All'Alice Academy

di Lory402
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Niente di più ***
Capitolo 2: *** Ancora in missione ***
Capitolo 3: *** Una svolta ***
Capitolo 4: *** Il mio angolo di paradiso ***
Capitolo 5: *** Ormai è un morto che cammina ***
Capitolo 6: *** La sorpresa di Imai ***
Capitolo 7: *** A Central Town ***
Capitolo 8: *** Rivelazioni sconcertanti ***
Capitolo 9: *** Un grazie stroboscopico ***
Capitolo 10: *** La fine... o solo l' inizio? ***



Capitolo 1
*** Niente di più ***


All’ Alice Academy

 

1

Niente di più

 

- Natsumeeee! Hotaruuuu! -

- Che hai da urlare tanto scema? - Quando si deve svegliare per andare a scuola ci mette un’ eternità ma quando deve venire a pranzo con noi correndo raggiunge velocità inaudite, non la capirò mai quella ragazza.

- Non chiamarmi scema, scorbutico che non sei altro! Perché non mi aspettate mai? -

- Perché se all’ una ci mettessimo ad aspettare te pranzeremmo a mezzanotte -

- Natsume non pensi di esagerare un po’? - Quando Ruka si mette in mezzo prende sempre le difese di Mikan - Ok, tanto ho fame, non voglio certo sprecare la pausa pranzo a parlare con lei - Gliel’ ho data vinta, lo riconosco, ma comunque è vero che ho fame.

Abbiamo pranzato in un tavolino all’ aperto in quel bar gestito da robot e vari, Mikan non la smetteva più di sorridere, dopo cinque anni non è cambiata una virgola, di carattere almeno.

- Scusate, io devo andare - Hotaru è sempre di poche parole.

- Forse è meglio che vada anch’ io, devo prepararmi per le lezioni del pomeriggio ma prima volevo fare un sonnellino. Ci vediamo. - Al contrario di Ruka che è anche troppo logorroico per i miei gusti.

- Mikan, mutandine a pois, alzati, ti riaccompagno al dormitorio. -

- SMETTILA DI CHIAMARMI COSI’!!! -

- Non urlare, ci guardano tutti - Almeno Hotaru la fa ragionare.

L’ ho accompagnata fino alla sua camera, non stava ferma un minuto e saltava da tutte le parti come se fosse la prima volta che vedeva l’ accademia, mi sorprende molto che questo fatto mi faccia quasi sorridere, che io poi mi sia messo a fare il narratore mi sorprende ancora di più.

Mikan è saltellata in camera sua spalancando la porta, io mi sono appoggiato allo stipite di questa - Allora mutandine a pois ora posso andare? -

- Perché mi prendi sempre in giro? - E’ proprio carina quando si arrabbia. Cosa cavolo ho detto? - Guarda che non sono più la bambina di una volta! - Come se non me ne fossi accorto. In questi anni è cresciuta ed è diventata ancora più bella, i suoi capelli hanno preso una sfumatura un po’ rossa e il suo sorriso è sempre più solare… Ora comincio a preoccuparmi.

- Hai ragione, ti chiedo scusa. La dovrei proprio smettere - Non ci credo, come ho fatto a chiederle scusa? Comunque Mikan sembra sorpresa quanto me.

- Resti lo stesso una poppante sappilo -

- Io ho sedici anni! Non ti permetto di chiamarmi così! -

Mi sono avvicinato a lei. Perché quando la vedo mi viene voglia di stringerla tra le braccia?

- Ne hai solo quindici e mezzo - Ribatto in un sussurro. La guardo e improvvisamente la vedo quasi tremare. Cosa sta facendo? Perché si è lanciata sul mio petto? Perché piange? Vorrei distruggere tutto quello che la fa soffrire.

- Mi è arrivata una lettera - Sta parlando tra i singhiozzi, non la capisco bene - una settimana fa, una semplice lettera, con scritto che il nonno è morto! -

Una settimana fa… e lei non l’ha detto a nessuno, ha continuato a sorridere per non farci preoccupare. Com’ è dolce Mikan. Lei allenta la presa sulle mie spalle, no, per favore, restiamo ancora un po’ così. Ricambio in fretta l’ abbraccio e la stringo a me con tutta la dolcezza del mondo. Violette. I suoi capelli sanno di viole di campo. Mi sento inebriato dal suo profumo e dalla sua stretta, così leggera… Mi mette entrambe le mani sul petto e mi allontana. - Scusa, non volevo, ora devo averti rattristato. - Si stropiccia gli occhi con i pugni, tentando ancora una volta di sorridere - Mi spiace - No, ti prego, non chiedere scusa.

- Non fa niente. Dispiace a me che tu abbia ricevuto una così brutta notizia - Lei mi sorride davvero, un sorriso tanto triste, ha ancora le lacrime agli occhi nonostante faccia di tutto per trattenersi.

- Ora puoi andare, mi spiace averti trattenuto -

- Ok, ci vediamo dopo - Che sciocco sono, sarei potuto rimanere a consolarla.

Mi sono diretto lentamente verso le aule, per metterci più tempo possibile, ma le lezioni del pomeriggio sono state uno strazio, forse però è perché ho pensato alle sue lacrime tutto il tempo. Ci penso anche adesso, dovrei dormire e invece penso a lei, suo nonno era tutto il suo mondo, chissà se sta piangendo anche ora… 

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Capitolo 2
*** Ancora in missione ***


2

Ancora in missione

 

Perché ci sono tutti questi alberi? Rallentano la mia corsa. Io odio Persona, un’altra missione, stavo andando in classe quando eccola comparire davanti a me. E’ possibile vivere così? Altri alberi, continuo a correre, se arrivo in classe sono salvo. Almeno per qualche ora. Oh no. Mi ha trovato. Chissà dove andrò ora.

Un’ altra organizzazione anti-alice, questi però sembrano forti e per questa missione Persona non mi ha affiancato nessuno. Chissà se sopravvivrò anche questa volta.

Combatto, appicco fuochi ovunque e tolgo la vita ai nemici dell’ accademia, questo finché posso, ormai però sono costretto a difendermi e basta. Sono allo stremo delle forze e per ogni uomo che abbatto ne arrivano altri, è una situazione insostenibile.

- Natsume! - Di chi e questa voce? No, aspettate, lei no.

- Natsume! - E’ lei.

- Sciocca! Cosa sei venuta a fare qui? -

- Ho saputo che eri dovuto andare in missione, io non voglio vederti morire! -

- E quindi vuoi morire pure tu? - Cavolo, ne stanno arrivando altri. Creo un cerchio di fuoco intorno a Mikan, almeno così non le faranno del male. Col mio alice non è poi tanto difficile sbarazzarmene. Ne è rimasto uno. Ma, cosa…

- Mikan, per quale cavolo di motivo sei uscita dal cerchio? - Non la capirò mai quella ragazza, dovessi anche vivere cent’ anni. Non mi risponde, è ferma davanti a me e sembra che guardi negli occhi quel tizio, lui si è fermato e ricambia il suo sguardo, assente. Mikan ansima, una scarica elettrica avvolge quell’ uomo che cade a terra, esanime. Chi è stato? Forse… No, non può essere stata lei, è una cosa semplicemente impossibile.

- Na… Natsume? - Sembra davvero sconvolta.

- Cosa c’ è? -

- Sono stata io - Sembrava quasi una domanda.

- Come puoi essere stata tu? -

- Io… io ho carpito il segreto del suo alice dalla sua anima e l’ ho usato -

- E’ una cosa possibile? - Non ci credo.

- Non lo so, Natsume io ho sentito i suoi poteri e i suoi pensieri, l’ ho convinto ad arrendersi e poi ho usato il suo stesso alice contro di lui! - Questa era decisamente un’ affermazione, pare scandalizzata.

- Forse questo è il tuo nuovo alice, ricordi che c’ erano persone un tempo che non credevano tu possedessi solo quello dell’ annullamento? -

- Credi avessero ragione? -

- Potrebbe essere, ma se è così non devi dire a nessuno del tuo nuovo alice, nessuno, tanto meno i professori - Se Persona lo scoprisse potrebbe costringere anche Mikan ad andare in missine - Mi hai capito? - Annuisce, è paralizzata dal terrore, chissà cosa sta pensando in questo momento. - Vieni, torniamo all’ accademia - La prendo per mano, sento il suo cuore accelerare il battito, ma probabilmente me lo sto sognando.

Dobbiamo tornare in accademia a piedi per forza, ma mi sento debole, creare quel fuoco intorno a Mikan e mantenerlo mi ha privato di tutta l’ energia rimanente. All’ improvviso il mondo sembra farsi nero, per fortuna c’ è la mano di Mikan a guidarmi, credo che arrivato all’ accademia dovrò stare qualche ora a riposo.

Sono steso in un letto dell’ infermeria, alla fine ci sono arrivato davvero, solo non ricordo come ho fatto, devo essere svenuto una volta arrivato in accademia. La porta si è spalancata, chi poteva essere, se non Mikan, che sbatte la porta con tale grazia? ( notare infinito sarcasmo)

- Natsume, sei sveglio? - Ha dei fiori in mano.

- Anche fossi stato addormentato i tuoi strilli mi avrebbero riscosso all’ istante -

- Oggi puoi dire tutto ciò che vuoi, non mi tocca niente di quello che esce dalla tua boccaccia, vuoi sapere perché? -

- Ho qualche scelta se non ascoltarti? -

- No. Un invenzione di Hotaru è stata comprata da un tipo ricco e influente a quanto pare, per premiarla hanno deciso di darle la possibilità di tornare a casa cinque giorni! -

- Ti rendi conto che starai lontano da lei per cinque giorni vero? -

- Certo che lo so, per chi mi hai preso? Comunque non posso fare a meno di essere felice per lei, e poi ho Ruka, Yuu, Sumire, Tsubasa, Ana, Nonoko e tutti gli altri quindi non sarà così difficile… - Non smetterà mai di stupirmi, solo qualche mese fa sarebbe scoppiata in lacrime se avesse saputo che Hotaru se ne andava, invece ora sembra la persona più felice del mondo, mi fa tanta tenerezza…

- E poi ci sarai anche tu… - L’ ha detto in un sussurro, con una voce malinconica…

- Che? -

- No, niente, ora è meglio che vada, a proposito, questi fiori sono per te, da parte di tutta la classe. - Mi mise i fiori sopra il comodino. Erano gigli e rose soprattutto, probabilmente la maggior parte erano di Sumire. Mikan detto questo se ne andò, sembrava davvero essere venuta da me solo per lasciarmi i fiori. Una volta che fu fuori dalla stanza io non ebbi altra cosa da fare se non lasciarmi cadere in un sonno profondo.


SPAZIO AUTRICE
So che è corto comunque spero vi piaccia, in più vorrei ringraziare 
XxDUBHExX
fiorediciliegio   e
eee    e ,      ù
fiorediciliegio

che hanno commentato il primo capitolo. 
  




SPAZIO AUTRICE
Lo so che è corto comunque spero vi piaccia e voglio ringraziare 
XxDUBHExX
fiorediciliegio   e
eee    e ,      ù
fiorediciliegio

che hanno commentato il primo capitolo. 

 

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Capitolo 3
*** Una svolta ***


 

3

Una svolta

Mi sono ripreso totalmente, in fondo sono stato peggio, mi è bastata mezza giornata di riposo per sentirmi meglio, ora dovrò riprendere le lezioni…

Oggi in classe mi sentivo strano, ogni volta mi distraevo e puntualmente il mio sguardo finiva sulla schiena di Mikan…

La ragazza fonte (fino a prova contraria - e non ci sarà una prova del genere -) di tutti i miei guai questo pomeriggio è venuta a trovarmi per sapere come stavo, Hotaru è partita subito dopo le lezioni. E’ uscita un attimo dalla mia stanza e ora è di nuovo qui, mi ha portato un cesto e ora aspetta che lo apra, ci sarà da fidarsi di un suo regalo?

- Dai, che aspetti, non c’ è mica una bomba dentro - Sospiro, lo devo aprire. Scosto il coperchio per scoprire che dentro c’ è riso alla cantonese, brodo di carne e dolcetti vari, sembra tutto commestibile, ha addirittura un buon odore.

- Magia che aspetti, l’ ho fatto apposta per te, così guarisci prima - Sorride serena, così per non deluderla, seppur un po’ titubante, mi porto le bacchette colme (per quanto possibile) di riso alla bocca. Mmm, non me lo aspettavo, è davvero buono.

- Commestibile -

- Nonostante il tuo non sia proprio ciò che si può definire un complimento, apprezzo. Sai, cucinavo sempre per il nonno quando ero a casa… - Spero non si metta a piangere, mi strazierebbe il cuore. Ecco, dopo questo qualcuno mi prenda a schiaffi: sto impazzendo.

Per fortuna non ha pianto, così ho finito tutto ciò che mi ha portato senza distrazioni varie, era sorprendentemente buono. Praticamente abbiamo mangiato all’ aperto, io ero seduto sul davanzale della finestra e lei seduta a terra lì vicino. Ci siamo ritrovati a parlare del più e del meno, di come si vive in accademia e addirittura del tempo, insomma, io che parlo del tempo! Ormai mi sono convinto che quella ragazza stia praticando qualche oscuro incantesimo su di me, voglio dire: sono arrivato a considerare piacevole il conversare con lei, tanto che ormai è sera. A questo punto la devo proprio salutare.

- A domani Natsume - Mi sta abbracciando, ora si allontana.

- No, ferma - L’ ho presa per un braccio e l’ ho fatta voltare di nuovo verso di me, quanto è bella... L’ avvicino ancora, sento il suo corpo contro il mio, mi devo chinare, solo un po’, le sue labbra sanno di fragola, le metto le mani attorno alla vita e lei mi getta le braccia al collo, così, di getto. Mi ritrovo a immaginare che sarebbe bello restare così per sempre, l’ uno tra le braccia dell’ altro. Dopo minuti che sembrano passare troppo in fretta lei però si stacca da me, ha ancora gli occhi chiusi e si morde il labbro inferiore.

- Apri gli occhi -

- No, perché se li apro tu sparisci e scopro che è solo un sogno - Sembra la voce di una bambina, è così dolce, e così vicina. Le poggio una mano sulla guancia e le scosto i capelli dal viso. - Guardami - Il mio è solo un sussurro ma sono convinto che abbia sentito benissimo. Apre gli occhi, uno alla volta, sorride, che bel sorriso.

- Devo tornare in camera… -

- No - La stringo di più a me - Aspetta - La bacio di nuovo, però voglio di più, dischiudo le labbra, lei risponde al bacio. Ora ho capito, finalmente ho capito, non la lascerò più andar via, io la amo.

Ho perso completamente la cognizione del tempo, ormai sono le nove e io sono seduto sul letto che guardo Mikan andare via, vorrei rimanesse ancora di più, ma deve andare a dormire, il coprifuoco è scaduto ore fa.

Questa mattina non mi andava proprio di fare lezione così alla penultima ora sono uscito e ora, mentre anche gli altri della mia classe assaporano la meritata libertà, io sono appoggiato al muro che aspetto Mikan. Eccola, vediamo se riesco a spaventarla. Le prendo il polso e la tiro verso di me con la sua schiena contro il mio petto e le chiudo la bocca con l’ altra mano, spingo la porta che è affianco a me e la porto dentro, le sussurro in un orecchio - Spaventata? - A questo punto la lascio lei si gira subito, prima sembra spaventata, poi arrabbiata e ora divertita, apro le braccia, lei mi tira un pugno sulla spalla:

- Ed io che mi aspettavo un abbraccio -

- Non ti azzardare a rifarlo un’ altra volta, chiaro? - Il suo tono è arrabbiato però dallo sguardo sembra divertita. Le porto le mani sui fianchi e la stringo in un abbraccio, le mie labbra sfiorano il suo orecchio.

- Lo prometto - Lei sembra sciogliersi e mi bacia, non credevo di poter essere così sdolcinato.

- Natsume, ora siamo fidanzati? -

- Vedi che faccio bene a chiamarti scema? Sì che lo siamo - Si gira con le braccia incrociate sul petto e fa la finta offesa - Ti amo - Sussurro, si gira e mi bacia di nuovo posandomi le mani sul viso - Anche io - e non mi serve altro.


SPAZIO AUTRICE
So che è cortissimo ma spero comunque che vi sia piaciuto e che mi perdoniate.
Ringrazio

Euthalia_chan_lm  
SPAZIO AUTRICE 
fiorediciliegio  e
XxDUBHExX che ha la mia storia tra le seguite.  
 
 

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Capitolo 4
*** Il mio angolo di paradiso ***


 

 

4

Il mio angolo di paradiso

 

- Ah - Mikan si lascia scappare un gemito quando le poggio le labbra sul collo. E’ davvero bellissima non c’ è che dire, però da quando mi ha raccontato della lettera in cui le comunicano che suo nonno è morto ha come un alone di tristezza intorno al viso. Apre gli occhi e mi guarda, ha notato che la fissavo.

- Natsume, cos’ hai? - Si è accorta che mi preoccupavo, che dolce.

- Io? Sei tu che hai… ricevuto brutte notizie, di recente - Spero non averla fatta intristire ancora di più.

- Oh, Natsume… -

- Chiudi la bocca e vieni - Spero di riuscire a risollevarle il morale.

Trattenendola per il polso le faccio girare praticamente tutta l’ accademia.

- Dove mi stai portando? - Ride mentre parla e viene da ridere anche me, però non le dirò mai dove la ci dirigiamo, voglio il suo viso stupito.

- Attenta, gradino. Ora c’ è una scala, stai tenendo gli occhi chiusi? -

- Per la centesima volta Natsume, si ho chiuso gli occhi davanti all’ entrata della biblioteca! - Sbuffa, ma sembra divertirsi molto.

- Fai piano, ecco siediti qui… ora apri gli occhi - Siamo sopra al tetto della biblioteca, il punto più alto dell’ Alice Academy, sono appena le cinque ma a Ottobre il sole tramonta presto e da qui c’ è la vista più spettacolare dell’ intero agglomerato scolastico al crepuscolo. Ha gli occhi lucidi, una volta non per il pianto però, è rimasta a bocca aperta e io non speravo in una reazione migliore, mi getta le braccia al collo senza pensare.

- Grazie, c’ è una vista stupenda! -

- Ok, ma attenta a non farmi cadere di sotto, non credo le tegole di questo tetto siano nuove, e non penso neanche abbiano messo una barriera invisibile per non far rischiare la vita alla gente! - Lei si stacca da me, così penso che forse facevo meglio a non dirle niente.

- Scusa Nat, ma sono davvero contenta - Mi abbraccia con più delicatezza e io le metto un braccio sulle spalle, la serata è già perfetta e non può che migliorare.

- Natsume, sei sveglio? -

- Mmm, no, torna a dormire -

- Natsume, sveglia, è tardi, ci siamo addormentati - Sento che qualcuno mi scuote il braccio, apro gli occhi, è tutto buio.

- E’ notte? -

- Sono le 7:30 ma c’ è il coprifuoco e ci siamo addormentati sul tetto. Etchu! -

- Sul tetto? Mikan sconsiderata, come hai fatto ad addormentarti al freddo? -

- Perché prima sei dolce e poi ricominci a fare così? Etchu! - Mi tolgo la giacca e l’ appoggio sulle spalle di Mikan - Tieni, non voglio che prendi freddo -

- G-grazie -

Do le spalle alla porta della mia camera, Mikan è davanti a me - Mikan, senti… ti va di venire in camera mia? -

- C-cosa? Natsume sei impazzito per caso? - E’ tutta rossa!

- Rilassati, non ti ho mica chiesto di dormire con me, volevo solo sapere se ti andava di giocare ai videogiochi o guardare un film con me prima di andare a letto -

- Oh, beh, io… Ok -

Siamo in camera mia e la tengo stretta, alla fine non abbiamo guardato un film ne niente, siamo semi sdraiati sul mio letto enorme (avere la lode porta i suoi vantaggi) e lei fissa un punto nel muro, io la guardo, ogni tanto si gira e ricambia il mio sguardo.

Quasi subito però si addormenta tra le mie braccia, e mi accorgo che quando dorme pare perfetta: i capelli sciolti cadono a ciocche sul suo viso, le labbra sono un poco dischiuse per respirare e ha un espressione così calma… Le scosto una ciocca di capelli dal viso, produce un mugugno indistinto

- Svegliati, non puoi dormire qui, devi andare nel tuo letto -

Alza le braccia in aria - Portami tu - Le sue parole mi fanno sorridere, è ancora mezza addormentata ma la prendo in braccio e la porto nella sua camera, spero nessuno mi scopra, la mezzanotte è passata da un pezzo.

 

SPAZIO AUTRICE

Spero proprio sia venuta bene, non ero affatto sicura sul finale, ma spero sia abbastanza decente.

Come al solito, i ringraziamenti:

iletopina

STAILIST

missfunix

Euthalia_chan_lm

XxDUBHExX

fiorediciliegio

Quindi quelli che hanno recensito anche i capitoli precedenti, ringrazio inoltre le poche (ma molto molto importanti) persone che hanno messo la mia storia tra le seguite\preferite.  


 

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Capitolo 5
*** Ormai è un morto che cammina ***


 

 

 

 

5

Ormai è un morto che cammina

 

… Mikan si svegliò con la sensazione del tepore del corpo di Natsume ancora sulla pelle, guardò l’ ora, un urlo si udì in tutta l’ accademia …
 

Non penso esista al mondo una creatura più insistente di Sumire, le avrò detto mille volte che non voglio si sieda di fianco a me.

- Natsume, perché mi tratti così male? Non vuoi avere alla sinistra il tuo migliore amico e a destra la tua futura moglie? - Che frignona.

- Vattene - Non ci credo, si è rimessa a piangere! Adesso le do fuoco ai capelli… Mikan è entrata dalla porta come una furia e ora è trafelata e ansimante per la corsa, la sua comparsa mi ha fatto interrompere il gesto e non ho potuto incendiare niente.

- Mikan - La chiamo, potrebbe essere la mia salvezza… Dopo pochi passi si ritrova vicina a Sumire, le prendo un braccio e la tiro verso il basso così che prenda il posto tanto agognato da quella lagna della Shouda.

- Vuoi dire che tu non mi hai fatto sedere vicino a te per lei? - Incrocia le braccia sul petto e guarda Mikan furiosa. Le metto un braccio intorno alle spalle e dall’ immenso frastuono di poco fa nasce un silenzio religioso, tutti si sono girati verso di noi come se il fruscio creato dagli abiti miei e di Mikan che si sfioravano fosse stato chissà quale rumore.

- Qui è seduta la mia ragazza, smamma - Penso Sumire ci sia rimasta davvero di sasso, come del resto tutta la classe, compresi Ruka che mi guarda in un modo che sembra che io abbia affermato che la terra è piatta, e Mikan che ha la bocca aperta dallo stupore. La prima a riprendersi è Sumire che si mette a piangere ancora più forte, poi è la volta di Yuu che sorride come stava facendo prima, il professore entra e piano, piano tutti riprendono le loro normali attività quali urlare e far volare le cose.

- Ragazzi per favore, ragazzi io… RAGAZZI!! - Cavolo, per una volta quello smidollato è riuscito a farsi dar retta - Ho una cosa molto importante da dirvi, questo è il vostro nuovo compagno di classe! - Ha urlato tutto in fretta e senza prendere fiato, probabilmente per non rischiare di perdere l’ attenzione appena guadagnata. Un tipo alto, moro e con le mani ficcate nelle tasche entra e si mette a fissare Mikan, ora gli do fuoco. E se qualcuno se lo stesse chiedendo… no, non mi considero ne geloso ne possessivo, solo amo mettere in chiaro che una cosa mia non può essere toccata da nessuno senza il mio permesso. Con passo svelto e sguardo imperscrutabile attraversa l’ aula e raggiunge Mikan.

- Dov’ è Hotaru? La conoscete? -

- Sì - Come fa quella ragazza a essere gentile e garbata con tutti, non nota lo sguardo di sufficienza con cui quel tipo, che deve scegliere se vuole essere cucinato a fuoco lento o con l’ ausilio di un po’ di benzina, la sta fissando? - E’ la mia migliore amica, ma ora è in licenza fuori dall’ accademia, tornerà fra due giorni -

- Perché cerchi Imai? - Cerco d’ infondere tutto il disprezzo possibile a queste parole senza che Mikan se ne accorga.

- Io sono Ito Yugai - Ha ancora lo sguardo puntato addosso a Mikan - Sono il suo fidanzato - Sorride, ora più che mai vorrei dargli fuoco.

- C-come il suo fidanzato? - Mikan sembra alquanto sconvolta ed effettivamente anch’ io non pensavo Imai potesse avere un ragazzo.

- Comunque se davvero è in licenza vuol dire che starò qui finché non tornerà - Detto questo si è seduto affianco alla mia Mikan, ora è davvero un uomo morto.

- Che alice hai? -

- Come scusa? -

- Mikan, non ti immischiare ho chiesto a Yugai (il suo nome è nato per essere pronunciato come fosse un insulto) che alice ha -

- Se lo vuoi sapere perché non facciamo una sfida? - Sfacciato.

- Lo stavo per proporre io -

Subito ci alziamo, il professore non tenta neanche di fermarci, credo quell’ ameba abbia perso ogni speranza. Stiamo andando di fuori, voglio proprio vedere come reagisce a un alice Pericoloso come il mio.

Siamo nel campo da calcio, Mikan si è avvicinata a Coso e gli ha detto che non deve farlo per forza - Allora sei pronto o vuoi scappare? -

- Pronto - Siamo uno di fronte all’ altro, continuiamo a fissarci, è chiaro che lui non vuole fare la prima mossa, così prendo un profondo respiro e creo una potente fiammata che va dritta verso di lui, non prova neanche a scappare. Com’ è possibile? La fiamma si è estinta e lui non c’ è, ora è comparso a distanza di pochi metri da me, che abbia l’ alice della super velocità? Passano pochi secondi e mi accorgo di aver ragione, è proprio banale. Creo una barriera di fuoco fra noi.

- Tipo somatico? - Domando, lui sorride compiaciuto.

- Alice comune il mio vero? Eppure può essere davvero pericoloso - Se prima era solo perché guardava Mikan ora è una faccenda personale, io lo abbrustolisco! Comincio a creare due palle di fuoco sulle mani, lui però attraversa la barriera di fuoco senza rimanerne scalfito e si mette a girare vorticosamente intorno a me, il fuoco sulle mie mani si è spento! Oh no, mi manca l’ aria, ho bisogno di ossigeno, sto per svenire…

- No, aspetta! - Mikan ci ha raggiunti e ha bloccato il potere di Ito, è diventata davvero brava ad usare il suo alice…

Mi sono risvegliato tra le braccia di Mikan, l’ unica nota stonata era che appena ho alzato lo sguardo c’ era quel tipo del cavolo che mi guardava a braccia conserte, il bruciore della sconfitta comincia già a farsi sentire.

- Buon giorno bell’ addormentato - Ora ha superato il limite. Con un gesto della mano do fuoco alle sue scarpe e lui apparentemente sconvolto si mette a correre come un disperato per tutta l’ accademia.

- Natsume… - Mi rimprovera Mikan, però poi si mette a ridere.

- Piccola vendetta -


 

ANGOLO AUTRICE

Spero che il capitolo sia abbastanza chiaro, so che è molto che non aggiorno e per farmi perdonare il prossimo capitolo sarà più lungo.

…E i miei ringraziamenti quest’ oggi vanno a… (rullo di tamburi in realtà inutile)

antofever
iletopina
mic98rosso
STAILIST
XxDUBHExX  

 

 
 

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Capitolo 6
*** La sorpresa di Imai ***


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6

La sorpresa di Imai

 

Ah… che nottata, ho un sonno pazzesco, e di certo la spiegazione soporifera di Jinno non mi aiuta. Per fortuna quell’ idiota di Yugai non s’ è più azzardato a sedersi accanto a Mikan dopo che si è procurato un’ ustione di II grado (superficiale) ai piedi e averci rimesso un paio di scarpe nuove, comunque se proverà a rifarlo le scarpe non saranno l’ unica cosa che brucerò, e non sto parlando dei vestiti.

- Professor Jinno? Mi hanno detto di venir subito - E’ tornata Imai, voglio proprio vedere cosa farà Mikan. Come previsto si è alzata di botto buttando per terra la sedia, però ora sta ferma e punta il dito contro Imai.

- Hotaru… - Questa apre le braccia, le sta dicendo che può anche abbracciarla, non è una cosa che Imai fa tanto spesso e infatti ecco Mikan attraversare tutta la classe come una furia e corre da lei, io dico che ora si mette a piangere.

Stranamente Mikan non ha versato lacrime, così io, Ruka, con Mikan in mezzo, di fianco a lui Imai e dietro di lei Yuu siamo nel corridoio, è ora di pranzo.

- Hotaru! Era ora che arrivassi! - Da dove cavolo spunta ora Ito?

- Ciao -

- Come Hotaru… Perché sei sempre così indifferente? -

- Sono fatta così -

- Voi due vi conoscete? - E’ vero, Yuu non ha sentito la conversazione tra Yugai e Mikan.

- Certo, lei è la mia ragazza -

- Come? Hotaru è vero? -

- Sì -

- Perché non me lo hai detto subito? -

- Non pensavo fosse importante, Mikan -

- TU HAI IL RAGAZZO E NON CREDEVI FOSSE UNA COSA IMPORTANTE?!?! - Ecco che Mikan si mette a sbraitare contro Hotaru, ed ecco che questa tira fuori uno dei suoi aggeggi anti-idioti di nuova generazione, fortuna che Mikan dopo anni che veniva colpita da quei cosi ha imparato a schivarli.

- Non urlare -

- Ma come faccio? La mia migliore amica si è fidanzata non dicendomi niente, io come dovrei reagire, scusa? -

- Potresti, per esempio, dirmi cos’ è successo mentre io non c’ ero, come prima cosa - Hotaru ha lanciato un’ occhiata maliziosa verso me e Mikan, questa è subito arrossita fino alla punta dei capelli, come avrà fatto a capirlo? In effetti però sono stato un po’ più attento ai discorsi di Mikan rispetto al solito, certo che ha un grande spirito d’ osservazione Imai.

- Ma… ma, Hotaru… che, che cosa ti viene in mente… -

- Scusa, hai ragione, proprio niente - Sarà però ha scoccato un’ altra di quelle occhiate da “Io so e voi lo sapete” aggiungendo quella punta di malizia che fa avvampare Mikan.

- Allora Mikan? Che succede? - E’ pomeriggio e ho visto Mikan e Hotaru parlare, so che può sembrare che io le stia spiando… ma in realtà evito solo di interromperle palesando la mia presenza.

- Non so di cosa parli… - Mikan è sempre stata una pessima bugiarda, ha lo sguardo basso e si tormenta le mani, Imai ce l’ ha impugno.

- Davvero? Perché a me sembra l’ esatto contrario… -

- No, no ti sbagli… -

- Io invece dico che ho ragione, dai parla -

- Io, io e Natsume… -

- Sapevo che centrava lui, ne ero più che certa e lo sospettavo da un po’… Ma continua, voglio sapere fino a che punto siete arrivati… - Altro sguardo malizioso di Hotaru, ammetto che qui mi si è gelato il sangue nelle vene anche a me, più per la domanda che per la risposta.

- Cosa vai a pensare?! Non abbiamo fatto niente… Ci siamo messi insieme però! -

- Congratulazioni, ora se permetti vado nel mio laboratorio, mi è, come dire, venuta l’ ispirazione - Altra occhiata da parte di Imai del tipo “ora vedi cosa succede”. Sta arrivando, meglio dileguarsi in fretta.

Sono sul ramo di un albero che pende relativamente vicino alla finestra di Mikan, eccola, è appena entrata, un sassolino contro il vetro dovrebbe bastare ad attirare la sua attenzione, anche se sembra abbastanza sovrappensiero.

Mi ha aperto la finestra e sono saltato dentro.

- Come va? -

- Così, cosa ti ha detto Imai? - Come se non lo sapessi.

- Che gli abbiamo dato l’ ispirazione per uno nuovo miracolo della tecnologia -

- Sei curiosa? -

- Davvero molto, non sto nella pelle! -

- Hai idea di cosa farà questa volta? -

- Neanche mezza -

- Se è una cosa con un cuore in mezzo, ti porto a central town -

- Sono assolutamente certa che un cuore ci sarà… -

- Allora devi solo decidere cosa comprare - La bacio, un bacio veloce, un rumore al di là della porta ci interrompe, esco dalla finestra.

- A presto - La saluto con un gesto della mano e sparisco tra gli alberi.

Hotaru ha passato tutta la mattina nel suo laboratorio, ormai i professori la conoscono, e quando ha in mente una nuova invenzione non la costringono neanche più a seguire le lezioni.

Sono appena le tre, siamo sempre noi: Io, Mikan, Ruka e Yuu, ormai non c’ è neanche più bisogno di dirlo. Hotaru manca ancora, è da ieri pomeriggio che nessuno la vede. Aspettate, eccola lì. Sta arrivando prendendosela comoda, dietro di lei c’ è un carrettino sospeso a mezz’ aria dal designer molto futuristico che la segue come un cagnolino. E’ ferma davanti a noi e cerca Mikan con lo sguardo, ora la chiama, le ha messo le mani sulle spalle e sembra stia cercando un punto preciso dove sistemarla. Si appoggia l’ indice e il pollice in una fessura tra le labbra e fischia. Dal carrettino esce una scatola che cade per terra e si trasforma in un robot a forma di cameriere con una sola gamba che termina in quattro ruote, uno smoking che lo fa assomigliare a un pinguino molto alto, un braccio dietro la schiena e uno sollevato in aria a mostrare un vassoio color argento. Lui, esso… Quel coso insomma, si è messo proprio di fronte a Mikan e ora piega lentamente il vassoio mostrando i contorni di una scatola rossa a forma di cuore con due piccole ali azzurre che spuntano dai lati. Tira lentamente fuori l’ altro braccio e apre la scatolina sporgendo di più il vassoio, offre un cioccolatino a Mikan e lei ne indica uno (sempre a forma di cuore) di cioccolato al latte, a quello spuntano le ali e vola verso la bocca di Mikan che lo osserva stranita, però socchiude le labbra, il cioccolatino le entra in bocca perdendo le ali che svolazzano verso le orecchie di Mikan dove catturano una ciocca dei suoi capelli sciolti e si convertono in fermagli. Yuu ha la bocca spalancata per la sorpresa e solo dopo un po’ riesce a balbettare una frase sconnessa che con un po’ di fantasia si potrebbe tradurre in: - Ma questa è magia? - Hotaru sembra aver capito la stessa cosa e risponde risoluta - No, è scienza - Ruka cerca di allungare una mano verso i cioccolatini ma Hotaru gli dà un colpetto.

- No, oggi solo per Mikan - La quale ancora inmersa nella presunta dolcezza di quel cioccolatino non si accorge minimamente con quale tono Hotaru ha pronunciato quelle parole, ormai non so più cosa aspettarmi da una come lei…


 ANGOLO AUTRICE

Ringrazio tutti quelli che seguono ancora la mia storia e come promesso ecco un capitolo più lungo degli altri. Spero di vederlo molto commentato: Hotaru è tornata e ha confarmato tutto! Spero vi piaccia l’ immagine che ho messo, è la prima che carico. Non è esattamente come immaginavo la scatola di cioccolatini ma a mio avviso è proprio bella e abbastanza simile all' idea che mi ero fatta.

A presto con un nuovo cap: Lory402



  

 

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Capitolo 7
*** A Central Town ***


 

7

A Central Town

 

Sono davanti a un piccolo pulman che aspetto Mikan, mai una volta che arrivi in orario quella lì. Siamo riusciti a strappare a Narumi il permesso di andare a Central Town e starci tutto il pomeriggio, come minimo quella ragazza mi farà comprare una vagonata di Fluffa - Puffa. Oh, ecco che arriva correndo come una forsennata, si ferma e mette le mani sulle ginocchia per riprendere fiato, non ci vuole molto e:

- Scusascusascusascusa, non sai quanto mi dispiace Natsume! E’ solo che oggi non sono riuscita a far colazione e per la stanchezza mi sono addormentata in classe, quando poi stavo per andare a pranzo mi sono accorta di essere già in ritardo, così quando stavo ritornando in camera per cambiarmi ho incontrato Sumire che prima mi ha fatto una mezza sfuriata gridandomi che non ti conosco e un sacco di altre cose assurde, poi si è lanciata sulla mia spalla e si è quasi messa a piangere, io ho provato a consolarla e lei non so perché si è sentite in dovere di raccontarmi come e quando ti aveva conosciuto in tutti i particolari, poi mi ha detto qualcosa tipo “Prenditi cura di lui e non farlo impazzire con la tua parlantina” C’ è, voglio dire parlantina io?!? Ma ci pensi? Lei piuttosto mi ha tenuta per quasi un’ ora a parlare. Poi quando cercavo le chiavi della mia stanza mi sono accorta di non averle, così sono tornata in classe per vedere se le avevo lasciate lì, le ho trovate e mi sono messa a correre come una pazza verso camera mia quando mi scontro con un tipo dell’ altra sezione e casco a terra, lui galantemente mi offre la mano per farmi alzare poi insieme raccogliamo i vari fogli che gli erano caduti per colpa della mia sbadataggine - Ha detto tutto di corsa prendendo fiato al massimo tre volte - Quando finalmente entro nella mia stanza… - Le afferro un polso tirandola verso di me e riduco la distanza tra le nostre labbra al minimo.

- Tu parli troppo -

- Ah… - La lascio andare e lei prende un lungo respiro.

- Insomma tu non hai mangiato? - Annuisce con forza, vorrà dire che spenderò qualcosa anche in cibo consistente… Preferisco cambiare discorso.

-Chi sono quelli, li vedi? - Indico un punto alle sue spalle alquanto lontano.

- Non è che… -

- No. Loro no! - La mia è più una preghiera che un’ esclamazione. I contorni di quei ragazzi che corrono come matti ora si distinguono meglio: Sono Yuu, Kokoro, Ruka, Sumire e Hotaru che da ultima li sorpassa tutti premendo semplicemente sull’ accelleratore di quel suo monopattino volante.

- ASPETTATECI! - Non si capisce esattamente da chi viene il grido. Ito raggiunge Imai sotto forma di razzo umano data la sua velocità, poi rallenta per stare al passo con gli altri.

- Volevate forse lasciarci qui mentre voi due andavate a spassarvela a Central Town? - Chiede Yuu appena arrivato ancora ansimante per la corsa.

- Non è che piuttosto volevate stare un po’ da soli…? - Chiede Ito ammiccante, un mio sguardo di fuoco basta a farlo ragionare e a fargli chiudere il becco.

- Brutti impiccioni guasta feste, proprio ora dovevate arrivare, non posso passare neanche un pomeriggio da solo con… - Mi schiarisco la gola e guardo male anche Kokoro.

- Mi sembrava di aver detto più volte che la mia mente è offlimits - Lui fa un passo indietro.

- Ok, lettura del pensiero a parte. Mi sembra che nel pulman ci sia posto per tutti no? E allora che aspettiamo a salire?!? - Yuu non capisce niente. Ma dico io, si dovevano mettere in mezzo pure loro?

Così Hotaru ha ritrasformato il monopattino in un mini-cubetto premendo un bottone e ora Yuu, Ruka e compagnia bella sono sul pulman con noi. Hotaru ovviamente è seduta accanto a Mikan, questo perché Ito ha trovato interessanti i racconti di Yuu sulle leggende riguardanti gli alice e Ruka si è piazzato vicino a me costringendo Sumire a stare vicino a Kokoro, ora è lì che si tiene la testa con le mani per i pensieri sconnessi che Kokoro sente un po’ da tutti e che non può fare a meno di dire ad alta voce come se questo evitasse di farlo impazzire. Sospiro, l’ unico ad accorgersene è Ruka che però mi gurda di sfuggita e ritorna ad accarezzare il suo coniglio tascabile.

Stimo scendendo dall’ autobus, tutti e otto. Un ragazzino di circa nove anni ci passa davanti correndo con degli occhiali da vista in mano, no, fermate tutto e riavvolgete il nastro… Ma quello era Youchi?!

- Signorino Hijiri mi ridia subito gli occhiali! - Ed ecco la conferma. L’ anziana signora che lo rincorreva si ferma un attimo per riprendere fiato e agita un pugno in aria dicendo:

- Youchi, molla i miei occhiali!! - E adesso si è arrabbiato. Si ferma e si gira verso la signora ora immobile e attonita di fronte a noi, prende un respiro e trattiene il fiato, fissa i suoi occhi in quelli della vecchia e richiama a se gli spiriti dei morti dal luogo della loro dannazione eterna, che si scatenano con tutta la loro furia sulla donna. Ovviamente ecco Mikan che gli deve rovinare tutto il gusto annullando il suo alice e soccorrendo la povera sventurata insieme a Sumire.

- Youchi, pensavo sapessi che non si fanno queste cose - Gli dice Mikan una volta fatta riprendere la donna.

- Ma lei non mi permetteva di fare quello che volevo… -

- Ma tu non puoi fare sempre ciò che vuoi -

- Perché? -

- Perché è ingiusto -

- Il mondo è ingiusto -

- Andiamo bene - Sussurra - E dove l’ hai sentita, adesso, questa? -

Alza le spalle - In giro -

- Hey, Youchi, vuoi venire con noi? - Questo è Yuu.

- Sì - Fa per seguirci ma si sente uno stomaco brontolare.

- Mikan, hai fame? - Le chiede Hotaru.

- Effettivamente è dal pranzo di ieri che non mangio… -

- Andiamo a prendere un gelato? - Propone Ruka. Senza che nessuno dica niente si è già capito che tutti approvano in pieno e così ci avviamo verso il chiosco più vicino. Siamo davanti al gelataio e Yuu ci conta per sapere quanti gelati chiedere.

- Sei, sette, otto e… Ragazzi, dov’ è Ito? -

Tutti si guardano intorno spaesati.

- E’ da un po’ che non capto i suoi pensieri, ma non ci ho dato molto peso… Forse se ne andato quando ancora Mikan parlava con Youchi - Almeno Kokoro ci dice più o meno quando può essere sparito.

- Forse sarebbe meglio andare a cercarlo… - Dice Yuu dando voce ai pensieri di tutti… Beh, forse di tutti no:

- Paradisiaco… - a dispetto dei nostri ragionamenti su dove è possibile che sia finito Ito, Mikan si è presa il gelato e ora lo mangia di gusto, ma, che diamine succede?

- Mikan… I… I tuoi… Capelli! - Grida Sumire sconcertata.

- I miei capelli? -

- Ecco, prendi questo - Le consiglia Hotaru allungandole uno specchio.

- Ahhhhh! - Grida Mikan fuori di se (oggi gridano in molti) Comunque non la biasimo per questo, ritrovarsi da un secondo all’ altro i capelli biondi deve essere estremamente sconcertante per una ragazza.

- Bene, ora ho scoperto cosa succede se qualcuno mangia altro dopo il mio cioccolatino: i suoi capelli cambiano colore - Lo sapevo io che Hotaru aveva dato solo a Mikan quei dolcetti per un motivo…

- HOTARUUU! Dimmi che non è opera tua! - Grida Mikan indicandosi i capelli ora biondi.

- Veramente è proprio opera mia - Non prova neanche a difendersi.

- Io… Tu… Ahh! - Se fossimo in un manga a Mikan uscirebbe il fumo dalle orecchie.

- Rilassati Mikan, mica è per sempre… Almeno credo… - Certo che Hotaru non è molto rassicurante…

- Ragazzi, quel tipo non è ancora tornato -

- Hai ragione Youchi, con questa storia dei capelli ci siamo completamente dimenticati di Ito - Abbiamo deciso di andarlo a cercare in coppia, Youchi con Ruka, Hotaru con Mikan, Sumire con Yuu e io con Kokoro, adesso sta a vedere che perdiamo tutto il pomeriggio a cercare quell’ idiota di Yugai. 


SPAZIO AUTRICE

Spero ci siano pochi errori, ho cercato di ridurli al minimo.

E così siamo con una Mikan bionda, un Youchi impertinente e un Ito scomparso, chiarimenti? Si, aspetta e spera! In realtà il capitolo doveva uscire domani ma, udite, udite, popolo di EFP, oggi è il mio compleanno! Non che importi a qualcuno ma pazienza.

Oggi voglio ringraziare per prima bImBa_SoLiTaRiA che ha recensito per ultima il 6° cap e ha la mia storia tra le preferite, poi ringrazio:

mic98rosso

iletopina

STAILIST

Che hanno recensito lo sorso capitolo e in generale tutti quelli che seguono e recensiscono la mia storia. Grazie a tutti.  

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Capitolo 8
*** Rivelazioni sconcertanti ***


 

 

8

Rivelazioni sconcertanti

 

Ci sembrava di camminare ormai da ore e di quel rompi scatole di Ito neanche l’ ombra. Ecco come sprecare un pomeriggio. Mi guardo meglio attorno, non mi sembra di aver mai visto questa parte di Central Town, però magari me lo sto solo immaginando.

Sento un urlo venire da lontano, mi volto cercando di capire da che parte proviene, poi guardo ancora avanti a me e la realtà mi sembra distorta, come se si stesse modificando, come se fossimo in un’…

- Illusione - Kokoro ancora una volta mi ha letto nel pensiero.

- Natsume, siamo all’ interno di un’ illusione da quando abbiamo lasciato gli altri, non ricordi quando abbiamo attraversato quel parco che non ci sembrava di aver mai visto? -

- Sì, l’ ho pensato anch’ io. Ma da chi è stata creata? E perché? -

- Ahhh! - Un grido agghiacciante squarcia l’ aria.

- Sembra Sumire! - Grido a Kokoro. Improvvisamente ci troviamo in un luogo buio, dove a malapena si distinguono le forme, poi una luce azzurra rischiara il paesaggio. Vedo Sumire, Mikan e Hotaru a terra, prive di sensi, e un po’ più in giù Ruka, Youchi, Ito e Yuu in una situazione non diversa.

- Che cosa succede? - Urla Kokoro.

- A questo posso rispondere io - Una voce profonda emerge dalle tenebre però il proprietario nasconde il suo viso.

- Chi diavolo sei tu? E cosa hai fatto a Mikan? - Lui agita un dito in segno di rimprovero.

- Non ti scaldare tanto Hyuuga, non c’ è affatto bisogno che urli - Lo odio, lo odio con tutte le mie forze, lo odio come non ho mai odiato nessuno.

- I tuoi amici stanno bene, per ora almeno - Non mi controllo più, lo sento, una palla di fuoco mi incendia la mano e quel tipo scuote piano la testa.

- Non ti conviene, ragazzino… - Ora è troppo! Sto per scagliare la palla di fuoco contro quell’ uomo ma una parola proveniente da dietro di me ferma la mia mano.

- Aspetta - E’ stato Ito a parlare e ora si alza piano, steso lì a terra mi sembrava svenuto e ferito come gli altri ma ora che è in piedi riconosco che è sanissimo, forse non mentalmente al massimo. Velocemente come solo chi possiede il suo alice sa fare compare alle spalle di Kokoro e con un gesto preciso della mano mirato al suo collo lo stende in un attimo.

- Che fai? - Gli chiedo in un sussurro. Lui si avvicina piano a me.

- Non hai ancora capito? - Io lo guardo storto, ci ha traditi, ormai è più che ovvio.

- Perché? -

- L’ accademia sfrutta i ragazzi alice da anni e tu mi vieni a chiedere perché? -

- Fai parte di un’ organizzazione anti-alice - Non era una domanda, non era affatto una domanda. Io sciocco che pensavo fosse finita questa storia. Trapassa le barriere del suono e si muove a una velocità inumana verso il suo compare che proprio ora è uscito dall’ ombra insieme ad un altro tipo. Quell’ altro è alto, ha un corpo muscoloso ma tozzo e non sembra ne scattante ne veloce, con due mani enormi terminano le braccia possenti e un ghigno sadico gli attraversa il grugno. In uno scontro regolare non avrei neanche la minima speranza di sopravvivere. Regolare. Due palle di fuoco si accendono davanti a me ma quel colosso d’ uomo poggia i palmi delle mani al suolo e improvvisamente gli strati più superficiali della terra si scuotono, provocando un piccolo terremoto che mi fa cadere. Appoggia nuovamente i palmi a terra ma questa volta si apre una ferita, che sta per raggiungermi, per inghiottirmi, l’ unico pensiero che mi viene in mente è… durante le lotte nei film, è sempre buio pesto, non si vede niente e il paesaggio sembra rispecchiare l’ anima del protagonista, io morirò combattendo sotto una luce celeste che rischiara ogni cosa. Chiudo gli occhi, ma posso davvero permettere che finisca così? Poi sento un grido.

- No! - Sembra Mikan. La terra smette di tremare e si sente solo un respiro affannoso, apro gli occhi, Mikan è ferma davanti a me con le braccia spalancate e ansima, probabilmente ha bloccato l’ alice di quella montagna tutta muscoli. Si volta verso di me con aria preoccupata.

- Natsume, stai bene? -

- Ma come, mi conosci da cinque anni,e non sai che ci vuole di peggio per buttarmi giù? - Mi sorride, poi vedo qualcosa, come una striscia tracciata nell’ aria e cancellata subito dopo. Mikan sparisce, la vedo ricomparire qualche secondo dopo vicino a Ito, anche lui appena ricomparso. Gli altri due sono spariti e Mikan è legata ad un albero con le mani dietro la schiena, non ho neanche visto Ito mentre la bloccava.

- Lasciala subito! - Gli grido, sapendo bene che una minaccia da parte mia in questa situazione è assolutamente inutile.

- Se no? - Chiede ghignando e posando una mano sulla guancia di Mikan. Abbasso lo sguardo e stringo i pugni, non sopporto lo sguardo supplichevole di Mikan mentre io sono così inutile ed impotente in questa situazione.

- Non la toccare - La mia voce è ridotta a un sibilo.

- Le tue minacce non mi toccano. Sai, abbiamo ipnotizzato Hotaru perché essendo fuori dalla scuola era molto più facile da avvicinare… Ma devo proprio ammettere che Mikan non mi dispiace affatto, è davvero carina - Tenendola saldamente per il mento, avvicina il suo viso a quello di Mikan e… IO LO UCCIDO! Prima era solo uno studente dell’ accademia ma ora è decisamente contro di essa e anche se gli facessi prendere fuoco e lo abbrustolissi per una decina di minuti finché non vedo la pelle staccarsi dalle ossa nessuno mi potrebbe dire niente. Poi ripenso a ciò che è successo ieri, che il cioccolatino di Hotaru fosse una distrazione architettata da Ito? Finalmente quel ragazzo stacca le labbra dalla mia e sottolineo MIA Mikan.

- Verme -

- Ora offendi pure? - Fa una faccia angelica che mi fa vomitare, tutto di lui in questo momento mi fa vomitare. Ancora una volta il fuoco ricopre le mie mani e Ito scuote la testa.

- Vuoi davvero rischiare di far del male alla tua ragazza? - Io potevo benissimo bruciare unicamente il suo corpo e Mikan del resto poteva benissimo usare il suo alice, ma improvvisamente una paura totalmente irrazionale, completamente insensata… mi avvolge, mi chiama e mi mostra gli scenari peggiori senza abbandonarmi più, io non voglio far del male a Mikan, io non… Sento un dolore sordo alla testa, non ci credo, mi sono lasciato distrarre, sono un’ idiota, la coscienza mi abbandona così, perché io sono caduto in uno stupido trucco? L’ amore rende ciechi, lo so, ma senza Mikan non potrei vivere ormai.

- Attenta… - Sussurro, e poi solo il buio.

POV Mikan

Improvvisamente mi sentii trascinata via da dove ero, davanti a Natsume. Avvertii la mia schiena battere contro un albero, poi sentii delle parole, una mano sulla mia guancia, sul mio mento, altre parole, ed ecco, le labbra di Ito sopra le mie, un brivido mi percorse la schiena, un brivido di paura, di terrore irrazionale, qualcosa di primitivo, di sopito in me. Davanti alle storie di fantasmi, in una casa stregata, io provavo paura, credevo di provare paura, ma ora so che il vero terrore è questo, non quando pensi di morire e decidi di farla finita, no questa era una paura del cuore, non della mente. Natsume, perdonami, ti faccio soffrire. Ancora parole e poi ciò che non avrei mai voluto vedere, la disperazione si faceva largo nel mio cuore e nella mia mente, Natsume lo avrebbe visto arrivare, un masso sollevato a mezz’ aria dalla telecinesi, lo colpì proprio in testa e io mi sentii svenire, lo avrebbe visto arrivare, se solo non fosse stato distratto da me. Ito mi liberò.

- Dai, vai a soccorrere il tuo ragazzo, poi torna qui, dobbiamo prendere una nave - Mi stava dando la possibilità di controllare se Natsume fosse in pericolo, non per solidarietà e neanche per pietà, lo faceva perché pensava che io da sola non avrei potuto fare niente contro di lui e quegli altri tizi, ma per una volta si sbagliava. Si sbagliava di grosso. Mi chinai su Natsume steso a terra, e una lacrima solitaria sfuggì al mio controllo.

- Visto? Abbiamo infranto entrambi una promessa: tu non sei qui a proteggermi e io ho pianto! -

- Tic-Tac bellezza muoviti - Solo una parola mi veniva in mente per descrivere uno come lui.

- Stronzo -

- Hai detto qualcosa? - Strinsi le mani di Natsume e sentii una nuova forza invadermi il corpo, di scatto mi girai e bruciai con fiammate scaturite dalle mie mani Ito e quegli altri due, successe tutto in un attimo, i due scagnozzi li lasciai svenuti senza provocargli ustioni troppo gravi, ma Ito no, lui meritava di soffrire, soffrire come poteva farlo soffrire solo una lenta agonia subendo in terra le fiamme dell’ inferno. In seguito mi stupii dei miei pensieri in quella situazione, ma in quel momento no, in quel momento desideravo solo una cosa: Vendetta. Mi accorsi presto di poter evocare anche l’ alice dell’ elettricità che avevo usato giorni prima e l’ alice della terra (?) che avevo bloccato da poco, alla fine però non lo uccisi, l’ omicidio è una cosa che mi ha sempre disgustato e anche se per una giusta (a mio parere) vendetta non mi sarei certo abbassata al livello di coloro che tanto detestavo. Legai Ito e gli altri due a un’ albero e cercai di svegliare Natsume.

POV Natsume

Il buio in cui era caduta la mia mente sembrava non volermi abbandonare, persisteva e non lasciava spazio ai pensieri. Poi, come un richiamo lontano, una voce, un angelo parla e mi chiama a se dal limbo in cui sono capitato.

- Natsume, che bello hai aperto gli occhi! -

- M-Mikan -

- Sono io - Sospira - Sai, per colpa tua ho infranto una promessa, avevo giurato a me stessa di non piangere più. Quando poi però ti ho visto a terra non ho saputo controllarmi -

- Avevi già pianto davanti a me, non ricordi? -

- Io però volevo essere forte! - Mi metto seduto e la stringo forte.

- Piangi - Le chiedo in un sussurro. Lei mi abbraccia a sua volta, tutte le lacrime che aveva trattenuto, per suo nonno, per quello che ha fatto Ito, per i suoi amici, per me… Ora sono libere di scorrere sul suo viso e cadono come gocce di una pioggia amara sulla mia camicia.

Smette di piangere, si asciuga le lacrime col dorso della mano e mi guarda, ora sorride. Il più bello dei sorrisi, sincero, aperto, senza più tristezza, si apre sul suo viso come si mostra l’ arcobaleno dopo la pioggia, ma è ancora più prezioso, perché quel sorriso è solo mio, solo per me. Presto i membri principali delle forze segrete dell’ accademia si fecero vivi e arrestarono Ito e tutti i suoi collaboratori trovati in zona e soccorsero tutti gli altri ragazzi che nel frattempo si erano svegliati, ma a mio malgrado, nonostante sapessi di dover festeggiare per quella piccola ma importante vittoria, non ci riuscivo, cercavo con lo sguardo un professore: Persona, perché lui non si faceva vedere, lui viveva nell’ ombra, ma lui c’ era, e osservava, e ora sapeva. Sapeva ciò che Mikan era in grado di fare, e non lo avrebbe dimenticato, tutto quello che non volevo accadesse ormai era successo, e non si poteva tornare in dietro. Sento una mano cercare la mia, le nostre dita si intrecciano e lo sguardo dolce di Mikan per un attimo mi distrae da questi tristi pensieri, poi sento una fitta al petto, un dolore senza precedenti, un dolore che fa sparire la realtà, un dolore che ancora una volta mi trascina nel buio.

Mi sveglio ancora frastornato, poco a poco riprendo la coscienza del mio corpo ed è come se mi fossi svegliato da un sonno profondo e senza sogni. Qualcuno mi può spiegare perché in una sola settimana sono svenuto più volte di quanto è successo da quando sono arrivato in accademia? Avverto una pressione sul mio petto che prima, nel dormiveglia in cui ero caduto, non sentivo. Mi accorgo di avere gli occhi chiusi, li sbatto più volte e riesco ad aprirli, nella stanza in cui mi trovo c’ è una piacevole condizione di penombra e i miei occhi non ci mettono molto ad abituarsi, mi sembra di essere nell’ infermeria dell’ accademia. Guardo il mio petto, una figura di ragazza è seduta affianco al mio letto e dorme, appoggiata a me. Un pensiero mi trafigge la mente: Mikan! Dimentico ancora una volta il dolore lancinante che mi provocava la ferita al petto (prima o poi però dovrò chiedere cosa mi è successo). La consapevolezza di ciò che è successo inonda la mia mente come un mare in tempesta, improvvisamente ricordo tutto, dall’ abbraccio di Mikan, alle sue lacrime… E’ così bella quando dorme, neanche un’ ombra invade il suo viso, ha un’ aria così rilassata… non voglio svegliarla, ho scoperto che mi piace guardarla mentre riposa. La circondo con le braccia e mi abbandono nelle mani di Morfeo, il quale mi trascina subito nel nulla più profondo.

… Un ragazzo biondo cammina per i corridoi, si dirige verso l’ infermeria, lì è ricoverato il suo migliore amico e la sua ragazza non ha voluto lasciarlo neanche un momento. Socchiude la porta attento a fare il meno rumore possibile. Vede un ragazzo che abbraccia la giovane stesa sul suo petto. Chiude la porta, li lascia soli, e se ne va …


 


ANGOLO AUTRICE

Devo dire una cosa: io sono assolutamente contro le parolacce pesanti e non le dico mai, ma quando ci vuole ci vuole! Non l’ avreste pensato anche voi? Il mistero di Ito è svelato e ora è rinchiuso in qualche prigione segreta da cui non uscirà mai. Spero di essere riuscita a sorprendervi con questa rivelazione, ma qualcuno penso avesse già intuito qualcosa riguardo a Ito… La promessa di Natsume me la sono completamente inventata sul momento e… ragazzi, due capitoli e arrivo a 10! Bene, ringrazio:

iletopina

STAILIST

Che hanno recensito lo scorso cap, poi:

antofever
iletopina
mic98rosso
STAILIST
XxDUBHExX

Che hanno la mia storia tra le seguite, poi:

bImBa_SoLiTaRiA
Cuore_Angelo
Erica97
missfunix
XxDUBHExX

Che hanno la mia storia tra le preferite. Insomma, grazie a tutti! E al prossimo cap,

Lory402 


 

 

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Capitolo 9
*** Un grazie stroboscopico ***


 

9

Un grazie stroboscopico

 

Ancora una volta le tenebre lasciano il posto al sole, e ancora una volta mi devo alzare, ancora una volta riscopro le mie membra e ancora una volta avverto un dolce peso che mi opprime il petto. Poi sento qualcosa che delicatamente mi tira i capelli, apro gli occhi: vedo una mano all’ altezza del mio viso e Mikan che gioca con alcune ciocche dei miei capelli a volte neri come la pece a volte blu come la notte. Si accorge che ho aperto gli occhi e ritira la mano imbarazzata.

- Scusa, non volevo svegliarti Natsume - La guardo e sorrido.

- Buon giorno - A questo punto si alza dal mio letto in cui, durante la notte, deve essere finita senza accorgersene per stare più comoda, è ancora più rossa di prima.

- Hai dormito bene? -

- Con te vicino, di certo - Ammetto di essere un po’ smielato ma adoro farla arrossire. Dopo un’ attimo di muto imbarazzo unicamente di Mikan:

- Adori mettermi in difficoltà, non è così? - Chiede tirandomi un pugno scherzoso sulla spalla.

- Non ti facevo così violenta Mikan - Abbassa la testa, la sua voce è ridotta a un sussurro.

- Mi avessi vista durante l’ attacco - Cerca di essere sarcastica ma la sua voce tradisce una nota di malinconia. Piego la testa di lato, cerco di guardarla negli occhi. Provo ad ignorare questa frase sapendo che per lei è una nota dolente.

- Non ne posso più di stare in questo letto. Andiamo a far colazione? - Tento di alzarmi in piedi. Le gambe non mi reggono e cado addosso a Mikan che cerca di reggermi ma viene sovrastata dal mio peso e roviniamo entrambi a terra, io sopra di lei. Proprio mentre cado si sente provenire una voce da dietro la porta.

- Mikan , sei ancora q…? - Hotaru si interrompe aprendo la porta e guardandoci in quello stato.

- Hotaru, hai visto un fantasma? - Ride Ruka, prima di ammutolire anche lui per la scena che ha di fronte.

- Non è come sembra - Cerca di giustificarsi Mikan da sotto il mio corpo.

- Infatti, sembra che siate caduti - Dice Hotaru con un ghigno malizioso sulla faccia. Mi tolgo da sopra Mikan e mi siedo a terra, permettendole di alzarsi.

- C-Come mai siete venuti qui? - Chiede Mikan cercando di togliersi dall’ imbarazzo.

- Volevamo vedere se Natsume stava bene ma a quanto pare è già sveglio e attivo - Non bastava Hotaru a fare del sarcasmo, ci si metteva pure Ruka!

- Ruka non ti ci mettere anche tu adesso! E per una volta prova a farti gli affari tuoi, ok? -

- Scusa, scusa! Nervosetto oggi - Dice poi rivolto solo ad Hotaru.

- Comunque, a parte le vostre pose equivocabili, il prof Narumi voleva vederci tutti in sala riunione per un discorso che deve fare all’ intera accademia -

La sala riunione, che poi sarebbe la mensa, è già completamente piena, ma riusciamo a trovare un posto nell’ angolo vicino al tavolo sul quale si è piazzato Narumi con un microfono in mano.

- Ragazzi e ragazze - Comincia col suo solito sorriso ebete stampato in faccia - E’ successa una cosa terribile in questi giorni di cui purtroppo la scuola non era a conoscenza. Fortunatamente due dei nostri allievi della divisione superiore - E con questo cerca me e Mikan con lo sguardo - Sono riusciti ad evitare il peggio e a fermare l’ organizzazione anti-alice di turno, tramortendoli fino all’ arrivo dei rinforzi. Per questo la scuola tutta è in festa e domani si terrà un meraviglioso party in stile discoteca - In questo istante tutto il brusio che c’ era prima scompare e Narumi ottiene la massima attenzione - Proprio qui nella sala mensa che sarà addobbata a dovere, dalla seconda media in giù il coprifuoco sarà alle nove, per gli altri illimitato dato che il giorno dopo e anche i giorni che precedono la festa le lezioni verranno sospese - E qui si alza un boato di applausi, Narumi però li fa smettere con un gesto della mano e continua - Tutti i ragazzi poi avranno due giorni di licenza per andare a trovare i propri cari - Stanno facendo di tutto i professori, Jinno è perfino arrivato a minacciare alcuni studenti con la bacchetta che funge da catalizzatore dei suoi poteri, ma niente, niente riesce a fermare lo scroscio di grida e applausi che si è scatenato. Narumi si arrende e scende dal tavolo, viene vicino a noi due, si rivolge a Mikan:

- Contenta? Prima la festa e poi potrai tornare a casa del nonno - Lei abbassa la testa,

si vede che è triste. L’ unico che sembra non capirlo è Narumi. Con un braccio circondo le spalle di Mikan e la porto via, ma prima di andarmene rivolgo uno sguardo sprezzante a Narumi:

- Com’ è possibile che tu non sappia mai niente? -

Entro nella mia stanza e lascio andare Mikan, non ha alzato la testa per tutto il tragitto. Si appoggia al muro vicino alla porta, io faccio ancora pochi passi e mi fermo.

- Dimmelo -

- Dirti cosa, Natsume? Io sto bene, davvero… - Si sente che la sua voce sa di pianto, tenta di negare anche l’ evidenza ora. Mi volto e annullo la distanza fra noi, le poggio il mento sui capelli e guardo il muro dietro di lei.

- Ti prego, non mentirmi -

- Ma io non… - Le sue parole vengono interrotte dai singhiozzi, una solitaria e calda lacrima riga il suo viso, subito seguita da altre mille perle salate.

- Ci sono io, tranquilla - Afferra i lembi della mia maglia e si stringe a me, le accarezzo i capelli. Smette di piangere.

- Mi dispiace davvero, quando mi parli così non riesco a fare a meno di piangere -

- Ti senti meglio? - Annuisce piano con il volto ancora sprofondato nel mio petto. Le prendo il mento fra le dita e le alzo il viso.

- Non sei contenta? Domani niente lezioni - Lei sorride.

- Natsume, senti… - Un velo porpora ricopre le sue guancie - Potresti baciarmi? - Sorrido trattenendo una risata, è così imbarazzata. Poggio le mie labbra sulle sue in un bacio dolce, caldo, delicato… Questa volta è lei a cercare di più, e quello che era iniziato come un bacio senza pretese, diventa pieno di passione, di fuoco, di amore…

Dopo qualche minuto ci separiamo, entrambi ansimanti, lei con le spalle attaccate al muro e io con le mani accanto al suo viso.

- Mikan, tu hai paura di me? - Non so neanche perché gliel’ ho chiesto.

- No - Risponde sicura - Perché? - Accendo un fuocherello sulla mia mano e glielo avvicino al viso. Lei incrocia le sue dita con le mie spegnendo il fuoco col suo alice.

- Io non potrò mai avere paura di te. Perché io ti amo - Sento di desiderarla, desiderarla più ardentemente di sempre , non riesco più a trattenermi, le bacio la spalla, il collo, posando delicatamente le mie labbra sulla sua pelle calda. Avverto ogni suo sospiro, ogni suo gemito e mi invogliano a continuare.

- Na… Natsume… I-io… - Balbetta, non è che capisca molto cosa vogliano dire questi suoi balbettii sconnessi, ma non trattengo una risata. Il respiro di Mikan sembra ritornare normale e assume una buffa espressione che vuole sembrare offesa.

- Che hai adesso da ridere? - Improvvisamente ritorno serio.

- Scusa, è che mi sento, inebriato dal fatto, che quando se con me non riesci neanche a formare una frase di senso compiuto, sai? - Mi accorgo che la mia voce assume una nota sensuale e mi avvicino ancora a Mikan, respirandole sul collo. Lei ritorna rossa.

- N-non… è… vero… - Sospira, ricomincio a ridere piano.

- Vedi come neghi sempre l’ evidenza tu? - Sospira di nuovo ma questa volta sembra più che lei abbia sbuffato. E’ quasi incredibile che io sia cambiato così tanto in questi ultimi anni insieme a lei, però non riesco a trattenere una risata quando Mikan fa così.

- Dai, andiamo, o qualcuno potrebbe pensare male - Dico allusivo, e il rossore sulle guance di Mikan aumenta, è accaldata e ha i capelli un poco scompigliati, questo però credo sia colpa mia.

Torniamo in sala, sono rimasti solo Ruka e Hotaru che probabilmente attendono una spiegazione sulla nostra fuga di circa mezz’ ora (!) fa. Infatti… Che inizi l’ interrogatorio.

- Perché siete scappati così? - Comincia Ruka.

- E dove siete stati? - Continua Hotaru. Apro la bocca per spiegarlo, ma Mikan mi ferma e prende fiato.

- E’ che ci sono rimasta male quando il prof Narumi ha nominato mio nonno perché… Lui… non c’ è più - Mikan dice tutto velocemente, non vuole prolungare la sua agonia e la reazione dei nostri amici è immediata. Ruka apre la bocca sorpreso e Hotaru abbraccia Mikan.

- Mikan, non ne sapevamo niente! Perché non ce l’ hai detto? - chiede Hotaru quasi sconvolta con ancora la giovane tra le braccia.

- Non volevo farvi stare in pensiero… - Hotaru si stacca e la guarda intensamente.

- Tu vuoi dirmi che a me non lo hai confidato nonostante ripeti in continuazione che sono la tua migliore amica… E a lui si?!? - Dice indicando me con lo sguardo.

- Beh, io, ecco, io… -

- Mikan, possiamo fare qualcosa per te? - Chiede Ruka apprensivo.

- Beh… - Comincia Mikan - Potete offrirmi un gelato triplo! - Scoppiamo tutti a ridere e dopo qualche secondo comincia anche lei, il dolore non passerà presto, lo so anch’ io, ma sembra abbia deciso di smettere di piangere per il momento.

- Mikan, non cambierai mai -

Alla fine questa pazza ha preteso veramente di andare a prendere il gelato, e noi che pensavamo fosse uno scherzo! E’ ormai sera, sono disteso nel mio letto in attesa che il sonno mi avvolga, oggi si vuole far pregare! Sospiro nel buio, domani non ci sarà scuola, mi potrò svegliare all’ ora che mi pare e magari porterò anche Mikan a fare un giro, da soli questa volta…

Alla fine la stanchezza ha avuto la meglio sull’ insonnia e, non so come, non so quando, sono finito in un luogo scuro e solitario quel’ è il mio subconscio per poi riappropriarmi delle mie facoltà fisiche e mentali la mattina dopo, che poi sarebbe adesso. Mi volto verso la sveglia che ieri sera avevo disattivato, segna le dieci e quarantasei, credo andrò a cercare Mikan, penso non abbia ancora fatto colazione. Mi vesto con la prima cosa che trovo nell’ armadio (jeans neri e camicia bianca sbucata da chissà dove) sperando che oggi non bisogni mettere la divisa, mi avvio verso a camera di Mikan e busso, busso ancora, non mi risponde nessuno, e io come un’ idiota penso subito che sia arrivato Persona e l’ abbia portata in qualche luogo pericoloso per qualche missione anche più pericolosa, spalanco la porta di botto, ed ecco lì Mikan che dorme ancora! Figurati. E io che penso subito al peggio… Sospiro e mi avvicino al suo letto, la scuoto per un po’, nell’ istante esatto in cui la pazienza mi abbandona e sto per prendere fiato nell’ intento di gridargli in un orecchio di svegliarsi, ecco che spalanca gli occhi e scatta a sedere visibilmente imbarazzata sul letto.

- Buon giorno bell’ addormentata, dormito bene? - Le chiedo con premura visibilmente simulata.

- Scusa Natsume, mi spiace -

- Non importa, così siamo pari per la storia della maniglia -

- Che maniglia? - Chiede lei piegando la testa di lato in un’ espressione palesemente confusa. Ah, non l’ avevo detto? Per spalancare la porta ho dovuto fondere la serratura.

- Niente. Muoviti, usciamo - Lei sbuffa per il tono duro che so di aver usato, ma mi volto ed esco dalla sua stanza. Esce dopo pochi minuti con dei jeans di un azzurro molto chiaro e sfumato e una felpa bianca con una stella dorata al centro, i capelli legati in due trecce. Mi volto e comincio a camminare non appena chiude la porta e la sento spingersi ad un andatura simile al trotto per recuperare la distanza che ci separa, una volta al mio fianco rallenta e incrocia le mani dietro alla schiena piegandosi leggermente in avanti. Dopo pochi passi si scioglie da quella posizione non troppo comoda e lascia le braccia a penzolare svogliatamente lungo i fianchi mentre trattiene la domanda che di sicure preme per uscire, ed ecco che non resiste più:

- Allora Natsume, dove andiamo? - Mi chiudo in un silenzio ostinato che cerca di significare: “non lo dirò neanche sotto tortura” e lei abbassa la testa sconsolata. Mentre camminiamo le nostre mani si sfiorano, ma il contatto si interrompe in fretta perché Mikan ritira subito la sua e se la mette in tasca di tutta fretta.

Siamo arrivati in una caffetteria il più lontana possibile dal luogo in cui potrebbe essere una qualunque persona che mi conosca, purtroppo nel bosco non ci sono luoghi in cui si può fare colazione, e quindi mi sono accontentato di un posto sperduto e deserto in un angolo di Central Town. Siamo seduti ad un tavolino e Mikan ha una frittella stracolma di nutella in mano e un succo davanti. Apre piano la bocca, come uno squalo che si avvicina alla preda inerme, e con uno scatto… Gnam!! Ecco che Mikan divora un’ altro pezzo di quella povera frittella destinata ad estinguersi presto, ed ecco che ancora una volta trattengo a stento le risate. Mi accorgo che Mikan ha una goccia di nutella appoggiata ad una guancia, avvicino piano la mano al suo viso, lei si volta verso di me e quando sto per sfiorarle la pelle lei ritira la guancia e si allontana, devo avere un’ espressione alquanto scioccata dopo il suo improvviso attacco di timidezza, lei si alza e imbarazzata dice:

- Grazie per la colazione… Andiamo? - Ritorno in me e la seguo un po’ dubbioso, non si è mai comportata così. La riaccompagno in camera, è stata una passeggiata silenziosa e non ci siamo più neppure sfiorati, siamo a pochi passi dalla stanza di Mikan, ma improvvisamente una ragazza dai cappelli blu la prende sottobraccio.

- Natsume, non ti dispiace vero se te la rubo fino alla festa? -

- No, prego Hotaru, è tutta tua - Rispondo, vagamente sorpreso. Mi avvio verso la mia camera senza particolare entusiasmo e le lascio sole.

ANGOLO AUTRICE

Scusascusascusascusa a tutte quelle che seguono per il madornale ritardo di questo aggiornamento! (immaginatevi l’ autrice in ginocchio con le lacrime agli occhi e le mani giunte in preghiera) Sono davvero dispiaciuta per quanto vi ho fatto aspettare, questi sono stati giorni strapieni di impegni, ma alla fine sono qui! In realtà questo cap doveva continuare fino alla sera, ma ho deciso di mettere tutto nel prossimo, e ultimo! (sigh) Già, il prossimo sarà l’ ultimo capitolo della mia ff ma lascio le lacrime ecc. a dopo, voglio ringraziare

iletopina e

STAILIST

Che hanno recensito!

Ancora scuse,

Lory402 

 

ANGOLO AUTRICE

Scusascusascusascusa a tutte quelle che seguono per il madornale ritardo di questo aggiornamento! (immaginatevi l’ autrice in ginocchio con le lacrime agli occhi e le mani giunte in preghiera) Sono davvero dispiaciuta per quanto vi ho fatto aspettare, questi sono stati giorni strapieni di impegni, ma alla fine sono qui! In realtà questo cap doveva continuare fino alla sera, ma ho deciso di mettere tutto nel prossimo, e ultimo! (sigh) Già, il prossimo sarà l’ ultimo capitolo della mia ff ma lascio le lacrime ecc. a dopo, voglio ringraziare

iletopina e

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Ancora scuse,

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Capitolo 10
*** La fine... o solo l' inizio? ***


10

La fine… o solo l’ inizio?

 

Ah, che dormita, ci voleva proprio. Da quando ho lasciato Mikan con Hotaru non le ho più viste da nessuna parte, non che mi sia dato tanta pena per cercarle, in realtà dopo il pranzo molti potrebbero affermare che sono letteralmente scomparso, ma in realtà sono solo andato in camera e ho dormito, beh, fino ad adesso, e adesso sono le: O MAMMA MIA! Appena guardato l’ orologio la mia reazione può essere solo questa, corro per la stanza alla ricerca dei vestiti per la festa e intanto borbotto: - Quanto è tardi! Quanto è tardi! - Sono le 18:26, Ruka aveva detto che mi sarebbe venuto a prendere esattamente… Drinnn: ora. Mi avvio alla porta saltellando sulla gamba coperta dai jeans e piegando in pose innaturali l’ altra per infilarci pure quella. Giusto prima di sbattere contro la porta mi infilo bene i calzoni, appoggio entrambi i piedi a terra e apro.

- Natsume, ti sembra il modo di venire ad accogliere gli ospiti? - Sono scalzo, coi capelli arruffati (non che comunque di solito li pettini molto) e senza maglia.

- Per tua informazione, mi sono appena svegliato - Rispondo con un ringhio esibendomi nel miglior sguardo truce del mio repertorio.

- Dai, rilassati, però muoviti - La coerenza non è mai stata la sua dote migliore. Si appoggia di fianco alla porta sul muro che da sul corridoio e aspetta. Mi passo le dita di entrambe le mani sui capelli nella speranza di addomesticarli un poco e infilo una maglia blu notte a maniche lunghe con scollatura a “V”. Una volta messe anche le scarpe partiamo alla volta del luogo di ritrovo odierno degli studenti dell’ accademia all’ ora di punta, altrimenti detto “mensa”. Siamo totalmente sommersi dalla musica rock sparata a palla e dalle luci stroboscopiche, e questo nonostante siamo ancora a parecchi metri dall’ entrata. Oggi è stranamente una serata abbastanza calda, a dispetto del mese in cui ci troviamo. Appena entrato Sumire mi si getta letteralmente tra le braccia senza darmi il tempo neanche di guardarmi intorno.

- Natsume non è una festa bellissima? Dai balliamo! - Detto questo mi trascina verso il centro della sala, mi prende le mani e comincia a ballare a tempo di musica. Mai, mai ho desiderato incendiare i suoi capelli come in questo momento, purtroppo se lo facessi Sumire correrebbe da tutte le parti e rischierebbe di dar fuoco alle luci. In ogni caso mentre lei muove le mani come una perfetta idiota, io mi giro e faccio per andarmene, quando vedo Hotaru sulla porta con Mikan lì vicino che sembra piuttosto imbarazzata, la squadro dalla testa ai piedi e capisco perché. Indossa dei sandali col tacco basso di colore argento, dei pantaloncini in pelle nera e un top rosso con disegnati dei cerchi di vari colori, una catena aurea al collo la regge. E io sono qui che resto a fissarla imbambolato come uno scemo. Neanche siano chissà cosa i suoi vestiti, però ammetto che le stanno davvero bene. Hotaru la prende per un braccio e si avvicina a me, non me n’ ero accorto però qui affianco è arrivato anche Ruka, guarda rosso in viso le due ragazze che avanzano, ma che dico rosso, ormai è diventato bordeaux!

- Ruka, guarda che se ti metto un uovo in faccia si cuoce - Adesso che ci penso non mangio dall’ una, forse è per questo che mi è venuto un pensiero del genere.

- L-lo so, però tu stai con Mikan mentre io e Hota… - Non finirà mai questa frase probabilmente, l’ arrivo di Mikan e di Hotaru lo interrompe, poco male. Ah già, prima che mi dimentichi Hotaru ha una minigonna blu con una catena dorata che pende su un fianco e una maglietta a maniche corte che non copre le spalle. Guardo negli occhi Mikan, quello che mi ha detto Ruka ha risvegliato in me una strana sensazione, tipo quella di poche ore prima quando lei si è allontanata da me, una spiacevole sensazione. Abbassa lo sguardo… Forse infastidita? Poi si mette a camminare verso l’ uscita secondaria, ignorando gli altri che ci guardano straniti, io faccio lo stesso e, non so bene perché, la seguo. Quando siamo fuori da quella sala si ferma e si volta verso di me, io mi avvicino senza pensare, e mi abbasso su di lei, quando le nostre labbra si stanno per sfiorare, però, Mikan si tira indietro impacciata e si allontana con un espressione quasi più sconcertata della mia.

- Scusa, io… Natsume… - Non conclude la frase, si volta e comincia a correre. Non ho intenzione di farmela sfuggire ora. La inseguo e la blocco contro un muro, sto per farle una domanda quando mi accorgo che comincia a piovere. La prendo per un polso trascinandola verso la mia camera, entro e chiudo la porta alle sue spalle. Voglio chiarire. Le sbatto la schiena contro il muro, quello stesso muro in cui solo ieri l’ avevo baciata. Improvvisamente mi sento preso da una rabbia incontrollabile, può davvero lei avere paura di me? No, la mia non è rabbia, la mia è paura, paura che davvero Mikan abbia finto in questi giorni, che i suoi sentimenti non siano veri. Eppure io non voglio crederci, io la amo e spero - desidero - davvero che lei sia sincera, ma allora perché mi sento così? La blocco al muro mettendo con le braccia ai lati del suo viso.

- Mikan, lo ripeto, tu hai paura di me? - La mia voce è dura, di ghiaccio, tengo la testa bassa e non alzo lo sguardo su Mikan.

- No, Natsume, io… - Ancora? Si ostina ancora a non concludere le frasi?

- E allora perché ti comporti così, maledizione!? - Urlo, sbattendo una mano contro il muro, sobbalza.

- Natsume, - Ora urla anche lei - Si ho paura! - Oh, no. Il suo tono di voce si abbassa di nuovo, ma non so se riesco a continuare ad ascoltare - Ma non ho paura di te, io… io sono spaventata da quello che provo, perché io… Ah! Ma perché deve essere così complicato? - Urla ancora - Natsume, io ti amo, solo che non riesco più a starti vicino. Ogni volta che mi sfiori, che mi baci, ogni volta che sento il tuo respiro… prima non succedeva! Ma adesso… adesso sento di desiderarti ancora di più di quello che già abbiamo, e non lo sopporto, perché il tuo profumo inebria i miei sensi e ogni volta che ti avvicini smetto di ragionare! - Si stacca dal muro e si avvicina a me, io ho alzato la testa e ora mi circonda i fianchi con le braccia. Avverto uno strano profumo, che glielo abbia fatto mettere Hotaru? No, sono violette, è lo stesso aroma che ho avvertito quando mi ha abbracciato la prima volta, il profumo della sua pelle, il profumo che è di Mikan e solo suo, ineguagliabile.

- Mi capisci? - Più di quanto lei possa immaginare, ma davvero non ho mai creduto che potesse provare una cosa del genere. All’ improvviso, perso nei miei ragionamenti, sento le sue labbra fredde che si poggiano nell’ incavo del mio collo, sento il suo corpo aderire al mio, sento quel desiderio, quel desiderio provato solo con lei, sento che la voglio mia ora più che mai.

- Mi stai facendo impazzire - Ha raggiunto il mio mento, con le sue labbra sfiora le mie, non crede davvero che mi possa fermare qui? La bacio, la bacio con tutta la passione che so usare, la stringo a me, poi mi stacco un’ attimo.

- Mikan, sto rischiando seriamente di perdere il controllo, dopo non potrò più rispondere delle mie azioni, te ne rendi conto vero? - Lei per tutta risposta mi bacia casta. Basta, l’ ho capito: mi provoca apposta, ma io che ci posso fare? Lo avvertita, e già ho resistito molto più tempo di quello che pensavo, ora il mio cervello è davvero entrato in stand bay. Le appoggio le mani sui fianchi e lei mi getta le braccia al collo. Ancora uniamo le nostre labbra. La tengo per la vita e mi accorgo solo ora che le ho sollevato di poco i bordi della maglietta, fino a sfiorare la pelle fredda del suo corpo. Sento un brivido scuoterle le membra. Senza accorgercene abbiamo invertito le posizioni e siamo giunti davanti al mio letto, lei non se ne accorge e indietreggia ancora, cade con la schiena sul materasso trascinando giù anche me, e poi… e poi… E poi fatevi gli affari vostri una buona volta!

Ah, questa sarà una splendida giornata, ne sono certo. Sono disteso supino nel mio letto, Mikan appoggia una guancia sul mio petto, tenendo affianco al suo naso la mano destra, la testa di Mikan si alza e si abbassa a ritmo con il mio respiro. Ancora una volta non riesco a svegliarla, non perché non credo di farcela, ma semplicemente perché mi sembra terribile doverla scuotere da questa sua calma, in fondo ieri è stata una serata faticosa per entrambi… Improvvisamente si gira a pancia in su staccandosi da me ancora avvolta dal sonno, forse mi è venuta un’ idea… Le bacio una spalla nuda, ha la pelle fredda. Continuo a percorrere una linea immaginaria su di lei e le lascio una scia di baci bollenti sul collo. Arrivo alla guancia, quando sono ormai giunto all’ angolo delle labbra lei apre piano gli occhi.

- Ben svegliata - Sussurro sulla sua pelle. Chiude gli occhi e sembra rispondere al bacio, subito dopo però li riapre di scatto. Afferra i lembi della coperta e allontanandomi se li tira fin sopra al viso oramai tutto rosso. Le accarezzo una guancia intrufolando una mano sotto la stoffa pesante.

- Cosa c’ è? - Le chiedo con un sorriso, poi un dubbio tremendo mi assale - Ti sei pentita? - Chiedo, freddo. Scuote forte il capo. Brutto paranoico che non sono altro! Tira fuori la testa da sotto la coperta.

- Non volevo mi vedessi arrossire - Sorrido di nuovo.

- Troppo tardi - Sussurro ancora. Do un’ occhiata in giro: le tende sono diventate cenere, un’ anta dell’ armadio di destra è andata e anche in quello di sinistra ci sono delle bruciature evidenti. La tiro a me cingendole la vita con le braccia, siamo entrambi su un fianco, accosto la bocca al suo orecchio e dico in sussurro:

- Mi hai bruciato mezza stanza ieri - Avvicino ancora le labbra e le mordicchio piano il lobo.

- Io… scusa… non… non sono riuscita - Sospira - A controllarmi… -

- Oggi puoi bruciarmi l’ altra metà della camera - Dico allusivo, Mikan però mi sorprende, abbandona il suo imbarazzo e si avvicina ancora di più a me, aiutandosi con le braccia che nel frattempo aveva avvolto intorno al mio collo, i nostri corpi ora aderiscono perfettamente e dice con voce sensuale al mio orecchio:

- Chi ti assicura che io non accetti? - Mi scappa un sorriso.

- Mi renderesti il ragazzo più felice del mondo per la seconda volta di seguito - Le rispondo con voce bassa. Però mi sorprende di nuovo, mi lascia e si butta a pancia in su affianco a me.

- Natsume, sai quelle persone che vivono ogni giorno come se fosse l’ ultimo? - Chiede pensierosa - Che si ripetono che la vita è breve e bisogna vivere quell’ attimo soltanto? - Annuisco poco convinto, lei gira il viso verso di me - Io preferisco vivere ogni giorno come se fosse il primo, stupendomi tutte le volte di quello che vedo, che sento, restando sorpresa davanti alla vita che anima ogni cosa e senza mai dare nulla per scontato - Credo di proprio non capire cosa mi vuole dire con questa frase nata così, dal nulla. Le osservo il viso, mi sta guardando ma la sua espressione è assorta come se non mi vedesse veramente. I suoi occhi nocciola si accendono all’ improvviso e mi poggia una mano sul viso.

- Ti amo - Senza attendere ancora la bacio, un bacio casto, senza pretese, io però resterei così per sempre. Ovviamente - purtroppo - per ogni bella fiaba c’ è un finale. Mikan si allontana piano da me e riapre gli occhi, mi guarda intensamente.

- Ho fame - Se fossi stato in piedi sarei cascato a terra. Sembra dovesse dirmi chissà che cosa e invece! Mikan non cambierà mai, mi sorprende però il fatto che a me sta bene così.

- Dai, alzati, ti porto a fare colazione - E’ entrata in bagno e ho sentito lo scrosciare della doccia, ormai è dieci minuti che l’ aspetto. Finalmente esce, ha addosso i pantaloncini di ieri, un paio di scarpe da ginnastica che non mi stanno più, che io non le ho prestato

e la camicia più stretta che sono riuscito a trovare. Io sono vestito al solito, non perdo neanche tempo per descrivermi. Usciamo e pensiamo di dirigerci verso una caffetteria abbastanza vicina a camera mia, quando veniamo fermati da un:

- Hey, ragazzi! - Prodotto dalla voce del mio migliore amico. Hotaru e Ruka ci raggiungono correndo.

- Dove siete finiti ieri? - Chiede il ragazzo piegato in due nel tentativo di riprendere fiato.

- Affari nostri - Rispondo con un sorriso spontaneo.

- Avete un po’ di cose da spiegarci - Dice Hotaru calma.

- Anche voi, mi sembra - Ribatte Mikan con un sorriso malizioso che non le appartiene. Poi rivolgo lo sguardo dove la mia ragazza ha lanciato un’ occhiata allusiva pochi secondi fa, non me ne ero accorto, Ruka e Hotaru sono mano nella mano. La ragazza diventa improvvisamente rossa, non è nel suo carattere, poi risponde:

- Può darsi… - Pochi secondi di suspense in cui tratteniamo il respiro. Alla fine scoppiamo tutti a ridere, sotto questo cielo, che è stato scenario di mille avventure e altre mille ne vedrà.

Io, che credevo di dover trascinare Mikan nel buio legandola a me, proprio io che non pensavo di poter più vivere al di fuori dell’ oscurità che mi avvolgeva, sono stato trasportato da un angelo sotto mentite spoglie fino alla luce.

The end

 


ANGOLO AUTRICE

E’ finita! Ragazzi, è finita davvero! E potete credermi se vi dico che non so se ridere per la felicità di essere riuscita a portare a termine questa storia o piangere perché… è finita! Nell’ incertezza mi scuso per l’ immenso ritardo! So di aver fatto un Hotaru un po’ lunatica, ma spero davvero che alla fine vi sia piaciuto, ho cambiato il rating della storia poco prima di mettere questo capitolo perché in realtà all’ inizio non pensavo di postare un cap del genere, ora prego chi non si aspettava un finale così, di recensire! Di chi lo dava per scontato, di recensire! E a quelli a cui ha fatto pena, di recensire lo stesso perché ho davvero bisogno dei vostri consigli! Ora, ringrazio quelli che hanno la storia tra le seguite\preferite\ricordate:

 

bImBa_SoLiTaRiA
Cuore_Angelo
Erica97
missfunix
mitika98yb
ConsumatedSnow
antofever
iletopina
mic98rosso
obidoia
STAILIST
XxDUBHExX

Ho notato che alcune di voi non hanno recensito, e vi supplico di farlo! Insomma, è l’ ultimo cap e voglio davvero sapere la vostra opinione!

Poi ringrazio, che ha recensito ma non è tra quelle segnate sopra:

Eu_chan

fiorediciliegio

AriLOL

Grazie anche a tutti quelli che leggono e basta! E poi: Wow, il primo capitolo più di 700 visite!!!

A presto,

Lory402 

 

  

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