Le memorie perdute

di Emma Wright
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Felì ***
Capitolo 2: *** Scarlet Pimpernel ***
Capitolo 3: *** Acanti Bugle ***
Capitolo 4: *** Jim Burium ***
Capitolo 5: *** Lillà dei Sentieri ***
Capitolo 6: *** Robin Windflower ***
Capitolo 7: *** Malva Poppy ***
Capitolo 8: *** Albert Bullet ***
Capitolo 9: *** Duff Burdock ***
Capitolo 10: *** Flox Pollimon ***
Capitolo 11: *** Vivian Amory ***
Capitolo 12: *** Shirley Poppy ***
Capitolo 13: *** Flora Bookworm ***



Capitolo 1
*** Felì ***



L’asino Adagio ragliò, per l’ennesima volta, solo più forte.
- E dai! - tuonò l’uomo che sedeva sulla panchina del carro, con un vocione che avrebbe spaventato qualunque bambino.
Ma l’animale non diede segno di aver sentito, anzi piantò le zampe sulla stradina di terra battuta, come se si opponesse ad andare avanti.
- Cos’è successo?
Una luce sbucò da una tasca del pastrano nero che apparteneva a Barbo Tagix. Da lontano poteva sembrare un globo di energia bianco, ma avvicinandosi si scorgevano i tratti di una fatina.
- Adagio è stanco, mia cara Felì - fece il mago, un po’ arrabbiato – Faremmo meglio a riposarci anche noi, mentre si riprende-.
Scoccò un’occhiata risentita al povero asino, in quel momento intento a brucare l’erba lì intorno, poi scese dal carro con passi lenti e profondi.
Felì si affrettò a raggiungerlo in volo sul prato.
Spesso si sentiva ancora un po’ in soggezione al cospetto di quell’uomo così possente e misterioso, ma la sua compagnia valeva qualche paura.
- E così questo è stato il tuo primo incarico - grugnì Barbo.
Felì impiegò qualche secondo per capre di cosa stesse parlando. Il viaggio era stato sfiancante, e mancava ancora tanta, troppa strada.
Poi annuì, facendosi d’un tratto nostalgica, come ogni volta che ripensava al suo soggiorno a Fairy Oak.
- Dev’essere stato duro dover salutare tutti quanti.
- Sì.- rispose – Decisamente. È un po’ come se avesse perduto una parte della mia vita.
- A me non è mai accaduto. Non sono mai rimasto troppo a lungo in un posto… la vita di vagabondo può sembrare quasi irrazionale, ma permette di avere una mente ben aperta. Ma mi sono sempre chiesto come dev’essere avere una casa.
La fatina rimase di sasso. Quel mago trovava sempre il modo di sorprenderla: era burbero un attimo prima, e quello dopo le confidava le sue emozioni.
Lasciò volutamente che il silenzio calasse, mentre posava lo sguardo verso il cielo nuvoloso per poi passarlo agli alberi dipinti dei più belli colori dell’autunno.
Dopo qualche minuto, Barbo parlò di nuovo, stavolta con una gentilezza che suonava quasi innaturale.
- Ti mancheranno molto, vero?
Gli occhi della fata sembrarono quasi sbiadirsi, e la sua luce cessò per un attimo di risplendere come sempre. Il Mago del tempo capì che stava riflettendo e si sentì turbato per averle rivolto una domanda così personale. Non le stava chiedendo una semplice risposta, il suo vero intento era farla parlare col cuore.
Felì comprese, alzò la testolina e poi, con grande stupore di Barbo, sorrise.
- Be’, questo è ovvio…- rispose - Ma dopotutto ho avuto quindici anni per abituarmi all’idea, trovi?



 
§ Note dell'Autrice
Ta-dà!!!
Bene, questa è la mia prima raccolta su Fairy Oak e riguarderà i momenti nascosti, ‘missing moments’, restano paralleli alla trama del romanzo. Ogni capitolo sarà dedicato a un personaggio diverso, e ho deciso di cominciare con una flashfic sulla narratrice dei libri, fata Felì, che si svolge poco dopo la sua definitiva partenza. Spero vi piaccia, lasci temi una recensione per dirmi quello che ne pensate!
Spero riuscire ad aggiornare entro due-tre giorni. ^_^
- Emma Wright

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Capitolo 2
*** Scarlet Pimpernel ***



Per l’ennesima volta, quella strega permalosa di Pervinca mi ha trasformata in una vipera. Evidentemente, ci tiene a farmi sapere che non passerà un singolo minuto della sua esistenza senza odiarmi.

Crede che a me piaccia essere così.

Come tutti, del resto.

So cosa pensano di me. Mi additano come quella cattiva e con la puzza sotto il naso. Mi evitano. Non ho mai avuto un vero amico. Se non fossi la figlia del sindaco, dubito che anima viva mi rivolgerebbe la parola.

Se non fossi la figlia del sindaco, forse sarai un po’ diversa.



 


Come promesso, ecco il secondo capitolo!
Questo missing moments, una drabble brevissima a dirla tutta, riguarda i sentimenti della nostra Scarlet, spero si sia capito.
Ci tengo a ringraziare Kathy Mallory, Lauren95, BeSmart, Waindo18, Pervinca_Love, Francy loves Freddie, DakotaMoore, Hummingbird royaifan e Volpina Finceis che hanno recensito il primissimo episodio. Spero che questo nuovo capitolo non vi abbia deluse, e perdonatemi se è così corto, ma il personaggio non mi ispirava granché ;)
A presto,
Emma

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Capitolo 3
*** Acanti Bugle ***



L’autunno è tornato, con i suoi colori e le sue follie.

Oggi hai deciso che tutta la Banda del Capitano doveva fare una gita ai Boschi Alti, nella parte non immune allo scorrere delle stagioni, e nessuno è riuscito a fermarti.

Ora sorridi e corri in mezzo al sentiero, facendo svolazzare le foglie rosse e d’oro cadute da tanto tempo. Sembri un uragano, ma mi piace vederti così.

Io invece me ne sto appartato alle fronde di un albero, incurante delle grida gioiose degli altri ragazzi che schiamazzano e giocano, a godermi lo spettacolo.

Ma a te sembra non importare, ti avvicini e mi prendi per un braccio, senza dire una parola. E come se fosse la cosa più naturale del mondo, mi trascini “nella mischia”. Ragazzi che chiacchierano, altri che si danno battaglia, altri ancora che giocano a Imito. Ma sembriamo esistere solo tu e io.

Flox, quando ti guardo di nuovo mi viene da ridere.

Perché sei così bella, così spontanea.

Perché sai tirare fuori il meglio di me.





Note dell'autrice
Ho passato tre giorni a scervellarmi per scrivere un’oneshot, ma alla fine mi sono decisa ad aggiornare con questa flashfic, battuta al computer molto tempo fa e mai pubblicata perché piena di erroracci. L’ho corretta ne è venuta fuori una storia su Acanti e Flox, anche se sono un disastro con coppie, amore e simili… Ringrazio di nuovo_Bella Cullen_, EmmaW, Kathy MalloryVolpina Finceis, hummingbird royaifanFrancy Loves Freddie, DakotaMoore e Waindo18, che hanno trovato bella la fic su Scarlet, che non mi convinceva per niente; saluto anche Lauren95 che con le sue recensioni mi fa sempre sbellicare dalle risate, anche se so che si arrabbierà per essere stata citata, suppongo v.v
Alla prossima!


[Capitolo partecipante alla The One Hundred Prompt Challenge di BlackIceCrystal. 36. Autunno]


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Capitolo 4
*** Jim Burium ***



So cosa pensi adesso.
Ho imparato a capirti, meglio di chiunque altro, perché sei un’altra parte di me, e conosco me stesso.
Vorrei rimanere, ma non è possibile. Non hai idea di quanto mi piacerebbe accarezzarti i capelli in questo momento. Continuare a sorriderti, non abbandonarti mai… Vaniglia.
Ma il destino ci è nemico, non lascia scampo, o almeno è quello che vien da dire davanti a questa situazione. Io non ci credo, non permetterò che il fato scriva le pagine della mia, della nostra storia, se so che posso fare qualcosa.
Sappi che un giorno tornerò per restare. Per te.
È una promessa.




 
Quarta drabble, stavolta su Jim. So che sembra sdolcinata, ma ho solo cercato di immedesimarmi nel personaggio per capire cosa deve aver provato, ed è uscita questa storia.
Volevo ringraziare ancora una volta tutte le persone che mi recensiscono sempre… non voglio fare la ripetitiva, ma i vostri commenti sono veramente belli e mi aiutano a migliorare.
-E.

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Capitolo 5
*** Lillà dei Sentieri ***



Mi manca il respiro se penso che sei a pochi metri da me; eppure ti sento lontano migliaia di chilometri.

Mi manca il respiro quando mi accorgo di non aver più tempo, nonostante abbia vissuto così tanto.

Ti ho amato. Non so se smetterò mai.

Ma sono troppo caparbia per ammetterlo.

In realtà, il peggior difetto è l’orgoglio. Non lascia scampo, è la verità.

Evidentemente, non era destino.

Forse in un’altra vita ci rincontreremo, Duff. Spero di avere un’altra occasione, nonostante tutto.


Ma per adesso va bene anche così. Inutile provare rimpianto per un futuro che non potremmo mai avere.

 



 
#Angolo autrice
Ehm… ci siete ancora? Non mi ammazzerete per il ritardo, vero?
Okay, mi dispiace, ma ultimamente sono molto impegnata, tra contest vari e altri guai personali, e non ho avuto proprio il tempo per aggiornare. Questa drabble (100 parole esatte, per una volta) è la mia prima Duff/Tomelilla. Sono così fluff, non ho potuto resistere alla tentazione di pubblicare. Ora vi saluto! =)
*va a nascondersi*
Baci, Emma Wright

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Capitolo 6
*** Robin Windflower ***



Capitano.

Ecco come amavamo chiamarti.

Ci piaceva l’idea di essere tuoi “amici”.

Ero sempre il primo, quando si trattava di radunare la Banda per ascoltare tutti insieme un nuovo racconto o vivere un’altra delle nostre avventure.

In quei momenti riuscivo perfino a sentirmi “a posto”, non il più piccolo, il più goffo.

E ora che sei partito per l’ultimo viaggio, cosa mi rimane?

Ci sono solo i ricordi di storie fantastiche e grandi imprese forse mai compiute.

Ma non dimenticherò.

Sono semplicemente un ragazzino di dieci anni, ma almeno questo posso promettertelo.

Perché vivere nel cuore di chi resta è non morire mai.

 


§ NdA:
Vi chiederete perché ho aggiornato così presto,
*voce fuori campo: ceeeeerto, tu speraci*
Ah, be', l’ho fatto per un semplice motivo: augurarvi un felice anno nuovo, a tutte voi, ragazze mie (e ragazzi, secondo le ultime novità). Sono contenta che la raccolta continui a piacervi, anche se l’autrice lascia un po’ a… ehm… desiderare… =D
Bene, e con questa drabble su Robin dopo la morte del capitano chiudiamo, almeno per quest’anno. Baci e auguroni a tutti! *.*
-Emma

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Capitolo 7
*** Malva Poppy ***



Shirley dev’essere appena rientrata. Ho sentito la porta sbattere.

Uno, due, tre colpi. Provengono dal soffitto.

Alzo la testa, vedo il lampadario, tremolante, e sorrido.

È il suo modo di dirmi che c’è.

Torno a cucire, ma qualcosa mi blocca.

Come un’eco lontano, appena recuperato dai recessi più profondi dell’anima.

Un ricordo. Non pensavo di poter più anche solo sperare in qualcosa del genere.

La mia memoria, così caleidoscopica, ha smesso di sognare molto tempo fa.


 -Aberdeen, fermati, ora basta- diceva una ragazzina di circa tredici anni, con una lunga treccia corvina e le braccia incrociate. Aveva un’aria stizzita e fissava un’altra bambina.
Questa aveva lunghi e ricci capelli rossi e si dondolava su un’altalena.
La sorella non aveva torto a preoccuparsi. Quel vecchio gioco era dismesso da molti anni, e cigolava in maniera poco raccomandabile.
-Sei sempre la solita, Malva.- disse la più piccola, saltando per scendere.
Malva sospirò di sollievo.
-Dobbiamo tornare a casa- fece, cominciando ad avviarsi sul sentiero.
Ma Aberdeen non diede segno d’aver sentito. Era rimasta là, a pochi passi dall’altalena, ben salda sui propri piedi. La guardava e sorrideva.
-Aberdeen…
-Vieni- esclamò lei, con la sua voce cristallina, che vibrò nell’aria.
Malva la raggiunse, come affascinata da quel suono. Quando la bambina le chiese di sedersi, obbedì. Non era più lei. Per una volta, si stava lasciando andare.
E ora era proprio lei, quella strana, quella silenziosa, ad andare avanti e indietro nell’aria, ondeggiando, mentre Aberdeen la guardava, seduta sotto un salice.

Un salice.



Mi riscuoto, e in un secondo tutte quelle immagini spariscono, come risucchiate via da una forza più grande e più forte di loro.

E io, la donna curva sulle stoffe, torno al mio lavoro.

Ma ora ho una consapevolezza in più.

E gli altri, tutti quelli che non ti hanno mai capita, possono dire che non tornerai più, mai più, e hanno ragione, perché in realtà non te ne sei mai andata.

 

xxx_Emma's Space_xxx
Wow, sono la prima (credo!) a scrivere su Malva, mi sento una pioniera *-*
Be’, che posso dire? Solo che ho già deciso quali personaggi trattare e in che ordine. Ho stilato la lista… tremate in attesa del prossimo.... dico solo che ce ne saranno di noti, impossibili, fondamentali e solo nominati…
*si sfrega le mani con aria soddisfatta*
Alla prossima con… questo lo scoprirete nel fantomatico capitolo 8. Si capisce che sono su di giri? -.-
Baci, Emma :)



[Questa storia partecipa alla The One Hundred Prompt Challenge di BlackIceCrystal. 49. Apatia]

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Capitolo 8
*** Albert Bullet ***



Traditore.

Ecco cosa pensi di te in questo momento.
Non sei altro che uno sporco voltagabbana.
Queste parole ti rimbombano con una forza inaudita nella mente, cancellando tutto il resto, amplificate mille volte dal senso di colpa.
Niente può distrarti da quei tristi pensieri.

Traditore.

Edward si fidava di te.
E tu, pur di non deluderlo, hai cancellato per sempre una della delle tue identità.
Doppia vita non significa necessariamente doppia morte.
Ti senti un verme.

Traditore.

Quel capitano è ripartito convinto di aver perso un grande amico.
In realtà ci ha guadagnato anche lui qualcosa.
Il ricordo della brava persona che non sei mai stato.

Traditore.

Sai che si è salvato, anche se ha perso la memoria.
Non ricorderà mai più il sorriso dei sua moglie o le risate dei suoi bambini, e della precedente vita rimarrà nient’altro che qualche storia da raccontare.
Sai anche che chiunque lo trovi lo considererà un matto.
Speri però che possa essere un matto molto apprezzato.

Traditore.

Basta, basta, ti scopri a pensare, questo rimorso non lascia scampo.
E cerci di rimediare per non cadere nell’eterno rimpianto.
Smetti di essere un pirata e sposi una donna che un tempo hai molto amato.
Hai una bambina che diventa tutto il tuo mondo, perché il mondo è dentro di lei.
Ma lei muore dando alla luce tuo nipote.

Traditore.

Eppure adesso senti che è stata la vita a tradirti, ma la perdoni, è l’unica cosa che puoi fare.
In fin dei conti è stata generosa con te.

Ora è tuo nipote a capire che sei un traditore.

E scappa, lontano da te, e riesci perfino a capirlo.
Sorridi anche al suo ricordo.

E poi, un giorno muori, e quella sembra la fine di tutto, ma non è altro che un nuovo inizio.

Perché a volte ci vuole coraggio anche per vivere, Albert.




*Notes*
Be’, che ne pensate? È la cosa più angst che abbia mai scritto, ma spero comunque che sia venuta abbastanza bene, come primo esperimento ^^
Grazie ancora a tutti quelli che seguono e recensiscono questa raccolta! C:
Baci, alla prossima!
-E.

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Capitolo 9
*** Duff Burdock ***


Avviso:

Nella sua immensamente immensa stupidità, la sottoscritta ha per sbaglio confuso gli html, nel sistemare i vari font e le dimensioni di tutti i capitoli di questa raccolta, ed erroanemente è stato cancellato questo capitolo. Credo di avere  ancora il file, o almeno ricordo piuttosto bene che diavolo ho scritto, perciò posso anche farcela a recuperare. Se capitate qui e vedete questo annuncio, be', io vi ho avvertiti v.v
Al limite, cancellerò e basta questo capitolo.
Se qualcuno ha da qualche parte il file o almeno parte della flashfic, non esiti a contattarmi. Mandatemi un messaggio privato tramite EFP, una mail ffz al mio account del forum (EmmaWright98),  o una mail a emma.wrightweasley@hotmail.it, o un messaggio alla mia pagina facebook, questa: Emma Wright Efp; o ancora un messaggio al mio profilo di forumcommunity (questo sarebbe un gdr), Emma_Wright. E... e niente, non ho altre risorse e/o contatti, fatemi sapere O_O
Vi scongiuro, grazie ad una recensione (un immenso saluto alla mia Lauren95) so qual è il finale, ma per il resto... ç_ç Chiedetemi qualsiasi cosa in cambio, non chiedo molto ç_ç
In questo caso, vorrei approfittarne comunque per ringraziare quei dieci che hanno recensito questo capitolo, incentrato su Duff Burdock:

- Hummingbird royaifan
- DakotaMoore
- _Jacchan_
- Waindo18
- Katy lightning
- Pervinca_Love
- Francy Loves Freddie
- Cate Tassorosso
- Volpina Finceis
- Lauren95

Grazie, di cuore ♥
-Emma, la cretina che si fa chiamare autrice o__ò

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Capitolo 10
*** Flox Pollimon ***



I colori.

Come si fa a non amarli? Rendono il mondo più vivo, dipingono la vita con toni brillanti.

Sono miei amici, li conosco uno per uno.

L’autunno.

La mia stagione preferita. Sono nata in uno spigliato marzo, ma la sensazione di correre con il vento che soffia nella tua direzione è bellissima, come sentir scricchiolare le foglie sotto la suola delle scarpe.

I sorrisi.

Un’altra delle cose che mi piacciono tanto.

Com’è bello quando la bocca di qualcuno si curva verso l’alto. Se sono io a causare questa reazione, mi sento quasi realizzata.

La vita.

Il dono più grande, più prezioso, più effimero.

Prima o poi finisce, è un pensiero triste, ma fa parte dello scorrere del tempo.

Ma è pur sempre vero che le cose più belle non durano mai in eterno.

 



Notes: Oddio, che cavolo… Santo cielo, mi sento una cretina ad aver scritto qualcosa di così banale per Flox, che ammiro così tanto. È uno dei miei personaggi preferiti, questo sgorbio non le fa certo onore -.-
Mah, mi preparo all’orda di fanwriters arrabbiate e prendo lo scudo per i pomodori… O:)
Alla prossima, Hermes

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Capitolo 11
*** Vivian Amory ***


Perché non mi guarda?

Ho cercato di essere più amabile.

Gentile, anche. Carina, lo sono sempre stata, o almeno è quello che mi dicono, anche se non ci credo.

Vorrei solo apparire migliore di quanto sia in realtà.

Credo di aver diritto anch’io a un po’ di felicità.

Sensazione che mi è sempre stata negata, da quando se n'è andato lui.

Forse ho sbagliato di nuovo tutto. Chissà com’è, ricominciare.

È una decisione drastica, ma a volte vorrei davvero rinascere come un’altra persona, partire da zero.

Dimenticandomi di tutto il resto.

Illudendomi almeno una volta.






♥ Note
Minuscola drabble sulla mia adorata Vivian! :D
Ringrazio Silvia (Volpina Finceis) perl'ispirazione, venutami leggendo una sua flashfic dedicata a questa donna e a Lilium :)
Baci e al prossimo capitolo!
Hermes

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Capitolo 12
*** Shirley Poppy ***



Nota d'inizio: dopo lo stacco di diversi spazi, il punto di vista non è più esterno, ma è Shirley stessa a raccontare. Buona lettura ;)



Corri, Shirley, corri.

Da cosa scappi, bambina mia?

Fuggi da un presente così reale.

Da un mondo che non sarà mai il tuo.

E tu ti fai strada su un sentiero scosceso, su e giù, di continuo, attenta ad evitare quei sassolini a volte così fastidiosi.

Corri, o la verità non si farà mai strada.

Un passo dietro l’altro. Non è poi così difficile.

Ma dove stai andando, qual è la tua meta?

Non lo sai nemmeno tu. Solo un pensiero ti è ben chiaro.

Devi correre, nient’altro conta adesso.

Via, ancora più veloce.

Finalmente arrivi ai margini di Bosco-che-canta, sfinita.

Hai dimenticato anche perché scappavi.

Sempre che ci fosse una motivazione.

Non un sentimento particolare può trapelare da quel volto sudato.

Sì, hai corso come se ne andasse della tua vita.

Hai provato per una volta cosa significa rischiare.

“Cos’è successo?” provi a chiederti.

Inutile.

Non ricordi più nulla, se non il vento che accarezzava dolcemente i tuoi capelli in tutta quella frenesia.

Hai una sola certezza: è stato bellissimo.

Ti accasci sotto un albero.

Non lo riconosci neppure, però sei consapevole che è sempre stato lì.

E non nel senso letterale del termine.

Dormi, Shirley, dormi.

Sogna, anche.

Forse non lo sai, non ancora, ma a volte l’immaginazione è più potente della realtà.

Più di quanto tu possa pensare.
 


 
Dev’essere un pomeriggio di sole. La luce filtra debolmente delle mie palpebre, strette con forza.

Alla fine mi decido a scrollarmi.

Mi alzo in piedi.

Cado.

Non pensavo fossi così debole.

Ma cos’è successo?

Quella domanda continua a rimbombare dentro di me, come l’eco di un ricordo perduto.

Non so nemmeno cosa ci faccio qui, in mezzo al verde; con la lieve brezza che scuote, piano, le folte chiome degli alberi qui accanto.

Forse è stato solo un sogno.

Perché niente sembra aver più senso.

All’improvviso, capisco.

Dev’essere sempre stato così.

… in ricordo di coloro che hanno amato …


Chiudo gli occhi, di nuovo.

Ed ecco, adesso mi sento libera. Come se volassi, insieme a quella canzone così dolce, cullata da quella cantilena antica quanto il mondo.

Quanto gli alberi.


Quanto il salice.

"Aberdeen, dove sei?"

Il suo fantasma non sembra volermi abbandonare.

È tutto ancora così vivido.

Un altro fruscio.

Risuona la melodia.

No, no.

È stato bello, ma il mio posto non è qui.

Sorrido.

È venuto il tempo di cominciare a vivere davvero.
 

 






No, non ha senso.
Mentre la scrivevo, pensavo solo a questo, semplicemente. Se non ci capite nulla, fidatevi e non fatene un problema. Sono stata la prima a rimanere molto perplessa rileggendola. Non è surreale, non è nonsense, solo che… credo che sia il modo giusto per descrivere Shirley.
La dedico alla mia compagna di avventure (e sventure), Mari, meglio nota come Acquamarine_ ♥
Ho pensato anche a te mentre buttavo giù questi quattro pensieri, immaginando la tua faccia nel legegre quest'assurdità :P
Tu mi tagghi dappertutto, io ricambio così u.u
Baci, Emma ♥


[Storia partecipante alla The One Hundred Prompt Challenge di BlackIceCrystal. 51. Caos]

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Capitolo 13
*** Flora Bookworm ***



Tutta la vita era stata per lei come se stesse sempre piovendo.

 
Quei ragazzi sono appena scappati con il Codice!

Questo fu il primo pensiero di Flora, non appena si riprese da quel repentino svenimento. Sapeva cos’era successo, ne attribuiva pienamente la colpa a quel gruppo di scapestrati che erano riusciti a fargliela sotto al naso.

Aveva anche cominciato a piovere. Sospirò, marzo era un mese imprevedibile, non si sarebbe stupita se avesse cominciato a nevicare. E poi, erano pur sempre a Fairy Oak.

Alzò lo sguardo in direzione dei libri sparsi sul pavimento, nel fretta della fuga evidentemente qualcosa era andato storto. Non l’avrebbero passata liscia.

Quei volumi rilegati con fili di seta e dalle copertine rigide e piacevoli al tatto erano da sempre suoi amici.

Cosa sarebbe mai potuta essere senza di loro?

Si affrettò dunque a riporli al posto giusto trattandoli con cura, come se fossero vivi, creatura fatate intrappolate in un mondo non loro. Non è forse anche questo, un romanzo?

Fuori, la pioggia si faceva sempre più forte, batteva sommessamente contro il vetro di quella finestra. Solo la luce della lampada rischiarava la figura di Flora e ciò che faceva.

All’improvviso un fulmine squarciò il cielo.

La donna sobbalzò, lasciando cadere ciò che aveva in mano, ovvero una pila di libri.

Seccata, si affrettò a raccoglierli, per poi avvicinarsi alla finestra, curiosa di vedere cosa mai stesse succedendo.
Pioveva, incessantemente, ancora.

E con le gocce se ne andavano, piano, anche frammenti di sé stessa.

O forse era solo una conseguenza, una sua impressione? Che in realtà fossero un segno di un mistero ancora più oscuro.
Le veniva da piangere. Le sue lacrime sarebbero scivolate già come la pioggia, e niente avrebbe potuto fermarle, lontano da quella solitudine.

Posò la testa sul vetro freddo, rimanendo impotente a guardare, mentre le si stagliavano davanti agli occhi, ancora una volta, orizzonti infiniti.

Dopo un temporale, torna sempre l’arcobaleno.


 



Ascoltando il consiglio di Silvia, che mi ha detto di provare con personaggi dimenticati, mi presento qui con una breve flashfic su Flora Bookworm. Per chi non lo sapesse (me n’ero dimenticata anch’io prima di aprire per caso uno dei libri) è la donna che lavora nella biblioteca di Fairy Oak, compare in “Gli incantevoli giorni di Shirley”. Flora è devota alla carta stampata e ha letto ogni singolo volume della fornitissima biblioteca, senza mai avere il tempo di “vivere” davvero se non attraverso ciò che leggeva, nella sua apparizione appare come rigida e molto chiusa in sé stessa.
La citazione iniziale è tratta dal bellissimo romanzo “Cent’anni di solitudine” di Gabriel Garcìa Marquez, che ho letto l’estate scorsa. Ho collegato immediatamente il nome del personaggio alla frase e inserirla come citazione mi è sembrata la cosa più adatta, dato il contesto.
Ultima cosa, se trovate errori di battitura o grammatica dite pure, così correggo ;)
Nota finale: la parte dove dice “pioveva incessantemente” è un chiaro riferimento ai sogni assurdi della mia Mari-belle, aka Acquamarine_ v.v
Un bacio, Emma ♥


[Capitolo partecipante alla The One Hundred Prompt Challenge di BlackIceCrystal. 17. Pioggia]

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