A Christmas Fantasy

di Red flames
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vigilia! ***
Capitolo 2: *** Natale!! ***
Capitolo 3: *** Capodanno!!! ***



Capitolo 1
*** Vigilia! ***


Vigilia!

 

24 dicembre... Per alcuni questa data rappresenta solo il 358° giorno dell’anno ma, per molti altri, queste sono ventiquattr’ore di trepidante attesa, antecedenti una festa molto speciale.

 

Ogni tanto, anche per chi sarebbe impensabile...

 

Misa: “Per favore L, smettila di mangiare tutti i dolci che ti capitano sotto tiro. Il buffet è anche per gli invitati!”

L: “Scusa, ma questi cioccolatini sono davvero ottimi.”

Light: “Non replicare, brutto ingordo! Tutta questa roba non l’ho certo rubata.”

L: “Ci mancherebbe. Hai già commesso abbastanza crimini da passare il resto della tua vita dietro le sbarre, vero Kira?”

Light: “Io ti ammazzo!” esclamò, diventando verde per la rabbia.

L: “Mi dispiace, lo hai già fatto tempo fa” rispose impassibile il detective.

Light: “Dannazione Misa! Spiegami ancora una volta perché lo abbiamo invitato.”

Misa: “Beh, a dire il vero, è lui che ha invitato noi! E poi, andiamo  Light, è la vigilia di Natale. Non potevamo certo rifiutare.”

L: “Perciò, calmati e addolcisciti la vita” disse, porgendo un pasticcino al vecchio rivale.

Quest’ultimo si allontanò sospirando e si diresse verso la sua stanza al piano superiore.

Light: “Non chiamatemi prima dell’arrivo degli altri!” sentenziò sbattendo la porta.

L: “Perfetto. A proposito Misa, quante persone hai invitato?”

Misa: “Oh, non preoccuparti! Sono stata molto accorta in questo. Mi sono basata sul numero di camere da letto che quest’edificio possiede!”

L: “C-camere da letto? Ma se in questo grattacielo ce ne saranno più di una ventina!”

Misa: “Allora è proprio vero: tu e Light siete uguali! Nessuno di voi due capisce qual è il vero spirito del Natale. Per apprezzarlo bisogna necessariamente passarlo in compagnia!”

L: “Almeno posso sapere chi verrà?”

Misa: “Dunque, dato che Teru, Near e Mello erano impegnati, ho pensato di invitare alcuni nostri colleghi.

L: “Colleghi?

La ragazza si limitò ad annuire e, subito dopo, si dedicò ad ultimare le decorazioni natalizie non prima però di aver tolto dalla tavola imbandita i dolci preferiti di L.

Il giovane sbuffò con disappunto ma poi il suo sguardo cadde su un foglietto di carta appoggiato in un angolo del tavolo.

Sebbene fosse stato probabilmente scarabocchiato di fretta, era perfettamente riconoscibile la grafia di Misa.

L: “Grande festa di Natale e Capodanno” mormorò leggendo l’intestazione del biglietto.

Poco più sotto era leggibile un elenco di nomi, probabilmente quelli degli invitati.

Dopo averli letti, L diventò se possibile ancora più pallido del normale.

L: “È una pazzia!

 

Poco più lontano, in una limousine nera...

 

Renji: “Io non capisco perché diavolo sono stato costretto ad entrare in un gigai. È così scomodo!”

Rukia: “Semplicemente perché se fossi rimasto nella forma di shinigami saresti risultato invisibile per i semplici umani.”

Renji: “Questo lo so ma dato che non sono abile quanto te nel kido, se saremo in pericolo, non potrò brandire con prontezza Zabimaru.”

Ichigo: “Le Zanpakuto non serviranno: stiamo andando ad una festa, non a combattere una guerra.”

Rukia: “Già, e in ogni caso, ho messo una Soul Candy nelle tasche di ognuna delle vostre giacche. Se per caso un Hollow fosse attirato dalla concentrazione di reiatsu, potrete diventare shinigami con un semplice scambio d’anime.”

Ishida: “Ma non preoccupatevi, se verremo attaccati, eliminerò la minaccia prima ancora che voi possiate sfoderare i vostri inutili spadoni” disse, facendo tintinnare la piccola croce che portava legata al polso, capace di trasformarsi in un grande arco di energia spirituale.

Renji: “Oh, ma certo! C’è un Quincy che veglia su di noi. Adesso si che mi sento molto più sicuro!” rispose sarcasticamente.

Ishida: “Vuoi sfidarmi?” chiese, mentre il suo bracciale iniziava ad illuminarsi di una tenue luce blu.

Renji: “Avanti, posso benissimo sconfiggerti a mani nude!”

Rukia: “Ishida, Renji basta!”

Ichigo: “Quantomeno aspettate di uscire dall’auto prima di uccidervi a vicenda” sussurrò, beccandosi però un’occhiataccia da Rukia.

Orihime: “Ragazzi, non litigate. Tra poco arriveremo a destinazione e sarebbe un peccato se vi faceste male adesso.”

Renji: “Tsk, va bene. Lascerò questo stupido umano in vita ancora per un po’.”

Ishida: “Chi sarebbe lo stupido umano?”

Renji: “Dunque, vediamo... Io, Rukia e Ichigo siamo degli shinigami, Orihime è una ragazza e quindi non mi riferivo a lei. Sono rimaste altre opzioni?”

Chad: “Ci sarei anch’io ma non credo che il tuo insulto fosse rivolto a me” affermò il ragazzo corpulento, rimasto in silenzio fino ad allora.

Renji: “Esattamente. Quindi…”

Ishida: “Brutt…” gridò tentando di afferrare l’Abarai per il collo.

Rukia: “Bakudou numero 1: Sai!”

L’incantesimo della ragazza immobilizzò le braccia dei suoi due amici, impedendogli di andare oltre un semplice conflitto verbale.

Renji: “Ehi, cosa centro io? Era lui che stava cercando di strozzarmi.”

Rukia: “Meglio essere previdenti. Ed ora state in silenzio: non voglio che mi venga un mal di testa per colpa dei vostri stupidi litigi. Vi libererò non appena dovremo scendere.”

Ichigo: “Già, ma quanto ci vuole? Andando a piedi saremmo arrivati da un pezzo!”

Orihime: “Ma non conosciamo la strada, Kurosaki-kun.”

Rukia: “Ha ragione, e poi sarebbe stato un peccato rifiutare la lussuosa opportunità di viaggiare in limousine.”

Chad: “Si dice che ne abbia affittate ben tre! Chissà quanti soldi deve aver speso!”

Ichigo: “Probabilmente più di quanto noi potremo vederne in tutta la nostra vita.”

 

Nel frattempo, di nuovo nell’immenso grattacielo di proprietà di L…

 

L: “Un’ultima curiosità Misa: come arriveranno qui tutte queste persone?”

Misa: “In auto, naturalmente.”

L: “Qualcuno di loro ha la patente?” chiese perplesso.

Misa: “No.”

L: “E allora?”

Misa: “Ho affittato tre macchine con autista annesso.”

L deglutì, spaventato da ciò che gli era stato appena comunicato.

L: “Che genere di macchine?”

Misa: “Niente di eccessivo: ricordi quel modello di limousine che mi piaceva tanto?”

L: “Cosa? E a chi hai intestato il pagamento?”

Misa: “A te. Inizialmente volevo che le spese fossero divise equamente fra noi tre ma poi Light mi ha fatto notare che il mio stipendio da modella e il suo da poliziotto messi insieme non eguagliano neanche un quarto del tuo patrimonio. Quindi potrai sopportare benissimo queste piccole cose.”

Nel frattempo, nella sua stanza, Light sogghignava ascoltando di sfuggita la conversazione ed immaginandosi la faccia sconvolta del rivale.

Light: “Tienilo bene a mente L: ride bene chi ride ultimo!”

 

Se dunque per la città sono in giro tre automobili è lecito pensare che siano stati invitati tre differenti gruppi di persone! Spostiamoci quindi nella seconda macchina…

 

Naruto: “Oh, avanti! Manca ancora molto?”

Kakashi: “Non fare il bambino. È la vigilia di Natale perciò è normale che ci sia un po’ di traffico!”

Sakura: “Fiato sprecato, Kakashi-sensei. Naruto è un bambino.”

Naruto: “Non è vero! Semplicemente ho fame.”

Sasuke: “Immagino che sia lecito chiederti come fai ad aver fame. Non lo faccio solo perché sarebbe una domanda retorica.”

Naruto: “Dovresti ringraziarci in ginocchio per averti permesso di venire con noi invece di fare battute simili.”

Sasuke: “Se non sbaglio ho ricevuto l’invito indipendentemente dal vostro.”

Naruto: “Maledetto! Ha sempre pronta l’ultima parola!

Kakashi: “Mi raccomando ragazzi. L’Hokage ci affidato un importantissimo incarico: dobbiamo tenere alto il nome del Villaggio di Konoha!”

Naruto: “Ma, Kakashi-sensei, dobbiamo partecipare ad una festa, non ad una missione!”

Sasuke: “Io sono un nukenin: non mi interessa cosa succederà all’immagine di Konoha.”

Sakura: “Certo, ma ciò non toglie che sarebbe preferibile evitare delle figuracce!”

Sasuke: “D’accordo, ma non credo sia io l’interessato di questo avvertimento” disse, guardando l’Uzumaki.

Naruto: “E va bene! Starò attento.”

 

Chiudiamo questa lunga panoramica dando uno sguardo nell’ultima limousine…

 

Nori: “Come va il viaggio Shinku-chan?”

Shinku: “Insomma, se non stessimo così strette su questo sedile, direi bene.”

Jun: “Non lamentatevi: siete state tu e Hinaichigo ad insistere perché invitassimo anche Suigintou, Kirakishou e Barasuishou. È normale che in otto stiate strette.”

Suigintou: “Loro non mi hanno invitata. Mi hanno semplicemente convinto a venire con loro.”

Jun: “Come avete fatto?”

Suiseiseki: “Le abbiamo promesso che al ritorno le concederemo una chance per provare a prendere le nostre Rosae Mysticae.”

Jun: “Davvero pensi che manterranno la promessa?”

Suigintou: “No, ma ho altri motivi che mi spingono ad incontrare persone così interessanti come quelle che verranno a questa stupida festa.”

Jun: “Sarebbero?”

Kirakishou: “Abbiamo pensato che, se riuscissimo a sconfiggere e ad ottenere il potere di uno di quei “shinigami”, diventeremmo molto più forti...”

Barasuishou: “... In questo modo sarà uno scherzo battere le nostre sorelle...”

Suigintou: “... E il gioco di Alice avrà fine una volta per tutte!”

Souseiseki: “Ma voi tre riuscite a pensare solo a quello?”

Suigintou: “Senti chi parla: prima che ti sconfiggessi sembravi così decisa anche tu a diventare Alice.”

Souseiseki: “Io lo facevo solo per cercare di alleviare la sofferenza di nostro padre, non per piacere personale.”

Kirakishou: “E questo è stato il tuo sbaglio più grande.”

Souseiseki: “In che senso?”

Barasuishou: “Se mosse solo per soddisfare il volere altrui, le tue cesoie da giardiniere saranno sempre deboli.”

Suigintou: “Non è necessario diventare ciniche per sconfiggere le proprie sorelle e non provare rimorsi in seguito. Bisogna semplicemente credere in quello che si fa. L’esito del nostro scontro era scontato a prescindere dai nostri due livelli di forza: io ero e sono fiduciosa in quello che faccio. Il gioco di Alice non è stato inventato solo perché nostro padre possa un giorno vantarsi di aver creato la ragazza perfetta. Bisogna gioire di avere la possibilità di diventare Alice: significherebbe bellezza e potere assoluti! Significherebbe il poter curare Megu dalla sua malattia...” disse, sussurrando l’ultima frase.

Shinku: “Wow Suigintou, non ti facevo mossa da intenti così nobili.”

Suigintou: “Tsk, non crediate di essere le uniche ad avere a cuore la vita del proprio medium.”

Suiseiseki: “Dopo queste scioccanti rivelazioni bisognerebbe stappare una bottiglia del miglior champagne!”

Jun: “Per quello ci vorrà ancora un po’.”

Kanaria: “Non molto direi. Siamo arrivati!”

Nori: “Già, Kanaria-chan ha ragione, ecco l’entrata.”

 

Adesso che tutti gli invitati hanno raggiunto il luogo d’incontro o stanno per farlo...

 

Appena la prima automobile scese lo scivolo che conduceva all’entrata, il grande computer della sala dove era seduto L si accese rapidamente, permettendo al ragazzo di identificare chi fosse arrivato.

Misa: “Oh, sono arrivati! Ok, entrate pure!” urlò, parlando tramite il microfono del terminale.

L: “Veramente dovrei essere io a doverlo dire dato che questa è una mia proprietà.”

Misa sembrò non sentirlo e si diresse al piano superiore.

Misa: “Vado a chiamare Light! Tu intanto accogli i nostri ospiti!”

Seppur riluttante, L obbedì e si incamminò verso l’ingresso. Si chiese quale fra i tre gruppi di invitati fosse arrivato prima e la risposta alla sua domanda non si fece attendere. Arrivato nella hall vide ad attenderlo un ragazzo e una ragazza insieme a otto curiosi esseri. Se non avesse già saputo cosa fossero, li avrebbe sicuramente scambiati per delle strane bambine o delle semplici ragazze di bassa statura. Invece quelle erano bambole e L era sicuro che quella non sarebbe stata l’unica stranezza che avrebbe visto nei giorni a seguire.

L: “Oh, lei deve essere il signor Jun, vero?” chiese, porgendo la mano al ragazzo.

Jun: “Esatto, lei invece è...” rispose stringendo la mano in segno di saluto.

L: “L. Mi chiamo così. Se però preferite, potete chiamarmi Ryuzaki.”

Jun: “Perfetto, lei è mia sorella Nori mentre queste qui...”

L: “Queste qui devono essere le famose bambole chiamate Rozen Maiden.”

Nori: “Vi conoscete già?”

L: “Oh no, semplicemente mi ricordo di aver letto i vostri nomi sulla lista delle persone invitate fatta da una mia amica.”

Nel frattempo Shinku si era fatta avanti, pronta a salutare il ragazzo che si era appena presentato.

Shinku: “È un piacere conoscerla, il mio nome è Shinku, quinta bambola delle Rozen Maiden.”

L: “Il piacere è tutto mio. E voi invece?” domandò, rivolgendosi alle altre.

Suigintou: “Il mio nome è Suigintou, e sono la prima bambola.”

Kanaria: “Piacere, sono Kanaria, seconda bambola.”

Suiseiseki: “Salve, il nome è Suiseiseki, sono la terza.”

Souseiseki: “Lieta di conoscerla, io sono Souseiseki, gemella di Suiseiseki e quarta bambola della collezione.”

Hinaichigo: “Ciao, mi chiamo Hinaichigo, sesta Rozen Maiden.”

Kirakishou: “La ringrazio di averci invitato, il mio nome è Kirakishou, l’originale settima bambola.”

Barasuishou: “E infine, io sono Barasuishou, settima bambola delle Rozen Maiden, costruita dal maestro Enju.”

L: “Perfetto, con questo le presentazioni dovrebbero essere finite.”

Misa: “Aspettate un attimo, ci siamo anche noi!” disse di corsa, mentre arrivava trascinando Light sottobraccio.

Misa: “Piacere, il mio nome è Misa e questo è il mio fidanzato Light.”

Light: “NON SONO IL TUO FIDANZATO!” gridò a pieni polmoni.

Shinku: “Vi ringrazio dell’invito a nome di tutte le mie sorelle.”

Misa: “Oh, non è niente, in fondo che Natale è se non lo si passa in compagnia?”

Light: “Un Natale meno caotico” rispose col pensiero.

Proprio in quel momento, una seconda macchina si accostò vicino all’entrata e da essa scese un gruppo di sei persone: un ragazzo con in capelli rosso fiammante, uno con degli strani capelli arancioni, una ragazza mora piuttosto bassa, un’altra con i capelli nuovamente tendenti all’arancio e infine una persona molto robusta dalla pelle piuttosto scura e un ragazzo magro e con gli occhiali.

Renji: “Adesso puoi sciogliere questo maledetto incantesimo, Rukia?”

Rukia: “Direi di si.”

Con uno schiocco delle dita della shinigami, le braccia di Renji e di Ishida furono nuovamente libere di muoversi.

Dopo essere entrati, i nuovi arrivati furono calorosamente accolti da Misa.

Misa: “Benvenuti! Tu dovresti essere Rukia, vero?”

Rukia: “Già, Rukia Kuchiki, luogotenente della XIII divisione del Gotei 13.”

Renji: “Salve, io sono Renji Abarai, luogotenente della VI divisione.”

Ichigo: “Buonasera, il mio nome è Ichigo Kurosaki.”

Orihime: “Salve, mi chiamo Orihime Inoue.”

Chad: “Piacere, sono Sado Yasutora, chiamatemi Chad.”

Ishida: “Io invece mi chiamo Ishida Uryuu, ultimo Quincy.”

Renji: “Per fortuna” pensò, ma si trattenne dal dirlo.

Misa: “Ok, adesso mancano solo...”

Naruto: “Eccoci, siamo arrivati!” urlò tutto d’un fiato, irrompendo nella stanza, seguito dal resto del  Team 7.

Sakura: “Calma, Naruto. Rispetta le buone maniere!”

Kakashi: “Scusatelo, il viaggio è stato piuttosto lungo. Infatti sembra che siamo gli ultimi ad essere arrivati.”

Misa: “Non preoccupatevi! Ci stavamo solo presentando a vicenda.”

Kakashi: “Beh, in tal caso, piacere di conoscervi il mio nome è Kakashi Hatake, comandante del Team 7.”

Sakura: “Piacere, io sono Sakura Haruno, chuunin del Villaggio di Konoha e membra del Team 7.”

Naruto: “Salve a tutti! Il mio nome è Naruto Uzumaki!”

Sakura: “Chissà perché non dice il suo grado Ninja!

Sasuke: “Salve, mi chiamo Sasuke Uchiha, nukenin del Villaggio di Konoha.”

L: “Nukenin? Cosa vuol dire?”

Sakura: “Semplicemente Sasuke-kun ha avuto qualche contrasto con il suo Team e...” farfugliò, cercando di nascondere la verità.

Sasuke: “Vuol dire Ninja traditore.”

Sakura: “Sasuke-kun! Stavo cercando di riscattare la tua immagine!”

Sasuke: “Non ne ho bisogno: non mi pento di quello che fatto.”

Naruto: “Non parliamo di queste stupidaggini. Piuttosto, la festa è già iniziata?”

Sasuke: “Idiota! Oggi è la vigilia, è domani il giorno in cui si festeggia!”

Misa: “Ha ragione. Comunque, si è fatto molto tardi. Scarichiamo dalle auto i regali e poi andiamo tutti a letto, ok?”

Ichigo: “Mi sembra una buona idea. Dovremmo bastare io, Renji e Chad per prendere tutti i pacchetti. Avviatevi pure verso le vostre camere.”

Misa: “Ma che gentili! Va bene, seguitemi, le camere sono al piano superiore!”

Detto questo, mentre tutti gli altri iniziarono a seguire Misa, Ichigo, Renji e Chad si diressero verso le limousine e incominciarono a portare dentro l’edificio le montagne di doni stipate nei portabagagli

Renji: “Dannazione Ichigo! Perché dovremmo fare solo noi tre i facchini?”

Ichigo: “Sai il perché! Nessuno deve vedere i regali che abbiamo fatto a Rukia e a Orihime. Ci sono già costati un occhio della testa, se anche l’effetto sorpresa va a farsi benedire rimarrebbe solo il suicidio!”

Dopo aver portato a termine il gravoso compito, i tre salirono al secondo piano e, dopo aver chiesto a Misa le chiavi delle camere, si salutarono e varcarono la soglia delle proprie.

Rimenavano in piedi solo L e Misa, quest’ultima molto stanca ma visibilmente contenta.

L: “Una sola domanda: ne vale davvero la pena?”

Misa: “Assolutamente si! Domani sarà un giorno splendido!”

L: “Se lo dici tu... Buonanotte allora.”

Misa: “Buonanotte L, a domani!”

Prima di chiudersi nella propria stanza, però, Misa sentì uno strano rumore provenire dal piano inferiore ma, credendo che fosse stata la sua immaginazione, non gli diede importanza e si coricò serena.

 

Angolo dell’Autore

 

Devo dire che l’ispirazione per questa fanfiction è dovuta principalmente all’atmosfera natalizia ormai quasi palpabile. Dato che volevo da tempo sperimentare l’idea di scrivere un crossover su i miei manga/anime preferiti, ho messo le due idee insieme e ne è venuto fuori questo. Ho cercato di mantenere i personaggi IC ma, dato anche il tema trattato, era obbligato sfociare in alcuni punti nell’OOC (soprattutto per alcuni personaggi.). In ogni caso, se state leggendo queste note vuol dire che, nonostante la storia si fatta da più di 2700 parole, siete arrivati a leggerla tutta e già questo mi rende molto felice. Mi piacerebbe ricevere qualche piccola recensione, anche solo per capire se questo capitolo vi sia piaciuto o se l’ abbia scritto correttamente. Va bene, il prossimo capitolo arriverà entro i prossimi giorni quindi non mi resta che dirvi alla prossima!!!

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Capitolo 2
*** Natale!! ***


Natale!!

 

La notte passò tranquillamente, ma quando apparvero le prime timidi e rosee luci dell’alba un acuto grido, proveniente da una delle stanze degli ospiti, turbò la tranquillità comune...

 

?: “AHAAAAAAAAAAAA!!!”

Ichigo: “Cos’è? Qualcuno è stato attaccato da un hollow?” si domandò, venendo svegliato di colpo da quell’urlo e balzando in piedi.

Incurante dell’imbarazzo di uscire dalla propria camera in pigiama, si precipitò fuori, cercando di capire da dove provenisse quel terribile rumore. Una volta che fu nel corridoio che collegava tutte le stanze, vide che anche tutti i suoi amici erano lì, in preda al panico.

Rukia: “Ichigo! Sei stato attaccato?”

Ichigo: “No, voi state tutti bene?”

Renji: “Si, ma è strano...”

Ichigo: “In che senso?”

Ishida: “Noi sei siamo le uniche persone ad alta concentrazione di energia spirituale in questo posto. Un hollow avrebbe dovuto prendere di mira noi, non gli altri.”

Ichigo: “Dobbiamo quindi dedurre che si tratti di qualcos’altro?”

Renji: “Si, ma potrebbe anche trattarsi di organismo più intelligente, un Arrancar per esempio.”

?: “AHAAAAAAAAAAAA!!!”

Ichigo: “Dannazione, di nuovo!”

Orihime: “Proveniva da questa parte” disse, indicando l’ala sinistra del corridoio in cui si trovavano.

I sei amici corsero in quella direzione, fino a trovarsi davanti all’entrata della stanza da cui proveniva tutto quel trambusto.

Chad: “Ma questa è la stanza di...

Renji: “Dannazione, è chiusa a chiave! Rukia, il kido!” imprecò, cercando di forzare la porta.

Rukia: “Ok, allontanati. Hadou numero 4: Byakurai!”

Dalla punta delle dita della mano destra della ragazza scaturì una piccola scarica elettrica che fece saltare la serratura. Renji spalancò l’entrata ma lo spettacolo, che i sei amici videro all’interno della camera, era alquanto singolare. Una piccola bambola vestita di rosa correva per tutta la stanza, urlando a squarciagola, inseguita da un ragazzo che cercava di afferrarla.

Jun: “Hinaichigo! Maledetta, ma perché diavolo urli!”

Purtroppo la sesta bambola delle Rozen Maiden, grazie al fisico minuto, era molto agile e riusciva a sfuggire facilmente alle grinfie di Jun.

Hinaichigo: “Ahaaaaa! Hinaichigo urla perché è felice! Oggi è la mattina di Natale.”

Jun: “Non puoi gridare così solo per questo motivo! Sveglierai tutti!”

Nel frattempo alcuni tra gli scrigni dove le altre bambole dormivano si aprirono e, una dopo l’altra, alcune Rozen Maiden uscirono da essi, sbadigliando.

Shinku: “Cosa sta succedendo?”

Suiseiseki: “Questa è la voce della chibi-ichigo! Perché sta urlando?”

La scenetta andò avanti per qualche altro minuto fino a quando una piuma nera, fuoriuscita da uno degli scrigni rimasti ancora chiusi, lanciata ad altissima velocità, sfiorò il volto della povera Hinaichigo la quale, spaventata, ammutolì e si fermò.

Hinaichigo: “C-cos..”

Dallo stesso, uscì una bambola vestita quasi interamente di nero che si avvicinò lentamente alla sorella, facendo risuonare il rumore dei tacchi delle sue scarpette.

Hinaichigo: “S-Suigintou...” mormorò terrorizzata.

Suigintou: “Mia cara, hai avuto la fortuna di riottenere la tua Rosa Mystica e di non rimanere una semplice bambola inanimata per il resto dei tuoi giorni. Questo perché fu Shinku a sconfiggerti. Sappi che io sono molto diversa e che ho riconsegnato a Souseiseki la sua Rosa Mystica solo perché mi era stato espressamente ordinato da nostro padre. Lei però evita di infastidirmi mentre tu ti stai dimostrando sempre più irritante. Se non vuoi finire adesso il resto dei tuoi giorni, smettila di comportarti da stupida. Intesi?” disse, scandendo lentamente le parole.

Hinaichigo: “I-intesi!” 

Suigintou: “Perfetto” concluse, aprendo le sua ali nere e alzandosi in volo.

Si diresse quindi verso la porta e uscì, passando sopra le teste di Ichigo e dei suoi amici.

Suigintou: “Ah, me ne ero quasi dimenticata. Buon Natale a tutti” sentenziò con una calma quasi innaturale prima di volare al piano inferiore.

Hinaichigo: “B-buon Natale anche a te, S-Suigintou.”

Jun: “Però! Per essere una bambola riuscirebbe ad impaurire anche la persona più coraggiosa del mondo!”

Solo allora il ragazzo si accorse delle altre persone immobili sulla soglia della porta.

Jun: “Oh, scusate! Immagino siate stati svegliati da Hinaichigo. Vi prego, perdonatela.”

Ichigo: “Non preoccupatevi, l’importante è che nessuno sia in pericolo” riuscì a dire, ancora sbalordito da quello che aveva visto.

L: “Qualche problema?” chiese, spuntando dal corridoio.

Era stato svegliato da quelle strane urla e aveva voluto capire cosa fossero.

Jun: “No, assolutamente signor Ryuzaki! Solo un po’ di gioia natalizia” disse, cercando di nascondere la verità.

L: “Capisco...” affermò.

Dubitava che quella scusa corrispondesse a verità ma la sua attenzione era stata attirata dalla serratura della porta, completamente bruciata.

L: “Cosa diavolo è successo?” pensò sbalordito.

 

Dopo questo stravagante episodio, e dopo essersi lavati e vestiti per l’occasione, i due gruppi d’invitati seguirono L che li condusse in una luminosissima stanza al piano inferiore. Sorprendentemente trovarono Misa, Light, Suigintou e il Team 7 al completo già lì ad aspettarli...

 

L: “Siete già svegli?”

Kakashi: “Noi Ninja siamo abituati a svegliarci all’alba. Adesso saranno più o meno le nove di mattina quindi siamo in piedi da un bel po’.”

Misa: “Io in realtà ho dormito solo per poche ore perciò, appena ho visto che si era fatto un orario accettabile per alzarsi, ho abbandonato il letto senza indugi.”

Light: “Già, peccato che fossero solo le sette e che tu sia poi entrata come una tempesta nella mia camera, buttandomi giù dal letto!”

Suigintou: “Mentre per quanto mi riguarda, non credo abbia bisogno di darvi spiegazioni.”

L: “Beh, dato che ci siamo tutti, credo sia il momento adatto per scambiarci gli auguri di Buon Natale.”

Naruto: “Hai perfettamente ragione! Ma oltre agli auguri, ci sarebbe anche qualcos’altro...”

L: “Ossia?”

Naruto: “I regali!”

L: “Oh, è vero. Chi li ha portati dentro?”

Naruto: “Perfetto!”

Ichigo: “Io, Renji e Chad. Li abbiamo messi sotto il grande albero che c’è in quella stanza” disse, indicando una delle porte che si trovava alla loro sinistra.

Il biondino si lanciò verso la porta, la spalancò ed entrò nella camera. Individuò subito il grande albero di Natale ma, dopo aver guardato alla base di esso, in cerca dei numerosi pacchetti, emise un urlo disumano.

Sakura: “Cosa c’è Naruto?” chiese, spaventata.

Naruto: “I-i r-regali. S-sono spariti!”

Ichigo: “CHE COSA?”

Tutti si fiondarono a controllare e, con somma sorpresa, constatarono che lo shinobi di Konoha aveva ragione.

Dei vari pacchi colorati non era rimasto assolutamente niente.

Misa: “Ma com’è possibile?”

Rukia: “Ichigo, Renji, siete sicuri di averli presi davvero dai bagagliai delle auto?”

Renji: “Naturalmente.”

Rukia: “E allora?”

Light: “Tutto questo puzza terribilmente di furto.”

Orihime: “Cosa? Chi sarebbe tanto perfido da rubare i regali di Natale ?”

L: “Adesso lo scopriremo.”

Orihime: “E come?”

L indicò una piccola porzione di pavimento, vicino all’albero, dove era adagiato un biglietto che nessuno aveva notato fino ad allora.

L: “Quello dev’essere un indizio lasciatoci dal ladro.”

Dopo averlo raccolto, il detective lo lesse ad alta voce:

Sorpresi? Abbiamo preso tutti i vostri regali. Non pensate neanche lontanamente di riuscire a recuperarli, quando leggerete questo messaggio saremo molto lontani.

Firmato: Akatsuki

Sasuke: “Tsk, lo immaginavo. Solo loro potevano commettere un gesto tanto infantile.”

Ishida: “Maledetti, hanno rubato i diad...” cercò di dire ma fu interrotto da Renji che gli tappò fulmineamente la bocca.

Renji: “Chiudi quella fornace! Deve rimanere un segreto finché Rukia ed Orihime non li vedranno!” sussurrò, cercando di non farsi sentire dagli altri.

Jun: “Scusate se mi intrometto nella conversazione, ma forse dovremo almeno provare a riprenderceli.”

Sasuke: “No, non dobbiamo provare, lo faremo e basta!”

Sakura: “Sasuke-kun ha ragione! Formiamo una squadra di recupero e facciamogliela pagare!”

Ichigo: “Ottimo, sono d’accordo. Da quante persone è formata quest’Akatsuki?”

Kakashi: “L’Akatsuki è attualmente formata da nove membri. Si muovono solitamente in team composti da due elementi ma, dato che si sono spinti fin qui, immagino che siano almeno in tre.”

Sasuke: “A noi ci sono volute diverse ore per arrivare in questa città in automobile, loro devono aver utilizzato una tecnica di teletrasporto per spostarsi più velocemente. Solo uno di loro è in grado di farlo.”

Naruto: “Già, ma ritengo sia molto difficile che Tobi abbia preso parte ad una missione simile.”

Sakura: “E allora? Come sono arrivati qui.”

Sasuke: “Beh, Tobi potrebbe averli teletrasportati senza venire con loro.”

Kakashi: “È possibile, ma in tal caso come farebbero a ritornare indietro? Sarebbe necessario un altro jutsu in grado di agire a grande distanza.”

Sakura: “Una Kuchiyose No Jutsu?” propose incerta.

Kakashi: “Kuchiyose No Jutsu? Ma certo! Ottimo lavoro Sakura! Utilizzeranno sicuramente una Kuchiyose per ritornare al covo.”

Naruto: “Kuchiyose? E a cosa gli servirebbe evocare qualcosa?”

Kakashi: “No, non saranno loro ad eseguire il jutsu. Al momento giusto, qualcuno fra il loro compagni rimasti al covo, effettuerà una Kuchiyose No Jutsu e loro saranno quelli che verranno richiamati indietro.”

Sasuke: “Davvero un’ottima strategia. Ma avrebbe bisogno di un altro elemento per funzionare: un luogo adatto. L’ideale sarebbe un luogo isolato, possibilmente al coperto che sia venuto a contatto con la magia.”

Ichigo: “Un luogo che sia venuto a contatto con la magia?”

Sasuke: “Esattamente. Magia o qualsiasi attività sovrannaturale.”

Light: “In tal caso, credo di sapere dove stiano andando.”

Sasuke: “Davvero? È distante da qui?”

Light: “Quel capannone sembra calzare a pennello con la tua descrizione. Peccato sia molto lontano da qui: ci vorrebbe almeno un’ora per arrivarci a piedi.”

Sasuke: “Allora è perfetto! Quando leggerete questo messaggio saremo molto lontani. Abbiamo pensato che sarebbero già andati via dalla città ma rifletteteci un attimo: Tokyo è enorme, è impossibile che in un paio d’ore si siano già dileguati. Probabilmente intendevano che si sarebbero trovati all’altro capo della metropoli.”

Ichigo: “Sembra essere un buon ragionamento ma c’è un problema: se il furto è avvenuto questa notte ormai saranno riusciti ad arrivare al luogo prestabilito.”

Sasuke: “No, non possono essere usciti dall’edificio più di due ore fa. Non ho udito nessuno strano rumore durante la notte quindi devono essere per forza usciti passando dalla porta principale. Misa l’ha aperta solo per cinque minuti alle 7:30 per controllare se fosse arrivata della posta. In quei cinque minuti, sfruttando una tecnica di mimetismo per rendersi invisibili, sono fuggiti. Adesso saranno a stento le 9:30. Possiamo ancora fare in tempo!”

L: “Ma dovrebbero averci messo più del necessario. Perché?”

Sasuke: “Tsk, voi non conoscete il tipico abbigliamento dell’Akatsuki. Con quelle stupide vesti nere a nuvolette rosse è impossibile passare inosservati. Sicuramente avranno scelto di percorrere le vie meno trafficate ma così facendo, avranno allungato il tempo necessario per arrivare di almeno un’altra ora.

Naruto: “Wow, hai mai pensato di fare il detective, Sasuke?”

Sasuke: “Baka! Ho semplicemente usato la testa!”

Light: “D’accordo allora. Vi accompagno. Non perdiamo tempo, prendiamo un’automobile ed andiamo!”

 

Anticipiamo i protagonisti di questa storia e spostiamoci allo “Yellow Box”, luogo che Light ha immaginato come il più simile alla descrizione di Sasuke, dove effettivamente c’è già qualcuno...

 

?: “Kakuzu! Quanto diavolo ci vorrà ancora per terminare quel sigillo?”

L’altro non replicò, impegnato com’era nel suo importantissimo compito.

?: “Ehi Kakuzu, rispondi!”

Kakuzu alla fine si voltò versò il suo compagno di team e lo mandò a terra con un fortissimo schiaffo.

Kakuzu: “Hidan, non farmelo ripetere un’altra volta: stai zitto! Sto ultimando un’operazione fondamentale e non ho proprio bisogno di sentire la tua stupida ed irritante voce!”

Hidan: “Ehi, calmati. Stavo solo chiedendo” si giustificò rialzandosi e massaggiandosi la guancia colpita.

Kakuzu: “Non mi importa cosa diavolo stavi facendo! Se vuoi andartene da qui entro questa sera non disturbarmi!”

?: “Non litigate. Abbiamo già impiegato due ore per arrivare fin qui. Non voglio restare in questa città per il resto della mia vita.”

Kakuzu: “Ed è proprio per fare in modo di tornare al covo che è necessario attivare questo sigillo. Lo sai benissimo, Deidara!

Deidara: “Va bene, va bene. In questo caso, preferisco andare un po’ in giro nel frattempo.”

Kakuzu: “Bene, se proprio vuoi uscire di qui, ritorna a quel grattacielo. Potrebbe esserci qualcos’altro di prezioso che ci è sfuggito.”

Deidara: “Ma adesso non si saranno svegliati?”

Kakuzu: “Probabilmente saranno venuti a cercarci dopo aver letto il biglietto e avranno lasciato il palazzo privo di difese.”

Deidara: “Perfetto, allora vado” sentenziò, uscendo dal capannone.

Il membro dell’Akatsuki fu molto sorpreso quando, appena fuori dallo “Yellow Box” fu circondato da quattro persone fra cui riconobbe Naruto Uzumaki, lo shinobi di Konoha.

Naruto: “Tu sei Deidara dell’Akatsuki vero? Restituiteci i nostri regali!”

Deidara: “Oh, siete davvero sorprendenti. Non credevo sareste riusciti ad individuarci in così poco tempo.”

Ichigo: “Non importa. Dicci dove li avete nascosti!”

Deidara: “E tu chi saresti? Non ricordo nessuno con dei capelli così strani. In ogni caso, mi dispiace ma avrete una brutta sorpresa. Detto questo, addio!” disse mentre materializzava uno dei suoi grandi uccelli fatti di argilla esplosiva e lo utilizzava per decollare.

Naruto: “Fermo furfante!”

Sasuke: “È inutile, lascialo andare. Adesso pensiamo agli altri.”

I tre ragazzi, accompagnati da Rukia, irruppero nell'edificio, cogliendo Kakuzu e Hidan alla sprovvista.

Hidan: “Ops, abbiamo qualche problema” affermò indicando al compagno gli avversari.

Kakuzu: “Dannazione arrivano sempre al momento sbagliato!” mormorò, preparandosi al combattimento.

Ichigo: “Ehi voi due! Restituiteci quello che ci avete rubato!”

Kakuzu: “Oh, intendete gli stupidi pacchetti che abbiamo preso? Mi dispiace ma a parte questi due, gli altri sono in fondo al fiume!” sentenziò indicando due grandi pacchetti rettangolari appoggiati alla sua sinistra.

Ichigo fu lieto di constatare che quei due erano proprio i due regali destinati a Rukia e ad Orihime ma restò comunque scioccato per quello che aveva sentito.

Naruto: “COSA HAI DETTO?”

Hidan: “Non serve a nulla urlare, lo hai sentito perfettamente. Ma non preoccupatevi: li raggiungerete tra poco, dopo che vi avremo fatto a pezzi!”

Sasuke: “State correndo un po’ troppo. Adesso vi faremo pentire amaramente di quello che avete fatto!”

 

Nel frattempo, nella “base” dei nostri eroi in molti erano scontenti di non essere stati inclusi nel team anti-Akatsuki, e in particolare qualcuno più degli altri...

 

Renji: “Ah, che rabbia! Perché diavolo non sono potuto andare con loro?”

Chad: “L’auto non aveva abbastanza posti liberi.”

Renji: “D’accordo ma perché preferire Rukia a me?”

Ishida: “Probabilmente perché è molto più efficiente e silenziosa di te.”

Renji: “Come ti permetti ad insinuare che io sia rumoroso!”

Ishida: “Io non lo sto insinuando. Sono i fatti che parlano da soli.”

Chad: “Non agitatevi, per favore. E comunque potresti aiutare le ragazze in cucina se proprio vuoi fare qualcosa.”

Renji: “Ho l’aspetto di uno che è mai stato davanti ai fornelli? Non saprei da dove cominciare e comunque non ne ho assolutamente voglia. Preferisco farmi un sonnellino nella mia camera” affermò, alzandosi dalla poltrona dove era seduto e incamminandosi verso il piano superiore.

Chad: “Ne sei sicuro?”

Renji: “Al cento per cento. Non svegliatemi a meno che non succeda qualcosa di grave.”

Ishida: “Dipende da qual’è la tua concezione di grave.”

Renji: “Se per caso apparisse un hollow Vasto Lorde, beh quello sarebbe grave” disse prima di entrare nel corridoio che collegava le varie stanze.

 

In contemporanea fuori dall’edificio...

 

Deidara: “Eccomi finalmente, sono arrivato!

Il Ninja aveva volato a tutta velocità ed era riuscito ad arrivare a destinazione in pochissimo tempo.

Deidara: “Non mi interessa cosa mi ha ordinato Kakuzu. Questa è un’occasione d’oro per mostrare a tutti la mia arte! Farò esplodere quest’edificio con i miei sublimi capolavori!

Il membro dell’Akatsuki lanciò a tutta velocità due piccoli e veloci animaletti d’argilla a forma di uccello verso l’ingresso.

Deidara: “Katsu!” gridò, e le sue due “creazioni” esplosero, spalancando completamente la porta.

Il rumore della deflagrazione fu udito anche da Ishida e da Chad i quali, precipitandosi a verificare cosa fosse accaduto, videro lo shinobi ritto tra le macerie di quello che un tempo era l’ingresso del grattacielo.

Ishida: “Cosa, una veste nera a nuvolette rosse? Capisco, tu devi essere dell’Akatsuki!”

Deidara: “Vedo che la nostra organizzazione è più conosciuta di quanto noi stessi crediamo. Comunque sono felice di constatare che Kakuzu si sia sbagliato e che quest’edificio non sia deserto. Sarebbe stato un peccato se nessuno avesse potuto apprezzare la mia arte!”

Chad: “Arte?”

Deidara: “Esattamente. Provatela voi stessi, katsu!” gridò lanciando nuovamente i suoi esplosivi.

Chad e Ishida si trovarono nel bel mezzo dell’esplosione ma riuscirono miracolosamente ad uscirne incolumi.

Ishida: “Che razza di tecnica usi?” chiese sorpreso.

Deidara: “Le mie statue sono fatte di argilla mischiata al mio chakra. Al mio comando esplodono, trasformandosi in arte!”

Ishida: “Tsk, e quella sarebbe arte? Ma non importa, stai per essere sconfitto da un Quincy...”

?: “Fermo.”

Ishida si voltò e fu sorpreso di vedere Renji, in forma di shinigami, appena dietro di lui.

Renji: “Me ne occupo io. Stavo per addormentarmi ma ho fatto bene a venire a controllare: avevo proprio voglia di sgranchirmi un po’!”

Deidara: “Ehi, cos’hai? Perché ti sei interrotto?” domandò ad Ishida, non potendo vedere il luogotenente della sesta divisione affianco all’avversario.

Renji: “Ah già, lui non può né vedermi né sentirmi. Peccato, vorrà dire che il combattimento finirà molto presto.”

Deidara: “C’è qualcuno con te che io non riesco a vedere, vero? Non fa niente, non ho bisogno di percepire il mio avversario per sconfiggerlo. Prendi questo!” sentenziò, lanciando due piccoli draghi d’argilla.

Ishida: “Attento Renji, quelle cose sono esplosive!”

Renji: “Davvero? Bene, allora... ULULA ZABIMARU!” urlò, sfoderando la sua Zanpakuto ed attivandone lo Shikai.

Dopo che il fumo dell’esplosione dei due draghi si diradò, fu visibile a tutti come Renji si fosse riparato dietro la lama della sua spada, adesso più grande in seguito al rilascio.

Renji: “È tutto qui quello che sai fare? Bene, adesso tocca a me!” esclamò, balzando sul nemico.

 

Il gruppo di Ichigo, Rukia, Naruto e Sasuke tornò al grattacielo verso mezzogiorno, accompagnato da Light che guidava l’automobile. Erano tutti visibilmente provati dalla stanchezza ma anche felici di essere riusciti a recuperare ciò che gli apparteneva. Era stato molto difficile e avevano dovuto ricorre a un trucco per vincere: mentre l’Uzumaki e l’Uchiha tenevano impegnati Kakuzu e Hidan, Ichigo e Rukia erano sgattaiolati alle loro spalle e avevano afferrato i due pacchetti. In seguito erano fuggiti a tutta velocità. Adesso potevano finalmente riposarsi ma furono sbalorditi dal vedere come la situazione fosse molto diversa da come l’avevano immaginata...

Rukia: “Cos’è successo qui?” si chiese, vedendo la porta d’ingresso a pezzi.

Nel frattempo L li aveva notati ed era andato ad accoglierli.

L: “Oh, ci siete riusciti! Vi faccio i miei complimenti, ormai disperavamo di riuscire a rivedere i regali!”

Ichigo: “Beh, ci dispiace moltissimo ma siamo riusciti a recuperare solo questi due. Ma cos’è accaduto qui?”

L: “Uno di quei furfanti dell’Akatsuki. È stato sconfitto dal vostro amico Renji.”

Rukia: “Adesso capisco il perché di tutto questo caos...

L: “Ma non vi corrucciate oltre. La signorina Nori e la vostra amica Orihime hanno preparato un ottimo pranzo. Aspettavamo solo voi per cominciare.”

Naruto: “Che aspettiamo allora? Andiamo!”

 

Il pranzo di Natale fu molto allegro, e gli ottimi piatti di Nori e le curiose invenzioni culinarie di Orihime risultavano deliziosi. Alla fine nessuno diede molto peso alla mancanza dei regali ma furono tutti molto felici di essere riusciti almeno a recuperarne due...

 

Misa: “Beh, allora? Apriteli, moriamo dalla voglia di sapere cosa sono!”

Naruto: “Già, abbiamo fatto una fatica mortale per recuperarli, dateci almeno la soddisfazione di vederli!”

Rukia: “Oh, e va bene! Che ne dici Orihime?” disse, imbarazzata. 

Orihime: “Al mio tre: uno... Due... E tre!”

Le due ragazze rimasero a bocca aperta quando videro due splendidi diademi, uno con diamanti per Rukia e uno con smeraldi per Orihime, appoggiati su degli altrettanto splendidi ed elegantissimi vestiti da sera. Quest’ultimi si intonavano perfettamente ai due gioielli essendo uno di un candido bianco e l’altro d’un tenero verde chiaro.

Rukia: “Io... Non so cosa dire.”

Orihime: “N-neanche io...”

Ichigo: “Un semplice grazie potrebbe bastare ma siamo felici che l’idea vi sia piaciuta. Ishida ci ha consigliato cosa acquistare e, a quel punto, abbiamo deciso di farvi un unico regalo a testa.”

Misa: “Oh, come sarebbe bello se anche Light mi regalasse cose simili!”

Light: “Aspetta e spera!”

Misa: “Beh, ma allora avrete l’occasione di indossarli al ballo della vigilia di Capodanno!”

Rukia: “Ballo?”

Misa: “Certo, non poteva assolutamente mancare!”

 

Angolo dell’Autore

 

Purtroppo ci ho messo davvero molto tempo per scrivere questo capitolo che è risultato molto più elaborato del precedente. Mi dispiace non aver potuto rispettare la coincidenza delle date ma mi è stato assolutamente impossibile. Il prossimo sarà l’ultimo capitolo e, come avrete capito, inquadrerà i festeggiamenti di Capodanno. Spero che questo lungo episodio vi sia piaciuto, e che possiate recensire in tanti. Al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Capodanno!!! ***


Capodanno!!!

 

Dopo un alquanto movimentato giorno di Natale, nessun altro evento particolare coinvolse i nostri eroi che poterono riposarsi in tranquillità dalle fatiche e dallo stress accumulato. Tutto ciò fino alla mattina del 31 dicembre, ultimo giorno dell’anno e vigilia di Capodanno...

 

Rukia: “Ichigo, hai per caso visto il mio Denrei Shinki?”

Ichigo: “Quello strano aggeggio simile ad un cellulare? Cosa ti fa anche solo immaginare che io sappia dove sia?”

Rukia: “Allora è meglio che tu mi aiuti a cercarlo: non riesco più a trovarlo da nessuna parte.”

Ichigo: “Strano, solitamente non perdi le tue cose. Dove l’hai appoggiato l’ultima volta?”

Rukia: “Sul comodino affianco al mio letto.”

Ichigo: “E non è più lì?”

Rukia: “Indovina?” disse con sarcasmo.

Ichigo: “Beh allora non dovrebbe essere un problema. Solo Misa oltre a noi ha le chiavi delle nostre stanze. Andiamo a chiederle se lei l’ha visto.”

Rukia: “Sembra essere una buona idea.”

Detto questo la ragazza, insieme all’amico, andò a cercare Misa Amane, la quale era ancora nella sala da pranzo, ed attendeva che gli ultimi ospiti finissero la propria colazione. Al momento però, era impegnata in una strana conversazione al cellulare di cui si riuscivano ad afferrare solo alcune parole.

Misa: “... Allora tutto ok?... Perfetto, vi aspetto... A stasera alle 21:00, arrivederci!”

Pronunciate quest’ultime parole, Misa riattaccò e spostò il suo sguardo su Ichigo e su Rukia che si erano avvicinati da poco a lei. Si domandò cosa volessero dato che era evidente che la ragazza stesse cercando qualcosa.

Misa: “Oh ciao! Avete già fatto colazione?” chiese con cortesia.

Rukia: “Ehm, si... Ehi, ma quello è il Denrei Shinki!” esclamò, riconoscendo il telefonino che Misa aveva appena utilizzato.

Misa: “Come? Ah intendi questo! Si scusa, lo avevo preso un attimo in prestito” disse, mentre lo restituiva alla legittima proprietaria.

Ichigo: “In prestito? A cosa ti serviva?”

Misa: “Oh niente. Avevo bisogno di effettuare una chiamata e il mio cellulare non funziona benissimo ultimamente.”

Era chiaro che mentisse ma nessuno dei suoi due interlocutori volle andare più a fondo nella vicenda. Era una loro amica e probabilmente non conosceva la vera funzione del Denrei Shinki, unico strumento in grado di comunicare con la Soul Society, perciò non poteva aver fatto nulla di preoccupante. Nel frattempo Ichigo aveva notato che il suo amico Renji Abarai era seduto in un angolo del grande tavolo dove venivano serviti i pasti principali, insieme ad alcune Rozen Maiden, e parlava con esse in modo molto fitto. Allo stesso tempo, anche il luogotenente della sesta divisione vide i suoi due amici e gli chiamò ad alta voce.

Renji: “Ah Rukia, Ichigo venite qui, abbiamo bisogno del vostro aiuto.”

I due accettarono e si accomodarono lì vicino. Ichigo riuscì a riconoscere le tre bambole sedute al loro fianco. Nonostante la sua pessima abilità nel ricordare i nomi, gli parve che quella vestita di rosso scarlatto si chiamasse Shinku mentre le altre due, quasi indistinguibili se non per gli abiti molto diversi che indossavano, Suiseiseki e Souseiseki.

Rukia: “Questa mi è nuova. Non hai mai chiesto il nostro aiuto, il tuo orgoglio ti ha portato a fare sempre di testa tua.”

Renji: “Infatti se si trattasse di un mio problema non prenderei neanche in considerazione quest’idea. Però, qui la situazione è piuttosto seria...”

Rukia: “Spiegati meglio...” sentenziò, interessata alla vicenda.

Renji: “Avrei bisogno della tua grande conoscenza del kido. Per l’esattezza riguardante il trasferimento delle anime in un gigai.”

Rukia: “In materia non so più di quanto un comune shinigami necessita di apprendere. Per attivare un gigai bisogna far entrare l’anima di un essere vivente in esso. Ci sono vari modi per farlo ma il più semplice ed efficace è quello di sintetizzare una Soul Candy partendo dal konpaku che ci interessa e farla ingerire forzatamente al corpo fittizio.”

Renji: “Ciò significa che è necessario possedere un’anima per entrare in un altro corpo.”

Rukia: “Naturalmente. Mi stupisce che tu non sappia cose così elementari.”

Renji: “In verità ne ero già a conoscenza ma volevo un paio di chiarimenti.”

Rukia: “Allora non vedo quale sia il problema. Tutti gli esseri viventi, che siano essi umani o dei semplici animali, possiedono un’anima.”

Renji: “Non esattamente...”

Rukia: “Cosa, è impossib...”

Shinku: “Si riferisce a noi Rozen Maiden. Noi non possediamo un’anima” affermò, interrompendo la ragazza appartenente al nobile casato Kuchiki.

Un silenzio tombale scese sul piccolo gruppo e Rukia non ebbe la forza di replicare per un minuto buono. Quando finalmente riuscì a trovare le giuste parole, rispose sbalordita.

Rukia: “Non avete un’anima?”

Shinku scosse la testa.

Shinku: “Noi siamo delle bambole viventi. Siamo fatte di porcellana, non siamo realmente umane.”

Rukia: “Capisco... Ma provate emozioni, e possedete una propria personalità, dovete avere un qualcosa che vi alimenti.”

Shinku: “È la nostra Rosa Mystica a farci assomigliare a voi umani per carattere e abitudini.”

Rukia: “Affascinante... Però non riesco ancora a comprendere il problema.”

Shinku: “È semplice: abbiamo osservato le vostre strane tecnologie e ci chiediamo se potreste far entrare una di noi in un corpo umano.”

Rukia rimase sbalordita da questa informazione, ma cercò di non darlo a vedere.

Renji: “Per questo ho pensato ad un gigai. Immagino sia l’unico modo possibile per attuare quello che ci viene richiesto.”

Rukia: “... È comunque impossibile.”

Renji: “Perché?”

Rukia: “Te l’ho già spiegato. Se queste bambole non possiedono un’anima non possono farlo in alcun modo.”

Ichigo: “Ne sei sicura?” chiese, intromettendosi per la prima volta nella conversazione.

Rukia: “No, non posso dare la certezza che sia impossibile ma...”

Souseiseki: “Potremmo provare a trasferire la nostra Rosa Mystica all’interno di questo corpo fittizio. Dovrebbe funzionare ugualmente.”

Rukia: “È una possibilità, ma sarebbe necessario l’utilizzo di un gigai accuratamente modificato.”

Renji: “E solo una persona è in grado di realizzare opere tanto complesse ed in così poco tempo.”

Rukia annuì, comprendendo a chi si riferisse l’Abarai.

Rukia: “Esattamente. Chi di voi tre è interessata a subire il processo di trasferimento?”

Suiseiseki alzò timidamente la mano. A Rukia vennero quindi in mente i numerosi diverbi spaccatimpani che la piccola bambola aveva avuto con Jun, quel ragazzo che lei definiva il suo medium. Chiunque avrebbe detto che si odiassero ma...

Rukia: “Dopotutto l’odio è un’altra forma di amore” pensò, accennando un sorriso.

Suiseiseki: “A-allora, s-si può fare?”

La shinigami della tredicesima compagnia non rispose ma, fulmineamente scattò una fotografia alla Rozen Maiden, sfruttando il suo cellulare (che nonostante le funzionalità nascoste, era un efficiente telefonino di ultima generazione). Dopodiché si alzò e si trasformò in shinigami sfruttando la Soul Candy che lei stessa aveva nascosto in una delle tasche del suo abito. Ichigo e Renji furono sorpresi dalla sua rapida reazione e le chiesero cosa volesse fare.

Rukia: “Semplicemente dobbiamo sbrigarci se vogliamo che quel gigai sia pronto in tempo.”

La ragazza estrasse lentamente la sua Zanpakuto, che portava cinta al fianco.

Rukia: “Danza Sode No Shirayuki” mormorò.

La lama emise per un attimo un bagliore accecante per poi rivelarsi nella forma di shikai. Agendo velocemente, Rukia compì una stoccata verso il vuoto, facendo avanzare la katana, adesso di uno splendido colore bianco. Un portale venne sorprendentemente ad aprirsi nel punto in cui l’estremità della Zanpakuto aveva attraversato l’aria. Rukia ci balzò dentro e scomparì.

Suiseiseki: “Cos’è successo?” chiese, non essendo capace di vedere gli shinigami.

Renji: “Oh niente, è andata via per un po’ di tempo. Ritornerà tra poco.”

 

Nel frattempo, nel quartiere Karakura di Tokyo, e più precisamente all’interno dell’emporio Urahara, il titolare del negozio oziava, seduto sul pavimento. Aveva attraversato un periodo molto faticoso negli ultimi giorni, a causa delle festività umane. La gioia provata dagli esseri umani in questo particolare periodo dell’anno, infatti, attirava moltissimi hollow, i quali si comportavano come falene ammaliate dalla luce di un lampione. Più di una volta era stato costretto ad occuparsene personalmente, accompagnato dalla sua infallibile Benihime. Come al solito, la Soul Society inviava alcuni shinigami per eliminare le varie minacce, ma spesso si trattava di novellini che non avrebbero mai potuto combattere contro l’enorme numero di hollow che si era manifestato ultimamente. Adesso, l’ex capitano della XII divisione  cercava di godersi quest’attimo di tranquillità che gli era stato concesso. I suoi propositi, però, andarono in frantumi quando, sorprendentemente, un portale si aprì all’interno del locale. Credendo si trattasse di un qualche nemico, Urahara sfoderò lentamente la sua katana dal bastone da passeggio che portava sempre con se e si avvicinò con circospezione alla misteriosa apertura dimensionale. Quando gli sembrò che qualcosa stesse per uscire, senza farsi ulteriori domande, vibrò un poderoso fendente verticale contro l’essere misterioso. Dall’altra parte del passaggio, Rukia fece appena in tempo ad accorgersi di essere attaccata, e riuscì a parare il colpo con la sua Zanpakuto.

Rukia: “Dannazione Urahara, è così che accogli i tuoi clienti?” chiese, visibilmente contrariata.

Urahara: “Oh, signorina Kuchiki! Qual buon vento la porta qui?” domandò con il suo solito sorriso, senza però smettere di esercitare una notevole pressione sulla spada di Rukia. Quest’ultima rispose con un forte scatto della sua lama verso l’alto, riuscendo a svincolarsi e ad uscire definitivamente dal portale, il quale si richiuse alle sue spalle.

Rukia: “Ho del lavoro per te” affermò, replicando alla domanda precedente.

Urahara: “Che genere di lavoro?” domandò mentre rinfoderava la forma sigillata di Benihime.

Rukia: “Un gigai.”

Urahara: “Non te ne avevo appena forniti tre?”

Rukia: “Non è per me, né per Ichigo o per Renji.”

Kisuke restò in silenzio per un po’ di tempo meditando su chi potesse essere il destinatario del corpo fittizio.

Rukia: “Non è neanche per uno shinigami” aggiunse la ragazza.

Urahara: “E allora chi è l’interessato?”

Il giovane uomo afferrò al volo il Denrei Shinki che gli venne lanciato da Rukia.

Rukia: “Nell’archivio fotografico troverai un’immagine della destinataria.”

Il mercante trovò quasi subito la foto ma rimase un po’ scioccato nell’osservarla.

Urahara: “Ma questa è una bambina!” esclamò, notando la bassa statura della figura.

Rukia: “No, non esattamente. È una bambola.”

Urahara inizialmente spalancò gli occhi, sorpreso da quest’affermazione, poi esplose in una fragorosa risata.

Urahara: “Ah ah ah ah... Che ridere! Signorina Kuchiki, sicura di non aver bevuto troppo sakè negli ultimi giorni?”

Rukia: “Tsk, non bevo alcolici. E comunque, sto dicendo la verità” affermò offesa.

Urahara: “Ne è proprio sicura?” domandò, interrompendo le risa.

Rukia: “Al cento per cento. L’ho visto con i miei occhi, lei è una bambola vivente.”

Urahara: “Interessante. Immagino quindi che debba fabbricare un gigai modificato, dato che molto probabilmente non ci sarà un’anima da trasferire, ma qualcosa di più complesso.”

Rukia: “Esattamente, loro la chiamano Rosa Mystica.”

Urahara: “Non ha altri dettagli? Sarà come brancolare al buio.”

La ragazza scosse la testa in segno di diniego.

Urahara: “Capisco... Un’ultima notizia: quale dovrà essere l’età apparente del corpo?”

Rukia: “Più o meno la mia.”

Urahara: “Quindi intorno ai 150 anni?” chiese scherzando.

Rukia: “Stolto! La mia età umana, non quella da anima!” affermò, colpendo con un poderoso schiaffo il povero Kisuke.

Urahara: “Ohi, ohi, stavo solo scherzando. D’accordo, 15 anni” disse, massaggiandosi la guancia colpita.

Rukia: “Cerca di fare il tuo meglio, hai tempo a disposizione fino a stasera. Verrò a ritirarlo intorno alle 20:45.”

Urahara: “Farò il possibile. E il compenso?”

Rukia: “Ah, consideralo come il tuo regalo per il mio compleanno.”

Urahara: “Ma il suo compleanno è il 15 gennaio...”

Rukia: “Appunto. In questo modo non dovrai ricordartelo e non avrai inutili fastidi!”

Detto questo, aprì un passaggio simile a precedente e sparì.

Urahara: “Non sarà necessario che lei ritorni a prenderselo. Sarò io ad andare da loro. Del resto la signorina Kuchiki dovrebbe controllare meglio il registro delle chiamate effettuate di questo cellulare!

 

Il resto della mattinata servì essenzialmente a Misa, L e Light per ultimare i preparativi per la grande festa serale. Facciamo quindi un ampio salto temporale fino alle ore 20:30....

 

Misa: “Adesso è tutto pronto! Ragazze, ragazzi, la festa inizierà alle 21:15 perciò, credo dobbiate iniziare a prepararvi.”

Sakura: “Hai perfettamente ragione, io vado. Non disturbatemi per nessun motivo, chiaro?” ordinò, dirigendosi nella sua stanza.

Orihime: “Rukia, tu cosa devi fare?”

Rukia: “Oh, mi dispiace ma tra un quarto d’ora dovrò ritornare da Urahara. Non posso cambiarmi d’abito adesso. Se hai bisogno d’aiuto chiedi a Misa. Sono sicura che sarà felice di darti una mano, vero?” domandò alla giovane interpellata.

Misa: “Sicuramente! Vieni Orihime, ho a disposizione un’enorme stanza piena di qualsiasi cosa serva ad una ragazza che vuole apparire elegante!” disse con un sorriso, guidando l’amica verso la sua camera.

Ishida: “Ok, credo sia ora che anch’io mi prepari.”

Ichigo: “Oh certo. Dimenticavo che sei l’unico ragazzo che ha bisogno di tre quarti d’ora per indossare un semplice abito!”

Ishida: “E con questo cosa stai cercando di insinuare? Mi piace semplicemente vestire elegante!”

Ichigo: “Va bene, va bene...”

Ishida: “Tsk, idiota!” esclamo, dirigendosi anche lui al piano superiore.

Quindici minuti dopo, quando Rukia stava per partire per l’emporio di Urahara, il campanello dell’edificio suonò. Curioso di sapere chi fosse, fu Ichigo ad aprire. Chi si trovò davanti era proprio Kisuke Urahara in persona, vestito in maniera molto elegante con uno smoking e un curioso papillon nero. L’unica nota stonata in questa eleganza era il corpo umano inanimato, probabilmente il gigai che gli era stato commissionato da Rukia, che stringeva nella mano sinistra. Quest’oggetto dava una nota un po’ tetra all’insieme.

Urahara: “Ah, Kurosaki! Che piacere vederla. Mi lascia entrare?”

Ichigo: “Urahara? Prego, entra. Rukia stava per venirti a trovare all’emporio.”

L’ex capitano entrò nell’edificio e venne accolto con sorpresa dagli altri.

Rukia: “Urahara? Come hai fatto a sapere dov’eravamo?”

Urahara: “Oh, lo scoprirete tra poco. Ma adesso diamo spazio alle cose importanti: ecco quello che mi avevi chiesto!” disse, attirando l’attenzione di tutti sul corpo fittizio.

Effettivamente era una perfetta riproduzione di Suiseiseki, quasi indistinguibile dall’originale, se non per la statura che la faceva assomigliare a un’adolescente. Addirittura indossava gli stessi vestiti della bambola, ovviamente più grandi, e possedeva la caratteristica unica delle terza creazione di Rozen: gli occhi di due colori diversi, il destro rosso e il sinistro verde.

Suiseiseki: “S-stupefacente! Ma funzionerà?”

Urahara: “C’è un’ottima probabilità che funzioni correttamente.”

Si avvicinò poi a Rukia, la quale contemplava interessata l’opera del giovane uomo.

Urahara: “Ho fatto in modo che potesse accettare qualsiasi entità spirituale, in questo modo potrà essere utile allo scopo. Dato che non era per uno shinigami, non ho curato la parte dedicata alle tecniche di combattimento e alla velocità. Sarà meno reattivo dei vostri gigai ma non credo che questo possa creare problemi, visto l’utilizzo che se ne farà. L’unico difetto significativo è il limite di utilizzo: dopo dodici ore smetterà di funzionare” bisbigliò alle orecchie della ragazza, in modo che solo lei lo sentisse.

Rukia: “Capisco. Hai fatto un buon lavoro, non importa che abbia un limite di tempo. Dodici ore sono più che sufficienti” mormorò in risposta.

Urahara: “Sono felice che vi piaccia. Ho dovuto chiedere l’aiuto di Yoruichi, non sai quanto sia stato difficile rintracciare quegli abiti. Per fortuna nei magazzini della Soul Society c’è un po’ di tutto.”

Renji: “Beh, credo che sia arrivato il momento di attivarlo!” sentenziò, interrompendo il discorso fra i due.”

Urahara: “Ha ragione signorino Renji! Sei pronta?” domandò rivolto a Suiseiseki.

Suiseiseki: “Beh, io...”

Souseiseki: “Certo che è pronta!” affermò decisa.

Suiseiseki: “M-ma, Souseiseki...”

Souseiseki: “Oh avanti! Hai sempre desiderato comprendere cosa si prova ad essere una vera umana. Questa è la cosa più simile che possiamo offrirti, non ti tirerai certo indietro adesso!”

Suiseiseki: “I-io... Va bene.”

Urahara: “Perfetto! Sei in grado di rilasciare la tua Rosa Mystica autonomamente?”

Suiseiseki: “Si.”

La piccola bambola si concentrò intensamente e dopo un paio di secondi riuscì a materializzare uno strano oggetto, in tutto e per tutto simile ad un atomo che fluttuò lentamente fuori dal suo corpo per dirigersi nel gigai. Quando entrò, quest’ultimo si illuminò di un bagliore dorato e sussultò.

Souseiseki: “Ha funzionato?” domandò, molto tesa e preoccupata.

Un impercettibile battito di ciglia fu la risposta. Pian piano, sbalordita dal miracolo, Suiseiseki muoveva le varie articolazioni del suo nuovo corpo, con la bocca spalancata per la meraviglia.

Urahara: “Si, ha funzionato!”

La gioia durò poco. Senza emettere il minimo rumore, Suiseiseki si accasciò, in preda ad un mancamento. Immediatamente Urahara si precipitò su di lei, visibilmente preoccupato.

Souseiseki: “Cosa sta succedendo?”

Suiseiseki: “I-io, mi sento male...”

Kisuke la osservò attentamente cercando di comprendere quale fosse il malore provato dalla ragazza. Non riusciva a darsi una risposta, quando un’intuizione lo fulminò.

Urahara: “Respira, respira dannazione!”

Aveva capito cosa non andasse: abituata ad essere una bambola, e quindi priva degli organi vitali umani non era abituata ad utilizzarli.

Kakashi: “Qual’è il problema? C’è qualcosa che possiamo fare?” domandò il capitano del Team 7, rimasto in disparte fino ad allora.

Urahara: “Avete un medico con voi?”

Kakashi annuì.

Kakashi: “Naruto, vai a chiamare Sakura. Dille che è urgente!”

Naruto: “Agli ordini!” rispose e si fiondò verso le stanze al piano superiore.

Kakashi: “Di cosa si tratta?” chiese poi.

Urahara: “Arresto cardio-respiratorio. Lei non è abituata a respirare, e il suo cervello non è abituato a far battere un cuore. Avremmo bisogno di un defibrillatore ma non ne abbiamo uno a disposizione.”

Souseiseki: “Quindi?” domandò, con la voce rotta dalle lacrime.

Urahara: “Quindi dovremo arrangiarci” affermò, mentre posizionava il dito indice e medio della mano destra sul petto di Suiseiseki.

Urahara: “Speriamo funzioni e non peggiori ulteriormente la situazione. Hadou numero 4: Byakurai!”

Il gigai fu attraversato da una piccola ma intensa scarica elettrica, che lo fece alzare da terra di qualche centimetro. Urahara ripeté la procedura numerose volte, molto attento nel dosare la forza impressa nel colpo. Alla fine, per la gioia di tutti, Suiseiseki si risvegliò, prendendo un’intensa boccata d’aria.

Urahara: “Uff... Che spavento che ci hai fatto prendere!”

Suiseiseki: “I-io... Scusate, mi dispiace!”

Urahara: “Non scusarti. Avremmo dovuto avvertirti che ci sarebbero state alcune differenze.”

Poco più tardi ritornò Naruto in compagnia di Sakura, che ponendo Suiseiseki ad un attento esame, non trovò più nulla di anormale.

Sakura: “Devi solo abituarti meglio a gestire questa nuova situazione.”

Suiseiseki: “D’accordo, farò attenzione. Grazie signor Urahara, mi ha salvato la vita.”

Urahara: “Di niente, è stato un piacere.”

Passato lo spavento, Urahara si fece accompagnare da Naruto e Sasuke nella stanza di Jun e o aiutò negli ultimi preparativi per indossare l’abito acquistato da Nori.

Rukia: “Va bene, adesso credo sia ora di cambiarci” sentenziò, osservando l’orologio che segnava le 21:00.

Quasi a smentirla, in quel momento suonò nuovamente il campanello.

Ichigo: “Cosa? E adesso chi è?”

L: “Vado io ad aprire” affermò.

Il detective era da poco uscito dalla sua stanza, ma ci era andato solo per riposarsi. Aveva preferito non cambiarsi d’abito e di rimanere con i suoi soliti vestiti: una semplicissima maglietta bianca a maniche lunghe e degli altrettanto comuni pantaloni blu scuro. 

L: “Chi altro avrai invitato, Misa?

Non sapendo dare una risposta alla sua domanda, aprì la porta.

L’unico suono che Ichigo, Rukia e Renji udirono fu quello di un acutissimo urlo emesso dallo stesso L.

Renji: “Ladri?” suggerì rapidamente agli altri due.

Ichigo: “Dubito che dei ladri possano suonare al campanello, ma faremmo meglio ad andare a controllare!”

I tre si diressero verso la porta al piano inferiore e si nascosero in un angolo lontano una cinquantina di metri dalla soglia per studiare meglio la situazione. Diverse persone erano sulla porta ma loro faccia non era ben visibile da quella distanza. Perfettamente riconoscibile era però il corpo di L, immobile e steso ai piedi di uno degli uomini misteriosi.

Ichigo: “Lo hanno ucciso?” mormorò impressionato.

Renji: “Allora sono davvero dei ladri! Adesso ci penso io!”

Rukia: “No, aspetta Renji!”

Troppo tardi. Il luogotenente della sesta brigata si era già trasformato in shinigami e si era lanciato all’attacco.

Renji: “Ulula Zabimaru!”

La Zanpakuto cambiò forma e, grazie alla sua capacità di estendersi e ritrarsi, si allungò per attaccare velocemente l’avversario.

?: “Appassisci Senbonzakura!”

Una barriera di quelli che sembravano migliaia di petali di ciliegio bloccarono l’attacco di Zabimaru e lo respinsero.

Renji, più che sorpreso per aver fallito l’attacco, era attonito per ciò che aveva sentito. Senbonzakura... Se era il vero nome della spada di quell’uomo... Senza farsi ulteriori domande, cadde in ginocchio per chiedere umilmente scusa e abbassò la sua arma.

Renji: “C-capitano Kuchiki, vi chiedo perdono...”

L’altro uomo avanzò ancora affinché fosse perfettamente riconoscibile.

Byakuya: “Renji, dovresti stare più attento nel manovrare la tua Zanpakuto. La prossima volta potrei essere troppo impegnato per difendermi dai tuoi stupidi attacchi” sentenziò, fulminando il suo sottoposto con il suo gelido sguardo.

Renji: “Si, capitano...”

Dopo questa piccola scenetta anche Ichigo e Rukia uscirono allo scoperto e salutarono Byakuya.

Rukia: “Byakuya nii-sama!” salutò felice la ragazza.

Byakuya: “Rukia... Kurosaki” disse, salutando la sorella ed Ichigo contemporaneamente.

Ichigo: “Ma allora L non è morto?” chiese.

Byakuya: “Se ti riferisci a quello che ha aperto la porta, no. È semplicemente svenuto dopo aver visto quella stupida bestia” affermò indicando una delle persone che erano ancora rimaste sulla soglia.

Ichigo aguzzò la vista e, con suo grande dispiacere, riconobbe il capitano dell’undicesima compagnia, Kenpachi Zaraki, accompagnato dalla piccola luogotenente Yachiru Kusajishi, dal terzo seggio Ikkaku Madarame e dal quinto, Yumichika Ayasegawa.

Kenpachi: “Ehilà Ichigo, sei pronto per una nuova battaglia?” domandò, avvicinandosi al ragazzo.

Ichigo: “Assolutamente n...”

Rukia: “Ehm, vi prego capitano, lo scusi, attualmente sarebbe molto difficile per lui combattere!” affermò, interrompendo l’amico e salvandolo.

Kenpachi: “Peccato...”

Ikkaku: “Avanti capitano, pensi ad altro, si goda la festa!”

Yumichika: “Già, ma non capisco perché lei non abbia voluto indossare nessuno dei bellissimi abiti che le ho proposto. Sarebbero stati molto più originali ed affascinanti.”

Kenpachi: “Non sono così frivolo come te, estetista.”

Yumichika: “ESTETA, NON ESTETISTA! CHE DIAVOLO, VUOL DIRE AMANTE DELLA BELLEZZA!

Kenpachi: “Certo, certo... Va bene” disse poco convinto.

 

Fu Misa a svelare l’arcano dell’arrivo degli shinigami del Gotei 13: era stata lei stessa ad invitarli e a comunicarli il luogo della festa  tramite il Denrei Shinki di Rukia. Non fu difficile per Ichigo immaginare il momento in cui l’avesse fatto, dato quello che era successo quella stessa mattina.

Ichigo: “Evidentemente qualcuno non ha tenuto la bocca cucita sulle vere funzioni di quel telefonino” immaginò, squadrando con sguardo accusatorio il povero Renji.

Il momento di tensione fra i due fu fortunatamente interrotto dall’inizio della tanto attesa festa, annunciato da un sempre più pallido L.

L: “Benissimo, sono lieto di annunciare che i festeggiamenti possono avere inizio! E speriamo che Misa non abbia altre sorprese in serbo. Mi aveva quasi fatto venire un infarto, senza alcun bisogno di utilizzare il Death Note.

Misa: “Aspettate!”

L: “Cosa c’è? Forse non dovevo pensarlo!

Misa: “Una festa non può definirsi tale senza un po’ di musica! Qualcuno tra di voi sarebbe disposto a prestarci un po’ del suo talento musicale?”

Un silenzio alquanto innaturale calò sulla sala. Improvvisamente però la mano di una delle Rozen Maiden si alzò.

Kanaria: “Io! Se lo apprezzate potrei suonare il mio violino!”

L’idea fu approvata e Kanaria salì sul piccolo palco allestito al centro della sala.

Kanaria: “Ok, questo è il mio momento, non devo sbagliare! Pizzicato!” disse, chiamando il suo spirito artificiale che fece apparire il suo violino.

Kanaria: “Prima sinfonia: Valzer!” annunciò, iniziando a suonare.

La melodia era molto piacevole e i presenti cominciarono a ballare.

Byakuya fu piuttosto contrariato nel vedere Ichigo e Renji danzare diverse volte con sua sorella Rukia e, quasi senza accorgersene estrasse parte della sua spada.

Byakuya: “Appassisci Senbon...”

Prima che potesse terminare la frase, il suo braccio venne afferrato  da Kenpachi.

Byakuya: “Non intrometterti Zaraki” affermò mormorando.

Kenpachi: “Ehi, calmati. Non mi pare che questo sia il tuo modo di fare. Stanno solo ballando.”

Byakuya: “Non mi pare che tu sia la persona adatta a farmi la predica. Inoltre, se ci tieni ad essa, togli la tua mano dal mio braccio.”

Kenpachi: “Ah, e cosa ti fa credere di essere più veloce di me?” chiese spavaldamente, appoggiando l’altra sua mano sull’elsa della propria Zanpakuto.

Byakuya: “Mi mancano poche lettere per terminare la frase di rilascio. Potrei metterci meno di un secondo.”

Kenpachi: “Anch’io.”

Il confronto di sguardi andò avanti per mezzo minuto fino a quando entrambi lasciarono contemporaneamente le proprie spade.

La festa terminò ben oltre la mezzanotte e quando la seconda bambola delle Rozen Maiden scese dal palco era visibilmente in lacrime.

Nori: “Cosa c’è Kanaria-chan? Hai un problema?”

Kanaria: “N-no, e che questa è la prima volta che qualcuno oltre a Mit-chan apprezza la mia musica... Sono felicissima!”

Misa: “Un attimo di attenzione, per favore!” disse, richiamando gli sguardi dei presenti.

Misa: “Vorrei proporre un brindisi affinché anche l’anno prossimo questo divertentissimo evento possa ripetersi. Alla festa!”

Tutti: “Alla festa!”

Nonostante questo, uno solo era il pensiero fisso nella mente di alcuni, L in primis.

ASSOLUTAMENTE NO!!!

 

Angolo dell’Autore


Che dire, ci è voluto davvero moltissimo per terminare questa storia. Purtroppo ormai è assolutamente fuori tema, ma è per questo che ho cercato di eliminare elementi che potessero richiamare il periodo in cui è ambientata. Spero possa piacervi comunque e possa strapparvi qualche risata. Ringrazio moltissimo Gizou per aver recensito gli altri due capitoli, spero che anche questo sia di tuo gradimento. Grazie anche a tutti quelli che hanno semplicemente letto la mia fanfiction, alla prossima!

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