Due vite, due anime, due possibilità

di Mitsuki91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** Un nuovo amico ***
Capitolo 3: *** Fotografie ***
Capitolo 4: *** Sogni riflessi ***
Capitolo 5: *** Messaggi ***
Capitolo 6: *** Una bambina misteriosa ***
Capitolo 7: *** Parenti ritrovati ***
Capitolo 8: *** Nomignoli ***
Capitolo 9: *** La storia dei Prince ***
Capitolo 10: *** Passato ***
Capitolo 11: *** Ritorno ad Hogwarts ***
Capitolo 12: *** Pozione e sogni ***
Capitolo 13: *** Vacanze ***
Capitolo 14: *** Qual è la verità? ***
Capitolo 15: *** Il tempo passa ***
Capitolo 16: *** Tenerezze ed ossessioni ***
Capitolo 17: *** Il sogno - prima parte/Lily POV ***
Capitolo 18: *** Il sogno - seconda parte/Severus POV ***
Capitolo 19: *** Verità ***
Capitolo 20: *** Confidenze ***
Capitolo 21: *** Annuncio ***
Capitolo 22: *** Duello ***
Capitolo 23: *** Attimi ***
Capitolo 24: *** La scomparsa del diario ***
Capitolo 25: *** Sfogo ***
Capitolo 26: *** Convocazione ***
Capitolo 27: *** Colloquio ***
Capitolo 28: *** Altri Voti Infrangibili ***
Capitolo 29: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***


L’inizio

Lily Luna Potter era super eccitata quella mattina. Ebbene sì, era il primo settembre, il giorno in cui finalmente sarebbe andata ad Hogwarts per la prima volta. Si era preparata con largo anticipo quella mattina, pettinando i suoi lunghi capelli rossi in una simpatica coda di cavallo – una coda alta, da adulti, basta con i codini che le faceva sua mamma alle elementari, ora era grande –, si era messa una camicetta azzurra niente male ed era corsa a svegliare i suoi fratelli. James come al solito non era riuscito ad inquadrare subito di chi fossero gli occhi marroni che lo osservavano, così simili a quelli di sua madre Ginny, ma Albus non aveva fatto storie ed era scattato in piedi subito.
Ora erano in viaggio.
“Quanto manca?” chiese impaziente, sporgendosi fra i due sedili anteriori per vedere la strada.
“Poco tesoro.” le rispose sua mamma, guardandola con un sorriso.
Finalmente arrivarono a King Cross. Lily, tutta eccitata, corse subito verso i binari nove e dieci, lasciando a suo fratello Albus il compito di starle dietro e tenera d’occhio.
“Ma insomma!” sbottò infatti quest’ultimo, col fiatone per via del pesante carrello che spingeva, in cui era caricato anche il baule della bambina “Vacci piano! Non siamo mica in ritardo!”
Albus era ormai al terzo anno, un ragazzo diligente e scrupoloso, forse per compensare la sregolatezza del fratello James, sempre pronto a mettersi in mostra e poco propenso allo studio.
Sul binario 9 e tre quarti la bambina incontrò sua cugina Rose, allo stesso anno di Albus, e suo cugino Hugo, che come lei s’apprestava ad iniziare.
“Lily Lily finalmente ci siamo! Andremo ad Hogwarts!” gridò tutto eccitato appena la vide.
“Sì! Non ci credo ancora! Che bello, che bello! Possiamo salire subito sul treno vero?” chiese lei rivolta ai suoi genitori.
“Certo amore corri pure.” le rispose suo padre, e i due cuginetti si affrettarono verso le porte.
“Così ora toccherà a me portarle il suo baule, e che cavolo!” si lamentò Albus. Difatti James era già sparito verso un gruppetto di suoi amici e non pareva intenzionato a tornare.
“Secondo te in che casa starà?” chiese Rose, aiutandolo a sollevare il baule. Lei era l’unica della famiglia che fosse finita a corvonero, tutti gli altri a grifondoro, ma lungi dall’essersene offesa si sentiva orgogliosa di essere l’eccezione.
“Mah, boh, grifondoro come tutti credo… Sta tranquilla in ogni caso, non credo che verrà a farti compagnia, non ha tutto sto cervello.”
“Albus! Non sono cose da dire! E’ tua sorella.”
“Ma sì, insomma, ha un sacco di altre qualità… “ in realtà non voleva ammettere di essere geloso, perché era lui che sarebbe voluto finire a corvonero… Almeno non si sarebbe dovuto sorbire tutte le sere le scenate chiassose di James in sala comune, e avrebbe potuto studiare in pace.
“Ah, eccoti qua disgraziata! Tieni il tuo baule!” disse Albus vedendo la sorella insieme ad Hugo e ad un altro ragazzino in uno scompartimento, lasciando il baule per terra ed andandosene. Rose gli lanciò un’occhiata contrariata, ma poi si defilò ugualmente.
“Se volete posso darvi una mano a caricarlo sulla reticella.” disse il ragazzino. Lily non ci aveva fatto caso, presa com’era a chiacchierare con Hugo, ma ora l’osservò: era abbastanza alto anche se non dimostrava più dei suoi undici anni, i capelli neri lunghi fino alle spalle e gli occhi azzurri. L’unica nota stonata si poteva definire un naso un po’ storto, per il resto sembrava comunque un ragazzo come tanti.
“Sì grazie! Credo sia parecchio pesante. Hugo, mi aiuti anche tu?”
Così in tre riuscirono a sollevare il baule e a caricarlo, ricadendo subito dopo stanche sui sedili del treno.
“In ogni caso io sono Lily, Lily Potter.”
“Io sono Hugo Weasley, piacere. Sei anche tu al primo anno vero? In che casa vuoi andare?”
“Beh, vengo da una famiglia babbana, quindi non so molto di case e altro… Ma non è stata del tutto una sorpresa perché a quanto pare mio nonno aveva una sorella strega, anche se nessuno gli credeva quando lo raccontava, pensavano che era mezzo matto, e invece poi si son ricreduti quando ho ricevuto la lettera e sono venuti ad avvisarci dei maghi veri, e insomma… Ma comunque, mi chiamo Severus. Severus Prince. Piacere di conoscervi.”


Ecco a voi la mia prima ff su Harry Potter! XD
Devo dire che la storia ce l’ho in mente da quando ho chiuso il settimo libro, praticamente… Come tutte le mie storie è nata da un sogno, che ora mi appresto a sviluppare XD
Attendo con ansia commenti!
Spero di postare presto il prossimo capitolo ma sono presa dall’università, quindi chiedo venia per eventuali ritardi… Alla prossima!

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Capitolo 2
*** Un nuovo amico ***


Buonasera a tutti! Ecco a voi il secondo capitolo di questa ff =)
Volevo ringraziare Kiki Faeries Hinata per aver messo la storia fra le seguite, e rinnovo il mio invito a recensire! ^-^
Buona lettura a tutti! =)


Un nuovo amico

Il viaggio in treno passò veloce, e i tre ragazzini chiacchierarono del più e del meno, disturbati solo dal carrello dei dolci.
Lily, Hugo, Severus e gli altri loro futuri compagni del primo anno attraversarono indenni il lago e si apprestavano ad essere smistati, chi nervoso perché non sapeva che prova dovessero affrontare, chi preoccupato di risultare in questa o in quella casa. Lily era abbastanza tranquilla: dopotutto i suoi genitori le avevano insegnato che ogni casa ha i suoi pregi e che quindi non si sarebbe dovuta preoccupare più di tanto. Certo, stare a grifondoro come suo padre l’avrebbe riempita di orgoglio, ma d’altra parte ci sarebbero stati i suoi fratelli a controllarla, quando lei voleva essere indipendente. Si sentiva grande, ormai.
Lo smistamento procedette veloce. Lily, Hugo e Severus finirono a grifondoro senza esitazioni, cercando un posto lontano da Albus e James dopo che si furono tolti il cappello. Fecero la conoscenza poi dei loro compagni del primo anno, anch’essi grifondoro: Annie, una ragazza allegra con un vistoso apparecchio per i denti; Jenna, tutta lentiggini e capelli biondi; Amber, che se ne stava un po’ sulla sue; Lucas, un ragazzo timido che non parò molto a cena; Kyle, che sembrava la copia sputata di James in quanto a chiasso; ed infine Ben, tutto preso da quello che sembrava essere il fratello maggiore.
Le settimane seguenti passarono in un lampo. Lily ci mise qualche tempo per memorizzare le varie strade per raggiungere la Sala Grande, le varie aule e la Sala Comune, come gli altri ragazzi del primo anno del resto, e le lezioni sembravano abbastanza complicate, per lei che era gli inizi. Hugo si stancò presto di stare con la cugina, e strinse una solida amicizia con Lucas. Lily dal canto suo legò molto con Annie, incuriosita dal mondo babbano di cui aveva sentito solo parlare dal padre, interesse corrisposto all’inverso dall’amica, che invece non sapeva nulla della mondo magico. Severus sembrava invece non trovare particolarmente interessanti i suoi compagni di dormitorio, e continuava ad essere legato solo a Lily: i due avevano sviluppato una solida amicizia che portavano avanti allegramente, chiacchierando del più e del meno e aiutandosi con i compiti.
Una volta la ragazzina, accortasi di questa sua ritrosia a fare amicizia, provò a farsi coraggio per scoprirne i motivi. Avevano appena finito un tema particolarmente difficile per Difesa contro le Arti Oscure, Annie li aveva abbandonati in sala comune a causa di un forte mal di testa e stranamente nessuno dei ragazzi più grandi era venuto a scocciarli chiedendo loro le poltrone che occupavano, le migliori, davanti al fuoco. Erano tutti incantati da James che si divertiva trasfigurando Kyle in oggetti e animali sempre più improbabili: il ragazzino si prestava volentieri da cavia, ansioso di imparare tutto ciò che poteva da quello che lui stesso definiva “il suo idolo”.
“Sev, ascolta… Voglio farti una domanda, ma se pensi che io… Insomma, se ti sembra troppo personale, puoi anche non rispondere.” iniziò Lily, arrossendo tutta.
“Di che si tratta?”
“Beh, ecco… Ho notato che tu passi tutto il tuo tempo con me… Insomma, non che mi dispiaccia! Ma mi chiedevo, se invece non preferissi legare anche con qualche altro ragazzo, insomma guarda Hugo: sono sua cugina eppure non mi calcola più da quando ha conosciuto Lucas… Cioè, non ti manca una compagnia maschile?”
“Oh.” rispose, e poi scoppiò a ridere. “Lily, ma che paranoie ti fai? Ecco perché ragazze e ragazzi sono diversi. Io sto bene con te, finché la cosa non cambia non vedo perché dovrei lasciarti da parte per avere amicizie maschili. Non c’ho mica litigato con gli altri… Parliamo prima di andare a letto, in dormitorio, ci raccontiamo qualcosa, ma ognuno ha le sue preferenze… Insomma, a meno che io non ti dia fastidio, non vedo perché dovresti dirmi certe cose!”. Severus arrossì, senza capire bene il perché.
“Ma no che non mi dai fastidio! Ecco, lo sapevo che avresti frainteso. Sono una stupida.”
“Ma no che non lo sei. Non ne parliamo più ok?”
“Ok…”
E in verità Severus non sapeva spiegarsi perché, ma nessuno dei suoi compagni di classe gli ispirava amicizia come quella piccola ragazzina dai capelli rossi. C’era stato un qualcosa, la prima volta che l’aveva vista sul treno, un qualcosa, ogni volta che era in Sala Grande per colazione e lei arrivava trafelata in ritardo e lui si scansava per farle posto, un qualcosa, che nemmeno lui sapeva definire. Oh, non era amore, perché a undici anni non si è in grado di amare, almeno non di amare in modo esclusivo e pieno come gli adulti. Le volte che ci pensava, Severus aveva una sola parola per quella sensazione: dejà-vù. Come se avesse già vissuto quei momenti, come se avesse già vissuto quella ragazzina. Eppure, per quanto si sforzava di ricordare, nessuna bambina dai capelli rossi popolava la sua infanzia: non c’era fra le sue compagne delle elementari, non c’era fra le bambine conosciute al mare ogni anno e poi dimenticate. Non c’era da nessuna parte, e quindi non si spiegava quella sensazione. Sapeva solo che stava bene con Lily, e di conseguenza continuava ad esserle amico.
Da parte sua, Lily era assolutamente contenta di avere due amici splendidi come Severus ed Annie. Era al primo anno di Hogwarts, le lezioni diventavano via via sempre più interessanti, dopo che finì il periodo in cui gli insegnanti spiegarono le fondamenta della magia si stava scoprendo una strega abbastanza abile, e stranamente affezionata a Pozioni, la materia più odiata da suo padre…
Era felice, e così voleva continuare ad essere.

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Capitolo 3
*** Fotografie ***


Buon pomeriggio a tutti!
Scusate se non ho aggiornato prima, ma durante il weekend trovo difficile persino accendere il pc… Il capitolo comunque era già pronto nella mia testa, così non ho fatto altro che scriverlo XD
Vorrei ringraziare Phoebhe76 per le sue recensioni (ed invito gli altri a fare altrettanto *-*) e per aver messo la mia storia nelle seguite, così come Eliana1991, Lyu Chan e Paperottamartina =)
Grazie mille! ^-^
Ed ecco a voi il nuovo capitolo, un po’ più lungo dei precedenti XD


Fotografie

Fu verso inizio dicembre che Lily fece un sogno strano: si trovava in una stanza che non aveva mai visto, sembrava un salottino, ed infatti lei era seduta su un divano di pelle color crema. Aveva davanti un piccolo tavolino di vetro e sulla destra poteva vedere una piccola cassettiera di legno chiaro, accostata alla parete color giallo spento. Ma non riusciva a vedere il resto perché restava fissa con gli occhi verso la parete, quasi tutta ricoperta di fotografie in bianco e nero che riproducevano lei e Severus. Era assolutamente sicura che fossero loro: c’erano alcuni scatti singoli e altri in cui erano insieme, in una Severus le metteva persino un braccio intorno alle spalle, e tutte le foto sembravano scattate nella stessa stanza in cui si trovava. La cosa più curiosa però era che i due sembravano avere anche qualche anno in più della stessa Lily – non più di due comunque – in alcuni scatti.
La mattina dopo la piccola grifondoro raccontò il sogno alla sua amica Annie.
“Beh, in effetti è curioso. Magari hai bevuto un po’ troppo succo di zucca ieri a cena.” liquidò la questione in fretta, non preoccupandosene troppo. Dopotutto, a chi non capita di fare sogni strani?
“Già… Però mi ha lasciato addosso una strana sensazione, non ti so dire…”
“Beh ho un’idea… Tu non tieni un diario? Molte ragazze della nostra età lo fanno… Potresti scriverci i sogni che fai, magari scopri di avere qualche dote divinatoria. Ma fossi in te non starei a pensarci troppo.”
“Non ho l’abitudine di scrivere, ma è una buona idea… Tenterò.”
La questione però non finì lì: Lily Potter continuò a fare sempre lo stesso sogno, all’incirca ogni tre giorni, ma non ne parlò con la sua amica dato che aveva dimostrato poco interesse per la cosa.
Intanto il suo rapporto con Severus non cambiò, e lei non gli raccontò i suoi sogni, perché pensava che li avrebbe trovati stupidi o che avrebbe potuto pensar male.
I giorni passarono lenti e calmi ed arrivarono le vacanze di Natale.
“Ci vediamo fra due settimane!” le gridò Annie quando scesero dal treno, abbracciandola forte prima di andare verso i suoi genitori. Severus le regalò uno dei suoi rari sorrisi e le fece un cenno, lasciandola ad incamminarsi verso suo padre, come al solito circondato da un gruppetto di fan, e sua madre, che paziente stava cercando i suoi figli tra la folla.
“Ciao mamma! Ciao papà!” gli disse abbracciandoli. Hogwarts era stupenda, ma niente avrebbe potuto eguagliare il calore della sua famiglia per lei.
“Ciao Lil! Ma dove hai lasciato il baule?” le rispose sua madre dandole due baci sulla guancie.
“Lo sta portando Al.”
Difatti poco dopo arrivarono sia Albus che James, che salutarono i genitori prima di incamminarsi fuori dalla stazione. Lily vide in lontananza zio Ron e zia Hermione, che i suoi genitori stavano salutando, e si trovò davanti a Rose, che superò gridando un “Ci vediamo a Natale dai nonni!” mentre cercava di tenere il passo dei suoi fratelli e di non smarrirsi nella folla.
Tornare a casa fu sia un sollievo che una tortura. Fu un sollievo perché era finalmente libera dalle lezioni (anche se aveva comunque parecchi compiti), perché poteva riavere la sua camera dove dormire da sola e perché era bello tornare alla quotidianità di quando era bambina e ritrovare tutti i suoi giocattoli e le sue cose esattamente come li aveva lasciati. Fu una tortura perché si era abituata ad essere indipendente ed i suoi genitori invece non esitavano a controllarla (per quanto i suoi fratelli fossero nella sua Casa non si preoccupavano più di tanto per lei: James si divertiva troppo a fare lo stupido e ad essere al centro dell’attenzione e Albus cercava di essere indipendente anche lui, preso dai propri libri e dallo studio. Però era l’unico che non le risparmiava mai una carezza in privato o che la consolasse con un sorriso dopo una giornata disastrosa di scuola).
Natale e Santo Stefano li trascorsero dai nonni: nonna Molly preparò un sacco di manicaretti deliziosi e nonno Arthur parlava a chiunque lo ascoltasse di manufatti babbani e delle loro stranezze. Erano presenti tutti gli zii e i cugini e anche Ted, di cui suo padre Harry era il padrino, ma Lily si sentì un po’ sola in mezzo a tutta quella gente perché era la più piccola e tutti la trattavano come tale. In effetti non era mai stata particolarmente amica di nessuno dei suoi cugini, pur volendo bene a tutti, se proprio doveva scegliere si pensava più legata a Rose, visto che si passavano solo due anni e potevano avere qualcosa in comune. Purtroppo però lei era di Corvonero, percui non avevano tutta sta grande frequentazione nemmeno ad Hogwarts.
Il capodanno invece lo passarono a casa loro, e vennero gli zii Ron ed Hermione (che erano anche i migliori amici dei suoi genitori) con Rose e Hugo.
Lily continuava comunque a sognare la stanza con le foto, sia nella tranquillità delle feste che nell’ansia degli ultimi giorni di vacanza, in cui si era ridotta a fare i compiti.
Tornarono ad Hogwarts la domenica prima che iniziassero le lezioni, per avere il tempo di disfare con calma i bagagli e di riprendersi dal viaggio. Anche Annie a Severus erano tornati prima, così Lily si ritrovò a passare la sua ultima serata di vacanze a giocare con le carte magiche con i suoi amici.
La notte fece di nuovo il sogno delle fotografie, quindi decise di riaffrontare l’argomento con Annie il giorno seguente dopo le lezioni.
“Ma davvero hai continuato a sognarlo per tutto questo tempo?” le chiese l’amica, stupita.
“Beh sì… Ma tu mi avevi detto che non era importante così ho pensato di lasciar perdere, ma poi… Ecco, tutta questa insistenza, e questa strana sensazione che non passa, non so…”
“Ma cambia tutto se il sogno ricorre frequentemente! Cioè il sogno di una notte è una stupidata, ma se si continua a farlo… Deve avere un qualche significato.”
Annie si alzò dal letto ed iniziò a camminare avanti e indietro per il dormitorio. Poi fu come colta da un’idea, quindi andò alla porta per sbirciare che nessuna delle loro compagne stesse arrivando, per poi guardare Lily sussurrando: “Senti ma… Non è che a te piace Severus?”
“Co…” iniziò a risponderle la ragazzina, allibita “Certo che no! Insomma, non sento niente di diverso rispetto all’amicizia che sento, ad esempio, per te…”
“Ma magari ti stai innamorando!” esclamò lei tutta eccitata. Lily la guardò stranita.
“Innamorando? Ma che stai dicendo? Sono troppo piccola per pensare all’amore… Siamo troppo piccole per innamorarci, abbiamo solo undici anni accidenti!” mentre pronunciava queste parole però sentì una strana sensazione, una sorta di fitta al petto che le mozzò il respiro e la lasciò più confusa di prima.
Annie doveva averlo notato perché le disse, lanciandole sguardi divertiti: “Sarà. Beh aggiornami domani, se sogni ancora quella stanza. Ora scendiamo a fare i compiti ti va? Non voglio rimanere indietro già il primo giorno, e dire che ce ne hanno dati un sacco, come possono pretendere che li facciamo tutti?”
Arrivò così la sera e Lily si assopì solo dopo parecchio tempo che si rigirava nel letto. Subito però si accorse di sognare, perché si trovava di nuovo nella stanza dei suoi sogni precedenti.
Eppure c’era qualcosa di diverso.
Per prima cosa, lei stessa si sentiva diversa. Come… Più grande. Le proporzioni del suo corpo erano cambiate, ed ecco che lo sguardo si era spostato molto più in alto, ecco che all’altezza del petto sentiva il peso di un seno che ancora non aveva.
Poi si trovava in piedi, e non seduta, ed osservando il muro una fitta come quella che aveva provato nel pomeriggio si manifestava ad intervalli regolari nel suo petto. Si sentiva sull’orlo delle lacrime.
Infine, la cosa più importante, era una nuova e più grande fotografia appesa al centro della parete, che lei stava fissando così intensamente che quasi non si accorse che pure le altre fotografie erano cambiate, alcune semplicemente spostate ed alcune totalmente nuove.
La fotografia era a colori.
Ritraeva lei e Severus, che dovevano avere all’incirca tredici anni, seduti sullo stesso divano dove era stata seduta lei in tutti gli altri sogni. Ad un certo punto la Lily della foto si girò verso Severus e mosse le labbra come a dirgli qualcosa: quest’ultimo voltò il capo nella sua direzione e la ragazza avvicinò il viso fino a che le loro labbra non si toccarono.
Quasi Lily non si accorse che aveva iniziato a camminare verso quella foto, né che calde lacrime scendevano sulle sue guancie offuscandole la vista, perché si era appena resa conto di una cosa che la sconvolse.
Quelli non erano loro. Non erano Lily e Severus, c’era una cosa che non tornava e che non aveva potuto notare prima.
Gli occhi.
Severus aveva gli occhi neri, profondi come un pozzo e caldi come una coperta d’inverno. E lei, Lily, aveva gli occhi verdi, verdi splendenti, come quello di suo fratello Al, o come… Sì, esattamente come quelli di suo padre, Harry.
Si vide raggiungere la foto, vide una mano sua–non sua toccarla e vide un pezzo di parete gialla mentre scivolava lungo il muro, per poi svegliarsi di soprassalto.
Appoggiando le mani sulle guance se le sentì bagnate, come se avesse appena finito di piangere.

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Capitolo 4
*** Sogni riflessi ***


Ciao a tutti! =D
Volevo ringraziare di nuovo Phoebhe76 per le sue recensioni appassionate <3 XD
Invito altri lettori a fare altrettanto, i commenti sono sempre ben graditi ^^”
Grazie inoltre a chi mi segue “ufficialmente” e a chi mi legge “per caso”  ;)
Spero di lasciarvi qualcosa! ;)


Sogni riflessi

“E quindi, hai sognato di nuovo la stanza con le foto?”
“Uhm…”. Lily non sapeva perché, ma non le andava di raccontare ad Annie quel nuovo sogno. Qualcosa non quadrava, una strana sensazione di… Privato… Non riusciva a spiegarsi il motivo, ma non le andava più di condividere i suoi sogni con l’amica.
“Era lo stesso, ma in un certo senso diverso. Io e Severus non eravamo io e Severus.”
“E come fai a dirlo? In che senso poi?”
“Non lo so, una sensazione…”
In quel momento entrarono nella Sala Grande per la colazione e si sedettero accanto a Severus, perciò Annie fu costretta ad interrompere le domande. Però notò subito che anche il loro amico aveva una faccia stralunata, così chiese: “Che c’è Sevy? Hai fatto un brutto sogno anche tu?”
“No, certo che no” disse Severus sobbalzando leggermente.
E in verità anche il ragazzo aveva iniziato a sognare cose strane, da un po’ di tempo a quella parte. Se solo i due amici si fossero confidati avrebbero subito intuito un collegamento fra i loro sogni: difatti pure Severus sognava la stanza delle foto, esattamente la stessa stanza, esattamente le stesse foto. E poi, quella notte, il sogno si era modificato leggermente. Severus si sentiva più grande, mentre con una mano sulla parete osservava una foto che prima non c’era. La foto era grande, a colori, e ritraeva esattamente la scena che aveva visto Lily in sogno: la bambina lo chiamava, lui si girava e lei gli dava un bacio leggero sulle labbra. Una parte di Severus, quella cosciente, aveva capito che i soggetti della foto non erano veramente lui e Lily, difatti il colore degli occhi era diverso, e la cosa l’aveva spiazzato un po’. Ma l’altra parte, il Severus che stava vivendo il sogno, era pervaso da sensazioni strane. Si sentiva dolorante, estremamente dolorante, lo stomaco era chiuso e gli occhi bruciavano, come se cercassero di far uscire il dolore che era in lui e che premeva dalle parti del petto. Ad un certo punto ci riuscirono, e calde lacrime silenziose iniziarono a cadere sulle guancie, mentre la vista si offuscava. A quel punto il sogno si era interrotto, lasciando il ragazzino sveglio nel suo letto con le guancie umide, come se avesse appena finito di piangere.
Ma i sogni erano il meno.
Severus aveva iniziato a sentirsi strano in compagnia di Lily. Era come se dentro di lui vivessero due personalità, ed ogni tanto il suo ‘doppio’ prendeva il sopravvento, lasciandolo confuso. Quando Lily appariva all’improvviso, si sentiva pervaso da sentimenti che era riuscito a distinguere dopo numerosi tentativi: ammirazione, gratitudine e adorazione. Ed ogni giorno si chiedeva perché provasse queste cose.
Ammirazione? Per cosa avrebbe mai dovuto ammirare Lily Potter? A scuola era decisamente più bravo lui. Non che Lily fosse una schiappa, ben inteso, ma non andava mai oltre O nei compiti in classe, escluso pozioni dove prendeva sempre una bella E, che in ogni caso puntualmente arrivava anche a lui. Era la loro materia preferita, e la studiavano con passione, percui non c’era di che stupirsi. Ammirazione per altri talenti? Eppure Lily non sembrava averne: come la maggior parte delle ragazze non si interessava al Quidditch (né che lui sapesse ad altri sport), e nei vari giochi che facevano durante le serate particolarmente tranquille in sala comune non si distingueva, la vittoria era tutta una questione di fortuna. Era una ragazzina del tutto ordinaria, eccezion fatta per la famiglia da cui proveniva, ma anche questo non importava davvero a Severus: essendo cresciuto fra i babbani non associava al nome Potter la giusta fama.
Gratitudine poi? E perché mai? Vero, Lily era l’unica amica che avesse che si potesse definire tale, ma non l’aveva forse scelto lui stesso? Gli altri ragazzi non lo interessavano davvero, anche se ogni tanto si sforzava di seguire e partecipare alle loro conversazioni per non escludersi del tutto. Chissà, forse in futuro le cose sarebbero andate in maniera diversa, perché precludersi quella possibilità? Senza contare che durante le vacanze sentiva ancora qualche vecchio compagno delle elementari, percui non si poteva dire che fosse totalmente solo.
Adorazione? Beh, non c’era da stupirsene: Lily era la sua migliore amica, naturale che le volesse bene. Però forse adorazione era un po’ esagerato come termine.
Insomma, dentro di sé Severus cercava di districarsi fra sogni strani e sentimenti confusi, mentre esternamente continuava ad essere il ragazzino di sempre, un buon amico per Lily e uno studente tranquillo.
Dopo il sogno strano di quella notte ne seguirono altri, diversi fra loro, e così come Lily si sognava nei panni di quella sconosciuta–conosciuta, anche Severus ne prendeva parte come protagonista, ma dalla parte opposta.
Niente più fotografie, ma stralci di vita quotidiana.
Due bambini di undici anni seduti sotto ad un albero in riva ad un fiumiciattolo parlavano tra loro.
“… E il Ministero può punirti se fai magie fuori dalla scuola, ti mandano delle lettere” disse Severus.
“Ma io le ho fatte!” rispose Lily, sgranando gli occhi.
“Noi siamo apposto. Non abbiamo ancora la bacchetta. Ti lasciano stare, quando sei un bambino e non puoi farci niente. Ma a undici anni cominciano a istruirti, e allora devi stare attento.”
Lily sembrò riflettere un attimo su quelle parole, poi raccolse un bastoncino da terra come fosse una bacchetta e iniziò ad agitarlo.
Poi un altro sogno: erano ad Hogwarts, Lily era nel parco con altre bambine a far merenda, ma continuava a guardare il portone d’ingresso. All’improvviso ne uscì un Severus undicenne, che guardò il parco come a cercare qualcuno, e Lily corse verso di lui.
“Allora, qual è questa sorpresa che devi farmi vedere?” chiese la ragazzina.
“Sssh! Non gridare qui in mezzo a tutti! Comunque stasera dopo cena la vedrai…”
“Ma sono impaziente! Dammi un indizio!”
“E allora che sorpresa sarebbe? Dai, non insistere, stasera saprai.” Severus le sorrise e Lily si sentì felice, la Lily del sogno almeno perché una parte di sé, quella consapevole di stare sognando, si rese conto di una cosa che la sconcertò: Severus indossava una sciarpa verde e argento, i colori di Serpeverde. Ma come, nel sogno loro erano di un’altra casa, oltre ad avere gli occhi di un colore diverso? Poi ci fu una folata di vento che fece volare un’estremità della sua sciarpa davanti ai suoi occhi e si rincuorò vedendo i colori rosso ed oro di Grifondoro.
Quindi solo Severus era di Serpeverde… Perché poi?
Mentre rimuginava su quei sogni, appuntandoseli come le aveva suggerito Annie su fogli di pergamena sparsi, arrivò presto Pasqua, e con essa di nuovo le vacanze. Stavolta Lily non tornò a casa, dato che per una sola settimana non ne valeva la pena, ma lei ed i suoi fratelli si ritrovarono a festeggiare con i genitori ad Hosmeade la domenica ed il lunedì seguente, ovvero Pasquetta.
“Albus Severus Potter, smettila di leggere quel libro e vieni subito a far baldoria con noi.” disse James al fratello il lunedì pomeriggio; infatti dopo pranzo (che avevano consumato nel ristorante dell’albergo dove alloggiavano i suoi e dove dopo li avevano raggiunti zio Ron e zia Hermione) tutti si erano un po’ dispersi: i genitori chiacchieravano con gli zii ancora al tavolo dove avevano pranzato, Hugo si stava divertendo con un giochino elettronico babbano che gli aveva regalato nonno Arthur a Natale, Lily e Rose stavano chiacchierando fra di loro e Al, come al solito, si era immerso nella lettura di un libro.
“Noi chi? “ chiese infatti lui, indispettito dall’interruzione. Proprio non sopportava il carattere irruento di suo fratello James.
“Ma come, l’ha detto prima papà! Sta venendo Teddy, volevamo andare ad esplorare la Stramberga Strillante…”
“Che noia…”
“Noioso sarà il tuo libro! Su alzati!”
Lily smise di seguire il battibecco dei fratelli, perché poco prima il suo cuore aveva perso un battito rendendosi conto di una cosa: il secondo nome di suo fratello era Severus… Che stupida era stata a non pensarci prima… Severus, in memoria di un preside di Hogwarts, che suo padre aveva sempre definito “L’uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto”…
Un Serpeverde.

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Capitolo 5
*** Messaggi ***


Buonasera a tutti! =3
Come al solito volevo ringraziare Phoebhe76 per la sua ultima recensione, ed invito voi lettori a fare altrettanto…
Ringrazio inoltre Aylas per aver messo la storia nelle seguite =)
Ed ora, via al capitolo! <3


Messaggi

Lily non sapeva che pensare. Cosa rappresentavano in realtà quei sogni? Dopo mesi che li faceva, aveva finalmente collegato tutti i tasselli. Gli occhi verdi, Lily e Severus, Grifondodro e Serpeverde… Erano forse messaggi di sua nonna Lily? E cosa rappresentavano? Perché proprio a lei, poi?
Ma la ragazzina non poteva perdere tempo dietro a domande di quel genere poiché gli esami si avvicinavano e tutti gli studenti del primo anno ne erano terrorizzati, dato che non ne avevano mai fatto neanche uno. I professori, poi, non facevano altro che caricarli di lavoro e questo non contribuiva di certo a farli sentire meglio.
Altri due sogni iniziarono a tormentarla, me Lily li archiviò in una parte della sua mente ripromettendosi di pensarci con comodo quell’estate.
Severus, invece, non poteva fare a meno di scervellarsi. Forse perché veniva da una famiglia babbana, forse perché non aveva mai sentito i racconti che Harry faceva ai figli sui loro nonni e la loro vita, ma ancora non si raccapezzava su chi fossero i due che si ostinava a sognare né tantomeno sul perché quel Severus fosse di Serpeverde. Essendo un po’ più intelligente della sua amica aveva più tempo libero per cercare di trovarci un significato nascosto, e credeva che pian piano i sogni avrebbero rivelato una loro logica, quindi cercò di prestare particolare attenzione ai due che iniziarono a tormentarlo nel periodo prima degli esami.
“Ecco, ora mescola per sette volte in senso antiorario.” stava dicendo un piccolo Severus alla sua amica, osservando l’interno del calderone dove ribolliva una pozione violetta e nel contempo leggendo le istruzioni su un libro che teneva nella mano sinistra.
“Fatto.” rispose la ragazzina. Poi aggiunse: “Senti, ma perché ci tieni così tanto a far muovere le persone nelle foto?”
Severus si sentì arrossire.
“Beh… Mio padre odia la magia no? Così mia madre, per amor suo, non la usa mai… Mia madre, una purosangue che si diletta in lavori babbani… Anche se ultimamente si sta ribellando, lo sai… I litigi…”
“Io non credo ci sia nulla di male a fare ‘lavori babbani’” lo interruppe Lily, piccata.
“Comunque, non è che abbia visto molta magia da piccolo, pur sapendo chi ero” continuò lui, ignorandola e arrossendo ancor di più “L’unica cosa era La Gazzetta del Profeta, che mia mamma continuava a comprare… Per essere informata sai… Così sono rimasto affascinato dalle foto, erano un segno di magia dopotutto.”
Lily lo guardò e gli regalò un ampio sorriso, che fu timidamente ricambiato.
“Allora impegniamoci, così saprai fare anche tu quella forma di magia.”   
E poi, il secondo sogno:
Lily stava comodamente seduta sul divanetto color crema, con in mano un libro di pozioni. Faceva caldo, doveva essere maggio-giugno. Severus la osservava, appoggiato ad un tavolo con svariati ingredienti per pozioni abbandonati sopra.
“Questo libro è interessantissimo! Pensa, ci sono un sacco di pozioni. Ci si può fare davvero di tutto! Credo che questa non la studieremo fino all’anno prossimo, comunque… Serve a far sparire l’acne, chissà se funzionerebbe anche con le mie lentiggini… A quanto pare basta aggiungere un pizzico di menta…”
“Non toglierti le lentiggini. Sono carine.” il ragazzino arrossì furiosamente.
Lily alzò lo sguardo e sembrò non far caso all’imbarazzo dell’amico, perché si aprì in un grande sorriso colmo di gratitudine per il complimento.
Tuttavia, non trovò nessun significato nascosto, e decise di aspettare.
Arrivarono così gli esami e con essi il delirio degli studenti (in particolar modo quelli del quinto e del settimo anno).
Lily quasi non si ricordava più il suo nome dato che cercava di tenere a memoria le cose fondamentali. Tutto sommato le cose non andarono male per Incantesimi, Erbologia e Difesa contro le Arti Oscure. Ovviamente non ebbe problemi con Pozioni, e fu certa di averlo passato con il massimo.
Ma durante l’esame di Trasfigurazione le prese il panico, perché la prima domanda era certa di non averla studiata, nemmeno riletta per sbaglio nei giorni dedicati al ripasso. Era una domanda molto teorica, complicata, e si riferiva ai primissimi appunti che aveva preso nel corso dell’anno, per quello non aveva considerato importante rivederli. Quello che la terrorizzava di più, però, era il fatto che la domanda sembrava essere particolarmente fondamentale, dato lo spazio per rispondere e date le poche altre domande che c’erano.
Mentre stava cercando di far ordine nella mente e di tenere a bada il cuore che galoppava, il suo corpo agì. La sua mano scattò in avanti ed iniziò a scrivere, e Lily non poté far altro che osservare insieme meravigliata e terrorizzata le parole che uscivano dalla sua piuma. Qualcuno le aveva fatto un incantesimo? I professori si erano dimenticati di stregare le piume per non essere autocorreggenti? Ma no, non era possibile, la professoressa Finnigan aveva eseguito l’incanto proprio davanti ai loro occhi.
Una volta che la sua mano ebbe finito di scrivere lesse la risposta: non le ricordava assolutamente nulla, era certa che il suo cervello non avesse avuto nessuna intuizione geniale, eppure seppe che era esatta.
Era come incantata, e si riscosse solo quando Annie tossì, seduta affianco a lei.
Finalmente gli esami finirono, e ai ragazzi fu comunicato che erano tutti promossi all’anno successivo.
Lily, Severus ed Annie promisero di scriversi durante l’estate, poi un bel giorno tutti gli studenti si affaccendarono a raccattare le loro cose per riempire il baule e si ritrovarono ad Hogsmeade, per prendere l’Espresso e tornare a casa.
Durante il viaggio in treno i tre giocarono tutto il tempo a Spara-schiocco, interrompendosi solo per far visita ai loro compagni in altri scompartimenti o per mangiare caramelle e dolci a volontà (dopo che fu passata la signora del carrello). Verso sera quindi arrivarono, scesero dal treno e dopo essersi salutati si incamminarono ognuno verso le proprie famiglie.
“E allora, Lily” le disse suo padre, venendola ad aiutare con il baule “Com’è andato il tuo primo anno ad Hogwarts?”
“E’ stato fantastico!” rispose lei, correndo ad abbracciare sua mamma.
Gli erano mancati, sì, ma ora aveva tutta l’estate per farsi il pieno dei suoi genitori e soprattutto per iniziare a farsi mancare quel meraviglioso posto chiamato Hogwarts.


Piccole noticine: dato che la Mc Granitt è diventata preside ho deciso di prendere una parente a caso (XD) di Seamus e metterla ad insegnare Trasfigurazione… Avete idea su chi potrei mettere eventualmente come altri insegnanti? XD ovviamente Neville insegnerà Erbologia… E il professor Ruf Storia Della Magia…
Inoltre come potete notare il primo anno ad Hogwarts è passato in un lampo, ma non temete… E’ solo che voglio fare in modo che i ragazzi crescano un po’ per essere abbastanza maturi da affrontare quello che li aspetta… Eheheheh…

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Capitolo 6
*** Una bambina misteriosa ***


Buon pomeriggio! =)
Innanzitutto ringrazio coccinella75, Tatydanza e ThestralDawn per aver messo la storia nelle seguite, e Phoebhe76 per la solita recensione (e per aver suggerito dei nomi e dei cognomi, che userò più avanti però XD) =)
Invito tutti a recensire!
Vi lascio il nuovo capitolo, avverto che staccherà un po’ dalla storia principale ma non vi preoccupate: tutto ha un senso! ;) (e poi, morivo dalla voglia di scriverlo! XD)


Una bambina misteriosa

Lily Luna Potter stava sfogliando pigramente l’album dei nonni di suo padre. La sua omonima la guardava sorridendo, in qualche modo sempre al braccio di nonno James. La ragazzina stava cercando qualche traccia di Severus nelle foto, ma non lo trovò da nessuna parte. Non c’era da stupirsi: le foto erano troppo recenti rispetto ai periodi che stava sognando lei.
“Lily! Dove sei?”
“Sul divano ma.” rispose lei.
Ginny Potter entrò in salotto, con uno strofinaccio per i piatti tra le mani.
“E’ una così bella giornata, perché non esci a giocare?”
“Non ne ho voglia…”
“Eddai.” le disse sua madre, prendendole l’album tra le mani. “Questo lo puoi vedere anche stasera. James e Al sono andati a fare una partita a Quidditch, perché non ti unisci a loro?”
“Non mi piace il Quidditch…”
“Senti, non ti voglio vedere in casa con questo bel tempo, chiaro?”
“Oh, che cavolo… E va bene…”
Lily si alzò ed uscì nel grande giardino della villetta. Erano trascorse due settimane da quando era tornata a casa e dopo l’iniziale entusiasmo i giorni si erano susseguiti monotoni. Stava per andare verso il capanno delle scope, con la mezza idea di concedersi un voletto solitario – mai e poi mai si sarebbe unita ai suoi fratelli, James era troppo esuberante e scommetteva che Al ci fosse stato trascinato a forza – quando sentì un rumore secco seguito da dei singhiozzi.
Si avvicinò cauta alla fonte del rumore, ovvero un angolo del giardino, e vide una bambina che piangeva. Era bionda, la faccia paffuta e gli occhi nocciola arrossati dalle lacrime, e doveva avere all’incirca la sua età, se non di meno.
“Ehi, che hai?” chiese.
La bimba continuò a piangere. Lily si sentì a disagio.
“Senti, non so come tu sia finita qui, ma questa è proprietà privata… Dai, smettila di piangere.”
Niente, non c’era verso. Non sapendo cosa fare Lily chiamò sua madre, che arrivò di corsa. Cercò anche lei di farla calmare con qualche parola dolce, poi, non riuscendoci, la prese in braccio e la portò in casa. La bambina non oppose resistenza e Lily le seguì fino in cucina.
“Ti preparo un the, va bene?” chiese Ginny, posando la piccola delicatamente sulla sedia.
Lei per tutta risposta annuì, cercando di trattenere i singhiozzi e asciugandosi gli occhi con la manica del vestito. Lily le porse un fazzoletto, mentre le si sedeva accanto.
“Ecco pronto, ci vuoi anche dei dolcetti?”
La bambina annuì ancora. Passò qualche minuto mentre le tre bevevano il the e mangiavano i biscotti, poi Ginny cercò di parlare di nuovo con la piccola.
“Ora ci vuoi dire come ti chiami? Come hai fatto ad entrare?” il tono era dolce, non d’accusa.
“Non lo so come ho fatto.” rispose infine lei, la voce roca dal pianto “Mia mamma mi ha sgridato e volevo solo allontanarmi, e invece sono finita qui. Ma mia mamma non mi crede, non mi crede mai.” Gli occhi le si riempirono ancora di lacrime.
“Cos’è successo?” chiese Lily.
“Non lo so! Io non so come faccio, ma a volte succedono cose strane! Giuro che non volevo che succedesse, ma il pupazzo di Dana ha preso fuoco! E’ vero che mi aveva fatto arrabbiare, ma non sono di certo stata io ad incendiarlo!” disse, e scoppiò di nuovo a piangere.
Ginny le mise una mano sul braccio.
“Non è colpa tua. Evidentemente sei una strega, ma tua mamma è una ba… Non ha poteri magici, quindi non può saperlo.”
“Una s-strega?”
“Siamo streghe anche noi.”
La bambina iniziò a fissarle terrorizzata, facendo saettare gli occhi dall’una all’altra.
“Oh, non nel senso cattivo del termine, come lo intendi te. Vuol dire che si hanno poteri magici. Ecco, guarda.” Ginny tirò fuori la bacchetta, l’agitò e trasformò il loro centro tavola in un canarino, che iniziò a svolazzare canticchiando allegramente. La bambina era rimasta a bocca aperta, affascinata.
“Anche… Anche io posso farlo?”
“Quanti anni hai?” domandò Lily.
“Dieci, ma ne faccio undici settimana prossima.” rispose.
“Allora presto ti arriverà una lettera da Hogwarts, la scuola magica. A settembre inizierai a frequentarla e imparerai anche tu a fare magie così. Io devo farne dodici, l’anno prossimo andrò al secondo anno.”
“Se i tuoi genitori sono dei non-maghi, verrà qualcuno della scuola a spiegartelo” aggiunse Ginny.
“Non è uno scherzo vero?” chiese la piccola, preoccupata. Ancora non riusciva a non osservare il canarino.
“Certo che no. Ed ora, vuoi dirci come ti chiami?”
La bambina le guardò un attimo, poi rispose.
“Sono Veronica Dursley.”

***

Serena era preoccupata. Da un po’ di tempo a quella parte sua figlia si comportava in modo strano.
A scuola aveva preso una nota perché aveva rubato delle penne. Lei gli aveva detto che non era vero, che le penne erano apparse da sole nel suo astuccio. Per una volta Serena aveva fatto finta di niente, poi la maestra l’aveva chiamata a casa dicendo che aveva rovinato i compiti di alcuni suoi compagni. Anche quella volta la piccola Veronica aveva detto che sì, era arrabbiata con quei bambini, ma mai e poi mai avrebbe rovesciato tutto quell’inchiostro sulle loro verifiche, era caduto accidentalmente. E poi lei si trovava molti banchi più in là, non poteva neanche arrivarci.
Serena non sapeva cosa fare. Suo marito Dudley non le dava molto aiuto, liquidando la questione in pochi secondi, e la cosa la faceva imbestialire ancora di più. Dal canto suo, Dudley aveva intuito cosa stava succedendo alla figlia, ma non aveva cuore di dirlo a sua moglie. Eppure, se i suoi sospetti si fossero rivelati esatti, di lì a poco sarebbe arrivata quella lettera, e non ci sarebbero più state scuse…
Con l’inizio delle vacanze estive, Serena pensava che le cose sarebbero migliorate, invece quel giorno l’attendeva una notizia terribile. Veronica era uscita a giocare con le sue amichette e lei non l’aspettava prima delle sei quando, verso le quattro, sentì suonare il campanello.
“Signora Polkins, che succede?” chiese, vedendo la donna furente che teneva per il braccio sua figlia.
“Succede, cara signora Dursley, che sua figlia ha dato fuoco al pupazzo di mia figlia, ecco che succede.”
Serena era rimasta stralunata. Com’era possibile? Liquidò in fretta la signora Polkins e si girò furente verso la figlia.
“E allora.” iniziò “Ora mi dirai che non sei stata tu vero?”
Gli occhi di Veronica si riempirono di lacrime, ma sua madre non si lasciò intenerire.
“Lo giuro! Abbiamo litigato, ma non ho dato fuoco al suo peluches! Non so neanche come si fa, a dare fuoco a qualcosa!”
Serena l’aveva sgridata ben bene, dicendo che non avrebbe bevuto più una delle sue scuse, quando Veronica aveva preso ed era corsa di sopra, piangendo senza ritegno.
Sua madre l’aveva seguita, ma quando la figlia aveva sbattuto la porta aveva sentito solo un debole pop e poi più nulla.
Aveva quindi aperto la porta, ma della figlia nessuna traccia. Iniziando a preoccuparsi, aveva guardato in giro, dietro le tende, sotto al letto, dentro l’armadio. Persino fuori dalla finestra, anche se questa era chiusa dall’interno. Poi aveva fatto il giro di tutta la casa, sempre più disperata.
Alla fine si era arresa e aveva chiamato il marito al lavoro.
“Che succede tesoro?” le aveva risposto Dudley, dopo che la segretaria gli aveva passato la chiamata.
“Dud, Veronica è sparita.” aveva detto, prima di scoppiare in lacrime.

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Capitolo 7
*** Parenti ritrovati ***


Buonasera a tutti =)
Questo capitolo, come il precedente, “stacca” ancora un po’ dalla storia principale… Ma nel prossimo capirete tutto ;) (tre capitoli per un dettaglio! XD ma non vi voglio svelare niente! XD)
Volevo ringraziare chi segue la mia storia e chi la preferisce (addirittura *-*) e ovviamente anche chi recensisce… Invito tutti a fare lo stesso! XD
E quindi, vi lascio con questo nuovo capitolo! XD =)


Parenti ritrovati

Per quanto Harry avesse cercato di far presto un’emergenza lo aveva trattenuto al lavoro e quindi l’uomo si smaterializzò a casa poco dopo le sei.
Appena vide la piccola Veronica colse subito la somiglianza con suo cugino Dudley. Il viso e i capelli erano proprio i suoi, ma non si stupì che Ginny non l’avesse riconosciuta: dopotutto aveva visto suo cugino una sola volta, appena dopo la fine della guerra magica, quando erano andati con alcuni membri del ministero a riportare a casa i suoi parenti, modificando qualche memoria per far credere che i Dursey si fossero solo presi una lunga vacanza (e far quindi riottenere il posto di lavoro a suo zio Vernon). Harry aveva dato l’indirizzo della Tana ai tre, se fossero voluti restare in contatto, ma a quanto pareva gli zii ne avevano avuto abbastanza di magia e non si fecero più sentire.
Così, vedendo una nipotina inaspettata, il cuore dell’uomo con la cicatrice si colmò di sentimenti contrastanti. Si consultò brevemente con la moglie dopo cena e poi decise di andare da suo cugino a comunicargli la notizia, immaginando l’ansia che doveva provare.
“Veronica, senti… Mi puoi dire dove abitano i tuoi genitori? Sai l’indirizzo?”
“Privet Drive numero 28!” Rispose la bambina in automatico, tutta presa dai giochi con la bacchetta che stava facendo Ginny per distrarla. James partecipava al gioco chiedendo alla madre di fare le cose più assurde, guardando con invidia le magie che ancora non poteva compiere; Albus invece era come al solito indifferente, sprofondato nella poltrona a leggersi un libro.
Lily osservava dal divano la sua cuginetta alla lontana, chiedendosi come doveva apparire tutta quella magia ai suoi occhi.
“Beh, io vado allora.” disse Harry, sorridendo del fatto che Dudley non fosse andato a vivere lontano dai genitori.
“Ciao caro, torna preso.” rispose Ginny.

***

“Mi spiace, ma non possiamo cominciare le ricerche finché non saranno trascorse quarantott’ore.” disse impacciato il poliziotto, giocherellando con il cappello che teneva in mano.
“Stupidaggini! Si parla di una bambina di dieci anni, non di un uomo adulto! Voi ora alzate il culo ed uscite a cercarla!” tuonò Vernon Dursley, i baffi ormai grigi frementi.
Dudley aveva avvertito subito il padre della scomparsa della figlia, dato che lavorava con lui alla ditta dei trapani, ed entrambi erano usciti prima dal lavoro. Vernon era andato a prendere Petunia ed ora si trovavano tutti nel salotto dei due ragazzi, a litigare con i poliziotti dal momento in cui li avevano chiamati. O meglio, Vernon urlava, zia Petunia stava seduta rigida su una poltrona color ecrù e Dudley cercava di consolare alla meglio la moglie Serena, che piangeva a dirotto sulla sua spalla, seduta sul divano.
Dopo che Vernon ebbe chiamato per dieci volte di fila la stazione di polizia questa si era convinta a mandargli due agenti, per ripetere di nuovo il messaggio che gli era stato detto invano, ovvero che dovevano passare un tot di ore prima di intraprendere le ricerche. Ora i due erano in piedi all’ingresso del salotto, terribilmente a disagio, mentre il nonno della piccola gli urlava contro le peggio cose.
Un forte pop interruppe quella sceneggiata, e Harry apparve in mezzo al salotto. I due poliziotti lo guardarono sbigottito, ma Vernon non fece in tempo a girarsi per vedere cos’era successo che l’uomo estrasse la bacchetta da sotto al mantello.
“Confundus.” disse alla volta dei due uomini in divisa, che assunsero un espressione beota e poi si diressero alla porta.
“Quindi è tutto apposto, falso allarme.” disse il primo.
“Andiamo a riferire, non scomodatevi ad accompagnarci, sappiamo la strada.” fece eco il secondo, e poi sparirono.
“Harry.” disse sorpreso Dudley.
Harry Potter guardò il cugino. Era sempre lui, un po’ invecchiato forse, ma ancora con il fisico possente da ragazzo che faceva palestra. Teneva stretta a sé una donna minuta, che si era interrotta a metà singhiozzo per osservarlo a bocca aperta, gli occhi arrossati dello stesso colore di quelli di Veronica.
“Ehi, Big D. Ho una cosa che ti appartiene.”
“Ma… Che succede?” chiese Serena, spaesata.
“Tesoro, lui è mio cugino Harry.”
“Ma… Non lo vedevi da un sacco di anni no? E come ha fatto ad apparire nel salotto?”
“E’ una lunga storia… Te ne devo parlare, ma promettimi che starai calma…”
Ragazzo.” sibilò Vernon “Come osi, apparire dopo tutto questo tempo, scandalizzare mia nuora, quando è già scandalizzata per…”
“E’ appunto per questo che sono qui. Vostra figlia Veronica si trova a casa mia.” aggiunse, rivolto ai due sul divano.
“Veronica? Veronica è da te?” iniziò Serena, la voce più acuta ad ogni parola “Ma come? Come è possibile che…”
“AH-HA! L’hai rapita, piccolo disgraziato! Con uno dei tuoi abracadabra ce la tieni nascosta, non è vero? Ed ora sei venuto a chiederci il riscatto, perché uno scellerato come te deve essere finito in rovina, ecco cos’è successo! Beh, liberala subito, non avrai NIENTE da noi!” urlò Vernon Dursley, il volto paonazzo.
Harry aspettò che finisse, notando divertito che ancora non si era strappato neppure un baffo. Eppure, doveva essere arrabbiato.
“Certo che no. Ho un lavoro sai? Mi guadagno da vivere. Veronica si è smaterializzata non so come nel nostro giardino, ed io sono venuto a dirvelo.”
“Smaterializzata? Non è possibile.” intervenne Petunia in sussurro.
Calò un silenzio pesante. Poi Petunia riprese.
“Stai forse dicendo che… Che è…”
“Esatto. Veronica è una strega, esattamente come lo era Lily.”
“NON PRENDERCI IN GIRO RAGAZZO! Se è andata come dici, PERCHE’ NON CE L’HAI RIPORTATA SUBITO QUA?”
“Perché è una bambina, non dovrebbe essere in grado di smaterializzarsi! Ma invece l’ha fatto, ed ha consumato gran parte dell’energia magica per farlo, e non ho voluto rischiare la sua salute solo per fornirvi una prova del fatto che dicevo la verità!”
“No, aspettate… Cosa vuol dire che mia figlia è una strega?” intervenne Serena, basita.
“Amore… Mio cugino è un mago, vuol dire che ha poteri magici… L’hai visto anche tu no come ha fatto qualcosa e quei poliziotti? Io… Avrei voluto dirtelo, ma avevo paura che non mi avresti creduto, e poi è passato del tempo… Credevo che comunque non avrebbe influito sulla nostra vita, ma poi Veronica ha iniziato a comportarsi in modo strano ed io sospettavo qualcosa ma… Avrei dovuto parlartene prima, sono stato uno stupido.” concluse Dudley, affranto.
“E’ uno scherzo?” domandò Serena.
“No, non lo è.” disse Harry, agitando la bacchetta sotto i suoi occhi e facendo svolazzare le riviste poggiate su un tavolino. La bocca di Serena si aprì in una ‘O’ molto comica.
“Cosa dobbiamo fare?” chiese infine Dudley al cugino.
“Dovete venire a prenderla. E’ l’unica soluzione. Il viaggio è abbastanza lungo, però non voglio rischiare di usare canali magici per portarla qui dato quello che è successo. Nel frattempo la bambina può stare da noi, non preoccuparti.”
“Come come? ED IO DOVREI FIDARMI DI LASCIARE MIA NIPOTE A TE?”
“ADESSO BASTA PAPA’! Devo ricordarti che Harry mi ha salvato la vita, o l’anima, anni fa? Tu potrai pure odiarlo perché ha poteri magici, ma in questo caso allora odierai pure Veronica! Se lui dice che se ne prenderà cura, io gli credo! Smettila di comportarti ancora come se fosse un ragazzino di undici anni la cui sola colpa è stata quella di essere rimasto orfano! L’hai trattato come la peggio cosa, ed io ci ho anche messo del mio lo ammetto, ma ora il passato è passato ed intendo ricominciare da capo. Ci ha offerto protezione quando la guerra impazzava, ha salvato la vita anche a te! Ora quindi stai zitto.”
Vernon sembrò come afflosciarsi. A passo pesante, basito per il comportamento del figlio, si avviò verso una poltrona e si lasciò cadere.
“Dimmi dove dobbiamo venire.” disse Dudley ad Harry.
“Ti lascio l’indirizzo.” rispose lui, divertito ed ammirato insieme dal comportamento del cugino.

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Capitolo 8
*** Nomignoli ***


Eccomi, eccomi! Non mi sono persa! XD
Torno ad aggiornare, ringraziando tutti quelli che mi leggono, seguono, ricordano e preferiscono (wow, addirittura 4! *-*)
Invito tutti a recensire! =D
Ed ora vi lascio con il nuovo capitolo u.u
Purtroppo ancora niente Severus… Ma tornerà nel prossimo, non temete ;)


Nomignoli

La famiglia Potter era piuttosto agitata, in fermento, in attesa. Quella sera sarebbe arrivato nientemeno che Dudley Dursley, cugino di Harry di cui i figli avevano solo sentito parlare poche volte, seguito a ruota da moglie e genitori. Ginny teneva al fatto di fare bella figura, così costrinse i suoi tre figli ad un bagno forzato ed a restare in casa tutto il giorno – “non sia mai che mi cadete dalle scope e ritornate tutti zozzi, e allora non ci sarà più il tempo neanche per una doccia veloce!” – mentre lei stessa sembrava diventata nonna Molly, tutta intenta a preparare deliziosi manicaretti per la cena.
Se James si lamentava, vagando annoiato da una stanza all’altra e tirando matto il povero Al, questo era ben contento, a parte per gli scherzi di suo fratello, di stare a leggere quanto più gli pareva senza sentirsi dire di uscire a giocare con gli amici, che era estate e che era uno spreco stare in casa con quel bel sole che picchiava.
Dal canto suo, Lily se ne restò tutto il giorno in camera a chiacchierare con la cugina, dopo che l’ebbe aiutata a scegliere i vestiti da mettersi quella sera dal suo armadio – essendosi smaterializzata all’improvviso nel loro giardino, ovviamente non si era portata un ricambio –. La ragazzina concluse che sarebbero andate molto d’accordo e che non vedeva l’ora di avere la cuginetta ad Hogwarts, per poterla vedere tutti i giorni. Chissà, sarebbe stata a Grifondoro anche lei? Lily era impaziente di scoprire la risposta.
Verso le sei di sera il campanello suonò.
“Ragazzi, scendete!” urlò Ginny, mentre Harry andava ad aprire.
Tutti si recarono in salotto, in attesa dei parenti. Sentirono suo padre salutare gli ospiti, poi appena essi misero piede in salotto la piccola Veronica lanciò un urletto a si precipitò tra le braccia della madre.
“Mamma mamma! Non volevo sparire così, ma mi hanno detto che sono una strega! Non era colpa mia allora, erano i miei poteri!”
“Oh Veronica.” sospirò la madre, stringendola forte “Ora non m’importa, l’importante è che tu sia sana e salva.”
Lily osservò quello che doveva essere il cugino di suo padre, non riconoscendo nessuna somiglianza. Tuttalpiù poteva intuire la parentela dalla vecchia ossuta che stava accanto all’omaccione da cui evidentemente aveva preso Dudley, in quanto appunto anche i suoi fratelli erano abbastanza magri ed ossuti. Ma nulla più.
“Ragazzi, vi presento Vernon e Petunia Dursley, i miei zii, mio cugino Dudley e sua moglie Serena. E beh, conoscete già la piccola Veronica. Zii, Dud, lei è mia moglie Ginevra e loro sono i miei figli: James, Albus e Lily.”
Al nome “Lily” la ragazzina sembrò notare un fremito nella zia Petunia, che l’osservò per un momento e poi distolse lo sguardo.
Si accomodarono in salotto e Ginny servì gli aperitivi, analcolici per i ragazzi, chiacchierarono un po’ del più e del meno. Verso le sette tutti vennero dirottati in cucina per la cena.
Lily gustò con gli occhi prima che con la bocca tutti i deliziosi manicaretti che la madre aveva preparato: tartine, antipasti di vario genere che comprendevano affettati in egual misura alle fantasie di pesce, pasta al forno e risotto ai funghi per primo, arrosto con patate e salmone per secondo, dolce ancora ignoto ma che l’attirava parecchio.
Stava mangiando l’arrosto quando successe. Le patate erano leggermente insipide per i suoi gusti, ma quando cercò sul tavolo vide che il sale era dal lato opposto del tavolo, vicino alla zia Petunia.
“Tunia, mi passi il sale per favore?”
Suo padre si bloccò con la forchetta a mezz’aria e tutte le chiacchiere si spensero all’improvviso. Lily si sentì arrossire fino alla punta dei capelli e si chiese da dove le fosse uscita una cosa simile: chiamare con un’abbreviazione stupida una sconosciuta? Ma perché mai?
“Ehm, volevo dire, zia Petunia mi passi il sale?”
Dal canto suo la zia era impietrita, con gli occhi fuori dalle orbite. Fortunatamente intervenne James, che allungò il braccio per prendere la saliera e gliela lanciò direttamente addosso, spargendo sale dappertutto.
“James Sirius Potter, come ti sei permesso di fare una cosa così idiota? Davanti agli ospiti poi!” Ginny aveva iniziato a fare la paternale al figlio e il tempo sembrò scorrere nuovamente, tutti ripresero a mangiare in tranquillità e l’episodio venne dimenticato.
Dopo cena  gli ospiti si trattennero per poco, con la scusa che avevano un aereo da prendere, e alle otto e mezza si congedarono. Lily salutò Veronica con un “Ci vediamo ad Hogwarts!” che fece storcere il naso a Vernon, ma lei non ci fece caso.
Così, dopo che ebbe aiutato sua madre a sistemare, se ne andò a letto.
Due bambini di undici anni seduti sotto ad un albero in riva ad un fiumiciattolo parlavano tra loro.
“… E il Ministero può punirti se fai magie fuori dalla scuola, ti mandano delle lettere” disse Severus.
“Ma io le ho fatte!” rispose Lily, sgranando gli occhi.
“Noi siamo apposto. Non abbiamo ancora la bacchetta. Ti lasciano stare, quando sei un bambino e non puoi farci niente. Ma a undici anni cominciano a istruirti, e allora devi stare attento.”
Lily sembrò riflettere un attimo su quelle parole, poi raccolse un bastoncino da terra come fosse una bacchetta e iniziò ad agitarlo.
“E’ vero, no? Non è uno scherzo? Petunia dice che mi racconti delle bugie. Dice che Hogwarts non esiste. E’ proprio vero?” chiese infine.
“E’ vero per noi. Non per lei. Ma noi riceveremo la lettera, io e te.”
“Sul serio?”
“Certo.” rispose Severus, solenne.
“E arriverà davvero con un gufo?”
“Di solito. Ma tu sei figlia di Babbani, quindi dovrà venire qualcuno della scuola a spiegarlo ai tuoi genitori.”
Lily si sentì improvvisamente agitata. Sussurrando, chiese: “E’ diverso se si è figli di Babbani?”
Severus non rispose subito.
“No.” dichiarò infine “Non è diverso.”
“Meno male.” si tranquillizzò lei.
“Tu hai sempre un sacco di magia. L’ho visto. Ti guardavo sempre…”
Lily si stese a guardare i rami sopra di loro, senza stare a sentire.
“Come vanno le cose a casa tua?” gli chiese.
“Bene.” rispose.
“Non litigano più?”
“Oh, si, litigano.” Severus iniziò a strappare un po’ di foglie “Ma fra poco me ne andrò.”
“A tuo papà non piace la magia?”
“Non gli piace praticamente niente.”
“Severus.”
“Sì?” le chiese, sorridendo nel sentirla pronunciare il suo nome.
“Parlami ancora dei Dissennatori.”
“Perché?”
“Se uso la magia fuori dalla scuola…”
“Non ti danno ai Dissennatori per questo! I Dissennatori sono per chi fa cose veramente brutte. Sono le guardie della prigione magica, Azkaban. Tu non puoi finire ad Azkaban, sei troppo…” Severus arrossì, e strappò di nuovo qualche foglia.
Si sentì un fuscio, e una bambina bionda ed ossuta uscì fuori da dietro ad un albero, inciampando.
“Tunia!” esclamò Lily, riconoscendo la sorella.
Lily Luna Potter si svegliò di soprassalto, il sogno ed il nome ancora impresso nella mente.
“Tunia!” esclamò Lily, riconoscendo la sorella.
Perché l’ormai defunta Lily Evans aveva parlato con la sua bocca quella sera a cena? Il pensiero di quel soprannome continuava a tormentarla.
“Tunia!” esclamò Lily, riconoscendo la sorella.
Ma cosa le stava succedendo?

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Capitolo 9
*** La storia dei Prince ***


Buonasera a tutti! =D
Questo capitolo è perfino più lungo del capitolo più lungo finora scritto ò.ò
Ok, discorso un po’ contorto XD credo che comunque farà la gioia di qualcuno…
Finalmente torna Severus! =)
Vi lascio leggere dopo un piccolo avviso: avendo settimana prossima un esame non credo di riuscire ad aggiornare prima di due settimane… Scusatemi! >.<
Ed ora, ringraziando tutti quelli che mi seguono o leggono per caso, vi lascio alla lettura invitandovi a recensire! =D


La storia dei Prince

Severus Prince era tornato a casa dai suoi genitori, aveva rivisto qualche vecchio amico delle elementari, aveva fatto qualche compito portandosi avanti e ogni notte faceva sempre i soliti sogni.
Ormai ne era ossessionato, era ossessionato da quel Severus di cui non aveva notizia e voleva a tutti i costi sapere chi era. Il giorno in cui fece un solito sogno solo “ampliato” decise di partire dalla cosa più ovvia per cercare indizi. Com’era possibile che non gli fosse venuto in mente prima? Andò da sua madre Clohe, che era sempre a casa dato che faceva la casalinga, e si accinse ad iniziare il discorso.
“Mamma, ma perché mi avete chiamato Severus?”
La madre, intenta a preparare la colazione, si bloccò un attimo per guardare il figlio, stupita.
“Perché vuoi saperlo Sevy? Comunque l’ha deciso tuo padre, io non lo so. E’ un bel nome no? Particolare.”
“Appunto, è particolare. Quando torna papà?”
“Tesoro. Forse non ti piace? Non puoi mica cambiarlo, non adesso comunque… E poi io e Thomas te l’abbiamo dato con tutto l’amore possibile, se vuoi puoi provare a trovare un’abbreviazione più bella o un soprannome…” Clohe era preoccupata. Gliel’aveva detto lei al marito che prima o poi loro figlio ne avrebbe fatto un problema! Intendiamoci, era rimasta convinta anche lei dal nome. Ma era così inusuale!
“Ma no mamma! Il mio nome mi piace, è bellissimo! Voglio solo capire da dove viene.”
Questo non tranquillizzò affatto Clohe, che restò pensierosa tutto il giorno. Quando la sera, finalmente, tornò a casa suo padre Thomas, Severus lo assalì.
“Papà! Dimmi, perché mi avete chiamato Severus? La mamma dice che l’hai deciso tu.”
Thomas era perplesso, ma non ne fece una tragedia come la moglie.
“In realtà è stato tuo nonno a chiedermi di chiamarti così. Me lo chiese fin da quando ero appena n adolescente, pensa! Ma non ho mai saputo il perché. Comunque il nome mi piaceva, piaceva a tua madre e così non gli abbiamo negato questo favore. Se vuoi puoi chiederglielo domenica, che andiamo a trovarlo.”
Severus non aspettava altro che la domenica. Finalmente, verso mezzogiorno arrivarono nella piccola villetta che il nonno aveva alla periferia di Londra, dove invece loro vivevano in un appartamento.
Nonno Felix era ormai vedovo da cinque anni ma ancora non aveva abbandonato l’abitudine di invitare il suo unico figlio con moglie e nipotino a pranzo la domenica. Se la cavava abbastanza bene e da quando si era scoperto che il piccolo Severus era un mago nessuno in famiglia lo giudicava più un vecchio pazzo, così le cose andavano in realtà decisamente meglio di prima.
“Sevy! Vieni qua, fatti abbracciare dal nonno.” Felix adorava indiscutibilmente il nipote.
“Nonno, ho una domanda importante da farti.”
“Sentiamo figliolo. O forse è meglio aspettare dopo pranzo, così potrò dedicarti tutta la mia attenzione? Ora il mio stomaco brontola un po’.”
Così mangiarono, e appena ebbero finito anche con il dolce, il vecchio guardò il bambino preparandosi ad un discorso impegnativo. Tutto si poteva dire tranne che suo nipote fosse stupido, quindi se aveva bisogno di chiedere qualcosa, soprattutto a lui, non poteva che essere della massima importanza.
“Chiedi tutto Severus.”
“Nonno, perché mi chiamo Severus? Ho chiesto alla mamma e al papà ma loro mi hanno detto che è stata una tua idea. Perché?”
Felix guardò figlio e nuora.
“Ora non mi prenderete più per pazzo vero?”
“Papà, non abbiamo mai creduto che tu fossi pazzo.”
“Ma non mi dire, vedevo anch’io come mi guardavi da giovane! Ho smesso di parlarne solo per quello. Però ora tuo figlio pone un interrogativo interessante, che necessita l’esplorazione di un mondo che hai sempre rinnegato.”
“Felix, quel mondo noi l’abbiamo visto. Sono venuti a parlarci, siamo stati al binario per la scuola… Ci siamo arrivati passando attraverso una colonna! Come credi che potremmo mai dubitare di te?” lo sguardo di Clohe era ardente mentre pronunciava quelle parole.
“Allora?” chiese Severus, sempre più impaziente.
“Sei pronto per sentire la storia della famiglia Prince?”
“Prontissimo.” rispose lui, che moriva di curiosità.
“Devi sapere che i Prince erano un’ottima famiglia purosangue. Ora, non so quanto ne sai… Ma nel mondo magico ci sono due categorie di persone: i purosangue, coloro che vantano solo maghi e streghe all’interno del loro albero genealogico, attaccati ai valori di purezza e tradizione e un sacco di simili baggianate. E poi ci sono i mezzosangue, coloro che sono nati babbani – pardon, da gente senza poteri magici – che sono maghi e streghe di “secondo livello” secondo un pregiudizio purosangue. Ovviamente non è vero, è solo una stupidata che si credeva anni fa e che credo solo i più rimbambiti portano avanti come condizione estremista.”
“Ma come fa la famiglia Prince ad essere purosangue se né mia mamma né mio papà né te avete dei poteri magici? Sono un purosangue o no?” Severus era un po’ confuso.
“Hai mai sentito parlare dei maghinò?” gli chiese gentilmente suo nonno.
“No.”
“Sono come i mezzosangue, ma al contrario. Sono persone senza poteri magici nate da una famiglia di maghi.”
“Sì, ho capito.”
“Io sono un magonò. Un disonore, all’epoca della mia nascita, un disonore ancora peggiore per un appartenente ad una famiglia purosangue. La mia famiglia, come tutte quelle di allora, credeva nella purezza e nelle tradizioni, come ti ho detto. Non ricordo molto di loro, in verità… Credo che, una volta che ebbi superato l’età in cui la magia si manifesta volontariamente, abbiano chiamato uno specialista. In tutta discrezione, ovviamente. E quando il verdetto è stato emesso… Beh, non potevano certo tenersi una “macchia” così grande. Si trasferirono, con il disappunto di Elieen, la mia sorellina maggiore, che fu costretta a lasciare tutti i suoi amici. Tuttavia, lei mi adorava. O almeno, a me sembra, e comunque io adoravo lei. Divenne solo un po’ più scontrosa per il trasferimento. Comunque, una volta fatto, i miei genitori si impegnarono per cercare una persona. Una babbana, feccia e luridume per loro, la trovarono e le chiesero se era disposta ad accollarsi un bambino in cambio di una cospicua rendita mensile vita natural durante.”
Le facce dei tre ascoltatori esprimevano disgusto ed incredulità.
“Dovete sapere che in genere l’essere purosangue viene associato ad una bella quantità di soldi: beh anche i miei genitori erano ricchi, ricchi sfondati. E non erano, come la maggior parte dei genitori di oggi, teneri e affettuosi, tutt’altro. Ero sempre stato seguito da balie, nonostante mia madre fosse a casa tutto il giorno, perché i bambini sono piccoli e sporcano ed una signora di tale prestigio non può essere coinvolta. Credo che però alla fine mi volesse bene, perché insistette per farmi tenere il mio cognome, contro il parere di mio padre. Io ero piccolo, avrò avuto otto anni al massimo, e non capivo molto delle loro liti in proposito. Collegai tutto crescendo. Beh, alla fine la signora accettò, così io soltanto mi trasferii lontano, con lei. Dopotutto mi volle bene, bene davvero. Per me era lei la mia mamma, e dopo i primi tempi in cui i miei veri genitori dopotutto mi mancavano, iniziai ad ignorarne il ricordo se non ad odiarlo, perfino. Tata Nancy fu sempre buona con me. Studiai nelle migliori scuole babbane, non mi fece mancare niente. I soldi dei miei veri genitori aiutavano, ma quando fui abbastanza grande per lavorare cercai di andare avanti da solo. Non volevo la loro carità, capite? L’unica persona che mi è sempre mancata è stata Eileen, mia sorella. Lei era innocente, una bambina poco più grande di me, e così come io avevo dovuto seguire tata Nancy lei non poteva staccarsi dai nostri genitori. Non era colpa sua se non mi aveva cercato. Sospettavo perfino che non sapesse dove trovarmi, e forse non l’ha mai saputo. Dopotutto, neanche io sapevo dove erano finiti i miei veri parenti. Ci eravamo trasferiti, sì, ma avevo vissuto in quella casa ben poche settimane. Eravamo a nord o a sud? Dove? Purtroppo ottenni la risposta solo troppo tardi.”
“Ma questo cosa c’entra col mio nome?” domandò Severus.
“Ci sto arrivando, ci sto arrivando. Beh io sono cresciuto, mi sono sposato ed ho avuto un figlio, come ben sapete. Poi un bel giorno mi è arrivata una lettera dal Ministero della magia. I miei genitori erano morti ed io venivo convocato per l’eredità presso la loro abitazione. Non volevo andarci. Non volevo ma ci sono andato, perché in cuor mio speravo di incontrare di nuovo Eileen. Speravo che fosse cambiata, che avesse abbandonato gli stupidi valori purosangue e che fosse pronta per riaccettarmi di nuovo come fratello. Beh, non l’ho trovata. Ho trovato però delle lettere di mia madre, un’infinità. A quanto pare non era così priva di sentimenti come me la ricordavo. Erano tutte lettere per me, tutte lettere di una madre a cui era stato sottratto il figlio per i valori sbagliati e a cui mancava terribilmente. Neppure lei sapeva dove mi teneva tata Nancy, mio padre non le aveva mai confidato il segreto e lei per il dolore, per la rabbia o per una qualsiasi altra emozione in proposito si era rovinata, iniziando a bere e morendo di male al fegato. Non mi aveva dimenticata, no, e aveva sofferto. Mio padre l’aveva seguita nella tomba poco dopo, a causa di un banalissimo infarto.”
“E tua sorella, dov’era? Dov’è? L’hai mai saputo?” chiese Thomas al padre.
“Ci sto arrivando. Ho trovato altre lettere oltre quelle di mia madre, ed erano quelle di mia sorella. Alcune del periodo scolastico. Poi ben poche di dopo. Da quello che ho capito, la mia cara sorellina aveva deciso di sconvolgere i miei genitori rescindendo con loro qualsiasi legame purosangue ed andando a sposare nientemeno che un babbano di umili origini. In nessuna lettera sua venivo nominato, e non so se sia stato il caso a far innamorare Eileen Prince di quel Tobias Piton… Sta fatto che non si fece problemi a fuggire con lui lasciando i miei genitori interdetti con solo una lettera e l’annuncio di matrimonio preso da un giornale. Credo che fuggì facendo in modo di non farsi più trovare e che questo fu un ulteriore brutto colpo per mia madre. Ormai aveva perso tutti e due i suoi figli. E forse anche mio padre ne aveva risentito: Eileen aveva rotto un contratto di matrimonio – ovviamente purosangue – e il buon nome della famiglia era distrutto. Comunque, l’unica altra lettera che trovai di mia sorella annunciava la nascita di suo figlio, Severus Piton. Io l’ho cercata, l’ho cercata tanto, ma non l’ho mai trovata. Non so se è viva o morta, non so come sta suo figlio, però vedi io ormai avevo già avuto Thomas e la vita non mi ha dato la gioia di altri figli. Così ho chiesto a lui di chiamare il suo primogenito Severus, se fosse stato maschio: è tutto ciò che mi resta di mia sorella, l’unica a cui abbia mai voluto bene davvero.”

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Capitolo 10
*** Passato ***


Buongiorno a tutti ^_^”
Vado di fretta perché domani ho un esame… Ma volevo lasciarvi questo ultimo capitolo che “chiude” un po’ la parentesi estiva dei ragazzi… Dal prossimo capitolo torneranno tutti ad Hogwarts ^_^”
Purtroppo non sono molto convinta di ciò che ho scritto =/ ma spero mi perdonerete anche perché ho altro a cui pensare >..<
Invito come sempre tutti a recensire, e ringrazio chi mi segue e chi m’ha messo nelle preferite ;)
A presto! (spero con un capitolo migliore e più lungo! >..<)


Passato

Il giorno dopo Severus si fece accompagnare dalla madre a Diagon Alley, dicendo che doveva sbrigare delle ricerche per la scuola. Fortunatamente non abitava distante.
Cercò così una biblioteca magica, chiedendo ai passanti perché ancora non conosceva la via nella sua interezza, e si mise a cercare fra i pesanti volumi qualcosa su Severus Piton mentre sua madre mangiava un gelato da Fortebraccio, aspettandolo.
Non fu difficile trovare informazioni, e apprese così con sommo orrore che era stato un Mangiamorte, uno dei servi del Signore Oscuro, scagionato però dopo la guerra nientemeno che da Harry Potter stesso, così come a suo tempo fece Albus Silente. Il signor Potter affermava che Piton in realtà fosse stato dalla parte di Silente e dell’Ordine, fin da quando i suoi genitori furono uccisi, dicendo di avere prove inconfutabili che tuttavia non poteva mostrare per espressa volontà dell’ormai defunto uomo.
Siccome parecchi termini gli erano nuovi, nonostante durante in suo primo anno avesse sentito parlare della grande Guerra Magica, chiese alla bibliotecaria dei testi appositi e si documentò su tutta la guerra. Scoprì così che il più grande mago oscuro, cosiddetto Lord Voldemort (quando in realtà aveva un nome banalissimo, Tom Riddle) aveva cercato di distruggere l’ordine magico costituito, volendo portare alla luce i maghi purosangue e distruggere mezzosangue e babbani, per lui indegni di vita. Scoprì che nel corso dei suoi anni da assassino fu formulata una profezia, che giunse alle orecchie di Voldemort incompiuta, e che lo esortò ad uccidere Harry Potter, poco più di un lattante. Scoprì anche che non ci riuscì, scomparendo nel nulla e facendo vivere una breve parentesi di pace a tutto il mondo, magico e non. Lesse poi del suo ritorno, della sua nuova ascesa al potere, della grande battaglia di Hogwarts in cui proprio il bambino sopravvissuto, ormai ragazzo, gli aveva inflitto il colpo di grazia.
Soprattutto, scoprì che i nomi dei genitori di Harry erano Lily e James.
Lily.
Severus prese in prestito qualche testo dalla biblioteca e, prima di andare a casa, passò al Ghirigoro per cercare un libro da comprare per Lily, che di lì a poco avrebbe compiuto gli anni. Fece una scelta un po’ azzardata, ma alla fine che ne poteva sapere lei? E se invece sapeva… Avrebbe solo visto la sua reazione. Sentiva che comunque il libro era giusto, era per lei, per una loro passione comune. Il fatto che l’avesse già visto in sogno non significava nulla, anzi, stava solo a significare che quelli non erano semplici sogni.
Una volta a casa Severus continuò a consultare i libri in cerca di informazioni sulla guerra magica e su Severus Piton, ma non scoprì nulla di nuovo se non il fatto che era un Mangiamorte pentito che faceva il doppiogioco con i servi di Voldemort. Questo almeno finché non si decise a consultare un librettino consunto, piccolo e nero, che narrava la biografia della maggior parte dei Mangiamorte, uno per ogni capitolo.
Su Piton si diceva solamente che era nato da Eileen Prince e Tobias Piton, la cui coppia aveva fatto scandalo all’epoca perché la purosangue era fuggita per sposare un babbano. Aveva frequentato Hogwarts finendo a Serpeverde e si era quasi da subito unito alla cerchia di quelli che sarebbero diventati Mangiamorte. Non accennava né a Lily né ai motivi del suo pentimento, ma Severus pensava che le cose fossero interconnesse. Lo sentiva a pelle.
Scoprì anche che, sfortunatamente per suo nonno, sia Eileen che Tobias erano morti, la prima d’infarto qualche anno dopo il marito, morto di cancro al fegato. Decise di tenersi la notizia per sé per non turbare nonno Felix, che comunque si era abituato a vivere nel dubbio.
Finalmente, Severus Prince sentiva di avere le idee più chiare. Non comprendeva i motivi che avevano spinto Piton a diventare Mangiamorte, né perché vedesse i suoi ricordi durante la notte (sempre se erano i suoi ricordi, cosa per cui aveva ancora qualche dubbio). Quello di cui era certo era che, se il Piton dei suoi sogni era il Piton Mangiamorte pentito, sapeva esattamente il motivo che l’aveva portato a redimersi.
Lily.

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Capitolo 11
*** Ritorno ad Hogwarts ***


Rieccomi rieccomi! So che morite dalla voglia di saperlo… Ebbene sì, l’esame è andato bene! XD (pensavate a qualcosa di più succoso eh? XD)
Comunque, colgo di nuovo  l’occasione per ingraziare tutti quelli che mi seguono, preferiscono e recensiscono, ed invito tutti a fare altrettanto! *-* (tutti! XD che esagerata! XD)
Siccome non so quand’è il “vero” compleanno di Lily ho pensato di farlo cadere a Ferragosto u.u giusto in tempo per poter frequentare Hogwarts! XD
Quindi, vi lascio con la storia. Buona lettura! =D


Ritorno ad Hogwarts

Lily Potter si alzò eccitata il quindici di agosto, come sempre nel giorno del suo compleanno. Volò al piano di sotto e trovò sua madre in cucina, che le mise di fronte una bella fetta di torta facendole gli auguri.
“Auguri tesoro!” disse suo padre entrando in cucina e passandole una mano nei capelli.
“Capirai, sono solo dodici anni…” sbadigliò James sedendosi davanti ad una tazza di latte.
“Beh signorino, farai meglio a ricordarti che ormai hai quindici anni e che quindi quest’anno per te ci sono i G.U.F.O.…” iniziò Ginny.
“Che noiosa… Non di prima mattina… Beh auguri Lilly.”
La donna si stava gonfiando, sintomo che presto sarebbe esplosa e la giornata rovinata, ma Albus salvò la situazione entrando in cucina già vestito e cantando: “Tanti auguri a te! Tanti auguri a te! Tanti auguri a Lily, tanti auguri a te!” per poi stampare un bacio sulla guancia della sorella.
La piccola di casa Potter ricevette in regalo dalla famiglia dei nuovi vestiti dai colori sgargianti e ringraziò tutti allegramente, e nel corso della mattinata due gufi le portarono i regali di Annie e Severus. La ragazza le aveva regalato un quadernetto a dir poco stupendo, la copertina era rigida e di color rosso, con gli angoli bordati d’oro. Nella lettera insieme agli auguri c’era scritto che avrebbe potuto usarlo per segnarci quei sogni strani di cui ancora non aveva fatto parola con lei, così sarebbe stato più facile esporli in futuro, o quantomeno trovarci un senso.
Severus le aveva regalato un libro di pozioni. Quando Lily lo vide il suo cuore perse per un istante un battito: era il libro di pozioni. Quello che, nei suoi sogni, continuava a leggere sul divanetto color crema. Ma Severus non poteva sapere… Sicuramente l’aveva comprato per caso…
In merito ai sogni la ragazza non sapeva che pensare. Sperava che, col tempo, tutto si sarebbe risolto da solo, ogni cosa sarebbe andata apposto. E così, aspettava.
La domenica successiva andarono tutti dai nonni dove i cugini si ritrovarono e la nonna Molly preparò una delle sue splendide torte per festeggiare la ragazza. Dopotutto fu felice di rivedere i parenti, soprattutto Rose e Hugo, con cui passò la maggior parte del tempo.
Poi i giorni volarono ed il trentun agosto si  ritrovò a fare il baule, non vedendo l’ora di tornare ad Hogwarts. Il giorno dopo, arrivando alla stazione di King’s Cross, scorse Annie in lontananza e la soffocò con un abbraccio raggiungendola di corsa.
“Lily! Che bello stiamo tornando!”
“Sì! Finalmente! Ancora grazie mille per il regalo comunque, ho già iniziato a scriverci!”
Si erano appena separate quando videro Severus raggiungerle. Lily provò una strana sensazione, era tentata di andare a saltargli al collo come aveva appena fatto con Annie ma nello stesso tempo qualcosa – vergogna? Timore? – la teneva inchiodata sul posto. Improvvisamente si rese conto di essere cresciuta, del fatto che lui era cresciuto. Si sarebbe vergognato anche lui? Con che occhi l’avrebbe guardata poi? L’adolescenza le era entrata nelle cellule.
Non ci fu però bisogno di ulteriori macchinazioni perché come il ragazzo la raggiunse la strinse in un forte abbraccio, che Lily ricambiò in modo quasi automatico, sentendosi improvvisamente scottare. Dopo che Severus l’ebbe stretta forte la lasciò andare e le sorrise, salutando lei e l’amica.
Dal canto suo il ragazzo aveva provato strane sensazioni vedendo Lily. Un tuffo al cuore, un’improvvisa agitazione, la voglia di rivederla e, soprattutto, una voglia matta di stringerla a sé. Per un secondo era stato fermato dal timore che qualcuno li vedesse ed equivocasse il gesto, ma poi aveva avvertito come un senso di urgenza, di rimpianto e di cose non dette e così l’aveva abbracciata. Aveva assaporato il suo profumo e si era abbandonato a lei quando la ragazza aveva ricambiato l’abbraccio, ma capì che doveva tutto finire presto. E così, dopo un’ultima stretta, l’aveva lasciata andare.
Salirono insieme sul treno, cercandosi uno scompartimento tutto per loro. Si sporsero dai finestrini per salutare i rispettivi genitori mentre il treno partiva e poi si risedettero, mettendosi a chiacchierare sugli avvenimenti successi quell’estate.
Lily stava per raccontare di Veronica quando si rese conto che doveva trovarsi anche lei sul treno, così si diede una pacca in fronte e, spiegata la situazione agli amici in fretta e furia, andò a cercarla. La trovò in uno scompartimento assieme ad altri primini spaesati e le chiese se voleva unirsi a loro. Veronica dal canto suo fissò dapprima terrorizzata la porta che si apriva e poi con sollievo gli occhi della cugina, che non esitò a seguire.
Così si ritrovarono in quattro a chiacchierare allegramente, soprattutto illustrando alla piccola Dursley le meraviglie del castello, poi il treno si fermò e si salutarono sulla banchina mentre i tre più grandi si dirigevano verso le carrozze.
Lo smistamento fu un evento bellissimo come sempre, e Veronica Dursley finì dopo un po’ di tempo a Grifondoro. Il cappello aveva riflettuto molto con lei prima di prendere una decisione ma il tavolo l’accolse calorosamente e Lily si spostò per far sedere la cugina. Dopo un abbondante banchetto si diressero tutti verso i rispettivi dormitori.
Lily non fece in tempo a mettersi il pigiama che subito crollò.
Era lei, ma non era lei. Era più grande, più alta, i morbidi capelli rossi le ricadevano sulla spalle e sui seni. Era in un luogo strano, non meglio definito, dove il colore azzurro regnava. Davanti a sé aveva solo una specie di tavolo, troppo alto per essere un tavolo vero, leggermente inclinato verso di lei. Con le dita stava facendo avanti e indietro sulla superficie trasparente.
“Mi dispiace.” dice una voce conosciuta e sconosciuta assieme. Lily sembrava come in trance, non ascoltava realmente.
“Io… Io non so come tu possa starci. Solo che… Non vorrei che pensassi che fosse stato tutto falso perché io… E poi c’è Harry…”
“Non fa niente.” disse la donna. Ci fu un attimo di silenzio.
“Allora… Allora anche tu… Non è la prima volta che vieni qui?” chiese esitante.
“E’ la prima volta. Però… Ho anch’io qualcuno di speciale. Più di te.”
Ancora silenzio.
“Mi hai mentito.” disse infine l’uomo, con evidente difficoltà.
“No. Tu l’hai sempre saputo.”
“Ma… Se si tratta di… Credevo… Credevo che l’avessi superato.”
“Non l’ho mai superato.” Lily sospirò “Mi dispiace, ma in fondo è meglio così no?”
“… E Harry?”
“Gli staremo accanto finché serve.”
Improvvisamente la superficie trasparente smise di essere trasparente e mostrò una serie di immagini, come in un video: Lily capì che era uno schermo. Vide un vecchio, un vecchio conosciuto anche all’altra Lily anche se solo in foto, depositare un fagottino davanti alla porta di una casa.
Poi l’immagine cambiò e capì che era passato del tempo: Severus, il suo Severus, era in piedi in un ufficio noto alla donna e sconosciuto alla ragazza.
“Allora io vado. E… M dispiace ancora, anche se sembra tutto apposto.” le disse l’uomo dietro di sé, allontanandosi a grandi passi.
Lily tornò alla scena che vedeva sullo schermo. Severus era piegato in due, piegato in due dal dolore. Lily pensò che potesse essere per lei ed una lacrima le sfuggì, scivolando su una guancia. Se era per lei… Allora perché?
Fu  con questa domanda che Lily Luna Potter si svegliò per il suo primo giorno al secondo anno della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Anche se non capiva a cosa si riferisse.

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Capitolo 12
*** Pozione e sogni ***


Buongiorno a tutti u.u
Ecco qua il capitolo come promesso XD
Per la vostra gioia stavolta è un po’ più lungo… E succedono più cose XD
In effetti avrei voluto non dire tutto assieme, ma… Beh, ci sarà modo di approfondire ancora u.u
So che sto andando nuovamente veloce ma ho in mente una data precisa (meglio, un periodo) dove far succedere la scena ‘clou’ quindi devo avvicinarmi >..< sempre per una questione di maturità dei protagonisti…
Beh, nel frattempo vi lascio con il capitolo, ringraziando Phoebhe76 per il suggerimento del nome (vedi? u.u Li sto usando! XD)
Ringrazio inoltre chi mi segue e recensisce, invito tutti a farlo! =)
Buona lettura =)


Pozione e sogni

Severus invece sognò una scena diversa. Era grande, più alto, e si sentiva malissimo. Stava in una stanza che non aveva mai visto, piena di oggetti strani e sottili, con un vecchio barbuto che l’osservava greve. Lui era piegato, si sosteneva a malapena ad un tavolo, e si sentiva morto dentro, tanto che emetteva lamenti disumani.
Il sogno lo lasciò un po’ perplesso ma decise di non farci molto caso mentre il giorno dopo si preparava ad andare a lezione. La prima ora avrebbero avuto pozioni con i Tassorosso, così dopo un’abbondante colazione scesero verso i sotterranei.
Il professor Gamble era di ottimo umore quando accolse gli  alunni e, dopo l’appello, tutto contento annunciò alla classe: “Oggi faremo qualcosa di divertente, e dato che sarà utile avete il permesso eccezionale di tenervi la pozione… Dopo che l’avrò valutata ovviamente. Ebbene sì, prepareremo la pozione per far muovere le foto, anche se il livello è un po’ avanzato, ma che gusto c’è ad iniziare l’anno senza un po’ di pepe? Forza, andate a pagina quaranta del vostro libro per gli ingredienti ed il procedimento. Chi ha dei dubbi non esiti a chiedere!”
La maggior parte della classe si lamentò e sbuffò vedendo la preparazione, anche Annie stava per dire: “Ma una meno complicata non ce la poteva dare?” quando guardò i propri amici e si rese conto di una cosa. I due infatti, che lavoravano allo stesso tavolo con lei, erano scattati sull’attenti, rigidi, senza nemmeno aprire il libro. Quando Josh, un Tassorosso, iniziò ad andare controvoglia verso l’armadio degli ingredienti saltarono in piedi e lo seguirono, prendendo tutto il necessario e dividendosi in modo preciso il carico, senza parlare neppure una volta.
Poi iniziarono a lavorare. Annie era incantata da quello spettacolo: Severus tagliò mentre Lily accese la fiamma, una volta fatto passò le cose a Lily che le pesò e le buttò nel calderone, poi lui prese a mescolare esattamente il numero di volte indicato mentre lei triturò qualcos’altro che poi passò a lui, invertendosi i compiti in una danza sfrenata e muta, senza interruzioni neppure per consultare il libro una volta, senza rivolgerle la parola, come sotto l’effetto di un incantesimo o di una perfetta sincronia acquistata con anni e anni di lavoro. Tagliare, schiacciare, pesare, triturare, aggiungere, mescolare, passarsi gli ingredienti… Nessuna mossa era sprecata e presto la pozione fu pronta, perfetta nel suo color arancione vivace, senza che i due amici avessero aperto il libro.
Lily e Severus si lasciarono cadere contemporaneamente sulle sedie, sbuffando dalla fatica ma estremamente contenti alla fine del lavoro.
“Wow…” commentò semplicemente Annie, che non aveva fatto nulla.
“Che cosa?” le chiese Lily.
“Beh eravate… Eravate perfetti. Avete fatto alla perfezione tutto, senza neanche aprire il libro perdipiù.”
Entrambi gli amici arrossirono.
“Sai, era tanto che volevo provare a fare questa pozione…” iniziò la ragazza dai capelli rossi.
“Già, è tutta l’estate che la studio…” le fece eco Severus.
Annie scoppiò a ridere.
“E chi v’ha detto niente? Mica dovete giustificarvi se sapete fare qualcosa! E poi lo so che pozioni è la vostra materia preferita…”
Ovviamente a fine ora il professor Gamble fu letteralmente estasiato dalla pozione, arrivando ad indicare Lily e Severus come esempio per tutta la classe, dicendo che non aveva mai incontrato dei pozionisti come loro e che avrebbero fatto strada, se avessero proseguito così, cosa che fece diventare entrambi rossissimi.
Le prime settimane di scuola andarono così di bene in meglio, perché Lily (ma anche Severus, anche se non lo dava a vedere come l’amica) scoprì un talento particolare per saper eseguire le magie richieste prima ancora che venissero spiegate, preparare pozioni ad occhi chiusi, riconoscere le piante più pericolose e sapere gli usi dei semi o delle foglie. Si sentiva intelligente come non mai e non capiva il motivo: la sua passione per lo studio non era aumentata per niente, anzi.
Annie la invidiava ogni giorno di più e perfino suo fratello Albus e sua cugina Rose vennero a farle i complimenti, per metà felici che Lily si dimostrasse alla loro altezza e per metà gelosi del fatto che però la ragazza non sembrava passare molto tempo sui libri, eppure riusciva comunque. James invece, assieme a Kyle, non faceva altro che prenderla in giro e chiamarla ‘secchiona con le lentiggini’. Quando Lily provava a ribattere che anche Rose ed Albus erano secchioni, lei con e lui senza lentiggini, lui rispondeva che c’erano disgraziatamente nati, ma che per lei prevedeva un futuro diverso ‘sulla buona strada’ ed invece si doveva sorbire un’altra intelligentona.
Intanto anche i sogni continuavano, mostrando scene sempre diverse.
Lily e Severus sviluppavano delle fotografie nella pozione speciale, emozionati sperando di aver fatto tutto giusto, e quando ebbero visto che in effetti i due soggetti si muovevano appesero senza esitazioni la foto nel ‘muro delle foto’, dove ancora non ce n’era una.
Una Lily quindicenne era in sala comune e rideva con delle amiche per una barzelletta raccontata da un ragazzo che l’altra Lily riconobbe con un sussulto: suo nonno James, uguale alle foto che aveva a casa, che la stava guardando come se fosse l’unica ragazza sulla faccia della terra. La Lily del sogno però non ci fece molto caso, continuando a ridere per la battuta.
Severus si vide invece in quella che riconobbe istintivamente come la sala comune di Serpeverde, circondato da un gruppo di ragazzi più grandi che discutevano animatamente sul Signore Oscuro, sul nuovo ordine che voleva instaurare. Il ragazzo annuiva e si dimostrava entusiasta, felice di essere accettato da quelle persone, ma dentro di sé pensava a Lily e si chiese se forse stesse sbagliando qualcosa.
Tornarono di nuovo ad essere ragazzini di dodici – tredici anni al massimo, rinchiusi in quella stanza sconosciuta a scattare foto ad ogni cosa: il divano color crema, Lily, Severus, loro due insieme, il muro, il tavolo con gli ingredienti della pozione delle foto, lo scaffale con i libri, il piccolo bagno.
Nell’ultimo sogno erano entrambi diciassettenni, Lily correva con una busta marrone stretta al petto e si sentiva disperata come non mai, come se il suolo sotto le scarpe dovesse scomparire e lei venire inghiottita dalla terra per non tornare mai più. Correva ed in mezzo a tutti gli altri studenti, in corridoio per un cambio d’ora, incrociò Severus che andava dalla parte opposta. Dal canto suo Severus si sentiva afflitto, sconfitto, indegno. I loro sguardi si incrociarono per un attimo e il labbro inferiore di Lily tremò mentre la ragazza cercava di comunicare qualcosa con gli occhi, di farvi leggere la disperazione che si portava dentro, ma Severus la ignorò pensando che quello sguardo non fosse diretto a lui, che la cosa non potesse in nessun modo riguardarlo…
Così, fra le lezioni, gli amici ed i sogni, arrivò nuovamente il Natale.

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Capitolo 13
*** Vacanze ***


Buon pomeriggio a tutti!
Mi scuso per il ritardo e volevo avvisare che purtroppo gli esami incombono dopo Pasqua… Quindi non so quando potrò aggiornare >..< mi spiace >..< spero che pazienterete e sarete comprensivi…
Intanto invito tutti a leggere e recensire =) e ringrazio chi già lo fa =)
Buona Pasqua in anticipo a tutti! \(^_^)/


Vacanze

Lily Luna Potter tornò a casa più confusa che mai, fra i sogni e i talenti inspiegati che sembravano emergere in lei. Ma, una volta arrivata, dovette fare i conti con un’altra sensazione strana: le mancava terribilmente Severus. Anche Annie, ma con Severus era diverso… Si svegliava di colpo nel bel mezzo della notte con la paura di non vederlo mai più, e le serviva un quarto d’ora buono per ricordare a sé stessa che no, erano solo paranoie infondate, presto sarebbe tornata a scuola e ce lo avrebbe trovato. Aspettava con ansia le sue lettere, anche se non portavano novità eclatanti, solo per riconoscere la sua scrittura e leggere con affetto la sua firma. Il secondo dopo che pensava a queste cose si dava della stupida. Leggere con affetto la sua firma? Ma che le passava in testa? Da quanto era così sdolcinata?
Dal canto suo anche Severus Prince stava provando le medesime cose. Venendo da una famiglia babbana ed essendo figlio unico non aveva il problema delle battutine di qualche fratello maggiore sulla sua ritrovata intelligenza, ma anche lui si tormentava per quei sogni che non riusciva a capire e soprattutto sentiva la terribile mancanza di Lily. Spesso s’immaginava di abbracciarla, di stringerla fra le braccia come il primo giorno che l’aveva rivista dopo le vacanze estive, e si scopriva a contare i giorni che lo separavano dall’inizio della scuola solo per poter ripetere quella scena.
A parte le battute di James e il disagio che le procuravano gli sguardi orgogliosi dei suoi genitori ed Al, Lily non pensò molto alle materie scolastiche. La sua voglia di fare i compiti era pari a zero, ma era sempre svelta a finire perché, inspiegabilmente, sentiva di sapere le cose prima ancora di leggere gli argomenti. Come durante l’esame di trasfigurazione dello scorso anno, mentre scriveva i temi assegnati per compito la sua penna sembrava muoversi da sola, e Lily era divisa fra la meraviglia di quel miracolo e l’estraneità da quei concetti e nel contempo il sentirli suoi da sempre, quasi noiosi, come se non avesse più nulla da imparare.
Per il resto le vacanze filarono lisce come l’olio, la ragazza andò con la famiglia a pranzo dai nonni per Natale e come sempre trovò tutti i cugini: parlarono risero e scherzarono, giocarono a tombola, si divertirono.
Anche Severus andò dal nonno Felix con i genitori e passò un Natale tranquillo, molto meno caotico di quello della sua amica Lily, all’insegna del cibo e dell’ozio.
Anche a capodanno i due festeggiarono con la relativa famiglia e si divertirono parecchio, nonostante l’angoscia delle varie situazioni che stavano vivendo.
Finalmente arrivò il giorno in cui si doveva tornare a scuola e Lily scrutò la banchina dell’Espresso di Hogwarts, la mani che le formicolavano dalla voglia di rivedere il suo amico.
“Lily? Lily sei tu?” Severus la stava chiamando.
La ragazza si girò di scatto e lo vide, e gli si fiondò fra le braccia mentre lui le apriva per accoglierla. Finalmente, dopo tutto quel tempo in cui gli era stata lontano, si sentiva di nuovo felice e appagata.
“Hai passato buone vacanze?” gli chiese alzando la testa, senza staccarsi.
“Sì abbastanza e tu?”
“Ma guarda qui i due piccioncini!” ridacchiò Annie arrivando verso di loro.
Lily e Severus sobbalzarono, poi si staccarono in tutta fretta, rossi in faccia.
“Eddai non prendetevela a male… Che mi raccontate?”
Andarono avanti un po’ a chiacchierare mentre spingevano i loro bauli sul treno e cercavano uno scompartimento. Ne trovarono uno vuoto e vi si misero, Lily accanto al finestrino con Annie alla sua destra e Severus davanti.
Mentre l’Espresso stava per partire si sporsero come al solito dal finestrino, salutando i genitori, e mentre guardava suo padre Harry la ragazza fu presa dall’ennesima strana sensazione: per un momento si sentì più grande, più consapevole, gli occhi pieni d’amore per quell’uomo che un tempo era stato un bambino senza cicatrice né fama.
Si sedette, ancora abbastanza sconvolta dalla stretta allo stomaco che le era presa, e per dimenticarsene continuò a chiacchierare con i due amici mentre tornavano al castello.

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Capitolo 14
*** Qual è la verità? ***


Buon pomeriggio a tutti! ^_^
Nonostante gli esami torno alla ribalta con un nuovo capitolo XD
Quindi considerate gli auguri di Buona Pasqua dell’altra volta rinnovati! XD
Volevo dirvi che mentre schiacciavo il mio sonnellino pomeridiano (no, lo confesso, sono crollata! XD non avevo intenzione di dormire!) ho avuto una specie di illuminazione, e tutto si è risolto: so finalmente come finirà questa ff! =D
Ma prima che vi allarmiate, non temete: 1_ la fine è ancora ben lontana XD 2_ ebbene sì, ho intenzione di far diventare questa storia una serie! XD ho già pronte altre due storie da infilarci dentro D= ma prima devo finire questa o non si capirebbe nulla XD
Quindi vi lascio con questo nuovo capitolo, è un po’ più lungo di quello precedente… Ve lo dico perché volevo provare a cambiare font, con quello che uso adesso le parole sono piccole e tutte appiccicate e non è facilissimo da leggere >..< se funge il nuovo poi cambio tutti i capitoli ;)
Ringrazio come al solito chi mi segue/preferisce/legge per caso ed invito a recensire! =)
(PS= visto Phoebhe che il tuo augurio è servito? XD nuova ispirazione vieni a me! XD)


Qual è la verità?

I giorni divennero settimane e poi mesi, la scuola continuava e si faceva sempre più dura per gli studenti che venivano letteralmente terrorizzati dai professori in vista degli esami, soprattutto dopo le vacanze di Pasqua. Tutti tranne Lily Luna Potter e Severus Prince che, forti dei loro “istinti”, sembravano riuscire in tutto senza il minimo sforzo.
Lily si rese conto che qualcosa non andava in lei in un giorno uggioso di marzo, mentre era in sala comune con Annie e stavano ripassando l’incantesimo lumos. Ovviamente la ragazza aiutava l’amica, parecchio in difficoltà, perché come al solito lei non aveva avuto problemi ad impararlo.
“Mary impugni la bacchetta nel modo sbagliato, devi essere più decisa.” aveva detto, per poi tapparsi la bocca subito dopo con una mano. Aveva avuto una specie di dejà-vu, la stessa scena, lei ed una sua amica in sala comune alle prese con il lumos, solo che la fantomatica Mary era parecchio diversa da Annie.
“E chi sarebbe Mary scusa?” le chiese Annie stralunata.
“Oh nulla nulla… Una mia vecchia compagna delle elementari…” cercò di salvarsi lei.
Era come quando aveva chiamato la zia di Harry “Tunia”, ma allora aveva sottovalutato la cosa pensando che, alla fine, lei era davvero la sorella di sua nonna Lily. Insomma, la persona era giusta.
Dopo quell’episodio se ne verificarono altri, tanto che dopo un po’ Lily ci pensava due volte prima di aprir bocca. Aveva un sacco di dejà-vu, spesso mentre camminava con Annie e Severus per i corridoi le tornavano alla mente cose del tipo che doveva andare a prendere i libri in dormitorio per la lezione successiva e si trovava già a metà rampa di scale quando improvvisamente si rendeva conto di aver preso tutto e che la lezione successiva in ogni caso non era quella che aveva in mente; oppure pensava di voler dire una cosa urgente ad una persona e si accorgeva che quella persona non esisteva se non dentro la sua testa e che comunque l’episodio da raccontare non era mai accaduto, non in questa vita almeno.
Lily credeva che sarebbe impazzita, era come avere due persone in uno stesso corpo, ma neppure Severus se la passava meglio di lei. Una volta l’aveva chiamata “Lils”, anche se lei non aveva dato peso alla cosa, usando il nomignolo con cui chiamava nei suoi sogni Lily Evans – l’abbrevazione che avevano dato a Lily Potter era invece “Lil”, senza “s”. Ogni tanto si doveva fermare mentre camminava, mangiava o faceva altro, colto da un improvviso senso di vuoto o perdita che a volte lo costringeva a scappare lontano dagli altri e stringersi a sé, le ginocchia al petto. E anche lui, esattamente come Lily, aveva un sacco di dejà-vu durante il giorno o si ricordava di cose e persone che non esistevano affatto.
Intanto i sogni non si fermarono, anzi, all’improvviso divennero così tanti e disparati che Lily non trovava quasi più il tempo di scriverli. Scene di vita quotidiana, risate con amici e amiche che non esistevano in quel tempo e che ricorrevano spesso nei loro dejà-vu, e ancora loro più grandi, momenti tristi e momenti felici.
In un sogno si videro fare i compiti in riva al lago, uno degli ultimi giorni di scuola prima degli esami, quando all’improvviso la piovra gigante emerse dalle acque spaventandoli, per poi sparire di nuovo negli abissi e lasciarli a ridere a crepapelle per la loro paura immotivata.
Durante un’altra occasione si trovarono nella stanza misteriosa dei loro primi sogni, avevano all’incirca quindici anni e si davano parecchio da fare sul divanetto color crema, baciandosi e toccandosi ma senza osare togliersi i vestiti.
Un sogno che giudicarono importante fu quello dove Severus era fuori dalla sala comune dei Grifondoro, vicino al ritratto della Signora Grassa, disperato cercando di farsi perdonare una cosa successa, mentre Lily implacabile prendeva la decisione di non rivederlo mai più e di troncare la loro amicizia. La “vera” Lily sentì tutta la disperazione per quella scelta che sarebbe stata comunque irremovibile, poiché Severus ormai aveva preso una brutta strada e sembrava non volerci rinunciare per nulla al mondo, nemmeno per lei. Da parte sua il “vero” Severus sentì il rimorso mangiargli le viscere, l’incredulità per le parole di Lily, l’impossibilità di accettare un destino senza di lei che non aveva scelto.
In tutto questo, in mezzo a sogni, esami, amicizie, dejà-vu e confusione, un’altra cosa incombeva sui ragazzi, una sensazione che ormai provavano già da un po’ e che non capivano.
Lily aveva il desiderio bruciante di toccare Severus tutte le volte che lo vedeva, voleva sfiorare la sua pelle, sentire il suo profumo sul collo, appoggiare le sue labbra sulle sue e sentirne il sapore. Cercò di parlarne con Annie, che però riuscì solo a sentenziare divertita che si era presa una bella cotta per il suo amico, spronandola a confidarsi con lui per iniziare una fantastica storia d’amore.
Lily invece giudicò prudente tenersi tutto per sé e anzi, ammoniva sempre la sua amica che cercava di lanciare frecciatine al ragazzo, ma questo non perché avesse paura di un eventuale rifiuto.
Come Severus, anche lei non poteva fare a meno di chiedersi se veramente era lei, Lily Luna Potter, ad avere una cotta per Severus Prince, o se forse non era altro che un sentimento riflesso di sua nonna, Lily Evans, per un ragazzo che assomigliava incredibilmente al suo grande amore Severus Piton.
Nonna, pensava tutte le sere prima di addormentarsi, nonna, ma qual è la verità?

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Capitolo 15
*** Il tempo passa ***


Buongiorno a tutti, o meglio buonasera!
Ecco che anche oggi, a cinque giorni prima del primo esame che devo dare XD vi lascio un nuovo capitolo… Siccome la scorse volte ho sentito di star trascurando gli altri personaggi, in questo capitolo li rivedremo e scopriremo i loro sentimenti…
Siamo quindi quasi in dirittura d’arrivo, non per la fine della storia ma per i capitoli clou… Forse fra uno o due capitoli ci saranno già… Vi anticipo che ovviamente sono due ed ovviamente uno è dalla parte di Lily e uno da quella di Severus u.u Poi ci sarà il terzo capitolo “bonus”, come lo chiamo io XD
Ma non sveliamo più nulla! XD
Prima di lasciarvi al capitolo odierno ringrazio come al solito chi mi segue/preferisce/legge per caso e soprattutto chi recensisce, invito a fare altrettanto! =)
Buona lettura! =)


Il tempo passa

Vennero di nuovo le vacanze, la noia, i compiti, i fratelli sempre per casa, le giornate dai nonni, i cugini, i sabati sera con gli zii e, per la prima volta quest’anno, una gita a casa Dursley.
Veronica abitava in una piccola villetta a schiera non dissimile da quella degli zii di Harry. Arrivarono una domenica mattina di luglio, invitati da Serena e Dudley, e si fermarono fino a tardi la sera. I due babbani continuavano a chiedere ai genitori di Lily dettagli sul mondo della magia, su Hogwarts, su qualsiasi cosa riguardasse la loro piccolina, mentre James e Albus giocavano a spara-schiocco sul tappeto del salotto e Lily e Veronica erano in camera di quest’ultima, scambiandosi confidenze come avevano fatto durante tutto il corso dell’anno.
“Senti Lil… Dici… Ecco, dici che tuo cugino ha… Insomma è…” Veronica diventò bordò.
“Che intendi? Come mai sei così rossa? Non ti piacerà forse Hugo!”
“No! Ecco, io…” la ragazzina non sapeva più cosa dire.
“Ahahahah, non preoccuparti, per ora è single, se vuoi ti tengo informata! Ma non sapevo ti piacesse, potevi dirmelo prima!”
“… Grazie…”
“E’ strano, non ho mai visto Hugo come un ragazzo, non in quel senso… Capisci no? E’ sempre stato un cugino e basta… E’ divertente però!” concluse Lily ridendo.
Passarono tutto il pomeriggio così e anche la rossa si confidò con la cugina, dicendo che aveva una mezza cotta per Severus.
E’ un po’ più di una mezza cotta ma pazienza, alla fine non so neanch’io bene cos’è o di chi sono questi sentimenti, si disse, mentre continuava a parlare con Veronica.
Fu una giornata bellissima e i suoi genitori promisero di rifarla, cosa che effettivamente accadde altre tre volte. In una di queste James riuscì a portare delle scope e i cugini scapparono in un posto appartato per giocare a Quidditch; insegnarono le regole a Veronica che si scoprì piuttosto brava ed entusiasta di questo nuovo sport di cui aveva sentito solo parlare e visto le partite scolastiche.
Severus invece alternava giorni di totale noia a giorni in cui rivedeva qualche vecchio amico delle elementari, visite dal nonno, compiti e, la cosa più bella, ricevere e scrivere lettere per Lily. Tutte quelle che la ragazza gli inviava erano teneramente conservate in un bauletto tirato fuori da chissà dove, chiuso a chiave, per fare in modo che non si perdessero e che nessuno le leggesse. Erano sue, e nei momenti di maggior malinconia in cui il dolore strano ed improvviso prendeva il sopravvento si rilassava solo aprendo il bauletto e annusando l’odore di Lily che traspariva dalla carta, rileggendo le righe allegre della sua amica, osservando la sua scrittura.
Il tempo passava e presto fu di nuovo il momento di andare ad Hogwarts. I ragazzi ormai avevano tredici anni e si sentivano più grandi, forti ed invincibili come solo dei ragazzi sanno essere, pronti a tutto pur di stare assieme ed essere buoni amici.
Si rincontrarono di nuovo a King Cross, e Severus pensò che valeva la pena aspettare due mesi di vacanza solo per quel momento, il momento in cui aveva stretto a sé Lily e la ragazza aveva ricambiato con entusiasmo. Era l’unico momento in cui potevano dar sfogo al loro bisogno di contatto e lo assaporarono fino in fondo, ognuno ignaro delle sensazioni speculari che l’altro provava.
Con Annie e Veronica cercarono uno scompartimento vuoto, ma Lily vide Hugo e Lucas da soli mentre mangiavano caramelle e decise di intrufolarsi con loro, facendo di nascosto l’occhiolino alla cugina. Veronica divenne tutta rossa ma ringraziò mentalmente Lily per quell’occasione. Ben presto i ragazzi iniziarono a chiacchierare allegramente e alla domanda di Hugo: “Ma tu non sei mica la cugina in seconda di Lil?” Veronica si sentì ribollire. Da lì in poi qualcosa cambiò nella ragazza, che poté sperare di non venir più ignorata da Hugo – ovviamente lui non lo faceva apposta, solo chiacchierava sempre con Lucas e i ragazzi del suo stesso anno.
Il banchetto d’inizio anno fu come al solito meraviglioso e dopo qualche giorno i ragazzi presero il ritmo delle lezioni e si abituarono.
Stranamente Annie sembrò ricordarsi tutt’a un tratto degli strani sogni dell’amica e cercava di farseli raccontare, ma Lily sviava sempre le domande in merito cambiando argomento o dicendo che non era nulla, che i sogni erano finiti. In verità l’amica si era accorta che dalla fine dell’anno scorso Lil era diversa, strana, e credeva che la cosa fosse ricollegabile a quel particolare che tanto l’aveva turbata il primo anno di scuola. Alternava periodi di pazienza in cui aspettava che fosse Lily a dirle le cose a periodi di esasperazione per le bugie dell’amica, sentendosi esclusa.
La sua esclusione era ancora più evidente quando Lily e Severus stavano assieme, sembravano persi ognuno nel suo mondo ma in qualche modo collegati, erano sempre i primi in tutto senza mai studiare e Annie si sentiva lasciata indietro. Cercava di soffocare alla meglio queste sue brutte sensazioni appellandosi all’amicizia salda che ormai li legava, o quantomeno la legava a Lily, perché Severus non si era mai aperto con nessuno ad eccezione della sua amica.
Verso fine settembre Veronica fece i provini per entrare nella squadra di Quidditch di Grifondoro e li superò con successo, diventando cacciatrice. Iniziò così ad allenarsi tre sere a settimane assieme a James e gli altri, contentissima di rientrare sporca di fango e sfinita. Lily non riusciva a capirla ma era comunque felice per lei, che si stava pian piano anche avvicinando ad Hugo. Infatti il cugino era, come nonno Arthur, appassionato di quelli che lui chiamava “manufatti babbani” e, una volta inquadrata Veronica e ricordatosi che proveniva da una famiglia babbana, le parlava sempre più spesso chiedendogli un sacco di cose e invitandola a sedersi con lui e Lucas in sala comune, le volte in cui lei non doveva allenarsi a Quidditch.
La vita sembrava quindi andare per il meglio quando, verso Natale, un altro sogno si aggiunse a quelli che tormentavano tutte le notti Lily e Severus, prendendo sempre più spazio.
Lily si vedeva in sala comune a chiacchierare con una sua amica, ormai alla fine del settimo anno, quando un ragazzo moro che riconobbe immediatamente come suo nonno James entrava dal buco del ritratto con in mano una busta marrone e la cercava con lo sguardo, avvicinandosi poi a lei con un sorriso enorme stampato in faccia.
Severus invece si vedeva solo, in un bagno, le mani che stringevano il bordo di un lavandino, ad osservare la sua immagine riflessa nello specchio, che riportava il volto di un diciassettenne perso nel vuoto. Improvvisamente, il vuoto si trasformò in dolore e Severus strinse così forte le dita che le nocche impallidirono.
Fu con questi due sogni bene in testa che i due si prepararono alle imminenti vacanze natalizie.

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Capitolo 16
*** Tenerezze ed ossessioni ***


Spero vi faccia piacere sapere che, nonostante gli esami imminenti, la mia ispirazione sembra triplicata…
Per questo non solo vi regalo un altro capitolo, ma ho già pronti i prossimi quattro D= che saranno quelli che faranno luce sull’intera vicenda…
Vi lascio quindi a quest’ultimo prima delle grandi rivelazioni, spero di farcela a non postare i prossimi tutti uno in fila all’altro XD ma di riuscire a “smaltirli” piano piano durante gli esami, in modo da non lasciarvi né troppo in sospeso né darvi tutto subito XD
E quindi, ringraziando sempre chi mi segue/preferisce/legge per caso, invito ancora una volta a recensire =) datemi opinioni, su! XD
Buona lettura =)


Tenerezze ed ossessioni

Durante le vacanze i due amici si trovarono preda di un altro tipo di sogni, oltre ai due che li ossessionavano ultimamente, sogni che continuarono anche una volta rientrati ad Hogwarts.
Si vedevano nel corso del tempo, dai tredici anni ai quindici, scambiarsi tenerezze ed effusioni, per passare anche a cose un pochino più spinte, senza mai arrivare al dunque però.
Una volta Severus tirò Lily dietro una colonna per abbracciarla, ma la ragazza si ribellò e gli disse all’orecchio: “Non qui! Potrebbero vederci!”
“Ma non c’è nessuno!” protestò lui.
“Senti, questo è un segreto… Il nostro segreto… Nessuno deve vederci! Ti aspetto dopo le lezioni al solito posto!”
Il solito posto immaginarono essere la misteriosa stanza dal divanetto color crema, perché il resto dei sogni era ambientato lì.
Una volta i due quindicenni si tolsero la maglietta, rossissimi in faccia, mentre Lily mostrava un reggiseno color crema e Severus era a petto nudo. Piano piano iniziarono a toccasi, seduti l’uno di fronte all’altro sul divano, per poi ogni tanto interrompersi e baciarsi. Le tensione era tale che alla fine Lily si tuffò nelle braccia dell’amico e gli disse: “No, non ce la faccio, muoio d’imbarazzo!”
“Non importa.” sussurrò Severus, rossissimo in volto e con il cuore che batteva a mille. In realtà non si sentiva molto pronto neppure lui.
Tornarono ad avere tredici anni, Severus era in piedi accanto al tavolo con gli ingredienti delle pozioni, le braccia abbandonate lungo i fianchi rigidamente e il volto arrossato.
“Dobbiamo parlare Lils.” disse, i battiti accelerati.
“Non so di cosa tu stia parlando.” rispose lei arrossendo e girandosi, facendo per andare verso la porta.
“Ehi aspetta.” Severus la fermò prendendola per un braccio e sentì una scossa attraversargli il corpo.
“Quello che è successo l’altra volta… E’ un segreto fra noi?” chiese esitante.
Lily parve pensarci un po’ su, poi rispose: “Sì, è un segreto. Non diciamolo a nessuno. E se…”
“Se cosa?”
“No niente.” la ragazzina ormai era più rossa dei suoi capelli.
“Dai, dimmi…”
“Se vuoi rifarlo non ci sono problemi.” sputò fuori lei tutto d’un fiato, liberandosi poi della stretta e correndo via.
Avevano quattordici anni adesso e si stavano teneramente abbracciando, stretti sotto un pullover sul comodo divanetto. Severus le accarezzava i capelli con una mano stringendola a sé e Lily si lasciava coccolare, serena. Annusava l’odore così famigliare del suo amico e si disse che non avrebbe voluto mai sentire nessun’altro odore per il resto della sua vita.
Lily non sapeva esattamente a quale punto si fosse resa conto di essersi innamorata di lui, perché i sogni non seguivano un ordine preciso ed era difficile assimilare le differenti sensazioni sfalsate. Severus invece non aveva dubbi: l’aveva amata dalla prima volta che l’aveva vista, nel parco mentre giocava con sua sorella.
Insieme a questi sogni pieni di tenerezza, che li facevano arrossire tutte le mattine a colazione appena si vedevano e che facevano credere sempre di più ad Annie che i due amici si fossero presi una bella cotta reciproca, continuavano a ripetere nella mente quelle scene che avevano visto poco prima che iniziassero le vacanze natalizie, ovvero Lily che vedeva James avvicinarsi con una busta marrone e Severus che si osservava in uno specchio del bagno. Dopo un po’ queste due scene iniziarono ad essere ripetute in successione sempre più velocemente, intervallate solo da immagini di Severus Piton nella mente di Lily ed immagini di Lily Evans nella mente di Severus.
I due ragazzi pensavano giustamente che ci fosse qualcosa nascosto dietro quei sogni, qualcosa di grosso, e mentre aspettavano impazienti di capire, provando la fastidiosa sensazione di avere qualcosa sulla punta della lingua ma di non riuscire a ricordarsi cosa, diventarono sempre più pallidi e stanchi.
Annie cercò di parlargli, di capire cosa non andasse in loro, ma otteneva solo risposte elusive che la facevano andare su tutte le furie. Credeva che fossero amici! E invece continuavano a mentirle e, se di Severus non le importava poi molto, dalla sua amica Lily non se lo sarebbe mai aspettato.
Un venerdì di poco dopo le vacanze di Pasqua i due ragazzi si sentivano irrequieti, elettrizzati, senza sapere bene il motivo. Non prestarono attenzione alle lezioni, con gran disappunto di Annie che li vedeva ancora una volta persi in un mondo collegato in cui non poteva accedere, e mangiarono poco o niente a cena.
“Lil sei dimagrita almeno di tre kili dalle vacanze di natale, non puoi continuare così.” l’ammonì l’amica.
“Scusa… Non ho fame… Ma domani mi abbuffo giuro…” le rispose lei, persa da qualche parte con la testa.
Annie sbuffò e decise di provarci con Severus.
“Sevy anche tu…”
“No, sto bene, davvero, sarò solo stanco.” la interruppe lui prima che finisse di parlare.
“Aaaah basta! Ne ho abbastanza di voi e dei vostri mondi segreti, ora mi avete fatto passare l’appetito anche a me, spero che sarete soddisfatti, me ne vado.” detto ciò prese la sua borsa e s’incamminò verso il dormitorio.
Lily la guardò un attimo stralunata prima di riprendere a giocherellare con i piselli.
Quando arrivarono in sala comune, dopo aver fatto qualche compito in biblioteca, erano solo le nove ma, a dispetto dell’energia irrequieta che li aveva pervasi durante il giorno, si sentirono incredibilmente stanchi. Si diedero veloci la buonanotte e salirono pesantemente ognuno verso il proprio dormitorio, mettendosi il pigiama e fiondandosi a letto esausti.

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Capitolo 17
*** Il sogno - prima parte/Lily POV ***


Eccovi quindi come piccolo regalo il primissimo capitolo delle grandi rivelazioni XD
Ho deciso di iniziare con Lily perché… Beh perché così avrete il tempo di farvi delle domande! XD (*me sadica* XD)
Eheheheh… Seriamente, i prossimi giorni per me il pc è come se fosse morto… Beh sì in effetti devo andare a farlo formattare XD ma più che altro mercoledì ho un esame quindi non posso permettermi distrazioni D=
Ringrazio chi mi segue/preferisce/legge per caso e soprattutto recensisce! Vi invito a recensire in tanti!!!! =D =D
Detto questo, buona lettura! =)


Il sogno – parte uno/Lily POV

Per la prima volta Lily Luna Potter si fuse completamente con Lily Evans, si annullò, nessun angolo di coscienza rimase, nessuna sensazione contrastante con quelle della nonna, al cento per cento solo una persona: Lily e basta.
La ragazza chiacchierava con una sua amica quando James entrò dal buco del ritratto, una busta marrone stretta fra le mani. La vide, le venne incontro con un sorriso.
“Ehi amore! Vuoi vedere, Felpato e Lunastorta hanno sviluppato le nostre foto!”
“F-foto?” balbettò lei, una strana sensazione che nasceva nel petto come un vortice, travolgendola.
“Sì! Ce ne hanno scattate un sacco di nascosto, gliel’ho detto io! Non è fantastico? Così in futuro potremo guardarle assieme e pensare ai bei tempi andati…”
Lily si alzò di scatto prendendo la busta fra le mani del compagno, per poi correre fuori dal ritratto, pallidissima.
“Ehi! Non sarebbe meglio guardarle assieme?” le gridò dietro lui, ma la ragazza lo ignorò e continuò a correre.
Strinse più forte al petto la busta marrone, mentre si faceva sempre più pallida e il suo cuore accelerava i battiti.
Credeva di essere stata chiara.
Niente, niente, assolutamente niente foto.
Quella era una cosa solamente sua e di Severus.
Severus.
Lo incrociò in un corridoio affollato di studenti, come sempre i suoi occhi lo individuarono nonostante la folla e per un istante il suo sguardo fu ricambiato. Ci mise tutto, in quello sguardo, tutta la disperazione, le cose che non funzionavano, la sua vita persa, senza di lui. Cercò di fargli capire, di lanciargli un messaggio, ma i suoi occhi restarono vuoti, come lo erano ormai da due anni a questa parte, dopo che avevano litigato e che lei aveva deciso di porre fine alla loro amicizia.
Come era stata stupida.
Salì al volo una rampa di scale e si trovò al settimo piano, sollevata che lì non ci fosse nessuno in girò. Passò davanti alla famosa parete per tre volte, l’immagine della stanza ben impresso nella sua mente dati gli innumerevoli usi.
La stanza delle necessità apparì e si ritrovò nel famigliare salottino, sulla destra la parete con il camino, il calderone, il tavolo con gli ingredienti delle pozioni; alla sua sinistra in divanetto color crema dove aveva passato i momenti migliori della sua vita, la parete delle fotografie piena di foto loro, sue e di Severus.
Si avvicinò tremante al tavolino davanti al divano, gli occhi presero a bruciarle ed una rabbia mista a disperazione la invase, squarciò all’improvviso la busta marrone e prese in mano le foto. Le scorse lentamente, tutte mostravano lei e James che si abbracciavano, si baciavano, facevano i compiti assieme, in una addirittura litigavano in sala comune. Non poté sopportare oltre quella vista e le prese a mazzi, stracciandole con forza.
Mise la furia in quel gesto, una furia ceca, lei gliel’aveva detto, e lui aveva osato… Le foto… Le foto erano solo sue e di Severus, nessuno poteva permettersi di fotografarla se non lui… Lui, l’uomo che voleva al suo fianco, l’uomo che amava perdutamente nonostante tutto.
Stracciò le foto di James e quasi divertita guardò la coppietta dividersi, ognuno che correva verso un bordo diverso nel tentativo di salvarsi. Finì di stracciare le foto e le buttò sul pavimento e sul tavolino, alla rinfusa.
La furia che l’aveva pervasa ora era sparita, lasciandola vuota e sofferente ad osservare quello scempio. Tremando sempre di più, si avvicinò a quella foto.
Poggiò una mano sulla parete, si rivide tredicenne, ingenua ed attratta, girarsi a chiamare Severus per poi baciarlo, lasciandolo stupito. Si rivide con lui in tutti i momenti belli che avevano trascorso insieme, in quella stanza, e si lasciò andare ad un pianto disperato, accovacciandosi lungo la parete. Le tenerezze, gli imbarazzi, le prime esperienze.
Se solo non avesse esitato…
Se solo non avesse voluto far le cose di nascosto…
Non amava James, no, dopo quella terribile sera aveva cercato di convivere con la sua decisione, credendo che fosse la più giusta: non le importava nulla della guerra che sarebbe scoppiata ma lei era una nata babbana, una mezzosangue, e come tale indegna di stare al fianco di Severus. Perché lui non se ne era reso conto? Valeva così poco, per il ragazzo che amava? Cosa credeva, di riuscire a spacciarla per purosangue? O forse… Forse davvero non gli importava averla, forse all’inizio le aveva voluto bene solo come un’amica e poi era diventata null’altro che un passatempo. Aveva cercato di far tacere queste sue voci in testa, soprattutto l’ultima, finché non era stato lui stesso ad urlargli in faccia che le sue preoccupazioni erano realtà, e tutto il resto una mera illusione.
“Sporca mezzosangue!”
Con quelle due parole aveva distrutto tutte le sue speranze, il suo amore, il loro futuro insieme. Si era scusato, sì, ma infondo… Perché lei doveva essere diversa? Solo perché si era concessa per un po’ a lui? Forse se si fosse decisa ad andare fino in fondo con lui le cose sarebbero cambiate. Avrebbe dovuto vendergli il suo corpo per poter stare con lui? Gli aveva donato la sua anima, ma non era bastato.
Eppure eccola di nuovo lì, quando ormai credeva di essersi lasciata alle spalle tutto, dopo ben due anni, a crollare miseramente davanti alle foto che li ritraevano insieme.
Perché quell’idiota di James non l’aveva ascoltata? Quando mai l’ascoltava? Aveva ceduto alla sua corte dopo anni e anni, dopo che si era arresa al fatto che non sarebbe mai stata con il suo vero amore, considerandolo un buon partito, una persona di cui si sarebbe potuta innamorare in seguito. Ma perché continuava a non ascoltarla? Non l’aveva voluta così tanto da non cedere per anni? E allora era così difficile assecondare una sua richiesta?
Lily sentì di aver perso tutto, in quell’istante, e perdendo tutto non si può far altro che rialzarsi. Dunque si rialzò, consapevole più che mai che sarebbe stata sempre, sempre innamorata di Severus Piton, e che non lo avrebbe rivisto mai più dopo la settimana prossima, alla fine della scuola. Non poteva andarlo a cercare ora, non poteva vedere quegli occhi freddi e vuoti, non poteva neppure fare un passo fuori di lì o sarebbe esplosa, doveva fare tutto subito, in fretta.
Senza che neanche l’avesse desiderato apparve della carta con una piuma e dell’inchiostro sul piccolo tavolino davanti al divano color crema. Senza neanche sapere quello che faceva Lily s’inginocchiò e prese a scrivere, decidendo di essere sincera con sé stessa per la prima volta, di non tralasciare nulla.

Caro Severus,
so che probabilmente mi odi e non mi vuoi più vedere, per non dire che non ti ricordi neanche chi sono, però ti scrivo perché devo dirti una cosa della massima importanza.
Ti ricordi quel giorno al parco, la prima volta che ci siamo incontrati? Tu mi hai detto che ero una strega ed io ho pensato che mi volessi insultare. Che sciocca che sono stata! Chi l’avrebbe mai detto, all’epoca, che Hogwarts esisteva veramente?
Poi ho iniziato a parlare con te e tu mi parlavi di un mondo fantastico, di cui volevo far parte ad ogni costo. E ci sono riuscita, sono una strega anch’io. Siamo venuti ad Hogwarts e tutto ciò che mi avevi detto era vero, e meraviglioso, ed io ti vedevo come una creatura onnipotente e misteriosa, perché mi avevi svelato tutto questo.
Siamo diventati buoni amici Severus, tanto da condividere tutti i nostri pensieri, i nostri segreti, persino i nostri copri, ancora imbarazzati nell’inizio dell’adolescenza.
Ti ho baciato, Severus, quando avevo tredici anni, perché mi sono sentita attratta da te. Tu eri ancora quello importante, una creatura misteriosa che mi aveva portato nel mio vero mondo, ma non eri più onnipotente: eravamo pari, c’erano le lezioni da seguire, e poi i nostri esperimenti con le pozioni, era un gioco così divertente! Volevo avvicinarmi sempre di più a te, volevo capirti, conoscerti sempre meglio, stare con te il più tempo possibile.
I baci non mi bastavano più, gli abbracci neppure, eppure ero troppo timida per aprirmi a te completamente, come del resto lo eri tu.
Mi sono innamorata di te, Severus.
Mi sono innamorata di te senza nemmeno rendermene conto, sono stata travolta da una tale energia e voglia di te che non avrebbe retto in nessun altro corpo, se non nel mio cuore che era fatto su misura del tuo.
Ma tu avevi progetti diversi, strade diverse. Perché non mi hai inclusa nel tuo futuro? Io sarei venuta ovunque con te, ma in mezzo ai Mangiamorte non potevo stare: perché sono una mezzosangue, un abominio.
Forse non mi hai mai amata? Forse non hai mai sentito quello che ho sentito io?
Io lo sento tutt’ora Severus.
Io ti amo ancora con tutta me stessa, e sono disperata per questo.
Ho cercato di farmene una ragione, ho cercato di andare avanti senza di te, ma non ci riesco.
Spero che tu possa trovare questa lettera, spero che tu possa leggere queste righe… Perché ho un’ultima cosa da dirti.
Se anche tu mi ami, se anche tu provi anche solo la metà di quello che provo io, allora rinuncia al futuro che ti sei scelto, rinuncia ad essere un Mangiamorte per me, vieni da me e, ovunque io sia, qualunque cosa io stia facendo, ti seguirò senza esitazione.
Questa guerra non ha senso e non siamo costretti a combatterla, possiamo andarcene, fuggire, giuro che abbandonerei tutto, scapperei all’estero, qualsiasi cosa pur di stare con te.
Ti prego, leggi questa lettera, e se mi ami, corri da me.
Ti amo,
per sempre tua
Lily

Lily finì di scrivere la lettera, gli occhi annebbiati dalle lacrime, poi la lasciò aperta, in bella vista sul tavolo.
Si rialzò a fatica, si girò per non guardare le fotografie appesa alla parete, si appoggiò un attimo al tavolo degli ingredienti delle pozioni e riprese fiato, chiudendo gli occhi.
Poi, con la sensazione di essersi finalmente tolta un peso dal cuore, e con la certezza che il suo Severus sarebbe tornato da lei, uscì da quella stanza, la loro stanza, per continuare a portare avanti quel teatrino che non poteva neanche più definire la sua vita.
Un sorriso le increspò le labbra mentre si sciacquava il viso, per togliere ogni traccia di pianto.
Presto il suo Severus sarebbe passato a prenderla, se lo sentiva.

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Capitolo 18
*** Il sogno - seconda parte/Severus POV ***


Buonasera a tutti! XD
Ecco a voi il punto di vista di Severus, il suo sogno…
Spero che vi aiuti a chiarire un po’ di dubbi! XD
Intanto volevo scrivervi due parole su James, le riporto dalla risposta che ho dato ad una recensione, così capite un po’ come la penso su questo personaggio… (o meglio, dentro lo odio, ma dovendomi attenere ai libri e in generale comunque non credo che Lily si sia messo con uno stronzo, beh vi riporto la spiegazione più “razionale” del suo comportamento XD)
 “Beh, non credo che James sia proprio così bastardo menefreghista... Cioè... Immagino che Lily si sia tenuta dentro tutto, non abbia mai a detto a James di lei e Severus... Come si è visto lo considerava un loro segreto personalissimo... E di conseguenza non ha mai accennato al vero motivo per cui non volesse fotografie...
James probabilmente deve aver creduto che fosse troppo timida, come qualche ragazza normale no? Così pensava di farle un regalo gradito, insomma la scena che si visualizzava per più o meno questa: lei che si arrabbia, lui che la consola, loro che guardano assieme le foto mentre lei sbuffa ancora, loro che ridono a qualche scatto particolarmente divertente e lei che ammette che forse forse non aveva poi fatto così male a fare le foto...
Certo questo è comunque un atteggiamento prepotente, ha fatto di testa sua dietro suo esplicito divieto, ma l'ha fatto "a fin di bene" se così si può dire...
Io immagino James sì un po' prepotente e sostanzialmente una persona a cui importa solo delle persone che gli interessano, ma più che "cattivo" in senso stretto lo vedo come "stupidamente ingenuo", non so se mi sono spiegata...”
Detto questo, ringrazio come sempre chi mi segue/preferisce/legge per caso ed invito a recensire in molti! \(^-^)/
Buona lettura =)


Il sogno – parte due/Severus POV

Per la prima volta Severus Prince si fuse completamente con Sevrus Piton, si annullò, nessun angolo di coscienza rimase, nessuna sensazione contrastante con quelle dello “zio”, al cento per cento solo una persona: Severus e basta.
Si ritrovò in piedi in mezzo alla stanza delle necessità, la stanza dove aveva condiviso un sacco di momenti con Lily, i momenti più belli della sua vita.
Stava osservando la foto gigante, che li ritraeva nell’istante del loro primo bacio.
Perché?
Aveva sentito dei pettegolezzi, aveva cercato di non farci caso, ma poi li aveva colti sul fatto: Lily Evans e James Potter si stavano baciando, seminascosti dietro una colonna.
Come aveva potuto?
Eppure credeva che l’avesse capito. Credeva che avesse capito che lui era maledettamente ed ossessivamente geloso di quell’arrogante di James Potter.
Ma infondo, con quale diritto poteva arrogarsi la scelta del partner della donna che amava? Oramai l’aveva persa, persa per sempre.
Sentì le guancie bagnarsi e per una volta lasciò scorrere le lacrime senza vergognarsi. Si avvicinò alla foto del bacio, mise una mano sulla parete, osservò i due ragazzini. Lily era sempre stata una ragazza allegra, sebbene dalla loro litigata non fosse più tanto in forma… Baciava con quell’allegria anche James Potter?
Non poteva sopportarlo.
Strinse la mano leggermente a pungo, la vista offuscata dalle lacrime. Aggiunse anche l’altra mano a pungo sulla parete e appoggiò la testa a quel cuscino improvvisato.
Come erano arrivati a questo? Possibile che Lily non avesse mai capito che era la cosa più importante della sua vita?
Pensava di averglielo dimostrato. Non aveva mai avuto una ragazza, mai, sin da quando era entrato ad Hogwarts al suo fianco. Nemmeno dopo che la loro amicizia era finita, e così il suo amore crollato. C’era qualche ridolina Serpeverde che ci provava, convinta di accoppiarsi con un buon partito che sarebbe entrato presto nelle grazie del Signore Oscuro, ma lui non le vedeva neanche. Si sarebbero stancate prima o poi di insistere no?
Sbuffò, ma uscì un suono a metà fra lo sbuffo e uno singhiozzo. Il Signore Oscuro, che idiozia.
Come aveva fatto ad essere così stupido? Come aveva potuto non capire subito che razza di amici si era trovato? Eppure lei gliel’aveva detto.
Non era mai stato ben accetto, lui era per tutti il ragazzo strambo. Sperava di rivalutarsi ad Hogwarts, non di diventare qualcuno ma almeno di avere degli amici normali. Perché sì, Lily era speciale. Così non aveva fatto altro che attaccarsi ai primi che gli avevano dato confidenza.
Perché doveva essere finito a Serpeverde?
Era così orgoglioso all’inizio di appartenere a quella casa, la casa di sua mamma e dei suoi avi, la casa di cui Eileen Prince gli aveva sempre parlato con rispetto ed orgoglio. Quanto era stato stupido.
Se solo fosse finito da un’altra parte, se solo fosse rimasto con Lily, tutta la sua vita sarebbe stata diversa.
Quando ormai aveva capito che i suoi amici non erano veri amici, che era gente che stringeva legami di sangue ed interesse, che avevano idee malvagie e volevano unirsi al Signore Oscuro e combattere una guerra per la presunta purezza era stato ormai troppo tardi. Cosa poteva capire quella gente idiota quale persona fantastica fosse Lily Evans? Nessuna teoria dei purosangue lo spiegava e lui era stato così idiota da far finta di non vedere né sentire le parti su cui non era d’accordo.
I Mangiamorte, che fantastico gioco erano apparsi all’inizio! Un gruppo a cui appartenere, dove essere accettato.
Idiozie, tutte idiozie.
Non si era mai perdonato per aver insultato Lily, davanti a tutti poi! Era colpa di quell’idiota di James, era sempre colpa di quell’idiota di James, e adesso lei ci usciva. Sarebbe andato bene chiunque, ma non lui.
Con fatica si staccò dalla parete, cercò di riprendersi un attimo e si fece un incantesimo per cancellare ogni traccia di pianto. Uscì da quella stanza e se ne andò, vagando senza meta come aveva fatto troppe volte da due anni a quella parte.
Incrociò Lily in mezzo alla folla di studenti che cambiavano aula, correva con una busta marrone stretta al petto e sembrava disperata.
Beh, la cosa non poteva sicuramente riguardarlo, ma la vista l’aveva sconvolto comunque.
Cercò il bagno più vicino, controllò che fosse vuoto e sigillò la porta.
Non poteva crollare così solo perché l’aveva incontrata due secondi in corridoio.
Non poteva pensare così a lei, amarla ancora, dopo che lei era andata avanti e l’aveva dimenticato.
L’amava, l’amava con tutto sé stesso.
Si avvicinò al lavandino e lo afferrò con la mani ai lati, fissandosi nello specchio. Un ragazzo dallo sguardo vuoto ricambiò il suo sguardo.
I suoi baci, il suo calore, il suo corpo, quei piccoli gesti da adolescenti inesperti, nulla di tutto questo sarebbe più stato suo. Lo desiderava ardentemente e adesso poteva smettere di vivere nell’illusione, Lily aveva scelto James e per lui non c’era più spazio.
Se solo non l’avesse mai avuta.
Il volto si contrasse in una smorfia di dolore e Severus strinse più forte il lavandino.
Se solo non fosse mai stata sua.
In mezzo a quel dolore, un’idea, un’idea pericolosa.
Non avrebbe mai dimenticato l’amore che lo legava a Lily Evans. Era convinto che non potesse fisicamente farlo, che senza di esso sarebbe stato perduto.
Però non poteva sopportare di pensare le mani di James su quel corpo, la bocca su quella di Lily, non dopo che le sue mani erano state lì, che la sua bocca l’aveva baciata.
Se solo non fosse mai stata sua.
La sua mano corse verso la bacchetta, l’afferrò decisa e se la puntò alla tempia.
Non avrebbe mai dimenticato il suo amore per Lily, no.
Avrebbe potuto dimenticare altro, come i suoi baci, le sua carezze, la loro stanza.
Se solo non fosse mai stata sua, forse avrebbe potuto sopportarlo.
Oblivion.


Ora, piccole noticine finali: all’inizio Severus non doveva scordarsi tutto con l’oblivion, doveva semplicemente decidere di non mettere più piede nella stanza… Poi ho pensato: ma un uomo che ruba l’affetto di Lily scritto su una lettera e che strappa a metà una foto per tenere la parte in cui lei ride, se sapesse di una stanza con migliaia di foto loro resisterebbe?
La mia ovvia conclusione è stata no, non resisterebbe… Quindi non ha senso, dovevo trovare qualcosa di più incisivo altrimenti sarei andata in contrasto con quello che ha scritto J. K. Rowling, ed io ci tengo a non stravolgere il tutto (altrimenti avrei potuto benissimo fare una ff ai tempi dei malandrini e chi s’è visto s’è visto, niente Harry né profezia… Ma odio le cose fatte così, odio stravolgere un libro meraviglioso… Anche per questo non riesco a leggere molte Lily/Sev, per essere coerente dovrei leggere una Lily/James ma… Proprio odio James =..=).
Inoltre riporto anche la risposta che ho dato ad un’altra recensione per far capire un po’ meglio il comportamento di Lily XD
“Comunque Lily ha voluto mantenere il segreto fra lei e Sev perché... Beh perché all'inizio era tutto un gioco... E quando poi si è resa conto di essersi innamorata pensava appunto alle sue pessime compagnie, ha cercato di dissuaderlo dal frequentare certa gente (vedasi nel ricordo che è scritto nel libro) e poi alla fine... Ha finito per il pensare appunto quello che ho scritto, che lei non sia stata altro che un passatempo per lui... Non voleva rendere pubblica una cosa per cui avrebbe sofferto... In un certo senso ha deciso che Severus sarebbe stato suo e solo suo dentro di lei... Nessuno doveva sapere, non so se mi spiego...
La reazione esagerata per le foto ha colto di sorpresa persino lei, le ha fatto appunto capire che non avrebbe mai dimenticato Severus... Credo che poi pian piano, vedendo soprattutto che Sev non era andato da lei (questo è ovvio, ho cercato di attenermi al massimo al libro XD) si sia arresa anche a questo... E di conseguenza abbia cercato di dimenticare Sev appunto "fregandosene" delle foto in generale, anche se penso che una stretta al cuore per ogni foto fatta le sie venuta...
Ed in ogni caso la verità non le è mai uscita con James, ha continuato a custodire quel segreto nel suo cuore per tutta la vita...”
Ecco, ora spero di essere stata chiara, se ci sono altri dubbi ditemelo! XD
Alla prossima! XD

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Capitolo 19
*** Verità ***


Ecco a voi come promesso il capitolo “conclusivo” delle spiegazioni! XD non a caso s’intitola “verità”… L’ho scritto come gli altri due di getto in preda ad una grande ispirazione, a pochi giorni dall’esame, speriamo in bene…
Recensite in tanti e fatemi sapere! XD
Ringrazio come al solito chi mi segue/preferisce/legge per caso e recensisce… Il capitolo sarà un po’ più lungo del solito ;)
Buona lettura!


Verità

“Lily, Lily, sveglia! Dai Lil, era solo un incubo, ora calmati e…”
Lily si agitava, piangendo e dimenandosi nel letto. Si rese conto con un sussulto di essere ormai sveglia e si tirò a sedere di scatto, andando quasi a sbattere contro la sua amica Annie che tentava di tenerla ferma.
“Oh, finalmente, ora puoi calmarti e rimetterti a letto, è prestissimo e…”
“No, lasciami, lasciami!”
Scansò Annie e, afferrando la bacchetta sul comodino, appellò con un incantesimo non verbale i vestiti sulla sedia, andando a chiudersi in bagno.
Era sbagliato, era tutto sbagliato, pensò, mentre osservava la faccia rossa di pianto e i capelli sconvolti. Cercò di darsi una sistemata mente l’ultimo tassello andava apposto, mentre l’ultimo ricordo riemergeva.

Lily era di nuovo nella stanza azzurrina, guardando su quella specie di schermo la battaglia che stava infuriando ad Hogwarts.
“E’ quasi ora.” le disse la voce dell’altra volta.
Lei si girò e vide James venirle incontro.
“Lo so.” Lily tornò ad osservare Harry, che in quel momento scendeva le scale del castello dopo aver visto i ricordi di Severus. Ovviamente dopo la morte cose come il mantello dell’invisibilità non avevano molto effetto… Potevano vederlo lo stesso.
“Guarda com’è cresciuto… Il nostro bambino…” sussurrò.
“Pensi… Pensi che capirà?” chiese James, timoroso.
“Non lo so. Si possono vivere un sacco di vite no? Se per lui non è la prima, capirà sicuramente. Se è la prima… Beh, prima o poi l’accetterà.”
“Comunque stando a quello che dice Silente non dovrebbe arrivare qui, non ancora.”
“Speriamo. E’ così giovane… Non voglio che muoia.”
“Questa è la nostra ultima occasione per stare insieme, vero?”chiese James dopo una pausa di silenzio.
“Cos’è, mi rimpiangi? Eppure sei stato tu a dire che ti eri ricordato di aver vissuto già altre vite, e che avevi incontrato già la tua anima gemella… Che non ero io.”
“Beh, non mi pare tu abbia fatto tanti problemi no?”
“No no, figurati. Anche io, nonostante questa sia la mia prima… Morte, sapevo che non eri tu la mia anima gemella.”
“Battuto da Mocciosus, ma si può?!” finse di lamentarsi lui.
Ridacchiarono un attimo, mentre Harry si svelava a Neville e riprendeva a correre verso la foresta.
James le posò una mano sul dorso della sua.
“Però sai, a modo mio… Ti ho amata davvero.”
Lily girò la mano e gliela strinse.
“Anche io Jamie. Anche io. Peccato non sia stato abbastanza, o forse dovrei dire per fortuna.”
“Già.”
“E’ giunto il momento.”
Harry aveva trovato la pietra della resurrezione nel boccino, e la stava girando tre volte nella mano.
Lily e James chiusero gli occhi e si sentirono improvvisamente leggeri, incorporei. Li aprirono e si ritrovarono davanti ad Harry, il loro adorato bambino ormai cresciuto. Accanto a loro c’erano Sirius e Lupin, i loro vecchi amici.
“Sei stato molto coraggioso.” disse Lily, avvicinandosi e sorridendo.
“Ci sei quasi.” aggiunse James “Sei molto vicino. Noi siamo… Fieri di te.”
“Fa male?” chiese Harry.
“Morire? Niente affatto.” rispose Sirius “E’ più veloce e più facile che addormentarsi.”
“E lui vorrà che sia rapido.” aggiunse Lupin “Vuole farla finita.”
“Io non volevo che moriste. Nessuno di voi. Mi dispiace…” Harry era in evidente difficoltà, cercando di trattenere il dolore.
“… Avevi appena avuto un figlio… Remus, mi dispiace…”
“Dispiace anche a me. Mi dispiace perché non lo conoscerò mai… Ma lui saprà perché sono morto e spero che capirà. Stavo lottando per un mondo in cui lui possa vivere una vita più felice.”
“Resterete con me?”
“Fino alla fine.” rispose James, deciso.
“Non possono vedervi?”
“Siamo parte di te.” spiegò Sirius “Invisibili a chiunque altro.”
Harry guardò Lily, un espressione indecifrabile sul volto. Paura, coraggio, ansia, decisione.
“Stammi vicino.” sussurrò.
Lo accompagnarono finché poterono, verso Voldemort. Poi Harry lasciò cadere la pietra e loro si sentirono trasportare di nuovo nel luogo da cui provenivano, d’un tratto solidi e corporei.
“… E con questo è tutto.” disse Lily, guardando James.
“Già… Allora io vado…”
In quel momento Silente avanzò verso di loro.
“Miei cari! Solo due parole, fra poco tocca a me.”
“Professor Silente!” “Professore!” esclamarono.
“Suvvia, niente formalità… Ormai siamo morti!” in effetti era piuttosto difficile essere formali di fronte ad un ragazzino dal volto giovane, i capelli rossi sciolti e un sorriso da furbetto sul volto. Faceva anche molto contrasto con le parole “da vecchio” che usava, e a Lily venne molta voglia di ridere.
“Non vorrai presentarti così ad Harry, vero?” chiese James.
“Certo che no, non mi riconoscerebbe. Diverrò vecchio bacucco ancora per un po’, certo rimarrà qualche miglioria comunque e non sarò esattamente come l’ultima volta che Harry mi ha visto.”
“Già, l’aspetto da giovincello ti si addice solo per sbaciucchiare Gellert eh?” chiese James, ghignando.
“Jamie!” esclamò Lily, scandalizzata.
“Che c’è? Li ho visti giusto ieri… Cercavano di imboscarsi dietro una colonna, ma niente può sfuggire al mio occhi attento.”
“Ma non sono cose da dire! Lo scusi professore…”
“Oh nulla nulla. Dopotutto non mi sono divertito granché in vita, sempre ad ordire piani per salvare il mondo, o rovesciarlo, a seconda dell’età… Tantovale divertirmi in morte!” esclamò.
Si misero tutti e tre a ridere.
“Ci tenevo comunque a salutarvi, il tempo stringe, devo andare… E sbaglio o anche tu hai un appuntamento Lily?” chiese, la luce calma negli occhi come quando era in vita.
“Già, devo proprio andare… Beh. Le nostre strade ora si dividono… Che posso dire? Buona morte a tutti!” esclamò Lily divertita.
“Addio! Ma ne vado anch’io!” esclamò James, diede un leggero bacio sulla guancia a Lily e fece un cenno a Silente prima di andarsene.
“Vai mia cara, non vorrai far aspettare il tuo ospite d’onore. Ti auguro tutta la felicità del mondo.”
“Grazie Albus… Grazie per tutto quello che hai fatto, compreso proteggere Harry, soprattutto proteggere Harry.”
“Ci vediamo alla prossima morte eh? Io non scappo da qui.” Silente le fece l’occhiolino.
“Come sai che…? Oh, al diavolo, tu sai sempre tutto! Arrivederci!” esclamò Lily prima di mettersi a correre e lasciarlo lì.
Finalmente, era arrivato il momento che aspettava da anni ormai.
Certo non voleva che Severus morisse, non in quel modo brutale poi, ma lo aveva osservato in questi lunghi anni, lo aveva osservato e aveva scoperto che il suo amore per lei era intatto. Non sapeva perché non fosse mai venuto a prenderla e non le importava, sapeva che era stata la cosa più importante della sua vita… Sperava solo che lo fosse anche per la sua morte.
Corse sempre più forte, guidata solo dal cuore.
Aprì una porta di luce e lo trovò lì, di schiena mentre osservava il probabilmente Harry che fingeva di essere morto, il resto della battaglia che ricominciava.
“Severus.” sussurrò, la voce rotta dall’emozione.
Lui si girò, e la guardò come se avesse aspettato quel momento per tutta la vita. In effetti, aveva aspettato quel momento per tutta la vita.
Lily si prese un attimo per studiarne il volto, congelato nei suoi ventun’anni, esattamente l’età che aveva lei quando era morta. Quello che vide, l’espressione del viso, una lacrima solitaria che scendeva lungo la guancia, la fece ben sperare che le cose non fossero cambiate, per lui.
Senza esitazione si buttò fra le sua braccia, subito accolta dalla stretta forte del suo più grande amore.
“Lily… Lily…” continuava a sussurrare, la voce rotta dal pianto, le lacrime silenziose che scendevano lungo le guancie.
Senza perdere altro tempo lei alzò la testa, continuando a stringere a sé Severus, alzandosi quanto bastava per stampargli un delicato bacio sulle labbra. Lui sembrava stupito, quando si staccò la guardò come se non credesse ai suoi occhi, e poi Lily si sentì ribollire, e premette ancora le sue labbra sulle sue in un bacio decisamente poco casto.
“Lily ma tu… James…” farfugliò lui, sputando fuori il nome di James come veleno.
“Sev, cos’hai ricordato dopo la morte?” chiese gentilmente lei.
“Cos… Nulla, perché? Ho i miei ricordi di quando ero in vita e basta…” rispose lui, confuso.
Lei si strinse ancora di più a lui.
“Vedi, le persone possono vivere più di una vita. Se è così, al momento della morte non ci si ricorda solo della vita appena trascorsa, ma anche di tutte le altre.”
“Mi stai dicendo che tu…”
“No. Non io, James. Io non sono mai stata veramente innamorata di lui, e lui… Si è ricordato che aveva già vissuto altre vite, che aveva già trovato la sua anima gemella.”
Lily alzò di nuovo la testa per guardarlo dritto negli occhi.
“Anche io avevo già trovato la mia anima gemella, ma non sono potuta stare con lui… Sei tu Severus. Io ti ho sempre amato. Ma la guerra che non volevamo, le incomprensioni… Ci hanno allontanato.” Gli occhi di Lily si riempirono di lacrime. “E’ stato così ingiusto Severus! Io volevo solo te accanto, e invece non è successo.”
A Severus pareva di sognare. Tutto ciò che avrebbe sempre voluto, tutto ciò che desiderava… Ora era lì, a giurargli amore eterno e a chiamarlo anima gemella.
“Questa è un’illusione, non è vero? Non può essere reale, i miei sogni non si realizzano così… Sono sempre stato sfortunato ed ora…”
“E’ assolutamente reale Sev, devi credermi.” Lily lo baciò ancora, come a sottolineare il concetto.
“Ma tu e James… Vi ho visto prima, mano nella mano…”
La donna capì a cosa si riferiva e si preparò a smentirlo.
“L’abbiamo fatto per Harry. Solo per lui. Se c’era una cosa ancora più importante di me stessa… Beh, era mio figlio. Lui lo sarà sempre, capisci? Non volevo dargli l’impressione che le cose fra me e James fossero cambiate, non in un momento così critico. Avrebbe potuto pensare che non lo amavamo più, avrebbe potuto perdere la decisione che l’aveva guidato alla scelta giusta… Quando un giorno morirà, capirà.”
“Perché, ci troverà assieme e troverà James con una sconosciuta?”
“Non proprio.” Lily esitò, guardando la reazione dell’uomo.
“Che intendi dire?” chiese lui, perplesso.
“Beh… Avrei altri piani, sempre se lo desideri.” disse titubante.
“Dimmi tutto.”
“Ecco io ho pensato che noi… Noi non abbiamo avuto una vita giusta, non siamo riusciti a rimanere assieme come avremmo dovuto, ed ecco…”
“Su, non aver paura… Non può essere una cosa tanto brutta no?” la spronò lui.
“No, certo che no.” ridacchiò Lily “Solo che ecco, pensavo… Voglio rinascere Sev, voglio rinascere con te e avere quelle possibilità che non abbiamo mai avuto. Voglio stare con te, provare tutto con te, sposarti, magari avere dei figli e dei nipoti… Una vita vera…”
Severus sentì un miscuglio di sentimenti contrastanti in lui: Lily stava dicendo esattamente i suoi sogni, quello che avrebbe voluto lui per la loro vita.
“E’… Possibile?” chiese esitante “Non dovremmo, chessò… Perdere i ricordi? Non voglio rischiare di non averti al mio fianco…”
“Per questo devi stare tranquillo, ho parlato con i piani alti.” disse lei, facendogli l’occhiolino.
“Quindi?”
“Quindi i ricordi torneranno, al momento giusto… Non saranno molto chiari all’inizio, dovremo interpretarli… Ma ci saranno, ci ricorderemo e ci ritroveremo. Ne sono sicura.”
Severus la guardò intensamente.
“Ho aspettato anni per rivederti Lily, anni a tormentarmi per te, facendo il doppiogioco per salvare tuo figlio, l’unica cosa rimasta… Credevo che una volta morto avrei potuto superare il mio amore per te, credevo che ti avrei rivisto con James, l’uomo che tanto odiavo, che me ne sarei fatto una ragione, che avremmo potuto essere amici di nuovo.” fece una pausa “Ora non solo mi stai dicendo che tra te e James non c’è più nulla, non solo mi stai dicendo che mi hai sempre amato quanto ho fatto io e che potremmo passare l’eternità assieme… Mi stai dicendo che possiamo darci una seconda possibilità, una seconda vita, rinascere con le nostre anime e ritrovarci, stare insieme, sposarci, avere dei figli… E poi morire, e riunirci di nuovo qui, per sempre.”
“Esatto, per sempre insieme, vivendo la vita che non abbiamo mai avuto.” sussurrò Lily.
Severus la baciò appassionatamente, stringendola a sé.
Dopo quelle che parvero ore, ma che erano minuti, si staccarono. Lui poggiò la sua fronte su quella della donna che aveva sempre amato, allacciò i suoi occhi neri con quelli verdi di lei.
“Facciamolo Lils. Torniamo insieme, per sempre.”
“Per sempre.” confermò lei, prima di chiudere gli occhi e baciarlo di nuovo.

Era sbagliato, ora capiva. Non erano messaggi, ricordi, memorie di sua nonna. Non erano due anime che convivevano nello stesso corpo.
Era lei, lei e basta.
Nata e morta come Lily Evans, rinata alla vita come Lily Luna Potter.
Ora restava solo una cosa da fare: doveva trovarlo, doveva trovare il suo Severus, doveva restare per sempre con lui.
Stare insieme, sposarci, avere dei figli…
Tutto aveva un senso ora.
Mentre s’infilava i vestiti pensava. Pensava a dove poterlo trovare, e all’improvviso capì.
C’era un solo posto dove poteva aspettarlo.
“Ehi Lil è appena passata l’alba, davvero rimettiti a letto…” cercò di bloccarla Annie quando uscì dal bagno, ma lei non ci badò.
La evitò, spalancò la porta del dormitorio, si fiondò letteralmente giù per le scale, oltre il buco del ritratto, e corse…
Arrivò al settimo piano, davanti alla parete che custodiva i suoi ricordi più preziosi.
Voglio la stanza mia e di Severus… Voglio la stanza mia e di Severus… Voglio la stanza mia e di Severus… pensò, facendo avanti e indietro tre volte.
Aprì gli occhi, e vide la porta davanti a sé.
Ora non restava che aprirla ed entrare.


Noticine dell’autrice: nella mia mente la stanza delle Necessità non si è danneggiata irreparabilmente… Ho pensato che, dopo la battaglia, Hermione e qualcun altro, magari la Mc Granitt, l’avessero “purificata”… Spegnendo il fuoco. Comunque sia nella mia testa ogni stanza è a sé stante, non collegata con le altre, quindi il fuoco casomai sarebbe rimasto nella stanza delle cose nascoste… Ma ripeto, credo che Herm l’abbia purificata in qualche modo, perché era pericoloso! Qualcuno poteva capitarci per caso, come Harry al sesto anno… Beh, spero che sarete d’accordo con me! XD

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Capitolo 20
*** Confidenze ***


Buonasera a tutti! =)
Torno con un nuovo capitolo di questa fan fiction… Credevate che me ne fossi scordata vero? XD dato che ho postato un sacco di altre storie…
Ed invece eccomi qua! XD
Ringrazio chi mi segue/preferisce/legge per caso e chi recensisce, invito a fare altrettanto! ;)
Buona lettura! =)


Confidenze

Severus si era alzato poco prima dell’alba, le guance bagnate di lacrime, il sogno ancora bene impresso nella mente.
Doveva capire, doveva trovare il modo…
Scivolò silenziosamente in bagno per sciacquarsi e vestirsi, e i ricordi riemersero.
Si vide morire, raggiungere quel luogo strano dove l’azzurro era predominante, vide lo schermo… Desiderò Lily, la vide apparire, mano nella mano con James… Era finita, anche dopo la morte non sarebbe mai stata sua, lo sapeva… Poi una porta si spalancò dietro di lui, e lei lo chiamò… Lo abbracciò, lo baciò, gli disse cose assurde, impossibili ma vere…
E allora Severus capì, capì che non erano mai stai messaggi, ricordi, pensieri di un’altra persona…
Era lui e solo lui, nato e morto come Severus Piton e tornato alla vita come Severus Prince…
Doveva trovare assolutamente la sua Lily, senza far rumore attraversò il dormitorio e scese le scale, diretto verso quell’unica stanza che possedeva la verità…
Lily lo trovò già dentro, la sua lettera di anni e anni prima stretta in mano.
Era girato di schiena e non poteva vederlo in volto.
“Sev.” lo chiamò piano.
“Mi dispiace.” disse lui. Era incredulo fino a due secondi prima, osservava quelle parole scritte di fretta e non capiva come poteva essere stato così cretino… Da cancellarsi la memoria… Merlino, che cosa aveva fatto!
Sentì la porta aprirsi dietro di lui, sentì lei che lo chiamava.
Sapeva che era lei, nessun’altro poteva entrare in quella stanza… E poi l’aveva chiamato “Sev”, e non “Sevy” come facevano tutti. L’aveva chiamato con l’abbreviazione giusta.
Strinse più forte la lettera, gli occhi ormai colmi di lacrime che strabordavano senza controllo.
“Non lo sapevo! Io pensavo che tu… Che tu mi avessi abbandonato, che ti fossi innamorata di James, che non mi pensassi più… Ho fatto una cosa stupida, ho fatto una cosa molto stupida!” si ritrovò ad urlarle “Potevamo stare insieme già da prima e invece…”
Sentì che qualcuno gli circondava la vita in un abbraccio.
Lily lo abbracciò da dietro, felice di sentirlo di nuovo così vicino… Il suo odore non era cambiato, come aveva fatto a non rendersene conto prima? Come aveva fatto a non ricordarsi prima?
“Va tutto bene Sev. Se avessimo vissuto una vita diversa, probabilmente Voldemort non sarebbe mai stato sconfitto e noi vivremmo ancora in un clima di guerra. Ora siamo in pace, finalmente in pace, e possiamo vivere sereni.”
Severus si girò, scoprendo a quel punto che la sua Lily altro non era che Lily Potter. Si asciugò velocemente le lacrime con il dorso della mano e si mise a ridacchiare.
“Tu? Proprio tu? Sono stato uno stupido a non capirlo prima, era così evidente…”
“Strano scherzo del destino mantenere i nostri nomi vero?” disse lei unendosi alla risatina.
Severus tornò di colpo serio e guardò quella ragazza finalmente con i suoi veri occhi. Era esattamente come se la ricordava, l’unico particolare diverso erano gli occhi, gli occhi che aveva tanto amato, gli occhi che aveva protetto in suo figlio… Pazienza, era Lily, era lei, niente al mondo sarebbe riuscito a dividerli di nuovo.
La prese in braccio e l’abbracciò più stretta di quanto fosse umanamente possibile. Immerse il volto nei suoi capelli e scese ad appoggiarsi sul suo collo.
Lei ricambiò la stretta e si appoggiò delicatamente al suo viso.
“Sev…” sospirò.
“Mi sei mancata tanto…” sussurrò lui.
“Anche a me Sev. Anche a me.” rispose.
Si sedettero sul divanetto color crema, abbracciati, e presero a raccontarsi tutto. I sogni che avevano fatto e che li avevano portati a scoprire i loro ricordi, le varie congetture, le ipotesi, le loro sensazioni, il bisogno di contatto, la loro infanzia in questa vita.
Si raccontarono tutto e capirono molte cose, si divertivano a conoscersi, volevano sapere di più, sempre di più l’uno dell’altro.
Passò così tutta la mattina e verso mezzogiorno le loro voci erano roche dal tanto parlare e i loro stomaci brontolarono rumorosi, provati anche dall’assenza della colazione.
Risero entrambi apertamente, finalmente senza più segreti, e si chiesero se esistesse un modo per poter mangiare senza uscire di lì. Immediatamente apparvero due vassoi ricolmi di tramezzini e due calici pieni di succo di zucca sul tavolino davanti a loro, sopra le foto strappate di Lily e James.
Severus stava per prenderne uno, quando Lily lo chiamò.
“Sev.” disse, uno strano sorriso sulle labbra.
“Sì?” rispose lui, girandosi.
Come una vita prima, Lily si sporse verso di lui e lo baciò sulle labbra, lasciandolo con gli occhi sgranati.
Prima che potessero fare qualunque cosa sentirono un “click” e furono inondati dal flash. Si girarono entrambi verso la vecchia macchina fotografica abbandonata su un mobiletto, compagna di tante avventure, e poi scoppiarono a ridere senza ritegno.
“Ci servirà un’altra parete da tappezzare di foto!” esclamò Severus in mezzo alle risate.
“Non posso che concordare!” rispose Lily, felice come non mai.

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Capitolo 21
*** Annuncio ***


Rieccomi! =D
Capitolo un po’ cortino, inizialmente non rientrava nei progetti ma poi mi sono detta che avere due fratelli maggiori non dev’essere facile, soprattutto quando ci sono di mezzo questioni amorose…
Spero che possiate divertirvi un po’! XD
Ringrazio come al solito chi mi segue/ricorda/preferisce ed invito a recensire! =D
Buona lettura! =D


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I due tornarono in Sala Comune solo a tarda sera, mano nella mano.
Annie li aspettava, furente, le braccia sui fianchi.
“Voi due!” disse appena li vide, gli occhi ridotti a due fessure.
Lily si portò immediatamente a fianco dell’amica.
“Scusami!”
“Credi che le tue scuse bastino a…!”
“Ci siamo messi insieme Annie. Avevi ragione, eravamo cotti l’uno dell’altra senza rendercene conto!”
“Oh.” la ragazza sbatté un attimo le palpebre, i rimproveri che voleva fare morti in gola.
“Ma è fantastico, finalmente avete aperto gli occhi!” continuò, improvvisamente entusiasta.
Si sedettero sui divanetti rossi della sala comune e si guardarono, preparandosi al racconto che avevano concordato.
“Beh ci siamo incontrati in guferia, io ero molto scossa stamattina e Sev era già in piedi…”
“Come?” chiese Annie.
“Dicevo, ci siamo incontr…”
“No, come l’hai chiamato?”
Lily arrossì.
“Sev, mi è uscito non so da dove…”
“Oh, va bene.” rispose l’amica alzando le spalle.
Lily continuò quindi dicendo che Severus l’aveva consolata vedendola così scossa e da cosa nasce cosa… Si erano abbracciati e poi lui l’aveva baciata, dal nulla. Così si erano messi assieme.
Annie batté le mani un paio di volte.
“Ma è fantastico, dobbiamo organizzare una festa!” esclamò.
“Festa? Che festa? Che si festeggia?” James era apparso dal buco del ritratto e aveva sentito le parole della ragazza.
Lily improvvisamente si rese conto di quanto suo fratello somigliasse all’altro James, sia nei modi che fisicamente. Se ne rese conto anche Severus che assottigliò lo sguardo.
“Festeggiamo il fatto che mi sono appena messa con Severus.” rispose la rossa, tranquilla.
James si bloccò.
“Come come?!”
“Hai sentito bene. Severus è il mio ragazzo!”
“Ma certo che no. Sei troppo piccola per avere un ragazzo.” obiettò il fratello.
Lily lo incenerì con lo sguardo.
“Si dà il caso che sono perfettamente padrona della mia vita, e perfettamente libera di fare ciò che voglio con essa.”
“Toglile il braccio di dosso.” s’incupì James, vedendo che Severus l’aveva attirata a sé.
“Non hai sentito? Sono il suo ragazzo.”
“Giù le mani da mia sorella!” urlò James, facendo voltare mezza Sala Comune.
“Che succede?” chiese Al calmo, chiudendo un libro che stava leggendo ed avvicinandosi.
“Succede.” iniziò a parlare Lily scattando in piedi, la voce tremante di rabbia “Che James non accetta il fatto che non sia una sua appendice. Ho una vita e sono libera di fare ciò che voglio, e Severus ora è il mio ragazzo.”
“Certo che no.” rispose Al, tranquillo “Sei troppo piccola per avere un ragazzo.”
“Appunto!” urlò James.
“Badate a come parlate, ci sono qua anch’io.” Severus non si era nemmeno degnato di alzarsi. Guardava James con profondo disgusto e sentì una rabbia fredda invaderlo: nessuno, nessuno gli avrebbe portato via la sua Lily di nuovo. E soprattutto nessuno che si chiamasse come e assomigliasse terribilmente a James Potter.
“Stai alla larga da mia sorella.” lo minacciò James, puntandogli la bacchetta contro.
Severus alzò un sopracciglio, per niente impressionato.
“Puoi anche sfidarmi qui e subito, perderesti.” disse, freddo.
“Io sono il suo secondo.” s’intromise Al.
“Ed io la sua.” disse Lily, decisa.
“Bene.” James era furente “Bene. Questa sera, al club dei duellanti.”
“Ci sarò, non temere.”
I due fratelli si avviarono verso i loro dormitori e Lily si voltò verso Severus, accennando un sorriso.
“Non hai resistito, vero?” chiese ridacchiando.
Severus rimase freddo, impassibile.
Annie, che aveva assistito a tutta la sceneggiata con la bocca spalancata, si riscosse.
“Ma come, non hai paura? Ha tre anni in più di te! Conoscerà sicuramente più incantesimi!”
Lily sembrava tranquilla, Severus solo arrabbiato.
“Ho affrontato di peggio.” disse improvvisamente scattando in piedi e uscendo dal buco del ritratto, lasciando le due ragazze da sole.
Annie guardò Lily, perplessa, ma l’amica sorrideva.
“Vedrai, ce la farà.” le disse, calma e sicura.

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Capitolo 22
*** Duello ***


Buonasera a tutti! XD
Ecco a voi il capitolo tanto atteso (ma sarà vero? XD) del duello… Ce la farà il nostro Severus a battere James? XD e soprattutto… Come lo farà? XD
Scopritelo e fatemi sapere che ne pensate! XD
Ringrazio come sempre chi mi segue/preferisce/ricorda… Ed invito a recensire! =D
Buona lettura =)
PS = avviso che settimana prossima sono via da lunedì a venerdì… Se non trovate aggiornamenti quindi non temete! >..< tornerò! Sono solo in vacanza! XD


Duello

Tutta la Casa di Grifondoro sembrava essersi riunita nella Sala dei Duelli, pronta a vedere la sfida fra James Sirius Potter, il primogenito del famoso Harry Potter che aveva salvato il mondo magico, e Severus Prince, ragazzo anonimo che aveva avuto la presunzione di mettersi con sua sorella.
Gli altri membri del club dei duellanti, vedendo tutta quella folla e quell’agitazione, non faticarono a comprendere il motivo di tanto entusiasmo e si affrettarono ad avvertire gli studenti delle proprie Case, creando una sorta di effetto valanga.
Alle otto in punto i due sfidanti erano sulla pedana, uno di fronte all’altro.
James guardava con aria di superiorità quel piccolo ed insignificante moccioso che credeva di potersela spassare con Lily.
Severus osservava con una furia gelida il nipote dell’uomo che si era portato via la sua unica ragione di vita, e che anche adesso si frapponeva fra lui e la sua felicità. Non l’avrebbe passata liscia.
Dietro James, giù dalla pedana, stava Al, composto.
Dietro Severus stava Lily, lo sguardo per metà furente e per metà divertito.
L’arbitro, un piccolo Tassorosso del settimo anno, si posizionò al centro e diede il via all’incontro.
“Inchino!” esclamò, e i due ragazzi chinarono un poco la testa.
“Ed ora… Via! La sfida è iniziata!”
Non fece neppure a tempo a finire che James cercò di lanciare uno schiantesimo su Severus.
“Protego!” si difese quest’ultimo.
Contraccambiò immediatamente con un Incarceratum, ma James lo schivò.
“Expelliarmus!”
Severus scartò di lato e il raggio rosso andò a finire su una torcia, facendola cadere dal suo sostegno.
Contraccambiò ma James riuscì a proteggersi con un incantesimo scudo.
In quel preciso momento Severus visualizzò nella mente la scena che l’aveva portato alla disfatta: quando Potter e gli altri malandrini lo avevano umiliato, al lago, e lui aveva pronunciato le parole irreparabili…
Puntò la bacchetta contro James e pensò intensamente :”Levicorpus!”
L’incantesimo non verbale fece effetto e il primogenito Potter si ritrovò appesa per la caviglia, la veste da mago impigliata nei capelli che lasciava vedere i boxer rosso-oro fiammanti.
Tutti scoppiarono a ridere e Severus sentì il dolce gusto della vendetta.
Con un pigro gesto della bacchetta lo disarmò, avvicinandosi e guardandolo negli occhi.
“Allora, ti arrendi?” chiese, freddo e calmo.
Lily scoppiò a ridere vedendo quella scena così giusta e sbagliata assieme. Gli eventi si erano capovolti, le persone erano le stesse ma diverse, i ruoli invertiti.
“Stupido e piccolo bastardo, non avrai mai mia sorella!” urlò James, rosso di rabbia o forse per il sangue che stava affluendo alla testa.
Albus si avvicinò. Durante tutto il duello aveva osservato la sorella, che guardava fiera e decisa Severus: non c’era dubbio, non c’era esitazione, come se fosse sicura che avrebbe vinto lui. Poi, una volta che James era ormai a gambe all’aria, aveva sorriso, un sorriso dolce e colmo d’amore verso quel ragazzo che si era scelta.
“Va bene, ci ritiriamo.” disse.
“Che cosa?!” urlò James, ancora appeso a testa in giù.
“E’ inutile, tanto faranno comunque quello che vogliono.”
“Finalmente l’hai capita eh?” intervenne Lily, che si era avvicinata nel frattempo.
“Come puoi abbandonarmi così?! Sei un vile Al! Non capisco come tu possa essere finito a Grifondoro!”
“Non è questione di coraggio o meno. E’ questione di maturità.” rispose lui, piccato.
Lily agitò la bacchetta e fece cadere dolcemente il fratello.
Lui si rialzò, furente, andando a prendere la bacchetta.
“Non finisce qui!” esclamò, rossissimo in faccia “Lo scriverò a mamma e papà, e allora vedrai…”
“Oh Jamie, come sei infantile…” disse lei, sorridendo come se provasse compassione “Non darti pena, gli scriverò direttamente io domattina…”
Ancora fremente di rabbia il ragazzo uscì dalla sala dei duelli, seguito dal fratello.
In quel momento si levarono un sacco di applausi e tutti iniziarono a gridare, come degli ossessi: “Severus! Severus! Severus!”
Annie e Veronica si avvicinarono all’amica, con due enormi sorrisi sul viso.
“Ce l’avete fatta!” esclamò la prima, abbracciandoli.
“Complimenti!” disse Veronica “Ora Severus sei stato innalzato a paladino dell’amore!”
Lily e Sev si guardarono, stupiti, poi entrambi scoppiarono in una fragorosa risata.

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Capitolo 23
*** Attimi ***


Salve gente u.u
Dico subito che il titolo non mi convince molto, ma sia, se avete suggerimenti sono ben accetti u.u
Avviso che non ci sarò da lunedì a venerdì, motivi di… Vacanze *--*
Quindi questo sarà il mio ultimo aggiornamento prima di partire XD
Manca ormai poco dai… Siamo in dirittura d’arrivo… Anche se questo è un capitolo di passaggio >..<
Ringrazio chi mi segue/preferisce/ricorda ed invito tutti a recensire! =D
Buona lettura ^_^


Attimi

Gli ultimi due mesi di scuola passarono in un lampo.
Lily mantenne la promessa fatta ai fratelli e scrisse subito alla madre della sua relazione con Severus. I suoi genitori risposero con parole di raccomandazione e preoccupazione, com’era prevedibile, ma non le impedirono di frequentare il ragazzo. Anzi, le dissero che l’avrebbero invitato a trascorrere qualche settimana con loro durante le vacanze, se i suoi genitori avessero voluto.
Quest’ultima affermazione fece andare su tutte le furie James, che esasperò i genitori a tal punto da strappargli la promessa di poter invitare anche lui qualche amico.
Lily e Severus studiavano con i loro compagni, tesi per gli esami di fine anno, ma sapendo praticamente già tutto prendevano ogni scusa per fuggire dall’atmosfera asfissiante della biblioteca e starsene per conto proprio. Ripresero la vecchia abitudine delle fotografie: dopo aver sviluppato la foto del loro nuovo primo bacio ed averla appesa sulla parete a sinistra di quella già utilizzata iniziarono a scattare foto su foto. Cercavano di ritrarsi nelle stesse pose e negli stessi luoghi della loro vita precedente, per confrontare come Hogwarts, e loro stessi, fosse cambiata dopo tutti questi anni.
I due piccioncini, complice il periodo iniziale della loro relazione, tesero ad escludere Annie – e gli altri loro compagni – per dedicarsi di più a sé stessi. Passavano molto tempo nella stanza delle necessità, parlando, preparando pozioni e sviluppando foto, o semplicemente coccolandosi e baciandosi.
Severus non poteva credere alla sua fortuna: Lily era davvero lì, fra le sue braccia, senza alcuna intenzione di andarsene. Non c’era nessuna guerra all’orizzonte, non c’era nessuna scelta difficile da compiere: solo amare e venire amati.
Lily dal canto suo aveva atteso così tanto quel momento, senza saperlo, che ora se ne gustava ogni singolo istante. Imparò a conoscere nuovamente Severus, ogni minima variazione dell’espressione del suo viso, ogni suo gesto, ogni suo umore: tutto per lei era nuovo e allo stesso tempo conosciuto.
Arrivò così l’ultimo giorno prima di partire, tutti gli studenti preparavano i bagagli svogliatamente o si crogiolavano al sole rinfrescandosi di tanto in tanto nel lago. Grifondoro vinse la coppa delle case – merito soprattutto degli splendidi risultati delle partite di Quidditch ottenuti grazie a James e dei punti guadagnati da Lily e Severus durante l’anno scolastico – e la festa fu enorme, continuando anche in Sala Comune dopo che tutti gli studenti furono cacciati a letto dai professori.
Il mattino dopo i Grifoni faticarono parecchio ad alzarsi; fra uno sbadiglio e l’altro si diressero alla stazione di Hogsmeade e salirono sull’espresso di Hogwarts.
Lily e Sevurs cercarono uno scompartimento con Annie, Veronica, Hugo e Lucas e per tutta la durata del viaggio raccontarono barzellette, mangiarono dolci e giocarono a Spara-schiocco.
Una volta arrivati al binario nove e tre quarti rivedere suo pare Harry fu un duro colpo per la ragazza: era divisa fra la conoscenza dell’uomo come padre e la conoscenza del bambino che era stato come figlio, e si sentì spiazzata. Vide sua madre, Ginny, e pensò che Harry avesse fatto la scelta giusta: si amavano indiscutibilmente ed erano felici. Era strano avere quella nuova prospettiva, doveva imparare a gestirla.
“Allora, dov’è il tuo ragazzo?” chiese suo padre, preoccupato, avvicinandosi.
“Papà, lui è Severus.” rispose la rossa, strattonando il ragazzo in questione per farlo voltare.
Lily vide la confusione e la sorpresa sul volto di Harry.
Dal canto suo l’uomo non poteva credere che sua figlia, così simile alla nonna nelle uniche foto che aveva di lei, si fosse avvicinata proprio ad un tipo che assomigliava in tutto e per tutto al Severus che aveva visto anni e anni prima, nei ricordi fornitogli dallo stesso. Solo gli occhi cambiavano, in entrambi. Nocciola quelli di lei e azzurri quelli di lui.
“Mmh… Piacere, Harry Potter.” disse, riprendendosi in fretta ed allungando una mano verso il ragazzino.
“Signore, Severus Prince.” rispose lui, educato.
Anche il cognome lo spiazzò. Possibile che…
“Ed ecco qua il giovane che ha battuto James a duello!” arrivò dietro di loro Ginevra.
Severus arrossì violentemente.
“Oh, non temere.” disse la madre di Lily, sorridendo “Credo che ogni tanto una sconfitta gli faccia bene.”
La famigliola scoppiò a ridere, con grande disappunto di James che si offese e se ne andò attraversando la barriera.
“Beh, devo andare…” iniziò Lily, prendendo la mano di Severus, vedendo che i genitori ed il fratello si stavano affrettando a seguire il primogenito.
Severus si avvicinò e le posò un delicato bacio sulle labbra.
“Ti scriverò.” disse.
“Ed io ti farò sapere quando puoi venire.”
“Ci conto.”
Lily corse dietro ad Harry e si preparò ad una nuova e lunga estate.

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Capitolo 24
*** La scomparsa del diario ***


Buongiorno a tutti u.u
Questo capitolo mi è costato molta fatica, e non ne sono pienamente soddisfatta… Ma comunque, dovevo metterlo. Non sono le idee che mancano, è proprio la scrittura in sé… Uff. Vabbè, oramai è fatta u.u
In ogni caso vi dico che sto continuando a scrivere e forse entro oggi posso pensare pure di finire la storia. Ovviamente non pubblicherò tutti i capitoli insieme XD ma in ogni caso manca poco u.u
E poi, dopo che avrò finito gli esami (calcolate almeno metà luglio, purtroppo =..=) tornerò su questi schermi per le varie continuazioni o storie parallele delle mie fan fiction. Per questo sto cercando di finirle tutte prima, nel senso di finirle di scrivere al pc, perché da settimana prossima partono gli esami e come dicevo fino a luglio sarò piena. Ma se ho già qualcosa di pronto da pubblicare, o almeno se vi lascio con delle storie concluse, non dovrete aspettare un’eternità insoddisfatti… Insomma, mi sto tanto da fare per tutti voi che mi seguite/preferite/ricordate ed eventualmente leggete e basta ^^”
In cambio vi chiedo solo una piccola recensione, per sapere come sto andando quantomeno =D
Beh, dopo quest’immenso discorso…
Buona lettura! =)


La scomparsa del diario

Severus venne a stare dai Potter l’ultima settimana di luglio e la prima di agosto, assieme a Veronica e a Jordan, l’amico di James.
“Meglio sopportare maggior casino per minor tempo che diluire la cosa.” aveva detto saggiamente Ginny, e così si era rimboccata le maniche ed aveva provveduto ad essere più ospitale e gentile possibile.
Veronica dormiva in stanza con Lily, Severus con Albus e Jordan con James.
La maggior parte del tempo Lily e Severus s’isolavano, andando a leggere libri di pozioni sotto la grande quercia nel giardino di casa Potter, mentre Veronica, Jordan e James erano sempre sulla scope a giocare a Quidditch. Albus se ne stava tranquillo in mezzo ai suoi libri ed era segretamente grato che Jordan e Veronica tenessero impegnato il fratello e gli impedissero di coinvolgerlo in ‘fantastiche’ avventure che non aveva assolutamente voglia di iniziare.
La sera gli ospiti si divertivano un mondo ad ascoltare i racconti di Harry, qualche volta furono raggiunti dallo zio Ron e famiglia – con grande emozione di Veronica – che ne dava un’altra versione e li arricchiva di particolari.
Furono due settimane felici e quando Severus fu costretto a ripartire Lily lo abbracciò a lungo, dicendo che non avrebbe visto l’ora di ritrovarlo ad Hogwarts.
Arrivò l’ultimo giorno delle vacanze, e con esso il tradizionale pranzo di famiglia da nonna Molly e nonno Arthur.
Lily era insieme contenta e timorosa di vedere tutti gli zii e i cugini ed immergersi nel solito caos da famiglia Wesley. James la trascinò a forza su una scopa e le fece provare quella che lui chiamava ‘l’ebbrezza del volo’, ma la ragazza era certa che si trattasse solo di una vendetta per come Severus aveva osato sconfiggerlo e lei si era presa gioco di lui: la fece giocare a Quidditch, a lei che era già instabile volando normalmente, e le spedì addosso un sacco di bolidi. All’ultimo cadde dalla scopa, caduta frenata prontamente da Albus con un colpo di bacchetta – che li stava guardando da sotto un albero leggendo come al solito – e James le planò dolcemente davanti.
“Ben ti sta sorellina!” disse lui, facendo una linguaccia.
“Mi si sono sporcati i jeans! Maledetto! Volevo metterli domani per andare in stazione!”
Lily corse in camera a cambiarsi e con la coda dell’occhio vide il letto dove dormiva, ancora perfettamente intatto, e si gelò.
Il quaderno, il diario dove aveva confessato tutto su lei e Severus… Era certa di averlo appoggiato lì, distrattamente, quando era arrivata alla Tana quella mattina… Poi James l’aveva trascinata in cortile a giocare…
“A pranzo!” urlò nonna Molly dalla cucina.
Lily sobbalzò e si riscosse.
Non era possibile… L’aveva lasciato sicuramente da qualche altra parte… L’aveva messo al sicuro… Non poteva essere stata così stupida…
Scese a pranzo con il cuore che batteva a mille e l’aria persa.
“Che hai Lily?” le chiese Albus, sedendole accanto.
“Che? Nulla nulla Al.” rispose lei distratta, mettendo in bocca un microscopico cucchiaio di riso.
“Non me la conti giusta.”
“Mmmh…”
“E’ successo qualcosa con Severus?”
“No no… Stai tranquillo…”
“Lily.”
Lei si girò verso il fratello, prestando attenzione per la prima volta dall’inizio della conversazione. Lui sembrava serissimo.
“So che James è un cretino ed io… Beh, sto sulle mie… Ma siamo i tuoi fratelli, intesi? Se succede qualcosa puoi sempre parlarcene. Beh, puoi sempre parlarne a me, almeno. Io non andrò in giro a spifferare niente, promesso.”
Albus sorrise e Lily per un attimo si sdoppiò, diventando adulta come lo era stata nella sua vita precedente e vedendo il fratello sotto un’ottica diversa. Accidenti, avrebbe voluto avere anche una femminuccia dopo Harry, e avrebbe voluto che lui fosse un fratello così… Sotto sotto sperava non assomigliasse a Jamie, ma a lei. I suoi geni sembravano essere passati direttamente ad Al, anche se doveva ammettere… Lei aveva un carattere più impetuoso. Dolce e gentile, sì, ma impetuoso. I suoi parenti non eran da meno e men che meno quelli di Jamie… Albus da dove spuntava fuori?! Forse da qualche parente Weasley?! Improvvisamente si mise a ridere, tornando sé stessa e lasciando il fratello perplesso.
“Oh Al… Lo so, ma stai tranquillo, va tutto bene.”
No, non andava bene per niente.
Il suo diario era scomparso, e se fosse finito in mani strane… Se fosse finito in mano ad Harry… Oddio, non doveva pensarci…
Passò il resto della giornata a camminare irrequieta per la casa, spostando tutti gli oggetti che  trovava per vedere dove poteva essersi cacciato il suo diario. Fortunatamente gli adulti erano troppo presi a parlare e i ragazzi troppo presi a divertirsi all’aria aperta per accorgersi di lei.
Ma quanto era stata stupida?! Scrivere una cosa così importante su un quaderno qualsiasi?! Perché non l’aveva protetto con un incantesimo?! Perché l’aveva lasciato in giro?!
Disperata, alle dieci di sera – ora di andare a letto – si arrese e si disse che ormai era perduto. Qualcuno l’aveva sicuramente preso: ora doveva capire solo chi.
Si addormentò pensando che avrebbe spiato tutti i parenti ancora ad Hogwarts per vedere se c’erano comportamenti sospetti. Ma se fosse stato preso da qualcuno di fuori… No, non doveva pensarci.
Il suo sonno fu inquieto, e si svegliò mezza rimbambita che erano già le dieci, ovvero tardissimo. Tutti urlavano dicendo di sbrigarsi, lei si preparò in fretta e furia e riuscirono a prendere il treno per un pelo.
Con il baule appresso cercò nei vari scompartimenti finché non trovò Annie, Severus, Veronica, Hugo e Lucas: appena entrò vide il sollievo dipingersi sul volto degli amici.
“Dove sei stata?! Vabbè che siam partiti tardi, ma così è eccessivo…” la rimproverò Hugo, mentre Severus la fece sedere sulle sue ginocchia.
“Mi sono persa a salutare le altre…” cercò di giustificarsi lei, anche se la verità era che aveva osservato i suoi fratelli e gli altri Weasley in cerca di facce sospette.
Non ne aveva trovate.
Strinse la mano a Severus per fargli capire che c‘era qualcosa che non andava. Poi, con la scusa di dargli un bacio sul collo, si avvicinò all’orecchio e sussurrò: “Mi hanno preso il diario dei sogni.”
Vide il terrore impadronirsi anche dei suoi occhi, pensando alle conseguenze.

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Capitolo 25
*** Sfogo ***


Buona domenica a tutti! \(^_^)/
Mi sto rendendo conto solo ora che siamo ormai quasi a fine storia D= oddio… Ne è passato di tempo! D= e io settimana prossima ho un esame! D= non c’entra nulla ma vabbè XD
Vi lascio questo capitolo…
Ringrazio come sempre chi mi segue/preferisce/ricorda <3 e… invito a recensire! =D Recensite in tanti! =D
Buona lettura <3


Sfogo

Lily e Severus erano preoccupati. Preoccupatissimi. Si chiedevano chi diavolo potesse aver preso il diario… E perché non si era ancora rivelato, dopo quasi un mese di scuola. Perché non aveva spifferato tutto ad Harry, ad esempio, o non aveva iniziato a ricattarli…
“Sicura che te lo sei portata dietro e non l’hai lasciato a casa?” chiese per l’ennesima volta Severus.
“Sì Sev, sì. Sono sicura. A casa non potevo certo lasciarlo: l’avrebbero potuto trovare i miei. Lo portavo sempre con me… Accidenti!”
Lily diede un pugno al muro della Stanza delle Necessità, dove erano soliti rifugiarsi.
“Su… Calmati Lils.” le disse Severus, prendendole una ciocca di capelli e portandosela alla bocca.
“Come faccio a calmarmi?! Ci scopriranno… Oddio ci scopriranno…”
“… E’ così importante?”
“Come?” la ragazza era incredula, e si voltò verso Severus. Lui la guardava con un’espressione indecifrabile.
“Beh, ecco… Che male ci sarebbe a dire che siamo… Noi?”
“Severus.” il suo tono si era fatto più dolce e la ragazza si era avvicinata al divano color crema, dove stava seduto il ragazzo.
“Lo sai… Non possiamo dirlo… Per Harry. Soprattutto… Per Harry…”
Severus mise il broncio, ma si riprese in fretta.
“Lo so… Un figlio è più importante di ogni cosa…”
“…”
“Lily… Anch’io voglio un figlio.”
La ragazza si allontanò, sbalordita.
“Che cosa?! Ma abbiamo solo quattordici anni!”
“Ma abbiamo già vissuto una vita!”
“Ma Severus! Ragiona!”
“… Scusa, ho detto una cosa stupida.”
“Sev…”
Improvvisamente il ragazzo la prese e la strinse a sé.
“Aspetterò… Aspetterò Lily, come ho sempre fatto… Ma il fatto è che voglio tutto da te… Questa è la nostra seconda possibilità…”
“Oh, Severus…” sospirò lei, baciandolo.
Passarono il resto del pomeriggio a pomiciare allegramente nella loro Stanza, chiudendo il mondo fuori.
“Alla buon ora.” gli disse Annie, una volta che rientrarono in Sala Comune.
“Scusaci… Ci siamo fatti prendere…” iniziò Lily.
“Come sempre.” l’amica chiuse il libro che stava leggendo con un gesto secco e se ne andò di sopra, offesa.
“Ma cosa…” stava per chiedere Severus.
“Vado a parlarci.” disse Lily.
“Annie, cosa c’è?” le chiese, una volta entrata nel loro dormitorio.
“Nulla.” rispose sgarbata l’amica, chiudendo le tende.
“Annie…” sussurrò lei, scostandole.
La ragazza fingeva di dormire, così Lily capì che doveva lasciarla in pace.
Ma il giorno dopo la situazione non migliorò affatto. Annie la ignorava, parlava con Jenna ed Amber, lanciandole di tanto in tanto occhiate velenose. La rossa non capiva: che cosa aveva fatto?! Dopo un’intera giornata passata così, esasperata, trascinò l’amica in un’aula vuota alla fine delle lezioni.
“Lasciami… Lasciami! Ma che ti prende?!”
“Che ti prende a te, piuttosto!”
“Beh?! Come mai non sei da qualche parte a sbaciucchiarti col tuo Sev?!” rispose lei.
Solo allora Lily comprese.
“Oh.” riuscì a dire, poi stava per aggiungere “Annie io…”
“Non so da quanto tempo è iniziata questa storia, mi sembra da sempre! Se voi foste una coppia normale ok. Ma siete persi in un mondo tutto vostro! Credevo di essere la tua migliore amica, Lil… Non pretendo che passi del tempo con me e trascuri lui, non mi serve la tua presenza ventiquattr’ore su ventiquattro… Ma adesso si esagera!
Prima credevo che fosse solo l’inizio, eravate innamorati l’uno dell’altra ma non vi dichiaravate, e porta pazienza, vi siete messi insieme e so che nei primi tempi si tende ad escludere gli altri, e porta pazienza, ma adesso… Anche adesso sparite, confabulate, sussurrate, mi tenete all’oscuro! Capisco che le coppie abbiano i loro segreti, ma anche l’amicizia è importante!
E’ iniziato tutto con quello strano sogno che mi dicevi, lo sento… Ma non me ne hai più parlato! Perché?! Perché ci sono cose che non mi vuoi dire?! Perché non riesci a confidarti neanche sulle cose superficiali?! Di solito le ragazze queste cose se le dicono. Il loro primo bacio, le sensazioni che si provano… Ma tu nulla, nulla! Tu sparisci con Severus e basta, e io come una cretina che aspetto, che porto pazienza…
Da quanto avete iniziato ad essere i più bravi della classe non vi capisco più! Ho cercato di giustificarvi in mille modi ma adesso ne ho abbastanza! Dimmi solo perché?! Perché non sono più così importante per te?! Perché osi chiamarmi ‘migliore amica’, da quando in qua mi consideri tale?! Come fa a definitrici?! Che cos’è per te l’amicizia?! Perché, a quanto pare, abbiamo due concetti diversi.
Ora sono stufa.”
Annie la guardò, rossa in faccia dalla furia e sbuffante per aver fatto un discorso così lungo, e Lily si sentì piccola e insignificante.
Un’approfittatrice, ecco cos’era.
La venne in mente la frase di Severus: “Che male ci sarebbe a dire che siamo… Noi?”
Non poteva assolutamente far sapere a suo figlio la verità.  Non poteva. Però… Però Annie non era suo figlio. Annie non era Harry. E lei si fidava di Annie.
Aveva ragione lei: con che coraggio la chiamava ‘migliore amica’?
In lei si fece strada prepotente un’altra verità: anche prima aveva avuto una migliore amica, ma prima si confidava, parlava, rideva, scherzava… Prima. Poi Mary era cresciuta mentre lei era morta. Forse adesso era ancora viva, forse si era dimenticata di lei, forse si era trovata una nuova migliore amica… Nonostante prima si scrivessero quasi tutti i giorni, anche se con la guerra era più difficile, ma anche lei faceva parte dell’Ordine e una visita a lei e alla famiglia la faceva sempre… E invece adesso…
Gli occhi le si riempirono di lacrime.
Si girò, chiuse la porta a chiave e poi con pronunciò un incantesimo che Annie non aveva mai sentito.
“Che hai fatto?!” le chiese.
“Ho fatto in modo che nessuno venga a disturbarci… La porta è chiusa e ho silenziato la stanza, cioè non si sentiranno rumori provenire da qui. Non si sentirà niente di quello che diciamo.”
“Ma che… E’ magia avanzata quella! Come fai a…?!” Annie stava per riniziare ad urlare ma si bloccò quando l’amica si girò, le grosse lacrime che colavano sulle guancie.
“Ti dirò tutto, va bene?! Te lo dirò, ma tu devi promettermi di credermi! Promettimi di restare sempre la mia migliore amica, promettimi di capire… Devi capire perché non te l’ho detto prima!”
“Ma cosa…”
“Promettilo! E prometti che non rivelerai a nessuno quello che ci diremo!”
“Io… Lo prometto.”
Lily si lasciò così cadere su una sedia ed iniziò a raccontare.

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Capitolo 26
*** Convocazione ***


Buongiorno a tutti! =)
Ho deciso di aggiornare! XD l’ultimo aggiornamento fino a domenica, credo… Perché sabato ho un esame =..= insomma, un regalino per non farvi sentire la mia mancanza XD
Ringrazio come sempre chi mi segue/preferisce/ricorda e soprattutto chi recensisce! =D
Buona lettura! =)


Convocazione

“… Tu lo sai che non è possibile, vero?” chiese Annie, dopo che Lily ebbe finito di raccontare.
“Ma è la verità. Devi credermi!”
La rossa osservò l’amica: era in piedi, gli occhi sgranati e la bocca socchiusa.
“Io… Ma io… Tu…” balbettò, sedendosi.
Si prese la testa fra le mani e fece un lungo sospiro.
“Ok, ti credo. Capisco perché tu non me l’abbia detto, e ti credo. In effetti ci sono cose che… Combaciano.”
Lily si alzò di scatto, rovesciando la sedia, ed andò ad abbracciare l’amica.
“Oh Annie.” disse sospirando.
“… E adesso?” chiese lei,sciogliendo l’abbraccio e guardandola negli occhi.
“Adesso ho bisogno di una mano. Ho fatto come mi hai detto te, ho trascritto i sogni e… Tutto… Ma mi hanno rubato il diario.”
“Che cosa?!”
“Lo so.” rispose Lily, cercando di trattenere le lacrime “Sono stata stupida, l’ho lasciato in giro… Ma sono sicura che l’abbia preso un mio parente.”
Le raccontò così di come si fosse accorta dell’accaduto.
“Bene. Ti darò una mano a cercarlo.” esclamò Annie, sicura, battendosi un pugno sul palmo della mano.
“Non deve assolutamente finire in mano ad Harry…”
“Non lo farà Lil, non ti preoccupare. Se non è ancora successo… Abbiamo un po’ di tempo, sicuramente il ladro sta decidendo che fare.”
Lily annuì, poi rimosse gli incantesimi ed entrambe le amiche uscirono dalla classe.

Era passata una settimana ed ancora nessun risultato su dove potesse essere quel dannato diario.
Severus era stato messo al corrente del fatto che ora Annie sapeva, e i tre erano sempre più preoccupati. Osservavano non solo i parenti Weasley ma anche i loro compagni di Casa, ma nessuno sembrava tenere comportamenti sospetti.
Lily stava per perdere le speranze, anche se questo avrebbe significato vivere una vita nel terrore che Harry scoprisse tutto.
Quel martedì entrò a lezione di Trasfigurazione più depressa del solito e si mise a scribacchiare distrattamente su un foglio di pergamena.
“Ragazzi, la signora Finnigan è malata, perciò oggi prenderò il suo posto.”
Dei gemiti di disapprovazione echeggiarono qua e là all’annuncio della McGranitt.
“Non poteva semplicemente lasciarci l’ora buca?” borbottò Hugo rivolgendosi a Lucas.
“Signor Weasley, per ora farò finta di non aver sentito, ma veda di non ripetersi altrimenti sarò costretta a togliere dei punti a Grifondoro.”
Da quel momento in poi la lezione si svolse nel silenzio più totale e i ragazzi trovarono che la preside spiegasse proprio bene, anche meglio della professoressa Finnigan.
La campanella suonò e tutti si affrettarono a raccogliere le proprie cose, per correre alla lezione successiva.
“Signorina Potter!” esclamò la McGranitt.
Tutti si girarono.
“Sì… Porfessoressa?” chiese lei, imbarazzatissima.
“Questa sera venga nel mio ufficio alle otto. L’aspetto.”
“O… K.” rispose.
E adesso che diamine ho combinato per essere stata convocata dalla preside in persona?!, si chiese, mentre seguiva gli altri fuori dall’aula.

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Capitolo 27
*** Colloquio ***


Buon pomeriggio EFP!
Ed ecco che vi metto un nuovo capitolo di questa storia u.u
Siamo in dirittura d’arrivo! =D
Ringrazio sempre chi mi segue/ricorda/preferisce, ed invito a recensire! =D
Buona lettura =)


Colloquio

“E diccelo! Che hai combinato?!” insistette Hugo.
“Basta! Non lo so! Non ho fatto nulla!” esclamò Lily, esasperata.
“Ma per essere convocati dalla preside…”
“Oh insomma! Severus, andiamo.”
Lily prese la mano del suo ragazzo e lo trascinò fuori dalla Sala Comune, dove dopo le lezioni si era radunata una piccola folla per scoprire come mai la giovane Potter fosse stata convocata dalla McGranitt. Persino James ed Albus erano preoccupati: il primo pensava che fosse stato Severus a metterla nei guai ed il secondo era solo in pensiero per la sorella.
Si rifugiarono nella Stanza delle Necessità e la rossa se gettò fra le braccia di Severus.
“Ci mancava solo questa!” esclamò, cercando sollievo nell’abbraccio del ragazzo.
Lui la coccolava piano e la fece muovere verso il divano, per poi sedersi e prenderla in braccio.
“Va tutto bene Lils. Vedrai che non è niente. Non hai fatto niente, io lo so… Ero tutto il tempo con te!”
“…”
“Che c’è amore?”
“E se fosse… E se Harry avesse… Il diario… E la avesse chiesto di parlarmi per…” le parole le morirono in bocca.
“Mannò Lils, mannò… Harry è tuo padre, sarebbe potuto venire e parlarti direttamente in caso… Non avrebbe coinvolto altre persone poi…”
“Mmmh…” si limitò a commentare la rossa.
Le otto arrivarono presto e Lily si ritrovò davanti al Gargoyle di pietra.
Una o due volte le sembrò di sentire dei passi, ma quando si girava non c’era nessuno.
E adesso?, si chiese, non mi ha detto la parola d’ordine!
Ma prima che potesse pensare il Gargoyle s’inchinò e si fece da parte, per permetterle di passare.
Una volta arrivata bussò, con un leggero tremore alle ginocchia.
“Avanti.” le disse la voce della professoressa McGranitt.
“Buonasera signora preside.”
“Lily.”
La ragazza si avvicinò. La Preside aveva la faccia scura, tamburellava nervosamente le dita sul tavolo.
“Per cosa mi ha convocato?” chiese Lily, sempre più nervosa, sedendosi sulla sedia di fronte alla scrivania.
“Circa tre giorni fa.” iniziò lei “Ho notato la signorina Rose Weasley e il signor Scorpius Malfoy litigare in corridoio. Per loro non è una novità, tuttavia… La signorina Waesley sembrava sconvolta, urlava a Scorpius di ridarle qualcosa che il ragazzo teneva in alto, fuori dalla sua portata.”
Il cuore di Lily ghiacciò.
“Naturalmente li ho puniti, ed ho sequestrato l’oggetto in questione…”
La preside tirò fuori dal cassetto un quaderno rosso bordato d’oro, con la copertina rigida.
Il suo diario.
Lily si alzò di scatto e poggiò le mani sulla scrivania, chinandosi fino ad arrivare col viso a due centimetri da quello della professoressa.
“L’ha letto?!”
“Lily, io…”
“Me lo dica! L’ha letto?!”
“… Sì, l’ho fatto.”
Lily si lasciò ricadere sulla sedia e si coprì il volto con le mani.
“Volevo restituirtelo, ho visto il nome, poi mi è scivolato e si è aperto… E ho letto poche righe mentre lo raccoglievo, un riflesso automatico, solo che non credevo possibile e così io… Ho finito per…”
“Gliel’ha detto?” sussurrò la rossa, interrompendola.
“Cosa?”
“L’ha detto ad Harry?!” chiese di nuovo, più forte.
“No, io… volevo prima parlarne con te.”
“Bene.” disse Lily, alzandosi e prendendo a camminare nervosamente per lo studio “Bene.”
Si fermò e guardò la preside negli occhi.
“Converrà con me che devo tutelarmi. Harry NON deve sapere. Voglio che lei stringa un Voto Infrangibile.”
“Un Voto… Ma Lily!” cercò di protestare la professoressa McGrannitt.
“Si dà il caso” continuò la rossa, avvicinandosi “che quella sia roba MIA. NESSUNO avrebbe dovuto leggere. Sì è vero, ho fatto un errore anch’io perdendolo però… O stringe un Voto Infrangibile con me, o sarò costretta a farle un Incantesimo di Memoria. Scelga.”
La preside sembrò riflettere un momento, poi con un sospirò chiamò un Elfo e gli disse di cercare il professor Gamble.
“Ci servirà una persona che suggelli il patto. Il professor Gamble è un ottimo mago, e anche molto riservato.” spiegò la McGranitt di fronte allo sguardo confuso di Lily.
“Eccomi professoressa… Come mai questa chiamata improvvisa?” chiese il professore, entrando nello studio e rimanendo spiazzato alla vista della ragazza.
“Ben arrivato Thomas. Devi farci un piccolissimo favore… E niente domande.”
Dopo aver fatto la sua richiesta un perplesso professor Gamble si apprestò a suggellare il Voto Infrangibile fra la donna e la ragazza.
“Prometta di non rivelare mai a nessuno il contenuto del mio diario.”
“Prometto.”
“Giuri di non far intendere in nessun modo la mia storia, né vivo né morto né ritratto né altro.”
“Giuro.”
“E prometta di non parlare neppure di Severus o delle altre persone coinvolte in questa storia per rivelarne il contenuto.”
“Prometto.”
“Bene, il patto è stretto.” disse il professor Gamble, guardando i fili magici che univano le mano delle due sparire.
“Grazie mille Thomas. Puoi andare.”
“Sicuro.”
“Vengo anch’io.” disse Lily, prendendo il suo diario e stringendoselo al petto.
“Ma Lily… Vorrei farti alcune domande a proposito…”
“No, nessuna domanda. Ha già letto e saputo abbastanza, non c’è altro d’aggiungere. Arrivederci professoressa.”
“Stammi bene Lily.” rispose la preside, rassegnata.
La ragazza e il professore si separarono una volta usciti da dietro il Gargoylle di pietra e Lily strinse a sé il diario, con un solo pensiero: doveva trovare Rose Weasley e tapparle la bocca.
Era lei la ladra.

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Capitolo 28
*** Altri Voti Infrangibili ***


Buona pomeriggio a tutti u.u
E così… Siamo al penultimo capitolo di questa fan fiction o.O
Già al penultimo??? D= D=
Ebbene sì… Però… Ci saranno altre storie collegate a questa u.u non con gli stessi protagonisti ma… Altre =) solo che dovrete aspettare tipo metà luglio, per via degli esami (che iniziano a breve =..= paura…)
Beh, che dire? Spero che apprezzerete =)
Ringrazio come sempre chi mi segue/preferisce/ricorda… E invito a recensire! =)
Buona lettura =)


Altri Voti Infrangibili

Lily andò dritta verso la Stanza delle Necessità, facendo apparire quella sua e di Severus.
Entrò, mormorò parecchi incantesimi per nascondere il contenuto del diario agli occhi degli altri e lo chiuse in un cassetto, poi uscì e corse verso la torre dei Grifondoro cercando di non farsi beccare, dato che era già scattato il corpifuoco. Beh, in caso aveva la scusa di essere stata trattenuta dalla preside… Ormai tutta la scuola era al corrente della sua convocazione.
Una volta entrata in Sala Comune cercò con lo sguardo Annie e Severus, congedandosi dai compagni curiosi con: “Oh, mi ha solo restituito una cosa che mi apparteneva.”. Li trovò e loro la seguirono nei dormitori, dove si assicurò che non ci fosse nessuno e fece gli stessi incantesimi che aveva fatto pochi giorni prima per parlare in pace con l’amica.
“Aveva il diario. L’ha sequestrato a Rose, che stava cercando di riprenderlo da Scorpius. La McGranitt… Si è sottoposta ad un voto infrangibile, non ha detto nulla ad Harry, prima voleva parlarmi ma… Ora dobbiamo trovare Rose.”
“Oh mio Dio…” commentò Annie, sedendosi sul letto accanto all’amica.
“Ma perché mai l’avrà preso?!” esclamò Severus.
“Oh, è così tipico di lei, dovevo pensarci prima! Legge qualsiasi cosa abbia sottotiro, scommetto che l’ha visto e…”
“Accidenti, ma dici che l’ha detto a qualcuno? Scorpius magari?”
“Ma che Scorpius! A mala pena si sopportano, ma ci sei anche te ad Hogwarts sì o no?!”
“Ma lui…”
“Gliel’avrà sicuramente rubato per farle un dispetto.” la zittì la rossa
“Per quel poco che conosco Rose, di sicuro starà pensando a cosa fare. Dobbiamo agire prima che si decida a chiedere consiglio a sua madre, o avvisi qualcun altro… Sempre che non l’abbia già fatto.”
“Non farmici pensare Sev.” disse Lily con un gemito.
“Beh, è inutile pensarci ora, il coprifuoco è scattato e lei sta in un’altra Casa. Domattina la cerchi e le parli.”
“… Hai ragione te. Beh allora buonanotte a tutti.”
La ragazza si alzò e diede un lieve bacio a Severus, che ricambiò e salutò Annie con un cenno del capo prima di uscire.
Lily non dormì molto quella notte, preoccupata come non mai di quello che avrebbe potuto combinare Rose. Magari aveva solo pensato finché la McGranitt si era presa il diario, ma poi… Aveva chiesto consiglio a qualcuno? Cosa aveva fatto?
La mattina dopo percorse con gli occhi il tavolo di Corvonero ma non la vide a colazione, sebbene fosse scesa presto e si fosse trattenuta fino all’ultimo, tanto che poi dovette correre per arrivare in orario a Cura delle Creature Magiche.
Decise quindi di aspettare la fine delle lezioni mattutine, sbirciando comunque nei corridoi mentre passava da una lezione all’altra senza però vederla.
“Senti, ho chiesto ad Hugo e mi ha detto che sua sorella ha Pozioni che finisce a mezzogiorno, se riesci a scappare prima che finisca Storia della Magia puoi raggiungerla…” le disse Annie.
“Ok grazie mille, bada a non far dir niente agli altri mentre cerco di sgattaiolare fuori.” le rispose Lily, grata del fatto che avrebbero seguito la lezione con i Tassi, ovvero persone abbastanza tranquille.
In effetti la guardarono tutti un po’ perplessi mentre lei tentava di strisciare fuori dall’aula, chinata per passare tra i banchi e aprendo la porta senza far rumore, ma nessuno disse niente.
Appena ebbe messo un corridoio fra sé e l’aula la rossa prese a correre. Arrivò davanti all’aula del professo Gamble proprio mentre suonava la campanella e vide i primi studenti uscire: a quanto pare i Corvi seguivano lezione con le Serpi. Bene bene.
Vide Rose e l’agguantò prima che potesse fuggire.
“Senti, dobbiamo parlare.”
“Proprio adesso?” rispose lei, nervosa “Dovrei andare in biblioteca a finire una cosa, forse possiamo…”
“No, non possiamo!” esclamò Lily, trascinandola da una parte.
“Ehi! Avevi promesso che mi avresti parlato adesso!” una terza voce si avvicinò alle due “Dove credi di andare?!”
Scorpius Malfoy si bloccò appena vide Lily tirare Rose per una manica.
“Perfetto, ci siete entrambe, magnifico! Ora forse qualcuno si degnerà di darmi una spiegazione!” esclamò, spingendo le due ragazze in un’aula vuota e chiudendo la porta dietro di sé.
“Gliel’hai detto?!” urlò la rossa.
“Certo che no! Io non gli ho detto nulla!” si difese Rose.
“Allora hai letto! Confessa!” la ragazza cambiò mira, puntando la bacchetta al petto di Scorpius.
“No! Io non so nulla e proprio per questo voglio sapere! Ho fatto uno stupido scherzo a Rose, le ho preso quel quaderno convinto che fosse il suo diario, ma lei è diventata una pazza isterica! E’ andata in paranoia quando la McGranitt l’ha sequestrato, mi attaccava dicendo che era tutta colpa mia! L’unica cosa che ho capito è che il quaderno è tuo!”
“Bene!” rispose Lily, girandosi di nuovo verso la cugina che stava cercando di sgattaiolare via.
Con un cenno della bacchetta sigillò la porta e silenziò la stanza.
“Bene.” ripeté, facendo due passi verso Rose “Una persona in meno che si deve immischiare. Accidenti Rose ma che ti passa per la testa?! Perché cavolo mi hai preso il diario?!”
“Ecco… Io… Sai che non resisto di fronte ai libri…”
“Ma quello non era un libro! Era un diario! Una cosa personale! Cavolo Rose sei intelligente, credevo sapessi distinguere fra un libro e un diario!”
“Oh insomma! Ero solo curiosa, non immaginavo di certo…!”
“E dimmi. Hai detto a qualcuno ciò che hai letto?!”
Scorpius seguiva quello strano battibecco facendo passare lo sguardo dall’una all’altra.
“No! Certo che no! Non sapevo cosa fare, se venirti a parlare o scrivere ai miei… O ad Harry… Ma poi non ho fatto niente! Lo giuro!”
“Sarà meglio!” esclamò la rossa.
“… E quindi?!” chiese la cugina.
“Quindi hai due possibilità: o ti fai cancellare la memoria o stringi un Voto Infrangibile.”
Rose stranamente lanciò un’occhiata a Scorpius.
“E’ proprio necessario? Non ti basta la mia parola?”
“No, assolutamente no.”
“Ma io… Non lo dirò a nessuno, lo sai che…”
“Se sentirò uscire dalla tua bocca un’altra scusa per evitare di stringere il Voto ti oblivio seduta stante.”
Rose guardò ancora una volta Scorpius.
“E… Va bene. E sia. Stringerò il Voto.”
“Bene. Ci serve qualcuno che suggelli il patto.”
“Posso farlo io, ma ad una sola condizione.” intervenne il biondino per la prima volta.
“Quale?!” chiese Lily, esasperata.
“Voglio essere messo a parte della cosa.”
“Scordatelo!” esclamarono tutte e due le ragazze contemporaneamente.
“E allora metterò a soqquadro l’intero castello finché non troverò quel dannato diario, e lo capirò da me!”
“Non lo troveresti mai.” rispose pacata Lily.
“In qualche modo ne verrei a capo comunque! Sono un Malfoy, non mi si può nascondere nulla!”
Rose stava per ribattere con una battuta sprezzante quando la cugina la fermò.
“E va bene. Rose ti spiegherà tutto. Ma ANCHE TU sarai sottoposto al Voto Infrangibile. Rose può fare la nostra suggellante.”
“Ovviamente.” acconsentì Scorpius.
“PRIMA tu.” intervenne Rose.
“Okay okay! Non vi fidate nemmeno un minimo eh?!”
“Sei una Serpe!” risposero in coro le due, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Il biondino sbuffò, poi tese la mano.
Lily strine i Voti Infrangibili con entrambi e poi uscì dall’aula, correndo per riuscire ad arrivare a pranzo in tempo per mangiare qualcosa prima della lezione successiva.

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Capitolo 29
*** Epilogo ***


Buona sera lettori e lettrici… Siamo finalmente giunti alla fine di questa storia, la mia prima storia pubblicata (beh, non è vero, ma la considero tale XD perché ecco era la prima volta che scrivevo da un po’ e beh… E’ stato magnifico *--*)
Come potrete notare sono mezza fusa dallo studio dato che ho dimenticato di inserire questo testo prima di pubblicare la storia XD perdonatemi! >..<
Volevo ringraziare come sempre chi segue/preferisce/ricorda e soprattutto chi recensisce! *--*
Mi piacerebbe che recensiste tutti almeno adesso, che è l’ultimo capitolo… Datemi un parere sulla storia! =D
Detto questo, vi saluto e spero di rivedervi presto, magari vedendo che voi seguite altre mie storie <3
Io mi prenderò una pausa fino a fine luglio, come già detto, per via degli esami, poi scriverò sicuramente qualcos’altro in merito a questa storia, non dal punto di vista di Lily e Sev però… Devo ancora delineare bene la trama, in ogni caso spero che la cosa sia gradita =)
Bando alle ciance, buona lettura! =D


Epilogo

“Continuo a pensare che non avresti dovuto farlo.” le disse Severus mentre andavano a lezione.
“Oh andiamo Sev. Non me lo sarei mai scrollato di dosso.”
“Ma è un Malfoy… Non fa mai niente per niente. Sei proprio sicura che il Voto sia stato stretto correttamente?”
“Al cento per cento!”
“Lasciala stare Sevy.” intervenne Annie “Quel che è fatto è fatto. Sono legati da un Voto Infrangibile, nessuno saprà niente. A proposito…”
I due ragazzi si fermarono a guardare l’amica, che era diventata tutta d’un tratto nervosa.
“A me non hai fatto fare il Voto Lil… Ma se vuoi… Insomma, io sono pronta. Non ti tradirei mai, lo sai.”
“Oh Annie, non dirlo neanche per scherzo… Sei la mia migliore amica, mi fido di te… Ci conosciamo da quattro anni ormai.”
La ragazza sospirò.
“Sì, ti conosco da quattro anni anch’io e conosco Severus. Vuole essere sempre… Preservato, ecco. Sei il suo segreto Lil, possibile che tu non te ne sia accorta? Il suo tesoro più prezioso.”
Lily arrossì, diventando dello stesso colore dei suoi capelli, e anche le guance di Severus si tinsero di rosso.
“E con questo?” chiese lui.
“Se Lily non vuole fare il Voto Infrangibile… Lo farò con te. E non è una cosa che faccio per voi ecc… Lo voglio fare. Non si discute, dopo le lezioni saliamo in camera e lo facciamo.”
Non fecero in tempo a dire niente che Annie li aveva già superati ed era entrata in aula.
Così quella sera si apprestavano a stringere l’ennesimo Voto Infrangibile. Lily suggellò il patto fra il suo ragazzo e la sua migliore amica, ed entrambi sorrisero più sereni alla fine del rito.
“Senti Lily.” le disse Annie, dopo che Severus se ne fu andato.
“Che c’è?”
“Fra tre settimane è Halloween. Hai già pensato a cosa metterti per la festa?”
Lily sorrise: finalmente tutto stava tornando alla normalità.

“Argh, i miei capelli sono un disastro!” esclamò la rossa, scuotendo la testa e guardandosi allo specchio.
“Te l’avevo detto di non provare a raccoglierli!” le disse divertita Annie, entrando in bagno ed aiutando l’amica.
Dopo la pettinatura fu il turno di trucco e vestiti: a dieci alle otto erano entrambe pronte per il favoloso banchetto di Halloween della scuola.
“Accidenti!” esclamò Severus quando la sua ragazza scese la scale che portavano al dormitorio.
Era fantastica con quel vestito dorato scintillante che le fasciava la curve del corpo appena accennate ed i capelli sciolti sulla spalle.
Appena Lily lo vide gli corse incontro e gli diede un bacio a fior di labbra, per non rovinare il trucco, ammirando il suo ragazzo che faceva una bellissima figura nella sua semplice veste nera.
“Siete tutti pronti?” chiese Annie agli altri: Lucas ed Hugo arrivarono di corsa mentre Veronica era già pronta e non aspettava altro che andare.
Scesero insieme in Sala Grande e videro che gli insegnati si erano dato proprio da fare con le decorazioni: enormi zucche in cui erano stati ricavati comodi tavolini a due, pipistrelli vivi, l’intera cavalcata dei Cavalieri senza Testa che si esibiva, festoni neri, arancio e dorati che pendevano dal soffitto incantato, la pista da ballo lucida che non aspettava altro che le danze fossero aperte.
“Tieniti leggera amore… Ho in mente una sorpresa per dopo.” sussurrò Severus all’orecchio della rossa, mentre si sedevano ed i piatti iniziavano ad apparire davanti a loro.
Lily fece come le aveva detto il fidanzato e passò una serata stupenda fra il cibo, le musiche, i balli e gli amici.
“Noi ci attardiamo un attimo, non aspettateci alzati!” annunciò Severus agli altri quando tutti stavano per abbandonare la festa, al termine. Fece l’occhiolino ad Annie che ricambiò con un sorriso enorme.
“Ok… Divertitevi!” disse, prendendo Lucas e Veronica per la braccia e trascinandoli su.
“Ma cosa…?” iniziò a chiedere Lily, poi Severus la prese per mano e la trascinò al settimo piano.
La Stanza delle Necessità apparve, ma con una piccola modifica: ora una nuova stanza si apriva sul loro salottino improvvisato – oltre al bagno – e Lily scoprì un’immensa camera da letto matrimoniale.
“Ho pensato… Che non avevamo ancora dormito insieme.” le disse il ragazzo, leggermente imbarazzato.
“Domani non c’è lezione e quindi…” continuò, ma fu subito interrotto da un bacio appassionato della rossa.
“Severus… Sono pronta.” disse lei.
In quei mesi che erano stati fidanzati ne avevano parlato, ma senza mai arrivare al dunque: i loro corpi erano ancora troppo giovani all’epoca per un passo così importante ed in ogni caso avevano davanti tutta la vita.
“Sicura? Perché io…”
“Voglio solo te Severus, e ti voglio adesso. Per sempre.”
“Il solo pensiero che tu hai già esperienza, però…” sussurrò lui, per non farsi sentire da lei.
“Ssssh. Non pensarci. Lo sai no? Questo corpo è ancora vergine. La prima volta è con te, Sev… E anche l’ultima. Avremmo dovuto farlo anni fa, e forse tutto sarebbe stato diverso… Non mi farò frenare dalla timidezza, non più. Mi fido di te Severus… Mi fido completamente.”
Il ragazzo guardò Lily negli occhi e per la prima volta vide delle pagliuzze verdi in mezzo a quel mare color nocciola.
Ne aveva già avuto la conferma e lo sapeva ormai da un po’, ma mai come in quel momento si rese conto di stringere tra le braccia Lily, la sua Lily, colei che era stata Lily Evans e che, se solo avesse voluto, sarebbe potuta diventare Lily Prince.
Dal canto suo la ragazza si sentì sicura, decisa e felice come non mai di poter stare fra le braccia della persona che amava, di donarle tutta sé stessa, di non dover più fingere o sforzarsi o lasciarsi andare riconoscendo come amore un sentimento che non andava oltre la metà di quello che lei provava per lui. Il solo, unico, suo Severus.
Andarono verso il letto così, lenti non perché titubanti ma per potersi gustare al meglio ogni momento. Si baciarono, si abbracciarono, si toccarono e si esplorarono in un modo totalmente nuovo, che non avevano mai sperimentato neppure nella loro vita precedente.
Si abbandonarono alle sensazioni e fecero l’amore per la prima volta, addormentandosi poi stetti l’uno all’altro.
Come sarebbe dovuto essere, come sarebbe sempre stato.

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