Live the dream

di SilvyaStyles
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Please love me x ***
Capitolo 2: *** Baby you light up my world like nobody else ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 6 ***
Capitolo 6: *** capitolo 7 ***
Capitolo 7: *** capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Please love me x ***


-a Rosalinda, futura moglie di Payne che mi ha aiutata a scrivere questo libro-

 

PROLOGO:

sapete, ho sempre pensato che un giorno avrei incontrato qualcuno che avrebbe cambiato la mia vita. E da quando ho saputo dell'esistenza di cinque ragazzi inglesi, che formavano una band da quasi un anno chiamata “One direction”, mi sono ancora più convinta che la persona che avrebbe cambiato la mia vita fosse una di loro.
Mi sono innamorata di Harry Styles, sapete il ricciolino?? ovvio che lo conoscete! so che è un sogno impossibile, e che ogni sua fan vorrebbe averlo accanto anche solo per un momento. So anche che ci sono directioner che abitano molto più vicine a lui. A tutti i One direction.
Ci sarebbero così tanti ostacoli da superare che mi vengono i brividi: la distanza, la lingua diversa, la timidezza, l'insicurezza, la paura. Diciamocelo, quale directioner non sogna di incontrarli? E le più fortunate, che hanno già realizzato il loro sogno, sperano di poterli riabbracciare, perché quando li vedi una volta, chi se li dimentica più? Vogliamo parlare di quei sorrisi che dalle foto riescono a scioglierti? Figuriamoci visti di persona! Ma per me, una sognatrice che vive a Pesaro, tra la scuola e i compiti, gli amici e i mille pensieri, i miei sogni su i One direction restano e resteranno solamente sogni.
Chiusi in un cassetto di cui non esiste la chiave, imprigionati per sempre nel mio cuore, costretti a soffrire senza poter uscire fuori. Si, perché diciamocelo, com'è possibile poterli incontrare? La mia più grande fortuna sarebbe andare ad un loro concerto e urlare il loro nome, unirmi al coro delle altre fans, ma... ma non sono l'unica che prova questi sentimenti, e sarà questione di giorni, mesi (al massimo) e Harry, e forse anche tutti gli altri, si impegneranno con una ragazza più adatta a loro, rispetto a me, che non c'entro niente con la sua categoria. Si metterà con una modella probabilmente, quel ricciolino stupendo, chi se lo lascerebbe scappare? Io vorrei solamente entrare nella sua mente, solo per un secondo, e sussurrargli tutto l'amore che provo, l'amore che non sarà mai ricambiato, e che io non pretendo sia ricambiato. Perché fa male saperli così distanti, così lontani da te, e ti fa rabbia non poterti sfogare, non poter passare del tempo con loro o incrociarli nella tua stessa città. Amore platonico, semplice cotta, la chiamano i genitori, dicendo che accade così quasi per tutte le ragazzine che adorano i propri idoli. Ma sapete cosa? Non è vero. Non è vero affatto. Se una persona si può innamorare di uno straniero, che non è famoso, perché noi, fans, non possiamo innamorarci di cinque stranieri? È la stessa identica cosa, solamente che noi , ci siamo innamorate di Harry, di Liam, Niall, Louis e Zayn. Ci siamo innamorate e nessuno può guarirci. Quante altre come me, Blondie, non sognano di incontrarli? Di sfiorargli la mano, di abbracciarli, di sapere come sono in realtà, di passare un po' di tempo con loro, di avere un autografo da mostrare alle amiche e da appendere al centro della stanza. E quante, non potendoli incontrare dal vivo, scrivono disperatamente su twitter tantissimi messaggi rivolti a loro, nella speranza che uno dei cinque, magari il loro preferito, li possa leggere? Ce ne sono milioni, che aspettano questo momento, ce ne sono quante ne vuoi. La chiamano “One direction obsession”, la nostra passione incondizionata per loro, il nostro affetto senza limite. Si, sono solo una directioner, è vero, una che tiene nascosto il suo desiderio di incontrarli, fingendo che tutto vada bene, ma la verità è che, se sei una vera directioner, anche tu saprai come loro ti hanno cambiato la vita.

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Capitolo 2
*** Baby you light up my world like nobody else ***


"Blondie” 1

 

Aprii il solito sito sulle notizie dei miei idoli, i One direction. Lo facevo ogni giorno, alla stessa ora. Non succedeva mai niente di nuovo, oltre a qualche falsa notizia sui loro flirt. Ogni giorno ero sempre più scoraggiata, possibile che non facessero concerti in Italia? Una volta erano venuti, a Milano, e io me li ero persi. Controllai tutte le news scorrendo velocemente le pagine, quando una, con uno sfondo rosso, che non avevo mai visto, attirò la mia attenzione: grandi caratteri evidenziati di blu annunciavano parole che io non riuscivo a mettere in ordine a causa dell’emozione.
Era vero quello che stavo leggendo? Rilessi meglio: "attenzione fans italiane! I One direction verranno in Italia, a Roma! Affrettatevi a comprare i biglietti per il concerto e a partecipare al concorso per il meeting!"
Meeting? Davvero qualcuno avrebbe avuto la fortuna di incontrare i miei cinque ragazzi da vicino e scambiarci quattro chiacchiere come se fossero delle persone comuni? Si. Dovevo assolutamente partecipare, mettermi all’opera, accaparrare i posti migliori e iniziare a scrivere i cartelloni.
Ma prima dovevo chiedere il permesso ai miei, e sarebbe stato abbastanza difficile. Okay prima di tutto mi presento: mi chiamo Blondie e la mia compagna di banco, nonché fan sfegatata dei 1D si chiama Rose. Frequentiamo il primo superiore ad un istituto tecnico di Pesaro. Più o meno amiamo i One direction da un anno, ma non siamo mai riuscite a vederli dal vivo o a contattarli. Insomma tornando a quel giorno, chiusi il computer al volo appena i miei genitori tornarono a casa dopo il lavoro e mi preparai un breve discorso. Aspettai che avessero finito di pranzare, e mi presentai con un sorriso in faccia che chiedeva attenzione.

“ciao mamma! Ciao papà!” feci allegra

“ciao! Come è andata oggi a scuola?” mi chiese la mamma

“oh, benissimo, ho preso un nove ad informatica” ancora oggi ringrazio la professoressa per avermi messo quel voto.

“davvero? Bravissima, si vede che ti piace la materia” esclamò papà. In realtà io e Rose andiamo bene a scuola, non abbiamo problemi, più o meno abbiamo la media dell’otto in tutte le materie.

“eh già” restai ferma in piedi ad aspettare che mi facessero quella domanda che aspettavo da cinque minuti. Mia madre alzò lo sguardo e mi chiese: “ti serve qualcosa??” perfetto. Me lo aveva chiesto.

“ehm.. in realtà si… volevo chiedervi una cosa, ma so già che mi direte di no”

“ma no dai cosa può essere? Dai dicci” esclamò mamma.

“voi sapete quanto amo quel gruppo….”

“chi? Quei cinque inglesi che mangiano carote?”

“ehm.. esatto..”

“e quindi?” fece papà con fare sospetto.

“ecco, finalmente dopo un anno vengono in Italia!!”

“dove?” mi chiesero all’unisono i miei genitori.

“a Roma.. dista solo qualche ora da qui. I biglietti li comprerei su internet, poi prenderei il treno con Rose, e pagherei tutto io!” i miei si guardarono per un secondo.

“ci dobbiamo pensare. È comunque un viaggio, che costa, e che comporta rischi… tra poco di facciamo sapere”

“okay…” me ne tornai in camera ansiosa di sapere una risposta e intanto scrissi un messaggio a Rose: “one direction. A Roma. Tra un mese. Ci andiamo? I miei forse mi dicono di si.. i tuoi? Fammi sapere, dobbiamo andarci. E partecipare al concorso per il meeting. Potremmo incontrarli ti rendi conto????” subito mi arrivò la risposta: “cosaaa?? Stai dicendo sul serio? No, perché se è così io muoio! Io ci vado, non mi importa quello che dicono i miei genitori!!” prima di poterle rispondere, mio padre bussò alla porta e mi fece cenno di venire in sala. Sembrava un processo.

“Blondie, ci abbiamo pensato su e abbiamo deciso che puoi andarci. Hai sedici anni e ci sembra ingiusto non mandarti al concerto anche questa volta. Ma solo al patto che tu pensi al biglietto e che Rose venga con te. Al viaggio ci pensiamo noi” disse mamma.

“cosa???? Ma è ovvio!!! Non ci posso credere, grazie!!!!” li abbracciai. Avrei davvero visto Harry, Niall, Louis, Liam e Zayn?? Impossibile. Ricevetti un messaggio da Rose: “mi hanno detto si!! Assurdooo!!!” la chiamai: “Rosee! Anche a me hanno detto di si!!! Prendo subito i biglietti!! E partecipiamo al meeting! Sono troppo felice!!!”

“A chi lo dici!!!” subito andai verso il mio computer, lo accesi e cliccai sul sito dove avevo letto la fantastica notizia. Ritrovai la pagina e lessi dove potevo partecipare al concorso.
Digitai il nome del sito: il meeting veniva offerto da una radio di Roma e solo quattro fortunate avrebbero potuto incontrare i ragazzi, fargli qualche foto, un’intervista ed avere il loro cd autografato.
Decisi che avremmo tentato.
Di sicuro non saremmo state noi le vincitrici, ma almeno avremmo potuto dire di averci provato.
Cliccai su: partecipa, mi iscrissi e feci lo stesso inserendo i dati di Rose, che me li aveva invitati tramite cellulare.
Se avessimo vinto ci sarebbe arrivata entro una settimana una cartolina con tutte le informazioni. E sperai tanto che arrivasse a noi. Poi prenotai i biglietti on-line, il costo non era elevato, venti euro a biglietto, si poteva fare. Sembrava tutto a nostro favore ed io ero sempre più felice. 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


"Blondie" 2

 

La settimana passò davvero troppo in fretta, tra la scuola, gli incontri pomeridiani con Rose per i cartelloni e l’estenuante attesa per quella cartolina. Era venerdì, praticamente la fine della settimana, e l’ultimo giorno in cui il corriere consegnava pacchi o lettere.

Ormai ci avevo perso le speranze, e anche Rose. Quel venerdì tornata da scuola mi precipitai verso la cassetta della posta e ansiosa la aprii: non ci trovai nulla. Cosa mi aspettavo? Davvero pensavo di avere qualche speranza?

La richiusi con forza e entrai a casa piuttosto infuriata. Buttai lo zaino per terra e per poco non vidi nemmeno mia mamma che era tornata prima dal lavoro.

Mangiai con un muso lungo e parlai molto poco. Il solo pensiero che qualcun’altra li avrebbe visti da molto vicino, e magari anche per la seconda volta, mi faceva andare in fiamme lo stomaco.
Poi mia madre, che si chiama Nadia, arrivò con una busta da lettere bianca in mano e mi disse: “questa mattina come sono tornata c’era questa nella cassetta della posta. Non l’ ho aperta perché ho visto che era per te. Tieni” mi porse la busta.
Mi tremavano le mani dall’emozione. Non osai leggere cosa c’era scritto all’esterno, ma mi limitai solamente ad aprirla.
Era una cartolina.
La girai sul davanti e vidi il viso adorabile di Harry, Louis e gli altri.

Stavo per svenire. La aprii e lessi: “ti vogliamo informare che sei una delle quattro fortunate che incontrerà i One direction! Sappiamo che stai già saltando sulla sedia!” lessi il resto delle informazioni, che mi dicevano a che ora e dove avrei dovuto incontrarli. Rimisi la cartolina nella busta e annunciai la notizia a mia madre: “mamma, mamma, ho vinto, ho vinto!!!” l’abbracciai. “cosa hai vinto???” lei era perplessa.

“ho partecipato al meeting per incontrare i One direction, e indovina?? ho vinto!!!” mamma sorrideva felice.

“bene sono contenta per te, e Rose? Anche lei?”

“giusto! Devo chiamarla!” corsi in camera mia e la chiamai: “pronto Rose? Non puoi capire!”

“nemmeno tu! Stavo per chiamarti!” rispose lei entusiasta.

“okay, dimmi prima tu!!”

“mi è arrivata la cartolina, non è assurdo???” si! Anche a lei!

“anche a mee!! che bello, davvero mi sembra tutto un sogno non posso crederci!”

“nemmeno io e tra pochi giorni questo sogno si avvererà! Sono troppo felice!”

“a chi lo dici!” passai le settimane seguenti prima del concerto a finire le verifiche e a preparare le domande da fare ai ragazzi quando me li sarei trovati di fronte. Molto probabile che sarei svenuta appena avessi visto da lontano un riccio di Harry e che mi sarei risvegliata quando l'intervista fosse terminata.

Ma io ci provavo lo stesso, perché mi era stata data questa occasione e di certo non l'avrei sprecata. Non a tutte può capitare di avere tanta fortuna. Arrivò troppo in fretta il giorno prima del concerto e stavo tremando dalla gioia.
Mi addormentai alle due di notte con un sorriso stampato in faccia.

Io e Rose partimmo alle sette di mattina, con lei che predicava in continuazione dicendo di avere sonno: “Rose, non puoi avere sonno, stiamo per incontrare tutti i One direction, smettila!” le ripetevo io.

Prendemmo il treno per Roma alle otto e tutte assonnate ci addormentammo, o almeno Rose si addormentò, per tutto il breve viaggio. Roma era troppo calda, eravamo ad Agosto, e la gente era tutta sfinita dal sole.
Ma noi no: noi eravamo due adolescenti risolute, munite di due biglietti per il concerto della nostra vita, troppo contente per preoccuparci del caldo. Pensammo che forse sarebbe stato meglio se ci fossimo data un' aggiustata prima del concerto e del meeting, ma non potemmo. 


Dovevamo correre ed andare a prendere i posti. Dopo aver mangiato un panino, andammo nel teatro dove Liam, Harry, Zayn, Louis e Niall avrebbero cantato tra poche ore.

C'erano già tante ragazze, ma per fortuna un posto verso la quinta fila riuscimmo a trovarlo.
Fu un'attesa estenuante, io e Rose chiacchierammo per le cinque ore seguenti, aspettando che il teatro si riempisse.

C'erano i musicisti che accordavano gli strumenti, visto che i One direction non sapevano suonarne nessuno, tranne Niall, che era un chitarrista per passione.
Si fece sera, su Roma, quando ad un tratto dall'altoparlante si sentì una voce che esclamava: “forza, accanite fans dei 1D, tra poco inizierà il concerto che attendevate da sempre!” sembrava che quell'avviso fosse rivolto solamente a me e Rose.
Subito tutte le ragazze applaudirono esultanti e urlarono i nomi dei cinque ragazzi.
Solo pochi secondi mancavano, pochi minuscoli secondi che dividevano noi dai One direction, ma passarono in fretta, e in pochissimo tempo li vidi entrare correndo sul palco.
Non riuscivo nemmeno ad urlare, ero paralizzata.

Rose invece saltellava tutta emozionata. La prima canzone che cantarono fu “I WANT” e quella la cantai. A dirla tutta, cantai ogni singolo pezzo che fecero, li sapevo tutti a memoria.
Durante tutto il concerto Harry e gli altri non si girarono nemmeno verso la nostra direzione, guardavano fisso, tanto che pensai che ci fosse qualcuna che aveva attirato la loro attenzione. Mi rattristai all'ovvio pensiero che loro avessero già una ragazza.
Il meeting ci sarebbe stato subito dopo il concerto, dove ci saremmo presentate dietro le quinte e avremmo mostrato la cartolina che ci era arrivata. Ci avrebbero poi portato da loro.
Tremavo tutta quando alla fine Harry disse: “Italy, we love you! All our fans are fantastic, thanks for all!!”era giunto il momento di incontrarli.

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


 

 "Blondie" 4

 

I giorni passarono con Rose che si era accampata a casa mia, la scuola, sempre noiosa, con le ore che ultimamente sembravano sempre più pesanti a causa del pensiero fisso degli occhi di Harry che mi tamburellava in testa. Lo pensavo in continuazione, più di prima, più di un ossessione. Guardando una sua foto mi veniva in mente il suo ricordo sul pullman quando per un attimo i suoi occhi avevano incrociato i miei per poi passare a chiacchierare con Louis senza calcolarmi per niente. Ma io ero felice, avevo realizzato il mio unico sogno: incontrarlo almeno una volta prima di morire. E io c’ero riuscita per ben due volte, e questo mi rendeva troppo felice, tanto che se ci pensavo, mi spuntava un sorriso senza nemmeno che me ne accorgessi. Ma la realtà era un’altra, avevo un terzo superiore da finire e dei voti da mantenere alti, degli amici da ascoltare e dei genitori dispersi all’estero non si sa dove e che noi avevamo rinunciato a cercare. Passarono due mesi, nessuna possibilità di togliermi Harry dalla mente, come Rose non poteva dimenticare Liam che le sorrideva. Ero come in una bolla che non sarebbe scoppiata mai. Libri e libri da studiare, noiose pagine di storia pesanti quanto una casa. Era un sabato di metà ottobre, tirava un po’ di vento ed il mio look lasciava decisamente desiderare: portavo un cappello nero sui miei capelli biondi e indossavo un giubbotto che mi faceva sembrare un pinguino. Per non parlare degli stivali che avrei dovuto ricomprare. Decisi di uscire, visto che Rose doveva finire i suoi compiti ed io non avevo nulla da fare. La casa quel giorno mi stava stretta e così mi avviai verso la porta. Presi le chiavi, salutai la mia nuova coinquilina e iniziai il mio giro per Pesaro. Negozi vecchi, come quasi tutte le città italiane, e negozi nuovi, che facevano a cazzotti tra di loro. Case rovinate, palazzi nuovi di zecca. Strade pulite, altre sporche. Gente che camminava altra che se ne stava seduta sulle panchine, e tanti fidanzati che si scattavano foto. Io e il mio cappotto stavamo litigando, non si voleva chiudere, ed entrai in una pasticceria, solo perché faceva più caldo. Non resistetti e mi ordinai una cioccolata calda. La bevvi e restai qualche minuto a navigare con il mio cellulare su qualche blog sui One direction. Quando terminai quasi tutto il credito decisi di darmi una mossa e tornarmene a casa al calduccio. Imboccai la scorciatoia che solamente io conoscevo di quella città, o almeno questa era la mia convinzione. Chi altro si sarebbe avviato in una via stretta buia e deserta solo per guadagnare dieci minuti di cammino? Nessuno. Ma non solo io quel giorno avevo avuto quell’idea. Un tipo, decisamente strano, incappucciato, con una sciarpa intorno al viso che lasciava scoperti solo gli occhi. felpa viola e cellulare alla mano stava percorrendo velocemente la via. Io continuai a camminare, fingendo di non notarlo. Ma non potei fare a meno di dire: “ahi!” quando lui mi urtò la spalla e mi fece sbattere contro il muro. Il tipo si voltò appena e alzò la mano destra in segno di scuse. Accelerò il passo e lo vidi sparire dietro ad un palazzo. “che strano” mi dissi. Però quel viso non mi era sconosciuto. Quegli occhi… mi sembrava di averli già visti, da qualche parte.

Tornai a casa e trovai Rose sul divano a vedere filmini di Liam al computer: “ciao fissata” le dissi poggiando il giubbotto sulla sedia all’ingresso.

“zitta, è stupendo” mi sedetti accanto a lei e la convinsi a mettere qualche video di Harry. Passammo circa due ore a vedere filmati su filmati e prima di andare a dormire, come ogni sera, diedi la buonanotte su twitter a tutti i one direction. Ma quella sera scrissi un messaggio diverso per Harry: “goodnight Harry. Your eyes are like my sky and i hope to see this again. Love you like ever, me.” Spensi il computer e mi addormentai con l’immagine dei suoi occhi in mente, come sempre. Sognai di essere con lui dietro le quinte di un concerto, mi diceva che non mi avrebbe mai abbandonata e che un giorno questo strazio sarebbe finito e intanto mi stringeva la mano. Poi gli altri ragazzi lo portarono sul palco e Harry mi disse che un giorno ci saremmo rivisti, e me lo giurò. Mi svegliai piangendo. Da sogno era diventato un incubo piuttosto orribile. Bevvi un sorso d’acqua e ripresi sonno, con Rose che dormiva abbracciata al suo cuscino dei one direction. Anche io ne avevo uno e lo adoravo. Dormii tranquilla fino alla mattina, quando Rose mi svegliò con un urlo dalla cucina: “è pronta la colazione sfaticata!!” mi alzai di malumore, mi vestii e borbottai qualcosa. Arrivai in cucina dove Rose era già pronta con il suo zaino e ad aspettarmi c'era una tazza di latte e biscotti al cioccolato. Li mangiai in fretta e insieme andammo a scuola. Altre sei ore di noia, ci vennero ridate le verifiche di economia, avevamo preso otto entrambe. Fui allegra per questo e all'ora seguente la prof. Di italiano fece la stessa identica predica ad alcuni della classe di tutti i giorni. Mi assentai per non doverla sentire un' ennesima volta, e i miei pensieri volarono al ragazzo che ieri avevo incrociato lungo la stradina. Ero sicura che i suoi occhi li avevo già visti prima. Poi pensai ad Harry, e collegai che molto probabilmente il tipo mi ricordava gli occhi di Harry Styles, erano praticamente identici, troppo belli.
Sbuffai rassegnandomi al fatto che i one direction a quest'ora erano già in Inghilterra. Chissà se le fans inglese avevano più possibilità con i 1D di noi emarginate italiane. Mi riportò al presente il suono della campana dell'ultima ora, feci un sorriso e al volo infilai le mie cose nello zaino e insieme a Rose me ne andai. Chiacchierammo un po' lungo la strada del ritorno di come fosse andata la giornata. Dei nostri genitori nessuna traccia, telefoni staccati. Che atteggiamento assurdo.
Rose cucinò un po' di pasta ed io apparecchiai. Quel pomeriggio lei sarebbe andata ad un compleanno ed io sarei rimasta a casa. Verso le cinque Rose uscì e dopo un' ora e mezza da sola mi stufai, e decisi di andarmene anche oggi a fare quattro passi.
Rimisi il cappotto da pinguino e decisi che sarei andata prima o poi a comprarmene un altro più decente. Mi accorsi che fuori tirava un vento caldo quindi rientrai dentro e mi tolsi il giubbotto, sollevata. Camminai senza una meta per circa mezz'ora, era tutto tranquillo, quando a un tratto, mentre stavo guardando la vetrina di una gioielleria, un vento stile neve si alzò a Pesaro, iniziò a diluviare ed io, in mezzo alla strada senza un cappuccio stavo diventando zuppa.
Vidi tutti quanti rifugiarsi dentro i negozi sbigottiti in attesa che finisse il temporale, ma io decisi che avrei affrontato la pioggia e sarei tornata a casa al calduccio. Raggiunsi la “mia” stradina segreta e la imboccai. Ormai ero zuppa da capo a piedi, non c'era bisogno che mi affrettassi. Con stupore notai che c'era sempre lo stesso tipo ti ieri che proseguiva a passo svelto. Mi avvicinai, dovevo vedere chi era, ma il mio piano fallì, e venni scoperta proprio mentre gli ero alle spalle, perché starnutii. Il tipo si girò stile film a rallentatore.
Il cappuccio gli cadde dalla testa e credo che dopo aver visto il suo viso non capii più niente. Avevo Harry davanti ai miei occhi. Avrei voluto scappare, darmela a gambe, buttarmi in un camion pieno di letame piuttosto che stargli di fronte, zuppa, a Pesaro e con la faccia imbambolata. Si, avrei tanto voluto darmela a gambe, ma il punto era che non riuscivo a muovermi. Ero decisamente paralizzata di fronte ad Harry.
Queste cose non accadono a ME.
Accadono solo alle eroine dei film o a qualche fan fiction. Non a me, ragazzina di Pesaro con un sogno nel cassetto. In pochi mesi l'ho incontrato per tre volte, quando non credevo neanche fosse possibile sentirlo cantare dal vivo.
Ora Harry se ne stava per andare, forse pensava chissà cosa, visto il mio arrivo da agente segreto in pensione. Ma decisi di chiamarlo, fermamente pronta a parlarci nuovamente e ad ottenere delle risposte alle mie domande: “Harry Styles!” urlai. “non te ne andare!” aggiunsi in inglese.
Lui si fermò e mi scrutò dalla testa fino ai piedi. Si avvicinò e pensai qualcosa del tipo: 'ora chiama il suo agente e mi arrestano, ora lo chiama, finisco in prigione già lo so, me lo sento.' ma lui invece si tolse la giacca e me la porse, visto che aveva un cappuccio.
Me la infilai come paralizzata, tutti i muscoli erano di ghiaccio.
Se parla svengo, pensai. Riuscivo solo a pensare in quel momento. Harry si appoggiò al muretto del palazzo che fronteggiava la stradina, si mise il cappuccio della felpa e mi chiese se sapevo l'inglese. Gli risposi: “ma certo!” e lui aprì bocca.
In realtà di inglese non so poi molto. Con il suo accento di 
Holmes Chapel iniziò a dire, per quel che potei capire: "sono qui con Liam, dobbiamo sbrigare delle cose ma non possiamo stare in albergo, altrimenti sai le fans cosa ci farebbero?" 

"cosa dovete sbrigare?"
"in teoria dovremmo fare una specie di sondaggio su come sta andando il nostro album"
"a Pesaro?"
"si... Ci hanno detto che è importante vedere come sta andando nelle città più piccole, per constatare fino a che punto arriverebbero le nostre fans."
"io sono di Pesaro, ed ho già comprato il disco" borbottai tutta rossa.
bene” mi sorride, attimo di pausa. Alla fine Harry aggiunge: “mi sa che dovremmo trovarci un albergo per forza. Ciao” l’ultima parola la dice in italiano.

"No aspetta! Ti sembra assurdo, lo so già, ma forse potresti venire a casa mia.
Ci siamo io ed una mia amica, non vi faremo nulla, e potreste dormire al piano di sopra" Harry ci mise un pò a capire, visto che la mia frase in inglese non era molto corretta.
Poi disse, a tono bassissimo: "ci penserò. Via?" gli diedi il mio indirizzo e lui se lo annotò sul suo blackbarry.
Se ne andò di fretta dopo un saluto con la mano. Lo vidi affrettarsi sotto la pioggia e scomparire tra le strade. Urlai di felicità appena non lo vidi più e iniziai a saltellare battendo le mani come fanno i bambini di due anni alla vista del loro nuovo giocattolino. Tornai a casa, e solo quando fui davanti alla porta mi accorsi che avevo la sua giacca addosso.
OH-MIO-DIO.
Avevo la giacca di Styles, dei One direction sulle spalle.
Ma vi rendete conto? Io!!! presi le mie chiavi e cantando What makes you beautiful entrai.
Trovai Rose che metteva a posto lo zaino e le urlai contro: "non potrai mai capiree!!!!”  

 

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Capitolo 5
*** capitolo 6 ***


"Blondie" 5

 

Raccontai con ogni minimo particolare la storia a Rose, che ovviamente all’inizio non ci credette, ma appena le dissi che anche Liam era qui a Pesaro, subito le si accese lo sguardo e credette ad ogni singola parola.

dovremmo preparare ehm... dei dolcetti! O dei cartelloni? O fare un video! Oppure registrare una musichetta di benvenuto? Comprargli dei vestiti! Pulire la casa! secondo te amano il pulito? Fare la spesa! Non abbiamo cose al loro livello! E poi dove dormirebbero? Sul divano? E se la tv italiana non gli piacesse? E se gli facesse schifo come cucino? E se ci odiassero? Oppure scappassero di notte per non farsi vedere??” Rose andava in giro per casa nervosamente facendosi tutte queste domande a cui non facevo nemmeno in tempo a rispondere.

Rose, non verranno qui! Quasi sicuramente no! Magari Harry verrà a riprendersi la giacca, ma non farti illusioni. Per favore, altrimenti ci soffri”

okay...” la mia amica si sedette sul divano, accese la televisione sbuffando e tra se e se aggiunse: “lo sapevo, non ci sono canali che potrebbero piacergli” io intanto mi preparai una tazza di cioccolata calda e notai che la pioggia non era cessata.

Il giorno seguente andammo a scuola e poi, dato che stava ancora diluviando decidemmo di andarcene a casa.
Andai a farmi una doccia visto che all’ultima ora avevamo avuto motoria, e lasciai Rose a preparare il pranzo, perchè si era offerta lei.
Mi lavai anche i capelli e ci misi una mezz’ora in più del solito. Mentre li stavo asciungando, sentii Rose urlare dalla cucina: “Blondie, vieni!!! Ora!!!!” cos’era successo? Di sicuro qualche casino con la pentola a pressione, che Rose non sapeva assolutamente usare (come d’altronde anche io).
Mi infilai il mio accappatoio celeste e andai in cucina con tutti i capelli bagnati, ma tanto dovevo solamente aggiustare una pentola.
Canticchiando senza far caso alle stonature, arrivai in cucina, ma Rose stava parlando con qualcuno alla porta. La sentii dire: “oh, eccola... è arrivata” aveva la voce tremante quando fece entrare l’individuo sconosciuto in casa. Erano due. Erano... erano... erano loro.
Oh mio Dio! Erano Liam e Harry! A casa nostra! Oh mio Dio! Ed io avevo un accappatoio addosso. Senza dire una parola, rossa come un caminetto acceso, feci dietro front, tornai in camera mia e pensai velocemente. Ma possibile che ogni volta che lo incontravo dovevo avere addosso qualcosa di poco adeguato? Oppure dovevo essere bagnata fradicia? Prima o poi mi avrebbe scambiato per una barbona.
Blondie, rifletti, rifletti.
Ci sono Liam ed Harry nel tuo salotto, con la tua amica che potrebbe andare fuori di testa da un momento all’altro e rovinare tutto il pranzo.
Hai un asciugamano azzurro di una taglia più grande, i capelli bagnati e soprattutto, non sei truccata. Feci tutto in cinque minuti: infilai un paio di jeans, troppo leggeri per l’autunno, la felpa dei One direction che tenevo gelosamente nell’armadio, misi gli stivali neri e mi truccai poco. I capelli si erano leggermente asciugati, ma poco importava. Tornai in cucina, vidi Rose immobile e Liam che la fissava con un aria imbarazzata e perplessa. Harry si guardava intorno. I miei passi verso di loro furono silenziosi e tremolanti. Una volta che fui accanto alla mia coinquilina e mi ritrovai faccia a faccia con loro, dissi spiaccicando qualche parola in inglese: “ciao, cosa ci fate qui?”

la mia giacca” rispose Harry sorridente...

già giusto, la...la giacca” feci io in italiano e mi diressi verso l’attaccapanni in corridoio dove l’avevo appesa. Tornai da lui e gliela porsi. Liam continuava a fissare Rose, che per evitare i suoi occhi si era finta molto interessata alle istruzioni della pentola a pressione.

altro?” dissi

l’invito è ancora valido?” mi chiese Liam. Invito? Ah, si, l’invito. Oh cielo! L’invito! Io li avevo...li avevo invitati a vivere da noi! No, impossibile. Ero sicuramente finita in uno di quei video game simili alla realtà. Sicuramente.

ehm...si certo” risposi, il tutto con una lingua molto poco simile al britannico.

allora, possiamo restare per qualche notte qui?”

ovvio!” urlò Rose. Harry e Liam non capirono, ma dall’entusiasmo della ragazza intuirono che fosse un si. Uscirono dalla porta, e con loro entrarono quattro valigie e due body guard.

potete andare” fece cenno Liam a quest’ultimi, che obbedirono.

so....spaghetti??” pronunciò Harry alzando la pentola con l’acqua dentro che bolliva.

no...” il ragazzo parve deluso, ma ci chiese di indicargli la stanza. Li portai al piano di sopra, camera dei miei genitori fino a tre mesi fa circa. Liam ed Harry avrebbero dormito insieme, tanto erano abituati, scherzò l’ultimo. Sorrisi e li lasciai a scherzare. Corsi di sotto dove Rose si era appena preparata un doppio caffè forte senza zucchero.

ho bisogno di schiarirmi le idee con questa schifezza” prese la tazzina e butto giù il liquido con un sorso solo “oh cielo, ho bisogno di un altro di questi cosi” stava per versarsene un altro ma la bloccai in tempo.

calmati. È....è una situazione strana, insolita e paranormale, ma comportati come nei film, dove tutti accettano con calma e razionalità qualsiasi cosa accada, anche paranormale. Come le ragazze umane che scoprono che il loro fidanzato è un vampiro”

mi stai dicendo che dovrei accettare di avere quei figoni qui???”

esattamente. Impari in fretta, Rose!” le diedi una pacca sulla schiena e il resto del caffè me lo presi io.
Sentii dal piano di sopra qualche risatina, qualcosa che cascava e delle voci. Liam ed Harry riscesero dopo circa mezz’ora, cambiati e raggianti.
Rose al piano di sopra piena di vergogna, lasciandomi sola con i due. Non capivo nemmeno un loro slang, una battuta o qualcosa in quella maledettissima lingua. Si, ad inglese andavo bene e anche Rose, e come lingua mi piaceva anche, ma ora stavo iniziando ad odiarla perchè a causa di due lingue completamente diverse non potevo comunicare bene nè con Harry nè con Liam.
Avevo due possibilità: stringere amicizia con loro come se niente fosse, o lasciarmi prendere dalla vergogna e raggiungere Rose...scelsi una via di mezzo e visto che non potevo lasciare Harry e Louis così, in imbarazzo, colsi l’occasione e chiesi: “chi di voi due sa usare una pentola a pressione??” l’avevo detto giusto, per fortuna! Harry si avvicinò e disse: “well...me” beh..io... si era offerto volontario.
Per la mia pentola a pressione.
Un londinese famoso e amato da milioni di ragazzine come me.
Oh mio Dio.
Tutto stava diventando sempre più surreale, assurdo, com'era possibile??? la nostra pentola a pressione in realtà non aveva mai iniziato a funzionare, faceva solo finta, ed è per questo che la pasta si cuoceva alla stessa velocità di una pentola normale.
Rose ed io non c'eravamo mai messe al lavoro per cercare di capirci qualcosa. no. Abbiamo solamente tolto la scatola, buttato la plastica che la avvolgeva e poi abbiamo poggiato la pentola sul fornello con un sorriso da brave casalinghe.
Ora, dopo due mesi, si trovava ancora sul fornello lucida e splendente, senza un graffio o una scolatura d'acqua. Almeno si poteva dire che era pulita no? Harry con mani esperte afferrò la pentola dai manici e la tolse dal fornello, scolò la pasta che c'era dentro, e cominciò a lavorare sul coperchio. Girò la valvola, abbassò il tappino blu e poi disse: "fatto" in italiano. Ah, quanto era bello quando parlava in italo-inglese camuffato. Dal vivo poi era ancora più stupendo che in qualsiasi altro video. Liam era in piedi, in silenzio e si guardava intorno. Entrambi i ragazzi erano alti, oltre ad essere terribilmente belli. Lo avevo detto già vero?? Insomma, Rose si era rintanata in camera e non era ancora uscita. Se la conoscievo bene doveva starsi preparando.

senti” esordì Harry in inglese. Cercai di tradurlo, ma parlava veloce, quindi non fui certa di aver colto bene tutto il significato “potete non fare le fans scatenate che diventano rosse a causa nostra? Cavoli, trattateci come se fossimo due umani e non degli alieni venuti da un altro pianeta per sbranarvi?” forse di questa frase il senso lo aveva colto. Ero appena stata rimproverata dal suo idolo, che oltretutto aveva anche ragione. Mi feci piccola piccola davanti ad Harry.

okay” risposi decisa “allora Harry... vi devo trattare come dei ragazzi normali? Allora..” indicai la tavola e feci capire a entrambi che dovevano apparecchiare. Harry mi sorrise e gli apparve quella stupenda fossetta ai lati della bocca. Decisi di andare a parlare con Rose e salii i gradini della scalinata che portava al piano di sopra. Le feci un bel discorsetto e la convinsi a scendere sotto e a comportarsi come una normale ragazza che ha una cotta per un tipo bello.

La cena fu più tranquilla di quanto mi aspettassi, rompemmo il ghiacco con Liam ed Harry e per tutto il tempo non pensammo al fatto che erano conosciuti da milioni di ragazze, ma solo a chi erano relamente: cioè due ragazzi simpatici, gentili e stupendi. Non ebbero problemi con il nostro inglese arrangiato e quando fu l'ora della "nanna" ognuno nelle sue camere, dopo esserci dati la buonanotte. Incredibile, lo so. Ma ormai non ci pensavo nemmeno più. Avevo accettato il fatto che Harry Styles, di diciassette anni, dormisse nella camera affianco alla mia.

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Capitolo 6
*** capitolo 7 ***


 

"Blondie" 7

 

dopo due giorni passati in compagnia di tutti i One direction, dell'imbarazzo non c'era più traccia, ormai avevo imparato a trattarli come se fossero dei semplici ragazzi del vicinato e infatti, loro erano dei ragazzi normalissimi e più comuni di quanto sembrassero. Harry, avevamo imparato che dormiva con una foto di Liam e un'altra di Louis accanto al letto. Louis, era vero che quando non riusciva a dormire si alzava e chiedeva ad Harry di potergli accarezzare i ricci. Liam? Si considerava il responsabile della salute dei ragazzi, anche se il più vecchio in realtà era Louis, ma lui era molto premuroso con tutti. Zayn? Lo specchio era veramente il suo migliore amico, guai se si separava da lui! Però era anche molto dolce e gentile con noi ragazze.
Niall? Ogni sera sembrava ubriaco, rideva sempre e faceva battute che a volte solo un irlandese poteva capire, ma una cosa era certa: riusciva sempre a farti sorridere. Insomma, erano e sono davvero cinque angeli e lo saranno sempre.
Credo che siano sinceri nella realtà come nelle loro interviste. Rose ed io dormivamo nella nostra stanza, la mattina ci vestivamo, ci davamo una sistemata e facevamo colazione in hotel con i ragazzi, le fans aspettavano fuori ed io mi sentivo anche un pò in colpa perchè pensavo che anche a me sarebbe potuto accadere lo stesso. Anzi, qualche giorno fa ero proprio come loro.
Comunque in realtà le fans non ci vedevano perchè facevamo colazione in una specie di angoletto nascosti.
I ragazzi scherzavano, noi ridevamo. Poi Harry, Liam, Louis, Niall e Zayn correvano nel pullman che li portava a fare le prove nei vari teatri di Londra, ogni tre sere un concerto, a cui noi potevamo assistere da dietro le quinte. Devo dire che mi ero già abituata a questa rouitine, ero contenta e non più sconvolta dalla situazione. La stavo accettando, come anche Rose d'altronde. Un mese volò in fretta e il tour si prese una piccola pausa.
Io mi stavo affezionando molto a Louis ma solo come amico perchè quello che mi faceva battere davvero il cuore era Harry, come sempre.
Rose... bèh lei inutile dire che era davvero cotta di Liam ma si stava affezionando abbastanza anche a Niall (anche lei solo come un amico). I ragazzi avevano una specie di casa di legno dove abitavano in periferia a Londra. Se l'erano comprata con i loro risparmi ed era lì che andavano a riposarsi durante le pause del tour. Io avevo deciso di tenere una specie di video diario, come quelli dei One direction, solo che ogni giorno filmavo i loro momenti divertenti, dolci e imbarazzanti, così me li sarei ricordati. Quel giorno eravamo appena arrivate nella loro residenza di periferia, era un venerdì e Zayn ci stava portando i bagagli dentro. Bèh in realtà anche Harry aveva una mia valigia in mano... ma erano dettagli. Inutile dire che la "casetta" in periferia era qualcosa di stupendo. Tante vetrate che lasciavano vedere il panorama, tre divani così i ragazzi stavano comodi, cinque stanze da letto...cinque?? vabbè qualcuno avrebbe dormito insieme, sennò Rose ed io dove ci mettevamo?? infatti Zayn ci portò le nostre valigie fino alla nostra nuova camera e noi lo seguimmo diligenti. Lo ringraziammo e lui ci fece l'occhiolino. Era bellissimo!! uscii dalla stanza con aria fiera lasciando Rose a mettere a posto la sua roba e decisi di andare fuori ad investigare il paesaggio. Come misi piede fuori dalla stanza, il tempo di fare due passi mi scontrai con qualcuno che non riuscii a vedere perchè persi l'equilibro e con la grazia di un cammello caddi a terra. Mi voltai per vedere chi mi aveva fatto cadere e vidi Harry che si riaggiustava i capelli e mi guardava: "scusa" mi disse

"scusa tu.. non ti avevo visto"

"idem" si mise a ridere. Aveva due fossette ai lati della bocca semplicemente meravigliose.
Harry si alzò e tornò a fare quello che doveva. Anch'io andai a fare quello che mi ero proposta di fare. Zayn si stava specchiando all'ingresso e sbuffava perchè le sopracciglia non gli restavano ordinate. Liam si ripiegava i pantaloni e Louis inviava Twitt ad Harry che era nell'altra stanza e sbraitava perchè Tommo lo stava deconcentrando con i suoi messaggi. Il panorama era bello, tante colline, un bel sole, di nuovo colline, un pozzo, un traliccio elettrico, delle case in lontananza, di nuovo colline. Rientrai quasi subito e tornai da Rose. Lei mi assalì, mi trascinò dentro la stanza e chiuse la porta.

"Blondie! Non puoi capire chi è appena stato qui!!!!"

"chi??" chiesi un pò scioccata. Lei era euforica e saltellava da una parte all'altra della stanza.

"inizia con L e finisce con IAM!!!"

"Liam???"

"esatto!!"

"e cosa è venuto a fare qui?"

"allora... in realtà stava andando nella sua stanza che è accanto alla nostra, ma siccome avevo la porta aperta mi ha vista ed è entrato, dopo aver bussato perchè è galante."

"e poi??" la incitai a continuare

"poi mi ha chiesto se mi serviva una mano a ripiegare le mie cose e io ovviamente ho accettato! Mi ha aiutata, per fortuna che la biancheria l'avevo già messa a posto! Ha ripiegato i miei jeans e ha toccato le mie maglie con quelle mani morbide che hanno anche sfiorato le mie..." okay, era decisamente sulle nuvole, aveva gli occhi a forma di cuore e un sorriso da ebete.

"vi piacete, vi piacete, vi piacete, vi piacete" la punzicchiai io. Sapevo che le dava fastidio e così continuavo a farlo.

"sai che questo è impossibile"

"Perchè mai?"

"perchè sono brutta!"

"si certo, sei brutta, e io sono bella invece. Stai zitta che è meglio"

"Okay. Ma non ci piaciamo. Solo io gli vado dietro, e pure parecchio."

"questa è una novità vero??" Rose incrociò le braccia e si mise a ridere. 

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Capitolo 7
*** capitolo 8 ***


"Blondie" 8

 

passò una settimana davvero in fretta, tra le prove dei ragazzi, gli scherzi telefonici di Louis ed Harry, Rose che chiacchierava con Liam e io che me ne stavo la maggior parte del tempo chiusa in camera perchè mi sentivo esclusa.
Quel pomeriggio era giovedì. Me ne stavo seduta sul letto a leggere un libro che mi ero portata da casa.
Ultimamente nella mia testa c'era un pò di confusione, con i ragazzi parlavamo inglese anche se loro si sforzavano per parlarci in italiano il più possibile, ma non ci riuscivano proprio bene, per cui noi, che sapevamo abbastanza l'inglese, lo parlavamo con loro, anche se con qualche errore.
Però con Rose parlavo solo italiano ovviamente, quindi mi rimaneva difficile parlare due lingue contemporaneamente nella stessa giornata. Bussarono alla porta. Dissi: "avanti" vidi prima di tutto entrare nella stanza un vassoio, poi vidi solo il vassoio.
Sentii la porta che si richiudeva. Mi alzai dal letto e andai a vedere. La porta era chiusa, e c'era solamente un vassoio, con una teiera celeste, un piattino con dei biscotti, zucchero, un cucchiaio e una tazza vuota. Inoltre accanto alla tazza c'era un bigliettino. Mi abbassai e presi il vassoio. Lo poggiai sul letto e mi precipitai sul bigliettino. Lo aprii e lessi: "it's cup of tea time!! have a lovely snack!! anonymous xx" è tempo di una tazza di te!! fai uno spuntino delizioso! Anonimo bacio bacio. Oh mamma. Di chi era quel biglietto?? appena sarebbe tornata Rose glielo avrei chiesto.
Di sicuro era suo. Alla fine feci davvero merenda, mangiai tutti i boscotti e bevvi il tè.
Uscii dalla camera per andare a poggiare il vassoio, e mi misi in tasca il biglietto. Rose stava giocando ai video games con Niall e Liam e stava perdendo. Harry era steso sul divano e dormiva su un fianco come u n angioletto. Zayn messaggiava e Louis mangiava. Lavai il vassoio e spettinai i capelli a Louis che mi rincorse e me li spettinò a sua volta. Mi rinchiusi in camera ancora ridendo. Accesi la televisione e misi ad un programma per bambini, tanto non ci capivo niente comunque. Sentii la mia porta aprirsi. Ma io l'avevo chiusa a chiave. Mi vidi piombare Louis in camera con una pistola ad acqua e Zayn che lo seguiva armato a sua volta, e venni inzuppata da capo a piedi, con i Lou che urlava: "revangeeeee!!!!" ovvero vendetta. Mi nascosi sotto il letto ma tutto fu inutile e continuarono ad inzupparmi. Mi stavo guardando la mia felpa tutta bagnata quando Louis e Zayn mi abbracciarono e dissero: "aaawww sei stata brava" e uscirono. Ero sconvolta. Ma cosa...??? scoppiai a ridere da sola e dopo essermi rivestita andai di nuovo in salone. Ancora ridacchiando trovai sempre lui, il solito Louis che ora stava dando fastidio ad Harry, che ancora dormiva tranquillo, e gli stava facendo il solletico al collo. Harry il cucciolo si rigirava da un lato e dall'altro fino a quando, sempre dormendo, non tirò uno schiaffo in piena faccia a Louis e conseguentemente il poverino cadde dal divano e si svegliò tutto stordito.

"ma che succede?" chiese stropicciando gli occhi

"niente, colpa mia, tipo che tira gli schiaffi mentre dorme"

"Oh, scusa" Harry scherzoso fece una carezza sulla guancia di Louis che era ancora rossa.

"perdonato" disse Louis. Il ricciolino si alzò ed andò a bere un succo preso dal frigo.
Questa volta non aveva dormito spogliato. Si stropicciò i capelli. Quanto era carino. Lanciai un'occhiata a Rose: sembrava essersi ambientata e con Liam ormai filava tutto liscio. Si piacevano, ormai ne ero sicura. Fui felice per lei.
Misi una mano nella tasca della felpa e frugai alla ricerca del bigliettino. Oh no, non c'era.
Un pensiero orribile mi attraversò la mente: e se si era inzuppato dentro la felpa che Louis e Zayn mi avevano bagnato? Corsi in camera dove l'avevo lasciata ad asciugare. Frugai nelle tasche e un mucchietto di carta zuppo e molle ne uscì fuori.

"oh no!!!!" gridai. Il mio urlo fu abbastanza forte da far venire all'uscio della porta Rose, Niall, Zayn, Liam, Harry e Louis. Louis.
Che bastardo!!! aveva rovinato lui il mio bigliettino così dolce e carino.
Buttai la poltiglia schifosa che era diventato nel cestino e uscii dalla stanza. Gli altri mi guardarono allontanarmi. Uscii fuori e strinsi i pugni per non urlare di nuovo.
Uffa, dovevo farlo leggere a Rose, avremmo potuto indovinare la scrittura ed io mi sarei potuta fare il mio film mentale. Tutta colpa di Boo bear. Io gli avevo solo stropicciato i capelli.
Di sicuro mi avrebbe raggiunto. I sensi di colpa lo avrebbero mangiato.
Infatti, il tempo di cinque minuti e lo vidi arrivare. Pantaloni rossi, scarpe bianche, classica maglietta a righe. Il ciuffo tutto spettinato.

"cos'era quella schifezza che hai appena buttato?" mi chiese.

"una cosa che TU mi hai rovinato"

"era una cosa importante?" si sedette sul prato accanto a me

"si abbastanza"

"cos'era?"

"un biglietto"

"un biglietto?" fece una pausa ed io annuii "che tipo di biglietto?"

"una cosa che mi è arrivata stamattina"

"capito... bèh scusami... sono perdonato??" come facevi a tenergli il muso?? anche se aveva vent'anni sembrava un dolce bambino dagli occhioni color verde acqua.

"si certo" gli sorrisi e lui mi abbracciò. Non era dolcissimo? Mi chiesi dove fosse Harry.
Decisi di tornare dentro e di smettere di fare la pazza esaurita.
Rose mi trascinò fuori e disse: "andiamo a prenderci qualcosa ad un bar ti devo parlare!!" non dissi niente e la guardai avviarsi a piedi tra le mille colline che c'erano tutta decisa e frizzante.
Rimasi ferma al mio posto, aspettando che si accorgesse che stava andando solo su una collina senza nulla, infatti dopo due minuti tornò indietro e mi disse: "okay, non c'è un bar"

"che mi devi dire?" le dissi portandola lontano dalla casa e parlando a bassa voce.

"Liam mi ha dato un bacio sulla guancia!!"

"che cosa bella!!! e quando è successo??"

"prima.... abbiamo vinto contro Niall e allora ha esultato e mi ha dato un bacino"

"che carino... visto?"

"smettila con questa storia. Anche Harry allora ti viene dietro secondo me"

"perchè?"

"quando sei uscita dalla camera dopo la tua scenata ha chiesto a tutti cosa fosse successo e stava per venire da te se non avesse visto te e Louis abbracciati."

"cosa???????????"

"ha pensato che voi.... vabbè... hai capito"

"mi stai dicendo che stava venendo da me ma si è bloccato perchè stavo abbracciando Lou?"

"esatto"

"quindi... quindi non vuol dire niente"

"si non vuol dire niente se non fosse andato in camera sua con la scusa di dover ripassare delle canzoni per il concerto della prossima settimana."

"dici che..?? no non ci credo"

"fai come vuoi"

"Liam ti ha dimostrato con i fatti che gli piaci e non credi a quello che dico. Come puoi pensare che io possa credere al fatto che Harry mi venga dietro se non mi ha dimostrato niente?"

"quando te lo dimostrerà mi ringrazierai" scherzò lei.

"farai lo stesso con me ragazza" ci mettemmo a ridere e rientrammo. I ragazzi stavano mangiando Haribo e stavano leggendo le lettere della fans. Anche io ne avevo inviata una ad Harry. Di sicuro non l'aveva letta.

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