Crash BandiCrazy-prima serie di GiulizTheBat (/viewuser.php?uid=140808)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** La nascita di un eroe ***
Capitolo 3: *** L'apparenza inganna ***
Capitolo 4: *** Come bracconieri ***
Capitolo 5: *** I problemi non vengono mai da soli ***
Capitolo 6: *** La notte tremenda ***
Capitolo 7: *** Il tempo passa ***
Capitolo 8: *** Una promessa ***
Capitolo 9: *** L'Evoluzione ***
Capitolo 1 *** Introduzione ***
INTRODUZIONE
Waby
è una penisola in cui accadono
fatti che neppure gli abitanti stessi riescono a spiegare, è
formato da paesi
insulari e inoltre è un territorio non ancora scoperto o
esplorato del mondo
poiché si trova in una zona ancora non identificata.
In
una di quelle isole presenti accadde un fatto che coinvolse quasi tutta
la
penisola: nella nazione di Rudge esiste una città
così elevata in intelligenza
e tecnologia tanto da avere una reputazione di privilegio in tutta Waby.
In
quella nazione governava Madame
Liumane, non era cattiva infatti creò un’accademia
di buone maniere per
bambini.
Purtroppo
la fama di quell’accademia
rese Madame Liumane molto nervosa tanto da trasformare la sua creazione
in una
scuola del male.
Accorsero
numerose famiglie sotto l’ordine impartito da quella donna
trasformando
i loro figli in perfetti geni del male. Da allora la nazione ebbe una
sinistra
reputazione.
Tra
quelle famiglie c’era la famiglia dei Cortex con figlioletti
che sembravano
cattivi sin da quando erano ancora nella pancia della loro mamma.
La
famiglia Cortex era formata dal padre
Natan, la madre Nadia, la figlia minore Natasha, il figlio di mezzo
Norman e il
figlio più grande Periwinkle.
Natasha
era una ragazza goth, Norman era un tipo a dir poco vivace e Periwinkle
era un genio del male:in altre parole, erano abbastanza cattivi che
secondo i loro
genitori non c’era tanto bisogno di mandarli
all’accademia del male.
Norman
però voleva a tutti i costi essere il figlio perfetto per la
famigliola,
ma per poter fare in modo che ciò accadesse doveva
sbarazzarsi di Periwinkle
perché era il più amato dai genitori per i suoi
piani malefici.
Un
giorno andò dai genitori e raccontò di aver visto
suo fratello aiutare uno
degli indigeni dell’isola Wumpa. I genitori si
scandalizzarono: prima non ci credettero,
ma, per colpa di una foto modificata, Norman poté dimostrare
il ‘reato’ di
Periwinkle.
Natan
e Nadia a quel punto decisero di spedire Periwinkle
all’accademia del
male. Una sera andarono da lui per riferirgli la notizia, ovviamente il
loro figlioletto
non la prese tanto bene.
“Cosa?
Ma io non ho mai aiutato un indigeno!” esclamò
Periwinkle.
“Come
osi parlare così di fronte a tua madre!?” rispose
Nadia in lacrime.
“Mi
hanno incastrato!” ripeté il piccolo.
“Non
trovare altre scuse, noi ti porteremo a
quell’accademia!” ringhiò Natan
“D’ora
in poi sarai chiamato Neo perché non sei stato un vero
Cortex!”
Periwinkle
(mi correggo, Neo) non sapeva rispondere, inoltre il suo nuovo nome
lo fece sentire stravolto.
Il
giorno dopo, finito di preparare le valigie, Neo si diresse verso lo
scuolabus che lo avrebbe condotto all’Accademia del Male
(ribattezzata poi
Accademia di Madame Amberly perché la vecchia direttrice era
ormai morta).
Il
maltempo regnava sovrano: c’era la nebbia e i temporali erano
all’ordine del
giorno.
“Addio
perdente” disse Norman per salutare la partenza di suo
fratello.
Neo
da allora capì che l’artefice di tutto questo era
suo fratello minore.
All’accademia
Neo conobbe Nitrus Brio e N-Gin che divennero i suoi migliori
amici.
Per
poter ricevere la laurea in quell’accademia Neo dovette prima
costruire una
macchina speciale con i suoi due amici.
Il
primo esperimento con quella macchina non andò esattamente a
buon fine
poiché perse i suoi due pappagallini preferiti, durante gli
anni provò sempre
più l’esperimento migliorando anche qualcosa alla
macchina arrivando pure a
sperimentare la fusione tra due specie diverse. Dopo aver ricevuto la
laurea
Neo si trasferì sull’isola Wumpa e, per avere
più spazio per la sua base,
sterminò molte tribù.
Neo
decise di provare a creare con la
sua macchina speciale una creatura abbastanza forte da poter uccidere
suo
fratello Norman. Purtroppo anche quell’esperimento
fallì miseramente: la
creatura che creò unendola anche con un robot
scappò via commettendo stragi
ancora più folli di quelli che lo scienziato aveva fatto
prima.
Nonostante
fosse
diventato uno scienziato malvagio, Neo era ancora escluso dalla
famiglia e
trattato come un fallito, impazzì sempre di più
quando scoprì che suo fratello
si era sposato e aveva avuto una figlia.
Un
giorno,
infatti, la moglie di Norman affidò a Neo la sua primogenita
Nina mentre i genitori
dovevano partire per un lungo viaggio di lavoro.
Cortex
cominciò
ad odiare questa idea tanto da tagliare le mani di sua nipote
sostituendole con
delle protesi di metallo robotiche e, qualche anno dopo,
mandò la bambina
all’accademia di Madame Amberly. La follia e il tormento
aveva ormai consumato
quello scienziato e non promettevano nessuna speranza agli ultimi
abitanti
sopravvissuti sull’isola Wumpa.
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Capitolo 2 *** La nascita di un eroe ***
La
nascita di un eroe
In
una zona dell’Australia c’era una famiglia di
bandicoot formata da: padre,
madre e due figli.
La
figlia più piccola si chiamava Coco, aveva un mese ed era
una piccola molto
cauta l’altro invece si chiamava Crash e aveva 2 mesi. Il suo
nome era stato
dato dal suo carattere troppo attivo e spensierato tanto che ogni volta
che si
cacciava nei guai a rimetterci le penne era sempre suo padre che
cercava di
aiutarlo.
Una
volta Crash era anche andato ad inseguire una farfalla fino al ramo di
un
albero che era sopra una gigantesca cascata. Quella farfalla
però era un robot
con telecamera incorporata che filmava tutto ciò che gli
animali facevano fino
a portare le informazioni ad uno scienziato di un posto sconosciuto.
“Allora”
chiese lo scienziato ai suoi scagnozzi “Come procedono le
ricerche?”
“Abbiamo
trovato questa famiglia di bandicoot” rispose uno mostrando i
filmati “Il
cucciolo di femmina è molto cauta mentre il maschietto
c’è da dire che è un
tipo molto attivo”
“Mmmm…si
direbbero delle specie interessanti…”
“Le
catturiamo dottore?”
“No,
dobbiamo aspettare finché uno di loro non avrà
l’età giusta per essere una
cavia per i nostri esperimenti, non c’è
fretta…”
Il
luogo in cui si trovava quello scienziato era pieno di gabbie di vetro
e ogni
gabbia rinchiudeva una specie di animale. Davanti a quelle gabbie
c’era un muro
e sopra quel muro c’era una ringhiera di metallo e dietro la
ringhiera c’erano
due scienziati che controllavano la situazione usando ogni tanto anche
uno
strano macchinario.
Tuttavia non vi posso raccontare ciò che
succederà poi perchè...ci vediamo dopo la
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Capitolo 3 *** L'apparenza inganna ***
L’apparenza
inganna
Crash
aveva 10 mesi e il suo carattere non era affatto cambiato.
Un
giorno lui era tranquillo a gustarsi qualche bacca da un cespuglio,
d’improvviso udì l’arrivo di qualcuno e
una voce rauca.
“Scusami
piccoletto” disse la voce rauca “Ma questa
è la mia area” Crash si voltò e si
accorse della presenza di un grosso dingo piuttosto affamato
“Sai che fine
fanno gli animaletti che hanno il coraggio di venire nella mia
area?”
Crash
gridò ‘AIUTO!’ così forte che
anche gli altri bandicoot lo sentirono nella
prateria giù dalla collina. Crash scese dalla collina
inseguito dal dingo e
tutti gli altri bandicoot, notando il predatore, scapparono via
cercando un
nascondiglio. Crash non fu molto fortunato:
s’incastrò sotto la radice di un
albero.
“Bene”
disse il dingo leccandosi i baffi “Ora non hai più
via di scampo”
Crash
cercò di liberarsi, il dingo stava già aprendo
bocca per divorarlo, ma quando
Crash riuscì a togliersi la radice di dosso gli
tirò un forte peto in faccia
che lo soffocò (forse era l’effetto delle bacche
che stava mangiando prima).
“*Coff*
*Coff* Maledetto!” tossì il dingo, poi
scappò come un lampo gridando “Ci
rivedremo!”
Tutti
i bandicoot (soprattutto il padre di Crash) rimasero sorpresi da una
scena
simile e anche divertente.
Quella
sera i giovani bandicoot andarono a trovare Crash proprio davanti a
quell’albero per parlare della disfatta del dingo.
“Esatto
ragazzi, io ho portato fin qui quel dingo per umiliarlo davanti a
tutti! Eh!
Eh! Penso che dopo questo imparerà le buone
maniere!”
Tutti
i bandicoot presenti lo esultarono: “Tu sei un
mito!” gridò uno “Fantastico!”
gridò una femmina e poi anche il più grande tra i
bandicoot Ed voleva dire la
sua, ma venne interrotto da un certo Eddy che gridò
“Oh, ma state zitti!
Credete davvero che le cose siano andate come dice lui?!”
“Ti
prego Eddy, calmati!” sussurrò un certo Edd.
“Le
puzzette non si possono prevedere! Che cosa credi Doppia D? Che tutto
il nostro
branco sia stupido come Ed?”
I
giovani bandicoot rimasero un po’ perplessi dopo quel
ragionamento fino a
convincersi: salutarono Crash lasciandolo solo con sua sorella (9 mesi)
in
segno di avvilimento.
“Ma
chi ti poteva credere in fondo?” aggiunse Coco a suo fratello
andandosene anche
lei.
Crash
ci rimase male finché non arrivò suo padre.
“Crash,
io so perché loro ti escludono…”
“Oh
per favore papà, non intrometterti!”
“Crash,
loro ti evitano perché a loro menti: tu dovresti essere
più sincero con gli
altri!”
“Ma
papà, è quello che faccio! Nonostante io mostro
ciò che io sono per avere amici
loro mi odiano lo stesso, per questo mento, ma
Eddy…”
Il
padre sospirò: “Ma chi lo dice che tutti ti
odiano?”
Crash
rimase di sasso a quella risposta poi seguì suo padre fino
alla loro tana per
andare a dormire.
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Capitolo 4 *** Come bracconieri ***
Come
bracconieri
Gli
scagnozzi rimasero piuttosto sorpresi nel vedere i filmati notando il
modo
astuto, o almeno secondo loro, del bandicoot di scappare dal dingo.
“Dottore,
ha visto?” chiese uno al loro capo.
“Certo
che ho visto”
“E
che pensa di fare?”
“Catturiamolo!”
Durante
la notte Crash e la sua famiglia erano nella loro tana sotto terra che
stavano
dormendo finché lui non sentì un colpo di vento
entrare. Crash si svegliò e
uscì dalla tana per andare a vedere cos’era stato.
Si sorprese nel vedere un
aereo (anche perché lui non ne aveva mai visto uno), si
avvicinò alla macchina
per curiosare finché non udì la voce di Coco che
lo stava chiamando.
“Crash,
che cosa stai facendo?” chiese lei.
“Coco,
vieni a vedere, è formidabile!” rispose lui
entusiasta.
Coco
osservò con attenzione l’aereo e capì
subito che era un oggetto che non avrebbe
portato nulla di buono.
“C-Crash,
penso che sia meglio andare via di qui…”
supplicò la sorella.
“Tks,
sei proprio una femminuccia…”
“CRASH!?”
“E
va bene, torniamo a dormire”
Ma
appena i due bandicoot si mossero si sentirono pungere sul sedere:
qualcuno
aveva lanciato contro di loro degli aghi soporiferi che li fece cadere
a terra
in pochi secondi.
Erano
gli scagnozzi di quello scienziato che catturarono i due bandicoot e li
portò
dentro l’aereo.
“Due
al prezzo di uno” aggiunse fiero il comandante
dell’aereo “Ottimo lavoro!”
Nella
tana intanto i genitori di Crash e Coco si accorsero della loro
scomparsa e
uscirono per andare a cercarli, ma era troppo tardi: l’aereo
era già decollato
e aveva portato via i due cuccioli.
“T-tesoro?
D-dove sono i nostri piccoli?” chiese la madre.
Il
padre abbassò la testa “Li hanno portati
via…non li troveremo mai
più…”
Nell’aereo,
intanto, gli scagnozzi annunciarono della cattura al loro capo:
“Dr. Cortex, li
abbiamo catturati!”
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Capitolo 5 *** I problemi non vengono mai da soli ***
I
problemi non vengono mai da soli
Qualche
ora più tardi l’aereo atterrò davanti
ad uno strano castello per scaricare le
prede appena catturate.
Crash
si risvegliò in una strana stanza cubica e verde
ritrovandosi davanti una
macchinetta bizzarra che lo stava analizzando. Fuori c’erano
due scienziati che
controllavano il marchingegno e videro i risultati
dell’analizzatore: “Specie:
bandicoot Sesso: maschile età: 10 mesi”. Uno
scienziato schiacciò un bottone
per il test di forza e Crash si ritrovò davanti a lui un
enorme cannone
multi-mitra che cominciò a sparare a raffica.
Crash
cercò una via d’uscita agitato e cercò
un punto dove poter scavare, ma senza
successo.
Gli
scienziati fermarono la macchina e il loro capo fissò
indignato il bandicoot:
“Questo è un patetico fallito: buttiamolo nelle
gabbie di vetro!”
Quello
scienziato che parlò aveva i capelli neri uniti con una coda
alla Hippy, barba
dello stesso colore, pelle gialla, una ‘N’ sulla
fronte e indossava una specie
di occhiali rosa rotondi alla anni ’80 (vi
sembrerà strano che sia proprio
lui).
Il
povero bandicoot venne buttato dentro la gabbia con una forza tale da
schiacciarlo.
“Crash?
Sei tu?” chiese Coco appena lo vide.
Crash
corse per salutarla, ma rimase di sasso quando la sentì
gridare furibonda “PER
COLPA TUA CI SIAMO CACCIATI IN QUESTO GUAIO! IO TI AVEVO DETTO CHE NON
SAREBBE
STATA UNA BUONA IDEA RESTARE A FISSARE QUELLO STRANO COSO, MA TU HAI
DETTO ‘NO’
E IO TI HO SEGUITO DA CRETINA!...”
D’improvviso
udirono una voce.
“Dai,
non è poi così brutto questo posto”
Crash e Coco si voltarono e notarono un
bandicoot più grande di loro con una cresta di pelo color
nocciola “Salve, mi
chiamo Rex”
“Ehm…ciao,
sai dirci dove siamo?” chiese insicura Coco.
“Vi
trovate nel cuore del grande laboratorio del quartier generale del Dr.
Neo
Cortex!”
Crash
e Coco si guardarono intorno e videro delle gabbie di vetro accanto e
dietro di
loro: la loro gabbia si trovava davanti al gigantesco muro.
Improvvisamente,
due scienziati buttarono una ciotola di strana roba nella loro gabbia.
Coco
annusò quella roba e sentì solo un odore
così rivoltante da avere le sensazioni
di vomito.
“Questo
è solo quello che ci servono sempre come mangiare”
aggiunse una dolce bandicoot
che si era nascosta dietro una decorazione di foglie per timidezza.
Crash
si innamorò di lei dal primo sguardo
“S-salve…c-chi sei?”
“Oh,
non mi sono presentata, che scortese: mi chiamo Tawna”
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Capitolo 6 *** La notte tremenda ***
La notte tremenda
Crash udì uno strano suono, una specie di allarme e le
gabbie si aprirono.
"Che succede? Ci liberano finalmente?"
chiese Coco.
D'improvviso arrivarono due scagnozzi con in mano
dei
bastoni biforcuti che emettevano elettricità.
"Prendilo come un no" aggiunse Crash
guardando le due figure che gli si avvicinavano.
"È l'ora dell'aria aperta" aggiunse Rex.
"Aria aperta?"
Tutti gli animali vennero costretti ad uscire e
portati in un giardino gigantesco su una terrazza enorme.
Crash e Coco rimasero sorpresi nel vedere un luogo
simile.
"Ogni sera ci portano qua fuori, non so il
perché,
però almeno riusciamo a respirare aria pura" disse Rex.
D’improvviso arrivò un
procione femmina che con tutta
la sua euforia salutò.
“CIAO RAGAZZI!”
Crash e Coco la guardarono in modo strano.
“Lei è Ginny”
spiegò Rex “Era un animale domestico per
la nipote di Cortex, poi è stata portata qui e alla nipote
le sono state
tagliate le mani”
Crash rimase scioccato da quella storia tanto da
allontanarsi per raggiungere Tawna che stava tranquilla su una
collinetta
artificiale.
“Ecco Ginny, lo hai
spaventato” disse Rex alla
prociona.
“Io? Ma sei tu che racconti a tutti la
mia storia!” rispose
lei.
Crash intanto corse verso Tawna, pazzo
d’amore, ma si
scontrò contro una strana piccola creatura.
Quando Crash di rialzò dallo scontro
osservò la
creatura, non capiva che cosa fosse: sembrava un cucciolo di volpe ma
era
troppo piccolo per essere di quella specie, aveva la criniera nera
quasi come
la pecie, pelo arancione e occhi azzurro-grigio.
La creatura ringhiò contro Crash.
“Ehm, scusa” si
terrorizzò il bandicoot “non ti avevo
visto…nessun rancore?”
La creatura si scagliò contro Crash
tirandogli un
pugno con la sua zampa (di rancore ne aveva eccome).
Intanto sempre nell’isola Wumpa, in una
capanna entrò
una maschera magica per parlare con il potente Aku Aku,
nonché il grande
saggio.
“Aku Aku, Cortex ha rapito altri due
animali”
“Che tipo di animali?”
“Due bandicoot”
Aku pensò a cosa poter fare.
“Dirigiamoci verso la base di quello
scienziato e
guardiamo che cosa succede”
Aku e altre due maschere magiche si diressero
verso la
base di Cortex e videro sulla grande terrazza-giardino lo scontro tra
Crash e
la strana creatura.
L’animaletto percuoteva il bandicoot
senza tregua.
“Ti prego basta!”
supplicò Crash caduto su un
cespuglio “Mi dispiace, basta però!”
La creatura non aveva alcun intenzione di fermarsi
finché non intervenne Rex che le morse la coda facendola
scappare via.
“Tutto bene Crash?” chiese Rex.
“Più o
meno…” rispose tirandosi su.
“Mi ero dimenticato di dirti che qui
regna la legge
del più forte, non potrai mai essere difeso qui”
Crash provò a consolarsi.
“Per questo lui mi ha attaccato? Voleva
mostrarsi
superiore a tutti?”
“A dir la verità è
una ‘lei’, nessuno la conosce
perfettamente, nemmeno io. Sappiamo solo che quella creatura
è qui da molto
tempo, non ha un nome e non sappiamo che specie è”
Intanto al laboratorio di Cortex tutti rimasero
sconcertati nel vedere un animaletto così gracile.
“In tutta la mia vita non ho mai visto
un animale così
debole da farsi mettere KO da un esemplare femmina che ha anche un mese
in meno
di lui!” si deluse Cortex.
“Che facciamo capo?”
“L’ora dell’aria
aperta è finita, riportateli nelle
gabbie!”
Gli scagnozzi uscirono con in mano i bastoni
elettrici
biforcuti per costringere gli animali a tornare nelle gabbie.
Le tre maschere magiche erano scandalizzate nel
vedere
la brutalità che Cortex stava adoperando nei confronti di
quelle povere
bestiole.
Da quando il villaggio venne distrutto da quello
scienziato, Aku non faceva altro che cercare di spiare
la base. Purtroppo non aveva il coraggio di
attaccare o fare qualcos’altro; ricordava benissimo quella
tragedia in cui aveva
perso il suo padrone, la base di Cortex si trovava proprio sulle rovine
della
sua civiltà.
“Aku che facciamo?” chiese una
maschera magica.
Aku era ancora terrorizzato da
quell’evento “Torniamo
indietro”
“Ma…”
“Fate come vi dico!”
Intanto tra le gabbie tutti gli animaletti stavano
dormendo eccetto Crash che stava piangendo.
“Papà…”
pensò malinconico tra sé
“…dove sei?”
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Capitolo 7 *** Il tempo passa ***
Il
tempo passa
Il
mattino seguente Crash si risvegliò
ricordandosi a malapena che non si trovava più nel suo
territorio. Si sentiva
peggio solo a sapere che era a kilometri di distanza lontano dai suoi
genitori,
almeno lo rassicurava sapere che sua sorella era con lui.
Appena
però vide la strana creatura
accanto alla sua gabbia cominciò a sentirsi ancora
più insicuro. Si rassicurò
solo quando si accorse che anche lei era dentro una gabbia.
Ma
la cosa che gli diede più
attenzione era il suo sguardo: a differenza dell’altra sera
era triste e non
furioso.
La
creatura se ne stava ferma a
guardare in basso con uno sguardo da innocente e malinconico.
“Crash?
Che fai?” chiese Rex appena vide
Crash fissare l’altra gabbia.
“È
quella creatura: lei sembra…triste”
rispose il piccolo bandicoot.
“È
così tutte le mattine”
Crash
però voleva parlare con quella
creatura, provava pena nel vederla così, pensava che anche
lei stesse provando
nostalgia per i suoi familiari.
“Vorrei
provare a parlare con lei”
aggiunse infine.
“Ehm…non
te lo consiglio…” cercò di
dire Rex, ma Crash si avvicinò lo stesso e, appena
toccò il vetro della gabbia,
si beccò una scossa elettrica così forte da farlo
ribaltare a terra facendogli
girare un po’ la testa.
Il
bandicoot udì delle risate.
“Mi
sono dimenticato di dirti anche
che gli assistenti di quello scienziato, per farsi delle risate,
attivano le
scosse elettriche delle gabbie ogni volta che un animale si avvicina
troppo al
vetro”
Crash
tossì un po’ appena si rialzò
“Perché te ti dimentichi sempre di dirmi delle
cose importanti?”
Passarono
due mesi e la vita dei
bandicoot si rese più sempre difficile.
Crash
cominciava a sentirsi confuso.
“Cosa
faccio?” pensò tra sé “Sono
innamorato
di Tawna, ma allo stesso tempo voglio tornare a casa, quanto
dovrà ancora
picchiarmi quella creatura? Cosa vuole quello scienziato da me?
Crash
delirò a tal punto da gridare
“SONO CONFUSO!” in tono così forte che
tutti gli altri animali in gabbia lo
sentirono.
“Primo
effetto gabbia: riuscito” pensò
Rex.
Il
bandicoot impazzì: corse avanti e
indietro nella gabbia, batté contro le pareti di vetro,
decorazioni e i
bandicoot presenti ad effetto Pinball.
“Secondo
effetto gabbia: riuscito”
pensò Rex dopo essere stato colpito.
Coco
si stufò e tirò un pugno contro
suo fratello in stile Mortal Kombat facendolo cadere a terra.
“Effetto
gabbia: completato” pensò
infine Rex.
Crash
si rialzò “Ok ok” sospirò
“sto
bene”
“Crash
vedrai che ti abituerai a
questo posto e presto starai bene” assicurò Rex
con il suo solito sarcasmo.
Crash
reagì male a quella risposta
“Dovrei stare bene qui!? Sto malissimo qua! Voglio andarmene
via e subito!”
gridò.
“Tu
sei pazzo…”
“E
TU SEI UN TOTALE IMBECILLE!”
A
quella risposta Rex cambiò
totalmente espressione da non sembrare più lui stesso.
“COME TI PERMETTI?”
“MI
PERMETTO ECCOME! MA TU HAI IDEA
CHE COSA SIGNIFICHI ESSERE SEPARATI DA CHI TI VUOLE BENE!?” A
quella risposta
Rex si paralizzò, Crash aveva capito che forse aveva un
po’ esagerato con il
tono e credeva di averlo offeso in maniera barbara.
“Ehm…scusa…io volevo
solo…”
“No
no, non preoccuparti…” Rex si
ricordò del modo in cui aveva perso la sua famiglia, portato
via da Cortex e
aver preso il posto nuovo per una specie di orfanotrofio tanto da
dimenticarsi
il mondo esterno.
“Rex?”
chiese Coco preoccupata
vedendolo bloccato.
Rex
si riprese di scatto “Dobbiamo
andare via da qui” disse convinto.
“Finalmente!”
esultò Tawna.
“Perfetto!”
sorrise Coco.
“Questo
è lo spirito giusto!” esclamò
Crash.
“Scapperemo
stanotte e Ginny verrà con
noi per aiutarci!” pianificò Rex.
Crash
però ci pensò un po’ su
“Aspetta
Rex, facciamo domani notte”
“Perché?”
chiesero Rex, Tawna e Coco
in coro.
“Stanotte
devo parlare con qualcuno”
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Capitolo 8 *** Una promessa ***
Una
promessa
La
strana creatura, quella sera, stava tranquilla appoggiata ad un
sasso, ma appena udì dei passi che si avvicinavano si mise
subito in
posizione di attacco e notò che era Crash.
“Sono
qui solo per parlare con te” provò a spiegare il
bandicoot.
Ci
fu un momento di silenzio e la creatura rispose con un “Va
bene,
però in privato”.
Crash
era scioccato, non l’aveva mai sentita parlare in quei due
mesi.
I
due animaletti si nascosero dietro un cespuglio per poter discutere.
“Allora,
che vuoi dirmi?” chiese la creatura.
“È
da tempo che siamo vicini di gabbia quindi
vorrei…insomma…in
parole povere io e i miei compagni scapperemo da qui e vorrei sapere
se tu, strano bandicoot, volessi…”
“Volessi
cosa? E io poi sono una bandifox!”
“Cioè…volevo
sapere se tu Bandifox volessi venire con noi via da qui”
La
bandifox era sconvolta, nessuno le aveva chiesto di scappare.
“Perché?
Io…”
“Secondo
me tu vorresti andare via da qui…insomma ogni mattina sei
malinconica…”
La
bandifox sospirò “Io…sono nata tra
l’incrocio di un bandicoot
e una volpe…sono diversa da tutti…il punto
è che…”
“Tu
provi solitudine perché nessuno è come
te?”
“Beh…infatti”
“Con
noi non sarai sola, anche io mi sono sentito solo” Bandifox
cominciò a sorridere per ringraziare. “Allora,
verrai con noi
domani sera, Bandifox?”
La
creatura non fece in tempo a rispondere che già erano
arrivati degli
scagnozzi con guanti elettrici per riportarli in gabbia.
“Ti
risponderò più tardi” concluse
frettolosamente.
Appena
entrarono in gabbia Crash provò a spiegare ai suoi amici
dell’accordo, Bandifox era decisa a rispondere: si
avvicinò alla
gabbia e provò a picchiare sul vetro per attirare
l’attenzione.
Uno
dei due scagnozzi che stava vicino al generatore di scariche
elettriche però notò quello che stava facendo,
avvertì il suo
collega e attivarono la scossa elettrica sul livello
‘mortale’.
Bandifox subì il colpo in modo talmente violento che la fece
svenire
e fumare come un tacchino bruciato.
Crash
si era accorto di ciò che le era successo.
“Bandifox?”
chiese per assicurarsi che fosse ancora viva, ma la creatura non
rispondeva “BANDIFOX!? RISPONDIMI!”
I
due scienziati stavano ridendo come matti nell’aver visto
quella
scena, ma non risero per molto quando Crash si scontrava di continuo
sul vetro da formare una crepa.
“Presto,
attiva la scossa elettrica, altrimenti quello fugge!” diceva
disperatamente uno degli scienziati.
“Non
funziona! Il bandicoot ha già danneggiato il
vetro!” rispose
sempre più disperato il collega tirando su e giù
la leva.
Nonostante
Coco e Rex dicessero furiosamente di smettere di scontarsi al vetro,
Crash riuscì a spaccarlo, si arrampicò sui cavi
appesi al muro e
raggiunse gli scienziati passando sotto la ringhiera di metallo.
“Ehm,
calmati cucciolo bello… calmati” cercò
di calmare uno degli
scienziati, il bandicoot continuò comunque a ringhiare e
saltò
sulla sua faccia per poi aggredirlo.
L’altro
scienziato era spaventato nel vedere l’animaletto riempire di
graffi il suo collega, l’uomo però
riuscì ad afferrare la
creatura che voleva rovinargli la faccia e lo buttò sul
macchinario
proprio contro il pulsante che avrebbe aperto tutte le gabbie.
Si
udì l’allarme, tutte le gabbie si aprirono e tutti
gli animali
fuggirono, anche Rex, tutto contento, corse via, ma venne fermato da
Coco.
“Fermo!
Che fai? Non possiamo lasciare Crash qui!”
supplicò.
“Non
preoccuparti, lui se la caverà” Rex
scappò concludendo dicendo
“Lui è un bandicoot forte!”
Coco
voleva inseguirlo per fermarlo, ma dovette trovare un riparo
perché
stavano arrivando degli animali più grossi (tipo elefanti,
leoni,
giraffe, cavalli ecc.).
Uno
degli scienziati cercò di avvertire con il suo Walkie-Talkie
Cortex
del disastro che stava succedendo con un tono così disperato
che la
reazione del capo fu infernale.
Cortex
s’infuriò tanto che l’elastico che
formava la sua coda alla
Hippie rimbalzò via e i suoi occhiali fuxia alla anni
’80 si
spaccarono facendogli poi urlare “COSA!? RAZZA DI IMBECILLI!
NON
STATE LÌ IMPALATI! FATE SUBITO QUALCOSA!” (ora il
suo aspetto è
davvero come il Cortex che conosciamo tutti).
Anche
se gli scienziati avevano premuto il bottone per chiudere le porte
che conducevano all’esterno del castello molti animali erano
già
fuggiti, quelli che restavano erano stati catturati (Coco compresa) e
di Rex non se ne seppe più nulla.
Crash
si diresse verso Bandifox ancora a terra da sembrare morta.
“B-bandifox?
Ti prego…dimmi che stai bene…” Al
piccolo bandicoot veniva da
piangere, non solo perché temeva di aver perso qualcuno che
era
quasi diventato il suo nuovo amico, ma anche perché quasi
tutta la
base di Cortex era vuota.
“COCO!?
REX!? TAWNA!? GINNY!? DOVE SIETE!?” gridò in
lacrime udendo come
risposta il suo stesso eco “VI PREGO! NON LASCIATEMI
SOLO!”
Crash
era così disperato nel cercare dove fossero finiti gli altri
che non
si accorse della presenza di Cortex che afferrò il bandicoot
per la
gola.
“Tu
ora sei in grossi guai!” ringhiò lo scienziato e
portò via Crash
che vide solo la figura di Bandifox farsi sempre più piccola.
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Capitolo 9 *** L'Evoluzione ***
L’evoluzione
“COSA
SAREBBE QUESTA STORIA!?” ringhiò Cortex contro i
suoi due
scagnozzi leggendo la lista sulle conseguenze dell’accaduto
“Ci
sono rimasti pochissimi animali per creare il mio esercito! Vi
rendete conto della gravità? Se voi non foste stati
così stupidi io
adesso sarei già il re di questo pianeta e invece avete
mandato
tutto in fumo!”
“Mi
perdoni capo…” cercò di giustificarsi
lo scagnozzo ridotto male
per i graffi di Crash “La colpa però è
sua!” disse indicando il
suo collega.
“Mia?!
È tua!” rispose poi il collega.
“BASTA!”
gridò infine Cortex “Ora io andrò a
controllare come sta il
bandifox”
Cortex
si diresse in infermeria lasciando i suoi due scagnozzi a tremare di
paura vedendo Crash dentro una gabbia per gatti a ringhiare come un
leoncino.
In
infermeria Bandifox era appoggiata ad un letto circondata da
marchingegni che la identificavano e mostravano al computer il suo
stato di salute.
“Allora
come sta la creatura?” chiese Cortex al veterinario
(ovviamente un
altro scagnozzo).
“Il
bandifox è incredibilmente sopravvissuto alla scossa
elettrica,
purtroppo, secondo il computer, ha avuto un piccolo calo di
memoria”
rispose.
“Un
animale che sopravvive ad una scossa a livello mortale”
pensò
Cortex “Un bandicoot che è riuscito a spaccare il
vetro e a
provare a scappare liberando tutti gli altri animali, potrebbero
essere dei guerrieri perfetti per il mio piano, sì!
Già me li vedo
così potenti e robusti” Lo scienziato cominciava a
sentire il
profumo della vittoria e della speranza per lui, era sicuro che il
suo piano sarebbe andato meglio del previsto così ebbe il
permesso
di prendere Bandifox e condurla al laboratorio per farla evolvere.
Crash
rimase triste in gabbia, pensava a Coco, a Rex, a Ginny, a Tawna e a
Bandifox. Continuava a chiedersi che fine avessero fatto sperando che
stessero bene. D’improvviso vide la gabbia aprirsi e due mani
lo
presero.
Più
tardi il bandicoot si ritrovò legato ad una specie di
lettino con
sopra di lui una strana macchina con un cono puntato su di lui.
“Bene”
disse Cortex ad N-Brio “Direi che sia tutto pronto”
“Bene
Cortex” aggiunse N-Brio “Posso tirare la
leva?”
“No,
aspetta” Cortex si avvicinò al bandicoot e gli
mise un paio di
jeans “Bene ora è tutto a posto, sai che siamo in
fascia protetta”
N-Brio
regolò la macchina e tirò la leva appena Cortex,
indossando un paio
di occhiali da sole e indicandolo con gli indici, disse
“Attacca
Bro” (Cit. Tacatà. Siamo seri, quella canzone
è una schifezza, ma
volevo ridere un po’).
Dal
cono puntato davanti a Crash uscì un raggio verde che lo
colpì, il
bandicoot chiuse gli occhi per la paura e cominciò a
sentirsi
strano: sentiva dei formicolii, poi si sentì crescere le
zampe e
infine le corde che lo legavano si spezzarono.
Crash
riaprì gli occhi e vide che il suo corpo non era
più lo stesso: si
guardò le zampe anteriori che erano diventate braccia e
mani,
osservò le zampe posteriori che erano diventate gambe e
guardò il
suo corpo che sembrava essere un misto tra l’animale e
l’umano.
“Perfetto”
esclamò Cortex “Ora lui è antropomorfo!
Peccato che non sia
venuto come speravo”
“È
ovvio Cortex!” replicò N-Brio “Il
bandicoot aveva 12 mesi, ora
che lui è per metà umano ha 12 anni, quindi ora
è solo un
ragazzino!”
Crash,
intanto, notò avvicinarsi una strana ragazza di 14 anni
metà umana
e metà bandicoot, bionda, occhi verdi ed era già
vestita con
pantaloncini blue jeans, maglietta cortissima fuxia e scarpe da
tennis marrone.
“Tawna”
pensò il Crash tranquillizzandosi “allora non sei
scappata”
Intanto
un'altra ragazzina di 11 anni metà umana e metà
bandifox dai
capelli neri lunghissimi e occhi azzurro-grigio si stava avvicinando
e guardò Crash con uno sguardo timido. Il bandicoot
però non la
notò.
All’improvviso
Cortex azionò un’altra leva che fece alzare il
letto in cui era
sdraiato Crash per poi azionare una specie di cupola che era sopra di
lui.
“È
ora di renderti più intelligente!”
canticchiò lo scienziato.
Crash
voleva scappare, ma era paralizzato, ma appena vide N-Brio portare
via la ragazzina di 11 anni si agitò sempre di
più perché l’aveva
riconosciuta.
“BANDIFOX!
TAWNA!” gridò a squarcia gola Crash appena venne
rinchiuso nella
cupola.
Appena
gli scienziati udirono il suo grido di richiamo comprendendo
ciò che
diceva erano convinti che l’esperimento avesse funzionato, ma
non
era così: Crash si era agitato troppo e questo aveva portato
ad un
sovraccarico che aveva fatto esplodere la macchina creando
all’interno del laboratorio un fumo così denso che
nessuno vedeva.
Crash era caduto dal letto, cercava di rialzarsi, ma si sentiva delle
scosse attorno a lui che gli stavano sempre più danneggiando
la
mente. Tawna corse da lui per aiutarlo a rialzarsi e scappare, ma
appena si avvicinarono dalla finestra gli scagnozzi li avevano visti
e li volevano catturare.
Tawna
non aveva altra scelta che spingere Crash facendogli spaccare il
vetro facendolo precipitare giù dal castello, lei non ebbe
il tempo
di fare un altro passo per provare a scappare che due scagnozzi
l’avevano già bloccata.
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