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di gottabekidrauhl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. / il ritorno di Justin, quanto è brutto il tempo? ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. / Are you sure that i've got swag? ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. / il ritorno di Justin, quanto è brutto il tempo? ***


                                                                                                                                  capitolo 1. 


-Guardami Justin! Ho imparato ad andare bene in skate, guarda sono bravissima!
-Certo Sav, contaci. 
Justin mi sorrise, il sorriso più bello che abbia mai visto in tutta la vita, e ogni volta speravo di riuscire a donargli anche io lo stesso sorriso che puntualmente esisteva solo con lui, non riuscivo a dedicare un tale sorriso a nessun altro, forse perché ogni volta che lo vedevo era come se dei piccoli topi mi rosicchiassero le budella, il che è molto peggio delle farfalle che svolazzano nello stomaco, perché i topi facevano male, facevano male perché donavano eppure sapevano che non avrebbero mai potuto ricevere lo stesso dono. 
-Grazie, sei sempre gentile e premuroso con tutti tu eh. 
-Infatti, avevi dubbi?
-Siceramente?Si. 
alzò il sopracciglio, quasi fosse sorpreso che gli avessi risposto in quel modo. 
-Che c'è?
-Nulla, ti ricordavo più gentile. 
-Sono passati anni dall'ultima volta che siamo stati davvero insieme, ti ricordi che parlavamo di come saremmo stati in futuro? Non sapevo che ti avrei perso. 
-Non mi hai perso. 
-Ma avrei preferito che restassi. 
-Scusa, dovresti essere fiera di me.
-Lo sono, Justin. Lo sai benissimo. 
-E allora? Che vuoi? Boh, sei strana, brutta cosa il tempo. 
No, non potevo dirglielo, non potevo dirgli che in tutto quel tempo in realtà non ho fatto altro che pensarlo, che continuare ad amarlo, senza aver mai smesso, che era l'unico per me, l'unica persona che riusciva a farmi battere forte il cuore e allo stesso tempo riuscire a farlo tacere, anche semplicemente dicendomi 'ciao'. Era strano, com'è che si chiama sta cosa? 
-Amore, dai non prendertela. Andiamo da Macdonald, offro io ho una fame da lupi.
Amore, ecco come si chiama.
Amore, è bello e fa male, mi aveva fatto innamorare e mi aveva reso felice, poi mi ha ferito, eppure continuava a rendermi felice quel ragazzo. Era come quando alle elementari mi bucavo il maglione con la penna per vedere quanti buchi aveva, di che maglia era fatto, la punta della penna faceva male, sentivo il rumore, quel *pop* che perforava il tessuto, eppure non mi importava ero troppo curiosa. 
-Okay, andiamo. Voglio un triplo big mac! 
Rise, quella risata che riusciva a colmare qualsiasi silenzio, e sovrastava qualsiasi rumore. 


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Enjoy c: spero che vi sia piaciuto eh. A presto il prossimo capitolo, mi aspetto tante recenzioni. 
Twitter : (@gottabekidrauhl) 

Yours val. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. / Are you sure that i've got swag? ***


                                                                                                                  capitolo 2. 

Sav's flashback.

Straltford, Ontario, Canada, 10 anni fa. 
Ebbe tutto inizio qui, in quella cittadina di poco più di mille abitanti dove un bambino biondo a cui piaceva spalare la neve da solo e la musica e una bimba, forse lei non era un granché, forse lei non aveva delle qualità così speciali, ma nei suoi occhi verdi smerlado si notava uno sbrilluccichio che poteva significare solo:'vita'. 
Si conobbero così, perché forse il destino lo volevo, forse era già tutto scritto, ma il fatto resta che queste due piccole creature presero a socializzare, a sorridersi, di quei sorrisi che non si temono, che non riescono ad aspettare, dei sorrisi teneri ed innocenti. Continuavano a crescere, e a quindici anni ognuno si resero conto che quello che tutti quei sorrisi che si erano dedicati, incominciavano a mancare di appartenenza, non erano più dolci ed innocenti, più che altro invitavano l'altro a scoprire qualcosa di più sul loro rapporto. Eravamo solo bambini, poi siamo cresciuti e l'adolescenza è venuta a bussare anche alle nostre porte, e con Justin il mio rapporto fu ancora più stretto, eravamo ancora più legati, finalmente quando aprivamo la bocca non c'erano solo sorrisi, ma anche parole, parole d'amore, parole di conforto, e prese in giro, scherzi, risate. Stavamo maturando, e con noi il nostro sorriso. Poi quel piccolo adolescente divenne presto un uomo, un uomo di grande successo, il mio piccolo grande uomo... era ancora mio? Forse sarebbe diventato delle fans che tenevano così tanto a lui, che continuano a tenerci e che penso ci terranno per sempre. Ora il suo sorriso è dedicato solo a loro, ora quando loro sorridono lui sorride e viceversa. 
Avevo perso il sorriso del mio migliore amico, e quello del mio ragazzo. 



-Madonna Justin, ma che fila che c'è dentro sto macdonald! 
-Calmati, ma certo che quando stavamo assieme eri molto meno isterica, cosa ti succede hai le tue cose?
-Ero felice. E poi ah-ah, ma no. Mi da fastidio la folla lo sai bene. 
-Certi particolari non si scordano. Apettami in macchina, torno appena mi avranno dato i panini. -le porse le chiavi- Tieni, ed evita di partire senza di me. 
-Mai, non ti lascerò qui, non di nuovo. 
Sorrise, rieccolo quel bambino che avevo conosciuto. 

Andai in macchina, e aspettai, aspettai e aspettai, odiavo aspettare e lui sapeva anche questo, ma preferivo per le poche volte che lo vedevo all'anno quando rimpatriava soffrire un po' di più, senza dare nell'occhio, senza farglielo capire, perché tutto potevo riuscire a sopportare tranne lui ed il suo musino infelici. 
Justin fece in fretta graziando il cielo. 

-Ehi, cos'è sta faccia Sav?
Sinceramente non ho idea di che faccia avevo, so solo che stavo vedendo la pioggia che cadeva sul finestrino, le gocce che piano piano scendevano e scomparivano dalla mia visuale, chissà se sarebbero cadute sull'asfalto o sarebbero scivolate sulla macchina. 
-Penso.
Straltford quel giorno era grigia, e l'unica cosa che in quel momento la colorava erano i lampi gialli accesi in cielo. 
-Pensi che se non portiamo i panini a casa subito si raffredderanno e noi ci bagneremo?
-No. 
-E a cosa pensi? Mi fai paura quando eserciti le tue capacità celebrali. 
-Oh, mi scusi signor io ho swag e niente cervello! 
-Beh, almeno ho swag. 
-E niente cervello. 
-Tu non hai swag. 
-Meglio, posso usare il tuo!
-Savannah.. 
-Si?
-Andiamo a casa, mangiamo e poi ci sediamo sul divano, il vecchio programma.
-Okay, swagger. 

Passavamo pomeriggi interi,quando eravamo diventati una coppia, sul divano; guardavamo film, mangiavamo, i baci.
Quei baci che sapevano di buono, l'odore della sua pelle che ormai non assaporavi più da quasi un anno, per quella stupida distanza che rovina i rapporti, eppure riesci anche a fortificarli. Justin ed io ci eravamo fatti una promessa:'Non importa della distanza, continueremo a vederci, sentirci e amarci anche se fisicamente non potremmo stare insieme, questa volta non gliela voglio dare vinta, questa volta voglio che sia l'amore a vincere' 
Beh, si quella promessa la stavamo ancora mantenendo, e ogni volta che Justin poteva tornava a casa per stare con me, Chaz e Ryan, capitava due volte all'anno e restava più o meno un mese per volta. 
Ma mi manca, anche in momenti come questi in cui è vicino a me. 
Mi manca come fossero i vechhi Savannah e Justin, quelli innamorati. 














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p.s

questo è il secondo capitolo, spero che vi piaccia abbastanza c: l'ho fatto più lungo così siete più felici, amatemi ahahahah. 
se volete seguirmi su twitter questo è il mio account (@gottabekidrauhl) 
spero che continuate a seguire la mia storia.
ENJOOOOOOOOOOOY. 
un bacio, vostra val. 





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