Amaranth

di snoopy 15
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 capitolo ***
Capitolo 2: *** 2 capitolo ***



Capitolo 1
*** 1 capitolo ***


1 cap

Raccogli una piuma ogni volta che la vedi, perché è scesa dal cielo, la meta a cui si deve anelare.

                                                                                                            Sergio Bambaren



Odorai l'aria per percepire la più flebile scia di odore emanato da qualche animale.
Arricciai il naso, ,l'avevo trovata.
Mi trasformai. Alla pelle candida si sostituirono piume blu notte ,alle braccia e alle gambe zampe con artigli affilati.
Agli occhi verdi , due rubini.
Inclinai le zampe postriori all' indietro , per aver maggior slancio. Aprii le due lunghe ali sulla schiena. Il vento diaccio mi penetrava nelle piume, sollevandole delicatamente. Non percepivo il freddo.
Graffiai il terreno, sentendolo sotto gli artigli acuminati. Spalancai gli occhi. Saltai dalla rupe: la caccia  era iniziata.
Atterrai sulla neve candida lasciando flebili orme con gli artigli.
Volai. La mia preda era pochi chilometri lontano da me.
Più correvo veloce , più l'odore dolce del sangue dell'animale si infiltrava nelle mie narici. Spalancai gli occhi. Solo pochi metri mi separavano dalla mia preda. Mi fermai  e mi nascosi dietro a un ampio dirupo.
Dava davanti ad una sorgente ghiacciata. Silenziosamente un leone si stava abbeverando alla sorgente.
"La cena è servita" pensai.
Scrutai la mia preda. Riuscivo a percepire il respiro ritmico, il battito accellerato del cuore, i muscoli che si contaevano ma sopprattutto il lento scorrerre del sangue nelle vene. Un suono dolce come la morte stessa.
Mi spostai lentamente dal dirupo alla sommita creando un leggero spostamento d'aria con le ali.
Il leone drizzò le orecchie, contrò i muscoli delle zampe. Si guardò intorno e si allontanò dalla sorgente ghiacciata. Lentamente lo seguì da dietro con lo sguardo. Il leone si girò :avava sentito la mia presenza.
Spalancò le fauci saltandomi addosso. Cadde a terra morto in un ampia pozza di sangue cremisi. Con un gesto rapido lo avevo ucciso strappandoli il cuore dal petto.
La morte per quanto fu rapida non lo lasciò nemmeno emettere l'ultimo respiro.
Sentivo il cuore ancora pulsare di vita nel palmo della mia zampa destra.
Tre battiti , quattro battiti. Si fermò.
Mangiai il cuore con ingordigia. Sentivo il sangue caldo scendermi giù per la gola.
Con estasi mi avvicinai alla carcassa e la divorai. Del leone rimasero solo le osse nivee.
La neve si sporcò di rosso. Sazio, ma sepovo che la sensazione di sazietà sarebbe sparita dopo un paio di ore.
Da giorni non mi nutrivo. Racquistai la ragione . Rimasi scandalizzato da come avevo brutalmente dilaniato l'animale.
Mi trasformai nella mia forma reale: umana.
Il sangue del animale bruciava da sotto la pelle. Mi accasciai a terra. I sensi di colpa presero il sopravvento:
Questa è la mia maledizione :uccidere e soffrire.

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Capitolo 2
*** 2 capitolo ***


2 cap
Mi svegliai ,ero svenuto. 
Sotto le dita riuscivo a percepire i freddi fiocchi di neve. Osservai il paesaggio invernale. Tutto taceva. Mi alzai dalla distesa bianca di neve. I capelli appicciciati al collo erano imbrattati di sangue dell'animale. Mi guardai le mani, erano sporche anche come il viso e il resto del corpo. 
Mi avvicinai alla sorgente ghiacciata. Con un pugno ben assestato spaccai la lastra di ghiaccio partendo da una scalfitura.
Si ruppe silenziosamente.Toccai l'acqua con le dita della mano. Era ghiacciata. Tolsi la camicia bianca sporca di sangue. La lanciai lontano.
Mi avvicinai ed entrai nella sorgente scavalcando il cumolo di neve. Scesi nella pozza d'acqua delimitata dal ghiaccio. 
Immersi le gambe e poi il busto nudo
.L'acqua si colorò di rosso allargandosi velocemente. Continuai a camminare fino a quando non mi mancò il fondale da sotto i piedi. L'acqua bagnava i miei capelli rossi ,sollevandoli come un aureola. Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dalla corrente torrenziale.
Affondai fino a toccare il fondo: mi sentivo pulito ,nuovo. Nuotai fino a raggiugere altra sponda della sorgente.
 Risalì fino a rompere con la testa il ghiaccio più sottile vicino alla riva.
 Uscì. Mi strizzai i lunghi capelli rossi aggrovigliati.Mi girai verso la sorgente. Il sole iniziò a sorgere. I raggi irradiarono tutta la foresta.
 Nel ghiaccio si intravedeva un bagliore d'orato. Mi avvicinai. Lentamente saliì sulla lastra di ghiaccio. Cigolò sottoil mio peso. Seguì il bagliore fino al centro della sorgente. Sotto il ghiaccio intravidi una figura scura. Sembrava un volto umano.
Affondai la mano e la afferrai. Pesava ma non più di tanto. Dal ghiaccio uscì un essere umano:una donna. Aveva più o meno ventanni, i capelli neri.Alta ed esile.
 La cute bianca e livida per il freddo. Aveva gli occhi chiusi. Al collo portava  un medaglione d'orato con un complicato disegno su ambe le faccie. La appoiai su una roccia ricoperta di muschio lontano dall'acqua. I capelli bagnarono la roccia colorandola di nero.
 La guardai da lontano, con una certa riluttanza. La somiglianza era impressionante.
L'avevo già incontrata prima d'ora, l'avevo vista morire.
"Dove essere solo uno scherzo del destino." pensai.
Contrai la mascella. "Selene!"

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