Only past memories

di Giuly_93
(/viewuser.php?uid=67538)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***



Capitolo 1
*** 1. ***





Guidi. O almeno ci provi. Le mani tremano e le lacrime ti appannano la vista. Tenti di asciugarle lasciando momentaneamente il volante con una mano. L'unica cosa che ottieni è un pianto soffocato, interrotto da numerosi singhiozzi. Per un attimo pensi di accostare. Ma non ti puoi fermare. Devi andare da lui. Ne hai bisogno.

 

**

 

Poche ore prima.

«Papà? Sono arrivata!» una nuvola di freddo entra con te appena varchi il portoncino. Appoggi le chiavi sul mobiletto alla tua destra e ti incammini verso la cucina. Vi siete sentiti alcune settimane fa e ha espresso il desiderio di vederti. Solo oggi sei riuscita a prendere un'intera giornata di ferie da dedicare solo a lui.

«Papà?» alzi la voce per farti sentire anche al piano superiore. La macchina è fuori, coperta di neve, inutilizzata da giorni. E' sicuramente a casa. Ti avvicini al bancone al centro della cucina, apri un vasetto e prendi un biscotto al cioccolato. Li fa ogni settimana e sono buonissimi. Dopo il primo morso lo lanci lontano da te disgustata. Sa di tutto tranne che di cioccolata. Ti consoli pensando che non li abbia più fatti dall'ultima volta che vi siete visti e che si sia dimenticato di buttarli. “Si, sarà stato semplicemente vecchio" pensi.

«Papà!» incominci ad incamminarti per le scale. Magari è in camera e non ti sente. Arrivata al piano, bussi alla porta della sua stanza ma non ottieni risposta. Apri. L'ordine regna sovrano. Solo il letto è disfatto. E stranamente da entrambe le parti. Da quando è morta tua madre, nonostante gli anni e i numerosi trasferimenti, tuo padre ha continuato imperterrito a dormire sempre nello stesso lato, lasciando intonso quello alla sua sinistra. A parte quello, non noti niente di sospetto. La preoccupazione però inizia a farsi sentire.

«Papà!» provi un'ultima volta.

«Sono in soffitta piccola. Vieni!» E' come se ti avesse liberato da un enorme peso. Sali l'ultima rampa di scale, sorridendo. Non vedi l'ora di abbracciarlo. Salti l'ultimo gradino e la puzza che ti arriva alle narici ti blocca il fiato. Fai alcuni passi indietro, scendendo un po', inspiri abbondantemente e, col naso tappato, entri.

Tuo padre è inginocchiato per terra. Affianco a se ha un secchio dove immerge una spugna ad intervalli regolari per poi passarla meticolosamente nel pavimento lurido. Osservi bene la scena e non puoi credere ai tuoi occhi. Non sta pulendo, sta… sporcando! Il secchio è colmo di una sostanza di colore indefinito e sei sicura che la puzza venga proprio da là. E dal pavimento.

«Cosa stai facendo?» chiedi, non curandoti più del tanfo che impregna la stanza.

«Lucido il parquet» ti risponde, senza sollevare lo sguardo «Non si vede?» chiede, sorridendo.

Non sai cosa rispondere. Rimani immobile, ad osservarlo. Solo in quel momento noti la barba lunga e i piedi scalzi.

«Sono tanto contento che tu sia venuta ad aiutarmi!» dice alzandosi in piedi. Rimane un momento chinato, tenendosi la schiena con la mano. «Sono pieno di dolori. Eppure, non sono così vecchio!» Quando finalmente riesce a drizzare la schiena, ti osserva. Per un momento vedi un'ombra di paura attraversargli lo sguardo.

«Chi sei?» quella domanda ti arriva come una coltellata allo stomaco.




Note di Giù.


Hola chicas!

Questa è la mia prima fan-fiction a capitoli. Anche se sarà piccolina visto che molto probabilmente il prossimo sarà anche l'ultimo!

Dovrei pubblicare domani. Non prometto niente ma è quasi certo!

Vi dirò come mi è venuta questa folle idea, perché proprio Jim e tutto quello che vorrei dirvi su questa fan-fiction, alla fine.

Oggi, spero di avervi lasciato con un po' di curiosità e che vi sia piaciuta (anche se molto breve)!

Giù.

 

Ps: grazie a Nicoletta per l'enorme pazienza! E per il titolo :)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2. ***





«Kate. Sono Kate, papà!» rispondi istintivamente.

«L'unica Kate che conosco io è mia figlia.»

«Ma sono io!» Stai veramente cercando di convincere tuo padre di essere sua figlia? Sembrerebbe di sì. 

«Ha otto anni!» ti dice guardandoti con disgusto «Non so cosa tu ci faccia in casa mia e facciamo che non lo voglio sapere! Ti chiedo di andartene.»

«Papà, ti prego! Se è uno scherzo non è divertente!» cerchi una via d'uscita. Vuoi scappare da quell'incubo.

«Nessuno sta scherzando qua! E non sono tuo padre!» ti grida in faccia «Ora vattene!» ti spinge con entrambe le mani. E' forte.

Cadi. Cerchi di attutire il colpo con le mani ma ti provochi solo più dolore. Rimani seduta a terra per minuti che ti sembrano ore. Lo guardi mentre continua a dirti di andartene.

«Johanna, Johanna!» urla a un tratto «Aiutami a mandarla via! Aiutami!»

A quelle parole scatti in piedi e scappi. Scendi le scale saltando i gradini. Li ultimi quattro non li sfiori neppure. Prendi le chiavi e ti precipiti fuori da quella casa. Il freddo ti avvolge immediatamente, ti penetra nelle ossa. Inspiri abbondantemente aria gelida. Un brivido ti percorre la schiena. Entri in macchina e parti.

 

**

 

Hai le braccia incrociate al petto. Lo sguardo fisso sulla porta davanti a te. Gli occhi ti fanno male. Li senti gonfi e fai fatica a tenerli aperti. Ti appoggi al muro dietro di te e li chiudi per un po'. Quando li riapri un uomo è davanti a te. Appoggiato allo stipite della porta, ti osserva. Ti guarda dritta negli occhi. Ti senti scrutata nel profondo.

«Si, ne possiamo parlare!» annuisce, prende una tua mano tra le sue e delicatamente ti trascina dentro l'appartamento.

 

Seduti sul divano, un caffè bollente tra le mani, gli racconti tutto quello che è successo. Non alzi lo sguardo dal liquido scuro della tazza. Sei completamente concentrata. Senti un groppo in gola e sai che se lo guardi scoppieresti come nulla. Appena finisci il tuo racconto ti chiede se può fare una telefonata e si chiude nel suo studio. Ti abbandoni per un po' sul divano. Gli occhi chiusi, provi a cancellare le immagini di poche ore prima che ti scorrono davanti. Non puoi ancora crederci. Senti le lacrime che lottano per uscire ma le cacci indietro. Non vuoi piangere. Non devi piangere. Lottare, ecco quello che devi fare. Come sempre. 

«Ho parlato con un mio carissimo amico.» Castle torna nella stanza «Karl Russel. E' primario di neurologia al Presbiterian Hospital. Ha dato la sua disponibilità per seguire tuo padre. Possiamo raggiungerlo quando vogliamo.» Fa un piccolo sorriso ma lo sguardo è estremamente serio. 

Ti alzi dal divano. Vorresti ringraziarlo. Davvero. Ma, senza che tu possa farci niente, inizi a piangere. Tutte le lacrime che avevi cercato di fermare, escono con forza. L'unico movimento che riesci a fare è portare le mani davanti al viso. Inizi a singhiozzare. Comincia a mancarti l'aria e entri in apnea più volte.

«Ehi» senti le sue braccia passarti dietro la schiena. Ti stringe forte a se e poggia il mento sulla tua testa.

«Shh, shh» inizia a cullarti. Riesci a sentire il battito del suo cuore. Lento, regolare. Provi ad adattare il tuo respiro a quel ritmo. Ora, solo le lacrime solcano il tuo viso. Non sono bastate quelle in macchina. Le lacrime non bastano mai. 

«Sistemeremo tutto, ok?» Ti sembra tutto così difficile. Ma la sicurezza nella sua voce ti infonde forza. Annuisci, rimanendo ancora contro il suo petto. Vorresti rimanere così per sempre. Protetta dal resto del mondo. Protetta dal dolore.

«Grazie.» sussurri.






Note di Giù.

Doveva essere un capitolo lungo come doveva essere il capitolo conclusivo. Invece è piccolo e prevede un seguito.

Diciamo che ieri ne avevo già scritto la maggior parte ma stamattina l'ho letto, non mi convinceva e ho rifatto tutto dall'inizio.

Quindi, per mantenere la promessa e postare oggi, ho dovuto dividere!

Sto già lavorando al terzo (e veramente ultimo) capitolo… 

Spero vi sia piaciuto anche questo! Grazie a tutte :)

Giù.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=974296