Vancouver

di Nano
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vancouver ***
Capitolo 2: *** London ***
Capitolo 3: *** Paris ***



Capitolo 1
*** Vancouver ***



Vancouver

Lea aprì lentamente gli occhi e guardò Cory, che era seduto accanto a lei sull'aereo per Los Angeles. Si fissarono per alcuni minuti, poi finalmente Cory alzò il braccio ed accarezzò il viso della meravigliosa ragazza al suo fianco con un movimento lento.

"Sono contenta di essere stata a Vancouver." Disse Lea con un dolce sorriso sulle labbra.Cory fece scorrere le dita lungo la sua guancia, fino ad arrivare alle sue labbra, che Lea socchiuse leggermente respirando contro le sue dita.

"Sono contento che tu sia venuta a Vancouver."

Lea gli prese la mano tra le sue e giocò con le sue dita senza guardarlo negli occhi.

"E' quello che volevo" Disse semplicemente, ripensando a tutti i bei momento che avevano passato quel weekend, dalla cena di sabato sera, alla notte straordinaria che avevano passato ridendo e dimostrandosi quanto fossero sicuri dei loro sentimenti, alla domenica mattina passata a parlare, al pranzo che Cory le aveva servito sotto le coperte, finito in ben altro, fino al pomeriggio passato con la famiglia di Cory. La perfezione di quel weekend riempì la mente di Lea, che chiuse per un attimo gli occhi e sospirò deliziata. 

"Mi dispiace per il .. ehm .. sai .. gli Oscar .. So quanto ci tenessi ad andarci .."

Lea alzò la testa e lo guardò nei suoi occhi scuri. Sembrava così terribilmente dispiaciuto e  l'unica cosa che voleva fare era abbracciarlo, affinchè capisse ciò che provava realmente. Slacciò la cintura di sicurezza e avvolse le sue piccole braccia intorno al suo collo, mordendogli un lobo. 

Cory si guardò intorno preoccupato e vide che l'aereo era pieno di pensionati Canadesi pronti a un pò di vacanza e giovani uomini d'affari, nessuno dei quali sembrava prestare attenzione a loro.Quindi le prese il mento tra le dita e le sollevò la testa, fissandola nei bellissimi occhi scuri prima di baciare dolcemente le sue labbra. Lea ricambiò il bacio per un attimo, prima di separarsi dalle sue labbra e sistemarsi nuovamente sul sedile, tenendo una delle grandi mani di Cory tra le sue.

"Non avrei voluto essere da nessun'altra parte, se non con te." Disse semplicemente, sorridendo. Cory la guardò intensamente.

"E' quello che dicono in tutti i film." Le disse poi, mostrandole la lingua. 

Lea soffocò una risata contro la sua spalla e strinse la sua mano.



"Sai .." disse sorridendo a Cory.

"Cosa?"

"Solo .. Stanno impazzendo tutti la fuori! " Disse gesticolando ampiamente.

"Lo so. Siti, giornali. Pazzia." Disse Cory, baciandole il capo. Lea sospirò contro la sua spalla.

"Ah, e il tuo perenne sorriso beato non aiuta certamente la nostra causa."

Lea tirò un pugnetto sulla spalla di Cory, mettendo il broncio e accucciandosi sul sedile il più lontano possibile da lui. Cory chiuse gli occhi.

"Tanto non riesci a starmi lontano." 

"Ah si?"

"Si." Cory annuì convinto.

"Peccato. Stavo proprio adesso pensando di chiederti di accompagnarmi in bagno." Disse la ragazza, alzandosi dal sedile.

Cory spalancò di scatto gli occhi, guardandola sbalordito.

Lea gli fece una smorfia e si avvicinò al suo orecchio.

"Io smetto di sorridere, ma tu smettila di farti fregare con il sesso." Disse in tono seducente, prima di avviarsi lungo il corridoio dell'aereo, accentuando il movimento dei fianchi. Cory si lasciò andare sul sedile, prima di slacciarsi la cintura e seguirla.


Nda: Uhm.. ahaha non so da dove mi sia venuta fuori, lo ripeto.. Però mi piace, cioè, mi piace immaginarli in ogni momento della giornata, anche il più comune. E dal momento che mi lasciano soffrire senza nessun indizio di cosa hanno fatto e di simili, io non so cosa fare se non farmi migliaia di viaggi mentali assurdi!! Probabilmente aggiungerò una seconda parte, se riesco ad evolvere la mia idea.. mah! 

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Capitolo 2
*** London ***


Buongiorno a tutti :) Questi ultimi sviluppi Monchele hanno fatto impazzire la mia anima, lo devo ammettere, e mi è sembrata la giusta occasione per aggiungere un secondo capitolo a questa ff che avevo scritto, ispirandomi al nuovo luogo in cui Lea e Cory sono stati, ovvero in..

LONDON

Cory aspettò che Lea sollevasse i grandi occhi scuri verso di lui. Sembrava tanto una bambina quando compiva quel gesto, apriva lentamente gli occhi e con calma li sollevava verso di lui, mettendo in risalto le lunghe e scure ciglia e le pupille rotonde. 
Svegliarsi al fianco di Lea ogni mattino era un'emozione diversa. 
C'erano delle mattine in cui la morbida ragazza al suo fianco era già pimpante e sorridente, tutta chiacchiere e desiderosa di caffè, ed erano le mattine in cui Cory poteva sognarsi un pò di coccole. 
C'erano le mattine in cui si svegliava e Lea era già in piedi, in tenuta sportiva con un cappellino calato sulla testa. Lo salutava con un bacio e gli prometteva una colazione al suo ritorno. Colazione che non arrivava mai dal momento che la ragazza si perdeva sempre in chiacchiere.
C'erano le mattine in cui Lea nascondeva la testa sotto al cuscino e si voltava dalla parte opposta rispetto a quella di Cory, attendendo silenziosamente attenzioni e coccole da parte del suo fidanzato. Non tardavano mai ad arrivare.
C'erano le mattine in cui Cory capiva al volo il malumore di Lea. In quelle mattine si alzava senza dire una parola e le procurava del caffè, spostandosi poi sul divano in modo da lasciarle più spazio per calmarsi. Lo raggiungeva quasi sempre dopo un'ora, ma il malumore la seguiva tutto il giorno.
Ed infine c'erano mattine come questa, mattine che cominciavano lentamente, con uno sguardo. 
Cory aveva osservato Lea addormentata al suo fianco per un pò, prima di vedere i suoi grandi occhi aprirsi. Erano le mattine migliori, quelle in cui potevano stare anche un'ora fermi immobili sul letto a guardarsi senza dire niente, solo fissandosi reciprocamente negli occhi e lasciando mescolare i loro sospiri. 

Le occhiaie di entrambi dicevano molto quella mattina. Gli ultimi giorni a Londra erano stati un susseguirsi di eventi e di emozioni, perciò era rilassante rimanere a letto, l’uno al fianco dell’altra.
Cory strinse le braccia attorno al piccolo corpo di Lea e le posò un piccolo bacio sulla fronte, chiudendo gli occhi e respirando l’odore che emanavano i suoi capelli scompigliati.
Non sapeva com’era possibile, ma la sola presenza di quella ragazza lo calmava. Lo rendeva smisuratamente felice e calmo e nulla, quando c’era Lea al suo fianco, sembrava impossibile.  
La amava per questo. La amava.
 
La ragazza si stiracchiò tra le sue braccia e chiuse nuovamente gli occhi. Sentì le mani di Cory che risalivano in una lenta carezza lungo la sua schiena e non riuscì a trattenere un sorriso quando percepì il respiro caldo di Cory nel suo orecchio.
Era l’unica cosa a cui non riusciva a resistere, e che provocava talmente tanti brividi e tante emozioni in lei da non poterle più contenere.
Voltò il capo, cercando di allontanare l’orecchio, ma Cory immobilizzò la sua testa e passò dolcemente la lingua sul suo lobo.
La sera prima, distrutti, si erano addormentati non appena avevano messo piede in hotel, e Lea era perfettamente a conoscenza del desiderio che Cory aveva avuto tutta la sera per lei. Ricordava perfettamente il momento in cui l’aveva bloccata contro un muro, alla festa, e le aveva sussurrato quanto desiderasse strapparle di dosso il vestito e leccare le sue gambe lunghe. Lea era arrossita e si era limitata a baciarlo intensamente, desiderando bruciantemente la lingua di Cory su di lei.
Comprendeva perfettamente, quindi, il desiderio di Cory in quel momento.
Lo comprendeva, perché era il riflesso del suo stesso desiderio.
 
Lea lasciò che Cory scendesse piano lungo il collo, percorrendo il delicato lembo di pelle con la fresca punta della lingua. Portò una mano sul suo fianco e strinse la morbida e calda pelle, anelandola contro di se. Cory si allontanò e la fissò negli occhi, mordendosi il labbro inferiore, mentre Lea spostò la mano verso il suo fondoschiena e lo attirò contro i suoi fianchi, muovendoli.
In risposta Cory si avventò sulle sue labbra, mordendone la consistenza ed esplorando con la lingua i denti perfetti della ragazza.
Ridendo, Lea si separò da Cory e lo spinse lontano, aiutandosi con i piedi, che Cory catturò velocemente con una mano, sollevandoli in aria e facendo ridere ancora più forte la ragazza.
“Non respiro!”
Cory lasciò i piedi della ragazza, che rapidamente si spostò a cavalcioni sul corpo di Cory.
“Bugiarda.”
Lea strinse le cosce attorno ai suoi fianchi e si chinò verso di lui, protendendo le labbra. Cory rimase immobile.
“Non mi baci?”
Chiese Lea mettendo un piccolo broncio.
Cory si mosse verso di lei, aprendo la bocca, ma Lea più velocemente rotolò lontano da lui, nell’altra sponda del letto.
 
“Quando fai la bambina sei bellissima.” Disse dolcemente Cory, voltandosi verso di lei e tendendole una mano.
Lea prese la sua mano e ne accarezzò il palmo, sorridendo.
Poi, di scatto, si avvicinò a lui e baciò con passione le sue labbra, infilando la lingua nella sua bocca e lasciandola vorticare con quella morbida di Cory.
Il ragazzo portò le mani al suo viso e lo tenne saldo vicino al suo, continuando a baciarla. Poi, piano, cominciò prima a sorridere, poi a ridere, e Lea interruppe il bacio.
“Che c’è!”
“Perché ridevi prima?”
Lea abbassò lo sguardo sulla vita di Cory, sorridendo alla visione della sua erezione.
“Perché mi vuoi.”
Cory afferrò con violenza un seno di Lea e con l’altra mano strinse contro di se il suo corpo.
La risposta di Lea fu immediata. La ragazza immerse le mani nei capelli di Cory e inarcò la schiena contro di lui.
“E tu no?”
Lea non rispose, ma continuò a baciarlo con passione.
Cory portò le mani sulle mani di Lea e con un unico movimento la immobilizzò sotto di lui, tenendole le mani sopra la testa.
“E’ inutile che fai la furba con me io sono più grosso.”
Lea sorrise e mosse provocante i fianchi.
“No! Mi hai fatto arrabbiare.”
Cory scese dal letto e si avviò verso il bagno lasciando Lea sul letto, fremente dal desiderio.
La ragazza si alzò lentamente e seguì Cory con lo sguardo. Poi si sfilò lentamente il pigiama, si slacciò il reggiseno e lasciò sul pavimento le mutande.
Sorridendo si sdraiò nuovamente sul letto, in attesa del ritorno di Cory.

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Capitolo 3
*** Paris ***


No, non mi dispiace scrivere quello che sto per scrivere.
L.



PARIS.

Qualcosa si frantumò sul pavimento.
I piedi camminarono sopra ai vetri, incuranti.


Cory si fermò davanti alla porta della camera da letto. 
Lea si stava cambiando, dopo la sfilata di Versace. E Cory sapeva cosa gli spettava.

"E così ti sei divertita, piccola?" Domandò.
"Si." Ansimò in risposta, chiedendo di più.

Cory bussò piano.
"Si?" Rispose Lea ad alta voce.
"Posso entrare?"
"Certo!" Cory sorrise trionfante.

Fece spazio sul cassettone, gettando a terra le ultime cose.
Appoggiò la ragazza su di esso e in un attimo fu pronto ad affondare dentro di lei.

Cory entrò nella stanza. 
Lea sbarrò gli occhi.


La sfilata era stata magnifica, mai Lea si era divertita tanto. Posare per i fotografi, commentare i nuovi abiti e gli invitati. Era un paradiso per lei, e avere avuto Cory al suo fianco per tutto il tempo era stato confortante. Rilassante, più che altro. Si sfilò in fretta il vestito e cominciò a togliere le scarpe, quando fu distratta da un paio di colpi alla porta. 
"Si?" 
La voce di Cory arrivò, attutita ma chiara.
"Posso entrare?" Chiese.
Lea si guardò intorno. Non c'era nulla che non avesse già visto.
"Certo." Rispose.

Cory attese con calma che Lea si voltasse.
E lo fece. Poi sbarrò gli occhi. 
Cory sorrise sardonico, girandosi tra le mani la corda.
Lea continuava a fissarlo, immobile. 
Era completamente nudo, e bellissimo.
Fece qualche passo verso di lei, e la aiutò ad uscire dalle scarpe. Con delicatezza le tolse poi la biancheria intima, fino ad averla nuda davanti a se. 
Lea si morse il labbro, impaurita e allo stesso tempo eccitata. 
"Che stai..?"
"Shh. Zitta."

Cory la spinse contro il muro della stanza, facendola sbattere contro il cassettone di fronte al letto. Qualcosa cadde e si frantumò sul pavimento, ma Cory calpestò incurante i vetri, affondando le mani nei fianchi della ragazza, attirandola a se.
"E così ti sei divertita, piccola?" Domandò Cory, premendole una gamba in mezzo alle cosce. 
"Si." Ansimò Lea in risposta, inarcando la schiena e chiedendo di più.
"Interessante.. non è stato particolarmente divertente per me, invece.”
Cory leccò il collo di Lea, alitando dolcemente contro il suo orecchio e mordicchiandole il lobo.
“Quindi, ora, mi vendicherò un po’.”
Lea aprì la bocca per replicare, ma Cory la tappò con una grande mano.
“Shh.”
Avvolse le mani di Lea con la corda che aveva in mano e le legò dietro alla sua schiena.
“Lo sai che mi fa piacere accompagnarti, ma è stato proprio noioso.. non ci capisco nulla, e quelle tipe sono troppo magre.”
Lea sorrise e si sporse verso le labbra di Cory.
Il ragazzo si allontanò.
“No, stai buona.”

Fece spazio sul cassettone, gettando a terra le ultime cose, poi appoggiò Lea su di esso e in un attimo fu pronto ad affondare dentro di lei.
Lea agitò le braccia, in una muta domanda.
“No, non ti libero.”
“Ma..”
Cory afferrò la base della schiena della ragazza e la spinse contro di se, baciandole il collo.
“Non posso neanche baciarti..?”
“Decido io qui.”
Cory continuò a spingere, dentro e fuori, osservando il volto estasiato di Lea. Quando la sentì vicina al culmine, affondò un’ultima volta dentro di lei e si lasciò esplodere al suo interno.
 
“Non ti è proprio piaciuta eh..?”
Lea osservò il viso di Cory contrarsi in un sorriso mentre le slacciava le mani.

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