiare sotto i baffi.
Cloud era un po’ infastidito dal modo con cui si parlava della principessa. Poteva anche essere che le sue stanze non fossero più un territorio incontaminato, ma restava pur sempre la principessa del regno.
“Suvvia Cloud, cos’è quel muso? Sembri nostro padre!”
Un colpo di tosse fece trasalire il ragazzo.
“Non credo sia educato far aspettare la famiglia reale.”
Zack riprese colore nel vedere che l’uomo di fronte a loro non era suo padre “fiu… Seph, mi hai fatto prendere un colpo!”
“Ahahah! Impara a guardarti sempre attorno prima di parlare male di qualcuno.” fece il maestro scherzoso.
“Queste sì che sono perle di saggezza!” se la rise Zack “vado a finire di prepararmi.”
Dopo che il ragazzo fu fuori dalla stanza, Sephiroth si avvicinò a Cloud “sono orgoglioso di te.” Il volto del novello stregone fu illuminato da un grande sorriso, ma alla successiva frase dell’uomo, la sua espressione mutò radicalmente.
“Dopo la Cerimonia non ci sarà tempo per salutarsi: odio gli addii. Ma per te, farò un’eccezione.”
Il giovane non ci aveva ancora pensato a quanto potesse essere dolorosa la separazione dal suo maestro, o forse non voleva farlo. Era pur sempre cresciuto insieme a lui, tutto ciò che sapeva lo doveva a quell’uomo, quell’uomo dal quale, dopo dieci anni, avrebbe dovuto separarsi.
“Sono sicuro che, in breve tempo, tutti si accorgeranno del tuo valore.” Cloud non poteva crederci: era forse commozione quella che rendeva la voce di Sephiroth così tremante? Dopotutto, dieci anni sono passati anche per il suo maestro; che si sia affezionato anche lui?
A questi pensieri, Cloud non riuscì a trovare altro sfogo se non abbracciare Sephiroth con gli occhi gonfi di lacrime d’affetto e gratitudine.
Fu un lungo e sincero abbraccio, e quando i due furono di nuovo uno di fronte all’altro si congedarono “addio, Cloud.” E lo stregone si dileguò.
“Addio…Sephiroth.” Il ragazzo rimase fermo per un po’ a guardare le tende dei grandi finestroni della stanza sollevate dal forte vento. Per una parte di sé che sentiva riconquistata col ritorno alla propria casa, ce n’era un’altra che lasciava in quella baracca nel bosco, dove aveva trascorso gran parte della propria vita. Non sapeva che un suo rincontro col maestro, era tra i più inevitabili.
Solo allora si accorse del vecchio sarto rimasto lì, alle spalle del ragazzo che piangeva a calde lacrime “per…perdonatemi! Sigh sigh…”, Cloud, per tutta risposta, gli sorrise teneramente.
 
 
Quando Cloud fu introdotto alla sala del trono, si ritrovò davanti la famiglia reale al completo: il re, la regina e le due rispettive figlie. Erano inoltre presenti tutti i Maghi di Corte (e si intende comprendere anche gli stregoni e gli sciamani, facilmente riconoscibili per il loro bastone d’argento), gli archivisti ed alcuni soldati posti lungo il percorso che partiva dalla porta della sala al trono in due file ordinate.
Arrivato al cospetto del re, Cloud riconobbe subito la principessa Tifa, dovette faticare non poco per trattenere un ghigno nel ripensare le battutine della sera precedente. Quando poi si inginocchiò, la Cerimonia poté avere inizio.
“Ezechiel!” chiamò il re a gran voce. E il vecchio sciamano fece un passo avanti, rompendo la formazione ordinata dei presenti; dopodiché, il re ordinò “procedete pure.”
Mentre l’anziano avanzava a passi lenti verso lo stregone, il rumore dei corallini e delle piccole pietre legate al bastone riecheggiavano nella grande sala.
“Alzati pure in piedi, figliolo.” attese che il ragazzo si mettesse diritto davanti a lui per poi posare il bastone in modo che la Lacrima posta alla sua estremità si trovasse esattamente di fronte agli occhi del giovane. Questa cominciò a brillare e creò un debole vortice di vento che circondò i due. Ritornato tutto alla normalità, lo sciamano proferì rivolgendosi al trono “vostra maestà, questo ragazzo ha un cuore puro ed un immenso potere. Il grande Sephiroth ha fatto davvero un ottimo lavoro. Ritengo che possa cominciare a lavorare a corte fin da subito… tra l’altro è anche di bell’aspetto!” disse divertito. L’espressione fortemente turbata di Cloud suscitò un debole riso tra i regali.
“Bene! E sia! In tempi difficili come questi, abbiamo  davvero bisogno di elementi validi nella nostra corte.”
“E’ un grande onore per me potervi servire, maestà.” Si preoccupò di dichiarare Cloud inchinandosi.
 
 
“’Ed è anche di bell’aspetto.’Ahahahahah!!! avresti dovuto vedere la faccia che ha fatto!”
Cloud era davvero divertito dalla smorfie e dagli sfottò del fratello maggiore.
“Che tipo quell’Ezechiel!” rise il padre mentre un servo gli versava altra birra nel boccale.
C:“Il potere degli sciamani è davvero interessante, mi piacerebbe saperne qualcosa in più.”
”Non c’è un granché da sapere: sono una setta, parlano coi morti, con gli animali e usano una Lacrima dell’Aria…ecco! Non c’è nulla di più da sapere!” disse Zack un po’ alticcio durante la cena.
A:“E invece fareste bene ad informarvi, visto che avremmo presto a che fare con dei novelli sciamani.”
I due ragazzi rimasero senza parole e con il volto intagliato di perplessità.
A:”ah… a breve ci sarà la Seconda Cerimonia degli Iniziati, durante la quale, questi aspiranti sciamani dovranno liberare una grande Energia Mistica…”
Z:”uau! Vecchio mio! Quando dici queste cose sei davvero POWAA!!”
Angeal gli molla un pugno in testa per farlo zittire e Cloud resta di sasso.
C:”e…come mai dovrebbe interessarci, padre?”
A:”si tratta del Sagittario. Quasi sicuramente sarà richiamato a causa del troppo potere liberato, il pericolo è davvero enorme ed è per questo che dovremmo soprassedere la Cerimonia.”
Z:”la questione sembra seria…”
A:”i membri dell’ordine dei Maghi di corte sono stati convocati quasi tutti ma, la lista ufficiale sarà resa pubblica domani, quando sarà emanato l’ordine; idem per i soldati.”
Z:”bene!! Questa sì che è un’ottima occasione per…”
C:”chi è il Sagittario?”
La domanda lasciò di stucco gli altri commensali.
Z:davvero non sai nulla sul Sagittario?
Cloud fece cenno di no.
A:”bhè…è strano…pensavo che Sephiroth…comunque sia! Saprai sicuramente della lotta tra gli dei…” attese sperando che il ragazzo continuasse la frase.
C:”ma certo!” si sentì in dovere di continuare per rassicurare tutti sulle sue conoscenze “ad un semplice essere umano fu concesso di cambiare le sorti del mondo, tornando indietro nel tempo. Non tutti gli dei furono però d’accordo…e quindi cominciarono a farsi la guerra a vicenda.”
A:”esattamente! Per fortuna questo gruppo di disertori, detto i Caduti, fu sconfitto e per punizione ognuno di essi non solo fu condannato all’esilio sulla Terra, ma la loro persona fu divisa in due entità separate, per dimezzarne il potere.”
C:”furono divisi in due?”
A:”esatto!”
Z:”il re e la regina del regno di Wathag, all’estremo sud, prima erano un unico dio ed ora sono due regnanti saggi ed immortali.”
A:”se il dio  è pentito delle sue malefatte, gli vengono concessi diversi vantaggi, come l’immortalità…”
Z:”o il fatto di aver ritrovato la ‘sua metà’.”
C:”e in tutto questo, il Sagittario che c’entra?”
A:”lui, è alla disperata ricerca dell’altra ‘metà’ ed ha ancora tutta l’intenzione di sovrastare gli altri dei…come sia sopravvissuto per più di un secolo senza l’immortalità è un bel mistero…”
C:”e dopo tutti questi anni, solo ora è diventato così pericoloso?”
A:”il suo potere ha cominciato a minacciare la pace di molti regni circa quarant’anni fa. Ha fatto ingresso nel nostro da molto meno. Non siamo ancora riusciti a capire il perché e il percome di tutta questa faccenda.”
C:”mmm….ora capisco tutto quest’allarmismo: ci sono troppe cose che non si conoscono.”
Z:”finalmente qualche scontro interessante!”
C:” Questo Sagittario avrà sicuramente un potere al di sopra delle nostre possibilità.”
Z:”andiamo! Infondo non ha ancora trovato l’altro.”
A:”ma potrebbe.” Le parole di Angeal tuonarono nell’aria, era però evidente che l’uomo fosse preoccupato invece che adirato.
Fece un lungo respiro, come per riordinarsi le idee, “devo…mostrarvi qualcosa.” Si alzò solenne dalla lunga tavola e si diresse fuori dalla sala da pranzo. I due ragazzi si lanciarono uno sguardo di esitazione, ma poi lo seguirono a ruota.
Arrivarono tutti nello studio di Angeal, l’uomo rovistò tra le sue cose più preziose finché non tirò fuori un cofanetto blu sottile e ovale “figli miei, ora che…finalmente ci siamo riuniti tutti posso liberarmi di un po’ di cose…”
Ai due faceva davvero uno strano effetto sentir parlare il proprio padre in quel modo…sembrava l’inizio di una celebrazione solenne.
A:“Cloud, voglio donarti questa” e, aprendo il cofanetto, mostrò al giovane una collana; era fatta di corallo ed aveva un certo spessore, al centro vi era uno spazio vuoto dal perimetro triangolare, lì probabilmente, doveva esserci inserita una pietra preziosa.
Angeal, rendendosi conto che al figlio quel gioiello non era affatto familiare cominciò a raccontare “inizialmente, in questa collana era incastonata una Lacrima; poi, vostra madre la tolse per donarmela e fu sostituita da una normalissima pietra d’ambra.”
C:”nostra madre…” pronunciò Cloud in un sospiro nostalgico.
A:”se fossi rimasto in buoni rapporti con la sua famiglia, probabilmente ora saprei su quale tomba poterla piangere, ma non fu così. Questa collana è l’unica cosa che mi è stata concessa e tu eri solito giocarci di nascosto quando eri molto piccolo. ” rivelò a Cloud “sei stato tu a romperla.” disse senza un’ombra di rimprovero mentre gliela porse.
Z:”hahhaa! Bimbo cattivo!” ironizzò, mentre Cloud ammirava il suo dono.
A:”mi arrabbiai molto con te quel giorno. Ma poi, pensai che tua madre non ti avrebbe rimproverato…”
Ci fu un secondo di silenzio in cui Angeal si rese conto di quanto Cloud bramasse sapere più cose possibili sul conto di sua madre; ma i ricordi, a volte, sono più dolorosi di una ferita che si riapre, e per questo, tacque.
A:”voglio che sia tu a custodirla.” Pronunciò infine.
Cloud sembrava essere tornato bambino “grazie!” il suo sorriso contagiò anche Zack che diede una pacca sulla spalla al fratello.
A:”Zack, c’è qualcosa anche per te.”
Detto questo, aprì due piccole ante poste al disotto della libreria e ne estrasse un oggetto molto grande e pesante, quando lo mise sulla scrivania, davanti a lui il tonfo fu sonoro.
Z:”Questa sera vuoi davvero sorprenderci, eh?”
A:”Sei tu a sorprendermi, figliolo. Davvero non hai ancora capito di cosa si tratta?” chiese mentre svelava l’oggetto dal suo involucro di stoffa.
Z:”E’ lei?” gli occhi del ragazzo si spalancarono “è…davvero?...” e quando anche l’ultimo lembo di tessuto fu scostato via il suo urlo di gioia scoppiò all’istante “LA BUSTER SWORD!!!” non riusciva ad avvicinarsi all’oggetto, per lui quell’arma era sacra. Quando Zack era piccolo passava ore ed ore a fissarla immaginando come sarebbe stato impugnarla, un giorno, per compiere le sue incredibili gesta da Cavaliere Errante. La usava anche come ‘unità di misura’ della propria altezza e se ne andava in giro gridando ‘sono alto quasi quanto la Buster Sword!!’; se non ci fosse stato il rischio di essere vivisezionato durante la notte, ci avrebbe dormito come fanno i bambini, di solito, con un orsacchiotto di pezza!
Ora era lì, davanti a lui “lo sai, potrei non credere a quello che stai per dire, padre.”
A:”ahahahahah! E io te lo dico lo stesso: prendila, è tua!”e, sorreggendola con entrambe le mani, gliela porse.
Per Zack quel momento significava molto, impugnò la spada con fare solenne: aveva tra le mani una leggenda!
Z:”Non riesco ancora a crederci!”
A:”Ho realizzato i miei sogni impugnando quest’arma; e, quando avevo bisogno di guardarmi indietro, per capire quale percorso intraprendere, rispolveravo la collana di Eve, era come se sentissi la sua voce…come se mi guidasse. Ma ora, siete voi ad avere bisogno di questi cimeli. Vi sono stati donati sogni e ricordi; senza di essi una vita non può dirsi tale.”
C:”Abbracceremo i nostri sogni.”
Z:”E proteggeremo il nostro onore!”
Angeal fissò il suo primogenito alzando un sopraciglio, dubbioso.
Z:”IN BATTAGLIA! Naturalmente, in battaglia!”
Ci fu una risata generale, quella serata fu davvero magica!
 
La notte, nella locanda della zona, l’oste si era sporto molto oltre il bancone per poter ammirare l’arma del suo miglior cliente “caspita, Zack! E’ davvero una signora, questa!”.
Zack era spaparanzato su di una sedia, da un lato aveva il tavolino sulla quale appoggiava il gomito e dall’altro aveva il muro dove vi era invece appoggiata la sua preziosissima Buster Sword; “puoi dirlo forte, vecchio mio!” era visibilmente brillo.
Al suo stesso tavolo uno dei suoi compagni (anche lui brillo) chiese sguaiatamente “come mai la principessa non si è fatta ancora viva?” qualcun altro rispose “vedi che sta per arrivare.” “nah! Oramai è troppo tardi…” concluse Zack.
Una giovane formosa e arrossata dall’alcool si sedette sulle gambe di Zack “è un vero peccato che stasera non possa vedere la vostra spada, capitano!” tutti risero fragorosamente per il doppio senso della frase.
Il barista non si lasciò sfuggire l’occasione di amplificare le risa dell’allegra compagnia “guarda Jane, che la principessa conosce molto bene LA SPADA del capitano!”
“State certo che non vi farò sentire troppo la sua mancanza…” disse la ragazza all’orecchio di Zack cominciando ad accarezzarlo e baciarlo mentre lui rispose “perdonatemi, la mancanza… di chi?”, a questa frase seguì l’ennesimo boato di risa.
 
 
 
Nello stesso momento, in un altro vico del villaggio, Cloud camminava tranquillo finché un mendicante incappucciato lo urtò casualmente “vi domando scusa!” .
“Cloud? Siete voi?”chiese il mendicante sottovoce.
“Ci…conosciamo?”
In quel momento, il mendicante si tolse il cappuccio facendosi riconoscere, a Cloud stava per venire un infarto “PRINCIP…” ma Tifa gli mise subito una mano alla bocca per impedirgli di parlare.
“Shhh! Sono qui in incognito.”
“E’ per questo che siete vestita così?”
“ahahah! Sì… lo faccio spesso.”
“Cosa??” chiese il ragazzo imbarazzatissimo.
“Uscire di nascosto…” rispose lei non troppo innocentemente.
“Ah…capisco. Bene, allora…”
“Andate anche voi alla locanda?”
o.o “No, veramente io…andavo da tutt’altra parte… Tornavo a casa.”
La ragazza mise un indice di fronte al naso di lui.
“No no, Cloud. Non sarò una strega, ma sono una donna: non potete mentirmi.”
“E’ che…vedete…ehm…è…”
“Portatemi con voi.”
O.O “COSA?”
“Ho detto ‘portatemi con voi’ in qualsiasi posto vi stavate dirigendo.”
“Ma…ma…è…un posto noioso! Cioè…non c’è nessuno. Bhè…a parte me…cioè noi…insomma…”
“Voglio andarci.” Gli occhioni dolci della ragazza riuscirono a mettere in cammino il timido Cloud.
I due arrivarono su di un piccolo promontorio fuori dalle mura del castello, ma non troppo lontano. Quando furono giunti lì e si sedettero, Tifa non poté far a meno di ammirare la bellezza del paesaggio.
“Quando ero piccolo, venivo qui tutte le notti.” E anche il ragazzo si perdeva con lo sguardo all’orizzonte.
“La vostra collana.” Disse lei riportando Cloud alla realtà.
“Come dite?”
“La vostra collana è rotta.”
“Ah…sì…l’ho rotta quando ero piccolo…cioè…sì, sempre quando ero piccolo.”
“Che peccato, è molto bella.”
“Apparteneva a mia madre.” Cloud sorrideva guardando nel vuoto e cominciò a parlare vorticosamente “E’una cosa meravigliosa: mio padre ha deciso di donarla a me, proprio questa sera! Capisci cosa  significa? E’ come se avesse compreso la mia sofferenza di non ricordare nulla di mia madre.” La principessa assunse un‘ espressione stralunata come se si fosse detto qualcosa di estremamente oltraggioso.
“Qualcosa non và?”
“N..no..no!” sorrise lei “dai continua. La cosa ti ha fatto molto piacere, giusto?”
“E certo! Sono tornato dopo dieci anni! Pensavo di avere molto da riguadagnare e invece è stato come se non fossi mai andato via! E questo dono ne è la prova.” E fissò lo spazio triangolare rimasto vuoto.
“Sai, qui prima c’era una Lacrima.”disse il ragazzo continuando a fissarsi la collana, poi fu illuminato da un’idea e se la sfilò porgendola a Tifa “ti dispiace tenermela un attimo?” fece cenno di no e la prese, intanto Cloud rovistava nelle proprie tasche “Eccola! Guarda, Tifa! Questa è un’autentica Lacrima.”
“Davvero?”
“Sì, me l’ha regalata un mercante che ho aiutato qualche giorno fa.” E provò a sovrapporla allo spazio vuoto della collana. “dici che è della stessa misura?”
“Certo!”esclamò felice la ragazza “il gioielliere di corte può incastonartela in un attimo!”
Cloud in quel momento sbiancò nel focalizzare il suo errore “Oh…dei..Per…perdonatemi, mia principessa!” disse abbassando il viso pieno di vergogna “vi sto parlando come foste mia sorella! Sono un idio…” “no! No, Cloud! Per favore continua! Continua a parlarmi così, ti prego!” fece la principessa come se stesse chiedendo una grazia agli dei.
“Sono anni che frequento in segreto una squallida locanda per essere trattata…non da principessa. Ma nessuno l’ha mai fatto in questo modo. ”
“Nessuno è così stupido…”
“Ti prego Cloud, non rovinare tutto; promettimi che continuerai a parlarmi da….fratello, in maniera semplice e sincera, esattamente come questa notte!”
“Ma passerei per un…”
“Allora quando resteremo soli!”
Il ragazzo non aveva più niente da obbiettare. Il pensiero di rimanere di nuovo solo con Tifa lo terrorizzava piacevolmente, di sicuro non si sarebbe mai aspettato una richiesta simile, ma ne era così intenerito che anche se non avesse dovuto, avrebbe accettato lo stesso.
“Promettimelo.”
“Promesso, mia prin…ehm… Tifa.”
Si scambiarono un dolce sorriso, un sorriso che li avrebbe legati più di quanto loro stessi compresero quella notte.
 
 
 
 
 
****ANGOLO DELL’AUTRICE****
Ehm…ehm…bhè…inizialmente volevo evitare “l’angolo dell’autrice”, però, vagando per internet, ho trovato delle cosucce che potrebbero aiutarci di più ad immaginare i nostri beniamini in un contesto fantasy. Per esempio, l’abito che è stato confezionato per Cloud all’inizio del capitolo, lo immagino più o meno così ->
http://www.medievallegend.it/sito_1_g000479.jpg
(forse ora saranno più comprensibili le “proteste” di Cloud! XD )
ed ecco il suo mantello -> http://www.medievallegend.it/sito_1_g000596.jpg
(secondo me starebbe benissimo!! *_*)
Gli spallacci di Zack, li preferirei così -> http://armstreetitaly.com/negozio/armature/spallacci-medievali-occidentali
Ed in fine, Tifa! Credo che, con quest’abito, sarebbe meravigliosa -> http://armstreetitaly.com/negozio/abiti/abito-medievale-dama-fraca-con-tunica-e-vestito
Nei prossimi capitoli “medievalizzerò” gli altri personaggi! XD
Kisses!! :**  

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Capitolo 3
*** Un nuovo potere. ***


Capitolo 3 – Un nuovo potere.
 
Era mezzogiorno, Zack si allenava al campo di addestramento con la sua nuova arma. Era affaticato, probabilmente si trovava lì da molto, si era tolto la camicia ed era concentratissimo, chi lo conosceva avrebbe pensato che quella fosse un’altra persona.
*__* “Oh Dei! E così è questa la Buster Sword! Che meraviglia!”
Il ragazzo si fermò e, col fiatone, disse soddisfatto “sono contento che vi piaccia, principessa Yuffie.”
“Stai scherzando? E’ una leggenda! So che Sir Angeal la impugnava quando era nella Compagnia di mio zio.”
“Assolutamente sì, il più grande tra i Cavalieri Erranti: Genesis…”, l’espressione sognante che assunse il ragazzo nel nominarlo, contagiò anche la giovane che continuò “già… il potente stregone Sephiroth ed il grande guerriero Angeal… quale miglior compagnia per un Cavaliere Errante del calibro di Genesis?” ed entrambi si  persero nel sogno dei bei tempi andati.
“E…voi come mai da queste parti, principessa?”
“Uh! E’ vero! Ero venuta a dirti qualcosa….ma cosa?”
Zack era sempre divertito dalla ‘tontaggine’ della principessina “ahahah!! Forse siete venuta a dirmi che sono stato scelto per soprassedere la Cerimonia degli sciamani? Lo sapevo già! XD”
“Oh…no…non era per questo.”
“Per dirmi che è stato scelto anche Cloud?”
“No no! Non c’entra niente questa faccenda.”
“Allora è perché mio padre vuole parlarmi.”
Il volto della ragazza si illuminò “esatto! Ma lo sai che, quando fai così, sei davvero POWA! *_*”
 
 
Nell’ala del castello riservata ai Maghi di corte, Angeal e Cloud attendevano l’arrivo di Zack.
A:“Ce ne hai messo di tempo.”
Z:”Perdonatemi, ragazzi! La principessina non riusciva a ricordare il messaggio.”
Cloud rise debolmente ma subito Angeal prese la parola “immagino che voi sappiate già di essere stati scelti per la faccenda della Cerimonia.”
I ragazzi fecero cenno di sì.
“Bene. C’è qualcosa che non vi ho detto ieri sera. Zack, impugna la tua arma.”
Il ragazzo rimase pietrificato per qualche secondo, il ricordare che la Buster Sword ora era ‘la sua arma’ gli faceva ancora uno strano effetto; ma poi fece come gli era stato chiesto.
L’uomo indicò i due fori sulla lama della spada “ la Buster Sword, in realtà è un’arma di Lacrima, ed era incastonata proprio qui.”
“Si tratta della Lacrima che ti donò nostra madre?”
“Esattamente! La nascosi in un posto, dopo che lei ci lasciò.”e spiegò una mappa molto vecchia ed ingiallita. “ho fatto controllare la mappa e…ironia della sorte mi hanno spiegato che in quel punto è sorto un cimitero diversi anni fa.”
Intervenne Zack “questo sì che è un bel problema.”
A:”Hai bisogno di quella Lacrima per combattere il Sagittario, intesi? Se non riesci a recuperarla, puoi scordarti la missione della Cerimonia.”
“Ma… Come sarebbe a dire,‘te la puoi scordare’? Sono già stato scelto per questa missione, non puoi…”
“E invece sì, Zack. Non ti ritengo ancora pronto per affrontare forze di quel genere, non è una normale battaglia.”
Zack si sentì ferito e preso in giro, tacque mordendosi il labbro.
“Recupererò quella Lacrima.” Fece iracondo.
“Non abbiamo nessuna ‘anima in pena’ da visitare in quel cimitero: lo sciamano posto lì di guardia, non ti farà entrare in nessun modo.”
“Lo costringerò a farlo!”
“Non conosci le arti magiche per poterlo vincere.”
“Partirò con lui.” Esordì Cloud, che fino ad ora era stato in silenzio “Posso capire le tue questioni d’orgoglio…però, ti prego, lascia che ti accompagni.” fece rivolgendosi a Zack.
Quest’ultimo, per tutta risposta, girò i tacchi e se ne andò.
 
 
Di nuovo al campo di addestramento, Zack si allenava con foga e violenza. Questa volta fu suo fratello a interromperlo.
“Zack.” Ma il ragazzo non sembrava ascoltarlo.
“Zack! Ascoltami!”
“COSA VUOI?” urlò lui adirato.
Inizialmente Cloud sobbalzò, ma poi, ritrovata la calma, rispose al fratello maggiore “aiutarti.”
“Ma vai al diavolo!” e continuava ad allenarsi.
“Ascoltami, il fatto di non avere abilità magiche…” ogni tanto doveva interrompersi per schivare i fendenti del fratello “…non vuol dire che tu non sia il miglior guerriero mai esistito. Dico davvero! Lo penso sul serio!”
“Non me ne importa di quello che pensate tu, nostro padre o il resto del mondo. Fottetevi tutti! Prima mi date ‘sogni e speranze’,”disse ironicamente “e poi mi mandate a fanculo, come se fosse la cosa più ovvia!”
Cloud, a queste parole non sapeva come rispondere.
“Zack, quando…quando eravamo piccoli, tu mi difendevi sempre, ti ricordi? E…anche quando scoprimmo i miei poteri decidemmo di non dirlo a nessuno, per non separarci e continuare a…’compiere le nostre incredibili gesta’…”
Quando i ricordi cominciarono a fluire nella testa dei due, entrambi si abbandonarono ad un dolce sorriso di nostalgia.
“Ora voglio essere io ad aiutare te, Zack. Voglio farlo… in memoria di quei momenti, in nome dei nostri sogni e no di chissà cos’altro. Ora posso! Capisci?”
I due rimasero a guardarsi con i loro pensieri e i mille ricordi che affollavano le loro menti.
“Una volta ottenuta la Lacrima, sarai più forte di tutti gli sciamani della Cerimonia messi insieme!”
“ahah! E non degli stregoni?”
“No, mi dispiace, degli stregoni mai!”
Risero di gusto, felici di essersi ritrovati.
 
 
“Starai via per molto, Cloud?” fece Tifa mentre porgeva una lente al ragazzo.
Questo era intento a montare la lente in uno stranissimo cannocchiale “Assolutamente no: Necropoli non è tanto lontana. E poi ci sono dei preparativi da fare.”
Diverse candele illuminavano la stanza quadrata e piena di cianfrusaglie dove si trovavano i due. Non c’era da sorprendersi che fossero soli, a quell’ora della sera la maggior parte delle persone che lavorano al castello hanno già raggiunto le loro case…o la loro locanda di fiducia.
“Ottimo, tra tre giorni pioverà.” Lo stregone era ironico.
“Sarete già di ritorno per allora?”
“Per allora saremo appena arrivati a destinazione.”
“ahahaha! E lo hai capito guardando le stelle?”
L’ammirazione con cui la principessa gli aveva posto la domanda lo aveva fatto arrossire leggermente.
 “Bhè..sì ma.. non è una cosa molto difficile, sai?”
 “Allora potresti insegnarlo anche a me, qualche volta.”
“Ma certo. Qualche…qualche altra volta, magari perché…ora devo proprio andare.”
“Capisco.” Sospirò lei “domani ti aspetta un lungo viaggio.”
“Esatto! Mi fa piacere che tu…” un improvviso bacio sulla guancia da parte della ragazza lo fece zittire.
“Allora, ti auguro buona fortuna.” E col suo solito savoir faire si ritirò nelle proprie stanze.
 
 
“Merda! Questa mappa è proprio vecchia, avremmo dovuto prenderne una nuova…” mentre Zack bofonchiava lungo il sentiero, Cloud aveva la testa altrove…probabilmente al castello, per quello che era accaduto qualche sera prima! “è cambiato proprio tutto! Guarda qui, Cloud!” ma lo stregone non gli dava retta “Cloud. CLOUD!” e con un pugno in testa riuscì ad ottenere la sua attenzione.
“Ahi! Zack! Ma che vuoi?!”
“Sapere dove hai la testa, per esempio.”
“Avrò dormito poco.”
“Hai dormito male! Se fossi uscito con me, ti saresti rilassato e non avresti avuto di questi problemi! Anche quando siamo a casa, ogni volta che ti invito…”
“Te l’ho già detto: non ci voglio venire alla locanda.”
“Andiamo! Ti divertiresti un sacco, tutte le ragazze mi chiedono sempre di te e io devo sempre stare lì a scusarmi della tua assenza.”
“Ho sempre da fare.”
“Cosa ti trattiene al castello fino a quel….aspetta un attimo! Te la intendi con Tifa?”
O.O “COSA??? Ma che…..??? Ma no!!”
“E invece sì: è da quando sei in città che non si fa più vedere. Eddai! Con me puoi parlare!” e circondò con un braccio le spalle del fratello.
“Zack, non è quello che pensi!”
“Dah! Quanto sei noioso…” e mise il broncio. Ci fu qualche secondo di silenzio “Però vi vedete, vero?” Cloud sbuffò sonoramente.
In quell’istante, una freccia infuocata affondò nel terreno ai piedi dei due viandanti e furono circondati da un cerchio di fuoco.
“MERDA!” il guerriero impugnò la sua spada ma le fiamme si strinsero intorno a loro, intervenne Cloud che riuscì a ‘comprimere’ tutte le fiamme in una sfera di fuoco. Un numeroso gruppo di briganti elfi ed umani fece la loro comparsa di fronte ai ragazzi, Cloud gli lanciò contro la palla di fuoco, ma questa fu ‘richiamata’ dal suo legittimo proprietario: un elfo che indossava un lungo soprabito rosso con un grosso arco alle spalle e due balestre di media lunghezza alle mani. Queste ultime erano entrambe fatte di fiamme anziché di legno, quelle fiamme che aveva appena richiamato per difendere i propri compagni.
“Coprimi le spalle!” disse Zack prima di partire all’attacco.
Il guerriero si gettò nella mischia e non ci fu modo per nessuno dei suoi avversari riuscire a ferirlo, Zack, invece, con ogni fendente ne vivisezionava uno. L’elfo, rimasto dietro al gruppo, attaccò il guerriero con le sue balestre infuocate ma lo stregone intervenne in difesa del fratello “Angel Wings!” e due enormi ali di scaglie di ghiaccio rinchiusero l’elfo facendo ‘evaporare’ le due balestre. L’elfo ne fu amareggiato ed allarmato allo stesso tempo; impugnò il suo grande arco e, solo allora, Cloud si rese conto che una Lacrima vi era incastonata: sicuramente si trattava di una Lacrima del Fuoco.
“ZACK! TOGLITI DA Lì! VIENI VIA!”
Dopo che la freccia fu scoccata, ci fu un’esplosione gigantesca.
Cloud aveva protetto sé stesso ed il fratello con uno scudo magico, i due erano meravigliati e terrorizzati da tanto potere. Si guardarono intorno: non c’era traccia né dell’elfo né dei briganti.
“Caspita…” sussurrò Zack.
“Quell’elfo….aveva una Lacrima.”
“Cos’hai detto?”
“L’ho vista incastonata al suo arco…” Cloud pensò che il fratello ne fosse intimorito, invece…
“MA è FANTASTICO! Questo significa che…se riuscissi ad ottenere quella Lacrima… *__* Oh dei! Cosa potrei mai combinare!!”
O.o “Già…è…davvero potente….”
“Anche tu sei straordinario, Cloud!”disse prendendo il fratello sotto il braccio e cominciando a camminare “batterai quell’insulso sciamano in men che non si dica!” Zack aveva gli occhi che gli brillavano, Cloud sembrava invece davvero sconcertato!
“Dah! Questi sciamani! Comincio davvero ad averne abbastanza! Quanto ancora ci manca per arrivare a destinazione?”
“Domani mattina saremo lì.”
“Perfetto! Non vedo l’ora!”
Il suo entusiasmo era davvero coinvolgente! Anche Cloud ora era euforico e pronto per il prossimo scontro.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
****NOTE DELL’AUTRICE****
Oohhoo! Chi sarà mai l’elfo dal soprabito rosso? Sono sicura che l’ avrete capito tutti! XD
Nel capitolo precedente ho “medievalizzato” Cloud, Zack e Tifa; ora tocca ad Angeal XD!! Il Cavaliere e Capitano Generale della corte di Nèalbhàd lo immagino con indosso questi -> http://www.medievallegend.it/sito_1_g000959.jpg
Naturalmente, non può avere dei semplici guanti in pelle! -> http://www.medievallegend.it/sito_1_g00075f.jpg
E questa è la spada che avevo pensato per lui (da quando è morta sua moglie non ha usato più la sua Buster Sword…sigh sigh!) -> http://walter-nest.deviantart.com/art/Sword-Photoshoot-2-152795492
http://walter-nest.deviantart.com/art/Real-Claymore-Sword-126724831
 
Secondo me, l’elfo dal soprabito rosso non ha bisogno di nessuna “medievalizzazione” e non riesco a trovare degli archi che mi piacciano abbastanza. Intanto, questo è il castello di Nèalbhàd XD -> http://www.google.it/imgres?q=carcassonne&hl=it&biw=1024&bih=539&gbv=2&tbm=isch&tbnid=mpU3eF1S6dEYbM:&imgrefurl=http://shadowtheatre13.com/gazetteer.html&docid=wpiYjZQvtrF5iM&imgurl=http://shadowtheatre13.com/images/cathars/gazetteer/originals/03_Carcassonne.png&w=700&h=465&ei=yyheT-DOCeOV0QWG4JzTDQ&zoom=1&iact=hc&vpx=314&vpy=133&dur=4968&hovh=183&hovw=276&tx=179&ty=142&sig=109382106851667670412&page=4&tbnh=157&tbnw=201&start=32&ndsp=12&ved=1t:429,r:5,s:32
 
http://www.google.it/imgres?q=carcassonne+castello+ingresso&hl=it&gbv=2&biw=1024&bih=539&tbm=isch&tbnid=eVDsSWBmGgvudM:&imgrefurl=http://forum.cosenascoste.com/relax-e-divertimento/63905-paesaggi-del-mondo-viaggiamo.html&docid=t1w0IN3939uAWM&imgurl=http://admin.italiaabc.it/images/pics/tour-carcassonne-francia.jpg&w=640&h=480&ei=NCleT56uBsOK4gTMs7XcDw&zoom=1&iact=hc&vpx=718&vpy=139&dur=4375&hovh=194&hovw=259&tx=200&ty=128&sig=109382106851667670412&page=3&tbnh=152&tbnw=203&start=20&ndsp=12&ved=1t:429,r:11,s:20
 
Spero vi piacciano le mie scelte, ma se avete idee scrivetele puree!!
Kisses!!! :*** 

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Capitolo 4
*** Rivelazioni. ***


Capitolo 4 – Rivelazioni.
 
Al castello, un messaggero aveva appena fatto il suo ingresso; era frettoloso ed agitato, sicuramente non aveva buone nuove. Il re prese velocemente posto al trono e fu seguito a ruota da i capi guerrieri, da i maggiori esponenti del Consiglio dei Maghi e dagli archivisti.
“Vostra maestà, vengo dalla zona Nord del regno e, purtroppo sono portatore di cattivissime notizie.”
Il re gli fece segno di continuare.
“Orde di creature spaventose hanno raso al suolo i nostri villaggi.”
“Quanti per esattezza?”
“Diciassette, mio Signore e tutti dello stesso territorio.”
Il re si rivolse al Capitano Generale e quest’ultimo si sentì autorizzato a parlare “credete che provenissero dal mare?”
“Oh, no! Sono estremamente sicuro che venissero da ovest. Infatti, Seul è stato il primo villaggio ad essere distrutto.”
“Siete riuscito a capire che tipo di creature vi hanno attaccato?” intervenne un mago.
“Credo ogni tipo di creatura esistente: centauri, orchi ed enormi uccelli ossuti!”
L’intera corte cadde in preda allo sconforto.
“Se posso permettermi, vostra maestà, ci sono moltissimi bambini rimasti orfani e…persone che hanno perso ogni cosa.”
“Di questo se ne occuperanno la regina e le mie figlie, non temete: qui sarete al sicuro e non vi sarà fatto mancare nulla.”
“Grazie! Grazie mille, mio Signore. Che gli dei vi proteggano.”
 
 
“A chi avete intenzione di fare visita?”
“Ehm… si tratta di un nostro lontano parente… purtroppo siamo venuti a sapere solo ora della sua scomparsa…”
“Mi spiace di questo, ma ho bisogno di sapere come si chiamava.”
La scena era davvero pietosa: Zack, accortosi dal tono della voce e dal corpo esile che lo sciamano fosse una donna, aveva convinto il fratello a non attaccare: con l’aiuto del suo ‘irresistibile fascino ’, il guerriero sarebbe riuscito sicuramente a convincerla ad aprire i cancelli.
“Come si chiamava….Cloud! Come si chiamava il nostro ‘lontano parente’… ” Cloud alzò le mani in segno di dissenso, visibilmente stizzito, poi continuò a fissare i due leoni di pietra posti ad entrambi i lati dell’ingresso del cimitero.
“Vedete, questo lontano parente era… proprio lontano…ehm…non ricordo proprio…ora…”
La ragazza non sembrava minimamente scomporsi: reggeva con decisione il proprio bastone da sciamano e portava una lunga tunica che gli scendeva dritta fino ai piedi con tanto di cappuccio che gli copriva il volto fino alle labbra.
“Senza nome, non posso farvi entrare.”
“Un…nome! Certo! Se…se non sbaglio era…zio…ehm…zio…e..Ezio! Ezio….Auditore! ”
Pochi secondi dopo, la misteriosa sciamana esordì “sono spiacente, ma qui non giace nessuno con quel nome.”
“Cosa? Ma è impossibile! Cloud! Cloud hai sentito? Lo zio non è qui.”
Lo stregone stava davvero perdendo le staffe.
“Bhè…abbiamo fatto un lungo viaggio per arrivare fin qui…non potremmo…che so… entrare e…vedere se c’è un altro nostro lontano parente di cui non ricordiamo il nome?”
“No, non potete.”
“Andiamo…” fece Zack avvicinandosi alla ragazza “se voi…ecco…ci fareste questo…piccolo, anzi piccolissimo favore, io…potrei rendervi la donna più felice del mondo. Non so se mi spiego…”
La sciamana mise il bastone tra lei e Zack, impedendo così al ragazzo di avvicinarsi ulteriormente “forse mi sono spiegato male!”
“E’ evidente che qui non avete nessuno da visitare; sono costretta a chiedervi di andarvene.”
“Andiamo, dolcezza, ti assicuro che non te ne pentirai… ”
Alle sue spalle, Cloud stava lanciando un incantesimo; la sciamana, accortasi in tempo di ciò, colpì Zack in faccia col bastone e poi vi fece fuoriuscire un’onda verde d’energia che contrastò quella gialla della magia arcana dello stregone e si generò una debole ma ampia esplosione.
“Cloud! NO!”
“Zack, non c’è verso di convincerla, dobbiamo combattere!”
“Aspetta! Ci dev’essere un altro modo per…”
“Il tuo amico ha perfettamente ragione!” disse la ragazza, dopodiché batté violentemente a terra il suo bastone e i due leoni di pietra posti ai lati del cancello presero vita ed attaccarono i due.  Cloud provò a lanciare una sfera infuocata al leone che aveva davanti, ma questo non sembrava accusare dolore. Zack gli tirò un fendente ma la bestia non venne scalfita.
“Dannazione, Cloud! Quando imparerai a farti gli affaracci tuoi!?”
I due leoni si stavano avventando sulle loro prede e li avrebbero praticamente schiacciati se non fosse stato per il comando della sciamana “FERMI!”. I due felini di pietra si bloccarono all’istante e si disintegrarono per poi ‘ricostruirsi’, come se nulla fosse accaduto, sui loro rispettivi piedistalli.
“Ah hha! Comincio già a piacerti, non è vero?”
“Avete davvero qualcuno da visitare, qui.”
I ragazzi si guardano perplessi. L’altra batté di nuovo il bastone sul terreno, ma questa volta, per far spalancare i cancelli “seguitemi.” aggiunse.
Appena i tre ebbero passato l’arco dei cancelli, la sciamana si voltò bruscamente “che scortese che sono!” e si sfilò il cappuccio mostrando il volto sorridente ai nuovi visitatori.
La sua bellezza colpì in particolare Zack: non pensava potessero esistere creature tanto eteree e perfette. Il ragazzo rimase incantato dallo spettacolo.
“Il mio nome è Aerith.” E si inchinò.
Il blocco dei neuroni di Zack fecero sentire Cloud davvero impacciato. Questa fu la prima, e molto probabilmente l’unica volta in cui il fratello minore parlò al posto del primogenito “Io sono Cloud e lui è Zack.”
“E’ un vero PIACERE conoscervi” disse ‘maniacale’ Zack; Cloud avrebbe voluto dirgli con gli occhi ‘raccogli la bava, idiota!’, ma riuscì solo a fissarlo seccato.
Aerith, invece, sembrava divertita e sorrise amichevolmente  “Bene! Ora possiamo proseguire.”
 
Il cimitero poteva tranquillamente essere scambiato per un piccolo villaggio. Alcune delle cripte che lo popolavano erano grandi quasi quanto una minuscola casetta, vi erano inoltre imponenti lapidi a forma di croce celtica o enormi epitaffi con iscrizioni mistiche, elfiche o runiche.
I tre si fermarono davanti ad una cappella davvero trascurata ma molto raffinata.
“Uau!” esclamò Zack “ho sempre sperato di avere un ‘lontano parente’ ricco sfondato.”
“Ehm…” fece Aerith mortificata “veramente…è da questa parte.” Ed indicò una piccola lapide alle sue spalle.
“E’ davvero….ridotta male.” Osservò Cloud riferendosi al fatto che le iscrizioni erano praticamente illeggibili.
Cloud si chinò verso la lapide cercando di ripulirla per capirci qualcosa, Zack era ancora intento a scrutare Aerith ma questa fissava un punto nel vuoto finché non fece sorpresa “ davvero? Siete fratelli?” poi si coprì la bocca con le mani come se si fosse lasciato sfuggire qualcosa che non doveva dire.
“Sì! Come lo avete capito, mia…” Zack si freddò: una volta sbloccati i suoi neuroni, intese come la ragazza avesse potuto sapere della loro parentela, si coprì il volto con una mano e diede le spalle agli altri.
Cloud si alzò di scatto e si avvicinò ad Aerith, avrebbe voluto chiederle tante cose, ma non riuscì ad articolare un suono.
“Perdonatemi. Non avrei dovuto rivelarvelo in questo modo.”
“Come….com’è fatta?” chiese timoroso Cloud.
Aerith tornò ad osservare nella direzione che stava fissando prima
“è una donna molto bella ed elegante.” Poi si rivolse a Cloud “ha il vostro stesso colore di capelli ed è…” e con un gesto della mano indicò un punto poco al di sopra della testa dello stregone. Quando questo materializzò l’ altezza di sua madre, gli venne un nodo alla gola e gli si arrossarono gli occhi per il pianto imminente: gli sembrò quasi di averla di fronte.
Aerith era imbarazzata, ma si fece forza “mi prega di dirvi che… è molto orgogliosa del modo in cui siete cresciuti.”
“Grazie.” Le sorrise Cloud tra le lacrime.
La guardiana, ricambiò il sorriso e, quando notò che Zack era ancora di spalle disse “vi lascio soli.” Fece un debole inchino e se ne andò.
 
“Zack, l’abbiamo trovata…nostra madre è qui! Dobbiamo assolutamente avvertire…” il giovane notò che il fratello stava ancora cercando di nascondere la propria sofferenza non rivolgendosi alla lapide. In silenzio, gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla per dargli sostegno e infondergli tutto l’affetto che provava per lui.
Tornò a fissare la pietra e, dopo essersi asciugato le lacrime, si accorse di un’incisione più profonda dell’iscrizione, simile ad un taglio preciso. Si riavvicinò e tolse via il muschio che vi era appiccicato, nel notare che quell’incisione formava un perfetto triangolo urlò euforico “Zack! Zack, vieni a vedere! Presto!” questo rimase sbalordito dalla scoperta del fratello.
Lo stregone si affrettò a sfilarsi la collana, si accertò che la forma fosse la stessa e, quasi incredulo, inserì il gioiello nell’incisione.
La lapide affondò nel terreno di una decina di centimetri e, alle loro spalle, l’enorme cappella che avevano notato prima aprì le mura di pietra di cui era composta. Si sollevò un’enorme nuvola di fumo e i due cominciarono a tossire cercando di non inalare troppa polvere.
Una volta entrati, Cloud si affrettò a ricreare una piccola sferetta luminosa che avrebbe illuminato il loro tragitto.
Le pareti del cunicolo che stavano percorrendo erano fatte di pietra grigia e scura, l’aria era opprimente e c’erano ragnatele praticamente dappertutto.
“Bhè…non sembra una tomba.”
“Mmm…ottimo spirito di osservazione!” ironizzò Zack.
Scesero delle scale e, ad un certo punto, Cloud azionò per sbaglio una trappola: uno dei mattoni posto nel soffitto si inclinò e un getto di fuoco avrebbe abbrustolito il ragazzo se Zack non fosse riuscito, con la sua Buster Sword, a fare da scudo.
“Ti….ringrazio…”
“Ahahahaha! Te la sei fatta proprio sotto, eh?”
-.- “Scemo.”
I due fecero capolino in una piccola sala, questa era illuminata debolmente dalla luce riflessa di due piccole pietre poste in una statua raffigurante un enorme serpente, al posto degli occhi.
“Hey Cloud, saranno mica…”
“Credo proprio che siano loro.” Entrambi capirono che si trattava di una Lacrima; inutile dirlo, Zack era eccitatissimo e si affrettò a togliere le pietre dal loro posto.
“Aspetta!” lo intimò Cloud “perché ce ne sono due?”
“Hai presente la Buster Sword? Ha due fori e quindi due Lacrime.”
“Non toccare! Può darsi che una di loro azioni una trappola.”
A queste parole, Zack si fermò e attese la mossa del fratello. Questo passò le mani sopra le pietre liberando un tipo di energia visibile anche ad occhio nudo. L’espressione che assunse il suo viso era visibilmente perplessa “sono entrambe Lacrime? O.O” chiese più a se stesso.
“Perfetto! Nulla di cui preoccuparsi, allora.” E prima ancora di finire la frase aveva già in mano le due pietre. Ebbero giusto il tempo di notare che in realtà si trattava di un’unica Lacrima divisa perfettamente a metà, quando udirono un sibilo alle loro spalle.
“E dire che lo avevo immaginato…” fece Cloud nel notare che il serpente dal quale avevano appena ‘cavato la Lacrima’, non solo stava prendendo vita, ma che si trattava anche di un enorme boa ed aveva il corpo nascosto nel resto della parete e in gran parte del pavimento. La creatura, solo per venire fuori completamente stava per far crollare l’intera struttura.
“Merda! Questa non ci voleva!”
E riappurarono entrambi che né le fiamme né i fendenti avevano effetto sulle creature di pietra. Cloud provò a fermare la bestia in un blocco di ghiaccio, ma questa era davvero troppo lunga e riuscì a liberarsi.
“Non puoi fare nulla di meglio, fratellino?” implorò Zack.
“Questo non è il mio tipo di magiaaaa”e lo stregone fu stretto dalla coda del boa.
“Dannazione!”dopo essersi dato una veloce occhiata intorno, il guerriero cominciò a sfondare la parete alle spalle del serpente, quando parte di essa cadde violentemente sulla testa dell’animale, questo lasciò la presa e Cloud fu libero, ma il nemico non era ancora stato sconfitto.
“Tutto bene?”
“Sì…coff coff …direi di sì…coff!”
Il boa si stava scrollando le ultime macerie di dosso e si preparava ad attaccare, contemporaneamente, alle spalle delle vittime riecheggiò una voce “TI ORDINO DI FERMARTI!” e un enorme quantitativo di Energia Mistica ‘accecò’ il golem che cominciò a dimenarsi.
I fratelli si voltarono “AERITH!” gridarono in coro.
L’enorme serpente ripartì subito all’attacco, questa volta però aveva cambiato bersaglio: oltrepassò i due ragazzi e si diresse verso la sciamana; questa non sembrava minimamente impaurita dalla cosa e, infatti, appena batté il bastone a terra, il boa si disintegrò.
 
 
****NOTE DELL’AUTRICE****
Nuovo personaggio! Bhè…nuovo… XD
Comunque ecco come doveva apparire Aerith con la sua tunica -> http://armstreetitaly.com/negozio/abiti/mantello-medievale-fantasy-per-donna-con-cappuccio
Il “cappuccio che copre il volto” non sono riuscita a trovarlo, purtroppo…=(
Ad ogni modo, avevo immaginato per lei un bastone del genere -> http://www.google.it/imgres?q=fantasy&start=178&hl=it&biw=1024&bih=539&gbv=2&addh=36&tbm=isch&tbnid=QJhLozjLf2dNlM:&imgrefurl=http://fantasyinspiration.com/inspiration/beautiful-inspiring-fantasy-wallpapers/&docid=yXq5eXGXV1FXxM&imgurl=http://www.desktopwallpaperhd.com/wallpapers/23/6494.jpg&w=1920&h=1080&ei=RGJnT8SEO_GQ4gS-tYmLCA&zoom=1&iact=hc&vpx=333&vpy=146&dur=5359&hovh=168&hovw=300&tx=255&ty=142&sig=109382106851667670412&page=16&tbnh=125&tbnw=222&ndsp=12&ved=1t:429,r:5,s:178
E i cancelli del cimitero erano più o meno così -> http://www.google.it/imgres?q=cimitero+fantasy&hl=it&biw=1024&bih=539&gbv=2&tbm=isch&tbnid=IeUv6qUB66FBrM:&imgrefurl=http://forum.ondarock.it/index.php%3F/topic/12110-vota-il-quadro/page__st__500&docid=8h4aSD1aYPq09M&imgurl=http://artsdot.com/A55A04/w.nsf/OPRA/BRUE-7YXQLR/%2524File/Caspar%252BDavid%252BFriedrich%252B-%252BThe%252BCemetery%252BEntrance%252B.JPG&w=754&h=1014&ei=FGRnT-jaJ4jIswaKvJHsBQ&zoom=1&iact=hc&vpx=119&vpy=2&dur=9016&hovh=260&hovw=194&tx=147&ty=179&sig=109382106851667670412&page=5&tbnh=165&tbnw=156&start=45&ndsp=15&ved=1t:429,r:0,s:45
Mancano davvero soltanto i due leoni di pietra sui loro piedistalli! XD
Bye bye! ^_^ 

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Capitolo 5
*** Il Prigioniero. ***


Capitolo 5 – Il prigioniero.
 
 
“Vi chiedo scusa per prima.”
Zack assunse un’espressione interrogativa alla frase della guardiana.
“Per prima…quando…vi ho colpito…” era semplicemente adorabile: il modo goffo che aveva di schivare gli sguardi del soldato, lo facevano intenerire a tal punto da non riuscire staccarle gli occhi da dosso nemmeno per un secondo.
“Per quello? Andiamo! Non avete nulla di cui scusarvi. Anzi, dovrei essere io a farlo: ho distrutto mezza cappella…” disse portandosi una mano dietro la testa.
“Bhè…non si trattava di una vera cappella e poi, lo avete fatto per salvare vostro fratello.”
Zack si avvicinava sempre più, sembrava quasi divertito dall’imbarazzo di lei “Già…”
Dopo essere rimasta incantata dalla bellezza degli occhi di lui, la ragazza si scostò per non finire ‘troppo vicina’ al guerriero “non…non pensavo che anche l’Insegnamento degli stregoni durasse dieci anni.”
“E invece è proprio così, Cloud è partito quando aveva otto anni, ed è tornato qualche giorno fa.”
“Non…dovreste raggiungerlo?”
“Nah! Il villaggio qui vicino è tranquillo e poi…qui c’è qualcuno che vorrei conoscere un po’ meglio.”
Il rossore di Aerith raggiunse livelli improponibili!
“E’ imbarazzante il fatto che mia madre vi abbia ‘parlato’ di me ed io non sappia praticamente nulla su di voi.”
“La vostra vita è sicuramente più interessante della mia, da raccontare. E poi, vostra madre, vi ricorda da bambino…” se questa frase fosse stata pronunciata in altro modo sarebbe sicuramente risultata scortese ed indiscreta, Aerith, invece era così dolce che sarebbe stato scortese non risponderle.
Ma, a quanto pare, Zack preferì ‘virare’ leggermente la questione “avrei preferito non…ritrovarla, in un certo senso. L’avrei ricordata…in vita, ecco. Avrei avuto un’immagine diversa di lei...”
“Posso capirvi.”
“Dai! Non pensiamoci… Piuttosto, immagino che voi siate estremamente felice di ritornare a casa” la ragazza fece cenno di sì “da dove venite?”
“Midgar, un piccolo villaggio nel nord del regno di Nèalbahd.”
“Nèalbahd? Sul serio?! Ma è magnifico: io abito nella Capitale.”
La sciamana sorrise sinceramente sorpresa “oh! Dev’essere bellissima!” e l’espressione  sognate che assunse rese il suo volto ancora più’spettacolare’,  “Ogni viaggiatore ne rimane affascinato! Il castello, la Caverna dei Draghi, il Lago delle Anime…”
“Non è nulla in confronto ai vostri occhi.”
Di nuovo i loro sguardi li inchiodarono per qualche secondo; ma poi la voce di Cloud li richiamò alla realtà “ZACK! Sono pronto!”
I due si sarebbero dovuti mettere subito in viaggio: non avevano di certo tempo da perdere.
“Aerith, vi porgo i miei più sentiti saluti.” Si inchinò da lontano.
“Vi auguro buon viaggio, Cloud.” E ricambiò l’inchino.
Lo stregone, questa volta si rivolse al fratello ”vedi di sbrigarti.”
“Sei insopportabile oggi, lo sai?”
La ragazza rise del battibecco tra i due.
“Un secondo e sono da te.” Si rivolse poi ad Aerith “sono spiacente ma…il dovere mi chiama.” Sorrise indicando con la testa l’altro e, dopo il baciamano alla bella sciamana, fece alcuni passi verso il sentiero da intraprendere, ma fu fermato dalla voce di lei “Zack!”
Ci furono alcuni secondi davvero imbarazzanti per la ragazza: probabilmente non era abituata ad avere così ‘tanta attenzione’
“vi…vi rincontrerò mai…un giorno?”
Il cuore del ragazzo si sciolse “ma certo.”
Cloud era davvero confuso: possibile che il fratello fosse…imbarazzato? Di fronte ad una donna? Bhè…possibile o meno era quella l’impressione che aveva avuto.
Finalmente i due si incamminarono verso casa, avevano un bel po’ di cose da raccontare!
 
 
“Yuffie! Yuffie!!” all’interno delle mura del castello c’era del fermento: era partita la caccia all’uomo.
“Sono qui! Tifa!”
“Rientra immediatamente nel castello! Si occuperanno le guardie di quello sporco criminale!”
“E’ in possesso di un’arma di Lacrima! Sono tra i pochi in grado di sconfiggerlo!”
“Non sappiamo nemmeno che fine abbia fatto.”
Una terza voce intervenne “l’ho visto io.”
“Jane!” fece sorpresa Tifa.
“Sorella, come fai a conoscere...” avrebbe voluto dire ‘una meretrice’ ma si zittì “dah! Non importa, ora…”
“L’ho visto dirigersi al Lago delle Anime, se non erro, era solo.”
“Perfetto! Ci penso io.” E corse via.
“Yuff… ah! Non avresti dovuto dirglielo!” ringhiò a Jane.
“Quell’uomo ha incendiato la mia casa; se vostra sorella è realmente in grado di batterlo, deve farlo!”
Le due furono strattonate da persone che correvano in cerca di riparo o per portare dei secchi pieni d’acqua, provando a spegnere i vari incendi scoppiati all’interno della Capitale. Le urla degli ordini dei capi militari che sovrastavano il pianto dei bambini, fecero venire in mente un’idea alla principessa “devo trovare Sir Angeal!” e si dileguò tra la folla.
 
Yuffie, intanto, era arrivata al lago attraverso una scorciatoia all’interno del maschio.
“So che ti nascondi qui, brutto furfante! Questa zona è strapiena di soldati: non puoi essere andato lontano!”
“A dire il vero, non mi sono mosso affatto.” E balzò alle sue spalle, non molto distante da lei, l’elfo col soprabito rosso, il responsabile del disastro alla Capitale.
“Finalmente ti vedo in faccia, lurido…”
“Hey, hey! Questo linguaggio non si addice per niente ad una principessa.”
“Speravi di assediare la Capitale e passarla liscia? Hai fatto male i tuoi calcoli, bastardo!” e gli lanciò il suo enorme shuriken; l’elfo, però, riuscì ad evitarlo con un altro grande salto.
Quando Yuffie si accorse che l’elfo era finito sul corrimano del ponticello, questo gli stava già puntando una freccia contro che subito scoccò. La ragazza la schivò con una capriola all’indietro, e rilanciò il suo shuriken che distrusse metà ringhiera. L’elfo era a mezz’aria e da lì fece scoccare una seconda freccia, questa volta infuocata.  Yuffie, lanciata di nuovo la sua arma, generò un getto d’acqua che appena si incrociò con la freccia di fuoco generò una nube di vapore di media grandezza. L’elfo era rimasto appollaiato su di un lampione “davvero interessante…”
La principessina aveva appena recuperato la propria arma “scendi subito di lì! Non ho ancora finito con te!”
“Se è per questo…anch’io sono solo all’inizio!” 
Al suo arco facevano capolino ben tre frecce di fuoco che finirono sul terreno generando delle deboli esplosioni; mentre Yuffie le schivava, riuscì a lanciare il suo shuriken generando un piccolo vortice d’acqua. L’elfo, per scansarlo, saltò a terra e si ritrovò davanti alla principessa, che nel frattempo era caduta, e la minacciava con una nuova freccia di fuoco puntata contro.
“ahahah! E meno male che avrei dovuto pagarla per aver messo a ferro e fuoco la Capitale, mia principessa.”
“Tu…aspetta un attimo…come fai a sapere che sono la principessa?”
“Mah…diciamo…’ intuito’….”
Un grosso nuvolone si avvicinava, annunciando l’arrivo della pioggia
“A ferro e a fuoco, dicevi…”
“Suvvia! Ora che state per morire, non ha più importanza.” ma in quel momento, l’elfo udì alle sue spalle uno strano rumore. Nel voltarsi notò che il piccolo vortice d’acqua che era riuscito ad evitare, non solo era diventato enorme, ma lo avrebbe anche colpito in pieno!
 
 
Qualche giorno dopo, all’orfanotrofio tristemente pieno, i bambini giocavano nel cortile: un gruppetto giocava a rincorrersi, un altro con la corda ed un altro ancora faceva finta di compiere ‘gesta eroiche’ impugnando mestoli e cucchiai  come fossero spade.
La principessa Tifa e due servi con enormi sacchi sulle spalle fecero il loro ingresso tra le urla di gioia dei piccoli “Allora…chi vuole dei giocattoli nuovi?” e i pargoli si affrettarono a rispondere e a ‘depredare’ i loro doni.
Tifa incrociò lo sguardo di Jane che le venne incontro “avete davvero un gran cuore, principessa.”
“Mi dispiace di essermi comportata in quel modo con voi, Jane.”
“Avevate così tante preoccupazioni per la testa: farò come se non fosse successo nulla.”
Le due si sorrisero un po’ forzatamente “piuttosto…mi chiedevo…insomma…tra quanto tornerà il Capitano.”
“Se non in giornata, domani sicuramente sarà di ritorno.” Fece la principessa infastidita.
“Vi sono davvero grata del lavoro che state svolgendo qui 
all’ orfanotrofio, Jane.” Tagliò corto, evitando altre domande indiscrete.
L’altra disse inchinandosi “E’ un onore potervi servire, mia principessa.”
 
 
Yuffie era nelle prigioni, ciondolava pensierosa davanti alla sua cella preferita “vediamo…quale terribile tortura potrebbe infliggerti mio padre… ”
“Smettila! Sei davvero insopportabile, ragazzina!” fece il prigioniero iracondo.
“Sto solo cercando di venirti incontro; sai com’è…sapere cosa ti aspetta potrebbe aiutarti ad affrontarlo, in un modo o nell’altro.”
“ah! Ma come ho potuto farmi battere da una…”
“Principessa!” il sorriso della ragazza esprimeva chiaramente l’astio nei confronti di quel criminale da strapazzo che aveva osato depredare la sua Capitale.
“Ecco appunto, tornando al discorso: come hai fatto a non scambiarmi per una semplice guerriera? Insomma…il mio linguaggio non era…formale! E gli abiti che indossavo non erano affatto…regali. Devi ancora chiarirmi questa questione. Cosa c’è sotto? Fai parte di un progetto molto più grande di questa stupida rappresaglia riuscita male, vero?!”
-.-“Stai delirando…”
“RISPONDI!”
“Hai mai pensato che il fatto di essere una guerriera sia una caratteristica che non tutte le principesse possiedono?”
“Ts! Ce ne sarà sicuramente qualcun’altra.”
“Personalmente, non ne conosco altre, principessa guerriera, Yuffie.” Il tono dell’elfo era sicuramente di sfottò; ma sembrava esserci anche un pizzico di ammirazione e la ragazza lo notò con la frase successiva “almeno potrò dire di essere stato fatto fuori da un pezzo grosso.” Sorrise.
‘Ma che ha da sorridere?’ pensò lei mentre guardava fisso i suoi occhi di fuoco; era come ipnotizzata….lui era…così…così… …’ma che cosa vai pensando, Yuffie?!!’ si disse mentre si picchiava la testa con un pugno.
“Certo che sei davvero una tipa strana.”
“Zitto! Non stavo pensando a te, capito??!!” e se ne andò bofonchiando qualche bestemmia. 

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Capitolo 6
*** Preludio ***


Capitolo 6 – Preludio. Il maltempo perdurò diversi giorni. Quando il cielo è così grigio emana una freddezza quasi opprimente. Angeal era in piedi di fronte ad una delle enormi finestre del castello, i vetri erano decorati da semplici rombi col bordo nero e circondate da quelle mura dalla tonalità leggermente più scura del cielo di quel pomeriggio. Guardava l’orizzonte con le braccia incrociate e sospirava ripetutamente. “Sir Angeal.” lo richiamò, stranamente titubante, Yuffie (di solito attirava l’attenzione in maniera molto più euforica). L’uomo si voltò, sforzandosi di sorridere, ma senza grandi risultati “allora, com’è andata?” “nel modo peggiore, naturalmente.” “l’ha condannato a morte?” La ragazza fece cenno di no. “e quindi? Cosa ha deciso il re?” “di assumerlo.” “COSA? Ma è impazzito?! Ha davvero intenzione di armarlo?” “n-no…non subito.” Angeal si avvicinò alla principessa, i suoi passi marziali rimbombavano nell’enorme stanza illuminata da un camino acceso “come sarebbe a dire? Che ha in mente di fare??” Le fiamme sembravano agitarsi all’ingrossare della sua voce. “Addestrarlo.” Rispose atona la fanciulla. Nel vedere la perplessità crescere nelle movenze del Capitano Generale, puntualizzò “sarò io a farlo.” Il silenzio che seguì per alcuni secondi era pieno di commenti censurati. Dopodiché, Angeal scoppiò in un gran riso “voi lo addestrerete?? Ahahahahah!!!! Ma davvero?? Questa sì che è una situazione insolita!! Ahaha!!” “dite pure ‘imbarazzante’. Credo sia questo il termine esatto.” E incrociò le mani al petto sbuffando. “Come…hahha…come gli è venuta un’idea del genere?” “E’ per colpa di quella stupida Lacrima! Dice che sarebbe un ottimo acquisto in tempi…” “…difficili come questi. Sìsì…lo immagino. Bhè…effettivamente non ha tutti i torti. Spero che almeno non gli conceda subito la sua arma.” “No…almeno questo… Dovrà prima completare il suo addestramento e giurare fedeltà al nostro regno.” “Non mi sorprende che abbia scelto proprio voi, principessa Yuffie: saprete sicuramente tenerlo a bada. ” trattenere un’altra risata fu davvero difficile! La ragazza batté i piedi a terra in preda ad una crisi di nervi che terminò col solito broncio e le braccia incrociate al petto. Non ce l’aveva con Angeal, ma con la decisione di suo padre: aveva idea di cosa potesse significare per lei passare ore e ore con…quel…Vincent (era riuscita a sapere il suo nome)? Una persona così sgradevole, che le urtava il sistema nervoso al solo sguardo? No, non l’aveva. Quando mise da parte le sue preoccupazioni, si concentrò su Angeal: erano passati alcuni giorni, precisamente da quando i suoi figli avevano fatto ritorno, in cui aveva un po’ perso la sua pacatezza. Lo sentiva distante, gli pareva perfino triste e tutte quelle sue congetture avevano trovato conferma proprio qualche minuto prima, quando lo aveva visto fermo alla finestra a fissare l’orizzonte. Già…’fermo’, non era certo da Angeal stare senza far niente! Ad ogni modo, sentirlo ridere rallegrò anche il suo spirito. Yuffie non poteva sapere della notizia che aveva ricevuto dai suoi figli al loro ritorno: avevano trovato la tomba…quella tomba! Per quanto la donna fosse morta da anni, il ricordo della sua scomparsa portava in sé infinita tristezza nel cuore del Capitano Generale ma, almeno per ora, lo lasciò in pace. Alla spiaggia, Zack si allena e tira un fendente verso il mare. Sulla lama dell’arma vi è incastonata una Lacrima dell’ Essenza del Fulmine, quindi, diventa essa stessa un fulmine e, quando il colpo viene inferto, questa luce ‘rumorosa’ divide letteralmente le acque e si propaga per molte molte molte molte molte…miglia. Zack si sorprende dell’effetto quasi catastrofico del suo potere. “Devi imparare a controllarlo, altrimenti è inutile, Zack.” “Cloud! Ma buon giorno! Mi stavo giusto chiedendo quando avessi intenzione di farti vivo, pelandrone!” Lo stregone si avvicinò al fratello strofinandosi gli occhi con aria assonnata “dah…sto dormendo malissimo…quel poco che dormo.” “ahah! Questa storia dell’astro-qualcosa ti sta uccidendo.” “non più di certe notizie…” Lo sguardo di Zack si fece attento “hai novità su quel Vincent? Gira voce che sia stato scagionato, il popolo è incazzato ner…” “il re ha intenzione di arruolarlo nel proprio esercito.” La notizia lasciò il guerriero senza parole, cosa più unica che rara. “intendi…addestrarlo?” “è per via della sua arma di Lacrima.” “credi che me ne debba occupare io o nostro padre?” “no… E qui arriva il bello…” la curiosità di Zack era alle stelle. “sarà la principessa Yuffie ad addestrarlo.” “Pfhuahuahahahhahahaha!!!!!!” fu il commento di Zack, si piegò in due dalle risate e non gli riusciva di smettere. “…effettivamente….ahahaha….non ci sono punizioni peggiori..ahahah!!!” Cloud era divertito dallo ‘sbellicamento’ del fratello, pareva si fosse risvegliato in quel momento “è stato anche condannato ai lavori forzati…ma questo sembra essere quasi irrilevante!” Zack stava riprendendo fiato e si asciugava le lacrime “bene…grazie a te…vengo a sapere sempre belle notizie!” “Anch’io vorrei venire a sapere qualche bella notizia, di tanto in tanto.” li interruppe una terza voce alle loro spalle. “Buon giorno, principessa Tifa.” Si sbrigò a inchinarsi Zack. La principessa raggiunse i due ragazzi sollevando la sabbia della spiaggia a ogni passo: sembrava che camminasse sulle nuvole. Si inchinò e ricambiò il saluto “Buon giorno, Capitano. Ciao, Cloud.” Quando le donne assumono quel tono di voce, si preannuncia un’apostrofata con tutti gli attributi; è come il silenzio che si interpone tra il lampo e il tuono. Cloud, preoccupato per quello che gli aspettava, ricambiò il saluto con un inchino. “Dormito male anche voi, principessa?” cercò di sdrammatizzare Zack. Ma lei non gli aveva dato retta e continuava a fissare Cloud accigliata. I bordi della bocca del guerriero si abbassarono, l’espressione del suo volto diceva al fratello ‘non vorrei essere nei tuoi panni’. Capì di doversi allontanare e lo fece di soppiatto. “Se non avevi la minima intenzione di svelarmi ‘gli arcani segreti della tua Arte’…” e fece un gesto plateale ad indicare una cosa che si ritiene importantissima e complicatissima quando poi non lo è affatto “dovevi risparmiarmi le tue promesse da marinaio! Credi che sia stupida? O ritieni che sia un’inetta ma non avevi il coraggio di farmelo notare? No perché, se pensavi che evitandomi mi sarei dimenticata delle tue parole devi ritenermi per forza una stupida o un’inetta. Devi dirmele in faccia certe cose! Su, avanti! Dimmelo!” “Ma cosa ti viene in mente??” “Dimmelo tu allora cosa deve venirmi in mente che non ho ancora compreso…su, fammi sentire!” “Non è come la pensi tu, Tifa. Non ti sto evitando, sto solo sbrigando il lavoro a casa. E non è che sei un’inetta o una stupida, sono io a non avere del tempo libero per insegnarti…” “Tu non hai tempo? Ma fammi il piacere! Lo sai, vero? la gente che lavora a corte ad un certo punto SMETTE, e si ritrova a passare la notte nelle locande.” “Ascolta. Siamo in emergenza, abbiamo molti preparativi da fare in poco tempo.” “Ma la Cerimonia degli Sciamani è tra 5 giorni…” “E ce ne vogliono tre per arrivare a destinazione. Capirai che siamo in procinto di partire perché NON sei stupida.” “Sì, ma…” Tifa sembrava una bambina alla quale è stata negata la cioccolata “…potevi pensarci anche qualche giorno fa!” disse poi soddisfatta di aver vinto quello scontro. Dopo che Cloud ebbe sospirato pensieroso, esordì “hai ragione.” La principessa sembrava sbalordita. “Avrei dovuto almeno dirtelo che non avrei potuto mantenere la mia promessa in questo periodo.” Il cuore della ragazza si sciolse: Cloud era così dolce, un ragazzo assolutamente privo di malizia, quelle sue parole saranno state sicuramente sincere. “Però anche tu potevi fare uno sforzo per capirlo! In una situazione come questa… E’ il tuo regno, dico!” Tifa si stizzì talmente da spintonare lo stregone in malo modo, prima di andare via. “dah…” Cloud raggiunse il bagnasciuga e si sedette ad ammirare il mare che si stendeva infinito davanti a lui. Fu raggiunto quasi subito dal fratello “è andata male, eh?” “lasciamo perdere…” “ma che le hai fatto per farla incazzare in quel modo? Non dirmi che le hai parlato di Aerith? Alle ragazze da molto fastidio che si parli di un’altra ragazza.” Poi fissò anche lui l’orizzonte “soprattutto quando quest’altra è la creatura più bella che abbia mai…” “Perché non le hai detto che vi sareste rivisti alla Cerimonia?” “Le donne adorano le sorprese! Immagino già la sua faccia quando mi rivedrà…cadrà tra le mie braccia…” “Sembri saperne molto dell’altro sesso tu…Perché non scrivi un manuale?” “Saresti tra i lettori più accaniti, vero fratellino?” Cloud rise. “Andiamo, hai un bel visino! Farai sicuramente tanta esperienza! Sempre che non ti vada di rinchiuderti tra le mura del castello. E sai a chi mi riferisco…” “Smettila.” “Non sono degno della grazia del reee!!!! Datemi voi la pena capitale!! Uccidetemi quiii, adessoo. Per favoreeee!!!” Vincent si dimenava nel vano tentativo di liberarsi dalla presa delle due guardie che lo stavano conducendo in un'altra ala del castello. “Quanto frignare! Ma non ti vergogni? Comportati da uomo e affronta la tua pena!” “Non lo avete capito che avrei affrontato anche la morte pur di …” “Adesso, basta.” Disse in modo deciso e solenne la principessina che si era posta avanti a loro in abiti ‘da battaglia’. Aprì la porta a doppio battente che era alle sue spalle e poi si fece da parte “buttatelo qui dentro.” I due soldati gli diedero un poderoso spintone, l’elfo si ritrovò catapultato nella stanza; fu seguito dalla principessa e dai due che sarebbero stati poi di guardia. Vincent si era appena messo in ginocchio per rialzarsi, quando Yuffie lo prese per il colletto e lo sollevò alla sua altezza (quindi, tecnicamente, ‘sollevare’ è una parola grossa) “guardati intorno.” Alle pareti vi erano poste ogni arma concepibile per il combattimento corpo a corpo: spade, bastoni, martelli, asce, pugnali… “Sai usare almeno una di queste?” Lui si liberò dalla presa di Yuffie in malo modo e, con fare sfacciato le rispose “sono un ladro, io. Cosa credi? Certo che non ne so usare nemmeno una.” Per tutta risposta, la ragazza gli sferrò un pugno ben assestato allo stomaco “se, vuoi restare intero fino alla fine dell’addestramento, devi cambiare tono con me, e chiamarmi…signor capitano. Capito?” “Ma è ridicolo!” gomitata nello stomaco “ah…sì, signor capitano.” “Bene. Cominceremo da zero con te.” In quel momento, Vincent maledisse il giorno di essere nato e di aver fatto tutto quello che aveva fatto per poi ritrovarsi in quella situazione così detestabile. La ragazza, invece, stava tentando in tutti i modi di nascondere un nervosismo senza pari. A quanto pare, stava facendo un ottimo lavoro! Dopo aver salutato gli ultimi maghi che stavano tornando a casa, Cloud rimase solo nella sala del castello nella quale lavoravano. Stava mettendo alcuni amuleti in un sacchetto, per poi portarli con sé, ma quando aprì la porta per uscire trovò qualcun altro che intendeva entrare “Tifa!” La ragazza non rispose e abbassò lo sguardo imbarazzata. Ma poi si decise ed entrò nella stanza “pensavo non saresti venuto, oggi.” “Stiamo partendo.” “Che cosa? Partite di notte?” Il ragazzo fece segno di no con la testa “Domani all’alba.” Silenzio. “Tifa…ascolta…mi dispiace veramente…insomma. Odio questa situazione, vorrei tornasse tutto come prima, ecco.” “E’ facile a dirsi.” “Voglio rimediare, davvero.” Di nuovo quella dolcezza, quell’ingenuità…nessuno mai avrebbe immaginato che questo genere di cose avrebbero fatto breccia nel cuore di una come Tifa. “Farei qualsiasi cosa.” Era troppo, non poteva più recitare il ruolo di quella ‘adirata’. “Per ora, torna sano e salvo.”gli sorrise. Cloud si sentì sollevato, come se gli avessero tolto un macigno dalle spalle e ricambiò il sorriso. Non si capiva chi dei due fosse più perso nello sguardo dell’altro. Tifa tornò a reinterpretare il suo ruolo, molto meno innocente della bambina viziata di quel pomeriggio. “Devi andare via subito?” Lo stregone, un po’ titubante, fece cenno di no. “Stai mentendo.” “Non ti si può nascondere proprio nulla,eh?” La ragazza si ritrovò davanti allo stregone e gli prese il viso con entrambe le mani. Avvicinò il suo volto a quello di Cloud e quando i loro nasi si sfiorarono lei deviò e gli parlò all’orecchio “buon viaggio, Cloud.” Lui, per tutta risposta…non rispose! Tifa non accennava a ‘mollare la presa’: lasciò scivolare una mano sul petto di lui e l’altra dietro al collo, dividendogli i capelli con le dita. Cloud gemette quando la ragazza strofinava dolcemente il naso contro la sua guancia fino a quando si ritrovarono faccia a faccia ‘pericolosamente’ vicini. Cloud oramai, aveva lasciato questa terra! Tifa fece pressione nella mano che aveva dietro il collo del ragazzo per spingerlo a sé; e dopo che le loro labbra furono tanto vicine da baciarsi, toccò al resto del corpo. La principessa accarezzò con l’altra mano il petto di Cloud fino alla spalla per stringerlo sempre a sé. Cloud, dopo non poca esitazione, si decise a cingere i fianchi di lei per poi far risalire le mani fino alle spalle e poi per tutta la schiena. Era uno di quei baci lunghi e passionali che ti bruciano dentro.

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Capitolo 7
*** La danza degli sciamani. ***


Capitolo 7 – La danza degli sciamani. Il mare era leggermente mosso quella mattina, le onde che si infrangevano contro gli scogli rilasciavano un intenso odore di salsedine. La leggera brezza che si sollevò fece raggelare per un attimo il sudore del povero prigioniero intento ad eseguire l’ennesima serie di flessioni. “E quella ti sembrava una serie completa?! Sei un…un mollusco!” aveva già esaurito la sua vasta gamma di insulti. “Adesso mi hai proprio rotto, ragazzina!! Tu te ne stai approfi…” Yuffie lo interruppe colpendolo col solito pugno allo stomaco, concluse l’azione prendendolo per il braccio e, usando la schiena come catapulta, lo fece ricadere violentemente a terra. Si abbassò a sua volta per parlargli più da vicino “finché non riuscirai a battermi, resterai sempre un insulso, viscido, insignificante…mollusco!” “stupida ragazzina…” ringhiò tra i denti Vincent ancora steso a terra. “Bene. Adesso…un po’ di teoria.” “Che cosa?” l’elfo sembrava quasi disgustato all’idea. “Ti sarai sicuramente impossessato di quell’arma di Lacrima in uno dei tuoi STUPIDI colpi da ladruncolo da strapazzo. Ne deduco che tu in realtà sappia poco o niente sulle potenzialità di una Lacrima.” L’ascoltatore si mise a sedere con le gambe incrociate, e prestava attenzione come uno scolaretto durante la lezione. La principessa era in piedi con le mani giunte dietro la schiena e camminava in linea retta avendo sempre Vincent di fianco, una volta da un lato e l’altra dall’altro. “Cos’è una Lacrima. E’ una pietra, che all’apparenza può sembrare un comune gioiello, in realtà è portatrice di grande potere. Non si sa da dove vengano o come si possano realizzare; secondo una leggenda, esse sono semplici squame del primo drago. Questa è solo una leggenda ma, come la maggior parte delle credenze popolari, ha un suo fondo di verità: infatti, la sesta essenza può farti assumere forma draconica!” si portò entrambe le mani all’altezza del volto e le teneva aperte come a imitare l’orripilanza di un mostro. Vincent stava cominciando a stufarsi. -.- “Ma andiamo per ordine. Le Lacrima possono avere sei Essenze diverse: quella dell’aria, dell’acqua, del fuoco, del fulmine e dell’ essenza draconica. Le prime cinque sono applicabili agli armamenti, ecco perché vengono chiamate ‘armi di Lacrima’; come il tuo arco, che non rivedrai per un bel po’ di tempo! Per la Sesta Essenza, invece, non può esistere un’arma: c’è bisogno di un corpo, solo un Lacrimosa può assumere la forma draconica. Il suo potere però non è limitato alla Sesta Essenza, un Lacrimosa ha il potere…di tutte le essenze! E’il suo stesso corpo ad essere un’arma di Lacrima e, quindi, si trasforma in tutti gli elementi. Oh…dei…ha un potere immenso! Te ne rendi conto, Vincent?...Vincent?......VINCENT!!!” Il risveglio fu tra i più bruschi. “NON HAI ASCOLTATO UNA SINGOLA PAROLA DI QUELLO CHE HO DETTO, VERO?????!!!!” “Non è vero! L’ho capito che può sembrare un gioiello!!” La ragazza si picchiò la fronte con una mano spazientita ed irritata. Era crepuscolo. Alcuni dei soldati stavano portando legna e accendendo il fuoco che poi sarebbe diventato un enorme falò durante la Cerimonia. Gli sciamani che dovevano iniziarsi erano seduti a terra in meditazione, era davvero difficile concentrarsi col frastuono che c’era intorno; ma, ad aiutarli, vi erano gli sciamani più anziani che suonavano, ai grandi tamburi, un ritmo lento e scandito. Gli iniziati indossavano abiti bianchi. Il luogo della cerimonia non poteva che essere all’interno di una foresta; alle loro spalle, vi era un piccolo ruscello, che quasi non si notava. Il manto erboso,che di tanto in tanto era ‘interrotto’da qualche cespuglio, si estendeva per poche miglia, ma creava comunque uno spazio molto ampio, circondato da fitti ed alti alberi di aghifoglie. Il Capitano Generale di Neàlbahd era intento a discutere, coi suoi colleghi di altri due regni, sulla disposizione dei soldati per la sera. Zack stava cercando di sgattaiolare via da una conversazione con altri capi militari. Cloud era anch’egli seduto a terra, davanti a lui erano sparpagliati i vari amuleti e le pergamene provenienti dalla sala del castello. Nel notarle, non poté fare a meno di ripensare a Tifa…In realtà non passò un secondo, dalla sera del bacio, che lo stregone non avesse lasciato che il ricordo di lei occupasse gran parte della sua mente, e del suo cuore. “Useremo questo qui.” Disse un altro stregone della corte di Neàlbahd, raccogliendo una tra le pergamene più distanti da Cloud. “è un incantesimo di protezione molto potente. E poi…questo!”e ne raccolse un’altra, questa però, era già spiegata “è ottimo per l’individuazione del male. E’ importante che ci accorgiamo in tempo dello zampino del Sagittario…sembra che sia particolarmente attratto dal potere delle Lacrima.” E subito il giovane pensò a quanti tra loro portavano con sé una Lacrima, in primis gli sciamani. Gli iniziati erano una quindicina, a questi vanno aggiunti gli anziani di Neàlbahd e di altri due regni…una trentina, in tutto. Senza contare poi la possibilità che, oltre a suo fratello Zack, ci sia qualche altro capo militare in possesso di un’arma di Lacrima. Sì, meglio prepararsi e ripassare gli incantesimi! Ma la sua attenzione fu catturata dalle ‘affannate ricerche del segugio-Zack’. “Non è che l’hai vista tu, Cloud?? Perché non riesco a trovarla? Dove sarà finita?” Lo stregone si mise in piedi reggendo le due pergamene “Non credi che dovresti pensare a qualcos’altro, adesso?” “Ma io ancora non l’ho vista! Lei non mi ha visto! Non ci siamo visti!” “Zack” gli mise una mano sulla spalla e lo guardò diritto negli occhi “sembri un cane in calore. Datti un contegno.” Ogni parola era scandita da uno ‘sdegno fraterno’. Era ancora troppo presto per trovare la locanda piena. Quando Tifa si presentò, con i suoi fidati servitori al seguito, il locandiere sembrò illuminarsi “principessa! Buon pomeriggio!” “Buon pomeriggio a voi, Cid.” “E’ da molto che non mi fate visita, stavo cominciando a preoccuparmi.” Questa frase, in realtà, si riferiva alle visite notturne della principessa. Ma, visto che la locanda riforniva di latte l’orfanotrofio, la principessa si recava lì anche nelle ore pomeridiane per poi ordinare ai suoi servi di portare i secchi all’istituto; per cui l’osservazione di Cid poteva riferirsi anche a questa sua abitudine. “Dove devo mandare i miei servi?” “Al solito posto: la stalla qui affianco. Oggi la signora Carolina ha fatto un ottimo lavoro!” La principessa sorrise debolmente e fece un cenno ai suoi servi che si diressero fuori la locanda. La sala era quasi vuota, eccetto per un gruppo di viaggiatori seduti ad un tavolo ed una donna al bancone “E’ uno stronzoo!!” a quanto pare era ubriaca. “Jane?” chiese la principessa avvicinandosi. “Principessa, diteglielo voi che non deve affogare tutto nell’alcool.” “Qual è il tuo problema, cara?” “Quello stVonzo…hic…è da quando è tornato…mi ha evitata come fossi la peste!” “Non è andata così! E’ successo semplicemente che non vi siete incrociati!” La voce suadente della principessa contrastava fortemente con le altre due “di chi sta parlando, Cid?” “del Capitano, mia principessa.” “Mi ha evitata!” si intromise Jane “lo so!” “è un vizio di famiglia, allora.” Commentò la principessa più tra sé che con gli altri due interlocutori. “Non è andata così! Ma quante volte te lo devo ripetere? Non infangare la reputazione di Zack inutilmente. E poi…guarda, ti ho già detto pure questo: anche se vi foste incontrati, non avresti concluso niente. Fidati.” “Aspetta aspetta…questa non l’ho capita, stiamo parlando di Zack, vero?” “Oh, principessa, avreste dovuto sentirlo: ha perso completamente la testa.” “Il Capitano Zack si è innamorato? Ahahahh!!! Questa è bella!” “Farà sul serio, mia principessa. Non l’ho mai visto così!” “E chi sarebbe la fortunata?” “Di certo non io.” Esclamò Jane, le sue parole sputavano acido. “Niente popò dimeno che una sciamana!” “Una sciamana?” ripeterono in coro Tifa e Jane estremamente sorprese. “Tu non fare la parte di quella che non sapeva niente, Jane! Te l’avevo già detto.” “Come può stare con una sciamana uno come lui?? No, non durerà. E quando verrà a ripiegare di nuovo da me gli darò…hic…il ben servito. Mi ha ferita. Non sono nemmeno andata all’orfanotrofio oggi.” “Bhè…sei patetica se lo hai fatto davvero per questo.” “Già…e poi, proprio oggi che c’è stato così tanto da fare, purtroppo…” “Cos’è successo, mia principessa?” Cid si fece serio. “Un’altra ondata di superstiti e orfani.” Il locandiere inspirò assumendo una smorfia di dolore “povera gente…” “Il Sagittario è tornato all’attacco: oramai, ha devastato tutti i villaggi della zona nord. Si appresta a travalicare i confini col regno di Jenova, nel nord-est.” “Santi Dei, abbiate pietà di noi…” fu il costernato commento del locandiere. “Sfortunatamente, tutti gli istituti destinati all’accoglienza sono strapieni. Dovremmo trasferirli alle corti dei vari feudatari.” “Mia principessa, dovrei avere ancora delle stanze libere per cui, se posso essere d’aiuto, non esitate a trasferire qualcuno qui da me.” “Oh, grazie, Cid. La vostra generosità sarà molto apprezzata.” Il manto stellato della notte aveva avvolto tutta la foresta. Gli iniziati si erano disposti in cerchio ed avevano infilzato il loro bastone nel terreno ognuno alle proprie spalle e, con movimenti aggraziati e ritmici, trasferivano il loro potere dalle Lacrima dei loro bastoni al falò posto al centro. Questo si ingrandiva man mano che riceveva i flussi di energia mistica; le sue fiamme, alla base, avevano sfumature di verde, quelle più in alto, invece, avevano le classiche gradazioni di arancione e rosso. “Uno spettacolo davvero suggestivo.” Commentò Angeal, al centro tra i suoi due figli. “Questa cerimonia è conosciuta anche come ‘la danza degli sciamani’. Il ritmo lento dei tamburi, serve a coordinare i movimenti degli iniziati.” “Interessante…” Angeal si voltò dall’altra parte e notò Zack particolarmente concentrato sul rito. “Sai che devi sorvegliare TUTTI gli sciamani, vero?” Il ragazzo sospirò assorto. Angeal si voltò verso Cloud per attirare la sua attenzione sul fratello. Lo stregone fissò il padre con un’espressione rassegnata; questo bastò al Capitano Generale per incrociare le braccia al petto e sbuffare in preda alla stizza e alla curiosità “è la fanciulla dai capelli biondi?” Zack fece un debole cenno di negazione e allora intervenne Cloud “è la ragazza con la treccia.” Angeal, dopo averla ‘trovata’ con lo sguardo, la osservò attentamente. “Mmm…davvero una bella creatura.” Zack sospirò di nuovo. “Dovrò chiederle come ha fatto.” “A farmi perdere la testa?” esordì finalmente Zack. “No. A farti zittire.” Solo allora, il guerriero si voltò accigliato verso i due che se la ridevano sotto i baffi. Le fiamme verdi risalirono lungo tutto il falò e lo cinsero chiudendosi come dei sottili petali di rosa. Solo allora i tamburi smisero di suonare e gli sciamani fermarono le loro danze. “E ora cosa succede?” chiese sottovoce Angeal. A sorpresa, la risposta arrivò da Zack “aspettano il responso degli spiriti della natura.” I due lo fissarono esterrefatti “ho letto anch’io qualcosa.” “Ho deciso” proferì Angeal “le dedicherò un monumento.” L’intreccio sottile delle fiamme verdi si torse ulteriormente attorno al rogo poi, anche questo seguì il moto vorticoso delle fiamme verdi e, dopo alcuni minacciosi ingrossamenti, il falò ‘implose’ e si tinse di miriadi di colori; tutti insieme divennero un unico turbinare danzante e variopinto. Gli spettatori rimasero tutti estremamente meravigliati e si udì un debole ‘ooh!’. Gli sciamani erano soddisfatti: gli spiriti della natura avevano accettato di fargli da guida, da quel momento in poi sarebbero accorsi in loro aiuto ogni volta che gli iniziati li avrebbero evocati, senza la presenza dei loro maestri. Dopo essersi scambiati complimenti ed incitamenti, i celebranti si apprestavano a completare il rito. In quel frangente Aerith incrociò lo sguardo di Zack, fu questione di un attimo ed entrambi i cuori ebbero un sussulto. Gli iniziati si rivolsero di nuovo verso il fuoco e alzarono le braccia con i palmi delle mani rivolti verso l’alto, in attesa di riceverne il potere. Le varie fiamme colorate si distaccarono dal falò mantenendo sempre il loro moto circolare e raggiungendo i novelli sciamani. D’un tratto, una spira nera sgusciò fuori dal rogo e colpì una sciamana che cadde a terra urlante. Il panico si diffuse tra i presenti: gli sciamani si apprestavano a liberare la loro collega dalla presenza che si era impossessata di lei, mentre il cerchio di guerrieri gli si strinse intorno impugnando le loro armi. In pochissimo tempo, il rito di esorcismo fu portato a termine con apparente successo: dal corpo della giovane si irradiò una colonna d’ombra che, arrivata molto in alto, cominciò a produrre nuvole gonfie e nere che coprirono la luce delle stelle e della luna. Da queste nuvole scese uno stormo di enormi uccelli mummificati. Subito alcuni sciamani li contrastarono col loro potere; furono aiutati da un soldato che scoccò una freccia dal suo arco e generò un enorme getto d’acqua. Riuscirono a ferirne un paio. Il resto atterrò; i centauri e i mezz’orchi che vi viaggiavano sopra, scesero in guerra. Il contrattacco dei guerrieri non si fece attendere e, fin da subito, furono attivati i poteri delle varie armi di Lacrima, compresa quella di Zack. I grandi uccelli ripresero il volo ma alcuni restarono a terra e sputarono fiamme rosso scuro con venature nere. Diversi colpi andarono a segno ferendo molti soldati, altri furono fermati da sciamani e maghi. Gli stregoni gettavano palle di fuoco sulle bestie che si erano elevate in cielo; un altro capo militare fece partire la sua lancia che, a contatto con uno degli uccelli, generò un’enorme esplosione (era un’arma di Lacrima). Gli sciamani più anziani donarono il Soffio di Vita ad alcuni alberi circostanti e quindi, cominciarono anch’essi a combattere. Uno dei volatili rimasti in terra, aveva appena catapultato in aria diversi soldati con un colpo di coda, un guerriero grosso e rude giunto sul posto fece battere violentemente sul terreno il suo martello di Lacrima, facendo innalzare delle rocce dal sottosuolo che sollevarono e poi infilzarono l’animale. Due stregoni della corte di un altro regno, resisi conto che le palle di fuoco non facevano gravi danni cominciarono ad evocare una tempesta di fulmini anche per colpire alcuni centauri davvero forti. Cloud riprese fiato per un attimo: sentiva le forze che lo stavano abbandonando e cercò con lo sguardo suo padre e suo fratello. Trovò invece una strana ombra che si aggirava nel campo di battaglia e cercò di avvicinarvisi. Aiutò un soldato, difendendolo con uno scudo magico dall’attacco di un centauro “Ti ringrazio, amico!” e poi si mise alla ricerca dell’ombra: era vicino al falò. Cercò di ricreare un campo di energia per imprigionarla, in un primo momento, l’ombra sembrava in difficoltà “LO RITROVERò” udì proferire Cloud da una voce tutt’altro che umana. Per liberarsi dall’incantesimo, l’ombra fece brillare una pietra al centro di quella macchia scura e informe: una Lacrima. Cloud era in difficoltà, l’ombra era diventato un fascio di fulmini e si era liberato dal campo di energia dello stregone che cadde a terra. Le saette davano l’idea di essere poco coese, indomabili anche per l’ ombra. Intervenne un altro mago che cercò di catturarla ma questa schizzò dalla parte opposta e stava per colpire un’altra persona “AERITH!!!” si ritrovò ad urlare Cloud assieme al fratello. Questo era riuscito a raggiungere la ragazza e, impugnando la sua Buster Sword, in quanto fulmine era riuscito a parare il colpo. Quando l’ombra usò il suo potere e divenne un ammasso disomogeneo di acqua non le fu difficile oltrepassare il fascio di fulmini e colpire Zack alla bocca dello stomaco conducendovi anche alcune saette. “ZAAACK!! NOO!!!!!!!!” Il ragazzo fu scaraventato contro un albero alle sue spalle, privo di sensi.

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Capitolo 8
*** Ospiti. ***


Capitolo 8 – Ospiti. Appena si risvegliò, Zack aveva ancora la vista offuscata ma riconobbe quasi subito il volto etereo e perfetto di Aerith davanti a lui “sono…sono in paradiso?” “no, siete sopravvissuto.” Gli sorrise senza aver capito bene a cosa si riferisse il ragazzo. “Allora, come può un angelo essere qui? Ah…” una fitta di dolore interruppe il suo primo tentativo di conquista. La brandina nella quale giaceva il soldato, sobbalzò come se si stesse verificando un terremoto “ma bene! A quanto pare guarisci in fretta, ragazzo!” e invece, era solo suo padre che si appoggiò poderosamente al capezzale del lettino. Zack fu segretamente rassicurato ma assunse un’espressione delusa al pensiero di non essere solo con Aerith “sì…sono sopravvissuto.” Il guerriero realizzò di essere in una stanza rettangolare e spartana. Alla sua sinistra c’erano altri due lettini occupati da un soldato e un anziano mago che non aveva mai visto; entrambi erano curati da due sciamani, probabilmente due degli iniziati. A quella parete c’era una piccola finestrina quadrata e, nonostante la sua vista non era ancora perfettamente nitida, capì che era pieno giorno. Una nuova ma leggerissima fitta, fece ricadere il suo sguardo sulla ferita che si era procurato durante la battaglia, quella alla bocca dello stomaco: Aerith sedutagli affianco su di uno sgabello di legno, gli stava sistemando un impacco caldo che emanava un odore molto forte ma piacevole; notò di avere una fasciatura appena sopra i fianchi, all’avambraccio sinistro e a gran parte del braccio destro. “Non pensavo di essermi ridotto così male.” “Suvvia, Zack! Questa fanciulla ha svolto un ottimo lavoro e domani sarai pronto per ripartire.” Aerith ricambiò il complimento di Angeal con un grande sorriso. “Ma allora…” la voce di Zack diventava roca quando una fitta di dolore lo colpiva, ma cercava di mantenere il suo solito tono “devo ringraziarvi, Aerith.” “Sono io che dovrei ringraziare voi, piuttosto.” Questa frase lasciava trasparire tutta la preoccupazione che la ragazza aveva provato fino ad allora “avete rischiato così tanto… Vi devo la vita.” Come poteva un cuore umano non sciogliersi davanti a quella visione? “Non esageriamo ora…hh…” Zack fece per mettersi a sedere mostrando l’indice “mi accontenterò di un appuntamen…ah!” Aerith premette le mani contro le spalle di lui per farlo ristendere, poi ne lasciò scivolare una fino all’impacco e, grazie alla sua magia, ne intensificò l’effetto calmandogli il dolore. Secondo tentativo di conquista: fallito! Sembrava che la ferita stesse complottando contro di lui. Angeal cercava di rassicurare sia suo figlio sia sé stesso, nascondendo un certo allarmismo “purtroppo per le ferite da attacchi magici, le cose sono un po’ diverse…” “Vostro padre ha ragione. Ora, riposatevi e cercate di muovervi il meno possibile…” dal tono di voce, sembrava che Aerith volesse aggiungere qualche altra cosa, ma concesse prima alla sua mano di accarezzare il volto di Zack “mi dispiace” gli sussurrò. “dovere.” Riuscì anche a sorridere, rincuorando la ragazza che non poté fare a meno di ricambiare. Zack si abbandonò a quella dolce carezza e lasciò sparire per un attimo il resto del mondo che lo circondava, si accorse a stento dell’ingresso di Cloud. “Stavo per chiederti ‘come stai’, ma mi rispondo da solo.” “Cloud! Ti vedo in forma.” In realtà aveva un braccio fasciato “Dah… non è nulla di chè…non mi fa nemmeno male.” “Ottimo, no?” “Ti hanno trattenuto fin’ora?” si introdusse Angeal. “Sì. Le cose che sono venute fuori sono terrificanti.” “Riguardano quell’ombra?” Cloud fissò Aerith annuendo col capo “probabilmente è quella la vera faccia del Sagittario.” “Cosa? Ma non doveva essere un centauro? Altrimenti perché chiamarlo Sagittario?” “A quanto ho capito lo chiamavano così perché i suoi primi alleati furono dei centauri, Zack. Ecco perché si è sparsa questa voce.” Angeal mise una mano sulla spalla al secondogenito che barcollò “A questo punto, mi sembra fin troppo chiaro: il Sagittario è un Lacrimosa… dannazione…” “Come può un’ ombra essere un Lacrimosa? Stiamo scherzando?” una nuova fitta fece ristendere Zack che aveva tentato di mettersi a sedere, preso dalla conversazione. “Non può che essere così, infatti non riusciva a controllare i propri poteri, in quanto priva di un corpo.” Dedusse lo stregone. “Questo spiega anche il perché sta cercando così assiduamente la sua ‘metà’ …” ‘attaccando tutti i villaggi a nord del regno.’ avrebbe voluto dire Angeal, ma si interruppe per la presenza di Aerith: aveva saputo della sua provenienza da quella zona, da Midgar, per l’esattezza e, molto probabilmente, anche il suo villaggio era stato distrutto dalle forze del Sagittario. Non che volesse nasconderle la verità, ma finché non aveva notizie ufficiali non le avrebbe certo messo in testa preoccupazioni inutili. Purtroppo, la notizia ufficiale della distruzione di tutti i villaggi della zona nord, incluso quello di Midgar, era già arrivata a corte, ma questo Angeal non poteva saperlo. Anche alla Capitale il sole di mezzogiorno dominava incontrastato. Vincent faticava come mai aveva fatto in vita sua: portava due grossi sacchi pesantissimi ‘che diamine ci sarà qua dentro?!’ si ritrovò a pensare ‘odio questo caldo, odio questo addestramento e soprattutto odio quella dannata…’ avrebbe voluto dire ‘ragazzina’, non era più riuscito a chiamarla ‘principessa’ perché non ne aveva minimamente l’aria, fino ad allora. Yuffie era appoggiata sotto un albero di pesco intenta ad accarezzarne un frutto con lo sguardo assorto da chissà quale contorto pensiero. Era la prima volta che Vincent la vide in abiti regali, l’immagine era quasi angelica: lei era avvolta in un vestito bianco, da nobile (naturalmente), l’ombra del pesco sembrava preservarla dai pesanti raggi di sole e dal loro asfissiante calore. Una gentile brezza smosse la chioma dell’albero e diede vita a dei giochi di luce sulla sua figura, rendendola ancora più sfuggente, più eterea… Era davvero lei? Incredibile. L’elfo, nonostante avesse il fiatone smise di respirare per qualche secondo e, quando lei gli rivolse finalmente lo sguardo, fece cadere a terra entrambi i sacchi. “Ce ne hai messo di tempo.” Sorrise Vincent non riuscì a proferir parola. Yuffie percepì lo stupore dell’altro, cominciò a provare soddisfazione e rivendicazione, senza capire bene il perché. “Non cantare vittoria.” Continuò lei “oggi non salterai il tuo addestramento.” ‘E chi ci stava pensando all’addestramento?’ “Ma sarà molto più facile.” Vincent si convinse che quella sarebbe stata una bella giornata, costruì quell’ idea su due piedi in preda all’euforia del momento. “Dovrai semplicemente raccogliere delle pesche.” “Pe..pesche?” “Sì, pesche!” fece lei con una certa ovvietà “come questa.” E si portò il frutto che aveva in mano vicino alla guancia, accarezzandola. Una bimba che chiedeva di giocare: era quella l’impressione che dava. “So cosa sono le pesche!” e le immaginava lisce come la pelle di colei che aveva di fronte. “Perfetto! Allora…” gli lanciò la pesca che aveva in mano e lui l’afferrò all’altezza del petto “buon lavoro!” gli diede le spalle e se ne andò. Vincent rimase lì a fissarla mentre si allontanava, come se si aspettasse che, da un momento all’altro, si dissolvesse. Sospirò tornando alla realtà, fece sobbalzare per poi riafferrare la pesca in questione e si diresse verso i due sacchi; li aprì e scoprì che erano pieni di pesche. ‘Ancora pesche?? Mi chiedo perché ne debba raccogliere altre.’ Ma tutto sommato, quella sarebbe stata una bella giornata, per cui non si fece più domande ed eseguì gli ordini. Mentre era appeso all’albero notò che Yuffie avrebbe dovuto fidarsi di lui, per lasciarlo lì, da solo. ‘Bene…magari se si fida di me potrò rimpossessarmi prima dell’arco e poi tagliare la corda.’ Riscese a terra con alcune pesche in mano, diretto verso i sacchi. ‘e potrei farlo anche in breve…perfetto! Come se avessi tempo da perdere qui, questa seccatura non ci voleva proprio.’ Hai perfettamente ragione, Vincent: questa seccatura qui non ci voleva proprio. “Lo so che ho ragione. Ma dammi tempo, se tutto va come ho progettato, non dovrei metterci molto.” Tranquillo, aspetterò. Ma non è questo che mi preoccupa, ora. “Cosa intendi dire?! Metti in dubbio la mia lealtà, forse?...hey…hey!! te ne sei andato, eh? …” Vincent si freddò nel notare che davanti a lui si era materializzato un mezz’orco adirato e impataccato, la sua voce era cavernicola “ma guarda, non solo fa lo sporco ladruncolo, ma parla anche da solo.” “Sporco ladruncolo? Sto solo raccogliendo delle pesche!” “Guarda che questa è proprietà privata…” Un’onda di terrore attraversò il ‘piccolo’ elfo: poteva davvero esistere un allenamento ‘facile’ se ideato da Yuffie? Poteva ancora essere una bella giornata quella?... “E sai chi è il proprietario di questo frutteto?” “Tiro a indovinare…” In quel momento avrebbe solo desiderato di strozzare la principessa, ma forse avrebbe dovuto dare la priorità ad altro… Al castello, i servi si davano un gran da fare per rassettare e riordinare tutto l’ambiente. “perché NESSUNO ME LO HA DETTO PRIMA?!” urlò furiosa Tifa. A confronto, suo padre sembrava un agnellino “andiamo, Tifa, non buttarla giù dura, adesso. Ne stiamo parlando da una vita di questo progetto. E, ora che il pericolo della Cerimonia è passato, possiamo concretizzarlo, tutto qui.” “Tutto qui?!! Tu…tu… hai rovinato tutto!!! Io… proprio adesso che…io…io…” si portò una mano alla bocca e cercò di nascondere il volto nel vano tentativo di non far notare a suo padre che stava scoppiando a piangere. “E’ forse cambiato qualcosa, Tifa?” La ragazza riuscì solo a singhiozzare. “E anche se fosse” continuò il re di Nealbahd “faresti meglio a ritornare sui tuoi passi.” E uscì dalla stanza adirato. Tifa rimase piangente a fissare l’enorme finestra che aveva di fronte; sua madre, che fino ad allora aveva assistito alla scena senza proferir parola, le si avvicinò accarezzando dolcemente i suoi capelli e asciugandole le lacrime. “proprio adesso…proprio adesso…” il ripetersi vorticoso di queste parole incrementava ancora di più la sua rabbia e la sua tristezza. “Non è mai il momento giusto, piccola mia.” La rassicurò la regina abbracciandola teneramente. Era crepuscolo, chi non era gravemente ferito, dava una mano a risistemare le carovane per il viaggio del giorno dopo. A Necropoli non era raro vedere un via vai di maghi e sciamani, ma ora, a questi bisognava aggiungere un ingente quantitativo di soldati e cavalieri. Cloud si era appena congedato da suo padre e lo aveva lasciato intento a spazzolare il proprio cavallo. Non aveva qualcosa di preciso da fare e si stava chiedendo se fosse il caso di raggiungere Zack: non voleva disturbarlo se fosse stato in dolce compagnia. “Ah! Finalmente ti ho trovato!” gli sorrise un capo militare; dagli abiti che indossava, doveva sicuramente appartenere ad una famiglia nobile. Cloud ci mise un po’ ma poi riconobbe il soldato che aveva aiutato in battaglia la notte dell’attacco del Sagittario “Sa…salve!” non sapeva come salutarlo, visto che non sapeva chi fosse. “Mi presento: il mio nome è Loz, sono l’erede del regno di Jenova.” Non fu difficile credergli: il suo portamento era impeccabile. Cloud si sentì in imbarazzo: avrebbe dovuto salutarlo in modo diverso, naturalmente! Aveva proprio sfortuna con le buone maniere! Ma cercò di recuperare accennando un inchino “io sono Cloud…” fu interrotto dalla mano dell’erede sulla spalla che voleva bloccarne l’inchino. “Andiamo, andiamo lascia stare queste formalità. Mi hai salvato la vita, dovrei baciarti i piedi, amico!” Lo stregone si sentì di colpo a suo agio; il portamento e le buone maniere sono cose che si imparano fin da piccoli ed è per questo che sono abbastanza naturali tra i nobili. Ma poi ognuno decide se fare l’aristocratico presuntuoso o il gentiluomo alla mano; Cloud cominciava ad ammirare il giusto compromesso nei modi di quest’uomo. “Ora sei tu che mi stai salvando: col Cortigiano non ci vado molto d’accordo…” “Ahah!! Io purtroppo ci sono stato costretto!” L’ammirazione dell’incantatore stava salendo sempre più. “Ma, a quanto pare, leggi molti altri libri se sei un…mago?” “Uno stregone.” Puntualizzò sorridendo per non sembrare troppo pignolo “lavoro alla corte di Nealbahd.” Loz fu piacevolmente sorpreso “questa si che è una bella notizia! Vuol dire che faremo il viaggio di ritorno insieme.” “Intendi, fino al confine?” “No no” sorrise l’altro gentilmente “dovrai sopportare la mia famiglia per un po’: saremo ospiti nel tuo regno.” “Ma è…magnifico…” “Già, così potremmo conoscerci un po’ meglio, mi sembri un tipo simpatico. Magari potresti anche indicarmi i cortigiani più fidati, visto che non conosco nessuno.” Una punta di terrore cominciava a penetrare nel petto dello stregone. “Mi spiace ma non credo di poterti essere molto utile in questo: sono entrato da poco a far parte del Consiglio dei Maghi.” “Vorrà dire che ti offrirò direttamente qualcosa da bere, mi sembra il minimo per ringraziarti!” “Venite…” aveva paura a porgere quella domanda “venite per l’alleanza contro il Sagittario?” “Anche.” La lama di terrore nel petto di Cloud si stava conficcando sempre più profondamente.

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Capitolo 9
*** L'eternità. ***


Capitolo 9 - L'eternità.

Capitolo 9 – L’eternità.

 

 

“Pensavo ti conciasse molto peggio.”

Vincent era seduto, seppur sulla sua brandina: la maggior parte del suo corpo era fasciata “stai…zitta”

“Non hai occhi neri o ferite importanti e hai ridotto male niente popò di meno che un mezz’orco…ottimo lavoro!” e gli diede una poderosa pacca sulle spalle, l’elfo trattenne a stento un’imprecazione.

“Quando si entra in possesso di un’arma molto potente, come può essere quella di Lacrima, ci si perde molto dietro di essa…”

“Cosa intendi dire?” ‘parli come un libro stracciato’ avrebbe voluto dirle in realtà.

“Devi sapertela cavare senza il tuo arco.”

“Posso fare affidamento su un’arma di Lacrima e tu mi stai dicendo che dovrei farne a meno?”

“Se tu diventassi più forte anche il suo potere aumenterebbe. Sono armi magiche, il loro legame è diverso da quello di un qualunque giocattolino.”

‘Non ci avevo mai pensato.’ Osservò tra sé l’elfo. Ma, ovviamente, non gliel’avrebbe rivelato.

“Domani salterai l’addestramento: sarai sicuramente ancora indolenzito, dopotutto sei pur sempre un inutile mollusco.”

C’era qualcosa di diverso nei suoi atteggiamenti, nonostante gli insulti gratuiti fossero quelli di sempre, Vincent non si sentiva tranquillo “sono gli abiti regali che ti rendono malinconica, mia principessa?”

Ma cosa stava facendo?

La ragazza gli sorrise e cominciò a sfogarsi come se fosse ciò che stava aspettando di fare da tempo “non sono gli abiti in sé…ma ciò che rappresentano. Vedi, in questo periodo devo essere…forte, ancora più forte. Ma…non serve a nulla. La gente sta morendo, Vincent. Le persone sono…disperate. In me vedono un punto di riferimento, non lo so perché. Mi credono capace di aiutarli, ma non lo sono. Non posso scendere in battaglia e affrontare il loro incubo, devo essere relegata qui. Non posso proteggere il mio popolo, non posso combattere al loro fianco, non puoi capire cosa significa!” il tono diventava sempre più intenso “sono inutile! Completamente inutile! Non posso uscire fuori da queste mura perché sono la principessa. Ma una principessa dovrebbe difenderlo il proprio popolo, e invece io lo sto vedendo mentre si fa distruggere da un…da un….”

Si voltò alla piccola finestrina, probabilmente solo allora lasciò scivolare qualche lacrima. Vincent la fissava imbalsamato, i raggi della luna rendevano le sue bianche vesti scintillanti ‘un angelo che piange’ pensò tra sé. Immaginava fin da piccolo che la causa della pioggia nel mondo fosse il pianto degli angeli e, il non sapere il motivo della loro tristezza lo affliggeva ogni volta che notava le nuvole scure all’orizzonte. Stava provando la stessa sensazione anche se…

 “sono inutile, Vincent. Ho faticato tanto e questi eventi, queste perdite, mi stanno sbattendo in faccia quanto sia debole e impotente….non ce la faccio più…non ce la faccio più a recitare la parte di quella che può farcela, di quella che può proteggere! Sono un disastro, un fallimento su tutta la linea… ” il suo angelo aveva un motivo per cui piangere.

“Smettila.” Le ordinò atono. Avrebbe voluto dirle che niente di ciò che aveva detto era vero. Che ammirava il suo modo di prepararsi al governo e la sua dedizione. Ammirava il fatto che non fosse la solita principessina adagiata sugli allori in attesa del suo fasullo principe azzurro. Ammirava l’entusiasmo e l’impegno che metteva in ogni cosa. Ammirava il suo modo di fare…così fuori dalla norma. Ammirava il suo sguardo così innocente e limpido. Ammirava il suo sorriso…un momento…e questo cosa c’entra ora? Si rese conto che era passato troppo tempo in quel suo divagare di pensieri. Doveva dirle qualcosa, qualcosa per consolarla…già…per consolarla…la sua carnefice! Avrebbe dovuto marciarci sulla sua tristezza per quanto lo aveva fatto penare e, invece, eccolo lì che scattò in piedi completamente impacciato sul da farsi.

“Hai ragione.” Fece lei delusa “devo smetterla.” Si sforzò in tutti i modi di sorridere all’amico “buona notte!”

La ragazza gli stava passando avanti, se ne stava andando via. Poteva davvero lasciarla andare così? Doveva dirle qualcosa. Qualunque cosa: non poteva finire tutto in quello squallido silenzio. L’afferrò per il braccio poi le tenne, con entrambe le mani, le spalle; si abbassò per poter fissarla meglio negli occhi.

Yuffie aveva smesso di pensare persa com’era nello sguardo tenebroso di lui.

“Sei bellissima.”

Silenzio.

‘COSA C’ENTRA????’ perché tra i tanti pensieri ai quali poteva dare voce ha scelto quello più inutile??

“Intendevo dire…” l’espressione di Yuffie era di pietra “…non farti fisime mentali inutili, non servono a niente.”

La ragazza non riusciva a cambiare espressione, i suoi occhi sgranati misero l’elfo ancora più in imbarazzo.

“Buona notte.” Senza staccare le mani dalle sue spalle, la girò verso la porta. La ragazza capì che doveva andarsene e si avviò verso l’uscita. Quel tragitto le sembrò lunghissimo, sentiva lo sguardo dell’altro su di lei e, quando fu sul ciglio, si voltò di nuovo verso Vincent che era rimasto lì, impalato. Yuffie chiuse la porta lentamente, molto lentamente e, quando le era rimasto solo un piccolo rettangolo in cui poter guardare, sorrise “grazie!”

 

 

Era l’alba, l’aria era frizzante e si alzava una timida nebbiolina.  I due stavano camminando nel cimitero “Volevo ringraziarvi per il disturbo, Aerith. L’ora dev’essere alquanto insolita.”

La ragazza fece cenno di no sorridendo “nessun disturbo.” Gli sembrò sincera.

“Siamo abituati ad alzarci molto presto la mattina.” La ragazza notò il mazzo di fiori che Angeal stava portando con sé, orchidee gialle, il fiore preferito di Eve.

“E…per quanto riguarda mio figlio, Zack…” la ragazza si voltò di scatto verso l’uomo “so che può mettere in imbarazzo una brava ragazza come voi…vi prego di scusarlo.”

La debole risata di Aerith forse era proprio per mascherare il suo imbarazzo “non dovete scusarlo di niente. Zack è così…premuroso…solare…” la sua voce era calda, benché tremasse per la timidezza. Tornò a fissare l’orizzonte davanti a loro, il trasporto col quale parlava, aveva rivelato i suoi sentimenti per Zack: si era smascherata da sola e si diede della stupida. Strinse più forte il suo bastone, ormai non aveva più niente da nascondere “lui è…speciale.”

Angeal, in quel momento capì due cose: la prima era cosa avesse fatto innamorare suo figlio di Aerith e, la seconda, era che lei lo corrispondeva profondamente. La fissò con la coda dell’occhio e non riuscì a trattenere un sorriso augurando ad entrambi con la mente e con il cuore la felicità di un eterno amore. Felicità che a lui era stata negata, e fu per questo che i suoi pensieri presero ancora più vigore.

Aerith si precipitò davanti al Capitano Generale, in modo da stargli perfettamente di fronte, allungò la mano per indicare un punto al suo fianco “siamo arrivati!”

Angeal si voltò, inspirando solennemente.

La sciamana non poté fare a meno di ripensare alle parole di Eve, la donna alla quale Angeal stava porgendo i suoi omaggi, la donna che aveva amato, l’unica. Ella le parlava spesso della loro storia, era la storia di un amore vero quanto ostacolato e, a sentirsela raccontare, pareva un compromesso tra un favola e una sfilza di cronache di guerre. Fu una guerra che li fece conoscere, Angeal le salvò la vita conquistando la sua ammirazione e il suo amore; fu una guerra a separarli per sempre.

Lei era una nobile e, perciò, la sua famiglia avrebbe preferito un marito di tutt’altro genere per la loro unica figlia. Nemmeno la minaccia di diseredarla le fece cambiare idea e, nonostante fosse di nobile lignaggio, preferì vivere accanto al suo amato che, allora, era uno squattrinato avventuriero.

Prima che andassero a vivere insieme, Eve attendeva il ritorno di Angean come si attende la venuta di un dio. A ogni suo rientro, le raccontava le avventure che aveva appena vissuto e, quando entrò a far parte della Compagnia di Genesis, ne condivisero insieme la gioia. Il giorno del loro matrimonio, Eve gli regalò la sua Lacrima e poi abbandonò ogni ricchezza pur di restare al suo fianco. Andarono ad abitare in un villaggio periferico perché allora la Capitale non era un posto sicuro. Angeal avrebbe fatto di tutto per proteggere la sua donna, anche rinunciare al comando delle legioni dei regali. Inutile descrivere la felicità per la nascita del primo figlio che, tre anni dopo, non sarebbe stato più solo. La loro vita era meravigliosa, un sogno ovattato ed idilliaco come le brughiere che facevano da cornice al loro casolare. Il ritorno del padre era sempre una festa, i racconti delle sue gesta inorgoglivano il piccolo Zack e sua madre che lo rimproverava sempre quando urlava di stupore: avrebbe fatto svegliare il fratellino, allora in fasce!

Purtroppo, la seguente guerra di confine non risparmiò l’idilliaco casolare. Quella notte, quella dannata notte, Eve affidò Cloud a Zack: Angeal non era con loro…il seguito lo si può ampiamente immaginare.

Mai nessun’altra donna prese il suo posto nel cuore di Angeal; il forte rimpianto che si trascinava dietro come il peggiore dei fardelli, non lo abbandonò mai.

Dopo quell’evento la Compagnia si sciolse: Sephiroth si ritirò nelle foreste, Genesis si esiliò ed Angeal si trasferì nella Capitale e, accettando l’incarico di Capitano Generale, si ripromise che non avrebbe mai abbandonato i suoi figli, era per loro che doveva continuare a vivere nonostante il fatto che la sua amata Eve non c’era più.

Ora erano l’uno di fronte all’altro (almeno dalla prospettiva di Aerith)  in un silenzio che, sicuramente, nascondeva emozioni inesprimibili a parole.

Aerith, nel ripensare tutto, si sentì stringere alla bocca dello stomaco. Si sarebbero meritati l’eternità, insieme…e invece…

La gola della ragazza era in fiamme e si accorse delle lacrime che le uscirono solo quando queste erano scese fino al mento.

Angeal si accorse del pianto di lei, era colpito e stranito dall’evento.

“Perdonatemi, Sir Angeal. … io…” il Capitano le sorrise paterno.

“Vi lascio soli.” Certamente non necessitava il suo tramite quando si trattava di due anime così in sintonia.

Quando ‘furono soli’, Angeal si decise finalmente a poggiare i fiori davanti alla lapide, si rimise di nuovo in piedi “è davvero una brava ragazza…spero che Zack non faccia lo stronzo con lei…” si autocensurò nel ricordare che Eve non avrebbe mai permesso che si parlasse dei suoi figli in quel modo!

“cioè…volevo dire…sicuramente la tratterà bene.” Si sentì un po’ stupido ma gli parve di risentire la sua voce, sapeva perfettamente cosa avrebbe detto.

 

 

 

Le carovane si erano radunate tutte al Grande Cimitero, Cloud aveva fermato la carrozza che stava guidando poco prima dell’enorme cancello. Da quella prospettiva, Zack, seduto accanto a lui, poteva ‘ammirare il paesaggio’.

Il Grande Cimitero era il punto da dove si sarebbero poi divisi i gruppi provenienti dai vari regni: si poteva infatti assistere al congedo degli sciamani dai loro maestri e dagli amici.

Zack era in preda ad istinti omicidi nel vedere Aerith abbracciare un suo compare sciamano. Istinto che aumentò di intensità quando lui le poggiò una mano sulla spalla dicendole qualcosa alla quale la ragazza annuiva sorridendo. Istinto che scomparve del tutto quando Aerith serbò lo stesso trattamento ad una sua ‘amica di studio ’, sarebbe toccato poi al maestro. Zack immaginò quante cose potessero succedere in dieci anni e quanto una persona potesse legarsi ad un’altra. Gli venne in mente Sephiroth; per Cloud quell’uomo dev’essere stato davvero importante. Angeal era a conoscenza della sua abitudine di sparire senza salutare quindi, non furono molto sorpresi nell’apprendere la notizia della sua partenza improvvisa. Cloud, dopo un po’ di giorni si era ripreso ma, a quanto pare, quelle immagini che gli si ripeterono davanti, gli avevano riaperto la ferita ancora fresca: non lo aveva mai visto così giù.

Il corteo si mise in viaggio “ah…che palle! Ci hanno affibbiato la carovana dei rifornimenti…uff…avremmo potuto ospitare gli sciamani, no?” il soldato sembrava essersi ripreso: quando il sentiero era liscio, non sentiva alcuna fitta, ma quando finivano nei dossi il dolore era lancinante.

“Già…” fu la risposta atona del fratello minore.

“Cloud…si può sapere che ti prende? Sei più monosillabico del solito.”

“Sono…ecco…” e infine sbuffò.

“C’è qualcosa che posso fare?”

Lo stregone fece cenno di no senza rivolgere lo sguardo al suo interlocutore.

Zack ebbe la sensazione di doverlo lasciar stare ma era troppo preoccupato “posso capire che…il commiato degli sciamani possa averti fatto pensare a Sephiroth. Cioè…non me lo hai mai detto ma posso capire che ti faccia stare male.”

Cloud sorrise seppur non per allegria “no…non è per quello.”

‘e allora cos’è?’ avrebbe voluto chiedergli Zack, ma restò in silenzio nella speranza che fosse lui a sfogarsi.

Quello sfogo arrivò come un getto improvviso di acqua fredda “Tifa sta per sposarsi.”

Gli occhi di Zack si spalancarono nel rivolgersi al fratello “che cosa??”

“Con l’erede al trono del regno di Jenova, Loz.” 

“Ma…cioè…aspetta un attimo. Ma Tifa non se la intendeva con te?...INTENDEVO DIRE! Non eravamo già alleati col regno di Jenova? Perché questo matrimonio?”

“E’ da un po’ di tempo che si fa così, Zack. Per suggellare un’alleanza si fanno sposare i giovani rampolli delle famiglie regnanti. Questo era un progetto che era stato architettato da quando gli attacchi del Sagittario si sono avvicinati così pericolosamente ai nostri regni. Naturalmente Tifa non mi aveva detto niente e… sì, se la intendeva con me.”

“Che tro…trono! Il loro erede avrà un impero vastissimo da governare!”

Cloud percepì la delusione di Zack e l’appellativo regale che si stava facendo sfuggire e sorrise debolmente “io…non so come comportarmi con lei. Sono incazzato nero. E, dulcis in fundo, Loz mi ha preso in simpatia.”

“E se son rose fioriranno…”

“E che c’entra, ora?”

“Era per dire qualche proverbio.”

-.- “Scemo.”

“Quindi è per questo che saranno ospitati al castello.”

“Da quel che mi ha detto Loz, il loro fidanzamento sarà festeggiato insieme con l’ingresso a corte degli sciamani. Si sposeranno alla fine della primavera.”

Zack rimase in silenzio a fissare il fratello finché un dosso non lo fece imprecare dal dolore.

Era ovvio che il mondo di Cloud gli stesse crollando addosso, cosa avrebbe potuto fare per farlo stare meglio? Gli balenò in mente il volto di Aerith e si convinse che, almeno per la durata del viaggio, non l’avrebbe nominata: l’argomento ‘ragazze’ era off-limits.

“Naturalmente” prese la parola lo stregone attirando a sé l’attenzione del fratello “queste sono informazioni riservate…intesi?”

“Cavolo! Devi stargli davvero simpatico.”

“Ah…non ne parliamo, guarda…”

Nessun problema! Zack avrebbe sicuramente trovato qualcosa per tirare su Cloud e magari anche una ragazza. Si sentiva ottimista, nonostante tutto: Cloud era una persona meravigliosa, di certo gli aspettava un futuro radioso e felice, doveva solo raggiungerlo.

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Capitolo 10
*** Il Messaggero. ***


Capitolo 10 - Il Messaggero.

Capitolo 10 – Il Messaggero.

 

Quella notte, la festa partì dal castello e si propagò per tutta la Capitale. E di motivi da celebrare così allegramente ce n’erano eccome! L’ingresso a corte di tre nuovi sciamani, il fidanzamento della principessa del regno, Tifa col principe Loz e lo scampato pericolo dell’attacco del Sagittario.

Tutte le strade erano piene di saltimbanchi, burattinai, giocolieri, mangiafuoco e di persone (anche di diverse razze) che danzavano, si divertivano, socializzavano e camminavano tra le varie carovane dei mercanti straordinariamente in attività.

“Comprate qui i vostri amuleti! I vostri balocchi! Solo qui potrete trovare tutto quello che vi occorre! Da Antonio! Venite da Antonio!”

Cloud trovava molto fastidiose le urla dei mercanti ma ormai la sua bella Capitale ne era completamente invasa!

Tra una carovana e l’altra, intravide un ragazzo che si muoveva con fare sospetto, continuò a fissarlo e notò che rubò un sacchetto di monete da uno dei passanti. Senza esitare troppo gli si avvicinò, nonostante il fatto che quello, ormai, si stava per confondere tra la folla. Lo raggiunse e fermò la sua mimetizzazione bloccandolo dalla spalla, il ragazzo si liberò dalla presa, gli assestò un pugno alla bocca dello stomaco e cominciò a correre via. Cloud, dopo alcuni secondi, partì all’inseguimento. Giunsero in una zona un po’ più isolata, il ladro pensava di averla fatta franca e si voltò per constatare di aver seminato per davvero il suo inseguitore. All’improvviso, avvertì che  qualcosa gli stava bloccando il passo e si ritrovò a faccia a terra. Anche Cloud arrivò sul posto “principessa Yuffie! Quest’uomo…”

“Tranquillo, tranquillo, Cloud. Immagino perfettamente cosa può aver commesso questo sporco...ladruncolo…mollusco!”

Cloud cominciava a stranirsi dalla scena O.o

“Tu… uno sgambetto?” cercava di rimettersi in piedi “mi hai fatto uno sgambetto, come una stupida ragazzina?!”

La risposta fu un pugno al basso ventre che costrinse l’elfo (ora Cloud si era accorto delle orecchie a punta) a inginocchiarsi.

Lo stregone ci stava capendo sempre meno: come poteva qualcuno rivolgersi in quel modo ad una principessa? Realizzò di non essere l’unico a dare una certa confidenza ai regali, questa considerazione gli fece tornare in mente Tifa, quello che con lei era stato e quello che è ora. Non aveva avuto ancora occasione di incontrarla e non osava minimamente immaginarne l’eventualità.

“Sù…” Yuffie tese una mano verso il ladro col palmo verso l’alto. Egli  pensò che volesse aiutarlo a rialzarsi, questa sua ingenuità gli costò un calcio negli stinchi “idiota! Devi darmi quello che hai rubato.”

E’ vero che quell’uomo mancava di rispetto alla principessa, ma anche lei non scherzava! Cloud si godeva la scena incrociando le braccia soddisfatto, in preda a quella osservazione…ma…l’elfo aveva un volto familiare…

Vincent le restituì il maltolto “ah… questo allungherà il sequestro del tuo arco di Lacrima.”

“Cosa?? Non puoi farlo!”

“Certo che posso! Sono io la principessa, ricordi?”

“Hai detto arco di Lacrima?” si intromise Cloud.

“Sì, nonostante fosse un povero imbecille, è il possessore di un’arma di Lacrima.”

“Ma allora… sei stato tu ad attaccare me e Zack nella foresta!!”

Gli occhi dell’elfo si sgranarono e si fiondò sul biondo “tu… SEI LO STREGONE DEL GHIACCIO! DANNATO! Tu e il tuo amico avete ucciso quasi tutti i miei compagni!” lo afferrò per il colletto e gli ringhiò “se non fosse stato per voi, sarei sicuramente riuscito a mettere a sacco la Capitale!”

“Avrei dovuto farti fuori allora!!”

Yuffie tossì sonoramente per attirare l’attenzione dei due “bene…quindi hai anche attaccato due membri della corte. Ma complimenti! Dì pure ‘ciao’ al tuo bell’arco.” Se la rideva.

Vincent riservò a Cloud uno sguardo indemoniato “da…n-na-to…”

“E così tu saresti Cloud.” La ragazzina gli si avvicinò incuriosita “wow, ora che ti vedo da vicino, devo dire che sei proprio carino!” gli riservò un grande sorriso.

Anche Cloud sorrideva, seppur imbarazzato, non sapendo cosa dire ‘ma cosa ho con i regali, iooo???’

“Ha la faccia da pesce lesso…”  la principessa zittì l’elfo con una gomitata nello stomaco.

“E’ da quando siete tornati che mia sorella ti cerca.”

Non è difficile immaginarsi che, a questa notizia, il ragazzo cambiò completamente espressione.

“Cosa vuole?” disse duramente.

“Hey, porta rispetto alla principessa Tifa, tu…”

Ma lo stregone gli assestò un pugno in faccia, lui che poteva arrivarci con l’altezza…(ma quante ne stava prendendo quella sera, Vincent!)

“Perdonatemi, principessa, ma volevo farlo già da prima…”

“Tranquillo, tranquillo…” disse mentre si grattava un orecchio.

Se l’aspettava una risposta del genere.

“Oh, mia principessa, che modi regali di fare le pulizie…” ironizzò Vincent.

“Chiudi il becco, stupido mollusco… mi fischiano le orecchie!”

 

 

Al Lago delle Anime, il frastuono della festa era di mero sottofondo. I colori di quel posto hanno la particolarità di essere percepiti sempre con la stessa luminosità, sia di giorno che di notte. Lo specchio d’acqua aveva il colore dei glicini e, la spuma che di tanto in tanto si generava a causa delle leggera brezza, era dello stesso colore dei fiori di ciliegio; entrambe le tinte sembravano provenire dalla punta di un pastello e pareva che un tocco leggero le avessero posate tra le onde. Vi erano due enormi salici piangenti posti su sponde opposte e molto distanti l’uno dall’altro: i loro tronchi erano di un argento delicato, pareva si sostenessero su un turbine di fumo scintillante; le chiome erano anch’esse scintillanti ma il loro colore era quello della neve.

“E’ magnifico!” disse con un sospiro Aeriht percorrendo il ponticello che li avrebbe portati sull’altra sponda.

“Qui, vengono commemorati i più grandi eroi del nostro regno.” Spiegò Zack cercando di indicare con un movimento abbastanza ampio l’intero posto.

Dal punto in cui si fermarono ad ammirare lo spettacolo, al centro del ponticello, si aveva uno dei due salici alla propria destra. Solo allora, Aerith scorse, tra la chioma dell’altro salice, quello più lontano, una piccola cappella formata da colonne poste in cerchio e una piccola cupola; era stata costruita tra le acque. Rimase senza parole.

Zack, osservando la direzione dello sguardo di lei, cercò capire quello che stava vedendo. Si morse il labbro, chinando il capo.

“Aerith…i-io…ecco…”

Fu interrotto dal rumore di un debole tonfo nell’acqua.

“Cos’ è stato?”

Il ragazzo scosse la testa.

Aerith si avvicinò al corrimano del ponticello e si sporse; ma quando allargò le braccia per appoggiarsi meglio, le sue mani finirono in uno spazio vuoto e rischiò di scivolare nel lago. Zack l’afferrò prontamente per il braccio e poi la tirò a sé, cingendole anche la vita. I due si ritrovarono praticamente abbracciati: Aerith avvampò!

“Per…perdonatemi…io ho…perso l’equilibrio ” disse liberandosi delicatamente dalla presa “devo essere scivolata.”

Dando le spalle al soldato, notò che parte del corrimano era letteralmente distrutto “..o forse no..”

“Ahah!” che strano effetto aveva quella ragazza su Zack, lo inteneriva e lo eccitava allo stesso tempo! “Questo, invece, è il segno della lotta tra la principessa Yuffie e un criminale. Naturalmente è stato fatto prigioniero.” Ci stava provando gusto a fare da ‘guida turistica’.

“Come ci si aspetta dalla principessa guerriera, Yuffie!”

“Già…dovranno ripararlo prima o poi.”

Di nuovo quel tonfo.

I due si guardarono: gli occhioni di Aerith lasciavano trasparire la sua perplessità, Zack invece sorrideva beffardo “Seguitemi.” Le tese una mano e l’accompagnò fino all’altra sponda, poi si diresse ai piedi di un lampione che si trovava alla fine del ponticello e, quando fece ritorno dalla sua amica, aveva in mano un pezzetto di pane secco.

La ragazza lo fissò interrogativa.

Il soldato sollevò il pezzo di pane all’altezza del volto di lei sussurrandole “ecco svelato il mistero.” E gettò il pezzo di pane nel lago.

Pochi secondi dopo,  un cigno passò l’arco del ponticello e si diresse verso la propria cena. Le sue piume primarie erano dorate come i disegni di nodi celtici che figuravano sulle enormi piume poste alla coda, queste lo facevano rassomigliare  a un pavone ma, una volta osservata l’eleganza con la quale scivolava sull’acqua, si capiva che non poteva che trattarsi di un cigno.

Aerith ne fu incantata e lo notò anche Zack, che non aveva tolto lo sguardo dal suo volto nemmeno per un istante, cogliendone ogni minimo mutamento d’espressione.

“Avete ancora intenzione di trasferirvi?”

La sciamana fece cenno di sì “chiederò il permesso ufficiale in questi giorni, ma ne ho già parlato con Ezechiel.”

“Volete davvero lasciare la Capitale per la corte di un feudatario?”

Aerith sorrise “Sarò più vicina al mio villaggio, alla mia famiglia…”

Il viso del Capitano si rabbuiò.

“Mi manca così tanto.”

Gli faceva davvero male sentire quelle parole: rendevano il suo compito ancora più difficile “Aerith…c’è…c’è una cosa che devo dirvi.”

L’aver catturato completamente la sua attenzione lo imbarazzava quasi “Ecco…i…” non ce la faceva, le parole si rifiutavano letteralmente di uscire dalla bocca. Fece un lungo respiro “mi dispiace dirvelo così…ma… non sarà possibile recarsi nella zona nord del regno.”

“Cosa?...in…in che senso?”

Zack interpretò quella domanda come un ‘perchè’  “non è rimasto più nulla in quei luoghi.” Il soldato parlava lentamente, nel vano tentativo di rendere la notizia meno dolorosa “gli attacchi del Sagittario hanno distrutto tutto.”

Gli occhi di Aerith cominciarono ad arrossirsi, l’aria si rifiutava di passare tra le corde vocali. Tuttavia, dava l’impressione di chi volesse saperne di più.

 “Non…” la voce di Aerith era interrotta da singhiozzi “non ci sono superstiti?”

“Oh sì, sì che ci sono superstiti.” Cercava in tutti i modi di infonderle speranza “ma purtroppo, alcuni sono stati trasferiti in altri feudi.”

La ragazza sembrava volesse dire qualcosa ma fu il capitano a continuare a parlare “so dove sono stati fatti trasferire i superstiti di Midgar. Possiamo andare a cercare la vostra famiglia quando volete. ”

Lo aveva fatto per lei? Si era informato per lei? L’avrebbe davvero accompagnata? Aerith si aggrappò a questa speranza e, il sostegno dell’amico, sembrava renderla più forte. Non sapeva il perché riusciva a fidarsi di Zack, lei che è sempre stata abituata a non dare credito alla gente. Bhè…non completamente: c’era qualcosa in lui che le pareva impenetrabile, un lato oscuro che non la rassicurava. Ma, ora come ora, i pensieri che si fecero spazio nella sua mente erano tutti rivolti ai suoi cari, li avrebbe ritrovati per davvero?

Il capitano sembrava aver udito i suoi pensieri; le accarezzò il volto con le dita, scostò alcuni ciuffi di capelli davanti agli occhi per poi poggiarle delicatamente la mano sulla guancia “io ci sarò, per te… intesi?”

Quelle parole le sciolsero il cuore, era esattamente ciò di cui aveva bisogno: non sentirsi sola. Portò una mano sul dorso di quella che Zack aveva sulla sua guancia e si abbandonò alla dolcezza di quel tocco.

 

 

 

Le lontane montagne del regno di Corel, dall’altra parte dell’oceano,  erano rosate per via dei raggi del sole dell’alba.

Un mezz’orco, dalla pelle scura e vestito di pelli, si divincolava tra i sentieri rocciosi del luogo, trasportando della legna. Aveva due polsini di pelle ad entrambi gli avambracci ed erano collegate all’armatura che aveva al torace, con delle catene di media grandezza, un’altra coppia di catene si diramava fino agli stinchi, anch’essi protetti da un’armatura di cuoio.  Si prese un attimo di meritata pausa: poggiò il carico che aveva alle spalle e si sgranchì le ossa. Il silenzio sacrale del paesaggio fu interrotto da una specie di miagolio. L’uomo si ripulì prima le orecchie e poi cercò di capire da quale direzione provenisse il suono: era praticamente sotto di lui. Si sporse dal dirupo e vi trovò il cucciolo di una specie di lupo…arancione. Era appeso ad uno dei rami che fuoriuscivano dalla roccia e sarebbe sicuramente caduto da lì a poco. Il montanaro non ci pensò due volte e si calò sul pendio fino a raggiungere il cucciolo. Lo recuperò senza grandi fatiche, era sicuramente abituato a scalare le vette e, quando risalì, si ritrovò di fronte un esemplare adulto della stessa specie che cominciò a ringhiargli contro, probabilmente era il padre. L’uomo cercò di chiarire l’equivoco, facendo cenno con la mano libera di stare calmo…come se l’animale potesse capirlo.

Quando gli si avvicinò il lupo adulto cominciò ad abbaiare visibilmente adirato. A quel punto l’uomo si inginocchiò, gli porse il pargolo girandolo da un lato e mostrandogli che era ferito. L’animale sembrò calmarsi, il cucciolo fu adagiato delicatamente a terra tra una carezza e l’altra. I due ‘adulti’ si guardarono negli occhi, come a cercare di comunicare. Il padre del cucciolo, si avvicinò ma, poco prima di aver raggiunto il suo figlioletto, una striscia infuocata solcò il sentiero impedendogli di andare oltre.

L’uomo inizialmente sussultò, poi si affrettò a recuperare il cucciolo. Si voltò alla sua destra, da dove erano partite le fiamme, e vide un guerriero; la sua spada era ancora infuocata ‘un’arma di lacrima’ pensò. Quando i loro sguardi si incrociarono, il guerriero agitò la sua spada e la linea infuocata circondò l’esemplare adulto.

“Cosa fai?? Fermati!!”

“Mi procuro la cena…non si vede?”

“Non puoi mangiare lui!” detto questo, colpì violentemente la terra ai suoi piedi con un pugno. Le rocce fuoriuscirono dal terreno, distruggendo il sentiero, cercavano di trafiggere il guerriero ma questo schivava ogni colpo e, di tanto in tanto, lanciava dei fendenti per distruggerne alcune. Il cerchio di fuoco attorno al lupo era scomparso, questo si avvicinò al montanaro.

“Presto! Prendi il cucciolo e scappa!” l’animale prese il cucciolo tra i denti e si dileguò.

“Parli anche con gli animali? Oltre a possedere un’armatura di Lacrima?”

“Per noi quelli sono animali sacri. E tu non sarai più in grado di cacciare!” batté un piede a terra e si formò una fossa sotto il guerriero. Riuscì però a risalirla con un salto avvolto da fiamme e si ritrovò davanti all’orco con la lama della spada alla sua gola.

“Lo sai che, una volta tolto di mezzo te, ritroverò quel lupo e lo ucciderò lo stesso, vero?”

“Sarà Barret a uccidere te!” dal suo pugno fuoriuscirono dei rami che avrebbero dovuto trafiggere il guerriero, ma questi li tagliò, bruciandoli con la sua lama incandescente.

“Ahahaah! A quanto pare, non è così che stanno le cose.”

Il mezz’orco cominciava davvero a detestare la presunzione di quel guerriero.

“Ti propongo un accordo.” Ripose la spada ne fodero e Barret, anche se in maniera incerta, abbassò la guardia.

“Io lascerò in pace le vostre bestie sacre, e tu…” lo sguardo dell’altro si fece minaccioso. “…dovrai trovarmi un uomo.”

“Barret non accetta ricatti da uno come te.”

“Dovresti farlo, invece. Non lo hai ancora capito che potrei radere al suolo le tue belle montagne, se solo volessi?”

Barret ringhiò tra i denti pieno di rabbia.

“Lo prendo come un ‘sì’.” Fece il guerriero superbo e gli lanciò una pietra trasparente intagliata come un diamante e grande quanto il pugno di un bambino.

Appena Barret ebbe tra le mani la pietra, gli vennero davanti le immagini di un uomo che non aveva mai visto in vita sua.

“Quello è l’uomo che devi cercare, quando imparerai ad usare questa pietra, ella ti indicherà anche la strada da percorrere.”

“Che stregoneria è mai questa…”si chiese tra sé il montanaro.

Il guerriero diede al mezz’orco anche una collana fatta di catene con al centro un grande triangolo vuoto con la punta rivolta verso l’alto. “Una volta che lo avrai trovato, fai in modo che indossi questa. Lui capirà.”

“Meno male…perché Barret non sta capendo niente.”

“Ahahah!!!” il guerriero si avvicinò al montanaro, il suo sguardo era cambiato, sembrava quasi gioviale “fai in fretta, amico mio…”

Barret non riusciva a capire se era riuscito a rassicurarsi da quel ‘amico’ almeno un po’, o se stava per piombare nel terrore più assoluto “…non c’è più tempo, ormai.”

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Capitolo 11
*** Verso Nord. ***


Capitolo 11 - Verso Nord.

Capitolo 11 – Verso Nord.

Il regno di Neàlbahd aveva conosciuto periodi più sereni, ma la vita continuava ricercando quella normalità che si era persa da diverso tempo, ormai. 

“COSA?? Arriveranno oggi?” Zack era letteralmente preso dal panico.

“Esattamente…” Angeal provò ad interpretare il dissapore del proprio figlio: “qualsiasi cosa tu abbia detto o fatto, sappi che dovrai trovarti in questo castello per il loro arrivo, chiaro?”

Detto questo, si allontanò col suo solito passo marziale, lasciando Zack a rimuginare sulle sue pene. Cloud provò a trovargli qualche altra cosa a cui pensare “La situazione sarà davvero critica, se sono stati convocati anche loro.” Ma riuscì solo a peggiorare le cose: Zack era disperato!

“E’ critica sì, amico mio. E non sai quanto.” Loz entrò in scena da una delle arcate  del castello poste alla loro sinistra; una volta raggiunti i due, lasciò che una bifora li separasse evitando accuratamente il cono di luce che da essa si irradiava.

Zack, d’istinto, si mise sull’attenti ma, subito il principe gli sorrise “andiamo andiamo…quante volte devo ripeterti che non è necessario!”

“Scusami…ma sai com’è…è un gesto istintivo!” disse il Capitano mettendosi una mano dietro la nuca.

Cloud cominciava ad invidiare la giovialità e la spigliatezza dei due.

“Ad ogni modo” riprese la parola il soldato “hai qualche altra ‘notizia riservata’ da poter spifferare?”

“Bhè…in effetti sì e, come vi stavo dicendo prima, non è nulla di buono.”

 

Vincent si appoggiò violentemente al davanzale dell’unica finestrella della sua cella, l’aria iraconda e qualche livido sparso per il corpo completavano il quadretto di quella ‘conversazione’.

“Quindi è così che stanno le cose… Loz è qui.”

“Sì sì… le cose stanno così. E io in tutto questo cosa dovrei fare?”

La voce si concesse qualche secondo per riflettere; la risposta che ne uscì fuori fece sobbalzare di terrore il prigioniero.

“Dovrai partecipare anche tu alla spedizione.”

“COOSA? Stai scherzando, vero? Primo, non avranno bisogno di me. Secondo….non…si fidano di me. Non mi permetteranno mai di prendere parte, così attivamente, ai loro affari.” 

“Sembra quasi che te ne dispiaccia…”

“Non essere ridicolo!”

“Ahahah! Non sono di certo io quello ridicolo, qui.”

“Senti un po’, pezz…”

“Avrai la tua occasione per dimostrare lealtà al regno di Nèalbhàd. Fidati di me.”

“Cosa intendi dire?”

“Cos’è che non capisci in ‘con chi è che stai parlando’?” Yuffie era alle spalle di Vincent, l’elfo trasalii per lo stupore e si voltò di scatto “Yu-yuffie! Mi hai fatto prendere un colpo!”

“Fidati, eri molto più raccapricciante tu che parlavi da solo.”

“Sei in ritardo stamattina, mia principessa.”

“Assolutamente no, sei tu il ritardato qui.”

Vincent stava cominciando a stufarsi del trattamento che gli riservava la principessina, ma ci stava anche facendo l’abitudine, ormai “sempre più gentile e onesta…”

“Smettila di ciarlare e seguimi, ci sono dei preparativi da fare.”  

 

Al tramonto, Aerith era seduta, a gambe incrociate, sulla sponda del Lago. Quel luogo la faceva stare davvero bene, riusciva a tranquillizzarsi e a concentrarsi, ecco perché si era ripromessa di tornarci. Aveva sulle gambe un librone antico e polveroso, dalla copertina carminio, ogni volta che girava una delle enormi pagine starnutiva ripetutamente e cercava di non inalare la polvere alzatasi mettendosi delicatamente una mano avanti al naso. La scena divertiva molto Zack che, sdraiato al suo fianco, si appoggiava col gomito sul manto erboso e, di tanto in tanto, se trovava qualche ciottolo, lo gettava nelle acque del Lago.

“Una guerra?” chiese Aerith quasi terrorizzata, voltandosi di scatto verso l’amico.

“Sì…ma queste sono notizie riservate, mi raccomando! Non vorrei far passare un guaio al principe Loz.”

“Stai tranquillo….ethcì!”

Zack sorrise, intenerito dall’ennesimo sternuto della ragazza. Notò con piacere che cominciava a dargli del tu “Mi dispiace che le nostre ricerche debbano cominciare dopo la spedizione.”

‘le NOSTRE ricerche’ Aerith sperò con tutto il cuore di non essere arrossita a quell’affermazione. Il sapere che il soldato stava prendendo a cuore il ritrovamento dei suoi parenti, nonostante una guerra imminente, la inteneriva fino a farla sentire in colpa. “Non dire così. E poi…questa spedizione alla zona nord potrebbe comunque tornarmi utile.”

“Già… è per questo che Ezechiel ti ha convocata, no? Dopo circa un mese che è stato posto il divieto, sarà di nuovo possibile recarsi nel settentrione.”

“So che anche un altro mago è natio di quella zona e vi fa ritorno dopo circa sei mesi.”

“Francamente, di lui non mi importa un gran chè…” disse senza staccare gli  occhi da quelli di lei.

Improvvisamente, la quiete che li circondava si infrange da acclamazioni del popolo e, subito dopo, un forte vento comincia a soffiare.  Zack si da la spinta col braccio che aveva poggiato a terra e si mette in ginocchio “oh, no… non dirmi che…”

“Cosa succede?”

“Sono arrivati…”

“Chi?”

Il capitano invitò l’amica ad alzare gli occhi al cielo, pochi istanti dopo, tre grandi draghi sovrastavano il Lago e attraversarono le mura del castello per dirigersi verso la loro Caverna.

“I Cavalieri dei Draghi!” Aerith sembrava una bambina.

Zack, invece, si era schiaffato la mano in faccia…questioni in sospeso.

 

 

 

In una calda foresta lontana un mezz’orco è alle prese con le zanzare e con la sua missione, cantilenando “come si usa, come si usa…Barret non la sa usare questa cosa!”

E getta la pietra trasparente a terra. Se ne pentì subito dopo e, sperò con tutto il cuore che non si fosse rotta. Si chinò per terra e frugò tra i cespugli alla ricerca della pietra magica. Questa, dopo alcuni secondi, cominciò a fluttuargli affianco e Barret sobbalzò alla scoperta.  Provò ad afferrarla, ma questa venne inghiottita da un’ombra circondata da piccole scariche elettriche.  Barret si mise subito sulla difensiva, ma l’ombra gli lanciò una delle scariche elettriche che lo colpirono e lo scaraventarono a terra. Il mezz'orco si rialzò subito, e fece allungare una liana  dal polsino destro della sua armatura di Lacrima. Il disperato tentativo di recuperare la pietra fluttuante all’interno dell’ombra, si risolse con un altro attacco da parte di quest’ultima. Questa volta fu di fuoco, bruciò la liana fino ad arrivare al braccio di Barret, che cominciò ad imprecare dal dolore. Rotolandosi nel terreno umido, riuscì a spegnere le fiamme “dannate cose! Perché Barret si è ritrovato in una situazione simile?!”

L’ombra si stava preparando ad attaccare nuovamente Barret con un’altra scossa, ma fu fermata da un’esplosione di fiamme viola che la inglobarono in un attimo. Barret cercò con lo sguardo la fonte di quell’attacco, vi ritrovò il lupo arancione che aveva salvato qualche giorno prima. Sorrise ricolmo di gratitudine, nel frattempo, l’ombra si irradiò formando un piccolo cono di tenebra che si dileguò verso l’alto. La pietra magica, il dono di quel guerriero superbo e ‘mappa’ della sua missione, cadde a terra con un tonfo sordo.

 

 

 

 

Quella sera, l’atmosfera al castello era frizzante: dopo alcuni anni di missioni e guerre, i tre cavalieri dei draghi erano tornati alla loro patria. Da un lato, quest’evento reca immensa gioia, ma dall’altro è segno di un pericolo enorme che incombe sul regno.

Nell’ala riservata al Consiglio dei Maghi, la giornata di lavoro si era conclusa ed erano tutti ansiosi di rivedere o di incontrare per la prima volta i nuovi “ospiti”.

 

Castelli, maghi, nobili guerrieri e principesse (e da ora anche draghi)…per una giovane fanciulla di un piccolo villaggio periferico come Aerith, ogni giorno trascorso alla Capitale era magico. Anche se percorreva quei corridoi da diverse settimane, si perdeva nei dettagli di quell’architettura come la prima volta che varcò quella soglia. Notò, infatti, quasi subito la figura umana appoggiata ad una delle semicolonne che la fissava “prin-principessa…” si sbrigò ad abbozzare un inchino.

“Aerith…io….dovrei parlarvi.” Fece poi cenno di seguirla.

Aerith capì poco dopo di cosa avrebbe potuto parlarle la principessa Tifa, ricordandosi della sua visita all’ala del Maghi il giorno prima. Ricordava perfettamente i ripetuti tentativi di lei per farsi ascoltare da Cloud. Ricordò anche l’inaspettata reazione di lui, la sua rabbia e la sua consequenziale ‘fuga’ dal castello.

Insieme alla principessa, raggiunse il campo d’addestramento dei soldati, a quell’ora completamente deserto. La brezza che soffiava, era abbastanza forte da riuscire a sollevare un po’ di sabbia chiara del campo, ed abbastanza fredda da far accapponare la pelle.

Tifa si voltò di scatto, facendo sobbalzare la sciamana “sono…molto…imbarazzata a chiederti certe cose ma…” sospirò, facendo spallucce : era evidente che non aveva la minima idea di cosa dire, ma sapeva di sicuro cosa volesse. “Cloud!” si ritrovò ad urlare. “non…non so come…non so…riuscire…a parlarci.”

Aerith annuì sorridendo imbarazzata: non era sicura che sorridere fosse una buona idea, ma le veniva spontaneo.

Nemmeno Tifa era sicura che chiedere aiuto fosse una buona idea, ma lo avrebbe fatto lo stesso; Aerith l’ anticipò.

“Non so se tentare di nuovo di parlargli sia la cosa giusta da fare, almeno per ora.”

“Lui non…non ti dice niente? Non ti ha…raccontato nulla?”

La sciamana fece cenno di no con la testa. “non so cosa potesse essere successo tra voi ma, a essere sincera, non pensavo che uno come Cloud potesse arrabbiarsi così.” Di nuovo la convinzione di non aver detto la cosa giusta al momento giusto prese largo spazio nelle paure di Aerith. “è per questo che…io…credo che…”

“Dovrei lasciarlo perdere, almeno per ora.”

Annuì l’altra come se le avessero tolto dalle spalle un macigno.

Di sicuro, Aerith non si sarebbe mai aspettata che la sua prima udienza al cospetto della principessa avrebbe avuto questo tipo di temi; fu un po’ deludente ma, questo colloquio ‘umanizzò’  quel luogo ‘idilliaco’ che la circondava.

“Dal canto mio, potrei provare a parlargli ma…se dovesse decidere di non venire al Consiglio…”

“Zack!” nominò Tifa come chi fosse stato illuminato da un’idea geniale. “Voi…vi…insomma, state legando, no? potreste chiedere a lui…”

Il solo sentirselo nominare fece avvampare la timida sciamana, che cominciò a balbettare; ma, fortunatamente per lei (forse), arrivò una terza voce a salvarla dall’imbarazzo stratosferico di quel momento “Zack, Zack, Zack…possibile che tra le giovani pulzelle di questa città non si nomini nessun’altro?”

Una ragazza atletica, dall’armatura e i capelli rossi, fece il suo trionfale ingresso con movenze da ‘indomita guerriera’.

Gli occhi di Tifa si illuminarono e le corse incontro “Cissney!!!”

Il loro abbraccio fu lungo e sincero, cominciarono a ridere e a guardarsi, incredule l’una dell’altra.

Cissney, una dei tre Cavalieri dei Draghi era lì davanti a lei, una leggenda vivente: Aerith aveva le lacrime agli occhi.

“Oh dei! Ora sembri davvero una principessa!”

“Quando sei arrivata? Perché non vi siete fatti annunciare? Vi avremmo accolto come meritavate!”

“Ma stai impazzendo o cosa? Ci lanciavamo il fango addosso qualche anno fa!”

“Ahahah! E’ vero…quanto tempo è passato!”

“ E quante cose sono cambiate dall’ultima volta! Un sacco di facce nuove!” e si decise a rivolgere lo sguardo ad Aerith; questa, intimorita, non perse tempo e si inchinò “mi…mi chiamo Aerith, sono una Sciamana di corte.”

“una…sciamana…” la voce di Cissney sembrava provenire da un demone.

Tifa si intromise cortese “sì! E’ uno dei nostri ‘ultimi acquisti’, la più carina, a mio avviso!”

“Non solo per te, a quanto pare…” la guerriera si faceva sempre più inquietante, Aerith indietreggiò istintivamente e Tifa si fece timorosa.

“Cissney…hai…hai incontrato Jane prima di venire qui?” il silenzio, o meglio, il ringhio della rossa acconsentirono.

La principessa si schiaffò il palmo sulla fronte, Aerith era sempre più estranea al tutto e sempre più preoccupata per la propria incolumità: di qualsiasi cosa si stesse parlando, di sicuro era lei quella di troppo.

“così è lei LA sciamana.” Disse Cissney, fissando Aerith dalla testa ai piedi.

Se Aerith era rimasta impietrita dal ‘terrore’; Tifa era in preda a mille convulsioni dovute a chissà quale miscuglio di emozioni.

“Ci-Cissney…che ne dici se ci facessimo un giretto al Lago, come ai vecchi tempi?”

“E’ per lei se quello stronzo mi evita come peste?”

“Cissney…” Tifa provò a portarla via con sé, ma quella rimase lì immobile e si avvicinò ad Aerith

“E’ una sciamana, ti rendi conto? Vuol dire che è vergine!” Aerith trattenne il respiro.

“Cissney!” la rimproverò Tifa battendo un piede.

La guerriera si mise di fianco alla sua vittima per fissarla meglio “come può un uomo sano farsi le seghe pensando questa faccia?”

La ragazza sprofondò nel suo rossore, ma l’altra proseguì il suo discorso “giusto, lui non è sano…è un pervertito! Se quello fosse stato una femmina sarebbe stato una ninfomane! Quella troia di Zack! Che cos’ho io che non và? Tu…” si riavvicinò a Tifa “tu, se fossi uomo, non te la faresti una come me?”

“Smettila di dire cazzate…”

Cissney sembrò rinvenire “hai ragione” sorrise amareggiata “sai una cosa? Io e lui abbiamo gli stessi gusti… Anche a me piacciono quelli vergini!”

Tifa stava cominciando a stufarsi “siete due ninfomani del cavolo, è per questo che andavate d’accordo… tempo fa…”

“Credo di averne conosciuto uno, prima di uscire qui…era così carino! Mi hanno detto che è uno stregone e non lavora qui da molto tempo…quanto mi piacerebbe fargli una…”

“Dove andava??” la interruppe Tifa

Quella richiesta lasciò di stucco la guerriera “mmm…bho…. Verso ovest, credo.”

“... Al promontorio!” e corse via euforica.

Aerith era rimasta a bocca aperta completamente assorta; appena Cissney le rivolse lo sguardo e, soprattutto, quando materializzò di essere rimasta sola con lei, riprese a scorrerle il terrore nelle vene.

 

La luce di una nuova alba pareva riuscisse a illuminare le tensioni di quel momento. Il re era già all’opera da alcune ore, troppe erano le ansie; era lì, nascosto tra il merletto della torre sud, quella dell’ingresso, che osservava la formazione del corteo della spedizione che sarebbe partito di lì a poco. L’uomo che convocò al suo cospetto, gli venne incontro dalla sua sinistra; il rumore della sua armatura echeggiò in quel silenzio innaturale. Si inchinò con deferenza “mio re, sono ansioso di ricevere la nuova missione.”

“Prima di qualsiasi altra cosa, Sir Rudo, voglio che mi promettiate che userete la massima discrezione riguardo quello che sto per dirvi.”

 Il Cavaliere dei Draghi si alzò solenne, in attesa della continuazione del discorso del re.

“Si tratta di mio fratello, Genesis.”

A quel nome, gli occhi del Cavaliere si sgranarono “Ge-genesis è... vivo?”

“Ahah! Certo che è vivo!” il re riacquistò la sua solita espressione gioviale, ma distaccata. “Sono sempre stato in contatto con lui, anche se in segreto.” Il re decise di voltarsi in modo da poter parlare faccia a faccia col Cavaliere “sto per dirvi dove si trova, vi ci invierò, mi aspetto che gli riferiate un messaggio della massima urgenza e segretezza: la questione è estremamente delicata.”

“Sono onorato per la fiducia che riponete in me, vostra Maestà. Non vi deluderò.”

Il re si concesse qualche secondo, di nuovo osservò i preparativi della partenza “mi spiace molto dovervi separare dagli altri Cavalieri. Ne converrete con me che…questa non è una missione come le altre: meno persone conoscono il nascondiglio di Genesis e meglio sarà per tutti.”

Si sfilò un piccolo medaglione, che aveva nascosto sotto le vesti “dovrai dirgli di esorcizzare le sue montagne, lui capirà.”

Porse al cavaliere il medaglione: era rotondo, all’interno vi era incastonata una croce celtica con un unico braccio in oro, il resto era d’argento. Quando l’oggetto fu posto nel palmo di Rudo, la croce cominciò a roteare lentamente, fermandosi poco dopo “Sir Rudo, dovrete seguire il braccio d’oro della croce, quello vi indicherà la via per il nascondiglio di Genesis; sarà la vostra…bussola.”

Il Cavaliere era esterrefatto, quasi intimorito ma deciso “sarò di ritorno nel più breve tempo possibile.”

Il re gli annuì soddisfatto, l’altro si inchinò e partì per la sua missione.

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Capitolo 12
*** Le Spedizioni. ***


Capitolo 12 - Le spedizioni. Capitolo 12 – Le spedizioni.
“E cosa sarebbe questo?” Vincent era visibilmente stizzito.
“E’ un arco…con una faretra, non si vede?” Yuffie, forse per la prima volta, dava l’impressione di essere imbarazzata.
“Intendevo, cosa devo farci?”
“Potresti mangiarli a colazione!”
L’elfo sbuffò, indossando la faretra. La principessina continuò a parlare voltando le spalle all’amico “so che non è il tuo arco ma… è un modo per ringraziarti.” Allora si voltò fissando negli occhi l’altro “devo ancora tenerti sott’occhio, è per questo che verrai alla spedizione, ma… voglio cominciare a fidarmi. Anche perché, non sarei in vita se non fosse stato per te.” Disse senza sorridere, roteando in continuazione gli occhi da un lato ad un altro; senza troppe cerimonie, girò i tacchi e si allontanò dirigendosi verso la prima fila del corteo.
Mentre furono in marcia, Vincent pensava ripetutamente a ‘ quell’ incidente’  accaduto soltanto il giorno prima. A chi non sapesse cosa ci fosse dietro, doveva sembrare un semplice gruppo di briganti, sceso dalle montagne per saccheggiare i villaggi fuori le mura del castello. Un gruppo di briganti davvero troppo potente, tant’è che neanche la principessa guerriera riusciva a tenergli testa, l’intervento del prigioniero sarebbe stato, quindi, decisivo non solo per la vittoria, ma anche per salvare la vita di Yuffie. All’inizio, la principessa si sentiva umiliata, ma poi avrebbe riconosciuto il valore delle gesta dell’elfo-ladro. Vincent, di rimando cominciava a sentirsi un verme: sapeva che quella era una messa in scena ideata magistralmente dalla voce. Avrebbe dovuto essere soddisfatto del successo del piano, invece…
 
 “Aerith! Finalmente… mi spieghi che fine hai fatto in questi giorni?”
“No…no…nulla! Sono stata molto impegnata coi preparativi per la spedizione.”
Ma a Zack, qualcosa non quadrava “ah…ehm…si…si vede. Hai una faccia…cioè…stanca.”
“ho così una brutta cera…” si poggiava la mano libera sulla guancia, nel tentativo di coprirsi il volto.
“no-no….” si affrettò ad aggiungere Zack “solo…” e si indicò col dito l’orbita intorno all’occhio.
“lo immaginavo…”
“dormito male?”
“magari avessi dormito.”
“ahah! Cosa ti è successo?”
La risposta di Aerith arrivò in fretta, troppo in fretta “niente! Niente!”
Sorvolò le loro teste uno dei Draghi di corte, tra le acclamazioni generali, a Zack non sfuggì la domanda e la punta di terrore di Aerith “è lei??” disse afferrando con entrambe le mani il bastone.
“No, è Reno. Lei…” realizzò che Aerith non avrebbe dovuto conoscerla, in nessun modo! Si ritrovò, quindi, a condividere il terrore dell’amica “vi…vi siete incontrate???”
Quegli occhioni, che di solito esprimevano dolcezza, lasciavano ampiamente intendere la risposta. Il Capitano non poté fare altro che schiaffarsi entrambe le mani in faccia, quasi a sottolineare quanto avrebbe voluto che non fosse mai successa una ‘sciagura’ simile.
 
 
Anche dopo diversi giorni di marcia, l’espressione pensierosa e l’atteggiamento solitario di Cloud erano rimasti invariati. Continuava ad accarezzare la Lacrima incastonata nella sua collana, rimuginando sull’ultimo incontro con Tifa; il primo, dopo la scoperta del suo matrimonio combinato col principe Loz, in cui erano riusciti a parlarsi in maniera pacifica. Cosa si dissero quella sera, Cloud non sarebbe in grado di riportarlo, parlarono del più e del meno, come se nulla fosse successo, finché lei sussurrò la frase che più di tutte avrebbe ferito il giovane stregone: “mi dispiace”. Dovette faticare non poco per evitare un’altra esplosione di rabbia. Voleva solo capire, capire se ‘le dispiaceva’ per averlo illuso, oppure se era triste perché tra loro sarebbe dovuto finire tutto, ma era rimasto in silenzio. Insomma, era in preda alla sua prima effettiva delusione amorosa, non avendo avuto modo di ‘imparare’ anche questo tipo di cose, non sapeva come affrontarle (ammesso che si possa ‘imparare’ ad affrontarle). L’ennesimo sospiro fu accompagnato dall’alt: avevano raggiungo il confine in cui era stato posto il sigillo.
“Dichiaro nuovamente accessibile questa zona, ai fini della nostra spedizione.” Detto questo, la principessa Yuffie, posta a capo di quella spedizione in abiti da guerriera, strappò via la pergamena che svolazzava al centro di una massiccia transenna in rame. I battenti di questa furono buttati giù da sei soldati, cosicché,  anche materialmente era possibile varcare quella soglia.
Lo scenario che gli si presentò davanti, non era certo dei più suggestivi. Probabilmente, quel villaggio che stavano attraversando era stato uno degli ultimi ad aver subito un attacco. Tutti sapevano che quella non poteva che essere opera del Sagittario, l’Agente Demonico della loro era (l’essere che rappresenta la maggior minaccia per la pace del mondo conosciuto): dava l’impressione di una cittadella abbandonata e arida. Le immagini che si affacciarono nella mente di Cloud, Zack, Angeal, Aerith e di quanti fossero stati presenti alla Cerimonia degli Sciamani, furono quelle dei corpi enormi, ossuti e rossastri di quegli uccelli infernali, i loro versi rimbombavano ancora nelle loro orecchie e parevano picchiare le loro tempie con dei martelli. Tornarono alle loro menti la foga e la violenza dei centauri, il loro cavalcare così pesante, da far tremare la terra sotto i loro piedi. Forse, era passato davvero troppo tempo, ma si aspettavano una devastazione ben peggiore, erano preparati alla più grande strage di innocenti a cui si potesse mai assistere. Era passato soltanto un mese dagli attacchi del Sagittario, per cui i corpi avrebbero dovuto trovarsi ancora lì, ma dei resti delle vittime, non c’era la minima traccia.
Altri due giorni di cammino e ricognizioni a ritmo serrato, trascorsero nella più deprimente assenza di eventi significativi. Quasi ci stavano facendo l’abitudine a vagare tra villaggi fantasma. Nulla, assolutamente nulla; un vuoto che snervava e rilassava al tempo stesso.
“Tu ed io abbiamo un conto in sospeso, biondino.” A Vincent non piaceva per niente Cloud. Il rancore che gli portava era davvero uno scoglio insormontabile.
Il  ‘biondino’  in questione non sembrava minimamente dare peso alle minacce dell’elfo “ancora con quella storia… Sei davvero seccante!” fece lui sbuffando.
“Un giorno te la farò pagare, sappilo!”
Cloud stava per replicare, questa volta più animatamente, ma un quadretto, tristemente noto, aveva catturato la sua attenzione: Zack discuteva con Aerith, nulla di nuovo se non fosse per l’atteggiamento che quest’ultimo aveva. Faceva ampi gesti, era nervoso, probabilmente stavano litigando, cosa che sorprese non poco lo stregone.
 
“Quello che sto cercando di dirti è che…non è che…ecco devi credere proprio a TUTTO quello che ti dicono. Insomma…non puoi essere così ingenua…”
“Zack, non è questo il punto. Non è quello che mi è stato detto il problema…”
“No? e allora quale sarebbe? Sentiamo…”
Aerith cercava in tutti i modi di evitare il suo sguardo, avrebbe voluto evitare quella discussione: Zack stava tremendamente fraintendendo ogni cosa.
“I-io….io non…”
Il soldato non aveva la minima idea di quello che gli avrebbe detto, una sola cosa era certa: l’inizio di quella frase non gli era per niente piaciuto.
“…non…ci so stare con altre persone.”
Gli sembrava una motivazione così stupida, essere preso per il culo in quel modo…una puntina i rabbia cominciò a scavare nel suo stomaco. “Aerith. Per chi mi hai preso? Vuoi farmi credere che…  rinunceresti a…” istintivamente indicò sé stesso. Non riusciva ad esprimersi a parole, usava gesti convulsivi per indicare lui e Aerith. Come definirsi?
“Zack, tu….credi che sia venuta al mondo il giorno in cui ci siamo conosciuti?”
“Cosa intendi dire?”
La sciamana sospirò lentamente, si morse le labbra: voleva smettere di parlare, ma si sforzò a continuare “lo sai come sono venuta a conoscenza dei miei poteri?” non lo degnava di uno sguardo, lui non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, nonostante stessero camminando.
“Successe nel giorno del mio nono compleanno. Ero entusiasta e raccomandai la mia famiglia di preparare una cena abbondante perché avevo invitato tantissimi amici. Finirono per entusiasmarsi più di me. Poi, arrivarono i miei amici, mi salutavano, mi davano gli auguri, mi parlavano…era tutto normale, no? non riuscivo a capire perché i miei genitori mi guardassero con aria tanto…strana. Sembrava avessero visto un fantasma.” Rise debolmente all’amarezza di quella battuta. “Zack, prova ad indovinare…quanti, tra quegli invitati erano persone…in vita?”
Il soldato non rispose, mentre la sciamana si incupì di colpo “nessuno. Nessuno di loro era vivo. Detto da un altro punto di vista: nessuno venne alla mia festa. Ed è anche normale, volendo. Una ragazzina che parla da sola senza saperlo è…estremamente inquietante. Ed è continuato ad essere inquietante, anche dopo che ho scoperto di essere una sciamana. Sai..le visioni…gli incubi…non sono un bello spettacolo nemmeno per chi ci è affianco. Dopo un po’...mi lasciano sempre parlare da sola… è così che finisce sempre. Io che parlo coi morti, ma che in realtà sto parlando da sola. Loro…sono così diversi dai vivi. Loro.. ti stanno accanto …i vivi ti abbandonano. Perché sei troppo strana, perché parli di cose strane, perché vedi cose strane. Non ti accettano, o meglio, lo fanno finché sono abbastanza lontani da te. ...  Lasciami perdere, Zack.”
Tutto quel preambolo per terminare nel più violento dei modi. A Zack pareva di non aver capito bene. Quello che invece stava cominciando a capire, era quanto dovesse sembrare stupido agli occhi di Aerith: non aveva di certo ‘dormito male’ per via dell’incontro con Cissney. Qualcosa stava cominciando a crollare, inesorabilmente.
“Co-cosa…”
“Capitano!” un soldato raggiunse Zack di corsa “siete stato convocato, signor Capitano” e si mise sull’attenti.
 Solo allora , i due si resero conto che il corteo si era fermato. Zack si voltò d’istinto verso Aerith, avrebbe voluto dirle così tante cose… Ma quella gli sorrise, sembrava un sorriso sincero, non vi avrebbe notato la malinconia che trasportava , se non avesse conosciuto quello squarcio di lei. Aveva la sensazione di trovarsi di fronte ad una statua di ghiaccio.
Si fece guidare dal soldato fin dove c’era bisogno di lui.
 
“Eziechel, lo sciamano, ha individuato delle…persone…sotto quelle macerie.” Il soldato teneva a stento il passo di Zack!
“Intendi persone morte, no?” il Capitano sembrava quasi seccato, aveva sicuramente la testa altrove, ma il dovere lo chiamava.
“S-si sisi… signor Capitano.”
Intanto avevano raggiunto la postazione, ad attenderlo c’era Angeal “d’ora in poi, impara ad essere reperibile e PRONTO in qualsiasi momento, mi sono spiegato?”
“Sissignore, non capiterà mai più.”
Angeal si aspettava quella frase, anche se detta in modo sarcastico; arrivò invece in maniera seria e marziale (cioè come avrebbe dovuto essere) ma così lontano dal modo di Zack… Passò tutto in meno di un secondo: c’era ben altro a cui pensare, ora.
“Non c’è dubbio: queste persone non sono state uccise dal Sagittario.” Lo Sciamano era di fronte ad una piccola casetta di legno crollata, gli assi erano bruciati e il terreno attorno all’abitazione carbonizzato. “Sono stati dei banditi, vestiti di nero in stile orientale, con il volto e il capo coperti da turbanti.”
“Sono loro…” Yuffie parlò prima a sé stessa e poi a chi le fosse affianco “sono gli stessi banditi che hanno attaccato la Capitale pochi giorni fa!”
A Vincent, che aveva appena raggiunto il posto, gli venne un colpo nel ricordarsi di quei banditi e del rapporto che intercorreva tra loro.
Un anziano mago di corte si intromise “a che scopo introdursi nella zona proibita?”
“Forse pensavano che, essendo una zona proibita a tutti, non ci avrebbero trovato nemmeno soldati…e non avevano tutti i torti, a quanto pare.” L’osservazione di Zack trovò seguito in quella di Yuffie “lo escludo. Se il gruppo di banditi è lo stesso che abbiamo incontrato alla Capitale, era formato anche da maghi…e molto potenti! Non agirebbero come sciacalli di basso rango.”
“La questione mi sembra chiara, a questo punto…” concluse poi Angeal “un incantatore non si unirebbe mai ad un gruppo di semplici criminali, ma di guerrieri. E, se lo ha fatto…vuol dire che ha uno scopo ben preciso. Probabilmente erano qui alla ricerca di qualcosa…”
“O del Sagittario stesso.” Sopraggiunse Ezechiel.
“Possibile.”
“Sir Angeal,…” Yuffie era quasi timorosa “allora…perché attaccare la Capitale?”
“Non saprei... Fatto sta che gli attacchi del Sagittario sono avvenuti all’estremo Nord, e noi siamo ancora lontani.” Detto ciò s’incamminò verso il corteo urlando “rimettetevi in riga! Riprendiamo la marcia.” In quel frangente, incrociò con lo sguardo Vincent; questo trasalì e cominciò a sudare freddo. Che abbia capito davvero tutto? Quell’uomo non era certo da sottovalutare. Cominciò a tremare di paura.
Ezechiel si avvicinava al Capitano Generale con movimenti leggiadri e ampi gesti “credo che sia meglio spostarci nell’ala est del regno…”
Vincent sentiva perfettamente quello che si stavano dicendo, ma preferì non ascoltare. Mentre tutti si incamminarono, Yuffie lo raggiunse “te li ricordi anche tu quei banditi, vero? erano così! Come ha detto lo sciamano…”
Anche se aveva chiesto aiuto a Vincent non aspettava le sue risposte; sembrava persa in un fluire di ragionamenti, ma alla fine, dovette abbandonare l’ardua impresa di capirci qualcosa.
“Angeal  ha ragione” il sentirselo nominare fece trasalire l’elfo.
“Una volta giunti al Nord, troveremo sicuramente altri elementi su cui formulare altre ipotesi.”
“E’…è questa la finalità della spedizione, no?”
La ragazza inarcò un sopraciglio, nel rivolgersi all’amico “Vincent Valentine che dice cose sensate. Sicuro di stare bene?”
“Ma guarda un po’ che mi tocca sentire!” cominciò a camminare più velocemente di lei, sorpassandola.
Ma quella sopraggiunse e gli assestò uno dei soliti pugni nei fianchi, il dolore lo fece accovacciare “se mi mancherai un’altra volta di rispetto e in pubblico, soprattutto, io…io…” stava cercando qualcosa di estremamente minaccioso da dire “mi dovrai portare in braccio!” e ci era riuscita!
 




Un piccolo stormo di rossastri uccelli mummificati attaccarono il cavaliere in volo, verso le montagne di Coen. Sir Rudo non si lasciò intimorire, il suo drago attaccò, con un getto di fiamme magiche, l'uccellaccio scheletrico più vicino; lo colpì in pieno volto e questi cominciò a cadere. Il cavaliere si accorse che un altro di quegli esseri stava per attaccarlo alle spalle, spronò il suo drago che volò più in alto e poi di nuovo in picchiata, compiendo una sorta di capriola. Quando giunsero abbastanza vicini, Sir Rudo unì il suo potenziale magico a quello del drago dando vita ad un contrattacco potentissimo che fece cadere ben due volatili nemici. Ma non ci fu tempo per esultare: altri due lo stavano per attaccare contemporaneamente. Nulla di più semplice: attese il momento giusto e riscese in picchiata sicché i due uccelli si colpirono a vicenda. Ora sorvolavano a gran velocità la pineta, un grande rischio se non si è aviatori esperti come Sir Rudo! Infatti, alcuni uccellacci che si erano messi a inseguirlo, vi finirono imbrigliati. Ma tre riuscirono a salvarsi e gli erano ancora alle calcagna.
Sir Rudo guardò di fronte a lui: aveva raggiunto le montagne. Risalì e volò tra di esse, gli uccelli l'avevano raggiunto. Cercò di seminarli o disperderli facendo a slalom tra le cime, ma erano davvero abili.
"Non demordono questi scempi volanti!"
Virando velocemente, notò che uno di loro aveva urtato il dorso della montagna, ma riuscì a ritornare all'inseguimento del cavaliere.
Così, Sir Rudo scese di quota, poiché si avvicinarono alle pendici delle montagne, si ritrovarono a volare tra giganteschi cumuli di roccia molto vicini tra loro. Ordinò al suo drago di colpire la montagna che stavano per raggiungere, dopodiché enormi massi si staccavano da essa, generando una terribile frana. Fu una trovata molto rischiosa ma, dopo aver superato con molte difficoltà il crollo di un'intera montagna, dei tre uccellacci non c'erano più tracce.
Sir Rudo riusci finalmente ad atterrare "Da qui, devo proseguire senza di te,  caro Ordreth."  accarezzò il muso del suo drago dorato che, docilmente, accettò le disposizioni del suo cavaliere.
Dopo che Ordreth volò via, Sir Rudo sfilò il ciondolo che, fino ad ora, era rimasto sotto la sua armatura;  fissò attentamente la direzione che indicava e cominciò ad incamminarsi. Tra pochi giorni, avrebbe incontrato Genesis... Non riusciva ancora a crederci; inspirò profondamente, immaginando di essere al suo cospetto. L'orgoglio e la gioia non trasparivano per niente nelle sue movenze marziali e pacate. Si guardò intorno e rimase perplesso nel materializzare che si trovava tra le famose "montagne da esorcizzare".
 
 
 
 
 

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