Crash BandiCrazy-prima serie

di GiulizTheBat
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** La nascita di un eroe ***
Capitolo 3: *** L'apparenza inganna ***
Capitolo 4: *** Come bracconieri ***
Capitolo 5: *** I problemi non vengono mai da soli ***
Capitolo 6: *** La notte tremenda ***
Capitolo 7: *** Il tempo passa ***
Capitolo 8: *** Una promessa ***
Capitolo 9: *** L'Evoluzione ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


INTRODUZIONE

Waby è una penisola in cui accadono fatti che neppure gli abitanti stessi riescono a spiegare, è formato da paesi insulari e inoltre è un territorio non ancora scoperto o esplorato del mondo poiché si trova in una zona ancora non identificata.
In una di quelle isole presenti accadde un fatto che coinvolse quasi tutta la penisola: nella nazione di Rudge esiste una città così elevata in intelligenza e tecnologia tanto da avere una reputazione di privilegio in tutta Waby.
In quella nazione governava Madame Liumane, non era cattiva infatti creò un’accademia di buone maniere per bambini.
Purtroppo la fama di quell’accademia rese Madame Liumane molto nervosa tanto da trasformare la sua creazione in una scuola del male.
Accorsero numerose famiglie sotto l’ordine impartito da quella donna trasformando i loro figli in perfetti geni del male. Da allora la nazione ebbe una sinistra reputazione.
Tra quelle famiglie c’era la famiglia dei Cortex con figlioletti che sembravano cattivi sin da quando erano ancora nella pancia della loro mamma.
La famiglia Cortex era formata dal padre Natan, la madre Nadia, la figlia minore Natasha, il figlio di mezzo Norman e il figlio più grande Periwinkle.
Natasha era una ragazza goth, Norman era un tipo a dir poco vivace e Periwinkle era un genio del male:in altre parole, erano abbastanza cattivi che secondo i loro genitori non c’era tanto bisogno di mandarli all’accademia del male.
Norman però voleva a tutti i costi essere il figlio perfetto per la famigliola, ma per poter fare in modo che ciò accadesse doveva sbarazzarsi di Periwinkle perché era il più amato dai genitori per i suoi piani malefici.
Un giorno andò dai genitori e raccontò di aver visto suo fratello aiutare uno degli indigeni dell’isola Wumpa. I genitori si scandalizzarono: prima non ci credettero, ma, per colpa di una foto modificata, Norman poté dimostrare il ‘reato’ di Periwinkle.
Natan e Nadia a quel punto decisero di spedire Periwinkle all’accademia del male. Una sera andarono da lui per riferirgli la notizia, ovviamente il loro figlioletto non la prese tanto bene.
“Cosa? Ma io non ho mai aiutato un indigeno!” esclamò Periwinkle.
“Come osi parlare così di fronte a tua madre!?” rispose Nadia in lacrime.
“Mi hanno incastrato!” ripeté il piccolo.
“Non trovare altre scuse, noi ti porteremo a quell’accademia!” ringhiò Natan “D’ora in poi sarai chiamato Neo perché non sei stato un vero Cortex!”
Periwinkle (mi correggo, Neo) non sapeva rispondere, inoltre il suo nuovo nome lo fece sentire stravolto.
Il giorno dopo, finito di preparare le valigie, Neo si diresse verso lo scuolabus che lo avrebbe condotto all’Accademia del Male (ribattezzata poi Accademia di Madame Amberly perché la vecchia direttrice era ormai morta).
Il maltempo regnava sovrano: c’era la nebbia e i temporali erano all’ordine del giorno.
“Addio perdente” disse Norman per salutare la partenza di suo fratello.
Neo da allora capì che l’artefice di tutto questo era suo fratello minore.
All’accademia Neo conobbe Nitrus Brio e N-Gin che divennero i suoi migliori amici.
Per poter ricevere la laurea in quell’accademia Neo dovette prima costruire una macchina speciale con i suoi due amici.
Il primo esperimento con quella macchina non andò esattamente a buon fine poiché perse i suoi due pappagallini preferiti, durante gli anni provò sempre più l’esperimento migliorando anche qualcosa alla macchina arrivando pure a sperimentare la fusione tra due specie diverse. Dopo aver ricevuto la laurea Neo si trasferì sull’isola Wumpa e, per avere più spazio per la sua base, sterminò molte tribù.
Neo decise di provare a creare con la sua macchina speciale una creatura abbastanza forte da poter uccidere suo fratello Norman. Purtroppo anche quell’esperimento fallì miseramente: la creatura che creò unendola anche con un robot scappò via commettendo stragi ancora più folli di quelli che lo scienziato aveva fatto prima.
Nonostante fosse diventato uno scienziato malvagio, Neo era ancora escluso dalla famiglia e trattato come un fallito, impazzì sempre di più quando scoprì che suo fratello si era sposato e aveva avuto una figlia.
Un giorno, infatti, la moglie di Norman affidò a Neo la sua primogenita Nina mentre i genitori dovevano partire per un lungo viaggio di lavoro.
Cortex cominciò ad odiare questa idea tanto da tagliare le mani di sua nipote sostituendole con delle protesi di metallo robotiche e, qualche anno dopo, mandò la bambina all’accademia di Madame Amberly. La follia e il tormento aveva ormai consumato quello scienziato e non promettevano nessuna speranza agli ultimi abitanti sopravvissuti sull’isola Wumpa.

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Capitolo 2
*** La nascita di un eroe ***


La nascita di un eroe

In una zona dell’Australia c’era una famiglia di bandicoot formata da: padre, madre e due figli.
La figlia più piccola si chiamava Coco, aveva un mese ed era una piccola molto cauta l’altro invece si chiamava Crash e aveva 2 mesi. Il suo nome era stato dato dal suo carattere troppo attivo e spensierato tanto che ogni volta che si cacciava nei guai a rimetterci le penne era sempre suo padre che cercava di aiutarlo.
Una volta Crash era anche andato ad inseguire una farfalla fino al ramo di un albero che era sopra una gigantesca cascata. Quella farfalla però era un robot con telecamera incorporata che filmava tutto ciò che gli animali facevano fino a portare le informazioni ad uno scienziato di un posto sconosciuto.
“Allora” chiese lo scienziato ai suoi scagnozzi “Come procedono le ricerche?”
“Abbiamo trovato questa famiglia di bandicoot” rispose uno mostrando i filmati “Il cucciolo di femmina è molto cauta mentre il maschietto c’è da dire che è un tipo molto attivo”
“Mmmm…si direbbero delle specie interessanti…”
“Le catturiamo dottore?”
“No, dobbiamo aspettare finché uno di loro non avrà l’età giusta per essere una cavia per i nostri esperimenti, non c’è fretta…”
Il luogo in cui si trovava quello scienziato era pieno di gabbie di vetro e ogni gabbia rinchiudeva una specie di animale. Davanti a quelle gabbie c’era un muro e sopra quel muro c’era una ringhiera di metallo e dietro la ringhiera c’erano due scienziati che controllavano la situazione usando ogni tanto anche uno strano macchinario.
Tuttavia non vi posso raccontare ciò che succederà poi perchè...ci vediamo dopo la pubblicità!
 

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Capitolo 3
*** L'apparenza inganna ***


L’apparenza inganna

Crash aveva 10 mesi e il suo carattere non era affatto cambiato.
Un giorno lui era tranquillo a gustarsi qualche bacca da un cespuglio, d’improvviso udì l’arrivo di qualcuno e una voce rauca.
“Scusami piccoletto” disse la voce rauca “Ma questa è la mia area” Crash si voltò e si accorse della presenza di un grosso dingo piuttosto affamato “Sai che fine fanno gli animaletti che hanno il coraggio di venire nella mia area?”
Crash gridò ‘AIUTO!’ così forte che anche gli altri bandicoot lo sentirono nella prateria giù dalla collina. Crash scese dalla collina inseguito dal dingo e tutti gli altri bandicoot, notando il predatore, scapparono via cercando un nascondiglio. Crash non fu molto fortunato: s’incastrò sotto la radice di un albero.
“Bene” disse il dingo leccandosi i baffi “Ora non hai più via di scampo”
Crash cercò di liberarsi, il dingo stava già aprendo bocca per divorarlo, ma quando Crash riuscì a togliersi la radice di dosso gli tirò un forte peto in faccia che lo soffocò (forse era l’effetto delle bacche che stava mangiando prima).
“*Coff* *Coff* Maledetto!” tossì il dingo, poi scappò come un lampo gridando “Ci rivedremo!”
Tutti i bandicoot (soprattutto il padre di Crash) rimasero sorpresi da una scena simile e anche divertente.
Quella sera i giovani bandicoot andarono a trovare Crash proprio davanti a quell’albero per parlare della disfatta del dingo.
“Esatto ragazzi, io ho portato fin qui quel dingo per umiliarlo davanti a tutti! Eh! Eh! Penso che dopo questo imparerà le buone maniere!”
Tutti i bandicoot presenti lo esultarono: “Tu sei un mito!” gridò uno “Fantastico!” gridò una femmina e poi anche il più grande tra i bandicoot Ed voleva dire la sua, ma venne interrotto da un certo Eddy che gridò “Oh, ma state zitti! Credete davvero che le cose siano andate come dice lui?!”
“Ti prego Eddy, calmati!” sussurrò un certo Edd.
“Le puzzette non si possono prevedere! Che cosa credi Doppia D? Che tutto il nostro branco sia stupido come Ed?”
I giovani bandicoot rimasero un po’ perplessi dopo quel ragionamento fino a convincersi: salutarono Crash lasciandolo solo con sua sorella (9 mesi) in segno di avvilimento.
“Ma chi ti poteva credere in fondo?” aggiunse Coco a suo fratello andandosene anche lei.
Crash ci rimase male finché non arrivò suo padre.
“Crash, io so perché loro ti escludono…”
“Oh per favore papà, non intrometterti!”
“Crash, loro ti evitano perché a loro menti: tu dovresti essere più sincero con gli altri!”
“Ma papà, è quello che faccio! Nonostante io mostro ciò che io sono per avere amici loro mi odiano lo stesso, per questo mento, ma Eddy…”
Il padre sospirò: “Ma chi lo dice che tutti ti odiano?”
Crash rimase di sasso a quella risposta poi seguì suo padre fino alla loro tana per andare a dormire.
 
 

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Capitolo 4
*** Come bracconieri ***


Come bracconieri

Gli scagnozzi rimasero piuttosto sorpresi nel vedere i filmati notando il modo astuto, o almeno secondo loro, del bandicoot di scappare dal dingo.
“Dottore, ha visto?” chiese uno al loro capo.
“Certo che ho visto”
“E che pensa di fare?”
“Catturiamolo!”
Durante la notte Crash e la sua famiglia erano nella loro tana sotto terra che stavano dormendo finché lui non sentì un colpo di vento entrare. Crash si svegliò e uscì dalla tana per andare a vedere cos’era stato. Si sorprese nel vedere un aereo (anche perché lui non ne aveva mai visto uno), si avvicinò alla macchina per curiosare finché non udì la voce di Coco che lo stava chiamando.
“Crash, che cosa stai facendo?” chiese lei.
“Coco, vieni a vedere, è formidabile!” rispose lui entusiasta.
Coco osservò con attenzione l’aereo e capì subito che era un oggetto che non avrebbe portato nulla di buono.
“C-Crash, penso che sia meglio andare via di qui…” supplicò la sorella.
“Tks, sei proprio una femminuccia…”
“CRASH!?”
“E va bene, torniamo a dormire”
Ma appena i due bandicoot si mossero si sentirono pungere sul sedere: qualcuno aveva lanciato contro di loro degli aghi soporiferi che li fece cadere a terra in pochi secondi.
Erano gli scagnozzi di quello scienziato che catturarono i due bandicoot e li portò dentro l’aereo.
“Due al prezzo di uno” aggiunse fiero il comandante dell’aereo “Ottimo lavoro!”
Nella tana intanto i genitori di Crash e Coco si accorsero della loro scomparsa e uscirono per andare a cercarli, ma era troppo tardi: l’aereo era già decollato e aveva portato via i due cuccioli.
“T-tesoro? D-dove sono i nostri piccoli?” chiese la madre.
Il padre abbassò la testa “Li hanno portati via…non li troveremo mai più…”
Nell’aereo, intanto, gli scagnozzi annunciarono della cattura al loro capo: “Dr. Cortex, li abbiamo catturati!”

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Capitolo 5
*** I problemi non vengono mai da soli ***


I problemi non vengono mai da soli

Qualche ora più tardi l’aereo atterrò davanti ad uno strano castello per scaricare le prede appena catturate.
Crash si risvegliò in una strana stanza cubica e verde ritrovandosi davanti una macchinetta bizzarra che lo stava analizzando. Fuori c’erano due scienziati che controllavano il marchingegno e videro i risultati dell’analizzatore: “Specie: bandicoot Sesso: maschile età: 10 mesi”. Uno scienziato schiacciò un bottone per il test di forza e Crash si ritrovò davanti a lui un enorme cannone multi-mitra che cominciò a sparare a raffica.
Crash cercò una via d’uscita agitato e cercò un punto dove poter scavare, ma senza successo.
Gli scienziati fermarono la macchina e il loro capo fissò indignato il bandicoot: “Questo è un patetico fallito: buttiamolo nelle gabbie di vetro!”
Quello scienziato che parlò aveva i capelli neri uniti con una coda alla Hippy, barba dello stesso colore, pelle gialla, una ‘N’ sulla fronte e indossava una specie di occhiali rosa rotondi alla anni ’80 (vi sembrerà strano che sia proprio lui).
Il povero bandicoot venne buttato dentro la gabbia con una forza tale da schiacciarlo.
“Crash? Sei tu?” chiese Coco appena lo vide.
Crash corse per salutarla, ma rimase di sasso quando la sentì gridare furibonda “PER COLPA TUA CI SIAMO CACCIATI IN QUESTO GUAIO! IO TI AVEVO DETTO CHE NON SAREBBE STATA UNA BUONA IDEA RESTARE A FISSARE QUELLO STRANO COSO, MA TU HAI DETTO ‘NO’ E IO TI HO SEGUITO DA CRETINA!...”
D’improvviso udirono una voce.
“Dai, non è poi così brutto questo posto” Crash e Coco si voltarono e notarono un bandicoot più grande di loro con una cresta di pelo color nocciola “Salve, mi chiamo Rex”
“Ehm…ciao, sai dirci dove siamo?” chiese insicura Coco.
“Vi trovate nel cuore del grande laboratorio del quartier generale del Dr. Neo Cortex!”
Crash e Coco si guardarono intorno e videro delle gabbie di vetro accanto e dietro di loro: la loro gabbia si trovava davanti al gigantesco muro.
Improvvisamente, due scienziati buttarono una ciotola di strana roba nella loro gabbia. Coco annusò quella roba e sentì solo un odore così rivoltante da avere le sensazioni di vomito.
“Questo è solo quello che ci servono sempre come mangiare” aggiunse una dolce bandicoot che si era nascosta dietro una decorazione di foglie per timidezza.
Crash si innamorò di lei dal primo sguardo “S-salve…c-chi sei?”
“Oh, non mi sono presentata, che scortese: mi chiamo Tawna”

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Capitolo 6
*** La notte tremenda ***


La notte tremenda


Crash udì uno strano suono, una specie di allarme e le gabbie si aprirono.

"Che succede? Ci liberano finalmente?" chiese Coco.
D'improvviso arrivarono due scagnozzi con in mano dei bastoni biforcuti che emettevano elettricità.
"Prendilo come un no" aggiunse Crash guardando le due figure che gli si avvicinavano.
"È l'ora dell'aria aperta" aggiunse Rex.
"Aria aperta?"
Tutti gli animali vennero costretti ad uscire e portati in un giardino gigantesco su una terrazza enorme.
Crash e Coco rimasero sorpresi nel vedere un luogo simile.
"Ogni sera ci portano qua fuori, non so il perché, però almeno riusciamo a respirare aria pura" disse Rex.
D’improvviso arrivò un procione femmina che con tutta la sua euforia salutò.
“CIAO RAGAZZI!”
Crash e Coco la guardarono in modo strano.
“Lei è Ginny” spiegò Rex “Era un animale domestico per la nipote di Cortex, poi è stata portata qui e alla nipote le sono state tagliate le mani”
Crash rimase scioccato da quella storia tanto da allontanarsi per raggiungere Tawna che stava tranquilla su una collinetta artificiale.
“Ecco Ginny, lo hai spaventato” disse Rex alla prociona.
“Io? Ma sei tu che racconti a tutti la mia storia!” rispose lei.
Crash intanto corse verso Tawna, pazzo d’amore, ma si scontrò contro una strana piccola creatura.
Quando Crash di rialzò dallo scontro osservò la creatura, non capiva che cosa fosse: sembrava un cucciolo di volpe ma era troppo piccolo per essere di quella specie, aveva la criniera nera quasi come la pecie, pelo arancione e occhi azzurro-grigio.
La creatura ringhiò contro Crash.
“Ehm, scusa” si terrorizzò il bandicoot “non ti avevo visto…nessun rancore?”
La creatura si scagliò contro Crash tirandogli un pugno con la sua zampa (di rancore ne aveva eccome).
Intanto sempre nell’isola Wumpa, in una capanna entrò una maschera magica per parlare con il potente Aku Aku, nonché il grande saggio.
“Aku Aku, Cortex ha rapito altri due animali”
“Che tipo di animali?”
“Due bandicoot”
Aku pensò a cosa poter fare.
“Dirigiamoci verso la base di quello scienziato e guardiamo che cosa succede”
Aku e altre due maschere magiche si diressero verso la base di Cortex e videro sulla grande terrazza-giardino lo scontro tra Crash e la strana creatura.
L’animaletto percuoteva il bandicoot senza tregua.
“Ti prego basta!” supplicò Crash caduto su un cespuglio “Mi dispiace, basta però!”
La creatura non aveva alcun intenzione di fermarsi finché non intervenne Rex che le morse la coda facendola scappare via.
“Tutto bene Crash?” chiese Rex.
“Più o meno…” rispose tirandosi su.
“Mi ero dimenticato di dirti che qui regna la legge del più forte, non potrai mai essere difeso qui”
Crash provò a consolarsi.
“Per questo lui mi ha attaccato? Voleva mostrarsi superiore a tutti?”
“A dir la verità è una ‘lei’, nessuno la conosce perfettamente, nemmeno io. Sappiamo solo che quella creatura è qui da molto tempo, non ha un nome e non sappiamo che specie è”
Intanto al laboratorio di Cortex tutti rimasero sconcertati nel vedere un animaletto così gracile.
“In tutta la mia vita non ho mai visto un animale così debole da farsi mettere KO da un esemplare femmina che ha anche un mese in meno di lui!” si deluse Cortex.
“Che facciamo capo?”
“L’ora dell’aria aperta è finita, riportateli nelle gabbie!”
Gli scagnozzi uscirono con in mano i bastoni elettrici biforcuti per costringere gli animali a tornare nelle gabbie.
Le tre maschere magiche erano scandalizzate nel vedere la brutalità che Cortex stava adoperando nei confronti di quelle povere bestiole.
Da quando il villaggio venne distrutto da quello scienziato, Aku non faceva altro che cercare di spiare  la base. Purtroppo non aveva il coraggio di attaccare o fare qualcos’altro; ricordava benissimo quella tragedia in cui aveva perso il suo padrone, la base di Cortex si trovava proprio sulle rovine della sua civiltà.
“Aku che facciamo?” chiese una maschera magica.
Aku era ancora terrorizzato da quell’evento “Torniamo indietro”
“Ma…”
“Fate come vi dico!”
Intanto tra le gabbie tutti gli animaletti stavano dormendo eccetto Crash che stava piangendo.
“Papà…” pensò malinconico tra sé “…dove sei?”    

 

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Capitolo 7
*** Il tempo passa ***


Il tempo passa

Il mattino seguente Crash si risvegliò ricordandosi a malapena che non si trovava più nel suo territorio. Si sentiva peggio solo a sapere che era a kilometri di distanza lontano dai suoi genitori, almeno lo rassicurava sapere che sua sorella era con lui.
Appena però vide la strana creatura accanto alla sua gabbia cominciò a sentirsi ancora più insicuro. Si rassicurò solo quando si accorse che anche lei era dentro una gabbia.
Ma la cosa che gli diede più attenzione era il suo sguardo: a differenza dell’altra sera era triste e non furioso.
La creatura se ne stava ferma a guardare in basso con uno sguardo da innocente e malinconico.
“Crash? Che fai?” chiese Rex appena vide Crash fissare l’altra gabbia.
“È quella creatura: lei sembra…triste” rispose il piccolo bandicoot.
“È così tutte le mattine”
Crash però voleva parlare con quella creatura, provava pena nel vederla così, pensava che anche lei stesse provando nostalgia per i suoi familiari.
“Vorrei provare a parlare con lei” aggiunse infine.
“Ehm…non te lo consiglio…” cercò di dire Rex, ma Crash si avvicinò lo stesso e, appena toccò il vetro della gabbia, si beccò una scossa elettrica così forte da farlo ribaltare a terra facendogli girare un po’ la testa.
Il bandicoot udì delle risate.
“Mi sono dimenticato di dirti anche che gli assistenti di quello scienziato, per farsi delle risate, attivano le scosse elettriche delle gabbie ogni volta che un animale si avvicina troppo al vetro”
Crash tossì un po’ appena si rialzò “Perché te ti dimentichi sempre di dirmi delle cose importanti?”
Passarono due mesi e la vita dei bandicoot si rese più sempre difficile.
Crash cominciava a sentirsi confuso.
“Cosa faccio?” pensò tra sé “Sono innamorato di Tawna, ma allo stesso tempo voglio tornare a casa, quanto dovrà ancora picchiarmi quella creatura? Cosa vuole quello scienziato da me?
Crash delirò a tal punto da gridare “SONO CONFUSO!” in tono così forte che tutti gli altri animali in gabbia lo sentirono.
“Primo effetto gabbia: riuscito” pensò Rex.
Il bandicoot impazzì: corse avanti e indietro nella gabbia, batté contro le pareti di vetro, decorazioni e i bandicoot presenti ad effetto Pinball.
“Secondo effetto gabbia: riuscito” pensò Rex dopo essere stato colpito.
Coco si stufò e tirò un pugno contro suo fratello in stile Mortal Kombat facendolo cadere a terra.
“Effetto gabbia: completato” pensò infine Rex.
Crash si rialzò “Ok ok” sospirò “sto bene”
“Crash vedrai che ti abituerai a questo posto e presto starai bene” assicurò Rex con il suo solito sarcasmo.
Crash reagì male a quella risposta “Dovrei stare bene qui!? Sto malissimo qua! Voglio andarmene via e subito!” gridò.
“Tu sei pazzo…”
“E TU SEI UN TOTALE IMBECILLE!”
A quella risposta Rex cambiò totalmente espressione da non sembrare più lui stesso. “COME TI PERMETTI?”
“MI PERMETTO ECCOME! MA TU HAI IDEA CHE COSA SIGNIFICHI ESSERE SEPARATI DA CHI TI VUOLE BENE!?” A quella risposta Rex si paralizzò, Crash aveva capito che forse aveva un po’ esagerato con il tono e credeva di averlo offeso in maniera barbara. “Ehm…scusa…io volevo solo…”
“No no, non preoccuparti…” Rex si ricordò del modo in cui aveva perso la sua famiglia, portato via da Cortex e aver preso il posto nuovo per una specie di orfanotrofio tanto da dimenticarsi il mondo esterno.
“Rex?” chiese Coco preoccupata vedendolo bloccato.
Rex si riprese di scatto “Dobbiamo andare via da qui” disse convinto.
“Finalmente!” esultò Tawna.
“Perfetto!” sorrise Coco.
“Questo è lo spirito giusto!” esclamò Crash.
“Scapperemo stanotte e Ginny verrà con noi per aiutarci!” pianificò Rex.
Crash però ci pensò un po’ su “Aspetta Rex, facciamo domani notte”
“Perché?” chiesero Rex, Tawna e Coco in coro.
“Stanotte devo parlare con qualcuno”
 

 

 


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Capitolo 8
*** Una promessa ***


Una promessa

La strana creatura, quella sera, stava tranquilla appoggiata ad un sasso, ma appena udì dei passi che si avvicinavano si mise subito in posizione di attacco e notò che era Crash.
Sono qui solo per parlare con te” provò a spiegare il bandicoot.
Ci fu un momento di silenzio e la creatura rispose con un “Va bene, però in privato”.
Crash era scioccato, non l’aveva mai sentita parlare in quei due mesi.
I due animaletti si nascosero dietro un cespuglio per poter discutere.
Allora, che vuoi dirmi?” chiese la creatura.
È da tempo che siamo vicini di gabbia quindi vorrei…insomma…in parole povere io e i miei compagni scapperemo da qui e vorrei sapere se tu, strano bandicoot, volessi…”
Volessi cosa? E io poi sono una bandifox!”
Cioè…volevo sapere se tu Bandifox volessi venire con noi via da qui”
La bandifox era sconvolta, nessuno le aveva chiesto di scappare.
Perché? Io…”
Secondo me tu vorresti andare via da qui…insomma ogni mattina sei malinconica…”
La bandifox sospirò “Io…sono nata tra l’incrocio di un bandicoot e una volpe…sono diversa da tutti…il punto è che…”
Tu provi solitudine perché nessuno è come te?”
Beh…infatti”
Con noi non sarai sola, anche io mi sono sentito solo” Bandifox cominciò a sorridere per ringraziare. “Allora, verrai con noi domani sera, Bandifox?”
La creatura non fece in tempo a rispondere che già erano arrivati degli scagnozzi con guanti elettrici per riportarli in gabbia.
Ti risponderò più tardi” concluse frettolosamente.
Appena entrarono in gabbia Crash provò a spiegare ai suoi amici dell’accordo, Bandifox era decisa a rispondere: si avvicinò alla gabbia e provò a picchiare sul vetro per attirare l’attenzione.
Uno dei due scagnozzi che stava vicino al generatore di scariche elettriche però notò quello che stava facendo, avvertì il suo collega e attivarono la scossa elettrica sul livello ‘mortale’. Bandifox subì il colpo in modo talmente violento che la fece svenire e fumare come un tacchino bruciato.
Crash si era accorto di ciò che le era successo.
Bandifox?” chiese per assicurarsi che fosse ancora viva, ma la creatura non rispondeva “BANDIFOX!? RISPONDIMI!”
I due scienziati stavano ridendo come matti nell’aver visto quella scena, ma non risero per molto quando Crash si scontrava di continuo sul vetro da formare una crepa.
Presto, attiva la scossa elettrica, altrimenti quello fugge!” diceva disperatamente uno degli scienziati.
Non funziona! Il bandicoot ha già danneggiato il vetro!” rispose sempre più disperato il collega tirando su e giù la leva.
Nonostante Coco e Rex dicessero furiosamente di smettere di scontarsi al vetro, Crash riuscì a spaccarlo, si arrampicò sui cavi appesi al muro e raggiunse gli scienziati passando sotto la ringhiera di metallo.
Ehm, calmati cucciolo bello… calmati” cercò di calmare uno degli scienziati, il bandicoot continuò comunque a ringhiare e saltò sulla sua faccia per poi aggredirlo.
L’altro scienziato era spaventato nel vedere l’animaletto riempire di graffi il suo collega, l’uomo però riuscì ad afferrare la creatura che voleva rovinargli la faccia e lo buttò sul macchinario proprio contro il pulsante che avrebbe aperto tutte le gabbie.
Si udì l’allarme, tutte le gabbie si aprirono e tutti gli animali fuggirono, anche Rex, tutto contento, corse via, ma venne fermato da Coco.
Fermo! Che fai? Non possiamo lasciare Crash qui!” supplicò.
Non preoccuparti, lui se la caverà” Rex scappò concludendo dicendo “Lui è un bandicoot forte!”
Coco voleva inseguirlo per fermarlo, ma dovette trovare un riparo perché stavano arrivando degli animali più grossi (tipo elefanti, leoni, giraffe, cavalli ecc.).
Uno degli scienziati cercò di avvertire con il suo Walkie-Talkie Cortex del disastro che stava succedendo con un tono così disperato che la reazione del capo fu infernale.
Cortex s’infuriò tanto che l’elastico che formava la sua coda alla Hippie rimbalzò via e i suoi occhiali fuxia alla anni ’80 si spaccarono facendogli poi urlare “COSA!? RAZZA DI IMBECILLI! NON STATE LÌ IMPALATI! FATE SUBITO QUALCOSA!” (ora il suo aspetto è davvero come il Cortex che conosciamo tutti).
Anche se gli scienziati avevano premuto il bottone per chiudere le porte che conducevano all’esterno del castello molti animali erano già fuggiti, quelli che restavano erano stati catturati (Coco compresa) e di Rex non se ne seppe più nulla.
Crash si diresse verso Bandifox ancora a terra da sembrare morta.
B-bandifox? Ti prego…dimmi che stai bene…” Al piccolo bandicoot veniva da piangere, non solo perché temeva di aver perso qualcuno che era quasi diventato il suo nuovo amico, ma anche perché quasi tutta la base di Cortex era vuota.
COCO!? REX!? TAWNA!? GINNY!? DOVE SIETE!?” gridò in lacrime udendo come risposta il suo stesso eco “VI PREGO! NON LASCIATEMI SOLO!”
Crash era così disperato nel cercare dove fossero finiti gli altri che non si accorse della presenza di Cortex che afferrò il bandicoot per la gola.
Tu ora sei in grossi guai!” ringhiò lo scienziato e portò via Crash che vide solo la figura di Bandifox farsi sempre più piccola.


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Capitolo 9
*** L'Evoluzione ***


L’evoluzione

COSA SAREBBE QUESTA STORIA!?” ringhiò Cortex contro i suoi due scagnozzi leggendo la lista sulle conseguenze dell’accaduto “Ci sono rimasti pochissimi animali per creare il mio esercito! Vi rendete conto della gravità? Se voi non foste stati così stupidi io adesso sarei già il re di questo pianeta e invece avete mandato tutto in fumo!”
Mi perdoni capo…” cercò di giustificarsi lo scagnozzo ridotto male per i graffi di Crash “La colpa però è sua!” disse indicando il suo collega.
Mia?! È tua!” rispose poi il collega.
BASTA!” gridò infine Cortex “Ora io andrò a controllare come sta il bandifox”
Cortex si diresse in infermeria lasciando i suoi due scagnozzi a tremare di paura vedendo Crash dentro una gabbia per gatti a ringhiare come un leoncino.
In infermeria Bandifox era appoggiata ad un letto circondata da marchingegni che la identificavano e mostravano al computer il suo stato di salute.
Allora come sta la creatura?” chiese Cortex al veterinario (ovviamente un altro scagnozzo).
Il bandifox è incredibilmente sopravvissuto alla scossa elettrica, purtroppo, secondo il computer, ha avuto un piccolo calo di memoria” rispose.
Un animale che sopravvive ad una scossa a livello mortale” pensò Cortex “Un bandicoot che è riuscito a spaccare il vetro e a provare a scappare liberando tutti gli altri animali, potrebbero essere dei guerrieri perfetti per il mio piano, sì! Già me li vedo così potenti e robusti” Lo scienziato cominciava a sentire il profumo della vittoria e della speranza per lui, era sicuro che il suo piano sarebbe andato meglio del previsto così ebbe il permesso di prendere Bandifox e condurla al laboratorio per farla evolvere.
Crash rimase triste in gabbia, pensava a Coco, a Rex, a Ginny, a Tawna e a Bandifox. Continuava a chiedersi che fine avessero fatto sperando che stessero bene. D’improvviso vide la gabbia aprirsi e due mani lo presero.
Più tardi il bandicoot si ritrovò legato ad una specie di lettino con sopra di lui una strana macchina con un cono puntato su di lui.
Bene” disse Cortex ad N-Brio “Direi che sia tutto pronto”
Bene Cortex” aggiunse N-Brio “Posso tirare la leva?”
No, aspetta” Cortex si avvicinò al bandicoot e gli mise un paio di jeans “Bene ora è tutto a posto, sai che siamo in fascia protetta”
N-Brio regolò la macchina e tirò la leva appena Cortex, indossando un paio di occhiali da sole e indicandolo con gli indici, disse “Attacca Bro” (Cit. Tacatà. Siamo seri, quella canzone è una schifezza, ma volevo ridere un po’).
Dal cono puntato davanti a Crash uscì un raggio verde che lo colpì, il bandicoot chiuse gli occhi per la paura e cominciò a sentirsi strano: sentiva dei formicolii, poi si sentì crescere le zampe e infine le corde che lo legavano si spezzarono.
Crash riaprì gli occhi e vide che il suo corpo non era più lo stesso: si guardò le zampe anteriori che erano diventate braccia e mani, osservò le zampe posteriori che erano diventate gambe e guardò il suo corpo che sembrava essere un misto tra l’animale e l’umano.
Perfetto” esclamò Cortex “Ora lui è antropomorfo! Peccato che non sia venuto come speravo”
È ovvio Cortex!” replicò N-Brio “Il bandicoot aveva 12 mesi, ora che lui è per metà umano ha 12 anni, quindi ora è solo un ragazzino!”
Crash, intanto, notò avvicinarsi una strana ragazza di 14 anni metà umana e metà bandicoot, bionda, occhi verdi ed era già vestita con pantaloncini blue jeans, maglietta cortissima fuxia e scarpe da tennis marrone.
Tawna” pensò il Crash tranquillizzandosi “allora non sei scappata”
Intanto un'altra ragazzina di 11 anni metà umana e metà bandifox dai capelli neri lunghissimi e occhi azzurro-grigio si stava avvicinando e guardò Crash con uno sguardo timido. Il bandicoot però non la notò.
All’improvviso Cortex azionò un’altra leva che fece alzare il letto in cui era sdraiato Crash per poi azionare una specie di cupola che era sopra di lui.
È ora di renderti più intelligente!” canticchiò lo scienziato.
Crash voleva scappare, ma era paralizzato, ma appena vide N-Brio portare via la ragazzina di 11 anni si agitò sempre di più perché l’aveva riconosciuta.
BANDIFOX! TAWNA!” gridò a squarcia gola Crash appena venne rinchiuso nella cupola.
Appena gli scienziati udirono il suo grido di richiamo comprendendo ciò che diceva erano convinti che l’esperimento avesse funzionato, ma non era così: Crash si era agitato troppo e questo aveva portato ad un sovraccarico che aveva fatto esplodere la macchina creando all’interno del laboratorio un fumo così denso che nessuno vedeva. Crash era caduto dal letto, cercava di rialzarsi, ma si sentiva delle scosse attorno a lui che gli stavano sempre più danneggiando la mente. Tawna corse da lui per aiutarlo a rialzarsi e scappare, ma appena si avvicinarono dalla finestra gli scagnozzi li avevano visti e li volevano catturare.
Tawna non aveva altra scelta che spingere Crash facendogli spaccare il vetro facendolo precipitare giù dal castello, lei non ebbe il tempo di fare un altro passo per provare a scappare che due scagnozzi l’avevano già bloccata.

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