Angel Kingdom - La leggendaria combattente

di Allison_Blackheart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 : The Kingdoms ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - The Refugee ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: The Princess of Fallsland ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: The girl who rides dragons ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 : The Kingdoms ***


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Whitelight Land (Regno della Luce)

FallsLand (Regno dell'acqua)

Redsparks Land (Regno del Fuoco)

Windstorms Land (Regno dell'Aria)

Sandmountains (Regno della Terra)

No man's Land (Regno di Nessuno)

Darkside Land (Regno dell'oscurità)



Questi sono i 7 regni nati dalla divisione della "Grande Terra" o "Terra dei Fiori",come veniva chiamata in precedenza a causa della sua rigogliosa vegetazione.

Per ogni regno venne scelto un re che doveva rappresentare il suo popolo e dettare le regole che riteneva più giuste per il funzionamento della città.

Inoltre,tutti i 7 regnanti, facevano parte del "Consiglio dei Re",che si radunava una volta all'anno per discutere sui vari problemi e trovare soluzioni.

Tuttavia,il regno dell'oscurità stava tramando nell'ombra.

Il Re-Tiranno Ansem,assetato di potere e di gloria, era da sempre in rivalità con il regno di Whitelight;specialmente con la regina degli Angeli Bianchi.

Stanco di trovarsi in una situazione di inferiorità,Ansem creò il suo esercito formato da Angeli Neri e creature mostruose.

Il suo primo obbiettivo fu quello di sottomettere i 2 regni a lui più vicini,ovvero il regno della Terra e il regno di Nessuno.

Poi fece avanzare le sue truppe verso le restanti terre libere dando il via all' "Era della Grande Guerra".

Tra le terre libere nacque un'alleanza e,dall'unione degli eserciti dei 4 regni,nacque "L'esercito degli Angeli Bianchi",formato da uomini,Elfi e Angeli Bianchi.

La "Grande Guerra" durò quasi più di un secolo con conseguenze non affatto positive per i due eserciti.

Poi arrivò la resa dei conti.

Ansem decise di scagliare in battaglia il suo asso nella manica:sua figlia.

Quest'ultima era molto temuta:si diceva che fosse addirittura più terribile di suo padre (...) tuttavia,la regina degli Angeli Bianchi riuscì ad eliminare Ansem con uno scontro diretto.

Dopo quella dura battaglia,i 7 regni vissero un periodo di pace e l'oscurità venne rinchiusa nel suo regno per sempre.

O almeno per qualche tempo.

Infatti,qualche anno dopo,Riku ,il figlio di Ansem,si proclamò nuovo Re-Tiranno con lo scopo di portare a termine ciò che suo padre aveva iniziato.

In gran segreto, Riku riuscì a riformare il suo esercito ed attaccò il regno dell'Aria,riuscendo ad impadronirsi di alcuni villaggi.

Non appena le terre libere vennero a sapere del nuovo nemico,riaprirono l'alleanza stipulata tempo addietro.

La regina degli Angeli,però,non si era fatta più viva da dopo quell'epico scontro con Ansem e quindi gli uomini dovettero fronteggiare il nuovo nemico unicamente con le loro forze.

Ancora oggi si combatte per fronteggiare il predominio del Tiranno che, poco a poco, va allargandosi.



(Biblioteca Reale di Whitelight Land, frammento).




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WAAAA!sn troppo contenta!XD

finalmente sn riuscita a POSTARE!

si lo so...qst capitolo è 1 tantino corto ma è l'introduzione...

aspetto commentucci!^^

bacioni Ally

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - The Refugee ***



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Ed eccomi tornata con il 2°Capitolo!
Sorry per l'attesa...comunque volevo ringraziare tutti quelli che mi hanno lasciato un commento...significa molto x me!^^(drake!tranquilla ke nel capitolo 4 compari anke tu!XDDD)
Bene e ora vi lascio alla lettura!un bacione e non dimenticate...accetto commentucci!XD
Ally


Quella sera faceva veramente freddo a Blowingsky.
Il vento e la pioggia erano impetuosi e soffiavano minacciosi attraverso le case dove la popolazione si era,intelligentemente,barricata dentro.
La particolarità della cittadina di Blowingsky era proprio questa:il vento e la pioggia potevano durare per giorni,settimane o addirittura mesi.
Così,gli abitanti di quella città, erano costretti a rimanere chiusi in casa dopo essersi procurati un'abbondante scorta di cibo.
A vedersi,pareva proprio una città fantasma.
In realtà era come doversi trovare sotto una specie di letargo,solo che non si era a conoscienza della sua fine.
Dopotutto non era poi così male,pensavano gli abitanti. I più temerari uscivano a gironzolare per le case ma non per più di dieci minuti.
Quella sera accadde qualcosa di insolito.
Alla pioggia e al vento si erano aggiunti lampi e tuoni;il vento formava dei turbini d'aria e foglie che si spargevano qua e là;le persiane di una casa avevano preso a sbatacchiare furiosamente.
Tutto questo era un presagio.
Un presagio che non prometteva nulla di buono.
----------------
Si era alzata una fitta nebbia.
Dal fondo della strada apparve una figura incappucciata.
Avanzava con incedere zoppicante;la spada era sguainata e piccole goccie di liquido vermiglio si mescolavano al fango della strada.
Dopo essersi guardata intorno per in attimo e aver riposto l'arma nel fodero,la figura si diresse verso una locanda.
Non appena vi fu entrata,gli sguardi di tutti i presenti si posarono su di lei.
Vecchi che giocavano a carte bevendo boccali di sidro e fumando dalle loro grandi pipe di legno si voltarono al suo passaggio.
Perfino l'oste aveva smesso di asciugare i bicchieri.
Arrivata al bancone,la figura guardò in faccia l'oste,il quale non riuscì a scorgere il volto del suo interlocutore,se non due grandi occhi azzurri.
"De-desidera?"chiese titubante l'oste.
"Ha una camera libera?" una voce femminile provenì da sotto il mantello.
"Po-potrei sapere chi la vuole occupare?"
La figura scattò in avanti e prese l'oste per il colleto della camicia.
"Non sono affari tuoi vecchio!"la voce si era fatta minacciosa.
Dalla fronte dell'oste cominciarono a scendere piccole gocce di sudore.
"E-ecco le chiavi!"disse il vecchio porgendo il mazzo alla figura che glielo strappò di mano.
"Veda di portarmi una bacinella d'acqua al più presto." Detto questo,si dileguò sotto lo sguardo di tutti.
Non appena fu entrata nella camera,la figura si tolse il mantello scoprendo il volto e le forme di una ragazza.
I capelli purpurei erano raccolti in una treccia lunga fino al fondoschiena;sulle braccia e sulle coscie portava delle fasce nere dello stesso colore del corpetto,dei calzoncini e degli stivali che indossava;in vita erano legate due cinture intrecciate e da queste pendevano dei sacchetti.
Ma la cosa che più colpiva nel guardarla erano gli occhi:azzurro brillante,puro e cristallino;l'opposto del suo animo.
Aveva pressapoco 19 anni,ma c'era chi pensava che fosse più giovane.
Si posizionò di fronte allo specchio ad angolo,poco più in la,e si guardò.
Come si era ridotta!
Aveva delle occhiaie pazzesche,dato che non dormiva da giorni;era pallidissima e sporca di fango.
Come se non bastasse,quella ferita bruciava da morire.
Scostò il calzoncino,scoprendo una profonda ferita.
Proprio in quel momento bussarono alla porta.
Era l'oste con la ciotola d'acqua.
Dopo avergliela strappata di mano,senza nemmeno ringraziarlo,la ragazza gli sbattè la porta in faccia.
Poi si sedette sul letto e cominciò a medicarsi.
Tuttavia,la ferita era troppo profonda e la giovane dubitava che si sarebbe rimarginata da sola.
Imprecò silenziosamente;poi posizionò le mani aperte con i palmi rivolti verso la ferita e chiuse gli occhi.
Si concentrò;dalle sue mani scaturì una luce bianca e,a poco a poco,la ferita si rimarginò.
Aprì gli occhi e si guardò i palmi nivei.
Si era ripromessa che non l'avrebbe più fatto.
In quel preciso istante,la mente le si riempì di ricordi.
A quel tempo era solo una mocciosa.
Il suo nome era Allison Blackheart.
Orfana fin dalla nascita,Allison visse un'infanzia infelice,essendo stata adottata da più di 10 famiglie prima di trovare quella che sembrava più adatta a lei.
Erano due contadini;due ottime persone che l'amavano molto e che le insegnarono a distinguere il bene dal male.
Allison credeva davvero che avrebbe passato il resto della sua vita con quella famiglia e l'idea non le dispiaceva per niente.
Purtroppo però,si sbagliava.
Una sera,dopo aver aiutato sua madre a sparecchiare e aver dato il bacino della buonanotte al padre,Allison si coricò.
La sua era una stanzetta modesta,ma in fondo le piaceva.
Le pareti erano interamente di legno e dal soffitto pendevano tanti campanellini colorati;durante le notti estive,la brezza li faceva scuotere producendo una dolce melodia.
Il suo letto era stato fatto su misura da suo padre ed era comodissimo.
Per completare l'opera,sua madre le aveva regalato un po' di piantine perchè sapeva che ad Allison piaceva il verde.
Si buttò sul letto a braccia aperte e si addormentò:segno di una giornata faticosa ma,allo stesso tempo,divertente.
Si risvegliò più tardi a causa di un rumore.
Guardò fuori dalla finestra:grandi nubi grigie si stavano addensando proprio sopra di lei.
Poi sentì diversi rumori:vetri infranti,tonfi,schiamazzi e,infine,urla.
L'urlo di sua madre fece accapponare la pelle di Allison che si decise a scendere al piano terra.
Non appena fu entrata in cucina,le scappò un gridolino ma si portò la mano alla bocca per non urlare e per non vomitare.
Tutto era sottosopra:mobili scaraventati contro i muri;sedie rotte ;la finestra in mille pezzi;resti di piatti e bottiglie fracassati.
La cosa che più colpì Allison,però,non era tutto il caos formatosi,bensì un esile corpo disteso per terra;con i capelli che le coprivano il volto;privo di vita.
Dall'altro lato della stanza c'era suo padre che,gravemente ferito,utilizzava le sue ultime forze per contrastare qualcuno.
Un uomo.
Un uomo vestito di nero.
Un uomo con una grande spada.
Un uomo...con due grandi ali nere sulla schiena.
"Allison scappa!Non lasciarti prendere da questo most..."
Dicendo queste parole,suo padre perse la vita per mano di quell'angelo nero che aveva approfittato della sua distrazione.
In un attimo,tutto ciò che aveva conosciuto dell'amore si ritrovò dissolto in una pozza di sangue.
L'angelo le si avvicinò minaccioso.
Allison sapeva benissimo che doveva scappare perchè quell'essere avrebbe ucciso anche lei,tuttavia non riuscì a muoversi.
Era paralizzata;come se una forza la stesse trattenendo. L'angelo la fissò.
Poi pronunciò quel nome.
"Kairi..."
In una frazione di secondo,la testa le si riempì di immagini.
C'era sangue.
Corpi senza vita.
Dovunque.
Poi la vide.
Nel cielo oscuro vi era una ragazza con due grandi ali nere...
Era voltata di schiena,quindi non riuscì a scorgerne il volto.
Stava comandando un grandissimo esercito di angeli neri;questi uccidevano senza pietà.
C'era troppa morte;troppo sangue;troppa violenza.
Allison vide il ghigno quasi disumano della ragazza.
Infine,vide un paio di inquietanti occhi color oro...con la pupilla felina.
Ancora non lo sapeva ma,da allora in poi,quegli occhi l'avrebbero perseguitata anche nei suoi incubi.
Si prese la testa fra le mani.
"Che diavolo mi sta succedendo?"pensò Allison in preda al panico mentre l'angelo era pronto a scoccare il suo colpo micidiale.
Improvvisamente una spada apparì dal nulla.
Allison non si lasciò sfuggire l'occasione:l'afferrò ed indietreggiò.
Anche se non aveva mai toccato nulla di simile prima d'allora doveva comunque cercare di difendersi.
L'angelo tuttavia,non avendo sentimenti,non si fece minimamente scrupoli sul fatto che davanti a lui ci fosse solo una bambina e prese ad attaccare senza pietà.
Allison,più che parare,tentava di schivare i colpi che piovevano da ogni parte.
Poi,con un'abile mossa,l'angelo la fece cadere al suolo.
La spada cadde pochi metri più in là da dove si trovava Allison ma,per la piccola sembrava che non ci fosse più via di scampo.
L'angelo le aveva puntato sotto la gola la sua lunghissima spada.
Allison,ansimante,si guardò attorno in cerca di qualcosa;qualunque cosa che potesse esserle di aiuto.
Quando la consapevolezza che non ce l'avrebbe fatta si fece spazio nella sua mente,dagli occhi della piccola sgorgò un fiume di candide lacrime.
L'angelo preparò il colpo mortale;quello che,di sicuro,le avrebbe mozzato la testa.
Allison strizzò gli occhi impaurita.
In quel momento,però,sentì che la sua mano non era più vuota,bensì impugnava l'elsa della spada che le era precedentemente caduta.
Non aveva idea di come le fosse arrivata in mano ma non ci ripensò su due volte:con un colpo netto tagliò il braccio dell'angelo che cadde al suolo con un tonfo metallico prodotto dalla spada ancora impugnata fra le dita.
Lui guardò il braccio che lasciava fuoriuscire fiotti di liquido purpureo;poi puntò il suo sguardo verso la bambina di fronte a lui mentre pensava: "Non c'è dubbio...è proprio lei..."
Dopodichè sparì lasciando dietro di sè solo lacrime e disperazione.
In quei giorni Allison vagò nella cittadina ormai deserta. E così,anche la loro città era stata invasa dalle grandi forze del Tiranno.
La piccola trovò riparo in una chiesetta semi-distrutta che divenne la sua abitazione.
Poi,però,capì il motivo per cui si era salvata dalla morte:vendicare i suoi genitori e tutti i morti della sua città.
Da allora non si separò più dalla sua spada;quella che le aveva salvato la vita e incominciò un duro allenamento.
Dapprima fu solo per difendersi dai nemici;poi però si accorse che quelle tecniche non bastavano più.
Così si incamminò presso la vicina cittadina per cercare qualcuno che le potesse insegnare la difficile arte del combattimento.
Purtroppo nessuno era in grado di farlo;tuttavia,un giovane le disse di recarsi all'Accademia Reale di Whitelight Land:il luogo migliore per imparare tutto ciò che le serviva.
Così,a soli 15 anni entrò nell'Accademia e a soli 18 era diventata talmente abile da acquisire il titolo di Comandante dell'Esercito Imperiale.
Tuttavia non fu l'unica donna Comandante;l'esercito era diviso in due sezioni:la sezione Nord e la sezione Sud.
A capo della prima stava Allison,mentre la seconda era capitanata da Lucrecia Crescent,allora considerata da tutti una valorosissima combattente.
Quest'ultima non fu certo contenta della notizia del nuovo titolo di Allison,tuttavia le due stabilirono un rapporto di amicizia.
Le cose per Allison sembravano andare per il meglio:finalmente era felice ed era riuscita a perfezionarsi.
Non era più la bambina impaurita di un tempo.
Però...
Anche se può sembrare strano...
Quello fu l'inizio della fine.
Durante la battaglia decisiva per la conquista del regno della Terra avvenne un fatto inspiegabile,meglio conosciuto come "l'inspiegabile incidente".
Infatti,nel bel mezzo della battaglia,ad Allison presero dei dolori lancinanti alla testa,dopodichè...
Dopodichè non fu più sè stessa.
Con la sua spada prese ad uccidere non solo i nemici ma anche i propri compagni.
Alla fine di quel massacro,le autorità di Whitelight decisero di cacciare Allison dall'esercito e di bandirla dal regno onde evitare altre stranezze.
Da quel momento fu conosciuta da tutti come "la profuga".
Vagò per mesi senza meta.
Chi la incontrava sul suo cammino si nascondeva,scappava,o addirittura provava a tirarle addosso qualche pietra.
Nonostante tutto ciò,Allison seguiva di nascosto i movimenti dell'esercito e,quando qualche squadra si trovava in difficoltà,prestava segretamente il suo aiuto combattendo contro i nemici.
Era più forte di lei.
Non solo sentiva di doverli aiutare,ma non riusciva neppure a smettere di combattere.
La ragazza smise di pensare e si diresse verso la finestra.
L'oscurità era ormai quasi totale.
Poi guardò la sua spada:era un'arma infinitamente bella;la lama in lega leggiera con delle intagliature sulla parte superiore;il manico nero con una pietra argento incastonata nel mezzo.
Allison aveva notato che,tutte le volte che combatteva,la pietra diventava color oro,anche se non sapeva spiegarsene il motivo.
Inoltre,quando la prendeva in mano,la lama diventava luminosa;una luce azzurrina ma intensa.
Dopo averla riposta nel fodero,Allison mise la fedele spada sotto il cuscino e si coricò.
Prima di addormentarsi ripensò a tutto quello che le era capitato e giunse alla conclusione che,probabilmente,avrebbe passato il resto della sua vita nell'ombra.
Beh...dopotutto era "la profuga".
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Ecco fatto!^^ho finito anke il 2°!XD
Ora avete capito chi è la protagonista della storia eh?...XD
Come me è sempre piena di crisi esistenziali(certo,io non sono orfana!ne ho mai ucciso nessuno...a parte mio fratelloXD!no skerzo...)...però un po' rispecchia il mio carattere!^^
Continuate a seguirmi mi raccomando!ci conto!
Ally

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: The Princess of Fallsland ***



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Salve a tutti! Lo so...è da un bel po'che non aggiorno (in pratica dall'era glaciale)... perdonatemi!! Ora vi chiederete...perchè postare una storia che sembrava già ormai morta e sepolta da anni? Beh, vedete...è che vi sono molto affezionata poichè questa è stata una delle mie primissime fanfiction e, a dirla tutta, non me la sentivo di abbandonarla così...ma il motivo principale è che questa ff è dedicata a due persone che erano davvero speciali per me in quegli anni...e ora, anche se sono lontane, questa storia è forse l'unico legame che mi è rimasto con loro...perciò la volevo pubblicare in modo tale che, ovunque siano, possano sempre ricordare i bei momenti passati insieme ^^
Ally



Molti chilometri più in là, tra gli innati ruscelli del regno di Fallsland, popolato da Elfi, creature magiche ed umani, sorgeva l'immenso castello regale che occupava la maggior parte del territorio.
In una di queste distese, una giovane ragazza dai capelli corvini e gli occhi verdi teneva saldamente in mano un arco, pronta a scoccare il colpo decisivo, quello che le avrebbe permesso di vincere la sfida.
E così fu: tese l'arco fino al limite, poi lasciò andare la freccia che, in un lampo, andò a conficcarsi nel bel mezzo di un tabellone in legno.
"Siiii!!!" esultò la giovane in preda alla gioia.
Poco più in là, il padre, battendo le mani, si avvicinò a lei visibilmente soddisfatto.
"Complimenti figlia mia, hai vinto di nuovo..."
"Tsk...ovvio, no?" fece la ragazza mettendosi a posto una ciocca di capelli.
L'uomo sorrise.
"Certo che è ovvio...dopotutto sei figlia di Re...vedi di non dimenticarlo!" continuò accarezzandole lievemente il capo con il palmo della mano.
"Ora sarà meglio che tu vada a prepararti...non vorrai fare tardi al ricevimento di tua madre, vero?" disse prendendo la via per la reggia.
Già,il ricevimento...se ne era completamente dimenticata.
Quell'evento, organizzato periodicamente dalla matrigna, aveva come unico scopo di trovarle marito.
In realtà quello era solo un pretesto per poter mettere le mani su altri regni ed espandere il proprio.
Il destino di una principessa diciannovenne era già, dunque, segnato.
Tuttavia lei non si considerava come le altre principesse: non era disposta a vivere una vita insulsa, rinchiusa in un castello e costretta ad obbedire agli ordini di un uomo che non conosceva nemmeno.
No, non l'avrebbe potuto accettare.
Inoltre, di tutti i principi che aveva incontrato non ve n'era uno solo che sapesse tenerle testa...era ormai convinta che nessuno sarebbe riuscito a sopportare il suo carattere e a conquistare il suo cuore "di ghiaccio", come veniva spesso definito.
Tuttavia, se in presenza altrui si mostrava sempre sicura di sè ed impassibile ad ogni sguardo, quando era sola non esitava a sciogliersi in pianti disperati o crisi di nervi.
La ragazza annuì, cercando di nascondere il suo disappunto al padre, poi si avviò verso il castello.
Doveva resistere, si disse, ancora una volta.
                                                                                   ____oOo____

Il ricevimento era appena iniziato: una marea di persone si era riunita nel grande salone, occupando due lunghissimi tavoli imbanditi.
La regina, battendo con il coltello sulla superficie del suo calice, richiamò l'attenzione dei presenti.
"Signore, signori, cari amici...ecco a voi la nostra erede: la principessa Sarah di Fallsland!"
L'entrata della giovane fu accompagnata dagli applausi degli ospiti.
Indossava un abito verde chiaro che faceva risaltare i suoi occhi smeraldini; i capelli erano accuratamente legati in un elaborato chignon e, al collo, indossava un ciondolo color acquamarina.
Dopodichè il banchetto ebbe inizio.
Sarah si sedette accanto al padre che le fece l'occhiolino ma lei rimase impassibile.
Era tesa: non voleva assolutamente far trasparire il proprio stato d'animo davanti a tutti, specialmente di fronte all'adorato padre.
Quando tutti ebbero finito di mangiare, il Re si alzò in piedi all'improvviso.
Sarah lo guardò sorpresa: non era da lui intervenire durante quei ricevimenti.
"Signori, devo fare un annuncio" disse con voce ferma.
"Come saprete, la mia bellissima figlia ha da poco compiuto diciannove anni..."
Sarah abbozzò un sorriso: forse suo padre aveva capito tutto e voleva tirarla fuori da quella situazione insopportabile..finalmente avrebbe potuto decidere da sola della sua vita!
"...ed è per questo che sono felice di annunciare che domani convoglierà a nozze con Dilan, il principe di Windstorms Land!"
L'attimo che seguì fu un vero shock: mentre la gente applaudiva, il giovane principe si alzò e, con un sorrisetto stampato in faccia, si avvicinò a lei.
La giovane non riuscì a spiccicare parola.
Ma che diavolo stava succedendo? Perchè tutto così all'improvviso?
E, soprattutto, perchè nessuno le aveva detto niente?
"Mia signora..." fece il giovane principe inginocchiandosi e baciando la mano di Sarah, ancora incredula.
Applausi e felicitazioni si propagarono fra gli invitati.
Non ce la faceva più.
"NOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!"
L'urlo della giovane rieccheggiò nel salone e, le chiacchiere si tramutarono in silenzio tombale.
In preda al panico, la ragazza scostò in malo modo il principe e poi corse via, lasciando tutti a bocca aperta.
                                    
                                                                                 ____oOo____

"Sarah, apri subito questa porta!!" bussò poco dopo il Re fuori dalla camera della principessa.
"Mai! Ne ho abbastanza dei vostri sporchi imbrogli!" sentenziò lei con la voce rotta dai singhiozzi.
"Dilan è un ottimo partito.."
"Non mi interessa! Non riuscite a capire che non ho intenzione di sposarmi?"
"Sentimi bene, Sarah" fece il padre battendo forte il pugno sulla porta "in questo mondo lo scopo della vita di una donna è sposarsi e generare eredi maschi! Coloro che non adempiono al proprio ruolo sono destinate ad una vita di sofferenza e rinnegazione!"
Sarah non riusciva a trattenere le lacrime; suo padre, che tanto adorava, stava dimostrando di avere la mentalità uguale a quella tutti gli altri uomini.
"In ogni caso, tu domani ti sposerai, che ti piaccia o no! Hai aspettato anche troppo!"
"No! Padre, vi prego!" esclamò la principessa aprendo la porta, ma il Re si era già dileguato.
Sconfitta, tradita e profondamente delusa, si gettò sul letto, abbandonandosi ad un pianto disperato.
Era finita; ormai non poteva più fare nulla per cambiare il suo destino.
Si alzò ed uscì sul terrazzo.
Era uno spettacolo: il sole si tuffava nell'oceano facendo brillare l'acqua; le rondini si ritiravano verso l'astro lucente producendo, insieme alla risacca delle onde e al fruscìo del vento, una dolce melodia; il cielo, a tratti rosato, era bello come un dipinto.
Sarah, appoggiandosi al cornicione, chiuse gli occhi e respirò quell'aria fino a riempirsi i polmoni di salsedine.
Forse sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe potuto respirare quell'aria di libertà.
                               
                                                                              ______oOo______

Sarah trascorse l'ora seguente tra pianti disperati e sogni tormentati.
Decise poi di far visita al suo luogo segreto.
Cercando di non farsi vedere, sgattaiolò fuori dalla porta e, percorrendo il lungo corridoio alla sua destra riuscì a raggiungere la scorciatoia che portava direttamente in giardino.
La giovane arrivò di fronte ad una piccola cascata che oltrepassò facilmente senza farsi bagnare dal suo elemento.
Percorse un cunicolo che sbucava in una piccola piscina naturale ornata da ninfee e fiori di gelsomino.
La luce e le stelle sbirciarono la ragazza mentre ammirava quel luogo magico.
Poi si immerse nell'acqua con ancora i vestiti addosso.
L'acqua non la bagnò poichè Sarah la controllava: era una cosa che riusciva a fare sin da piccola; non solo riusciva a manipolarla ma era anche in grado di generarla nei palmi delle mani.
Rimase un po' in quel luogo con la testa sgombra da ogni pensiero.
Poi si diresse verso casa e le lacrime tornarono a sgorgarle lentamente dagli occhi.
Quando fu in camera sua si buttò subito sul letto.
All'improvviso qualcuno bussò alla porta e Sarah, sbuffando, andò ad aprire.
"Sì?"
Nessuna risposta.
La giovane aprì la porta piantandovi fuori la testa.
Nessuno, solo il corridoio desolatamente vuoto.
La mora sbuffò e sbattè la porta dietro di sè: odiava quegli stupidi scherzetti.
"Sarah..."
"Chi è?" chiese la mora guardandosi intorno.
"Sarah..."
Quella voce, quasi un sussurro, si fece man mano sempre più forte nella sua testa.
"Sarah, vieni...ti sto aspettando..."
Poi, improvvisamente, un dolore lancinante la colpì alla testa e cadde a terra priva di sensi.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: The girl who rides dragons ***



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Salve! Questo capitolo è interamente dedicato ad una persona davvero speciale a cui voglio un mare di bien (anche se non gliel'ho mai dimostrato veramente..e per questo mi maledico ogni giorno.. ç_ç): Drake Artorius aka mewmina__91
Comunque spero vi piaccia! Baci
Ally



"Jill sbrigati! Sei lenta!"
Una figura dalla chioma scarlatta si muoveva velocemente tra le fronde degli alberi mentre, una seconoda più in basso era ferma per riprendere il fiato.
"Sei tu ad essere troppo veloce! Uff..ricordati che io, a differenza di te, sono una comunissima spadaccina!"
La prima sorrise rallentando l'andatura.
"Cosa ci posso fare se sono la più rapida guerriera di tutta l'accademia? Eddai, muoviti!"
Detto ciò, la rossa riprese a correre.
Dovevano assolutamente sbrigarsi: se qualcuno le avesse viste sarebbero stati grossi guai.
Nell'Accademia Reale dei Cavalieri di Drago di Redsparks Land la severità era d'obbligo.
Tuttavia, le cose erano un po' cambiate da quando una giovane ragazza dalla chioma scarlatta ne era entrata a far parte.
Il suo nome era Drake Artorius, meglio conosciuta da tutti come "peste rossa", soprannome dato dal fatto che ogni giorno era solita combinare guai, il più delle volte volontariamente.
All'inizio tutti la schernivano per la sua statura minuta, poi però, rendendosi conto delle sue incredibili doti per l'arte del combattimento, iniziarono a portarle rispetto.
In seguito, Drake rivelò anche una natura piuttosto testarda e molto irascibile del suo carattere, tanto che i suoi istruttori si chiesero con chi avessero a che fare.
In realtà, nelle vene della giovane scorreva il sangue di una ninja: sua madre.
Non solo per tutto ciò la gente le portava rispetto: infatti lei era la secondogenita di Vincent Valentine, Re di Redsparks.
Orfana di madre dalla nascita, Drake non aveva mai conosciuto suo fratello, scomparso in battaglia, affidandosi completamente alle cure del padre.
Questi era un idolo per la giovane: non solo era Re, ma era anche il comandante della sezione Est dell'esercito di Whitelight, costituito principalmente da Cavalieri di Drago.
Così, nacque in lei l'amore per quelle creature e la scelta di diventare Cavaliere.
Tuttavia, Drake non mirava esclusivamente a quello: il suo sogno era diventre comandante dell'esercito imperiale.
Non era del tutto impossibile raggiungere quell' obiettivo: aveva sentito parlare di una certa Allison che era stata eletta comandante...ne parlavano come "la grande svolta dell'esercito", ma anche come "il suo più grande errore".
Drake non capiva a che si riferissero quei commenti; di una cosa era certa: le sarebbe davvero piaciuto incontrare quella ragazza.
Durante gli anni passati all'Accademia, Drake non era riuscita a farsi molte amicizie; Jill era una delle poche che era riuscita a sopportare il suo carattere vivace.
Tuttavia,qualche volta, anche lei perdeva la pazienza.
"Insomma, si può sapere dove stiamo andando?" fece la morettina sbuffando.
"Ora vedrai..." rispose l'altra.
Poi, svoltato l'angolo, entrò in una caverna illuminata da grandi fiaccole.
Infondo alla caverna si potevano scorgere grandi gabbie di ferro addossate l'una accanto all'altra e, al loro interno, vi riposavano giganteschi draghi.
La rossa si fermò di fronte ad una gabbia ancor più grande delle altre.
Jill le stava dietro.
"Oh mio..."
"Shht! Sei pazza? Vuoi farti scoprire?" la ammonì la rossa, mentre l'amica fissava il contenuto della gabbia a bocca spalancata.
All'interno, un enorme drago riposava tranquillo.
Era completamente nero, eccetto il dorso e la coda tinti di rosso rubino.
Drake tese la mano per accarezzarlo.
Al tocco della sua padrona, la creatura aprì gli occhi dorati e fece un grosso sbadiglio.
"Ciao Ryu, riposato bene?"
Il Drago, di tutta risposta, fece un altro sbadiglio.
"Ch-che cosa? Quel drago è tuo? Ma..."
La povera Jill non riuscì a finire la frase poichè la rossa le aveva tappato la bocca con il palmo della mano.
"Esatto! Ryu è il mio drago personale...ma non deve venirsi a sapere o, altrimenti, quelli dell'Accadiemia mi sbattono fuori!"
Nel frattempo il drago si era disteso a pancia in su e, con una zampa, si grattò il muso.
"Forza Ryu! Non è il momento di rilassarsi!" disse allegra la ninja mentre liberava il drago sotto gli occhi allibiti dell'amica, la quale sospirò.
"E va bene, tanto ormai abbiamo già infranto tutte le regole del coprifuoco...con questo la punizione è assicurata!"
Drake non se ne preoccupò più di tanto: per lei quella era pura routine.

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Dopo aver abbandonato la caverna, le due ragazze ed il drago si diressero verso un luogo sicuro.
Drake salì in groppa a Ryu che fremeva, impaziente.
"Sei proprio sicura che nessuno ti vedrà?" disse Jill.
"Non ti preoccupare, io e Ryu siamo esperti ormai...vero cucciolone?"
Uno sbuffo di fumo uscì dalle narici del drago.
"Bene, e ora...partenza!!"
Detto questo, la rossa fece un cenno di saluto all'amica e, un attimo dopo Ryu, dispiegando le grosse ali, s'innalzò in volo.
Drake provava sempre un immenso piacere nel volare; spesso le capitava di chiudere gli occhi ed ascoltare il battito delle ali di Ryu per dimenticare tutti i problemi e i cattivi pensieri.
Pareva quasi di essere in un altro mondo.
Attraversarono una nube, poi Ryu prese a salire di quota.
Ora erano più vicini alla luna; Drake era convinta di poterla quasi toccare.
Tese la mano nel tentativo ma, all'improvviso, entrarono in un altra nube e tutto scomparve.
Questa volta la nube era più compatta: più teneva aperti gli occhi e più la giovane sentiva che la nebbia le ostruiva la vista.
Ad un tratto, un'ombra nera le si parò davanti.
Ryu la schivò e prese ad agitarsi.
"Calma Ryu, è solo un'ombra..." fece la ragazza cercando di tranquillizzazrlo,ma il drago sembrava in preda al panico.
Poi prese a scendere sempre più veloce, in picchiata.
"Ryu ,calmati!" eslamò invano.
"Ryu, ti prego,fermati!!!"
Mancavano pochi metri al suolo.
Drake lo sentiva: si sarebbero schiantati.
"RYUUUUUUUUUUU!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"
Il drago planò all'improvviso, poi, rallentando, riuscì ad appoggiare le grandi zampe a terra.
Una volta scesa, la giovane si mise di fronte alla creatura.
"Ma che diavolo ti è preso? Volevi forse farci ammazzare?!"
Il drago la fissò: sembrava quasi che le stesse dicendo "non ne ho idea".
"Ryu..." la ragazza tese la mano per accarezzarlo ma il drago si ritirò.
Poi, voltandosi, prese la via per la foresta.
"Ehi, dove vai?" esclamò la rossa.
Non appena si fu inoltrata nella foresta, la vista le si oscurò; era avvolta dal buio più totale.
"Accidenti..."
Era il momento ideale per usare le sue particolari abilità.
Chiuse gli occhi e si concentrò fino a generare una piccola fiammella sulla punta dell'indice; poi estrasse dalla tasca dei calzoncini una piccola ampolla di vetro.
La fiamma, richiusa nell'ampolla, prese ad illuminare una porzione del territorio circostante, permettendole di avanzare.
La giovane vagò per ore tra arbusti di ogni genere cercando il suo drago, ma senza risultato.
Sfinita, si mise a sedere sul tronco di un albero tagliato.
Poi, tutto ad un tratto, scorse una luce che si muoveva tra le fronde a qualche metro di distanza.
"Ryu, sei tu?" esclamò.
Nessuna risposta.
"Andiamo, non mi va di scherzare!"
Ancora silenzio.
"Uff..forza! Vieni subito qui!!!"
Dopo quell'ultima esclamazione la ragazza si mise a correre con l'unico scopo di raggiungere quella luce.
Quando mancarono pochi metri, la luce scomparve improvvisamente.
Drake si immobilizzò.
"Ryu?"
C'era qualcosa di strano e Drake lo sentiva.
Ad un tratto sentì qualcosa picchiettare sulla spalla sinistra.
Si voltò di scatto ma non riuscì a scorgere il volto del suo interlocutore poichè questi la colpì sulla testa con qualcosa di pesante.
La giovane stramazzò al suolo.
L'aggressore si caricò il corpo della ragazza sulle spalle, poi raggiunse un complice che, poco più in là, stava accendendo una lanterna.
"Ce l'hai fatta?" esclamò quest'ultimo.
"E' stato più semplice del previsto..."
Dopodichè i due si incamminarono nel buio.


 

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