Everything for a fucking ticket. -VOLUME DUE-

di curlymakesmesmile
(/viewuser.php?uid=165792)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 11. Time changes every person. ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 12. Escape from this nightmare, you know I'm your greatest desire. ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 13. We arrived at our evening. But together. ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 11. Time changes every person. ***


CAPITOLO 11. Time changes every person.

Claudia
- Sei bellissima.- abbraccio la mia migliore amica di sempre, augurandole buona fortuna.
Sono in prima fila, nella navata centrale. Angelica sta entrando con un abito azzurro pallido, quasi bianco, lungo fino ai piedi, semplice e lineare. I suoi capelli biondo scuro brillano alla luce riflessa sulle vetrate colorate della Chiesa. La osservo con le lacrime d'emozione negli occhi, dando uno sguardo veloce ogni tanto a Davide, il mio ragazzo.
Angelica, accompagnata dal padre, prende posto innanzi all'altare.
Vicino a lei l'aspetta Zayn, che le sorride preso dalla musica di sottofondo che proviene dall'organo. La cerimonia prosegue lentamente, senza che io dia importanza al testimone di Zayn, che negli incontri pre-matrimonio non si era mai presentato.
Arriva il momento della lettura dei testimoni.
Inizio io, leggo il mio paragrafo con un pò di agitazione, di ansia. Temo di sbagliare, rovinando il giorno più bello della sua vita. È il turno dell'altro... testimone.
Sono in piedi, devo aspettare che lui finisca la sua parte.
Volgo lo sguardo verso di lui.
Riconosco quegli occhi verdi, quel sorriso sbilenco e...
E quel groviglio di ricci.
Improvvisamente mi gira la testa, lui si gira verso la mia direzione, mi guarda dritta negli occhi. Sto per svenire, un flashback mi passa davanti, tutto intorno a me gira eccetto che quegli occhi e quel viso. Quella sera, quella macchina, quei baci. Quell'addio.
E la mia incapacità di aver avuto il coraggio di andare avanti con lui, come ha fatto Angelica. Lasciandolo lì, senza mai poterlo più rivedere, sentire. Restando paralizzata alle sue foto nei giornali ogni volta. Guardando attonita e ferita le foto di lui e altre ragazze baciarsi.
I colpi e le fitte al cuore. E poi Davide. L'unico che pensavo avesse potuto farmi dimenticare Harry, quella sera, quella vecchia storia da adolescente. Quanti cazzo di anni erano passati? Eh? 10 esatti. Si, 27 anni e ancora a pensare a quella storia a distanza finita secoli prima. E ora sono qui, in una Chiesa, al matrimonio della mia migliore amica, che è sempre stata in grado di affrontare ogni difficoltà. E io, qui, che sono la testimone e sto per svenire a riguardare quegli occhi verdi. E lui, che mi fissa in continuazione.
Ho la sensazione di perdere continuamente i sensi, ma sono ancora in piedi, penso.
Mi vado a sedere velocemente. Tutto gira in un vortice,
tutto smette quando esco da quel luogo maledetto.
Harry se ne stà in disparte con gli altri della band, che nel corso degli anni, hanno tutti continuato la loro carriera da solisti, separandosi in una scelta comune.
Quando successe piansi per ore, e non diedi mai la spiegazione a Davide.
Mi sento spesso una fidanzata infedele per tutte le cose che gli nascondo, quel cassetto tutto di Harry. L'altro sui One Direction. Smettila, Claudia,
non sei più una ragazzina. Smettila, hai quasi 30 anni.
- Che succede?- Davide mi si avvicina, così distolgo immediatamente lo sguardo da Hazza.
Quel nome del cazzo, ancora in testa. Rimbomba.
- Nulla.- Davide mi scocca un bacio sulla guancia abbracciandomi.
Barcollo sui tacchi, non distolgo lo sguardo da Harry.
Mi sento una perfetta idiota, dietro a quella mise di ogni giorno da signora e donna in carriera che copre il mio passato. Quegli studi di Giurisprudenza, questa carriera da avvocato che ho sempre sognato. E la foto nel fondo del cassetto del mio studio.
No, non di Davide. È vergognoso ammetterlo, ma è una vecchia foto di me e Styles,
non è cambiato molto da allora. E neanche io.

Harry
Sto girovagando per il buffet del ristorante alla ricerca di Niall, che non ha mai perso l'abitudine di mangiare. Sarà in qualche angolo a rimpinzarsi di salatini.
E infatti. Sul divano. A mangiare. CAZZO,
ho un sacco di cause da finire. Domani c'è il processo e devo difendere la vittima, sarà facile vincere. Styles vince sempre tutte le cause, da vero avvocato. L'importante è che l'altro non sia bravo a difendere, e se perdessi il caso mi sarei fatto ore di macchina inutilmente. Devo vincere. Ogni volta sono curioso di sapere chi sarà l'altro avvocato a difendere l'antagonista. E poi la rottura con Tiffany. Sinceramente non mi interessa, non era quella giusta. Basta ... ragazze. Ok, come non detto Styles.
Eccola, sono sicuro, è lei. Sono passati dieci anni ma è sempre lei.
Non ho il coraggio di andare da lei e dirle: ehi, come va la vita? Per me dopo di te, è stata tutta una merda. Il gruppo sciolto, tu andata per sempre.
Eppure me ne sto fermo come un adolescente innamorato, non cambierò mai.
Sono come Louis. Quel fottuto Peter Pan che non cresce mai. Lei è Wendy, se n'è andata, è cresciuta e io sono fermo, e lei? Lei non può più tornare.
La sto fissando e più lo faccio, più odio quel tipo che le sta attaccato.
Quando si allontana, la raggiungo.
- Oppps, scusami.- fingo di inciampare sul suo piede.
- SCUSAMI, EH, BRUTTO SCHIFOSO, DI UN MALEDUCATO! LO SAI CHI SONO IO? LO SAI CHE È MALEDUCAZIONE? IO SONO... ... - sta urlando come una paza.- Harry.-
Mi riconosce, cambia espressione in volto.
CRASH.
Cade il suo bicchiere a terra, resta immobile con la mano ancora protesa come se avesse la bevanda ancora fra le dita. I suoi occhi sbarrati, i suoi capelli lunghi sulla schiena e mossi.
Mi fissa in volto.
- Scusatemi.- sussurra. Cerca di raccogliere, ma dei camerieri le vanno in soccorso pulendo. Scappa sui tacchi, verso il bagno.
La seguo, stando attento alle azioni del suo ipotetico ragazzo. Sta parlando, bene.
È in bagno, davanti allo specchio, sta parlando con sè stessa, sta piangendo.
- Non può... essere lui.- singhiozza. - tutto quel tempo... ...
Si ferma. Piange. Riprende,
- tutto quel tempo passato aspettando una sua chiamata e adesso, adesso che l'avevo scordato, forse... ritorna. VAFFANCULO.
Si asciuga le lacrime con la mano, ma le porgo un fazzoletto candido per pulirsi il trucco sbavato. Mi guarda e piange, inginocchiandosi a terra come una bimba dispiaciuta.
La imito, asciugandole le goti. La stringo a me.
L'aiuto ad alzarsi, resta ferma a fissarmi.
Non sa cosa dire, piange e basta, come quelle vecchie fans che se fossimo ancora insieme, non ci avrebbero ancora lasciato.
- Gli stessi soliti errori. E giochiamo ai soliti vecchi giochi.- dice sottovoce.
- Wake up, wake up, same mistakes.-
Le accarezzo i capelli, è distrutta.
Sotto quei chili di trucco nasconde tantissime occhiaie, borse, ha gli occhi tristi.
- Che è successo?- le chiedo.
Ci spostiamo in un salotto a parte, in una stanza privata, chiudendo la porta a chiave.
- Harry, io... tutte quei colpi al cuore quando sui giornali c'erano le tue foto.
Con tantissime ragazze. E tu che eri all'apice del successo, e io che ero una merda sottoterra, caduta giù, mi ha fatto star male, sai? E ora, ora che Davide mi aveva fatto dimenticare di te, o almeno lo pensavo, ora, si, ORA, ritorni.
- L'hai usato solo per dimenticarmi?- domando, incuriosito.
- No. - sospira. - anche per quello, inizialmente. Ma ho pensato che, si insomma, avrebbe potuto darmi quello di cui avevo bisogno temporaneamente.
- E poi?-
- Ho studiato legge all'Università. E adesso ho uno studio privato, sono avvocato.
Parla tutto d'un colpo, senza soffermarsi se non per respirare.
Stavolta sono io a essere pietrificato, incredulo.
- A...anche io.-
Sgrana gli occhi.
Parliamo forse per ore, del nostro lavoro. Non parlo affatto sul processo di domani, non voglio che sappia dove andrò. L'ha fatta soffrire il mio ritorno, non voglio farla star male ancora di più, non in questa giornata.
- Scusa, Hazza.- ho sentito bene, si è scusata. E mi ha chiamato Hazza.
Mi ero scordato di quel nome, con Elsy, con Tatyan, con Elly e infine con Tiffany.
Ma non di lei.
La sto fissando negli occhi, è di fronte a me, con un calice di champagne in mano.
- Non può succedere ancora.- penso.
Eppure succede. Eccome se succede. Come dieci anni fa. Sembrano ieri.
Ci baciamo, forse per minuti interi, forse per pochi secondi. Sono un'eternità.
- Scusami, ma non può andare avanti così. Sappi che ho un cassetto tutto dedicato a te in perfetto ordine, che tengo da anni nel mio ufficio. Ho 27 anni, ma i ricordi non si cancellano.
Apre la porta, resto seduto sul divano con il drink in mano osservando il suo ragazzo baciarla. Provo un senso infinito di invidia e gelosia.
Lei è mia.

Claudia
- Giudice, il caso non può essere risolto senza la presenza dell'avvocato... dell'avvocato..- sto discutendo con la mia solita autodeterminazione e tenacia con il giudice.
- La presenza dell'avvocato Styles.- mi corregge.
- Styles?- domando.
Di nuovo quel senso di vuoto nella pancia,
di nuovo quei giramenti.
- Si, Styles. Senza di lui la causa sarà rimandata. -
Si apre di botto la porta.
- Scusate per il ritardo.- sbuffa affannato un uomo. Con gli occhi verdi.
Con i capelli ricci. E con... il sorriso sbilenco.
- Che il caso abbia inizio.- il giudice batte il pugno sul tavolo di legno massiccio.
Claudia, non puoi sprofondare in quel senso di debolezza.
- Si alzi, signorina. Con quale affermazione conferma l'innocenza del Signor Arletti?
I miei tacchi neri risuonano nella stanza.
- Come spiegato negli scorsi incontri, Arletti è innocente secondo la seguente versione pura e veritiera: Arletti è stato accusato dalla moglie di molestie sulla figlia, Anika, di 6 anni, nata da una relazione di un sabato sera con quella donna inglese.- Indico la signora difesa da Harry. - Pertanto, non sono state trovate prove concrete di molestie o segni particolari sul corpo della piccola Anika. Arletti è innocente. La moglie avrebbe puntato causa contro il marito miliardario solo per aver riscatto, per ottenere il divorzio e avere parte dei soldi della causa vinta.- concludo.
- E con cosa lo afferma? Che prove ha?- chiede Styles.
- Caro signor Styles- passeggio per la camera dei deputati. Mi fermo davanti a lui, piegandomi sulla sua scrivania. - Le prove sono queste.
Estraggo una lettera indirizzata alla cugina della moglie di Arletti, nella quale tutto era stato spiegato. Styles mi guarda sconcertato.
- Giudice. - Harry si alza in piedi.- la causa non può essere persa. Quella lettera come si è sicuri, che sia stata scritta dalla moglie?
Silenzio.
Il Giudice parla con altri uomini presenti.
Dopo interminabili minuti appoggiata davanti al tavolo di Styles, il Giudice parla.
- La causa è chiusa a favore del signor Arletti.-
Esulto guardando in modo provocatorio Styles.
Ringrazio tutti ed esco dalla stanza, firmando le ultime carte.
- Stavolta hai vinto tu.- mi dice Harry.- Ti ricordi queste tue parole? Me le ricordo perfettamente. "Ti auguro figli maschi, ti auguro tanto successo nel lavoro, ti auguro che quel faccino adorabile non svanisca mai. Perchè il tuo sorriso e il tuo sguardo sono la cosa più bella che mi sia mai capitata. Ma stavolta non abbiamo vinto noi, non sono abbastanza forte. Sono sempre i soliti, noiosi, gli stessi errori che ci rovinano. Che mi rovinano." Ecco, quei figli li vorrei avere con te, il successo con te accanto è impossibile, sei meglio di me in tutto. Sono passati dieci anni, quando sarai forte, chiamami. Ci sono sempre.
Sorrido e me ne torno a casa, frugando fra le carte nel quale c'era scritto il recapito telefonico dell'avvocato della causa persa.
Mi addormento sulla scrivania del mio ufficio.
Il tempo cambia le persone, ma sembra che con te tutto si sia fermato e che tu sia sempre lo stesso. È questo che mi piace di te, e la confusione regna nella mia mente.
Time changes every person, but you're the same, ever. I'm so confused.
̕ Quel faccino non è cambiato affatto, Styles. Non sono mai svaniti i tuoi occhi e i tuoi capelli, il tuo sorriso. Sei sempre uguale ed è questo che mi fa pazza di te̕


-author's note-
Questo è l'inizio del secondo volumeeeeee.
Insomma, non vi ho fatto aspettare tanto eh (?)
Adesso non potete dire che sono cattiva e comunque grazie per tuitte le visite del
primo volume, anche se siete scarse di recensioni ._.
vabbuò, io lo metto, cagatevelo ♥
xx
@_ClaPayne

ah come avete visto è il futuro diciamo u.u ve gusta?
Ditemi cosa ne pensate.

 

link volume 1: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=931739&i=1

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** CAPITOLO 12. Escape from this nightmare, you know I'm your greatest desire. ***


CAPITOLO 12. Escape from this nightmare, you know I'm your greatest desire.

- 3 mesi dopo...-
Claudia
Non ho idea di quello che sto vivendo, il mio matrimonio progettato da tempo con Davide si svolgerà domani. È tutto così perfetto, così pronto, così... già fatto. Davide ha pensato a tutto: Le decorazioni, il buffet, il ristorante, la torta.
Ai vestiti ho pensato tutto io, ho scelto in particolare per me un abito lungo bianco molto chic ed elegante, raffinato. È tutto in grande stile, ci sono moltissimi invitati, più di 100 persone, quasi tutti amici del mio ormai prossimo sposo. Lo specchio ritrae la mia immagine deformandone il viso, forse Davide ha fatto un acquisto sbagliato, questo specchio è davvero scadente di qualità. In realtà non voglio ammettere che sono le mie lacrime a sfocarmi la vista, non voglio ammettere che un magone all'altezza della gola che scende e sale dalla pancia a tratti, mi avvolge e mi stringe da ore. È solo domani, è solo un sì e poi tutto per magia diventa realtà. Basta un sì, per la prima volta nella vita, a determinare una cosa duratura. Eppure qualcosa mi affligge, quanto vorrei essere felice come Angelica.
Mi distolgo dai pensieri, pettino i miei lunghi capelli setosi e mi infilo a letto, con la camera già piena di regali e set, addirittura vestiti da neonato, per il nostro futuro.
Ma chi mi dice che domani dirò si? È così scontata la mia risposta?
Sono davvero legata a pronunciare quel monosillabo? E se il magone non scendesse fino a snodarsi e svanire? -Tranquilla, sono i soliti dubbi pre-matrimonio.- ripetono tutti.
Domani passa tutto e la tua vita sarà fantastica, così... perfettamente perfetta.
Così odiosamente progettata fin dall'inizio.
Si cavolo, ma non è quello che voglio. Sono una ragazza che ha bisogno di novità, evoluzioni e svolte nella vita, odio la calma piatta della routine che uccide le anime poco a poco, logorandole. Non riesco ancora a capire cosa mi dà i dubbi, è qualcosa che non so cosa sia, ma di cui so il nome, che non voglio pronunciare ancora, come una bambina ridicola. Sono ormai passati ben tre mesi da quell'incontro con Harry e non ho mai avuto il coraggio di cercarlo e iniziare una conversazione del tipo: Hei ciao, amicone! Come stai? E con la tua nuova ragazza?-
Non ne ho le forze, perchè lui mi rende debole ogni volta che lo vedo, ma è la mia forza e la ragione più profonda per cui vivo, che mi dà speranza che i sogni possono essere realtà. Eppure sto facendo tutto il contrario di quello che mi porterebbe da Harry, ma mi sentirei con il rancore a vita per Davide, per quanto il suo amore platonico e piatto mi avvolga ogni sera e mi soddisfi superficialmente, con qualche seduta di sesso e niente di più. Non riservo sentimenti veri per lui, solo attrazione fisica e la capacità che ha di far sentire importante chiunque, è per questo che sto per ... sposarlo. Finchè morte non ci separi, giusto?
E allora, è davvero sbagliato ripensare a quel monosillabo la notta prima? È davvero da sfigata svegliarsi il giorno del matrimonio con delle occhiaie da far invidia a un cadavere? È davvero così semplice fare come dicono tutti, non pensarci e dire quella cazzo di parola e basta?
Ma chi può dire che Harry non mi lascerà per un'altra come suo solito?
Davide non mi lascerebbe mai.
Si, ma Davide non è il mio desiderio più grande, è la persona che uso per colmare il mio senso di vuoto, è quella persona che uso per alzare la mia autostima sul lavoro, la persona che sa dirmi sempre la cosa giusta e un complimento, al quale non credo affatto, ma cui fingo di crederci.

- I tuoi capelli sono a dir poco principeschi, rimembrano in me una brezza marina d'un mattino solitario, una stella di mare, sul porticciolo e sul borgo...- Davide. Non la smette mai con queste frasi del cazzo che odio. Frasi fatte, da poeta. Preferisco un: "Cazzo, sei figa".
Ma non questa poesia mista prosa con versi endecasillabi alternati e intrecciati a settenari, no, questo no. Non gli dò risposta, spingendolo nella stanza accanto.
- Sei diseducata, ormai Signora De Marchesi, ma amo questo di te.-
Preferirei che non mi amassi, proprio in questo momento, Davide.
Preferirei essere tradita, preferirei essere una scrofa sudicia di fango.
- Erri. - gli rispondo usando quei termini ricercati- Non sono la signora De Marchesi, no. Non ancora. - E non lo sarò mai, questa è ormai ferma convinzione.


Il braccio stretto di mio padre al mio. I miei capelli lisci e lasciati ondeggiare sulla schiena.
I tacchi infernali, come quelli di quella sera al lago.
L'abito luccicante che strascica a terra sporcandosi. Ed è quello che voglio.
Lo voglio sbrandellare, distruggere. Fino alla fine.
Di nuovo quella sensazione di vuoto, quel magone che risale e riscende da pancia a gola, da gola a pancia. Stomaco che brontola, intestino in subbuglio. Le gambe sembrano due pali, sorretti da plantane instabili, come me. Quei tacchi orridi.
- Vuoi prendere, tu Davide, come tua sposa, Claudia, nella buona e cattiva sorte...- il parroco inizia la formula nuziale- finchè morte non vi separi?
Silenzio. Vuoto. Dopo qualche veloce secondo, ecco il suo pronto e limpido SI, senza alcuna fottuta esitazione, senza nessun filo di dubbio.
- E tu, Claudia...- inizia con me, ecco. Ci risiamo. - ... finchè morte non vi separi?-
Le orecchie fischiano, di nuovo il magone. Stavolta all'altezza dello stomaco e subito dopo la tachicardia; i battiti accelerano, cento al minuto.
Nell'arco di tre secondi, scorrono immagini sfocate di dieci anni fa.
Immagino che vicino a me ci sia Hazza, quel sorriso sbilenco e non quel viso squadrato di Davide. L'auto di Liam, la nostra prima e ultima volta. Poi la chiamata. L'addio.
E ancora prima, Londra. E i giorni infernali a scuola senza di lui. E tutti questi accidenti di anni lentissimi, vissuti con quel barlume di speranza che si sta affievolendo sempre di più.
Basta un semplice no, e posso tornare indietro.
Si, ma se dicessi "No, non lo voglio" i preparativi non sarebbero serviti a nulla, la gente mi guardarebbe male e resterei sola, perderei anche Davide. Si, questo è decisamente un incubo ora realtà, altro che sogno. Insomma dai, chi vorrebbe passare la vita dai 27 anni con un uomo che parla solo in rima? Che sa solo dare il suo corpo senza emozioni? Eh?
Che amore si può dare a dei figli creati con una persona che non si ama?
E che vita sarebbe senza Davide? Ancora peggiore. Tanto vale dire di sì, non c'è più nulla da fare. Mi arrendo. Si, lo voglio. Anzi, non lo voglio affatto, quindi mi limiterò solo a dire un sì.
- Ehm... io...-balbetto come un coniglio con la bocca piena di carote, oh Louis, se solo fossi qui, si, mi faresti ridere. - Io... insomma... ecco...io...
Esito tantissimo, mi volto un'ultima volta verso gli invitati, ho tipo due centinaia di occhi puntati su di me e si aspettano tutti che io dica quel maledetto SI e che tutto sia una favola.
Osservo la porta, optando per la fuga. È color mogano scuro, sul rossiccio.
Aspetta. Un secondo. Un ultimo e poi ti rispondo, Dà. Prima la porta possente e massiccia era color ebano, avvolta da un alone scuro. Perchè adesso è più chiara? Entra un filo di luce dalla porta, si, devo fuggire. Chi ha aperto la porta? Fisso l'apertura, osservando le mani che la stanno spalancando. Basta, mi giro verso l'altare.
- Io... insomma, si. Io ... lo vogl...-
La porta sbatte. Non finisco la frase, c'è una sagoma alta e snella in smoking nero e bianco avvolta da una nebbia chiara di sole che non ne mostra il viso.
La figura avanza correndo con il fiatone.
Non mi interessa chi sia, tanto ormai è solo la mia mente, la mia illusione.
Non è nessuno, mi sto inventando tutto. Sono solo una bambina, faccio schifo.
Si, è fantasia perchè il prete mi invita a continuare.
- Io lo voglio.- sussurro piano.
- Prego?- chiede il parrocco, non avendo capito la mia risposta.
- Io lo vogl... - La figura ricoperta dall'alone mi prende dalle spalle, facendomi inciampare dai gradini e facendomi smarrire la scarpa infernale. Immaginavo questa scena dall'era dei tempi,
come Cenerentola e mi sono anche pizzicata, non è un sogno.
Tolgo anche l'altra scarpa e non c'è Sole, non c'è alone, non c'è luce, non c'è persona che mi possa impedire di riconoscere quell'ombra.
- ASPETTA.- urla. - Non farlo.
L'uomo indietreggia, pensando che io avessi già detto il fatidico sì.
Sorride triste e in una lacrima splendente, inizia a correre verso l'uscita.
- Harry!- sbraito come un'adolescente in pena.- Io ti amo.
Il mondo rallenta. O almeno in quella Chiesa tutto è lentissimo.
La figura si volta verso di me, facendo ricadere quei ricci elastici a mezz'aria.
I suoi occhi verdi trapassano il mio magone, sconfiggono quel senso di vuoto.
Inizio a correre alzando il vestito, strappandolo a brandelli, come avrei voluto.
Mi butto fra le sue braccia, so solo che lo sto abbracciando, che non vorrei mai andarmene da qui. La sua pelle è morbidissima, ancora quel vecchio profumo di borotalco e primavera.
- Se il tuo era un Addio, beh... allora ti sei spiegata male.-
Mi stringe fortissima, quelle emozioni sepolte da anni riaffiorano su ogni mia parte del corpo.
Si stacca da me e mi guarda preoccupato.
- Davide, tu sei il ragazzo perfetto, ma io sono tutto il contrario di quello che tu possa desiderare. Non sono una brava ragazza, non sono perfetta, non parlo in endecasillabi e settenari, non sono educata come te, non sono una De Marchesi e mai lo sarò. Ti ho anche usato per colmare i miei vuoti, ti ho nascosto il mio amore più grande, ti ho nascosto la ragione che mi ha fatta andare avanti, fino a qui. E scusa se ti avrei detto sì, scusa davvero. Ti ripeto che sbaglio tanto e che non sono perfetta e tu sei fantastico, meriti una persona alla tua altezza, ma non mi trasmetti emozioni e davvero, io ti voglio bene ma non può funzionare. Meriti di meglio, ma lasciami nei miei errori, nei miei soliti noiosi giochi, per favore. Ciao Dà. Grazie per aver provato a colmare l'incolmabile.-
Raccolgo le mie decolletè bianche intrecciando le mie dite con quelle di Harry.
Iniziamo a correre fino al parcheggio, entrando poi nella sua automobile.
- Ti ricordi un posto non lontano da qui? - Harry sorride, accendendo lo stereo.
Accende il motore, iniziando a cantare qualche vecchia canzone.
Ogni tanto mi accarezza il capo, e dopo poco mi addormento dalla stanchezza.
La musica mi rilassa, sono la donna più felice del mondo.
- Claudia- mi scosta il ciuffo dall'occhio sinistro. - Ehi, svegliati.
Apro gli occhi e, assonnata, mi ritrovo in uno straccio bianco strappato, con dei tacchi vertiginosi in giro per l'auto, un'acconciatura ormai sfasciata e gli occhi rigati di nero.
Ricordo tutto nel giro di pochi istanti, realizzando che tutto questo non è finzione.
- Pizzicami.- non ne sono ancora certa. - Fallo ho detto.
Harry mi accarezza la gote anzichè pizzicarla, l'ultima cosa che vorrei sarebbe svegliarmi di soprassalto e capire che dì lì a poco sarei dovuta scendere sull'altare.
E invece no. Invece sto girando con Harry per le vie di quel vecchio paese,
avendo improvvisato un look a parer mio orrido con qualche abito estivo trovato nella macchina di Harry che mi apparteneva, lasciato lì da anni e anni.
E sono mano nella mano con l'ormai uomo che amo da infiniti attimi e sospiri flebili, lasciati in sospeso e mai finiti. Sto camminando dopo un decennio e sto cercando quel bellissimo lucchetto, che è ancora intatto, un pò sbiadito dal tempo che scorre, dall'acqua e da qualcosa che l'ha eroso, ma c'è ancora. È lì che mi fissa splendente, illuminato da uno squarcio di sole che fuoriesce dalle nubi. Harry mi sta abbracciando teneramente, come un bambino.
Mi cinge i fianchi e io non posso far altro che restargli attaccata, sussurrando:
- Non lasciarmi mai.
- Come potrei? Non sarei venuto fino lì, Claudia.
- Hazza- dico lentamente - sei sicuro che questo non sia solo un bel sogno?
- Sei scappata da quell'incubo, e sai perchè? Perchè io sono il tuo desiderio più grande.
- Già.
Le nostre mani si intrecciano incastrandosi come tasselli di un rebus con punti di domanda polverizzati. Ci siamo solo noi, il nostro lucchetto infantile e il nostro amore, che ha saputo soprassare distanza e tempo. Adesso ho trovato la forza, e quello, a dirla tutta, non è mai stato un addio. Ti amo Harry.


-author's note-
Ecco il lieto fine che vi aspettavate.
Non so essere così drammatica, mi spiace.
Ma penso di essere riuscita a avervi tenute
sulle spine.
Non so se finire la FF così, con soli due capitoli o aggiungerne
un ultimo. La mia idea era quella di fare che Zayn e
Angelica abbiano una figlia e noi un bimbo che poi crescendo
si innamorano l'uno dell'altra, ma non penso sia il caso
di dedicare a questi due bbbbbimbi tipo 5 capitoli,
risulterebbe fuorviante. Penso cwc
Quindi magari lo dirò nel prossimo capitolo,
chiudendo il tutto con la scena finale molto triste, ma
non drammatica u.u Oppure terminare direttamente qua,
perchè sta FF mi dà del scontato, ho un'idea più originale e reale,
mi sto già documentando *----* Sono presissima.
LALALALA. Non sarà affatto banale e se non la leggerete vi ucciderò a pezzi <3
With Love
@_ClaPayne

Please, ditemi come vorreste che finisca il tutto xx

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** CAPITOLO 13. We arrived at our evening. But together. ***


- quarantatrè anni dopo...-
Harry
Me ne sto su una poltrona comoda, in una ormai vecchia casa inglese di mattoni rossi contornata da un giardino verde, ravvivato da erbe e qualche carota e pochi altri ortaggi che ho piantato nell'orto, dietro la casetta degli attrezzi. Sto leggendo un giornale, le solite notizie su William e Kate, i loro cavolo di scoop e che cazzo, hanno ormai ottantanni.
E io ne ho settanta, la vecchiaia non tarda mai ad arrivare.
Diciamo che ho saputo comunque vivere bene la mia vita.
Appoggio il quotidiano sul tavolo, affacciandomi sulla finestra che dà sul retro, penso velocemente alla mia vita che è trascorsa veloce come un fiume in discesa, che ha trovato massi e cespugli, ma che non ha mai fermato il suo corso, per volontà di voler continuare.
Ricordo quei giorni di diciottenne, di ragazzo nel pieno della sua carriera, con l'America ai piedi, piegata sotto di noi, a comandarla erano i One Direction. Ed eravamo attori, cantanti, qualsiasi cosa che facesse "figo" e "soldi". Ci hanno usati come marionette e quelle notti stressanti a lavorare, con le occhiaie coperte dal trucco. Come una ragazza che finge di star bene, quando in realtà ha un mal di pancia straziante. Ricordo tutta la mia celebrità e il mio personaggio, osservando quelle carote nel piccolo campo, ricordando Louis, quel mio migliore amico. E in seguito tutti gli altri. Si, Louis.
Quel fratello maggiore, e la sua Eleonore. Si sposarono.
E morirono esattamente ormai otto anni fa, in uno di quei tragici incidenti, nei quali gli allora sessantenni non hanno via di scampo, perchè i corpi sono fragili e le ossa si spezzano. E quegli occhi pieni di brio, divertimento adolescenziale che sono sempre stati in lui, si sono spenti tutto d'un colpo, conservando sul suo volto uno strano sorriso stampato, come in quelle foto di quando era famoso, di quando era uno dei One Direction.
E il suo funerale, sapete, è stato assai doloroso. Ricordo quel giorno come se fosse ieri, Eleonore accanto a lui, in uno di quei giorni di sole e vento tiepido, che se la sono portata via. E lui, il mio amico di sempre, in quella merda di bara, con gli occhi chiusi per sempre ingiustamente, con il cuore stoppato che non gli ha permesso di sorridere un ultima volta. Ma sapete? Lo sapete questo? Lui è morto con la felicità sul viso, perchè lui ha sempre saputo spaccare il mondo, ha saputo affrontare la morte con la solita leggerezza di sempre. E chi se lo è portato via, beh, è stato fortunato. Una persona così fantastica, chi non la vorrebbe accanto? La povera Eleonore è potuta stare sempre con lui, sempre.
È questa la parte più emozionante, si sono disintegrati insieme.
L'amore di una fan che ha saputo accompagnarlo per sempre, a nome di tutte le altre migliaia di fans, che quando seppero della sua morte si disperarono.
E io, il suo amico di sempre, tentato a seguirlo, anche dopo la morte. Ho pensato che comunque non avrei mai potuto lasciare Claudia sola, e non ne sarebbe valsa la pena.
A proposito, Claudia.
Eccola, è appena tornata. È andata a comprare al supermercato un pacchetto di caramelle gommose, quelle che mangio dall'era dei tempi. Sono la mia felicità personale, dopo Claudia, nostra figlia e le carote che stanno nel giardino. Ebbene sì.
Per quanto riguarda Niall, dopo lo scioglimento del gruppo, si è sposato con una ragazza americana e si sono trasferiti in America, di lui non ho saputo più nulla. Mi mancano a volte, il suo sorriso ferreo e i suoi occhi. Liam ha avuto una famiglia numerosa, il classico padre perfetto. E Zayn? Zayn. Zayn è rimasto solo per tanto tempo, ammirando sè stesso e unicamente lui. Si, perchè dopo 10 anni di matrimonio divroziò da Angelica e la favola finì. Penso che io sia stato, alla fine, quello con il destino migliore.
Il figlio di Zayn e Angelica si innamorò di mia figlia, Sarah e insieme ci hanno dato dei nipotini bellissimi. E sono qui, con il bastone e dei ricci folti, bianchi, mai scomparsi, a parlare di me. E Claudia non riesce ad entrare, non ha le chiavi.
Giorno dopo giorno dimentica sempre di più le cose, la vecchiaia è così.
Le apro, lentamente, a passi di tartaruga. Ripenso velocemente alle nostre nottate di fuoco di tantissimi anni fa, a quanto possiamo essere stati belli. Ed ecco Sarah che segue sua madre, accompagnandola a sedersi sul divano.


Claudia
Si, è finita così. Così bene, così stupendamente. Sono ormai le cinque del pomeriggio e Sarah ci ha portato Eleonore e Louis, i nostri nipotini. Li ha chiamati così in onore di quella coppia di eterni giovani, quei due innamorati finiti per sempre in uno schifo di incidente.
Eccoli, stanno scorazzando per il soggiorno ed Harry mi guarda con quello stesso sguardo di ormai 50 anni fa e più... la nostalgia fa malissimo, ma è compensata da questi splendori di bimbi. Suonano alla porta. Sarah mi precede ed apre, sa che la mia forma non è più quella di una volta. Sono Zayn ed Angelica, che nonostante il divorzio sono stati in buoni rapporti. E loro figlio, Erik. Entrano con quel flebile "Permesso" e appena vedono me ed Harry, ci abbracciano. Ormai siamo abituati a questo vecchiume di aspetto, a queste cose da vecchi. Sappiamo tutti che dentro siamo ancora giovani.
- Se solo Louis fosse qui...- Harry azzarda sempre qualche frase che sa che ferisce.
Silenzio. Tutti sorseggiano il thè senza parlare.
Poi Zayn azzarda: Starebbe ridendo e facendo qualche sua battuta, sulla vita e su quanto possa essere bella. La vita che amava, lo ha tradito.
Angelica abbassa lo sguardo, guarda Zayn ancora innamorata, come una bambina di nove anni che attende un'attenzione dal bambino che le piace.
Zayn la accontenta, guardandola triste.
Queste giornate di ritrovo, pur con l'assenza di Niall Liam e... Louis, sono sempre malinconiche. So che ora Zayn starà pensando: com'è potuto finire un amore così bello?
Si vede trapelare dai suoi occhi fervidi e lucenti, forse emozionati.
Si guarda attorno, sbircia vecchie foto.
Harry oggi ha gli occhi vitrei, ma è da capire, ormai ha settantanni.
- Nonna...!- mi chiama Louis. - Ci fai vedere una foto di QUEL Louis?-
- Si, nonna!- ecco Eleonore.- E io voglio vedere Eleonore...!
Scrollo la testa, non voglio riguardarli da giovani e star male.
Allora piombano dal nonno Zayn. -Nonno, nonno!- Tutti dicono di no, eccetto Harry che vuole star male, da quello che fa vedere, vuole anche lui rivederlo.
- Va bene- esclamo - fate quello che volete, se piango non voglio occhi strani che mi fissano.
Mi alzo, poggiando la tazzina sul tavolino e facendo tonfare il cucchiaio.
Liam, i cucchiai. Un biscotto cade dalle mani di Angelica.
Quel biscotto mi ricorda il cibo che amava Niall. Maledetto questo giorno, maledetto.
Cerco nelle scartoffie vecchie, trovando un album con due dita di polvere come minimo.
Lo porgo ai bambini, Sarah ed Erik se ne sono andati. I nonni coi nipotini.
Iniziano a sfogliare le pagine, in braccio ai loro nonni. Malik e Styles iniziano a lanciarsi sguardi d'intesa, un pò tristi, un pò speranzosi.
In questo momento come in nessun altro, ho mai desiderato che Louis ed Eleonor si materializzino qui, nonostante questo si sa, non può succedere.
- Questi eravamo io, il nonno Zayn, Louis, Liam e Niall. Nel 2011... quando ho conosciuto la nonna...- Harry spiega con pazienza.
La vita va avanti, lentamente.
Con dolori e felicità, l'abbiamo vissuta.
We arrived at our evening. But together.
Siamo arrivati alla nostra sera, ma il bello è che ci siamo insieme.
Stiamo affrontando i nostri ultimi anni insieme, uno accanto all'altra, nell'attesa di una svolta. Perchè la nostra vita è completa, è bellissima e non abbiamo bisogno di altro eccetto che di amore, Zayn, Niall, Liam, Angelica e... un campo di carote.
With love, always.

-author's note-
LA FF È FINITAAAAAAAAAAAAAAA.
Finalmente, ne ero stufa HAHA
No seriamente, spero vi siano piaciuti questi 3
capitoletti del volume DUE, grazie per tutte quelle recensioni,
vi adoro.. adesso inizierò una FF molto più originale e beeellla.
Ok, spero vi piaccia l'ultimo. xx

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=973414