Wanna Bet, Uchiha?

di NonSense
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** No, ho detto di no! ***
Capitolo 2: *** Perché a me? ***
Capitolo 3: *** Bacio? Sì, no... forse. ***
Capitolo 4: *** Missioni compiute e casi patologici da analizzare ***
Capitolo 5: *** Oh, non sei stato tu ***
Capitolo 6: *** E allora? ***
Capitolo 7: *** Di zii impiccioni, relazioni inesistenti e reputazioni ormai andate per sempre… ***



Capitolo 1
*** No, ho detto di no! ***


No, ho detto di no!

Sasuke Uchiha non aveva nemmeno avuto il tempo materiale di capacitarsi della situazione che si era immediatamente e irrimediabilmente trovato in un vero e proprio vicolo cieco.
E non c’era nemmeno il muro da scavalcare in questo caso.
- No. – disse fermamente – Non lo farò. –
- Quindi preferisci la penitenza? – gli domandò maliziosamente lo Hyuuga.
Cazzo.
Sasuke Uchiha non riusciva nemmeno a ricordare quale fosse stata la fiamma che aveva iniziato ad alimentare il fuoco fino a tramutarlo in un incendio che si era poi scagliato contro di lui. Anzi no, forse quella era l’unica cosa che si ricordava.
Era stato quel genio di Naruto a proporre di giocare al gioco della bottiglia mentre aspettavano che i due Sensei fossero di ritorno.
Kakashi e Gai li avevano deliberatamente abbandonati nel bel mezzo della foresta che si trovava dietro al palazzo dell’Hokage, dicendo che dovevano occuparsi di alcune questioni di vitale importanza proprio in quel momento, ma avevano anche aggiunto che loro non avrebbero dovuto preoccuparsi perché sarebbero stati di ritorno in poco tempo e che poi avrebbero tranquillamente ripreso l’allenamento.
Ma visto che era risaputo e stra-risaputo che Kakashi Hatake non aveva il minimo senso del tempo, fatto di cui si erano ricordati tutti dopo la prima ora di attesa, i giovani erano stati assaliti dalla noia che li aveva braccati come un predatore fa con la sua preda.
Certo, qualcuno come Neji Hyuuga aveva anche proposto di continuare ad allenarsi anche in loro assenza, ma i due Jonin si erano anche premurati di avvisarli che volevano trovarli in forma perché erano intenzionati ad insegnare loro una nuova tecnica per la quale ci voleva una non indifferente quantità di chakra.
Quindi, visto che i due Sensei sarebbero potuti tornare da un momento all’altro come anche mai secondo Sasuke, poiché che erano ore che mancavano, i ragazzi se n’erano stati tranquilli e la proposta di Neji era stata bocciata. E proprio in quel momento Naruto se n’era uscito con l’idea del gioco.
Il gioco, di cui l’Uchiha non aveva mai sentito parlare, era piuttosto semplice e non presentava alcun tipo di complicazione. Consisteva solo nel far girare una bottiglia due volte: la persona che la bottiglia aveva indicato per la prima volta doveva decidere un qualche tipo di compito da far fare alla seconda persona scelta.
Lui e Neji si erano da subito mostrati contrari alla scelta del gioco e lo Hyuuga si era astenuto, asserendo di essere ancora dotato di una dignità e che a questa ci teneva. Dopodiché si era comodamente seduto contro un albero.
Lui, sfortunatamente, non era sfuggito alla sfida e quindi aveva preso parte ad un gioco che non si era rivelato per bambini.
All’inizio era andato tutto bene: si erano tutti seduti in cerchio e avevano messo la bottiglia in mezzo in modo che potesse essere girata senza difficoltà. In più gli obblighi assegnati non erano stati difficili e chi più chi meno tutti ce l’avevano fatta.
Anche perché se non fossero riusciti a portare a termine la loro piccola missione, sarebbe toccato loro la penitenza.
E Sasuke Uchiha che di torture e cose simili se ne intendeva, poteva con assoluta certezza affermare che, a chiunque fosse dovuta toccare la penitenza, questa persona sarebbe rimasta traumatizzata per tutta la vita. Poi, improvvisamente, era successo il misfatto.
Erano usciti lui e Naruto; l’Uzumaki aveva perso mezz’ora di tempo a scervellarsi per trovare qualcosa da fargli fare, quando contro ogni aspettativa era intervenuto Neji Hyuuga.
- Posso scegliere io il suo obbligo? – aveva domandato, osservando l’Uchiha con i suoi occhi bianchi.
- Beh, perché no? – aveva detto Naruto ancora un po’ incerto.
- Perfetto. – aveva sorriso maliziosamente il possessore del Byakugan – scommettiamo che non ce la farai mai, Uchiha? – aveva poi aggiunto con strafottenza.
Ma con chi credeva di avere a che fare? - Tsk. Mi sottovaluti troppo Hyuuga. – gli aveva risposto per le rime.
Era un sì, un accetto la tua stupida sfida, idiota.
- Allora vai a baciare Kakashi-Sensei. -



Note dell'Autrice
Questa è l'ultima volta che la pubblico prometto e mi impegnerò a finirla u.u.
Non prometto aggiornamenti recenti perché quest'anno ho anche la maturità e, anche se in realtò non m'importa tantissimo, non mi dispiacerebbe arrivare vicino ad un 90 XD!
Grazie a tutti coloro che leggeranno e avranno la pazienza di lasciare una piccola recensione ;D!

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Capitolo 2
*** Perché a me? ***


Perché a me?

Sasuke avanzava verso Kakashi- Sensei con un passo perplesso e incerto, alternando all’andatura di tartaruga che aveva assunto in principio, ovvero due minuti addietro, quella di una lumaca.
Sì insomma, stava facendo progressi da gigante.
Era stato lo Hyuuga in persona ad informarlo che Kakashi si trovava a cinque minuti a piedi dal posto dove stavano in precedenza. E con grande sconcerto Gai Maito non era con lui.
- Hai la tua opportunità Uchiha! – l’aveva incoraggiato con un ghigno – Così non hai nessuno che ti guarderà a parte me mentre compi questo benedetto obbligo. -
Nessuno un corno! Lo sapeva benissimo che lo stavano seguendo tutti.
Tutto quel via vai fra gli alberi, lo sfrusciare delle foglie, e i bisbigli appena accennati che arrivavano quasi impercettibili alle sue orecchie, non erano di certo lì per nulla.
Alla fine l’unico che aveva a suo modo mantenuto la parola era stato proprio quel bastardo di Neji.
Inizialmente gli altri si erano tutti, nessuno escluso, detti assolutamente contrari all’iniziativa proposta da Naruto, ossia quella di seguirlo mentre portava a termine la sua missione, affermando di volergli lasciare un po’ di privacy.
Ma l’avevano forse fatto? Naturalmente no.
E, tanto per peggiorare le cose, prima di partire lo Hyuuga l’aveva richiamato per ricordargli una cosa importante.
- Non c’è bisogno che sia io a dirtelo, Uchiha, credo che tu abbia tutte le capacità intellettuali per arrivarci da solo. O perlomeno si spera. Capisci che cosa intendo, vero? – gli aveva domandato con astuzia, consapevole che il ragazzo interpellato non aveva compreso nemmeno una parola di ciò che gli aveva appena riferito.
No, dannazione, non aveva capito nulla.
- Sì, insomma, noi siamo più dei dodicenni, Uchiha. Devi dare una bacio come si deve, con tanto di lingua, possibilmente. – l’aveva ripreso poco dopo il genio, notando l’espressione perplessa del possessore dello Sharingan.
Ora, una persona normale, dotata di almeno un piccolo neurone, questi non dev’essere per forza funzionante sia chiaro, avrebbe mandato al diavolo Neji Hyuuga senza pensarci nemmeno due volte.
Anzi, ce lo avrebbe pure accompagnato fino alla porta. Ma lui, Sasuke Uchiha, dotato di un’ingente quantità di orgoglio e di una non indifferente stima di sé, aveva fatto finta di nulla e gli aveva voltato le spalle, borbottando un Bastardo mentre si allontanava.
- Stronzo. – mugugnò al solo ricordo, avanzando lentamente e cercando di escogitare un piano che lo aiutasse nella sua impresa.
Dopo pochi secondi arrivò ad un’unica e possibile soluzione, la quale si limitava a quattro piccole azioni; afferrare, sbattere da qualche parte, togliere la maschera e baciare. E, se proprio questo non avesse funzionato, ricordava di aver letto da qualche parte insieme alle quattro regole appena elencate, pure qualcosa che contemplava l’utilizzo di una corda. Forse avrebbe potuto usare quella…
Anche se, a dirla con tutta sincerità, quella parte non gli era stata proprio del tutto chiara. E in un certo senso forse era persino meglio così.
Poi, improvvisamente, l’ultimo dello sfortunato Clan si fermò: Kakashi era davanti a lui.
Poteva farcela: del resto, nonostante l’azione in sé lo disgustasse non poco, doveva ammettere che le cose sarebbero persino potuto andargli peggio.
Almeno il Sensei era una persona che ammirava e per il quale nutriva una profonda stima: e lui sapeva che tra loro scorreva un profondo rispetto e che questo non sarebbe mutato dopo quello che il ragazzo si apprestava a fare.
Questo comunque, si era detto parecchie volte, è meglio di ciò che mi potrebbe capitare se dovessi essere costretto ad affrontare la penitenza.
Alla sola idea di penitenza, un violento brivido gli percorse la schiena.
Era successo tutto parecchi mesi fa, poco dopo il suo ritorno a Konoha.
Lui si stava tranquillamente dirigendo verso l’appartamento che aveva affittato e che ormai era diventata la sua nuova casa, quando si era imbattuto in un’anziana signora di circa settant’anni.
La vista di una vecchia che recava con sé delle borse che dovevano pesare almeno il doppio di lei, l’aveva lasciato piuttosto indifferente e impassibile, ma improvvisamente la suddetta signora si era voltata verso di lui, domandandogli una mano.
A malincuore il ragazzo le aveva preso tutte le borse e accompagnata fino a casa e proprio lì era accaduta la nefandezza; mentre lui era stato intento a posare le borse davanti alla porta di casa di lei, la donna, per ringraziarlo, gli aveva dato una pacca sul fondoschiena.
Ma naturalmente, la cosa non si era di certo limitata a questo: dopo la terza pacca, l’anziana signora infatti aveva, con grande sconcerto e orrore di Sasuke, persino iniziato a palparlo. “Tranciale la mano.” Era stato il primo impulso che gli era arrivato al cervello “Adesso.”
Ma poi se n’era ricordato: era da poco che aveva fatto ritorno e non gli sembrava davvero il caso di commettere un omicidio dopo così poco tempo.
Quindi si era lentamente allontanato dalla signora ed era corso a casa sua.
La cosa naturalmente doveva essere arrivata alle orecchie dello Hyuuga perché era stato proprio lui a proporre come penitenza quella di baciare tutte le vecchiette dai cinquant’anni in poi. E come se questo non fosse bastato, aveva anche aggiunto che erano leciti anche palpeggiamenti e cose varie.
Ovvero un vero e proprio incubo per il povero ragazzo.

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Capitolo 3
*** Bacio? Sì, no... forse. ***


Bacio? Sì, no… forse.

Ora si trovavano uno di fronte all’altro. Doveva farlo. Doveva riuscirci. Semplicemente non aveva altre scelte.
Quindi si mise a squadrare il Sensei con fare aggressivo e impetuoso, mentre quest’ultimo gli rivolse uno sguardo interrogativo e innocente, domandandosi quasi fossero i dilemmi amletici che stavano momentaneamente assalendo il suo allievo preferito.
“ Agisci! “ si disse Sasuke “ Attacca con le quattro regole, forza!”
Afferrare, sbattere da qualche parte, togliere la maschera e baciare.
Alla fine non era poi così difficile, no? No?
- Sasuke, qualcosa non va? – gli chiese Kakashi, avvicinandosi a lui nel tentativo di capire qualcosa di più sul suo stato attuale.
L’ex Mukenin ignorò completamente la sua domanda, passando immediatamente all’azione.
Perciò lo afferrò, lo sbatté da qualche parte, gli tolse la maschera e lo baciò.
Ah no, un attimo.
Nonostante il giovane ragazzo avesse tanto ardentemente voluto portare a termine la sua penitenza in modo facile e indolore, ovvero usando la strategia precedente, questo purtroppo non si era verificato. Le sue azioni infatti si erano interrotte alla prima fase, ossia all’afferrare e quindi ora si ritrovava in mezzo ad un bosco, con le mani che ghermivano le braccia dell’uomo, uno sguardo che variava dal perplesso allo sconcertato e naturalmente un Sensei che lo fissava come se fosse appena uscito da un manicomio.
Ora, qualsiasi persona con un minimo senso delle regole fisiche avrebbe capito che sarebbe stato pressoché impossibile spostare un corpo con una massa maggiore e un altezza superiore alla propria: queste cose, evidentemente, a Sasuke Uchiha dovevano essere sfuggite. Oppure essergli del tutto aliene.
“ Una corda!” fu il primo pensiero di senso compiuto che l’ultimo degli Uchiha formulò ridestandosi dal suo stato di trauma apparente “ Devo trovare una corda!”
Ma poi ci ripensò: anche se tutti i Kami fossero scesi davanti a lui e gli avessero consegnato queste benedette corde, incitandolo a mettercela tutta con una frase del tipo” Su, puoi farcela! Prendi le corde, usale e torna vincitore!” lui non avrebbe comunque saputo che farsene, quindi di fatto gli erano del tutto inutili.
Allora non gli rimaneva che un’unica soluzione possibile. No, non colpirlo con uno Chidori, sperando di procurargli abbastanza dolore da lasciarlo stramazzato per terra e approfittare poi della situazione per baciarlo.
Questo piano era molto più semplice.
- Posso baciarla, Kakashi- Sensei? - Bastava chiedere.



Neji Hyuuga osservava leggermente divertito gli spostamenti di Sasuke Uchiha.
Era davvero curioso di sapere come avrebbe reagito.
Anche se in realtà, una parte di sé, sapeva già come si sarebbe comportato: si sarebbe recato da Kakashi, avrebbe finto di baciarlo e poi si sarebbe voltato verso di lui per deriderlo.
Beh, comunque fossero andate le cose, il genio aveva se non altro avuto l’occasione di vedere l’espressione sconcertata di Sasuke alla sua richiesta.
Ed era stato tutto davvero… esilarante.
E dire che aveva ingegnato tutto questo per divertirsi, per smuoverlo un po’: da quando era ritornato a Konoha, infatti, non aveva visto che una perenne esibizione della sua serietà.
Neji si ridestò dai suoi pensieri tornando a concentrarsi nuovamente sulla scena che gli si presentava davanti.
Erano uno di fronte all’altro. Era minima la distanza che gli separava.
E ora che cos’avrebbe fatto?
Alla vista della geniale strategia dell’Uchiha, lo Hyuuga strabuzzò gli occhi e si pietrificò.
Che diavolo sta… facendo?
Lo vide afferrare il Sensei nel tentativo attirarlo a sé e, non riuscendoci, lo osservò mentre si pietrificava sul posto.
Neji Hyuuga aveva sempre saputo molte cose sul conto di Sasuke Uchiha: affrontava sempre tutto con serietà, portava a termine i compiti con diligenza e sapeva scherzare, forse, nei momenti di intimità.
Che fosse un completo imbecille, beh, questo gli mancava.
Insomma, sarebbe dovuto essere chiarissimo che il suo non era che uno scherzo.
Un semplicissimo e stupido scherzo. Qualsiasi persona dotata di almeno due neuroni, non necessariamente particolarmente sviluppati, avrebbe capito che non era che una beffa.
Tutti tranne Sasuke, naturalmente.
Nonostante non provasse una particolare amicizia per l’ex Mukenin, lui non pretendeva dia certo che il ragazzo andasse seriamente a baciare il Sensei, compromettendo irrimediabilmente il loro rapporto.
Ma che aveva nella testa l’Uchiha?
Neji cercò di tranquillizzarsi e riacquistare il controllo delle proprie facoltà mentali, prendendo in considerazione anche l’ipotesi dello scherzo.
Magari era una beffa. Proprio come la sua.
Poi lo vide l'uomo avvicinare il proprio viso a quello del ragazzo e…
Oh cazzo.

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Capitolo 4
*** Missioni compiute e casi patologici da analizzare ***


Missioni compiute e casi patologici da analizzare
- Ma… ne sei sicuro? – gli domandò il Sensei, ancora piuttosto perplesso dalla proposta ricevuta.
Osservò il luccichio della disperazione negli occhi di Sasuke, la sua espressione impassibile ma ancora piuttosto shockata e le sue mani, ancora avvinghiate a lui, che minacciavano, vinte dall’afflizione, di ripetere lo stesso estremo gesto di prima.
- Ok, lo sei. – sentenziò, arrendendosi all’evidenza.
Il giovane non rispose.
– Ora puoi anche smetterla di bloccare le mie braccia, quello precedente era un sì. – lo esortò l’uomo poco dopo, notando che l’ex Mukenin aveva definitivamente smesso di dare segni vita. L’Uchiha iniziò a liberare gradualmente dalla sua presa le braccia di Kakashi, arrivando a sciogliere del tutto la morsa.
Quindi ora si trovavano entrambi uno di fronte all’altro, a circa trenta centimetri di distanza. Il Sensei aspettava che fosse Sasuke a fare la prima mossa, visto che era stato lui a proporre l’idea, ma poiché questi sembrava voler continuare a rimanere in quel suo stato di coma permanente, decise che sarebbe stato lui a prendere l’iniziativa.
Si avvicinò ancora di più al ragazzo, diminuendo lentamente la distanza che li separava e si posò una mano sul viso, togliendosi la maschera con un gesto veloce; questi rivelò un viso dalle fattezze comuni, nonostante non fossero poche le persone che sospettavano che sotto quella maschera il Jonin celasse qualcosa di misterioso o addirittura terrificante.
In seguito l’uomo collocò le mani sui fianchi del ragazzo, avvicinando sia il giovane verso di sé sia la propria bocca a quella di lui, fino a far combaciare le loro labbra.
Kakashi aveva capito sin dall’inizio che c’era qualcosa di insolito nel comportamento di Sasuke: per quanto lui potesse essere definito strano, in genere questo tipo ti comportamento non rientrava nel suo stile.
Quando inizialmente l’aveva afferrato, per un motivo arcano e a lui del tutto sconosciuto, che solo in seguito aveva compreso che si trattava di un gesto dettato principalmente dalla disperazione, aveva pensato che volesse sfidarlo.
Il motivo, naturalmente, non gli era stato minimamente chiaro.
Ma quando l’Uchiha aveva poi, disperatamente, tentato di spostarlo di peso, tra l’altro utilizzando le quattro regole che lui stesso aveva concepito, e che detto chiaramente erano assolutamente inutili e solo un cretino avrebbe potuto pensare che avrebbero potuto funzionare, si era reso conto di tutto.
Lo scopo del ragazzo non era stato quello di fargli del male, ma semplicemente di baciarlo. E da lì aveva cominciato a ricostruire il puzzle fino ad arrivare alla soluzione finale: sicuramente doveva c’entrare una qualche scommessa fatta mentre lui e Gai erano assenti.
Molto probabilmente i ragazzi avevano giocato a qualcosa e in qualche maniera, presumibilmente fregandolo, dovevano aver costretto Sasuke a compiere una qualche tipo di penitenza o missione facendo leva sul suo orgoglio; e, con certezza matematica, poteva affermare che l’artefice era Neji Hyuuga. Lui era l’unico a riunire intelligenza e bastardaggine nello stesso corpo.
Senza contare che Naruto non era abbastanza furbo da ingegnare una strategia simile e Rock Lee, Tenten e Sakura erano sprovvisti di quella malizia malsana di cui lo Hyuuga abbondava.
Era appunto per questo motivo che aveva accettato di baciarlo: Sasuke gli aveva incusso compassione e perciò aveva deciso di aiutarlo.
Alla fine si trattava di un semplicissimo bacio casto, nulla di più.
Kakashi avvertì improvvisamente la lingua del ragazzo farsi spazio nella sua bocca e le mani di quest’ultimo afferrarlo per i fianchi, stringendolo più del dovuto.
Che… cavolo stava facendo?
Che quel bastardo di uno Hyuuga gli avesse imposto un bacio con la lingua?


Un cretino. Sasuke Uchiha era ufficialmente un cretino.
Neji Hyuuga era davvero allibito.
Non poteva crederci.
Kakashi Hatake non poteva aver seriamente baciato Sasuke Uchha: era… semplicemente inconcepibile.
Ma, fatto ancora più importante, aveva completamente distrutto le sue aspettative.
S’immaginava già di poter prendere per il culo Sasuke e invece… sarebbe successo il contrario.
E dire che nella sua testa aveva già programmato tutto e questo suo tutto cominciava dal momento in cui si supponeva che Sasuke si sarebbe tirato indietro e, tacitamente, avrebbe ammesso la sua sconfitta.
Allora Neji gli avrebbe rivolto un sorriso di scherno, si sarebbe voltato dalla parte opposta e gli avrebbe detto di andare a compiere la sua penitenza.
Avrebbe osservato la sua espressione scandalizzata, il suo impallidire e poi, con un tono compassionevole, gli avrebbe detto che, se proprio non ne aveva il coraggio, poteva anche astenersi dal compiere la sua missione.
Ma, momentaneamente, era uno solo il quesito che attanagliava Neji Hyuuga: quella di Sasuke Uchiha era semplice e pura demenza acuta, aggravata poi da altre cose, oppure c’era un qualcosa di misterioso, e magari anche terrificante, sotto?
Magari tutto questo faceva parte del piano di Sasuke. Probabilmente aveva deciso di annientarlo e distruggerlo psicologicamente.
E, forse, ci stava persino riuscendo. Nel modo peggiore che potesse mai essere concepito: l’aveva sorpreso con la sua strategia, anche se una parte di sé era ancora convinta che si trattasse di idiozia, e aveva lentamente abbattuto le sue barriere.
Alla fine Sasuke Uchiha non era così stupido.
Poi intravide il ragazzo infilare la sua lingua nella bocca dell’uomo…
No, come non detto. Lo era eccome.
Si vergognò persino di aver sopravalutato le sue capacità intellettuali.
Ora, però, rimaneva una sola cosa da fare: analizzare il soggetto Sasuke Uchiha.
E non si prospettava un’impresa facile.


Kakashi riuscì, a forza, a staccare il ragazzo da sé.
Ora si stavano osservando, il Sensei sconvolto per l’imprevisto, ovvero la lingua, e il ragazzo sollevato: finalmente ce l’aveva fatta.
Era riuscito nella sua missione e nessuna vecchietta l’avrebbe più molestato.
- Grazie Kakashi- Sensei. – gli disse esultante, ma allo stesso tempo mortificato per il gesto improvviso. E detto questo corse immediatamente da Neji, senza fermarsi ad ascoltare quello che il Jonin aveva da dirgli.
L’aveva… ringraziato!?
No, impossibile.


Neji osservava Sasuke avvicinarsi velocemente, con scaltrezza e un’espressione di superiorità dipinta sul viso.
Come l’avrebbe affrontato? In che modo avrebbe dovuto porsi?
Magari avrebbe dovuto cominciare a chiedergli qualcosa di facile e poi vedere la sua reazione.
Sì, avrebbe agito così.
- Visto, Hyuuga? – lo richiamò una voce, strafottente e altrettanto esultante da dietro le spalle. - Ho visto, Uchiha. Ho visto. –
- Ho portato a termine brillantemente la mia missione: io non mi tiro indietro davanti a nulla. So fare qualsiasi cosa. – continuò l’ultimo membro dello sfortunato clan in vena, stranamente, di conversazione.
- Posso farti una domanda, Uchiha? – gli domandò lo Neji, voltandosi dalla sua parte.
- Tsk. –
Nel linguaggio degli Uchiha, specialmente dell’ultimo, quello equivaleva ad un sì.
- Tu l’avevi capito che era solo uno scherzo, vero? -
Oh…
- TSK. -
Un imbecille. Un completo idiota.
Altro che analisi.
- Beh, ci si vede Uchiha. Ma spero non presto, comunque. – gli disse, andandosene.


Intanto gli altri membri della banda, sconvolti dall’accaduto, cercavano di riprendersi.


Note dell'autrice
Ringrazio tutti per i loro commenti, mi hanno fatto molto piacere :). Fatemi sapere che cosa ne pensate anche di questo capitolo! Al prossimo.

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Capitolo 5
*** Oh, non sei stato tu ***


Oh, non sei stato tu.

- Sei un bastardo, Hyuuga! – esclamò Sasuke, battendo alla porta del suo carnefice.
Con un andamento non molto dissimile a quello di una lumaca, Neji Hyuuga ce la stava mettendo tutta per scendere dal letto, infilarsi le ciabatte e dirigersi verso la porta.
Quando finalmente ci fu riuscito, non senza fatica però, precisiamolo, andò ad aprire, trovandosi, proprio come il suo subconscio temeva, Sasuke Uchiha sulla soglia.
- Sei un bastardo, Hyuuga. – gli ripeté molto tranquillamente il ragazzo.
- Anche per me è davvero un piacere rivederti, Uchiha. – gli rispose questi molto sarcastico – Quale buon vento di porta a casa mia alle… - e qui diede una rapida occhiata all’orologio – due del mattino? Proprio mentre mi ero appena addormentato dopo essere tornato stanco morto da un’improvvisa missione? – gli domandò mantenendo il suo tono di prima, ma senza celare il rancore per averlo svegliato.
- Sei uno stronzo. – gli disse il possessore dello Sharingan, assumendo un’espressione truce sul volto.
- Vedo con piacere che ti stai impegnando per arricchire il tuo lessico, Uchiha, ma non sono degno di questi altissimi epiteti. Inoltre noto con stupore che ora utilizzi persino delle voci verbali, hai fatto passi da gigante! –
- Sei stato tu. – lo accusò l’Uchiha, sorvolando sulle prese in giro dell’altro ragazzo.
Neji Hyuuga cominciava ad essere stufo della situazione: non solo era venuto a disturbarlo nel bel mezzo della notte, bensì ora non faceva che dire frasi sconclusionate, senza un minimo senso.
O se un significato ce l’avevano, lui comunque, non riusciva a capirlo.
Perché Sasuke Uchiha non poteva sforzarsi di parlare come tutti gli adolescenti complessati e sociopatici della sua età? Perché oltre ai difetti che aveva appena elencato, questi non poteva almeno essere dotato dell’utilizzo della parole in modo che fosse comprensibile?
Questi, probabilmente, sarebbero rimasti gli amletici dilemmi dello Hyuuga fino alla fine dei suoi giorni.
- Illuminami, Uchiha. Cos’è che avrei fatto? – gli chiese, ormai sull’orlo dell’esasperazione.
- Sei stato tu a raccontare a tutto il villaggio che ho baciato Kakashi- Sensei. – lo informò, anche se non ce n’era bisogno, visto che si supponeva che lo Hyuuga lo sapesse già.
Neji spalancò gli occhi sorpreso: lui non aveva mai compiuto un’azione simile. E mai sarebbe stato capace di farlo.
Nonostante fossero molti quelli che lo consideravano un bastardo, lui aveva meglio da fare che andare a raccontare in giro pettegolezzi.
E comunque, non avrebbe in ogni modo avuto il tempo necessario per farlo poiché era subito dovuto partire per una missione veloce ma altrettanto pericolosa.
Ma allora chi poteva mai essere stato?


- Certo che da Neji una cosa simile non me l’aspettavo proprio. – dichiarò delusa Sakura, continuando a mangiare le patatine.
- Già, è stato proprio uno stronzo. – le diede manforte Naruto, piuttosto arrabbiato per le voci che molto rapidamente si erano sparse per tutta Konoha.
Era venerdì: da quando Sasuke se n’era andato, Sakura e Naruto avevano preso l’abitudine di passare almeno un sera della settimana insieme, a fare qualcosa di divertente. Anche dopo il ritorno dell’Uchiha, questa loro tradizione continuava.
Momentaneamente, però, i ragazzi erano preoccupati per quello che si diceva in giro: già su Sasuke se ne dicevano di tutto e di più, ma dopo la storia del bacio, la situazione era andata sempre peggiorando.
- Dire a tutti che Sasuke ha baciato il Sensei è stato davvero scorretto! – esclamò adirata la ragazza.
- Hai ragione, Sakura- chan. Guarda me, io l’ho detto solo a Hinata, Kiba, Shino, Shikamaru, Choji e Ino. Quello stronzo invece doveva proprio andare a raccontarlo a tutti. – sbuffò, del tutto contrariato.
La ninja medico si voltò verso il ragazzo sbalordita. - Tu hai fatto… COSA!? -
Era risaputo da tutti, persino al di fuori di Konoha che, se un’informazione passava alle orecchie della Yamanaka, si poteva star certi che in meno di un’ora questa si sarebbe sparsa non solo per il villaggio in questione, bensì anche in quelli vicini.
Esattamente; oltre a delle efficaci capacità ninja, Ino era dotata anche di questa abilità.


- Senti Uchiha, te lo dirò chiaro e tondo: io non ho fatto assolutamente nulla. – asserì lo Hyuuga.
Sasuke però non gli credette: era sicuro, anzi, sicurissimo che fosse stato lui.
Era persino disposto a scommetterci la sua dignità.
Beh, quello che era rimasto della sua dignità.
Dopo che tutti erano venuti a conoscenza dell’accaduto, Sasuke Uchiha era passato dall’essere Quello stronzo, ma figo, che aveva tradito il villaggio e che stanco di cazzeggiare era ritornato a Konoha alla Puttanella di Konoha.
E non un gran miglioramento, questo bisognava riconoscerlo.
Ma il fatto che l’aveva disturbato di più era che persino l’anziana signora, proprio quella che mesi addietro l’aveva molestato, incrociandolo per strada il pomeriggio, gli aveva rivolto un’occhiata di disappunto, borbottando un qualcosa che assomigliava molto ad un Comunque non si fa così, proprio no.
- Se non sei stato tu, allora chi l’ha fatto? – gli domandò serio.
Voleva solo sapere chi era stato a spandere la voce, così l’avrebbe con molta tranquillità riempito di botte finché non si fosse messo in ginocchio, pregandolo affinché lo risparmiasse. Neji si passò una mano tra i capelli, afflitto dalla situazione.
- Mi spieghi come faccio a saperlo eh, Uchiha? – gli chiese cominciando ad alterarsi – Sono stato fuori tutto il pomeriggio in missione. -
- Tsk, figuriamoci. – - E comunque piantala di lamentarti, Uchiha, poteva anche andarti peggio. – gli ricordò il possessore del Byakugan, evitando di rimembrargli anche che era stato lui in persona, con grandissima astuzia a non rendersi conto che era una semplice beffa, solo per non infierire di più in una, già tragica di per sé, situazione.
- E come? – lo sfidò Sasuke. Non vedeva davvero come le cose sarebbero potute andare peggio di così.
- Vuoi scommettere, Uchiha? – gli domandò con malizia Neji.
- Certo. –
-Avresti il coraggio di baciare me, Uchiha? –



Note dell'Autrice

Eccomi con un altro capitolo! Purtroppo non penso che aggiornerò presto perché la fanfiction non sta avendo grande successo e darò la precedenza alle altre ancora incompiute ._..
Sorry :(.

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Capitolo 6
*** E allora? ***


E allora?


Quella che sembrava essersi abbattuta su Sasuke Uchiha non poteva definirsi solo una semplice serie di sfortunati eventi.
Oh no.
Questa era proprio sfiga. E con la S maiuscola.

Il povero ragazzo scosse la testa, ormai disperato e in balia del fato.
Che cosa poteva aver mai fatto di male nella sua vita per meritarsi tutto questo? Beh, aveva ucciso quel tizio, poi quell’altro… e quell’altro ancora. E poi aveva tradito il villaggio, tramato contro…
Ok, qualcosa aveva fatto. Ma non aveva già pagato per le sue nefandezze?
Era stato molestato da una vecchietta, era stato costretto a baciare il suo Sensei, uomo per il quale nutriva una stima e rispetto, forse l’unico, con il rischio di perdere la sua amicizia e il villaggio lo considerava come uno, per dirla con eleganza, di facili costumi.
Non era tutto ciò sufficiente?
La risposta gli pareva anche fin troppo chiara; solo non voleva accettarla.
Ovviamente no, non lo era affatto.
“Che fai, Hyuuga? Mi pigli per il culo?” gli domandò irritato.
Neji sorrise maliziosamente, appoggiandosi allo stipite della porta.
”Non proprio letteralmente Uchiha, ma puoi interpretarlo come più ti aggrada.”
“Bastardo.” sibilò a denti stretti, fulminandolo con lo sguardo.
“La tua risposta, Uchiha?” gli chiese sarcastico.
Se gli abitanti del villaggio erano convinti che Sasuke Uchiha fosse l’unico essere in grado di covare sentimenti di vendetta all’interno di quell’amabile e pacifico villaggio in cui non succedeva mai nulla, beh, si sbagliavano di grosso.
Era chiaro che nessuno di loro aveva mai visto Neji Hyuuga svegliato alle due del mattino da un gran fracasso, provocato, guarda caso, proprio dall’unica persona che non avrebbe voluto vedere in quel momento a casa sua. Non che il genio del clan Hyuuga impazzisse all’idea che qualcuno andasse a rompergli a quell’ora indecente a casa sua, ma se proprio avrebbe dovuto scegliere, non voleva che quella persona fosse l’Uchiha poiché questi, a suo parere, di danni al suo povero sistema nervoso ne aveva provocati anche troppi.
L’ultimo membro dello sfortunato clan, da parte sua, si fermò a riflettere un attimo, considerando seriamente la terribile proposta.
“E se non accetto?” domandò beffardo.
Che cosa poteva mai succedergli? Niente.
“Diverso re, medesime condizioni.” rispose il possessore del Byakugan.
Era una chiara allusione al fatto che, se Sasuke si fosse rifiutato, la penitenza sarebbe stata la stessa.
E al solo pensiero il giovane rabbrividì.
Non aveva altra scelta: tutte le vie d’uscite sembravano essere bloccate da innumerevoli Do Not Cross e lui, che aveva deciso che si sarebbe comportato in maniera adeguata, era impossibilitato a varcarle senza il consenso.
La soluzione a questo punto non sembrava che una sola.
Certo, qualcuno avrebbe anche potuto obiettare che, arrivato a questo punto e con una reputazione ormai rovinata per sempre, che ne baciasse uno, due oppure si facesse tutta la popolazione maschile del villaggio, il fatto non avrebbe comunque cambiato quella drammatica situazione e quindi non era il caso di farne una tragedia greca.
Quindi, perché no?
Questi erano all’incirca anche i pensieri di Sasuke che, afflitto, si apprestava a compiere il gesto.
L’unica cosa che sperava era che nessuno gli cogliesse in un momento così imbarazzante di modo che, anche se lo Hyuuga per qualche arcana ragione avesse deciso di spifferare il tutto, lui avrebbe potuto negare fermamente.
E per mancanza di prove, il caso sarebbe stato velocemente archiviato.
Sasuke fece qualche passo in avanti, afferrando il braccio dello Hyuuga e spingendolo all’interno dell’appartamento di quest’ultimo: lì non li avrebbe visti nessuno.
Dal canto suo Neji Hyuuga era convinto che l’Uchiha non poteva essere così imbecille da accettare seriamente la sua offerta. Se la prima volta l’aveva fregato come un allocco e lui stesso era rimasto spiazzato dalla piega che aveva preso la situazione, adesso gli stava dando la possibilità di riscattarsi; del resto, si era detto più volte, magari la prima volta semplicemente non era preparato.
Mentre questa volta non avrebbe avuto giustificazioni. Non che gli importasse qualcosa dell’Uchiha ovviamente; lo faceva principalmente per se stesso. Dimostrando che la sua opinione su di lui era fondata, non avrebbe più dovuto crucciarsi per comprendere il funzionamento del soggetto Uchiha.
Tuttavia qualcosa nel suo piano non stava funzionando come aveva previsto.
Vuoi dimostrare che una persona tutto sommato non è poi così psicopatica come tutti credono e per convincere almeno te stesso gli proponi di baciarti e poi ti ritrovi con questo che ti afferra e che è pronto a farlo nella più totale disperazione?
Beh, lo stai facendo nel modo sbagliato.
A questo punto c’erano due sole certezze.
Uno; Sasuke Uchiha di scommesse non ne azzeccava una nemmeno per sbaglio e, appena gli si concedeva un’ancora di salvataggio, lui ci si aggrappava immediatamente, senza verificare se fosse difettosa o meno.
Due: era piuttosto evidente ormai che anche i canoni utilizzati da Neji Hyuuga per valutare l’altro ragazzo o erano troppo alti oppure era proprio questi ad essere dotato di eccessivo ottimismo.
“Che cazzo fai, Uchiha?” gli domandò, sgranando gli occhi, mentre veniva spinto con la forza all’interno della sua abitazione.
“Qui non ci vedrà nessuno.” proruppe Sasuke, quasi spostando il Jonin di peso nel buio della stanza.
Si sentiva pronto.
Avvolti dal buio come due criminali che stanno facendo qualcosa di illecito, Sasuke aveva sbattuto Neji al muro e adesso lo stava baciando con passione, mentre l’altro cercava di liberarsi dei suoi indumenti in eccesso.
Ah no.
In realtà, mentre spingeva lo Shinobi all’interno della stanza, questi era inciampato su qualcosa ed era caduto a terra.
Questo qualcosa, ovviamente, aveva anche emesso un suono.
“Ahia.”
Quindi, quello che Sasuke si aspettava non si era nemmeno avvicinato alla realtà effettiva e il ragazzo, ancora più scosso, aveva lasciato che il suo inconscio rimuovesse il fatto, costruendosi poi una versione tutta propria.
Neji impallidì, ricordandosi su cosa – o meglio, su chi – era appena accidentalmente inciampato.
Quel misterioso qualcuno, visto che nessuno si decideva ad accendere quella benedetta luce, si decise a farlo da sé, illuminando il viso pallido del nipote e quello mortificato dell’Uchiha.
“Non è come sembra, Hiashi- Sama. Posso spiegare tutto. “
Momento sbagliato, frase assolutamente sbagliata e persona… giusta?


Note dell'Autrice
Oddio, la mia non voleva essere una minaccia: pensavo solo che la storia non interessasse, tutto qui ._.".
Grazie a tutti per i commenti, mi hanno fatto molto piacere; appena ho due minuti vi rispondo uno ad uno :)

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Capitolo 7
*** Di zii impiccioni, relazioni inesistenti e reputazioni ormai andate per sempre… ***


Di zii impiccioni, relazioni inesistenti e reputazioni ormai andate per sempre…


Cinque minuti dopo il misfatto…
Ad uno spettatore esterno, quello che stava capitando in casa Hyuuga, sarebbe anche potuta sembrare un’idilliaca scena di famiglia, se non fosse stato per un piccolo ed insignificante dettaglio: i due ragazzi stavano chiaramente sudando freddo, mentre l’altro sembrava uno psicopatico appena scappato da un manicomio.
Infatti, dopo essere stati scoperti a fare nemmeno – loro – sapevano – bene- cosa e dopo che Neji Hyuuga aveva condito il tutto dicendo “Non è come sembra.”, ossia la tipica frase che avrebbe fatto passare per il carnefice più spaventoso anche il più tenero agnello, erano stati cordialmente invitati da Hiashi Hyuuga a sedersi e prendere un thè.
I due, mossi da chissà quale misteriosa forza, non avevano saputo dire di no e avevano docilmente accettato la proposta.
E ora si trovavano tutti e tre in cucina, uno visibilmente più imbarazzato dell’altro.
“Sono mortificato per averla svegliata, Hiashi- Sama.” si scusò il nipote, guardando lo zio mentre preparava il thè per lui e l’Uchiha, comodamente seduti a tavola “L’Uchiha stava giusto per… “
“Oh no, non preoccupatevi!” rispose questi affabilmente – troppo per essere un membro effettivo degli Hyuuga – l’uomo “Tanto io non dormo mai.”
Ah.
“Se non dorme…” iniziò a sibilare Sasuke in direzione di Neji, quasi in preda al panico “significa che è sempre sveglio.” concluse, rendendosi solo successivamente conto della terribile scoperta.
“Sei perspicace come al solito, Uchiha.” disse sarcastico.
Questi fece una smorfia; con quello che aveva detto non aveva fatto che accrescere il proprio odio nei suoi confronti.
Secondo Sasuke Uchiha, se il demonio esisteva davvero, quello doveva necessariamente essere Neji Hyuuga.
Altrimenti non vedeva come tanta malignità potesse essere riunita in un solo corpo.
“E questo significa che… “ proseguì, intenzionato a portare a termine il discorso che si era preparato nella sua mente.
Il possessore del Byakugan fece un gesto spazientito con la mano, sospirando afflitto.
“Sì Uchiha, è così. Piantala di rimarcare l’ovvio. E, ti prego, evita di dirlo ad alta voce. Quando non dette, le cose sembrano meno terribili.”
Ovviamente questa non era che una magra consolazione.
Mai avrebbe creduto il genio degli Hyuuga che la situazione sarebbe potuta peggiore in una maniera simile.
Ma d’altra parte, non era forse questa la giusta punizione per ciò che aveva fatto al povero Uchiha?
Lui si era divertito – o perlomeno quella era l’intenzione iniziale, anche se le cose non erano poi proseguite come lui avrebbe voluto – alle sue spalle e adesso ne stava pagando il caro prezzo.
Non era forse chiamata giustizia questa? Quando era stato annunciato che la villa degli Hyuuga sarebbe dovuta essere ristrutturata perché piuttosto vecchia, i membri dell’abitazione avevano tutti cercato un’altra sistemazione.
Non sapendo a chi chiedere, Hiashi Hyuuga si era rivolto al nipote, con il quale aveva un buon rapporto e che considerava come se fosse suo figlio, nella speranza di poter trascorrere qualche giorno a casa sua e magari avere anche la possibilità di passare del tempo insieme.
Questi naturalmente aveva accettato; del resto –si era detto – che problema c’era?
Solo adesso si rendeva conto delle nefaste conseguenze di quel gesto.
Il problema infatti c’era eccome. Era alto circa uno e ottanta, aveva capelli ed occhi scuri e si chiamava Sasuke Uchiha.
“Il thè è pronto.” dichiarò l’uomo, appoggiando le tazze sul tavolo e osservando con particolare attenzione sia Neji che Sasuke “E’ buono?”
“La ringrazio Hiashi- Sama, ma non era il caso di disturbarsi.” disse il ragazzo dagli occhi bianchi, bevendone un sorso.
L’Uchiha annuì controvoglia, ma aspettò che i primi a provare la bevanda fossero gli Hyuuga.
Non si poteva mai sapere; del resto erano Hyuuga, no?
“Bene ragazzi… “ iniziò lo zio, alla ricerca delle parole più adatte per porre il quesito “ da quando tempo siete amanti?” terminò con un sorriso.
Si rese conto solo dopo, quando l’Uchiha per poco non perse la vita strozzandosi con il thè e il nipote fu quasi sul punto di sputare quello che aveva ingerito, che, quelle “giuste” parole che stava cercando, forse non le aveva trovate.
Tuttavia, una parte di lui, ringraziò se stesso per non aver utilizzato il gergo giovanile ed aver detto “Ah, da quanto tempo ve la fate insieme?”, non volendo nemmeno immaginare le conseguenze che ciò avrebbe avuto sui due poveri ragazzi.
Neji cercò di darsi un contegno, provando a spiegare come stavano effettivamente le cose, sperando così di salvare il culo sia a Sasuke che a se stesso.
“Ormai da tempo immemore.”
No, non era stato Neji Hyuuga a dire questo.
Peccato che qualcuno non voleva affatto essere salvato.
Sasuke Uchiha aveva trovato nell’indiscreta domanda di Hiashi Hyuuga l’ancora di salvezza che stava cercando.
Se avesse rovinato anche la reputazione dello Hyuuga, come questi aveva fatto con la sua, probabilmente nessuno si sarebbe più preoccupato di sparlare di lui, perché si sa, lo scandalo maggiore avviene per chi ha la fedina penale pulita.
E, dopo quello che avrebbe inventato su di lui e sulla loro presunta relazione, Neji sarebbe stato l’oggetto principale delle chiacchiere non solo di Konoha, bensì anche dei villaggi vicini.
Se Sasuke Uchiha stava andando a picco, Neji Hyuuga l’avrebbe seguito.


Note dell’autrice
Lo so che non è granché come capitolo; non è divertente perché la sottoscritta è stata piuttosto giù di morale ultimamente e questo ha influito anche sulla storia :/. Consideratelo come un capitolo di passaggio . Al prossimo e grazie a tutti!

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