Mickey Corvonero e la Forbicigno

di Mikipedio
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'ultimo giorno di scuola ***
Capitolo 2: *** Una lettera da Hogwarts ***
Capitolo 3: *** Verso Diagon Alley ***
Capitolo 4: *** Una nuova bacchetta ***
Capitolo 5: *** In viaggio ***



Capitolo 1
*** L'ultimo giorno di scuola ***


Evviva! Finalmente quel giorno avrei lasciato quella pulciosa scuola babbana. Piena di gente odiosa, che mi infastidiva sempre soprannominandomi  “strano” come se fossi un elemento radioattivo. E’ vero, a volte ho esagerato, dato che in questi ultimi tempi sono comparsi i miei poteri magici, ho deciso di adoperarli inconsciamente non sapendo che cosa avrebbero fatto. Ad esempio ho fatto crescere una cresta di colore rossa sulla testa calva del professore di storia, oppure ho ristretto le mutande ad un mio compagno di classe. Insomma, ne ho combinate di tutti i colori, ma sapevo che finalmente da quel giorno non avrei più avuto problemi in fatto di amicizie, e avrei controllato i miei poteri.
Mi alzai di buon ora quel fatidico giorno, mi svestii e misi quella ridicola divisa associata all’immancabile braccialetto di identificazione ( tra le scuole babbane, quella era di gran lunga la più stravagante). Mi lavai il viso, e scesi di sotto a fare colazione. < Ciao ma’. Cosa c’è di buono? > chiesi, < Mickey, c’è il solito latte al cioccolato! Come mai tutta questa felicità? > mi rispose, e io le dissi < Sai, questo è il mio ultimo giorno in quell’odiosa scuola e finalmente domani inizieranno le vacanze estive > . < Buon per te! > mi disse. Sfilò poi la bacchetta magica e la puntò verso il lucchetto di uno scrigno argentato sulla mensola e disse : > Cistem Amperio! > e di scatto lo scrigno si aprì mostrando il suo contenuto: un anello di legno simile a una fede da matrimonio. La mamma mi disse: >prendi questo anello, con esso controllerai i tuoi poteri e almeno non combinerai guai l’ultimo giorno > me lo porse e lo infilai nell’indice. Mi avvicinai all’uscita della casa, presi la cartella e uscii.
Vidi lo scuolabus giallo canarino in avvicinamento e aspettandolo osservai l’anello, che mi aveva dato la mamma e ipotizzai che con esso avrei bloccato i miei poteri da Metamorfomagus. Ah, non lo avevo ancora citato, ecco, io sono un Metamorfomagus, ovvero un mago che ha la capacità di trasformare se stesso, o le proprie parti del corpo in ciò che vuole, quindi posso colorare i miei capelli dal verde al rosa shocking , oppure trasformare il mio naso in un naso da maiale, e così via.
Il pulmino arrivò davanti al marciapiede, aprì la porta elettronica ed entrai. < Ehi, Strano! > “Grrr, che rabbia anche l’ultimo giorno doveva farmi arrabbiare quel bulletto!” < Anche l’ultimo giorno mi infastidisci eh? Non posso avere almeno un bel ricordo delle elementari?! > risposi e mi disse : < Evidentemente no! >. Lo fulminai con lo sguardo e con rabbia mi sedetti. Stranamente mi calmai di colpo, l’anello stava facendo effetto, se mi fossi arrabbiato forse gli avrei fatto un incanto. Posai la cartella sul pavimento e il viaggio proseguì.
Arrivato a scuola quel bulletto di nome Francis mi fece lo sgambetto, perciò, uscendo dallo scuolabus, sbattei la faccia per terra. Volli tirargli un pugno, ma l’anello mi fermò, non so come spiegarlo, lo fece e basta. Corsi nell’aula 13b, quella della mia classe, e mi sedetti pronto ad affrontare l’ultimo fatidico giorno di scuola. 

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Capitolo 2
*** Una lettera da Hogwarts ***


Quando suonò la campanella dell’ultima ora tutti quanti nella scuola lanciarono un urlo di gioia, e lanciammo i libri in aria. Il maestro di storia, con i capelli rossi che ormai gli avevano popolato la testa dal mio incantesimi involontario, anche lui felicissimo lanciò i registri di classe in aria(probabilmente non vedeva l’ora di liberarsi di noi). Misi velocemente i libri in cartella e uscì da quell’edificio pieno di tristezza e noia, e, con sorpresa notai che erano venuti i miei genitori a prendermi con l’immancabile automobile degli anni ’90. < Ciao papi! Ciao mamma! Siete venuti tutti e due?! Che bello, dai torniamo a casa! > dissi loro, e mio padre mi rispose < Certo Mickey, certo. > E si grattò la nuca. Quel giorno indossava uno smoking verde scuro, probabilmente era venuto dal lavoro. Povero, è un Magonò, cioè una persona che ha entrambi i genitori maghi, ma non ha ereditato alcun potere magico, quindi fa un lavoro babbano, a mio parere noiosissimo. Salii in auto e tornammo a casa. Esattamente due monotone settimane dopo, andai a prendere la posta la mattina aspettando la lettera da Hogwarts, la scuola di magia. Arrivai alla cassetta della posta e scivolò a terra una lettera dal sigillo di ceralacca di Hogwarts. Lanciai un urlo di gioia: < Mamma! E’ arrivata la lettera da Hogwarts! >. Corsi in casa, mi sedetti sul tavolo e aprii freneticamente la busta e lessi: “SCUOLA Di MAGIA E STREGONERIA Di HOGWARTS Direttrice: Minerva McGranitt Caro signor Corvonero , Siamo lieti di informarla che lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l’elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie. I corsi avranno inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa della sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v. Con ossequi Hermione Granger Vicedirettrice” In fibrillazione corsi da mia madre e le dissi tutto d’un fiato : < Mammahaiscrittolarispostaviagufo? Se sì me la da? > < Calma Mickey, calma, sì è li, ma fai attenzione Bridgette sta ancora dormendo > ( Bridgette è il gufo di famiglia). Salii le scale e vidi Bridgette appollaiata sul trespolo che dormiva. Le diedi degli scossoni e lei mi becco la mano facendomi un taglio tra il pollice e l’indice < Ahi! > bofonchiai. Le dissi: < Scusami Bridgette, mi spiace, ma devo affidarti una missione urgente e importante > sembrò quasi che mi guardasse sorpresa < Potresti portarmi questa lettera a Hogwarts? > < Purr,purr > mi rispose, così le legai la lettera ad una zampa e lei volò via dalla finestra. Tornai di sotto in cucina, quando trovai mia sorella Claire che stava leggendo un libro di incantesimi, e cercava di impararli a memoria. < Ciao Claire, come stai? > le chiesi, mi rispose: < Non molto bene, sto finendo i compiti e me ne rimangono ancora una montagna >. Mi misi accanto a lei e presi la lista del materiale scolastico allegato alla lettera. Diceva: Uniforme: Tre completi di lavoro in tinta unita (nero), Un paio di guanti di protezione (in pelle di drago o simili), Un mantello invernale (nero con alamari d’argento). N:B: Tutti gli indumenti degli allievi devono essere contrassegnati da una targhetta con il nome. Libri di testo: Manuale degli incantesimi: volume primo, Storia della magia, Teoria magica, Trasfigurazione per apprendisti, Erbologia per principianti, Infusi e pozioni magiche, Creature magiche: dove trovarli, Guida all’autoprotezione. Altri accessori: 1 bacchetta magica, 1 calderone (in peltro misura standard 2 ), 1 set di provette di vetro o di cristallo, 1 telescopio, 1 bilancia d’ottone. Gli allievi possono portare anche un gufo, OPPURE un gatto, OPPURE un rospo. < Mamma, quando andiamo ad acquistare il materiale scolastico? > chiesi impaziente. < Domattina andremo a Diagon Alley a prendere il necessario. >

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Capitolo 3
*** Verso Diagon Alley ***


Quella mattina mi svegliai in preda all’eccitazione. Erano le sei e mezzo, ed era sabato, perciò non era il caso di svegliare i miei così presto, così decisi di andare nella biblioteca, per leggere qualcosa. Uscii dalla mia camera, attraversai il corridoio ed aprii la porta che mi comparve all’improvviso. La biblioteca, infatti, era protetta dall’incanto Fidelio, quindi solo noi quattro potevamo entrarci, anche perché essa conteneva libri aventi formule magiche che si tramandano nella mia famiglia da generazioni. Entrai e accesi la candela incantata accanto all’entrata, ed essa incominciò ad accendere tutte le altre candele sospese, proprio come ad Hogwarts. Esse illuminarono l’enorme stanza rettangolare, i quali muri erano coperti di scaffali pieni di libri che occupavano ogni ripiano. Al centro della biblioteca c’erano quattro tavoli tondi, con la rispettiva sedia, decorati e colorati in modo diverso in base ad ogni membro della mia famiglia. Il mio tavolino, era di legno di ontano, scuro come la pece, sul quale c’era una tovaglietta quadrata che riportava l’immagine di una stella gialla, che si illuminava ogni qual volta ci appoggiavo un oggetto. La sedia, invece, aveva uno stile gotico, avente la stoffa blu piena di stelle. Mi guardai intorno e vidi che ogni scaffale era targato in base ai libri che conteneva, c’erano infatti: Libri per principianti, Libri del 1°-2°-3° anno, Libri del 4°-5° anno, Libri del 6°-7° anno, Libri per G.U.F.O, Libri per M.A.G.O ,Libri per esperti, Libri antichi … e così via.
Andai verso lo scaffale dei libri per principianti, quando un libro di piccole dimensioni cadde. < Mi tiri su per favore? > disse una vocina flebile, domandai con stupore: < Chi ha parlato? > < Sono stato io qui in basso! > mi rispose. Guardai giù e vidi un libricino blu cobalto con rifiniture d’argento, con una faccia disegnata sulla copertina, che strabuzzava gli occhi. < Ciao fanciullo, sono Lewis, per piacere mi riponi nello scaffale?  > disse questa volta spazientito, gli risposi: < Certo, scusa, io sono Mickey. Potrei sfogliarti? > < Ma che domande fai, certo che puoi! > mi rispose sorpreso. Lo presi con delicatezza e lo aprii … le pagine erano tutte bianche! < Lewis, le tue pagine sono tutte bianche! Come mai? > gli chiesi, < Ah ,sì, esse sveleranno il loro contenuto solo quando avrai bisogno di un incantesimo particolare per certe situazioni. Sai, sono stato in possesso da Priscilla Corvonero, e dai suoi discendenti che erano dei veri Corvonero! Proprio come te. Quindi faresti bene a portarmi sempre con te e guarda di non dirlo a nessuno. >mi rispose, e gli dissi: < Perché mia sorella o mia madre non ti hanno mai trovato? >. Non mi rispose, ma sentii russare. Chiusi il libro e vidi che Lewis aveva chiuso gli occhi e si stava facendo un pisolino. Che strani questi libri!
Sentii dei rumori, perciò lo nascosi nel pigiama e mi diressi verso camera mia per nasconderlo. Quando uscii dalla biblioteca la porta scomparve e io attraversai il corridoio e aprii la porta di camera mia. Mi girai e lo nascosi sotto l’armadio. Stavo per rimettermi nel letto quando sentii la mamma che diceva: < La colazione è pronta! >. Mi diressi di sotto e feci colazione. Salutai mia sorella Claire, che aveva tutti i capelli scompigliati, mio padre, che beveva del caffè leggendo il giornale babbano, e mia madre, che mi stava mettendo delle uova strapazzate nel piatto. Mi sedetti e ingurgitai la colazione in tutta furia quando mia madre disse: < Mickey preparati, andiamo a Diagon Alley! >  < Certo Mamma!> le risposi, così in un battibaleno salii, mi cambiai gli abiti, presi Lewis, lo nascosi nella giacca e scesi di sotto. < Ah, innanzitutto togliti l’anello e dammelo per piacere. Altrimenti quando proverai le bacchette magiche non funzioneranno.> mi disse la mamma. Me lo sfilai e glielo diedi energico, perché alla notizia del ricevere una bacchetta magica ero carico di energie dall’emozione. Dopodiché uscimmo dalla porta di casa e ci dirigemmo verso la nostra automobile volante. Era camuffata come una Audi color grigio scuro, con essa mio padre si dirigeva sempre al lavoro senza volare. Questa volta però sarebbe stato diverso … al volante c’era mia madre, e ciò voleva dire che si volava!  < Allacciatevi bene le cinture e stringetevi al sedile, si parte! >  ci disse la mamma, e l’auto, con un sussulto, incominciò a prendere quota spaventosamente, e quando raggiungemmo i duecento metri di altitudine, mia madre partì verso Londra, destinazione “Il Paiolo Magico”!
Quando raggiungemmo il locale, mia madre atterrò silenziosamente nel vicolo, facendo attenzione a non farsi vedere dai Babbani, e scese. Seguii il suo esempio e con me mia sorella. Ci dirigemmo  dentro il locale e salutammo Tom, il barista, dopodiché ci dirigemmo verso il retro del bar, e, con la bacchetta, mia madre aprì il muro che ci separava da Diagon Alley. “Che emozione!”

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Capitolo 4
*** Una nuova bacchetta ***


Il muro si spalancò davanti a noi e vidi l’enorme via di Diagon Alley, piena di negozi e di maghi che affollavano la strada. La miriade di edifici un poco ricurvi dava un aspetto allegro alla via, ma un edificio solo attirò la mia completa attenzione: i “Tiri Vispi Weasley”. E’ un negozio di scherzi ormai famosissimo dove lavorano e dirigono i gemelli Weasley. Mia madre ci fece un cenno con il capo dicendoci di non perderci. Ella ci portò davanti alla Gringott, la banca dei maghi. Ci disse di aspettarla fuori che lei andava a prendere del denaro dalla banca. Dopo una ventina di minuti mia madre uscì e ci divise i compiti: < Papà e Claire andate al Ghirigoro e prendete i libri per Mickey e per voi, io vado a prendere i calderoni e gli ingredienti per le pozioni, mentre Miky, tu vai dal negoziante di bacchette “ Ollivander” > Quel nome significava ricevere la mia prima bacchetta, colei che mi avrebbe aiutato a fare incantesimi e stregonerie. Ero così contento, che, non appena mia madre mi diede una ventina di Galeoni (monete dei maghi) corsi subito via verso il negozio di bacchette. Arrivato vidi l’enorme iscrizione sopra la porta del negozio e la vetrina che offriva una vista dell’intero negozio. Aprii la porta e all’improvviso sbucò un uomo sulla sessantina d’anni che mi chiese: < Mickey Corvonero vero? Sono tre anni che sua sorella ha acquistato la sua bacchetta? > risposi stupito: < Si, sono io, ma come fa a saperlo? > < I discendenti di Priscilla Corvonero sono facili da individuare, capelli corvini, occhi azzurri, ma … è vero quello che si dice? Lei è un Metamorfomagus? > < Sì, però non ho quasi mai usato questo potere, anche perché non saprei cosa fare. Temo di cambiare in un modo e di non tornare più come prima. > < Non perdiamoci in chiacchiere! Le porto la prima bacchetta da provare >. Scomparve dietro gli scaffali e dopo poco mi mostrò una scatola lunga e stretta. La aprì e mi porse la bacchetta al suo interno < Legno si sicomoro, 11 pollici, nucleo di crine di unicorno, dura >. La presi e la agitai … niente. < Evidentemente non è la tua … non importa la porto via e gliene do un’altra >. Attesi un poco e il negoziante tornò con un’altra bacchetta. Mi disse: < Legno di Ontano, 12 pollici, nucleo di corda di cuore di drago, inflessibile > e me la porse. La presi e, non appena la toccai, sentii un’ondata di energia, e dalla punta della bacchetta sprizzarono scintille blu e nere. < Eccola! E’ questa signor Corvonero. La prenda. Fanno nove galeoni. > Glieli porsi e uscii dal negozio. Presi la mia nuova bacchetta e la ammirai affascinato. Era bellissima. Di colore nero pece, era ben decorata e al manico aveva degli intarsi argentati. La bacchetta più stravagante che abbia mai visto! Presi Lewis, gli mostrai la bacchetta e gli dissi: < Bella eh? > < Affascinante! Assomiglia a quella di Priscilla! > A quelle parole mi infiammai d’orgoglio e i miei capelli si alzarono sul davanti. Ops, errore da Metamorfomagus. Infatti quando si hanno delle emozioni forti esse implicano delle mutazioni nel corpo. Nascosi Lewis nella giacca e, dato che avevo ancora un po’ di galeoni da spendere, volli acquistare qualcosa ai “Tiri Vispi Weasley”. Mi avvicinai al negozio color zucca e ammirai l’entrata, in cima notai il busto di un uomo dai capelli rossi che si toglieva e si rimetteva il cappello, probabilmente l’insegna del negozio. Aprii la porta ed entrai, era pieno di maghi. Una scala a chiocciola torreggiava al centro del negozio, e in cima ad essa c’erano i gemelli Weasley, stavano parlottando con un ragazzino della mia età. Mi avvicinai a loro per strappare qualche parola della discussione e sentii : < Hugo, devi andare a Hogwarts per la prima volta vero? Beh, se vuoi ti diamo una manciata di Pasticche Vomitose, così, per saltare qualche lezione… oh, scusa un cliente! Torniamo subito > Uno dei due gemelli si avvicinò a me e mi chiese: < Vuoi qualcosa? > e io gli risposi < Scusa, dove posso trovare una Puffola Pigmea blu? >. Egli mi indicò una gabbia dive c’era una palla, che sembrava fatta di cotone colorato, ma osservando bene si intravedevano degli occhi vispi. < E’ l’unica rimasta, si chiama Mice, la vuoi? Fanno cinque galeoni > glieli porsi e lui mi diede la gabbia con la Mice al suo interno. Mi guardava curioso, sembrava quasi che sorridesse. < Dagli qualche Mancotto Celeste una volta alla settimana, ma se vuoi fargli cambiar colore prendi Mancotti di altre colorazione > mi disse uno dei negozianti. Lo ringraziai e corsi in farmacia ad acquistare quella cibaria. Dentro incontrai mia madre e le presentai Mice, che saltellava allegro. < Che carino! Ma mi raccomando non dimenticarlo in giro eh?! Comunque cerchiamo il resto della famiglia e torniamo a casa > mi disse la mamma, dopodiché trovammo Claire e papà fuori dal Ghirigoro e tornammo a casa.

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Capitolo 5
*** In viaggio ***


Era il 1° di settembre, e quel giorno sarei partito con l’Espresso nel binario 9¾ diretto a Hogwarts! Sentivo due emozioni riguardo la partenza, il primo era di enorme gioia, mentre l’altro di tristezza, perché per molto tempo non avrei visto i miei genitori. Ho addirittura pianto la notte prima di quel giorno! Non lo sa ancora nessuno e nessuno lo deve sapere, sennò che figura ci farei! Comunque, quella mattina mi svegliai agitato. Erano circa le sei e tutti stavano ancora dormendo. Approfittando dell’occasione nascosi Lewis nel marsupio che mi sarei portato sul treno; dentro ad esso c’erano la bacchetta, dei Mancotti azzurri ( da sgranocchiare durante il viaggio, sono delle caramelle che anche i maghi mangiano, non solo le Puffole ), il mantello e qualche libro preso dalla biblioteca di famiglia. Come mai ci stavano tutti quegli oggetti? Grazie all’Estensione Irriconoscibile che mia madre ha voluto fare sul marsupio. Presi un Mancotto e lo diedi a Mice e, aprendogli la gabbietta, lo feci uscire per sbaglio, ma la Puffola non volò via, ma mi rimase sulla spalla! La accarezzai e non si mosse, non come i giorni prima. Fortunatamente si fidava di me, così decisi di portarla con me sul treno, ma per precauzione misi la gabbietta nel marsupio.
< Yaaawn > sentì qualcuno sbadigliare e uscii da camera mia. Incontrai mia sorella e scoprii che era appartenuto a lei lo sbadiglio. < Andiamo a fare colazione? > le chiesi < Ok > mi rispose. Scendemmo di sotto e preparammo qualche uovo e dei toast. < Mi raccomando Mickey, non mi rompere durante l’anno a Hogwarts, va bene?! Non voglio fare brutte figure > mi raccomandò mia sorella. Che antipatica!
Scesero a fare colazione anche mamma e papà. Avevano entrambi gli occhi lucidi: < Da oggi staremo soli tutto l’anno, ma va bene, tranquilli divertitevi e mi raccomando dovete avere la media dell’Oltre ogni previsione. Sennò … > disse mia madre lasciando la frase in sospeso.
Ci preparammo per il viaggio e andammo a prendere l’auto volante pronti a volare per raggiungere la stazione di King Cross. Durante il viaggio continuavo a ipotizzare sull’aspetto di Hogwarts eccitatissimo, ma pensavo anche alla possibile insistente nostalgia di casa che avrebbe potuto perseguitarmi durante l’anno scolastico, così cercai di godermi ogni attimo prima di salire sul treno. Arrivati alla stazione scendemmo dall’auto e salutammo papà, perché non poteva venire con noi dato che era un Magonò ( nato da maghi, ma senza poteri magici ). Entrammo nell’edificio rosso mattone e ci dirigemmo verso la colonna tra il binario 9 e 10. Raggiuntala mia sorella si buttò a capofitto contro di essa e svanì nel nulla. Ero preoccupatissimo, e se mi fossi schiantato? < Tranquillo, devi solo correre, senza rallentare. C’è la puoi fare > mi rassicurò mia madre, così raccolsi ogni briciola di coraggio e corsi incontro la colonna ad occhi chiusi e … arrivai al binario 9¾, seguito dalla mamma. Vidi il treno rosso fuoco davanti a me e i ragazzi che salutavano i genitori. < Sbrigati Mickey, non c’è tempo da perdere. Ciao, tesoro > mi disse mia madre, e, dopo un lungo abbraccio e un bacino sulla guancia, entrai nel treno. Trattenni le lacrime e la salutai da un finestrino. Il treno partì.
Mi ripresi e al posto della tristezza venni invaso da un’eccitazione pazzesca, non stavo più nella pelle dall’euforia. Dopo poco mi ricomposi, non potevo stare in piedi per tutto il viaggio, così cercai uno scompartimento libero, e ci entrai. Aveva delle poltrone posizionate l’una di fronte all’altra, ed erano separate da un tavolino che partiva dall’enorme finestra e terminava ad una spanna dall’entrata. Dopo circa mezz’ora, proprio mentre mi esercitavo con l’incantesimo “Filipendo”  con scarsi risultati, entrò un ragazzino della mia età. Mi sembrava di averlo già visto da qualche parte così gli chiesi:
< Ciao, sono Mickey Corvonero, ma non ci siamo forse già visti? >
< … forse …  forse nel negozio dei miei zii, quando hai chiesto della Puffola! >
< Hai ragione! Sei Hugo, Hugo Weasley giusto? >
< Già. Ma il mio nome completo è Hugo Nicolas Weasley, però preferisco farmi chiamare Nico. Ma posso sedermi qui? >
< Certamente, Nico>
Passammo ora a chiacchierare, quando nel nostro scompartimento  si aprì la porta e cadde una ragazzina a terra.  Aveva addosso un mantello, ma non apparteneva a nessuna casa, quindi era del primo anno. Una targhetta d’argento s’illuminò nel mantello. Lessi : “Cassandra Zorky”. Che nome! Io e Nico la alzammo e la adagiammo su una poltrona. Preoccupatissimi cercammo di farla rinvenire quando ad un certo punto aprì gli occhi: erano grigi! Sbatté le palpebre e chiese: < Dove sono? C’è qualcuno? > Si guardò intorno con aria diffidente, attraversando me e Nico con lo sguardo quasi non ci fossimo. Poi, però, ad un tratto i suoi occhi si tinsero di verde e disse: < Ciao, chi siete? Non vi avevo notati > “E’ pazza!” pensai < No, non è vero che sono pazza Mickey! > mi urlò contro. Sapeva leggere il pensiero! < E comunque sappi che non sono ceca, ogni tanto lo divento, solo non appena mi sveglio. > precisò.  Di sicuro è la persona più strana che abbia mai visto.
< Fareste bene a mettervi i mantelli, manca solo mezz’ora all’arrivo. > ci ammonì Cassandra. Poi Nico disse: < Mi ricordi qualcuno … > . Come aveva detto vedevamo Hogwarts dal finestrino: era bellissima. Io e Nico ci guardammo negli occhi e capimmo di essere entrambi eccitatissimi per l’arrivo, mentre Cassandra sembrava tranquillissima, come se a Hogwarts fosse già venuta più e più volte.

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