Capitolo
1
“Benvenuti,
signore e signori, alle 86^ Olimpiadi Giovanili, quest'anno, per la
prima volta, qui, a Sydney!
Come
d'abitudine, iniziamo con il nuoto.
Ecco
la prima batteria maschile dei 400m misti!
Iniziamo
con Frank Scholtz, Germania, in corsia 2;
Jean
Dauffe, Francia, in corsia 3;
Yuuto
Masazuke, Giappone, in corsia 4;
ed
ecco a voi l'unico ed inimitabile David Finnigun, vincitore degli
ultimi tre anni e detentore del record mondiale, Australia, in corsia
5;
e
poi Alessandro Pegni, Italia, in corsia 6;
Peter
van Keeten, Paesi Bassi, in corsia 7;
ed
infine Alexander Ribonov, Russia, in corsia 8.”
“Ecco,
devo andare” penso quando sento il mio nome.
Le
porte scorrevoli di fronte a me si aprono e la luce inizialmente mi
abbaglia. Quando finalmente i miei occhi si abituano, mentre mi
avvicino alla mia postazione, guardo gli spalti.
Tutti,
ok, quasi tutti gridano il mio nome, anche se nessuno mi
conosce di persona. Solo in quell'angolino in basso finalmente vedo i
miei genitori, mio fratello Jason con sua moglie Liliana e i miei
migliori amici, Matt, Jeremy e Samuel che tengono un cartellone
scritto con le bombolette con la frase: “Achille, sarai
sempre il migliore!”.
Loro
sono gli unici che sono riusciti a capirmi...
Ho
raggiunto il blocco di partenza 5, mi tolgo la tuta e posiziono gli
occhialini in modo da non perderli.
Sono
pronto.
Tre
fischi Un fischio
Mi
ritrovo a pensare al fatto che non ha senso che le persone che non
conosco mi facciano il tifo.
A
posto
Speriamo
che almeno qui il suono di partenza sia decente...
!
Mi
tuffo nell'acqua gelida e mi ricordo che devo fare solo due vasche
per stile, dato che la piscina è da 50m.
In
pochi secondi sono in testa, come sempre.
Non
penso più a niente. Mi succede sempre quando nuoto: mi godo
l'acqua, anche se vado veloce.
Senza
quasi accorgermene passo da delfino a dorso.
Cerco
di sentire cosa sta dicendo il cronista, ma l'unica cosa che capisco
è che sto già battendo il mio stesso record.
Dorso,
rana.
Nell'apnea
incontro gli altri nuotatori alle bandierine.
Rana,
stile.
Devo
arrivare a metà vasca per incontrare il secondo della gara.
Ultima
vasca. Possibile che sia già finita la gara?
Accelero,
tocco il bordo.
Sono
arrivato primo e ho battuto il mio record. Bene.
Aspetto
gli altri per salutarli e congratularmi con loro delle prestazioni.
Esco
dall'acqua, saluto un po' a caso il pubblico e sorrido ai fotografi,
poi vado a cambiarmi: devo ancora fare i 400m delfino, i 100m dorso,
i 50m stile e la staffetta mista.
“Achille,
sarai sempre il migliore!”
Mi
piace quella frase, mi rappresenta. Mi è sempre piaciuto il
soprannome Achille, perché lui sceglie una vita breve ma
gloriosa e io ho fatto una scelta simile.
“...
e in corsia 4, David Finnigun, Australia,...”
riesco a sentire prima che si apra nuovamente la porta scorrevole.
Adesso probabilmente il cronista sta parlando delle mie precedenti
vittorie e del mio record...tutte cose banali che volutamente non
ascolto.
Raggiungo
la mia postazione, tolgo di nuovo la tuta e posiziono gli occhialini.
Guardo
a caso nel pubblico e mi soffermo su una ragazza.
Non
mi succede mai di fermare lo sguardo su una persona in particolare.
Considerando
che io ho 19 anni, suppongo che lei ne abbia 16 o 17, non di più.
Ha i capelli biondi, lunghi e mossi, con extension colorate. Porta
degli occhiali con una montatura colorata, anche se dal mio posto non
riesco a vedere di che colore sia.
Indossa
una specie di tailleur e sta prendendo appunti su un quadernino con
una matita che manda riflessi strani.
Tre
fischi Un fischio A posto !
Parto
con un solo pensiero fisso in testa: “Speriamo che ci sia anche
quando ho finito!”
Sto
andando veloce, più veloce rispetto a come sono
abituato...forse perché desidero rivederla ancora una volta?
Continuo
a pensare a lei, mi ha incuriosito.
Il
mio sguardo cade sul cartellone con il numero di vasche. Accidenti,
sono già a metà!
Continuo
senza rallentare, anzi, accelero.
Tocco
il bordo.
Ho
vinto e ho battuto il mio record di 1 secondo e 37. Incredibile!
Mi
volto verso gli spalti e i miei occhi la cercano. Quando finalmente
la trovano continuo ad osservarla.
Sono
arrivati anche gli altri al bordo e inizio con i saluti e le lodi.
Vado
a cambiarmi di nuovo. Il cambiarsi è la parte che più
odio. Per fortuna i miei amici sono scesi dagli spalti e sono
riusciti a raggiungermi.
Parlano
sempre con me, anche se sanno che non li sto ascoltando.
Loro
sì che mi capiscono!
Questa
volta però è diverso: sono veramente incuriosito dalla
ragazza. Chi va a vedere le gare di nuoto delle olimpiadi per
prendere appunti!? Guardandola meglio ho notato che non è un
tailleur quello che indossa, ma semplicemente una camicetta a maniche
corte con una gonna corta.
-
Mi potete fare un favore?- chiedo ai miei amici quando finalmente
respiro regolarmente. Loro ovviamente annuiscono e io proseguo:-
Sugli spalti, vicino a voi, c'è una ragazza strana...diversa.
Non capitemi male, non voglio che andiate lì a chiederle chi
è, ma mi piacerebbe sapere qualcosa in più su di
lei...-. Ovviamente loro non fanno le solite battutine da ragazzi
perché mi conoscono bene, quindi accettano e mi promettono di
non andare a disturbarla.
Bene:
adesso sono tranquillo.
Mi
sento nominare e corro verso la mia postazione per i 100m dorso.
Arrivo
primo e batto il mio record di 0,03 secondi. Semplicemente
impressionante: non credevo di poterci riuscire.
Mi
cambio velocemente e raggiungo la mia postazione per i 50m stile.
Non
mi sono mai piaciuti i 50m: sono troppo brevi. Però partecipo
lo stesso perché piacciono molto al mio allenatore.
Arrivo
primo con lo stesso tempo di sempre. Adesso mi manca solo la
staffetta mista.
Vinciamo
anche questa, con poco distacco dagli olandesi però.
Mi
devo preparare per le premiazioni e negli spogliatoi trovo i miei
amici ad aspettarmi. Si complimentano con me, poi Jeremy, il più
loquace, esclama:- Abbiamo scoperto che è a scuola da noi,
4°C, e fa parte del club di giornalismo.-.
Lo
ringrazio, ma rimango un po' strabiliato: è strano che io non
l'abbia mai vista a scuola...
Anche
le Olimpiadi di quest'anno sono passate ed io ho guadagnato quattro
medaglie d'oro come tutti gli anni.
Quando
raggiungiamo l'hotel in cui alloggiamo prepariamo tutti velocemente
le valige e corriamo all'aeroporto: l'aereo parte molto tardi
stanotte e domani devo già andare a scuola con i miei amici.
Chissà se la incontrerò...starò più
attento!
Dormo
durante il viaggio e mi sveglio quando stiamo per atterrare per poi
riaddormentarmi in macchina.
Apro
gli occhi quando entriamo a Perth, la nostra città.
Matt
ha la testa appoggiata al finestrino e russa rumorosamente, Jeremy si
guarda attorno mentre Samuel appoggia la testa sulla mia spalla
dormendo. Spero che non mi stia sbavando sulla maglietta!
Mia
madre, che sta guidando, accende la radio per farci svegliare e ci fa
sobbalzare tutti.
-
Grazie...-. - Prego, caro.-.
Solite
inutili smancerie da mamma, però non ho voglia di ribattere e
taccio.
Ci
fa scendere esattamente due incroci prima della scuola: sa benissimo
che non voglio che mi porti davanti.
La
salutiamo poi, un po' depressi per dover andare a scuola,
raggiungiamo l'edificio.
In
classe tutti i nostri compagni ci salutano felici e mi fanno i
complimenti. Hanno preparato un cartellone con scritto “Achille,
campione del mondo”.
Mi
fa sorridere: sicuramente quello di Matt, Jeremy e Samuel mi è
piaciuto di più, però è carino anche questo. È
il pensiero che conta.
Continuo
a sorridere pensando che tutti mi chiamano Achille nonostante ben
pochi sappiano il perché.
Le
tre ore prima dell'intervallo passano veloci: tutti i professori mi
fanno i complimenti e mi chiedono di raccontare tutto.
Quando
suona la campanella esco con i miei amici nel giardino della scuola e
ci sediamo a chiacchierare sul “Nostro” muretto dove
passiamo da sempre tutti gli intervalli.
Stiamo
parlando dei compiti che dobbiamo recuperare quando i miei occhi, che
per abitudine guardano in terra di fronte a me, rimangono a fissare
una cosa, un dettaglio che trovo molto interessante: delle scarpe
nere con le stringhe colorate.
Alzo
lo sguardo facendo girare i miei amici.
-
Ciao...- mormora incerta.
Sorrido.
|