What Makes You Beautiful.

di BieberIsMyDream
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** What the Fuck?! ***
Capitolo 2: *** Ma è molto peggio; ***
Capitolo 3: *** Our House; ***



Capitolo 1
*** What the Fuck?! ***


What the Fuck

Quella mattina era una mattina come tutte le altre.  All'apparenza.
Mi ero svegliata come si sveglia una normale quattordicenne ed ero andata a scuola.
Quel giorno mi ero svegliata appoggiando per primo il piede sinistro per terra, brutto segno, infatti mi sarebbero passati tanti momenti brutti quel giorno ed il primo stava iniziando proprio mentre stavo pensando alle brutte cose che mi sarebbero potute succedere quel giorno, giocherellando con una matita.
Una voce più forte sovrasta il chiacchiericcio delle classe.

- Vittoria! -
- Eh, cosa?!- Mi risvegliai dal letargo dopo che la prof. Corelli, La Balena come la soprannominavamo noi liceali, mi chiamò con tono bonario.
- Tocca a te essere interoggata oggi- si vedeva che lei era molto contenta di interrogarmi, ma non sapeva cosa le aspettava. 
- What the fuck?!- mi scappò dalla bocca.
- Che cosa? - La Balena mi guardava incuriosita, si vedeva che non capiva l'inglese. Una risatina travolse la classe intera.
- Niente, niente...Vengo subito...- Sgaiattolai vicino alla cattedra, ben sapendo che il giorno primo non avevo toccato libro.
L'interrogazione andò da cani (ma mi spiegate perchè si dice da cani? I cani sono così carini Diciamo ragni okay?)
L'interrogazione andò da ragni, come il cognome della mia prof. di francese che assomigliava ad un ragno: magra, con i capelli ricci e neri.
La Balena mi diede un quattro netto; come avrei fatto a dirlo a mia madre? E a mio padre!?
Andai a casa ciondolando e andai in cucina, dove mio padre e mia madre mi guardavano sorridenti. 

- Come è andata oggi a scuola tesoro?- mi chiese mamma con un sorriso a 9382716543 denti. Non la volevo far diventare triste ma, dovevo dirglielo. Per forza.
- Bene...-
- Sei sicura Vichi? Che è successo? -
- Ehm, niente-
- Vittoria, che è succe-sso? Ti è successo qualcosa? Qualcuno ti ha fatto del male? - chiese papà preoccupato. 
- No, Papà stai tranquillo.. non è niente di questo genere. E' che.. sono stata interrogata- andai al frigorifero e presi la bottiglia di coca-cola.
Stavo per bere quando mio papà mi chiese:

- E quanto hai preso?
- Ehm...- Li guardai in faccia; NO, Non potevo dire la verità, ma erano i miei genitori e mi dispiaceva dirli una bugia...
- quattro..-
- Che cos..- iniziò mio padre, rosso come un gambero.
- quattro più quattro! OTTO! -
- Bravissima! Perchè ci fai prendere queste paure!?- 
- Ma... Non lo so pa'- risposi con un sorriso sulle labbra.
- Comunque ti dobbiamo dire una cosa. Visto i tuoi ottimi risultati a scuola, sopratutto in inglese, le tue professoresse ci hanno consigliato una "trasferta"...- iniziò mia mamma.
- In che senso?!- chiesi
- Nel senso... Nel senso che pensavo di partecipare ad uno di quei programmi di scambio!- Programmi di scambio?! che cazzo sono i programmi di scambio. Okay, i miei erano pazzi.
-Abbiamo trovato una famiglia di Londra che ha una ragazzina di 12 anni e un ragazzo di 20! Pensiamo che potrebbe essere un'ottima esperienza per te, tesoro! - continuò mia madre contenta.

What the fuck?! IO DOVEVO ANDARE DA UNA PERSONA CHE NON CONOSCEVO?! DA UN RAGAZZO DI 20 ANNI!? CHISSA' COSA MI POTEVA FARE QUELLO LI'!
I miei si credevano tanto intelligenti e protettivi, e MI LASCIANO ANDARE A LONDRA?! Puah.. pazzi, proprio pazzi.

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Capitolo 2
*** Ma è molto peggio; ***


Ma è molto peggio;

Non c'era verso di fare cambiare idea ai miei genitori... Ma io, proprio io che avevo appena preso un quattro dovrei andare a Londra?
Ecco, il volo era già prenotato e sarei partita tre giorni dopo.
Era il momento di dirlo ad Elle, la mia migliore amica.
Composi frettolosamente il numero sul cellulare, ma la segreteria mi colse alla sprovvista. 

- Il numero da lei chiamato è occupato, la invitiamo a riprovare più tardi o lasciare un messaggio dopo il Bip!-
La voce metallica finì da sola e io premetti l' 1 sulla tastiera del mio cellulare.
- Elle, ciao sono la Vichi. Ho una brutta notizia, credo sia brutta. Forse se non avrei preso un quattro sarei più contenta. Ah, e poi ci dovevi essere anche te, sarebbe stato magnifico.Vado a Londra per uno scambio culturale, così ha detto mia mamma. Richiamami appena puoi. Ciao-
Chiusi la comunicazione e misi il cellulare in tasca, poi mi sdraiai e guardai il soffitto.
Harry Styles mi sorrideva con quel suo sorriso innocente.
Avrei tanto voluto che potesse uscire da quel poster e farmi da Genio della Lampada per esaudire i miei desideri.

- ODDIO!- Sobbalzai sul mio letto, mentre What Makes You Beautiful riempiva il silezio della camera.
Lessi il Display : "Elle". Lei non aveva tardato a chiamarmi. La sua personalità precisa non scompariva quasi mai.

- Pronto?-
- VICHI NON LASCIARMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII DA SOLAAAAAAAA-
- Elle stai bene? -
- NO PER NIENTE! NON PUOI ANDARTENE! SENZA DI MEEEE! -
- Per prima cosa non urlare- 
- IO URLO ECCOME! FAMMI PARLARE CON TUO PADRE -
- Ehm, penso che non sia il caso-
- MA INSOMMA IO NON VOGLIO PERDERTI!! MI MANCHERAIIIIIII! -
- Ehi, non muoio mica là a Londra eh!-
- LONDRA DEL CACCHIO! MA E' MOLTO PEGGIOOOO-
- Ma grazie eh! gentile come sempre te!-
- Insomma lo capisci quello che voglio dire? Come fai a chiamare casa?! -
- Non vado in campo di concentramento. -
- Ma non ti faranno chiamareeeeee!-
- Ma cosa dici sciocchina! Potrò chiamarti ogni giorno!-
- Lo prometti?- 
- Lo prometto!-
- Okay... Quando parti?-
- Tra tre giorni-
- TREEEEEEE GIORNI?!!!!-
- Eh oh.. -
- Allora sono all' areoporto tra tre giorni. Ci vediamo! Ciao!-
- Ma ma.. non sai..- La comunicazione viene interotta.
- Non sai l'ora stupida - Mi buttai sul letto di nuovo e contai.
-"1.. 2...3...4...5!"- Il telefono squillò e io risposi:
- Alle nove di mattina -
- Grazie! Ciao!-
E chise la telefonata. Adoravo la mia E, la Elle. Aveva origini francesi, sua madre era francese.
Chissà cosa avrei fatto a Londra. Guardai il poster dei One Direction. Mi sorridevano.

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Capitolo 3
*** Our House; ***


Our House;

Tre giorni dopo; mi ero svegliata alle sette di mattina, una fresca mattina di Settembre.
Il cielo era grigio ed un vento freddo spirava leggermente. Una delle mie giornate preferite; buon segno?
Infilai le mie supra e misi la mia T-shirt preferita insieme ad un giacchino di jeans e i miei fidati jeans.
Presi il mio trolley color argento e scesi le scale. Contai i gradini e finiti quelli contai i miei respiri, poi contai i miei battiti e poi contai i rintocchi dell'orologio. Le otto in punto.
Mio padre scese le scale velocemente mentre mia madre uscì dalla camera in perfetto orario. 

- Ehi mamma sei in orario! Miracolo!-
- Per te non faccio tardi-
Papà aprì la porta di casa e prese le chiavi.
- Andiamo! Non vorrai fare tardi ehh!-
Uscimmo di casa e salimmo sull'auto.
Avevo gli auricolari da cui mi arrivava la melodia di Forever Young dei One Direction nelle orecchie.
Arrivati all'aereoporto, erano le 8 e mezza e davanti all'entrata vidi l'Elle con sua madre affianco.
Appena mi vide si fiondò ad abbracciarmi stritolandomi e i suoi capelli biondi mi facevano il solletico.

- Ricordati di me -
- Lo farò in ogni momento, non ci sarà niente che mi distrarrà dal pensare alla mia migliore amica-
La guardai per una manciata di secondi; conoscevo la sua faccia da quindici bellissimi anni.
Lei che con il suo accento francese mi faceva ritornare il sorriso e che con i suoi occhi azzurri mi faceva vedere un cielo turchino che ci guardava contento.
Ora dovevo andare. Abbracciai per l'ultima volta la mia migliore amica e i miei genitori.
Salutai Evangeline, la madre di Elle ed entraii nella porta che mi avrebbe portata al nastro trasportatore delle valigie.
Mi voltai per l'ultima volta e salutai tutti con un cenno della mano. Poi misi la valigia nel nastro trasportatore.

Dal finestrino vedevo le case che si facevano piccole piccole e io mi alzavo nell'aria.
Volare mi piaceva, ma in questa occasione non mi sentivo a mio agio.
Gli auricolari trasmettevano NANANA e io pensavo alla Elle, proprio come promesso!

Dopo un'ora di volo, arrivai sul suolo inglese, erano le dieci di mattina e io avevo l'indirizzio della mia nuova casa.
Presi l'autobus. Che emozione salire su uno di quei trabiccoli rossi.
Andai al secondo piano e scattai tantissime fotografie. Ero felice dopotutto. Non pensavo alla Elle triste di vedermi partire, ma quasi felice di vedermi felice a mia volta.
Arrivata davanti alla mia nuova casa, la osservai con cura. Era una casa bianca, con un bel portico in stile vittoriano; aveva un bel giardino e tanto verde.
Suonai il campanello pensando a come sarebbe stata felice la Elle di essere qui con me. 

- Who is? -
- Vittoria Carter - 
- Sure, come on!-
Mi incamminai nel vialetto e aspettai pazientemente davanti alla porta.
Quando la porta mi si aprì davanti, vidi qualcosa che era impossibile descrivere. Davanti a me c'era Louis Tomlinson che mi sorrideva. 

- Welcome in Our House!-
Una ragazzina di circa dodici anni si affacciò alla porta e mi salutò. 
- I'm Charlotte! Lottie for you-
Avevo un sorriso da ebete, ma non guardavo Lottie, guardavo solo il sorriso di Louis.
Ommioddio.. A cosa dovevo pensare? Uhm, non sarà stato niente di importante se non me lo ricordo.

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