La vacanza dello sweeper

di Titinina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** XYZ - Vogliamo andare al mare! ***
Capitolo 2: *** Dall'alba al tramonto ***
Capitolo 3: *** Notte di luna... e problemi di ombrellone. ***
Capitolo 4: *** How can you mend a broken heart ***
Capitolo 5: *** Colpi di bazooka ***
Capitolo 6: *** Ritorno a Tokyo - La vita di tutti i giorni ***
Capitolo 7: *** Epilogo (parte prima) - Qualche anno dopo... ***
Capitolo 8: *** Epilogo (parte seconda) - Qualche anno dopo... ***



Capitolo 1
*** XYZ - Vogliamo andare al mare! ***


Questa mattina mi sono svegliato presto, presto per modo di dire erano le 11 passate, ma ho sentito un rumore di tazza rotta ed infine un tonfo, mi sono fiondato immediatamente in cucina con in mano la mia fedele Python, sono arrivato di fronte alla porta e fortunatamente nessun nemico ci aveva attaccato. C'era lei, gambe all'aria, gambe bellissime all'aria avvolti in pantaloncini troppo corti, scalza e in canottiera con della farina per terra e la sua tazza preferita in cui prende il caffè rotta, Kaori, accidenti, non ti rendi conto che un giorno di questi mi farai prendere un infarto e non perché ti è successo qualcosa, no, perché anche in questo momento sei talmente bella che ti farei qualunque cosa sul pavimento della nostra cucina avvolti dalla farina.


- Allora hai intenzione di darmi una mano oppure di rimanere imbambolato così per molto?!

- Si si arrivo.


Ti sollevo, ti metto una mano sotto la schiena e un'altra sotto le gambe, lo faccio perché per terra ci sono dei cocci, non voglio che ti tagli. No, lo faccio perché è un occasione in più per tenerti più vicino a me. Ti porto in salotto e non vorrei lasciarti ma ti poso sul divano. Ci guardiamo per una frazione di secondo e c'è una scintilla nell'aria, non sappiamo come affrontarla.


- Kaori, si può sapere cos'hai combinato? Mi hai svegliato dal mio dolce sogno in cui finalmente Saeko mi pagava i suoi debiti!

- Tsè mi spiace averti svegliato.


Mi scagli contro uno dei tuoi martelli “Torna a dormire per sempre”, ci finisco irrimediabilmente sotto, si un giorno di questi ci lascerò le penne sotto uno dei tuoi martelli, mi prenderanno in giro a vita: “City Hunter muore sotto la furia di un martello della sua socia” tutto sommato è sempre meglio morire così che sotto qualche colpo di pallottola nel cuore, nel tuo cuore, perché sai che ti appartiene. Basta Ryo! Basta con ste stronzate.


- Fammi vedere, ti esce sangue dal ginocchio. Aspetta prendo il disinfettante e un cerotto.

- Grazie


I tuoi occhi mi sorridono nel momento in cui mi prendo cura di te. Passo il cotone imbevuto di acqua ossigenata e tu fai una lievissima smorfia

- Brucia?

- Un pochino ma è sopportabile.

- Ma si può sapere cos'hai combinato?

- Avevo il caffè in mano stavo cercando di prendere la farina nel mobile con l'altra, sono salita sulla sieda, mi sono sbilanciata e poi mi hai trovato col sedere per terra.

- Sei talmente sbadata


La tua risata scoppia fragorosa al pensiero di come ti ho ritrovata, non sei una di quelle donne che si vergognano a ridere o che fanno una specie di squittio e si coprono la bocca, no, tu ridi di cuore e ti tieni la pancia, ridi talmente tanto che ti lacrimano gli occhi, la tua è una risata contagiosa, mi entra nelle orecchie, non posso far altro che ridere con te. Si oggi è proprio cominciata bene questa giornata. Ti metto il cerotto sulla sbucciatura del ginocchio, non me ne accorgo e poso lievemente le mie labbra sul tuo ginocchio. Mi scosto subito, tu sei irrimediabilmente rossa, io ti volto le spalle perché sono timido anche se non lo dimostro.


- Ormai sono sveglio, pensi di farmi la colazione?

- Sono le 11 passate ormai è praticamente ora di pranzo. Falco e Miki ci aspettano al locale per le 12, prenditi un caffé e poi andiamo via.

- Facciamo sempre come vuoi tu.

- Sta zitto.


Torniamo in cucina tu cominci ad armarti di scopa e paletta e raccogli i cocci della tua tazza preferita e la farina, ti vedo un po' dispiaciuta per la tua tazza, l'hai comprata nel periodo in cui ti sei trasferita da me, una per te e una per me. Azzurra e rosa, con i nostri nomi sopra. Ho sempre fatto finta di non accorgermi di questo tuo gesto di affetto, era la prima volta che qualcuno mi faceva un regalo del genere, un tocco di calore in casa. Decisamente non so dire grazie.


- Va bene, vado a cambiarmi. Ryo esci con me o ci vediamo lì?

- Dove vai prima?

- Vado alla stazione a vedere se c'è qualche incarico.

- No, no, ci vediamo al bar da Miki.

- Sei il solito sfaticato!

Mi fai una linguaccia e vai verso la tua camera, ti sento canticchiare. Starai scegliendo qualche vestito leggero a causa di questo caldo. Ti immagino mentre ti spogli, no Ryo, calma. Meglio farsi una doccia fredda e uscire di casa. Avanzo verso il bagno proprio di fronte alla tua camera, continui a canticchiare uno di questi tormentoni estivi. Meglio che vada a farmi la doccia prima che tu mi scopra davanti alla tua porta.

L'acqua fredda decisamente mi rigenera e mi fa tornare più lucido. Esco dalla doccia e avvolgo l'asciugamano attorno alla vita. Mi fermo davanti allo specchio per passare le mani tra i miei capelli bagnati, niente da dire ho il mio fascino, mi complimento da solo, non a caso mi chiamano lo stallone di Shinjuku.


- Ryo hai finito in bagno?

- Si sto uscendo, con calma.


Esco e ti ritrovo di fronte. Hai indossato ancora dei pantaloncini corti neri che ti arrivano sopra il ginocchio, una maglia a maniche corte rossa e scollata, troppo scollata per i miei gusti. Ehi ragazzina dove hai intenzione di andare così?!


- Ryo ma tu la parola accappatoio non la conosci?


Ti guardo sei rossa come la tua maglietta.


- Perché? fa caldo, eppoi non vedo cosa c'è da scaldarsi tanto

- Sei un cafone, non ti vergogni davanti ad una donna a farti vedere così?

- Se avessi davanti una donna di certo non mi presenterei così ma tutto nudo, non vedendo donne qui davanti a me non c'è niente di cui scandalizzarsi.


Ecco, di nuovo ti prendo in giro, è più forte di me, non riesco a non farlo. Mi piace stuzzicarti, mi piace la tua aggressività, lo so, il martellone della mia punizione sta arrivando. Come diavolo fai a conficcarmi dentro al muro in questo modo con quelle braccine?! Esci lasciandomi incastrato lì nel muro, ricordandomi dell'appuntamento dai nostri amici, no bella mia, mica ti lascio uscire da sola vestita così. Corro a vestirmi ed esco anche io cercando le tue tracce, lo faccio per la tua sicurezza, se qualcuno volesse aggredirti? Saltarti addosso e farti la festa? Da come mi hai lasciato dentro al muro credo che tu ti sappia difendere da sola. Ma non mi va comunque, in parole povere non voglio che qualche uomo ti faccia qualche avance.


Sono fuori casa, dio che caldo. E' insopportabile. Chissà dove sei. Svoltò nella strada principale del nostro quartiere. Ahhh... il bello di questa stagione e che le donne più giovani sono tutte svestite, tanti sederini messi in stretti pantaloncini e gonne corte tutti da guardare! Devo avere la mia solita espressione da maniaco, ma non ci posso fare niente, amo le donne, amo i loro corpi, credo che se esiste qualcuno lassù abbia creato le donne a dimostrazione che c'è qualcosa di meraviglioso in questa terra. Il mio istinto da amatore di donne è più che attivo, le guardo e le rimiro, ma non mi azzardo più a toccarle se non c'è lei con me. Il mio mokkori power ne risente, ma tanto non ci provo più gusto come prima. Devo sentire che tu me lo vieti, è un modo come un altro per mandare avanti il nostro rapporto. Mi piace la tua gelosia. Però quel sederino laggiù non è niente male. Ancheggia che è un piacere, quasi quasi mi avvicino per vederlo meglio, bel sederino a chi appartieni?! Mi avvicino di più e un profumo che conosco solletica le mie narici, sei tu. Non posso sbagliarmi. Riconosco il tuo odore, il tuo profumo, detto così sembro un cane da tartufo però fa parte dei miei istinti e poi l'odore della tua pelle mi piace. Ti sei fermata d'improvviso, ti sei accorta di me? No ti sei solo chinata a dare una carezza ad un gattino randagio. Continui nella tua passeggiata, la fornaia all'angolo ti saluta calorosamente, è una vecchina simpatica, mi rimprovera sempre dicendomi che devo farti una donna onesta. In questo quartiere io conosco tutti i delinquenti, tu invece hai conosciuto le persone buone che ci abitano, come questa vecchina o come il signore che ogni giorno all'edicola ti da il giornale o il solito barbone all'angolo a cui tu porti una tazza di caffè quando fa freddo, ti fai voler bene, ti cercano ogni giorno e tu dispensi sorrisi. Non puoi farne a meno.

Siamo alla stazione, dalla tua faccia direi che non c'è nessun incarico, dai è estate anche per i criminali, saranno a riposo.

E' cambiato qualcosa nell'aria, sento una certa tensione, un rumore di pistola mi giunge all'orecchio, vedo un uomo che ti si è avvicinato, ti sta puntando una pistola. Sto correndo verso di te. E poi ti vedo, hai tirato un calcio nei gioielli di famiglia di quell'uomo e lo hai fatto accasciare, ti sento dirgli “Come pensi di batterti con City Hunter se ti ho steso in un lampo, sparisci e non farti più vedere” giri i tacchi e te stai per andartene, lui ti ripunta la pistola. Sono su di lui, tu, dove sei ora? Ti vedo, non hai abbassato la guardia, anzi eri già sulla difensiva per non farti colpire, ricompari dietro la colonna, hai la pistola in mano e sbuchi dietro di lui e dietro di me.


- Allora non hai ancora capito che devi sparire da questa città.

- Hai capito cosa ti ha detto? Sparisci.


L'uomo si è ritrovato due pistole puntate. E se l'è squagliata.


- Ryo che ci fai qui?

- Niente facevo un giro a cercare sederini estivi e poi ti ho visto nei guai, come al solito.

- Me la sono cavata benissimo. Anche senza il tuo aiuto.


Ti allontani guardandomi con sufficienza.


- Allora ti sbrighi che se no arriviamo in ritardo dagli altri?


Non sembri più arrabbiata con me, forse non lo sei mai stata. Ci avviamo insieme al Cat's Eye.

Apri la porta e saluti tutti con il tuo sorriso.


- Ciao!

- Kaori, Ryo, forza entrate!

- Miki mia Venere!!!


Mi lancio su Miki, come al mio solito, è il mio modo di salutarla! Mi sento strattonato. Chi diavolo è?


- Hai finito di fare il tuo spettacolo?


E' Falco che mi trattiene


- Lasciami scimmione devo liberare la mia Venere dalle tue grinfie.

- Non ho alcun bisogno di essere salvata Saeba. Mio marito è il meglio che potevo chiedere. Kaori vieni al tavolino che ti devo parlare.


Falco è tutto rosso dall'imbarazzo per la frase detta da sua moglie, niente da fare, nonostante l'abbia sposata è sempre un timidone. Intanto vedo te e Miki confabulare, chissà che diavolo state dicendo di così segreto. Falco mi mette una tazza davanti con del caffé. Sentiamo la porta del locale aprirsi.


- Hello Guys! Vi sono mancato?


E' arrivato Mick Angel, uno dei miei più cari amici, ha le mani fasciate, ha da poco subito un operazione per ricostruire la pelle delle mani e fa della riabilitazione aiutato dalla sua compagna Kazue, solo che è partita per un paio di settimane per gli States con Doc per partecipare ad un seminario. Mick è rimasto qui per il lavoro. Non sembra ma è cambiato. Si fa come al solito il maniaco ma lo stare insieme a Kazue lo ha fatto rinascere, nonostante tutto quello che gli è succeso. Si sta avvicinando a te e a Miki.


- Oh dolci visioni, Miki, Kaori fortunatamente ci siete voi in questo luogo desolato e triste con quei due qui e rendete tutto più solare. Specialmente tu piccola Kaori, fatti vedere, fammi vedere le tue gambe.


Si è avvicinato oltremodo a te, giuro che ora gli sparo se continua così a cercare di toccare le tue gambe. Ma tu sei reattiva, hai tirato fuori uno dei tuoi martelli e glielo hai picchiato sulla testa.


- Mick, guarda che Kazue mi chiederà rapporto per il tuo comportamento. Perciò finiscila se non vuoi vedertela poi con lei.

- Kaori mia dea... ma non fare così! Lo faccio per dimostrarti il mio affetto, a proposito che hai fatto al ginocchio? E' stato quel buzzurro a farti male? Ora lo concio per le feste...

- Buzzurro a chi? Senti biondino dei miei stivali, pensa per te, io non ho fatto nulla.

- Ehi tu come ti permetti di denigrare il mio fascino, ti faccio vedere io!


Io e Mick cominciamo una delle nostre scazzottate, ma facciamo solo casino come i bambini, non possiamo farne a meno. Rotoliamo per il locale ma Falco ci ha puntato il suo bazooka.


- Ho pulito e sistemato questo posto da poco, smettetela.

- Va bene capo.


Gli rispondiamo in coro. Ci accomodiamo in tavola. Tu e Miki portate il pranzo freddo. Ci siamo quasi tutti e mangiamo allegramente. Siamo orfani, tutti quanti, eravamo soli e ci siamo trovati. Un filo sottile ci ha unito e insieme siamo riusciti a creare una famiglia. E' una bella sensazione far parte di una famiglia. Falco sembra più disteso anche se per fargli dire qualche parola bisogna cavargliela con lo stura lavandini, Miki è più bella, si è ripresa subito dalle ferite al suo matrimonio, anzi dice che è stato più divertente, ti sei sentita in colpa, ma lei ti ha tranquillizzato. Però negli ultimi mesi è, come dire, radiosa. Poi ci sei tu. Che ridi, sembri felice di questa nostra strana famiglia. Il giorno del matrimonio dei nostri amici ti ho detto che ti amo a modo mio, da lì non mi hai chiesto niente, mi aspetti, aspetti pazientemente che io faccia qualcosa, ma sai come sono, faccio fatica ad esternare le mie emozioni,ti accontenti di detti e non detti, di piccoli gesti, come quello di questa mattina. Ti sto fissando lo so, te ne sei accorta e mi sorridi, poi continui a parlare con Miki.


- Ryo Saeba abbiamo un XYZ! Io e Miki abbiamo bisogno di vacanze!

- Falco, tesoro non farti pregare. Dai Kaori aiutami tu!

- Allora questo è l'incarico, Miki ha le chiavi di una villa di un suo cliente, il signore in questione gli ha detto di disporne quando vuole, tanto è sempre via. Pensavamo insomma ad una settimana di sole, spiaggia, buon cibo e riposo!

- Darling, con te verrei ovunque! Ryo che ne pensi?

- Mmm.. non so.. che vacanza sarebbe se vi ho attorno?!

- Sei il solito maleducato Ryo!


Mi ammonisci anche con lo sguardo, lo vedo, hai proprio voglia di andare al mare. Ecco cosa confabulavate voi due. Se mi guardi così non riesco a dirti di no.


- Va bene, mi consolerò che sulla spiaggia potrò vedere un sacco di donne con costumi molto ridotti!

- Oh yeah Ryo, tu si che sai cosa vuol dire vacanza, poi pensare che potrò vedere Kaori in costume da bagno...


Vero, anche tu sarai in costume da bagno. Accidenti. Questa vacanza sarà estenuante, chissà se è ancora una buona idea.


- Siete i soliti due maniaci. E comunque, Ryo tu c'è l'hai il costume?

- Si forse nell'armadio. A proposito tu POLIPONE sei contento di porter tornare al tuo luogo di origine?

- Smettila di chiamarmi così o ti faccio assaggiare il mio bazooka.

- Dai polipone del mio cuore, non vedo l'ora di vederti in costume!

- Ragazzi non iniziate a litigare! Kaori pensi che c'è la facciamo a partire domani mattina?

- Si Miki preparo le borse e possiamo partire, va bene per le 6?

- Si ci incontriamo sotto casa vostra, credo dovremmo partire con due auto.

- Bene allora è fatta! Domani si parte!


Il pranzo finisce ma ci tratteniamo ancora con i nostri amici, si fa pomeriggio inoltrato e ci dirigiamo verso casa insieme a Mick. Sei proprio contenta di questa vacanza, si c'è la meritiamo. Chiederemo ai cattivi di tornare tra una settimana a bussare alla nostra porta.


- Mick puoi accompagnare Kaori a casa? Devo fare un giro dei miei informatori prima di partire.

- Dove devi andare?! Non vorrai farmi preparare anche le tue valigie?!

- Ehi, sei o no la mia assistente?

- Appunto non la tua domestica!

- Honey ti do una mano io a fare le valigie così potrò stare nella tua camera da letto senza quello lì!

- Allora ti fermi a cena da noi Mick?! Dai non vorrai stare solo!

- Accetto, Ryo visto che sei in giro procurati anche qualcosa da bere ed un buon sigaro. Ciao belloooooo!


Mick ti prende per un braccio e ti trascina via letteralmente, non posso replicare. Ma è meglio così devo correre da una parte e tu non devi esserci.



Rientro in casa, per tutto il soggiorno sento odore di cibo, sembra carne. Per molti è normale sentire quest'odore nelle proprie case, per me invece è sempre una piacevole sorpresa. Non avevo mai provato, prima del tuo arrivo nella mia vita, questa sensazione. Questo per me era solo un rifugio dove potermi nascondere dai miei nemici o mettere al sicuro le mie armi, niente di più. Ora è CASA, perché c'è tutto quello di cui ho bisogno, un pasto caldo, il calore al rientro delle mie scorribande notturne, una tazza di caffé al mattino, lenzuola candide e pulite dove stendermi, la mia terrazza dove riflettere, tu che mi accogli con un sorriso. Tu per me sei casa.

Sento te e il biondo che ridete. Mi affaccio sulla porta della cucina. Sei lì che cucini raccontando chissà che cosa. E poi ti volti verso di me.

- Alla buon ora!

- E' pronta la cena? Sono affamato!

- Sei il solito ingordo Ryo!

- Piccola Kaori, non stare con questo qui, vieni da me. Io si che sono civile e soprattutto affascinante.

- Mick non sapevo che avessi cambiato gusti, che ti interessassero gli uomini, devo stare attento prima che tu voglia anche me! E io sono prezioso per tutte le donne del mondo!

- Ma cosa dici, buzzurro, questa creatura è una donna divina.


Mentre Mick lo dice cerca di sfiorarti le gambe con faccia da maniaco. Non fa in tempo, la tua furia di martelli si sta per accendere. Prima prendi me, sul martello per me c'è solo “MALEDUCATO” scritto a caratteri cubitali, su quello di Mick “RICORDA CHE HAI UNA FIDANZATA”.


- Ora fannulloni apparecchiate la tavola.



Il tuo tono autoritario ci fa riprendere e apparecchiamo la tavola. Mangiamo insieme mentre battibecchiamo. La serata passa tranquilla. Intanto io e Mick ci spostiamo in soggiorno mentre tu sistemi la cucina. Ti allontani dicendo che finisci di preparare le borse per il viaggio di domani. Intanto io e Mick andiamo in terrazza a goderci un bicchiere di whisky e un buon sigaro che sono riuscito a procurare. Comincio a spedire il mio amico su dicendo che devo fare un salto in bagno, in verità mi fiondo in cucina e poso una tazza, si sono andato a ricomprarti una tazza uguale a quella che si è rotta stamattina con su scritto “Kaori”, mi spiaceva vederti un po' triste. La lascio lì e raggiungo il mio amico in terrazza.


Io e Mick ci godiamo la frescura serale sorseggiando il whisky, lo spettacolo è magnifico. Mi piace questo posto, mi da pace. Mick ha una certa premura, continua a fissare il suo cellulare.


- Si può sapere cosa stai facendo con quel coso?

- Guardo che prenda la linea!

- E chi ti deve chiamare di così importante, Angel?!

- Fatti gli affari tuoi. Anzi quando ti deciderai a confessare tutto a Kaori?

* Di che parli?

- Come di che parlo?! Sei geloso marcio, ogni volta che mi avvicino vorresti sbranarmi.

- Non dire stupidaggini

- Gelosone, gelosone, povero stallone di Shinjuku domato e senza speranza.

- Mick Angel sto per conficcarti una pallottola in mezzo agli occhi

- Provaci! Vediamo se la gelosia non ti ha fatto rincitrullire del tutto!


Intanto si sente squillare il telefono, Mick si illumina, sicuramente è Kazue che telefona, si allontana e mi ignora completamente. Io domato?! Guardati tu dongiovanni ridotto a fare smancerie al telefono.


Mentre penso al mio amico ti sei avvicinata a noi. Mick sbaciucchia il suo telefono e noi lo guardiamo stralunati.


- E' proprio cotto, vero Ryo?

- Si direi proprio di si

- Va bene sono venuta per augurarvi buonanotte.

- Kaori, vuoi che ti rimbocchi le coperte?

- Mick richiamo Kazue e le dico che ti stai comportando malissimo. Ora buonanotte.

- Buonanotte Kaori.

- L'ultimo caffè l'ho preso pochi minuti fa nella mia nuova tazza, speriamo di riuscire a dormire


Ti giri, mi sorridi e ti allontani. Si hai visto il mio regalo, è stato un modo come un altro di ringraziarmi per avertela ricomprata. Non siamo di tante parole, ci capiamo al volo. Ti dirigi verso la tua stanza da letto. Io e Mick brindiamo ancora una volta prima di separarci. Il nostro brindisi è alle donne o precisamente come dice lui a chi ci ha accalappiato.

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Capitolo 2
*** Dall'alba al tramonto ***


Sono le 5 del mattino, sei già in piedi. Sento l'odore del caffè che mi inebria, mi alzo e faccio una doccia veloce. Sei già più che attiva, hai già messo le valigie davanti alla porta e stai facendo una specie di inventario per capire se hai preso tutto, mi accenni solo un borbotto come saluto e mi dici che il caffé è già pronto e di sbrigarmi se no faremo tardi. Mi vesto, un po' a rilento perché è l'alba. Mi metto i pantaloni neri lunghi, la mia inconfondibile maglia rossa e la fondina sulle spalle per la mia PYTHON, non riesco a separarmi da lei neanche in vacanza, è come una figlia. Mi dirigo giù e fortunatamente hai addosso un paio di jeans e una maglietta a maniche corte bianca, come la tua pelle profumata. Mi premuro di scendere giù per primo e comincio a portare qualche borsa. Ti urlo dalla tromba delle scale di sbrigarti perché devo mettere l'allarme in casa, non si sa mai con tutte le armi che abbiamo. Ti precipiti con le ultime borse davanti al portone, Miki e Umi sono appena arrivati con la jeep, Mick spunta fuori dal suo garage con la sua spider italiana rossa, gli occhiali da sole e strombazza col clacson.


- Ryo andiamo con Umi o con Mick?

- Non andiamo con nessuno dei due, aspetta qui.


Carico le valigie nella jeep di Polipone, salutando gli altri, mi guardi interdetta, ti prendo per il polso e ti trascino in garage sotto lo sguardo attonito degli altri.


- Prendi al volo!


Ti lancio un giubbino in pelle e il casco.


- Che vuol dire?

- Semplice visto che siamo in vacanza andremo in moto, è tanto che non la uso!

- Ma?

- Dai niente ma, forza sali.


Ti arrendi e ti avvicini alla mia Harley Davidson Sportster nera, è una signora che sa il fatto suo. Ne abbiamo fatta di strada insieme. Ti siedi dietro di me, ti vedo un po' titubante perché non sai se prendermi per la vita per reggerti, alla fine prendo le tue mani e le stringo su di me, sfioro le tue dite attorno alla mia vita.


- Sta tranquilla, sarà divertente, ti fidi di me?

- Proprio per nulla!


Lo dici stringendoti più a me. Sorrido perché sappiamo di prenderci in giro. Esco a rombo di moto, gli altri ci guardano ancora un po' stupiti. Chiedo a Falco dove si trova la villa, mi da le indicazione necessarie e gli dico che ci troveremo lì, si sa, noi in moto faremo sicuramente prima. Saluti gli altri con il braccio alzato e partiamo, Lasciamo la città finalmente. Ti sento stretta su di me. Mentre il paesaggio cambia, ci avviciniamo di più alla costa. Il sole si è alzato e illumina la strada. Faccio qualche slalom tra le macchine in fila in autostrada. Zushi non è così lontano. Ti chiedo se stai bene, anche se i caschi non ci permettono di parlare tantissimo, mi fai cenno di si con la testa. Sono appena uscito dall'autostrada e mi accosto a lato della strada. Ti togli via il casco e scompigli i capelli.

- E' tutto apposto Ryo?

- Si certo ma voglio farti provare una cosa. Sei capace di guidarla?

- Chi? Io? Oh non guido un motorino dai tempi del liceo, figurati se so portare una moto. Non ricordo come si fa!

- Prova!

Ti prendo per la mano e ti accomodi davanti, mancano pochi chilometri per arrivare alla villa, ti vedo un po' titubante, ma alla fine accendi la moto. Mi metto dietro di te e stringo la tua vita sottile, non ci mettiamo i caschi.


- Ti fidi di me, Ryo?

- Proprio per nulla!


Ridi e parti, io mi stringo di più a te e tu mi lasci fare. Te la sai cavare, ora cominci a prenderci gusto e acceleri, il vento ci scompiglia i capelli, è una bella sensazione, ci sentiamo davvero liberi, sento l'odore fruttato della tua pelle che mi solletica le narici. Dobbiamo svoltare a destra per entrare nel viottolo della villa. Però, non è per niente modesta, è enorme, c'è un 'immenso giardino dietro i cancelli. Avremo modo poi di visitarla. Arresti la moto di fronte al cancello, la spegni, ma non scendiamo.


- Allora come me la sono cavata socio?

- Direi abbastanza bene visto che siamo vivi!

- Ritieniti fortunato!


Si sono fortunato, soprattutto perché ti stringo tra le braccia e tu non fai resistenza, appoggi le tue mani sulle mie e intanto il mio viso si accosta sulla tua spalla assaporando il tuo odore che mi inebria. Strofino il naso sul tuo collo in maniera impercettibile ma te ne accorgi e cerchi di darmi spazio per continuare a viaggiare sul tuo collo. Ho voglia davvero di baciarti, mi sono arreso a te, sto per girare il tuo viso, ma i nostri amici sono arrivati. Proprio ora, che tempismo accidenti! Ti lascio andare e scendi rossa come un papavero sperando che nessuno ci abbia visto.


Miki apre il cancello di questa ville enorme, bianca e immersa in un giardino che farebbe invidia al parco di che abbiamo a Shinjuku. Entriamo con le auto e troviamo il garage. Finalmente arriviamo davanti alla porta della casa. Io, Mick e Falco siamo pieni di borse e borsette, sembriamo dei facchini. Entriamo nell'ingresso e posiamo le borse a terra, ispezioniamo la casa come se fossimo in battaglia, niente da fare certe abitudini non muoiono mai, ho già individuato i punti deboli dove possono attaccarci facilmente e i punti strategici per contrattaccare. Non sono di certo l'unico che li ha visti a vedere da come si muove Falco. Tu e Miki naturalmente avete aperto i balconi e le finestre per far entrare l'aria in casa. Una delle porte finestre principali dà sul portico e dal portico, attraverso una piccola discesa, si va direttamente in spiaggia. La spiaggia di fronte a noi sembra frequentata, ci sono un bel po' di persone e ombrelloni. La sabbia è fine e bianca, chi lo avrebbe mai detto che la costa potesse nascondere una perla del genere?! Ora vediamo meglio la casa, è intonacata sul giallo, c'è un salone enorme con dei divani messi a forma di L che danno sul portico, il pavimento è tutto bianco, dal soggiorno si passa nella sala da pranzo finemente arredata, lì accanto una porta da alla cucina, accidenti è il doppio della nostra, il proprietario si tratta davvero bene. Ritorniamo in sala e prendiamo le scale per andare al primo piano, c'è un corridoio molto lungo, nella prima porta a destra c'è una stanza matrimoniale, la lasciamo a Miki e a Polipone, sperando che ne faccia buon uso, lo guardo con aria maliziosa come fargli capire il mio pensiero e lui diventa rosso e digrigna i denti nella mia direzione, fortunatamente Miki lo trascina nella stanza. Di fronte alla porta della camera dei due piccioncini troviamo il sontuoso bagno. Enorme. Nella vasca Polipone ci starà largo. Nella seconda camera che troviamo ci si piazza Mick, ovviamente la tentazione di dormire con te è forte ma mi fiondo nella stanza di fronte a quella di Mick e ti lascio andare nell'ultima stanza in fondo al corridoio, ti sento mormorare stupefatta, chissà cosa hai trovato, sono curioso vengo a vedere.


- Bè non ti piace la tua stanza Kaori?

- Hai visto che roba? Mai visto un panorama così. Soprattutto se posso godermelo dal letto.


Effettivamente hai preso la stanza più grande e bella, il letto matrimoniale è enorme, hai inoltre una veranda con vista mare, sopra la testata del letto c'è un quadro che tu guardi ammirata, ci sono un uomo e una donna avvolti in due vesti dorate, lui ha i capelli neri come i miei, lei invece rossi come i tuoi, sono abbracciati e lui posa lievemente un bacio sulla guancia della sua amata, tenendole il viso, lei le circonda con un braccio il collo e chiude gli occhi per ricevere quel bacio.


- E' sicuramente una riproduzione, ma è davvero bello.

- Lo conosci?

- Certo è Gustav Klimt, si intitola il “Il Bacio”, è un quadro che mi piace molto.

- Non sapevo ti piacesse l'arte, ero certo che ti piacesse solo l'arte dei martelli!

- Ah sei sempre il solito! Io ho una cultura, sai?! E ora esci che mi voglio sistemare nella mia bellissima camera.


Mi metti alla porta, ti sento sospirare. Ripenso a quel quadro, sai in fondo forse ci assomiglia o è solo un caso che lui abbia i capelli neri e lei rossi, solo che vorrei essere capace, come quell'uomo, di poterti baciare, poterti dare un bacio con amore e passione senza remore. Ryo Saeba ti sei proprio rincoglionito, dov'è finita la tua maschera di burlone e di uomo superficiale? Quello che diventa freddo come il ghiaccio e imperscrutabile davanti al nemico? Mi faccio sottomettere da uno stupido quadro. Ma si può?! Io sono lo Stallone di Shinjuku! Chiudo la porta della mia stanza alle mie spalle, sorrido come un ebete al pensiero che davanti al mio “nemico” con capelli rossi ho già perso in partenza, lei mi conosce meglio di chiunque e vede chi sono sotto ogni maschera e ogni muro che metto tra me e il mondo.


Mi sono cambiato e messo il costume da bagno, sono nel portico, ho inforcato i miei occhiali da sole, asciugamano in spalla e mi incammino sulla sabbia. Ryo Saeba petto in fuori, assumi la tua aria misteriosa e comincia a guardare il territorio di caccia. I miei piedi toccano la sabbia fine, mi guardo un po' attorno, mi sento osservato, mi giro e non vedo nessuno, strano eppure mi sembra di essere proprio osservato.


- Ehi vecchio signore?!

Abbasso lo sguardo, una mocciosa di 5 o 6 anni mi sta fissando con un costumino rosa intero, gli occhi e i capelli neri, le mani puntate sui fianchi.


- Come mi hai chiamato?

- Vecchio signore

- Mocciosa ho solo 20 anni!

- A me non sembra proprio!

- Mocciosa... che vuoi?

- E' tua quella casa?

- No ma ci abito

- Il mio amico ha fatto cadere la palla nel vostro portico, posso andarla a riprendere, vecchio signore?

- Ancora con questa storia del vecchio?!

- Uffa, per favore


Questa bambinetta sbuffa, la guardo facendo l'offeso, mi chiama vecchio signore, il mio orgoglio ne risente accidenti. Vabbè tra 20 anni vedrai se non mi corri dietro...


- Mocciosa vieni che ti accompagno a prendere la palla

- Grazie VECC.... Ehm signore.


Entro con la ragazzina nel portico, lì c'è Mick.


- Ah Ryo vedo che hai già fatto conquiste! Ma non è troppo matura per la tua età?

- Che vuoi dire? E poi il genere femminile di ogni età mi apprezza.

- Si ma non puoi prenderle dall'asilo

- Hai intenzione di litigare?

- Ah io sono pronto!

- Uffa voglio la mia palla!!!!

- Un attimo piccoletta, ricordo a questo macaco chi è lo stallone di shinjuku e prendiamo la palla. Vieni qui mick angel!

- Che cos'è lo stallone di shinjuku?!

- Chi è il macaco?


Io e Mick ci avviciniamo a passi di gorilla per cominciare a menar le mani, ma la bambina si mette in mezzo.


- Sentite mi date la palla e poi potete litigare. Certo che siete più piccoli di me. Due vecchi che giocano a fare i bambini dell'asilo.

- VECCHIO A CHI?!


Guardiamo sia io che Mick la bambina, la bambina sgrana gli occhi, ma si intravede un'ombra alle mie spalle. Un'ombra enorme e un grugnito.


- E' tua questa palla?

- SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII palla!!!


Falco raccoglie la palla e la porge alla bambina, la bambina gli bussa e gli chiede di avvicinarsi alla sua altezza come per volergli dire qualcosa, lui si avvicina e lei gli schiocca un bacio sulla guancia


- Grazie Signor Gigante! Ci vediamo sulla spiaggia!


Falco è rosso, schiuma dalla bocca e la sua pelata fuma a più non posso, la bambina si allontana e continua a salutarlo. Io e Mick siamo sganasciati dalle risate. Miki esce fuori dalla porta e trova il marito ancora rosso e schiumante e lo guarda un po' stralunata.


- Ma che gli avete fatto?

- Niente niente, ha fatto conquiste!

- Mikiiiiiii sei uno schianto

Mi avvento su quella bellezza sublime, Miki ha un costume a due pezzi blu, si allaccia sul collo con un cordino con delle piccole pietre che sembrano una collana, i capelli raccolti e un pareo allacciato alla vita. La mia vista si offusca e vengo tempestivamente stampato sul portico.


- RYOOOO SAEBA IO HO INTENZIONE DI RIPOSARMI E NON DI CORRERTI DIETRO PER TUTTO IL TEMPO DELLE VACANZE!


Eccola Kaori è scesa, accidenti neanche il tempo di godermi visione di Miki che vengo stamp.... porca miseria ho posato gli occhi su di lei, ha un costume nero intero con dei piccoli stampi floreali bianchi sulla parte del seno, ma le lascia i fianchi scoperti e sulla schiena ci sono solo due piccoli laccetti, è sgambatissimo, ha un cappello bianco di paglia, ingoio per non saltarle addosso, accidenti è bellissima, lo sapevo sarà vita dura per me in questa vacanza.


- Kaori ma che magnifico costume, ti sta benissimo.

- Grazie Miki, fa parte della collezione di Eriko, anche se forse è troppo appariscente

- Honey sei magnifica, vieni con me ti accompagno io sulla spiaggia, farò un figurone.

- Ma nessuno mi aspetta?


Vedo Mick che sbavando ti trascina sulla spiaggia, seguiti da Miki e Umibozu ancora traballante. Fammi sbrigare prima che l'americano si metta strane idee per la testa.


Si è fatto il tramonto, la giornata è passata tra scherzi, risa, martellate, bagni. Ho fatto il buffone come al mio solito. Sembra davvero una vita normale, tu eri bella. Bella da mozzare il fiato. Mi dite che cominciate a rientrare vi faccio cenno che rientrerò tra un po'. Ho voglia di godermi il tramonto. Il mare, mi fa sentire bene. Una strana sensazione di pace mi pervade, ha avuto lo stesso effetto quando l'ho visto per la prima volta, non conoscevo altro che la giungla. Certo la prima volta che l'ho visto era buio e stavo clandestinamente prendendo una nave per raggiungere gli USA, però la sensazione era quella, all'ora non avrei mai immaginato che avrei comprato un costume da bagno e mi sarei rilassato sulla sabbia con gli amici. Potevo contare solo sulle mie forze e la parola rilassare non era nel mio vocabolario. Comunque era una vita fa, ora sono diverso. Molto diverso. Certo qualche graffio in più ma sono più in pace con me stesso. Almeno credo. Respiro a pieni polmoni quest'aria pulita e sembra che pulisca un po' anche me. Ti sento. Ti sento alle mie spalle. Ti riconoscerei tra milioni.


- Ryo hai l'espressione di chi sta pensando, non ti si sta fondendo il cervello? Fammi controllare.


Sei in piedi dietro di me, ti chini, bussi sulla mia testa.


- Non l'avrei mai detto sembra che sia qualcosa qui dentro.

- Ehi guarda che un po' di cervello lo so fare funzionare anche io!

- E io che credevo ragionassi solo col mokkori power.


La tua mano è appoggiata ancora sulla mia testa. Non me l'hai lasciata andare, anzi cerchi di far passare le dita tra i miei capelli. Guardiamo il tramonto così, io seduto e tu di fianco a me con una mano sulla mia testa.


- Forza zuccone rientriamo, non vorrai perderti lo spettacolo di Miki che passa la crema sulla pelata arrossata di sole di Falco!

- Per niente al mondo!


Mi alzo, ma non lascio andare la tua mano e la intreccio con la mia. Sei paonazza, lo so, ma la stringi più forte mentre rientriamo in casa.

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Capitolo 3
*** Notte di luna... e problemi di ombrellone. ***


E' notte, saranno le due. Scendo nel salone perché non riesco a dormire. Mentre scendo vedo l'abatujour acceso e sento delle voci. La tua e quella di Mick, state parlando.

Percepisco solo alcune parole. Usa, stringere ed infine Kazue. Forse Mick si sta confidando con te, chi lo sa. Sono dietro di voi e vedo lui che ti da un bacio sulla testa.

- Tranquillo Saeba, era un bacio amichevole, non fare il pazzo geloso.


Mick si alza e se ne va facendomi l'occhiolino. Io lo guardo con finta aria di sfida e lui mi da una gomitata. Mi avvicino di più a te che sei seduta per terra, in canottiera e pantaloncini, sulla porta finestra del portico. Sei rossa in faccia per il sole, devi stare attenta perché la tua pelle è troppo chiara e rischi di bruciarti. Rompo il ghiaccio.

- Non riesci a dormire?

- No faceva caldo, e tu?

- Questi non sono i miei orari, è troppo presto per me per dormire.

- Già...

Mi siedo vicino a te, c'è vicino un pacchetto di sigarette e un bicchiere di whisky con la bottiglia, sicuramente di Mick. Me ne verso un bicchiere.

- Come fai a bere quella roba! E' troppo forte per me, meglio questo.

Hai vicino a te un bicchiere di vino bianco. Te ne porti un po’ alla bocca.

- Non è colpa mia se tu hai lo stomaco da femminuccia

- E' la prima volta in 7 anni che mi dici che sono una donna!

- Mhh..

Fai una cosa inaspettata, tiri verso di te il pacchetto di sigarette e ne prendi una, l'accendi e vedo che l'aspiri, non è cosa nuova per te. Mi stupisco.

- Kaori Makimura...Cosa stai facendo?

- Shh... non dire niente al mio socio o lui mi rinfaccerà a vita che che ho provato a farlo smettere.

- Terrò la bocca cucita.

Sorridi, fai ancora qualche tiro e guardi la luna. Mi passi la sigaretta. La prendo e appoggio la bocca dove lo hai fatto tu, certo la sigaretta non è il posto più consono ma ci accontentiamo.

- Fumo quando sono rilassata. Una volta ogni tanto. ho cominciato al liceo. All'inizio lo facevo per atteggiarmi. Quando Hideyuki l'ha scoperto mi ha fatto una scenata da far tremare i vetri.

- Ti manca?

- Tutti i giorni. Ma so che vive qui nel mio cuore e allora sono più tranquilla.

- Manca anche a me

- Lo so

- Allora raccontami di questa ragazzaccia che fumava.

- Niente di eccezionale, qualche tiro di sigaretta, qualche marinata a scuola. E poi le corse in motorino.

- Una vera teppista

- Puoi dirlo forte, una volta uno dei ragazzi più grandi aveva preso di mira Eriko, all'uscita della scuola l'aveva afferrata per un polso e voleva trascinarla. Mi sono avventata su di lui, prima gli ho tirato un pugno sul naso e infine un calcio lì in mezzo. E' uscita tutta la scuola compreso il preside, ha chiamato mio fratello dicendo che avevo esagerato. Yuki ha preso le mie difese, anche se a casa mi ha detto che non era femminile, poi ha scosso la testa.

- In che mani sono capitato!

Mi lanci un martellino leggero sulla testa

- Che ingrato!

- E con il motorino?

- Giravo e andavamo per la città senza meta. Era una bella sensazione. Libertà allo stato puro senza pensieri o problemi.

- Ti ho negato questa libertà, Kaori?

- Stupido!

- Me lo sono meritato.

- Mi piace il nostro lavoro. Rendiamo liberi e felici di vivere la loro vita le persone. Certo i modi forse non sono sempre legali, ma alla fine aiutiamo le persone ed è una bella cosa, non credi?

- Si.

Mi avvicino e ti abbraccio. Allungo il braccio verso il divano, prendo la coperta e c'è la piazzo addosso. Ti appoggi sulla mia spalla e chiudi gli occhi. Ti immagino mentre pesti quel bulletto e mi viene da sorridere. Ti vedo con la tua prima sigaretta mentre tossisci. Ti vedo con i capelli corti sul tuo motorino che giri per la città e che sorridi libera. Non mi hai mai detto chi eri prima di conoscermi, forse non te l'ho mai chiesto, ma mi ha fatto piacere che tu me lo abbia raccontato, ti stringo più forte, stai dormendo serena, non mi va proprio di svegliarti, allora stiamo qui, sotto la luna a dormire io e te. Mi sento in bene. Il sonno si avvicina e mi cullo sentendo il tuo respiro.

L'alba, siamo ancora abbracciarti, apro gli occhi e a momenti mi prende un colpo. Il visone di Falco mi è piazzato davanti con il sorriso a 50 denti, ha un cappello da pescatore in testa!

- Brutto scimmione, vuoi farmi prendere un infarto?

Gli sussurro, ma lui continua a guardarmi ghignando, mi ha colto in fragrante. Mi prenderà per il culo a vita! Scimmione

- Cosa stai facendo con quell'assurdo cappello?

- Vado a pescare, ho sempre voluto farlo.

- Così ti puoi sentire più vicino ai tuoi simili?

- Pivello

Umibozu si allontana con la canna da pesca verso la spiaggia, ha una camicia militare aperta e i pantaloncini, di prima mattina non è di certo un bel vedere, deve provare la mia stessa sensazione, il piacere di una vita normale, secondo me non avrebbe mai immaginato che sarebbe andato a pesca per hobby. Polipone.

*************************************
Nuovo giorno, siamo tutti insieme a fare colazione, tu e Miki parlate come se non vi vedeste da mesi, come fate a dirvi tutte queste cose a raffica soprattutto di prima mattina?! Non lo capirò mai.

Ci dirigiamo verso la spiaggia, oggi c'è un sacco di gente. Decidiamo di stare in spiaggia tutto il giorno perciò abbiamo portato l'ombrellone, ma si può?! Io Ryo Saeba, lo sweeper numero uno del mondo devo montare un ombrellone da mare! Me lo hai lanciato ordinandomi di metterlo su. Sono qui con il bastone in mano che cerco di infilare nella sabbia, accidenti non vuole stare dritto, ora prendo la pistola e gli intimo di stare in piedi! Stupido ombrellone! Sta dritto!

- Pivello lascia fare a me.

- Lucciolone non ho bisogno del tuo aiuto

- Davvero?! A me non sembra.

- E' uno stupido ombrellone

- Sei riuscito a farlo stortare

- E' colpa sua.

- Ahahah altro che killer professionista, ti sei rammollito oppure hai preso freddo stanotte?

- Maledetto scimmione ora ti faccio vedere io!


Io e Lucciolone cominciamo a litigare, come al solito ci sbraitiamo contro.

- Siete i soliti! Poi il numero uno sono io

- Mentecatto ti ci vuoi mettere anche tu?

- Hai finito di chiamarmi mentecatto brutto maniaco? Ora ti faccio vedere io!

- Che vuoi fare contro il numero uno degli sweeper?

- Quale numero uno! Sono io il migliore!

Perfetto, ora siamo in tre a litigare, sono saltato sopra Umibozu, gli liscio la pelata con l'asciugamano che risplende sotto la luce del sole, lui si sta arrabbiando, Mick intanto ha preso la crema solare e gli ha inzuppato letteralmente la pelata, Umibozu è rosso dalla rabbia, pelata lucida inondata di crema, comincia a rincorrerci dietro urlando che prende il suo bazooka che ci elimina! Ci divincoliamo tra gli spiaggianti un po' smarriti vedendo noi tre che facciamo casino, Mick ogni tanto si ferma da qualche bagnante con costumi da bagno succinti a fare il cascamorto, gli promette che ripasserà appena si è liberato di quello che l'insegue ammiccando. Cerco di nuovo di raggiungere l'ombrellone o almeno quello che ne rimane, mi sento prendere per l'orecchio

- Allora avete finito?

- Kaori lasciami andare devo fargliela pagare a quei due.

- Vecchio signore non sei troppo grande per giocare a rincorrerti con i tuoi amici?

- Ancora tu mocciosa! Chi hai chiamato vecchio signore???? Ahi ahi!!

Kaori mi ha conficcato nella sabbia con il bastone dell'ombrellone


- Così impari a parlare civilmente con una bambina! Piccola ti sei spaventata?

- No no, mica mi fa paura questo qui! Bella ragazza come ti chiami?

- Io mi chiamo Kaori e tu?

_ Kyoko! Sono al mare con la mamma e il papà

- Hai un bel nome, sai!

- Il vecchio signore come si chiama?

- Lui è Ryo

- E' tuo marito?

- Oh no no!!!

Sei rossa, rossa che più rossa non si può...


- Mocciosa che domande fai io sono lo stallone di Shinjuku mica posso sposarmi

- Me lo hai detto anche ieri, ma che vuol dire stallone di Shinjuku?

- Ryoooo! Non dire queste cose ad una bambina!

- Il Signore Gigante, il signore gigante!

Kyoko si esalta davanti a Umibozu che ci ha raggiunto trascinando Mick, vede la piccolina che ieri lo ha fatto schiumare e diventa viola.

- Devi prendere ancora la palla?

- No Signore gigante, ti ho visto e sono venuta a trovarvi.

- E tu chi sei piccolina?!

E' la voce di Miki che arriva alle nostre spalle

- Io sono Kyoko, ieri il signore Gigante mi ha ridato la palla e sono venuta a trovarlo!

- Ah ecco perché è così rosso! Io sono Miki sono sua moglie piacere di conoscerti!

- Ah sua moglie...peccato avrei voluto sposarlo io il signor gigante, va bene torno dalla mamma. Ciao Ciao!

Io e Mick siamo letteralmente sdraiati per terra dalle risate, Kaori ride, cercando di coprirsi la bocca ma non c'è la fa e scoppia a ridere solo come lei sa fare, Miki dice al marito che ha una bella rivale e ovviamente Umibozu sta schiumando bordeaux. Kyoko lo ha sistemato per le feste.

- Ragazzi ho portato con me la fotocamera! Così possiamo ricordarci di questi giorni al mare

- Brava Miki! Almeno avrò foto recenti!

- Miki, mia venere, lo hai fatto per immortalare la mia bellezza, certo non deve essere facile vivere costantemente con un polipone, almeno con la mia foto potrai consolarti

Umibozu mi tira un pugno sulla testa. Tu sei riuscita a montare l'ombrellone, Miki comincia ad inondarci di foto, io e Mick facciamo i buffoni in pose comiche mentre ci fotografa.


- Romperai l'obiettivo, pervertito
- Io credo che lo romperai tu biondino da strapazzo.


Un'altra giornata trascorre tra risa, foto e bagni. Tu ti ripari sotto l'ombrellone nelle ore più calde. Chiedi a Miki di aiutarti con la protezione solare, si è instaurata una tale complicità tra voi negli ultimi anni che siete come due sorelle. Bè nella mia testa bacata arrivano scene non proprio caste, del resto ho una fervida immaginazione!


- Aiuto aiuto!


Sento da lontano qualcuno che grida, c'è un puntino in mezzo al mare che grida.


- E' Kyoko, la corrente la sta trascinando via! Bisogna aiutarla!


Cominci a correre verso il mare, ti tuffi, nuoti fino a raggiungerla. Io sono dietro di te, mi tuffo anche io mentre vedo che tu hai raggiunto la bambina e la stringi con il suo salvagente, lei ti cinge il collo, la corrente è un po' forte e fai fatica a nuotare verso la riva. Sto arrivando, poche bracciate e riesco a prendervi. Eccovi entrambe, ti cingo per la vita e ti dico di non lasciare la bambina, cerco in tutti i modi di nuotare, certo non è facile, ma con uno strattone più forte vi tengo e ci avviciniamo alla riva, c'è l'abbiamo fatta. Siamo salvi tutti e tre, hai ancora la bambina in braccio un po' tremante.


- Stai bene piccolina?

- Si, mi sono spaventata un po'

- Ora è tutto apposto!

- Vecchio Signore, grazie..

- Mocciosa, chiamami con il mio nome!

- Allora Ryo grazie!

- Ora va meglio, ma non allontanarti più così tanto! Va bene?

- Si. Senti io ho chiesto al mio papà cos'è lo stallone di Shinjuku, lui dice che Shinjuku è un quartiere e stallone è un cavallo non domato. Sei un cavallo?!

- Il migliore cavallo per....


Tu mi dai una gomitata, forse non è un argomento per bambini.


- Si lo chiamano così perché è veloce a correre Kyoko

- Allora posso farci un giro?

- Va bene piccoletta salta su.


La prendo sul collo e comincio a nitrire e a correrti intorno, Kyoko ride, tu ridi, arrivano i genitori di Kyoko, lei si lancia tra le loro braccia e loro ci ringraziano per aver salvato la loro bambina.

- Allora mocciosa, ci vediamo domani? Così prendiamo ancora in giro polipone

- Va bene Vec.. Ryo! Torno domani

- Ciao Kyoko!

- Ciao Kaori, Ryo senti, ma perché non sposi Kaori? Lei è bella!

- Kyoko cosa dici...

- Mocciosa prima la faccio diventare la mia fidanzata, poi se vuole....

L'ultima frase la dico sottovoce facendo l'occhiolino alla piccola. Lei si allontana salutandoci con la mano, tu sei rossa peonia, il tramonto alle nostre spalle, un filo di vento si alza, ti sussurro nell'orecchio che prendi freddo e allora ti prendo per la vita, tu porti la tua mano sopra il mio collo, la mia mano ti accarezza il viso e poi avvicino le mie labbra sulla tua guancia, ti bacio, delicatamente, tu accarezzi la mia mano e ti fai baciare e sembra che ci siamo solo noi su questa spiaggia. Nonostante sia un bacio molto casto, è pieno dell'amore che ho per te e che riesco a dimostrarti troppo poco.

Mick e gli altri ci guardano, i due uomini ghignando, Miki con un sorriso dolce. Ecco lo so, un'altra presa per il culo a vita. Ma chissenefrega!





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Io non so se Kaori nella sua adolescenza sia stata come l'ho descritta, ma mi piace immaginarla così, del resto una ragazza di appena 20 anni che decide, dopo la morte del fratello, di affiancare uno sweeper professionista, non riuscivo ad immaginarla tranquilla ma decisamente un pò ribelle cercando comunque di rimanere in linea con la sua timidezza!

titinina

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Capitolo 4
*** How can you mend a broken heart ***


"And how can you mend a broken heart? How can you stop the rain from falling down? How can you stop the sun from shining? What makes the world go round? How can you mend this broken man? How can a loser ever win? Please help me mend my broken heart and let me live again" "E come puoi aggiustare un cuore spezzato? Come puoi far smettere la pioggia di venir giù? Come puoi far smettere il sole di splendere? Cosa fa girare il mondo? Come puoi aggiustare questo uomo spezzato? Come potrà mai un perdente vincere? Per favore aiutami ad aggiustare il mio cuore spezzato e lasciarmi vivere di nuovo" Credo che la canzone di Al Green dica tutto!

**********
 

Stasera usciamo tutti insieme. C'è una sagra estiva nel paesino qui al mare. Mi sono messo un paio di jeans e una camicia bianche a maniche corte, lasciando i primi bottoni aperti. Scendo giù in sala. Mick, vestito di tutto punto, con Falco, vestito al suo solito, giocano a carte, non vedo ancora né te né Miki, si sa le donne ci impiegano sempre un tempo infinito a vestirsi. Mi unisco ai miei amici nella partita. Sento vociferare dalle scale. Finalmente state scendendo, forza ragazze muoio di fame. Miki entra dicendo che se siamo pronti possiamo andare, il suo vestito è floreale con delle piccole spalline, stretto sotto al seno e dopo si apre in una gonna vaporosa, i capelli di nuovo raccolti, mettono in evidenza i suoi orecchini blu come i suoi occhi e come i fiori del suo vestito, Lucciolone stasera dovrai stare attento, è una bellezza, le faranno la corte a non finire. Io e Mick ci alziamo e sgomitiamo per farle il baciamano, lei ci ribalta e va verso Falco sospirando, il mio amico non può vedere la bellezza di sua moglie, ma dalla faccia arrossata, la immagina. Tu sei dietro di lei e rimango di stucco. I tuoi capelli corti sono rossi più che mai per il sole, le tue braccia, le tue spalle e il tuo viso hanno il colore dorato dell'abbronzatura, sei lievemente truccata, indossi un vestito bianco, ti fascia il busto, lasciando scoperte le spalle e la tua gonna gitana arriva fino ai piedi, indossi dei semplici sandali rossi, come il colore della tua collana di corallo, sono senza fiato. Non riesco a muovermi, Mick invece il baciamano te lo ha già fatto, non perde tempo il maniaco. Ci dirigiamo all'uscita di casa senza che io abbia ancora detto una parola. Mick mi guarda un po' perplesso e poi sogghigna di gusto prendendoti sotto braccio. Avrei dovuto dirti qualcosa e prenderti sotto braccio io, americano me la paghi, vedi te quando torna Kazue se non ti metto nei guai.

Siamo arrivati nel centro del paese, è pieno di gente di ogni età, bambini che corrono, risa di adolescenti, anziani che chiacchierano del tempo che passa. Scegliamo un ristorantino rustico, ma i piatti sembrano ottimi, tutto a base di pesce, pancia mia fatti capanna. Mangiamo di gusto e diamo spettacolo io, Umi e Mick. Tu e Miki scuotete la testa, facendo finta di essere disperate, ma ridete con noi. Qualche ragazzo si gira a guardarvi ma vedendo che siete in nostra compagnia non si avvicinano, basta che guardano Polipone e se ne vanno a gambe levate! Finito di mangiare andiamo alle bancarelle, girovaghiamo, ridiamo, faccio finta di fare il cascamorto con qualche donna, mi prendi a martellate mentre Miki sentenzia che mi sta bene. Prendi sotto braccio Miki e ti dirigi verso una bancarella di orecchini e bigiotteria fatti con delle pietre, bah per me sono tutti uguali, certe cose da donna non le capisco proprio, voi due fate qualche acquisto. Camminiamo ancora e sentiamo della musica, c'è un chiosco all'aperto con una specie di pista da ballo, ci sono molte coppiette che si stringono, decidiamo di fermarci a bere qualcosa, tu non resisti alla tua golosità e prendi del gelato, amarena e cioccolato, ti dico che quella roba ti fa ingrassare e tu mi colpisci dandomi del maleducato, io prendo il tuo cucchiaio e mangio un po' del tuo gelato, bisticciamo perché tu vuoi riprenderti il cucchiaio, poi immergi il dito nel gelato e me ne metti sul naso e ridi, seguita dagli altri. Parte un tormentone estivo molto ritmato e Miki ti prende e ti porta sulla pista da ballo, ballate insieme ancheggiando, seguendo la musica, i tuoi piedi sembrano leggeri su quella pista. Sei magnifica, la musica cambia, senza controllo il mio corpo si alza e si dirige verso di te, Miki si dilegua e io ti prendo, ti cingo la vita, mi guardi un po' stupita e poi mi dai uno dei tuoi sorrisi, abbassi la testa sul mio torace, ti sento che ti abbandoni, ti stringo la vita, le tue braccia la mia, ti accarezzo la testa, una musica lenta e sensuale ti avvolge, conduco io, ovviamente, i nostri corpi ad ondeggiare in mezzo alla pista, ballo con te, come non ho mai fatto con nessuna, sembriamo una coppia normale in mezzo questa gente, non c'è City Hunter, non c'è la criminalità, non c'è la realtà fatta di odore di polvere da sparo, non c'è lo stallone di Shinjuku, ci sono solo un uomo e una donna che ballano stretti, sembra di stare in una bolla, ho di nuovo la sensazione che siamo soli io e te e non c'è niente al mondo che possa interferire con i nostri corpi allacciati e i nostri cuori che battono all'unisono, un turbinio di emozioni sconosciute mi pervade, è forse questa la felicità?! Non lo so, ma mi piace. Non voglio più rinunciarci. Non voglio stare più lontano da te, anche se mi spaventa tutto, tutto quanto.

La musica finisce, rialzi la testa e vedo i tuoi occhi lucidi, forse provi quello che provo io, e ricambio il tuo sorriso per farti capire che non è un sogno ma è la realtà.

Mick bussa alla mia spalla, chiedendomi di prestarle la dama, a malincuore dico di si anche perché la musica è molto diversa da quella di prima, più da samba, e ti lascio a lui, intanto una farfallina vestita color panna e la gonna a pieghe, con i capelli neri stretti in due codini, si avvicina a me. Kyoko. Mi sorride con la bocca sporca di cioccolata! I suoi genitori le dicono di non disturbarmi ma io faccio cenno che non c'è nessun problema, la prendo in braccio e la saluto, mi sussurra all'orecchio che vuole ballare anche lei ma che il suo papà si vergogna troppo e allora le dico che sarà la bambina più fortunata del mondo perché ballerà con me, lei sgrana gli occhi e sorride, la faccio volteggiare e saltare per aria, si lo so un uomo come me felice di ballare con una mocciosa di 5 anni, ma che ci volete fare il mio cuore, che credevo di non avere, batte a mille, ringrazio per il momento vissuto con te e non c'è modo migliore di festeggiare se non facendo sorridere una farfallina sporca di cioccolato.

Sono diabolico, lo so, nella mia mente c'è un bello scherzetto da fare al polipone, ho chiesto a Kyoko di andare da lui e dirgli che vuole ballare, conoscendo il tipo nonostante sarà rosso fumante, non riuscirà a dire di no alla piccola complice, infatti è così. Dopo un po' di resistenza e qualche moina di Kyoko, il gigante si alza trascinato dalla piccola che volteggia intorno a lui, lui ovviamente è impassibile e fumante, la gente lo guarda un po' storto, di certo non è da tutti giorni vedere una microba saltare intorno ad un omone di più di due metri fumante. Io intanto ridendo invito Miki a ballare, accetta a patto che non faccia il maniaco, le rispondo che farò il bravo e che sono troppo impegnato a vedere il marito in quello stato, ride anche lei. Mick è sganasciato, non c'è la fa più, questa volta un colpo di bazooka non me lo toglie nessuno, ma accidenti ne vale la pena. Miki si avvicina a Kyoko e le chiede il permesso di ballare con il marito, lei acconsente tornando da me, Mick si avvicina e dice a Kyoko che deve assolutamente ballare con lui, visto che è il più bello di tutti e di certo non può mancare. Ti sei allontanata dalla pista ma solo per prendere la fotocamera e immortalare questi piccoli ma preziosi momenti di vita che vivi al mio fianco.

Notte, siamo tornati a casa, Miki e Umi si sono dileguati in camera loro. Spassatela Lucciolone. Dai la buonanotte a me e a Mick e ti ritiri, io e l'americano fumiamo ancora una sigaretta sul portico.

- E' stata tua l'idea vero?

- Di che parli?

- Dello scimmione e della bambina.

- Si! Sono un genio

- Non ci crederà nessuno anche se lo racconto

- Ah amico ho le prove su foto! Lo sfotteremo a vita

Io e Mick ridiamo di gusto, poi d' un tratto diventa più serio.

- Amico se mi guardi così mi fai paura, non ci vorrai mica provare con me?!

- Che diavolo ti salta in mente! Penso a Kazue!

- Ah mi sembrava
- Senti ho preso una decisione, devo chiederti un favore enorme

- Di che si tratta?

- Devi essere il mio testimone di nozze, al suo ritorno le chiederò di sposarmi.

- E sei le ti dice di no?!

- Ma che amico sei?! Devi incoraggiarmi non buttarmi giù

- Questo mondo tirerà il fiato, un dongiovanni in meno, meglio per me, avrò meno concorrenza.

- Non ci contare troppo, ti ho visto stasera.

Io e Mick ci stringiamo la mano con forza, uno dei miei migliori amici si sposa, chiede a me di fargli da testimone, questo mondo va proprio alla rovescia o forse nel senso giusto?

Mi dirigo nella mia camera, mi tolgo le scarpe e la camicia, accendo la luce e sul comò, vicino al mio letto, trovo un vassoio con una bottiglia di whisky, un bicchiere, un posacenere e un pacchetto di sigarette, inoltre un bigliettino, lo leggo “se vuoi fare due chiacchiere bussa”. Non me lo faccio ripetere due volte, così come sono prendo il vassoio e mi dirigo in fondo al corridoio, non busso alla porta, è accostata, mi stai aspettando, con un piede la richiudo dietro le mie spalle, sei nella veranda con una coperta sulle spalle e in camicia da notte seduta su una poltroncina al buio, il vassoio lo poso sul tavolino, ti prendo per mano, ti faccio alzare, mi risiedo al tuo posto e ti tiro verso di me. Ti siedi in braccio, posi la tua testa sul mio petto nudo, ti accarezzo le porzioni di pelle che mi offri, un braccio, la gamba, la spalla, il naso, allungo la mano fino alla tua caviglia, che mi dai piegando la gamba, mi lasci fare, bacio la tua fronte, tu respiri sul mio collo e con le dita giochi con un ciuffo dei miei capelli disordinati e ribelli.

- Era ora che arrivassi

Mi sussurri

- Mick mi ha chiesto da fargli da testimone di nozze

- Lo sapevo già

- E non mi hai detto niente?

- No certo che no!

- Ragazzaccia!

Tiri la testa all'indietro e sorridi, alzi un po' il busto e allunghi le mani verso la bottiglia e il bicchiere di whisky, ne versi un po' nel bicchiere e me lo porgi, lo sorseggio mentre accendi una sigaretta e fai una boccata, rimanendo in silenzio, ma non è un silenzio imbarazzante. Tutt'altro.

La mia lingua comincia a muoversi da sola, la mia bocca si apre e sento i primi suoni uscire.

“Ho sempre creduto di dover vivere nell'ombra, che avrei finito i miei giorni da solo, senza un domani. La prima volta che ho visto il mare è stato quando sono scappato clandestinamente negli Stati Uniti, su una nave, ho provato un senso di pace, impossibile da descrivere. Credevo di non poterlo provare mai più.”

La mia bocca non smette di parlare, voglio raccontarti chi ero. Cosa sono diventato. Senza remore.

“Non conoscevo altro che la giungla, l'odore del sangue e della polvere da sparo. Ma in qualche modo, quando ero ragazzino, ero sereno, non capivo cosa facevo perché era l'unica cosa che conoscevo, Kenny e il padre di Mary mi crescevano in quel mondo assurdo e ci tenevano a me. Kaibara, mio padre, era fiero di me che ero agguerrito e indomabile. Nonostante tutto era una specie di famiglia anche quella. La vedi questa cicatrice sul petto? Mi è stata fatta dai nemici che mi avevano fatto prigioniero, Kaibara è venuto a salvarmi e ha perso la gamba, questa cicatrice per me rappresentava l'amore di mio padre, non chiedevo altro. E poi....”

Faccio un respiro profondo, quando tocco questo tasto l'aria mi si fa più pesante nei polmoni, tu mi stringi la mano, sai che mi sto scoprendo e che non è facile, ma questa volta non posso fermarmi, non voglio fermarmi.

“Avevo notato che Kaibara era diverso, il suo sguardo era diverso, cercavo di non notarlo. Ma sapevo che ormai la follia lucida, a causa della guerra, lo aveva preso. Tirò fuori la storia della PCP, nessuno voleva, Kenny era arrivato alle mani con lui per farlo ragionare, alla fine avevano deciso di allontanarlo dalla nostra base. Ero combattuto, mio padre lontano da me, il mio punto fermo era stato allontanato, così lo andai a cercare, volevo farlo ragionare, mi accolse a braccia aperte ma qualcosa mi diceva che c'era qualcosa che non andava. Poi da lì ricordo solo che mi addormentai, e lui, lui. Ha fatto quello che ha fatto. I miei ricordi sono confusi, ricordo solo urla e distruzione, sangue, troppo sangue sulle mie mani, ma non scorderò mai la sua voce che mi incitava a distruggere tutto. Ogni volta che ricordo quella voce mi vengono i brividi. Mi ritrovò il mio plotone. Doc mi ha raccontato che gli erano giunte voci del mio sterminio da altre fazioni. Il mio plotone era venuto a recuperarmi, ma le condizioni in cui mi trovavo erano disastrose che molti erano decisi a uccidermi per liberarmi, Kenny, il padre di Mary e Doc si opposero con tutte le loro forze, Doc mi prese con lui e iniziai la disintossicazione. Li ricordo solo il dolore, il dolore più forte che avessi mai provato. Non riesco a trovare le parole per descriverlo”

Mi fermo ancora, ho gli occhi chiusi ho paura di riaprirli e vedere che tu mi guardi freddamente e indignata dall'uomo o meglio dalla bestia che sono stato. Invece tu mi passi una sigaretta, sai che ne ho bisogno, ma non ti muovi da me, mi stringi e porti la mia mano sul tuo cuore. Sento i tuoi battiti. E poi la tua voce.

“ Sono qui Ryo”.

Si sei qui.

“Non so quanto tempo sia passato. Mi ero rimesso, ma una parte di me malediva il fatto che fossi ancora vivo, sentivo che il tradimento di Kaibara mi aveva distrutto più della disintossicazione. Kenny decise di portarmi con lui negli Stati Uniti per ricominciare, Doc mi disse che sarebbe tornato in Giappone. Con Kenny sai com'è andata, ho dovuto sfidarlo, un'altra parte di me che se ne andava, ho maledetto ancora il fatto di essere vivo. Ho lavorato poi con il padre di Mary che è morto in seguito a causa di un cancro ed infine con lei. Abbiamo incontrato sulla nostra strada Mick. Però sentivo quell'aria di distruzione in me che non se ne andava, gli incubi continuavano a straziarmi e per non dormire e non rivivere tutto quello che avevo fatto sotto la polvere degli angeli, andavo a bere e sfogavo i miei istinti, ma ti giuro non ho mai trattato una donna male. Questa è una cosa che mi ha insegnato Kaibara: le donne sono la cosa migliore esistente sulla faccia della terra. Niente deve fargli male. Sono la nostra salvezza. E' un buon principio, Kaori, al tempo della giungla gli uomini violentavano le donne e le trattavano in maniera che... no, non voglio dirtelo. Ma puoi immaginarlo. Kaibara invece no. Lui aveva rispetto e quando beccava qualche soldato in quei momenti li uccideva con le sue mani. Nonostante tutto provo ancora ammirazione per l'uomo che è stato fino a che la follia lo ha reso una bestia.”

Respiro ancora, mio padre mi fa sempre questo effetto.

“Quando poi sentivo che negli Stati Uniti non c'era niente per me ho contattato Doc, lui mi ha accolto in Giappone, la mia terra natia, ha cercato di darmi una raddrizzata in qualche modo. Mi chiama ancora Baby Face, come all'ora. Li ha cercato di dare un senso alla mia foga di distruzione, l'ha canalizzata in modo che facessi del bene per le persone. Io che facevo del bene. Chi poteva pensarlo. E poi... è arrivato Maki sulla mia strada. L'uomo migliore che avessi mai potuto incontrare . Tuo fratello. Tuo fratello mi ha insegnato a vivere, a rendere giustizia. Era il mio migliore amico. Non conosceva niente di me, ma mi ha permesso di entrare nella sua vita. Una volta mi ha detto che quello che siamo stati non si poteva cambiare, ma quello che siamo ora lo decidiamo noi e siamo noi che decidiamo la nostra strada. Quelle parole sono rimaste dentro di me. Quando l'ho perso credevo di non farcela, ma lui mi ha lasciato uno scopo, un motivo per vivere. Tu”.

Sentire parlare di tuo fratello ti ha fatto scendere una lacrima, la raccolgo tra le dita.

“ E tu mi hai devastato. In maniera indescrivibile. Tu hai portato calore dentro di me. Proteggerti. Mantenere la parola data al mio amico mi ha fatto vivere, e sarò eternamente debitore a tuo fratello per questo. Un giorno ho capito che quel calore che sentivo non era solo una promessa. Era qualcos'altro ma non capivo cos'era. Oltre a portare calore nella mia vita hai creato una famiglia, io te e gli altri. I nostri amici. Nel tempo vicino a te cambiavo. Rinasceva in me un uomo. La distruzione della mia anima mi lasciava. Anche se quella piccola voce non mi lasciava mai, dicendomi che non mi meritavo tutto questo. Gli amici, una famiglia, il tuo amore. Non lo meritavo. E ho fatto una lotta con me stesso, la peggiore di tutte. Cuore, che ti amava, e testa, che aveva paura di perderti perciò ti allontanava, erano in una lotta furibonda. Dovevo allontanarti così sarei potuto rimanere ancora solo per continuare a commiserarmi. Ma tu testarda, caparbia, sei rimasta con me. Al mio fianco. Cuore e testa un giorno hanno perso entrambi, tu eri dentro di me. In quella che io non avrei mai detto di avere, nella mia anima. Allora ho deciso di non oppormi. Il calore che sentivo l'ho identificato in amore. Non lo avevo mai provato. Sono stato con tante donne, lo sai meglio di me, ma l'amore non l'ho mai provato. Kaori, tu sei il primo amore della mia vita.”

Ti guardo, vedo ancora le tue lacrime, ma sono di gioia. Ti sorrido.

“Ti dirò, non rimpiango per nulla di aver aspettato così tanto a dirtelo. Credo che se non avessi fatto questa lotta con me stesso, così profonda e dura, non sarei l'uomo che sono oggi. Non sarei così, non meriterei il tuo amore. Questi giorni di vacanza insieme mi hanno dato modo di assaggiare la normalità. Il dono più prezioso che mi potesse capitare. Ho vissuto da UOMO. Non avrei mai pensato che sarebbe capitato a me. Non avrei mai creduto che avrei avuto una famiglia. Non avrei mai pensato che avrei amato una donna. Kaori tu mi hai preso e mi hai portato dove nessuno mi aveva mai portato. Mi sono conosciuto e apprezzato solo nei tuoi occhi, per una volta non ho odiato la mia immagine, ma l'ho amata, perché tu mi guardavi. Io non sono il principe azzurro. Ma se tu vuoi permettermelo, voglio amarti. Non sarà facile, tu sai come sono. Avrò paura, peggio di quando affronto qualche psicopatico che vuole uccidermi. Ti farò piangere, non avremo una vita normale, ma voglio amarti. E farmi amare senza più nascondermi. Mi avvicinerò a te piano, ci vuole pazienza,mi conosci. Ma te lo giuro, io sarò al tuo fianco. Anche quando lascerò questo mondo, io starò al tuo fianco.”

Metti una mano sul mio cuore. Batte a mille. Per la prima volta in tutta la mia vita mi sento vulnerabile. Felicemente vulnerabile. Sono finalmente un uomo.

“ Ryo, voglio starti accanto. Voglio te Ryo. Io...io... Ti amo”.

Kaori. Non posso più fermarmi. Prendo il tuo viso tra le mani. Raccolgo le tue ultime lacrime. Mi chino sul tuo viso. La mia bocca sia avvicina alla tua, il mio respiro e il tuo respiro si fondono. Ti sussurro che ti amo. Mi rispondi che mi ami. Le mie labbra sono sulle tue. Il mio corpo è pervaso da una vertigine. Non penso più. Sono fuso insieme a te, siamo una stessa entità. La mia lingua si fa spazio nella tua bocca. Rispondi con la tua lingua. Lentamente le nostre bocche si accarezzano. Ma il bacio si fa sempre più profondo. Ci metto la passione, l'amore che ho. E tu mi rispondi con la stessa forza. Non voglio perdere niente, ti stringo e tu ti incolli al mio corpo. Accarezzo tutta la tua pelle. Tutto il tuo essere sotto le mie mani ruvide. Riesco a ripulire la mia anima in questo modo. Accarezzi il mio viso, le mie spalle. Mi stacco dalle tue labbra. Ti guardo ma la mia mano non smette di accarezzarti. Avvicini le tue labbra sulla mia cicatrice, i tuoi baci tolgono via i ricordi dolorosi. Mi alzo e ti prendo in braccio. Ti poso sul letto. Faccio scendere la tua camicia da notte. E scopro la donna che sei, i tuoi seni sono tondi, le tue gambe sono lunghe. Sei perfetta per me. Comincio ad accarezzare il tuo collo. Poi ci poso la bocca. Intanto la mie mani arrivano sul tuo seno, ne prendo uno a coppa con la mano, dolcemente con la lingua dal collo passo sul tuo sterno e arrivo alla sommità del tuo seno che tengo in una mano, appoggio la mia bocca e inumidisco la tua sommità rosea con la lingua, sento il tuo gemito, vivo nel piacere che ti sto donando. Mi scosto ma solo per raggiungere l'altro seno e dargli lo stesso trattamento, vedo che ti mordi le labbra. Intanto le mie mani arrivano sul tuo addome e continuo a seguirle con la bocca, ogni bacio è fuoco sulla tua pelle. Ti contorci, arrivo all'elastico dei tuoi slip, bacio il tuo interno coscia. Senza remore faccio scendere i tuoi slip e lo porto alle caviglie che continuo a baciare. Sei nuda davanti a me, rischiarata dalla luce della luna, sei bellissima. Ti alzi e ricerchi la mia bocca, mentre sbottoni i miei jeans. Ti aiuto a toglierli mentre mi torturi il lobo dell'orecchio con la lingua, baci il mio petto accarezzi le mie spalle. Ora che sono nudo anche io ti faccio sdraiare di nuovo. Ricomincio a baciarti dalle caviglie fino a rientrare nell'interno coscia, il centro del tuo piacere è davanti alla mia bocca. Vorace, affondo la mia bocca, bacio e titillo le pieghe del tuo piacere umido, inarchi la schiena, i tuoi gemiti sono forti, prendi la mia testa tra le mani e io continuo a berti avidamente, alzo lo sguardo, ti passi la lingua sulle labbra con una sensualità che neanche tu sapevi di avere. Mi sussurri di farti tua, di fondermi con te. Mi metto in mezzo alle tue gambe, ti guardo negli occhi, sei accesa, sei stupefatta, sei ingenuamente voluttuosa, mi riprendo la tua bocca, mi faccio spazio in te. La sensazione è indescrivibile, mi fermo dentro di te e ti guardo. Siamo tutt'uno. Spingo, spingo in te, inarchi la schiena, allacci le tue gambe intorno alla mia vita, i nostri corpi sono perfettamente armoniosi, sembra che non abbiano mai fatto altro, gemi sempre più forte, tocco il tuo viso bacio i palmi delle tue mani, sento i miei gemiti rochi, tiri la testa all'indietro, ecco il nostro piacere è all'apice. Ti sento, la tua voce roca mi dice che sei arrivata al massimo del piacere e io sono con te, fondo il mio orgasmo con il tuo e non capisco più niente. Vedo solo te. Non posso descrivere ciò che provo. Ti guardo, tu guardi me. Sembra che ci guardiamo per la prima volta.

Amore. Ciò che ci circonda è solo amore. Vorrei scostarmi da te ma tu me lo impedisci, rimango dentro di te, hai il viso sudato e un sorriso che mi apre l'anima. Mi baci a fior di labbra mentre mi accarezzi la testa. Nascondo il mio viso, nell'incavo del tuo collo, aspiro il tuo profumo, il nostro profumo e bacio una porzione del tuo orecchio. Ora mi lasci pian piano andare. Mi metto di fianco a te e ti abbraccio, ci addormentiamo. Ti tengo tra le braccia, non voglio altro nella vita.

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Capitolo 5
*** Colpi di bazooka ***


Apro gli occhi, sento un peso sul mio braccio. Sei tu che stai dormendo sulla mia spalla, i capelli ribelli, la bocca socchiusa, il lenzuolo attorcigliato, ti accarezzo il naso, poi guardo l'orologio. Le 10.30. nessuno ci è venuto a chiamare. Mi alzo cercando di non svegliarti, voglio portarti una tazza di caffè. Infilo i boxer e mi affaccio in veranda, la giornata è calda, il mare tranquillo, c'è il nostro ombrellone e vedo la figura di Falco seduto a terra con accanto Miki, mi appoggio sulla balaustra, sul portico c'è Mick che mi fissa, con un sorriso ambiguo, poi si gira e va verso la spiaggia alzando un braccio per salutarmi, ha già capito tutto. Del resto sono in boxer affacciato dalla camera di Kaori, non ci vuole molto per capire. Già. Sono in camera tua, è stata una serata da prima volta per qualsiasi cosa, non avevo mai parlato per così tanto e così seriamente in tutta la mia vita, non sono uno da grandi discorsi, preferisco le mani. Non so cosa mi dirai appena sveglia, chissà quali sono i tuoi pensieri. Vado in cucina a prendere due tazze di caffè, ne ho bisogno. Poi salgo su da te con la tua tazza fumante. La poso sul comò e comincio a svegliarti, piccole carezze, sussurro il tuo nome. Vedo che apri gli occhi, mi fissi come per dire che diavolo ci fai qui, poi diventi rossa capendo cosa abbiamo fatto qui, infine mi guardi sorpresa. E mi sorridi. Ti sorrido a mia volta, chissà perché sei sorpresa. Ti do un bacio a fior di labbra.

- Ti ho portato il caffè

- Grazie. Ma che ore sono?

- Le 10.30 gli altri sono in spiaggia.

- Ah...

- Già.

Ti alzi col caffè in mano, ne bevi un sorso, posi la tazza sul comò e ti stiri con le braccia come una gatta sinuosa, non te ne sei accorta, sei nuda. E ti guardo, i miei pensieri non sono per nulla casti. Tu mi guardi e arrossisci impunemente, però nel tuo sguardo c'è un non so che di malizioso. Mi sorprendi, e ti avvicini al letto.

- Stallone di Shinjuku è giunto il momento di farti conoscere la piccola teppista che sono.

Mi guardi e mi baci, Sugar Boy, devo dire che mi sorprendi davvero. Fai di me ciò che vuoi. Voglio proprio vedere...

E' mezzogiorno. Mi baci di nuovo e dici che ti prepari per andare al mare dagli altri. Abbiamo fatto di nuovo l'amore, bè sono distrutto, mi accascio sul letto mentre vedo che armeggi nei cassetti e sparisci nel bagno. Hai preso tu l'iniziativa, devo dire che in tutti questi anni hai davvero ben tenuto nascosto la tua natura passionale. Sento ancora il calore dei tuoi fianchi sotto le mie mani, le tue mani sul mio petto mentre sei sopra di me. Meglio non pensarci o il mio amico qui sotto vorrà farti una visitina.

Scendiamo in spiaggia. Mick corre verso di te.

- Kaori, stamattina sei più bella che mai, cosa hai fatto?

Diventi rossa, l'americano ci ha colto in castagna e tu non riesci a rispondere.

- Angel ma di chi è quel bel sederino in costume nero?

- Dove? Dove?

Mick si gira a guardare, ti faccio un occhiolino, e tu mi sorridi ringraziandomi perché ti ho tolto dall'imbarazzo.

- Accidenti me lo sono perso... Kaori, c'è da fare il bagno del buoooongiorno.

Mick ti prende velocissimamente in braccio e corre verso la spiaggia, urli, ridi aggrappandoti e tenendo il cappello. Ti tuffa in acqua e tu cominci a rincorrerlo col martello per vendicarti. Intanto mi avvicino a Miki e Falco. Lo scimmione sorride ambiguamente e Miki mi lancia sguardi eloquenti, sanno già tutto, non gli si può nascondere niente. Io sono timido su queste cose e allora faccio il buffone.

- Miiiiiki fammi vedere la scollatura del tuo costume....

Cerco di avventarmi su Miki, ma una tua martellata mi ferma, facendomi mangiare la sabbia. Così imparo...


Mick si è addormentato. Kyoko è da un po' qui con noi. Le dico di armarsi secchiello e paletta, sotterriamo il biondino, in questa impresa ci aiuta anche Falco. Tu e Miki confabulate, vi state raccontando qualcosa ma vedo che è Miki quella rossa, e tu le sorridi abbracciandola. Finiamo l'impresa di sotterramento con molta soddisfazione! Mick non si è accorto di niente e dorme beatamente, facciamo una foto con la nostra vittima sotterrata. Lo scimmione ci avverte che questa sera mangiamo a casa in quanto stamattina ha pescato ed ha tutto pronto per una grigliata di pesce è talmente rilassato che ha bofonchiato due parole ed ha invitato anche la famiglia di Kyoko. La mocciosa ti salta in braccio e chiacchierate tra donnine compresa Miki, la piccoletta mi guarda con sguardo diabolico e tu le dici una cosa all'orecchio. Mick si è svegliato è sta ululando per uscire dalla sabbia, è una fossa enorme, del resto l'ha costruita Falco. Più si divincola più va affondo, cristonando in tutte le lingue che c'è la farà pagare molto amaramente, lo giura sulla sua Kazue, e noi ridiamo. Sono sdraiato a godermi il sole. Sento Kyoko che si avvicina e mi bussa.

- VEEEECCHIOOOOOOOO?!

- Ancora con questa storia?! Come devo dirti che ho 20 anni??

Alzo il busto con fare stizzoso e SPLASH! Mi arriva una secchiata gelata in testa, piccola peste dai capelli rossi, sei stata tu! E l'acqua è ghiacciata!

- Kaori se ti prendo ti rivolto come un calzino e ti do in pasto agli squali

- Seeee Vecchio... prendimi.

Cominci a correre sulla spiaggia facendomi la linguaccia, mi alzo per prenderti, non mi scappi, ma al primopasso... Kyoko mi fa lo sgambetto e tira su un pollice nella tua direzione tu le fai l'occhiolino e ti dai alla macchia, mi riprendo e dico alla piccola che mi vendicherò e ricomincio a rincorrerti, falcate su falcate siamo arrivati sul bagnasciuga e ti corro dietro, ti raggiungo. Afferrò il tuo braccio, ti blocco e prendo la tua vita, ti faccio lo sgambetto e ti butto a terra con me sopra mentre ridi.

- Ti ho preso

- Mi sono lasciata prendere

Ti bacio davanti a tutti. Mi guardi sorpresa.

- E' stato il premio per averti accalappiato, per essere un vecchietto me la cavo bene.

- Si alla tua veneranda età te la cavi bene

Me lo dici baciandomi.

--------------------------------------------------------------------------------

Siamo nel portico, c'è aria di pesce grigliato che pervade, Falco ha pescato per un esercito. Siamo tutti insieme, compresi la famiglia di Kyoko, ridiamo e scherziamo, come al nostro solito, in sottofondo c'è il rumore del mare ti avvicini a me. La cena sta giungendo al termine, la famiglia di Kyoko ha portato il dolce, la piccoletta ha davanti un pezzo di torta è ha fatto in tutti i modi per avere una fragolina. Giunge vendetta. Prendo la sua fragolina.

- Ah ah mocciosa l'ho detto che mi vendicavo ora mi pappo la fragolina.
- Non ci riuscirai!

Mi urla Kyoko, prende e mi tira una martellata piccolina, ma accidenti, chi le ha dato quel martelletto?! Kaori si congratula con lei stringendole la mano e dichiarando che è stato un colpo perfetto. La mocciosa prende la fragola e la mangia davanti ai miei occhi gustandola, poi va alla torta ne prende un'altra e me la offre.

- Solo perché sei vecchietto e bisogna avere rispetto per le persone anziane.

Ha vinto lei! Niente da fare!

Miki si alza in piedi, tossicchia per avere l'attenzione. Ci giriamo verso di lei. E' imbarazzata. Si stritola le mani. E guarda verso il basso.

- Amici, ecco io, vorrei dirvi una cosa. Soprattutto a te Falco. E' una cosa importante.

Ci guardiamo straniti, Falco aggrotta un sopracciglio, tu sei molto tranquilla, sai qualcosa.

- Insomma meglio che lo dico tutta di un fiato se no non c'è la faccio

Siamo tutti in sospeso

- IOSONOINCINTADIFALCODITREMESI. Ecco c'è l'ho fatta.

- Sei incinta?!

- Dello scimmione?!

- Si ragazzi! Diventerete zii e io zia!


Falco si alza non dice nulla, si gira verso la porta ed esce fuori casa. Ma che cavolo sta facendo?!

Poi si sente uno sparo di bazooka che ci fa sussultare e poi una voce profondamente alta e da soprano dice: DIVENTERO' PAPAAAAAAAA'! WOOOOOOOOOW!

Lo scimmione rientra come se niente fosse successo. Si avvicina alla moglie e le bacia la mano, Miki è
commossa mentre noi siamo ancora un po' rimbambiti per la sua singolare reazione. Scimmione procrea, speriamo assomigli tutto alla mamma! Ci alziamo e andiamo a fare le congratulazioni alla futura mammina, tu e Miki vi stringete, noi sgomitiamo su Falco. Ti avvicini a Falco e appoggi la tua mano sul suo enorme braccio, fa un sorriso a 40 denti e diventa paonazzo.

La serata piena di emozioni sta scemando. I genitori di Kyoko ci dicono che domani partono. Mi spiace che la piccoletta ci lascia, mi ero abituata a questa presenza tra noi. Kyoko fa il giro per salutarci, va da Miki e la bacia, fa la stessa cosa con te dicendoti che diventerà bravissima a lanciare martelli, corre verso Mick che le fa fare la giravolta, arriva da me e la prendo in braccio dicendole che dovrà assolutamente ballare ancora con me visto che non sono riuscito a rubarle la fragolina della torta, lei mi fa l'occhiolino e mi schiocca un bacio sulla guancia, infine raggiunge lo scimmione.

- Signor Gigante, posso venire a trovarti al bar?

- Va bene

- Evviva!

Si arrampica su di lui, prende il testone tra le mani e gli da un bacio sulla pelata! Ovviamente boccheggia lo scimmione.

Salutiamo tutti. Augurandoci la buonanotte, saliamo verso le camere, sono davanti alla porta della mia, non so che fare. Voglio venire a dormire con te ma non so se lo vuoi. Una mano si posa sulla mia spalla, mi giro e sei tu, prendi la mia mano e mi porti con te nella tua camera senza parlare. Sei tu che mi togli l'imbarazzo. Ancora una volta sai qual'è la cosa giusta da fare.




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Capitolo 6
*** Ritorno a Tokyo - La vita di tutti i giorni ***



La settimana di vacanza è volata. Rientriamo a Tokyo oggi, siamo tutti abbronzati e anche un po' mogi al rientrare nella vita di tutti i giorni ma bisogna farlo. Io, Mick e Falco carichiamo le borse, tu e Miki state chiudendo tutto, finestre, porte. Siamo davanti alla villa e diamo un ultimo sguardo al mare. Va bene, basta nostalgia, torniamo a casa. Tiro fuori la moto, stavolta non fai obiezioni e vieni direttamente con me.

- Kaori, guida tu.

- Io?!

- Si.

Allora ti faccio guidare fino a casa, non te la cavi male, mi sono spaventato un po' quando hai cominciato a fare lo slalom tra le auto, però siamo sani e salvi davanti al nostro palazzo. Salutiamo tutti e rientriamo. Non so, hai una strana ombra negli occhi. Cosa c'è che non và? Tolgo via gli allarmi e faccio un salto al poligono e in armeria per vedere se è tutto apposto. Poi salgo in casa e tu sei li che metti via i vestiti. Mangiamo in silenzio. Mi chiedi se esco stasera. Ti rispondo che forse un giro lo faccio e tu accenni uno strano va bene mentre sparecchi. Tensione, c'è aria di tensione. Mi da fastidio. Allora esco. Prendo la giacca e vado a fare un giro.

Cammino, cammino per una mezzora ma alla fine non sono andato nei miei soliti locali. Non mi và. Mi siedo su una panchina del parco. La brezza estiva sfiora i miei capelli, cerco di rilassarmi. Ma che cazzo sto facendo? Sono qui su questa panchina anziché stare con te. Idiota. Sono il solito idiota. Le mie gambe si muovono da sole. Corro. Corro verso casa. Da te. Te che mi aspetti. Con il cuore in gola sono sotto il portone di casa. Guardo il portone e sto per entrare.

- Saeeeeba, mi ha detto di si, prepara il tuo vestito più bello. Mi sposo!

E' Mick che mi urla dal suo balcone, Kazue deve aver accettato la sua proposta di matrimonio.

- Mick non credere che metterò la cravatta!

Alzo una mano e rientro in casa. Salgo lentamente le scale, non ho più quella adrenalina di prima, non so cosa fare, siamo a casa di nuovo nel nostro mondo e non so come comportarmi. Forse è per questo che avevi quell'ombra negli occhi al nostro rientro. Ma vaffanculo, ormai è andata, devo smetterla con questa incoerenza stupida.
Apro la porta di casa, in salotto non c'è nessuna luce, ne vedo solo una fioca provenire dalla cucina. Sei lì seduta sulla sedia con in mano la tua tazza e l'altra sotto al mento. Alzi lo sguardo e mi vedi, non mi aspettavi così presto. Ti sorrido. Mi avvicino a te. Prendo la tua mano. Bacio il palmo.

- Forza andiamo in camera nostra, la giornata è stata lunga.

Te lo dico tenendoti per mano e pian piano saliamo nella mia camera. No sbagliato, nella nostra camera. Non dormirai più da sola, è deciso. Solo ed esclusivamente con me.


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Un mese dopo

Mezzogiorno. Mi sono appena svegliato. Non sento nessun rumore in casa, già stamattina mi aveva avvertito Kaori che usciva e ci vedevamo al bar. Me lo ha detto dopo avermi baciato. Ormai è chiaro al mondo che stiamo insieme. A dir la verità non è cambiato molto, litighiamo come sempre, martelli in testa, fughe e clienti su cui sbavare. Ma alla fine mi faccio perdonare tutte le notti quando dormiamo insieme, anzi prima facciamo l'amore e poi dormiamo. Siamo fatti così. Solo che ovviamente non guardo altre donne se non lei. Lei lo sa ma dice che gli piace da matti prendermi a martellate. Va bene facciamo la doccia e andiamo al bar.
Comincia ad arrivare il freddo. L'autunno è alle porte, le prime foglie cadono, vado a piedi al Cat's Eye. Apro la porta e un vociare assurdo mi pervade, in un angolo ci sono tutte le ragazze con Kazue che discutono dei dettagli del matrimonio che si svolgerà tra un paio di mesi, sono piene di riviste, pizzi e quant'altro. Mi lancio su di loro.

- Buongiorno bamboleeeeeee...

Un martello mi investe e le ragazze ridono dicendomi che non cambierò mai. Vabbè vado al bancone da Mick e Umi. Cominciamo a discutere al nostro solito su chi è il migliore. Ovviamente io, che domande sono. Miki esce dal retrobottega dichiarando che il pranzo è pronto. La curva della sua pancia cresce ogni giorno di più, è radiosa. Lo scimmione è apprensivo più che mai. Chiudono il locale e ci prepariamo a banchettare. Siamo una marmaglia. Io, Kaori, Mick, Kazue, Falco, Miki, Doc, Saeko, Reika e Kasumi. Miki dice che c'è una sorpresa, la porta si è spalancata è una vocina ci investe.

- Ciaooooo Vecchi!!!!

Kyoko! Ci raggiunge al tavolo, la madre le ha permesso di stare con noi tutto il giorno. Ora ci siamo tutti. Mangiamo come una grande famiglia. Ridiamo tutti insieme. Tu ti avvicini a me e mi sussurri: "Abbiamo davvero una bella famiglia, non trovi?!" Si.

Miki dice che ha stampato le foto del mare e allora le guardiamo tutti insieme. La prima che ci arriva sotto al naso è mia con Umi e Kyoko, quella massa informe lì sotto deve essere Mick quando lo abbiamo sotterrato. Ricomincia a cristonare mentre ridiamo, ci pensa Kazue a calmarlo. Poi arriva la foto di Lucciolone mentre balla con Kyoko, Mick dice che farà un sacco di copie da lasciare per tutta la città, Umi prende il bazooka. Un'altra con me spiaccicato sotto uno dei suoi martelli, Kaori e Miki insieme, una foto di gruppo, un'altra in cui io e Mick facciamo i deficienti. Un'altra dove cerchiamo di accaparrarci l'ultimo gamberetto, Falco alla griglia mentre cucina. Tu che prendi il sole, tu che ridi mentre corri sulla spiaggia. Io e te quella sera che abbiamo ballato, cazzo non sapevo che fosse stata fatta anche questa. E poi mi arriva sotto naso quella di Mick che balla con Kyoko, la passo a Kazue dicendole che ho le prove del tradimento di Mick e poi le faccio scivolare la foto tra le mani. Lei sorride come tutte le future spose che si rispettano. E poi una miriade di altre foto arrivano sul tavolo che commentiamo insieme. Dici a Miki che vuoi una copia di tutte da tenere con te. Lei ti risponde che le ha già fatte.

Miki si avvicina a me.

- Saeba, vieni devo farti vedere una cosa.

- E' tutto apposto? C'è qualcosa che non va con il bambino?

- Si tutto apposto il bimbo sta bene, Falco si occupa di tutto, non vuole che mi stanchi. Ma non è per questo. Tieni.

Miki mi piazza tra le mani una foto. Io e te. Di sfondo il tramonto, siamo abbracciati e ti bacio sulla guancia, i raggi del sole che stanno scendendo sembra che ci vestano in tessuti dorati. Mi ricorda quel quadro al mare. Il bacio. Forse davvero quei due siamo noi in una vita passata.

- Quando l'ho stampata mi sono detta che dovevate vederla per prima voi, è molto particolare, c'è ne solo una copia

- Grazie, Miki.

Abbraccio la mia amica in maniera affettuosa, lei ricambia.

Dico a tutti che ho una cosa da fare urgentemente, tu cerchi di chiedermi cosa sia, ma io ti dico che è per lavoro. E scappo fuori.

Sono in casa, ho spento tutte le luci, ti sto aspettando. So che arriverai tra poco. Ti sento mentre sali le scale. Apri la porta.

- Ryo sei in casa?!

Accendi la luce, i tuoi occhi si sgranano lucidi, porti una mano alla bocca stupita. Non riesci a dire niente se non il mio nome.

- Ryo...

- Ti piace?

- E' bellissimo...

Ti lanci su di me e mi abbracci, sei commossa, ti stringo dandoti un bacio tra i capelli.

- Come hai fatto?

- Me l'ha data Miki, e allora ho pensato di farti una sorpresa.

- Grazie.

- Ora voglio la ricompensa.

Ti prendo in braccio e ti porto in camera baciandoti, spengo la luce in sala, la luce si spegne su una foto, precisamente ho fatto ingrandire la nostra foto insieme al tramonto e lo piazzata nel salone, sotto scritto:

Il Bacio - Ryo e Kaori 199-



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Capitolo 7
*** Epilogo (parte prima) - Qualche anno dopo... ***


Stavolta non so se sopravviverò, dicono che nel momento in cui stai per morire tutta la vita ti passa davanti, forse è davvero così. I momenti della mia vita mi salgono nella mente, la vacanza al mare, i nostri baci, gli amici, la tua pelle. Tutto insieme. Meglio far ordine. Il mio cuore batte...

Quattro mesi dopo il nostro rientro, Mick si è sposato, eravamo pochi intimi, ma la cerimonia è stata davvero bella, fortunatamente nessuna sparatoria. Ho fatto io da testimone, come mi aveva chiesto, del resto gli ho organizzato un addio al celibato memorabile. Un giro per i locali a sbronzarci ed infine tre ore di spogliarello a go-go nella migliore tradizione... o quasi, lo abbiamo legato in modo che non saltasse sopra a qualche donna dei locali che abbiamo visitato. Mi ha detto che me l'avrebbe fatta pagare amaramente. Kazue è stata accompagnata all'altare da Doc, era emozionato, non lo avevo mai visto così. Hanno prolificato sette anni fa, Tomhas Angel. Un mandrillo di prima categoria. Tutto suo padre. Le maestre dicono che salta addosso a tutte le bambine, Mick si complimenta col figlio, Kazue scuote la testa rassegnata. Hanno aspettato un po' perché Kazue ha lavorato molto aiutando Doc in un nuovo progetto. Mick ha portato avanti la sua agenzia investigativa e aiuta Kazue a suo modo. Ogni tanto lei lo sbatte fuori di casa, perché fa il cascamorto con tutte, per fortuna dura solo una notte, che passa con me, e lei se lo viene a riprendere dandosi della cretina che non può stare lontano da un deficiente patentato come lui.

Poi a febbraio dell'anno successivo è arrivato Shiro Hayato Ijuin, ma lo chiamiamo Shiro. Ebbene lo scimmione è diventato papà. Quando è nato lo scimmione ha dato fuori di matto, no veramente ha dato fuori di matto durante tutta la gravidanza. Ogni volta che Miki aveva un leggero, leggerissimo malore, come un mal di testa o uno starnuto, caricava la moglie sulla jeep la portava in ospedale e mitragliatrice in mano minacciava il medico di curare la moglie come si deve, questa scena in ospedale si è ripetuta almeno dieci volte, tant'è che il medico ormai non faceva più caso alla mitragliatrice o bazooka che fosse. Miki si scusava e la rimandavano a casa. L'undicesima volta di questa scena eravamo davvero arrivati al momento del parto, tanto che Miki in tutto il trambusto aveva avvertito e noi eravamo lì quando il medico diceva rassegnato a Falco che doveva star tranquillo, ma Miki ha cominciato ad urlare che davvero era arrivato il momento, mancava poco e avrebbe sfornato il pargolo lì in corridoio. Nonostante il trambusto, Shiro è nato sanissimo in un paio d'ore e in una sala parto. Hanno portato il piccolo a Falco, lo ha guardato, lo ha ridato in braccio a Miki, è uscito e si è diretto sulla terrazza dell'ospedale, Miki ci ha chiesto di seguirlo e ha fatto bene. In terrazza stava per sparare in aria due colpi di bazooka davanti a tutti è urlava: soono padre sono padre. Intanto io e Mick lo tenevamo per non fargli sparare. Dopodiché è rientrato nella camera della moglie, l'ha baciata e gli ha detto che era bellissima. Shiro ha i capelli color miele e gli occhi blu della madre. Con Mick ci siamo chiesti da dove veniva il biondo, ha rispsto Miki, Umi è biondo di natura, si rasava la pelata perché di certo uno della sua mole con un biondo così era davvero da ridere. Non ci siamo risparmiati gli abbiamo infilato una parrucca bionda e preso per il culo a non finire. Shiro ora ha 15 anni, fortunatamente ha preso i lineamenti della madre, un bel ragazzotto anche se l'altezza è tutta di suo padre, bè anche quando si imbarazza devo dire. Poi, quattro anni dopo è arrivata Kyko, ha fatto le stesse scene della la prima gravidanza. A differenza del fratello, Kyko ha il colore dei capelli della madre e gli occhi verdi. Gli occhi verdi da chi li ha presi? Ovvio da lui e immaginarlo caschetto biondo con gli occhi verdi e la sua mole ci fa ridere come dei pazzi. Continuano a gestire il Cat's Eye. A dir la verità lo hanno ingrandito, con i figli, sono arrivati gli amici dei figli e insomma ogni tanto il locale è invaso da adolescenti. Miki è radiosa, è felice, lo scimmione non è cambiato di una virgola, parla poco. Si imbarazza facilmente. Ma quando i suoi figli lo chiamano “PAPI” oltre a diventare rosso ha il suo sorrisone a 40 denti. Con Shiro vanno d'accordo. Kyko ha un bel caratterino, non oso immaginare cosa farà quando gli presenterà qualche amico. Vorrei proprio vederlo, secondo me tira fuori il bazooka.

Reika, invece si è trasferita ad Hokkaido, ha incontrato l'uomo della sua vita, un tale Eiji, non si sa come ma è rimasta talmente stregata da questo che si è trasferita e si è messa a fare la madre di famiglia. La femme fatale che era ora accudisce due maschietti di 6 e 4 anni.

Saeko ha continuato a fare carriera in polizia, dopo il pensionamento del padre ha preso, con tutti i meriti, il suo posto. La chiamano il prefetto dagli occhi di ghiaccio. Un giorno si è presentata a casa mia chiedendomi di seguire un certo Murai Takata, giudice, le ho chiesto se dovevo per caso proteggerlo o che cos'altro, lei mi ha risposto che invece dovevo solo seguirlo e riferirle passo passo cosa facesse. L'ho seguito per due settimane, due, una noia mortale. Integerrimo, senza vizi, un fisico prestante e nessuna donna, tranne una sera. Lo seguivo in auto, lui si dirigeva in una zona familiare, infatti si era fermato sotto casa di Saeko, è sceso e le ha dato un mazzo di fiori e l'ha baciata. Il giorno dopo ho chiesto spiegazioni, insomma Saeko usciva con questo qui, aveva superato le sue famose prove, ma il suo istinto di poliziotta voleva indagare su di lui per scoprire altarini, deformazione professionale mi ha detto lei, io le ho risposto che era sfiducia da zitella, a momenti mi sparava. Comunque alla fine ha ceduto e vive con lui da un anno. Sembra felice. Prima di stare con questo ha parlato con Kaori. Forse per Maki. Non so cosa si siano dette, ma credo le abbia dato la sua benedizione.

Kasumi si è trasferita in Francia, sappiamo poco, abbiamo qualche sporadico contatto, anche se ogni tanto sentiamo la notizia di qualche furto molto scottante in Europa, e sono sicuro che ci sia il suo zampino.

Doc. Doc è invecchiato, ma non da a vederlo, è sempre il solito maniaco. Un giorno è venuto a casa mia. Strano che lui venisse da me. Mi disse che doveva parlarmi. Ci sedemmo uno di fronte all'altro. Mi diede tra le mani una foto, era in bianco e nero, di sfondo la giungla. C'era lui col camice, Kenny, il padre di Mary e di profilo Shin quando ancora era un uomo, in mezzo a questi uomini c'era un bambino di sette anni, sorridente, capelli corvini e occhi scuri. Sopra la testa del bambino c'era la mano di Doc. Il bambino ero io. Doc mi ha fatto un lungo discorso, dicendomi in qualche modo si scusava di avermi fatto crescere così, ma che era fiero di me, di quello che sono. Mi ha detto che mi considera come un figlio. Mi ha detto che quella foto l'aveva da sempre ma ha deciso di darmela solo ora perché finalmente ero in pace con me stesso, intorno a me non aleggiava più la distruzione. Io sono rimasto spiazzato. Ma ho guardato quella foto senza rimpianti. Ho perdonato Shin Kaibara in qualche modo. Ho deciso di ricordarmi di quell'uomo che mi ha insegnato il rispetto per le donne, per i propri compagni e non per quello che la pazzia lo ha portato a fare. Vero la mia infanzia non è stata normale, anzi non la auguro al mio peggior nemico, ma se non lo fosse stata io non sarei stato l'uomo che sono. Ho abbracciato il vecchio dicendogli che ero onorato di essere considerato come suo figlio.

Ora arriva Kaori. Bene Kaori si è sposata con un certo Seitaro Aoki. E' successo circa dieci anni fa. Cerimonia in comune molto semplice, niente di ché. Era settembre. E' felice.




Continua.....


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Capitolo 8
*** Epilogo (parte seconda) - Qualche anno dopo... ***



Seitaro Aoki è un uomo formidabile, se fossi stata donna lo avrei sposato io! Dicono che sia uno sfaticato, ma non credetegli. E' burlone, alto, muscoloso con i capelli e gli occhi neri, bellissimo, un adone, una mira infallibile con la Colt Python 357 Magnum e una strana adorazione per le belle donne.

Certo Seitaro Aoki sono io. Un giorno di agosto di dieci anni fa ho chiesto a Kaori di sposarla. Lei ha accettato subito, solo che volevo che lei avesse un marito a tutti gli effetti anche per la legge. Volevo darle in qualche modo una vita normale. Allora sono andato da Saeko e le ho detto che era giunto il momento di pagare tutti i suoi debiti. All'inizio si era rifiutata perché era illegale quello che le avevo chiesto, le ho risposto che ogni volta che lei veniva a darmi un incarico era illegale ciò che faceva. Perciò attraverso imbrogli e quant'altro mi hanno costruito un'identità, Seitaro Aoki, è, inoltre, per la legge figlio di Doc. Doc mi aveva portato quella foto quando gli avevo chiesto se poteva aiutarmi a creare la mia nuova identità. E' stato il suo regalo da padre. Sui miei documenti c'è scritto che sono nato il 26 marzo. Ho tentato invano di far risultare che avessi 20 anni ma Kaori mi ha martellato. Inoltre ho deciso di crearmi questa identità per sviare i miei nemici, in modo che non risalissero a Kaori per arrivare a me, certo non è mai stato facile, ma almeno è un modo come un altro per proteggerla.

Per la legge è la Signora Aoki. Per la legge del cuore è la Signora Kaori Saeba.

Siamo andati in comune vestiti con dei jeans, abbiamo sbrigato tutte le questioni burocratiche mettendo la firma di Satori Aoki, una rottura, non sopporto la burocrazia. Poi il giorno dopo l'ho sposata in riva al mare, di fronte alla villa che ci ha visti unire. Lì l'ho sposata come Ryo Saeba, davanti ad un prete le ho giurato eterno amore e le ho dato l'anello. Lei era bellissima, me la ricordo come se fosse qui davanti a me ora. I capelli ramati, il trucco leggero, un vestito color panna con un corpetto con delle perline e poi la gonna svasata di pizzi e seta. Portava un velo lunghissimo. L'ha accompagnata Umi all'altare. Mi ero vestito di tutto punto. Capelli apposto ed avevo persino messo la cravatta. Lei è arrivata all'altare, mi ha guardato, poi ha preso mi ha slacciato la cravatta, ha aperto i primi bottoni e mi ha scompigliato i capelli dicendomi: “io oggi sposo Ryo Saeba”. Ho capito che avevo sprecato davvero troppo tempo, lei non voleva la vita perfetta, lei voleva me come sono, senza maschere. L'ho baciata ancora prima di cominciare la cerimonia, di sottofondo la hola dei nostri amici. Poi c'è stata la prima notte di nozze. Aveva al posto della giarrettiera una fondina cosciale di cuoio, mi ha detto che la Signora Saeba non poteva stare senza. Non l'ho fatta uscire da quella stanza per quattro giorni. Ovviamente Mick si è vendicato per il mio addio al celibato, con una scusa da una spogliarellista mi ha fatto legare, solo che poi mi hanno caricato e messo in mezzo alla via a luci rosse di Shinjuku, mi hanno messo un cartello con su scritto “LO STALLONE DI SHINJUKU E' STATO DOMATO” sono rimasto lì fuori tutta la notte, alla faccia del mio migliore amico.

Che dire di Kaori, siamo rimasti gli stessi, ovvero litighiamo, mi martella a più non posso, a volte quando litighiamo seriamente per il lavoro finisce anche peggio. Siamo due ostinati. Il copione è il solito io insisto su una cosa, lei vuole fare tutto il contrario, urliamo, lei si accende, i suoi occhi si infiammano, pieni di passione allo stato puro, allora le salto addosso dovunque ci troviamo, facciamo l'amore, dopo ricominciamo a litigare e torniamo a far l'amore. Un circolo vizioso. Ogni tanto dormiamo separati. Ma per gioco, le ho detto che devo recuperare anni di visite notturne nei suoi confronti, allora la spedisco a dormire nella sua ex camera, mi piazza trappole però la raggiungo sempre. Qualche volta sbattiamo le porte e lei esce per fare un giro dicendomene di tutti i colori. Oppure dormo appeso nel futon in terrazza quando c'è qualche nuova cliente carina, lei mi urla che sono la vergogna del Giappone. Però poi mi libera perché dice che non le piace dormire da sola. Capita alle volte, da quando ci siamo sposati, che mi dica che chiede il divorzio, io le dico che può divorziare da Aoki ma di Ryo Saeba non si libererà mai. L'amo come il primo momento che l'ho vista se non di più.

Questi anni non sono stati tutte rose e fiori, l'hanno rapita diverse volte, hanno attaccato la nostra casa, non mi scorderò mai una sera, era forse giugno, stavamo risalendo in casa , io avevo la bambina in braccio. Avevamo sentito entrambi che c'era qualcuno in casa, le stavo dando in braccio la piccola, ma lei ha preso la Colt, ha spalancato la porta del soggiorno, si è avventata sull'intruso, gli ha tirato un pugno sul naso e poi un calcio in mezzo le gambe, infine una martellata dicendogli che il salotto era appena stato risistemato e non voleva che il primo pivello lo rovinasse per l'ennesima volta. Insomma una furia, il suo carattere battagliero non si è mai calmato, anzi. Però ha sempre quel sorriso che ti apre l'anima. Chi è la bambina? La bambina...Credevo che la mia vita fosse stata sconvolta meravigliosamente con Kaori, che nient'altro sarebbe stato all'altezza. Invece sette anni fa Kaori, un po' preoccupata, mi ha detto che era rimasta incinta. Non so cosa mi è preso, diciamo che sono rimasto turbato, più che altro perché non sapevo se ero in grado di fare il padre. Ovviamente mia moglie mi ha capito subito, sa che ho bisogno dei miei tempi, ha lasciato scorrere qualche giorno, poi mi ha mostrato la prima ecografia, alla vista di quel puntino non ho capito più niente, avremmo avuto un figlio nostro, sono esploso per la felicità. Ho accompagnato Kaori alle visite successive, il medico ci diceva che possibilmente era un maschio, ho urlato dalla finestra dello studio medico che lo Stallone di Shinjuku stava tornando, Kaori mi ha schiantato sul muro a martellate urlandomi porco. Qualche mese dopo, sempre al controllo, abbiamo scoperto che lo stallone era invece una bambina, ho recepito figlia femmina...che un giorno diventerà donna, apriti cielo, ho urlato che mia figlia doveva stare con il suo adorato padre e che nessun uomo doveva avvicinarsi alla mia bambina. Ho dato di matto. Kaori scuoteva la testa, mi ha visto per mezzora urlare questo ritornello. Mia figlia non avrebbe visto nessun altro uomo se non il suo adorato papà. Maya è nata in dicembre, avevo visto di tutto nella mia vita ma quando ho visto i mia figlia è stata una scossa. Non potevo credere che io avessi creato quel miracolo, quel visino rosso, paffuto e pieno di capelli era mia figlia, era talmente piccola che a momenti mi stava in una mano. Io che avevo le mani sporche di sangue avevo creato questo piccolo miracolo, avevo dato la vita. La sua prima notte di vita l'ho passata a guardarla abbracciato a Kaori ringraziandola di avermi reso padre. Maya cresce a vista d'occhio, pensare che ha già sette anni, ha i capelli ondulati color ebano e due occhioni neri e vispi , sono decisamente i miei, quelle due pozze nere mi guardano, mi cercano e mi fanno andare in defibrillazione, i lineamenti sono tutti di Kaori, soprattutto ha le fossette come le sue quando ride, e posso dirlo non c'è cosa più bella al mondo. Maya è come dire, esplosiva. Spavalda, una guerriera, non te le manda certo a dire, impulsiva se si mette in testa di fare qualcosa non la smuove nessuno, testarda, si mette le mani sui fianchi e ti guarda con aria di sfida, sembra che ti possa polverizzare, poi quando meno te lo aspetti, arriva lì e ti fa una carezza, sgrana gli occhi, ti guarda come se fossi l'unica persona al mondo che conta per lei e mi chiama “papo” e li mi sciolgo e non riesco a negargli niente. Del resto da due testoni come me e Kaori di certo non poteva nascere che un'altra testona. Però quando ogni tanto gli incubi mi sorprendono in piena notte, basta che mi alzi e vado nella sua cameretta, la guardo dormire e tutto si calma, vedo che respira tranquilla, ogni tanto capita che si sveglia, mi guarda e mi dice “acqua papo” e dopo averle dato da bere mi sorride, le faccio una carezza e mi rassereno vicino alla mia bambina. Potrei stare giorni a guardarla. La mia casa dall'odore da sparo che aveva ora ha odore di borotalco, pappe, pennarelli e quant'altro. Al mattino viene Maya a svegliarmi, mi sbaciucchia dicendomi che sono il suo papo pigrone. Per mia fortuna non va molto d'accordo con il figlio di Mick, lui si avvicina e lei lo prende a mazzate, sbuffa addirittura dice che è tonto, però quando vede che magari Tom ha messo il broncio più lungo va lì e gli da la mano. Devo fare un bel discorsetto a quel Tom.

City Hunter continua ad essere una leggenda metropolitana, un uomo che combatte la criminalità nascosto nell'ombra, solo che non tutti sanno che ora City Hunter è una vera e propria unità. Mi sono reso conto che io ero stato fortunato, dopo tutto quello che avevo passato avevo incontrato chi avesse finalmente fatto rinascere in me un uomo. Il calore di una famiglia. Volevo in qualche modo sdebitarmi con quel qualcuno lassu' aiutando chi avesse avuto il mio stesso destino. Nel mondo ci sono tante guerre e altrettanti bambini e ragazzi che con pistola e fucili alla mano devono combattere per la propria sopravvivenza. Lavoriamo tutti su questo progetto in parallelo con il lavoro di City Hunter. Riusciamo a far arrivare qualche gruppo di ragazzi costretti a quel mondo tetro, li prendiamo sotto la nostra ala e cerchiamo di catalizzare tutta quella rabbia che hanno verso la vita in qualcosa per cui aiutano gli altri. Sono ragazzi difficili, sono come ero io dopo la guerra, la voglia di distruzione è dentro di loro. Il progetto è partito nove anni fa. Saeko attraverso le sue conoscenze riesce a contattare le associazioni umanitari per far arrivare qui i ragazzi, solitamente ne arrivano due o tre all'anno, so che non sono molti ma per cambiare bisogna cominciare da uno.

Questi ragazzi arrivano a Tokyo dopo aver vissuto l'inferno, ovviamente non si fidano di nessuno. Doc e Kazue si occupano della parte che riguarda la loro saluta sia fisica che psicologica; io, Falco e Mick gli insegniamo i rudimenti del mestiere di City Hunter, dalle armi, alla lotta corpo a corpo, a sviluppare l'intuito, ed infine Kaori con Miki cercano in qualche modo a creare in loro la fiducia e di far rinascere in loro il bisogno di vivere e non solo di sopravvivere. Arrivano ragazzi di ogni età. Non scorderò mai il primo gruppo. Erano tre ragazzi tra i 15 e i 18 anni. Erano natii della Cambogia. Abbiamo cercato di dargli tutto ciò che potevamo, alla fine tutti e tre sono tornati nel loro paese, il più piccolo ha abbandonato le armi e ha deciso di studiare per fare il medico, gli altri due agiscono nell'ombra e cercano di fare il nostro stesso mestiere nel loro paese sostenuti dal governo, aiutando chi ne ha bisogno. Poi ne sono arrivati altri e altri ancora, City Hunter è in tutto il mondo. I ragazzi di City Hunter sono coloro che per vivere vogliono aiutare gli altri. E' quello che cerchiamo di insegnargli, vivere da essere umani. Sappiamo che non possiamo salvare tutti, questa è una goccia nel mare. Ci sono stati momenti difficili e di scoraggiamento ma abbiamo tirato avanti. C'è stato un momento in cui anche io ho dubitato di quello che facevamo. Avevo perso uno di loro. E' successo circa quattro anni fa. Era arrivato un gruppo di due ragazzi e una ragazza, tutti e tre sedicenni. Per la precisione sono Matt, Shion e Shan-in. Matt arrivava dal centro america, Shion e Shan-in dalla Thailandia. Tutti e tre erano finiti tra i ribelli. Avevano ricevuto il mio stesso addestramento. I loro occhi pieni di sfiducia e di rabbia. Tutti e tre ci avevano colpito, erano abilissimi con le armi. Abbiamo cercato di fare lo stesso lavoro che abbiamo fatto per gli altri. Solo che Matt non c'è l'ha fatta, a metà programma è scappato, si era unito a degli yakuza e faceva loro da tirapiedi. Purtroppo, con il lavoro che facciamo, se stai dall'altra parte, sai che ti ci scontrerai con noi, e così fu. Incontrammo Matt con Shan-in mentre cercavamo di smantellare il gruppo di yakuza di cui lui faceva parte che si occupava di trafugazione di organi nel nostro paese. Ricordo che ci fu una terribile sparatoria, Shan-in fu costretta a battersi con Matt. Shan-in ebbe la meglio colpendo con un proiettile Matt, uccidendolo. A quel punto temevo che avrei perso anche Shan. E' stato un colpo tosto da digerire per tutti. Shan era sconvolta, non lo dava a vedere ma leggevo nei suoi occhi e vedevo che perdeva la speranza, aveva dovuto uccidere il suo compagno. Io non ero messo meglio, ero incazzato con il mondo, perdere Matt era un fallimento, avevamo fallito nell'aiutare un ragazzo, non riuscivo a perdonarmelo. Kaori, fortunatamente c'era lei al mio fianco. Ha fatto in modo di scuotermi facendomi concentrare su Shan-in e Shion. Shion è stato il più forte, ci aveva fatto capire che Matt aveva scelto di stare da quella parte e che la sua scelta aveva avuto delle conseguenze, ci chiese di rimanere a Tokyo per continuare ad aiutare gli altri, Lucciolone lo ha preso con sé. Gli da una mano al bar e lavora come sweeper nella nostra città. Shan-in invece non voleva parlare, Doc e Kazue ci avevano provato in tutti i modi. Poi Kaori si avvicinò a lei, io non demordevo e mi occupavo personalmente della sua riabilitazione. Una mattina mentre ci allenavamo, Kaori venne da noi con Maya. Ovviamente mia figlia mi saltò in braccio per salutarmi, Shan-in abbassò gli occhi e fece in modo di divincolarsi. Credo che lei senza genitori non aveva mai provato un abbraccio del padre. Kaori si avvicinò a lei e l'abbracciò. All'inizio cercò di divincolarsi, ma Kaori non demordeva, le sussurrava che doveva fidarsi di lei, che avrebbe avuto una famiglia, che lei era viva. Maya si avvicinò a loro, prese una mano di Shan e le sorrise, a quel punto la ragazza cominciò a piangere, pianse tutte le lacrime che non aveva pianto in tutta quel tempo, Kaori non la lasciò consolandola. Come una madre. Quella sera stessa facemmo entrare Shan-in nella nostra famiglia, le avevamo detto che noi saremmo stati la sua famiglia se lei lo voleva. Pian piano si abituò a quella nuova situazione, finalmente nascevano dei sorrisi nel suo volto. Maya le saltava in collo contenta di avere una sorella maggiore. Noi l'abbiamo considerata come se fosse nostra figlia. Ci chiamava Ryo e Kaori. Un paio di anni dopo che era con noi però sentiva di far parte della nostra famiglia. Mi aiutava nel lavoro di sweeper però la sera rientravamo a casa come padre e figlia. Una mattina io e Kaori stavamo litigando per il lavoro, avevamo alzato i toni, urlavamo da un po'. Shan entrò in soggiorno senza pensarci cominciò a dirci “mamma, papà basta urlare mi farete scoppiare la testa sia a me che a Maya!” ci aveva chiamato mamma e papà. Kaori le corse in contro abbracciandola, io mi avvicinai e le accarezzai la testa. Sentiva che noi eravamo i suoi genitori, lei era diventata Shan-in Saeba. Ora Shan-in ha vent'anni. E' bella e ha il suo bel caratterino, si è lasciata andare ed è una ragazza molto intelligente; sappiamo tutti che Shion le muore dietro, lei invece guarda da un’altra parte, fa finta di non vedere, in questo mi somiglia, evidentemente non è ancora pronta per l'amore, ma arriverà il suo tempo. Conosco mia figlia.

Abitiamo sempre nello stesso palazzo. Il poligono rimane sempre uno dei miei posti preferiti, di notte quando non riesco a dormire vado lì e mi scarico. Ma un altro dei miei posti preferiti è il salone. E' rimasta la foto che ho fatto ingrandire di me e Kaori al tramonto, poi si sono aggiunte tante altre, il nostro matrimonio, la mia di bambino, quella di Maki, Kaori da bambina, una foto con noi quattro insieme a Natale, le foto con gli amici, le foto di Maya. Le foto delle vacanze. E poi quelle di gruppo, tutti i ragazzi che passano da noi. Sono anche appese da Doc. nella maggior parte i ragazzi sorridono. Mi sprona ad andare avanti in quello che faccio. Non per ultima abbiamo una foto di gruppo. Ci siamo tutti. La nostra grande famiglia. Ogni anno si allarga sempre più per dare spazio ai nuovi arrivi. Nell'ultima ci siamo io, Kaori, Maya, Shan-in, Umi, Miki, Kyko, Kyoko, Shiro, Shion, Kazue, Tom, Mick, Saeko e il giudice e Doc che tutti i ragazzi chiamano nonno. Io e la mia famiglia. Si sono un uomo fortunato.

Sono ancora vivo per il momento, ricordarmi dei momenti della mia vita mi ha distratto da questa tortura che sto subendo. Cerco di riprendere il controllo ma nella condizione in cui sono non riesco, non posso, sono in balia del mio torturatore. Sento il mio cuore pulsare, bumbumbumbumbum. Faccio un respiro profondo. E poi basta non sento più niente.

- Ehi Ryo siamo arrivati, sei imbambolato?

- Kaaaaoori a momenti mi fai prendere un infarto. Ti sembra questo il modo di guidare la moto? Abbiamo sfiorato i 180!

- Dai non farmi la ramanzina, sei diventato vecchio!

- Non dire stupidaggini! Vogliamo parlare dell'impennata?!

- Un gioco da ragazzi! E poi me l'hai insegnata tu!

- Giuro che me la paghi Kaori, al ritorno guido io.

- E come me la vorresti far pagare?

- Gli altri con le macchine non arriveranno prima di un'ora... un'idea c'è l'avrei. Vieni qui....

- Non cambi mai, vero?!

- Se non fossi così non mi ameresti...

La mia torturatrice è Kaori. Ogni anno, quando veniamo al mare, lasciamo che gli altri vengano in auto, mentre io e lei veniamo in moto e ovviamente vuole a tutti i costi guidare lei, non si è calmata per niente anzi con la moto è spericolata e a pagare le conseguenze sono io. Ma ora mi vendico, vieni bella mia, che per un'oretta non ti liberi di me. Naturalmente è l'antipasto, stanotte ti do il resto.

Cingo per la vita Kaori, lei affonda le mani nei capelli e mi salta in braccio, la bacio, ed è come baciarla per la prima volta, ogni volta è una scoperta. Non so cosa ci riserverà il futuro. Ma finché ho accanto lei sono un uomo completo.


Fine




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Sketch! Di come Titinina ha rischiato di prendere pomodori!

Titinina: Dai Ryo forza esci fuori!
Ryo: Ma perché devo uscire?!
Titinina: Perché per colpa tua stavamo rischiando di prenderci le uova!
Ryo: Tu scrivi e io mi devo mettere alla gogna?
Titinina: Si certo è stata tua l'idea!
Ryo: Non è vero! E' la tua mente malata che ha messo di mezzo quel Seitaro Aoki! Poi che nome è?!
Titinina: Non è vero, tu me lo hai suggerito! Perciò vieni fuori!
Ryo: No!
Titinina: Si!
Ryo: Noooo non voglio, sono lo Stallone di Shinjuku!
Titinina: Ryooooo se non la smetti nella prossima FF ti faccio diventare impotente...
Ryo: Eccomi signore prostrami al vostro cospetto, è tutta colpa mia, Seitaro Aoki è tutta una mia invenzione malsana per farvi stare sulle spine - maledetta autrice... sei contenta?! ora però niente impotenza...
Titinina: Dai non fare così... nella prossima FF ti faccio fare questo..pspspspspspspspsp e poi quest'altro pspspspspspsps
Ryo: Davvero?! Ma se facciamo anche questo pspspspspsps....?!
Titinina: Si mi piace! Bravo! Ogni tanto sei anche perspicace... Mi stupisci!
Ryo: Grrrr.... Io sono sempre perspicace e bello e anche mokkoroso... Sapete che vi dico?! Siccome i pomodori dovete tirarli all'autrice venite a scrivere XYZ a Shinjuku e vi do l'indirizzo di quella megera di Titinina...
Titinina: Megera????!!!
Ryo: Si è ovviamente il compenso mie signore adorate è in MOOOOKKORI!!!

Titinina tiene per la giacca Ryo mentre lui cerca di avventarsi su chi ha letto la FF con la sua faccia da maniaco...

Titinina: Forse non è stata una buona idea metterlo in mezzo...

Tutti: Titinina te la sei cercata....

Vabbè chi fa da sé fa per tre... Ryo fuori dalle balle...
Devo scusarmi per la storia di Seitaro Aoko, all'inizio l'epilogo doveva essere unico, ma quando mi è venuto in mente la seconda identità bè l'idea era proprio servita su un piatto d'argento... Chiedo venia, ma la suspance è una cosa che mi piace (ghghghgh ghigno malefico)... Spero di non essere presa troppo a pomodorate. Però il finale spero sia di vostro gradimento!
Grazie ancora per aver letto questo mio piccolo lavoretto, sapere che vi ha strappato un sorriso e che vi ha fatto emozionare mi da grande gioia. In questo periodo e soprattutto oggi, per me è una bruttissima giornata, la vita è una continua sfida e si vede che con me ha un conto aperto, ma non vi voglio tediare. Sappiate solo che è come se avessi scritto il famoso XYZ sulla lavagna e Ryo & Co. sono corsi in mio aiuto e loro mi strappano un sorriso nei momenti bui. Costruire una nuova storia per loro mi aiuta a superare le mie giornate difficili e condividerle con voi è il modo migliore per esorcizzare le fasi negative.
Questo capitolo è dedicato a chi ha commentato e chi legge soltanto ma mi fa un immenso piacere, non è la storia del secolo, ma fa sempre piacere

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