Letters to Blaine

di Klaineinlove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Kurt aveva sempre avuto problemi riguardo l’amore. Da piccolo ricordava ogni volta chi suoi genitori si baciavano dinanzi a lui, il ragazzo rispondeva con un gesto di disgusto facendo una strana faccia da far ridacchiare i suoi genitori. Aveva guardato tantissimi film che parlavano d’amore ma non riusciva proprio a capire cosa ci fosse di così emozionante nel dirsi “ti amo” o continuare a baciarsi.
Bocche che si scontravano,saliva che si scambiava e lingue attorcigliate.
Un’altra smorfia.
Probabilmente Kurt non era in grado di capire l’amore perché non gli era mai capitato di innamorarsi o di provare qualcosa per qualche bambina della sua età.
Tutto sommato però quando Mark a sette anni lo prese per mano per correre in fretta alla gelateria qualcosa si smosse nel corpo di Kurt. E no, non era lo stomaco che brontolava per la fame.
 Quando Kurt capì che quel gesto, e tutti gli altri gesti a venire, che Mark faceva nei suoi confronti facevano battere un po’ di più il suo cuore, decise di parlarne con qualcuno. Così ormai diventato un po’ più grandicello parlò  attentamente con suo padre, con la madre non poteva dal momento che non era più in vita. E Burt, con molta pazienza cercò di capire i problemi di suo figlio spiegandogli che lui probabilmente non era come tutti gli altri ragazzi.
Kurt principalmente si sentì piuttosto confuso, insomma stava avendo tutte queste informazioni e aveva appena nove anni. Poi suo padre riprese il discorso dell’amore e di come nascevano i bambini, cominciò anche a fare paragoni con animali e suo figlio scoppiò in un pianto isterico perché veramente non riusciva a capire di cosa suo padre stesse parlando.
Quando si chiuse in camera sua e si distese sul suo lettino, cominciò a ragionare.
Infondo lui sapeva di essere diverso da tutti gli altri maschietti.
Ad esempio: le bambine si tenevano per mano, i maschietti no e Kurt desiderava stare tutto il giorno mano nella mano con Mark.
Le bambine prendevano il tè, i bambini scherzavano con finte armi da guerra. Anche Kurt ne aveva qualcuna ma erano buttate infondo al suo armadio e quando qualche volta la vecchina di fronte lo faceva compagnia mentre suo padre era ancora a lavoro, Kurt ne approfittava per giocare con lei a prendere il tè, sfogliare vecchie riviste e raccontare pettegolezzi.
Kurt si sentiva più vicino alle femminucce che ai maschietti.
 
All’età di undici anni, Kurt aveva abbastanza informazioni da sapere che i ragazzi che erano interessati ai ragazzi venivano chiamati omosessuali, gay. Se venivano presi in giro però il nome era molto peggio. Si trasformavano in: checche, finocchi.
Kurt cresceva e il suo corpo cambiava, così come i suoi atteggiamenti.
Incominciò ad interessarsi alla moda e vestirsi in modo più accentuato. Aveva scoperto che gli piaceva cantare e indossare enormi, strani e bizzarri cappelli. Kurt adorava essere se stesso ma qualcun altro non la pensava così.
Cominciarono spintoni, insulti e prese in giro che il ragazzo non avrebbe mai immaginato di riceverne. Ogni sera si ritrovava a tornare a casa e raccontare al padre tutto quello che gli capitava. Gli pregò di non intervenire a scuola perché non voleva stare a centro dell’attenzione di tante bufere e dopo molti disguidi Burt acconsentì. Nonostante il suo appoggio, Kurt sapeva di essere solo.
 
Kurt Hummel riuscì a capire cosa voleva dire essere innamorati all’età di tredici anni quando nella sua vita entrò un ragazzo: Blaine Anderson.
La famiglia Anderson si trasferì accanto agli Hummel dopo che il trasferimento dei Robinson fu completato. Kurt era felice che quella famiglia si fosse trasferita in Canada, non sopportava il loro figlio che ogni volta lo spingeva nella piscina di sabbia nel parco giochi o lo faceva cadere dall’altalena per poi dire che non voleva veramente farlo.
Per Kurt fu un vero sollievo vedere l’ultimo scatolone posarsi nel camion per poi salutare dalla sua finestra la famiglia Robinson con un sorriso a trentadue denti.
Ma quando arrivarono gli Anderson il problema fu molto peggio.
Kurt vide aprirsi la portiera dell’auto e un ragazzino di bassa statura e capelli, troppo ricci, uscire di corsa per acciuffare il suo cane che scappava per la strada. Il ragazzo inciampò maledicendo il suo animale e Kurt che lo osservava dalla finestra ghignò divertito. Fu quel momento che il ragazzo che a terra si controllava il ginocchio graffiato, alzò gli occhi verso Kurt. Due paia di occhi color miele si fusero in quelli celeste cielo di Kurt. Quest’ultimo imbarazzato si nascose dietro al muro della camera e sperò che il ragazzo non si fosse offeso per la piccola risata che si era fatto sfuggire.
Quando Burt tornò da lavoro non ci pensò due volte ad andare dai vicini per dargli il benvenuto e Kurt, nonostante le proteste, dovette seguirlo.
Quando si presentarono agli Anderson, il loro figlio non era presente e per Kurt fu un momento di sollievo perché sicuramente dinanzi a lui avrebbe cominciato ad arrossire ed a balbettare.
I grandi restarono a chiacchierare fin quando a Kurt non si drizzarono le orecchie quando Melanie Anderson disse “anche nostro figlio andrà al McKinley, lui e Kurt potrebbero diventare degli ottimi amici”
 Beh agli occhi di Kurt, quella sembrava una bella prospettiva, insomma dopo l’imbarazzo iniziare i due ragazzi sarebbero potuti diventare veramente amici.
Quando gli Hummel lasciarono la casa dei vicini, Kurt si chiuse nella sua stanza a riflettere.
Avere un nuovo amico sarebbe stato divertente, soprattutto ora che avrebbe dovuto affrontare le scuole superiori e magari quel Blaine era gentile. Avrebbero condiviso il pranzo e si sarebbero aiutati nelle lezioni. Agli occhi di Kurt sembrava veramente un bel piano.
Quando la domenica mattina Kurt uscì per gettare la spazzatura, vide la porta di casa Anderson aprirsi e il cane uscire fuori velocemente.
“Shane, aspettami!” urlò Blaine.
Wow Blaine aveva una voce magnifica per come suonò alle orecchie di Kurt.  Shane si avvicinò a quest’ultimo e cominciò a gironzolargli tra i piedi. Kurt si immobilizzò spaventato: era un Labrador dalle dimensioni veramente enormi.
“Scusami, mi dispiace, ma non mi ascolta mai. Vieni qui bello!”
Kurt, con ancora il sacchetto tra le mani, rimase a fissare il ragazzo che cercava di mettere,in modo impacciato, il guinzaglio al suo cane. Quando la missione terminò i loro occhi si incontrarono di nuovo.
“Piacere mi chiamo Blaine”
“Kurt”
“Sei il figlio di Burt Hummel vero? Non è che potrebbe ripararmi la bici? Purtroppo con il trasloco si è un po’ danneggiata e mia madre mi ha detto che tuo padre ripara macchine quindi pensavo…”
“I-io” diede come risposta Kurt. Ovviamente Blaine non riuscì ad intuire, così si affrettò a correggersi.
“Posso sistemartela io, insomma il mio papà fa il meccanico”
Blaine esultò e i suoi occhi si spalancarono ancora di più e Kurt improvvisamente si dimenticò come respirare.
“Mia madre mi ha detto che andremo a scuola insieme, sembra grandioso. Almeno il primo giorno non saremo soli ad orientarci” continuò Blaine sempre con lo stesso entusiasmo.
“già” borbottò Kurt. Lo stomaco gli faceva terribilmente male.
“Io ora devo andare” senza aspettare una risposta da Blaine, Kurt si infilò in casa sbattendo la porta violentemente.
Sarebbe stato difficile. Molto difficile.
 
Il primo giorno di scuola, Kurt non riuscì ad aspettare Blaine, era troppo imbarazzato e aveva passato la notte a pensarlo,sognarlo e adorarlo quindi sapeva che vederlo sarebbe stato completamente un disastro.
Riuscì a riconoscere tra la marmaglia di gente che popolava quella scuola, una sua vecchia amica, Rachel Berry, così gentilmente le chiese se potevano pranzare insieme.
Quando alla fine delle lezioni Kurt si ritrovò a chiudere l’armadietto sentì una voce chiamarlo.
“Kurt, hey Kurt. Non ti ho visto stamattina” Blaine si avvicinò a lui tenendo tra le braccia un’enorme quantità di libri e una matita ancora infilata tra l’orecchio e i capelli. Davanti agli occhi di Kurt era tremendamente adorabile.
“Ho fatto tardi” diede come risposta Kurt, fissandosi nello specchietto per un secondo.
“Torniamo insieme a casa?” propose Blaine. Kurt semplicemente annuì ma sgranò gli occhi quando due ragazzi gettarono a terra i libri che Blaine reggeva tra le mani.
“Hey sfigato ti sei fatto già contagiare dalla gayte di Hummel?” domandò uno dei ragazzi ridendo.
“Fatina ci incontriamo di nuovo eh? Alle medie non abbiamo potuto prenderti in giro abbastanza così eccoci qui”
Blaine rimase a fissarli immobile mentre Kurt si accovacciò per raccogliere i libri caduti per poi restituirli ad un Blaine piuttosto confuso.
“Che-che stavano dicendo quei tizi lì?” domandò Blaine sorridendo a Kurt per ringraziarlo di aver raccolto i suoi libri.
“Non è niente, sul serio. Meglio andare via”
Il ritorno a casa fu piuttosto silenzioso da parte di Kurt mentre Blaine raccontava armoniosamente la sua giornata. Sembravano aver frequentato due scuole completamente diverse.
Quando arrivarono sotto casa di Blaine, Kurt fece per allontanarsi ma il ragazzo lo invitò per una limonata fresca.
Era metà settembre ed il caldo si faceva ancora sentire.
“Scusami ci sono ancora alcuni scatoloni in giro e-”
“Blaine sei a casa?” urlò la madre mentre scendeva velocemente le scale e sorridendo alla vista di Kurt.
“Ciao ragazzi che fate?”
“Io e Kurt ci prendiamo una limonata” fece notare Blaine alzando la brocca.
“Okay fate con comodo e Blaine ricorda che devi finire di ordinare le cose nella tua stanzetta.”
Il ragazzo roteò gli occhi sotto lo sguardo divertito di Kurt.
“Vieni te la mostro”
Blaine istintivamente prese la mano di Kurt e lo tirò con se. Oh, tenere per mano Blaine era molto meglio che tenere per mano il vecchio amico Mark.
“Eccola qui” disse Blaine con un tono un po’ imbarazzato mostrando la camera con più disordine di quello che ricordava.
Kurt rimase immobile qualche istante per costatare quello che c’era intorno: notò una chitarra con accanto degli spartiti, uno scatolo che conteneva una stampante e il computer con i fili ancora staccati. C’erano più macchine fotografiche di quanto un ragazzo ne potesse avere e una moltitudine di premi regnavano su un mobiletto. L’attenzione di Kurt si fermò ad una pila di Cd. Si avvicinò per osservarli.
“Katy Perry, P!nk….bella musica!”
“Ti piace? Davvero?”
Kurt annuì. Certo lui era più attratto ai musical ma le canzoni di queste donne non erano per niente male.
“E’ questi?” domandò Kurt vedendo dvd di alcuni film Disney “hai qualche sorellina o fratellino?” domandò alzando gli occhi e puntandoli verso Blaine che si grattava il collo nervosamente.
“No, sono miei. Ho un fratello più grande ma lui non li guarda”
“Oh” fu tutto quello che uscì dalle labbra di Kurt. Blaine sorrise e scrollò le spalle poi si sedette sul letto.
“Kurt cosa intendevano quei due ragazzi oggi?Li conosci?”
Kurt cominciò a balbettare qualche frase sconnessa che Blaine non riusciva a recepire.
“Hey calma Kurt. Qualsiasi cosa io non ti giudicherò. Magari siamo più simili di quello che credi.”
Kurt non riuscì a comprendere perfettamente cosa intendesse Blaine ma decise di andare via.
“Scusami Blaine devo veramente andare è tardi e ho dei compiti da fare e…e…” Kurt uscì velocemente per poi ritornare poco dopo e poggiare il bicchiere di limonata che stava portando con se e poi filò via.
Ora si che Kurt stava capendo cosa vuol dire "essere innamorati"
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Note: Okay rieccoci. Proprio non riesco a star lontano da questo sito.
Allora fatemi spiegare un po’ di cose: qui Blaine e Kurt hanno appena cominciato le scuole superiori e in questo capitolo e nel prossimo vedremo la loro amicizia svilupparsi. Ovviamente Kurt ora sta scoprendo l’amore quindi comincia solo adesso ad apprendere il significato.
Poi Kurt prenderà una decisione e loro si separeranno. Dal momento che loro due si divideranno passeremo ai nostri Klaine all'età di diciassette anni. Succederà qualcosa di particolare in un giorno speciale che porterà Kurt a mandare delle lettere (in segreto) a Blaine.
Okay ho parlato troppo ma volevo anticiparvi meglio la storia.
Spero che con questo capitolo e questa spiegazione abbia attirato un po’ la vostra attenzione.
Recensioni ben accette, come sempre!


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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


L’amicizia tra Kurt e Blaine cominciò a svilupparsi velocemente.


Passavano tutta la giornata insieme, e la sera quando ognuno era ormai in camera sua, i due si affacciavano alle loro finestre che si fronteggiavano e continuavano a chiacchierare fino a quando gli occhi si chiudevano. Spesso però Kurt rimaneva a fissare Blaine nella sua camera mentre il ragazzo era al pc, ascoltava la musica o cominciava a ballare da solo in camera. E Kurt rideva, rideva così forte da portare la mani davanti alla bocca e le sue gote diventavano sempre più rosse, gli occhi sempre più lucidi e il cuore batteva sempre di più.

Incominciarono anche a fare dei pigiama party, come se stare tutto il giorno insieme non bastasse. Di solito si svolgevano a casa di Kurt perché c’erano solo lui e suo padre in casa mentre con Blaine c’era suo fratello che li disturbava.
Avevano fatto un solo pigiama party da Blaine e suo fratello li invitò a vedere un film Horror insieme a lui. Il risultato fu che Blaine dovette passare tutta la notte sveglio insieme a Kurt perché era rimasto terrorizzato dall’assassino protagonista del film.
Kurt riparò la bici di Blaine e Blaine ogni mattina lo aspettava fuori casa per andare insieme a scuola.
Ma era proprio nell’istituto che Kurt era più preoccupato. Gli stupidi bulletti che lo avevano preso in giro alle medie ed ora anche qui nelle scuole superiori, non volevano lasciarlo andare. Ma la cosa peggiore e che avevano preso di mira Blaine.
Quando arrivò l’ora di pranzo Kurt si sedette e aprì il suo sacchetto con dentro insalata, qualche frutto e un panino che suo padre gli aveva messo ma che sicuramente non avrebbe mangiato.
Sia lui che Blaine si rifiutavano di mangiare il cibo della mensa così preferivano portarsi il pranzo da casa.
Quando Kurt vide Blaine avvicinarsi e sedersi accanto a lui a mani vuote, cominciò a preoccuparsi.
“Dov’è il tuo pranzo?” domandò a Blaine che aveva un aria triste ma non abbattuta.
“Me l’hanno rubato” rispose il moro scrollando le spalle.
Kurt lo fissò sorpreso. Non sembrava arrabbiato, furente o semplicemente dispiaciuto. Blaine rimaneva estremamente tranquillo. Troppo tranquillo.
“Tieni ecco” Kurt allungò il suo panino “C’è il tacchino non so se ti piace. Non l’ho toccato giuro, il mio papà lo mette sempre nel sacchetto ma sa perfettamente che non lo mangio.”
Blaine allungò le mani sul sacchetto e lo prese. “Grazie Kurt, sei gentilissimo” gli disse prima di addentare il panino per poi sorridere.
Kurt si sentì sciogliere in quel sorriso. Sapeva che quei tipi se la prendevano con Blaine a causa sua e si sentiva terribilmente in colpa.
 
Ogni volta che i due ragazzi tornavano a casa, Kurt si intratteneva da Blaine. Insieme nei giorni avevano riordinato la camera del ragazzo a loro piacimento mentre ascoltavano la musica canticchiando allegramente.
A volte restavano chiusi tutto il giorno in camera chiedendo alla madre di Blaine di ordinare delle pizze. Kurt adorava quei momenti perché erano soli e nessuno li avrebbe presi in giro o rubato il pranzo.
Kurt adorava follemente Blaine. Non solo perché era un ragazzo incredibilmente bello per avere solo tredici anni ma perché era un ragazzo pieno di vita: non era mai triste, sprizzava energia da tutti i pori ed era terribilmente gentile con lui.
Kurt non chiedeva altro. Avere un amico con cui parlare, nonostante non riuscisse a confidare i suoi segreti. Se Kurt avrebbe dovuto dirgli un suo segreto, gli avrebbe sicuramente detto che aveva una cotta per lui.
Così l’aveva definita Burt quando Kurt durante la cena cominciò a parlare di Blaine. D’altronde Kurt non parlava d’altro.
“…e poi io e Blaine abbiamo preso le bici e abbiamo fatto una corsa, sono scivolato ma lui mi ha aiutato. E…papà Blaine mi ha insegnato anche un gioco con le carte, adesso te lo mostro”
E Burt stava li a fissare come il figlio con entusiasmo provava a fare quel gioco che però non gli veniva mai bene.
“Maledizione!Indovinavo tutte le carte di Blaine” si lamentò il figlio e Burt semplicemente pensò che l’amichetto di suo figlio fingeva solo per vederlo sorridere.
“Figliolo credo che tu ti sia preso una bella cotta per Blaine” disse poi Burt facendo immobilizzare Kurt.
Kurt aveva tredici anni sapeva cosa voler dire “una cotta” per qualcuno e soprattutto avevano già affrontato il fatto che lui fosse gay.
Kurt non aveva mai detto a nessuno di essere gay ma a scuola i ragazzi, soprattutto chi lo prendeva in giro, lo avevano intuito da soli. Si era sempre chiesto se Blaine avesse intuito qualcosa. Dirglielo era fuori questione, troppo imbarazzante. Ma forse Blaine lo aveva capito ma era troppo gentile da evitare il discorso per non farlo sentire a disagio.
 
Un giorno a scuola quasi scoppiò a piangere quando vide un ragazzo prendere Blaine per il colletto della camicia e sbatterlo con la schiena contro ad un armadietto per poi urlargli “dacci il tuo pranzo fidanzatina di Hummel”
Kurt guardò lontano la scena e scappò via. Si chiuse in bagno con le mani tremanti mentre stringeva la sua tracolla. Quando riuscì a riprendersi uscì fuori e trovò Blaine prendere le cose dal suo armadietto.
“A-andiamo a pranzo?” domandò Kurt non avendo il coraggio di chiedergli dove fosse il suo sacchetto. Sicuramente gli avrebbe regalato il suo di pranzo. Avrebbe regalato tutto a Blaine. Tutto.
Blaine esitò un istante e poi sorrise “Oh Kurt oggi non l’ho portato perché ho avuto problemi di stomaco tutta la notte ma posso tenerti comunque compagnia”
Un altro colpo al cuore, un altro dolore. Blaine stava mentendo per non farlo sentire a disagio; cosa che in realtà lo faceva sentire proprio così.
 
Inoltre Blaine il giovedì, quando Kurt teneva le lezioni di pianoforte, lo aspettava sul muretto della scuola. Non gli importava se pioveva, nevicava o faceva terribilmente caldo, Blaine era lì ad aspettarlo. Purtroppo però doveva pagare anche le conseguenze di quell’amicizia.
“Hey finocchio aspetti la tua principessa?” gli disse un bulletto che stava insieme al suo branco di amici.
Blaine solitamente restava in silenzio ma gli infastidiva che i ragazzi prendessero in giro il suo amico.
“Per favore non prendete in giro Kurt” gli disse quasi con un sussurro.
“Allora cosa dovremmo fare?” domandò uno di loro ridacchiando.
“Prendete in giro me, non basta? Vi do tutti i giorni il mio pranzo e potrei darvi anche dei soldi”
Propose quasi disperato Blaine facendo scoppiare a ridere tutti i ragazzi.
“Okay ci stiamo. Cominciamo da ora! Voglio i tuoi soldi”
Blaine sospirò e prese l’intera paghetta che sua madre gli aveva dato e gliela passò ai ragazzi.
In realtà aveva pregato la madre di dargli la paghetta anticipata perché voleva chiedere a Kurt di andare a prendere un gelato insieme.
I ragazzi se ne andarono e Blaine per la prima volta stava quasi per piangere ma appena vide Kurt uscire si rallegrò.
“Scusa per il ritardo” fece Kurt con affanno e Blaine ringraziò mentalmente il suo ritardo.
“Prendiamo il bus così torniamo prima” propose il ragazzo lasciando Blaine di sasso. Aveva dato i soldi ai ragazzi ed ora non aveva monete per pagare il biglietto.
“Che ne dici di farci una passeggiata? Abbiamo più tempo per chiacchierare e poi i bus puzzano”
Kurt ci pensò qualche istante e poi annuì.
 
Il giorno seguente a scuola per tutto il tempo che Kurt passò con Blaine i bulletti non li mirarono e Kurt fu tra il sorpreso,sollevato ma allo stesso tempo preoccupato. Ma quando si ritrovò solo, i due ragazzi non ci pensarono due volte a prenderlo e gettarlo nel bidone dei rifiuti.
“Il tuo amico ci ha detto che non dovevamo toccarti? Diglielo che i soldi e il suo pranzo non ci bastano!”
Fu quel momento che Kurt capì che ancora una volta il suo amico aveva cercato di difenderlo. Sbruffò pulendosi i vestiti e tirò su con il naso: non avrebbe fatto vedere agli altri la sua voglia di piangere.
Il sabato pomeriggio Kurt e Blaine presero le loro bici e andarono nel parco vicino ad un lago.
“Kurt sei lento, su vieni” Blaine corse velocemente poi frenò e si stese sull’erba fresca con il vento che scompigliava il suo ammasso di ricci e con Shane che gli leccava il volto.
Kurt ridacchio vedendo il volto disgustato di Blaine a causa della saliva del suo cane e poi lo raggiunse sull’erba.
“Ho trovato il mio migliore amico” disse improvvisamente Blaine sospirando con gli occhi chiusi. A Kurt si strinse il cuore, stava adorando Blaine più di quanto doveva.
“Mi piacerebbe entrare nella squadra di football, che ne pensi?”
“Sei serio?” domandò Kurt.
“Si, insomma sono bassino ma potrei fare il kiker. E’ un gioco che mi è sempre piaciuto.”
“Non lo so Blaine” gli rispose dubbioso Kurt. Il ragazzo si voltò per guardarlo bene negli occhi
“Lo so. Sei preoccupato per quei tipi che ci prendono di mira ogni tanto. Ma se entro in squadra con loro magari la smetteranno con me ed io riuscirò a farli smettere di infastidire te” Blaine si sistemò la manica della camicia e Kurt intravide un livido.
“Cosa ti sei fatto?” domandò alzandosi preoccupato per poi prendere il braccio di Blaine.
“Non è niente non ricordo nemmen-”
“Non mentirmi Blaine, sei mio amico” gli disse con tono deciso Kurt, l’altro sbruffò.
“Sono stati loro,volevano i miei soldi, ma non ne avevo”
Gli occhi di Kurt cominciarono ad oscurarsi per le lacrime “P-Perché non ne avevi?” si trovò a domandare sapendo già la risposta.
“Perché si sono già presi tutta la mia paghetta ieri e mamma me la darà solo sabato prossimo”
Per Kurt fu il massimo, scoppiò a piangere e Blaine si spaventò.
“Che succede Kurt non ti senti bene?” si trovò a chiedere preoccupato avvolgendo Kurt intorno alle sue spalle.
“E’ colpa mia, è colpa mia non è giusto”
Blaine ovviamente intuì cosa Kurt intendesse e gli prese il volto tra le mani.
“Non è colpa tua Kurt, davvero! Loro se la prendono con me perché non voglio suggerirgli i compiti in classe”
“Non è vero!” urlò Kurt cercando di asciugarsi le lacrime che scendevano copiose.
“Ti prego Kurt, non piangere” lo implorò Blaine con voce tremante e Kurt si fermò. Blaine stava già subendo troppo per causa sua, non poteva finire di ferirlo. Blaine lo strinse un po’ di più a se e sorrise.
Quando Kurt tornò a casa non cenò e non rimase a parlare con Blaine al di là della finestra ma rimase disteso sul pavimento a pensare.
Quei ragazzi stavano torturando troppo l’unico amico a cui Kurt voleva veramente bene e non poteva permettere a nessuno di toccarlo. Nessuno doveva toccare l’anima buona di Blaine.
Così Kurt, già in pigiama, uscì di casa e si avviò fino alla porta di Blaine. Fece un enorme sospiro e bussò.
“Kurt tesoro, va tutto bene?” domandò Melanie preoccupata dalla visione di Kurt pallido e in pigiama.
“Io dovrei parlare con Blaine”
Melanie non sorrise ma lo lasciò passare. Kurt salì le scale lentamente, come se si stesse dirigendo al patibolo. Bussò la porta di Blaine e sentì provenire un fracasso infernale. Istintivamente gli venne da sorridere perché sapeva che Blaine stava riordinando tutto per poi infilarsi sotto le coperte facendo credere alla madre che stesse dormendo; lui lo sapeva….lo guardava sempre.
“Si?” fece il moro con voce assonnata poco credibile e Kurt entrò lasciando fuori quel mezzo sorriso e ricordando per l’ultima volta quello che Blaine gli stava facendo.
“Hey Kurt, che succede?”
“Io non voglio essere più tuo amico” fece con tono deciso Kurt. Il sorriso sul volto di Blaine svanì.
“C-come?”
“Non voglio. Smettila di essere mio amico, smettila di aspettarmi la mattina o di pranzare con me. Smettila di seguirmi con la bici o di invitarmi a casa tua. Smettila di parlarmi” Kurt cercò di trattenere il nodo formato in gola e di non guardare gli occhi di Blaine. I meravigliosi occhi di Blaine.
“Perché mi dici questo Kurt?” domandò Blaine confuso sperando che l’amico stesse solo scherzando e che magari volesse fare un altro pigiama party con lui.
“Ho fatto qualcosa che non va? Se è così mi dispiace non volevo”
“Blaine tu non hai fatto nulla. Non voglio essere tuo amico okay? Devi solo starmi lontano.”
“Ma se è per la storia della squadra di football non ci entro se a te non sta bene”
Kurt si innervosì. Perché quel ragazzo doveva rendere le cose più difficili?
“Ti ho detto che non voglio essere tuo amico, perché sei così stupido?”
Kurt sperò con tutto il cuore che Blaine in quel momento lo stesse odiando, era molto meglio.
“Kurt ma io non voglio…non posso”

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Note: Okay avevo nel "genere" non ho inserito angst, ma comunque per iniziare la storia vera e propria dovevo scrivere
queste cose. Non pensate male di Kurt vuole solo proteggere Blaine.
Nel prossimo capitolo li vedremo ancora a quest'età(avevo bisogno di scrivere le reazioni e i comportamenti di Blaine) spero
non vi dispiaccia. Poi dal quarto capitolo in poi saranno diciassettenni.
Come sempre se volete, fatemi sapere cosa ne pensate. Un bacio e a presto. Klaineinlove

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Kurt non rimase più di un secondo in camera di Blaine, fuggì velocemente a casa sua chiamando suo padre.
Burt era sul divano e quando vide Kurt in lacrime si spaventò. Suo figlio si buttò tra le sue braccia e pianse fino allo sfinimento. Burt non gli chiese cosa fosse successo, lo aveva visto uscire per andare da Blaine quindi poteva intuire da solo che c’era stato qualcosa di brutto tra di loro. Ma per il momento non fece domande e quando venne l’ora di andare a dormire e Kurt chiese se poteva restare nel lettone con lui; suo padre non riuscì a dirgli di no.
 
Il mattino successivo Blaine era sotto il portico di casa sperando di vedere Kurt uscire dalla sua porta e raggiungerlo. Il moro non voleva arrendersi facilmente voleva conoscere le vere intenzioni di Kurt.
Suo padre, Richard, uscì anch’egli e vide suo figlio tremante per il freddo attendere impazientemente.
“Figliolo così farai tardi!” gli disse l’uomo sistemandogli il berretto in testa per coprire la quantità di capelli.
“Sto aspettando Kurt” disse il ragazzo senza nemmeno fissare suo padre in volto. I suoi occhi erano puntati verso la porta di casa Hummel.
“Magari non verrà a scuola, è molto tardi. Vieni ti accompagno”
Blaine sbruffò e si infilò in macchina con suo padre.
“Cosa c’è che non va?” domandò Richard mettendo in moto e avviandosi verso la scuola di suo figlio.
“Kurt dice di non voler essere più mio amico e non so il perché”
Suo padre curvò le sopracciglia “Ma come? Siete così amici”
“Già! Non capisco cosa gli ho fatto”
Suo padre guardò il figlio e sorrise. “Spero vi chiarirete, è un bravo ragazzo. Che ne dici se oggi andiamo a tagliarci questi capelli ometto?” domandò il padre passandogli una mano tra i ricci ma Blaine scosse la testa.
“A Kurt piacciono” disse il piccolo con un broncio e l’uomo scoppiò a ridere.
“A tredici anni e sei già innamorato Blaine?” domandò scherzosamente facendo arrossire il figlio.
Per la famiglia Anderson che Blaine fosse un ragazzo gay non era mai stato un problema. Il ragazzo non aveva avuto nemmeno bisogno di dichiararsi perché i suoi genitori lo avevano intuito da sempre.
Arrivarono sotto scuola e Blaine uscì dall’auto ancora arrabbiato.
“Blaine gli occhiali!” urlò l’uomo facendo tornare indietro il ragazzo con passi lenti e pesanti.
“Non ho bisogno degli occhiali”
“Smettila di fare i capricci e indossali. Quando leggi sei un disastro. Ora fila in classe”
“Ciao pà” disse Blaine prima di allontanarsi ed entrare nell’istituto.
 
Dopo le prime due ore di lezione Blaine uscì dalla classe; sicuramente a Storia avrebbe incontrato Kurt visto che frequentavano quel corso insieme. Ma la fortuna ebbe la meglio su di lui: Kurt era in piedi accanto all’armadietto che prendeva i libri.
“Hey Kurt! Kurt aspettami” Blaine cercò di raggiungerlo ma uno sgambetto lo fece scivolare a terra facendogli cadere gli occhiali e i libri.
“Oh ma guarda, la signorina porta anche gli occhiali” disse Stefan uno dei ragazzi che lo prendeva sempre in giro. Blaine raccolse velocemente i libri e si alzò sotto gli occhi divertiti degli altri studenti e quelli terrorizzati di Kurt.
“Dammeli, sono nuovi mio padre si arrabbia se si rompono” Kurt per la prima volta vide Blaine arrabbiato, lo intuiva dal tono della voce.
“Cosa fa tuo padre?” disse il ragazzo facendo cadere gli occhiali a terra e passandoci un piede sopra.
Sia Kurt da lontano, che Blaine spalancarono la bocca.
“Sei un’idiota!” urlò Blaine spingendo Stefan che era alto almeno più del doppio di lui.
Fu in quel momento che un professore lo richiamò.
“Anderson, dal preside. Adesso”
“Ma io non ho fatto nulla” provò a difendersi il ragazzo.
“Non voglio sentire ma. Seguimi”
Stefan ghignò e fece cadere il restante degli occhiali di Blaine sul pavimento. Il ragazzo non si preoccupò nemmeno di prenderli e seguì il suo professore.
Kurt per tutto il tempo era rimasto in piedi. La campanella era suonata ma lui non era riuscito a muoversi. Si avvicinò agli occhiali e vide che c’era solo una stecca rotta; niente di irreparabile. Così frugò nel suo armadietto e prese della colla liquida che teneva sempre per le emergenze in caso qualche lustrino si staccava da una delle sue giacche e si mise a riparala. Lo lasciò asciugare per tutto il tempo della lezione, dove Blaine non si era presentato perché era stato tutta l’ora dal preside.
Quando l’ora di storia finì, Kurt prese gli occhiali e, conoscendo la password dell’armadietto di Blaine, gli posò gli occhiali riparati. Poi filò via.
 
Quando Blaine tornò a casa, suo fratello dovette correre in garage a causa delle urla di Blaine.
“Che diavolo stai combinando?” Suo fratello Matt si spaventò quando vide sul volto di Blaine uno strano sorriso maligno e la sua bici fatti quasi a pezzi.
“Che hai combinato?” domandò notando anche una mano con sopra un graffio sanguinante.
“Ora Kurt dovrà parlarmi perché deve ripararmi la bici” disse orgoglioso e con affanno Blaine.
Suo fratello scosse la testa e lo tirò con se prendendo il kit medico e mettendogli un cerotto sul palmo della mano.
“Blaine smettila di fare queste cose. Farai arrabbiare mamma e papa”
“MA KURT NON MI PARLA!” Urlò Blaine scoppiando a piangere per la prima volta.
“Ma andiamo, hai tanti amici”
“No Matt, lui è l’amico per eccellenza!”
Matt roteò gli occhi. “Muoviti non farti vedere da papà che si incavola!” gli suggerì il fratello ricevendo un abbraccio da Blaine.
Il moro prese la bici e corse fuori fino ad arrivare sotto la finestra di Kurt.
“Kurt, per favore mi serve un aiuto” urlò guardando la finestra sperando che questa si spalancasse.
“Kurt la mia bici è rotta! Devi aiutarmi a ripararla ti prego, non ti chiederò altro”
Nulla. Dalla finestra non arrivò nessun movimento semplicemente perché Kurt non era in casa. Blaine si sedette nel giardino di casa rimanendo a fissare la finestra di Kurt fin quando sua madre non lo chiamò per la cena.
 
Kurt intanto aveva passato quasi tutto il giorno dalla vecchietta che abitava di fronte a lui. Ormai era abbastanza grande da restare in casa da solo e la donna troppo anziana per uscire fuori con l’aria fredda.
“Quindi non vuoi essere più amico suo perché hai paura che gli fanno del male?” ricapitolò la donna sorseggiando il caffè che Kurt aveva preparato per lei.
“Ragazzo sei abbastanza grande da affrontare questi problemi. Allontanarlo non ti servirà a molto.”
“Ma-ma nella mia scuola continuano a prenderlo in giro a causa mia, non è giusto”
La vecchina poggiò la tazzina di caffè sul tavolo.
“Ti piace davvero tanto eh?”
Kurt annuì senza nessun dubbio. Ed era vero, adorava Blaine con tutto se stesso.
“E preferisci che entrambi stiate male e che non vi sentiate più?Kurt non essere sciocco vi ho visto correre e giocare insieme dalla mia finestra. Siete adorabili”
Kurt scrollò le spalle. Nonostante la donna avesse ragione, non sapeva cosa voler dire stare in quella scuola.
“E’ meglio che vada, devo preparare la cena. Grazie ancora” Kurt si avvicinò e coprì la donna con una coperta e poi uscì.
Si avvicinò velocemente al portico di casa sua estraendo le chiavi di tasca.
“Kurt. Hey Kurt”
Il ragazzo strinse forte i pugni. Non voleva trattarlo male, Blaine non se lo meritava era sempre stato gentile con lui.
“Ti prego Blaine vattene” gli disse provando a fare un tono duro che però non gli riusciva per niente bene.
“No, aspetta!Devi ripararmi la bici, mi sono fatto male per usarla”
Kurt si voltò verso le mani di Blaine notando i vari cerotti e un dito gonfio.
“Sei caduto?” chiese facendo crollare immediatamente la sua faccia da duro lasciando intravedere quella della preoccupazione.
“Beh…in realtà….” Blaine si passò una mano nei capelli ricci scuotendoli in modo imbarazzato “l’ho rotta per farmela riparare da te”
Kurt rimase immobile per cercare di comprendere cosa stesse dicendo l’amico. Ancora una volta si era mostrato per quello che era: un ragazzo estremamente affettuoso.
“Maledizione Blaine perché non capisci? Questi ricci ti bloccano il cervello”
“ma a te piac-“
“NO! Non mi piacciono Blaine. Non mi piacciono i tuoi ricci e non mi piaci tu. Sono stanco che mi stai sempre intorno come un piccolo cagnolino.”
Quando Kurt alzò per incrociare quello di Blaine si sentì ufficialmente morire. Capii che era stato veramente,veramente brusco dal momento che gli occhi nocciola, quegli occhi che sprizzavano sempre felicità e armonia, ora erano coperti di una patina di lacrime.
“No aspetta Blaine io non….”
Non finì la frase perché Blaine lo interruppe.
“Ti odio Kurt Hummel!”
E quelle furono le ultime parole che si scambiarono.
 
Era dicembre e Natale era ormai passato e Kurt era nella sua camera insieme a Rachel che fissavano l’armadio del ragazzo da circa un’ora.
“Andiamo Kurt questi qui perché non vanno bene?”
Kurt roteò gli occhi per poi rivolgersi all’amica.
“Non capisco perché ti ho chiamato per un aiuto sugli abbinamenti. Devo essere proprio in gravi condizioni” sospirò amareggiando togliendo una camicia dalla gruccia.
“No perché sono la tua unica amica visto che in tanti anni siamo sempre stati l’unico gruppo di amici. Duo di amici, un gruppo devono essere minimo tre” rispose la ragazza amareggiata mentre si rigirava una cravatta tra le mani.
“La verità e che io non voglio venirci a questa festa Rachel. Capodanno non si passa in famiglia?”
“Kurt hai diciassette anni, per l’amor di Barbra! Dovresti provare a sfogarti. Non usciamo mai e poi ti ho già detto che c’è questo ragazzo che mi piace moltissimo”
Kurt tirò la cravatta dalle mani di Rachel che la stava torturando. “Si lo so, Finn Hudson. Credo che mio padre si veda con sua madre già da un po’”
Rachel saltò dal letto squittendo “Ecco vedi? Sicuramente con lui entrambi troveremo degli argomenti su cui parlare. Ci sarà dell’alcol e avremo degli accompagnatori quindi non dobbiamo preoccuparci di guidare.”
“Ci sarà tutta la scuola Rachel!” provò a fargli notare il ragazzo.
“Si è vero. Ma basta evitare i tizi che ti spintonano….”
“La fai facile tu, Rachel! Già ho fatto un incubo in cui mi prendevano in giro durante a mensa e sai una cosa? E’ diventato realtà. Non so se ricordi martedì scorso Stefan mi ha fatto scivolare con il vassoio pieno di roba tra le mani!” Sconfitto Kurt si lasciò cadere sul letto sospirando.
Sapeva che il motivo di poca voglia di andare alla festa di Capodanno era un altro. Aveva paura di incontrare lui.
Lui che vedeva ogni giorno nei corridoio e abbassava lo sguardo per non incrociare i suoi occhi.
Lui che a mensa sedeva con un gruppo di ragazzi popolari che gli davano sempre pacche confortanti sulle spalle.
Lui che anni prima gli aveva urlato in faccia di odiarlo. E Kurt in fondo si sentiva felice. Perché mentre lui veniva ancora spintonato nei corridoi e gettato nei cassonetti da quando Blaine non lo frequentava più era molto più tranquillo. Blaine non era stato più preso di mira con scherzi e nessuno più aveva rubato il suo pranzo. Semplicemente perché Blaine non frequentava più Kurt e la felicità di Blaine era l’unica cosa che dava il coraggio a Kurt di restare in quella scuola  

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Quando Kurt parcheggiò vicino al locale si stava ancora chiedendo perché il padre non aveva avuto problemi a dirgli che poteva andare alla festa.
Gli aveva detto che aveva fiducia in lui ed era un ragazzo responsabile. Kurt in quel momento aveva sperato di essere uno di quei ragazzi che combinano guai e che vengono richiamati sempre a scuola.
Invece ora erano lì a poche ore dall’anno nuovo che gli riservava chissà quale destino.
“Allora sto bene?”
“Si Rachel, me lo hai chiesto da quando siamo usciti. Comunque non vedo nessuno qui in giro, magari la festa è stata annullata” sperò invano Kurt.
“Non dire sciocchezze!” Rachel uscì dalla macchina e Kurt dovette sbrigarsi per rincorrerla.
Appena entrarono del fumo li colpì in volto. Era fumo fatto apposta per creare una particolare atmosfera. In più c’erano giochi di luci colorate sulla pista dove i ragazzi si stavano scatenando.
“Rachel questo non è il tipo di posti che frequentiamo” gli disse Kurt nell’orecchio.
“Perché noi non frequentiamo alcun posto Kurt! Lasciati un po’ andare”
Sia Kurt che Rachel continuavano a guardarsi intorno in cerca del quoterback della squadra di football. Fu la ragazza a trovarlo lanciando un urlo di gioia e precipitandosi verso il ragazzo che era accerchiato dai suoi amici.
Kurt rimase un po’ distante. Insomma quelli lì, a parte Finn e qualcun altro, passavano la giornata a torturarlo.
Cercò di attirare l’attenzione di Rachel ma l’amica era ormai andata. Kurt poteva benissimo notare gli occhi a cuoricino della ragazza in presenza di Finn Hudson.
Allontanatosi da loro, Kurt decise di fare un giretto.  La musica gli stava per spaccare i timpani, l’odore di alcol e sudore dei ragazzi era nauseante e continuava a riceve spintoni a causa della pista troppo piccola a differenza delle persone che ci ballavano sopra.
Riuscì ad arrivare ad un bancone per ordinare qualcosa. Chiamò più volte il cameriere ma quest’ultimo era troppo impegnato per rispondergli. Kurt si sentiva invisibile.
Ma poi qualcosa attirò la sua attenzione. O meglio, qualcuno.
Blaine era dall’altro lato del bancone con un gruppo di amici che stavano allegramente brindando l’anno nuovo che ancora doveva arrivare. Kurt rimase a fissarlo per un tempo illimitato.
Improvvisamente la musica era sparita, le persone si erano immobilizziate e c’era una sola luce che illuminava quel ragazzo di cui Kurt era innamorato da anni.
Nonostante la rottura della loro amicizia, Kurt riusciva a sapere tutto di Blaine. Si sentiva uno stalker a volte, ma proprio non riusciva a stargli lontano.
Ogni mattina Blaine usciva qualche minuto prima di lui e andava a piedi fino a scuola. Si infilava le cuffiette e chiudeva il cancello di casa per non fare uscire Shane.
Poi Kurt incontrava Blaine direttamente a scuola, aveva addirittura imparato l’orario delle sue lezioni. Frequentavano lo stesso corso di Storia e Kurt fingeva di fare ritardo per potersi sedere nel banco dietro Blaine. Quel banco restava sempre vuoto perché era vicino alla finestra.
Kurt invece lo amava. Perché seduto lì riusciva ad ascoltare la voce di Blaine. A volte si impegnava così tanto che il professore lo richiamava per la poca attenzione sulla sua lezione. Altre volte invece Kurt riusciva addirittura a sentire l’odore di Blaine. A volte sapeva di muschio bianco, altre volte di dopobarba. Dopo quella lezione, Blaine andava a Scienze mentre Kurt gli toccava l’ora di Francese e quando la campanella suonava la classe di Blaine rimaneva chiusa perché il professore di scienze era solito trattenersi sempre una decina di minuti in più.
Kurt aveva notato anche come Blaine a pranzo non era cambiata la sua abitudine di portarsi il cibo da casa. Lui si sedeva da lontano per ammirarlo. Sapeva che Blaine prendeva il posto sempre accanto al muro, vicino la porta e allora Kurt si sbrigava ad andare nella sala mensa per prendere un tavolo a poca distanza. Notava Blaine sedersi e aspettare i suoi amici prima di cominciare a mangiare e quando vedeva sul suo volto una faccia disgustata, Kurt rideva, perché sapeva che probabilmente la madre di Blaine aveva messo dei pomodori tagliati a fette nel suo panino.
Ogni giovedì dopo le lezioni di pianoforte, Kurt andava nel campo dove si allenavano i giocatori di football. Vedeva Blaine giocare con i ragazzi durante l’allenamento.
Blaine non faceva parte della squadra di football. Aveva provato ad entrarci ma la Coach lo mandò via dicendo che sicuramente lo avrebbero massacrato i ragazzi durante le partite. Poteva essere forte si, ma aveva bisogno di qualche centimetro in più. Blaine però non si scoraggiò così invece di tornarsene a casa passava il tempo con alcuni amici che erano in squadra.
Gli stessi amici che Kurt aveva nel Glee Club. Ci era entrato da poco e non aveva stretto troppe amicizie, a parte le ragazze.
La sera invece Kurt vedeva come Blaine si ordinava i vestiti da indossare il giorno dopo, o come chiacchierava per ore al telefono disteso sul letto senza le scarpe e con i pantaloni slacciati. E Kurt era geloso perché ogni volta si chiedeva chi ci fosse all’altro lato del telefono.
Ci furono anche momenti imbarazzanti. Momenti che Kurt restava a guardarlo e Blaine si voltava con aria insospettita e in quei momenti Kurt balzava dalla sedia e fingeva di essere impegnato in qualcosa.
Alle sette di sera per Kurt era diventata una routine quella di andare a gettare i rifiuti; sapeva che Blaine e suo padre uscivano per una corsetta insieme al loro cane e Kurt con un cenno salutava il signor Anderson ma l’ultimo sguardo era riservato sempre a Blaine.
Aveva pensato tante volte di andare da lui e parlargli, di dirgli che potevano essere amici perché ora erano cresciuti e lui era un po’ più maturo.
Ma poi Kurt ricordava: ricordava come quella volta che i libri di Blaine vennero gettati nel water solo perché aveva provato a sistemare il lucchetto dell’armadietto di Kurt che i bulli avevano rotto.
Ricordava anche quando Kurt era arrivato in classe in ritardo perché si era cambiato a causa di uno slushie in faccia e il professore cominciò a gridargli contro; fu allora che Blaine rispose in malo modo all’insegnante per difendere il suo amico beccandosi poi una sospensione.
Questi ricordi facevano male e Kurt non voleva che la persona che amava stesse male.
Tornò alla realtà quando si accorse che c’era il cameriere che lo fissava con aria strana. Era successo di nuovo. La sua mente vagava per vecchi ricordi da fargli dimenticare la triste realtà.
“Prendi qualcosa, si o no?”
Kurt scosse la testa e lasciò il cameriere al bancone che lo fissava con aria incredula; sicuramente lo stava dando dello stupido o strano. Sicuramente strano.
Tornò da Rachel che stava chiacchierando con una ragazza del Glee Club, Tina, così si avvicinò a loro e cominciarono a parlare del più e del meno.
Finn si unì a loro e Kurt si sentì meno rilassato a parlare in sua presenza. Sia lui che Hudson sapevano che i loro genitori si stavano frequentando ma non avevano mai provato a parlarne insieme. Ma lo sentivano che a poco, a poco le due famiglie si sarebbero unite.
“Hudson vieni con noi per un brindisi?” Il gruppo di ragazzi che poco prima erano al bancone, ora si trovavano di fronte alle ragazze,Finn e Kurt. Quest’ultimo gli si gelò il sangue nelle vene quando i suoi occhi si incrociarono con quelli di Blaine. Si guardarono per un istante che parve un’eternità, poi Sam Evan strattonò Blaine e se ne andarono via.
“Perché non vai a parlargli?” mormorò Rachel prendendo per mano Kurt.
“Cosa dovrei dirgli? Hey non ci parliamo da quattro anni, come stai?” fece con tono ironizzante Kurt.
“Beh ma è Capodanno magari ci scappa anche un bacio” scherzò Rachel dandogli una piccola spinta.
“Non direi, non mi ha mai detto dei suoi gusti sessuali”
“Beh Kurt avevate tredici anni quando avete smesso di parlarvi” gli fece notare la ragazza.
“Si, ma io sapevo già di essere gay disse Kurt.
“Ma a lui però non lo hai mai detto” ribatté Rachel. Kurt sospirò.
In tanti anni davvero non era riuscito a capire se Blaine fosse gay o no. Certo aveva cominciato ad indossare strani papillon che a volte non lasciavano dubbi ma Blaine era sempre stato un ragazzo sincero e se aveva detto a qualcuno di essere gay, sicuramente non veniva trattato in quel modo così gentile dai ragazzi della scuola.
Quando Finn tornò, Kurt capì che la chiacchierata con Rachel poteva essere terminata. Mancavano ancora quindici minuti alla mezzanotte, era ancora in tempo per andare a casa e festeggiare con suo padre.
Si alzò e uscì di fretta dal locale mentre mandava un messaggio alla ragazza. Sicuramente se glielo avesse detto di persona Rachel avrebbe trovato qualche scusa per farlo restare. In più non doveva preoccuparsi per il passaggio a casa: si erano già organizzati che fosse stato Finn a riaccompagnarla.
Mentre frugava nelle tasche in cerca delle chiavi, si sentì chiamare.
“Kurt…Hey Kurt”
Sapeva chi era. Ogni volta che Blaine doveva chiamarlo faceva sempre così. Sospirò e si girò lentamente trovandosi Blaine con i capelli scompigliati, il papillon sciolto e le maniche della camicia arrotolate fino ai gomiti. Era ubriaco. Ed era bellissimo.
“Dove vai Kurt?”  domandò Blaine con un’aria di due amici che avevano parlato fino a cinque minuti prima.
“D-devo andare a casa. Mio padre mi aspetta.”
Kurt si girò e cercò di aprire la portiera ma la mano di Blaine la richiuse all’istante costringendo l’altro ragazzo a voltarsi di nuovo.
“Mi odi ancora Kurt?Perchè mi odi?”
Kurt fece indietreggiare Blaine delicatamente. Riusciva a sentire la puzza dell’alcol fin troppo bene.
“Ma quanto hai bevuto?” Domandò scostandosi da lui facendo una smorfia nauseata.
“Blaine cosa vuoi?” domandò fissandolo finalmente negli occhi.
“Io-io ti ho visto uscire dal locale” cominciò Blaine “Ti ho visto e ti ho seguito, poi eri qui vicino all’auto ed io ho detto: Kurt…Hey..K-”
“So cosa hai detto, ci sono anche io!” disse con ovvietà Kurt spiaccicando la schiena all’auto perché Blaine era sempre più vicino.
“E’ capodanno Kurt!” provò a spiegare Blaine “Mancano cinque minuti.”
“Non ti seguo”
“Non lo vedi?” fece Blaine alzando la testa verso il cielo ricoperto di stelle. “C’è il vischio dobbiamo baciarci”
Kurt spalancò gli occhi incredulo alle parole di Blaine.
“Non c’è nessun vischio Blaine. Sei troppo ubriaco.” mormorò Kurt con le mani che tremavano.
“Ah” fece Blaine deluso “peccato. Ma Kurt sono anni che voglio baciarti. Mi piaci Kurt. Mi piaci troppo”
Kurt sentì il respiro farsi meno e le gambe tremare. Entrambi sentirono le voci provenire dal locale che facevano il conto alla rovescia
10-9-8”
Blaine prese il viso di Kurt tra le mani con delicatezza.
7-6-5”
Entrambi si guardarono negli occhi
4-3-2”
Kurt deglutì e chiuse gli occhi.
1-0 Buon anno!”
Tutti e due si ritrovarono a baciarsi con le labbra che si scontrarono in un bacio quasi violento, perché era desideroso. Perché era passato troppo tempo. E perché entrambi si desideravano.
Kurt lasciò che la lingua di Blaine indugiasse lentamente nella sua bocca. Riusciva a sentire l’odore dell’alcol mischiato con l’odore della sua pelle. In quel momento però non gli importava, non gli importava che il suo primo bacio stava avvenendo in un parcheggio il giorno di Capodanno; perché in quel momento stava baciando Blaine.
Kurt in quel momento non tenne conto nemmeno del fatto che Blaine fosse terribilmente ubriaco e che probabilmente non avrebbe ricordato nulla di quel momento.
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Note: chiedo scusa di non aver risposto alle recensioni precedenti ma non ho il mio Pc e sto usando quello di una mia amica per pubblicare il
capitolo che per fortuna avevo il file nella chiavetta.
Nel prossimo capitolo si torna a scuola e Blaine proverà a capire cosa è successo a Capodanno.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


(http://www.youtube.com/watch?v=zjNVz73gW9k&feature=fvst) Canzone da ascoltare al momento giusto^^

I giorni prima dell’inizio della scuola passarono velocemente. Kurt non aveva avuto più il coraggio di guardare Blaine nemmeno dalla finestra; non usciva nemmeno per gettare i rifiuti quando il ragazzo andava a fare la corsetta con suo padre.
Ma il lunedì, giorno in cui dovevano riprendere le lezioni, Kurt fece un enorme sospiro e uscì di casa proprio mentre Blaine chiudeva il cancello.
“Ciao Pà” urlò Kurt sapendo che Blaine si sarebbe voltato dalla sua parte e infatti fu così. Si guardarono per qualche momento poi Blaine con naturalezza sistemò le cuffiette nelle orecchie e si voltò per andarsene via.
Kurt rimase immobile qualche istante. Per giorni interi aveva temuto quello che poi si era avverato: Blaine non ricordava assolutamente nulla della notte di Capodanno mentre per Kurt era un pensiero continuo.
Arrivò a scuola con aria amareggiata, Rachel aveva dichiarato ufficialmente che stava uscendo con Finn e quindi sapeva che se l’avesse vista per i corridoi sarebbe stata sempre con lui.
Arrivò al suo armadietto e prese le sue cose, notando Blaine, l’armadietto poco distante da lui, stava con la testa fra le nuvole. Non salutò Puck e quando Sam lo chiamò, sbatté le palpebre velocemente come se si stesse svegliando da un sogno.
“Ho dormito poco” si giustificò con l’amico per poi prendere i suoi libri ed entrare in aula.
 
Quando venne l’ora di Storia, Kurt come al solito arrivò con qualche minuto di ritardo, felice di vedere che il suo posto era ancora libero. Si sedette aspettando l’arrivo del professore e cominciò a tirare fuori i libri e il suo astuccio; ma una conversazione di Blaine e il suo compagno di banco attirò la sua attenzione.
“Non ci hai ancora detto cosa hai fatto a Capodanno. Prima eri con noi e poi sei scomparso proprio nel momento del conto alla rovescia”
Blaine accasciò la testa sul banco con aria disperata “quando abbiamo bevuto?” domandò all’amico.
“Io sicuramente meno di te. Quando sei tornato ti abbiamo dovuto fermare perché hai cominciato a saltare ovunque.”
Blaine si alzò lasciandosi andare in una risatina, poi si avvicinò all’amico.
“Ho baciato una persona”
Kurt spalancò gli occhi incredulo mentre le sue guancie si arrossavano.
“Chi?” domandò il ragazzo.
“E questo il bello. Non lo so! Sto impazzendo Kevin. Ricordo solo quelle dannate labbra!”
Istintivamente Kurt portò le dita sulle sue labbra mordendole leggermente.
“Beh a Capodanno si bacia chiunque”
“Non era chiunque! Quel bacio è stato così bello che mi odio di non ricordare chi ho baciato.”
“Sarà qualcuno qui a scuola. Praticamente c’era tutti quelli che la frequentano.”
“ Devo sapere chi è! Devo saperlo assolutamente!” Blaine non continuò il discorso perché l’insegnante arrivò e Kurt rimase incredulo per tutta l’ora.
Quando si diresse a Francese aveva la testa che gli girava. Il suo primo pensiero era quello di andare da Blaine e dirgli: Hey guarda, hai baciato me e ti amo Blaine. Scusami.
Ma poi una spintonata lo fece cadere a terra e gli fece capire che Blaine avrebbe ottenuto lo stesso se solo si fosse avvicinato di nuovo a lui.
Quando durante l’ora di Francese il professore parlava di Poesie a Kurt gli balenò un’idea nella mente. Un’idea totalmente assurda quanto rischiosa ma che valeva comunque la pena provare.
Strappò delicatamente un foglio dal suo quaderno e cominciò a scrivere. Scrisse così intensamente che il professore non lo richiamò convinto che stesse prendendo appunti.
Quando ebbe finito e mancavano circa cinque minuti al suono della campanella, Kurt chiese di uscire per andare in bagno.
Mise il foglietto in tasca e si avviò nel corridoio lentamente fino ad arrivare all’armadietto di Blaine.
Se era fortunato, il ragazzo con il passare degli anni non aveva cambiato la combinazione.
Per fortuna fu così.
In un secondo Kurt infilò il foglio nell’armadietto di Blaine e poi corse in classe per prendere la sua borsa perché la campanella stava suonando.
I corridoi si affollarono velocemente e anche lui si affrettò a prendere postazione accanto al suo di armadietto in modo da osservare Blaine e di vedere la sua reazione.
Il ragazzo arrivò  al suo armadietto insieme a Sam Evans e Puckerman; stavano chiacchierando allegramente, poi i ragazzi gli diedero una pacca sulla spalla e lui li assicurò un incontro in sala mensa.
Aprì l’armadietto. Kurt cominciò a sudare le mani che si stavano torturando tra loro. Un occhio vispo osservava attentamente Blaine alzare da terra il foglietto che era caduto non appena aveva aperto lo sportello; poi Blaine lesse nella sua mente:
 
Riesco a ricordare le tue labbra. Riesco a ricordare il freddo pungente che ci avvolgeva mentre ci scambiavamo quel dolce bacio confuso dal sapore dell’alcol. Riesco a ricordare le mie dita mescolarsi tra i tuoi capelli e le tue mani stringermi i fianchi.
Riesco a ricordarmi tutto perché è stato il momento migliore della mia vita.
 
Kurt notò lo sguardo di Blaine confuso. Il moro alzò la testa per guardarsi intorno e prontamente Kurt si voltò nascondendosi dietro allo sportello così da cercare di non farsi notare.
Blaine tornò a leggere:
 
Sai Blaine vorrei tanto venire da te e dirti cosa provo, ma non lo farò per alcune mie ragioni.
Ti chiedo solo una cosa Blaine: ricorda! Ti prego ricorda quella sera e vieni da me. Ricordati cosa mi hai detto nel parcheggio e vieni da me. Ricordati il modo in cui hai preso le mie mani fredde e le hai riscaldate con le tue calde.
Ricordati il bacio, le mie labbra, i sospiri e le parole. Ricorda Blaine.
 
Le guancie di Blaine diventarono nettamente più rosee. Chiuse l’armadietto ficcandosi il foglietto nel retro dei pantaloni e poi si avviò in sala mensa.
Quando venne l’ora del Glee Club, Kurt provò a rilassarsi parlando con le ragazze. Oggi era il suo turno a cantare e sicuramente si sarebbe distratto dal studiare l’espressione di Blaine davanti al suo foglietto.
Ma ci fu una svolta inaspettata. Mentre il professor Shue sistemava i fogli arrivarono: Finn, Artie, Mike e con loro Blaine.
“Ragazzi siete in ritardo” li ammonì il professore.
“Ci scusi professor Shue, ma ci stavamo organizzando per andare a vedere una partita questa sera”
Il professore si voltò incontrando lo sguardo di Blaine.
“Anderson che ci fai qui?” domandò curioso. Ma fu di nuovo Finn a parlare.
“Professore può passare l’ora qui? Dopo abbiamo alcune cose da fare insieme e non vogliamo lasciarlo solo tra i corridoi. Poi Blaine sa anche cantare, magari decide di unirsi a noi” scherzò il ragazzo dando una pacca sulle spalle a Blaine che sorrise timidamente prima di buttare un occhio in alto dove era seduto Kurt.
Quest’ultimo si era irrigidito sulla sedia con le mani strette sui suoi spartiti. Cantare adesso gli sembrava così sbagliato.
“Bene siediti pure Blaine. Ora però cominciamo la lezione: Kurt è il tuo turno”
Kurt si ritrovò a balbettare. “Pr-professore non ho pre-preparato nessun pezzo.” Cantare davanti a Blaine era fuori discussione.
“Su andiamo Kurt!Questa è una scusa. Hai sempre qualche pezzo da cantare; raggiungimi qui al centro andiamo” lo incitò il professore.
Kurt sbruffò e portò gli spartiti a Brad poi si voltò verso i suoi amici cercando di non incontrare lo sguardo di Blaine in prima fila.
Quando Schuester si sedette la musica partì.
 
Remember when I cried to you a thousand times
(Ricordati quando ho pianto di fronte a te,mille volte )


I told you everything 
(ti ho ditto tutto)


You know my feelings
(sui miei sentimenti.) 


It never crossed my mind 
(Non mi era mai passato per la mente )


That there would be a time 
(Che ci sarebbe stato un tempo )


For us to say goodbye 
(Per noi di dirci addio )


What a big surprise 
(che sorpresa inaspettata.)
 
But I’m not lost 
(ma non mi sono perso)


I’m not gone 
(non me ne sono andato)


I haven’t forgot 
(non ho dimenticato)
 
E Kurt ci provò. Ci provò a non guardarlo. Ma non ci riuscì. I suoi occhi celesti si incontrarono con quelli nocciola di Blaine.
 
These feelings I can’t shake no more 
(Questi sentimenti che non posso più scrollarmi di dosso )


These feelings are running out the door
 (Questi sentimenti che corrono fuori dalla porta )


I can feel it falling down 
(Posso sentirli cadere giù )


And I’m not coming back around 
(E non tornerò più da queste parti )


These feelings I can’t take no more
 (Questi sentimenti che non riesco più a sopportare )


This emptiness in the bottom drawer 
(Questo vuoto sul fondo del mio cassetto )


It’s getting harder to pretend 
(Sta diventando più difficile fingere )


And I’m not coming back around again 
(E non tornerò più da queste parti )


Remember when… 
(Ricordi quando…)
 
Kurt non si rese conto che i suoi occhi erano lucidi per le lacrime. Non si rese conto che c’era una classe intera ad osservarlo. Non si rese conto che Blaine teneva stretto tra le mani il foglietto da lui scritto.
 
I remember when 
(Io ricordo quando )

 
It was together ‘til the end 
(era “insieme fino alla fine”)

 
Now I’m alone again 
(ora sono solo di nuovo)

 
Where do I begin? 
(Da dove comincio?)

 
I cried a little bit 
(Ho pianto un pò)

 
You died a little bit 
(Tu sei morto solo un pò)

 
Please say there’s no regrets 
(Ti prego di’ che non hai rimorsi )

 
And say you won’t forget 
(E di’ che non ti dimenticherai )
 
Si fermò. Non riusciva più a continuare la canzone. Non riusciva più a resistere alla pressione di Blaine che lo fissava. Diamine lo amava!Lo amava così tanto! Quel ragazzo gli aveva fatto scoprire l’amore e lo aveva baciato maledizione.
Il professore si alzò avvicinandosi a Kurt facendo un segno al pianista di fermarsi.
“Kurt va tutto bene?”
Kurt scosse la testa.
“Devo….devo andare in bagno”
Corse fuori fino a sbattere contro la porta del bagno per poi chiudersi dentro fino ad arrivare al water e vomitare anche l’anima.
 
Blaine per tutto il resto della canzone era rimasto immobile a fissare Kurt. Aveva fissato il suo profilo, il suo naso che aveva ritenuto sempre perfetto, i suoi capelli ordinati e i vestiti abbinati.
Ma nella mente di Blaine c’era sempre quel bacio. Quel bacio che non riusciva a ricordare chi fosse, e dopo il messaggio che aveva ricevuto, aveva ancora la testa più confusa.
Poi aveva ascoltato la voce di Kurt ed era rimasto incantato.
Blaine sperava che nella sua mente fosse proprio Kurt il ragazzo che aveva baciato. Ma era impossibile pensò lui. Forse Kurt non era nemmeno alla festa perché non era il tipo e lui era troppo ubriaco per ricordare. Ma gli era permesso di sognare.
E lui ogni sera sognava le labbra di Kurt sulle sue.

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Note: La canzone è di Avril Lavigne "Remember When" Che vi ho messo il link sopra prima della storia.
Allora vi chiedo un minutino di attenzione. Mi sono presa un momentino per pensare prima di pubblicare questo capitolo perché avevo intenzione di non continuare più questa storia per varie ragioni.
Poi però se non la continuassi mi sentirei così “maleducata”(?) nei confronti di chi la sta leggendo perché nonostante siete pochi a recensirla(e vi ringrazio a chi lo fa) in molti l’avete messa tra le seguite. Le letture poi ci sono quindi c’è chi legge! E mi sembra così ingiusto non concluderla.
Quindi la storia continua. 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Con il passare dei giorni Blaine continuò a ricevere messaggi. Ogni biglietto gli raccontava qualcosa di se che non aveva mai notato e non provò a negare a se stesso che questa cosa gli piaceva.
 
Ti sei mai soffermato a guardare i tuoi occhi? Mettiti davanti allo specchio! Dico sul serio. Hai gli occhi più belli, caldi e dolci che qualcuno possa desiderare. Con uno sguardo riesci ad esprimere i tuoi pensieri senza dover parlare. Sei un libro aperto per me Blaine. Il libro più bello che abbia mai letto.
 
Questo era il messaggio che ricevette quel giorno. Kurt notò il sorriso sul volto di Blaine mentre stringeva al petto la piccola lettera che lui gli aveva mandato.
Kurt era così incantato che non notò il momento in cui Azimio lo spinse così forte da farlo scivolare ancora una volta sul pavimento. In più gli rovesciò tutti i libri che aveva nella cartella addosso.
“Checca ma che fai ti incanti a guardare il sedere dei ragazzi?” lo burlò il ragazzo mentre Kurt lo guardava con aria quasi di sfida.
“Non guardami così signorina o ti ritroverai la testa nel water”
Kurt abbassò lo sguardo. Aveva passato un’ora davanti allo specchio per prepararsi i capelli e poi non voleva essere di nuovo umiliato. Raccolse tutti i suoi libri non trovando quello di storia. Ci furono un paio di mani a metterglielo sotto al naso.
Kurt alzò lo sguardo per incontrare quello di Blaine che però si limitò a passargli il libro e a voltarsi senza proferire parola.
Kurt entro silenziosamente in aula sedendosi al solito posto facendo attenzione a non far notare il piccolo diario che aveva comprato apposta per scrivere i messaggi a Blaine.
Scrivergli quei messaggi lo faceva sentire più vicino a lui anche se non si parlavano.
Il professore entrò in classe con aria allegra sedendosi al suo posto e osservando i ragazzi.
“Parlavo con il vostro professore di spagnolo, quello che dirige anche il glee club” cominciò a spiegare e chissà perché Kurt già immaginava che quel discorso non finiva bene.
“E parlavamo dei metodi di studio. Mi ha detto che l’altro giorno ha cantato la Cucaracha per insegnare la sua lingua e per spronare i ragazzi.”
Il professore si alzò e si sedette sulla cattedra facendo rotolare tra le mani una mela rossa.
“Se state pensando che mi metterò a cantare vi sbagliate di grosso. Non canterò come è stata scoperta l’America o sulle note dei Queen mi metto a spiegare chi ha vinto la seconda guerra mondiale. Niente affatto. Ma vi farò collaborare tra di voi” disse con tono fiero.
Brian all’ultimo banco alzò la mano
“Dimmi Brian”
“Cioè faremo dei duetti come gli sfigati del glee club…” indicò con la testa Kurt “…spiegando la storia?”
Il professore rise “Assolutamente no. Ma voglio che lavoriate insieme. Lavorando insieme c’è più gusto a studiare. Quindi formeremo dei gruppi di due e vi assegnerò un argomento. Vi darò una data di scadenza e voi lavorerete insieme con tutta la fantasia possibile e il miglior lavoro avrà un bel voto sul registro.”
I ragazzi si guardarono intorno entusiasti dell’idea del professore. Di solito il loro insegnante era piuttosto freddo ma probabilmente l’idea di Will gli aveva fatto bene.
Kurt si guardò intorno: lui sedeva da solo nel banco, non aveva un compagno per il suo lavoro come tutti i ragazzi. Alzò la mano.
“Professore posso?” disse con la sua voce squillante facendo ridere gli altri ragazzi. Odiava che ridessero ogni volta che parlava.
“Kurt dimmi pure”
“Io non ho un compagno di banco, con chi lavorerò?”
Il professore sorrise.
“Non ho mai detto che lavorerete con i vostri compagni di banco. Decido io chi sarà il vostro compagno.”
Il professore si alzò e tornò a sedersi al suo posto aprendo il registro.
“Iniziamo proprio da te Hummel!” sfogliò le pagine che aveva davanti a se con una mano mentre con l’altra continuava a stringere la mela.
“Tu lavorerai con: Anderson! Siete due ragazzi intelligenti quindi non avrò nessun dubbio che il lavoro verrà svolto da entrambi e non da uno solo”
In quel momento sia gli occhi di Kurt che quelli di Blaine si spalancarono a dismisura. Kurt cominciò a boccheggiare sperando di far uscire qualche frase sensata da bocca ma le sue labbra produssero solo un gemito di tristezza.
Il professore continuò a dividere i ragazzi in gruppi fregandosene dei lamenti dei suoi studenti che volevano lavorare con i loro amici.
Blaine si alzò automaticamente dal suo posto, prese una sedia e si sistemò accanto a Kurt. Quest’ultimo si irrigidì sul posto voltando lo sguardo verso la finestra fingendo che nulla stesse accadendo, che Blaine non si stesse sedendo accanto a lui. Sentì chiaramente lo sbruffare del ragazzo accanto a lui e improvvisamente si sentì un po’ colpevole.
Con la coda dell’occhio vide Blaine aprire il libro e cominciare a disegnarci sopra ghirigori senza senso, mentre la sua testa era poggiata sul palmo della mano.
Kurt capì che Blaine si annoiava stare accanto a lui. Ma come poteva biasimarlo? Da piccolo gli aveva detto così tante cose tremende per allontanarlo da lui.
Se solo Blaine sapesse….pensò tra se e se.
Se solo sapesse che lo aveva fatto per lui, perché si era trasferito in una nuova città e non voleva che avesse gli stessi trattamenti che lui aveva ricevuto alle medie.
Se solo sapesse quanto gli voleva bene e quando gli mancavano le corse in bici o le chiacchierate notturne con lui. Se solo sapesse quando gli mancava il contatto con la sua pelle di quando Blaine lo stringeva in un caloroso abbraccio.
Per tutta l’ora il professore divise i ragazzi e spiegò gli argomenti. Per fortuna la campanella suonò e Blaine si alzò velocemente prendendo la sua borsa ed uscendo con aria nervosa.
Kurt sbruffò. Decise di scrivergli un altro biglietto sperando che il suo umore migliorasse. Odiava vedere Blaine arrabbiato.
Blaine arrabbiato significava vederlo senza il suo sorriso, senza i suoi occhi che si illuminavano, senza il suono della sua risata cristallina e Kurt non voleva perdere tutto questo.
Entrò nell’aula di Spagnolo e scrisse velocemente il biglietto. Uscì fuori prima che il professor Schuester entrasse.
Infilò velocemente il biglietto nell’armadietto e tornò in classe.
 
Quando gli allenamenti di football finirono e Blaine era rimasto li ad assistere, decise di tornare nei corridoio per prendere il suo libro di Storia. Con un po’ di coraggio la sera sarebbe andato da Kurt a chiedergli come organizzarsi per il progetto.
Blaine odiava andare da Kurt perché aveva paura di incontrare il suo sguardo. Aveva paura di rivedere negli occhi quella rabbia che aveva da bambino il giorno in cui litigarono. Era uno sguardo che per Blaine era difficile da dimenticare.
Quando aprì l’armadietto fu sorpreso di ritrovarsi un altro biglietto. Due in una sola giornata. Sorrise.
Stava impazzendo per capire chi fosse la persona che gli mandava questi messaggi ma allo stesso tempo si divertiva nel leggerli. In questa situazione ci trovava qualcosa di romantico.
 
Oggi ti ho notato sai? Avevi gli occhi spenti, come mai?
Blaine non devi essere mai triste. Il tuo sorriso è oro. Sicuramente starai pensando che sono uno stalker o qualcosa del genere. Ma invece sono solo un ragazzo innamorato di te.
 
Blaine spalancò la bocca quando lesse che era un “ragazzo” Fin ad’ora non era riuscito a capirlo. Era ubriaco aveva potuto benissimo baciare una ragazza. Ma era un ragazzo maledizione!
Blaine si sentì di impazzire. Doveva sapere. Ma come?
 
…l’altra notte ti ho sognato Blaine. Ho sognato me e te mano nella mano e le labbra che si sfioravano. Oh Blaine se solo ricordassi cosa mi hai detto quella notte.
So che non potrò averti per me, ma posso sognarti Blaine?Posso? Permettimi di rifugiarmi in un mondo tutto mio dove tu mi sussurri ti amo.
Non essere spaventato Blaine. Non prendermi per pazzo. Se vuoi che io smetta di mandarti questi messaggi fammelo sapere subito. Voglio solo che tu sappia che io ci tengo a te. Più di quanto tu possa immaginare.
 
Blaine si leccò le labbra secche e deglutì mentre stringeva il biglietto tra le mani.
Non voleva che questa persona smettesse di mandarli i messaggi. Lo faceva sentire così speciale.
Stracciò un foglio da un suo quaderno e scrisse una cosa con le mani tremanti poi piegò il biglietto e lo lasciò nel suo armadietto in bella mostra.
 
Erano circa le 21.30 quando Kurt si distese sul divano nel salotto, accese la tv e prese tra le mani la sua tazza di latte caldo. Aveva ancora i capelli umidi della doccia che aveva fatto poco prima; ma suo padre era fuori a cena quindi non gli avrebbe urlato di muoversi per asciugarli e non beccare un malanno.
Disteso sul divano con la coperta sulle gambe, cominciò a fare zapping sulla Tv. Sbruffò quando bussarono la porta.
Suo padre era uscito da circa una quindicina di minuti, aveva dimenticato le chiavi?
Con passo pesante Kurt si diresse alla porta formando già sul volto un broncio da rivolgere a Burt.
Quando aprì la porta la bocca si spalancò.
Blaine era in piedi davanti a lui con Shane al guinzaglio. Indossava la tuta. Possibile che faceva jogging anche la sera? A Kurt era sfuggito un particolare.
“Scusami l’ora e che volevo sapere come organizzarci per il compito di storia.” Chiese Blaine imbarazzato cercando di non guardarlo negli occhi.
Kurt rifletté un istante su tutto quello che stava accadendo: Dopo anni lui e Blaine si stavano parlando. Parlava con il Blaine di quale era follemente innamorato. Il Blaine che a Capodanno lo aveva baciato e non se ne ricordava più.
“I-Io ho pensato che potremmo dividerci il compito e magari poi scambiarcelo via e-mail. Uniamo le due parti e lo consegniamo.”
Anche Kurt aveva il volto abbassato mentre parlava ma quando lo alzò vide lo sguardo di Blaine shockato.
“Maledizione Kurt!” iniziò ad urlare lasciando il guinzaglio di Shane. “Sono anni che non ci parliamo e okay mi hai sempre odiato ma addirittura fare un compito separato? Non credevo di farti così schifo” Blaine sputò quelle parole con rabbia e tristezza.
Kurt si sentì morire “No, no aspetta! Non è questo che intendo dire te lo giuro” provò a giustificarsi ma Blaine gli fece cenno di lasciar perdere.
“Sai che ti dico? Lascia stare. Faremo come dici tu e ci scambieremo questa stupida e-mail. Nessun contatto tra di noi. Buonanotte!”
“Aspetta Blaine!”
Blaine si era già voltato per andarsene ma si immobilizzò per qualche istante: non sentiva il suo nome provenire dalla voce di Kurt da chissà quando ormai. Faceva uno strano effetto.
Ma non si voltò; decise di tornare in casa.
 
Il giorno seguente, Kurt aspettò che Blaine rimanesse solo e ne approfittò vedendolo andare in bagno.
Quando entrò il ragazzo si stava lavando le mani. Kurt sospirò, strinse di più la sua tracolla e si avvicinò a Blaine. Non voleva perderlo. Non poteva.
“Mi dispiace per ieri” incominciò facendo alzare il capo a Blaine che lo fissava in silenzio.
“Mi dispiace sul serio. Io….non so che mi è preso. Sono anni che non ci parliamo ed ora dobbiamo studiare insieme ed è tutto molto strano” provò a spiegare Kurt sperando che Blaine lo aiutasse con qualche parola di conforto, ma invece quest’ultimo si mise con le braccia incrociate al petto aspettando che Kurt continuasse.
“Io, vorrei studiare con te. Insieme intendo. Se a te va ancora, ovviamente”
Kurt si ritrovò a strizzare gli occhi come se stesse ricevendo un pugno invece di una brutta risposta. Perché era quello che si aspettava. Ma Blaine lo sorprese.
“Dove e quando?”  

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Kurt propose a Blaine di vedersi nella biblioteca di Lima, fingendo che li ci fossero molti più libri per una buona ricerca.
Blaine invece propose di stare nella biblioteca della scuola, perché c’erano abbastanza libri e aveva il Pc portatile con se. Con Wikipedia avrebbero fatto ricerche più velocemente invece che stare a sfogliare per ore dei libri vecchi.
Kurt alla sua proposta era un po’ titubante: sapeva che nel pomeriggio Blaine restava con gli amici a guardare gli allenamenti, invece pareva volersi vedere con lui senza nessun problema; e poi c’era la biblioteca della scuola. Kurt sperava che nessuno dei suoi amici della squadra di football probabilmente non era mai entrato nella biblioteca, anzi molti nemmeno sapevano che nel McKinley c’era una biblioteca
Durante l’ora di spagnolo, Kurt uscì per andare all’armadietto di Blaine per lasciargli un biglietto del “buongiorno” ma quando aprì lo sportello trovò un foglietto con scritto sopra
“Per te”
Kurt lo prese tra le mani. Blaine stava ricevendo altri biglietti da qualcuno? Si sentiva tremendamente geloso. La curiosità fu troppa e aprì il foglietto piegato in due parti per poi sgranare gli occhi per quello che ci trovò scritto.
 
Sto provando a ricordare quel bacio lo sai? Perché non mi dici semplicemente chi sei? Sto impazzendo.
Non smettere di mandarmi queste lettere, sarò egoista ma sono le uniche cose che mi fanno sorridere durante il giorno.
C’è qualcosa che ricordo sai? Ricordo le tue labbra: soffici, carnose, da esplorare.
Stai diventando la mia ossessione.
 
Kurt aveva un sorriso sul volto enorme e se qualcuno lo aveva visto poteva pensare che aveva vinto alla lotteria.
Si riprese un istante e si affrettò a mettere il suo biglietto e a chiudere l’armadietto per poi tornare in classe.
Durante le ore di lezioni, Kurt continuava a girare e rigirare quel biglietto tra le mani.
Stai diventando la mia ossessione.
Continuava a leggere quell’ultimo rigo così intensamente immaginandosi il momento in cui Blaine lo scriveva.
La calligrafia era un po’ disordinata, come se avesse scritto il biglietto velocemente e c’era qualche sbavatura d’inchiostro ma sapeva che Blaine era mancino quindi si ritrovò a sorridere ancora una volta.
 
Erano le 16.10 e Blaine era già nella biblioteca da un po’. Kurt non era ancora arrivando e lui si stava annoiando. Aveva preso il suo portatile e si era connesso alla rete della scuola, aveva girovagato per Facebook e si era pure ritrovato a fare uno di quei giochetti gratis online.
Quando finalmente Kurt arrivò, Blaine tirò un sospiro tra il sollievo e l’annoiato.
“S-scusa il ritardo, ero in bagno a cambiarmi.”
Blaine batté velocemente le ciglia cercando di capire cosa intendesse esattamente Kurt. Notò che aveva i capelli bagnati e si, il cardigan che indossava era diverso da quello che aveva messo la mattina.
Kurt prese subito i suoi quaderni e aprì il libro di storia ma poi alzò lo sguardo verso Blaine che lo guardava fisso con i suoi enormi occhi.
“Cosa c’è?” domandò quasi con un sussurrò.
“Ti hanno lanciato una granita Kurt? Perché non reagisci?”
“Guarda che io reagisco! Ma io sono uno e loro molti di più. Non credo che possa fare molto” Kurt tornò ad abbassare lo sguardo sul tavolo sperando che la conversazione si fosse conclusa lì.
“Eppure gli ho detto più volte di non farlo” borbottò Blaine incuriosendo Kurt..
“Tu hai fatto cosa?” domandò un po’ sorpreso.
Blaine scrollò le spalle “Ho visto quello che ti fanno e gli ho chiesto di smetterla. Evidentemente evitano di farlo solo in mia prese-”
“Tu…tu non puoi!” quasi urlò Kurt ricevendo un’occhiataccia dalla bibliotecaria.
“Cosa?”
“Blaine io so difendermi e tu non devi azzardarti a dire a quei ragazzi di lasciarmi stare.
Io e te non siamo più amici e tu non hai il diritto di intervenire in queste cose”
“Perché? Non farebbe nessuna differenza. Non ho detto a loro di non farlo perché credo che tu sia mio amico. E’ stato un discorso generale”
Blaine sapeva che stava mentendo. Più volte quando vedeva Kurt cambiato a causa di una granita ricevuta, si ritrovava a chiacchierare durante gli allenamenti con alcuni ragazzi chiedendo gentilmente di evitare di colpirlo.
Venne appoggiato anche da Sam, Finn e il resto dei ragazzi del glee club ma gli altri ragazzi della squadra di football dicevano che era “giusto così” e poi semplicemente cambiavano argomento.
“Beh per favore evita di menzionarmi nei tuoi discorsi generali” disse in modo secco Kurt alzandosi per passare tra gli scaffali della biblioteca e prendere dei libri. In realtà non sapeva nemmeno cosa cercare ma sentiva il bisogno di allontanarsi da Blaine e riprendere fiato.
Quando tornò a sedersi a mani vuote sperò che Blaine avesse deciso di cambiare il discorso. Ma per sua sfortuna non fu così.
“Perché ti comporti così? Non fai altro che restare da solo. Sei entrato nel glee club, perché non sei mai seduto con loro?”
Kurt boccheggiò qualche istante poi provò a controbattere “che fai mi spii?”
Fu Blaine ad ammutolirsi. “Io…solo…”
Kurt scosse la testa “Stiamo qui per studiare. Se non hai voglia posso chiedere al professore di scambiarci con qualcun altro”
Blaine alzò gli occhi al cielo e in silenzio cominciò a scrivere al computer. Non parlarono per più di un’ora. Si scambiavano fogli ed occhiate per tutto il tempo poi Blaine guardò l’orologio; era passato un bel po’ di tempo magari poteva andare a vedere gli ultimi minuti degli allenamenti. E poi non aveva aperto l’armadietto tutto il giorno e voleva vedere se il ragazzo che aveva baciato aveva preso la sua lettera.
“Che ne dici se ci fermiamo?” propose con tono calmo e senza guardare Kurt negli occhi. Kurt scrisse qualche altra frase e poi chiuse il quaderno.
“Per me va bene” si affrettò a mettere tutte le cose nella borsa
“Se aspetti qualche minuto passo dal mio armadietto, vedo se gli allenamenti sono finiti e poi torniamo a casa insieme”
Kurt strinse forte lo schienale della sedia: anche camminare con Blaine lo riteneva pericoloso.
“Non devo andare a casa. Ho un appuntamento” finse Kurt per poi fare un cenno e andare via senza dare il tempo a Blaine di replicare.
Blaine passò velocemente per il campo della scuola: i ragazzi erano già andati via, così si affrettò ad andare nell’armadietto e notò che il suo foglietto era stato preso e sostituito con un altro.
Sorrise come un bambino davanti ad un negozio di caramelle.
Camminava lentamente per la strada leggendo con attenzione ciò che stava scritto.
 
Buongiorno Blaine.
Sai c’è una parte di me(una parte tanto grande) che vorrebbe venire da te e dirti chi sono. Chissà come reagiresti. Ma l’altra mia parte ha paura!
Ha paura di un tuo rifiuto.
Ha paura di una tua delusione.
Ha paura di perderti.
Scriverti mi fa sentire molto vicino a te Blaine.
Facciamo un gioco. Ti permetto di scrivermi una domanda(ovviamente se ti va) per capire chi sono.
Una sola domanda Blaine. Pensaci bene! Io sarò sincero.
 
Blaine non seppe quante volte lesse quel messaggio ma improvvisamente si ritrovò fuori casa sua.
Lanciò uno sguardo alla casa accanto e notò che anche Kurt stava rientrando mentre si toglieva le scarpe sulla la soglia. Gli aveva mentito. Non voleva tornare a casa con lui.
Con un sospiro Blaine entrò in casa con Shane che lo assalì abbaiando e scodinzolando felice.
Il ragazzo gli concesse qualche carezza e poi si gettò di colpo sul divano.
Senza rendersene conto si addormentò e venne svegliato da sua madre che gli urlava che era quasi ora di cena.
Fece un salto in doccia e si mise una canotta e i suoi classici pantaloni del pigiama e poi scese in cucina sedendosi a tavola aspettando il piatto che gli veniva servito.
Sia i genitori che suo fratello lo guardavano come si ingozzasse più del solito.
“Sembri affamato” gli fece notare la madre mentre lui continuava a riempirsi il piatto svuotato in pochi minuti.
“Con Kurt ho studiato tantissimo che non ho avuto nemmeno il tempo di bere qualcosa” fece con tono vago senza alzare gli occhi dal piatto.
“Kurt? Kurt Hummel?” domandò la madre sorpresa.
Gli Anderson sapevano quando il figlio ci fosse rimasto male dal fatto che Kurt non voleva più parlargli. Speravano tutti che prima o poi il ragazzo cambiasse idea, soprattutto il fratello di Blaine che si annoiava a sentirlo lagnare; anche se poi in realtà gli dispiaceva parecchio.
Anche Burt si era ritrovato più volte a parlare con il figlio e cercare una risposta ma non ottenne nulla di positivo: solo sospiri, pianti e lasciami stare e papà tu non puoi capire.
“Stai studiando con Kurt?” domandò il padre anche lui incuriosito.
Blaine allungò la mano, per prendere la bottiglia di vino dalla tavola, ma la madre gliela schiaffeggiò e lui mise il broncio, poi decise di parlare.
“Il professore di Storia ci ha assegnato un compito insieme.” Fece le spallucce “ma non andiamo molto d’accordo. E’ normale. State tranquilli non vi stresserò con nessun pianto isterico” fece con tono secco e annoiato.
Dopo la cena Blaine entrò in camera sua. C’era un’aria piuttosto fredda così si avvicinò per chiudere la finestra e non poté non buttare un occhio dall’altro lato della casa.
Kurt aveva la musica accesa. Stava cantando qualcosa di divertente perché si stava scatenando mentre muoveva le sue spalle e si puliva il volto con la crema.
Blaine senza rendersene conto si ritrovò a fissarlo e a sorridere; poi scoppiò in una grossa risata.
Una risata così udibile persino all’orecchio di Kurt che si voltò d’impatto arrossendo violentemente.
Entrambi si fissarono e poi scoppiarono a ridere insieme. Kurt gli fece un segno con la mano per salutarlo e Blaine ricambiò, poi chiusero le finestre.
 
Kurt era ancora rosso in volto a causa della figuraccia che aveva appena fatto, però si sentiva bene, si sentiva sereno.
Cominciò a pensare. Magari chissà tornare ad essere amico di Blaine poteva essere una buona cosa, purché fossero amici in segreto senza farlo capire al moro.
Si sarebbero visti in biblioteca e magari in qualche caffetteria lontana da Lima e soprattutto tornare a fare quei piccoli pigiama party in casa. Tutto in segreto. Sembrava un bel piano.

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Note: non ho molto da dire su questo capitolo, anzi non ho da dire nulla. Ma ho una domanda da porvi.
Allora: Blaine prima o poi saprà che è Kurt il ragazzo delle lettere ma io chiedo a voi, come lo sapra?
Sarà lui a scoprirlo? Lo confesserà lo stesso Kurt? Qualcuno ha fatto qualche pensiero? Sarei curiosa di saperlo. Ho già scritto quel momento quindi non lo cambierò ma sono curiosa di sapere se c'è qualcuno che si avvicina^^

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Kurt e Blaine nei giorni a seguire continuarono a studiare intensamente. Non parlavano molto ma non litigavano nemmeno. Kurt faceva sempre attenzione quando doveva mostrare qualche foglio a Blaine: il moro era un ragazzo sveglio e non ci avrebbe messo molto a riconoscere la sua calligrafia uguale a quella dell’anonimo delle lettere; quindi Kurt cercava sempre di scrivere in modo un po’ diverso o meglio fingeva di voler scrivere i suoi appunti al computer per poi stamparli.
Mentre Kurt rifletteva su come fosse strano che in quei giorni Blaine non aveva ancora risposto alla domanda che gli aveva posto nel bigliettino; alzò lo sguardo verso di lui e lo vide indossare gli occhiali.
“Li porti ancora?” si ritrovò a domandare quasi in un sussurro. Blaine alzò la testa facendo un mezzo sorriso.
“I miei occhi si stancano quando leggo troppo” abbassò di nuovo lo sguardo sul libro.
“Beh allora possiamo fare una pausa se ti va” propose con forse un po’ troppo entusiasmo Kurt ma Blaine annuì e gettò sul tavolo la matita quasi consumata, lasciandosi andare in uno sbadiglio.
“Ci vorrebbe un caffè!” scherzò Kurt mentre anche lui venne contagiato dallo sbadiglio.
“Già” rispose Blaine “Che ne dici se ce lo andiamo a prendere? C’è un posto qui vicino, il Lima Bean, fanno dei caffè enormi”
Kurt tentennò qualche istante “Lima Bean? Io non so…” gli amici di Blaine conoscevano quel posto? Andavano a prendere il caffè con lui?
Kurt abbassò lo sguardo sull’orologio. “Beh ma ci metteremo troppo tempo. Possiamo andare a casa e prepararcelo un caffè. Non sarà come quello di Lima Bean ma ho una tazza enorme che puoi riempire”
Blaine sorrise: per la prima volta stavano per fare qualcosa insieme come i vecchi tempi.
“Credo che sia un’ottima idea”
 
Arrivarono a casa in pochi minuti, Kurt sistemò le sue cose e cominciò ad aprire i mobili della cucina per preparare del caffè e prendere qualche biscottino. Durante il tragitto verso casa i due ragazzi erano riusciti a conversare animatamente sulla storia(unico argomento che ormai avevano in comune) ma arrivati a casa Hummel, Blaine si era ammutolito.
Non metteva piede in quella casa da parecchio tempo. Qualche volta era stato con suo padre e suo fratello insieme a Burt per vedere qualche partita in Tv tutti insieme e in quei momenti Kurt non era mai presente. Ma ora sembrava così strano stare di nuovo lì con Kurt a prendere il caffè e mangiare biscotti.
Inoltre c’era qualche altra cosa che stava balenando nella mente di Blaine.
“Posso chiederti una cosa Kurt? E’ un consiglio. Sinceramente non so a chi rivolgermi” disse Blaine tenendo gli occhi fissi sulla tazza mentre Kurt si sedeva dall’altro lato dell’isola della cucina.
“Certo. Se posso esserti utile” gli rispose tranquillo Kurt soffiando sul suo caffè.
“E-ecco vedi…” Blaine sembrava imbarazzato “…tra poco è San Valentino è c’è una persona che vorrei fargli un regalo. Beh però noi non ci conosciamo molto bene, credo” sospirò cercando di essere più chiaro.
“Ci siamo visti una sera ed ogni tanto parliamo se così si può definire.” Blaine non sapeva come ben definire il rapporto tra lui e il suo anonimo “…quindi io vorrei fargli un regalo. Qualcosa di semplice”
Kurt si ritrovò parecchio confuso: insomma la persona di cui Blaine parlava poteva essere lui ma poteva essere anche qualcun altro.
Fece finta di rifletterci qualche secondo “Ci tieni a questa persona?Quanto ci tieni?”
Oh beh questa era una bella domanda. Non sapendo chi fosse il ragazzo che aveva baciato, non sapeva nemmeno quanto tenesse a lui. Ma quelle lettere lo facevano sentire così bene.
“Io non lo so. Credo sia una persona romantica però” considerò Blaine dopo qualche ragionamento.
“Beh a volte un semplice bigl-” ecco. Lo stava per fare. Stava per consigliargli di scrivere un biglietto.
“Una rosa!” disse cercando di sviare Blaine che lo stava guardando in modo strano.
“Una rosa rossa, oppure se questa persona è golosa potresti fargli una scatola di cioccolatini. Lo so è il classico cliché ma non sono di molto aiuto, mi dispiace”
“No tranquillo, anzi grazie mille”
“Posso farti io ora una domanda Blaine?” domandò Kurt cercando di trovare il coraggio.
“Certo”
“Cosa dicono di me?” chiese Kurt per poi fare l’ultimo sorso del suo caffè
“Chi?” domandò un po’ confuso Blaine. Kurt fece una smorfia
“I tuoi amici, i ragazzi che frequenti. Quelli che mi…mi trattano male insomma”
“Oh” Blaine abbassò lo sguardo. Doveva dirgli che quei ragazzi prendevano sempre in giro il modo in cui Kurt camminava, parlava, rideva e soprattutto si vestiva?
Blaine aveva detto ad alcuni amici di essere gay. Lo sapeva Finn Hudson, anche Sam Evan e perfino Artie. E questi gli avevano consigliato di tenerselo per se questa cosa, almeno solo in presenza degli altri giocatori di football se voleva restare a guardare ancora gli allenamenti.
Ma Blaine amava quello sport, era una delle sue più grandi passioni che non poteva colmare. Quindi si limitava ad essere se stesso tenendo la vita privata per se.
Ma se solo un giorno uno di questi gli avesse chiesto se fosse gay, Blaine avrebbe detto la verità.
Preferiva tenere la vita privata per se è vero, ma non voleva dire bugie.
“Io non so..:” poteva dire realmente cosa dicevano quei ragazzi? Lui odiava sentirli dire quelle cose e si era ritrovato più volte in alcuni litigi che potevano portare alle botte, ma c’era sempre stato qualcuno a fermarli. Quei ragazzi del football che prendevano in giro Kurt erano fatti così: litigavano anche tra di loro ma dopo qualche minuto sembrava che la rabbia fosse già sparita.
Blaine pensava sempre che non avessero abbastanza cervello per capire quello che si dicevano. Erano più come scimmie ammaestrate.
“Andiamo Blaine! Non mi offendo mica, sono curioso. Ho risposto alla tua domanda!” cercò di incalzarlo il ragazzo.
Kurt non si era mai preoccupato del parere degli altri, però spesso si domandava cosa ascoltava Blaine da quei tizi così tanto da metterlo in mezzo nei discorsi, come gli aveva detto la prima volta.
“Insomma” continuò “l’altra volta hai detto che mi hai inserito nei tuoi discorsi generali, sono sicuro che si divertono a prendermi in giro”
Blaine non rispose ma Kurt sapeva che era semplicemente una conferma.
“Scommetto che mi chiamano con tantissimi nomi orribili, immagino le risate che si fanno alle mie spalle” fece con un tono rassegnato mentre Blaine continuava a fissare la tazza immobile senza dire nulla.
Ci fu un silenzio e l’aria cominciava ad essere pesante.
“Scusami Kurt, io vado. Grazie per il caffè era buonissimo” Blaine si alzò e Kurt lo riaccompagnò alla porta.
Non si dissero nulla, non si guardarono nemmeno in volto ma entrambi sapevano di essere un po’ più tristi di quella dura verità.
 
Il giorno seguente, Kurt si avvicinò al suo armadietto per prendere i libri.
“Buongiorno” squittì allegra la voce di Blaine.
“C-ciao”
“tutto bene? Volevo ringraziarti per il consiglio di ieri forse sarà utile e volevo dirti che oggi non possiamo vederci perché ho un appuntamento.”
Kurt cercò di assimilare tutte le parole di Blaine in pochi istanti e si ritrovò semplicemente ad annuire.
“Okay, nessun problema”
“Anderson!” la voce di Kevin fece voltare sia Blaine che Kurt.
“Che diamine stai facendo qui?” domandò il ragazzo lanciando un’occhiataccia a Kurt.
“Parlo?” domandò in modo innocente e confuso Blaine.
“No Anderson, non devi parlare con i tipi come lui” Kevin fece un viso disgustato guardando da capo a piedi Kurt.
“Kevin non ti azzar-” Blaine venne interrotto da Kurt
“Scusate io devo andare, Blaine parlava con me solo per il compito di storia.”
Senza aspettare risposte dagli altri due ragazzi, il ragazzo si dileguò.
 Kurt finì più tardi le lezioni al glee club. Aveva avuto una giornataccia: due compiti in classe e un’interrogazione, non aveva nemmeno avuto il tempo di mandare un messaggio a Blaine.
Così decise di rimediare. La scuola era ormai vuota e lui si avviò con tranquillità all’armadietto di Blaine; lo aprì senza fare troppo rumore ma il suo cuore perse qualche colpo alla vista di una rosa.
Con le mani tremanti Kurt le allungò per prendere il fiore: era sbocciata da poco, non aveva spine e vicino c’era un piccolo biglietto.
Kurt lentamente lo aprì
Ti prego, vieni a Lima Bean alle 16.00. Metti da parte le tue paure e mostrati. Mi stai facendo impazzire. Presentati con la mia rosa.
Blaine.
Questo si che era inaspettato. Kurt non sapeva cosa fare, chiuse l’armadietto di Blaine dimenticandosi di lasciare il suo di biglietto e frettolosamente mise la rosa nella sua borsa, togliendo i libri mantenendoli tra le mani.
Cosa doveva fare?
Cosa avrebbe pensato Blaine una volta che lo avrebbe visto entrare al Lima Bean con la sua rosa?
Kurt era confuso: una parte di lui, quella irrazionale, gli diceva di correre da Blaine urlargli il suo amore che nascondeva da anni, spiegargli il perché di quel vecchio litigio e ricordargli il bacio di Capodanno.
Ma la parte di Kurt che ragionava gli diceva che così facendo magari Blaine lo avrebbe perdonato e forse non sarebbero riusciti a dividersi e quindi Blaine sicuramente sarebbe stato trattato male e lui non voleva che qualcuno ferisse Blaine.
Guardò l’orario dal display del suo cellulare: erano le 16.45.
Era troppo tardi? Blaine era già andato via?
Non sapeva ne il come, ne il perché ma Kurt improvvisamente si ritrovò a correre fuori dall’istituto, prese l’auto e mise in moto per arrivare a Lima Bean.
Forse ragionando con Blaine entrambi avrebbero potuto creare qualcosa di segreto così da non metterlo in pericolo, sarebbe stata dura convincere il moro ma erano passati anni e Kurt voleva solo tenerlo per se, amarlo come solo lui aveva immaginato tante e tante volte.
Parcheggiò distrattamente e non si curò di chiudere a chiave l’auto e si affrettò a passare davanti alla grande vetrata di Lima Bean.
Kurt si bloccò quando vide Blaine seduto con il caffè tra le mani. Rideva e non era solo.
Di fronte a lui c’era un ragazzo, Kurt non lo aveva mai visto, indossava una divisa scolastica e aveva un sorriso enorme e anche lui come Blaine stava ridendo allegramente.
Kurt rimase immobile di fronte a quella scena; la sua mano era ferma nella borsa e tra le mani stringeva la rosa che però tirò fuori e per rabbia la lanciò a terra schiacciandola con i piedi.
Era stata colpa sua, era arrivato in ritardo, forse era un segno del destino.
Blaine non avrebbe mai saputo che era lui a mandare quei messaggi.

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Note: Si il ragazzo seduto con Blaine è Sebastian. No non porterà nessun pericolo ai Klaine se sono queste le vostre domande xD

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


“Blaine mi stai ascoltando? Blaine?”
Il nominato scosse la testa “Scusami Sebastian, credevo di aver visto….lascia stare” Blaine fece un gesto per scacciare via il pensiero “Comunque sono felice che è tutto apposto con il tuo ragazzo!” concluse Blaine lanciando un’occhiata ancora una volta verso la grande vetrinata del locale.
“E a me dispiace che il tuo anonimo non si sia presentato”
Blaine scrollò le spalle “dovevo immaginarmelo” disse alzandosi dalla sedia mentre si sistemava la giacca.
“Io vado, fatti sentire più spesso” lo salutò Blaine prima di uscire da Lima Bean.
Appena mise piede fuori fece un enorme sospiro e prese il cellulare dalla tasca. Abbassando lo sguardo notò dei petali rosa schiacciati.
 
Quando Blaine tornò a casa si chiuse subito in camera, sistemò i suoi vestiti e si infilò una comoda tuta. Stava per andare a fare una corsetta per distrarsi un po’ quando vide Kurt nella sua camera seduto immobile sul letto.
“Kurt” lo chiamò avvicinandosi alla finestra senza pensarci troppo “Kurt che succede?” urlò per farsi sentire. Il ragazzo alzò la testa e sorrise vedendo Blaine.
“Vuoi venire dentro? Sto preparando dei biscotti”
 
In pochi minuti Blaine e Kurt stavano gustando i biscotti in camera di quest’ultimo con la Tv che faceva da sottofondo alle loro piccole questioni.
“Cosa hai fatto oggi?” chiese tutto ad un tratto Blaine facendo quasi affogare Kurt con il suo biscotto. Il ragazzo arrossì un po’ e poi cercò di ragionare “ Beh ho fatto le prove del Glee Club, che sono finite più tardi del solito e poi sono tornato a casa. Il tuo appuntamento è stato piacevole?” Kurt sperò di non dover dare più spiegazioni.
Blaine sbruffò “poteva andare meglio.” Mise il broncio e poi allungò la mano verso l’ultimo biscotto e lo divise passandone metà a Kurt.
“Puoi mangiarlo tutto tu, io sono sazio”
“Kurt li ho mangiati quasi tutti io! Tieni su, come facevamo da bambini”
Arresosi Kurt prese il biscotto e se lo portò alla bocca. Ci fu un altro po’ di silenzio finché Blaine non sorprese per l’ennesima volta Kurt.
“Mi odi ancora Kurt?” domandò quasi con un sussurro preoccupato.
“C-come?”
“Mi odi? Ricordo ancora quando mi dicesti quelle cose. Ma ora siamo cresciuti non credi dovremmo…chiarire?” chiese timoroso pregando in una risposta da Kurt.
“Non ti ho mai odiato Blaine” mormorò Kurt come se si stesse scusando. Allora Blaine si voltò verso di lui e prese il suo mento tra le dita per guardarlo dritto negli occhi.
“Blaine sono…sono passati anni e ci sono cose che siamo costretti…”
“Kurt io voglio sapere il perché! Insomma noi stavamo bene insieme, ci divertivamo giusto? Per anni mi sono chiesto cosa ho fatto per ferirti così tanto da odiarmi, ora mi stai dicendo che non mi hai mai odiato. Sinceramente? Chiedo solo una spiegazione”
Kurt si liberò, dispiaciuto, alla presa di Blaine e raccolse il piccolo piatto tra le mani.
“Non credo di potertelo spiegare mi dispiace” concluse Kurt aprendo la porta di camera sua per dirigersi verso la cucina. Deglutì sperando di non farsi accorgere da Blaine che il suo rigato dalle lacrime. Si lasciò andare in un singhiozzo frustato quando sentì la porta di casa sbattersi con violenza.
Blaine doveva sapere. In qualche modo doveva.
 
Il mattino successivo i due non si videro, Kurt si preparò un piccolo biglietto di scuse da infilare nell’armadietto si avvicinò ma prima di aprirlo si sentì chiamare.
“Che diavolo stai facendo fatina?” domandò Azimio avvicinandosi a lui.
“I-Io niente” pregò che il ragazzo non ricordasse che quello era l’armadietto di Blaine.
“Lo sai che domani c’è il compito in classe di Francese vero?” domandò il giocatore di Football.
“E’ interessante che tu lo ricorda Azimio. Ero convinto che venivi a riscaldare la sedia” rispose in modo beffardo Kurt. In risposta ricevette una forte spinta contro gli armadietti.
“Non sfidarmi Hummel, sai che sono capace di colpirti non ho paura di farti del male” ringhiò il ragazzo.
“Beh io credo che se tu ti concentrassi un po’ meno su di me e un po’ di più sullo studio, ora non staresti qui a spaventarmi sperando che io domani ti passi il compito.”
Azimio diede un forte pugno sull’armadietto facendo sussultare Kurt.
“Sentimi bene piccolo mostro umano. Non provocarmi, non guardarmi in questo modo e non stare a contatto con i miei amici. Non voglio che diventino come te”
Kurt deglutì di nuovo “di chi stai parlando?”
“Anderson, Hummel! Non voglio che gli trasmetti la tua stessa malattia”
Kurt fece una smorfia “Credimi se ti dico che una scimmia ragiona meglio di te!”
Stanco di essere provocato Azimio prese Kurt per il colletto della camicia facendo rovesciare i libri sul pavimento.
“Che state facendo?” urlò la Coach Beiste da lontano e Azimio rilasciò subito la presa.
“Non è finita Hummel” lo minacciò prima di dileguarsi.
Kurt sospirò, sorrise alla Coach e si affrettò a raggiungere la sua classe.
 
Quando anche l’ennesima ora finì, Kurt si affrettò a raggiungere il bagno per sistemarsi i capelli.
Aprì leggermente la porta ma si bloccò ascoltando la conversazione che stava avvenendo dietro ad un muro del bagno.
“E’ un avvertimento Anderson! Se vuoi ancora frequentare il campo da football non farti vedere in giro con quella donnina”
“Questo è assurdo!” sentì dire Kurt. “Siete patetici e-”
“Anderson maledizione ma sei stupido? Non vogliamo vederti in giro con quello li okay?”
“Beh non preoccupatevi, non credo capiterà ancora” disse con tono triste Blaine.
“Scusatemi ho un compito in classe” disse prima avviarsi fuori.
Prima che Blaine potesse svoltare il muro, Kurt si allontanò dalla porta. Appena Blaine si chiuse in classe, Kurt entrò in bagno.
Fu il suo sbaglio più grande.
 
Blaine stava tenendo il suo compito di Chimica, era tutto una questione di “Si” e “No” di “Vero” o “Falso” e di qualche particolare formula, ma il ragazzo non riusciva a concentrarsi.
Era incavolato con Kurt che non gli diceva quello che pensava.
Era incavolato con quei suddetti amici che lo minacciavano proprio come gli aveva detto Finn e lui si sentiva completamente nel pallone.
Improvvisamente il cellulare vibrò nella tasca e in un primo momento Blaine pensò di ignorarlo, ma poi la vibrazione si ripeté.
Tirò lentamente il telefono senza farlo vedere al professore e vide di aver ricevuto un messaggio da Kurt.
Puoi venire in bagno per favore?
Poi un altro.
Scusami Blaine. Ho bisogno di te.
Blaine si sentì il sangue gelare nelle vene. Alzò la mano per farsi notare dal professore.
“Si Anderson?”
“Prof io dovrei uscire. E’ urgente”
Il professore non si degnò di guardarlo nemmeno in volto.
“Finisci il compito e potrai uscire Anderson, non prima.”
“Professore ma le ho det-”
“Il compito Anderson”
Blaine fece un respiro profondo poi prese una penna e mise delle risposte a casaccio, si alzò dal suo banco e gettò il foglio sulla cattedra del professore.
“Ho finito!”Disse prima di correre via dall’aula. Arrivò nel bagno chiamando già l’amico per poi ritrovarselo in un angolino con la testa ficcata tra le gambe.
“Che è successo Kurt?” domandò allarmato Blaine accovacciandosi accanto a lui.
“Puoi portarmi, a casa per favore?” si lamentò Kurt tirando su con il naso e asciugandosi il viso con la manica della maglia. Solo in quel momento Blaine notò il labbro inferiore di Kurt insanguinato.
“Sono stati i giocatori di football?” domandò Blaine mentre lo aiutava a rimetterlo in piedi.
Kurt semplicemente annuì. Perché mentire ancora? Inoltre non trovava nessuna scusa adeguata.
“Aspettami qui un momento. Prendo le mie cose e andiamo dal preside Figgings per un permesso scritto”
Blaine si volatilizzò dal corridoio, entrò nell’aula e prese le sue cose senza notare lo sguardo accigliato del professore.
“Anderson siediti”
“Professore devo andare. Le porto il permesso del preside”
Il professore non fece nemmeno in tempo a replicare che Blaine corse via, raggiunse Kurt e lo strinse a se.
“Ci sono io tranquillo”
 
“Non ti farò male, è cotone e acqua”
“Brucerà” si brontolò Kurt
“Non brucerà, il sangue e secco” lo rassicurò Blaine prima di premere leggermente il fiocco di cotone sulle labbra arrossate e indolenzite di Kurt. Le sfiorò con le dita avvertendone il calore e la morbidezza. Tutto ad un tratto si bloccò con la mano a mezz’aria fissando Kurt.
“Qualcosa non va?” domandò quest’ultimo.
“Le tue labbra….sono morbide” disse confuso Blaine.
“Uso il burro-cacao” rispose senza capire Kurt. Blaine scosse la testa cercando di distogliere quel pensiero che aveva avuto da Lima Bean.
“Allora credo sia tutto apposto. Hai fatto la doccia e abbiamo disinfettato il taglio, credo che possa andare via. Dormi un po’ Kurt è ancora presto.”
Istintivamente entrambi guardarono l’orologio che segnava le 11.57.
Kurt si alzò e prese una coperta dall’armadio e l’adagiò sul letto sotto gli occhi di Blaine.
“Scusami davvero per ieri Blaine. Sono un disastro.”
Blaine non rispose ma scosse semplicemente le spalle, poi aiutò Kurt a sistemare la coperta.
“Ci vediamo Kurt”
“Aspetta!” urlò Kurt e Blaine si fermò voltandosi verso di lui. “Puoi restare un po’ qui se vuoi”
Erano domande quelle? Blaine non desiderava altro che passare giorni e giorni con lui abbracciati sotto le coperte a chiacchierare o semplicemente a scambiarsi qualche coccola, dormire abbracciati, sussurrarsi Ti amo.
“Scalci ancora quando sei addormentato?” domandò scherzosamente Blaine ricordando i loro vecchi pigiama party. Kurt fece una risata che fece riempire il cuore di Blaine di gioia.
“No, sono immobile te lo prometto”
Si guardarono e sorrisero, poi Blaine si avvicinò e si sistemò sul letto accanto a lui. La schiena di Kurt combaciava con il torace di Blaine e quest’ultimo allungò un braccio appoggiandolo sul fianco di Kurt fino a raggiungere le sue mani e stringerle al petto del suo amico.
Kurt sospirò beandosi di quel momento che aveva sempre fantasticato.
“Grazie Blaine” mormorò mentre il sonno si abbatteva su di lui.
“Per cosa?” disse Blaine aprendo gli occhi e fissando la nuca di Kurt. Istintivamente avvicinò il naso accarezzando il retro del collo del ragazzo ispirando il suo odore.
“Perché nonostante tutto mi sei sempre stato accanto.” disse Kurt prima di addormentarsi definitivamente

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Ascoltate questa canzone al momento giusto: http://www.youtube.com/watch?v=TkmJxQYixU4 


Quando Blaine si svegliò non ci mise molto a capire di essere nella camera di Kurt. Quest’ultimo si era accucciato tra le sue braccia e senza rendersene conto Blaine lo stringeva così forte come se avesse paura di perderlo. Spostò la testa per vedere l’orario e avevano praticamente saltato il pranzo.
Spostandosi lentamente da Kurt, Blaine si rimise le scarpe e si avvicinò allo specchio per sistemarsi i capelli. Abbassò lo sguardo sul piccolo tavolo di Kurt sperando di trovare un po’ di gel ma il ragazzo aveva solo creme per il corpo e lacche biologiche. L’attenzione di Blaine però si spostò sul piccolo diario che era poggiato accanto ad una spazzola. Lo prese e se lo girò tra le mani ma appena provò ad aprirlo la voce di Kurt lo spaventò.
“Che stai facendo?” domandò l’altro quasi urlando per il panico. Blaine abbassò il diario non notando che un petalo di rosa cadde dal dentro.
“Scusa cercavo un po’ di gel” rispose Blaine posando il diario ma rimanendo fisso sullo sguardo spaventato di Kurt.
Quest’ultimo provò a rilassarsi e ci riuscì quando l’attenzione di Blaine si trasferì su alcuni spartiti.
“Che sono?”
Anche Kurt si alzò dal letto e lo raggiunse mentre si strofinava un occhio per svegliarsi meglio.
“Sono testi di alcune canzoni che vorrei portare al Glee. Ma non so quale scegliere”
“Posso aiutarti io?Proviamo a cantare qualcosa dai, sono bravo” lo incalzò armonioso Blaine. Kurt rise “Lo so che sei bravo. Non credere che le tue urla non si sentono dalla mia finestra”
Anche Blaine si unì alla risata rigirandosi i fogli in cerca di un testo da cantare.
“Mettiamo questa. Cerco la base sul tuo Pc.”
Kurt prese tra le mani i fogli che Blaine gli stava passando e deglutì. Ovviamente ogni canzone che lui sceglieva era pensata per Blaine ma quella sembrava parlare chiaramente dei loro sentimenti.
Blaine fece segno a Kurt di iniziare:
 
Cold as ice
(Freddo come il ghiaccio)


And more bitter than a December
(E più amaro di dicembre)


Winter night
(Una notte d'inverno)


That’s how I treated you
(È così che ti ho trattato)


And I know that I
(E lo so che io)


I sometimes tend to loose my temper
(Io a volte tendo a perdere la pazienza)


And I cross the line
(E oltrepassare il limite)


Yeah that’s the truth
(Si, questa è la verità)
 
Kurt alzò lo sguardo verso Blaine: era immobile, incantato dalla sua voce.
 
I know it gets hard sometimes
(So che è difficile a volte)


But I could never
(Ma non potrei mai)
 
Leave your side
(lasciarti)
 
No matter what I say
(Non importa quel che dico)
 
Blaine fece un forte sospiro prima di accompagnarlo nel ritornello.
 
Coz if I wanted to go
(Perché se avessi voluto andarmene)
 
I woulda gone by now but
(ora sarei già andato via ma)


I really need you near me
(ho veramente bisogno di te al mio fianco)
 
To keep my mind off the edge
(Per tenere la mia mente a galla)
 
If I wanted to leave
(se avessi voluto lasciarti)
 
I woulda left by now
(Ora ti avrei già lasciato)
 
But you’re the only one that knows me
(Ma tu sei l'unico che mi conosci)
 
Better than I know my self.
(Meglio di quanto io conosca me stesso)
 
Nessuno dei due lo sapeva ma entrambi attraverso quel testo stavano cantando a cuore aperto, esprimendo i loro sentimenti nascosti. 
Blaine era ancora immobile accanto al tavolo del computer con gli occhi socchiusi mentre cantava e Kurt lentamente si avvicinava a lui. Aveva voglia di gettare in aria quei fogli, baciare Blaine e lasciare solo quella musica in sottofondo che raccontava di loro.
Quando Kurt si avvinò per cantare a Blaine, quest’ultimo dilatò le pupille, erano vicini. Molto vicini. Era una situazione già vissuta, lo sapeva.
 
I get kind of dark
(mi oscuro un pò)
 
Let it go too far
(lasciando che vada troppo lontano)
 
I can be obnoxious at times
(posso essere antipatico a volte)
But try and see my heart
(ma cerca di vedere il mio cuore)
 
'Cause I need you now
(perchè ho bisogno di te adesso.)
 
So don't let me down
(quindi non abbandonarmi)
 
You are the only thing in this world
(sei l’unica cosa in questo mondo)
 
I would die without
(di cui morire senza)
 
Entrambi cantarono l’ultimo ritornello quasi con rabbia mentre istintivamente le loro mani si trovarono e si strinsero. Kurt non riuscì a trattenere una lacrima che scese lentamente sul suo volto ma si affrettò ad eliminarla prima che Blaine potesse guardalo negli occhi.
Restarono in silenzio per un po’, le loro mani si erano separate e si stavano scrutando a vicenda.
“E’ proprio una bella canzone. Al glee club farai un figurone” disse Blaine per rompere il ghiaccio lasciando cadere i fogli sul letto.
“Grazie” fu tutto quello che riuscì a dire Kurt.
“Senti io ho fame che dici se andiamo al Bel Grissino a mangiare qualcosa e completiamo il compito che domani dobbiamo consegnarlo al professore?” propose Blaine cercando di mettere un po’ di buon umore. Kurt accettò.
 
Circa un’ora dopo erano entrambi seduti al tavolo del ristorante aspettando che il loro ordine arrivasse.
“Ho lo stomaco che brontola” si lamentò Blaine. Kurt sorrise
“E perché ci siamo addormentati e abbiamo saltato il pranzo”
Entrambi erano troppo impegnati a guadare la cameriera che girava per i tavoli sperando che i piatti che trasportava fossero i loro. Non notarono l’arrivo di alcuni ragazzi.
“Hey Blaine!” Finn si avvicinò al tavolo seguito da Puck e Sam. “Oh ciao…Kurt” continuò Finn con un lieve imbarazzo.
“Hey ragazzi che ci fate qui?” domandò Blaine con tono allegro.
“Siamo venuti a prendere qualcosa da mangiare ma lo portiamo via. Abbiamo gli allenamenti. Tu non vieni?” chiese Puck buttando lo sguardo tra il moro e Kurt.
“No non posso. Anche noi pranziamo e poi dobbiamo terminare il compito di storia, inoltre mi sa che non sono più gradito da alcuni membri della squadra.” Rispose con un tono di sconforto Blaine.
“Oh andiamo Blaine qualsiasi cosa ci sono io lo sai!”  gli assicurò Noah.
Intanto Finn e Kurt continuavano a scambiarsi alcune occhiate incerte. Avrebbero mai affrontato il fatto che da un momento all’altro sarebbero potuti diventare fratellastri?
“Beh noi andiamo, ti aspettiamo Blaine!”
Il ragazzo gli fece un cenno per salutarli e li lasciò uscire.
“Perché non sei più gradito dai ragazzi?” domandò Kurt conoscendo già la risposta. Ma si chiedeva se mai Blaine gli dicesse la verità.
“Abbiamo avuto alcune questioni ma non mi importa. Amici del genere meglio perderli che trovarli” sentenziò Blaine sorridendo finalmente alla vista del suo piatto che la cameriera stava portando. Non notò lo sguardo preoccupato e dispiaciuto di Kurt.
 
“Prima di tornare a casa passiamo fuori scuola? Con la fretta di tornare non ho preso i miei libri” disse Kurt mentre erano sulla via del ritorno. Blaine annuì e frenò nel parcheggio del McKinley.
“Faccio in un minuto” gli disse Kurt scendendo dall’auto e correndo all’interno dell’istituto. Arrivò al suo armadietto e prese i libri, poi strappò un foglio da un quaderno e cominciò a scrivere.
 
Cosa mi hai fatto Blaine? Mi hai stregato? Sei un demone? Penso solo a te e sono così idiota, così vigliacco da non riuscire a dichiararmi.
Sono venuto al tuo appuntamento sai? Ma non ho avuto il coraggio di entrare. Sono un codardo Blaine mi dispiace tanto.
Ho notato che non mi hai posto nessuna domanda. Ti capisco sei arrabbiato con me, ti avrò rovinato San Valentino.
Scusami Blaine. Scusami se ti rendo infelice, scusami se sono stupido, scusami se ho così paura.
Ma credimi sono molto più vicino a te di quando tu creda.
 
Kurt ripiegò il biglietto e lo infilò nell’armadietto di Blaine e poi raggiunse il suo amico. 
“Hai fatto presto” scherzò Blaine. In realtà ci aveva messo parecchio tempo. Kurt gli fece una linguaccia e si sedette sul sedile per poi voltarsi verso Blaine e abbracciarlo forte.
Quest’ultimo rimase immobile. Quel gesto era inaspettato e soprattutto lo rendeva ancora più confuso, ma in quel momento non gli importava: Kurt era con lui ed era tutto quello che desiderava da anni.
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Note: Vi consiglio di ascoltare tutta la canzone(Il link che vi ho messo in alto contiene anche la traduzione) perchè sembra parlar proprio di loro e
della loro situazione. Avrei voluto metterla tutta ma era lunga e avrebbe potuto annoiare.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Blaine entrò in casa canticchiando allegramente, aprì il frigo e tirò un succo di frutta che bevve direttamente dalla bottiglia.
“Blaine non si fa!” lo richiamò la madre come se fosse un bambino. Ma lui fece notare che la bottiglia era vuota e che bisognava buttarla poi si avvicinò alla donna e gli diede un sonoro bacio sulla guancia stringendola in un forte abbraccio.
Melanie rimase paralizzata per qualche istante. Nonostante fosse abbastanza grande, lei adorava fare le coccole a suo figlio, ma Blaine continuava a dirle che era un uomo e adulto per avere gli abbracci da sua madre. E tutto ad un tratto eccolo li che la stava stringendo forte. Allora Melanie prese Blaine per le spalle e lo fece sedere sullo sgabello della cucina poi con entrambe le mani aprì gli occhi del figlio per vedere se fossero arrossati.
“Blaine ti stai drogando? Se ti stai drogando o fumi erba è meglio che me lo dici subito, possiamo recuperare.”
Intanto anche suo fratello Matt li raggiunse in cucina prendendo anche lui un altro succo di frutta e appena provò ad avvicinarselo alla bocca guardò lo sguardo accigliato della madre e si affrettò a recuperare un bicchiere.
“Hey innamorato allora come vanno le cose nel mondo dei sogni?” burlò Matt riferendosi a suo fratello.
Blaine si ritrovò ad arrossire per poi guardare sua madre che aspettava ancora una risposta.
“Mamma non mi drog-”
“Oddio ti sei fidanzato?” squittì la donna battendo le mani.
“No. Ma che…ma no mamma!” il volto di Blaine divenne ancora più rosso.
“Beh ma io ho visto te e Kurt Hummel il ragazzo che ci tormenti da anni, avvinghiati fuori casa sua.” Continuò a prenderlo in giro suo fratello maggiore.
“Ci stavamo salutando”
“Abbracciati in quel modo”
“Scusa non posso salutare un mio amico con un abbraccio?”
“Per lui era un abbraccio per te significava voglio saltarti addosso”
“Matt!” lo chiamò la madre rimproverandolo. Il ragazzo scrollò le spalle con nonchalance
“Andiamo mamma guardalo quanto è tenero quando arrossisce”
Blaine si morse un labbro sperando di trovare qualcosa per vendicarsi di suo fratello.
“Ti sfido. Ora. Io e te a Basket dietro al giardino”
Matt rise divertito “Sul serio Blaine? Ma sei un folletto”
Blaine roteò gli occhi. C’era qualcuno che non lo prendeva in giro per la sua statura?Probabilmente no. Anzi si, forse Kurt. Oh Kurt. Blaine scosse la testa.
“Allora adesso io e te andiamo a farci una partita di videogames”
“Eh no!” si intromise la madre “Adesso voglio sapere cosa c’è tra te e Kurt”
Rimasero per un attimo tutti in silenzio. “Non c’è nulla.” Sentenziò Blaine “Ci siamo solo ritrovati, spero. Non voglio commettere errori che forse ho commesso in passato”
“Ma lui sa che sei gay Blaine?”
Oh quella si che era una bella domanda. Blaine l’aveva dato sempre per scontato. Forse avrebbe dovuto dirglielo “Credo….credo di no”
Melanie guardò suo figlio e lo strinse in un abbraccio, approfittandone del momento di debolezza di Blaine. Quest’ultimo sorrise e poi si avviò nel salotto con suo fratello.
Sembrava essersi ripreso da tutto l’entusiasmo quando dal suo cellulare arrivò un messaggio.
Papà ha detto che stasera in Tv c’è una partita. Se vi va: tu, tuo fratello e tuo padre potete raggiungerci. –Kurt.
Blaine saltò sul divano e lanciò il joystick a suo fratello “Preparati, andiamo dagli Hummel a vedere la partita.”
 
Dopo cena gli uomini Anderson si erano riuniti con Burt e Kurt davanti al televisore. Kurt non si stupì troppo quando Blaine gli saltò completamente addosso per un altro abbraccio stretto. Era felice, si vedeva chiaramente.
Rimasero tutti a vedere la partita e per poco non tapparono letteralmente la bocca di Kurt che criticava le divise, il fischio dell’arbitro che era troppo stridulo, i cappellini fuori moda ed era persino riuscito a criticare l’abbigliamento di un ragazzo seduto nelle tribune.
Quando la partita finì, Blaine raggiunse Kurt nella sua camera per controllare un’ultima volta gli appunti di storia.
“Prenderemo un bel voto.” Dichiarò Blaine sistemando i fogli stampati
“Ne sono certo” rispose Kurt guardando Blaine con occhi sognanti. Avevano passato una giornata così bella che avevano recuperato un po’ di quello che si erano persi negli anni.
“Senti Kurt io vorrei capire una cosa” Blaine trascinò l’amico e si sedettero ai bordi del letto.
“dimmi” disse Kurt con tono tranquillo.
“Io e te, siamo di nuovo amici?” domandò Blaine timoroso di una risposta “Non mi interessa cosa è successo in passato Kurt, non mi interessa del perché ci siamo separati però voglio solo sapere che intenzioni hai con me.”
Kurt lo guardò con occhi lucidi ma di serenità. Avrebbe nascosto la loro amicizia in qualche modo, avrebbe detto la verità a Blaine. Ma adesso non poteva distruggergli di nuovo il cuore, non poteva farlo ora mentre quegli occhi miele lo guardavano con ansia, trepidazione e paura.
Kurt avrebbe voluto dire che era ancora presto, che questo era solo un inizio e che forse con il tempo tutto sarebbe tornato come prima, ma si ritrovò ad annuire senza fiatare e per l’ennesima volta Blaine lo abbraccio forte sussurrando “mi sei mancato” e mentre loro si abbracciarono lo sguardo di Kurt si spostò sul pavimento dove c’era il petalo di rosa caduto nel diario la mattina dopo il piccolo pisolino. Di colpo Kurt saltò dal letto sotto lo sguardo confuso di Blaine e si affrettò a mettere il piede sul petalo.
“E’ meglio che-che tu vada. E’ tardi ed io devo…devo fare i miei trattamenti per la pelle”
Blaine rise divertito ma gli augurò la buonanotte ed uscì.
 
Il giorno seguente Kurt arrivò a scuola con un leggero ritardo e quando entrò nel corridoio dove si trovava il suo armadietto gli parve di rivivere una scena vissuta già anni prima.
“Andiamo ragazzi non siete divertenti, piantatela”
“Da quando sei un quattrocchi Anderson?” scherzarono due ragazzi della squadra di football, quelli che Blaine aveva sempre definito amici.
“Beh avete la memoria corta perché li porto da anni, e ora per favore potete darmeli?”  Blaine ancora una volta non sembrava arrabbiato, solo annoiato da quelle stupide prese in giro. Un ragazzo gliele gettò contro e lui le prese prima che cadessero a terra.
“Ti diamo un consiglio Blaine: fai attenzione ad Hummel, anche noi come gli altri ragazzi ti abbiamo visto in giro con lui e beh non vogliamo che ti attacchi qualcosa”
Intanto Kurt che stava seguendo tutto il discorso aveva aperto il suo armadietto e li stava fissando mentre questi e Blaine non lo avevano notato.
“Beh ragazzi sapete che vi dico: sono stanco di ascoltare Finn e gli altri che mi consigliano di stare zitto ma io-”
Blaine non riuscì a terminare la frase perché Kurt lo interruppe “Vi divertite a prendere in giro gli altri? Poverini siete patetici, scommetto che la vostra infanzia è stata piuttosto difficile” Kurt non voleva provocarli ma se Blaine voleva essergli di nuovo amico doveva almeno provare a proteggerlo.
La campanella suonò e i ragazzi si dileguarono non prima di dare uno spintone a Kurt contro gli armadietti. Blaine si avvicinò e lo aiutò ad alzarsi
“Sono così idioti” commentò irritato Blaine poi si voltò verso Kurt e gli sorrise “tutto bene?”
Kurt annuì e insieme andarono nell’aula di storia.
Consegnarono i compiti e il professore si congratulò con tutti e assicurò di correggerli tutti entro la fine della settimana.
 
Durante l’ora di pranzo quando Kurt si guardò intorno per trovare un posto dove sedersi. Le ragazze erano assenti per un gita scolastica e lui era praticamente solo.
Vide qualcuno da lontano che cercava di attirare la sua attenzione e vide che era Blaine che stava seduto insieme a Finn, Sam e gli altri ragazzi del glee club. Con un po’ di esitazione si sedette tra di loro ma a nessuno parve essere infastidito dalla sua presenza, anzi cominciarono a parlare animatamente con lui. Dopo tutto, stare insieme agli altri ragazzi non era così male come aveva sempre pensato.
 
Dopo scuola, Kurt si gettò sul letto sfinito; si sfilò le scarpe e prese il computer per controllare qualche email.
Intanto Blaine era pensieroso. Avrebbe voluto dire a Kurt che era innamorato di lui, ma c’era qualcosa che lo turbava. Il ragazzo dei messaggi. Il ragazzo che ogni giorno gli mandava meravigliose lettere e che Blaine si era innamorato di quel mistero che incombeva su quel maledetto bacio che aveva dato durante la notte di Capodanno.
Più volte aveva immaginato che fosse Kurt. Certo era un suo sogno, perché lui lo desiderava. Ma visto che non aveva prove, chi poteva essere?
Lo sconosciuto gli aveva detto che poteva fare una domanda, ma Blaine voleva essere certo di farne una sicura e di non cadere in uno stupido tranello per la troppa curiosità.
Avrebbe potuto chiedere: Sei nel mio corso di Chimica?
Allora il ragazzo avrebbe potuto dire semplicemente “Si” e i dubbi si sarebbero moltiplicati perché insomma in classe c’erano circa trenta alunni.
Inoltre di ragazzi gay dichiarati, apparentemente c’era solo Kurt e questo misterioso ragazzo sembrava voler rimanere “segreto”
Però c’erano le labbra di Kurt che Blaine aveva sfiorato ed erano così morbide che le ricordavano proprio quelle che aveva baciato.
“Perché mi ubriaco sempre!” si trovò ad urlare da solo nella camera da letto. Poi sentì la madre urlare
“Blaine puoi portare questi attrezzi in garage?”
Il ragazzo scese le scale e si affrettò ad andare in garage, quando entrò vide qualcosa che lo fece sorridere.
 
Kurt aveva spento il computer e si stava avviando in cucina per sgranocchiare qualcosa quando il campanello suonò. Quando andò ad aprire trovò in giardino Blaine che saliva su una bicicletta e gironzolava con entusiasmo.
“Blaine stai bene?” domandò divertito Kurt.
“Hai ancora la tua bici? Su prendila, andiamo a farci un giro”
“Blaine ormai guidiamo le auto,che senso ha?”
“Tu….solo…seguimi”
 
Poco dopo entrambi erano in un piccolo parco distesi sull’erba. In un primo momento Kurt si era lamentato a causa degli abiti ma Blaine lo aveva gettato sull’erba senza esitare e poi aveva cominciato a solleticarlo.
Quando entrambi erano troppo esausti per le risate si guardarono fissi negli occhi, con il fiato corto. Blaine spostò la mano nei capelli di Kurt per togliergli i ciuffi d’erba e Kurt continuava a perdersi negli occhi di Blaine e in quel misto di colori caldi.
“Lo so che non sei il tipo, ma ti andrebbe di farmi compagnia ad una festa? E’ il compleanno di mio cugino”
Kurt scrollò le spalle prima di alzarsi e pulirsi i pantaloni “Certamente” disse con fermezza che fece sorprendere Blaine.
“Wow non me l’aspettavo! Ricordo che i party non erano cosa per te”
Kurt allungò una mano per aiutare Blaine ad alzarsi “Beh a volte si cambia. Anche a Capodanno sono stato ad un party”
E fu in quel momento che Blaine si immobilizzò mentre la sua mente metteva a posto i piccoli pezzi di puzzle mancanti.
“Su Blaine muoviti” gli fece Kurt da lontano mentre montava sulla sua bici.
Ora Blaine sapeva benissimo che domanda fare al suo misterioso ragazzo.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Kurt non aveva pensato troppo quando aveva detto che era stato ad una festa di Capodanno. L’unica cosa che voleva fare era alzarsi dall’erba per non sgualcire i suoi vestiti. A differenza sua, Blaine ci aveva pensato eccome! L’unica cosa che doveva fare era scrivere quel maledetto biglietto, infilarlo nel suo armadietto e aspettare la risposta. Nella mente di Blaine, balenò l’idea di rimanere accanto al suo armadietto tutto il giorno e vedere chi si fosse presentato all’improvviso nel corridoio vuoto. Ma poi probabilmente i professori avrebbero notato la sua assenza nelle aule e la presenza nei corridoi e una nota o addirittura sospensione, nessuno gliela avrebbe negata.
 
Il giorno seguente, Kurt si sentì strano. In realtà era in ansia perché avrebbe detto tutta la verità a Blaine. Era stanco di fingere, di rischiare e soprattutto di restare solo. Avrebbe mandato un ultimo messaggio a Blaine dove gli avrebbe chiesto di incontrarsi nel parcheggio della scuola e li Kurt gli avrebbe raccontato tutto: dal perché si erano separati anni prima fino al giorno di Capodanno. Non avrebbe tralasciato nulla.
Quella mattina stranamente Blaine non era presente o almeno, lui non lo aveva visto. Non avevano Storia, ma gli era parso di vederlo uscire di casa con la sua tracolla.
Kurt passò le ore di studio scrivendo e riscrivendo sul diario quello che aveva da dire a Blaine; ogni parola sembrava ingiusta o poco adeguata o semplicemente banale.
Quando arrivò l’ora di pranzo si guardo intorno cercando un tavolo: Blaine non sembrava essere presente al tavolo con Finn, Sam e gli altri ragazzi. Si sarebbe seduto con loro perché insomma frequentavano il glee club insieme e prima o poi avrebbero dovuto istaurare un rapporto d’amicizia. In più le ragazze erano assenti per la gita scolastica. Alla fine decise di istaurare un rapporto con quei ragazzi in presenza di Blaine; così cominciò a mangiare l’insalata e poi decise finalmente di completare la lettera.
 
Sono stanco di nascondermi Blaine. Voglio stare con te perché Ti Amo. Ti Amo così tanto che non immagini e beh se quello che mi dicesti fuori al locale la notte di capodanno è vero, allora credo che mi ricambierai…Incontr-
 
“Cos’è questo Hummel, gli appunti di Francese?”
Kurt in un attimo sgranò gli occhi cercando di tirare dalle mani di Azimio il diario.
“Oh Oh ma cosa abbiamo qui. Hummel sei una femmina al 100% hai pure un diario segreto”
“Ti prego ridammelo”  lo supplicò Kurt. In quel momento non gli importava quanto sembrasse disperato e ridicolo agli occhi di tutta la mensa. Nessuno poteva leggere quel diario. Kurt provò ad allungare una mano verso Azimio ma Kevin e un altro paio di giocatori da football lo mantennero mentre il giocatore di football, come un profeta, salì sul tavolo della mensa e cominciò a leggere con voce mielosa e irritante.
“Oh Blaine ti ho sognato l’altra notte” cominciò a leggere prendendo una vecchia pagina, Azimio.
“Smettila ti prego!” scongiurò Kurt cercando di liberarsi dai due ragazzi.
“Ti piace Anderson eh? Hai capito la nostra fatina…oddio sentite qua”
I due ragazzi trattenevano Kurt che ormai piangeva a singhiozzi sotto lo sguardo di tutta la scuola: alcuni ridevano, altri erano impietositi dal suo volto arrossato.
Ho perso il numero delle lettere che ti ho mandato. Mi piacerebbe dirti queste cose di persona.
Ti direi che amo ogni tuo gesto e che…”
“Azimio ridargli immediatamente il diario!”
Sconvolto Kurt si voltò verso la voce che stava provando a salvarlo: Finn si era alzato dal tavolo e si era avvicinato ad Azimio che stava ancora in piedi leggendo divertito.
“Hudson non dirmi che anche tu te la fai con la checca”
“Azimio smettila immediatamente e lascialo in pace” provò a convincerlo Finn. Il ragazzo li guardo divertiti e poi posò lo sguardo dritto di fronte a se. Fece un sorrisetto compiaciuto indicando qualcuno con la testa “Anderson hai sentito? Hummel ti manda le letterine”
E fu in quel momento che Kurt lentamente si girò per trovarsi all’entrata della mensa Blaine con uno sguardo del tutto shoccato: bocca aperta,occhi spalancati e la tracolla che era caduta ai suoi piedi immobili.
I loro occhi si incrociarono; quelli scioccati di Blaine e quelli arrossati di Kurt. Quest’ultimo provò a percepire un segno da parte di Blaine che non arrivò. Intanto Finn aveva recuperato il diario e lo portò tra le mani di Kurt che non vedendo da parte di Blaine nessuna reazione, scappò via.
 
Entrò in bagno urlando, soffocando nelle sue stesse lacrime. Aveva rovinato tutto. Aveva rovinato tutto quello che aveva di nuovo creato con Blaine. Il loro rapporto, l’amicizia che avevano riacquistato. Tutto.
Le lacrime non sembravano fermarsi e Kurt voleva solo strapparsi i vestiti da dosso che sembravano farsi sempre più stretti sulla sua pelle. Chiuse la porta del bagno e ci si accasciò sopra provando a vomitare ciò che non aveva ancora digerito. Cosa avrebbe pensato adesso Blaine? Scoprirlo in questo modo era stato assolutamente crudele.
Kurt non sentì la porta d’entrata dei bagni aprirsi e non sentì nemmeno il picchiettare vicino alla sua. Poi tornò a sentire la voce di Finn.
“Kurt stai bene?”
“Vai via!” urlò Kurt tossendo con ancora la testa nel water.
“Kurt ho chiamato Burt. Sta venendo a prenderti”
In quel momento, per un solo attimo Kurt provò a concentrarsi sulle parole di Finn. Questo ragazzo non gli parlava mai eppure conosceva suo padre. Lo aveva chiamato Burt e addirittura aveva il suo numero di telefono.
Dopo un lungo sospiro Kurt aprì la porta del bagno e vide il volto di Finn impallidirsi, poi si guardò allo specchio e capì il perché: i suoi capelli erano bagnati, così come il suo volto, i suoi occhi erano arrossati e aveva segni ovunque.
“I-io…”
“Ti prego Finn vattene via!” Kurt non ce la faceva più. Era stanco di supplicare tutti. Si accasciò a terra portando le gambe al petto e ficcandoci la testa dentro fino ad aspettare suo padre.
Quando Burt entrò nella scuola, si poté udire benissimo il suo arrivo. Stava minacciando di tornare con un lanciafiamme nell’istituto se solo fosse successo qualcosa di grave a suo figlio. Kurt sentì la voce di Finn che era rimasto tutto il tempo fuori dal bagno, spiegare la situazione.
Burt entrò nel bagno senza esitazioni, prese Kurt tra le braccia e lo trascinò fuori imprecando verso qualsiasi insegnante o alunno si trovava davanti.
Quando tornarono a casa, Burt non fece domande a suo figlio che si chiuse in bagno per riprendersi.
Kurt  si spogliò dei suoi abiti ficcandosi addosso il pigiama e fregandosene che fosse ancora mattina.
Quando Burt provò solo ad accennare l’argomento, Kurt gli chiuse la porta in faccia. Poi gli urlò “scusa” e si infilò sotto le coperte.
Tutto quello che adesso gli preoccupava era la reazione di Blaine. Non aveva dato nemmeno importanza all’umiliazione avuta nella mensa. Anche se, riusciva ancora a sentire i ghigni divertiti di quei ragazzi. Alzò la testa dal cuscino e prese il suo diario stracciando ogni foglio in tanti piccoli pezzettini che si sparsero sul letto.
Sentì di nuovo la porta bussare.
“Papà ti ho già detto prima che non uscirò mai più dalla mia camera!”
La porta si aprì e Kurt si immobilizzò: Blaine era appena entrato.
Si guardarono in silenzio per un tempo che parve infinito, poi Blaine si sedette sulla piccola sedia vicino alla porta.
Fece un enorme respiro prima di parlare. “Cosa è successo? Voglio dire….la notte di Capodanno”
Il tono di Blaine sembrava piuttosto calmo ma non affettuoso, Kurt iniziò a preoccuparsi.
“Ero nel parcheggio, stavo andando via e tu mi sei venuto incontro” fece un sospiro poi continuò “hai cominciato a dirmi certe cose e poi…ci siamo baciati” Kurt non riusciva a guardare in volto Blaine, aveva paura di leggerci qualcosa di sbagliato, negativo…di rifiuto.
Blaine rimase un attimo in silenzio cercando con tutto se stesso di ricordare quella maledetta notte.
“Quando siamo tornati a scuola, ho sentito parlarti con un tuo amico del bacio e mi è venuta l’idea di mandarti queste lettere” Kurt fece segno sui foglietti sparsi sul suo letto. Blaine scosse solo la testa.
“Perché?” domandò improvvisamente. Kurt non riuscì a capire, così l’altro provò a spiegarsi meglio.
“Perché in tutti questi anni mi hai evitato se entrambi provavamo qualcosa per l’un l’altro?” il tono di Blaine sembrava trasformarsi sempre più duramente.
Kurt boccheggiò qualche istante poi parlò “Blaine quando eravamo più piccoli avevo capito che c’era qualcosa che….” Kurt cominciò a torturarsi le mani “…tu eri sempre buono. Non capivo bene se era amore ma ci tenevi a me, parecchio e allora…”
“Allora hai pensato di scaricarmi così all’improvviso” continuò in modo seccato Blaine.
“No, no…ma che dici Blaine! Io volevo…volevo proteggerti”
Il moro a quelle parole sgranò gli occhi “Proteggermi? Da cosa?” chiese incredulo.
“Da quei ragazzi! Sapevo che ti prendevano in giro continuamente a causa mia, solo perché mi frequentavi ed io mi comportavo in modo….diverso…da loro. Io non sopportavo vederti lottare a causa mia: ti rubavano il pranzo, i soldi, ti ruppero gli occhiali e ti prendevano in giro ed io non potevo semplicemente stare li a guardare”
Kurt non si rese conto ma stava piangendo di nuovo “Così quando ci siamo baciati volevo solo sentirti vicino a me senza però fare in modo che nessuno ti facesse nulla” si portò una mano alla bocca per trattenere un singhiozzo.
Blaine si alzò camminando avanti e indietro per la stanza passandosi nervosamente le mani tra i capelli.
“Ero così debole?” domandò con una smorfia “Ero così debole ai tuoi occhi?”
“Non è quest-”
“Ero così debole e idiota da non saperli affrontare? Secondo te non ero in grado di gestirli? Per tutti questi anni mi hai fatto credere di aver combinato chissà quale guaio, mi hai fatto stare così male al pensiero di averti ferito in qualche modo che non comprendevo. Mi sono sentito così deluso di me stesso, incapace di fare qualcosa di buono solo perché non capivo cosa ti avevo fatto da ripugnarmi in quel modo. Non mi vergogno a dirti che ho pianto tante volte perché mi sentivo un verme e mia madre doveva stare lì a consolarmi dicendo che non avevo fatto nulla di male.” Blaine non si rese conto che il suo tono di voce si era alzato parecchio
“Ma Blaine io volevo solo che stessi bene. Eri arrivato da poco a Lima e non volevo che passassi l’inferno che ho passato io anche alle scuole medie! Guarda come sono stato umiliato oggi! E’ questo che ho cercato di farti evitare tutto questo tempo.”
“Avremmo risolto insieme il problema Kurt! Per anni ho visto quei ragazzi prenderti in giro e non potevo fare nulla solo perché credevo che tu mi odiassi”
Blaine si voltò finalmente verso Kurt. Vide i suoi occhi arrossati e pieni di lacrime. Era immobile nel letto con solo il tremolio delle spalle e il pianto che non accennava a fermarsi.
Anche i suoi occhi si riempirono di lacrime ma a differenza di Kurt riuscì a resistere.
“Io ti volevo bene Blaine, ed ora ti amo e volevo solo farti stare bene, perché non lo capisci?” urlò disperato Kurt
“Semplicemente perché ai tuoi occhi ero un perdente e mi sento uno schifo quando invece tutto quello che provavo a fare, era proteggerti e adorarti.”
“Credevo di fare la cosa giusta” borbottò con un tono di telusione Kurt ormai esausto delle sue stesse lacrime.
“Beh ti sei sbagliato” Blaine lo guardò un’ultima volta prima di aprire la porta della camera ed uscire.
“No Blaine, aspetta!” Kurt si alzò dal letto ma si bloccò sulla soglia della porta lasciando che Blaine corresse via.
 
Quando arrivò in casa, Blaine si chiuse subito in camera. Chiuse la finestra e le tendine per non dover buttare l’occhio verso la finestra di Kurt e cominciò a scagliare a terra tutto quello che i suoi occhi incrociavano.
“Hey, Hey, Hey fermo un pò!” Matt, suo fratello gli bloccò le mani “che diamine è successo?”
In pochi minuti si sedettero sul letto e Blaine cominciò a raccontare tutto. I suoi toni erano di rabbia, frustrazione e delusione. Quando finì suo fratello gli diede uno schiaffo dietro la testa.
“Ma sei impazzito?” urlò Blaine voltandosi verso di lui.
“No tu sei stupido! Quel ragazzo e chiaramente innamorato di te e voleva solo farti stare bene. Non ti ha mai preso per un debole o non avrebbe provato certi sentimenti. Ammetto che entrambi siete stupidi perché vi mangiate con gli occhi ogni volta che vi guardate. Ma ora sai esattamente come stanno le cose Blaine. Perché devi urlare contro quel poverino che è stato umiliato da una scuola intera e ora tutto quello che desiderava era il tuo perdono? Ti ha chiesto scusa perché è innamorato di te” Matt gli diede una pacca sulla spalle “E non capisco perché devo risolvere io un problema vostro. Smettetela di ferirvi così tanto e prendi quest’orgoglio che hai e gettalo nella spazzatura insieme a questi brutti ricordi. C’è un nuovo inizio per voi!”
Blaine non rispose era confuso e doveva ragionare. Suo fratello lo lasciò solo. Dopo aver rimuginato a lungo, prese il telefono e compose un numero.
“Sebastian? Sono Blaine. Ho bisogno di vederti. Subito”

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 Note: Questo è quello successivo, sono i capitoli a cui tengo di più. Qualcuno di voi aveva immaginato che Blaine lo scopriva in questo modo?
Vi avviso che il prossimo potrebbe essere l'ULTIMO capitolo. (a meno che non lo divido in due parti)
Eh si Sebastian è apparentemente tornato...che vorrà Blaine da lui?

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Questo è il capitolo finale. Non è stato diviso!


Sabato mattina Kurt uscì da camera sua solo per infilarsi sotto la doccia, indossò abiti poco decorosi e entrò in cucina quando sapeva che suo padre era già uscito per lavoro.
Prese una tazza e ci ficcò qualche cerale dentro con un po’ di latte, ma dopo la seconda cucchiaiata lasciò cadere la tazza nel lavandino e si sedette sul divano.
Accese la Tv senza realmente guardarla, in realtà non si rendeva conto nemmeno di ciò che stava facendo.
Doveva parlare con Blaine. Dovevano chiarirsi, non potevano mandare all’aria tutto quello che avevano di nuovo recuperato. Dopo un lungo sospiro Kurt si guardò allo specchio, si sistemò nel modo migliore i capelli e aprì la porta di casa per poi socchiuderla alle sue spalle.
Cominciò a camminare verso la casa accanto alla sua, con passi lenti e incerti si diresse fino alla porta di casa Anderson. Non era del tutto convinto di bussare quando le sue mani erano già strette in pugno che battevano sulla porta con un suono così inquietante alle sue orecchie.
In pochi minuti si presentò Melanie con uno strofinaccio che si asciugava le mani.
“Kurt tesoro, va tutto bene?”
Quando la madre di Blaine incontrava Kurt di solito sfoggiava un meraviglioso sorriso e gli faceva i complimenti per il suo bell’aspetto. Era palese quindi che in quel momento agli occhi di Melanie, Kurt era uno zombie tornato nel mondo dei vivi.
“Dovrei parlare a Blaine” mormorò Kurt tenendo gli occhi verso il basso dondolandosi su se stesso.
“Entra, però sta ancora dormendo, puoi svegliarlo”
“No lasci stare allora, passerò più tardi non c’è problema” fece Kurt voltandosi per poi prendere la maniglia della porta.
“Kurt vieni, sveglialo non ti pr-”
“Sul serio, Melanie, verrò dopo” si affrettò a dire Kurt per poi chiudersi la porta alle sue spalle. Camminò fino fuori al giardino di casa Anderson ma si fermò a guardare una macchina che parcheggiava proprio in quel punto. Era una decapottabile nera lucente, piuttosto costosa. All’interno il ragazzo spense la musica dal suo stereo, si guardò nello specchietto sistemandosi i capelli rovinati dal vento e senza nemmeno aprire la portiera dell’auto fece un saltò e ne uscì fuori. Sembrava soddisfatto di se stesso. Kurt lo guardò torno.
Il ragazzo era alto con capelli castani e un gran sorriso. I suoi occhi indulgiarono su Kurt che era rimasto immobile a fissare tutte le sue azioni.
“Hey…sembra che hai visto un fantasma. Va tutto bene?”
Kurt alzò la testa per scrutarlo meglio “a meraviglia” rispose incolore. Il ragazzo ghignò e si infilò le chiavi dell’auto in tasca mentre apriva il cancello del giardino di Blaine. Salì i piccoli gradini e poi si fermò; come se la sua mente si fosse appena illuminata. Con ancora il sorriso beffardo, tornò indietro e uscì di nuovo dal cancello e si piazzò a pochi passi di distanza da Kurt.
“Tu non sei Hummel, non è vero?”  domandò il ragazzo come se però sapesse già la risposta.
“Chi sei?” eppure Kurt lo conosceva benissimo. Perché nel momento in cui vide l’ennesimo sorriso del ragazzo si ricordò del giorno di San Valentino e di Blaine nel Lima Bean con lui.
“Allora sei Hummel! Non ti aspettavo così. Blaine ti faceva apparire molto più sexy”
Kurt sgranò gli occhi ma l’altro sembrava divertito “non fraintendermi non dico che tu sia brutto ma sembra che ti sia passato un carro armato sul tuo bel visino”
“In effetti” mormorò Kurt sottovoce senza pensarci troppo. “Comunque hai detto che Blaine ti ha parlato di me? Cosa ti ha detto?” domandò curioso Kurt ma con un tono che non lo dava a vedere.
“Sono sicuro che mi ha accennato al fatto che ti vestissi meglio di come sei conciato adesso e altre cose di cui non posso dirti.”
Kurt si morse il labbro inferiore. Improvvisamente si sentì gonfio di rabbia e gelosia. “Blaine sta dormendo…” disse improvvisamente. Non voleva che questo ragazzo gli stesse vicino. “….è inutile che vai”
“Oh Hummel come si vede che sei un tenerone. Blaine dorme? Ed io lo sveglio, è semplice. E poi devo parlare con lui con urgenza. Oh ma sono maleducato, mi chiamo Sebastian”  fece il ragazzo prima di mandare un occhiolino a Kurt, sorridere per l’ennesima volta e allontanandosi fino a sparire dentro casa di Blaine.
Kurt osservò, circa un’ora dopo, dalla sua finestra, Sebastian che usciva di casa e con un braccio si trascinava un Blaine apparentemente ancora assonnato.
“Sbrigati Anderson o giuro che ti affogo nel tuo gel” I due ragazzi salirono in macchina e filarono via.
Ancora con un moto di rabbia in corpo, Kurt cercò di pensare ad altro ma alla fine si lasciò abbandonare sul letto per l’ennesima volta.
 
Lunedì mattina appena Kurt varcò la soglia della scuola, ebbe una strana sensazione. Si sentiva osservato. Beh in realtà non era una sensazione ma la pura verità visto che ogni gruppetto lo fissava e poi mormoravano tra di loro trattenendo a stento le risa. Ricevette anche qualche spallata da tizi che nemmeno aveva mai visto nell’istituto, ma lui non si abbatté, nonostante tutto continuò a camminare con il suo solito passo, il mento rivolto verso l’alto fiero di se. Come sempre; anche  se dentro di lui si sentiva morire.
Decise spontaneamente di saltare l’ora di storia chiudendosi in uno dei bagni fuori uso della scuola: non voleva vedere assolutamente Blaine. Non voleva sapere perché quel Sebastian sabato mattina lo aveva trascinato con se e non voleva incontrare quegli occhi sofferenti che aveva visto in camera sua. Ma allo stesso tempo era anche arrabbiato con Blaine: insomma aveva cercato di proteggerlo e non aveva mai pensato che lui fosse debole, anzi esattamente il contrario.
Quando la campanella suonò, Kurt uscì dal bagno, prese la sua tracolla e si diresse in mensa. Prese un vassoio cominciando a riempirlo senza rendersi conto di ciò che prendeva. Era solamente infastidito dalle continue voci che gli gironzolavano intorno di quei ragazzi.
“E’ quel ragazzo che è stato sputtanato in mensa” diceva uno e poi ancora
 
“Quel gay è sempre stato preso in giro, mi fa pena”
 
“Chissà Anderson cosa avrà pensato quando ha sentito quella lettera. Ho paura di chiederlo non siamo molto amici ma siamo allo stesso corso di chimica”
 
“E’ stato troppo divertente venerdì a mensa! Dovevi esserci, non sai cosa ti sei perso”
 
“Eccolo guardalo è quello vestito nel modo strano vicino al bancone”
 
Kurt sembrava un fenomeno da baraccone ascoltando tutte quelle voci. Aveva voglia di urlare in faccia ad ognuno di loro e dire di smetterla di stare lì a parlare di lui invece che delle loro vite. Prese il vassoio e a passo lento si avvicinò ad un tavolo. Purtroppo non notò la granita che lo colpì in volto ma soprattutto su tutto il suo pranzo.
“Ho pensato di rinfrescarti Hummel. Ti vedo tutto accaldato: hai per caso notato il sedere di Anderson?” lo burlò il ragazzo con ancorai il bicchiere vuoto di granita tra le mani.
Kurt deglutì e sistemò il vassoio con il pranzo rovinato sul tavolo. Alzò finalmente lo sguardo per guardare tutti quei ragazzi che per l’ennesima volta ridevano di lui.
No. Non poteva sopportare tutto questo. Doveva scappare.
Si voltò di scatto per fuggire via ma si scontrò contro qualcun altro che senza pensarci due volte lo strinse in un forte abbraccio. Kurt scoppiò in lacrime aggrappandosi fortemente a Blaine.
“Shh ci sono io!” gli mormorò in un orecchio il ragazzo accarezzandogli la schiena per confortarlo e non fregandosi della sua maglia ormai sporca di granita che veniva dal volto di Kurt.
“Scusami Blaine” singhiozzò Kurt. Blaine lo trascinò con se ancora stretto in un abbraccio continuando a sussurrargli parole di conforto.
“Tu sei più forte di loro.
Ti amo.
Tu sei Kurt Hummel ricordalo.
E ti amo.
Shh non piangere”
Blaine lo fece sedere ad un tavolo dove c’era il suo vassoio. Kurt non la smetteva di piangere e la mensa si era ammutolita di fronte a quella scena. Blaine posò il suo vassoio davanti a Kurt, prese dei fazzoletti e cominciò a pulire il volto appiccicoso di lacrime e granite di Kurt.
“Va tutto bene”
Kurt nascose il volto nell’incavo del collo di Blaine continuando a piangere, era semplicemente distrutto.
“Scusami Blaine, scusami tanto”
“Kurt smettila, qui sono io quello che si deve scusare ma ne parleremo dopo, adesso per favore prendi il mio pranzo e mangia”
“Ma…”
“Niente di ipercalorico guarda…solo…mangia ti prego, fingi che non ci sia nessuno” Blaine parlava continuando a tenere Kurt stretto intorno ai suoi fianchi
“E’ difficile ci stanno guardando tutti” borbottò irritato Kurt tirando su con il naso.
“Lasciali guardare” Blaine allungò le labbra fino a lasciare un bacio sulla tempia e tra i capelli un po’ bagnati di Kurt.
“Quindi sei finocchio anche tu Anderson?” urlò Azimio seduto lontano da loro, stanco di tutte quelle smancerie che si stavano svolgendo davanti ai suoi occhi.
“Fottiti Azimio” urlò Blaine alzandosi dalla sedia ma Kurt lo bloccò per un polso
“Dove vai?” domandò impaurito. Blaine sorrise dolcemente “prendo qualche altro fazzoletto tranquillo”
Blaine si alzò e si avvicinò al bancone: adesso anche lui si sentiva osservato ma non gliene importava niente e si pentiva ancora di aver ascoltato i suoi amici solo per assistere a qualche partita di football.
“Non ti vogliamo più sul campo” urlò un altro giocatore di football seduto accanto ad Azimio
“Non ci sarei più venuto a prescindere” gli rispose Blaine sedendosi di nuovo accanto a Kurt che fingeva di mangiare. Blaine sorrise di nuovo e afferrò forte la mano di Kurt e poi lo avvicinò a se. Adesso voleva che tutti vedessero, voleva che tutti sapessero che adesso Kurt non era solo e che nessuno più doveva permettersi di alzare un dito verso di lui.
Kurt poi capì il gesto: Blaine voleva sembrare forte ai suoi occhi. Sentiva ancora il rimorso di non aver fatto abbastanza per proteggerlo da ragazzini e di essere apparso debole ai suoi occhi. Kurt si ritrovò a sorridere.
“Non ho mai pensato che tu fossi debole” sussurrò all’orecchio di Blaine. Quest’ultimo lo strinse ancora di più lasciando un altro bacio tra i capelli.
 
Blaine e Kurt arrivarono a casa di quest’ultimo senza dire una parola ma con tanti pensieri che vagavano nella mente. Kurt chiuse la porta alla sue spalle e Blaine si sedette sul letto.
Dopo un momento di silenzio entrambi parlarono
“Mi dispiace” dissero all’unisono prima di scoppiare in una risata rilassante. Kurt fece segno a Blaine di parlare per primo.
“Sono stato uno stupido a reagire in quel modo. Inoltre ho avuto l’indecenza di ubriacarmi e di non ricordarmi nemmeno di averti baciato. Sono così stupido”
Kurt sorrise “Si lo sei. Ma ci sarà una ragione che mi ha fatto innamorare di te, non credi?”
Blaine gli fece segno di avvicinarsi a lui e con un braccio lo tirò facendolo sedere su una sua gamba. Poi Kurt continuò “Ma anche io sono stato stupido. Ho ferito i tuoi sentimenti senza darti una ragione sensata e entrambi per anni abbiamo sofferto. Sono stato un vero stalker per poter stare accanto a te” sorrise Kurt dondolandosi sulla gamba di Blaine.
“Ma devo chiederti una cosa: quando ti ho scritto tutti quei biglietti ti avevo dato il permesso di farmi una domanda, come mai non mi hai mai chiesto nulla?”
Blaine alzò lo sguardo per incrociare quello di Kurt “All’inizio ero indeciso, poi però il giorno che uscimmo con le bici la mia mente si è illuminata e….” Blaine infilò la mano in tasca e tirò un bigliettino che lo passò a Kurt.
“L’ho messo nell’armadietto venerdì sperando che tu arrivassi e lo notassi, solo che poi c’è stata la rivelazione a mensa” Blaine accarezzò la schiena di Kurt mentre quest’ultimo cominciò ad aprire il bigliettino per poi sorridere a quello che c’era scritto:
 
Sei il ragazzo di cui sono sempre stato innamorato?”
 
Kurt spostò lo sguardo dal foglio al volto di Blaine.
“Allora mi rispondi?” domandò il moro. Kurt sorrise ancora per poi avvicinare le sue labbra a quelle di Blaine ma poi si staccò subito.
“Aspetta. Non sei ubriaco vero?”
Blaine scoppiò a ridere per poi prendere i fianchi di Kurt e gettarlo sul letto prima di riempirlo di baci.
Quando entrambi si ripresero Kurt si poggiò con la testa sul petto di Blaine mentre quest’ultimo passava la mano nei suoi capelli.
“Ti amo Blaine!”
“Ti amo anche io”
“Posso chiederti una cosa Kurt?”
“Cioè?”
“Puoi continuare a scrivermi quelle lettere?”
Kurt sorrise e lo baciò di nuovo “Ogni giorno. Te lo prometto”
Rimasero in silenzio.
“Chi è Sebastian?”
“C-cosa?”
“Sebastian, il ragazzo di Lima Bean e che poi ti è venuto a prendere sabato mattina”
Blaine sorrise “Wow sei un vero è proprio stalker!”
“Faccio solo il mio lavoro”
Entrambi alzarono la schiena dal letto tenendosi per mano.
“E’ un vecchio amico. Mi ha dato qualche consiglio cose così. E’ gay si, ma è fidanzato. E Sabato è venuto a prendermi a casa perché la sera prima lo avevo chiamato e gli avevo raccontato la nostra situazione”
“E lui che ha detto?” domandò curioso Kurt.
“Così come mio fratello, mi ha dato dell’idiota. Spero solo che non faccia sciocchezze. E’ un ragazzo che riflette poco sulle cose…”
“Dici che ci dobbiamo preoccupare?”
 
Intanto nel parcheggio del McKinley
 
“Allora le cose stanno così: Blaine è tremendamente gay e si, lui verrà a vedere le vostre partite. Perché? Semplice, lo decido io. A te ragazzone di un quintale: stai lontano dal mio amico e dal suo ragazzo. Sono certo che voi avete commesso qualche furto o piccole infrazioni che sarebbero capaci di mandarvi al servizio sociale. E beh se invece non avete commesso mai nessun reato, non ci metterò molto a far trovare un po’ d’erba nei vostri armadietti e vi farò passare giorni a pulire i cessi di questa degradante scuola. Quindi ragazzi, ricordatevi una cosa fondamentale: Se succede qualcosa a Kurt Hummel e Blaine Anderson, io Sebastian Smythe vi farò passare giorni d’inferno. No, non vi sto minacciando per intimorivi. La mia è una certezza! Inoltre, questa conversazione non è mai avvenuta. Ci siamo intesi?
 
 
Blaine sospirò “Nah, infondo è un ragazzo innocuo.”

Fine.
Note: mi scuso per il ritardo. Sto soffrendo un pò d'insonnia e nonostante sono stanchissima non riesco a dormire ma allo stesso tempo non riuscivo a scrivere. Beh spero che il finale sia stato di vostro gradimento e non smetterò mai di ringraziare tutti voi che mi avete seguito. Baci da Klaineinlove

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