Pictures of Vegeta and Bulma

di Ariel92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Io e quello scimmione ... soli?! ***
Capitolo 2: *** "Io non ci vengo a fare la spesa, o come diavolo si chiama, con te!" ***
Capitolo 3: *** "Ehi, terrestre! Lasciala" ***



Capitolo 1
*** Io e quello scimmione ... soli?! ***


Capitolo 1 - "Io e quello scimmione ... soli?!"


“E voi dove credete di andare?!”
Bulma era appena entrata nella camera dei suoi genitori, intenti a fare le valigie.
La signora Brief si voltò verso la figlia con espressione sorpresa  “Oh tesoro! Tuo padre non ti ha detto nulla?”
“Dirmi cosa?” chiese la ragazza, sedendosi sul letto dei suoi genitori, mentre loro continuavano a riempire i bagagli.
“Bulma, devo andare ad una conferenza, sarò l’ospite d’onore!”.
“E io scusa?”
“Tu resti qui, qualcuno deve controllare il laboratorio”
“E soprattutto non puoi lasciare quel gran fusto diVegeta da solo!” aggiunse la donna dai capelli biondi, con il suo solito sorriso.
Bulma sobbalzò, alzandosi dal letto “Cosa?! Io e quello scimmione … soli?!”.
“Cara, non esagerare!”  la rimproverò la madre.
“Mamma! Sai chi è? Cosa ha fatto? Cosa vuole fare??”
“E’ un principe! Non può essere poi così cattivo!”.
“Il principe di un popolo che ha cercato di conquistare l’universo!” aggiunse Bulma, fuori di sé.
“Non fa anche Goku parte di quel popolo?”
“Sì, ma… non c’entra nulla!”
“Bulma, avanti!” cominciò il signor Brief, chiudendo le valigie “… non posso andare lì da solo e non posso lasciare il laboratorio senza nessuno che lo controlli. Sono solo tre giorni”. Detto questo, prese entrambe le valigie e si diresse verso le scale ed infine in cucina, con Bulma sempre alle spalle.
“Siete davvero crudeli! Lasciarmi qui in balia di quel mostro! E se dovesse succedermi qualcosa?!”
“Tranquilla, donna. Non ho intenzione di toccarti né di parlarti se non sarà strettamente necessario”. La voce di Vegeta la fece di nuovo sobbalzare. Il principe era seduto in cucina, privo di maglietta e con i pantaloncini neri tipici dei suoi allenamenti. “Ho fame!”.
“Oh, Vegeta, ci sono delle cosucce che ti ho preparato nel frigo, al resto penserà Bulma.” la signora Brief cercava sempre di trattare al meglio Vegeta, che appena sentì quelle parole senza proferire altro andò verso il frigo a cercare del cibo. “Tesoro, verrà Yamcha in questi giorni?”
“Mamma.. Sai meglio di me che fra noi non c’è più nulla!”
“Oh, finalmente non avrò più fra i piedi quel terrestre buono a nulla!” esclamò Vegeta, che aveva iniziato a mangiare, o meglio, trangugiare della carne preparata dalla madre della ragazza.
“Che peccato, era un così bel ragazzo!”
“Ora dobbiamo proprio andare moglie, su!” . I genitori di Bulma la salutarono con un abbraccio e salutarono anche Vegeta, ma ovviamente non ebbero risposta.
La ragazza sbuffò, dette un ultimo sguardo a Vegeta e andò verso il laboratorio.
 
 
“Quello è solo un gran maleducato, ecco cosa è! Col cavolo che gli preparo da mangiare, si arrangiasse! Grande e grosso com’è vuol essere ancora servito e riverito, manco fosse un bambino!”.
Bulma stava tentando di aggiustare un macchinario del laboratorio, mentre pensava a tutto questo.
“Oh no!” era diventato tutto buio all’improvviso “Perché?!”. Si alzò e cercò una torcia, trovandola subito. Uscì e notò che tutta la città era al buio. Si voltò di scatto, sentendo un rumore fortissimo che veniva dalla gravity room “Che diavolo ha combinato ora?!” e corse in quella direzione. “Saranno tre giorni estenuanti”
“Donna”  urlò il principe, fuori di sé.
“Vegeta! Che hai fatto!” la porta della gravity room era completamente  rasa al suolo.
“La gravità è all’improvviso tornata normale e quella dannata porta non si apriva!”
“Guardati intorno, zuccone! È buio! In tutta la città è andata via la luce!”.
“Aggiustala!”
“Non aggiusto niente ora! Sono stanca ed è buio, domani ci penserò, se sarai gentile. Ora vieni dentro”
“Ho detto aggiustala!” continuava ad urlare lui.
“Ed io ho detto vieni dentro!” urlò anche lei, non voltandosi nemmeno.
“Stupida donna”.
 
Una volta in cucina, Bulma accese quante più candele poté e la luce sembrava essere ritornata, anche se solo in quella stanza.
“Che stai facendo?”
“Mi preparo un panino”
Il principe grugnì sedendosi. “Ho fame”.
“Mangia”
“Preparalo anche per me”.
“No”
“Cosa?!”
“Io non sono mia madre, non ti farò da serva!” Bulma continuava a riempirsi il panino, non curante di Vegeta.
“Come osi?!” strinse il pugno.
Bulma non rispose, finì il suo panino e si sedette di fronte a lui.
“Allora..?”
“Allora se hai fame, ti prepari un panino”
“Fallo tu, adesso!”
“Altrimenti che mi fai?”
Ormai privo di pazienza, si alzò furioso “Sai benissimo cosa sono capace di fare! Potrei ucciderti!”
“E poi chi ti aggiusterà la gravity room?”
“Tuo padre!”
“Per l’uomo che ha ucciso la sua unica figlia? Non credo…”
“Sei davvero odiosa!”
“E tu ti sei visto?”
Il principe sbuffò, tornando a sedersi. Guardava Bulma mentre mangiava il suo panino, e il suo stomaco cominciò a brontolare. “E va bene! Come diavolo si fa quell’affare?”
La ragazza sorrise, spiegandogli le semplici fasi di preparazione di un panino e divertendosi a guardarlo mentre lo preparava. “Smettila di ridere!”
“Visto che non era difficile?”
“Domani aggiusterai quell’aggeggio!”
“Se me lo chiedi per favore, potrei anche farlo”
“Io non ti chiedo proprio un bel niente!”
“Bene” si alzò e lo lasciò da solo in cucina.
 
Era ormai notte inoltrata e Vegeta era di fronte alla grande ma ormai inutile gravity room.
“Io devo allenarmi, devo battere Kakaroth. Come diavolo faccio senza questo aggeggio? Quella donna, quella stupida donna, la odio! Mi ha anche fatto preparare del cibo! A me! Oh, ma la pagherà… quella smorfiosa antipatica!”
 
“Ehi,donna” Vegeta entrò nella stanza di Bulma senza neanche bussare. La ragazza leggeva un libro grazie alla luce di una candela. “Ho bisogno della gravity room”
“Lo so”
Digrignò i denti “Puoi aggiustarla?”.
“Certo che posso!”. Vide il sayian quasi fuori di sé. Lasciò il libro e si sedette. “Ascolta, Vegeta. Se ti siedi qui accanto a me e mi chiedi gentilmente gi aggiustarla, lo farò”
Il principe, con i pugni serrati, si sedette a ben distanza da Bulma, con la testa verso il pavimento. “Domani, potresti aggiustare…” fece un gran lungo respiro “ per … per … per favore?”
Bulma sorrise dolcemente “Ma certo Vegeta” .
Lui sbuffò e non si accorse che la ragazza si era avvicinata a lui, per sfiorargli i capelli come se fosse una carezza.
“Ma che diavolo fai?! Stai lontana” si alzò di scatto ed uscì dalla stanza.
La ragazza soffocò una risata. “Erano delle guance rosse quelle, Vegeta? Bè … Saranno tre giorni molto interessanti”.  

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Capitolo 2
*** "Io non ci vengo a fare la spesa, o come diavolo si chiama, con te!" ***


Capitolo 2 - "IO NON VENGO A FARE LA SPESA, O COME DIAVOLO SI CHIAMA, CON TE!"


“Donna!”  fu quest’urlo, insieme al rumore della porta spalancata improvvisamente, a svegliare Bulma.
Ancora assonnata, la ragazza guardò prima il volto del Sayian, che andava sul rosso violaceo, e poi la sveglia “V-Vegeta … ma sono le sei del mattino” disse stiracchiandosi e stropicciando gli occhi.
“E allora? È giorno! La luce è tornata e tu devi aggiustare la gravity room!”  urlò ancora lui.
“Uffa! Fammi fare almeno colazione!”
“Tsk!” questa fu la sua risposta, poi si voltò e la lasciò sola.
“Che antipatico”
 
Ancora in pigiama, che consisteva in una maglietta e dei pantaloncini, Bulma scese in cucina e trovò ancora il principe, ovviamente in pantaloncini e senza maglietta “Bè … sarà anche un maleducato antipatico, però…”
“Ma che stai facendo?”
“Mi preparo da mangiare”
“Un panino per colazione?” soffocò una risata, mentre lui serrò i pugni. “Stai buono” gli si avvicinò, togliendogli il panino dalle mani “Ti faccio delle uova” lei sorrise, lui distolse lo sguardo
“Ti sei decisa allora!”
Mangiarono in silenzio. Vegeta finì prima di Bulma e stranamente aspettò che anche lei finisse la colazione.
“Ripara quella cosa” ordinò poi.
“Mi cambio e la riparo”
 
Il Sayian era seduto di fronte alla gravity room, con le braccia incrociate, in attesa dell’arrivo di Bulma.
“Intendi startene qui tutto il tempo?” chiese lei, non appena arrivò
“E tu avevi bisogno di tutto questo tempo per metterti una stupida tuta?”
“Io, al contrario tuo, mi sono lavata! Tu puzzi”
Di nuovo quella faccia rossa “Mi laverò dopo gli allenamenti!”
“Contento tu”
Bulma ci mise circa tre quarti d’ora per aggiustare la porta della gravity room, sempre ben osservata dal principe. “Mi fa paura, eppure allo stesso tempo … non lo so. I suoi occhi sono così … profondi. E poi sta sempre senza maglietta, quel maledetto. Ha un fisico che ormai pochi si ritrovano …
“Hai finito?”
“Quasi … Uffa ma non puoi andare da un’altra parte? Mi stai fissando!”
“Non pensare che sia qui per guardare te. Sto solo aspettando che tu finisca così potrò subito iniziare ad allenarmi”
“Sei proprio fissato eh?”
“Kakaroth la deve pagare!”
“Già … bè comunque ho finito” disse, chiudendo la porta e riaprendola per farlo entrare “E’ tutta tua ora, e non distruggerla più!”
Il Sayian si precipitò nella gravity room e chiuse la porta, senza neanche guardare o ringraziare Bulma.
“No, no, figurati Vegeta, non devi ringraziarmi!” gridò lei, in modo tale da farsi sentire e poi girò i tacchi.
Sul viso del principe ci fu un breve, ironico e malizioso sorriso.
 
Era ormai l’ora di pranzo, quando Vegeta si ripresentò da Bulma, che era nel laboratorio del signor Brief.
“Ho fame donna!”
“Ciao Vegeta, come è andata lì dentro?” non lo degnò di uno sguardo.
“Ha funzionato tutto. Ma mi hai sentito prima?”
“Sì, vai a farti una doccia”
“Cosa?!”
“Vai a farti una doccia, dobbiamo uscire”
“Ma sei uscita di senno, donna?!”
“Nel frigo e nella dispensa non c’è quasi nulla, non posso cucinare. Quindi dobbiamo andare a fare la spesa”
“La cosa?! E vacci da sola comunque!”
“La spesa! Quando finisce il cibo in una casa si va in un supermercato a fare la spesa per riprendere il cibo! Se vuoi mangiare, verrai con me. Ho bisogno di una mano!”
“IO NON  VENGO A FARE LA SPESA, O COME DIAVOLO SI CHIAMA, CON TE!”
“Bene, allora morirai di fame e non riuscirai più ad allenarti perché sarai senza forze” disse la ragazza, che si avvicinò al principe per poi piazzarsi proprio di fronte a lui, che sembrava stesse  per ringhiare. “Avanti Vegeta, dobbiamo solo andare in questo posto, prendere del cibo, e tornare. Per favore” cercò di fargli gli occhi dolci.
Con i pugni di nuovo serrati e i denti ben in vista, il Sayian dovette darla vinta alla donna. “E va bene!”
“Perfetto! Ora va a lavarti, ti preparo dei vestiti da metterti!” e gli si avvicinò per dargli un veloce bacio sulla guancia. Vegeta non ebbe il tempo neanche di reagire, ma solo di arrossire, mentre la ragazza si allontanava.
 
“Wow! Ma lo sai che sei proprio carino così?” scherzò Bulma, che aspettava in macchina il principe vestito con jeans e camicia. Lui non proferì parola, si limitò a pensare “Io, Vegeta, il principe dei Sayian, il migliore, ritenuto carino da una donna terrestre. Questa poi … “ 

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Capitolo 3
*** "Ehi, terrestre! Lasciala" ***


Note dell'autrice: Bè, era arrivata l'ora di una piccola note tutta mia xD Grazie! Grazie infinite per i vostri commenti e le vostre recensioni, sono il mio stimolo per continuare a scrivere questa ff! Spero solo vi continui a piacere sempre più! Grazie, grazie, grazie!



 

Capitolo 3 - "Ehi terrestre! Lasciala"

<< Non è difficile. Devi cercare gli scaffali dove ci sono gli Yogurt alla fragola e il latte, prendere due confezioni di ciascuno >>. La ragazza ed il Sayian erano ormai nel supermercato, e Vegeta non era molto a suo agio in quel luogo labirintico e affollato di persone e cianfrusaglie varie.
<< E poi posso andarmene? >>
<< No! Bisogna pagare. Quando avrai finito cercami, sarò dalle parti della macelleria, capito? >>
<< Certo, per chi mi hai preso? >> fece per girarsi ed iniziare la sua “missione”, ma Bulma lo prese per un braccio.

 

<< Mi raccomando, tu qui sei una persona normale, non un Sayian. Niente comportamenti strani, niente volo, niente sfere di energia … >>
<< Ho capito, dovrò confondermi con voi essere inferiori >> e sparì fra la folla.
“Speriamo vada tutto bene…”
 
Erano ormai quindici minuti che Bulma non vedeva tornare Vegeta, mentre lei aveva già mezzo carrello pieno. “Spero solo non abbia combinato una delle sue … anche se fino ad ora non ho sentito urla o rumori strani”.
<< Ehi, Bulma! >>  “Forse è lui!”, la ragazza si girò, ma in effetti no … non era Vegeta. “Già, non mi avrebbe mai chiamata per nome” .
<< Ciao Yamcha >> finse un sorriso.
<< Che ci fai qui? >>
Che domande … “ << Ehm … >> mostrò il carrello.
<< Oh si, ehm, giusto! Anche io! >> e anche lui mostrò il suo, di carrello. << Allora, come va? Di solito non è tua madre a fare la spesa?  >>
<< Già. Solo che i miei genitori sono partiti per una conferenza e quindi …  >>
<< Oh, quindi sei sola a casa? >>,  “Ma che sorride a fare? Lo sa bene che non c’è più niente! Bah …”
<< No, c’è Vegeta con me >>, l’espressione del ragazzo mutò.
<< Ah, già. Io non mi fiderei molto di lui, sai … è un Sayian! >> “Ma davvero?”
<< Sì, lo so >>
Yamcha si avvicinò ancora a Bulma << E ti fidi a star sola con lui? Potrei venire io a farti compagnia … >>
<< Non ce n’è bisogno. Non è pericoloso e poi … >> ma non riuscì a terminare la frase.
<< Non è pericoloso?! >> il ragazzo aveva una faccia quasi shockata , sebbene stesse bisbigliando per non farsi sentire << Ti ricordo che sono morto a causa sua! Sei diventata matta? >> le prese il polso.
<< Lo so bene! E comunque non sono matta, dico solo che è cambiato >>
<< Cambiato?! Le persone … anzi, gli esseri come lui non cambiano! >>
<< Yamcha, mi stai facendo male >>  ma lui non lasciò la presa
<< Ti stai affezionando a lui, non è così? >>
<< Avanti, Yamcha, non dire sciocchezze! Mi lasci il polso? >> ma lui non la sentì nemmeno. Era molto meno forte di Vegeta, ma era comunque forte per Bulma, che tentava inutilmente di divincolarsi.
<< Come puoi pensarla così? E come puoi non pensare più a me?! >>
<>
<< Ehi, terrestre! >> Yamcha si girò e vide Vegeta a pochi passi da lui << Lasciala >>
<< Lui è qui?! >> gli occhi di Yamcha sembravano ardere.
In poco più di due secondi, Vegeta si avvicinò, mise nel carrello ciò che Bulma gli aveva chiesto e si rivolse di nuovo al ragazzo.  << Sei sordo, forse? Ho detto lasciala, subito >>
Yamcha obbedì, ma a parlare fu Bulma << Vegeta, non c’è bisogno di … >>
<< Sta’ zitta >>
<< Da quando ti importa di lei, eh? >>
<< Non sono affari tuoi, questi. E comunque, più tu la trattieni, più i miei allenamenti ritardano, e questo mi fa innervosire! >>
<< Yamcha, è meglio se te ne vai >> fu Bulma a parlare. “In fondo, non voglio che Vegeta gli faccia del male”
<< Già, è meglio se scappi >> ridacchiò il principe.
<< Tu non me la racconti giusta. E tu, Bulma, sei davvero strana, quasi non ti riconosco più! Addio >>
Ma sapevano entrambi, Bulma e Yamcha, che quello non era un vero e proprio addio. A Vegeta invece, non importava nulla. << Grazie, Vegeta  >>
<< Andiamo, ho fame >>
 
<< Ti piacerà. Ci metterò un po’ per preparare tutto, ma sarà un buon pranzo vedrai!  >> e mantenne la parola. Bulma stette per un’oretta ai fornelli, mentre Vegeta aspettava seduto al tavolo. Gli preparò due primi e due tipi di carne diverse. “Conoscendolo, divorerà tutto”
Quando terminò, portò i piatti a tavola e augurandogli buon appetito, si voltò per andare nella sua stanza.
<< Ehi, donna! Non mangi? >>
<< Oh, no. Non ho fame, puoi finire tutto tu >> gli sorrise, scomparendo per le scale.
 
“Quella donna è strana. Mi ha portato a fare la spesa con lei, mi ha fatto cercare quelle robe, ha cucinato per tutto quel tempo, e poi? Neanche mangia! Che stupida”. Continuava a pensarla, Vegeta, mentre si allenava e distruggeva i robot creati apposta per lui dal padre di Bulma. Era insolito. Il principe mentre si allenava non pensava molto. O meglio, pensava a quanto doveva migliorare e a quanto non vedeva l’ora di superare e battere Kakaroth, ma non ad altro. “Ma in fondo che m’importa? Se avesse avuto fame, avrebbe mangiato!” e con questo pensiero distrusse un altro robot.
 
Anche Bulma, sul letto della sua stanza pensava, senza trattenere le lacrime. Yamcha non era più al suo fianco, né avrebbe voluto averlo. O forse si? “No! È un bambino. Non siamo fatti per stare insieme. Oggi solo perché ha avuto paura che io potessi finire fra le braccia di Vegeta si è ricordato di me! … Già, Vegeta. Neanche a lui importa niente di me, lo ha detto lui stesso. Cos’ho che non va? Perché non riesco più a farmi volere bene? Forse ha ragione Yamcha … Sono cambiata. Ma ho bisogno di qualcuno, di qualcuno che mi abbracci, che mi dica che va tutto bene … ne ho davvero bisogno.”
 
“E se fosse per quell’umano? E’ per questo che sta così? Oh, ma che m’importa!”. Vegeta era fuori di sé dalla rabbia. Perché continuava a pensare a quell’umana? Doveva pensare solo a Kakaroth! E invece non riusciva a togliersi dalla testa quella ragazza dai capelli turchini. “E va bene, vado solo un secondo e poi torno ad allenarmi!”. Uscito dalla Gravity Room, Vegeta si diresse verso la porta della camera di Bulma.
<< Ehi donna! >> tentò di aprire, ma era chiusa a chiave.
“Oh, no. Che vorrà ora?”
<< Perché sei sul letto? >> Bulma sobbalzò. Vegeta era poco lontano da lei, era entrato dalla finestra.
<< Ehm, sono stanca. Ehi! Ma non usi bussare tu? >>
<< La porta era chiusa! >>
<< E hai pensato bene di entrare dalla finestra! >>
<< Esatto >>
Bulma sbuffò, cercando di asciugarsi le lacrime.
<< Perché non hai mangiato prima? >>
La ragazza fu sorpresa dalla domanda << Non avevo fame >>
<< Ma perché? Dopo aver cucinato tutto quel tempo, non avevi fame?! >>
<< Esattamente. Ho cucinato per te >>
Stavolta fu Vegeta a rimare sorpreso, ma tentò di non darlo a vedere << E perché piangi ?>>
<< Non sono affari tuoi >>
<< Hai un livido >>
Bulma tentò di nascondere il livido sul polso causato da Yamcha. Vegeta provò rabbia “Ma perché?!”
<< Passerà >>
<< Ascolta, non mi prendi in giro. Tu stai piangendo per quel terrestre! >>
<< Cosa? >>
<< Bè, ti posso solo dire che tu meriteresti qualcuno molto migliore di quello lì! >> lo urlò quasi, prima di uscire di nuovo dalla finestra.
Bulma non credeva alle sue orecchie. Si mise una mano sul cuore.  << Grazie, Vegeta >> sussurò.
Il principe, rimasto fuori, la sentì lo stesso e con un lieve sorriso tornò ad allenarsi. 

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