Casi della Vita

di Mikayla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Situazioni ***
Capitolo 3: *** Speranza nel Cuore ***
Capitolo 4: *** Ricominciare ***
Capitolo 5: *** Dubbi ***
Capitolo 6: *** Dolce Primavera ***
Capitolo 7: *** Intermezzo ***
Capitolo 8: *** Indagini dal Passato - Parte Prima ***
Capitolo 9: *** Indagini dal Passato - Parte Seconda ***
Capitolo 10: *** Appuntamento con Sorpresa ***
Capitolo 11: *** Corsa all'Ospedale ***
Capitolo 12: *** Visite di Cortesia ***
Capitolo 13: *** Nuovi Amici ***
Capitolo 14: *** Giornata al Luna Park - Parte Prima ***
Capitolo 15: *** Giornata al Luna Park - Parte Seconda ***
Capitolo 16: *** Nuovo Piano ***
Capitolo 17: *** Madre e Figlia ***
Capitolo 18: *** Fratello e Sorella ***
Capitolo 19: *** Pensieri ***
Capitolo 20: *** Album di Foto ***
Capitolo 21: *** Profumo d’Estate ***
Capitolo 22: *** Triplo Compleanno ***
Capitolo 23: *** Vacanze al Mare ***
Capitolo 24: *** Ultima Ipotesi ***
Capitolo 25: *** Accettando la Verità ***
Capitolo 26: *** Non Suona il Campanello ***
Capitolo 27: *** Amiche per Sempre ***
Capitolo 28: *** Il Diario ***
Capitolo 29: *** Dilemmi ***
Capitolo 30: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Note dell’autrice:
Ringrazio Kar85 per aver letto in anteprima questo capitolo, avermi segnalato alcuni erorri, consigliato come metterla e avermi dato il via per iniziare questa storia.
È doveroso da parte mia avvertire tutti i lettori che in questa storia ci possono essere tematiche che possono offendere la sensibilità di alcune persone soprattutto per la presenza di un’incesto.
Per ora il raiting sarà R, ma nel caso che la storia prenda una piega particolare o se voi lettori mi consigliate di cambiare rating lo metterò NC-17.
Vi prego di essere clementi perchè è la prima volta che scrivo una storia simile, in ogni caso i consigli sono più che bene accetti.
Vi auguro buona lettura

Mikayla



Casi della Vita


Prologo

Caro diario,
Mi presento! Mi chiamo Usagi, sono una ragazza di 20 anni. Frequento l'università, faccio il secondo anno di psicologia, e lavoro part-time nella pasticceria aperta dalla mia amica Makoto.
Sono una ragazza piuttosto allegra e spensierata, spesso esco con le mie due migliori amiche Rei e Ami, che tra l'altro sono cugine, ma mi piace molto anche starmene a casa insieme alla mia gattina.
Vivo ancora con i miei genitori almeno finché frequenterò l'università.
Ho un fratello maggiore che adesso si trova in America con mia figlia, Chibiusa.
Ebbene sì! Ho una bambina di nome Chibiusa Chiba e ha 6 anni.
È nata esattamente il giorno del mio compleanno!
Adoro la mia bambina, è vero che forse ero un po' troppo giovane per avere una figlia, ma è successo, e non lo cambierei per niente al mondo!
Purtroppo la vedo solo durante le vacanze di natale e quelle estive: per il resto del tempo resta in America con mio fratello per dei controlli ospedalieri, lì hanno delle tecnologie molto più avanzate.
Ora che ci penso non vedo il mio fratellone da 5 anni circa... mi manca così tanto... Ma basta pensieri tristi! Oggi è il giorno del compleanno di mamma.
Presto dovrebbe tornare a casa, ho ancora poco tempo per scriverti: devo finire di guarnire la torta... non vedo l'ora che la veda!
Sono diventata piuttosto brava a farle! E dire che inizialmente rischiavo di avvelenare i commensali...
Vabbè, meglio che vada.
Un grosso bacio

Usagi



Usagi chiuse di scatto il diario ben rilegato e lo infilò tra il materasso e le doghe del letto, il posto più sicuro che avesse al mondo.
Si alzò stiracchiandosi, i lunghi capelli le ricaddero sulle curve morbide, spolverò con una mano l'abitino che indossava dall'invisibile polvere che avrebbe potuto depositarvisi sopra e spostò una ciocca di capelli da davanti al viso.
Finalmente decise di essere pronta per uscire dalla stanza e si avviò verso la cucina: le rifiniture la chiamavano e Usagi voleva che fosse tutto perfetto!
Indossò il grembiulino rosa e iniziò la sua opera con precisione maniacale, togliendo, spostando e modellando la panna e le varie decorazioni.
Aveva appena finito quando sentì la serratura scattare rumorosamente: qualcuno doveva appena essere arrivato a casa!
Si tolse in fretta il grebiulino posandolo sulla sedia e si diresse verso l'ingresso.
Non fece in tempo a fare un passo oltre la porta che una testolina rosa le si fiondò tra le gambe abbracciandola possessiva.
- Chibiusa! - esclamò allegramente la ragazza abbracciando la figlioletta.
- Mamma. - rispose lei sorridendole dolcemente - Siamo tornati dall'America per il compleanno della nonna! - disse tutta felice facendosi prendere in braccio per giocare con i capelli della madre.
- Usako. - una voce profonda di uomo la raggiunse dall'ingresso.
La bambina sorrise al suo accompagnatore e gli fece il gesto imperioso di andare da loro. L'uomo si avvicinò guardando sorridente madre e figlia.
- Mamo-chan! - esclamò felice Usagi mentre l'uomo la raggiungeva e le posava un bacio a mezzavia tra le labbra e la guancia.
La bimba decise di farsi mettere giù - Voglio andare nella mia cameretta! - esclamava impaziente.
Usagi la fece scendere e la guardò allontanarsi.
Gli occhi dei due si incontrarono e Usagi gli sorrise dolcemente, Mamoru le si avvicinò e le posò un dito sul naso - Hai fatto una torta?
Lei annuì - Ho appena finito di guarnirla. - gli rispose sempre sorridente - Ti va di vederla? È per il compleanno della mamma.
Mamoru seguì Usagi verso la cucina per ammirare la torta decorata perfettamente dalla ragazza.
- Sono diventata brava, vero? - gli chiese orgogliosa guardando il suo capolavoro.
Lui non rispose, le si avvicinò e la abbracciò da dietro cingendola con le braccia e premendo le sue labbra sul collo diafano di lei - Mi sei mancata Usako.
- Anche tu. - sussurrò lei continuando a fissare la torta davanti a se e tremando dall'emozione di avere le labbra di Mamoru sul suo collo dopo così tanto tempo - Anche tu. - ripetè.
- Siamo a casa! - esclamò una voce d'uomo dalla porta.
I due si staccarono velocemente e il sorriso tornò ad illuminare il viso di Usagi - Ciao papà! - disse incamminandosi verso l'ingresso seguita da Mamoru.
- Hai visto, Mamoru e Chibiusa sono venuti per festeggiare la mamma! - disse allegramente mentre gli prendeva il cappotto e lo appendeva all'attaccapanni.
L'uomo sorrise brevemente a Mamoru - Come sta Chibiusa? - gli chiese con voce amichevole ma con il viso serio.
- Sta bene, sta bene. Tu come stai? E la mamma? - sembrava che stesse chiedendo che tempo stava facendo fuori o com'erano andate le quotazioni in borsa, qualcosa di impersonale, che non lo coinvolgeva minimamente.
- Puoi vederlo da te. - gli rispose indicando la porta che si aprì proprio in quel momento. La donna, ancora molto bella, entrò e il suo viso si illuminò vedendo Mamoru e Usagi davanti a sè e intravedendo Chibiusa dietro alla porta.
Con slancio andò ad abbracciarli - Che bello! Oh, Mamoru caro, non potevi farmi regalo più bello dell'essere qui per il mio compleanno! - li lasciò respirare dopo il caloroso abbraccio - Che bello: finalmente i miei due bambini di nuovo insieme sotto lo stesso tetto!



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Capitolo 2
*** Situazioni ***



Casi della Vita


Situazioni

La festa di compleanno, se così si poteva chiamare quella riunione di famiglia, andò abbastanza bene.
Fu merito della piccola Chibiusa se Mamoru e suo padre non si ignorarono per tutta la sera e conversarono amabilmente come un padre ed un figlio che non si vedevano da cinque lunghi anni.
La festeggiata invece era veramente felice: abbracciava a turno Usagi e Mamoru con quasi le lacrime agli occhi per la felicità di rivederli insieme, giocava con Chibiusa godendosi ogni singola volta che la bambina la chiamava nonna e lanciava sguardi dolci al marito.
Usagi si godeva la famiglia riunita con un sorriso dolce sul viso.
Lei adorava le riunioni di famiglia, adorava vedere insieme le quattro persone che più amava al mondo. Semplicemente lei adorava la sua famiglia.
Verso le dieci vide la piccola Chibiusa stropicciarsi gli occhi castani e sbadigliare sonoramente.
Mamoru si alzò portandosi vicino alla bimba per prenderla in braccio quando una mano gli si posò delicatamente sulla spalla.
- Ci sono io adesso. Lascia. - gli occhi azzurri di Usagi si incontrarono con quelli blu di Mamoru richiedendo una muta preghiera di lasciare a lei il compito di curarsi della figlia che vedeva così di rado.
L’uomo sorrise e lasciò la strada libera alla sorella che con dolcezza prese in braccio sua figlia per portarla a nanna.
- Dai la buonanotte, Chibiusa. - sussurrò all’orecchio della figlioletta che ormai faticava a tenere gli occhi aperti - ‘Notte nonna… ‘notte nonno… ‘notte pa… - riuscì a biascicare tra uno sbadiglio e l’altro.
Un coro di buonanotte seguirono le due che uscivano dalla stanza dirette alla cameretta della bambina.
Era incantevole vedere la delicateza, l’amore e la devozione con cui Usagi cambiava sua figlia, le pettinava i capelli e la posava tra le lenzuola profumate di fresco che aveva messo proprio perchè sapeva essere le preferite della bambina.
Le spostò delicatamente i capelli dal viso osservandola mettersi comoda per poi incatenare gli occhi della bimba con i suoi.
- Mi racconti una storia mamma? - le chiese con voce flebile del sonno - Papà non lo fa mai: dice che sono le mamme a raccontarle.
Usagi rise tra sè e sè immaginandosi Mamoru intento a leggere una di quelle storie di principi e principesse che aveva sempre aborrato con tutto il cuore. Non si stupì minimamente della scusa accampata per risparmiarsi tale compito. Perfino quando erano piccoli le uniche storie che Usagi aveva sentito dal fratello erano di robot e distruzione, per niente adatte ad una bimba.
Mamoru sembrava severo e burbero, ma non voleva che la sua bambina fosse trattata male. La stessa Chibiusa le aveva raccontato che Mamoru la proteggeva sempre, sia dai compagni prepotenti che dai mostri che si nascontevano nelle ombre. Era il suo Tuxedo Kamen, come lo aveva definito lei: il suo protettore.
Usagi posò un bacio sulla fronte della figlia ed iniziò la narrazzione - Tanto tempo fa, sulla luna, viveva una bellissima principessa dai lunghissimi capelli dorati e gli occhi color del cristallo…

Usagi chiuse piano la porta della cameretta per evitare di svegliare la bambina e si diresse in cucina dove sentiva i suoi conversare.
- E così gli studi procedono bene. - stava dicendo il padre - Ma allora quando ritornerai qui? Chibiusa è parte della famiglia, nonostante la sua natura…
Il padre si voltò immediatamente al rumore che provocò Usagi sferrando un pugno sul muro con tutta la sua forza - Papà, smettila. Chibiusa è una bambina come tutte le altre, che importa se io e Mamoru ne siamo i genitori?
La donna era veramente infuriata, odiava che le riunioni familiari sfociassero sempre in quel modo con aspre discussioni su un solo argomento: Chibiusa.
L’uomo stava già per rispondere, il viso contratto dalla rabbia, quando la moglie gli mise una mano sul braccio - Hiroshi, ti prego. Sono passati sei anni, e per questo non abbiamo più visto Mamoru per ben cinque anni…
Ma il marito non l’ascoltò anche se moderò la voce ed il rossore sparì quasi del tutto - Che c’è di male? - disse a mezza voce - Cosa importa? Usagi, tu e Mamoru siete fratelli, fratelli di sangue, figli miei e di vostra madre. Mi chiedi cosa importa? Semplice: Chibiusa non doveva nascere! È figlia di un’incesto!
Fu l’ultima parola, detta così crudelmente, così da mettere il dito nella piaga, a ridare voce ai sensi di colpa che la avevano attanagliata in tutto quel tempo che fecero crollare Usagi.
Le lacrime le scorrevano sul viso, singhiozzi spezzati le sconquassavano il petto con forza.
- Amore! - esclamò la madre alzandosi di scatto per raggiungerla, ma Mamoru fu più veloce: poco dopo le era di fianco e la aiutava ad alzarsi.
- Vieni, ti accompagno in camera. - le dise dolcemente per poi scoccare un’occhiataccia al padre - Buona notte mamma, Hiroshi.
I due uscirono dalla stanza, Usagi sorretta da Mamoru, lasciando calare il silenzio tra i genitori.
La mano della donna, ancora protesa verso la figlia, cadde come morta - Perchè, Hiroshi, perchè la devi mortificare così? - chiese al marito con voce atona e spenta.
Lui non la guardò, fissava le sue mani come a trovarvicisi scritta sopra la risposta - Perchè sono ancora innamorati, Kyoko. Sono ancora innamorati dopo cinque anni che non si vedono più e questo è un male. Non possiamo permettere che succeda di nuovo. - alzò stancamente il viso e incrociò gli occhi della moglie - Hai visto come si guardano, vero? A quella domanda una lacrima sgorgò dai suoi occhi e lei annuì leggermente.
- Non possiamo permetterlo. - ripetè Hiroshi osservano il punto dove i due erano spariti.



Note dell’autrice:
Allora, spero che questo capitolo abbia risolto alcuni dei vostri dubbi sulla situazione familiare di Usagi e Mamoru.
Una precisazione per Ale che può essere utile a tutti i lettori: l’incesto è vietato proprio perchè i figli nati in questo modo possono presentare non solo malformazioni genetiche di sorta, ma anche malattie recessive molto rare e spesso pericolose che di solito non si presentano.
Ringrazio Kar85 che mi ha betata ed è gentilissima a sopportarmi con i miei discorsi senza senso e le mie insicurezze scassa scatole.
In più ringrazio tutti coloro che hanno letto la mia storia e in particolare coloro che hanno recensito rendendomi più sicura per quanto riguarda la storia: lithtys, kar85, cassandra14, miki90, sailormoon81, giu840, Ale, Enigma, merwen, GoddessHaruna e Kirby, grazie mille ragazze. ^^
Al prossimo capitolo!

Mikayla


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Capitolo 3
*** Speranza nel Cuore ***



Casi della Vita


Speranza nel Cuore

Usagi e Mamoru entrarono nella camera da letto con passi lenti e misurati, la ragazza era sorretta quasi a peso da lui.
La adagiò delicatamente sul letto scostandole una ciocca di capelli da davanti gli occhi socchiusi, il capo abbandonato sul cusino e l’aria così fragile.
- Non ci pensare Usako, sistemeremo tutto. Troveremo una soluzione. - la rassicurò con volce calda.
La ragazza annuì debolmente rincuorata da quelle parole: ne aveva veramente bisogno. Aveva proprio bisogno di sentirsi dire che tutto sarebbe andato bene anche se in fondo sentiva che erano solo bugie.
Mamoru continuò ad osservarla con amore, ma non parlò più limitandosi ad accarezzarle i capelli e ad ammirare il suo viso non senza una preoccupazione per il le guancie pallide.
Lei riaprì gli occhi che si incrociarono con quelli di lui. Nel silenzio si scrutavano, un profondo sentimento si intravedeva da quegli occhi delle varie tonalità del blu.
Usagi avrebbe voluto che le dicesse qualcosa di più, che non rimanesse solo a guardarla anche se ciò le dava una sensazione di benessere, ma egli per tutta risposta a quegli sguardi curiosi si allontanò dal letto e andò verso la finestra.
Tra i due cadde un silenzio ancora più profondo. Non quello dell'incomprensione, ma quello della fiducia. L'uomo sospirò appannando il vetro e poi fece per dirigersi verso la porta.
Usagi si alzò vacillante e lo raggiunse trattenendolo per un braccio - Dimmi di Chibiusa. - lo pregò, la voce rotta.
- Domani, adesso sei stravolta. - le rispose inarcando le labbra in un sorriso dandole un bacio sulla fronte.
Usagi scosse la testa - Ti prego, non riuscirei a dormire. So che sei qui per un motivo e voglio sapere quale. Non decidi di punto in bianco, dopo cinque anni, di tornare senza un buon motivo. - disse con forza e decisione nella voce.
Mamoru scrollò le spalle in un gesto liberatorio - D’accordo.
Usagi si scostò con un sorriso ed andò all’armadio dove prese un enorme pigiamone rosa con un bel coniglio bianco impresso davanti.
Iniziò a slacciare il vestitino rapendo con i suoi movimenti l’uomo.
- Allora? - chiese senza accorgersi dell’effetto che aveva su di lui.
Mamoru arrossì ed iniziò a parlare voltandosi - Solo buone notizie. - le disse con la gioia nella voce.
- Guardami mentre parli, per favore.- gli disse quasi infastidita da quel gesto.
Lui si voltò ed osservò la sua pelle diafana messa in risalto dalla biancheria nera.
Senza che potesse farci nulla le sue gote si arrossarono e di rimando si colorarono anche quelle di Usagi.
- Che sciocchi che siamo. - disse lei sorridendo come quando era una bambina - E dire che hai visto molto più di così!
Quelle parole dette innocentemente e senza alcuna malizia gli incendiarono i sensi, adesso voleva solo impossessarsi di quelle labbra rosee e stringere al petto quella figura così piccola e fragile.
Si avvicinò a lei con un paio di passi e la strinse a sè baciando con passione quelle labbra morbide che desiderava da cinque lunghissimi anni.
Non aveva mai dimenticato quella dolce consistenza che premeva morbida contro di lui.
Fu un bacio dolce e puro nonostante l’ardore e l’amore che veniva espresso.
Dopo un paio di minuti si staccarono per riprendere fiato.
Usagi si scostò piano e si voltò, il viso arrossato per più di una ragione.
Con movimenti lenti ed impeccabili si coprì con il pigiamone, il viso abbassato a guardare i piedi scalzi.
Non era paura, vergogna o ribrezzo quello che provava, ma un’amore ed un odio di egual misura verso la stessa persona: Mamoru.
Lo amava per com’era, difetti e pregi insieme, quel corpo muscoloso che la stringeva con delicatezza, il carattere impulsivo ma saggio, l’intelligenza sopraffina. Lo odiava per quello che era: suo fratello.
Ed odiava se stessa per essere sua sorella.
Non si accorse di aver indossato il pigiama ed essere rimasta immobile per vari minuti finchè la mano di Mamoru non si fu posata sulla sua fronte per sentirle la febbre.
- Usako, stai bene? - le chiese preoccupato.
Lei si voltò con uno scatto, un sorriso sul viso - Non ti preoccupare Mamo-chan. Io sto bene, ma basta parlare di me! Dimmi come sta Chibiusa.
Lui le sorrise, un sorriso felice e radioso che non illuminava i suoi occhi da così tanto tempo…
- I dottori hanno fatto tutte le analisi, l’hanno tenuta in osservazione per tutti questi anni, monitorando ogni cosa, controllando le capacità d’apprendimento e quelle motorie. - guardò Usagi che pendeva dalle sue labbra - È perfettamente sana. Non ha niente di niente. Non hanno trovato nulla che non andava in lei. Chibiusa è una bambina normalissima!
Usagi ci mise un po’ per digerire la notizia cosicchè prendesse forma nella sua mente e provocasse quella reazione.
Un gridolino eccitato uscì dalla sua gola, un picolo saltino con le mani a nascondere bocca spalancata e poi il suo aprire le braccia per gettarsi, lacrime agli occhi, tra le braccia di Mamoru.
- Non ci posso credere, non ci posso credere! O mio Dio! Chibiusa! - riuscì a dire tra un singhiozzo e l’altro e l’emozione che le bloccava la voce in gola.
Era meraviglioso vedere così Usagi dopo anni che non rideva più di gusto e non si emozionava più.
La gioia si poteva addirittura respirarla in quella stanza che ne era impregnata a fondo, come il profumo di fiori in un giardino in primavera.
Poi ci fu un lieve bussare.
I due si guardarono negli occhi e Usagi andò ad aprire.
Appena la porta fu aperta una testolina rosa le si fiondò tra le gambe abbracciandola - Mamma, c’era un mostro nella mia stanza!
Usagi abbracciò la sua bambina con tenerezza, portandosela al petto e affondando il viso nei suoi capelli che sapevano di ciliegia - Non ci sono mostri. - le disse piano con una flessione dolce e rassicurante nella voce.
-Posso dormire con te? - la supplicò con voce lacrimevole e spaventata.
Usagi le sorrise - Ma certo. Vieni.
Mamoru le osservò radioso per poi scoccare un bacio sui capelli di Chibiusa ed uscire dalla stanza per lasciarle riposare.
Madre e figlia si infilarono nel letto ad una piazza e mezza e si addormentarono abbracciate, Chibiusa ben accoccolata contro il petto della madre e un respiro regolare e tranquillo, Usagi le labbra sorridenti appoggiate ai suoi capelli.
Un quadretto romantico alla luce della luna che filtrava dalla finestra sbadatamente lasciata aperta.

Un raggio di sole mattutino colpì il viso addormentato di Usagi.
Di malavoglia la ragazza si alzò piano cosicchè Chibiusa non si svegliasse e si avvicinò con passo felpato alla finestra per chiuderla.
Buttò un’occhio alla sveglia tanto per vedere l’ora e notò una busta bianca lì accanto.
La prese.
Non aveva nè mittente nè destinatario, la girò un paio di volte tra le mani e poi annusò il profumo del dopobarba di Mamoru.
- Mamo-chan… - surrurrò mentre le sue dita affusolate si apprestavano ad aprire la lettera ed estrarre il foglio piegato con cura.

Usako,
Scusa se non ti saluto e non saluto Chibiusa, ma devo prendere l’aereo delle nove per tornare in America. Devo proseguire gli studi, anche se per poco, perciò ti lascio Chibiusa.
Con lei ne ho già parlato, non ti devi preoccupare, le sue cose arriveranno tra non molto.
Ti amo
Con affetto

Mamoru





Note dell’autrice:
Ed eccoci ad un nuovo capitolo. Il ritono della fanfic sta venendo abbastanza leto e me ne scuso, ma ho preferito farli così per chiarire le cose che mettono la base alla storia.
In più ringrazio tutti coloro che hanno letto e in particolare coloro che hanno recensito rendendomi molto felice:
lithtys (Mi sa che la teoria dei fratelli adottati sia stata la più valutata XDD E invece no! Ho dovuto sconvolgere il tutto rendendoli fratelli di sangue, altrimenti che gusto c’era? ^_- La tensione tra Mamoru e il patre non te la sei immaginata, c’è davvero! Ma mi sembra normale, no? Il padre di solito idolizza la figlia perchè è la sua bambina, e un rapporto che sfocia con la concepizione di un figlio non rasserena mai le sitazioni famigliari, non trovi? Comunque vedrai che la curiosità verrà pian piano appagata ^^),
kar85(ma ti devo anche rispondere? XDD Tu sei l’unica privilegiata, me esclusa, ovvio, a sapere come continuerà la storia! XD Acqua in bocca, mi raccomando! ^_-),
cassandra14 (grazie per avermi segnalato gli errori, ho corretto subito ^^ erano i miei soliti errori di battitura! XDD comunque sono felice che la storia ti piaccia. Un bacione anche a te!),
miki90 (eh si, la teoria del fratello adottato aveva fatto faville, ma sono riuscita a prendere tutti in contropiede! Adesso sai che Chibiusa non ha alcuna malattia, la domanda è perchè? Ma non ti rispondo perchè ti rovinerei la fanfic ^^ Comunque grazie per i complimenti ^///^),
sailormoon81 (Con le cose più chiare si campisce molto meglio, vero? ^^ Spero veramente di non incappare in finti moralismi e/o banalità assurde, in caso contrario puoi bacchettarmi per riportarmi sulla retta via! XD Vero, quella scena è dolcissima *.* stavo mangiando i biscotti al cioccolato durante la mia vena romantica ed è uscita così ^_- mi è piaciuta troppo! Ti ringrazio per avermi segnalato gli errori che ho prontamente corretto ^^ un bacio),
giu840 (sei la terza che aveva ipotizzato che fossero fratellastri! ^^ Sono fiera di me per non aver fatto capire a nessuno la verità con il primo capitolo, posso, posso? XD Spero che la trama ti intrighi ancora e che la lettura resti fluida e scorrevole. Alla prossima, un bacio),
Umi (Sei stata fortunata, l’aggiornamento ti è arrivato quasi subito! XD Comunque credo di riuscire ad aggiornarlo con una regolarità di un capitolo ogni dodici giorni perch`e la fic ce l’ho tutta in mente ^^),
merwen(eh si, le cose si complicano ^^ Comunque sono felice che tu non sappia come continua: significa che so mantenere un po’ di suspance! XDD La curiosità verrà appagata, tranquilla ^_-),
GoddessHaruna (Sì, una situazione complicata che spero di riuscire a portare avanti con chiarezza senza fare troppi inghippi. Felice che ti sia piaciuto lo scorso capitolo, temevo di non essere riuscita a descriverlo bene ed invece mi hai rassicurata! Oooh, voglio sapere la tua mezz’idea che mi hai incuriosita! ^_- Così posso sapere se la mia fic diventerà prevedibile o no! ^^ Alla prossima, baci),
Ale (ho capito, comunque probablmente allora ne sai più di me sull’incesto! XD Io ho una cugina dottoressa e un fratello che sta studiando medicina e mi sono informata con qualche ricerca sulla questione perchè volevo fosse il più realistico possibile. Se magari trovi anche solo delle minuzie dimmele perchè ci tengo. Vero, è una famiglia complicata, ma credo che delle persone reagirebbero proprio così! Ho volutamente esagerato il padre cosicchè risultassero evidenti i sentimenti contrastanti e la madre combattuta perchè ama entrambi i suoi figli e detesta la situazione creatasi, ma non incolpa nessuno. Credo che Usagi e Mamoru be passeranno un bel po’ prima che la storia finisca, ma non ti anticipo niente XP Comunque se la storia ti prende mi fa davvero piacere, significa che non sta venendo poi così male! ^^)
Al prossimo capitolo!

Mikayla


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Capitolo 4
*** Ricominciare ***



Casi della Vita


Ricominciare

La testa posata sulle braccia, i capelli sparsi sul tavolo, gli occhi azzurri che osservavano con espressione vacua.
Usagi era così ormai da un paio d’ore e non accennava a cambiare stato.
Makoto l’aveva vista entrare nella pasticceria quella mattina con occhi spenti, un passo leggero e strascicato, totalmente differente da quella solita vispa Usagi.
Si era precipitata da lei e l’aveva accompagnata nella saletta privata facendola accomodare al tavolo.
Era passato giusto il tempo di fare una telefonata a Rei, mettere su il the e tornare da lei che trovò Usagi così, apatica e spenta.
Non riuscì a estorcerle una sola parola su ciò che l’aveva ridotta in quello stato e l’arrivo di Rei, Ami e Minako non servì a molto.
Perfino il suo tea preferito, accompagnato da una fetta di torta al cioccolato appena sfornata, non riuscì a scioglierne il mutismo. Anzi, le ignorò completamente, quasi non fossero lì, davanti a lei. Sembrava non dovesse più parlare.
Lo squillo del telefono ruppe il silenzio che era calato fin da troppo tempo nella stanza - Buongiorno Chiba-san - disse Makoto dopo aver alzato la cornetta ed aver ascoltato un po’ - Sì, Usagi è qui. Sì… sì… glielo dirò. Arrivederci.
Posò piano la cornetta e rimase in silenzio per un po’ a fissare il telefono intensamente.
- Cos’ha detto? - chiese Ami osservando l’amica da sopra le spalle di Usagi.
Lei sospirò e si voltò - Ha detto che tutte le cose di Chibiusa-chan sono arrivate dall’aeroporto e ha chiesto se Usa-chan torna a casa per aiutare a sistemare la cameretta. - rispose tutto d’un fiato.
- Chibiusa-chan resta qui? - chiese Minako euforica mentre osservava Usagi cercando conferma alla sua domanda. Quando non ricevette alcuna risposta continuò - Significa che sta bene! Allora anche Mamoru-kun tornerà in Giappone!
Fu quella frase a riscuotere la donna - Mamo-chan… Mamoru è tornato in America oggi. - disse con voce roca che sembrava uscirle a fatica.
- Andato via? - chiese Ami incredula, ma fu la domanda di Rei che scosse tutte - Perché Mamoru e non Mamo-chan?
Silenzio.
Le quattro ragazze trattennero il respiro mentre Usagi alzava lo sguardo e le osservava con occhi lucidi.
- Questa mattina mi sono svegliata all’alba perché avevo dimenticato la finestra aperta ed il sole mi arrivava sul viso - iniziò a raccontare - ho trovato una lettera di Mamoru, diceva che sarebbe partito alle nove per l’America. Visto che mi ero svegliata presto ho pensato di andare da lui all’aeroporto. L’ho trovato… lì mi ha… mi ha detto che… - un basso sospiro, gli occhi che prima guardavano le sue mani si alzarono - Quando tornerà dopo la laurea dovremo essere solo fratello e sorella.
Due lacrime argentate le solcarono il viso, un tremulo sorriso bagnato si allargò leggermente sul viso - Ieri notte mi aveva promesso che tutto si sarebbe sistemato…
Quattro paia di braccia la circondarono con affetto stringendola piano, dita scorrevano nell’oro dei suoi capelli, un piccolo tenero bacio si posò sulla sua guancia, leggeri colpi sulle spalle, una carezza dolce sulla schiena e un’altra sulla coscia, sussurri al suo orecchio come ninnananne.
Loro quattro le erano sempre state accanto, sempre.
L’avevano aiutata e sostenuta, perfino quando i suoi stessi genitori erano freddi con lei.
- Lo sai che è giusto così. - disse Ami in un sussurro.
La voce della coscienza di Usagi. La piccola Ami, colei che era quasi una sorella per lei, che le dava saggi consigli, che la aiutava sempre, che c’era sempre per lei, che aveva un sorriso dolce e rassicurante pronto a cancellare tutti i suoi dubbi. Usagi annuì controvoglia - Sì. Una semplice affermazione che riuscì a convincere perfino la stessa Usagi.
Il cuore offeso non avrebbe smesso di sanguinare tanto presto, ma sentiva di potercela fare; aveva le sue amiche accanto a sé, aveva la sua piccola Chibiusa e anche i suoi genitori le sarebbero stati vicini in quella decisione e anche Mamoru… lui l’avrebbe vegliata anche se solo in veste di fratello, non le avrebbe fatto mai mancare l’affetto di cui aveva bisogno.
- Vi va di arredare una cameretta? - chiese con voce leggermente più ferma.
Le quattro la lasciarono andare e sorrisero - Puoi contare su di noi. - le risposero allegramente, pollice alzato e occhiolino che confermavano le loro parole.
Usagi si alzò dal tavolo - Arrivo subito. - disse uscendo dalla saletta diretta al bagno.
Il rumore dell’acqua calda che scorreva la rilassò, immerse le mani sotto il getto, con un gesto veloce si buttò l’acqua sul viso.
Si guardò allo specchio e sorrise piano - Lo sapevi da cinque anni, non mentire a te stessa. È ora di ricominciare, Usagi.
C’era solo un’ultima cosa da fare.
Si diresse al suo armadietto e lo aprì.
Con un tuffo al cuore osservò le tre foto che erano appese.
La prima raffigurava una Usagi di appena quattordici anni e un bel pancione evidente abbracciata ad un Mamoru diciannovenne, entrambi sorridevano felici all’obbiettivo.
La seconda mostrava la coppia in ospedale, Usagi distesa sul lettino con Chibiusa tra le braccia, Mamoru che le sedeva accanto abbracciandola mentre le dava un bacio sui capelli.
L’ultima era stata scattata tre giorni prima della partenza del ragazzo e della bambina per l’America. Erano ad un pic-nic autunnale, le foglie rosse sul terreno e sugli alberi, Una coperta stesa sul terreno e i due ragazzi che dormivano abbracciati.
Usagi sorrise al ricordo dell’ultima foto… Gliela aveva scattata Minako a tradimento. Quella notte Chibiusa non aveva smesso mai di piangere e loro non erano riusciti a chiudere occhio così, nella pace che regnava al parco, si erano abbandonati tra le braccia di Morfeo.
Staccò le tre foto per stringersele al petto.
C’era un diario, nascosto tra le assi del suo letto, che sarebbe stato felice di accogliere quei ricordi per un prossimo futuro.
Infilò le foto nella borsetta ed uscì.
Le sue quattro amiche erano lì ad aspettarla.
Makoto aveva addirittura chiuso la pasticceria per lei, ma si sarebbe fatta perdonare in qualche modo.
Sorrise, un sorriso sincero che partiva dagli occhi azzurrissimi.
Minako e Rei la presero sottobraccio e tutte insieme uscirono, direzione casa Chiba!

- Cavoli quante cose! - esclamò Minako stupita di tutte le scatole, pacchi e mobili che erano stati accatastati nel garage.
La piccola Chibiusa si aggirava attorno ai pacchi aprendone qualcuno, prendendo qualcosa e spostandola per poi fermarsi davanti ad Usagi.
- Mamma, possiamo colorare la cameretta? - chiese con una vocina sottile sottile.
La donna le sorrise - Certo! Come la vorresti? - le chiese dolcemente, felice di vedere il sorriso della bambina allargarsi.
- Possiamo farla rosa e bianca? Con delle lune e delle stelline gialle? - domandò con voce eccitata al solo pensiero della possibilità di adornare la cameretta.
Usagi annuì e prese da un armadio la pittura bianca e quella rosa, dei fogli di carta gialli, pennarelli, forbici e colla - Nel decoupage ero bravetta alle superiori. - spiegò osservando gli sguardi stupiti delle amiche.
Ricontrollò il materiale mordicchiandosi un labbro - Manca la vernice. - affermò dopo un veloce ricontrollo - Fa niente, mentre voi imbiancate la camera faccio un salto al negozio!
Alla risposta affermativa delle amiche e dopo aver ricevuto un bacio del buon viaggio da Chibiusa, Usagi prese la macchina per andare al negozio.
Un viaggio breve, una strada che conosceva fin troppo bene, ormai quella strada era la strada verso la felicità.
La precorreva ogni qual volta avesse voglia di dilettarsi in lavori manuali, ricordava ancora con un sorriso malinconico il primo lavoretto che aveva fatto: quello che doveva essere un gattino era in realtà diventato un orribile topo informe.
Quanto l’aveva presa in giro Mamoru quel giorno!
No, aveva ripreso a parlare di Mamoru.
“Smettila!” Si disse mentre posteggiava la macchina.
Era ormai routine, non ci pensava neanche più, i gesti erano automatici, come l’aprire quella porta e sentire i campanelli tintinnare allegri.
- Bentornata principessa! - la salutò la familiare, calda voce di colui che aveva sempre un dolce sorriso per lei.
Usagi non poté fare a meno di sorridere di rimando a quella voce che l’avvolgeva con amore - Seya-chan! - esclamò allegramente.
Il ragazzo si allontanò da dietro il bancone per andare ad avvolgere la ragazza in un dolce abbraccio - Usa-chan, che piacere rivederti qui. Pensavo che ormai ti fossi ritirata dal decoupage! - la prese in giro.
La biondina gli tirò un paio di piccoli pugni sul petto con fare giocoso - Lo sai bene che dovevo studiare per l’esame. - gli rispose un po’ più seria - Come dovresti fare anche tu, Seya-chan.
Il ragazzo fece spallucce continuando a sorridere - Sto seriamente pensando di lasciar perdere… non credo sarei un bravo avvocato, preferisco gestire la bottega.
- Ma Seya-chan, sei molto brava, non dovresti mollare. - lo rimproverò lei.
Il ragazzo sorrise nuovamente tornando dietro al bancone - Preferisco la bottega, tanto né Taiki né Yaten hanno intenzione di tenerla. Ma adesso basta, dimmi cosa ti serviva?
Usagi gli snocciolò la lista di cose che le servivano per la cameretta facendosi anche consigliare alcuni addobbi per i mobili.
La ragazza aveva il cuore leggero: Seya era sempre capace di regalarle momenti di quiete e pace, pura armonia.
Stare con quel ragazzo meraviglioso, che la ricopriva sempre di mille attenzioni era stato un toccasana per l’animo offeso della giovane.
Seya le dava quell’amore fraterno che avrebbe dovuto legarla a Mamoru.
Era il ragazzo perfetto per lei, perché le donava quella sicurezza che non potevano fare mille guardie e alte mura; le bastava quel sorriso per poter toccare il cielo con un dito e risollevarle il cuore.
- Se hai bisogno di una mano chiamami! - le raccomandò il ragazzo quando Usagi ripartì alla volta di casa.
“Ed eccoci alla volta di casa” si ritrovò a pensare tristemente la ragazza.
Chissà perché, ma quel paradiso e quella pace andava sempre via quando lasciava quella piccola bottega.
Ma il sorriso le ritornò quando la piccola Chibiusa fece capolino dalla porta gridando a squarciagola - Mamma, mamma! - disse prendendo a tirarle la gonna - Vieni a vedere che bello, vieni a vedere che bello! - ripeté come una nenia persuasiva.
Usagi l’accontentò.

Decorare la stanza fu più divertente di quanto avessero mai immaginato le cinque amiche. Avevano passato un pomeriggio tranquillo e divertente, perfino Usagi non si era rintanata nel suo cupo mondo che la proteggeva da tutti.
Troppo spesso, in quei sei anni, l’avevano vista rinchiudersi nel suo oblio personale senza mai riuscire a farla parlare.
Potevano solo immaginare il senso di colpa, i dubbi ed i tormenti che affliggevano quella ragazza dai biondi capelli e gli occhi color del cielo.
Per loro Usagi era rimasta l’angelo che si era presentata alla loro prima festa di carnevale assieme, sembrava proprio un angelo quel giorno.
Adesso il loro angelo era caduto nell’oblio, trascinato da misteriosi demoni che si aggrappavano alle sue ali trapandogliele crudeli.
- Grazie mille ragazze! - esclamò l’angelo interrompendo le riflessioni delle amiche. Ricevette in risposta caldi sorrisi e cenni di saluto.
Ma appena lontani dalla villa il sorriso si spense su uno di quei volti.
- Ragazze, vi devo parlare. - disse seria Ami mentre le amiche si fermavano voltandosi a guardarla.
Fu Minako a parlare - Argomento? - chiese esitante.
La risposta non si fece attendere e non stupì nessuno - Usagi… e Chibiusa.



Note dell’autrice:
Questo capitolo si è fatto attendere, e non solo da voi! Purtroppo, o alcune persone sembra la ritengano una fortuna XD, ho avuto un blocco dello scrittore piuttosto antipatico che ha deciso di non farmi andare avanti con la fanfic.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi informo che spero di poter aggiornare ogni 12 giorni circa, impegni scolastici e blocchi dello scrittore permettendo.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e in particolare coloro che hanno recensito rendendomi molto molto felice ^__^ :
lithtys (Mica la vita poteva essere semplice, no? ^_- Facciamoli sudare questi due ragazzi, se si amano non sarà un po’ di lontananza a separarli, almeno io la penso così! XD I pregiudizi della gente… quelli basta ignorarli, no? Non credo si faranno influenzare dagli altri quando hanno degli amici al loro fianco pronti a sorreggerli ^-^ Ti ringrazio tanto per i complimenti, fa piacere sapere che quello che scrivo viene apprezzato.),
kar85(Lo dovresti sapere bene che accetto i consigli ^_- soprattutto se dati da una persona di cui mi fido. Grazie per i complimenti, fa sempre piacere sapere di essere stimata da qualcuno. ^^),
cassandra14 (Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto ^_^ e sapere che riesco ad incuriosire le persone è un toccasana per me, mi fa sentire molto più sicura. Bacioni),
miki90 (Sono felice che la storia ti piaccia, spero che non diventi noiosa. Comunque non so quando potrò aggiornare, spero sempre in 12 giorni, ma ho avuto un blocco dello scrittore poco fa e quindi sono un poco rallentata, spero comunque che tu apprezzi il capitolo anche se arriva quando vuole. ^^ un bacione anche a te),
sailormoon81 (O mamma, ti lascio senza parole? No, non voglio causare mutismi, ci resterei male! XD Sono felice che ti sia piaciuto il capitolo, sai temevo di finire nello sdolcinato, cosa che sinceramente non mi piace troppo, romantico okay, ma smielato no! XD Sai, avevo previsto la possibilità di farli beccare dai genitori perché, diciamo la verità, non è che i due stessero propriamente sussurrando i loro discorsi, ma ho preferito evitare. L’entrata di Chibiusa è stata propizia per quel capitolo! He, il ti amo barrato è stato un vero colpo di classe XDDD Ma quanto sono modesta! XDD),
semplicemente (Grazie per i complimenti, l’idea mi è venuta come un fulmine a ciel sereno mentre ero in classe a fingere di seguire latino! XD Comunque non preoccuparti: sono sei assolutamente polemica. Anzi, sono felice che tu ti sia accorta di questa stranezza, basta sapere che anche tra persone che non sono parenti può succedere che avvengano malattie e malformazioni, è poco probabile che due fratelli siano talmente tanto sani da poter avere figli sani… senti odore di bruciato? XD C’è una spiegazione a questo miracolo, bisogna solo avere la pazienza di continuare a leggere la storia, altrimenti ti svelerei tutto! XD ),
Kirby (Rispondo ad entrambe le recensioni visto che sei stata così gentile da scriverle. Il secondo capitolo è stato quasi una sfida per me: cercavo di fare chiarezza nei rapporti tra Mamoru e Usagi senza però risultare prolissa e noiosa, sono felice di non esserlo stata! Hem… se mi volevi uccidere perché è tornato in America non oso immaginare quello che mi farai in questo capitolo in cui compare Seya, mi auguro di non diventare il bersaglio del prossimo attacco terroristico! XD Il ti amo sbarrato è stata una mia raffinatezza: un ragazzo che per quanto innamorato ha capito che è meglio per entrambi e per la salute psichica di tutti che si lascino. Deve essere stata dura per lui cambiare il ti amo con il tanto affetto, non oso immaginarlo! I genitori… mha, non ho ancora deciso che parte faranno, in fin dei conti il padre è molto risoluto, mentre la madre è molto più indecisa e fragile… Ma spero di riuscire a non deluderti! Un bacione anche a te),
merwen(Grazie per i complimenti ^///^ sono proprio contenta che il capitolo ti sia piaciuto. Non preoccupati, mamoru non resterà in America per sempre, in fin dei conti ha una famiglia che l’aspetta in Giappone, no? ^_- vedrai che tornerà… prima o poi! XD),
GoddessHaruna (Sapere che seri riuscita a percepire le sensazioni e le emozioni che ci ho messo dentro mi fa veramente piacere, mi da sostegno per continuare. Grazie mille per aver fiducia in me e grazie per i complimenti ^///^),
Ale (Mamma mia, mi hai riempita di complimenti, sono diventata un pomodoro! XD Hai analizzato e capito molto bene quello che per me è il rapporto tra Usagi e Mamoru, talmente tanto fragile che può spezzarsi con un bacio, ma così grande che ha superato a lontananza per cinque lunghi anni. Al posto loro pure io sarei impazzita! Se non si è notato mi piacciono moltissimo i quadretti familiari, e il rapporto così delicato e speciale che c’è tra Usagi e Chibiusa mi fa sognare ad occhi aperti, lo so che c’è un affetto profondo tra loro e non sarà una situazione particolare a cambiare questa cosa! Spero che anche queso capitolo ti sia piaciuto. Un bacio),
Lay (sono felice di sapere che la storia ti sia piaciuta fino a questo punto! ^_^ Mi rendi tanto felice.),
Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 5
*** Dubbi ***



Casi della Vita


Dubbi

- Usagi e Chibiusa? - ripeté Minako sperando invano di aver sentito male.
Ma purtroppo per lei Ami annuì.
- Ami-chan…! - la supplicò la biondina stringendosi convulsamente le mani.
Minako non voleva, non desiderava assolutamente essere coinvolta in un simile discorso: sapeva già dove si sarebbe andate a concludere e non le piaceva.
Odiava quei discorsi, non per egoismo, ma per paura.
Anche quando Usagi rivelò alle amiche ciò che le era successo si era rifiutata categoricamente di prendere parte all’accesa discussione che ne era seguita.
Semplicemente si era rinchiusa in se stessa finché non finì tutto.
Rei posò delicatamente una mano sulla spalla dell’amica - Mina-chan - le disse in tono rassicurante - lascia che parli… fallo per Usa-chan.
Minako annuì.
Essere le amiche di Usagi comportava molte cose, molti aspetti differenti, e tutto ciò cambiava le persone, da dentro.
Usagi era stata il collante che aveva unito quelle cinque ragazze così differenti.
La sua allegria e spensieratezza aveva coinvolto l’antipatica Rei, la solitaria Ami, la violenta Makoto e la snob Minako.
La sciocca Usagi aveva scoperto che l’antipatia era solo paura di non essere accettata per quello che era e nascondeva una Rei comprensiva e amichevole.
L’ingenua Usagi era riuscita a capire che la solitudine che conduceva al vivere solo per i libri erano solo una maschera per una Ami delicata e sensibile.
La pigra Usagi aveva svelato che la violenza e l’irruenza celavano una Makoto dolce e infinitamente delicata, con una sensibilità d’animo espressa in mille dolci squisiti.
L’ignorante Usagi aveva compreso che la frivolezza e lo snobismo erano gli alibi di una Minako dal dolce sorriso, che temeva solo di offendere le persone e la paura di non essere apprezzata per quello che era.
Sciocca, pigra, ingenua ed ignorante… ma Usagi era riuscita a dimostrare loro che lei non era solo quello: aveva altre mille qualità.
Erano bastate il suo dolce sorriso, la sua allegria e la sua spensieratezza a oltrepassare quelle barriere e penetrare nei loro cuori.
La prima a cedere fu Ami, dopo un’incontro ravvicinato in biblioteca. Lei, che sarebbe diventata la coscienza di Usagi, la sua più grande amica.
Qualche giorno dopo conobbe Rei, la cugina di Ami, che divenne la sua seconda migliore amica.
L’amicizia con Makoto iniziò in modo più burrascoso: la ragazza salvò Usagi da una banda di teppistelli e la conquistò con i suoi squisiti dolci.
Minako, invece, l’aveva conosciuta per colpa di una punizione: l’insegnante aveva costretto Usagi a stare dietro le quinte durante lo spettacolo di primavera. Fu l’innocenza della ragazza a scalfire la corazza di Minako.
E quell’amicizia che scaldò i loro cuori perdurò nel tempo.
Un’amicizia che però andò in crisi all’età di 13 anni.
Infatti quando Usagi rimase incinta si rinchiuse in se stessa costruendo un muro tra lei e il mondo.
Anche Mamoru era stato escluso.
Era lei, Usagi, isolata da tutto e tutti, era la maschera della vera se stessa, era lo spettro della ragazza allegra e solare che era stata.
Ma quella volta furono loro quattro a ricambiare il favore e a fare breccia in quel muro martellandolo finché non crollò.
Minako sapeva di doverle molto, lo sapevano tutte.
Fu uno sforzo immane il suo.
- Parla pure, Ami-chan. - concordò la bionda.
L’amica sorrise rassicurante, felice che Minako avesse deciso d’uscire dal suo guscio.
Poi però tornò seria.
- Come sapete Chibiusa è tornata. - iniziò il discorso in modo che tutte seguissero il suo ragionamento passo per passo - Mamoru l’aveva portata con sé in America per i controlli necessari a controllare la sua salute e tutto quello che gira intorno, come i problemi psicologici.
Si fermò aspettando di vederle tutte annuire.
- Queste cose le sappiamo, Ami-chan. - confermò Makoto.
Lei riprese - A voi non sembra strano che Chibiusa sia perfettamente normale nonostante sia figlia d’un incesto? - chiese andando direttamente al sodo.
Rei annuì ma Minako fece un segno di diniego.
- Non capisco dove sia il problema. - disse tranquilla - Se Chibiusa sta bene che cosa c’è di male? È solo una preoccupazione in meno per Usa-chan e Mamoru-kun.
La miko posò nuovamente la mano sulla spalla della ragazza - Mina-chan, sai quali sono le possibilità che una bambina nata così presenti delle malattie gravi?
La bionda negò di nuovo - Quale? - chiese genuinamente curiosa.
Fu Ami a prendere la parola - Le malattie recessive nei figli d’incesto si presentano con una frequenza del 50/60 % se concepiti tra fratello e sorella. È strano che non le abbia dato che Usa-chan è portatrice sana.
Le ragazze iniziarono ad odiare quei silenzi carichi di tensione che sembravano cadere sempre più spesso tra di loro.
Silenzi colmati solo dai loro respiri sottili e dalla brezza del vento che recava con sé petali di fiori.
- Portatrice sana. - ripeté Minako mordicchiandosi l’unghia della mano.
Rei, Ami e Makoto annuirono serie.
- O questo è un miracolo - disse la miko - oppure c’è qualcosa nascosto sotto.
- Ora capite i miei dubbi? - chiese Ami.
Ricevette in risposta cenni d’assenso.
- Ma cosa ci può essere sotto? Usa-chan non ci avrebbe nascosto nulla! - protestò con forza Minako.
Non poteva sopportare che venisse data della bugiarda all’amica.
Ami fece un sorriso forzato - Non dico che ci abbia mentito - rispose la ragazza - Magari è qualcosa che non sa neppure lei. - ipotizzò.
- Cosa? - chiese timorosa la ragazza.
L’amica sospirò - Potrebbe essere stata adottata senza saperlo, oppure è stato adottato Mamoru. - disse - Questo spiegherebbe anche l’enorme differenza che c’è tra i due, sia caratteriale che fisica.
Un colpo di tosse attirò l’attenzione delle tre ragazze che osservarono la miko portarsi una ciocca di capelli dietro l’orecchio
- C’è sempre la possibilità che non sia Mamoru il padre.
Bastarono quelle semplici parole a far scoppiare il finimondo: Minako si scaldò e, rossa in viso, cercò di schiaffeggiare la mora.
Per fortuna Ami e Makoto riuscirono a trattenerla.
- Spiegati. - le ordinò la futura dottoressa osservandola con attenzione.
Rei fissò le ragazze tranquilla - Chibiusa-chan non assomiglia neppure un po’ a Mamoru-kun. - fece notare alle amiche - E non dimenticate che Usa-chan era ubriaca quella sera. Può aver scambiato qualcuno per Mamoru.
La teoria stava in piedi.
Poteva benissimo combaciare con la realtà.
I tasselli potevano essere messi tutti ai loro posti e quello avrebbe sistemato tutta la storia!
Niente più incesto, niente più preoccupazioni.
Mamoru ed Usagi si erano lasciati e, per quanto questo facesse male alla donna, era la cosa giusta.
Una volta dimostrato che il padre non era Mamoru ma qualcun altro, tutte le accuse infamanti contro la loro amica sarebbero crollate, svanite nel nulla.
Loro avrebbero riavuto indietro la loro spensierata e gioiosa Usagi e nulla sarebbe stato più oscuro.
Dovevano indagare.
- Chi potrebbe essere stato? - chiese di punto in bianco Makoto.
La miko sorrise - Io avrei un’idea. - disse lasciandole con il fiato sospeso.
- Dai, non ci tenere sulle spine! - la supplicò la bionda nella speranza d’ottenere l’informazione.
Lei rise.
- Chi è il ragazzo con cui Usagi ha maggior confidenza? - chiese con sguardo malizioso.
Le ragazze rifletterono - Direi Mamoru, ovviamente. - rispose Minako.
- Anche Seiya. - aggiunse all’improvviso Ami con il viso illuminato.
Rei annuì piano senza mai smettere di sorridere.
- Il mio fratellastro? - chiese incredula Makoto.
Di nuovo la miko annuì - Riflettici bene, Mako-chan. - la invitò la mora - Seiya-kun è stato l’unico a non scandalizzarsi alla notizia, le è stato e le sta tuttora vicino. Usa-chan ha sempre detto di trovarsi bene con lui.
Ad illuminarsi questa volta furono anche i visi di Minako e Makoto.
Forse quella speranza era più concreta di quello che avrebbero mai potuto immaginare. - Dobbiamo indagare.



Note dell’autrice:
Bene, ed eccomi qui a salutarvi e a chiedervi se vi è piaciuto questo nuovo capitolo. Diciamo pure che è un capitolo abbastanza particolare che credo riesca a spiegare abbastanza bene sia il riassuntino iniziale che il titolo della fic. I dati che dice Ami, la nostra laureanda in medicina, sono stati presi da siti medici specifici, dai libri di medicina e da mio fratello che si sta, appunto, laureando in medicina! XD
Che altro dire? Ringrazio tutti coloro che hanno letto e in particolare coloro che hanno recensito rendendomi, come sempre, molto molto e molto felice ^__^ :
lithtys (Rendi felice anche me del blocco dello scrittore se mi dici che ha portato ad una fic bella ^_^ Ma no, non sei egoista, non ti preoccupare! XD Ci credi se ti dico che ha deluso pure me il fatto che Mamoru sia ripartito? Però, per quanto io ami le Mamoru/Usagi non potevo permettere che vivessero una cosa simile. Anche perché, non so in Giappone, ma in Italia l’incesto porta a una pena più incarcerazione. Non è che sia lasciato scorrere così. Moralmente ha fatto la cosa giusta da fare e meglio che torni e restino amici piuttosto che non torni più, no? Il nostro osso (mamma che figo *ç*) se la caverà. XD Seya… diciamo che con questo capitolo ti sarai fatta un’idea… con ciò ti pregherei di non ammazzarmi! XDD La piccola Chibiusa ho la tendenza a farla sempre diversa da com’è nell’anime, mi affido molto al manga, infatti nelle mie storie è sempre simile a Usagi come carattere anche se un po’ diversa. Sono felice che ti piaccia, anche perchése rende felice Usagi chi sono io per odiarla? XD E poi ti ringrazio per i complimenti, sono contenta di sapere che la storia ti piace ^_^),
kar85(Ma che traditrice! Lo sapevi fin dall’inizio che Seya entrava e sai pure che ruolo gioca!! Hehehe, sono abbastanza brava a non far capire le cose, pure tu non lo sapevi finchè non te l’ho detto! XD Grazie ^///^ mi fai sempre arrossire quando mi dici così! Un forte abbraccio anche a te ^^),
sailormoon81 (Hem… direi che le preoccupazioni erano fondate, no? XD Lo dicono tutti che c’è puzza di bruciato, perché dovrei essere io a smentire? Le tue domande hanno trovato tutte, o quasi, risposta in questo capitolo e confido nel fatto che ti abbia chiarito un po’ la situazione. ^^ He, Seya, tocchi un tasto dolente: io ODIO Seya sono una Mamoru/Usagi per sempre, ma sono fratelli, accipicchia, come cavolo faccio a farli stare insieme? TT Mi riesco a deprimere da sola! XD Ma tu non preocuparti, in un modo o in un altro tutto si sistemerà, o almeno lo spero! XD Volevo ringraziarti per i complimenti, sono proprio felice di sapere che ti è piaciuto il capitolo, la parte finale (appunto quella dell’angelo) è la mia preferita **),
Ale (Uuuh, dubbi? *.* Io amo i dubbi, significa che le persone leggono più in profondità le parole che scrivo. Sono curiosa di sapere quali sono! ^^ Forse sono proprio quelli delle ragazze? Mi trovi concorde: per quano faccia male, Mamoru ha fatto la scelta giusta. Avrebbe fatto soffrire tutti e tre restando, e non solo loro, ma anche le ragazze e i genitori. Probabilmente avrebbe fatto nascere una faida, pessima cosa. Usagi mi ha fatto piangere mentre la descrivevo. Vederla così diversa dalla solita gaia e frizzante ragazzina mi ha fatto male, ma è una donna ormai ed è naturale che, anche se con difficoltà, superi i momenti più brutti. E qui possiamo parlare di Seya. Come avrai visto non sarà un personaggio secondario, le ragazze non lo lasceranno in pace. Potrebbero addirittura pedinarlo! XDD Oh, ma i complimenti sono sempre bene accetti, fanno bene all’autostima ^^ mai sottintenderli! XDD),
Miki90 (Io adoro sapere le idee degli altri, mi fa capire se la mia storia è prevedibile o no. Comunque questo capitolo può averti aiutato a capire cosa si nasconde sotto ^_- storia complicata questa! XD Sono felice che ti sia piaciuto il capitolo. ^^),
Kirby (Non sai quanto sono felice di sapere che la fic ti incuriosisce! ^_^ È una fic strana, e speravo proprio che intrigasse qualcuno come intrigava me scriverla! Ma sai, secondo me, Mamoru la protegge di più standole lontano e lasciandola piuttosto che illudendola di poter restare insieme. Non bisogna scordare che sono fratelli e queste cose sono contro la morale, per quanto loro si amino. Per adesso Seya ha la supremazia su Usa visto che Mamoru è andato via, poi quando tornerà, se tornerà, le cose potrebbero sempre cambiare, ma credo resterà fedele al suo principio: proteggere Usa. Sono felice di non essere la prossima vittima di un attentato! XD E mille grazie per i complimenti, arrossisco ^///^),
merwen(Capitolo meraviglioso? *.* Grazie mille! Sono strafelice di sapere che ti è piaciuto! Queso capitolo può averti dato modo di pensare a quali sono le possibilità per cui Chibiusa sia sana (si accettano scommesse XDD), a parte gli scherzi, le indagini iniziano e prima o poi troveremo la soluzione! ^_- Spero che il finale non ti deluda, io ce l’ho già in mente, acnhe se non l’ho scritto, ma non mi sembra malaccio! XD Ancora grazie per i complimenti e mi auguro che il capitolo ti sia paciuto!),
semplicementeme (*.* che bella la tua ipotesi, e non sai quant’avrei voglia di risponderti, ma temo che spoilerei, perciò ti chiedo d’avere pazienza e di vedere come procede la storia (anche perché questo capitolo ha messo molta carne al fuoco! XD). Io adoro il rapporto Madre/Figlia che risulta molto più marcato nel manga rispetto all’anime, è a quello che mi sono ispirata, acnhe perché non sopporto che litighino come sorelle… e or a una domanda te la pongo io: sicura che Seya non rovini il quadretto familiare? XD Lui è qui mentre Mamoru è in America a studiare e ha lasciato Usagi dicendole chiaro e tondo che saranno solo fratello e sorella… ti ho messo la pulce nell’orecchio? XDD Grazie per la pazienza, spero proprio di riuscire, anche se ultimamente sembra che i prof mi riempiano di compiti ed interrogazione e il blocco viene e va come più gli comoda TT. Baci acnhe a te ^_^)
Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 6
*** Dolce Primavera ***



Casi della Vita


Dolce Primavera

Il suono della sveglia si spanse nell’aria insieme al profumo di biscotti appena sfornati. La luce soffusa entrò nella stanza buia dalle tapparelle che si alzavano con piccoli scatti. Il suono di un bacio si diffuse amorevole.
- Mmm… mgh! - farfugliò la figura sotto le coperte premendosi il cuscino sulle orecchie e nascondendo di più il viso.
Con un sorriso affettuoso l’amorevole madre spense la fastidiosa sveglia e scostò con gentilezza le coperte che nascondevano la figlia.
- Su, svegliati Chibiusa-chan! - la richiamò la donna - Ho anche fatto i biscotti per te… - la stuzzicò con fare invitante.
Il risultato ottenuto fu più che soddisfacente: la piccola si alzò velocemente iniziando subito a prepararsi facendo il più in fretta possibile.
Ridacchiando Usagi uscì dalla cameretta, non senza aver prima lanciato un’occhiata affettuosa a quegli spettinati capelli rosa che uscivano a ciocche dal buco della maglia.
Poter finalmente svegliare la sua bambina perché andasse a scuola la faceva sentire bene, completa.
Usagi desiderava che tutto fosse perfetto per quel giorno speciale. Si era svegliata apposta più presto per prepararle la colazione e accompagnarla al suo primo giorno di scuola in Giappone.
Un giorno particolare ed importante per la sua piccolina, non se lo sarebbe persa per nulla al mondo.
Accidenti, era più emozionata lei della figlia!
Riflettendo sulla bizzarra situazione la donna mordicchiava un biscotto osservando la piccola Chibiusa che bevve il tè e mangiò i biscotti con la tipica foga di chi li apprezza proprio molto.
Usagi riuscì perfino ad arrossire quando la figlia le fece i complimenti con la sua schietta sincerità!
Poi il cappotto leggero e la cartella sulle spalle: erano pronte per andare all’avventura.
- Oggi ti porto con la macchina. - disse Usagi aprendo il portello per farla salire - Così, strada facendo, ti mostro le fermate e il percorso che farai con l’autobus. - le spiegò compiaciuta dei cenni affermativi che riceveva.
Mamoru le aveva sempre detto che la bimba aveva una mente sveglia ed agile, sviluppata anche dai continui test a cui era stata sottoposta. In tutte le lettere che le aveva mandato in quegli anni lo definiva quel ‘male che non viene per nuocere’.
Il viaggio fu breve e tranquillo e per Usagi fu una vera gioia avere accanto a sé la propria bambina. Si accorse di lanciarle spesso occhiate di nascosto: per notare il mondo in cui si strofinava gli occhioni castani, come si portava una ciocca di capelli dietro l’orecchio, il suo lisciarsi con incosciente insistenza la gonnellina dell’uniforme.
Usagi non aveva mai potuto capire cosa significasse realmente essere una madre quando Chibiusa era piccola. Lo aveva appena iniziato a sentire quando la preoccupazione gliela strappò dalle braccia portandola in America.
Da allora quel sentimento non fu più veramente ricostruito dato che non vedeva praticamente mai la bambina.
Ora però lo sentiva. Fievole, ma lo sentiva.
Era esaltata da ciò, ed era felice di esserlo.
Posteggiò poco prima della scuola e scese dall’auto con Chibiusa.
- Mamma… - disse piano ed incerta la bambina stringendole con delicatezza la mano.
Usagi ricambiò la sua stretta sorridendole tranquillizzante.
- Andrà tutto bene, Chibiusa-chan. - la incoraggiò incamminandosi verso il grande cancello di ferro battuto.
Non era poi tanto strano che loro due si trovassero proprio lì, ma in qualche modo si scoprirono turbate.
In un attimo di smarrimento si guardarono e ritrovarono la sicurezza l’una nel sorriso dell’altra.
Le loro mani si staccarono quando Chibiusa iniziò a correre verso l’istituto.
La donna sentì una piccola stretta al cuore al separarsi dalla bimba, dopo che erano state sempre insieme per tutte le due settimane precedenti.
Ma poi sparì lasciando libero spazio alla dolcezza: appena prima di varcare il portone la bimba si era girata alzando la manina in segno di saluto donando alla madre un tenero sorriso.
Usagi rimase a fissare la porta chiusa con un sorriso stampato sul viso anche quando la campana suonò l’inizio delle lezioni.
- Usa-chan! - esclamò una voce familiare dietro la donna attirando la sua attenzione.
- Seiya-chan! - squittì allegra abbracciando l’uomo con trasporto.
Il ragazzo le passò la mano tra i capelli sorridendole affettuoso - Primo giorno di Chibiusa? - chiese indicando con gli occhi la scuola.
La ragazza annuì vigorosamente con il capo - Non sai che emozione è stata… - gli rivelò sorridendo contenta - Ma dimmi, tu che ci facevi qui?
Seiya fece un cenno del capo verso la moto dov’era posata una borsa - dovevo fare delle commissioni per il negozio e sono passato per di qua. - le sorrise - Ti ho visto e ho pensato di fermarmi.
Usagi gli sorrise allegramente e stava per chiedergli di quali commissioni parlasse dato che era notoriamente una curiosona, ma il telefono glielo impedì trillando insistente.
Staccandosi dal ragazzo cercò con foga il cellulare nella borsa, sotto lo sguardo stupito misto a divertimento del giovane.
- Cos'è, la scatola delle meraviglie? - cominciò a ridere, vedendo Usagi che estraeva oggetti su oggetti, e per lo più inutili, mettendoglieli a forza tra le mani dopo aver sussurrato un “Tienimeli un attimo, né?”
Dopo un tempo che a entrambi parve infinito, Usagi estrasse il cellulare con un grido d’esulto - Trovato! - esclamò felice.
- Pronto? - chiese professionale strappando l'ennesima, genuina risata a Seiya che la osservava atteggiarsi a gran donna.
- Sì… ma certo Mako-chan! Non è assolutamente un fastidio, vengo verso le quattro… sì, sì. - mentre continuava ad annuire al telefono Usagi aveva iniziato a punzecchiare l’amico con il gomito cercando di farlo smettere di ridere. - Sì, certo che ti ascolto Mako-chan! - esclamò leggermente imbarazzata la ragazza dopo l’ennesimo richiamo da parte dell’amica - Sì, ho capito! No…. No, ti prego, la predica no! - supplicò con voce triste.
Ma le suppliche non avevano mai funzionato con la severa Makoto. Lei era forte e dolce, ma odiava con tutto il cuore essere ignorata o non venire ascoltata.
Subendosi la predica e roteando gli occhi al cielo Usagi passò al telefono un quarto d’ora buono.
Così si decise a porre fine a quella conversazione - Hai ragione Makoto, su tutta la linea. Ora scusami, ma devo andare all’università… certo, un bacio anche a te. Sospirando di sollievo chiuse il telefono rimettendolo nella borsetta.
Alzò gli occhi verso il ragazzo con il viso scocciato - Certo che tua sorella è terribile… - gli rinfacciò seria.
Altrettanto seriamente Seiya alzò le mani - Non è mia sorella, solo sorellastra. - specificò puntiglioso - La pregherei di non commettere più errori simili, Chiba-san.
Usagi si portò le mani ai fianchi in una perfetta imitazione di Makoto quando la sorprende a rubare qualche biscotto - Scusi tanto, Kou-san, non commetterò più simili sbagli. - rispose di rimando - Ora mi scusi, ma debbo proprio andare all’università, sa alcune persone studiano e non si limitano ad occuparsi di un negozio…
Seiya subì la frecciatina senza fare una piega.
I due si guardarono negli occhi ancora qualche secondo prima di scoppiare a ridere liberandosi da quella giocosa finzione.
Spesso le ragazze dicevano che era incredibile guardarli fingere di litigare: sembrava proprio che facessero sul serio. Minako, che faceva l’attrice ormai da tre anni, aveva sempre insistito perché facessero dei provini perché era impensabile che un talento simile andasse sprecato, ma non aveva mai ottenuto nulla. Seiya e Usagi si erano sempre negati.
Si scambiarono un altro abbraccio e poi si salutarono, ognuno diretto verso la propria meta.



Note dell’autrice:
Sono arrivata con un nuovo capitolo in perfetto orario! ^_^ Purtroppo non ho avuto il tempo necessario per rispondere alle recensioni cause forze maggiori (=leggasi mia madre e mio padre rompono le scatole) perciò oggi pubblico per voi e domani rispondo alle recensioni, lo giuro! XD
Come consuetudine ringrazio coloro che hanno letto la storia e coloro che gentilmente mi hanno lasciato detto cosa ne pensavano, Grazie mille.
Ringrazio semplicementeme che mi ha contattato in via privata e alla quale ho già risposto, ed ora passo alle risposte dei recensori.

sailormoon81 È molto probabile che se si riveli esatta l’ipotesi delle ragazze il rapporto tra Usagi e Mamoru si complichi. Mamoru soprirebbe d’aver passato sei anni della sua vita ad accudire la figlia di un’altro che averebbe potuto farsi avanti nel dubbio d’essere il padre. Ma forse sarebbe sollevato di togliere alla sua amata un simile peso. Mah, vedremo le indagini a cosa condurrannno, io non mi sbilancio. ^_-
Ti ringrazio per i complimenti, sono segretamente arrossita nell’antro della mia cameretta XD Mi rincuora davvero sapere che la spiegazione di Ami non sia risultata complicata, temevo già che nessuno avrebbe capito di cosa parlavo =_=
Hem… credo che questo capitolo non abbia dissolto alcun dubbio XD Al massimo ne hai di nuovi! Comunque sono anch’io un’inguaribile romantica capisco bene il tuo punto di vista. Perciò W USAGI/MAMORU!!

kar85 Non sai quanto adori i tuoi commenti, soprattutto se legati a questa storia! XDDD No, sacrilegio, io parlare latino?! Ma nemmeno se avessi 2000 recensioni brancolanti nei meandri più oscuri di questo mondo! XDDDD
Thanks my darling and my husband. I love you so much. See you soon! ^_^

Ale Oh, sei la prima che segue i miei consigli *.* XDD Scherzi a parte, i complimenti, espliciti o impliciti non importa, sono sempre ben accetti, danno una smossa alla mia autostima e mi fanno scrivere meglio e più velocemente ^_^
Bene, se i dubbi erano gli stessi allora significa che sei in sincronia con le ragazze! Probbilmenti andresti a braccetto con loro, vestita da Sherlock Holmes e lente d’ingrandimento tra le mani! XDD Le domande vedrai che si risolveranno man mano che la storia procederà, per quanto riguarda la situazione tra Usagi e Mamoru nel caso sia Seiya il padre… beh, come ho detto a sailormoon81 poterebbe dei problemi. Mamoru soprirebbe d’aver passato sei anni della sua vita ad accudire la figlia di un’altro che averebbe potuto farsi avanti nel dubbio d’esserne il padre. Ma forse sarebbe sollevato di togliere alla sua amata un simile peso. Perciò… dipende solo dalla psicologia di Mamoru! Però, mi raccomando, non sbattere la testa!!! Non vorrei mai che ti facessi male a causa mia, mi sentirei in colpa!! XD
Sono felicissima di averti incuriosita tanto, la storia è stata scritta proprio con quest’intento. Ma non sarà solo una storia di indagini, come dimostra questo capitolo. Ti ringrazio ancora tantissimo dei complimenti. Baci e a presto! ^_^

Kirby quanti dubbi *.* adoro i dubbi! (Non si era notato, vero? XDD) Anche se Rei non l’ha detto si riferiva non solo all’aspetto fisico di Seiya e Mamoru, ma anche a quello caratteriale. Perciò c’è la possibilità che somigli di più a uno che all’altro, poi sia mai che vedano il naso di Chibiusa più simile a quello di Seiya che a quello di Mamoru! XDDD
Se ti manda in tilt in senso buono allora continuo a scivere, altrimenti smetterei per evitare di mandare in crisi i miei lettori! XD No, scherzo, continuerei a scriverla comunque. ^_-
Ti ringrazio molto per i complimenti, mi rendono veramente felice!

Lithtys su dai, resisti! Vedrai che aggiorno, con i soliti 12 giorni ma aggiorno, non lascio la storia! ^_-
Se ti consola nemmeno a me va giù l’idea che Seiya sia il padre di Usagi, sono una Usagi/Mamoru convinta e lo sono sempre stata! Però devi ammettere che, capelli a parte, Seiya e Mamoru sono proprio simili… e magari Usa non se nè accorta, sia mai che l’alcool le abbia annebbiato del tutto la vista… ma non trifolarla dai, poverina! XDDD
Ti rinrazio tantissimo per i complimenti, mi rendono taaaanto felice ^_^

Merwen chissà perchè, ma l’idea di Seiya come padre di Chibiusa non piace proprio a nessuno! XDD Mah, io devo prorpio essere masochista per aver accettato anche solo la possibilità che tra i due ci sia qualcosa di tenero… però non dico niente e vi lascio soffrire! XDD
Per quanto riguarda l’incesto cerco di rispondere senza sopilerare… bisogna dire che se avessero avuto comunque una qualsiasi relazione prima di quel fatidico giorno sì, sarebbe ancora incesto anche se meno grave. Però un incesto ‘incompiuto’ è più facile da sistemare e far finta che non sia mai successo, più difficile è ‘eliminare’ una bambina che ne è la prova vivente. Quindi se Seiya fosse davvero il padre le accuse possono essere scalzate dicendo che Usagi e Mamoru non avevano mai fatto nulla, in pratica sallverebbero capra e cavoli! ^_-
Tante grazie per i complimenti, sono più che ben accetti! ^_^ Per quanto riguarda gli aggiornamenti… beh, sono per i 12 giorni da un capitolo all’altro, magari durante le vacanze (compiti ed ispirazione permettendo) potrei velocizzarmi un po’, ma non prometto nulla.

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 7
*** Intermezzo ***



Casi della Vita


Intermezzo

La porta del negozio si aprì facendo tintinnare allegramente i campanellini annunciando con allegria e spensieratezza il nuovo cliente.
Makoto si voltò sorridente al nuovo venuto, ma il sorriso le si gelò sulle labbra quando vide chi era.
Il nuovo arrivato portava un pesante cappotto nero, completamente fuori stagione, un cappellaccio anch’esso nero che copriva i luminosi capelli biondi, guanti, giornale in mano, occhiali scuri a coprire il viso.
Solo una persona, in piena primavera, poteva andarsene in giro vestita così.
Makoto la conosceva bene, e conosceva pure il motivo che l’aveva spinta a conciarsi in quel ridicolo modo.
Fu trattenendo una sonora risata che salutò - Ciao Mina-chan! Ma come ti sei vestita? - le chiese quasi incredula, ma solo quasi.
Minako si tolse con eleganza gli occhialoni neri ed il cappello liberando la folta chioma. Successivamente, sempre con l’eleganza d’attrice, si liberò dal pesante pastrano e dei guanti.
Un sospiro raggiunse la pasticcera.
- Accidenti che caldo sotto quell’armatura! - si lamentò la bionda prendendo posto ad uno dei tavoli - Mako-chaaaan - disse supplichevole - mi porteresti un tè freddo, per favooore? Sto morendo di caldo!
Guardandola stupita ma affettuosa Makoto andò al bancone per prenderle il tè richiesto.
Con gentilezza lo posò sul tavolino e, dopo essersi sincerata che tutti i clienti fossero a posto, si sedette con l’amica.
- Avanti, parla. - la incitò mentre Minako assorbiva la buona bevanda - Cosa diamine ci facevi con quel pastrano?
La ragazza posò il bicchiere ormai vuoto diventando improvvisamente seria e chinandosi verso l’amica.
- Oggi stavo andando verso gli studi televisivi - iniziò a raccontare sottovoce - e ho deciso di passare davanti alla scuola per incrociare Usagi, sai, pensavo potesse avere bisogno di sostegno psicologico…
Lo sforzo che fece Makoto per non scoppiare a riderle in faccia fu encomiabile: conosceva fin troppo bene per sapere che si era alzata presto di mattina solo per spiare l’amica.
Probabilmente aveva pensato che avrebbe trovato qualcosa d’interessante, come suo solito aveva un fiuto per gli scoop che lasciava sempre tutti stupiti.
- Così - continuò - ho visto Usa-chan e Chibiusa-chan che si salutavano davanti alla scuola. Usagi però era rimasta a fissare per parecchio tempo il portone, così mi sono detta “Minako, vai da lei e sostienila!” - disse alzandosi in piedi assumendo la tipica posa da star: ginocchio alzato, indice della mano destra proteso a cielo e mano sinistra al cuore.
Makoto la guardava con un’espressione tra il sorpreso e l’imbarazzato, tanto che, lanciando occhiate di scuse ai clienti allibiti, si precipitò a prendere Minako per le braccia e a farla sedere di peso.
Poi, il viso davanti al suo e un dito sulle labbra, sussurrò - Mina-chan, ma sei impazzita?! Massima segretezza, ricordi?
La bionda scrollò la bella chioma annuendo e riprese a raccontare - Dicevo… sì, stavo per raggiungerla quando ho visto Seiya-kun che si fermava con la moto vicino a lei. Da brava detective ho tirato fuori dalla borsetta quello - disse indicando i capi che componevano l’abbigliamento che si era tolta poco prima - e mi sono messa ad ascoltarli.
Minako si fermò osservando attenta lo sguardo sconvolto di Makoto.
Per un paio di minuti restarono ferme, in silenzio, e poi l’attrice sventolò la mano davanti al viso dell’amica per disincantarla.
Con uno sbalzo Makoto alzò lo sguardo.
- Ma che ti succede? Non è la prima volta che spio qualcuno per buoni propositi. - disse la ragazza non capacitandosi del comportamento dell’amica.
Makoto scosse il capo facendo un sorriso - No, stavo solo pensando…
- Pensavi che la situazione è strana, Vero? - le chiese interrompendola.
La pasticcera scosse nuovamente il capo - No, a dire la verità mi domandavo come hai fatto a far stare tutta quella roba nella scatola per sardine che ti trovi come borsa.
Questa volta quella incredula fu l’attrice che scoppiò a ridere di gusto - Ma dai! Non è un problema, funziona come la borsa di Mary Poppins, hai presente? - le disse senza però attendere risposta - Comunque, Seiya e Usagi sono rimasti li a parlare per un po’.
- Tutto qui? - le chiese Makoto - Non hai sentito di cosa parlavano?
L’amica mosse sconsolata il capo - No, non ho sentito nulla di nulla. Però, secondo me, Seiya era andato per vedere Chibiusa. Sai, il primo giorno di scuola della figlia è importante…
I campanellini della porta tintinnarono con nuova allegria e richiamarono l’attenzione delle due.
Con un tuffo al cuore videro proprio Usagi varcare la soglia del negozio, con un sorriso sereno sul viso che, oltre a farle scioglierle visto che non lo vedevano da tanto tempo, le fece sentire in colpa per aver parlato di lei fino a quel momento.
- Mako-chan, Mina-chan! - salutò allegra dirigendosi verso le amiche e abbracciandole, visto che si erano appena alzate proprio per quello.
- Usa-chan! - dissero in coro sorridendole - Guarda un po’, parli del diavolo spuntano i cornuti! - disse tutta allegra Minako.
La pasticcera si voltò a lanciarle un’occhiataccia mentre era calato il silenzio, nel frattempo pensava alla terribile gaffe che aveva fatto.
Usagi rise di guasto prendendo posto - Mina-chan, si dice parli del diavolo spuntano le corna! - la corresse tranquilla - Cosa dicevate di bello su di me? …perché era qualcosa di bello, vero?
Le due inghiottirono a vuoto - Ehm, parlavamo del primo giorno di Chibiusa… - disse prudente Makoto. Per lei era meglio una mezza verità che una bugia.
- È stato proprio emozionate! - affermò allegra la ragazza - Ah, ma lo sapete chi ho incontrato davanti alla scuola?
La domanda che avrebbe potuto ricevere solo un’affermazione per risposta fu posta, e portò all’esaurimento la povera Makoto.
La pasticciera era sul punto di confessare tutto quando Usagi riprese a parlare - No, non potete saperlo, che sbadata! - asserì portandosi una mano dietro i capelli e accarezzandoseli piano - Ho incontrato Seiya!
Se Usagi si era aspettata di vedere sorpresa dipinta sui volti delle amiche si era sbagliata di grosso.
Le due ragazze non fecero una piega facendo comparire un broncio sul viso dell’amica.
- Eddai, almeno fate finta di essere sorprese! - le riprese piccata - Non è divertente raccontarvi le cose se poi fate quelle facce da funerale!
Ma come potevano salvare la situazione?
Makoto era semplicemente in crisi: troppo sincera e diretta, non era abituata a simili situazioni.
Minako invece era nel suo campo.
- Mah - disse con fare annoiato e un po’ scontato - sai, pensavo che tu e Seiya aveste un rapporto… ehm, diciamo, particolare? Non lo trovo strano.
Incredibilmente Usagi arrossì abbassando lo sguardo tormentandosi un poco ed iniziando a cambiare continuamente posizione sulla sedia.
- Ma cosa dici… Mina-chan… - protestò debolmente lasciando intendere più di quanto volesse in realtà.
Minako si avvicinò di più al viso di Usagi prontamente imitata da Makoto.
- Daaaai, racconta alle tue confidenze, cosa combini con Seiya-kun? - la incitò a parlare l’attrice.
L’interrogata si scostò rossa in volto scuotendo aritmicamente le mani davanti al viso - Non combiniamo nulla! Cioè, ci vediamo e basta. Anche se gli piaccio siamo amici, credo…
- GLI PIACI? - urlò Minako con tutto il fiato che aveva in gola facendo voltare verso di lei i clienti scandalizzati.
- Schhh! - la rimproverarono insieme le due amiche.
Questa volta fu Makoto a restare impassibile e controllata - Beh, si vedeva benissimo che è innamorato di te, Usa-chan. - le confermò tranquillamente - Credo che vada avanti così da… almeno sette anni.
Usagi la guardava con occhi sbarrati - Così tanto?! Mah, io non avrei sopportato di aspettare così tanto per dichiararmi. - disse con noncuranza.
- Ah, ma si è dichiarato? - chiese sinceramente curiosa la pasticciera mentre reprimeva, senza sforzo, un grido di Minako.
La futura psicologa, se possibile, divenne ancora più rossa.
- Beh, ecco… a dire la verità… insomma… - balbettò quella tormentandosi i capelli.
Chiuse gli occhi in una strana smorfia ed annuì - Sì, si è dichiarato un paio di giorni fa! - disse tutto d’un fiato riaprendo gli occhi - Ecco, ve l’ho detto.
Fu fortunatamente salvata dal tintinnio dei campanelli.
Le tre alzarono lo sguardo per vedere i nuovi arrivati.
- Motoki-onii-chan! - esclamò Minako alzandosi per andare ad abbracciare il fratello scontrandosi con un altro ragazzo - Seiya-kun, ‘giorno anche a te!
- Buongiorno! - salutò Motoki portandosi dietro la sorella per dare un bacio a Makoto, la sua ragazza.
- Ciao Moto-chan, Seiya-chan! - salutò la pasticcera godendosi il bacio del fidanzato.
- Mamoru-onii-chan… - sussurrò a se stessa Usagi assaporando il gusto di quelle parole per poi riprendersi con un sorriso - Benarrivati Seiya-chan, Motoki-chan. - salutò educatamente la ragazza.
- Allora, Usa-chan, mi sostituisci per quest’oretta? - le chiese Makoto riprendendo il discorso di quella mattina al telefono.
La bionda annuì alzandosi prontamente per prendere la sua divisa - Non ti preoccupare, farò tutto io… e per quanto riguarda il giorno libero… me lo prenderò un’altra volta! - disse facendole l’occhiolino.
Tornò in sala giusto il tempo per salutare Makoto, Motoki e Minako che uscivano dalla pasticceria.
- Tu non vai? - chiese gentilmente a Seiya dopo aver servito ad un paio di tavoli.
Seiya era particolarmente serio, non l’aveva mai visto così.
- Usa-chan… - proferì in tono profondo - Volevo chiederti se usciresti con me. - sospirò piano interrompendo con la mano la possibile risposta della ragazza - Un appuntamento serio, intendo.
Usagi rimase in sospeso per qualche secondo e poi gli regalò un sorriso meraviglioso - Accetto. - disse solo facendo illuminare il viso del ragazzo d’un sorriso radioso.



Note dell’autrice:
Quanti di voi in questo momento mi stanno odiando con tutto il cuore e si augurano la mia morte prematura? XDDD
Hei, che ci fanno tutte quelle mani alzate?!? Guardate che lascio la fic e mi dileguo! XD
Calma, calma, posate quei forconi, abbassate le asce, niente fiaccole per favore! Dragon, anche tu, posa tutto quello che hai in mano!! XDDD
Okay, basta scherzare (almeno spero che voi non facciate veramente così!). Questo capitolo, come gli altri, introduce alla storia, perché non sono solo le indagini su Chibiusa e la sua situazione a fare da padrone, ma ci sono anche i sentimenti.
Vi informo che io Aaaaaaadoro giocare sui sentimenti, descriverli e renderli il più veri possibile! Perciò aspettatevi altri capitoli così, mi piacciono troppo!

Ed ora i ringraziamenti.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e in particolare coloro che hanno recensito, Grazie di tutto!

lithtys La mia dolce Usa, io semplicemente adoro farla fare la mamma. È stata dura evitare che fosse la mamma perfetta (infatti lei è tesa come le mamme abituate non sono), l’idea dei dolci, devo ammetterlo, m’è venuta in mente perché quando io faccio i biscotti la mia mamma viene da me guidata dal ‘buon odorino’ XDDDD. Così, visto gli effetti che ha su un’adulta mi son detta, perché per una bambina no? E fatta la scena *.*
Il Destino porta il nome di Mikayla, e credo d’averti dimostrato che ho in serbo mille sorprese! Beh, sono curiosa di sapere come l’hai presa…

sailormoon81 Mi sa che devi preoccuparti sì! Seiya si è dichiarato e ha ottenuto un appuntamento…poi il resto si vedrà, ma chissà perché ho degli strani presentimenti… XD
In ogni caso, sono felice d’aver reso bene sia la parte materna di Usa sia quella malinconica. Temevo d’aver esagerato nel fare la mamma e di non aver detto molto sulla tristezza che doveva aver provato in tutto quel tempo. Perciò ti ringrazio per avermi rassicurata e un grazie anche per i complimenti! ^_^

Ale Inizio con il rispondere alla vecchia domanda che, mia colpa, avevo dimenticato XD Allora… confermo: sì, sono fratelli.
Io ho sempre creduto che le donne abbiano un senso materno innato, perciò Usa era piuttosto naturale. Ma anche lei era piuttosto impacciata (era più emozionata di Chibiusa!) solo che non lo mostra troppo perché deve rassicurare la figlia.
Per quanto riguarda gli indizi… posso dirti d’averne disseminati un po’ in giro per tutti i capitoli, si vede abbastanza chiaramente chi è il padre (o magari lo vedo io perché so chi è XD dettagli).
Ma per me sapere che non si capisce nulla è un ottima cosa!! È un complimento grandissimo, soprattutto perhè era mia intenzione rivelare tutto solo all’ultimo o penultimo capitolo visto che con la rivelazione la storia si conclude. Non ho intenzione alcuna di affrontare quello che avverrà dopo la ‘scoperta’.
Mamoru… ti dirò la verità, quando un uomo ama una donna ed è sicuro di essere il padre di sua figlia non andrà mai a dubitare di ciò e non si andrà mai a chiedere se sia vero. Perché l’amore può rendere particolarmente ciechi, e questo mettersi delle fette di prosciutto davanti gli occhi non aiuta particolarmente. Perciò… sì, sono convinta che, se Chibiusa non fosse sua figlia, lui non se ne sarebbe mai accorto.
In quanto a Seiya non mi esprimo XD Ormai hai capito che legame lega Seiya e Usa, e poi, in tutta sincerità, io me lo vedo bene come padre di Chibiusa! ^_^
Baci anche a te!

Kirby Chi sarà? … non ne ho idea! XD
Scherzo, io lo so chi è, ma non ve lo dico! :P Sono cattiva e farò si che lo scopriate solo con l’aiuto delle nostre detective d’eccezione!
Grazie mille per i complimenti e un grande bacio anche a te!

merwen Grazie per i complimenti! Inizio così perché, beh, dopo questo capitolo credo che tu sia una delle ragazze con il forcone e la torcia! XDDD Mamo-chan ritornerà, appena finiti gli studi, ma non so se si rimetterà con Usa, in fin dei conti sono fratelli, mica si può passare così facilmente su questo problema!!

semplicementeme E invece, devo deluderti, la separazione di Usa da Mamo-chan ad opera di Seiya è stata programmata fin dall’inizio della storia! XD Come hai notato hanno un appuntamento, uno di quelli seri, chissà come andrà a finire…
Sono felice che ti piaccia la mia Usa-mamma, io sono piuttosto soddisfatta di come sta venendo, anche e soprattutto, perché non mi piaceva che madre e figlia si comportassero come sorelle. Le preferisco così!

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 8
*** Indagini dal Passato - Parte Prima ***



Casi della Vita


Indagini dal Passato - Parte Prima

Si sentì un bussare deciso alla porta e all’interno della stanza piombò il silenzio. La porta si aprì.
- Ami-chan, ho portato del frappé per te e le ragazze. - disse la dottoressa Mizuno sfoderando un amorevole sorriso che però si spense poco dopo - Non c’è Usagi-chan? - chiese rattristata.
Ami si alzò prendendole il vassoio dalle mani - No, mamma. Usagi è andata a fare spese con Kyoko-san e Chibiusa-chan. - le rispose tranquilla.
- Peccato, avevo preparato il suo frappé preferito, quello alle fragole… - disse soprappensiero decidendosi a guardare le ragazze - Comunque… ero venuta a dirti che devo tornare in ospedale, un'urgenza. - disse rivolta alla figlia.
Ami annuì sedendosi al suo posto, lo sguardo spento.
- Allora vi saluto! - esclamò allegra la donna rivolgendo un sorriso alle ragazze.
Minako s’alzò raggiungendo la donna per darle un bacio - Ci vediamo Kaori-san, badiamo noi a Ami-chan! - le disse facendole l’occhiolino.
La donna rispose al sorriso e sistemò il fiocco rosso della ragazza - Mi fido, Mina-chan. - le rispose - Ah, Makoto-chan, grazie per i pasticcini dell’ultima volta, erano squisiti! Ciao anche a te, Rei - disse alla nipote per poi uscire dalla stanza.
- Adoro tua madre! - esclamò Minako prendendo uno dei frappé e sorbendolo con gusto - È sempre affabile con tutti!
Rei sbuffò contrariata - Con tutti meno che con sua nipote. - disse amareggiata - Mi odia, e non so neppure il perché!
Ad intervenire fu Ami - Su, Rei-chan, lo sai che non ti odia. È fatta così, alcune persone le stanno simpatiche a pelle mentre altre no. Guarda Usagi: è la figlia dell’uomo che amava che ha sposato un'altra, ma non per questo si fa condizionare e le piace. Tu sei la figlia della sua adorata sorella, ma nonostante ciò non ha slanci d’affetto verso di te, tutto qui. - cercò di spiegarle.
Rei annuì anche se poco convinta - Lasciamo stare… riprendiamo il discorso di prima. - disse guardando Minako e Makoto - Così Usagi ha detto a Seiya che sarebbe uscita con lui la prossima settimana. - ricapitolò.
L’attrice annuì - Secondo me voleva chiedertelo davanti all’istituto, dopo essersi accertato che la figlia fosse andata a scuola.
- Così sei convinta sia lui il padre? - chiese la miko, guardando di sottecchi l’amica.
Minako annuì convinta - Secondo me sì. In fondo, Seiya è andato a scuola per vedere il primo giorno di scuola della figlia e per incontrare Usagi. Poi, il pomeriggio stesso, le chiede di uscire e Usagi accetta. Senza contare che Usagi ha sempre avuto un rapporto piuttosto speciale verso Seiya… non mi stupirei che, messasi il cuore in pace, perché Mamoru non lo può amare, si sia accorta di amare Seiya. - disse tutto d’un fiato - E poi… - aggiunse indecisa - magari inizia a ricordare di quella sera…
Quella maledetta sera.
La sera della festa del compleanno di Ami.
Era stato il 26 settembre, alla festa in grande stile della ragazza, il giorno in cui Chibiusa era stata concepita.
- Secondo me dovremmo ricostruire la sera della festa per sapere chi è il vero padre di Chibiusa. - disse cauta Makoto.
Ami annuì - Dobbiamo chiedere a tutti quelli che vennero alla villa in montagna quel week-end. - concordò chiedendo conferma alle amiche.
Quando anche le altre due annuirono Ami prese dal comodino carta e penna - Allora, partiamo dall’inizio…

Per i suoi tredici anni, Ami aveva chiesto alla madre di poter fare una grande festa alla villa in montagna durante il week-end di venerdì 25, sabato 26 e domenica 27.
Inizialmente Kaori aveva detto di no, che erano tutti troppo piccoli per quel genere di feste, ma alla fine aveva ceduto.
Furono invitati molti ragazzi e molte ragazze, compagni di classe, di corso extrascolastico, i rispettivi fidanzati/e e gli amici imbucati.
Mamoru era stato costretto ad andare sotto le insistenti pressioni della madre a tenere sott’occhio la sorellina.
La giornata di venerdì fu tranquilla, Kaori e gli altri adulti alla villa non ebbero alcun problema a badare a tutti i ragazzi, anche perché, a dispetto delle previsioni, furono molto tranquilli.
Ma la tranquillità sviò gli adulti che, rassicurati, lasciarono i ragazzi sempre più liberi e senza supervisione, il sabato, infatti, anche Kaori se ne andò lasciando nella villa solo un paio di inservienti.
Tutto era stato calcolato nei minimi dettagli, perfetto per trasgredire alle regole.
I poveri inservienti furono rinchiusi in una stanza e il festino cominciò.
Scorrevano litri di birra e vino, la casa era appestata da ebbri odori di alcolici e fumo.
Le menti erano annebbiate.

- Cavolo, è stato per quello che ho deciso di non fumare mai - disse Minako disgustata al solo ricordo.
Rei fu d’accordo con lei - Ma pensare che a quei tempi la trovavamo la cosa più spassosa della terra…
- Eravamo solo delle sciocche tredicenni inebriate di vita, mica potevamo sapere quello che sarebbe successo! - disse saggiamente Makoto.
- Già. - concordò Ami - Ma ora dobbiamo capire che cosa è successo.

Minako era sempre stata reputata la più bella delle ragazze dell’istituto nonostante fosse ancora piuttosto piccola.
Quella sera era sempre stata circondata da un corteo di ragazzi che le facevano sfacciatamente la corte.
Offrivano intrattenimenti e svaghi, si premuravano che il calice della ragazza fosse sempre pieno di qualche alcolico ed offrivano anche qualche stuzzichino.
Per loro sfortuna la biondina era particolarmente resistente all’alcool e quindi non crollò tra le loro braccia, ma si mantenne sempre in se stessa, quasi lucida.
Non aveva praticamente mai visto le sue amiche in tutta la sera, ma le sembrava d’aver visto Seiya e Usagi parlare in un qualche momento della serata, entrambi con il bicchiere in mano e una bottiglia piena accanto a loro.
- Minako! - la chiamò preoccupato Mamoru e dopo un tempo quasi indefinito lei si decise a rispondergli - Che vuoi?
Il ragazzo ignorò la risposta del tutto inadeguata - Sai dov’è Usagi? - le chiese con tono d’urgenza.
La ragazza aveva fatte segno di no con la testa e l’aveva visto sparire.
Non aveva più visto né Usagi né Mamoru né Seiya in quella sera.
Fu il mattino successivo, aggirandosi per la casa silenziosa alla ricerca di una pastiglia per il mal di testa, che rivide Usagi.
Se ne stava su un letto, le coperte ben tirate fin sotto il naso così da lasciar vedere solo i due buffi codini che era solita avere a quell’età. Accanto a lei un ragazzo, capelli scuri e il viso girato verso l’altra entrata, anch’esso sotto le coperte.
Seiya.
Sbadigliando la biondina si era allontanata dalla stanza.

- Cavoli, Seiya e Mamoru erano così simili… - disse Minako mordicchiandosi un’unghia - Allora ero certa fosse Seiya, ma ripensandoci non saprei dire se avevo ragione o no!
Una mano si posò delicatamente sulla sua spalla - Non ti crucciare. - la consolò Rei - Ora tocca a me.

Rei e l’alcool avevano un pessimo rapporto.
Lei odiava bere, soprattutto perché aveva assistito molte ragazze che avevano uno dei genitori perennemente ubriaco e sapeva la sofferenza che ciò comportava.
Da allora si era ripromessa di non bere mai e quella sera non faceva eccezione.
Aveva brindato alla salute di Ami, ma non di più.
In compenso però aveva un amore sviscerato per le sigarette; non ne era dominata, avrebbe potuto smettere in qualsiasi momento, ma non lo faceva.
Alla miko piaceva tenere il bocchino tra le mani, aspirare piano il fumo per poi espirarlo, creando giochi di luci e tenebre.
La ragazza, insieme ad un gruppo piuttosto omogeneo, se ne stava tranquilla in terrazza ad osservare le stelle.
- Belle vero? - le aveva chiesto Seiya sedendole accanto.
Rei aveva fatto un leggero cenno del capo mentre si portava con eleganza la sigaretta alla bocca - Come mai sei qui? Usa-chan ti ha scaricato?
Il moretto aveva riso - No, no. - rispose prendendole la sigaretta e facendo un tiro veloce - Devo andare da lei, adesso, mi ha chiesto da bere - le rivelò mostrandole le tre birre che teneva in mano - Solo che è già ubriaca e cerco di ritardare il suo crollo.
Lui si alzò, ma venne trattenuto per la veste - Stai attento ad Usa-chan, non è abituata a tutto questo, in casa sua viene trattata con i guanti…
Il ragazzo aveva fatto un cenno sparendo alla vista della giovane.
La risata troppo acuta a causa dell’alcool fece girare Rei verso la casa dopo un’eternità che guardava le stelle, le mani erano ormai fredde.
Vide chiaramente i buffi codini di Usagi che volavano mentre la ragazza correva per la stanza, la vide inciampare e reggersi ad un ragazzo moro, piuttosto alto.
Mamoru.
Lo vide trasportarla con delicatezza nella parte più calma della villa e presto se ne dimenticò, presa dallo spettacolo gentilmente offerto dalla placida luna perlata.

Rei sbuffò prendendo un poco di frappé - Come vedi, non so neppure io chi fosse realmente. - disse all’amica - A me sembrava Mamoru per via dell’altezza, ma ora che ci penso Usagi era piegata perché caduta e quindi le proporzioni potrebbero essere sballate.
Le tre ragazze sospirarono tristemente.
- Tocca a te, Makoto. - disse Ami pronta per riprendere a scrivere.



Note dell’autrice:
Nuovo capitolo finito!
Beh, non proprio visto che è solo una prima parte ^^’’
Comunque, ecco qui le indagini, il tentativo delle ragazze di scoprire cosa sia successo quella famosa sera, cosa scopriranno? Bah, non ne ho idea! XD
Lasciamo gli scherzi da parte… voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto questa fic, un grazie in particolare a coloro che hanno anche recensito.

lithtys È vero, è vero, è vero! XD Hai letto benissimo, la nostra Usa ha accettato un appuntamento serio con Seiya del quale, per tua fortuna (o sfortuna), conoscerai gli esiti solo nel decimo capitolo! XD Ma quanto sono perfida? XDDDDD
Io credo che più che rendersi irriconoscibile Minako abbia attratto l’attenzione di chiunque sia passato per di là! XD Per la borsa alla Mary Poppins non so, chiederò a Mina-chan dove l’ha trovata!

kar85 Sei l’unica, a parte me, ovvio, che li vede bene assieme Usa e Seiya! XD
Ogni volta attendo il tuo commento per sapere come procede la storia dal punto di vista stilistico-narrativo, e ogni volta mi fai commuovere! Ma sai, vero, che gran parte del merito è tuo, vero? No, perché tu mi sproni, mi aiuti, mi correggi e quindi io miglioro ^_^
Mille grazie kar-chan! Ti voglio bene!
Ps: oh sì, la tiro per le lunghe, dovrebbero essere sui 20 capitoli in tutto la storia, mica pochi! XD

sailormoon81 Mia cara, invece l’ho fatto, ho fatto uscire Seiya con Usa, anche se tra un paio di capitoli! XD Però non so come andrà.. potrebbe essere un fiasco, chi lo sa! XD Mina-chan non so cosa farà all’appuntamento potrebbe essere trattenuta da qualcuno (non io eh! XD)
Grazie mille per i complimenti, sono felice che i capitoli vengano bene e lineari! Baci

Ale Ma scusa, che male c’è? XD Usa ha chiamato Mamoru fratellone (significato letterale di onii-chan) e poi ha accettato d uscire con Seiya, le cose quadrano! Usa ha rinunciato a Mamoru (si vedeva già da un po’ di capitoli) e ha deciso di provare con Seiya che le muore, letteralmente, dietro da sette anni, mi sembra normale! XD Per Chibiusa… vedrai, le nostre amiche riusciranno a scoprirlo il mistero, si stanno impegnando cercando di ricostruire quella sera, i loro sforzi verranno premiati!
Oh mamma, ma cos’è ‘sta cosa di Hiroshi? Cos’avrebbe potuto fare a Chibiusa? O.o Ma sai che non avevo mai sentito un’ipotesi simile? Adesso sono curioooooosa!!! XD Me la racconti?
La tua velata minaccia (talmente tanto velata che non l’ho vista) ha sortito il suo effetto: Mamoru tornerà (come da copione) ma solo DOPO essersi laureato perciò… aspetta ancora un po’ di tempo, siamo solo in primavera! XD
Sei fortunata che l’aggiorni così presto, di solito ci metto secoli interi prima di scrivere qualcosa, ma come prima avevo il blocco, adesso sono iperattiva! ^^ Spero ti sia piaciuto che ti stia aiutando a capirci qualcosa in più. Bacissimi anche a te! :*

veronica85 Grazie, mi fa piacere che trovi la storia carina, ma devo fare delle precisazioni: io il manga l’ho letto e ce l’ho qui a casa e ho visto pure l’anime. La scelta degli occhi castani, lo ammetto, ha poco a che vedere con la storia in se, semplicemente mi faceva senso parlare di occhi rossi, faceva molto occhi insanguinati e per questo stesso motivo evito di descrivere troppo i capelli di Ami, o quelli di Chibiusa. In pratica è solo una questione di gusti miei. Un'altra precisazione è questa: Seiya ha gli occhi azzurri proprio come Mamoru e Usagi, quindi, come vedi, nuovamente gli occhi non c’entrano nulla. Mi spiace per il disguido, la prossima volta metterò nelle note il motivo del cambio del colore degli occhi.

Kirby Hem… il macete… io spero che tu lo usi per disboscare qualche giungla, nevvero? ^___^ Mi auguro d’averti incuriosita abbastanza da poter sperare di aver salva la vita… XD
Visto, ti ho accontentata e le indagini stanno iniziando, adesso sono salva, vero vero? ^-^

merwen Sinceramente mi auguro che la storia risulti bella, a me piace (altrimenti non la scriverei!) e spero proprio che piaccia e appassioni anche le altre lettrici! Usa, Seiya, Mamoru… un bel triangolo, ma non c’è speranza, Usa può stare solo con uno dei due e Seiya ha due punti a favore: è in Giappone, non è suo fratello… dici che sia troppo ovvia come ipotesi? XD
Questo capitolo non era da forcone, vero? No, perché ci tengo al mio fondoschiena! XD
Grazie mille per i complimenti, mi fanno molto piacere! ^_^
Ps: io li adoro nei primi capitoli *.* sono così teneri!! Non so, vedrò cosa posso fare per accontentarti. ^^

semplicementeme Grazie per non aver attentato alla mia vita, ti sono debitrice! Confida in me, amica mia, vedrai che non ti deluderò! ^_^
… però l’idea di Motoki come padre m’alletta… potrei farci un pensierino! XD
Penso che questo capitoletto ti abbia aiutato un po’ a capire come siano andate le cose, ma sarà nel prossimo che si chiuderanno queste ‘indagini dal passato’.. comunque t’avverto che sono abbastanza cattiva e mi piace l’idea che non si capisca troppo, anche se, a mio parere, si capisce già chi è il padre di Chibiusa, vi ho dato degli indizi! XD
Sei fortunata, l’ispirazione m’è venuta presto e così ho aggiornato! Spero ti sa piaciuto.

valepigia Oh mamma, mi sa che avrò sulla coscienza molti suicidi, morti naturali premature, infarti ed ictus a causa di questa storia! XD Ti dico la verità, io adoro le Usa/Mamo, però Seiya non mi sta antipatico, è abbastanza carino come personaggio, anche se fa il terzo incomodo. Comunque vedrai che tutto si sistemerà… in un modo o in un altro! XD

Cassandra14 Noooooo, voglio sapere pure io la tua idea! ç_ç Sono curiooooosaaaaa! Ti prego, Ale, me la dici? Me la diciiiiiii? Voglio sapere se l’hai scopertoooooo! Perché se così è io sono allegra ^_^
Grazie per i complimenti, un bacione! ^-^

xstellaluna Lau, mi basta una recensione sola, non ti devi nemmeno porti il problema! Però… non spararti, ti prego, aspetta la fine, potresti trovarti sorpresa, potrebbe accadere il miracolo, che ne so! L’importante è non pensare al suicidio! =’( XDDD
Un grande bacio anche a te, e grazie per il sostegno ^-^

Usagi89 Che bello, non sono l’unica che apprezza Seiya! ^-^ *Me tanto contenta* Vedrai vedrai, sarà una storia complicata, però i colpi di scena non mancheranno! ^^
Grazie mille per i complimenti, mi fanno proprio piacere. Ciao!

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 9
*** Indagini dal Passato - Parte Seconda ***



Casi della Vita


Indagini dal Passato - Parte Seconda

Makoto, quella sera, aveva deciso che si sarebbe dichiarata a Motoki.
Con la spensieratezza tipica della ragazza innamorata alle prime armi, aveva pensato che dichiararsi durate una festa fosse la cosa più intelligente da fare: se fosse stata rifiutata avrebbe salvato la faccia dicendo che non ricordava nulla perché annebbiata dai fumi e dall’alcool.
Un piano perfetto, peccato che Motoki fosse preoccupato per la sorellina e la seguisse praticamente ovunque.
- Minako-imouto-chan! - disse concitato alla sorella che si serviva dell’ennesimo drink.
La biondina lo guardò seccata - Motoki-onii-chan, lasciami in pace, non ti sopporto quando fai la persona ossessiva! - lo riprese voltandogli le spalle e correndo distante dalla sua portata.
Motoki stava per seguirla quando sentì una mano posarglisi sulla spalla - Lascia che faccia le sue esperienze, Motoki-kun, altrimenti non sarà mai felice. - gli disse gentilmente Makoto osservando con tenerezza la bionda chioma dell’amiche che spariva dietro ad una colonna di marmo.
Le spalle del ragazzo si rilassarono un poco - Lo so… ma la vedo ancora come la bambina che correva da me quando si sbucciava le ginocchia… - rivelò con malcelata malinconia.
Lei rise prendendo posto su un divanetto - Sei geloso, ammettilo! - lo redarguì scherzosa.
Motoki mise il broncio - Sono molto meno geloso di Mamoru con Usagi! - le rispose piccato.
- Che permaloso… - gli disse con un sorriso - Toh, parli del diavolo… ciao Mamoru-kun! - salutò allegra il ragazzo che le era davanti.
Lui fece un cenno del capo verso gli amici - Avete visto Usagi? - chiese leggermente preoccupato.
Alla risposta di diniego Mamoru se ne andò.
Ma il moro non fu l’unico a chiedere di Usagi quella sera: tempo dopo arrivò pure Seiya.
- Ciao Makoto! Motoki-kun! - salutò allegro facendo tintinnare delle bottiglie di birra - Non è che avete visto Usa-chan da qualche parte?
Motoki scosse il capo - No, spiacente, non l’abbiamo vista - gli disse salutandolo mentre si allontanava.
Nemmeno dieci minuti dopo Makoto intravide Usagi che si guardava attorno nella sala rumorosa.
- Torno subito! - disse al ragazzo per poi alzarsi ed andare incontro all’amica - Usa-chan! - la chiamò attirando la sua attenzione.
- Ciao Mako-chan! - le disse allegra senza però smettere di guardarsi attorno alla ricerca di qualcuno.
Makoto la osservò un poco per poi interpellarla - Prima ti cercava Seiya. - le disse con un sorriso.
Usagi si fermò ricambiando.
Fu un attimo dopo che parlò - Mako-chan… - disse seria facendo sparire il sorriso - Tu ti dichiareresti ad un ragazzo anche se non potrete stare assieme?
La ragazza arrossì - Dipende da cosa ci divide. - le rispose cauta.
- I nostri genitori non approverebbero… - le rispose Usagi abbassando lo sguardo sulle proprie mani.
Makoto le prese le mani fra le sue - Questo non importa! Se lo ami davvero non conta nulla.
Il viso di Usagi s’illuminò - Sì, lo amo… - le disse teneramente - Vado subito a cercare Seiya! - esclamò abbracciando Makoto e correndo via.
La ragazza tornò sul divanetto leggermente stordita dall’odore di alcool…


- Incredibile come, all’improvviso, mi sia ricordata di tutti questi particolari… - disse soprappensiero la pasticcera.
Il rumore della penna sulla carta s’interruppe - È perché ci diamo importanza, prima non abbiamo mai pensato che potesse non essere Mamoru il padre.
- Beh, quello che ci ha detto Mako-chan ci dice che è Seiya il padre di Chibiusa! - esclamò Minako posando con fragore il bicchiere sul tavolo.
Rei scosse il capo ma non parlò.
La laureanda in medicina posò la penna stiracchiandosi - Il problema è: se Usagi sapeva che Chibiusa era la figlia di Seiya, perché non lo ha detto? Avrebbe potuto lasciarsi alle spalle l’accusa d’incesto e i sensi di colpa… ce ne avrebbe parlato…
L’attrice non si diede per vinta e si alzò con veemenza dal pavimento - Facile! - esultò attirando ancora di più gli sguardi delle amiche stupite - Usagi aveva una storia con Mamoru, gli vuole bene eccetera, MA, si accorge che in realtà ama Seiya. Quella sera si dichiara e fanno l’amore, complici l’alcool. Quando Usagi scopre d’essere incinta ha paura della reazione sia di Mamoru che di Seiya. Finge che nulla sia successo e che la bimba sia di Mamoru. Ora che si sono definitivamente lasciati, Usagi è tornata da Seiya, il ragazzo che ha sempre amato!
Le ragazze erano rimaste semplicemente senza parole, non riuscivano a credere a quello che aveva appena detto loro Minako.
Fu Rei a prendere in mano la situazione - Secondo me hai guardato troppe soap opera. - le disse schietta - È più probabile che tutti e tre fossero così ubriachi da non ricordare nulla e che Usagi sia convinta che Chibiusa sia di Mamoru e non di Seiya.
L’attrice stava già per accanirsi contro la miko che intervenne prontamente Makoto per salvare la situazione.
- Aspettiamo di sentire la versione di Ami, magari riusciamo a raccapezzarci! - disse loro cercando l’amica con lo sguardo.
Ami sospirò prendendo la penna ed iniziando a scrivere mentre parlava.

Ami aveva supplicato Usagi di starle vicino per tutta la sera e la ragazza, da brava migliore amica, aveva accettato restando con lei.
Fortunatamente alla festeggiata passò la paura della solitudine e, aiutata dall’alcool, Ami si lasciò andare arrivando perfino a dire ad Usagi di andare pure dove preferiva.
La ragazza, con un cenno del capo, le disse che non l’avrebbe lasciata sola.
O almeno, non ancora.
- Usa-chan! - gridò una voce familiare alle sue spalle.
Con un sorriso radioso la ragazza si voltò abbracciando con trasporto il ragazzo - Seiya-chan! - gli rispose solleticandogli il collo con le labbra.
- Cosa fai qui? - le chiese il ragazzo - Perché non sei in compagnia?
Usagi si voltò giusto in tempo per accorgersi che Ami stava sparendo dietro ad una cappella di ragazzi.
Un gesto veloce e la recuperò dalla folla - Ecco qui la mia compagnia! - esclamò allegra verso Seiya.
- Ciao Seiya! - lo salutò la festeggiata con un piccolo singhiozzo.
Il moro ricambiò il saluto con un sorriso - Ti spiace se ti rubo Usa-chan per un poco, Ami?
Facendo un segno negativo e voltandosi la festeggiata lasciò liberi i due.
Non li vide più, ne vide mani Mamoru.
Ma la mattina seguente, facendo il giro della casa per andare a liberare i domestici, rivide la sua amica.
In una stanza, i capelli insolitamente sciolti, abbracciata con un moro, il viso sepolto nell’incavo del collo del ragazzo che la abbracciava teneramente coccolandola con dolcezza.
Con il viso leggermente rosso, e non per il troppo bere, Ami se ne andò.


Silenzio.
Le ragazze stavano ferme, immobili, a guardarsi.
I racconti erano finiti, ma le indagini proseguivano ancora.
- Questo è tutto. - disse Ami posando la penna sul tavolo.
Rei annuì - Cos’abbiamo ottenuto, infine? - domandò attendendo.
La laureanda in medicina s’apprestò a rileggere i suoi appunti scorrendo veloce gli occhi sulle righe.
Posò i fogli e alzò lo sguardo verso le amiche - Non abbiamo ottenuto quasi nulla. - disse infrangendo così le speranze delle amiche - Tutte e quattro non ricordiamo o non abbiamo visto bene chi fosse il ragazzo con Usa-chan. Sappiamo solo che sia Mamoru che Seiya la cercavano, che Seiya è stato il primo ad allontanarla e che Usagi è andata a cercare Seiya dopo aver parlato con Makoto e che quando mi sono alzata io, verso mezzogiorno quindi, Seiya la abbracciava. - sospirò - Siamo praticamente al punto di prima.
- Non è servito a nulla, forse ci siamo solo confuse di più. - disse sconsolata la pasticcera.
Minako s’alzò in piedi con veemenza facendo cadere il bicchiere vuoto di frappé - Non è vero, sappiamo qualcosa in più! Adesso dobbiamo solo continuare così, continuare a chiedere! Proviamo con Naru, con Umino, con Aiko, Marika, Elyna! Qualcuno si ricorderà sicuramente di quello che è successo quella sera, qualcuno li avrà visti!
La decisione dell’attrice risollevò il morale delle ragazze.
Si alzarono tutte e tre, guardandosi negli occhi.
Minako portò una mano al centro del cerchio e presto fu raggiunta da tutte le altre - Insieme ci riusciremo. - disse seria.
Le ragazze annuirono con convinzione - Indagheremo. - affermò Ami.
- Riporteremo la verità a galla. - assentì Makoto.
Rei annuì - Salviamo il nostro angelo, ritroviamo la nostra Usa-chan!





Note dell’autrice:
Iniziamo… BUON 2007!!!!
Gli auguri di natale non ve li ho potuti fare e mi dispiace tanto, ma non ne ho avuto il tempo materiale! E ciò mi porta a scusarmi per il ritardo del capitolo, ma ho sei motivi!
Allora….
1. Con le feste sono andata in giro molto spesso e quindi non avevo tempo;
2. Sono stata male;
3. La connessione mi funzionava una volta sì e duemila volte no;
4. Ero in crisi e non sapevo se cambiare il finale di questo capitolo, con il risultato che l’ho tenuto uguale aggiungendo una sola frase;
5. Sto cercando di scrivere una long-fic inedita per un contest che mi stuzzica molto e quindi le mie energie sono tutte lì.
Credo basta XD
E dopo avervi raccontato i fatti miei dei quali non ve ne può fregar di meno, ma almeno mi scusano per il ritardo, passo al ringraziare tutti coloro che hanno letto e rispondo alle recensioni e ai recensioni che ringrazio di cuore.

lithtysLa corda si ruppe e lithtys cadde, ma arrivò Tuxedo Kamen che la portò in salvo! Scusa, sono un po’ fuori ^_^ XD Comunque… beh, lascio giudicare te sulla soluzione che hanno raggiunto. Cia ciao!

kar85 XDDDDDD Sono cose che succedono e t’ho già spiegato il motivo per cui ho fatto così. Domande retoriche…… XDDDDD lasciamo perdere, né? XD OH, mia cara, è la verità, mi dai sempre una mano! E non dire niente dei Kleenex perché dopo il regalo di natale mi sono commossa pure io! XD
Bacissimi Kar-chan

sailormoon81 Infatti temo d’aver confuso tutti =.= XDDD fai conto che ad un certo punto mi sono persa pure io! XDDDD
Grazie per i complimenti ^^ (ho sistemato gli errori, thanks per la segnalazione ^^)

Ale Lo ammetto, i gialli mi hanno sempre intrigato molto, mi diverto tanto a leggerli e con questa fic avevo voglia di provare a scriverne uno. Anche se di giallo ha poco visto che prevale il lato sentimentale, ma tant’è.
Non ti preoccupare ^^ i fraintendimenti sono più che naturali, non c’è problema. Comunque ti capisco, pure io sono per l’alto fandom, ma mi diverto a scrivere di qualcosa che non mi piace, mi allena nell’imparzialità di scrittrice, non far capire che odio un personaggio o che adoro un altro è un’ottimo allenamento oltre che una sfida.
L’appuntamento t‘aspetta nel prossimo capitolo e cercherò di farti vedere bene anche questa coppia, poi fammi sapere come sono venuti, ci con, ok? ^_-
Hai ragione su Hiroshi, il suo comportamento è dettato dalla situazione, niente scambi di neonati, anche perché, a mio parere, un gesto simile non avrebbe senso.
Anche se con un ritardo mostruoso ti faccio gli auguri di natale e di buon anno. Per lo scrivere… la dea m’è vicina, ma per i motivi sopra citati sono stata piuttosto rallentata. Baci anche a te!

merwen Io sono la maestra delle complicazioni, ho inventato trame talmente intricate che rischiavo di non racappezzarmici più neppure io! XD Ah, l’idea è troppo ovvia? …allora la complico così viene più accettabile ^_^ XD
Che dici, Mako-chan ha visto di più?

semplicementeme Suppongo che neppure adesso sia chiaro, o no? XD Chi persevera l’avrà vinta dicono (o forse il proverbio me l’ha suggerito Mina-chan e quindi è sbagliato =.=) perciò… ti auguro buona fortuna, io non mi sbilancio!
Grazie per i complimenti e... davvero ho uno stile impeccabile? *.* Allora Kar-chan ha fatto davvero dei miracoli XD (è la mia amica e beta d’eccezione)

Cassandra14 Uffi, vabbè, se è in fase d’elaborazione aspetto ^_^ ecco cosa ricordano, un quadro generale della situazione alla festa… beh, più che altro è un casotto bello e buono e null’altro! XD razie mille per i complimenti, bacionissimi!
fighterdory Eheheh, il dubbio resta o no? XD Vedrai, l’appuntamento è in fase d’elaborazione, cercherò di aggiornare relativamente presto (leggasi=sono piena fino al collo di cose da fare, ma se finisco la fic per il contest lavoro seriamente su questa). Ciao ciao, a presto! ^_^

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 10
*** Appuntamento con Sorpresa ***



Casi della Vita


Appuntamento con Sorpresa

Usagi era proprio felice.
In casa non la si vedeva così allegra e spensierata da prima di quella sera, la sera che aveva cambiato la vita alla famiglia Chiba.
Ma tutto sembrava cancellato, quel giorno.
Usagi andava in giro per casa, fin dalla mattina presto, mezza vestita, mezza in accappatoio per chiedere consiglio alla madre su come vestirsi. Kyoko era una famosa stilista ed adorava usare la sua bambina come modella; e, particolare da non sottovalutare, era un’ottima consigliera per tutte le occasioni.
Era divertente vedere Kyoko che consigliava una Usagi trafelata, tenendo amorevolmente sulle ginocchia la nipotina che giocava con una bambola.
Anche Hiroshi era contento della situazione: sapere che la figlia aveva un appuntamento con un ragazzo lo faceva sperare che scordasse l’amore che la univa al fratello; avrebbe approvato chiunque, sempre benestante e un bravo ragazzo, purché Mamoru uscisse per sempre dai pensieri e, soprattutto, dal cuore della sua Usa-chan. L’avrebbe incoraggiata in tutti i modi possibili se questo l’avrebbe portata lontana affettivamente da Mamoru così che la famiglia tornasse normale, per quanto possibile.
Per questo stava nel salotto con la moglie e la nipote, abbassando di buon grado il libro che leggeva, per vedere con un sorriso sincero le sfilate della figlia, un po' vanesia come tutte le donne.
Come un balzo, vedendola passeggiare per la stanza, ricordò le passate sfilate che Kyoko faceva sempre fare alla figlia quando aveva comprato un vestitino nuovo o un cappotto. Quelli sì che erano bei tempi…
Però, nonostante i consigli della madre per Usagi il momento in cui il campanello suonò arrivò comunque troppo presto. E ovviamente fu Hiroshi ad aprire la porta a Seiya, mentre una figura semivestita sgusciò di sopra, seguita dalle altre due generazioni femminili di casa Chiba ed una gatta nera…
Hiroshi intrattenne l’ospite chiacchierando amabilmente e approfittò della situazione per conoscerlo ancora più a fondo. Così, dopo un’attesa di una buona mezz’ora, Seiya riuscì finalmente ad ammirare la sua Usagi, scacciando ogni dubbio di un'attesa non ripagata.
Una camicetta azzurra esaltava le curve semplici del corpo della ragazza, una gonna plissettata dello stesso colore accarezzava le sue gambe magre e sensuali, il tutto risaltato dai capelli color dei raggi del sole che davano lucentezza al viso della giovane.
Usagi era semplicemente meravigliosa, e Seiya ne era piacevolmente consapevole.
La baciò sulla guancia per salutarla, dopo aver fatto gli omaggi al signore e la signora Chiba, arruffato i capelli della bimba e guardato stupito la gatta che era accorsa a salutare, l'accompagnò alla macchina, sotto lo sguardo attento e sereno di quattro paia d'occhi.

Usagi non avrebbe potuto chiedere di meglio dall'appuntamento "serio" con Seiya.
Il ragazzo, che la conosceva forse meglio di se stessa, sapeva bene della sua proverbiale golosità; e per farla uscire da quel sorriso di circostanza e da quello strano mutismo che l'aveva accompagnata per tutto il tragitto in automobile, portarla in uno dei migliori ristoranti della città era stata una mossa vincente, per quanto potesse essere stata scontata.
Così, tra un sashimi e un gomoku-zushi, e dopo una doppia porzione di tempura fritto alla perfezione per Usagi, i due si erano ritrovati a ridere alle battute ed ai vecchi aneddoti di Seiya, mangiando teriyaki dallo stesso piatto e porgendosi l'un l'altro i bocconi.
- Piano, così mi soffochi! - esclamò ridendo Usagi, tentando di fermare le agili dita di lui che le stavano portando alle labbra l’ennesimo buon boccone - Non sono mica una gallina da ingozzare!
Il ragazzo non rise, anzi, rimase più serio che mai - Sicura di non esserlo? - gli rispose di rimando avvicinando di nuovo la mano alle sue labbra sottili toccandogliele con leggera delicatezza.
- Sai, potrei offendermi ed andarmene. - sospirò lei, tenendogli un finto broncio da bambina impedendogli di ingozzarla di nuovo, anche se la golosità glielo rendeva più che arduo.
Seiya non si trattenne più e scoppiò a ridere nel vedere le guance di Usagi gonfiarsi a mo’ di palloncino, che nello stesso momento tentava invano di protrarsi e afferrare il nuovo boccone. Fu naturale per lei, una volta resasi conto della smorfia ridicola che stava facendo, unirsi alla risata contagiosa del suo compagno.
Placata l’ilarità i due si guardarono negli occhi, uno sguardo indecifrabile perso negli occhi placidi e sereni della ragazza - Voglio portarti in un posto. - disse Seiya, a voce più bassa, com’era solito fare quando, da bambini, voleva dirle qualcosa senza che orecchie indiscrete ascoltassero… come poi Minako venisse a saperle per lui era ancora un mistero.
- Dove? - sussurrò lei di rimando abbassandosi leggermente e avvicinando il viso a quello del ragazzo.
Subito Seiya si tirò in dietro guardandola saggiamente - Non essere impaziente. - le disse portandosi un boccone alle labbra - Finiamo di cenare prima… O preferisci rinunciare al gelato? - domandò sarcastico osservandola con il ciglio alzato.
- Scherzi? - esclamò Usagi gioiosa per le belle prospettive per la serata, per poi ricominciare a ridere.

Usagi e Seiya stavano passeggiando tranquilli per il viale alberato ammirando il tramonto sul lago, mano nella mano. La ragazza stava veramente bene, Seiya l’aveva sempre fatta sentire bene, ma ora… ora stava addirittura meglio!
Purtroppo però si stava facendo tardi, e con l’avanzare della sera, calava il freddo per le strade della città e nel parco.
Il ragazzo notò i brividi che percorrevano Usagi, abbracciata a se stessa come un pulcino. Con un semplice gesto si tolse la giacca posandogliela sulle spalle con un sorriso.
- Grazie. - mormorò Usagi leggermente rossa in viso.
Fu naturale per lei abbracciare il ragazzo e farsi circondare dalle sue braccia forti e amorevoli che la sostenevano.
Si sentiva protetta, amata, più di quanto avesse mai provato con Mamoru.
Sì, aveva amato il fratello, l’aveva amato moltissimo, ma non aveva mai potuto godersi quel sentimento, sopraffatta dai sensi di colpa e dall’odio che la circondava.
Invece adesso poteva dimostrare apertamente quello che provava.
La sua famiglia approvava; conoscevano Seiya da una decina di anni e l’avevano sempre reputato un ragazzo a posto. Si erano dimostrati gentili e comprensivi in questo.
Poi Chibiusa.
Lei amava la madre, più di qualsiasi cosa, le voleva un mondo di bene. Amava anche suo padre, ma sapeva che era vietato che stessero insieme.
Quella fu la prima cosa che le dissero, l’avevano messa in chiaro fin dall’inizio, fin da quando aveva iniziato a chiedere della mamma in America.
Questo era il suo amore, e l’avrebbe vissuto senza alcun rimpianto.
Usagi alzò piano il viso verso il ragazzo, i loro occhi s’incrociarono.
Lentamente le distanze tra i loro visi si accorciarono e le loro labbra si unirono in un tenero bacio.
Seiya le accarezzò piano i capelli accendendole i sensi mentre lei faceva scorrere le mani sui suoi pettorali.
In un guizzo le loro lingue presero a giocare solleticandosi piacevolmente, un piccolo duello amichevole.
Ma tutto finì, troppo in fretta, interrotto da un richiamo.
- Ma cosa…? - chiese Usagi voltando leggermente il viso verso l’uscita del parco.
Fu lì che accadde tutto.
Chibiusa l’aveva vista e, per raggiungerla il prima possibile, aveva attraversato la strada senza guardare se non c’erano macchine.
Il rumore dei freni che mordevano l’asfalto fu uno stridio infernale che trapanò i timpani dei due innamorati.
Il corpicino della bambina si piegò sinuoso accasciandosi sul cofano della macchina.
Un grido uscì dalle labbra di Usagi che, insieme a Seiya, si precipitò ad assistere la figlia.
- Chibiusa! - fu il grido strozzato che le uscì quando si chinò a sfiorare i capelli rosa della sua bambina.
Seiya le posò una mano sulla spalla, l’altra impegnata a comporre un numero - Sono Seiya Kou, è successo un incidente…




Note dell’autrice:
Ed eccoci ancora qui insieme! ^^
Come avevo già detto in questo capitolo c’è stato il romantico appuntamento tra Seiya e Usagi (niente forche e torce, mi sono riparata molto lontano da qui oltre ad essermi munita di armatura XD) finito in modo hem… inaspettato no? XD
A dir la verità scrivere questo finale mi ha fatto un po’ tristezza: mi ero abituata a quella piccola peste che girava per la fic…
Vabbè, lasciando i miei deliri passiamo alle cose serie: i ringraziamenti!
Ringrazio veramente molto tutti i lettori di questa fic e ringrazio ancora di più coloro che mi fanno sapere cosa ne pensano perché m’aiutano a migliorare sia come stesura che come trama della storia. Grazie.

lithtys Grazie per i complimenti, mi fanno proprio piacere ^^ Per quanto riguarda il tuo dubbio amletico (Mamoru o Seiya? Questo è il problema!) te lo lascio, ma rispondo alla terza domanda: non è detto che Mamoru finga di essere il padre di Chibiusa, potrebbe essere convinto di essere il padre!
T’ho incasinata ancora di più? XD Sperando di no ti saluto!

kar85 Nooooo, tu sei la mia beta d’ecceZZione! XDDD Scherzi a parte, non riesci proprio ad indovinare qual è il contest, vero? XD ti do un indizio: parla degli angeli… XD
Scherzi a parte, sono curiosa di sapere cosa si prova a leggere (di nuovo XD) dell’incidente del tuo coniglietto preferito XD

sailormoon81 Hai reso l’idea, non ti preoccupare ^^ Ed io sono felicissima di sapere che ti piace come sto mandando avanti la storia. ^^
OT: nono, msn ti funziona bene, solo che il mio mi fa rogne alle volte e quindi entro molto poco, uso molto più spesso Skype ^^ se ce l’hai pure tu ci scambiamo i contatti così almeno da una delle due parti ci becchiamo xD FINE OT

Ale Grazie per gli auguri ^^ Qui tutto bene, se escludiamo il rientro dalle vacanze, ovviamente =.=
Allora, ti invito a leggere le risposte a semplicementeme e merwen perché sono pigra e non ho voglia di riportale XD e anche perché rispondono ad alcuni tuoi dubbi! Risistemare le storie in ordine temporale è la cosa più saggia da fare, ma anche complicata visto che non si capisce bene quale venga prima e quale venga dopo ^^
Il particolare dei capelli (bravissima ad averlo colto, mi congratulo ^^) è di fatto un problema temporale, Mina-chan li vede di mattina abbastanza presto mentre Ami li vede verso mezzogiorno (lo dice dopo alle ragazze mentre fa il riassunto). Mamo-chan è preoccupato, ma è normale che lo sia anche solo per la situazione: è andato lì per tenere d’occhio la sorellina per conto dei genitori e lei s’è ubriacata…
Le tue indagini stanno andando avanti bene, non trovi? ^_- vedrai che si farà luce, continua così! baci

merwen Inizio assicurandoti che il finale non lo cambierò solo perché qualcuno (non necessariamente tu, parlo in generale) ha seguito le bricioline di pane che dissemino per i capitoli. Se l’hanno capito significa che stanno ragionando su quello che ho scritto e per me equivale ad un complimento ancora maggiore perché se ad uno la storia non interessa o non piace non ci sta su a ragionare, non trovi? ^^
Ora, il primo argomento direi che è un po’ debole. Quando si è una coppia di solito si parla di nostri genitori invece di stare a dire i miei ed i tuoi, viva la brevità! XD
Il secondo è più ragionato e si basa sui sentimenti dei genitori di Usagi (e anche quelli di Seiya) ed io un'ipotesi ce l’ho: Usagi aveva 13 anni e, come dice Rei nell’ottavo capitolo, veniva trattata con i guanti dai genitori; non dubito che questo atteggiamento protettivo verso di lei potesse portare al tempo, ad un atteggiamento sfavorevole contro chi spasimava per la loro bambina. Tipico Amici sì, Amanti no. Che dici, t’ho inserito il dubbio? XD

semplicementeme Mi piace che tu sia fedele alla tua idea fino alla fine ^^ E concordo, Usagi Chiba non è normale, o Usagi in Chiba o Usagi Tsukino, altro fa troppo strano! XD Ma credo che lei non sia d’accordo… comunque, riguardo all’ipotesi di merwen ti invito a leggere cosa le ho risposto, così mi evito di ripeterlo! (me tanto scansafatiche XD)
Beh, credo che Usagi fosse alla sua prima vera ubriacata, che fosse fumata e altre cose che non dico perché siamo sì sotto rating R ma non NC-17 (XD) e quindi lo scambio sia possibile. Per quanto riguarda Seiya… beh, intanto preciso che non si era mai dichiarato prima degli scorsi capitoli ad Usagi (infatti lei ne resta sorpresa e cade dalle nuvole); e poi, oltre che non ricordarsi bene la serata, può essere convinto che la bambina sia veramente di Mamoru!


Cassandra14 Loro si ricordano, poco o niente ed in modo confuso, ma ricordano tutta la serata, solo non si sono mai preoccupate di fissare i punti base: chi pensava mai di trovarsi in una situazione simile? ^^
Grazie mille per i complimenti, mi fanno proprio piacere!

fighterdory Guarda, sono proprio felice che tu mi parli di gruppi sanguigni, perché interesserà il prossimo capitolo! I giapponesi sono molto specifici e si divertono, oltre che a dare hobby assurdi e date di nascita corredate di segno e a volte ascendente, a dare il gruppo sanguigno ai loro personaggi! Ora, Usagi e Chibiusa sono di gruppo 0 (zero) mentre Seiya e Mamoru sono di gruppo A (la mia cara Naoko-sensei mi ha aiutata in questo! XD). Però una precisazione la faccio e la farò anche il prossimo capitolo: in questa fic i gruppi sanguigni sono invertiti (Seiya e Mamoru 0 mentre Usagi e Chibiusa sono A)
Anche se in modo contorto credo d’aver risposto al tuo dubbio: il gruppo sanguigno non servirebbe a nulla! XD

federina Grazie per gli auguri, tardivi ma ricevuti ^_- e li ricambio ^^
Sono felicissima di sapere che la storia ti ha appassionata così tanto! Non ti preoccupare, sì capirà chi è il padre, le ragazze sono combattive e ci riusciranno, vedrai!
Grazie mille per i complimenti, sono molto graditi, m’hai fatta perfino arrossire ^///^. Ciao ciao!

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 11
*** Corsa all'Ospedale ***



Casi della Vita


Corsa all’Ospedale

L’ambulanza arrivò velocissima, con perizia infermieri e paramedici controllarono di poterla spostare senza causarle danni o aggravamenti.
Per Usagi fu dura osservare i dottori metterle il collare e portarla con la barella sull’ambulanza senza poterla mai avvicinare e toccare.
La osservava attraverso le mani e i capelli che aveva davanti il volto mentre stava abbracciata a Seiya che tentava invano di farle forza sussurrandogli parole all’orecchio.
Un barelliere nella sua divisa arancio sgargiante, le si avvicinò.
- Signorina, conosce la bambina coinvolta nell’incidente? - le chiese professionale.
Un singhiozzo scappò dalle labbra della ragazza mentre una lacrima le scorreva velocemente sul viso - Sono la madre. - sussurrò osservando la barella che sobbalzava leggermente entrando per il portellone.
Stupito l’uomo guardò prima la bambina e poi la donna - Lei è il padre? - chiese a Seiya poco dopo.
Un segno di diniego lasciò ancora più stupito l’infermiere, ma si riprese presto - Prego signora, allora salga in ambulanza con la bambina. - le disse prendendola con una lieve pressione sul gomito facendola salire a forza sul mezzo.
- Signorina. - si limitò a sussurrare lei seguendo quasi senza volontà alcuna l’uomo - Signorina Chiba. - poi specificò guardando spenta sua figlia sulla barella mentre le prendeva la mano.
Appena le porte si chiusero arrivò pure la polizia e la cappella di curiosi e di testimoni si fece più rumorosa aprendosi per lasciar passare il mezzo ospedaliero. Poco prima che l’ambulanza partisse Seiya intravide Hiroshi e Kyoko arrivare lì trafelati.
Un cenno, una decisione, e Seiya balzò sulla macchina pronto ad inseguire l’ambulanza che correva a sirene spiegate.
Lasciandosi alle spalle i genitori della ragazza che cercavano di spiegare come la bimba, vogliosa di vedere la madre, avesse chiesto loro di uscire a fare una passeggiata.
Aveva probabilmente intravisto in una macchina la madre e, mentre i nonni erano impegnati a prenderle un gelato, s’era messa a rincorrerla, perdendola di vista poco dopo. Nel suo vagabondare doveva essere arrivata al parco ed averla ritrovata.
Dimentica delle raccomandazioni di non attraversare la strada senza guardare, la bimba aveva corso, gli occhi fissi su di lei… e il resto, ormai, era cosa nota.
All’ospedale del quartiere furono accolti da una frenesia assurda.
“Un bambino, qualunque sia il dolore, è sempre codice rosso, Usako, sempre!” nella mente della giovane queste parole si susseguivano le une con le altre, in una nenia cantilenata. Mamoru, anche se distante miglia da lei, la rassicurava con la sua voce profonda e sicura, bassa e piacevole, come un vortice d’emozioni che la scuotevano e la cullava nello stesso tempo.
Aveva trascorso la folle corsa guardando con dolcezza Chibiusa, scostandole piano le ciocche di capelli intrise di sangue e tenendole teneramente la manina tra le sue.
Non aveva aperto bocca per rispondere alle domande degli infermieri che dopo vani tentativi avevano rinunciato a domandarle qualsiasi cosa.
Si risvegliò dal suo stato catatonico solo quando le porte si riaprirono e i medici fecero scendere velocemente la barella.
Si gridavano qualcosa l'un l'altro, sovrastando il rumore della barella che correva via veloce tra lo sbattere delle porte e i rumori della folla.
Riuscì a capire quello si dicevano solo quando si mise a correre dietro di loro mezza accompagnata, mezza costretta da Seiya.
- Presto, ha un’emorragia interna, ha perso molto sangue, richiede una trasfusione! - informò il dottore l’infermiere che aveva visitato la bimba in ambulanza.
Annuendo il dottore si rivolse ad Usagi - Lei è la madre, esatto? - chiese affettato riprendendo a parlare appena ricevuto un segno affermativo del capo - Conosce il gruppo sanguigno? - domandò con urgenza.
Usagi, presa dalla frenesia, rispose con altrettanta urgenza - Ha il mio gruppo, A positivo. - disse arrancando un poco per quella corsa che non sembrava finire mai.
Il dottore osservò in un secondo, con occhio critico la donna distrutta che le stava davanti arrancando per poi rivolgersi all’infermiera accanto a lei - Presto, prenda del sangue A positivo, si sbrighi, non abbiamo tempo da perdere!
Ma l’infermiera non si mosse, un secondo d’esitazione e parlò - Dottor Myhazaki, da quel… incidente, non abbiamo che un paio di sacche di AB e B nel deposito. - disse sconsolata quasi si dovesse scusare per qualcosa che aveva fatto lei.
Senza dar retta alla ragazza che, piano piano, si gonfiava diventando rossa il dottore continuò a occuparsi dell’infermiera - Maledizione! Cerchi qualcuno di gruppo 0 positivo, faccia presto!
L’infermiera fece per eseguire ma, prima che una Usagi scandalizzata scattasse per tale situazione, Seiya s’era fatto avanti - Sono 0 positivo io, posso donarle il sangue. - disse con sguardo serio.
Una frazione di secondo per decidere e il dottore gli mise una mano sulla spalla per farlo entrare nella sala - Si sbrighi ragazzo. - lo accentuò seguendolo all’interno.
Usagi stava per seguirli quando un’infermierina carina, con il grembiulino pulitissimo, le si parò davanti posandole una mano sul petto - La prego di sedersi ed aspettare, ci vorrà del tempo. Stia calma.
Il tono affabile della ragazza non fece che infervorare di più la futura psicologa che scattò - Quella che c’è là dentro è mia figlia, ha capito? MIA FIGLIA! E lei mi dice di stare CALMA?! - quasi gridò contro la povera malcapitata che indietreggiava intimorita - LEI non SA cosa sto provando! QUELLA È MIA FIGLIA! Non l’ho praticamente mai vista e dopo neppure tre settimane che vive con me le succede un incidente! HA RISCHIATO LA VITA E LEI MI DICE DI STARE CALMA?!?
- Usa-chan, vieni qui bambina mia. - a placare la furia della donna fu Hiroshi, appena arrivato in fretta e furia le aveva posato una mano sulla spalla per calmarla e dopo l’aveva attirata in un abbraccio.
Kyoko, appena dietro al marito, s’unì a quell’abbraccio familiare che durò il tempo necessario per fare la trasfusione e visitare completamente la bambina facendo gli accertamenti.
Li raggiunse Seiya, un sorriso appena accennato sul viso nell'ammirare Usagi abbracciata dai genitori - Usagi. - la chiamò piano.
Senza richieste né altro Usagi si gettò tra le sue braccia per poi sfiorargli le labbra in un bacio - Grazie, Seiya-chan. - disse solo seppellendo il viso nell’incavo del suo collo.
Successivamente intervenne il dottore che li aveva accolti.
Vestito del suo candido camice, cartelletta in mano ed occhiali sulla punta del naso fece del dottore qualcosa che, stranamente, impressionò la ragazza che, ricompostasi attese notizie.
- La bambina si sta riprendendo. - disse il dottore - Abbiamo fatto appena in tempo, adesso le stanno fasciando il ginocchio destro che ha riportato una grave contusione, ma dovrebbe poter guarire nel giro di un paio di settimane, nel frattempo la teniamo qui per due giorni. - spiegò pratico e professionale.
Sospirando Usagi si calmò - Posso vederla? - chiese esitante mentre stringeva convulsamente la mano di Seiya.
- Certamente, ma non dovete svegliarla. - fu la risposta.
Salutando i genitori all’uscita dell’ospedale Usagi e Seiya andarono alla stanza in terapia intensiva.
Fecero capolino nella stanza nel silenzio più assoluto; Usagi, mano nella mano con Seiya, s’avvicinò al letto scostandole una ciocca di capelli che aveva sul viso, stando ben attenta a non toccare le bende che le fasciavano con cura il capo.
Successivamente rimasero nei pressi della stanza e, quando la stanchezza per la forte emozione li sopraffece, s’addormentarono l’uno accanto all’altra.
Dormivano, seduti su quelle scomode panche ospedaliere; lei con il capo abbandonato sulla spalla di lui mentre i capelli sciolti facevano da cornice al quadretto fondendosi con quelli corvini di Seiya che aveva posato la fronte sul capo di Usagi.





Note dell’autrice:
Ma che cariniii che sono Usagi e Seiya! *.* XDDDD
Mi spiace per quelli che odiano la coppia e che stravedono per Mamoru, ma non ho potuto trattenermi: non potete negare che sono proprio carini in questo capitolo!! XD
Ma lasciamo perdere i miei pareri personali. Devo chiarire una cosa riguardante questo capitolo: i gruppi sanguigni. Naoko, tra le altre mille informazioni che c’ha dato sui suoi personaggi, ci dice il loro gruppo sanguigno. A questo proposito Usagi e Chibiusa sono di gruppo 0 (zero) mentre Seiya e Mamoru sono di gruppo A. Nella mia fic, per motivi di trama, i gruppi sanguigni sono stati invertiti, di conseguenza le ragazze hanno gruppo A mentre i ragazzi 0.
Poi voglio fare una precisazione: non succede praticamente mai che in un ospedale finiscano o non siano presenti sacche di sangue per le trasfusioni, ma sempre per esigenze di trama, in quest’ospedale è successo un poco identificato incidente che li ha resi privi di scorta. Perché vi dico questo? Perché mi sembra corretto non spaventare le persone che leggono la mia fic e possono pensare che queste cose succedano spesso. Di conseguenza, tranquilli! ^_^
Ultimo, ma non meno importante, ringrazio tutti coloro che hanno letto la storia, ed in particolare ringrazio le persone che gentilmente mi hanno riferito cosa ne pensano. ^_^

sailormoon81 mi hai fatta arrossire ^///^ sono felicissima di sapere che miglioro sempre un poco, mi sprona ad andare avanti e a mettercela tutta!
Uuh, t’ho reso Seiya quasi simpatico? *.* Beh, allora mi complimento da sola, credevo fosse una missione impossibile! XD
Comunque… e chi ti dice che in realtà Seiya non sia un bastardo dentro che non voleva prendersi responsabilità e che ha sfruttato la povera Usagi usandola e non prendendosi le sue responsabilità dopo? XD Io adoro insinuare il dubbio nei miei lettori… sono perfida! XD
Non anticipo nulla sui prossimi capitoli, ma ho anche io l’impressione che porterà a nuovi risvolti l’incidente… sta a vedere se positivi o negativi adesso!
Baci Kla!

merwen Non ti preoccupare, Chibiusa è salva ^_- non potevo uccidere la piccola peste, poi non mi sarei più divertita! XD
Il ritorno di Mamoru credo sia naturale, dato che gli hanno quasi ucciso la figlia, ma il quando, come e cosa non lo so!

fighterdory Ecco l’aggiornamento ^_^ spero ti piaccia, come e più dello scorso capitolo!
RobyLupin Ti ringrazio tantissimo per i complimenti, e anche per l’istinto omicida, che mi auguro sia passato, per aver spinto Usagi tra le braccia di Seiya! XD Spero che torce, forche e cappi siano ancora deposti… anche perché so che sembra strano, ma ci tengo alla vita! XD
Il tuo sillogismo è perfetto, ma ha una pecca comunque: Hiroshi, se fosse consapevole che uno dei due figli è adottato, non proverebbe quel disgusto e fastidio per la situazione. In più non avrebbe premuto perché facessero tutti quei costosissimi esami in America! Anche perché, prima o poi il figlio adottato avrebbe scoperto la cosa, mica si può ignorare per sempre di non essere i veri figli di una coppia! Allora, cambiato idea? XDD
La peste non muore, non preoccuparti ^_^ non potevo ucciderla, piccolina, mi ci sono affezionata ormai! E poi è la scusa perfetta per far tornare Mamoru, no? Comunque all’ospedale ci sono già, in caso di bisogno Seiya può essere curato immediatamente XDD
Baci anche a te!

kar85 D’accordo, d’accordo! XD Niente più indizi nelle note, promesso! XD Spero solo di non metterli involontariamente! XDD
Sono felice che il capitolo sia venuto bene! ^_^ Però l’epilogo… dai, bisogna ammettere che m’è venuto una meraviglia!! xDDDDD niente spoiler però XD
Ed ora cadrai nel baratro del buio dato che er conicio resta in vita! XDD

blue1989 Grazie mille per i complimenti! ^///^ Comunque ho imparato a scrivere così, la mia prima fic non è nemmeno paragonabile a questa qua! Sono felice di appassionarti, è molto gratificante per me ^_^
Una curiosità, ma il 1989 del tuo nick è il tuo anno di nascita?

lithtys Dici che non basti l’armatura? Acch, speravo io! XD Vorrà dire che accetterò l’asilo politico offertomi da semplicementeme! XDD
L’ho detto d’essere perfida muhahuhaha! XD Infrango le speranze di voi lettori e faccio non solo stare insieme Usagi e Seiya, ma li faccio baciare e fidanzare! XDDD Okay, mi sa che mi toccherà scappare veramente! XD
Comunque grazie mille per i complimenti, mi fanno piacerissimo! ^____^

Ale No dai, non sono così cattiva da ammazzartela ^___^ ma poi, non è bello avere mille colpi di scena? *.* io mi ci diverto un sacco a farli! xD
No, dai, non dispiacerti se li hai trovati teneri, significa che riesco a renderli come piacciono a me ^_^
Eh sì, meglio che Usa si scordi Mamo e viva felice, almeno può ricostruirsi una vita.
Mi congratulo per l’avanzare delle tue indagini, non vedo l’ora di conoscere il responso! ^.^
Spero che questo capitolo sia un buon diversivo dai libri almeno per il tempo di leggerlo ^_- (dai che finiranno prima o poi gli esami!! Metticela tutta!)

semplicementeme Inizio ringraziandoti soprattutto per l’asilo politico a cui credo dovrò ricorrere perché si preannunciano numerosi attentati alla mia persona! XD
Comunque volevo rassicurati: non serve che ti ristudi Mendel, sia mai che per leggere una mia storia si debba studiare!!
Grazie anche per i complimenti, e buona fortuna nelle indagini!

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 12
*** Visite di Cortesia ***



Casi della Vita


Visite di Cortesia

Il risveglio del mattino seguente non fu la cosa più meravigliosa al mondo: indolenziti per aver dormito in quella scomoda quanto tenera posizione i due innamorati furono svegliati da una poderosa pacca sulla spalla che fece cadere in avanti Seiya e scivolare di lato Usagi.
Svegliata in quel modo frastornato la ragazza riuscì a capire immediatamente chi fosse la nuova arrivata - Haruka-senpai! - esclamò allegra rimettendosi dritta.
La donna, molto più alta di lei, corti capelli biondi, occhi azzurro/grigi, era la senpai di Usagi e frequentava l’ultimo anno di psicologia.
- Seiya-chan, lei è Haruka Tenou, la mia senpai. - disse presentandola al ragazzo - Haruka-senpai, lui è Seiya Kou - esitò un attimo per guardarlo un secondo e poi riprese - il mio ragazzo.
I due si strinsero amichevolmente la mano, entrambi con un sorriso ridente sul volto, anche se quello di lui era almeno due volte più grande e radioso.
- Ma cosa ci fate qui, Haruka-senpai? - chiese curiosa la ragazza osservando la donna senza la minima idea del motivo che l’aveva portata lì.
Lei mostrò un enorme mazzo di rose rosse con una singola rosa bianca nel mezzo e un pacchettino avvolto in carta dorata. Le porse le rose con un sorriso allegro - Queste per te, perché tu possa dare quelle rosse all’infermiera che hai aggredito ieri sera mentre quella bianca è un mio pensiero per te. - le rispose facendole imporporare di rosso le guance - Questo è un regalino per Chibiusa-chan, un augurio di pronta guarigione.
Usagi era commossa per quel gesto così gentile ed altruista da parte della sua strana e severa senpai - Grazie, ma non dovevate, Haruka-senpai! - esclamò prendendo il mazzo di rose tra le braccia e assaporandone il dolce profumo che emanavano.
La Tenou scosse la mano in un gesto noncurante e s’apprestò ad aprire la porta della stanza della bambina e precipitandosi all’interno come un tornado: aprì le tapparelle illuminando la stanza, spostò sedie e macchinari facendo un tale baccano che la bimba si svegliò guardandosi attorno assonnata e stupita.
- Sono le dieci passate, cosa volevi fare ancora a dormire? - la rimproverò severa sedendosi ai piedi del letto e lasciando le due sedie alla destra per i due innamorati.
Punta sul vivo la bimba s’alzò seduta sul lettino gonfiando le guance e mettendo il broncio - Uffa! - sbuffò - Non è giusto Haruka-san, sei cattiva con me!
- Chibiusa-chan! - la riprese la madre con tono severo - Attenta a come ti rivolgi alle persone! - la sgridò per poi rivolgersi alla donne - La scusi, Haruka-senpai. - si scusò al posto della bimba.
Haruka scoppiò a ridere di gusto - Su, Usagi-köhai, è solo una bambina! - le rispose porgendo il pacchetto alla bimba.
Chibiusa si fiondò immediatamente sul regalo, arrangiandosi al meglio ad aprirlo con una sola mano per via del braccio sinistro ingessato e per la sua testardaggine.
La sua piccola bocca si spalancò in gridolini eccitati quando la carta cedette e la scatolina s’aprì rivelandone il contenuto. In un attimo di spiccato entusiasmo abbracciò Haruka che s’irrigidì come uno stoccafisso e la scostò con ferma gentilezza.
Ma Chibiusa era troppo presa per accorgersene - Grazie Haruka-san! - esclamò prendendo il contenuto della scatolina ed ammirandolo alla luce del sole - Guarda Usagi-okaa-chan! - esclamò mostrando allegramente alla madre gli orecchini a forma di luna che aveva ricevuto.
- Ti toccherà fare i buchi alle orecchie adesso, Chibiusa-chan, nevvero? - disse allegra Haruka che aveva notato in quel momento la loro assenza.
Al contrario della gioia di poco prima la bambina s’era nascosta sotto le coperte con la velocità più grande che il gesso potesse permetterle.
Questa volta a ridere fu Usagi sotto lo sguardo stupito sia di Haruka che di Seiya - Lei ha paura di farsi i buchi. - spiegò in breve la ragazza quando riuscì a trattenere le sue risate.
- È permesso? - chiese una voce calda proveniente dalla porta socchiusa.
Usagi s’alzò immediatamente per andare ad accogliere la nuova arrivata - Ciao Naru-chan! - disse allegra - Stavo ridendo così tanto che non t’ho sentita bussare, scusa!
- E a noi non ci saluti?! - disse infastidita Minako entrando dopo Naru con le altre ragazze.
- Mina-chan! Ragazze! - esclamò stupita la ragazza - Ma ragazza, non possiamo stare qui in cinquemila, Chibiusa ha bisogno di riposo! - le rimproverò piuttosto severamente. Aveva rischiato già una volta di perdere la sua bambina, di certo non avrebbe permesso che qualcosa compromettesse ancora la sua salute.
Probabilmente avrebbe aggiunto qualcosa se Haruka e Seiya non l’avessero interrotta alzandosi - Io devo andare, Usagi-köhai. - le disse sbrigativa scompigliando i capelli alla bambina - Cerca di guarire in fretta, oppure la tua mamma diventerà insopportabile, Chibiusa-chan.
- Arrivederci Haruka-senpai! - riuscì a sento a dire prima che la donna uscisse dalla stanza.
- Vado pure io… - esitò un secondo osservando le ragazze nella stanza ed inghiottì - Usako, ci vediamo prossimamente.
Detto ciò le rubò un bacio sulle labbra ed uscì facendo un cenno del capo alle ragazze e l’occhiolino alla malata.
Usagi si fermò un secondo ad osservare la porta appena chiusa, e sentì un leggero formicolio alla nuca. L’impressione d’essere osservata con occhi inquisitori si fece strada in lei.
Così si volse sorridente verso le curiosissime amiche - Io vado a fare una telefonata, vi affido Chibiusa e non strapazzatela troppo! - disse loro uscendo in fretta e furia dalla stanza.
Tirò un sospiro di sollievo posando la schiena alla porta chiusa e poi estrasse un taccuino dalla tasca. Apertolo scorse l’indice dei numeri con il dito fino a trovarne uno scritto in penna verde - Mamoru Chiba, solo per esigenze importanti, chiamare a qualsiasi ora. - lesse ad alta voce.
Sospirando di nuovo si diresse verso la cabina telefonica più vicina.

Ritornata aveva passato il pomeriggio con le ragazze e Chibiusa. Nonostante si stesse divertendo era piuttosto rammaricata di vedere che la bimba non s’era ancora fatta delle amicizie. In cuor suo sperava ardentemente che trovasse delle ottime amiche, proprio come le sue.
Rei s’alzò prendendo il cappotto - È tardi ormai, è meglio se torniamo a casa.
La altre annuirono preparandosi a congedarsi.
Una volta uscite tutte e cinque rimasero solo Usagi e la figlia. Una davanti all’altra, immerse nel silenzio tipico degli ospedali, ma troppo anormale dopo quelle rumorose chiacchiere.
- Chibiusa - disse piano Usagi - lo sai che hai rischiato molto? - domandò seria.
La piccola annuì abbassando il capo - Mi dispiace d’averti fatta preoccupare Usagi-okaa-chan. - disse con voce sottile e le lacrime che le pizzicavano evidentemente gli occhi.
Usagi non poté trattenersi dall’abbracciare la figlia, mentre anche i suoi occhi iniziarono a pizzicare per le lacrime.
- Amore, non devi essere dispiaciuta per me. - le disse stringendosi il capo minuto al petto che s’inumidiva di lacrime - Chibiusa, hai rischiato di non aprire più gli occhi, lo sai vero? Né io né tuo padre ce lo saremmo mai perdonati… sei la cosa più importante per noi.
La piccola annuì sul maglioncino della madre, poi tirò su col naso e alzò lo sguardo su di lei - Usagi-okaa-chan, starò attenta. - le promise allargando un tenerissimo sorriso sul suo viso - Ti voglio bene. - sussurrò chiudendo gli occhi.
Chibiusa, spossata dagli avvenimenti del giorno prima, dalle visite rumorose e dalle ultime forti emozioni s’addormentò quasi all’improvviso. La madre la adagiò piano sul letto scoccandole un bacio sulla fronte e spostandole un ciuffo ribelle. Nel silenzio più assoluto s’alzò aprendo piano la porta e abbassando le luci, poi uscì.
Tranquilla ed a passo misurato, Usagi percorse i corridoi per andare a prendersi qualcosa di caldo alla macchinetta vicino alle uscite. Andando avanti riconobbe tra il vociare dei corridoi le voci delle sue amiche. Sorridente avanzò girando l’angolo e, per caso, sentì una frase del discorso.
- … vedi, noi crediamo che non sia Mamoru il padre… - stava dicendo Minako a Naru.
A quelle parole il fiato si mozzò nel petto di Usagi. Poi il respiro aumentò mentre la ragazza si portava le mani alla fronte. Perso il coraggio d’uscire rimase lì, a spiare le amiche finché non finirono l’interrogatorio. Ma anche una volta andate via nell’aria riecheggiava una sola parola: Seiya.





Note dell’autrice:
Bentornati a tutti! ^_^ Come avrete notato (e se non l’avete fatto ve lo faccio notare io XD) sono tornata ad aggiornare con i soliti 12 giorni di distanza, per ovvi motivi scolastici.
Ma ora parliamo del capitolo! Sono d’obbligo alcune precisazioni: il senpai è uno studente più grande, spesso dell’ultimo anno, che “accudisce” uno studente alle prime armi. Questa figura è molto presente nella cultura giapponese. Il köhai è, di fatti, il ragazzo accudito dal sempai. Il legame che intercorre tra queste due figure è molto particolare e difficilmente rendibile con un esempio italiano. Infine, okaa-chan significa propriamente mamma. ^_^
Ora i ringraziamenti. Ringrazio tutti coloro che leggono e coloro che leggeranno in futuro. Un particolare grazie va alle persone che mi fanno sapere che cosa pensano della mia storia.

sailormoon81 Ma un quasi è meglio di niente, nooo? XDD Intanto che inizi a piacerti per me vale già qualcosa xDD Comunque ogni capitolo ha un suo perché, difficilmente ne scrivo uno senza motivo, quindi sì, era un altro tassello ^_^
Ehm… il tuo desiderio di veder sparire per sempre Seiya mi sa di molto difficile: adesso sono ufficialmente fidanzati (l’ha chiamata Usako!! *.* XD) ma chissà che non torni Mamo-chan a risolvere tutto usando il ragazzo come puncball XDDD
Vanno benissimo i bacini bacillosi XDD li ricambio (ma senza bacilli XDD)

giulia_88 Graaazie ^_^ mi fa piacere che la fic ti sia piaciuta e che la trovi interessante! Mici sto impegnando molto, e questi complimenti sono super bene accetti ^_^

fighterdory Grazie per i complimenti! ^_^ Mi piacevano troppo nello scorso capitolo *.* ma anche in questo i due piccioncini fanno scena, non trovi? ^^

RobyLupin rispondere alla tua recensione mi fa pauraaa XDD Ti prego, ti prego, ti prego, posa ogni oggetto contundente! >.< Ora che si sono ufficialmente messi insieme temo il peggio perciò… boh, mi andrò a rifugiare in capo al mondo XD
Guarda l’happy end ci sarà di sicuro, in che modo ci sarà è un mistero XD poteri accontentare le fan Usa/Mamo oppure le Usa/Seiya, non lo so ancora (bugiaaaa! Il finale lo so già l’ho già deciso prima ancora di iniziare la stesuraaa! XDD). Per quanto riguarda usa e Mamo… non ho mai detto che non provassero qualcosa l’uno per l’altra ^^ anzi, si amavano profondamente (lo dice pure Hiroshi) e Mamo non avrebbe mai dichiarato di essere il padre se non ne fosse convinto (qui gatta ci cova, ma che miteri nasconde la piccola Usa? O.o), Basta, mi fermo o spoilero XD perciò ti lascio ringraziandoti per i complimenti e assicurandoti che i misteri si sveleranno nemmeno tra troppo tempo ^__^

blue1989 una fan della coppia, incredibile! Comunque vedrai, non anticipo nulla perché sono cattiva XD Sarai felice che sono ufficialmente insieme, o no?

miki90 Grazie mille per i complimenti ^_^ Vedrai che si riprenderà, non è così grave e sono riusciti a salvarla prima che si compromettesse ^_-

Ale Ciaoooo! Spero che gli esami siano andati bene, le lacrime di sollievo sono un buon segno ^^
Ma ceeerto che sono contenta che ti dispiaccia sempre meno l’idea dei due insieme ^_^ credo che sia il complimento più grande che abbia mai ricevuto ^^
Per quanto riguarda il gruppo sanguigno era servito soprattutto per fare scena (non ho potuto rinunciare alla scena del salvataggio, sono troppo romantraggica! XD) però era anche per dare maggiori sospetti: se sia Seiya che Mamoru sono dello stesso gruppo è impossibile capire chi dei due sia il padre ^^
bacissimi anche a te, e grazie per i complimenti ^^

semplicementeme Uuuh, addirittura una doppia recensione *.* A parte il fatto che sto arrossendo in un modo incredibile, volevo ringraziarti e confermarti il mio impegno. Sia per quanto riguarda la genetica, ma anche per le procedure ospedaliere (ho rotto così tanto le scatole a mio fratello che credo non mi sopporti più XD), inoltre mi sono informata anche su tutto ciò che riguardi il Giappone in sé (come l’istruzione, i rapporti tra le persone, ecc).
Comunque, Usa non ha donato il sangue per il suo stato psico-fisico: era distrutta, si vedeva dalla faccia e da come si comportava, il che è proibitivo per queste cose, no? Se non è così prendila come esigenza di trama. XDD

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 13
*** Nuovi Amici ***



Casi della Vita


Nuovi Amici

Chibiusa ebbe una ripresa veloce e tranquilla. Nemmeno il giorno seguente fu fatta uscire dall’ospedale, e il braccio sinistro le dava solo un lieve fastidio senza però impedirle di andare a scuola.
Cinque giorni dopo l’incidente la bambina giocava tranquilla nel giardino di villa Chiba con un’amica, mentre Usagi la osservava dalla veranda intenta a studiare il grosso tomo che rappresentava il suo prossimo esame.
Usagi era felice di vedere che la figlia aveva un’amichetta. Chibiusa le aveva raccontato che Momoko l’aveva protetta da un paio di ragazzini prepotenti che volevano fare qualcosa al suo gesso.
Fortuna che non c’era Mamoru in quel momento: alla sola idea che la figlia avesse potuto essere infastidita da un ragazzino sarebbe corso a scuola a chiarire i fatti. Si comportava proprio come un fidanzato geloso.
- Buongiorno signorina Chiba-san! - esclamò una dolce vecchietta dai capelli grigi trattenuti in uno stretto chignon al di là della bassa siepe che delimitava la tenuta Chiba.
Usagi alzò gli occhi salutando con la mano la donna - Buona giornata a lei, signora Tomoe-san! - disse di rimando lei posando la penna.
Poco dopo le fu di fianco, pronta alla solita chiacchierata con l’anziana vicina.
Per Usagi, Sonomi Tomoe era come una nonna: ricordava la sua infanzia, trascorsa con il fratello sotto il portico della bella villa azzurra della signora. Sonomi era dolce ed affabile, amava avere attorno a sé i bambini. Il signor Tomoe era morto quando Usagi aveva otto anni, e l’unico figlio della coppia, avuto in tarda età, s’era sposato proprio l’anno dopo.
Sia Sonomi che il figlio Souichi avevano sofferto molto per la perdita. Sonomi rimase dove ogni cosa potesse ricordarle il caro marito, mentre il figlio sparì, nel tentativo di soffrire di meno.
- Usagi-chan, Chibiusa-chan ti assomiglia sempre di più. - le disse con voce roca mentre osservava la piccola giocare - Credo che Hotaru-chan abbia al massimo un anno in più di lei. - continuò soprappensiero.
Usagi sorrise - Hotaru-san è la figlia di Souichi-san, giusto? - chiese incerta dato che Sonomi non parlava spesso del figlio: era ancora delusa dal comportamento tenuto dopo la morte del marito. Era sempre stata piuttosto cocciuta come donna.
Sonomi annuì - Sì, la mia nipotina… - disse con voce malinconica - Usagi-chan, sai che Keiko è morta? - le chiese all’improvviso mentre i grandi occhi nocciola diventavano acquosi.
Usagi era stupita dalla notizia, così la donna continuò - Sì, mia nuora è morta quattro giorni fa in un incidente stradale. - disse con voce atona - Un pirata della strada si è scontrato con la sua macchina e lei s’è schiantata contro un camion. - chiuse gli occhi - Non ho avuto il coraggio di guardarla. Souichi ha portato da me Hotaru-chan perché la tenessi ed era sconvolto. Povero il mio Soui-chan…
Usagi non poté fare altro che posarle una mano sulla spalla per farle forza. Si sentiva incredibilmente vicino a Sonomi nonostante avesse visto Keiko forse tre volte, mentre non aveva mai visto la piccola Hotaru.
La donna si scosse all’improvviso riaprendo gli occhi - Oh, Usagi, ma tu stavi studiando, vero? - le chiese in tono di scusa - Mi dispiace averti distratta, adesso ti lascio ai tuoi studi, tanto ho da aspettare l’arrivo di un camioncino con dei mobili e altre cianfrusaglie. - la informò avviandosi verso la sua villa.
Usagi sorrise bonaria, nonostante tutto non era cambiata d’una virgola - Arrivederci signora Tomoe-san! - le gridò ricevendo in risposta un saluto con la mano.
Mentre la osservava attraversare il vialetto Usagi si sentì tirare leggermente il vestito, ed abbassò lo sguardo sulla macchia di capelli rosati - Dimmi, Chibiusa-chan. - la invitò dolcemente.
La bimba spiegò il desiderio comune delle bimbe di fare merenda, e così, tutte e tre, entrarono in casa.

Dopo la merenda Momoko e Chibiusa progettarono d’andare al parco pubblico vicino a casa. Le due non insistettero perché Usagi le accompagnasse, ma lei fu irremovibile: le avrebbe accompagnate a tutti i costi! Non solo per controllare le bimbe, ma per evitare altri incidenti, uno era già abbastanza.
Così, seguite a distanza di due passi da Usagi -dato che insistevano nel dire di essere abbastanza grandi da poter andare al parco da sole- le due ragazze uscirono dal cancello avviandosi chiacchierando allegramente in direzione del parco.
Sette minuti dopo una bella altalena si fece intravedere tra gli alberi in fiore. Sorridente Usagi seguì le bimbe che erano corse subito in quella direzione e, con suo grande sollievo, le vide fermarsi al ciglio del marciapiede, guardare due volte sia a destra che a sinistra per poi correre dall’altro lato della strada. Dopotutto Chibiusa aveva imparato qualcosa da quella brutta vicenda.
Soddisfatta, Usagi continuò a seguirle e si sedette sulla panchina accanto ai giochi, ma celava a fatica la sua irritazione. Possibile che Mamoru non avesse insegnato a Chibiusa a guardare prima d’attraversare? E dire che a New York, dove si trovava lui, era molto, ma molto più pericoloso del loro quartierino…
Persa in quei pensieri colmi di rancore, il tempo passò assai velocemente. Usagi si riprese solo quando notò che le bambine che giocavano sulla sabbia davanti a lei non erano più due, ma tre.
Sbalordita la ragazza si alzò e si avvicinò alle bambine con un sorriso. Prima di parlare guardò l’orologio che segnava le sei e un quarto: l’ora di tornare a casa.
- Ciao! - esclamò allegra rivolta alla ragazzina dai capelli neri a caschetto.
Lei la guardò dapprima diffidente, ma poi s’aprì in un bellissimo sorriso che le illuminava gli occhi viola - Ciao! - rispose di rimando con la sua dolce voce.
Gelosa di quell’improvvisa e immediata simpatia, Chibiusa si frappose tra le due - Usagi-okaa-chan, ho fame! - piagnucolò la bimba stringendosi tra le sue braccia.
Ignara di tutto Usagi la sollevò tenendola abbracciata - Adesso andiamo a casa, Chibiusa-chan. - le confermò per poi guardarsi attorno alla ricerca dell’adulto che, di sicuro, stava accompagnando l’altra bambina.
- Sei qui da sola? - chiese infine arrendendosi all’evidenza che nei paraggi non ci fosse nessuno.
La bambina annuì piano - Sonomi mi ha accompagnata fin qui, ma poi è tornata a casa perché aveva male la schiena. - spiegò ubbidiente la bimba.
Usagi si fece dubbiosa, poi s’illuminò - Non è che tu sei Hotaru? La figlia di Souichi-san? - chiese poi cogliendo la somiglianza della bimba con il viso di Sonomi.
La piccola annuì nuovamente, leggermente ritrosa.
- Non posso lasciarti qui da sola. - disse Usagi più rivolta a se stessa che alla bimba - Vieni con noi a casa, Hotaru-chan? - le domandò porgendole la mano libera dal peso della figlia.
Hotaru afferrò subito con un sorriso la mano offertale e si posizionò al suo fianco - Posso davvero, Usagi-san? - chiese esitante.
La ragazza annuì - Certo! Conosco bene Sonomi, e quindi non devi preoccuparti. - le rispose mentre faceva cenno a Momoko di starle vicino - Chiamami pure Usagi-chan. - sussurrò poi facendole l’occhiolino.
Mentre facevano la strada del ritorno Chibiusa non rivolse la parola a nessuno: era ancora imbronciata per la situazione. Fortunatamente era difficile per lei stare arrabbiata per troppo tempo, così Momoko, Chibiusa e Hotaru se ne stettero a giocare nel giardino di villa Chiba fino all’ora di cena.
Poi Sonomi, che stava andando al parco per riprendere la nipotina, le vide e, con il suo sorriso allegro salutò il terzetto riportandosi a casa la bimba.
Una volta che pure Momoko fu anch’ella riportata a casa Chibiusa si godette tutte le attenzioni della madre e, per quella sera, riuscì ad ottenere di poter dormire con lei.

La mattino dopo, alla fermata dell’autobus della scuola, Chibiusa e Hotaru si ritrovarono.
- Ciao Hotaru! - la salutò allegra la ragazzina avvicinandolesi con un sorriso sincero stampato sul viso ancora mezzo addormentato.
La ragazzina le fece un cenno di saluto e ricambiò con pacato entusiasmo il ritrovo con la bambina.
- Anche tu va a scuola con l’autobus? - chiese Chibiusa per rompere il ghiaccio ricevendo un semplice cenno affermativo come risposta.
Sembrava che tutta la spontaneità e la spensierata allegria del giorno prima fosse completamente sparita, quasi non ci fosse mai stata.
Ma la piccola Chiba non si diede per vinta e continuò il suo monologo - Io vado in prima! Tu in che anno sei? Ti sei trasferita da poco? - domandò insistente cercando di avere più risposte possibili.
Questa volta Hotaru parlò senza limitarsi a muovere il capo. - Io faccio la seconda. - disse con voce spenta - Sono qui solo da ieri perché è morta la mia mamma. - sussurrò sperando quasi di non farsi sentire.
Così tra le due calò il silenzio.
In quella quiete arrivò l’autobus che le fece salire per portarle a destinazione.
- Ciao Chibiusa-chan! Ciao Hotaru! - esclamò Momoko da un posto in fondo alla vettura.
La bambina guardò negli occhi la silenziosa compagna e le porse la mano, proprio come aveva fatto la sera prima sua madre - Vieni? - chiese gentilmente.
Hotaru si lasciò portare ai tre posti e si sedette accanto a Chibiusa. Teneva tre foglietti stropicciati tra le mani, sembrava in imbarazzo, tesa. Poi alzò il capo e guardò le due ragazze negli occhi.
- Vorreste venire al luna park con me?





Note dell’autrice:
Mi spiace non essere la solita allegra ragazza di sempre, ma non posso fare a meno di essere triste, scusatemi. Ma scusatemi anche per un’altra cosa: ho deciso di lasciare incompiuta questa storia per un po’ di tempo.
Vi devo delle spiegazioni, ovviamente, e adesso ve le do: purtroppo è venuta a mancare Kar la beta di questa storia, nonché mia cara amica. Proprio perché mia amica non riesco psicologicamente ad andare avanti in questa fic senza di lei, mi spiace.
Questo è l’ultimo capitolo che ha betato e quindi lo posto, ma quelli successivi arriveranno con il tempo e mi scuso del disagio che vi causo.
Non sono in vena di rispondere alle recensioni, e mi scuso anche per questo, ma sappiate che mi ha fatto piacere riceverle.
Se desiderate recensire anche questo capitolo non posso che esservene grata.
Alla prossima volta.

Mikayla




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Capitolo 14
*** Giornata al Luna Park - Parte Prima ***



Casi della Vita

Giornata al Luna Park - Parte Prima


Ovviamente era impensabile lasciar andare tre ragazzine, rispettivamente due di sei e una di sette anni, da sole al Luna Park. Come minimo Usagi le avrebbe accompagnate dato che né Sonomi né Souichi avrebbero potuto; e, com’era ovvio, Seiya non poteva non accompagnare la fidanzata. Per di più Minako, Rei, Ami e Makoto, che si era portata dietro Motoki, non potevano assolutamente permettere all’amica e al fidanzato di perdersi in romanticherie così da scordarsi delle bambine; e, oltretutto, Taiki e Yaten avevano deciso proprio per quella data di stare in compagnia del fratello, più per disturbare che per altro.
Così il fornito gruppo composto da cinque ragazze, quattro ragazzi e tre bambine, arrivò a bordo di tre macchine all’entrata del grande e spazioso Luna Park.
- Bello! - esclamò estasiata Momoko ammirando l’imponente ingresso.
Ma la bimba non era l’unica ad essere esterrefatta dalle dimensione del parco dei divertimenti: tutti i membri del gruppo erano rimasti a bocca aperta, o è meglio dire, quasi tutti.
Chibiusa era l’unica che lo guardava solo eccitata per la prospettiva della giornata che s’era appena aperta.
- Peccato sia più piccolo di quello dove mi ha portato papà. - disse solo svelando il motivo di quella stranezza.
Scompigliandole affettuosamente i capelli Usagi fece da capogruppo dirigendosi verso i botteghini.
Una volta entrati in quel parco delle meraviglie ci fu un esclamazione generale di sorpresa, e poi un brusio eccitato per decidere su quali giostre andare per primi.
Tutti furono concordi dall’iniziare con il trenino, giusto per dare un’occhiata all’intero parco. Occupando ben tre vagoncini i ragazzi si sedettero ad ammirare in tranquillità il paesaggio.
Senza pause tra una giostra e l’altra le bambine trascinarono i grandi da un’attrazione a quella successiva.
Era una vera gioia prendere una ciascuna un ragazzo e trascinarlo verso le tazze per la gara a chi andasse più veloce. C’era un’affinità speciale tra quelle tre: Chibiusa sceglieva sempre ed immancabilmente Seiya, che dal canto suo era contentissimo di giocare con lei, a volte sembrava lui il bambino!
Hotaru invece prediligeva il serioso Taiki, che l’accontentava anche se il desiderio di restare a parlare con Ami era più forte di qualsiasi altra cosa.
Momoko, dal canto suo, aveva rinunciato a Yaten dopo aver visto lo sguardo assassino di Minako, ed aveva ripiegato su un gentilissimo Motoki che Makoto gli cedeva senza problema alcuno.
- Vinceremo noi! - esclamò Seiya salendo per l’ennesimo giro sulla tazza mentre Chibiusa esultante gli trotterellava accanto.
Motoki sorrideva affabile mentre ci pensava Momoko a farsi valere - Non è vero, io e Motoki-kun siamo più forti! - ribatteva facendo una giocosa linguaccia all’indirizzo dell’amica.
Hotaru e Taiki, che non prendevano mai parte ai discorsi di quel tipo, erano quelli che fino ad allora avevano sempre vinto.
- Voglio partecipare pure io! - esclamò ad un certo punto Usagi, stanca di dover essere sempre la spettatrice di turno.
Così dicendo saltò sulla tazza di Chibiusa e Seiya facendo loro l’occhiolino - Con me vincerete di certo! - scherzò, prendendo posizione.
- Ma non è giusto! - protestò Momoko - Allora voglio che Makoto-kun venga con me e Motoki-kun! - disse con il chiaro intento di scoppiare in lacrime nel caso non fosse stata esaudita.
Fu così che la pasticcera prese posto accanto al fidanzato e per par condicio Ami si unì al gruppetto di Hotaru.
Infine una quarta tazza si riempì con Rei, Minako e Yaten, intenti pure loro a vincere la gara.
Iniziò lo scontro all’ultimo giro che fu comunque vinto dal gruppo di Hotaru, con il risultato che ad Ami girò la testa per tutto il tragitto fino alla giostra successiva e si dovette far sorreggere da un volenteroso Taiki.
Minako cercò invano di imitare l’amica provando a farsi aiutare da Yaten, ma il ragazzo sembrava piuttosto contrariato della cosa e così l’intento della bionda sfumò.
- La casa stregata! - gridarono in coro le bambine additando l’edifico dal pessimo aspetto di un castello in disuso.
Mentre le bambine e i ragazzi lo guardavano vogliosi di andarci le ragazze era diventate improvvisamente molto pallide.
Chibiusa prese per mano Usagi e Seiya per costringerli a salirvici, ma la madre si fermò proprio davanti alla fila e si voltò verso la bambina.
- Chibiusa-chan, che ne dici se io e le ragazze andiamo a fare quella giostra che mostra il palco dall’alto - disse indicando il grande braccio che si sollevava in aria e che le bambine s’erano rifiutate di fare - mentre voi fate questa giostra qua?
L’allettante proposta della ragazza fece riflettere le tre bambine che si riunirono a cappella per discutere tra di loro sottovoce.
Dopo la breve consulta si girarono e annuirono - Per noi va bene. - dissero in coro, appropriandosi delle mani dei ragazzi e rimettendosi a fare la fila senza più degnarle di uno sguardo.
- Ma guarda che tipe! - esclamò Rei ridendo.

Dal braccio panoramico si poteva davvero godere di una splendida vista, avevano proprio fatto bene a decidere di andare lì. Erano solo loro, caso più unico che raro, ma così bello che non si poteva far altro che godersi la quiete e l’aria frizzante sul volto.
Usagi portò indietro i capelli e si sedette sulla panchina proprio là dietro, inspirò e poi parlò con voce seria e profonda - Ragazze - disse facendole voltare - vi ho sentite parlare in ospedale.
Il gelo calò tra le ragazze che si guardarono colpevoli.
Rimase solo la voce di Usagi, chiara, limpida e melanconica - Mi ha ferito sapere che indagavate su di me. - disse senza tanti preamboli ma impedendo loro di scusarsi.
Abbassò il capo, gli occhi velati e continuò - Ma credo che la colpa sia mia. - disse sospirando - Dovevo raccontarvi tutta la storia, ma… ma per codardia non l’ho mai fatto.
Così Usagi iniziò a raccontare la sua versione dei fatti di quella sera, a casa di Ami.

Usagi aveva accettato di buon animo di restare accanto ad Ami tutta la serata, ma fu piacevolmente sorpresa di sentir chiamare il suo nome.
- Usa-chan! - gridò una voce familiare alle sue spalle.
Con un sorriso radioso la ragazza si voltò abbracciando con trasporto il ragazzo - Seiya-chan! - gli rispose solleticandogli il collo con le labbra.
- Cosa fai qui? - le chiese il lui - Perché non sei in compagnia?
Usagi si voltò giusto in tempo per accorgersi che Ami stava sparendo dietro ad una cappella di ragazzi.
Un gesto veloce e la recuperò dalla folla - Ecco qui la mia compagnia! - esclamò allegra verso Seiya.
- Ciao Seiya! - lo salutò la festeggiata con un piccolo singhiozzo.
Il moro ricambiò il saluto con un sorriso - Ti spiace se ti rubo Usa-chan per un poco, Ami?
Facendo un segno negativo e voltandosi la festeggiata lasciò liberi i due che s’allontanarono tenendosi per mano.
Non fecero nulla di particolare: semplicemente si sistemarono tranquilli in un angolo a chiacchierare. Bevvero molto, parlando, giocando. Per di più Usagi non era assolutamente capace di reggere l’alcool, cosa che portò a più casini di quelli previsti quando la ragazza necessitò del bagno: si perse e si scontrò con Mamoru.
Nel frattempo Seiya era andato a prendere ancora da bere, su richiesta della ragazza e una volta tornata non la vide più. Così iniziò una caccia alla persona, di cui Usagi ricordava poco o niente, troppo stordita dall’alcool.
Si riprese un poco quando incrociò Makoto.
- Usa-chan! - la chiamò l’amica attirando la sua attenzione.
- Ciao Mako-chan! - le disse allegra Usagi senza però smettere di guardarsi attorno alla ricerca di Seiya.
Makoto la osservò un poco per poi interpellarla - Prima ti cercava Seiya. - le disse con un sorriso.
Usagi si fermò ricambiando.
Fu un attimo dopo che parlò - Mako-chan… - disse seria facendo sparire il sorriso - Tu ti dichiareresti ad un ragazzo anche se non potreste stare assieme? - domandò ansiosa di una risposta.
La ragazza arrossì - Dipende da cosa ci divide. - le rispose cauta.
- I nostri genitori non approverebbero… - le rispose Usagi abbassando lo sguardo sulle proprie mani.
Makoto le prese le mani fra le sue - Questo non importa! Se lo ami davvero non conta nulla.
Il viso di Usagi s’illuminò - Sì, lo amo… - le disse teneramente - Vado subito a cercare Seiya! - esclamò abbracciando Makoto e correndo via.
La ricerca del ragazzo la portò di sala in sala, finché non ci si scontrò.





Note dell’autrice:
Ebbene sì, sono ritornata. Dallo scorso capitolo si sono susseguite varie vicende di cui non voglio parlare anche per rispetto a voi perché suppongo non vi interessi.
In ogni caso vi ringrazio per il supporto e per le recensioni, dalla prossima volta risponderò normalmente, lo prometto! ^^
In più voglio ringraziare la mia mammina adorata (aka Dragon85) che s'è offerta di betarmi questa storia, grazie mammina *.*
Ciao ciao

Mikayla




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Capitolo 15
*** Giornata al Luna Park - Parte Seconda ***



Casi della Vita


Giornata al Luna Park - Parte Seconda

La ragazza si scontrò contro dei pettorali ben scolpiti ed alzò lo sguardo al viso davanti a sé.
Vide il viso annebbiato del ragazzo cui s’era scontrata mentre una risata stridula ed anormale, che fece girare molti ragazzi, le usciva dalle labbra socchiuse.
Usagi scosse piano il capo per cercare di fuggire ai fumi dell’alcool e finalmente riuscì a mettere a fuoco il possessore degli occhi blu oltremare che la fissavano.
- Mamoru-onii-chan! - esclamò imbarazzata la ragazza dopo essersi accorta d’essergli finita maldestramente tra le braccia.
- Usagi… - sussurrò lui in risposta guardandola con occhi dolci.
Rossa in volto la ragazza abbassò il capo velocemente provocandosi un giramento di testa.
Così, con un sorriso bonario, il ragazzo la sostenne passandole un braccio sulle spalle.
Guardatosi attorno decise di trasportarla nella parte più calma della villa per farla riprendere: le camere da letto.
Senza alcuna fatica Mamoru fece sedere la sorella sul letto, indeciso se restare con lei o andarsene per non metterla ancora più a disagio.
Intanto, seduta e con le mani in grembo, Usagi guardava il fratello avvampando: non riusciva proprio a schiarirsi le idee.
Poi sentì il materasso abbassarsi sotto il peso del ragazzo. Così, senza pensarci più di tanto lei gattonò verso lui e lo abbracciò da dietro, premendo con delicatezza le labbra contro il suo collo.
- Usa-chan, cosa...? - tentò di chiederle Mamoru, mentre si girava verso di lei rosso in volto; ma le sue labbra furono catturate dall’impavida ragazza.
Un bacio appassionato e disperato li coinvolse, un bacio ampiamente ricambiato.
- Ti amo. - sussurrò Usagi stringendosi a lui, come temesse che sarebbe sparito dopo quella confessione.
Mamoru non resistette sentendo il corpo di lei aderire al suo con forza disperata e le baciò di nuovo il viso, con ardente passione.
Poi si fermò.
- Siamo fratelli. - sentenziò ricordando l’impossibilità di quel sentimento.
Usagi non si ritrasse né pianse, semplicemente lo fissò negli occhi con determinazione; una determinazione straziante, disperata, quella di chi sa che non le verrà concessa altra occasione - Non questa sera. - ribattè con voce roca per poi baciarlo di nuovo.
Giacquero assieme quella notte, scordandosi di qualsiasi cosa che non fosse la loro unione, il loro amore.
Un amore che era puro per la prima e l’ultima volta.
La mattina seguente dormivano abbracciati, le coperte tirate fin sotto il naso. Ma quando Usagi si svegliò e vide Mamoru addormentato accanto a lei le crollò il mondo addosso.
Con scatto fulmineo uscì dalle coperte, i codini che si scioglievano da soli e scappò via con i suoi vestiti tra le braccia.
Si fermò con il fiatone in un’altra stanza, la prima che aveva trovato. Guardò l’ambiente dipendendo fiato per la corsa, si sedette sul letto dopo essersi vestita e disfò quello che rimaneva dei suoi codini.
Immediatamente s’irrigidì quando si sentì abbracciare da dietro, ma tornò a rilassarsi riconoscendo Seiya.
- Perché piangi, Usa-chan? - le chiese dolcemente il ragazzo attirandola in un abbraccio più comodo.
La ragazza, che non s’era accorta delle lacrime che le avevano rigato il viso, si lasciò andare in un pianto silenzioso, rivelando all’amico tutto quello che era successo.
Il ragazzo la lasciò sfogare, ascoltando le sue parole e i suoi singhiozzi, avvolgendola in un tenero abbraccio per tranquillizzarla.
Rimasero così a lungo: Usagi abbracciata a Seiya, il viso sepolto nell’incavo del collo del ragazzo che la ricambiava l’abbraccio teneramente, coccolandola con dolcezza.

- E questo è tutto. - concluse la ragazza guardandosi insistentemente i piedi.
Attorno a loro era calato il silenzio, tutte e cinque le ragazze tacevano, sperando che le parole, che a loro non venivano in mente, scendessero dal cielo.
Ma non arrivarono ed il giro panoramico finì costringendole a scendere e a riunirsi alle tre vispe bambine e i quattro giovani.
Ami e le ragazze osservavano di sbieco l’amica, indecise sul da farsi, ma si tranquillizzarono vedendo un sorriso aprirsi sul volto.
Con una corsa leggera andò incontro al fidanzato e prese in braccio la figlia che le raccontava emozionata tutto quello che era successo nella casa stregata.
- Adesso andiamo sulle montagne russe? - squittì Chibiusa rivolta più ad Hotaru e Momoko piuttosto che alla madre.
Le due bambine avevano prontamente annuito e sarebbero scappate verso la giostra se non le avesse prontamente bloccate Makoto. - Cosa pensate di fare, signorinelle? - domandò seria posando le mani sui fianchi con fare autoritario.
Le tre bambine si guardarono e poi sorrisero innocentemente alla ragazza - Andavamo sulla giostra! - risposero allegre.
- Siete troppo piccole! - disse la cuoca di rimando.
A quel rifiuto intervenne Usagi per prevenire lo scoppio di lacrime imminente: s’abbassò verso le tre e sorrise dolcemente.
- Non preferireste fare un giro sulla ruota panoramica? - chiese invitante indicando la grande giostra che sovrastava tutte le altre.
Chibiusa guardò pensosa le amiche e poi annuirono contemporaneamente.
- D’accordo, però noi stiamo in cabina da sole! - dissero evitando risposte di dissenso prendendosi per mano e correndo verso la giostra.
Usagi alzò le spalle e, prendendo la mano a Seiya, corse in avanti per recuperare quelle tenere pesti.

Dopo di allora le ragazze si comportarono normalmente e passarono il resto della giornata in tranquillità.
L’unico intoppo fu all’uscita del parco giochi: le bambine non ne volevano sapere di separarsi!
Accondiscendenti i ragazzi decisero di portarle tutte in pizzeria, quella poco distante dal parco del quartiere di Usagi.
- Seiya-chan - disse sottovoce la ragazza trattenendolo per un braccio - lasciale andare avanti, seguimi! - disse addolcendo la voce con fare misterioso e facendogli l’occhiolino.
La coppia scivolò via dal gruppetto in silenzio e Seiya seguì fiducioso e curioso la sua ragazza.
Poi lei si fermò d’improvviso.
Si voltò verso di lui e si specchiarono l’uno negli occhi dell’altra.
Poi sorrise prendendogli la mano - Sai che posto è questo? - gli chiese.
Seiya la guardò senza capire e si portò una mano tra i capelli, come faceva sempre quando rifletteva.
Usagi sospirò tristemente e gli voltò le spalle - Andiamo che altrimenti le ragazze si chiederanno dove siamo. - disse abbacchiata.
Proprio allora si sentì abbracciare la vita da dietro, Seiya le posò le labbra accanto all’orecchio - Dove ci siamo baciati la prima volta. - le disse piano.
Il sorriso tornò a splendere sul viso della giovane che si voltò per regalargli un bacio meraviglioso.
Nessuno dei due innamorati s’era accorto che proprio in quel momento un giovane dai capelli corvini stava percorrendo il vialetto del parco verso di loro.
Ma Mamoru invece li vide molto bene.
Li osservò immobile per qualche secondo e poi tornò sui suoi passi, intenzionato a non farsi scoprire.





Note dell’autrice:
Bene, bene, bene!
*Me ridacchia sadica*
Con questo capitolo parte del mistero è finalmente stato risolto, ma speravate voi che finisse così? Ma nooo, non mi chiamerei Mikayla se lasciassi la storia così! XDD
Altri problemi e comportamenti strani sono all'orizzonte, e il mistero di Chibiusa non è ancora risolto... riusciranno i nostri eroi a raggiungere la fine della fic? Ma, soprattutto, riuscirà la sottoscritta a smettere di tormentarli ponendo la parola fine alla storia? XDDD
Questo ed altro nei prossimi capitoli! XDD

Ma ora passiamo ai ringraziamenti (che oggi mi portano via poco tempo, e per fortuna visto che devo uscire! XD):

sailormoon81 mia cara, credo di non aver mai fatto un capitolo così chiaro in tutta la mia vita XD Se non si capisce qualcosa però chiedi! ^_-
Comunque Minako non poteva fare altrimenti XD non me la vedo proprio a cedere il ragazzo che, in ogni caso, non la fila XDD Chibiusa e Seiya… beh, si stanno simpatici, che c’è di male? XD
Bacissimi e alla prossima!

Usagi89 Grazie per i complimenti ^///^ Scusa per com’è finito lo scorso capitolo, ma mettere tutto insieme veniva troppo lungo XD Comunque ti rifarai con questo, spero ^^

Miki90 Sono felice anch’io di essere tornata ^^ Grazie per i complimenti, e spero ti sia piaciuto anche questo capitolo!

blue1989 Oddio, perfino una delle tue scrittrici preferite sono? Arrossisco e mi communovo a sentirmelo dire!
Comunque sì, sono tornata! ^^ E tutte le risposte che cerchi si trovano in questo capitolo! Comunque se ancora qualcosa non ti è chiaro chiedimi pure, sono qui per questo ^^

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 16
*** Nuovo Piano ***



Casi della Vita


Nuovo Piano

La mattina seguente alla rivelazione da parte dell’amica le quattro ragazze saltarono ogni impegno per trovasi alla pasticceria di Makoto: urgeva una riunione speciale per parlarne.
Quando anche Minako arrivò, con il suo solito ritardo di mezz’ora, finalmente poterono iniziare la loro consulta d’emergenza.
- Io non ci posso credere! - esclamò la bionda appena entrata nella stanza.
In risposta ricevette dei segni d’assenso da parte delle amiche. Incoraggiata si sedette e continuò - Ma vi rendete conto?! - domandò scandalizzata mentre si allungava sul tavolo per prendere uno dei biscotti fatti da Makoto - Ha saltato tutti i particolari più piccanti! - finì rabbuiandosi mentre metteva in bocca il dolcetto.
Rei scosse la testa portandosi la mano davanti agli occhi, Makoto cadde dalla sedia senza alcun ritegno e Ami sorrise imbarazzata.
- Mina-chan, a dir la verità noi volevamo parlare di un altro paio di cosette. - disse piano la futura dottoressa, nel tentativo di far ragionare l’amica.
L’attrice la guardò alzando un sopracciglio piuttosto confusa - Che vuoi dire? - domandò senza riuscire a raccapezzarsi - Mamoru-kun è il papà di Chibiusa-chan, il mistero è risolto… giusto?
Ma la ragazza capì che non era affatto finita la questione per quanto riguardava le amiche: gli occhi delle tre ardevano di determinazione.
- Cosa… cosa intendete fare? - domandò timorosa della risposta che avrebbe ricevuto. Fu Ami, con calma e tranquillità, a spiegarle la loro decisione - Sapere che Mamoru-kun è il vero padre di Chibiusa-chan non ci porta alla risoluzione del caso. - asserì con sicurezza.
La bionda deglutì piano, una domanda che le premeva sulle labbra, ma che temeva a fare… ma non riuscì a trattenersi.
- Hem… perché? - chiese per sperare immediatamente dopo di potersi rimangiare la sua domanda; infatti gli sguardi delle tre l’avevano profondamente spaventata.
Makoto sembrava sul punto di volerla uccidere lì, sul momento, Ami era incredula e arricciava una ciocca di capelli sul dito con una velocità incredibile mentre Rei estraeva una pergamena del fuoco sacro e la gettava sulla fronte dell’amica.
- Pergamena! - esclamò congiungendo le mani - Libera la nostra amica Minako dal demone della stupidità!
In tutta risposta Minako s’infuriò mettendo un broncio infantile.
- Mina-chan, possibile che tu non l’abbia ancora capito? - chiese Makoto riuscendo a stento a trattenere le risa.
La ragazza, ancora imbronciata, scosse il capo con vigore - Scusate se non sono intelligente quanto voi! - sbottò irritata.
Con l’assenza di Usagi Minako si sentiva persa: l’amica era ingenua quanto o più di lei, ed insieme si davano man forte per far fronte a quelle saputelle delle loro amiche.
Le tre smisero di prenderla in giro e le sorrisero amichevolmente.
- Resta da capire il miracolo della buona salute di Chibiusa. - le disse Ami, ma dovette continuare vedendo l’espressione di Minako - Insomma… se Mamoru-kun e Usa-chan sono i suoi genitori e sono fratelli, Chibiusa-chan non può essere completamente sana. Finalmente il volto della giovane s’illuminò - Ma allora uno dei due è adottato!
Ami e Makoto annuirono liete che avesse capito da sola la questione.
La miko invece rifletteva sull’ipotesi.
- Voi dite che se o Usagi o Mamoru fossero dei figli adottivi Hiroshi non avrebbe detto nulla? - chiese soprapensiero mentre girava il cucchiaino nel caffè.
- Hiroshi è il primo ad essere contrario all’amore tra di loro. - asserì Minako mangiando un altro biscotto con gusto - Ricordate che furia era quando lo ha saputo? Mamoru-kun e Hiroshi-san da allora si parlano con una freddezza tale che non sembrano neppure padre e figlio!
A quelle parole gli sguardi persi delle ragazze si fecero attenti ed immediatamente Minako si premette con forza le mani sulle labbra.
- Ferfo fhe foi fenfate fenfe fafe fi fafofu! - esclamò l’aspirante attrice.
Rei sbuffò piano - Mina-chan, come facciamo a capirti se hai la mano davanti alla bocca? - le chiese cercando di mascherare il suo tono irritato.
La ragazza sorrise imbarazzata scusandosi un paio di volte - Dicevo… certo che voi pensate sempre a Mamoru! - disse con enfasi - Scommetto che per voi è lui il figlio adottato!
- Hem… hai colpito nel segno. - ammise Makoto prendendo un sorso di tè - Effettivamente dal comportamento che tengono i due si direbbe che non siano veramente padre e figlio. - si giustificò dopo.
Rei le diede man forte - E poi questo spiegherebbe il comportamento di Hiroshi: il suo figlio adottivo ha intaccato la purezza della sua figliola e gli ha dato una nipotina molto prima del tempo!
La bionda scosse il capo mangiando un altro biscotto - Ma dai! - esclamò scettica per poi controbattere - Io direi piuttosto che Usa-chan non somiglia per niente ai genitori, né caratterialmente né fisicamente!
La miko sbuffò sistemandosi la chioma - Per Chibiusa-chan ci siamo basati sulla stessa teoria, ed abbiamo fallito, sarà così anche questa volta!
Minako stava già per ribattere quando Ami posò la sua tazza di frappé sul bancone e sorrise amabilmente, come se la discussione non fosse mai avvenuta.
- Direi che per confutare quest’ipotesi c’è un solo modo per riuscirci: guardare l’album di foto di famiglia. - affermò con sicurezza per poi alzarsi in piedi.
Lasciandole meditare la ragazza si infilò la giacca e prese la borsetta avviandosi verso l’uscita della sala.
Prima che varcasse la soglia, però, si girò al richiamo della pasticciera.
- Dove vai Ami-chan? - domandò alzandosi a sua volta.
La ragazza sorrise - Vado a pranzo dalla mia migliore amica. - rispose.
Poi fu solo il tintinnare dei campanelli e il leggero tonfo della porta che si chiudeva.

- Kyoko-okaa-chan!
La voce praticamente isterica di Usagi risuonò in tutta la tenuta dei Chiba, allarmando perfino le persone che passeggiavano per la via di solito tranquilla.
- Cosa c’è Usa-chan? - domandò con calma la donna una sbucando dalla scala che porta in soffitta mentre teneva tra le mani della stoffa bianca neve.
Osservando con curiosità cosa la madre stesse tenendo tra le mani la ragazza s’era totalmente scordata di cosa dovesse dirle.
- L’ho scordato. - ammise scuotendo il capo sconsolata - Ma cos’hai là? - le domandò mentre cercava di farsi tornare alla mente il motivo per cui aveva chiamato a gran voce la madre.
Kyoko sorrise distendendo la raffinata seta bianca e mostrando un meraviglioso abito alla figlia che lo guardava incantata.
- È il mio abito da sposa. - le spiegò mostrandole un diadema di diamanti - Cercando la tovaglia con i ricami l’ho trovato e m’ero persa nei ricordi. - disse accarezzando la stoffa pregiata e i ricami preziosi.
Usagi non si trattenne e lelo prese dalle mani per provarselo addosso - Mamma, posso provarmelo? - le domandò supplichevole guardandola con occhi da cucciolo.
Ridendo Kyoko annuì dandole il suo beneplacito e la ragazza si precipitò su per le scale per poi chiudersi in camera a provare l’abito.
- Usa-chan non cambierà mai. - si disse Kyoko ridacchiando mentre scuoteva il capo sconsolata - Spero solo che quello che aveva da dire non fosse troppo importante.
Si girò su se stessa e chiuse la porta prima di tornare in sala da pranzo con la tovaglia tra le mani.
La donna fece in tempo a preparare con minuzia tutta la tavolata quando Usagi si presentò alla porta della sala con l’abito bianco indosso.
Kyoko la guardò meravigliata: sembrava una principessa.
- Kyoko-okaa-chan? - domandò Usagi alla madre sventolandole una mano davanti gli occhi per disincantarla - Come sto? - le domandò nuovamente.
Emozionata la donna le sorrise dolcemente, ma non riuscì a dirle quanto bene le stava l’abito che il campanello alla porta suonò ed Usagi uscì velocemente dalla stanza.
- Apro io! - esclamò sorridente mentre spalancava la porta di casa con euforia per poi bloccarsi davanti alla persona che le stava davanti.
- Usagi-imouto-chan. - le disse l’inaspettato ospite con un sorriso.
- Mamoru-onii-chan!





Note dell’autrice:
Mikayla si mette in posizione ed inizia a scappare XD
Vi ho lasciati un po’… in sospeso? Ma nooooo XD
Uffa, dovreste abituarvici ormai! XD Quello che succederà con Mamo-chan lo saprete nel prossimo capitolo e, su, non disperate! XD
Ah, una precisazione, per chi non ricordasse okaa-chan significa mamma, onii-chan fratellone, imouto-chan sorellina.
Ed ora ringrazio. Un grazie a chi legge e segue la fic, ma in particolare grazie a coloro che recensiscono e alla mammina che beta e senza alcuna pazienza vuole sapere come finisce la storia. XD

Hatori I problemi e le pippe mentali sono la mia specialità, spero non ne rimarrai delusa ^^

sailormoon81 Kla, tu devi fare parte della squadra investigativa! Giuro, ti troveresti benissimo con Mina, Ami, Rei e Mako! ^^
Sono stata sadica e li ho fatti incontrare solo ora… perciò per sapere cosa si diranno vi toccherà aspettare il prossimo capitolo, per ora vi ho solo creato l’atmosfera XD Comunque non so quanto durerà ancora la fic, dipende tutto da quello che mi suggerisce la mia mente bacata et pazzoide, però credo di non fare più di altri 10 capitoli ^^

Usagi89 Grasssssie ^////^ Ogni volta che mi fate i complimenti io mi ritrovo rosa come un peperone, accidenti a voi! XD
Mamo-chan s’è presentato alla porta di Usa… bah, non ho idea di cosa succederà! XD Comunque se voi te lo posso indirizzare, nel caso rinunci definitivamente ad Usa-chan XD

merwen Sono felice di riesentirti! ^^ Comunque il mistero sta ancora lì, bisogna che le ragazze si muovano, ma credo che per questo possa bastare ami: sembra che sappia cosa deve fare ^_-

blue1989 Oh, io non so perché a Chibi piaccia Seiya XD Non sono nella sua mente U.U
Comunque grazie per i complimenti, voi vi mettete d’accordo per farmi diventare paonazza, vero? XD
Spero di non averti fatta attendere troppo questo capitolo, un bacio!

Ale077 Ciaoo! Sto bene carissima, e non preoccuparti assolutamente per non aver commentato ^^ A dirti la verità non mi aspettavo neppure io di riprendere la storia così velocemente, ma sono successe così tante cose che il tempo mi è volato!
I tuoi ragionamenti ti avevano portata proprio sulla strada giusta ^^ Diventerai una novella Sherlok Holmes! Unisciti alla Kla e alle ragazze nel gruppo investigativo, scommetto che risolvereste il caso in un battibaleno! XD
Sono felice che i capitoli ti siano piaciuti ^^ per Seiya e Chibi-chan… non ti dico nulla :P
Ti abbraccio anch’io! ^^

Cassandra14.< prima o poi me le devi dire! Magari c’è la risoluzione del caso *_*
Bacini ricambiati! :*

miki90 purtroppo per veder trionfare l’uno o l’altro dovrai aspettare la fine della fic, posso stravolgere la storia in continuazione (avevo una mezza idea di mettere Usa con Ruka XD)

Usagi_84 Accidenti, siete tutte delle super investigatrici! Ragazze, sono fierissima di voi, potreste davvero fondare il club delle risolvitrici di misteri ** Sarei una vostra fan, ve l’assicuro!
Usa… sai, credo proprio che li ami entrambi, benché il sentimento sia leggermente diverso. Come, non te lo dico XD

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 17
*** Madre e Figlia ***



Casi della Vita


Madre e Figlia

- Usagi-imouto-chan.
- Mamoru-onii-chan! - esclamò sorpresa la ragazza quando aprì la porta di casa e si trovò il fratello d’avanti - Ma tu cosa ci fai qui? Quando sei arrivato?
Mamoru sorrise e alzò le spalle - Sono arrivato una mezz’ora fa, volevo vedere come stava Chibiusa-chan… per via dell’incidente… - le rispose con gentilezza senza spazientirsi per essere stato lasciato alla porta - Vedo che però sono arrivato in tempo per un matrimonio! - esclamò indicando l’abito in dosso alla sorella - Quando e con chi ti sposi, sorellina?
Usagi non poté che arrossire furiosamente cercando di blaterare qualcosa di sensato per giustificare il suo abbigliamento quando ci fu un’altra voce maschile alla porta, proprio dietro le spalle di Mamoru.
- Ciao Usako! - esclamò Seiya facendo capolino alla destra del ragazzo per poi rivolgersi a lui - Tu saresti…?
Usagi stava semplicemente diventando paonazza e rischiando il collasso quando fecero la loro apparizione Ami, Chibiusa, Hotaru, Momoko, Sonomi e Haruka.
- Seiya-kun, Mamoru-kun. - salutò educatamente Ami facendo un leggero inchino verso entrambi per poi osservare chi bloccava la porta d’ingresso impedendo loro di entrare - Usa-chan! Oh… ma non sapevo che ti sposassi, volevi annunciare questo, oggi? Pensavo fosse solo un pranzo tra amici…
Il colorito di Usagi era improvvisamente passato dal rosso al viola, e la respirazione s’era fatta rada.
Chibiusa invece arrivò attorniata dalle amiche travolgendo le gambe dei due uomini che si mantennero in piedi per pura fortuna.
- Mamoru-otou-chan! Seiya-chan! - esclamò stringendosi alle gambe di entrambi cercando di farli cadere con il suo impeto mentre loro le scompigliavano i capelli con affetto.
- Usagi-chan - salutò Sonomi con dolcezza la ragazza - L’abito di tua madre ti sta d’incanto, sembri una principessa! - constatò facendosi strada tra i ragazzi e raggiungendola sulla porta per poi toccarle i fianchi - Però è leggermente più largo, Kyoko-kun era incinta quando si sposò, se me lo dai te lo stringo a pennello! - le propose sorridente - E poi voglio l’invito al matrimonio!
- Usagi-köhai! - esclamò Haruka arrabbiata - Possibile che non ti fossi confidata con la tua senpai per compiere un passo così grande con Seiya?! - le chiese figendosi davvero offesa - E Chibiusa-chan come l’ha presa? Insomma, non sono cose che si decidono così in fretta!
Usagi stava invano gesticolando e cercando di prendere aria nei polmoni per porre fine a quella follia quando alle sue spalle arrivarono anche i suoi genitori a concludere il quadretto.
- Usa-chan, cosa ci fai lì sulla porta? - le chiese Hiroshi cercando di capire la situazione, mentre sua moglie lo affiancava anch’ella stupefatta.
- Usa-chan… ma cos’è quest’odore di bruciato? - chiese Kyoko dopo aver sentito uno strano odore per la sala.
Quella fu la molla che fece finalmente scattare la ragazza, liberandola da tutti gli impacci.
- L’ARROSTO! - gridò a pieni polmoni recuperando l’aria mancante e sbloccandosi da dove si trovava per correre come una furia attorniata da candide ali di seta e velluto verso la cucina mentre nove persone restarono a fissarla, attonite.
Kyoko si mise un dito sulle labbra e gli occhi le si illuminarono di comprensione - Oh! Allora prima voleva chiedermi qualcosa riguardo all’arrosto! - esclamò per nulla preoccupata per poi girarsi verso gli ospiti.
- Oh, Mamoru-chan! - esclamò la donna baciando il figlio sulle guance e facendo entrare tutti i presenti in casa - Spero che vi vada un piatto di riso al curry: temo che Usa-chan abbia reso immangiabile la carne. - disse tranquilla mentre li faceva accomodare in sala da pranzo.
Troppo abituati a stranezze simili gli ospiti si ripresero in fretta, prendendo i posti a loro assegnati e chiacchierando amichevolmente del più e del meno.
Chibiusa richiese tutta l’attenzione di Mamoru e delle sue amiche, mentre Hiroshi parlava con Seiya, Ami e Haruka.
Sonomi e Kyoko, invece, presero congedo per andare a controllare la situazione in cucina.
- Usa-chan, tutto bene? - domandò la signora Chiba entrando seguita dall’anziana vicina e guardandosi in torno alla ricerca della figlia.
Però non ricevette risposta.
Stupita e preoccupata, Kyoko s’addentrò nella cucina avvolta di fumo nero e si diresse a tentoni verso la finestra. Con slancio la spalancò e, tossendo, costrinse il fumo a lasciare la stanza.
Quando quella nebbia nera si fu diradata Sonomi e Kyoko poterono vedere la dolce principessa accucciata sul pavimento, il viso nascosto tra le braccia e le gambe, l’abito candido diventato cinereo mente il piatto dell’arrosto giaceva accanto a lei.
Sonomi le si avvicinò dolcemente posandole una mano sulla spalla e sorridendole quando lei alzò il capo.
- Cara, non è successo nulla. - le disse soavemente aiutandola ad alzarsi da terra - Alzati, cara, e vai con Kyoko-kun a cambiarti, sistemo tutto io. - le propose riuscendo finalmente a farla stare in piedi.
Kyoko andò subito a sorreggerla dato che non sembrava in grado di stare in piedi - Sonomi-san, non devi disturbarti, faccio io appena ho portato Usa-chan di sopra. - le disse preoccupata per l’anziana donna.
Ma ella le diede un buffetto sulla guancia e il suo sorriso s’allargò ancora di più - Non preoccuparti, Kyoko-kun, mi sembra d’essere tornata giovane! - esclamò rimboccandosi le maniche - Mi ricorda il risultato dei biscotti che Usagi-chan fece a cinque anni! - continuò ridacchiando e sospingendo madre e figlia verso l’uscita della stanza.
- Mamma… - sussurrò Usagi così piano che dovette ripeterlo almeno tre volte prima che la donna se ne accorgesse e le prestasse attenzione - mamma, posso fare da sola, va a riposarti. - le disse cercando di mettersi dritta ed inciampando nel lungo abito.
Kyoko scosse il capo sorridendole maternamente - Non ti lascio, bambina mia. - le disse facendo in modo che poggiasse meglio il peso su di lei - Se ti aiuto torniamo giù prima che la pasta sia in tavola. - le disse facendole un occhiolino scherzoso e convincendola a farsi aiutare.

- Mi sembrano passati secoli da quando ti facevo abitualmente il bagnetto. - disse trasognata Kyoko togliendo la fuliggine dai capelli di Usagi sfregandole il capo con forza. La giovane, sbuffando e facendo bolle con l’acqua, s’incupì prendendo a giocare con le bolle dell’acqua - Mi posso lavare da sola, mà! - protestò - Ho vent’anni, nel caso te ne sia scordata! E ho pure una figlia!
Immediatamente la ragazza si morse la lingua tacendo.
Kyoko, notato il cambiamento, si abbassò su di lei e le diede un bacio sulla guancia - È per questo, vero? - le domandò con tatto.
Usagi si voltò verso di lei guardandola sorpresa - Di cosa stai parlando? - le domandò. La donna la guardò dritta negli occhi - Non era per l’arrosto. - disse di nuovo, sempre sibillina - Non stavi così male solo per quella sciocchezza. È per Mamoru-chan che piangevi.
Scioccata Usagi scosse violentemente il capo bagnando tutt’attorno - No, che dici! - esclamò arrossendo improvvisamente.
Kyoko le porse l’accappatoio avvolgendola con amore e dolcezza, come la madre che era - Usa-chan, si vede lontano un miglio che vuoi ancora tantissimo bene a Mamoru. - le disse mentre le strofinava i capelli per asciugarli - Ma devi chiarire se è lui che ami o Seiya, non puoi illudere quel giovanotto simpatico.
Arrossendo maggiormente la giovane lasciò andare il respiro che aveva trattenuto fino ad allora - Kyoko-okaa-chan… tu non mi odieresti se io amassi mio fratello? - le domandò tutto d’un fiato.
La donna la fece voltare guardandola fissa negli occhi - Io amo tutti e due, allo stesso modo. - disse chiaro e tondo con sguardo serio - L’unica cosa che posso volere per voi è la felicità, e se la felicità la troverete solo insieme… beh, allora dovete stare insieme.
Una lacrima scivolò sulla guancia della giovane che abbracciò con trasporto la madre immergendo il capo tra i capelli profumati.
- Mamma, ti adoro! - esclamò con entusiasmo.
La donna le scompigliò i capelli ridacchiando - Pensavi che la tua vecchia non avesse carte di riserva? - le disse scherzosa.
Usagi le fece l’occhiolino dirigendosi in camera per vestirsi - Non ho mai dubitato di te, mammina. - le confessò aprendo la porta - Ora devo solo capire il mio cuore.
Kyoko, soddisfatta del sorriso della figlia, scrollò le spalle sorridendo pacata alla porta chiusa per poi diventare pensierosa: aveva fatto bene?
- Kyo-chan. - disse la voce profonda di Hiroshi alle sue spalle interrompendo le sue riflessioni e facendola sobbalzare – Lo sai che hai appena avviato la nostra famiglia alla rovina, vero?





Note dell’autrice:
Portare a termine questo capitolo è stato molto duro per me: ultimamente la mia ispirazione fa i cavoli suoi, e si è decisa ad arrivare proprio mentre studiavo Napoleone scaricandomi le canzoni Disney -.-‘’ Ma ditemi voi se non mi odiaaa! XD
Comunque… beh, il capitolo parla da se, non credo ci sia bisogno d’aggiungere dell’altro, una curiosità che non vi importa però ve la dico ugualmente! XD A parte che per scrivere l’inizio ci ho messo tre giorni perché mi stavo spanciando dalle risate immaginandomi Usagi rossa come un peperone mentre tutti la prendevano in giro e/o la fraintendevano (XDD) vi volevo dire che in realtà questo capitolo non doveva vedere come protagonista Kyoko e il rapporto madre/figlia, ma doveva essere Haruka a suggerire ad Usa di capire i suoi sentimenti. Poi però è venuto così XD Tanto per complicare di più la storia XDDD
Ah, un ultima nota: so che può sembrare illogico, forzato e inverosimile il comportamento di Kyoko, ma vi assicuro, per ragioni personali che non sto a dirvi, che una madre può veramente comportarsi così, e spero possiate comprendere. ^^
Bene, ora i ringraziamenti e le risposte alle recensioni!!

Hatori Sapendo che non rimani delusa finendo i capitoli così allora aspettatene altri, sono la mia specialità! XDD Però non hai saputo cosa succede tra di loroooo XD anche se ti ho preparato un bel campo minato ^_-

sailormoon81 Sìììììììììììì, si può fareeeee!! XDD Io l’ho fatoooooo XDD
*Me si rimette dalle risate, inforca occhiali, cartellina e riprende con aria professionale*XD
L’idea dei fratellastri mi fa paura XD No, scherzi a parte, prevede un intoppo: se la madre di uno dei due non fosse Kyoko si saprebbe immediatamente e difficilmente lei proverebbe un affetto così grande per ambo i figli se fossero di un eventuale tradimento/prima moglie. Il contrario in effetti è fattibile, solo Kyoko lo saprebbe XD Però, essere fratellastri non risolve il mistero Chibiusa, vero che diminuisce la probabilità di malformazioni, ma sarebbero minime differenze ^^

Usagi89 Più che figlio legittimo, uno dei due dev’essere addottato ^^ A meno che, ovviamente, Kyoko non si fosse trovata un bell’amante! XDD

merwen Hihihi, chissà perché dite tutti che sono cattiva a lasciarvi così XD
Scherzi a parte, sono felice che i capitoli migliorino sempre di più e che continuino a piacerti, grazie mille! ^^

blue1989 Addirittura hai fatto tardi alla colazione di pasqua?!?
Adesso capisco cosa sono quelle telefonate minatorie che mi arrivano da parte di genitori ignoti XDD
Mi spiace per il colpo di scena mancato, ma vedrai che ci sarà tra non molto ^_-
Per i colpi di scena… non preoccuparti, fanno sempre in tempo ad arrivare, anche se non coinvolgeranno il concepimento di Chibi XD
Un bacione anche a te, e mille grazie per i complimenti!

Ale077 Sìììììììììììì, sono peeeerfida XDD Comunque, seriamente, come poteva non succedere una cosa simile quando si parla di una mia storia? Sono la maestra dei colpi di scena inaspettati ed interruzioni cattivelle! XDD
Io sviarvi? *me è indignata* mai e poi mai!! U.U Ho solo reso le cose più… interessanti, no? XD
Però Mamoru, devo ammetterlo, mi da dei grattacapi: fossi stata in lui avrei già picchiato Seiya quella sera al parco XD
Un abbraccio carissima, e tanti baci! :*

miki90 Hehe, sono abbonata a lasciarvi male XD Comunque staremo a vedere per Usa e Mamo ^_-

Usagi_84 cof cof *me si schiarisce la voce* ma dai, non è che l’abbia finito poi tanto male lo scorso capitolo, questo è molto più crudele!! XD
Comunque per le foto, mi sa, dovrai aspettare ancora un po’ ^^

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 18
*** Fratello e Sorella ***



Casi della Vita


Fratello e Sorella

Quel giorno, che doveva essere un semplice pranzo tra amici, si trasformò in un gioco per quasi tutti i presenti.
Un gioco che consisteva nell’impedire a Mamoru ed a Seiya di parlarsi.
Già era stato un vantaggio che si fossero distratti da Usagi vestita da sposa, poi li aveva aiutato il fatto che non si vedessero da cinque anni in cui erano cambiati parecchio e, infine, l’incidente di Chibiusa aveva sorbito le attenzioni di Mamoru.
Così, con il ritorno di Usagi, Kyoko e Sonomi con il pranzo, il gioco era iniziato, e tutti erano coinvolti da grande partecipazione.
Haruka e Hiroshi intrattenevano Seiya, portandolo in giro per la casa e per il giardino, mentre Momoko, Chibiusa, Hotaru, Sonomi e Ami distraevano Mamoru impegnandolo in discorsi articolati riguardanti l’america e i suoi studi.
Kyoko e Usagi stavano un po’ con uno e un po’ con l’altro, alternandosi e lanciandosi strani ed eloquenti sguardi quando si davano il cambio.
- Devo fare la tesi e poi potrò tornare definitivamente in Giappone. - disse Mamoru ad Ami.
Usagi sorrise radiosa alla notizia - Che bello! - esclamò allegra - Allora dovresti essere qui per le vacanze estive, giusto?
Mamoru annuì - Se tutto va come previsto dovrei tornare una settimana dopo che sono iniziate le vacanze.
- Che bello, Mamoru-otou-chan torna qui! Mamoru-otou-chan, torna da me e la mamma! - esclamò Chibiusa, improvvisando un balletto attorno ai genitori sorridenti.
Proprio in quel momento arrivò Kyoko, seguita da Haruka e Seiya.
- Usa-chan - disse la donna posandole una mano sul capo per attirare la sua attenzione - Haruka-san e Seiya-kun devono andare, vieni a fare gli onori di casa. - le disse gentilmente frapponendosi di proposito tra Seiya e Mamoru, cosicché non si potessero vedere.
La ragazza annuì alzandosi e scusandosi per l’assenza e si diresse alla porta con i due ragazzi.
- Scusate per l’inconveniente dell’arrosto. - si scusò la ragazza arrossendo vistosamente e abbassando il capo per la vergogna.
Haruka le fece un buffetto ridendo di gusto - Probabilmente così ci hai salvati dalla morte per avvelenamento da cibo! - esclamò ridendo allegramente mentre percorreva il vialetto.
- Haruka-senpai! - gridò infuriata la ragazza - Non le porterò mai più la crostata di mele! - la minacciò tenendo un broncio infantile.
La ragazza si limitò ad alzare la mano in segno di saluto e sparì alla vista.
Due braccia circondarono la vita della ragazza, facendola rilassare, mentre il ragazzo iniziava piano a baciarle il collo.
- Usako, io devo andare. - sussurrò piano al suo orecchio senza fare alcun motto che indicasse l’intenzione di seguire quelle parole.
Improvvisamente Usagi s’irrigidì e si voltò verso di lui, forzando un sorriso - D’accordo, io intanto torno dentro. - disse sorpassandolo e posando la mano sulla maniglia.
- Non mi saluti neppure? - chiese con un tono piuttosto infastidito: senza nemmeno essersene accorta, Usagi lo aveva evitato per tutto il giorno.
La ragazza si voltò colpevole verso di lui, sorrise e posò un bacio a stampo a mezza via tra la guancia e le labbra - Mi aspettano, Seiya-chan.
Il ragazzo la guardò rientrare e chiudere la porta; solo dopo aver osservato per una manciata di secondi quella fredda porta bianca, si voltò discendendo il vialetto.
- Salve! È questa casa Chiba? - gli chiese una voce di donna con un lieve accento straniero.
Seiya alzò lo sguardo e incontrò degli occhi di color marrone intenso, quasi rosso, adornato da magnifici e folti capelli neri dai riflessi verde scuro. La donna aveva certamente più anni di lui, ed aveva un sorriso calmo e placido, mentre le morbide labbra rosee erano messe in risalto dalla pelle ambrata.
- Sì, chi desiderate? - chiese Seiya, dimenticandosi che quella non era casa sua e che stava andandosene fino a poco prima.
La donna sorrise pacatamente - Mi chiamo Setsuna Meiou, e sono venuta a cercare il mio fidanzato. - disse tranquillamente.
- Il tuo fidanzato? - domandò confuso, chiedendosi se per caso Hiroshi non si fosse fatto l’amante.
Meiou annuì con pazienza - Esatto, il mio fidanzato. - ripetè il concetto - Tale Mamoru Chiba.

Ami seguì Kyoko e la bloccò appena Usagi se ne fu andata - Kyoko-kun - iniziò sorridendo amabile - Ero curiosa di vedere le foto di famiglia… che ne dice di fare un tuffo nel passato per me? - le chiese affabile.
Immediatamente la proposta esaltò Chibiusa - Hota-chan, Momo-chan, vi faccio vedere mamma e papà da piccoli! - esclamò allegra precedendo la nonna in soggiorno e chiamando a gran voce Hiroshi perché raccontasse ogni singolo avvenimento legato alle foto.
Kyoko annuì allegramente, ma prima di avviarsi si rivolse a Mamoru - Caro, aspetti tu Usagi così noi ci mettiamo al fresco in veranda e lei ci trova? Non ti dispiace?
Il giovane annuì pacato - Le conosco a memoria quelle foto. - disse tranquillo - Vai pure, la aspetto volentieri.
Quasi a farlo apposta, appena Kyoko se ne fu andata, Usagi rientrò, lo sguardo basso ed evidentemente colpevole.
- Usagi-imouto-chan - la chiamò il ragazzo svegliandola dal torpore che l’aveva attorniata.
Lei sorrise tranquilla - Sono qui, nii-chan. - disse dirigendosi verso di lui con il cuore in subbuglio - Gli altri? - chiese più per accertarsi che non ci fossero interruzioni piuttosto che sapere realmente dov’erano.
Il ragazzo fece un gesto vago verso la direzione della veranda - A guardare le foto di famiglia. - esplicò poco dopo - Andiamo?
Ma invece di seguirlo, Usagi si impuntò - Ehm… - soffiò piano per farsi coraggio - ti va di parlare un po’? - aggiunse dopo riuscendo a far rallentare il ritmo del suo cuore.
Mamoru annuì piano e indicò le poltrone poco distanti da loro.
Appena sedutisi, però, il campanello suonò.
Il ragazzo fece per alzarsi, quando lo precedette la ragazza - Vado io, non preoccuparti. Quando aprì la porta si trovò faccia a faccia con una bella ragazza che non aveva mai visto - Desidera? - chiese cortesemente.
La donna sorrise entusiasta osservandola bene - Tu sei Usagi-imouto-san! - affermò con sicurezza abbracciandola istintivamente.
- Ehm… ma chi sei? - chiese cercando di riprendere aria nei polmoni. Lei la lasciò e sorrise ancora di più - Sono la tua nee-chan!
- Suna-chan! - esclamò Mamoru da dietro le spalle della sorella.
La donna annuì leggermente - Mamo-chan, il professore che ti aiuta con la tesi ha chiamato poco fa. - riferì con calma - Ha detto che dovresti rientrare al più presto.
- Okay, grazie del messaggio! - le rispose sorridendo come Usagi non l’aveva mai visto fare.
Era chiaro come il sole che fosse innamorato di quella Suna… beh, almeno avrebbe tolto un problema a Kyoko.
- Io adesso vado a casa, ci vediamo lì! - disse poi Setsuna voltandosi. Ma prima d’andarsene schioccò un bacio sulla fronte di Usagi - Ciao ciao, Usagi-imouto-san! - C-Ciao… - salutò quando lei era già scomparsa oltre la siepe.
- Cosa mi dovevi dire? - chiese a bruciapelo Mamoru quando furono tornati in salotto.
La ragazza deglutì e sorrise - Seiya-chan, è il mio fidanzato.
- Ah. - disse solo.
Di certo si rendeva conto di essere un pessimo attore, ma non poteva farci poi molto.
- Allora è un peccato che non sia riuscito a parlargli oggi. - disse tranquillo, come se non avesse particolare importanza - A dir la verità non l’avevo riconosciuto subito - ammise poi leggermente imbarazzato - però se mi assicuri che è un tipo a posto va bene.
Usagi sospirò piano passandosi la mano tra i capelli con noncuranza - È a posto.
- E Chibiusa? - chiese poi.
La donna lo guardò sottecchi, senza capire dove volesse andare a parare, ma fece finta di nulla.
- L’hai vista, si è ripresa tranquillamente. - disse tranquilla addolcendo la voce.
Mamoru però scosse il capo, ridacchiando - Ma no, parlavo del matrimonio! - esclamò facendola diventare paonazza - Chibiusa accetta Seiya come padre?
- NII-CHAN! - sbottò furente Usagi alzandosi di scatto - Hai frainteso tutto!
Si calmò solo quando vide Mamoru ridere di gusto: l’aveva presa in giro!
Ridendo di riflesso gli si gettò addosso iniziando a fargli il solletico cercando in qualche modo di bloccarlo sotto il suo leggero peso.
- Okaa-chan? Otou-chan? - domandò stupita Chibiusa vedendo i due genitori ridere di gusto.
Ma non ebbe il tempo di fare altre domande che i due la coinvolsero nel loro gioco.
Oh, com’era bello giocare tutti e tre insieme, come sarebbe stato splendido se fosse sempre stato così…
…sempre.





Note dell’autrice:
Sì, so bene di essere cattiva e crudele a finire così i capitoli, ma ormai dovreste essere abituati, no? XD
Ma cosa raccontarvi di più del capitolo? …non mi viene in mente nulla XD
Perciò passo subito ai ringraziamenti e alle risposte alle recensioni *.*

Hatori Perchè Mamo non ha fatto nulla quando ha visto Seiya ora si capisce, no? XD
Per quanto riguarda Kyoko, come ho già detto da qualche altra parte, aspetto a rispondere almeno finchè non avrò scritto un particolare capitolo ^^

sailormoon81 Ugh… ahem, io non so che risponerti XD Solo concordo per la stituazione inverossimile in cui s’è cacciata Usa per colpa di un abito da sposa XD
Per quanto riguarda Usa e Kyoko… ecco, è un tasto dolente. In parte per via delle possibili anticipazioni, in parte perchè è un argomento delicato proprio per me. Quindi ti chiedo scusa se non ti rispondo, e rinvio l’onere più avanti (ma non troppo, eh ^_-)

Usagi89 Usagi è piuttosto combattuta, non trovi? Però, dai, qui c’è già stata una piccola svolta! Non ti anticipo nulla, però ti posso dire che c’è un particolare che spiana la strada ^_-

merwen Uh, il figlio vero nato morto e sostituito ad insaputa di tutti da Mamoru… sai, non è per nulla un’idea folle, anzi, è fattibile come cosa se il parto non ha avuto problemi e simili.
Per quanto riguarda Kyoko… come ho detto a Kla rinvio le risposte ad un capitolo più decisivo, così da avere, diciamo, più “materiale” per rispondere ^^

blue1989 Eheh, semplicemente Mamo non aveva riconosciuto Seiya! XD Niente di particolare XDD
Comunque… sei ancora sicura dei fiori d’arancio per usa e Mamo? ^_-

Ale077 Ma daiii, scherzavo anche io XD E poi come posso prendermela con la detective più attenta di tutte? ** Sì, perchè sei stata l’unica ad accogersi che le ha mentito, il che mi rende orgogliosa! **
Per il mancato riconoscimento ci sono due fattori: era buio quella sera, quel giorno invece era troppo preso da Seiya e poi con il passare del tempo i due sono cambiati ^^
Comunque, Kyoko… rinvio le spiegazioni -sensate o meno, lo deciderete voi- a tra un paio di capitoli, giusto perchè si possa digerire e capire quello che ha fatto -almeno lo spero.
Le mie responsabilità le ho prese ed ho aggiornato, mi merito una medaglia, vero? XDDD

valepigia Sì. Sì. Ho capito la tua idea! ^^ Però. Beh, ecco, c’è un problema: la cosa è attuabile se i due avessero la stessa età, o al massino uno o due anni di differenza, cosa che invece non succede.

Usagi_84 Mamma, è splendida la tu idea ** comunque io non ti dissuaderò, anche perchè è possibile come cosa ^_-
Per le foto dovrai aspettare un paio di capitoli, anche perchè solo in questo Ami è riuscita a ottenere di vederle! Ma non disperare, la fic finirà… prima o poi… XD

Dany Grazie per i complimenti, spero anche io che tu non ne rimanga delusa ^^

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 19
*** Pensieri ***



Casi della Vita


Pensieri

- Okaa-chan - bisbigliò Chibiusa da sotto le coperte sbadigliando vistosamente.
Usagi sorrise dolcemente alla figlia dandole il bacio della buona notte - Sì?
Un altro sbadiglio si fece largo sul viso della ragazza - Mi porti… aha… alla villa… aaha… mare? - domandò intermezzando la frase con innumerevoli sbadigli.
La madre annuì accondiscendente ed uscì silenziosamente dalla stanza, chiudendo con cautela la porta.
Era persa nei suoi pensieri mentre girava per la casa insonne: era troppo presto per andare a dormire, e troppi pensieri le giravano per la testa.
Aveva conosciuto la ragazza di Mamoru e… e l’aveva trovata fantastica. Le era piaciuta la sua allegria, i suoi modi gentili ma raffinati, e poi il suo sorriso! In più era particolarmente bella e, a prima vista, l’avrebbe vista bene come madre per la piccola Chibiusa.
Era la prima volta che constatava la possibilità di non essere la sola madre per sua figlia.
Una leggera tristezza la pervase, ma tornò l’immagine della giovane appena conosciuta a consolarla.
Setsuna non l’avrebbe sostituita, l’avrebbe aiutata, ne era certa.
Comunque c’era anche Seiya!
Seiya come padre non sembrava niente male: Chibiusa l’aveva preso subito in simpatia e sembrava andarci proprio d’accordo.
Chibiusa avrebbe avuto due mamme e due papà favolosi… sì, l’avrebbero coccolata. Peccato solo che sarebbe stata costretta a stare solo con uno dei due genitori.
Come avrebbe reagito senza poter di nuovo stringere la sua bambina?
Usagi non voleva pensarci, ma doveva!
E se…?
Ma no, non poteva pensarci davvero, però…
Però poteva provarci!
Mamoru sarebbe tornato giusto per l’estate, e Chibiusa aveva chiesto d’andare alla villa al mare… invitando Setsuna e Seiya con loro potevano provare a vivere tutti insieme… così Chibiusa avrebbe avuto due mamme e due papà!
Avrebbero potuto provare a… a convivere. Per Chibiusa. Per loro stessi. Per poter essere una famiglia e non impedire a uno dei due di perdere la loro bimba.
Usagi doveva provarci.
- Hiroshi, parla piano! - sbottò seccata la voce di Kyoko che filtrava dalla porta socchiusa del salottino vicino alla veranda.
Usagi, indecisa, si fermò davanti alla porta.
Non si era accorta di dov’era arrivata. Non voleva spiare i genitori ma… ma era anche vero che non aveva mai sentito sua madre così seccata, quasi arrabbiata.
- Kyoko, non dirmi cosa devo fare! - esclamò l’uomo abbassando comunque la voce, tanto che la giovane dovette sforzarsi per ascoltare la conversazione e perse il campo visivo - Ti rendi conto che se Mamoru e Usagi seguissero il tuo consiglio la casata Chiba verrebbe infangata?
- Non puoi davvero preoccuparti solo di questo!
- E invece devo!
- No! Devi preoccuparti della loro felicità! Devono essere felici, questa è la priorità. Se si amano che si sposino e creino una famiglia, l’importante è che non mettano in pericolo i loro figli.
- Kyoko, stai dicendo delle assurdità.
- No, Hiroshi. Semplicemente voglio donare loro ciò che noi ci siamo dovuti prendere con la forza!
- Per noi era diverso. Loro sono fratelli, lo capisci, fratelli!
- E allora? Tu eri fidanzato ufficialmente con Kaori e dovevate sposarvi quell’anno, mentre io avevo appena conosciuto il mio futuro sposo.
Una pausa silenziosa calò nella stanza interrompendo quell’accanita discussione. Una pausa che sembrava la quiete prima della tempesta.
- Abbiamo lottato, Hiro-chan, ci siamo fatti in quattro per stare insieme, siamo andati contro le nostre famiglie… permetti che almeno i nostri figli non debbano scappare da noi per essere felici, permetti loro di non provare per noi lo stesso risentimento che proviamo per i nostri genitori! - la voce di Kyoko s’era addolcita e fatta più flebile, sembrava che la donna fosse sul punto di scoppiare in lacrime.
Improvvisamente Usagi ebbe la chiara visione di sua madre con le lacrime agli occhi e il viso nascosto tra le mani. La solare Kyoko ridotta così… non poteva pensarlo!
Ma benché fosse curiosa non si mosse e attese, mentre si mordeva l’interno della guancia.
- Kyo-chan…
La donna non rispose, ma non si sentivano rumori di pianti o simili. Per un attimo anche la ragazza tirò un sospiro di sollievo.
- Non è la stessa cosa, se loro staranno insieme non avranno mai vita facile.
- Per colpa di questa tua cocciutaggine non abbiamo visto Mamoru per cinque anni! - sbottò all’improvviso Kyoko, furente.
- Per colpa di questa tua accondiscendenza Usagi non ha abortito!
Questa volta a interrompere la discussione non fu il silenzio, ma uno schiocco ben assestato alla porta, e l’ingresso trionfale di Usagi nella stanza.
La donna non stava piangendo, né era sull’orlo di farlo: in se sembrava avere solo rabbia, una grande rabbia.
- Otou-san! - disse con forza riferito al padre, rendendo quasi un insulto, un offesa, quell’epiteto - Non permetterti mai più anche solo di pensare che Chibiusa non sarebbe dovuta nascere. - ordinò perentoria mentre stringeva con forza i pugni.
I genitori non seppero cosa rispondere, guardavano stupiti la loro figlia, così diversa dalla dolce bimba che avevano visto nemmeno due ore prima nelle foto.
Usagi si voltò furente e fece per uscire, quando cambiò idea e si rivolse al padre - Comunque non preoccuparti, Hiroshi, io e Mamoru non torneremo insieme: lui ha Setsuna, adesso, ed io ho Seiya. Però ora smettila davvero di prendertela con Chibiusa.
Detto ciò uscì fremendo, si chiuse la porta dietro le spalle e corse via.
Uscì di casa e andò al parco: aveva veramente bisogno di calmarsi.
Ormai lo aveva detto, lo aveva ammesso a voce alta, e le aveva fatto meno male che rimuginarlo per tutto il tempo.
Forse l’attrazione che aveva provato per Mamoru era solo affetto fraterno che aveva scambiato per amore, chi lo sa… fermo restava che non era gelosa di Setsuna, e questo le dava qualche speranza.
Così, immersa nei suoi ragionamenti, Usagi si sedette sulla panchina al chiaro di luna, ammirando quella falce che si assottigliava notte dopo notte ed ora appariva offuscata dalle lacrime che versava in silenzio.
D’improvviso estrasse il telefono dalla tasca e compose un numero con mano tremante.
Fissò lo schermo illuminato, guardando il numero che aveva impresso nella memoria.
Era corretto che lo chiamasse? Dopo tutto quello che aveva combinato?
Lo schermo si spense, lasciandola nell’oscurità totale.
Usagi si asciugò il viso e premette il tasto di inizio chiamata, portandosi il cellulare all’orecchio.
- Pronto? - chiese la voce all’altro capo, una voce calda e confortante.
- Mi vieni a prendere al parco? Posso… posso restare da te? - chiese esitando solo per un secondo.
Una pausa.
Poi la risposta - Arrivo.
Usagi spense il cellulare e osservò di nuovo la luna.
- Grazie per esserci, Seiya-chan.

- Mamoru? - domandò Setsuna al ragazzo seduto al posto di fianco al suo.
- Mh? - fu la sua enigmatica risposta.
La ragazza si stiracchiò chiudendo il libro che stava leggendo - Ma non avevi parlato di me a Usagi-imouto-san? - chiese con finta noncuranza.
Il ragazzo si mise composto e le prese una mano tra le sue - A dire la verità stavo per dirglielo quando sei arrivata tu.
- Aha. - fu la risposta.
Mamoru si chinò su di lei baciandola leggermente sulle labbra - Sei gelosa, Suna-chan? - le domandò provocante.
La ragazza s’imbronciò - Non dovrei? - chiese con finta ingenuità.
Lui la guardò sinceramente stupito - Perché dovresti?
Setsuna ridacchiò dandogli un bacio sul naso - Perché è stata la tua prima donna. - disse sicura di sé.
- Ne sei sicura? - la prese in giro lui.
I due scoppiarono a ridere, e poi Mamoru le posò una mano attorno alle spalle e lei si accoccolò sul suo petto chiudendo gli occhi.
- Mi piace Usagi-imouto-san. - confidò Setsuna - Spero di piacerle… e soprattutto voglio andare d’accordo con Chibiusa, da come la descrivi sembra una bambina stupenda.
- È una peste! - esclamò Mamoru sorridendo al ricordo della sua bambina.
La ragazza annuì - Certo, è una peste dolcissima! - gli disse di rimando, provocandolo.
Mamoru si arrese - Sono certo che le piacerai. - la rassicurò schioccandole un altro bacio sulla guancia - E piaci anche ad Usagi-imouto-chan.
La giovane fu tranquillizzata, e si preparò a partire con il cuore leggero per l’America. Ma non sarebbero rimasti lontani dalla loro patria per molto tempo, mancava poco alle vacanze estive, sarebbero tornati in Giappone, e non sarebbero andati più via.

Ami entrò in casa constatando l’assenza della madre, nulla di nuovo.
Si strinse nel suo cappotto, indecisa se attendere il suo rientro o andare a dormire.
Poi prese il cellulare e scrisse un messaggio. Lo guardò un paio di volte, rileggendo ogni parola.
Non del tutto soddisfatta, ma troppo stanca per la lunga serata, lo inviò alle tre amiche… l’aveva rimandato troppo tempo.
Sospirando si guardò attorno, e si decise a cambiarsi. Con lentezza infilò il pigiama e si distese sul letto.
Attese in silenzio e perfettamente sveglia di sentire il rientro della madre a casa.
Solo quando sentì le chiavi girare e la cartella posarsi per terra si tranquillizzò, si girò ancora un poco nel letto dando un’occhiata all’ora e si addormentò.
Nel frattempo, Makoto, Minako e Rei, ricevevano il messaggio della loro amica. Un messaggio atteso per tutto il giorno, un messaggio che svegliò le tre ragazze.

Ho visto le foto e mi sono fatta prestare gli album. Domani in biblioteca alle quattro, vi aspetto. Ami





Note dell’autrice:
Spero che non ci aveste contato troppo sull’avere le foto in questo capitolo XD anche perché ormai non dovrei ripeterlo perché dovreste saperlo che sono peeeeeerfida! XDD
Per il ritardo, questa volta, non c’entro io! XD La mia beta -da brava et responsabile donna- si prende la responsabilità del ritardo scaricandomi da ogni colpa U.U Tutto ciò per invitarvi a prendervela con lei e non con me! XDDD Comunque ora il capitolo c’è, quindi divertitevi! ^^
Ora l’angolo dei ringraziamenti e delle risposte!


Hatori Ecco, diciamo che questo è il capitolo su Kyoko ^^ adesso sono pronta a sostenere tutte le critiche e gli insulti XD

sailormoon81 ma tu lo fai apposta a farmi diventare rossa come un peperone? ^////^ ogni volta mi dici delle cose splendide… non è che vuoi che ti paghi una tangente?!? XDD scherzi a parte, sono veramente onorata di sapere quanto ti piaccia la fic, mi rende orgogliosa della mia bambina ^.^
Comunque… sei sicura che Mamo non sia innamorato di Setsuna? XD

Usagi89 Mi fa piacere che la storia continui a piacerti anche se è entrato un personaggio che non ti aggrada ^^ significa che ti ha presa, e questo mi rende orgogliosa! Per le foto pazienza dodici giorni, vedrai che non prossimo capitolo ne farai una scorpacciata! XD

merwen Ma dai, Setsuna è simapatica ^^ in fondo lei che colpa ne ha? Se Usa e Mamo si sono lasciati non è mica per colpa sua, e lei cosa ci può fare? Comunque a me dispiace per lei, si sente seconda ç__ç invece io credo che sia la prima, anche perché con Usa Mamo non ha fatto un granchè dato che Hiroshi aveva il fiato sul collo, no? XD

blue1989 Dai, spero che la confusione diminuisca pian piano, anche perché ci stiamo avviando inesorabilmente alla conclusione, non posso continuare la fic in enterno, no? ^^

Ale077 Ormai mi conosci troppo bene XD Vero, era inevitabile che li facessi spiegare, anche perché a situazione era piuttosto anomala perché non capitasse loro niente di niente.
Però Setsuna ti ha sorpresa, quindi siamo 1 a 1. Palla in centro! XD
Seiya VS Mamo era di programma, ma gli spargimenti di sangue li sto lasciando da parte perché mi servono in un’altra mia fic, e poi non vorrei mandare in galera qualcuno XDD Seiya mi ha fatto pena nelo scorso capitolo ç__ç accidenti, Usagi è davvero insensibile quando vuole! XD Speriamo che si riprendano, no? ^^
E cerca di ricordarti che cosa mi volevi dire che io muoio di curiositààààààà! XD baci baci! ^.^

valepigia Okay, ho capito che non solo odiate/mal sopportate le Usa/Seiya, ma cnhe le Mamo/Suna non vi piacciono XD comunque la fic è mia e faccio quello che voglio :P scherzi a parte, non è detto che l’idea di Usa di vivere tutti assieme non possa realizzarsi, e allora sarebbe una bella famiglia allargata ^___^

Usagi_84 *me si stura le orecchie* XD Intuisco vagamente che non ti piace l’idea che Suna stia con Mamo, ne? XD
Comunque il problema, anche se loro due si amano, resta: sono fratelli, mica possono stare insieme! È addirittura una cosa perseguibile dalla legge, è reato stare con i propri familiari!

miki90 Vedra. Lo giuro e lo stra giuro: il prossimo capitolo vedrai le foto!! Ti prego però, non urlarmi dietroooo >.<
Comunque se il capitolo ti è piaciuto ugualmente mi sento soddisfatta ^.^


purkyrosa Grazie per i complimenti! ^^ Devo ammettere che è davvero una soria fuori dal normale XD nessuno si sognava, prima d’ora, di mettere Usa e Mamo nei panni di due fratelli! XD Comunque incrocia le dita per Seiya, sia mai che sarai esaudita ^_=

Dany beh, bisogna dire che con me le soprese non sono poi tanto inaspettate… però è vero che potevo fare meno casini con le coppie, solo che mi piaceva taaanto l’ideaa… spero mi perdonerai per gli intrecci ^_=

Veronica85 devo dire la verità, questo è il genere di commenti con cui mi trovo un po’ in difficoltà quando si tratta di rispondere. Non perché mi manchino gli argomenti, o perché non apprezzi una critica mossami e mi senta in qualche modo mortificata (anzi, ti ringrazio per aver impiegato il tuo tempo per esprimermi il tuo parere), ma perché la tua obiezione mi lascia alquanto perplessa per certi aspetti.
Il mio personaggio è troppo OOC, dici.
Io non mi trovo d’accordo.
Setsuna non è così. Di questo però ne prendo atto e ti do ragione.
Appurato questo, la dicitura OOC implica nel suo stesso concetto che ci si ritroverà di fronte ad un personaggio che poco ha a che fare con quello originale, per cui dal mio punto di vista mi hai parlato dell’acqua calda. E’ come se tu venissi a recensire una storia yuri dicendo “però queste due femmine che stano insieme non mi convincono: va bene i baci o gli abbracci, ma andare a letto insieme e fare sesso mi pare eccessivo” Se è Yuri bisogna che se lo si aspetti.
Quello che voglio dire è che mi dispiace che tu ti sia sentita infastidita dalla mia Setsuna, ma bisogna che tu ti faccia una ragione del fatto che non esiste un limite all’Out of Character. Cioè, esiste, ma il limite è il buongusto dell'autore (che prima di tutto è un FAN) che decide di avere rispetto per l’opera originaria e di non massacrare troppo il personaggio originale. Non ritengo di aver superato questo limite, quello che mi avrebbe portata a scrivere una originale invece di una fan fiction, e lo ritengo per alcuni semplici motivi:
Primo motivo, più soggettivo: nell’opera originale Setsuna a modo suo è molto affettuosa. Lo si vede con Chibiusa e lo si vede anche con Usagi. Nel manga si nota subito l’affetto e il rispetto che la legano alla figura di quell’eterna bambina. E’ un po’ una sorella maggiore, una mamma, un’amica cordiale e fedele. Nell’anime si nota quando, davanti alla porta dello spazio e del tempo, lei la riconosce e sorride cosa che non fa mai per nessuna, solo per lei. Ne consegue che secondo la mia interpretazione del personaggio originale, non è così stravolgente che la Setsuna della mia fic (che, ripeto, riporta la dicitura OOC) voglia bene a Usagi al punto di abbracciarla, pur senza averla mai vista in vita sua. Chiamiamolo, se mi concedi il termine, un “residuo” del personaggio originale: prova affetto per lei, l’ammira seriamente, le vuole davvero bene. Certo è che, essendo un motivo soggettivo il mio, non tutti possono essere d'accordo con questa mia visione. Da qui l'OOC.
Che non significa Storia Campata per Aria.
Poi… Teniamo conto innanzitutto che nella mia fan fiction Setsuna ha vissuto per molto tempo in America dopo la separazione dei suoi genitori: ora, mi pare abbastanza normale che sia stata influenzata in tutto questo tempo dalla cultura e dalle abitudini dell’ambiente americano, decisamente più aperto, diciamo “meno costrittivo e inquadrato” di quello giapponese. Baci, abbracci, in America sono all’ordine del giorno. Nulla di strano quindi in una Setsuna così spontanea e aperta con una persona che, come ho detto nel punto numero uno, è oggetto di grandi simpatie.
Non è da Setsuna del manga, mi sta bene.
Ma ricordiamo che è una storia OOC.
Ma anche a questo proposito, io non trovo che la MIA Setsuna sia un tipo poi così espansivo. Con Seiya non lo è stata molto, anzi. Con Usagi nemmeno, perché a dispetto dell’abbraccio affettuoso le affibbia l’appellativo SAN, di grande formalismo e distacco per i giapponesi. Per cui, ecco, affibbiarle semplicemente il titolo di persona espansiva mi pare un po’ riduttivo. Ma forse questi particolari ti sono sfuggiti, il che non è un problema: è mio compito di autrice condurre per mano il recensore in casi di incomprensioni come queste, e lo faccio con piacere.
L’uso del SAN (e mi scuso se ci ritorno) ci porta ad un altro punto fondamentale: Mamoru le ha di certo parlato della sorella e degli avvenimenti accaduti in precedenza. Naturalmente le ha parlato del rapporto che li lega in termini affettuosi, con tenerezza e simpatia. Io mi immagino un Mamoru che quasi diventa bambino, il cui sguardo si illumina di una gioia profonda quando parla della sua dolce sorellina alla fidanzata. Ecco, detto questo… Come puoi tu, Setsuna, non finire per affezionarti grandemente, seppur per vie indirette, a una persona che il tuo ragazzo descrive in maniera così splendida? Una persona di cui ti si è parlato tanto che quasi ti sembra di conoscere da una vita, che quando incontri per la prima volta è come se ritrovassi una vecchia amica? Ecco, questo è il tipo di rapporto che viene qui descritto.
Non un primo incontro, ma quasi un rivedersi che ha il sapore della nostalgia.
Mi dispiace per il papiro, e anche se in certi punti forse ti sarò sembrata troppo infervorata, ma volevo che certe questioni fossero chiarite. Naturalmente è nel tuo pieno diritto continuare a trovare eccessiva la mia Setsuna, ma penso sia esagerato affermare che non sia abbastanza l’umiltà con cui ho deciso di inserire la dicitura OOC nella mia storia, nonostante la costruzione del personaggio sia frutto di scelte ben ponderate in linea con la storia e il seguito di un’attenta analisi dell’opera originale di Naoko Takeuchi. ^^ Con questo non disprezzo affatto le tue recensioni: trovo questi scambi di idee stimolati, se qualcosa ancora non ti torna ti prego di contattarmi in privato, sarò più che felice di risponderti ancora.

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 20
*** Album di Foto ***



Casi della Vita


Album di Foto

Erano le quattro meno un quarto quando, davanti alla biblioteca abitualmente silenziosa e vuota, si ritrovarono quattro giovani donne.
Erano tutte sorprese di vedere le altre giungere, certe di essere largamente in anticipo e di dover attendere almeno una decina di minuti.
Invece si erano presentate tutte quante nello stesso momento, un quarto d’ora prima del loro appuntamento.
Almeno si erano evitate l’attesa snervante.
- Beh, già che ci siamo iniziamo. - disse Rei passandosi la mano tra i lunghi capelli corvini per poi sorridere alle amiche.
Annuirono ben volentieri tutte e tre, ed entrarono.
Solo Ami conosceva dove portavano quei corridoi spogli e tutti uguali.
La biblioteca era semplicemente enorme. Quattro piani interi pieni di scomparti, migliaia di scaffali e milioni di libri su di essi.
Libri di tutti i tipi: in giapponese, cinese, inglese, francese, tedesco ed italiano. Stessi volumi in più lingue, pure in spagnolo e arabo.
Poi ogni piano aveva tavoloni per permettere alle persone di leggere in pace e delle postazioni computer.
Le postazioni erano le più sofisticate mai viste: c’erano computer con tastiera inglese, cinese e giapponese, computer che servivano solo per ricercare libri all’interno della biblioteca, altri che si connettevano ad internet, altri ancora permettevano l’utilizzo di un programma di scrittura, i cui documenti potevano esser anche stampati.
Semplicemente meraviglioso.
Ma Ami fece superare loro tutto ciò, fece attraversar loro tutta la biblioteca così da arrivare ad una porticina che non si poteva notare finché non ci si era proprio davanti. La aprì, e dietro la porta videro una piccola veranda completamente circondata da alberi, così da impedirne la vista dall’esterno dell’edificio.
Era perfetta per stare calmi e tranquilli, tutto lì sembrava fatto apposta per conciliare la concentrazione e rilassare la mente.
- Ami-chan, ma che luogo è questo? - chiese Minako guardandosi attorno attonita. La futura dottoressa ridacchiò - È la stanza del direttore. - disse tranquilla, provocando non pochi sguardi indagatori.
Ami rise leggermente a disagio - Su dai, ma che pensate! - esclamò arrossendo un poco - Mi aveva vista studiare e mi ha detto che posso stare qui, ha una luce migliore e per una come me che legge molto e porta gli occhiali è meglio!
Lo vide dai loro sguardi che non stavano credendo nemmeno ad una singola parola di ciò che diceva.
Così, sbuffando seccata, aprì l’armadio a muro ed estrasse una ventina di grossi volumi rilegati e li posò davanti alle amiche.
Le tre giovani la guardarono strabuzzando gli occhi - So-so-sono… ahem… sono tutti gli album di famiglia? - chiese Minako temendo la risposta.
Ami si limitò a sedersi ed ad aprirne uno a caso - Credete che si leggano da soli? - domandò acida dopo aver constatato che le altre non avevano seguito il suo esempio.
Le foto erano tantissime.
C’era un intero album dedicato a Usagi che dormiva all’età di cinque anni, ed un altro con Mamoru che andava al suo primo giorno di scuola.
Poi la famigliola unita, i bambini che giocano, le vacanze nella villa al mare dove le foto sarebbero state tutte uguali se non fosse stato evidente che Usagi e Mamoru crescevano mano a mano che si vedevano.
I coniugi Chiba avevano scattato foto perfino dei particolari più sciocchi.
- Ho trovato le foto di Usagi da piccolissima! - esclamò trionfante Makoto indicando il suo album di foto.
Immediatamente le ragazze le si avvicinarono ed iniziarono a sfogliare con mano tremante le pagine.
La prima che videro fu in ospedale: Kyoko teneva Usagi stretta tra le braccia, sorrideva felice e mostrava con allegria il viso della bimba all’obbiettivo.
Quella dopo, invece, ritraeva un impacciato Mamoru di cinque anni che teneva in braccio una Usagi disperata.
Poi la seguirono la foto di Hiroshi che teneva stretta Kyoko e sorridevano, mentre Mamoru osservava Usagi che dormiva tranquilla nel suo lettino.
Le altre mostravano la bimba che dormiva tranquilla o che succhiava il latte dal seno della madre con avidità.
- Beh, mi sembrano più che normali. - disse Rei alquanto seccata.
Minako annuì con vigore riprendendo un altro portafoto.
- Almeno è evidente che Usagi non è stata adottata: dubito che permetterebbero ad una donna di adottare la bambina il giorno stesso in cui è nata. - disse Ami sistemandosi gli occhiali sul naso.
- Eh, ma come fai a dire che è il giorno in cui è nata? - chiese Minako osservando meglio la foto per trovare l’indizio che le era sfuggito.
La dottoressa tornò lì e indicò la data in piccolo stampata in basso a destra - Vedi, qui c’è scritto due luglio, mentre nella prima foto c’è scritto trenta giugno. - spiegò picchiettando il dito sulla scritta - Usagi è nata il trenta.
Poi si fermò ad osservare la foto che aveva davanti. Non sapeva cosa, ma le sembrava strana: la posa era esattamente quella che aveva visto prima, dove Usagi veniva maldestramente tenuta in braccio da Mamoru, ma in questa la bimba non stava piangendo disperata.
Makoto ridacchiò osservando quella foto - Usagi era già così pigra che dormiva anche in braccio a Mamoru! E dire che lui sembra tenere in braccio un cucciolo di tigre, tanto la tiene lontano dal petto!
La pasticcera sottrasse l’album alla vista di Ami e lo mostrò sghignazzando a Minako che rise di riamando.
- Non è cambiato molto! - esclamò l’attrice mostrandole una foto in cui Mamoru teneva in braccio, probabilmente per la prima volta, sua figlia - Anche qui è impacciatissimo!
Le due ragazze ripresero a ridere incontrollatamente, irritando Ami, ma non fu lei ad interromperle.
- Beh, adesso sappiamo da chi ha preso. - disse tranquilla mostrando il proprio album.
In bella mostra si vedeva un Hiroshi più giovane di ventisei anni che tentava di prendere in braccio un piccolo Mamoru con gli occhioni rossi e la bocca distorta perché presa nell’atto di urlare, le piccole mani erano contratte a pugno.
Fu impossibile per loro non tornare a ridere.
L’espressione di Hiroshi era così ridicola che avrebbe fatto ridere anche la persona più seria del mondo.
- Rei-chan, sono le foto di Mamoru da piccolo? - domandò all’improvviso Ami, trattenendosi dall’ilarità che l’aveva colpita in pieno.
La miko sorrise annuendo e poi posò l’album sul tavolo per permettere alle amiche di vedere le foto.
Una volta a cappella su di esse si misero a sfogliare le pagine.
… e ne rimasero molto deluse.
Le foto rappresentavano prima il matrimonio di Kyoko e Hiroshi mettendo in risalto il pancione della donna, e quelle dopo erano di Kyoko in ospedale con Mamoru in braccio.
Era innegabile: sia Usagi che Mamoru erano i figli naturali di Kyoko e Hiroshi.
- Un ennesimo buco nell’acqua. - sentenziò Minako sdraiandosi depressa - Ma perché non riusciamo a trovare la soluzione, me lo spiegate? - chiese irritata mentre sferrava un pugno al pavimento.
Le altre non risposero, troppo abbattute.
Poi Makoto alzò lo sguardo - Forse è perché non c’è soluzione. - rispose con voce triste.
- Mi rifiuto di crederci! - esclamò infervorata Rei - La salute di Chibiusa non è una cosa normale, e non posso credere che lo sia! Ci deve essere qualcosa che ci sfugge! Ami scosse il capo abbattuta - Tutte le prove indicano che questa è la verità. - disse sconsolata - Questi sono i casi della loro vita, questo… questo è il tunnel della loro vita.
Makoto la guardò amareggiata - Ma quanto buio c’è in questo tunnel… - bisbigliò.
La futura dottoressa annuì - Sì. - concordò guardando fuori dai vetri della veranda - Un tunnel buio… quello che loro hanno scelto.




Note dell’autrice:
Bene, bene, bene, ecco a voi le fotooo! XD
*Mikayla viene sommersa da urla di protesta perché non s’è capito una mazza*
Ma quanto sono cattiva? Mhuaauaauauawaaa! XDD
Scherzi a parte, spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi abbia chiarito ancora un po’ le idee… sembra che questa storia sia infinita, ma posso dire che siamo ormai alla chiave di volta. Da qui in poi possiamo dire che la strada è in discesa e siamo verso la conclusione della fanfic.
*Me si tappa le orecchie per non sentire le urla di giubile dei lettori*
Ho capito il concetto, mi ritiro! XD

Ora l’angolo dei ringraziamenti e delle risposte!

sailormoon81 Ma io arrossisco comunqueeeeee >< Sono incorreggibile! XD
Ora le foto sono in tavola, ti hanno aiutata? Non so se Ami è riuscita a capire davvero qualcosa, ma lo spero per lei!
Ad ogni modo Dra l’ho bacchettata per bene XD Al massimo fallo anche tu quando riesci a connetterti! XD
Baciottoli! :*

Usagi89 Grazie per i complimenti, mi fai arrossire! ^/////^
Comunque Usagi intendeva provare a stare tutti e quattro per l’estate e se così avessero convissuto tranquillamente pensava di vivere così per sempre. Per lei è impensabile privare Chibiusa di uno dei due genitori per un’altra volta, ci soffrirebbe troppo!

merwen è il mio compito spazzarti, altrimenti sarei banale! XD
Insomma, se ti tengo col fiato sospeso mi sembra una buona cosa ** posso ritenermi soddisfatta del mio operato **
Spero davvero che le attese foto siano di aiuto! Ciao ciao.

blue1989 ommamma, credo che alla fine stancherebbe XD Anche perché non saprei davvero che cosa scrivere!
Però mi fa piacere che ti piaccia così tanto da non volere che finisca ^^


valepigia non so cosa fare, non posso costringerti a farti piacere le coppie che ho scelto ^^ però se continui a seguirla significa che almeno un poco ti piace, no? **

Usagi_84 ma se prevedi il futuro che gusto c’è a leggere la fic? XD Comunque le foto sono arrivate, come promesso!! Spero che t’aiutino ^^

miki90 Grazie mille ed ecco il seguito tanto atteso ^.^

Dany Eccolo il capitolo delle foto, ti ha svelato quello che volevi? ^^

Veronica85 Sono lieta che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Riguardo alla questione dell’altra volta ho capito. Però ti consiglio di leggerlo il manga, anche perché se sei appassionata di Setsuna nel manga è molto approfondita come psicologia ed appare anche di più. E per la tua gioia sembra moooooolto affezionata a Mamoru ^__=
Ad ogni modo ti posso consigliare un sito che ho visto molto attinente al manga e che te la descrive non malissimo! È www.sailormoon.it, dacci un’occhiatina ^^

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 21
*** Profumo d’Estate ***


Casi della Vita


Profumo d’Estate

Era giunta in fretta l’ultima settimana di scuola.
Nell’aria estiva si sentiva il profumo di vacanza, i club scolastici che non dovevano sostenere le gare estive si rilassavano all’ombra degli alberi, giocando pigramente con i fili d’erba.
Lo stesso, però, non valeva per gli studenti universitari.
Al contrario, sembrava che i professori volessero caricarli il più possibile prima della pausa estiva, la mole di lavoro che avevano era impressionate.
Né Usagi né le ragazze avevano tempo libero da dedicare le une alle altre.
Chibiusa si sarebbe sentita ancora più abbandonata se Makoto non le avesse consigliato di venire nella sua pasticceria a passare il tempo con le amichette.
D’altra parte lei era l’unica a non frequentare l’università, lei e…
- Seiya-chan! - esclamò allegra Chibiusa accogliendolo con un sorriso a quaramtadue denti in pasticceria.
Il ragazzo le sorrise di rimando scompigliandole i capelli con un gesto affettuoso - Tutta sola, oggi? - le domandò cercando con gli occhi Momoko e Hotaru. Quelle tre erano diventate inseparabili!
La bimba annuì per poi far notare a Seiya il grembiulino che portava - Sto facendo una torta con Makoto-chan! - esclamò prendendogli una mano e tirandolo piano - Vieni a vedere!
Accondiscendente il giovane la seguì dietro il bancone, fino alle cucine.
- Seiya-kun, ciao. - lo salutò gentilmente Makoto asciugandosi la fronte con la manica della camicetta.
Faceva caldissimo in quel locale, ma d’altra parte col forno sempre acceso non poteva essere altrimenti.
- Ciao Makoto-kun. - rispose lui, ma non ebbe modo di dire altro che si sentì trascinare dalla bambina verso un tavolo completamente impestato di panna.
In mezzo a gusci di uova rotti, un paio di uova sparse sul piano, farina, latte, cioccolata, foglioline verdi, fragole, marmellata e lievito si trovava una massa informe dal colore biancastro, decorato con delle piccole fragole che formavano una stella sbilenca, sempre che di una stella si trattasse, ma magari era un gattino stilizzato.
Chibiusa indicò quello che doveva essere un dolce con orgoglio - Hai visto che bella? - chiese raggiante, sicura della buona riuscita del suo lavoro.
Seiya le sorrise dolcemente per prendere un po’ di tempo e guardandola più da vicino, come fosse un vero esperto - È carina. - sentenziò cercando d’essere vago per non offenderla.
Ma il complimento non rese per nulla felice Chibiusa.
S’imbronciò corrugando le sopracciglia in un espressione piuttosto buffa che però sapeva di guai in arrivo - Mi stai mentendo!! - lo accusò mentre una lacrima argentata luccicava imprigionata tra le sue ciglia.
Quella era la sua arma infallibile.
Allarmato il giovane si accucciò accanto a lei, cercando di tirarla su di morale - Non è vero, ha solo bisogno di qualche ritocco! - disse imbarazzato alzandosi e raggiungendo il tavolo.
Cercò con lo sguardo una spatola e fu fortunato a trovarla poco distante. Munitosi così di spatola e panna rimodellò la superficie del dolce, livellandola in modo più omogeneo di quanto fatto da Chibiusa.
- Guarda, adesso mettiamo le fragole e vedrai che sarà stupenda! - affermò allegro alla bimba che, nel frattempo, era salita sulla sedia e guardava le operazione da sopra la sua spalla.
Annuì piano, Chibiusa, si asciugò la lacrimuccia e sfoderò il suo sorriso più dolce - Le mettiamo a forma di stella? - chiese entusiasta.
Felice d’aver superato la crisi Seiya acconsentì aiutando la bimba a fare una figura geometrica che almeno apparisse simile ad una stella.
Il risultato non fu dei migliori, ma era decisamente migliorata rispetto alla prima versione, di questo c’era da starne certi.
- Makoto-chan, Makoto-chan! - chiamò con insistenza la bimba saltellando sulla sedia.
La cuoca sbucò alla porta poco dopo - Dimmi, Chibi-chan! - la invitò allegramente.
I due complici si guardarono ed alzarono la torta cosicché lei la potesse ammirare.
- Ma è splendida! - esclamò lei.
E non mentiva neppure, se doveva comparare la massa informe di prima con il dolce di adesso.
- Cos’è splendido? - chiese curiosa Usagi sbucando dietro all’amica.
Vide il dolce e le si illuminarono gli occhi - Una torta alla panna e le fragole! - asserì con giubilo entrando velocemente nella cucina per guardarla da vicino - Oh, ma è…
Non finì la frase poiché Seiya le aveva letteralmente chiuso la bocca: si era slanciato su di lei baciandola senza preavviso.
Quando si staccò la guardò intensamente negli occhi e misurò con attenzione le sue parole - È splendida la torta fatta da Chibiusa, no?
Dapprima stupita e poi imbarazzata la ragazza annuì piano senza sciogliere il contatto visivo - Sì… è molto… è stupenda. - disse per poi guardare la figlia sforzandosi di sorridere normalmente.
I suoi sforzi furono premiati da un genuino sorriso sul viso della bimba - L’ho fatta per te! - asserì orgogliosamente mettendosi tra lei e il fidanzato e stringendosi alle sue gambe.
Con il viso immerso nella sua gonna la bimba si sentì appagata, e Usagi la coccolò dolcemente.
Quanto era difficile essere una mamma!
- La assaggiamo? - le chiese poi, passandole la mano tra i capelli.
Forse non era la mossa migliore, ma non si poteva far altro.
La bimba guardò dapprima la torta e poi la madre.
Sollevata Usagi la osservò scuotere il capo in segno negativo: sarebbe sopravissuta!
Ma il sollievo durò ben poco.
- La mangiamo domani al compleanno! - esclamò entusiasta abbracciando più stretta la madre.
Usagi guardò disperata Seiya che sollevò le spalle impotente.
- La vado a mettere in una scatola per portarla via! - squittì la piccola, felice della sua geniale idea.
Il giovane allora s’apprestò a sorreggere la fidanzata, caso mai svenisse in anticipo per effetto del dolce.
Le baciò dolcemente le labbra e sorrise - Chiamerò in anticipo l’ospedale, se ti fa sentire meglio. - scherzò tranquillo.
Lei fece un sorriso obliquo e scrollò le spalle - Non si può morire per avvelenamento da cibo, vero?
I due risero allegramente, attirando l’attenzione della bimba che cercava di non rovinare il dolce mettendolo nella scatola.
Alzò il capo distraendosi da quel lavoro e fissò la madre - Papà verrà alla festa? - domandò con una vena di tristezza nella voce.
Usagi s’incupì, abbassando lo sguardo.
- Lo chiamiamo così te lo potrà dire lui, ti va? - chiese Seiya liberando Usagi dai pasticci. - Sì! - esclamò entusiasta la bambina lasciando perdere la torta per prendere la mano a Seiya e tirarlo piano verso l’uscita - Andiamo a casa e chiamiamolo!
Il ragazzo la conosceva ormai troppo bene per sorprendersi di quella reazione e fu pronto a seguirla.
Prima però si rivolse ad Usagi - Chiama Rei-kun, ti ha cercato prima! - le disse.
Lei sorrise schioccandogli un bacio, grata.
Poi i due uscirono.
- Seiya-kun se la cava egregiamente con Chibi-chan. - disse Makoto alle sue spalle.
Quando la giovane si voltò vide l’amica sorridere tranquilla.
Le sorrise di rimando - Sì. - le disse stringendosi un po’ nelle spalle.
Lei le si accostò abbracciandola - Cosa succede Usa-chan? - le chiese piano.
Usagi scosse piano il capo - Nulla. - disse molto poco convincente.
Poi si corresse - Anzi, a dire il vero tutto.
Makoto la fece sedere ed attese che lei parlasse.
- Non voglio perdere Chibiusa. - rivelò con la voce incastrata in gola.
- Nessuno te la porterà via. - la rassicurò con fare dolce l’amica.
Usagi negò - Se Mamoru decidesse di vivere in America porterebbe via Chibiusa. - si strinse convulsamente le mani - Ma io voglio che Chibiusa resti con me, e con Seiya.
Una lacrima le solcò il viso, ma continuò a parlare - Sai, voglio proporre a Mamoru e Setsuna di passare le vacanze al mare con noi…
La pasticcera intuì quello che voleva dire - Una famiglia allargata… - sospirò vedendola annuire - Sei sicura che riusciresti a convivere con Mamoru?
La giovane deglutì e si asciugò il viso - Certo che posso! - asserì con forza.
Saltò in piedi e si voltò verso Makoto sorridendo - Posso di sicuro! - ripeté convinta - Chibiusa vivrà con sua madre e suo padre, glielo dobbiamo!
L’amica annuì con un sorriso obliquo sul volto, si pulì le mani sul grembiule e si alzò - Sei forte, Usa-chan. - mormorò a sé stessa.
Usagi non la sentì, toppo presa dal chiamare Rei, ma Makoto non se ne ebbe; si voltò ed uscì dalla cucina.
- Pronto Rei-chan, sono io, Usagi! - esclamò la ragazza dopo aver composto il numero dell’amica.
- Ciao! - rispose concitata - Ho trovato un gazebo splendido in un parco, ti va di fare lì la festa?
- Certo! - esclamò con slancio la giovane - Sarà uno splendido triplo compleanno! - asserì poi, entusiasta.

- Hello! Can I speak with Mamoru Chiba? - disse Chibiusa al telefono - Yeh, I’m Chibiusa Chiba, his daughter.
Aspettò il silenzio e poi sentì dei rumori dall’altra parte.
- Pronto, Chibiusa? - domandò la voce di Mamoru così vicina ed insieme così distante. La piccola trattenne un singhiozzo di felicità e sorrise al telefono - Ciao otou-chan!
La sua gioia traspariva in quel saluto infantile, sì, il padre le era mancato.
- Ciao tesoro, dimmi tutto! - le rispose intenerito il genitore.
- Otou-chan… - iniziò trattenendo il respiro - verrestidomaniallafestadicompleannoquingiappone? - chiese tutto d’un fiato.
Mamoru rise, in America - Puoi ripetere, per favore?
Lei inspirò profondamente - Non… non è che verresti qui per la vesta di compleanno… domani?
Attese trepidante, ascoltando il silenzio nel ricevitore.
Sentì la mano di Seiya posarsi sulla sua spalla e la strinse d’istinto, come fosse un appiglio di salvezza.
Sentì un rumore e le mancò un battito.
- Sì. - rispose tranquillo il padre - Io e Suna-chan ci saremo.





Note dell’autrice:
Chiedo scusa se ho fatto preoccupare qualcuno non aggiornando per tutto questo tempo, ma sono successe un po’ di cose…
In pratica questo capitolo s’è fatto attendere da me per via dell’ispirazione, dalla mia beta perché il suo computer ha preso un virus, da voi perché ero in Australia ed ancora da voi perché subito tornata dall’Australia sono andata in Svizzera e poi pure ad Asiago. Per non dire che ho iniziato la quinta superiore! Senza tralasciare che la beta è impegnata con studio etc e quindi non ha tempo… Così ho deciso di pubblicare anche senza betaggio, sperando di non aver fatto troppi errori!
Scusa Dra, se non ti ho avvertita, ma mi piangeva il cuore, a vedere la storia lì, incompleta… così ho fatto una piccola rivoluzione! XD Spero non ne avrai a male ^^
Ad ogni modo la storia è quasi completamente scritta, e se mi metto di buona lena aggiornerò ogni settimana… diciamo per farmi perdonare, eh? ^^
Ma passiamo a cose più allegre! Allora, la frase che dice Chibiusa in inglese è la seguente: “Salve! Posso parlare con Mamoru Chiba? Sì, sono Chibiusa Chiba, sua figlia.” Diciamo che è sintatticamente moooolto semplice ^^
Che altro dirvi? Mah, non so. Non mi sembra che ci sia molto da spiegare ^^

Ora l’angolo dei ringraziamenti e delle risposte!

sailormoon81 Ooops, non so se essere felice o meno d’averti confusa di più! XD Ma forse ne sono felice, significa che non hai ancora raggiunto la soluzione ** Quindi lode a me! XD
Comunque le briciole ci sono, Kla, solo che sono piccole XD Mi spreco proprio nel seminarle! XD
Però mi spiace per tuo fratello! Spero che non abbia avuto traumi da tale esperienza, io, per fortuna, non ho fratelli piccoli a cui ho rovinato la vita e i cugini avevo paura a prenderli in braccio e si sono salvati XD
Ehm… lo svelerò, il mistero, lo giuro! Sul quando… ehm, meglio tacere ^^’’’ Un bacione!

Usagi89 Effettivamente c’è ancora qualcosa di strano, e le nostre amiche non se lo faranno sfuggire, puoi starne certa! Purtroppo questo capitoletto non aiuta molto nelle indagini, e neppure i prossimi… però continuo a dire che sto dando piccoli indizi in quasi tutti i capitoli, si possono trovare ^.-

merwen Ma dai, qualcosina è cambiato! Le foto descritte le ho scelte con cura proprio perché facessero sorgere dei dubbi a voi lettori, dubbi come il tuo! Anche perché se fosse come dici tu, e Usagi e Mamoru avessero in comune un solo genitori la probabilità che i figli nati da incesto siano sani è leggermente più alta. Avanti, non disperare, e non friggerti il cervello che ti serve! XD

blue1989 Effettivamente adottare una bimba appena nata è impossibile, a meno che la madre vera non avesse dato il consenso di darla in adozione prima che nascesse. Ma qui, appunto, c’è il problema che la bimba di Kyoko non si sapeva dovesse morire subito o nascere morta. Delle due ipotesi che formuli trovo molto più veritiera la prima, anche perché i casi che nasca davvero senza alcun problema sono pochissimi! Ciao ciao!

valepigia Sono felice che ti piaccia la fic ^.^ E vedrai che andando avanti la storia si svelerà, il segreto non sarà tale per sempre, lo giuro!

Usagi_84 Se le testoline non frullassero si perderebbe tutto il gusto della fic! Son bel lieta di leggere le tue previsioni, sia mai che ci azzecchi davvero! Comunque, veniamo alla risposta. Il problema di questa tua ipotesi è che è praticamente impossibile adottare una bambina appena nata. Però -c’è sempre un però, con me XD- può essere successa un’altra cosa: se la madre naturale di Usagi fosse morta come la figlia di Kyoko, i medici avrebbero potuto chiedere a Kyoko di fare da balia alla bimba, quindi allattarla per un po’ di tempo. Quest’ipotesi, però, comporta un rischio psicologico per Kyoko: la perdita di un figlio non si supera così in fretta. E poi, così, non si spiegherebbe il comportamento testardo di Hiroshi, no? Baci! ^^
miki90 Sono una scansa fatiche, chiedo perdono, visto che la risposta è la stessa andresti a leggerla proprio sopra a questa? Grazie ^.^

Diny XDDD Temevo un commento di questo tipo XD Vedrai che si capirà, non scoraggiarti!

Purkyrosa Hihihi, mi sa che come andrà avanti non l’ha capito nessuno! XD Comunque sono felice che ti sia piaciuto! Ciao ciao!

Ale007 *Mika fa la magnanima e decide di perdonare Ale, ma solo perché è in periodo di esami!* XD Scherzo, ovviamente! Mi fa piacere, invece, che trovi comunque il tempo di leggere e recensire la storia. ^^
Prtiamo dallo scorso capitolo: la grinta di Usa è presto spiegata: ha lottato molto contro l’opinione pubblica -avere un figlio a quell’età ti tira tante di quelle grane e frecciatine che danno sui nervi! E lo so per via indiretta: una mia amica è mamma ed ha, ora come ora, diciannove anni- e quindi non può sopportare che proprio il padre dica che avrebbe dovuto abortire. Perché, in fondo, Usa non cambierebbe il passato anche se potesse. È sua figlia, e la ama. Non la cambierebbe per nulla al mondo! Riguardo a Setsuna… Usa non la vede come una rivale, come una donna che vuole sostituirsi a lei. Piuttosto preferisce pensarla come, appunto, una sorella per sé stessa e una madre/zia per Chibiusa. Anche perché, in ogni caso, non ho intenzione di far chiamare Setsuna e Seiya mamma e papà da Chibiusa, questo mai. Comunque… ci sei cascata davvero? O.o Giuro, pensavo che fosse un trucco sempliciotto che non faceva cadere in tranello nessuno! XD Allora sono io a dovermi scusare per averti teso quella trappola! Non ti sei fatta male, vero?
Secondo capitolo. Inizio con lo specificare che la data impressa sulle foto è quella che lasciavano un tempo le macchine fotografiche, non si può truccare ^^ Poooooi… Quindi tu sei dell’idea che Usa sia la figlia effettiva, no? Bene, Usagi_84 crede esattamente il contrario XD Il suggerimento che dai tu è in pratica che il bimbo del matrimonio sia morto e che abbiano adottato Mamo-chan quando è nato -possibilmente pochi giorni dopo perché altrimenti il vicinato saprebbe che non è figlio loro- ? Oddio, è complessa!
Comunque, non preoccuparti, a me fa piacere che tu recensisca, ma se non ci riesci non ti salto alla gola! ^^ Mi scuso per il ritardo della risposta, comunque avevi ragione, ero in quarta ed attualmente sono in quinta. Le vacanze me le sono godute appieno: sono andata in Francia, a Lille, la prima settimana di vacanza, sono andata in Australia un mese, in Svizzera per 10 giorni e 5 giorni ad Asiago con dei miei amici. Direi che me le sono godute le mie ultime vacanze, no? XD
Alla prossima, baci e in bocca al lupo per gli esami!

semplicementeme Inizio col dirti che non è vero che non mi sei mancata! >< A me fa piacerissimo discorrere con te su tutte le eventualità di questa storia, hai delle idee brillanti! Non ti darei mai della pazza!
Perciò veniamo alla tua idea… ecco, il problema è il seguente: Kaori la conosci già! Non è morta e non è la sorella/gemella di Kyoko. Questo, purtroppo, smonta completamente la tua ipotesi, e mi dispiace un sacco perché era davvero strepitosa! Ad ogni modo, ora ti chiederai dove l’hai incontrata, no? Beh, ti dico solo che ha avuto una parte proprio minima, giusto un’entrata in scena per poi dileguarsi. Di più non ti dico perché sono cattiva! XD Trova la briciolina nei vecchi capitoli, vedrai che arriverai alla soluzione, sei perspicace! ^_-

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 22
*** Triplo Compleanno ***


Casi della Vita


Triplo Compleanno

Un prato verde si ampliava a perdita d’occhio, costellato da grandi alberi verdi di fogliame e rosai dalle buffe forme, carichi di fiori profumati.
Sullo sfondo si vedeva solo un bel cielo limpido ed azzurro. Non sembrava neppure d’essere in città!
- È perfetto! - sentenziò entusiasta Usagi battendo le mani senza riuscire a trattenere il sorriso.
Si lasciò andare all’euforia che la pervadeva mettendosi a correre a perdi fiato per il prato, fino a raggiungere un bel gazebo bianco, abbastanza grande da accogliere comodamente una cinquantina di persone. Grappoli di glicine violetti lo decoravano, rendendolo quasi magico.
- Rei, sei un genio! - squittì improvvisando una danza in tondo sotto la costruzione per poi raggiungerla e costringerla a ballare con lei.
La miko rise di gusto, contagiata dall’allegria dell’amica, permettendole di coinvolgerla in quella strana danza della felicità.
- Ma l’ha mostrato mamma, a dire il vero. - spiegò quando riuscì a far fermare l’amica mentre cercava invano di far passare i cerchi alla testa che le erano venuti per il troppo volteggiare - Aveva una foto fatta da papà di questo giardino per un giornale e me l’ha mostrata… Me ne sono subito innamorata!
Sorrisero le due amiche, abbracciandosi - Vero, fa innamorare.
- Signorina Tsukino? È qua? - domandò un uomo in jeans e maglia larga comparendo alla loro vista da dietro un grazioso edificio dalla facciata ricoperta d’edera.
- È arrivato il catering. - intuì Rei, sciogliendo l’abbraccio - Arrivo! Sono qui!
Richiamò l’attenzione con il braccio e fece per andarsene.
Ma prima si voltò verso Usagi e le diede il cellulare in mano - Chiama mamma, sarà felice di sapere che ti piace.
Poi si dileguò, seguendo il ragazzo.
Usagi continuò a sorridere mentre scorreva la rubrica - Casa. - sogghignò premendo il tasto d’inizio chiamata.
- Pronto? Qui casa Tsukino. - rispose una voce di donna dall’altra parte.
Usagi adorava la voce dolce e pacata della donna, era la voce che immaginava sempre se pensava ad una mamma.
- Pronto, Ikuko-kun? Sono Usagi Chiba! - esclamò con la trepidazione nella voce.
Era davvero emozionata.
E non era proprio il tipo di persona capace a celarla.
Anche perché per la prima volta avrebbero festeggiato il compleanno tutte e tre assieme: Chibiusa, Rei e lei.
Per un motivo o un altro non ci erano mai riuscite, benché fossero nate tutte nell’arco di tre giorni.
Ma ora potevano, e ne era semplicemente entusiasta… almeno a lei bastava poco per esserlo!
- Volevo ringraziarti per l’idea del parco! - disse Usagi sorridendo alla cornetta, immaginandosi il volto della donna - E ringrazia moltissimo anche Kenji-san!
- Ma figurati, non è niente! - rispose la voce imbarazzata di Ikuko.
La giovane s’era già lanciata in una complicata spiegazione di come quel giardino era cambiato nell’arco di tempo in cui Kenji l’aveva fotografato, quando Rei la interruppe.
- Usa-chan, vieni un secondo? - la chiamò, per poi ripensarci ed aggiungere una raccomandazione - Prima del prossimo, di compleanno!
Usagi le fece la linguaccia, mentre Ikuko ridacchiava, dall’altra parte, immaginando vividamente la scena, tante erano le volte che si era ripetuta sotto i suoi occhi.
- Vai pure, cara. E divertiti!

- È bellissimo, okaa-chan! - esclamò Chibiusa saltellando da un piede all’altro senza mai fermarsi.
Solo Rei poteva sapere quanto si somigliavano, in quel momento, Chibiusa ed Usagi. Se qualcuno avesse mai avuto un dubbio su chi fosse la madre si sarebbe potuto facilmente convincerlo: erano uguali, semplicemente.
Peccato non si capisca con altrettanta facilità chi è il padre si ritrovò a pensare la miko, per poi scuotere il capo ricordandosi che quella storia era stata archiviata.
Usagi sorrise accogliendo la figlia in un abbraccio - Sono felice che ti piaccia - le disse stringendola a sé.
Poi la liberò, permettendole di andare a giocare nel parco con Momoko, Hotaru e le sue amichette.
- Si vede che è felice. - constatò Makoto arrivando insieme a Minako - Ciao Usa-chan, Rei-chan!
- Ciao Mako-chan, Mina-chan! - salutò la miko facendole accomodare con gli altri invitati.
Le chiacchiere si diffusero, intrecciando tante voci differenti. Bambini correvano chiamandosi, facendosi prendere e prendendo. Faceva perfino impressione il silenzio che calava quand’essi giocavano a nascondino, sembrava innaturale.
I ragazzi, invece, chiacchieravano amabilmente, dedicandosi anche al ballo e al karaoke.
Minako fece il suo debutto venendo acclamata da tutti presenti e perfino Yaten dovette ammettere che aveva del talento.
Ami aveva trovato in Taiki una persona sensibile e dai suoi stessi interessi. Quei due avevano formato una cappella di intellettuali dove si parlava di argomenti inconcepibili per qualsiasi normale mente umana.
Usagi restava accanto al suo uomo, perdendosi a raccontare aneddoti sulla vita di madre.
Rei, invece se ne stava in compagnia di alcuni amici d’università.
L’ambiente era vario e davvero allegro, non ci si annoiava mai.
Anche perché con una congrega di bambini scatenati come quelli non c’era possibilità di annoiarsi: riuscirono addirittura a convincere tutti gli adulti a giocare a nascondino con loro! Non dopo svariate insistenze e qualche lacrimuccia ben utilizzata.
- Okaa-chan! - esclamò Chibiusa afferrando per la mano Usagi - Nascondiamoci assieme! - sentenziò tirandola un poco.
La giovane annuì trascinandosi dietro a sua volta Seiya, buttandosi a testa bassa in quella pazza avventura.
Si appostarono in silenzio dietro ad un cespuglio di rose bianche a forma di coniglio, attendendo con impazienza la fine della conta.
- Usagi-imouto-chan, che ci fai accovacciata qui? - domandò ironica e stupita la voce di un uomo alle loro spalle, poco dopo.
La giovane non fece neppure in tempo a voltarsi per vedere in faccia l’uomo che Chibiusa si gettò tra le braccia del nuovo arrivato.
Sembrava che fosse letteralmente volata in quell’abbraccio.
- Otou-chan! - squittì abbracciando forte il padre con le lacrime agli occhi.
Usagi e Seiya si alzarono subito dopo, accogliendo sorridenti la coppia - Mamoru-onii-chan! Setsuna-onee-san! - li salutò allegramente lei - Vi presento Seiya-chan, il mio fidanzato.
- TROVATI! - gridò forte Takumi in quell’esatto momento, per poi tornarsene di corsa all’albero per declamare a gran voce il nome dei tre.
- Accidenti! - si lagnò seccata Chibiusa, pretendendo immediatamente d’essere messa a terra. Era troppo presa dal gioco per potersi perdere dietro a sentimentalismi.
Usagi e Seiya risero osservandola correre dall’amico per protestare di quella situazione, mentre Setsuna e Mamoru li guardavano senza capire.
- Giocavamo a nascondino. - spiegò in breve Usagi con un alzata di spalle lasciando che la figlia se la sbrigasse da sola in quel piccolo bettibecco, per poi invitarli a seguirla verso il gazebo.
- Allora, nii-chan, ora sei un dottore? - chiese trepidante Usagi porgendo un bicchiere di birra a ciascuno.
Mamoru annuì sorridente, avviando così una piacevole conversazione che coinvolgeva un po’ tutti e quattro.
- Dite, che intendete fare voi, quest’estate? - buttò lì il discorso Usagi, pronta per attivare il suo piano geniale.
Il giovane ci pensò su, e poi interpellò Setsuna - Non mi pare avessimo programmi, no?
- Perfetto! - esultò la biondina saltando in piedi dalla sedia, così da attirare su di sé gli sguardi attoniti dei presenti ed impedire loro di parlare.
Si risedette, imbarazzata, ed abbassò il capo. Poi, però, riprese coraggio - Io, Chibiusa e Seiya andiamo alla casa al mare: Chibi-chan ci teneva tantissimo ad andarci. - disse tutto d’un fiato, così da impedire che la interrompessero in un qualunque modo - Che ne dite di venire con noi? A Chibiusa farà di certo piacere!
Mamoru alzò le spalle ed allora Usagi si rivolse a Setsuna, con occhioni da cucciolo - Nee-san?
La giovane donna ci pensò su, qualche secondo, poi le sorrise - Per me non c’è problema.





Note dell’autrice:
Capitoletto di transizione, perché io li adoro, e perché mi permettono di seminare indizi meno evidenti proprio perché il capitolo sembra inutile. Ho letto troppi gialli, avete pienamente ragione! XD
Comunque la cosa che mi sembra bisogni segnalare è solo un altro elemento dell’ AU: come Usagi non era Tsukino Rei non è Hino. Quindi a parte Usagi Chiba e Rei Tsukino mi sembra che tutti gli altri nomi si mantengano uguali. In caso mi sbagli vi avviserò, non temete!

Ora l’angolo dei ringraziamenti e delle risposte!

valepigia a dirti la verità mancava anche a me, questa fic! Mi piacciono anche le altre che scrivo, ovviamente, però non vederla completa mi stringeva il cuore… vedrai che sarai accontentata tra non molto: i capitoli, in tutto, saranno 30!

fighterdory mi spiace d’averti fatta preoccupare, non sei la prima… e ti ringrazio per l’affetto che mi dimostri, così, per la mia storia, mi rende felice, davvero!
Ora che Suna e Mamo hanno accettato l’idea di Usa ne vedremo delle belle, spero che la convivenza non si riveli difficile! XD
Grazie mille dei complimenti, a presto.

dinny che ne dici dell’incontro? Sembra alquanto normale, no? Comunque sono felice che Seiya non ti dispiaccia e che la mia Chibi sia diversa dal solito. L’ho resa, diciamo, una bambina normale ^^

Usagi_84 fai bene a restare della tua idea: finché non si trovano prove convincenti che indichino altre strade è meglio tenersi stretta la propria… tenendo ovviamente un’occhio aperto a tutte le eventualità ^_=
Il problema che hai esposto della risoluzione di Usagi è quella che mi posi anche io, a suo tempo. Tutto dipende dalla testardaggine della giovane e dalla disponibilità di Seiya e Suna. Difatti la risoluzione “un po’ da noi, un po’ da voi” va in porto solamente se vivono entrambi nella stessa città e, possibilmente, quartiere. Se Mamo e Suna decidessero di tornare in America Chibi non potrebbe vivere per un po’ in Giappone e un po’ in America. E nella stessa città resterebbe il problema della scuola. Ora resta tutto in mano ai personaggi… anche se, bisogna mettere in conto che ora che vadano a vivere insieme davvero ne passa di acqua sotto i ponti!

sailormoon81 ciao Kla, che piacere risentirti! E, uffa, mi fai sempre troppi complimenti e mi fai arrossire >///<
Sono felice che la storia ti appassioni e che la caratterizzazione dei personaggi risulti buona, cerco di immedesimarmi il più possibile, rendendo vividi i sentimenti. Se si recepisce ne sono davvero lusingata. Per il lieto fine (che può vuol dire mille cose =P) dovrai aspettare altri 8 capitoli, ma poi lo avrai, giuro! XD Baci

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 23
*** Vacanze al Mare ***


Casi della Vita


Vacanze al Mare

Cinque giorni dopo la festa era tutto pronto e pianificato.
Sarebbero andati con due macchine, dato che Chibiusa aveva insistito e scalpitato per portare con loro Momoko e Hotaru.
Sembrava proprio che tre settimane senza di loro l'avrebbero uccisa.
Ma la cosa andava a vantaggio di Usagi: avrebbe alleggerito qualsivoglia tensione che sarebbe potuta crearsi tra loro. Tre bimbe scatenate erano un toccasana per questo tipo di situazioni!
Così, in mattinata, fatte armi e bagagli, partirono per il loro viaggio.
Il paesaggio, durante il viaggio, era favoloso e in macchina non si soffriva neppure troppo il caldo per via dell'aria condizionata. Le macchine scivolavano placidamente sull’asfalto mentre le chiacchiere e la musica riempivano quietamente l’abitacolo della vettura.
Si respirava aria di vacanza in ogni gesto, in ogni momento.
Si fermarono solo verso l'ora di pranzo, in un boschetto al lato della strada, per fare un pic-nick e riposarsi un po'.
Era una bella scampagnata, la loro.
Le bimbe si sgranchirono le gambe, mentre le due coppie preparavano i panini per tutti e stendevano il telo sull'erba per potersi riposare con calma.
Il viaggio era lungo, e sarebbero arrivati a destinazione solo per cena, quindi tanto valeva riposarsi un poco.
Quando ripartirono le bimbe si scambiarono di macchina, cosicché Chibiusa potesse stare con ambo i genitori, e almeno una delle due coppie godesse un po' di meritato silenzio.
Solo verso le sei del pomeriggio riuscirono ad avvistare il mare, in lontananza; era appena uno spicchio d’acqua illuminata dal riflesso del sole, che s’intravedeva tra due montagne verdeggianti.
Setsuna si voltò per farlo notare alle bambine, ma vi rinunciò guardandole dormire placidamente mentre un tenero sorriso le increspava le labbra.
Effettivamente c'era fin troppo silenzio perché quelle piccole pesti potessero essere ancora sveglie, constatò la donna.
Ammiccò in silenzio verso le tre figurine, sfiorando con dolcezza i loro capelli per poi voltarsi verso Mamoru e schioccargli un bacio sulla guancia.
Circa un'ora dopo arrivarono alla villa.
- È proprio come me la ricordavo! - disse Usagi stiracchiandosi e trattenendo a forza uno sbadiglio.
- La tenuta Chiba è sempre uguale. - confermò Mamoru ammirandola dopo così tanto tempo che non la vedeva.
La grande villa vantava una trentina di stanze -tra cui un'inutile salone da ballo, una sala da musica, un piano bar, una palestra e una sauna-, tre verande, una mansarda abitabile, una confortevole taverna, una piscina interna ed una esterna, un giardino gigantesco, una bella pineta sul lato destro della villa ed una spiaggetta privata, sotto la scogliera, dalla finissima sabbia bianca.
Quella era la casa al mare dei Chiba.
- Usako, sei sicura che sia proprio questa? - domandò stupito Seiya guardando le villa con tant'occhi.
La giovane annuì pacatamente andando a svegliare le bambine in auto.
- Ma questa non si può chiamare casa! - continuò ostinato il giovane, cercando di far ragionare la fidanzata - Non trovi anche tu, Setsuna-san?
L'interpellata si voltò verso di lui facendo un cenno d'assenso - Seiya-san ha ragione. Mamo-chan, sei sicuro che sia questa la casa al mare? Perché sembra più un castello. La casa in cui abitate adesso, a confronto, sembra una casupola da nulla.
Mamoru ridacchiò abbracciandola teneramente, per poi mostrarle la buca delle lettere accanto al campanello.
In bella vista spiccava una targhetta d'oro con scritto sopra Chiba.
- Non c'è dubbio. - s'arrese la ragazza, rilassando le spalle.
- Yuppi, siamo arrivate! – gridò con voce squillante Chibiusa appena vide la villa bianca davanti a sé.
Aveva aspettato quel momento da tanto tempo! Era riuscita ad andare lì solo un paio di volte prima d’allora, ma se ne era subito innamorata.
Non per la sala giochi completamente attrezzata, non per le piscine, e neppure per le mille stanze da scoprire. Quell’amore a prima vista era nato quando era sgattaiolata in silenzio nel salottino da tè invernale.
Sì, nella villa al mare dei Chiba c’era un salotto per il tè, munito di confortevoli divani e un caminetto con un paio di ceppi pronti per essere usati.
Ed era lì che la piccola Chiba aveva trovato una foto sbiadita dalla polvere che ritraeva suo padre a cinque anni, vestito di tutto punto con giacca e cravatta, che sedeva proprio in quella stanza con Usagi in braccio. Lei era appena nata, paffutella e pigra, Kyoko l’aveva vestita come una bambola, e le aveva pure messo una coroncina sui radi capelli che aveva la bimba.
Così Mamoru si era ritrovato quella bambolina sonnecchiare sul suo grembo -messa lì a tradimento, come amava tanto raccontarle la nonna- mentre tutti gli adulti attorno a lui la ammiravano e si complimentavano con i genitori.
Ma a dispetto di quello che poteva sembrare, Mamoru non la guardava con astio. Anzi, un tenero sorriso si era aperto sul suo viso, rivolto solo alla sorellina, quasi fosse il suo gioiello più prezioso.
E Chibiusa aveva amato quella foto fin dall’inizio, e con quella foto l’intera casa, nella quale poteva scorgere la vita felice e spensierata dei genitori, insieme.
- Io voglio dormire sul letto a castello! - esclamò all’improvviso la piccola Chiba precipitandosi dentro casa trascinandosi dietro le amiche con il suo impeto.
Ma rimase bloccata davanti al cancello chiuso.
Rossa in viso per l’imbarazzo si voltò verso i genitori torturando la ghiaia con il piede - Hem - bisbigliò schiarendosi la voce - la porta è chiusa…
Ridendo Mamoru sciolse l’abbraccio con Setsuna ed andò ad aprire la porta alla figlia.
- E’ tutta per voi, Principessa. - le disse galante facendole segno d’entrare.
Chibiusa non se lo fece ripetere due volte.

Sistemarsi nelle stanze non fu un problema: quella casa aveva abbastanza letti per una trentina di persone, fatto che faceva già pregustare loro l’idea di invitare qualcun’altro lì.
Usagi pretese senza sentir ragione di avere la stanza nella mansarda, puntò i piedi frignando come una bambina sostenendo che lei non avrebbe dormito in altro posto se non lì.
Mamoru rise di gusto, dicendole che era abbastanza cresciuto per non mettersi a litigare per una stanza, e le lasciò la camera che preferiva.
Lui optò per sé e Setsuna una matrimoniale con salottino e bagno privato, nello stesso corridoio della stanza delle bambine.
Alla fine le tre bimbe avevano visto che nella stanza prescelta per loro c’erano tre letti sul soppalco, così riuscirono a non litigarsi il letto a castello.
- Per me cosa avete pensato? - chiese Seiya mentre chiudeva la macchina finalmente svuotata.
La fidanzata lo guardò con tanto d’occhi - Ma che domande! - esclamò prendendogli la mano libera dai bagagli per stringergliela forte - Dormi con me nella mansarda!
Il ragazzo fece spallucce, non del tutto convinto che in una mansarda ci si sarebbe trovato bene.
Cambiò idea appena vide quella mansarda.
Aveva un bellissimo salottino, un bagno più grande di una sala da ballo, un letto matrimoniale a tre piazze circa e… una vista favolosa sul mare.
Appena Usagi arrivò lì gettò le borse sul letto saltellandoci sopra per un momento e si diresse di filata alla finestra; era estasiata.
Guardava il mare che si iniziava a tingere di rosso con il capo posato blandamente sulla mano, sospirava ammirata e quasi le venivano le lacrime agli occhi per l’emozione.
Seiya la abbracciò da dietro con dolcezza, stringendosela forte al petto, rimanendo con lei a guardare affascinato la vista.
Usagi si voltò appena verso di lui, sfiorandogli le labbra con le proprie.
- Ti amo. - sussurrò guardandolo dritto negli occhi, e si accorse di quanto fosse vero.
Quel panorama aveva scavato nel suo cuore, mostrandole che l’affetto per il fratello non era sparito, ma che era differente, completamente differente, da quello per Seiya.
L’affetto per Seiya era amore, e glielo disse per la prima volta. Gli confessò che l’amava, dal profondo del cuore.
Lui le prese il viso tra le mani, carezzandole delicatamente le guance - Ti amo anch’io. - le rispose specchiandosi nei suoi occhi azzurri, leggermente sfumati d’arancio per via del tramonto.
Poi la baciò, e fu un bacio, quello, che nessuno dei due avrebbe mai dimenticato in tutta la loro vita.
La cena fu veloce perché erano tutti provati dal viaggio, così mandarono presto a letto le bimbe che sbadigliavano vistosamente e i quattro si goderono un po’ di pace in veranda.
Se ne stavano seduti sui dondoli, godendosi il fresco della sera.
Mamoru percorreva con le dita lunghe il braccio di Setsuna, mentre lei poggiava il capo sul suo petto, Seiya, invece, abbracciava dolcemente Usagi, che sedeva tra le sue gambe.
- Domani mattina c’è il mercato, in paese. - disse la padrona di casa, trattenendo a stento uno sbadiglio - Ti va di farci un giro con me, Setsuna-san?
La donna sorrise annuendo - Mi piace fare un giro tra i mercati locali, sono molto pittoreschi. - rispose accettando di buon grado la proposta di Usagi.
- Immagino che non vorrete uomini tra i piedi, vero? - domandò Mamoru carezzando i capelli della fidanzata.
A rispondere fu Usagi: storse molto vistosamente il naso e represse uno sbadiglio imbronciato.
Seiya non si riuscì a trattenere dal ridere, ma si zittì prima di venir ripreso dalla ragazza. Si rivolse, invece, al padrone di casa - Usako mi ha detto che qui si pesca bene. - affermò chiedendo conferma a lui, dato che di Usagi non ci si poteva fidare troppo.
- È vero. - asserì lui - Con mio padre ci andavo spesso quando ero piccolo. - disse, sorridendo a quei bei ricordi - Se vuoi potremmo andarci domani, tanto la barca è sempre nella rimessa in paese! Usagi squittì allegramente - Perfetto, così potete portare noi giù in macchina! - affermò con sicurezza, impedendo loro un qualsiasi moto di rifiuto.
- Ma, le bambine? - domandò Setsuna all’improvviso.
I due genitori si fecero pensierosi - Conoscendo Chibiusa non vorrà venire al mercato, in mattinata. - disse Mamoru.
- Già - confermò Usagi - la prima mattina vorrà passarla in spiaggia, a fare un bel bagno con le amiche…
Seiya si fece pensoso - E se noi accompagnassimo le ragazze giù e tornassimo su con la barca? - propose a Mamoru - Ho visto che avete un moletto giù alla baia, si può ancorarsi là e stare con le bimbe, poi quando tornano loro noi andiamo a pesca.
Calò il silenzio mentre la proposta veniva attentamente valutata, poi Mamoru gli sorrise - Sì, si può fare. - accettò, stiracchiandosi.
Usagi si alzò di scatto - Io sto morendo di sonno. - proclamò porgendo la mano a Seiya, cosicché potessero coricarsi assieme.
Lui accettò di buon grado l’invito e la seguì - Buonanotte! - esclamò la donna mandando un bacio al fratello con la mano e salutando Setsuna - A domani!
Poi si addentrarono nei corridoi bui della casa.
Mamoru baciò piano Setsuna - Andiamo anche noi? - le chiese attirandola di più a sé.
Lei gli cinse il collo con le braccia e annuì piano - Il viaggio è stato davvero spossante.
- Allora andiamo! - disse con una nota giocosa nella voce, e la prese tra le braccia sollevandola di peso.
- Mamo-chan! Mettimi giù! - esclamò Setsuna, aggrappandosi di più a lui per paura di cadere.
Ma si vedeva che in realtà non voleva essere lasciata e, d’altra parte, lui non la lasciò finché non furono in salotto, subito aprì un cassetto e ne estrasse un foglio che diede alla fidanzata con aria seria.
Lei lo guardò con curiosità, prendendo il foglio in mano.
- E’ una mappa. - spiegò serio - Usagi riesce sempre ed immancabilmente a perdersi, in paese.
I due scoppiarono a ridere, senza cattiveria, e s’infilarono nella loro stanza mano nella mano.





Note dell’autrice:
Uffffffffaaaaaaa!! Voglio andarci anch’io, voglio andarci anch’io in quella villaaaaaa!><
*Mikayla si mette a frignare come una poppante* Portatemi alla casa sul mare dei Chibaaaaaaaa!!! ><
Hem… rassettiamoci, và! ^^’’’
Beh, di questo capitolo non ho molto da dire, semplicemente mi sono divertita con la fantasia a fare stra, stra, stra-ricchi i Chiba XD mi piaceva troppo l’idea, anche perché i Chiba -per quanto rammento- sono sempre stati ricchi anche nel manga originale!

Ora l’angolo dei ringraziamenti e delle risposte!

Usagi_84 Come vedi alla fine al mare sono andati in sette… il che può davvero avvantaggiare la convivenza. Sarebbe stato più difficile se Chibiusa avesse obbligato Mamoru e Usagi a stare insieme a lei trascurando gli altri due, ma con tre bimbe intorno la cosa si può fare!
Per quanto riguarda Rei ed Usagi… a dire la verità ho semplicemente messo Rei Tsukino, figlia di Ikuko e Kenji (di qui l’interessamento per la festa delle tre) e sorella di Shimbo ^^ Poi, all’interno della storia, tutte le supposizioni sono possibili: Rei in realtà è la sorella di Usagi, o chissà cosa, ovvio! XD Lascio a voi le indagini ^^ Baci! :*

valepigia a dirti la verità è sembrato strano pure a me far chiamare Ikuko-kun da Usagi! xD Spero di non averti confusa troppo, ad ogni modo! Per la fine della storia… credo che arriverà verso dicembre, se continuerò a postare con regolarità. Ti ringrazio per il sostengo ^^

sailormoon81 diciamo che aggiorno più “velocemente” per farmi perdonare dei Quattro mesi di completa assenza ^^ è un regalo per chi è affezzionato a questa fic e vuole scoprire come finisce ^^
Quel capitoletto è stato un vero nodo per I lettori, sembra O.o e dire che a me sembrava così carino e semplice! XD Comunque tutte le supposizioni sono possibili e la voglia di trovare ad ogni costo qualcosa è il modo giusto per indagare, credimi ^.=
Ti ingrazio tantissimo per I complimenti, mi scaldano il cuore, davvero. E arrossisco in silenzio ^//^ Baci

dinny la “casa” al mare a fatto il suo ingresso, e direi che iniziano già ad andar bene le cose, non trovi? ^^ La serenità potrebbe anche perpetuare…

merwen è un piacere risentirti! ^^ La tua impotesi è tutt’altro che insensata! Anzi, fila che è un piacere! Effettivamente ho sempre pensato che Rei fosse più simile a Mamo che Usa… comunque un dubbio posso sciogliertelo senza alcun problema: Ikuko, in questa storia, è la madre di Rei, per questo hanno lo stesso cognome ^^

fighterdory anche tu dell’idea dello scambio di culle? Bene, vedo che non vi lasciate ingannare dai capitoletti di transizione e continuate ad indagare… siete delle ottime investigatrici!! Continuate così e scoprirete tutto, ne sono convintissima!

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 24
*** Ultima Ipotesi ***


Casi della Vita


Ultima Ipotesi

Dal loro arrivo alla villa al mare, il tempo passò in fretta.
Avevano sempre qualcosa da fare, e si divertivano un mondo a farlo tutti assieme.
Certamente non mancavano screzi ed incomprensioni, come il riunire le diverse abitudini quotidiane in un’unica routine giornaliera aveva dimostrato. Però raggiunsero compromessi senza troppa fatica, aiutati dalle tre splendide bambine che, innocentemente, trovavano la soluzione più veloce.
Una volta avevano visto le occhiatacce che si mandavano Mamoru e Seiya ed avevano deciso che dovevano schiarirsi le idee: senza troppa delicatezza fecero perdere loro l’equilibrio facendoli capitombolare vestiti di tutto punto in mare.
Non che poi l’avessero passata liscia… ma almeno avevano contribuito alla pace in casa!
Tuttavia l’episodio più divertente, immortalato con un centinaio di foto, fu lo stoico tentativo di fare il gelato in casa.
Il risultato, dopo tre ore di fatica, fu qualcosa che assomigliava di più ad una granita al latte e menta mal riuscita, piuttosto che un vero e proprio gelato.
Però si erano divertiti, e questa era la cosa più importante. Lo dimostrava la foto di Usagi ed Hotaru che spezzettavano un enorme cubo di ghiaccio, quella di Setsuna e Momoko che cercavano invano di montare il latte e quella che riprendeva Mamoru, Seiya e Chibiusa intenti a macerare le foglie di menta mezze seccate e mezze verdi.
Ed il tempo era davvero volato.
Tanto che era giunta la metà della vacanza, che portava con sé un evento alquanto particolare.

Il campanello suonò allegro, al ritmo di una musichetta familiarissima ad Usagi.
- Nee-chan, finisci tu di preparare mente apro? - chiese la giovane alla ragazza che orami considerava una sorella adottiva.
La donna ammiccò, accanto a lei, e posò un bicchiere al suo posto - Vai pure, imouto-chan. - concesse.
I due odango dorati, allora, scomparvero dalla sala da pranzo in uno scintillio di luce proprio mentre Mamoru faceva la sua entrata nella stanza.
Si guardò un secondo attorno e poi si avvicinò alla donna - Usa-chan? - domandò abbracciando Setsuna da dietro per poi scostarle i capelli e baciarle il collo abbronzato.
Lei si voltò nel suo abbraccio, ricambiando il bacio, sulle labbra questa volta, e dopo indicò con un cenno del capo la porta - Ad accogliere gli ospiti. - mormorò tornando ad assaporare le sue labbra, mai sazia di quel nettare.
- Mamoru-kun? - chiamò dall'esterno Seiya, proprio in quel momento - Mi porteresti le bracciole, per favore?
Setsuna ridacchiò vedendo la smorfia di sconforto dipinta sul viso di Mamoru mentre si costringeva a lasciarla andare per afferrare il piatto di carne poco distante.
- Sembri un bimbo a cui hanno tolto una caramella di bocca. - lo prese in giro lei, baciandolo di nuovo sulle labbra con delicatezza prima di lasciarlo andare via.
Le sue labbra si inclinarono mentre s'allontanava da lei - Naah - mormorò facendole l'occhiolino - sei più dolce di una caramella.
Setsuna rimase con una forchetta a mezz'aria, cercando di controllare il rossore che le aveva pervaso le guance mentre Mamoru se ne andava con aria innocente.
- Nee-chan! Sono arrivati tutti! - esclamò allegra Usagi varcando la soglia dopo un paio di minuti, seguita da una piccola folla.
- La chiami già nee-chan? - le domandò stupita Minako, entrata subito dopo di lei.
Ricevette in risposta un sorrisone e un cenno d'assenso, com’era tipico di Usagi.
Per il giorno di mezz'estate erano venuti a trovarli un certo numero di persone: i due fratelli Kou, le quattro amiche di Usagi, Motoki -il migliore amico di Mamoru, fratello di Minako e fidanzato di Makoto-, Haruka -la senpai di Usagi- e Michiru -la migliore amica di Setsuna.
- Ben arrivati! - li accolse tutti quanti Setsuna con un sorriso, per poi andare ad abbracciare Michiru di slancio.
Si conoscevano da una ventina d'anni, le due, ed avevano costruito un rapporto magnifico.
Forse perfino più bello di quello di Usagi e le sue amiche.
Si vedeva lontano un miglio che erano legate da un affetto davvero profondo.
Immediatamente tre piccole pesti si precipitarono correndo nella stanza, andando ad accogliere con un sorriso i nuovi arrivati.
- Bene, siete arrivati in orario! - esclamarono i due giovani affacciandosi alla sala in quel momento, veramente stupiti dell’insolita puntualità del gruppo.
Rei sorrise con aria furba, lanciando di sbieco un’occhiata alla ragazza bionda coi codini, che le stava accanto - Quando Usa-chan non è con noi arriviamo sempre in orario. - disse sottolineando bene il sempre.
Suscitò così l'ilarità generale e la furia implacabile di Usagi.

- Propongo un brindisi - disse Haruka alzandosi con il bicchiere in mano, verso la fine della splendida cena preparata in loro onore - grazie a tutti per la compagnia e un grazie particolare ai cuochi! Setsuna-san per il suo squisito primo. Mamoru-san e Seiya-san per il secondo!
Tutti i calici si alzarono, riempiti di un buon vino rosso, mentre le bimbe li imitavano alzando un bicchiere di coca-cola; brindarono, allegri, mentre Usagi si avvicinava di soppiatto dalla senpai, praticamente stendendosi in lungo sulla tavola - Hei, chi ha detto che hanno cucinato solo loro? - chiese irritata.
La donna ammiccò, guardandola con tenerezza - Perché tu non sai cucinare un uovo sodo, Usagi-köai! - la prese in giro.
- Non è vero! - s'arrabbiò acuendo la voce per poi abbassare il capo imbarazzata - Ho aiutato a tagliare le verdure...
- Allora c’è il rischio che siano avvelenate… - s’intromise Rei, sorridendo alla faccia triste di Usagi; era più forte della miko, doveva per forza stuzzicare l’amica ad ogni occasione.
Haruka, allora, le spettinò i capelli, come fosse una bambina piccola - Ti ringrazierò per il dolce. - la rassicurò strizzando l'occhio e strappandole, così, un sorriso genuino.

Era sceso il fresco, con la sera.
La compagnia aveva deciso di starsene in veranda, da dove potevano ammirare il mare nero rispecchiare la pallida luna a tre quarti. Il cielo color pece era trapuntato di stelle luminose, la via lattea attraversava la notte illuminando il suo sentiero. Era splendido.
Era calata una dolce quiete su quella casa, dopo i rumorosi festeggiamenti protrattesi per tutta la sera.
Usagi se ne stava seduta sul divano, coccolando Chibiusa stesa sul suo grembo e abbracciando Hotaru mentre parlava amichevolmente con Setsuna, la quale faceva da cuscino a Momoko.
I cinque uomini, insieme ad Haruka e Michiru, avevano indetto un torneo di briscola.
Due fette di dolce giacevano abbandonate sul tavolo accanto ai divani, insieme ad una bottiglia vuota di spumante e un’altra quasi finita.
Minako, Makoto, Ami e Rei, invece, se ne stavano in giardino a godersi quel momento di pace e a permettere a Rei di soddisfare il suo vizio.
La giovane miko, infatti, se ne stava seduta sui gradini con il bocchino in mano, ad aspirare il fumo della sigaretta per poi divertirsi ad espirarlo in voluttuose e soffici nuvole.
Adorava fumare alla luce della luna.
- Ragazze... - disse Minako tornando verso di loro mentre dava una sbirciata agli altri. Le tre la guardarono, incuriosite - Dicci. - la invitò Makoto.
L'attrice s'accovacciò davanti a loro, guardando fisso per terra - So che avevamo deciso di non parlarne più, ma...
- Di cosa stai parlando? - domandò confusa Ami.
La donna inspirò profondamente - Parlo di Chibiusa.
Makoto ed Ami scossero il capo.
Oramai avevano tutte le prove non solo fosse che figlia di Usagi e Mamoru, ma anche che loro due fossero fratelli.
Cos'altro c'era da aggiungere?
- Parla. - la invitò Rei, prendendo un'altra boccata.
Minako ringraziò con lo sguardo l'amica - Voi... non credete che sia possibile uno scambio di culle? È l'unica cosa a cui non abbiamo pensato! - snocciolò l'ipotesi in fretta.
Ami s'irrigidì, e il suo tono fu gelido - Cosa insinui?
La giovane attrice sapeva che era un argomento spinoso, ma andava affrontato - Possibile che un'infermiera abbia scambiato per caso i bimbi?
Makoto ridacchiò, spezzando la tensione creatasi - Mina-chan, sei sicura di non aver visto troppe soap-opere? - la prese bonariamente in giro.
Lei scosse la bionda chioma con vigore - Non credo. - poi si rivolse alla laureanda in medicina - Kaori-chan ti ha mai detto nulla? Pensaci, Ami-chan!
L'interpellata scosse le spalle - Mamma mi ha detto che nella sua clinica privata è stata lei a far nascere sia Usagi che Mamoru. E che poi lei stessa li ha portati nella nursery, mettendo loro il braccialetto di riconoscimento.
Minako incurvò le spalle, sconsolata, ma poi s'illuminò di nuovo.
- Lo stesso vale per Chibiusa, se stavi pensando a questo. - sventò il suo intervento Ami.
Così l'ultima ipotesi si era infranta... come le onde scroscianti quando incontrano la scogliera.





Note dell’autrice:
Bene, questo capitolo dovrebbe rispondere a tutti i dubbi che erano venuti fuori nel capitolo “triplo compleanno”, no? ^^ Voi lettori siete in simbiosi con le mie quattro investigatrici, mi sembra! XD
Ad ogni modo… non ho altro da aggiungere! XD
Dei personaggi intervenuti in questo capitoletto devo solo segnalare la presenza di Michiru (prima sua apparizione), per il resto li conoscevate già tutti! ^^

Ora l’angolo dei ringraziamenti e delle risposte!

valepigia mamma mia, sei davvero contraria alle Usa/Seiya! XD Mi fa impressione che continui imperterrita a seguirmi nonostante tutto… ma è una cosa piacevole ^^ L’unica cosa che posso dirti è in questa fic l’amore è qualcosa di davvero inafferrabile: qui si ama senza un motivo. È per questo che Usa ama Seiya… senza togliere che non può stare insieme a Mamo per il solito piccolo problemino che sono fratelli! XD

Usagi_84 mi scuso per non averti mostrato la giornata di pesca, ma non avrei avuto abbastanza tempo per farlo! Però ti faccio un riassuntino della giornata, se vuoi ^^: in pratica… la pesca diventa una gara a chi prende il pesce più grosso e, giusto perché sono sadica, avrebbe vinto Seiya, solo che quando tira su il pesce cade all’indietro e finisce in acqua! XD Suna e Usa invece non si sono perse (grazie alla cartina di Mamo e non tanto all’intuito di Usa! XD) e si sono scoperte simili poiché entrambe adorano il frappé alla fragola! XDD
Vabbè, a parte questo non dico altro che - In bocca al lupo per le indagini! ^_=

dinny qualcosa è accaduto, ma a differenza di ciò che sospettavi è venuto dall’esterno!

fighterdory se quella villa esistesse te la presterei volentieri per un paio di giorni! XD Per quanto riguarda quella giornata non c’è stato il tempo necessario per scriverla… per farmi perdonare ti scrivo il riassuntino come ho fatto con Usagi_84, spero ti ripaghi un poco ^^. In pratica… la pesca diventa una gara a chi prende il pesce più grosso e, giusto perché sono sadica, avrebbe vinto Seiya, solo che quando tira su il pesce cade all’indietro e finisce in acqua! XD Suna e Usa invece non si sono perse (grazie alla cartina di Mamo e non tanto all’intuito di Usa! XD) e si sono scoperte simili poiché entrambe adorano il frappé alla fragola! XDD

merwen Seiya effettivamente è abbonato a cadere in acqua! XD Anche se qualche volta si è portato appresso Mamo o Usa… XD

sailormoon81 ebbene, qualcosa è successo, qui, ma non quello che pensavate tutte voi… stupite? Spero vivamente di sì, perché amo non essere banale o ovvia ^^
E ti ringrazio sempre per i complimenti, mi fanno scogliere ogni volta! Baci :*

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 25
*** Accettando la Verità ***


Casi della Vita


Accettando la Verità

Troppo presto finirono quelle vacanze; e riuscire a riportare le tre bambine a Tokyo fu un'impresa epica per i quattro sventurati.
Alla fine riuscirono a completare la missione con successo promettendo loro d'andare allo chalet di montagna quello stesso inverno, tutti e sette assieme.
- Ma avete pure uno chalet in montagna?! - fu la reazione sbalordita di Seiya quando venne a conoscenza della proposta di scambio.
Usagi si limitò ad un'alzata di spalle, convinta com’era che fosse una cosa più che normale, mentre Setsuna proclamava che non si sarebbe stupita mai più di nulla, sia che i Chiba possedessero un castello, una montagna o, addirittura, la luna stessa.
- Affare fatto? - chiese furbescamente la piccola erede Chiba, porgendo la mano al padre mentre un sorriso birichino le illuminava le gote abbronzate.
Mamoru ridacchiò stringendogliela - Ma dev'essere bilanciata con un buon rendimento scolastico. - rilanciò inarcando le sopracciglia.
Ingoiando quel boccone agrodolce Chibiusa accettò, tornando a sorridere dopo aver riflettuto sulla proposta.
- All right! - disse seriamente scuotendo tre volte con vigore la mano del padre.
Quando il patto fu così sigillato Chibiusa voltò le spalle agli adulti, soddisfatta e scappò con le amiche nella loro stanza: dovevano ancora preparare le valigie!
- Non la stiamo viziando troppo? - chiese preoccupata Usagi al fratello, affiancandolo frattanto che osservava la figlioletta correre in casa. Il suo sguardo serio le conferiva un’aria davvero matura, mentre il dito che sostava sulle sue labbra accentuava la sua aria meditabonda.
In quel momento Mamoru la vide per la prima volta come una vera madre, seria e preoccupata per la propria bambina.
Rimase interdetto, chiedendosi quando la sua sorellina pasticciona e sbadata era diventata una donna, ma poi sorrise dolcemente alla ragazza, incrociandone gli occhi color del cielo - Credo che se lo meriti, non trovi?
Usagi osservò la figlia correre spensierata, ridere e giocare con le amiche, e si strinse nell'abbraccio di Seiya, che nel frattempo l'aveva raggiunta - Forse sì. - rispose ricordandosi d’improvviso che quella era la prima volta che Chibiusa se ne stava con ambo i genitori per più di un paio di giorni.
Le si strinse il cuore, a quella vista. Non poté trattenersi dal domandarsi in cuor suo perché. Perché la sua splendida bambina non aveva potuto godere del calore di una famiglia normale.
Immediatamente il pensiero volò al terrore che l’aveva attanagliata per quei sei anni, sciolto neppure tre mesi prima.
Se Chibiusa fosse morta…
Ma non ci volle pensare, ed accantonò la tristezza dove doveva stare: nel passato.
La sua bambina era sana e felice, ed aveva finalmente provato il calore della sua famiglia, questo era ciò che contava veramente. Solo questo.
Quel mese e mezzo passato insieme le era sembrato una vita intera.
Le bambine erano state semplicemente stupende, e loro quattro si erano davvero trovati bene, anche se non erano mancati gli screzi iniziali. Alla fin fine avevano appianato quei problemi e si erano riscoperti affiatati. Era quasi come se fossero tutti e quattro una famiglia.
Infatti Setsuna ed Usagi sembravano davvero sorelle, ed avevano imparato subito ad apprezzare le qualità l’una dell’altra. Ridevano dei difetti ed esaltavano i pregi l’una dell’altra.
Seiya aveva, invece, conquistato la fiducia e la stima di Mamoru salvando Chibiusa e Momoko dalle onde più alte del solito, il giorno in cui era venuto un temporale piuttosto potente così, all'improvviso. Un gesto che non era passato inosservato, proprio no.
L'idea di Usagi, dunque, sembrava proprio aver ottenuto il successo sperato.
- Che ne dite, ci prepariamo anche noi? - chiese Setsuna abbracciando Mamoru e schioccandogli un bacio a fior di labbra, interrompendo le riflessioni di Usagi.
- Io l'ho fatta ieri la valigia, vado a farmi l'ultimo bagno! - squittì lei, tornando a sorridere come prima e sbrigandosi a prendere l'asciugamano così da scappare prima d'essere fermata.
Mamoru rise di gusto vedendo la donna correre verso la spiaggia con i capelli al vento e l'asciugamano che le faceva da mantello.
Seiya, invece, gli rivolse uno sguardo interrogativo.
Lui scrollò le spalle - Vuole essere sempre l’ultima a dire addio al mare. - disse semplicemente, abbracciando Setsuna con ambo le braccia - Dice che le fa sembrare che non starà via per troppo tempo.
E dire che dall’ultima volta che l’aveva fatto sono passati sette anni…
L’uomo guardò la facciata della villa e strinse ancora un po’ di più a sé la fidanzata - Meglio rientrare. - disse con voce triste e melanconica. Già sentiva la lontananza di quella casa.
Setsuna annuì, carezzandogli la guancia con la mano, lentamente. Poi la coppia entrò nella villa, lasciandosi alle spalle la mattinata.
Seiya, invece, rimase per qualche minuto ad osservare il sentierino silente, nel punto esatto in cui era scomparsa Usagi neppure un minuto prima.
Era tentato di seguirla. Fece due passi in quella direzione ma poi si voltò, rinunciando.

Con la fine d’agosto, poi, riprese la scuola.
Le giornate iniziarono inesorabilmente ad accorciarsi, mentre una brezza fresca spazzava le vie della città portando con sé quello che restava di quell’estate calda e limpida.
Ognuno aveva ricominciato le proprie attività con abbacchiata vitalità: troppo vivido, ancora, il ricordo delle vacanze appena passate.
Le divertenti giornate aleggiavano come fantasmi ad ogni angolo della strada, mentre dei ricordi sbiaditi restavano solo le fotografie.
La piccola Chibiusa aveva ripreso con entusiasmo la scuola, ed era impegnata tutto il giorno con le amiche, concedendosi comunque qualche pomeriggio di svago al parco assieme ai genitori.
Rei aveva preso l’abitudine di studiare con Usagi a casa Chiba, poiché l’amica aveva avuto qualche problema con delle nuove materie. Inutile dire che Usagi aveva supplicato l’amica d’aiutarla e lei aveva gentilmente acconsentito. Ormai la giovane miko era diventata come una seconda figlia per Kyoko, che la accoglieva sempre a braccia aperte.
Anche Haruka veniva accolta con calore in casa Chiba, data l’enorme pazienza che aveva con la ragazza e la sua gentilezza e disponibilità nell’aiutarla quando poteva.
Il terzetto poteva essere ammirato nella veranda sul retro, quella che dava sul cortile interno, assistendo ad uno spettacolino alquanto divertente… un po’ meno per Usagi alla quale veniva assestato sulla testa un colpo con il libro di testo ogniqualvolta si distraesse.
Ami, dal canto suo, avrebbe tanto voluto aiutare l’amica con gli studi, ma più del sostegno morale non poteva darle: era veramente impegnata con gli studi di medicina. Quell’anno si erano rivelati di una tale mole di lavoro che la giovane, talvolta, non aveva neppure il fine settimana libero.
Solo tra un esame e l’altro riusciva a ritagliare un paio d’ore per le amiche, sempre poco tempo, ad ogni modo.
Ma erano comunque ore opportunamente spese in pasticceria, all’insegna dell’allegria e del divertimento.
Difatti Makoto non poteva schiodarsi dal negozio e i ritrovi delle ragazze si decise si sarebbero svolti lì.
Quando avevano del tempo libero le ragazze l’andavano a trovare, facendole compagnia e, talvolta, si divertivano ad aiutarla.
Usagi, Rei ed Haruka avevano perfino pensato di andare a studiare lì, da lei, ma i suoi dolci deliziosi si erano rivelati una distrazione per tutte, tanto che, a malincuore, avevano dovuto rinunciare ad andare a trovarla durante quelle sessioni.
Minako, invece, sembrava letteralmente sparita.
A differenza di Ami non sembrava impegnata con i corsi universitari, anche perché avevano saputo che frequentava di rado.
Semplicemente spariva per pomeriggi interi, ricomparendo solo la sera, stanca ma con un sorriso smagliante.
Purtroppo non si confidava, fingendo che nulla accadesse e cercando nelle amiche quella complicità che la faceva sentire amata. E le ragazze le lasciavano tutto il tempo che desiderava, per aprirsi con loro.
L’importante era che anche lei veniva ai ritrovi, per quanto fosse stanca.
Ed ogni tanto facevano la loro comparsa anche Setsuna e Michiru, in pasticceria.
Era ormai diventata un’abitudine, quella, e l’amicizia tra le ragazze aumentava di giorno in giorno.
Setsuna era tornata a vivere con sua madre, poco distante dalla casa dell’amica, e ne approfittava per ottenere un tirocinio all’istituto astronomico di Tokyo. D’altra parte sua madre era una scienziata piuttosto famosa nell’ambiente.
Non rare erano pure le visite dei tre fratelli Kou, Mamoru e Motoki, anche se iniziarono solo verso metà settembre. Cioè quando scoprirono che le ragazze si ritrovavano lì.
Si trattenevano giusto il tempo di un caffé, dato che erano tutti molto impegnati.
Mamoru, però, era l’unico davvero insoddisfatto: benché la specializzazione andasse a gonfie vele il tempo trascorso a casa lo faceva penare.
A dispetto di come si presentava agli amici, calmo, posato e sereno, a casa viveva una situazione alquanto tesa. Con la madre andava tutto bene, era dolce e gentile come quando era solo un bambino, ma il padre… lui non sembrava volerlo assolutamente perdonare.
In casa Mamoru se ne stava chiuso in camera, oppure con la figlia. Solo Usagi violava quel santuario bussando timidamente alla porta per portare al fratello un tè caldo o invitarlo a fare una passeggiata.
Per il resto sembrava un eremita, in quella villa.

Era un venerdì di tardo settembre, quello.
Verso le cinque del pomeriggio in pasticceria iniziarono ad arrivare dei ragazzi sui ventitrè anni, che si sedettero ad un grande tavolo circondato da una decina di sedie.
Una signora che sorseggiava il suo tè alla menta li spiò con la coda dell’occhio, sorridendo di soppiatto: quel gruppo di amici le ricordava vagamente quando era giovane lei. Che bello era, a quei tempi, ritrovarsi sempre nello stesso bar a chiacchierare di tutto e di nulla.
Posò la tazza, pagò il conto alla giovane proprietaria ed uscì.
- Mi scusi! - disse gentilmente la voce di una ragazza dal corto caschetto azzurro che l’aveva leggermente urtata entrando.
La signora sorrise scuotendo il capo ed aprì l’ombrello, per uscire di nuovo sotto la pioggia scrosciate: la aspettavano a casa.
- Ami-chan! - esclamò Usagi allegramente, salutandola dall’alto del suo frullato alle fragole - Oggi sei tu l’ultima! - esultò sorridendo, mentre cercava invano di togliersi dalla faccia i baffi di latte.
La futura dottoressa ridacchiò guardandola e si scusò con un leggero inchino per poi nell’unico posto libero: quello accanto a Taiki.
- Scusate, ma è… per questo! - disse estraendo dalla borsa una decina di fogli colorati.
C’era scritto a caratteri cubitali che il ventisei settembre erano invitati a casa Mizuno per il ventunesimo compleanno di Ami.
- Ci venite, vero? - chiese la festeggiata trepidante d’attesa.
Un largo sorriso si fece strada sui visi di tutti i ragazzi che annuirono all’unisono - Non mancheremo per nulla al mondo.





Note dell’autrice:
Ed eccomi ancora qui. Finite le vacanze si ritorna alla solita vita di sempre, con i suoi alti ed i suoi bassi.
È un capitolo alquanto discorsivo e senza fatti che avvengono al momento (esclusa l’ultima parte, ovviamente), ma era necessario per mettere ben in chiaro e per iscritto certi passaggi fondamentali.
Non ho molto di più da dire, tranne che vorrei essere anche io una Chiba sia per la villa al mare che per lo chalet in montagna! ><

Ora l’angolo dei ringraziamenti e delle risposte!

fighterdory il fatto che fosse la madre di Ami colei che ha fatto nascere tutti e tre i bambini ha effettivamente fatto crollare molte ipotesi. Come dire, siamo tornati indietro e il mistero è ancora bello lì, davanti ai nostri occhi.
L’ipotesi di uno scambio tra Seya e Mamoru prima o dopo purtroppo fa acqua perché Usagi ricorda piuttosto bene quello che successe quella sera, come raccontò alle amiche.
Quindi devi investigare per un’altra strada, ma vedrai che ci arriverai! ^__¬= E grazie per i complimenti, davvero. ^__^

valepigia oddio, ti ho un po’ confusa, mi spiace!
Comunque a dire il vero non è impossibile che nasca da due fratelli un bambino sano, è solo altamente improbabile.
Così il mistero continua, ma siamo verso la fine, vedrai che si chiarirà, prometto! ^__=

romanticgirl mi fa piacere che tu abbia deciso di lasciarmi un tuo parere, per me è importante sapere se sto facendo un buon lavoro o meno. ^__^
Ti ringrazio molto per i complimenti, e mi complimento a mia volta per l’idea che hai formulato: fino ad ora nessuno aveva mai pensato, se non mi sbaglio, alla fecondazione artificiale. Potrebbe sembrare la soluzione giusto, ma è un piccolo difetto: Hiroshi non sarebbe così contrario alla cosa se sapesse che Usagi e Mamoru non sono davvero fratelli a livello biologico.

Usagi_84 sono felice che ti abbia fatto ridere il riassuntino! XD Io a pensarlo e scriverlo mi rotolavo immaginandomi la scenetta XD
Non so le tue prove per lo scambio di culle, ma le prove delle ragazze mi sembrano convincenti: la madre di Ami (che è una famosa dottoressa) stessa ha fatto nascere tutti e tre i Chiba, ed una donna così non commette un simile errore come se nulla fosse. Anche perché ci sono ritorsioni se ciò accade: spesso i genitori chiedono i danni morali per aver perso il vero figlio.
Ora, detto questo non voglio scoraggiarti: segui la tua pista fino alla fine, sia mai che le ragazze si sbaglino! ^__=

dinny sono felice d’averti sorpresa! ^__^
Usa e Mamo assieme sono una possibilità, certo, ma la storia non si incentra su di loro, ma sulle indagini da svolgere per scoprire perché Chibi è sana e tutti i casi che porteranno a scoprire questa verità misteriosa. ^__^ Però nulla è ancora detto, eh! XD

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 26
*** Non Suona il Campanello ***


Casi della Vita


Non Suona il Campanello

Il campanello suonò allegramente per forse la cinquantesima volta nell’arco di quella serata.
Ami si scusò con un paio di amiche ed uscì dalla stanza rumorosa. Poco dopo raggiunse la porta d’ingresso, sorridendo allegramente, e aprì alla ritardataria che ben sapeva essere l’ultima ospite attesa.
- Ciao Usa-chan! - esclamò la festeggiata baciandole la guancia.
La giovane fece un inchino impacciato, facendo si che le borse che portava sbattessero fragorosamente l’una sull’altra, ed abbassò il capo, rammaricata - Sono.. hem… leggermente in ritardo… - bisbigliò.
Mizuno ridacchiò facendole un buffetto e facendosi dare il soprabito - Non tanto, dai. - la rassicurò, ben consapevole che, invece, un’ora e un quarto era molto più che “in ritardo”.
Ma, da un lato, era stupita che fosse venuta solo con un’ora e un quarto di ritardo: l’anno della festa nella villa era riuscita ad arrivare in ritardo di tre ore, e allora Mamoru era con lei!
- Accomodati, e divertiti! - le disse facendole largo nell’appartamento.

Correva, la macchina.
Veloce, mangiando l'asfalto.
Si lanciava come una furia, la macchina bianca, cercando d'arrivare il prima possibile.
Quell'imprevisto non ci voleva proprio, l'aveva bloccata sul lavoro proprio quella sera.
Com'era ingiusto, il destino, delle volte.
Passò il semaforo con il rosso, tagliando la strada ad un paio d'automobili e lasciando una scia di clacson e di improperi indegni d'essere ripetuti.
Guardò un attimo l'orologio.
- Due ore di ritardo, maledizione! - esclamò ritornando a guardare la strada.
Erano bastati quei due secondi di distrazione perché venisse abbagliata da dei fari.
Sterzò bruscamente, chiudendo gli occhi.
Non sentì nulla, se non un forte botto, la cintura che la strattonava e l'airbag che si apriva...
La macchina bianca era diventata un cartoccio di carta crespa contro il camion con cui aveva avuto un frontale.
La conducente non ce l'aveva fatta, era morta sul colpo.

Il campanello suonò di nuovo, all’improvviso.
Non mancava nessun ospite, però…
La futura dottoressa andò comunque ad aprire, con un dolce sorriso sulle labbra, curiosa di sapere chi aveva bisogno di lei a quell’ora.
- È lei Ami Mizuno? - domandò l'uomo in divisa che era alla porta: un poliziotto.
- Sì. - mormorò in risposta lei, sbiancata di colpo, mentre s'appoggiava alla porta poiché senza forze nelle gambe.
L'uomo diede uno sguardo a Taiki, che era venuto a vedere chi era arrivato, e poi tornò a guardare la giovane donna - Sua madre ha avuto un incidente stradale, devo chiederle di venire ad identificare il corpo.
Le gambe le cedettero all'improvviso.
Taiki s'affrettò a sorreggerla facendole posare il capo sul suo petto e lei si trovò a tremare vistosamente, incapace di reggersi da sola.
- P-può ri... ri... - deglutì, Ami, facendosi forza - r-ripetere, per favore? - supplicò con voce malferma la ragazza.
Sperava d'aver capito male, molto male.
Il poliziotto sospirò e chiuse gli occhi un secondo - Kaori Mizuno è morta. - disse senza tanto girarci attorno - Lei è sua figlia?

Luci bianche e rosse lampeggiavano macabre su quella strada.
Le lamiere bianche della macchina erano colorate di rosso bordeaux...
Il traffico era fermo, dei curiosi assistevano alla scenda da lontano: avevano aperto le lamine di ferro con una cesoia, e stavano estraendo un corpo senza vita da quell'inferno.

- N-no. - gemette Ami iniziando a piangere senza contegno.
Non poteva crederci.
Non voleva crederci.
Sua madre... morta.
Il giorno del suo compleanno.
Pianse più forte, stringendosi a Taiki che cercava di confortarla mentre confermava al poliziotto che quella che teneva tra le braccia, tremante e scossa da singhiozzi, era la figlia di Kaori Mizuno.
- Dovrebbe identificare il corpo. - ripeté testardo l'uomo, troppo avvezzo a quelle scene drammatiche per farsi coinvolgere troppo.
Era un lavoro da schifo, avrebbe pensato mentre tornava da sua moglie, quella sera stessa.
Ami si fece coraggio, alzando il capo ed annuendo.
Taiki prese il suo soprabito e quello della ragazza - Avverto un secondo gli altri, aspettami. - le disse porgendole l'indumento, del tutto intenzionato a non lasciarla andare da sola per nessun motivo al mondo.
Avvertì Mamoru -il primo che aveva incrociato rientrando nell'appartamento- e poi tornò di corsa dalla giovane.
Afferrò le chiavi della propria macchina e prese sottobraccio la ragazza facendo cenno al poliziotto di fare strada.

Un corpo steso, immobile.
Il viso sfigurato, le labbra cerulee, i capelli in disordine.
Le mani erano bruciate, per questo non avevano potuto identificarla a quel modo.
Ami non resistette più di un secondo e si coprì gli occhi con ambo le mani.
Taiki la strinse al petto, cercando di proteggerla da quella realtà.
- È lei. - disse Taiki facendo si che il medico legale coprisse il viso tumefatto con il lenzuolo.
Ami si voltò un’altra volta come per assicurarsi che la madre ci fosse ancora e poi abbassò il capo, sconfitta.
In silenzio i due lasciarono quel luogo per tornare a casa, dove li aspettavano una ventina di amici, trepidanti, desiderosi di sapere che cos’era successo.

La cerimonia fu breve.
Poche parole, come avrebbe voluto Kaori, che odiava dal profondo del cuore i discorsi lunghi e prolissi. Per esprimere un concetto -era solita dire- bastava una sola frase, e non un libro intero.
La bara di mogano nero, coronata da fiori profumati, fu calata nel terreno, accompagnata nel silenzio solo dal pianto e profondi respiri angosciati.
Poi, lentamente, tutti si allontanarono.
- Ami-chan… - disse con voce rotta dal pianto Ikuko, avvicinandosi alla nipote e stringendosela al seno con tutte le forze che aveva in corpo.
Usagi e Rei le si avvicinarono, e Ami -che non aveva lasciato nessuno avvicinarla- permise loro di consolarla al meglio di cui erano capaci.
- Ci dispiace - mormorarono con voce strozzata in gola - è crudele che sia successo. - dissero stringendole forte la mano, per farle capire che c’erano.
Ami annuì, come svuotata, ascoltando la voce delle amiche come fosse lontana e distaccata da lei.
Non era giusto. La morte non suonava il campanello. No, lei entrava nella tua vita quando e come voleva, andandosene altrettanto liberamente.

Un altro mese passò.
Un mese d’inferno per Ami, che sembrava spegnersi ogni giorno sempre più.
Non usciva quasi più, se ne stava rintanata in casa a studiare.
Passava la sua giornata a studiare, neppure dormiva.
Quell’appartamento, ora così vuoto, sembrava angustiarla, eppure non lo lasciava che il minimo necessario, e poi tornava lì.
Quando Usagi e le sue amiche andavano a trovarla la trovavano con gli occhi rossi e gonfi, in più aveva perso parecchi chili.
Makoto prese la cosa come una sfida personale e la costrinse ad uscire, la invitava senza concessione di scelta ad andare in pasticceria.
- Puoi studiare benissimo anche lì. - era la scusa per portarla fuori da quella lugubre casa.
E una volta nelle grinfie di mamma Makoto Ami veniva prontamente costretta a fare dei pasti nutrienti, preparati appositamente dall’amica.
Due mesi dopo, Ami aveva iniziato a riprendersi e riusciva di nuovo a sorridere.
- Ciao, Ami-chan! - salutò allegramente Usagi sedendosi accanto a lei.
- Ciao, Usa-chan. - rispose sorridente, alzando lo sguardo dal libro che stava leggendo - Rei-chan e Mina-chan sono al bagno. - continuò rispondendo alla muta domanda dell’amica che si guardava in giro cercando le ragazze con gli occhi.
La giovane ammiccò, rubandole il frappè di fragole che aveva davanti.
- Giù le manacce! - sbraitò Makoto arrivandole di soppiatto da dietro, assestandole così un colpo sul capo.
Usagi le fece la linguaccia, restituendo comunque il frappé ad Ami, per poi distrarsi con l’arrivo di Minako e Rei.
Si sedettero tutte e cinque assieme, a quel tavolino che ormai portava il loro nome, ed attesero.
- Allora, che volevi dirci, Ami? - chiese l’aspirante attrice, troppo impaziente per poter aspettare che fosse l’altra ad iniziare a parlare.
Sempre uguale a se stessa, l’esuberante Minako.
La giovane abbassò il libro, mise il segnalibro e lo chiuse posandolo sul tavolo.
Strinse le mani sulla copertina e poi alzò lo sguardo verso le amiche.
- Dopo la morte della mamma - iniziò senza che la voce le si incrinasse come succedeva fin troppo spesso - ho pensato molto. Ho pensato al mio futuro. - passò lo sguardo dall’una all’altra amica.
Sospirò piano e sorrise - Ho deciso di andare in Germania a studiare.
Le quattro ragazze ammutolirono, sentendo la grande notizia.
Sapevano che era il suo sogno di sempre, quello di trasferirsi in Germania, perché lì, sosteneva, c’era la preparazione migliore per medicina.
Ami attese qualche altra reazione, che però non venne, e poi riprese a parlare - Pensavo di partire tra un mesetto, gusto il tempo di liberare completamente l’appartamento e venderlo prima d’andarmene.
- Quindi non intendi tornare? - chiese triste, Usagi.
Ami la guardò con occhi sbarrati - E cosa ti fa pensare ciò? - chiese sbalordita.
La donna alzò le spalle - Se vendi l’appartamento significa che non vuoi tornare. - disse con una logica impeccabile.
Lei scosse il capo, sorridendo - No, tornerò. - assicurò con calma e sicurezza - Lo vendo solo perché è più facile trovare qualcuno che acquisti un appartamento e non che lo affitti.
- Ah. - rispose lei, posando il capo sulle braccia incrociate sul tavolo.
Ami le passò le mani tra i capelli, con gentilezza, e poi alzò lo sguardo verso le altre - Voi non dite nulla?
Rei sorrise - Solo che sono felice per te, realizzerai il tuo sogno. - rispose pacata.
Makoto, invece, le posò la mano sulla spalla - Se mi prometti che mangerai regolarmente ti permetto d’andare. - scherzò e subito dopo l’abbracciò con forza - Ci mancherai.
Minako s’alzò sorridendo come non mai - Io dico solo che mi trasferisco pure io!
La bocca di Usagi si spalancò in un muto grido.
- Dove vai, di bello? - s’informò la miko, con la sua solita calma.
- Yaten ha capito il mio grande talento e mi porta con la sua tournè in giro. Diventerò famosissima! - esclamò fiera di sé stessa.
Usagi, invece, si rabbuiò - Ma cos’è, volete scappare tutte?!
L’amica scosse vigorosamente il capo - Naah, io tornerò a casa spesso, non cambio mica stato! E poi Ami ha detto che tornerà!
- Mnh. - sbuffò non del tutto convinta la ragazza.
Calò il silenzio nel gruppo d’amiche, poi Usagi ebbe un’illuminazione - Mamoru-onii-chan si lamenta sempre di stare a casa nostra, che ne dici di affittare a lui l’appartamento? - domandò a bruciapelo.
La futura dottoressa sorrise, a cuor leggero - Vedremo cosa si può fare. - assicurò rendendo felice Usagi.
D’altra parte, non sarebbero state via troppo tempo, sarebbero presto tornate unite.
Unite per sempre.





Note dell’autrice:
Capitolo decisamente macabro, questo. E so che sembra non centri nulla, ma fidatevi di me: ha un suo senso e un suo scopo.
Mi spiace moltissimo per Ami: sembra sempre che gliene capitino di tutti i colori. Vi assicuro che non la odio minimamente, anzi, mi sta simpatica!
Fatto sta che questo imprevisto separerà le nostre amiche… ma torneranno, in futuro!
Altri sproloqui non ne ho, perciò saluto tutti e ringrazio per i biscotti che mi avete lasciato questa notte quando sono venuta a darvi i dolci nella calza! E mi congratulo perché quest’anno ho distribuito pochissimo carbone! XD

Ora, prima delle risposte ai commenti, una novità: aderisco anche io al messaggio di elyxyz (autrice che ammiro e stimo).
Chiunque può, ovviamente, aderire a sua volta (come autore e scrittore).


Campagna di Promozione Sociale - Messaggio di No Profit:

Dona l’8% del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di scrittori.


romanticgirl grazie per i complimenti, mi fa davvero piacere che ti piaccia la storia e il mio modo di scrivere! ^__^

fighterdory è un po’ il mio vizio descrivere il più dettagliatamente possibile tutto ciò che avviene, perdendomi anche in pensieri che non sono direttamente utili alla storia ma la “abbelliscono” arricchendola… c’è chi si lamenta dicendo che sono vittima della graforrea! XD Perciò mi fa piacere che tu sia contro questa corrente! ^__^
Poi sapere che riesco a rendere vivide le immagini mi rende davvero felice! ^^ Comunque hai ragione: i capitoli discorsivi non fanno fare dei passi in avanti alle indagini, ma aiutano sempre: alla fine vedrai che ogni tassello andrà a posto, che ogni particolare che sembrava inutile o sbagliato calzerà a pennello… o almeno spero d’aver fatto un buon lavoro ed essere riuscita a ricucire tutto a pennello! XD Baci e buon anno anche a te, sebbene in ritardo ^.^

Hatori se ti fa sentire meglio posso almeno assicurarti che non sei la sola a sentirsi confusa: pure io la sarei se non fossi l’autrice! (E delle volte sono confusa anche io, lo ammetto! XD)
Per sciogliere il mistero e far venire i nodi al pettine posso solo consigliarti di non trascurare nulla, anche se il capitolo ti sembra “fuori tema” rispetto alla trama. Sono perfida, lo so, ma quei capitoli che sembrano inutili non lo sono! ^^

dinny Già, tre mesi di vacanze estive finiti in pochissimo tempo… ma è vero che quando ci si diverte il tempo passa velocemente! Il mistero verrà svelato presto, te lo assicuro: i capitoli in tutto sono trenata, e quindi ne mancano solo quattro! ^_=

sailormmon81 spero non me ne avrai a male se hai trovato due capitoli al tuo rientro! XD
Sai, sapere che riesco a far “vivere” la mia storia e far “entrare” in essa almeno un lettore mi rende davvero fiera di me. Anche perché quando scrivo un capitolo io lo vedo, e cerco di farlo vedere anche a voi. Perciò grazie, Kla, per avermi detto che ci riesco, ne sono più che lieta! ^__^
E questa volta il tuo prognostico era esatto! XD È successo qualcosa di grande, anche se non proprio alla festa di Ami. Come questa morte possa incidere sulla storia è oscuro -o almeno lo spero XD- ma il fatto che il gruppo di investigatrici si stia disgregando dovrebbe far suonare un campanello d’allarme che indica la fine della storia, no? XD
Ti faccio gli auguri di buon anno nuovo in ritardo e ti mando un bacione! ^_^

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 27
*** Amiche per Sempre ***


Casi della Vita


Amiche per Sempre

Centinaia di scatoloni invadevano l’appartamento di Ami.
Era impossibile muoversi agilmente in quelle stanze messe così a soqquadro… Perfino la camera di Usagi era più ordinata!
C’era polvere dappertutto. Impregnava l’aria, appestandola e mozzando il respiro alle sventurate visitatrici.
Una soffusa melodia si spandeva in tutto l’appartamento.
Era un basso mormorio, appena percettibile dall’orecchio. Probabilmente Mozart, un allegretto.
Perché c’era bisogno di allegria, in quel momento.
I quadri erano stati tolti e avevano lasciato un alone più chiaro sul muro, dove prima si posavano. I mobili, scostati dalle pareti e svuotati, avevevano le ante aperte ed i cassetti sfilati.
Migliaia di oggetti giacevano su torricelle pendenti, pronti a cadere al minimo spostamento d’aria.
Tutta quella trasandatezza appesantiva il cuore, stringendolo in una spietata morsa di melanconia che chiudeva anche la bocca dello stomaco.
Ovunque ci si girava o si guardava, proprio dappertutto, non c’era una singola cosa che fosse al suo posto.
Quella vista rendeva come un pugno in un occhio l’imminente partenza. Era stato troppo facile ignorare che la ragazza si sarebbe trasferita da lì a poco tempo, ma quello… quello lo metteva in evidenza, senza lasciare alcuna via di scampo.
Sembrava dire “Andrà via, qualunque cosa voi facciate”.
Dal salotto, poi, proveniva un frastuono indefinibile, come di canzoni sovrapposte.
Fu quel rumore a spingere le quattro ragazze a rivelare la loro presenza alla padrona di casa.
- Ami-chan? - domandò Usagi muovendo un passo in quel disastro, così da raggiungere il salotto.
Caso volle che posasse il piede proprio su di un pacchettino pieno di biglie. Cadde, ma evitò l’impatto col terreno grazie a Makoto che riuscì, quasi per magia, a tenerla in piedi.
- Fa attenzione, Usa-chan! - la rimproverò la miko, scansando appena in tempo un lampadario in bilico e riuscendo ad afferrarlo prima che si frantumasse sul pavimento.
Con un fracasso assordante una torre di libri cadde, facendo rovinare con lei anche una scatola piena di fogli di ogni genere, colore e forma.
- MINA-CHAN! - tuonò esasperata Rei, portandosi una mano alla fronte per trattenersi dall’uccidere l’amica seduta stante.
- Ops! - si scusò malamente lei, cercando invano di riparare in qualche modo al danno che aveva fatto - È che io sono abituata a spostare semplicemente i miei abiti dall’armadio alla valigia… Non pensavo che un vero trasloco significasse tutto questo! - si difese imbarazzata.
- Ragazze! - esclamò allegra Ami, sbucando dal salotto poiché attratta da tutto quel trambusto - Raggiungetemi, dai! - le invitò con un sorriso radioso dipinto sul viso.
Così, sotto la sorveglianza vigile e costante della giovane e grazie alle sue direttive precise e rigorose, le quattro riuscirono a raggiungerla senza distruggere più nulla, benché sia Usagi che Minako provarono più volte ad inciampare su qualcosa.
Finalmente raggiunsero sane e salve il salotto che, se possibile, sembrava ancora più a soqquadro del resto dell’appartamento.
Possibile che fosse passato un tornado in quella casa?
Dei libri erano stati ben impilati, mentre quelli che, a prima vista, sembravano album di foto erano sparpagliati sul tappeto, insieme a dei giocattoli da bimbi.
Sopra ad alcuni CD sparsi sulla scrivania stava un carillon aperto, mentre una pila di vestiti decorava la poltrona come fosse un albero di natale.
- Hem, scusate per il disordine. - si scusò imbarazzata la padrona di casa dopo essersi accorta che la casa non era particolarmente presentabile… Anzi, che non lo era per nulla.
Ma le quattro amiche fecero spallucce.
Usagi si accomodò sul tappeto, aprendo a caso un album, trovando una bella foto di lei, Ami e Kaori che sorridevano all’obbiettivo mentre sullo sfondo spiccava la ruota panoramica di un parcogiochi.
Sorridendo si ricordò che la donna amava tanto le fotografia, ne faceva sempre a centinaia… Perfino di più di quante ne facessero i suoi genitori.
- Grazie per esservi offerte di aiutarmi. - mormorò riconoscente offrendo a ciascuna una tazza di tè caldo.
- Figurati! - rispose Makoto per tutte, accettando di buon grado la bevanda ristoratrice.
Minako buttò giù d’un fiato il liquido ambrato e si alzò - Bene, da cosa s’inizia?
Ami sorrise, davvero felici di avere delle amiche simili, sempre pronte a sostenerla, incoraggiarla ed aiutarla in ogni momento.
S’alzò sistemandosi un poco gli abiti e si mise un fazzoletto sul capo - Allora… Mako-chan, tu occupati delle piante e della cucina. - disse indicando la seconda stanza a destra - Mina-chan, a te affido i vestiti. - continuò lanciando un’occhiata eloquente alla poltrona che aveva accanto - Rei-chan, tu dovresti aiutarmi a sistemare i libri. Mentre a te, Usa-chan, affido questi vecchi ricordi.
Le ragazze alzarono il pugno al cielo e gridarono: - Al lavoro!
Ed il lavoro iniziò, in allegria e spensieratezza, mentre Minako cantava un allegro motivetto che invase presto tutte le stanze.
Quel clima frenetico e superficiale era proprio quello di cui necessitava Ami, che passava il tempo ad aiutare l’una o l’altra amica, per poi dedicarsi ai suoi adorati libri.

Il campanello dell’appartamento suonò verso l’una.
Finalmente le cinque amiche si permisero una pausa, per poter mangiare un boccone veloce.
- Ottimo! - esclamò Usagi dopo aver spolverato la sua porzione in un lampo.
- Usa-chan, sei un pozzo senza fondo! - la prese in giro Rei, ghignando mentre si mangiava un’altra nuvola di drago.
Infastidita, la ragazza gliene rubò un paio, mettendosele direttamente in bocca tutte assieme, tanto che le guance le si gonfiarono.
La sua espressione era semplicemente ridicola… mentre quella di Rei era furiosa!
In men che non si dica si scatenò un putiferio, poiché Minako aveva imitato l’amica rubando ad Ami un gamberetto fritto.
Sfinite, dopo l’estenuante battaglia, le ragazze si lasciarono andare sui cuscini ridendo di gusto.
Sembravano tornate bambine.
Ripreso fiato Ami si puntellò sui gomiti per osservare meglio le amiche.
- Sapete, mi mancherà tutto questo, in Germania. - sospirò mentre il suo sorriso prendeva una linea più malinconica.
Usagi scattò in piedi - Ma tornerai! - esclamò con forza, come una bambina. In quelle semplici parole c’era dentro tutta la sua amicizia e la sua speranza di tornare ancora a giocare così prima o poi.
Poi le corse incontro, abbracciandola forte - Noi cinque… saremo amiche per sempre! - esclamò trattenendo a stento le lacrime che le premevano sugli occhi color del cielo per sgorgare.
Le altre tre annuirono con convinzione, per poi unirsi una ad una in quell’abbraccio di gruppo, ingombrante e impacciato.
- Grazie. - mormorò solo Ami, troppo commossa per aggiungere qualcos’altro.
Le quattro ragazze annuirono, respirando i loro profumi uniti.
Poi si asciugarono gli occhi, e si guardarono un istanto; infine si rialzarono piene d’energia.
- Avanti, continuiamo il lavoro!

Fu solo verso sera che si vide un netto miglioramento in quell’appartamento: si riusciva ad andare da una stanza all’altra senza far cadere pile di libri o inciampare in qualcosa.
Anche se si doveva ancora fare lo slalom tra gli scatoloni.
- Ami-chan, dove posso trovare degli altri scatoloni? - domandò Usagi raggiungendola nella sua stanza, dopo aver schivato per un pelo una torre di stoviglie che Makoto stava sistemando.
La ragazza ci pensò su un secondo - In camera della mamma dovrebbero essercene una decina - disse indicando la stanza davanti alla propria - Li porteresti fuori tutti?
Usagi annuì e varcò la soglia di quella stanza spoglia.
Era già stata completamente svuotata se non fosse stato per i mobili.
Fu facile individuare gli scatoloni di cui aveva parlato l’amica.
Ne prese cinque, credendo fossero vuoti, ma fu sopraffatta dal peso di uno di essi e li face cadere tutti, rovinando a terra anche lei.
- Che succede, Usa-chan? - chiese Ami preoccupata - Hai bisogno di una mano?
- N-no! - gridò in risposta, scansando uno scatolone che le faceva da cappello - È tutto okay, li ho solo fatti cadere! - spiegò sbrigativamente guardando dov’erano andati a finire.
Li raccolse alla svelta per poi posarli fuori, in corridoio, subito dopo tornò nella stanza per raccogliere quello che aveva fatto cadere.
Mise all’interno della scatola un paio di disegni fatti da Ami quando era piccola, tre o quattro fotocopie e un paio di libri consunti.
Poi lo sguardo le cadde su un’agenda in pelle nera che catturò tutta la sua attenzione. Sulla copertina si leggevano delle lettere sbiadite, forse un tempo d’oro - Diary. Lo girò tra le mani, passando il palmo sulla pelle.
Non resistette: curiosa di scoprirne il contenuto, Usagi aprì la prima pagina, datata trent’anni prima.




Note dell’autrice:
Scusate, ma oggi sono febbricitante @.@’
Appena starò meglio metterò le note alla storia e le risposte alle recensioni, prometto! Ù_Ú


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EDIT 21-01-2008:
Mi è passata l'influenza!! ^__^
Quindi ora passo all’angolo dei ringraziamenti e delle risposte!

dinny dispiace moltissimo anche a me, per Ami. È stata proprio sfortunata, è il caso di dirlo.

sailormoon81 hem… GIURO, non avevo intenzione di far piangere nessuno! Mi dispiace averti rattristata così tanto.
Ad ogni modo sono lieta d’averti spiazzata: è una storia di mistero e suspance, se fosse banale e prevedibile sarei del tutto imbranata! XD
Ancora grazie mille per i complimenti, bacio!

blue1989 bentornata! ^.^ Comunque non preoccuparti: un commento va benissimo, è sempre difficile riprendere una storia quando è in stadio avanzato (ne so qualcosa =.=).
Grazie mille per i complimenti, mi fa piacere sapere che la mia storia è stata apprezzata.

merwen dei tre particolari che hai trovato posso dirti con sicurezza che il primo (la donna al bar) è stato un mio espediente narrativo, per il resto potresti benissimo avere ragione! ^^ Non sono vaneggiamenti, credimi ^_-

fighterdory figurati, una ragazza così buona non merita il carbone ^_-
Comunque la situazione di Ami è complicata: era stata lei, se ricordi bene, a dare il via a tutto e quindi il desiderio di diventare una grande dottoressa potrebbe essere la spiegazione del suo voler andare in Germania. D’altra parte ha tentato tutte le vie, resta solo quella scientifica da provare.

romanticgirl già, povera Ami… inizio a pentirmi di averla fatta soffrire così, ma era tristemente necessario…

Usagi_84 rispondo ad entrambe le recensioni: se vuoi casa Chiba è tutta per te! Cerca qualsiasi indizio, li corrompo io Kyoko e Hiroshi per farti entrare ^_-
La tua idea di Kaori che sa un mistero sui protagonisti non è malvagia: d’altra parte lei è, come ha detto qualcuno ed io confermo, l’unica che ha visto nascere/fatto nascere i protagonisti di questa storia. Non mollare, sei alla soluzione!

anamaya87 ciao! Vedrai che cosa centra la morte di Kaori, non ti anticipo nulla, ma vedrai che ha un suo scopo. ^^

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 28
*** Il Diario ***


Casi della Vita


Il Diario

Caro diario,
mi chiamo Kaori Mizuno.
Questo è il terzo diario che tengo… beh, spero che tu mantenga i miei segreti come i precedenti!
Comunque… dicevo?
Ahm sì, mi chiamo Kaori ed ho ventiquattro anni, sono nata il 5 giugno e quindi sono del segno del cancro.
Ho una sorella meravigliosa di nome Ikuko -più piccola di me di un anno-, che letteralmente adoro. Lei è fidanzata con Kenji Tsukino, un fotografo piuttosto famoso nell’alta società.
Pure io ho il fidanzato, che credi! È un fidanzato strepitoso di nome Hiroshi Chiba.
E fra neppure un anno diventerò Kaori Chiba!
A dire il vero questo matrimonio combinato dai nostri genitori non mi attraeva molto, all’inizio. Ho lottato parecchio per poter decidere da sola chi sposare, sai, i miei genitori credono ancora di sapere ciò che è meglio per le loro figlie.
Infatti non ho mai capito come Ikuko avesse potuto ottenere di sposarsi con Kenji… però credo che sia perché è la secondogenita. Ma non ne sono gelosa: voglio così bene alla mia sorellina che non posso far altro che augurarle sempre il meglio!
Ad ogni modo ho assecondato mamma e papà perché mi lasciassero in pace: così tempo fa andai a conoscere questo Hiroshi Chiba con cui avrei dovuto dividere tutta la mia vita.
Era un bell’uomo, certo, ma non mi attraeva poi tanto… però… conoscendo Hiro-chan mi sono davvero innamorata!
Non l’avrei mai creduto possibile! Perché inizialmente lo trovavo anche piuttosto superbo, come uomo. Uno di quei palloni gonfiati pieni di sé e che non vedono al di là del loro naso…
Okay, devo andare, ora: mia madre mi sta assillando da un minuto buono per fami scendere.
A presto

Kao-chan


Usagi scorse alcune pagine sogghignando per tutti i cuoricini che erano stati disegnati con penne di tutti i colori: neppure lei ne aveva fatti così tanti sul suo diario!
Il che era un eufemismo, ovviamente: quando era stata innamorata del fratello aveva disegnato almeno cinquanta cuori per ogni singolo giorno.
Senza contare che spesso li disegnava anche sui fazzoletti, i quaderni, i libri, i tavoli e ovunque riuscisse ad arrivare.
Era stata la disperazione di Kyoko, in quel tempo, davvero.
Comunque quella storia era vecchia, nessuna vera novità: si sapeva da sempre che Kaori odiava Hiroshi e Kyoko per il matrimonio saltato.
Era una storia che ormai sapeva di vecchio e stantio.
Fin da quando Ami, Rei e Usagi si erano conosciute veniva raccontata loro quella storia, per metterle al corrente di quelle tensioni fra adulti che loro percepivano.
Anche perché Kaori non era portata per il perdono: se le legava al dito, le cose, e non le scordava mai.
Aveva il rancore perpetuo, però se conquistavi la sua stima allora non la perdevi più.
Era un po’ esagerata, forse, ma le volevano bene anche per quello: Ikuko adorava la sua sorellona, dal profondo del cuore.
Perciò sarebbe stato del tutto inutile leggere pagine su pagine di ovvi e prevedibili insulti verso i suoi genitori: ne sarebbe uscita solo con un brutto ricordo della donna e null’altro.
Ed Usagi voleva ricordarsi di Kaori come della donna sorridente nella foto che aveva visto in soggiorno: quella era la vera Kao-chan.
Così fece scorrere le pagine, distrattamente, finché il tono non sembrò calmarsi: erano passato quasi quattro anni, con un salto temporale notevole.
Allora Usagi cercò la data del tre agosto: infatti proprio quel giorno, ventisei anni prima, era nato Mamoru.
Chissà come aveva preso il fatto di dover far nascere il figlio di quelli che per lei erano dei traditori!
Incapace di resistere alla tentazione Usagi lesse.

Caro diario,
oggi è nato quel Mamoru.
Oddio che nome orribile! Mamoru Chiba, ma ti rendi conto?
Scommetto che l’ha scelto quella sciocca di Kyoko…

La giovane storse il naso, leggermente infastidita, e smise di leggere.
Secondo lei il nome del fratello era molto bello, invece.
E poi, a che pro Kaori se la prendeva con un neonato?
Usagi non avrebbe mai capito quell’accanimento, proprio no!
Fece per smettere quando, voltando pagina, trovò degli accenni ad una nuova conoscenza.
La ragazza aveva sempre voluto sapere di più del padre di Ami, ma non aveva mai osato domandarne.
Solo una volta l’aveva fatto, e l’amica le aveva risposto che non l’aveva mai visto.
Così si era trattenuta, ed ora aveva davanti a sé degli accenni a quella storia.
Era una di quelle relazioni da film: estremamente tristi.
Kaori l’aveva conosciuto in ospedale per sbaglio e gli era stata vicino. Lui aveva una malattia terminale.
Non si sposarono né lei scrisse mai d’esserne innamorata, ma decisero di avere la piccola Ami.
Con le lacrime agli occhi Usagi proseguì, lasciando alla carta il segreto di quella storia straziante.
Mancavano solo un paio di giorni al compleanno di Rei e lei era curiosa di vedere cos’aveva scritto: era stata lei stessa a farla nascere, un giorno e mezzo prima di lei o anche meno.
Chissà se quell’insofferenza che provava per la nipote era nata da subito?
Si asciugò le lacrime e lesse.

Carissimo diario,
oggi è nata la mia nipotina!
È meravigliosa!
Ha i capelli biondissimi e degli occhioni enormi! Probabilmente diventeranno di uno splendido azzurro cielo, ci metterei la mano sul fuoco!
È stato meraviglioso: mi ha stretto il pollice attorno alla mano quando l’ho portata insieme agli altri bimbi nella loro saletta.
Oh, che amore!
La mia piccola Rei Tsukino… Rei-chan!
Scommetto che sarà molto amica della mia Ami-chan!
Sarà come vedere una piccola me che gioca con una piccola Ikuko… un tuffo nel passato! Devo procurarmi di già una macchina fotografica.
Ah, non vedo l’ora!

Kao-chan


La ragazza spalancò gli occhi. Posò il diario ancora aperto, si stropicciò con le mani gli occhi, tornò a leggere quella pagina e spalancò di nuovo la bocca, incredula.
Possibile che stessimo parlando della stessa Kaori di adesso? Eravamo sicuri che gli alieni non l’avessero rapita e poi riportata sulla terra con un altro carattere?
Usagi era interdetta.
Non si sarebbe mai immaginata un'accoglienza così calorosa da parte di Kaori per Rei, soprattutto visto che non le aveva mai detto niente più di "Ciao, come va?", non in sua presenza, almeno.
Eppoi… Rei bionda? E con la quasi certezza di un medico che i suoi occhi sarebbero diventati azzurri?
No, qualcosa non tornava.
Che cosa mai aveva potuto combinare la piccola Rei per farsi odiare così tanto?
Ancora attonita voltò pagina, trovando l'episodio della sua nascita.

Che disdetta!
Ma ti rendi conto?!
Oggi dovevo tornare a casa per riposarmi, sai con il pancione c’è qualche problema a lavorare, ma quell’imbecille di Kyoko Chiba ha dovuto farsi venire le doglie!
Così ho fatto nascere la loro secondogenita. In anticipo di una settimana, per giunta.
Usagi Chiba.
Nome orrido come quello del fratello!

C'era decisamente qualcosa che non andava.
Kaori aveva sempre amato Usagi, sempre, e l'aveva anche sempre viziata.
Allora perché quell'astio nei suoi confronti? Perché schernire così una creatura innocente, appena nata?
E cosa mai le aveva fatto cambiare idea? E dire che far cambiare idea a Kaori era possibile tanto quanto era possibile vivere nello spazio!
Usagi era sempre più confusa, non sapeva davvero più che cosa pensare.
Così l'occhio le cadde sulla pagina successiva, piena di puntini di sospensione.
Curiosa, lesse.

… Caro diario…
Io…
Temo d’aver fatto una sciocchezza…
Ero… furiosa! E lo sono ancora…
Avevo covato per così tanto la vendetta…
Cioè… non può essere così terribile, no?
Infondo non cambierà nulla, ed io avrò la mia vendetta…
Non potevo più sopportare questo rancore e così…
Beh…
Le ho solo scambiate…
Da così piccole non se ne accorgerà nessuno!
Ho solo scambiato i loro braccialetti, nulla più...
... se lo meritavano entrambi...

Kaori aveva fatto COSA?
Usagi non riusciva a capire, ma era certa che fosse qualcosa d’estremamente negativo.
Frenetica riprese a leggere.

Ora Usagi è mia nipote e Rei quella pezzente della figlia dei Chiba.
Le ho scambiate…

Il diario cadde.
Poi fu solo lo sbattere della porta d'ingresso, mentre quattro visi stupiti si consultavano nella ricerca di una qualsiasi spiegazione.




Note dell’autrice:
Così si risolve il mistero di Chibiusa. Quelli che dovevano essere i casi di una vita di Usagi. Ma alla fine della storia il vero caso è stato che la figlia dell’adorata sorella di Kaori si innamorasse, ricambiata, in tenera età del figlio della donna che odiava. Quell’amore che lei aveva voluto era nato per loro, creando non poco scompiglio.
In teoria la storia sarebbe dovuta finire qui perché, come dissi all’inizio della storia, a me interessava svelare il mistero della buona salute di Chibiusa, senza interessarmi delle conseguenze che avrebbe avuto. Però mi rendo perfettamente conto che lasciarvi così è poco appagante, senza dimenticare che questa risoluzione porta non poche domande e dilemmi. Proprio per questo ci sarà ancora un capitolo e poi l’epilogo della storia.
Ad ogni modo ci tengo a dire che ho risposto ai commenti dello scorso capitolo in “Amiche per Sempre”. ^^


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Ora l’angolo dei ringraziamenti e delle risposte!

valepigia indovinato! Ecco risolto il mistero tanto intrigante.

dinny mi sono fermata solo perché il capitolo veniva troppo lungo, infatti in origine questo e quello precedente dovevano essere un unico capitolo. ^^ Spero che non me ne avrai per averti fatta attendere troppo ^^.

romanticgirl grazie, mi fa piacere sapere che ti è piaciuto il capitolo! ^^ Ed hai indovinato: in questo cap s risolve tutto quanto…

fighterdory ed esattamente lo scorso capitolo era la quiete prima della tempesta ^^ Hai indovinato, complimenti!
E grazie per i complimenti, mi fa sempre piacere che la storia viene apprezzata ^^ e mi sono rimessa, sissì!

Usagi_84 avevi indovinato, visto? Perseverare nelle tue indagini ha portato alla risoluzione del caso. Avevi pensato che potesse essere andata proprio così? Oppure ti sono riuscita a stupire almeno un po’?
Per quanto a tutte le tue domande, erano le stesse che mi ero posta io una volta scritto questo capitolo finale. Per le tipe come te e me, che non vogliono essere lasciate completamente in sospeso e non amano i finali troppo aperti ho scritto il prossimo capitolo e l’epilogo! ^^ Spero ti piaceranno. Bacio.

sailormoon81 grazie per le segnalazioni: le ho controllate e corrette tutte ^^ la febbre non ha perdonato, comunque XD se fossi stata lucida li avrei scovati, credo XD
Grazie come sempre per i complimenti, non mi sono ancora abituata a riceverli! XD Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Bacio!

merwen la scelta non era casuale, come puoi notare ^_- e sarai felice di aver scoperto tutto il mistero, ora!

blue1989 ci avete azzeccato tutte: il mistero è risolto… per quanto a Usa… sì, ci è rimasta proprio male, come denota il fatto che sia scappata. E grazie mille per i complimenti, a presto! ^^

elle grazie per i complimenti, sono felice di sapere che ti sia piaciuta! ^^

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 29
*** Dilemmi ***


Casi della Vita


Dilemmi

Incredibile: ora che tutto era risolto, che il “mistero Chibiusa” s’era finalmente concluso liberandola dal tormento degli anni passati, Usagi non riusciva ad essere felice.
Le sembrava un brutto scherzo, un terribile incubo da cui doversi risvegliare con le sole proprie forze… un incubo da cui lei voleva risvegliarsi.
Si pizzicò una guancia e le scappò un gridolino di dolore.
Era pazza.
Ora che poteva essere libera, che poteva scappare da quell’oscuro tunnel che aveva chiamato vita fino a quel momento, voleva più di prima aggrapparsi a quel pilastro.
Il suo muro portante si stava sgretolando sotto i suoi piedi e macigni cadevano sopra la sua testa colpendola e ferendola.
Ma cosa poteva fare?
Cosa doveva fare?
Come poteva davvero credere che la dolce Kao-chan avesse taciuto, alla nascita di Chibiusa, ciò che aveva fatto? E perché, poi, aveva tenuto all’oscuro tutti?
Ami… lei come l’avrebbe presa? E Kyoko? E Ikuko? Senza contare Kenji e Hiroshi… Oddio, lei aveva un fratellino! Era lei una sorella maggiore!
Usagi si prese la testa tra le mani e si nascose tra le proprie ginocchia.
Non piangeva, ma l’unica cosa a cui riusciva pensare Usagi, seduta inerte su una panchina del parco, era la sua situazione attuale. Quel disastro della sua situazione attuale.
Era appena scappata dalla casa di Ami senza dire una sola parola, aveva scoperto di non essere la sorella di Mamoru.
La sua Chibiusa, dunque, era sana per questo. Avrebbe potuto condurre una vita tranquilla e felice, non avrebbe mai più dovuto farsi difendere dai genitori: era finalmente normale!
Usagi sorrise mestamente a quel pensiero, che però venne subito scavalcato da un altro, più pressante e opprimente: ora era libera di amare Mamoru.
Ma lei era fidanzata con Seiya! Lei amava Seiya, lei era felice con Seiya… lei amava Seiya con tutto il suo cuore.
Mamoru… anche lui s’era rifatto una vita con Setsuna, e non era il tipo da stare con qualcuna senza amarla davvero.
Senza dimenticare che Usagi voleva molto bene alla ragazza: le vacanze al mare le aveva unite. Setsuna-chan era la sua nee-chan!
Pure Chibiusa non doveva essere tralasciata: la bambina s’era affezionata veramente tanto a Setsuna e a Seiya. Aveva perfino iniziato a chiamarli Setsuna-oba-chan e Seiya-oji-chan ottenendo così per la prima volta degli zii amorevoli che la chiamavano Chibiusa-mago-chan.
Come poteva Usagi essere così crudele da rompere quell’equilibrio?
Poteva davvero tornare da Mamoru e ignorare quello che provava per Seiya?
Poteva distruggere la felicità di Seiya e Setsuna solo per avere una sua egoistica felicità?
Ma poi, era davvero certa che Mamoru l’avrebbe voluta di nuovo lasciando Setsuna per sempre?
E se invece lei stessa non avesse voluto lasciare Seiya? Perché avrebbe dovuto farlo? Voleva davvero tornare insieme a Mamoru?
Domande, solo e sempre domande, tutte senza risposta alcuna.
Gettò un sassolino nelle limpide acque del laghetto davanti a lei facendo risuonare il silenzio di un chiaro pluf mentre ampi cerchi concentrici si formarono increspandone la superficie.
- Una rosa per i tuoi pensieri. - le disse all’orecchio una calda e profonda voce che Usagi conosceva bene.
Senza l’usuale allegria la ragazza si voltò, un pallido sorriso spento fece capolino sul suo viso reso ancor più ridicolo dagli occhi evidentemente rossi - Haruka-senpai, cosa ci fa qui? - chiese Usagi fingendo la solita spensierata ingenuità.
La donna le sferrò un piccolo e delicato pugno sul capo per poi sedersi accanto a lei - Usagi-köhai, ti conosco troppo bene, non mi puoi mentire. - la contraddisse osservando il laghetto dopo averle posato una rosa bianchissima sul grembo.
Dolce e confortevole il silenzio ricadde tra le due, prese ognuna in misteriosi pensieri.
- Sono nei pasticci, Haruka-senpai. - le confidò Usagi giocherellando con la rosa che aveva tra le mani.
La senpai si limitò ad osservarla con un sorriso preoccupato che però la ragazza non vide - In che guai puoi mai esserti cacciata, Usagi-köhai? Non sei il tipo di combinare delle marachelle. - la prese in giro ironica, cercando di alleggerire quell’atmosfera pesante ed opprimente.
- Haruka-senpai! - disse scandalizzata lei guardandola dritto negli occhi - È una cosa seria! - insistette terrorizzata all’idea di poter essere presa per pazza.
La donna le posò una mano sulla spalla con fare rassicurante - Sono qui per ascoltarti, Usagi-köhai.
Il racconto dell’intera storia portò via loro molto tempo, molti singhiozzi e molte lacrime, che finalmente scorsero sulle gote di Usagi accompagnate da molti silenzi e molte parole.
- Così, Haruka-senpai, mi ritrovo senza la minima idea di quello che devo fare. - confessò tristemente evitando d’incrociare il suo sguardo anche solo di sfuggita.
- Dire la verità, ecco cosa devi fare. Chiamali, fissa un appuntamento per tutti e quattro e dì loro la verità. - le consigliò fredda e razionale la donna.
- I primi che hanno il diritto di sapere siete tu e Mamoru-kun insieme ai vostri fidanzati. - specificò guardando davanti a sé il laghetto quieto.
Spaventata da quella reazione gelida e perfettamente logica, Usagi si punse con una spina della rosa ed uno splendido petalo bianco divenne vermiglio per il sangue versato.
La ragazza osservò stranita quella macchiolina di sangue ingrandirsi a vista d’occhio, ne sembrava ipnotizzata.
- Scusami, Usagi-köhai. - le sussurrò Haruka inginocchiandosi davanti a lei e posandole delicatamente le labbra sul polpastrello offeso.
Pulita la ferita dal sangue la donna porse alla giovane un fazzolettino bianco con il quale la fasciò amorevolmente.
Usagi non sapeva cosa dire, raramente aveva visto la sua senpai comportarsi così. Haruka era una donna forte, poco propesa a quelle “smancerie” che definiva “da femminucce sentimentali, bleah!”
- Usagi-köhai - disse per richiamare la sua attenzione - Vieni con me. - le sussurrò all’orecchio alzandola gentilmente e portandola via dal parco.
Nemmeno il tempo di sbattere le ciglia che Usagi si ritrovò un casco calcato sulla testa, a cavalcioni di una moto ed il corpo della sua senpai stretto tra le braccia mentre sferzate di vento le venivano addosso.
Intrappolata in quella morsa più forte del cemento, la giovane con la compagna si lanciarono in una folle corsa, il vento che sussurrava al suo orecchio mille parole che Usagi non riusciva ad afferrare, anche se sentiva in fondo al cuore che erano la soluzione al suo problema.
Perfino una paurosa come lei s’intristì quando la moto si fermò di colpo ed il vento smise di vorticarle attorno.
Ma la tristezza lasciò il posto ad una sensazione senza nome, come l’allargarsi del cuore, diventato improvvisamente così capiente da poter contenere in se l’intero universo.
Non semplice gioia né vera felicità. Era solo come essere in pace non solo con se stessi e con il mondo esterno, ma anche con il proprio cuore.
Qualcosa che ti fa mettere le ali e volare nel cielo più azzurro senza il timore di cadere.
- Haruka-senpai… - sussurrò Usagi quasi incapace di parlare per la meraviglia - grazie, grazie di tutto cuore. - terminò senza mai staccare gli occhi dall’oggetto di quel miracolo.
La donna le posò una mano sulla spalla togliendole il casco che Usagi, sbadata come sempre e troppo impegnata, aveva scordato di togliere. Piano le si avvicinò all’orecchio - Usa-chan, ora che sei calma rifletti, cosa c’è di meglio in questa situazione? - le chiese affabile.
La ragazza, ancor più stupita per l’appellativo ricevuto dalla sua senpai, si perse in quello spettacolo cercando di memorizzarne ogni singolo particolare.
Nelle orecchie il suono lontano della risacca sulla spiaggia e il più vicino infrangersi delle onde sulla scogliera.
In lontananza, ad intermittenza, la luce del faro sembrava richiamare tutto e tutti, invitando la quiete notturna a scendere sulla costa.
Un grande sole rosso come il fuoco, immerso placidamente nelle acque arancio e rosa, tingeva il cielo colorato di tutte le sfumature possibili: dal giallo al rosa, dall’azzurro al viola, dal blu al nero.
Una grande nuvola poco sopra il mare prendeva piano la forma di cavalli impennati, splendidi equini di un rosa aranciato formati da soffici ed effimere nuvole.
Nemmeno un minuto dopo che i cavalli erano già spariti e sfilacciati in mille altre nuvolette, Usagi inspirò ed espirò profondamente, poi sorrise.
- Haruka-kun - azzardò trattenendo il sospiro - grazie, ora so cosa fare. - le disse voltandosi verso di lei per mostrarle il vero sorriso che aveva sul viso.
Haruka annuì - E quindi? - domandò cercando di non mostrare l’impazienza che la caratterizzava.
La ragazza tornò ad osservare il sole - Chibiusa. - disse Usagi come fosse la soluzione al problema, la risposta a tutte le sue domande.
L’aveva sempre avuta davanti, ma persa in mille elucubrazioni l’aveva dimenticata.
Quel sole arancio, però, aveva spazzato via la nebbia del dubbio lasciando scoperta ed accessibile la soluzione - Devo dire la verità per lei. Non per me, né per Mamoru, né Seiya o Setsuna, né Kyoko o Ikuko o chicchessia… ma per lei. Chibiusa potrà crescere come una bambina normale ed è questo che a me interessa. Nient’altro.
Fiera della decisione della sua köhai Haruka le sorrise apertamente - Riportami a casa, Haruka-kun. - le chiese gentilmente ricevendo il casco come unica risposta.
Usagi osservava ancora quella meraviglia quando il vento tornò a circondarla allontanandola in fretta dalla scogliera.
Si limitò a chiudere gli occhi posando il capo sulla schiena della sua senpai assaporando quei minuti di libertà prima del suo compito.
Avrebbe assolto al suo dovere senza esitare, perché sapeva di essere nel giusto.

- Grazie per essere venuti. - disse sorridente Usagi vedendo Mamoru e Setsuna entrare a braccetto subito seguiti da Seiya che le si avvicinò baciandole gentilmente le labbra.
Invitati dalla ragazza le due coppie si sedettero al tavolino ordinando due caffé neri un cappuccino ed un caffé macchiato.
Chiacchieravano tranquillamente del più e del meno, stranamente allegri d’essere stati chiamati d’urgenza da Usagi. Ma era facile capire il motivo della loro pacatezza: lei era tranquilla e addirittura felice, dubitavano vi fosse qualcosa di strano - forse aveva solo avuto voglia di compagnia.
Bevendo il suo cappuccino e sporcandosi il naso di schiuma, Usagi sentì su di sé gli occhi fissi ed attenti degli altri tre ragazzi.
Posò piano la tazza e alzò lo sguardo.
- Vi devo dire una cosa, una cosa molto importante. - iniziò seria per raccontare la storia.
Man mano che procedeva nel suo discorso, i volti di tutti impallidivano vistosamente, e dal silenzio profondo in cui la stavano ascoltando si passò ad una gran confusione che coinvolse il tavolo. Mamoru s’alzò di botto portando la sua tazzina di caffé a rovesciarsi e ad infrangersi sul pavimento, mentre Setsuna si portava le mani alle labbra guardandosi scandalizzata intorno mentre Seiya aveva abbracciato da dietro la bionda dicendo qualcosa d’incomprensibile attraverso la confusione causata.







Note dell’autrice:
Bene, bene, bene. Ultimo vero capitolo (dato che il prossimo è propriamente un epilogo e non un capitolo), che dovevo scrivere anche se non era programmato: avevo lasciato troppa carne al foco e troppi dubbi inespressi e insoluti
Mi auguro che così anche la vostra curiosità si sia placata un poco, o almeno in parte.
Ripeto, e non mi stancherò mai di farlo, che questa fic aveva come scopo la risoluzione del mistero di Chibiusa, e non i casini e i sentimenti che sarebbero nati dopo. Perciò la storia, nel mio programma, finiva lo scorso capitolo…
In ogni caso si accettano scommesse! XD Quali coppie ci saranno? Usagi/Sieya e Mamoru/Setsuna? Oppure Usagi/Mamoru? O decideranno di non avere più nulla a che fare tra di loro? XDD Perdonate gli schizzi, ma è che sono sempre piuttosto euforica quando finisco una storia! xDD
Cooomunque on credo d’aver altro da dirvi, sinceramente, perciò procediamo come sempre ^_^



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Ora l’angolo dei ringraziamenti e delle risposte!

merwen i miei complimenti per l’intuito ^_^ siete state in poche a perseverare nelle vostre convinzioni, ed alla fine avete vinto un premio (vi farò fare un soggiorno a villa Chiba XDD). Scherzi a parte (esatto, niente soggiorno! XD) mi fa davvero piacere che apprezzi la storia. Per la scelta Mamo o Seiya, però, ti toccherà aspettare il prossimo capitolo..

semplicementeme inizio dicendoti che, certamente, tutti possono aderire alla causa po-recensioni (io stessa ho aderito all’iniziativa da parte di un’autrice che apprezzo molto). Volevo mandarti una mail per informati subito, ma il tempo è tiranno, si sa…
Mi dispiace per i problemi al computer che hai avuto, ho, purtroppo, fin troppo ben presente i disagi che crea. Ad ogni modo ben ritornata! ^_^
Per quanto riguarda la fic… Avevi proprio indovinato quella volta che mi mandasti la mail: scambio di culle. Ma sono felice che almeno il motivo ti abbia spiazzata: significa che non era prevedibile, benché ne avessi accennato e avessi lasciato micro-briciole in giro per i capitoli. Per quanto riguarda le reazioni di tutte… ci sarebbe da scriverci un’altra fic intera. Però dato che il mio scopo era quello di risolvere il mistero, vi risparmierò questo patimento.
Per quanto riguarda lo sgarro di Kaori a Ikuko è, purtroppo, presto spiegato: ira. L’ira ti fa perdere di vista tutte le tue basi, gli affetti, tutto. La vendetta e l’ira l’hanno portata a compiere quel gesto. L’orgoglio poi le impedì di ammetterlo e rimettere tutto a posto. Diciamo che Kaori è umana, e quindi sbaglia.
Per quanto riguarda le mie investigatici… dipende da quando ne parlo! XD Spesso mi riferivo così a voi lettrici, che avete sempre indagato proponendo teorie sempre più interessanti, altre volte parlavo delle inner senshi, che hanno fatto di tutto per risolvere il mistero. ^^

romanticgirl lieta d’averti stupita ^^ non essere banale, in una storia di mistero e suspance, è davvero il complimento più grande che possa mai ricevere ^^ Per quanto riguardo Usa, Mamo, Seiya e Suna… ti rimando all’epilogo ^^

elle grazie mille per i complimenti ^//^ mi fa piacere che la storia ti sia piaciuta! ^^ La famigliola felice forse si vedrà nell’epilogo, bisogna solo vedere se sarà Usa/Mamo o Seiya/Usa e Mamo/Suna ^_-

valepigia complimenti per l’intuito! ^.^ Esatto, ora Mamo e Usa si possono amare ma… vorranno farlo? Lo scoprirai nell’epilogo, prometto ^_-

Usagi_84 mi miei più vivi complimenti per le indagini svolte e la perseveranza, hai avuto il diploma di investigatrice! XD Scherzi a parte, sei stata davvero la più brava.
Ma perfino l’albero genealogico?! Mnh… se devo proprio dirti la verità… pure io quando ho progettato la fic all’inizio ho fatto l’albero genealogico! XD
Comunque c’è solo un errore nel procedimento logico: Ikuko e Kenji non sapevano dello scambio. Il “se lo meritano tutti e due” è riferito a Hiroshi e Kyoko. Kaori voleva ferire Kyoko e Hiroshi, non Ikuko, lo sgarro di Kaori a Ikuko è però, purtroppo, presto spiegato: ira. L’ira ti fa perdere di vista tutte le tue basi, gli affetti, tutto. La vendetta e l’ira l’hanno portata a compiere quel gesto. L’orgoglio poi le impedì di ammetterlo e rimettere tutto a posto. Diciamo che Kaori è umana, e quindi sbaglia.
Ad ogni modo sono io a ringraziare te per continuare a leggere, mi fa davvero molto piacere. ^^ Un bacio

sailormoon81 premetto che ho corretto e ti ringrazio mille volte non solo per i complimenti ma anche per queste piccole correzioni che mi aiutano a migliorare ^^
Poi rispondo alla recensione della storia XD lo scambio delle culle era quello “meno complicato” ed il più realistico, però nonostante tutto non è stato puntato il dito con certezza su questo, il che mi ha fatto mooolto piacere. Purtroppo so bene che ci sarebbe bisogno di scrivere quasi un’altra fic per spiegare come la prendono adulti e compagni, Chibiusa e tutti quanti… però spero vi accontentiate di quello che ho scritto e scriverò col finale. ^^

NENACHAN sono felice che questa storia sia una delle tue preferite ^^ Io ci sono davvero affezionata, è quasi come una bambina, per me! ^^

fighterdory se hai bisogno di raccomandazioni scritte per un concorso ad investigatrice privata fammelo sapere che te le mando più che volentieri! xD Sei stata proprio un ottima detective, i miei complimenti ^^
Per quanto riguarda Kaori… il suo comportamento -che ha ferito sia la sua adorata Ikuko che Usagi- si spiega però, purtroppo, presto: ira. L’ira ti fa perdere di vista tutte le tue basi, gli affetti, tutto. La vendetta e l’ira l’hanno portata a compiere quel gesto. L’orgoglio poi le impedì di ammetterlo e rimettere tutto a posto. Diciamo che Kaori è umana, e quindi sbaglia. Per questo pure quando ha saputo di Chibiusa non ha fatto nulla: alla fin fine era una vergogna in più per Hiroshi e Kyoko, fingeva di non vedere la sofferenza di Usagi perché sapeva esserne la causa.
Litigi sono possibili e probabili, ma non ne descriverò né ne parlerò. Ad ogni modo Ikuko e Kenji non sapevano dello scambio. Il “se lo meritano tutti e due” è riferito a Hiroshi e Kyoko. Quindi Mamoru non se la potrà prendere con loro poi tanto…
Per la scelta finale ti toccherà aspettare l’epilogo, spero attenderai un pochino ^^

Hatori oddio, addirittura sconvolta?! Spero in bene, almeno! XD Grazie per i complimenti: riuscire a portare questo mistero fino alla fine senza farlo sembrare più che palese mi ha divertita anche se ha creato qualche problema (il dover continuamente dire e non dire assieme), però sono felice di come sia venuta e che sia stata apprezzata! ^^ Per la scelta finale ti rimando all’epilogo, spero tu non me ne voglia. ^^

dinny lieta d’averti colto di sorpresa ^^ Se l’attesa è valsa mi rendi davvero orgogliosa, spero che ti piaccia anche questo ultimo capitolo! ^^

Al prossimo capitolo!

Mikayla




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Capitolo 30
*** Epilogo ***


Casi della Vita


Epilogo

I capelli color del grano catturarono un raggio di sole che passava sbadatamente tra le tende mal tirate. Il corpuscolo s’alzava pigramente vorticando e creando dei bei giochi di luce con tutto ciò che lo circondava. Allegramente i vetri del lampadario in cristallo creavano arcobaleni sui muri; dei campanelli sulla veranda tintinnavano allegri accompagnati da una dolce e delicata brezza.
La quiete più assoluta regnava nella stanza disadorna, come in tutto il resto della bella casa.
Una voce maschile attirò l’attenzione della ninfa sbadata dai setosi capelli d’oro - La casa è da ristrutturare, come potete vedere, però posso già dire che diventerà il gioiello del quartiere. - disse pomposo l’uomo in giacca e cravatta blu scuro che metteva in risalto la targhetta dorata su cui era incisa la scritta “Satomi Yukirai agenzia immobiliare”.
La donna si guardò bene attorno, gli occhi del color dei lapislazzuli scrutarono intensamente l’intero ambiente con uno sguardo misto tra serietà e divertimento, quasi sembrasse indecisa se scoppiare a ridere o stare seria.
Quegli occhi non vedevano il presente, ma il futuro di quella stanza: stava immaginando come sarebbe diventata una volta che sarebbe andata a vivere lì.
L’uomo, non avendo ottenuto risposta alcuna, la guardò crucciato - Signora Chiba-san, ha deciso? - chiese con il tono più dolce e persuasivo che potesse mai avere.
Le labbra rosse si piegarono in una linea dolce rivolgendosi silenziose all’uomo che la teneva stretta per la vita, quasi temesse di poterla perdere. L’azzurro delle iridi di lei si fuse con il blu intenso di quelle di lui, una combinazione semplicemente perfetta.
Poi, quelle stesse labbra, s’aprirono come un bocciolo di rosa in un candido e sincero sorriso - La prendiamo, Yukirai-san. - gli rispose con voce leggiadra e carica d’eccitazione.
L’uomo sorrise di rimando, felicissimo d’aver concluso l’affare, e s’avviò fuori dalla casa pontificando qualcosa riguardo al giardino e alla possibilità di mettere una piscina all’aperto per le calde giornate estive.
Quando la coppia rimase da sola nell’ambiente in penombra e polveroso la risata cristallina della donna risuonò musicale nell’aria limpida.
- Cos’hai da ridere, Usako? - chiese l’uomo dai capelli corvini posandole un dolce bacio sul collo diafano dopo aver spostato con cura il foulard azzurro che la proteggeva dalla brezza.
Usagi attenuò la risata senza però mai smettere di sorridere - Mi fa ancora uno strano effetto essere chiamata signora, sai amore? - rispose lei appoggiando la fronte sulla spalla dell’uomo che la abbracciava.
- Invece a me fa uno strano effetto sentirti chiamare ancora Chiba. - mormorò, fingendosi irritato dalla cosa.
Ma presto lui lasciò cadere la questione ed annuì piano, rivolto all’osservazione precedente - Sei passata ad essere da signorina Chiba a signora… un grande passo il matrimonio, non trovi? - le domando piano all’orecchio posandole un bacio subito dopo.
Lui era davvero felice d’averla accanto a sé. Sapere d’averla resa lui, signora, gli scaldava il cuore e schiariva anche il temporale più scuro.
Lei sorrise solleticata dal bacio - Sì, e ne sono felice. Lo rifarei altre mille volte! - disse alzando lo sguardo per incrociare di nuovo i suoi occhi, così da perdersi in quel mare tempestoso - Ti amo ogni giorno di più. - sussurrò prima di dargli un dolcissimo bacio sulle labbra.
- Per carità divina, smettetela di farlo davanti a noi!! - esclamò schifata una Minako entrata in tutta velocità nella stanza accompagnata da uno Yaten piuttosto imbarazzato per l’entrata infelice della ragazza.
La coppia fu seguita quasi immediatamente da una Ami leggermene imbarazzata ed abbracciata a un Taiki che guardava spaesato la scena, non essendo abituato a simili situazioni. Poco dopo fecero la loro apparizione Makoto, Motoki e Rei che avevano chiacchierato tranquillamente fino a poco prima.
- Ah, ben tornati dalla luna di miele, nostri dolci sposini! - disse allegra Makoto andando ad abbracciare i due innamorati.
Finito il giro dei saluti una domanda premette sulle labbra di Usagi per uscire, come se l’avesse tenuta a freno per un tempo infinito - Chibi-chan dov’è? - chiese con un misto d’ansia ed emozione nella voce.
Una figura imponente entrò proprio in quel momento dalla porta, i capelli sparsi al vento mentre quelli rosa della bambina che portava sulle spalle si confondevano con quelli corvini di lui. Accanto a lui la figura elegante di Setsuna fece la sua apparizione, seguita da Haruka e Michiru che chiacchieravano tranquillamente con la ragazza.
Con un agile balzo la piccola scese dalle spalle dell’uomo guardando leggermente intimorita la coppia abbracciata davanti a lei - Vai dalla mamma, Chibi-chan! - la incoraggiò lui dandole una spintarella gentile sulla schiena.
Prima con passo incerto e via via più sicuro, la bimba colmò la distanza dalla madre che, nel frattempo, s’era inginocchiata sul pavimento incurante dello sporco o del vestito nuovo.
Fu una scenda dolce e perfetta vedere Usagi abbracciare la sua dolce Chibiusa stando ben attenta alla pancia che s’era fatta evidentemente più grande e rotonda mentre la mano dell’uomo si posava sulla spalla della sua compagna con delicata dolcezza.
- Signora Chiba-san, venga a vedere il giard…! - disse Yukirai entrando nella stanza e fermandosi dopo aver visto la scena e tutte quelle persone apparse da nulla.
Alzandosi e sollevando piano la bambina per posarla poi a terra, Usagi rivolse un sorriso raggiante all’agente immobiliare - Arriviamo subito, signor Yukirai-san, attenda solo un attimo. Intanto ci preceda pure. - disse cosicché l’uomo li lasciasse soli con gli amici.
- Ti fai chiamare signora Chiba? - chiese alquanto schifata Minako dimenticandosi del tatto che bisognava riservare alle donne incinte. Ma se avesse badato a quei dettagli non sarebbe stata davvero lei.
Usagi le mostrò poco decorosamente la lingua pronta a controbattere ma fu interrotta da Rei - Il tuo vero cognome non ti piace proprio? - le domandò stranita dopo ventitre anni che era stata lei a portarlo.
Usagi si limitò a sollevare le spalle - Non ci sono abituata, e poi mi fa uno strano effetto. - rispose avviandosi alla porta seguita prontamente dal marito e dalla figlia.
- Signora Tsukino Usagi? - domandò Minako senza riuscire a capire.
Lei sorrise ammiccando - No, non è quello. - disse sibillina, stringendo la mano della figlia e sentendo sulla propria vita la mano calda del marito - È strano essere una Chiba di nuovo, ma non si può far altro, no? Sono Tsukino Usagi in Chiba. - esclamò ridente uscendo.
I ragazzi s’affacciarono alla grande finestra della stanza per godersi lo spettacolo: Usagi con il pancione abbracciata dolcemente a Mamoru mentre osservavano la piccola Chibiusa correre per il prato.
- Il nostro angelo è tornato. - constatò sollevata ed allegra Ami lanciando un’occhiata sfuggente all’indirizzo di Seiya che stava al suo fianco.
Ne erano successe davvero tante, in quei due anni dopo la scoperta fatta da Usagi.
Ma quella è un’altra storia…

Fine





Note dell’autrice:
E così finisce questa storia; dopo un anno e quattro mesi esatti di compagnia mi lascia. Devo dire che mi dispiace salutarla, ma sono lieta d’averla portata a compimento, mi rende davvero felice.
So bene che quest’epilogo rende infelici i fan delle Usa/Seiya, ma l’epilogo era questo fin dal primo capitolo della storia, sarebbe finita così a prescindere da quello che succedeva: infatti scrissi l’abbozzo dell’epilogo dopo aver scritto il prologo.
Per farli felici avevo pure pensato di scrivere una secondo epilogo, a favore di quei lettori, ma allora non sarebbe più stata la mia storia. Per questo vi chiedo pazienza, non lo faccio con cattiveria.

Ed ora vi saluto per l’ultima volta da questa storia. Saluto e ringrazio chi mi ha seguita da quell’ormai lontano 8 ottobre 2006, chi durante il percorso si è perso e chi invece ci ha raggiunti.
Ma un ringraziamento particolare va a chi ha recensito, sostenendomi, invogliandomi a dare il massimo e, perché no, scherzando tra noi. Un grazie di tutto cuore.



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Ora, per ultima volta ma sempre come di consueto, rispondo alle recensioni dello scorso capitolo!

romanticgirl il tuo tifo è stato esaudito ^^ Usagi e Mamoru stanno assieme ed hanno una vera famiglia con la loro piccola Chibiusa. Sono felice che la storia ti sia piaciuta, ciao ciao! ^^

fighterdory heilà, una futura poliziotta! Ma allora frequenti anche il fandom di Detective Conan? (lì di fic misteriose ce ne sono a bizzeffe, com’è ovvio). Comunque il fiuto ce l’hai, non mi resta che augurarti di riuscire ad entrare davvero nell polizia. ^^
Per quanto riguarda la storia la coppia è tornata Usa/Mamo, e ci ero troppo affezionata per non farla finire così. Grazie di tutto, un bacio! ^^

miki90 sono felice che la fic ti sia piaciuta molto, e mi fa piacere sapere che ti ho tenuta sulle spine: ho ottenuto il mio scopo! XD E la coppia finale è proprio quella della tua infanzia, contenta? ^^ Ciao ciao!

Hatori ecco arrivato il capitolo che aspettavi, e a quanto ho capito sei felice di vedere la coppia Usa/Mamo allegramente sposata ed in attesa di un secondo bimbo ^^
Sono felice che la storia ti sia piaciuta, dispiace anche a me lasciarla… ad ogni modo grazie per averla seguita. Ciao ciao! ^^

semplicementeme hem… in effetti non ho fatto alcun riferimento al fatto avvenuto in caffetteria, ma cos’è successo dopo non deve essere difficile da immaginare, no? ^^
L’ira è uno dei sette peccati capitali, e mi sembra di aver inquadrato bene il motivo che lo fa diventare tale: può rovinare davvero delle vite… Hai fatto un’analisi perfetta, non mi viene d’aggiungere nulla in più, davvero. Inoltre la pensiamo allo stesso modo per quanto riguarda Haruka e Usagi: sono proprio l’una l’antitesi dell’altra. Non riuscivo a vedere nessun’altra che potesse far riflettere a fondo Usagi su una simile questione.
Grazie mille per i complimenti, mi fanno davvero un immenso piacere. In bocca al lupo per lo studio. Ciao ciao!

dinny scoprire così, senza alcun preavviso, che due persone non sono fratelli è dura da digerire; e scoprire che non è stato uno sbaglio sconvolse ancora di più! Comunque Haruka ce l’ha un cuore <3 è solo nascosto bene! XD Grazie mille per i complimenti. Un bacio e ciao!

sailormoon81 la mia unica Ruka-chan è una senpai con i fiocchi, nevvero? ^^ Solo una persona legata come lei a Usagi (mettersi di buona lena ed aiutarla negli studi non è facilissimo) e comunque matura e razionale poteva davvero aiutare Usagi a capire. Anche se effettivamente non le ha proprio parlato.
Devo confessarti che ci avevo pensato anche, a scrivere il scorso capitolo dal punto di vista di Usagi, ma due cose mi hanno fatto desistere: non amo cambiare la narrazione all’interno della storia, tranne che con degli espedienti narrativi (vedi quando le ragazze raccontano la festa); in secondo luogo, ma non meno importante, sono incapace a scrivere in prima persona =.=’ mi viene sempre, o quasi, fuori qualcosa di contorto e orrido…
Per altro ti ringrazio per i complimenti (non li meeeritooo! Sei troppo buonaa!) e ti lascio con un salutone ed un abbraccio! ^^

Usagi_84 bentornata, cara! Pure a me piace un mondo andare in moto, però io non mi fido di me stessa e preferisco stare dietro a qualcuno (non importa chi: una volta sono andata in moto con mio zio! XD). E poi è vero, è in quei momenti che la mente divaga, anche perché parlare in quelle situazioni è davvero difficile…
Il tuo ragionamento sul profilo psicologico è corretto, infatti come puoi notare ho fatto un salto temporale di due anni durante i quali ognuno a rivisto la propria posizione, la difficile scelta di restare insieme o meno, perfino quella di troncare completamente il rapporto. Una cosa però ne sono certa: sia Usagi che Mamoru non sono il tipo di persona che si mette insieme ad un’altra solo per scordare il vecchio amore. Perciò Usagi amava Seiya e Mamoru amava Setsuna. Poi ovviamente sono entrati in scena altri fattori e, come vedi, Usagi e Mamoru sono tornati insieme e, tanto per specificarlo, si amano, non l’hanno fatto solo per Chibiusa.
Spero di aver risposto eloquentemente, e non preoccuparti: non hai creato nessuna confusione! ^.^ Un bacio, ciao!
NENACHAN piacere di rivederti! ^.^ Sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e la trama ti abbia intrigata! Ti ringrazio per i complimenti, e spero anch’io di scrivere qualcosa di nuovo (tempo permettendo, ovviamente). Ciao ciao!

Alla prossima storia

Mikayla




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