IL VASO DI PANDORA di moira78 (/viewuser.php?uid=16037)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In frantumi ***
Capitolo 2: *** Uno strano incontro ***
Capitolo 3: *** Nuove alleanze ***
Capitolo 4: *** La Shikon malvagia ***
Capitolo 5: *** Il nascondiglio di Naraku ***
Capitolo 6: *** Il Vaso maledetto ***
Capitolo 7: *** L'inizio della lotta ***
Capitolo 8: *** Akumu no Youkai ***
Capitolo 9: *** La morte di Naraku ***
Capitolo 10: *** Interludio ***
Capitolo 11: *** Il rapimento ***
Capitolo 12: *** La Lacrima degli Uomini ***
Capitolo 13: *** La fine ***
Capitolo 14: *** Ritorno alla normalità ***
Capitolo 15: *** La partenza di Ranma ***
Capitolo 1 *** In frantumi ***
Il vaso di Pandora
Libro I
Aprendo il vaso maledetto
Capitolo I
In frantumi
Tessaiga affondò senza esitazioni nel corpo del mostro, ma proprio mentre collassava, Kagome gridò "Un frammento! NELLA ZAMPA DESTRA!"
La creatura aveva l’aspetto di un orribile cinghiale gigante, probabilmente era l’ultimo mostro creato da Naraku, e senza dubbio era il più brutto. L’hanyou si concentrò sulla zampa indicatagli da Kagome, cercando disperatamente di tagliargliela di netto, ma quella guizzava e si riformava.
"CAZZO!" Esclamò al culmine della disperazione; quello youkai era veloce come un ghepardo e guizzante come un’anguilla… e sì che era un cinghiale! Come diamine aveva fatto Naraku, o chi per lui a creare una cosa tanto micidiale?!
"DIVINA KAGOME NON SI AVVICINI!"
Inuyasha avvertì appena l’urlo di Miroku, ed ebbe il tempo di domandarsi cosa stesse combinando quell’umana per farlo gridare tanto. Si sta mettendo di nuovo nei guai! Pensò voltandosi per guardare. La vide erigersi tutta concentrata con la freccia incoccata, pronta a mirare alla zampa del mostro, e vide ciò che il monaco fissava inorridito. La bava del mostro colava a terra densa e ripugnante, e qualche goccia finì anche sul suo kariginu, provocandogli uno strano bruciore.
La sua bava è…
"KAGOME SPOSTATI! E’CORROSIVA!" Gridò Sango sovrastando il caos della battaglia.
"KAGOMEEEE!" Gridò a sua volta Inuyasha correndo verso di lei per spostarla.
Kamisama, ecco perché Miroku non ha aperto il foro del vento!
Il mostro gridò di disappunto, spargendo altra micidiale bava corrosiva. Sango ne sarebbe stata innaffiata se Miroku non l’avesse afferrata in tempo, portandola in salvo, rotolando lontano. Il povero bonzo era talmente spaventato dall’idea della sua acchiappa-spettri preferita ridotta ad un mucchietto fumante, che non tentò neanche di palparla.
"G…grazie houshi-sama!" Balbettò ancora scioccata.
Mentre il mostro gridava, Inuyasha si voltò per afferrare Kagome Tardi, troppo tardi! colpendolo con un calcio sull’enorme bocca spalancata e dandosi contemporaneamente una spinta maggiore. Kagome aveva mollato le frecce e l’arco e si era portata le braccia a schermarsi il volto, ben sapendo che sarebbe stato del tutto inutile.
Inuyasha la sfiorò appena, e sentì che già quella sostanza viscida colpiva la manica e il braccio indifeso di lei; se l’avesse spostata in tempo sarebbe stata fortunata a rimanere con un braccio solo. Poi vide un’ombra fugace togliergliela dalla visuale, e per un istante di puro orrore credette che l’avesse presa lo youkai per mangiarsela. Ma vide il gatto gigante di Sango volare lontano con Kagome in groppa.
"BRAVA KIRARA!" Urlò Sango da tergo. Intanto il mostro, infuriato per aver perso il suo giocattolo con le orecchie da cane, sferrò una zampata cogliendo di sorpresa il povero hanyou, che rotolò lontano con un grido di stupore.
"BRUTTO CINGHIALE MALEDETTO….TE LA FARO’ PAGARE PER AVER FERITO LA MIA KAGOMEEEEEE!"
Con un colpo preciso e netto nel Kaze no kizu, gli tagliò in due la zampa con la scheggia della Shikon, e registrò appena l’urlo concitato di Miroku. Che cavolo c’è ora?! Pensò vedendo la scheggia cadere sul terreno, lontana dal mostro.
"La scheggia è qui bonzo idiota! Non dirmi che ne vedi un’altra!" gli gridò. Ma non ebbe il tempo di sentire la sua risposta irata, che l’Hiraikotsu di Sango lo colpiva in pieno facendolo cadere con la faccia su qualcosa di piccolo e… tondo. Il frammento della sfera degli Shikon che Kagome teneva sempre al collo. E il mostro la stava per afferrare con un’altra zampa, in un ultimo, mortale tentativo di sopravvivere. Inuyasha la prese al volo e fuggì dalla scomposta agonia dell’ormai defunto youkai-cinghiale.
"Come sta?" Domandò Inuyasha entrando nella capanna. Kaede terminò di fasciarle il braccio, e alzò le spalle.
"Se si fosse spostata un secondo più tardi sarebbe rimasta con un braccio solo, e forse sarebbe morta per lo shock della perdita di sangue. E’stata MOLTO fortunata."
Inuyasha abbassò gli occhi. Si sentiva colpevole per non essersi accorto prima della bava corrosiva dello youkai. Se le fosse accaduto qualcosa… non se lo sarebbe mai perdonato. Kaede lo fece sedere accanto a lei, pregandolo di lasciarla riposare.
"E’molto stanca… io vado a raccogliere delle altre erbe nel caso ci fosse del veleno nella ferita." L’hanyou si voltò di scatto a guardarla, ma lei lo rassicurò "Oh, andiamo, è solo un’ipotesi… e poi Kagome è forte, lo sai!" Lui annuì, docile e preoccupato come non lo aveva mai visto.
"Somma Kaede…come sta la divina Kagome?" Chiese Miroku non appena la vide uscire.
"Ora riposa, ha una brutta lacerazione al braccio, ma di sicuro se la caverà bene."
"Se non fosse arrivata Kirara sarebbe morta! Certe volte mi chiedo dove abbia la testa Inuyasha!" Sbottò Sango accarezzando la gattina sulla sua spalla, ritornata alle sue dimensioni naturali.
"Inuyasha è molto in pena per lei, Sango…" Spiegò la miko.
"…ma dovrebbe avere più cura della sua donna" S’intromise Miroku "Sango ha perfettamente ragione, e se non fosse arrivata Kirara?"
Kaede alzò le spalle, a disagio. Non voleva certo difendere Inuyasha, ma sapeva che sarebbe morto piuttosto che vederla in pericolo.
"Non colpevolizzatelo troppo ragazzi miei…"
Sango e Miroku aprirono la bocca per ribattere qualcosa, ma rinunciarono. Kaede aveva ragione. Inuyasha non aveva tutta la colpa; la responsabilità era di quel maledetto mezzodemone chiamato Naraku, era sempre stata colpa sua.
Kagome aprì gli occhi, e la prima cosa che vide fu lo sguardo preoccupato di Inuyasha. Lui si voltò bruscamente, sentendosi osservato.
"Tsè! Stupida! Volevi morire forse?!"
"I…Inu…yasha…?!"
"Zitta, non parlare. Sei debole."
Lei lo osservò per un istante, con gli occhi lucidi di febbre, e automaticamente portò la mano al collo. "La sfera!" Ma lui le aveva messo il prezioso monile sotto gli occhi, pendente dalla catenina. Istintivamente lei fece per afferrarlo, ma Inuyasha glielo impedì "Perché…?" Fece lei con voce flebile.
"Per un po’ la tengo io questa. Saresti in pericolo se qualche spettro ti trovasse ora."
Lei abbassò lo sguardo, e fece per muoversi, ma la fitta al braccio glielo impedì e Kagome ricadde sul futon. L’ho persa durante la battaglia.
"Stupida, te l’avevo detto di non muoverti! Possibile che tu debba fare sempre di testa tua?!" Ribattè stizzito "Quel mostro… la sua bava schifosa ha spezzato la tua catenina. Sai cosa sarebbe accaduto se ti avesse raggiunto il collo più in profondità?!"
Kagome rabbrividì, avvertendo il bruciore alla base del collo, nell’incavo da cui partivano le scapole. Si accigliò. "Non sapevo che quella… cosa…. avesse bava corrosiva… o vuoi rimproverarmi anche di questo?!"
L’hanyou la fissò con un’intensità che quasi la spaventò, poi disse semplicemente "No, quella è colpa mia…"
"Ma…Inu…"
"…se Kirara non fosse arrivata in quel momento, a quest’ora saresti morta!"
La ragazza lo fissò incredula. Lui si sentiva… in colpa? Kamisama, non l’avrebbe rinchiusa di nuovo dall’altra parte del pozzo per non farle correre altri rischi?! No, non gliel’avrebbe permesso, non di nuovo! Lo vide allontanarsi da lei, infilare l’uscio e…
"A CUCCIA!"
L’hanyou si schiantò a terra con un grugnito di disappunto. "CHE CAVOLO FAI?!"
Lei lo guardò seria. "Guai a te se mi porti via la sfera per chiudermi di nuovo nella mia epoca! Giuro che se lo fai…"
L’hanyou la fissò sbalordito, e vide le lacrime formarsi nei suoi occhi. Oh no, l’ho fatta piangere di nuovo! Si alzò a fatica, e le si avvicinò quasi camminando carponi, le orecchie all’indietro per il dispiacere. "No… non piangere! Non voglio chiudere di nuovo il pozzo, la voglio tenere solo per un po’… finché non sarai guarita!" si discolpò.
Lei si asciugò le lacrime col dorso della mano e lo guardò di sottecchi. "Davvero? E sarai capace di proteggerla?"
"Certo che sì!" Esclamò lui orgoglioso. Kagome fece spallucce.
"Va bene, ma io resto qui."
"Come?" Fece spiazzato. Pensava che sarebbe tornata nel suo tempo almeno per farsi curare.
"Hai sentito bene! Non mi fido molto di te, e comunque sarebbe meglio che la tenessi io!"
"Ma non scherziamo! Sei ferita, e poi ti ho detto che non lo sigillo il pozzo!"
"Kagome-san ha ragione Inuyasha, creerò un kekkai per proteggerla finché non guarisce."
Kaede era rientrata con un fascio di erbe fresche, e si apprestava già a tagliarle con fare pratico.
"Tsè! I tuoi kekkai non mi sono mai piaciuti! Sono vulnerabili!"
"Attento a come parli ragazzino!" Fece la miko in tono pericoloso.
"La Shikon no Tama la tengo io vecchia! E questo è tutto!"
"Ma se sei così imbranato da non accorgerti dei pericoli più semplici, come pretendi di proteggere la sfera?!"
"Senti un po’, vecchia, per un errore che ho fatto non intendo essere insultato da te!"
"L’unica volta che l’avevi tu, dopo aver rinchiuso Kagome nella sua era, stavi per fartela sottrarre da uno youkai. Ricordo che fu il piccolo Shippo a recuperarla!"
"Questo non c’entra nulla! La tengo io e basta!"
"Guarda che ti sigillo di nuovo al Goshinboku!" Lo minacciò Kaede impugnando l’arco.
"Dannata vecchia….!" Urlò lui mostrando gli artigli.
"A CUCCIA INUYASHA!" Gridò Kagome cercando di calmare quell’assurda lite.
La miko sospirò. "Questo non lo fermerà per molto Kagome-chan…"
Lei annuì, consapevole della testardaggine dell’hanyou. "Io guarirò presto Kaede-baba, e comunque Miroku e Sango lo terrebbero d’occhio…"
Inuyasha alzò il viso rosso dalla rabbia e dal dolore alla schiena. "Dannata, non sono mica idiota io!"
"No ma sei… distratto! Loro ti staranno accanto e basta! E’la mia ultima offerta, e poi giuro che ti risigillo io stessa!"
Inuyasha fece una smorfia di rabbia, a metà tra uno sbuffo e un ringhio. "Nhhhh! E va bene! Che palle! Devo avere quei due alle calcagna tutto il giorno!" In quella, Miroku gli atterrò sulla schiena già malandata strappandogli un grugnito di sorpresa e dolore; un boomerang noto gli cadde sulla testa poco dopo. "Cazzo, Miroku! – fece con voce strozzata – dove hai messo le mani a Sango stavolta, brutto bonzo maniaco e deviato!"
Lui si schiarì la voce, senza scomporsi dalla testa del povero hanyou. "Sono spiacente Inuyasha, ma volevo solo accertarmi che la divina Sango avesse tutte le ossa a posto dopo la lotta; specialmente quelle della schiena e del… ehm… bacino."
"In poche parole le ha toccato il sedere." Rettificò Kagome alzandosi a sedere con fatica sul futon.
"MIROKU!" Ringhiò l’acchiappa-spettri apparendo sulla soglia. Poi vide Kagome col braccio fasciato e tirò un sospiro "Scusami Kagome, l’ho fatto finire proprio qua dentro…"
Lei la liquidò con un gesto della mano, e indicò il bonzo comodamente seduto sulla schiena di Inuyasha.
"Non mi ha dato noie, e comunque terrà a bada Inuyasha finché non guarirò." Sango la guardò con aria interrogativa, e Kaede si affrettò a rispondere.
"Inuyasha vuole tenere con sé la sfera degli Shikon finché Kagome non guarisce…"
"Bonzo dannato, scendi dalla mia schiena!!" Urlò Inuyasha.
"….e così pensavamo che tu e l’onorevole Miroku…."
"E chi ne ha voglia? Da qui posso scorgere perfettamente le curve delle meravigliose natiche della divina Sango…" Rispose l’ONOREVOLE bonzo.
"…poteste tenerlo d’occhio perché non la perda" Concluse la vecchia Kaede scuotendo la testa.
"Ma certo somma Kaede, con piacere!" Esclamò Sango colpendo Miroku sulla testa con il boomerang e facendogli perdere i sensi.
La yasha alzò gli occhi al cielo tenendo il ventaglio nella mano destra con fare annoiato. Quell’Inuyasha aveva annientato anche lo youkai-cinghiale di suo padre… era davvero ostinato! Per non parlare del frammento di sfera degli Shikon più grande, che per poco non era caduto nelle loro mani! Inuyasha non se n’era neanche accorto, ma poi quella dannata acchiappa-spettri e quel bonzo deviato si erano messi a strillare come aquile, e l’hanyou si era accorto dell’errore.
"Maledetto!" Sibilò a denti stretti, mentre lo Shibugarasu le si posava sulle dita della mano come un canarino. Il corvo gracchiò qualcosa, e lo sguardo della yasha si accese di furbizia e intelligenza.
"Bene bene bene…"
"Perché mi segui?" Fece seccato Inuyasha accorgendosi di lui. Miroku alzò gli occhi al cielo.
"Ma come, l’hai già dimenticato?" L’hanyou lo afferrò per la collottola.
"No dannato, non ho dimenticato che mi starai alle calcagna finché Kagome non sarà guarita, ma io voglio fare una passeggiata DA SOLO, e non voglio che tu mi stia col fiato sul collo!"
Il monaco gli fece cenno di calmarsi, e si aggiustò la tonaca con fare pratico "Come vuoi Inuyasha" Disse allontanandosi; lo vide fissarlo per tutto il tempo, finché non sparì dietro ad un albero. Sarebbe stato alla larga da lui, ma l’avrebbe seguito da lontano per accertarsi che non attaccasse briga con nessuno, irrequieto com’era.
"Houshi-sama?"
"Mia dolcissima Sango… quale onore!" Miroku le mostrò tutto il suo onore com’era solito fare, e l’acchiappa-spettri afferrò la mano del bonzo pizzicandogli dolorosamente la pelle tra due dita.
"Dov’è Inuyasha?" Domandò a denti stretti senza mollare la presa.
"Ha detto di voler stare da solo, lo seguivo da lontano." Rispose lui con voce rotta "Ora mi lascerebbe andare la mano divina Sango?"
Lei lasciò andare, e si preparò a spiare Inuyasha prestando attenzione, di tanto in tanto, alle mani lascive di Miroku.
Naraku accolse l’annuncio della figlia con un gran sorriso. I suoi capelli corvini furono attraversati dalla luce tagliente di un raggio di sole, e Kagura vide qualcosa brillare nei suoi occhi scuri.
"Padre…"
"Sai figlia, dalla mia parte c’è una defunta miko che da un po’ sta lavorando su qualcosa di micidiale. E se è vero che quello stolto di Inuyasha ora ha con sé il frammento più grosso della Shikon, e che la sua femmina è stata ferita dallo youkai e giace indifesa, posso comunicarti con grande gioia che è giunto il momento di usare questa nuova arma."
Kagura fissò il suo sorriso senza capire, e poco distante anche Kanna guardava il padre incuriosita.
Naraku scosse la testa, e la chioma si mosse languidamente sul suo collo. "Non temete, vi assicuro che entro oggi avremo la Shikon quasi intera solo per noi. " Ad un suo cenno apparve un nugolo di strani insetti-serpente, e l’hanyou parlò loro con voce calma e suadente "Andate miei cari. Portatemi Kikyo, e assicuratevi che abbia con sé il gioiello completo; se così non fosse vi do il permesso di privarla di metà delle anime che la tengono in vita" Gli insetti uscirono dalla finestra, attraversando il vetro con un rumore umidiccio come di stracci bagnati, e la yasha seguì affascinata il loro etereo movimento attraverso la materia solida.
Naraku guardò la figlia maggiore con un’espressione divertita. "Se le tolgono metà di quella specie di vita da morta capirà chi comanda!" spiegò.
Ma Kagura era sempre seria, e ora aveva chiuso il ventaglio con un gesto rapido e irritato. "Cosa può aver creato quella miko morta e tormentata da un amore assurdo per quel mezzodemone idiota da poter mettere in difficoltà Inuyasha e la sua femmina?"
Naraku sorrise, e nel suo sorriso la yasha vide una certezza e una spietatezza che le fecero ben sperare.
"Al tempo mia cara…al tempo…"
Inuyasha era inquieto. Odiava vedere Kagome ferita per colpa sua, e se non fosse stato per la promessa di non allontanarla più con la forza, l’avrebbe già rispedita a casa sua! Durante la battaglia si era distratto un attimo, e non si era reso conto di quanto corrosiva fosse la schifida bava di quella creatura orrenda che gli aveva probabilmente spedito Naraku. Distrattamente, si toccò la manica dell’abito dove era stato sfiorato anche lui. Si è fatto furbo quello! Pensò Mostri in grado di tenere lontani gli altri. In effetti, da un po’ di tempo, i suoi combattimenti erano ottimamente coadiuvati da Sango col suo boomerang gigante, Miroku col foro del vento, e Kagome con le sue frecce. Rifletté che lui avrebbe voluto combattere da solo perché era forte e capace, ma si rese subito conto che i tre gli erano stati addirittura indispensabili in certi casi. Diavolo, per dirla tutta gli avevano salvato la vita più di una volta! Addirittura il piccolo Shippo, con le sue pazze trasformazioni, gli era utile per riprendere fiato in situazioni altrimenti insostenibili.
L’hanyou sorrise Amici pensò loro sono miei amici... Si fermò di botto, annusando l’aria a drizzando le orecchie. C’era un demone lì vicino, e anche parecchio pericoloso. E lui era da solo, con il frammento della Shikon no Tama addosso.
"Houshi-sama allontanate la mano o giuro davanti ai Kami che ve le taglio di netto!" Esclamò Sango adocchiando le mani lascive del bonzo avvicinarsi pericolosamente al suo fondoschiena. Odiava essere palpata da quel bonzo, soprattutto perché lo faceva anche con le altre, e lei era una ragazza seria e posata. Sì ma non ti dispiace se lui ti guarda con malizia… le sussurrò la vocina interiore. Oh al diavolo! Miroku era un bonzo affascinante ma volubile; per lui una donna valeva l’altra, e lei voleva sentirsi importante per il suo uomo. Ma lui non è il tuo uomo. insisté la vocina. No, non lo era affatto. Ma ti piacerebbe…
"Oh insomma, basta!" Gridò senza accorgersi che parlava da sola. Fortunatamente scorse la mano morta del bonzo a pochi centimetri da lei, e aveva una scusa plausibile per la sua esclamazione improvvisa.
"Chiedo umilmente perdono divina Sango."
"Si… certo…" fece lei sbuffando.
Lui notò il suo sguardo afflitto, e le domandò cosa la rendesse così pensierosa. Sango ci pensò un attimo, poi si decise. Era una domanda legittima in fondo. "Miroku-sama (Kamisama l’ho chiamato per nome!) cosa rappresento io per voi?"
Miroku la guardò instupidito, e l’acchiappaspettri arrossì. "Cosa intendete dire Sango-sama?"
Mi ha chiamato per nome pure lui!
"Intendo dire… sono solo una donna a cui sfiorare le curve o rappresento… qualcosa di più… concreto?" Incapace di guardarlo, si coprì la faccia con le mani. Silenzio. Sango sbirciò attraverso due dita e lo vide fissarla come assorto.
"Divina Sango?" Dolcemente le scostò le mani dal volto, e improvvisamente lei sentì il cuore partirle al galoppo. Ma cosa mi è saltato in mente?! Kamisamacosahodetto?!
Il bonzo la guardò con due occhi languidi che aumentarono il rossore sulle proprie guance, e per la prima volta da quando lo conosceva, Sango si ritrovò a sperare. Sperare che?! Che fraintenda e ti violenti qui stesso?! Zittì la voce interiore inghiottendo rumorosamente. "Sì?" Riuscì a dire solamente.
"Voi siete l’unica, ripeto, l’unica a cui concederei l’onore di darmi un figlio. Nessuna delle altre donne possiede il vostro fascino e la vostra forza…" Ma fu interrotto dallo Hiraikotsu che gli fu sbattuto con violenza sulla tempia e da una ginocchiata in zone… ehm… dolorose. Sango aveva non solo udito la risposta di uno che aveva in mente sempre la stessa cosa, ma aveva avvertito nuovamente la sua mano palparla con maggior fervore. Visto? L’hai incoraggiato! E stavolta diede ragione alla propria voce interna. Ringraziò il cielo che Inuyasha si fosse messo nei pasticci proprio in quel momento, perché altrimenti Miroku avrebbe scorto le sue lacrime, e lei sarebbe stata costretta a dargli delle spiegazioni che non voleva dargli.
Kikyo entrò nel castello di Naraku accompagnata dai suoi Shinidamachuu come una visione dell’aldilà, e l’hanyou non poté non lasciarsi sfuggire un sorrisetto ironico.
"La signora non va mai in giro da sola a quanto vedo!" La defunta miko lo guardò sprezzante. Era più pallida del solito, e si sorreggeva a fatica. "Oh! Vedo che i miei insetti hanno dovuto convincerti con la forza!" Commentò alzandosi in piedi.
"Maledetto! – sibilò Kikyo – come hai osato soggiogare i miei stessi servitori?!"
L’hanyou fece un’alzatina di spalle. "Beh dovevo assicurarmi che mi avresti aiutato… no?"
"Sai benissimo che avrei avuto bisogno di tempo per attuare quel piano, come diavolo ti è venuto in mente che entro oggi avrei potuto completare…" L’hanyou le mise una mano sulla bocca, azzittendola. Il corpo fittizio reagì scostandolo, ma con poca forza.
"Ascoltami bene donna zombie – l’ironia era sparita dalla sua voce – se vogliamo fottere Inuyasha, non possiamo aspettare oltre. Uno dei miei burattini ha messo momentaneamente ko la tua reincarnazione del cavolo, e ora il tuo amato è solo con la Shikon. Quindi io dico che il giorno per attuare l’inganno è oggi!"
La miko scacciò di nuovo via le sue mani. " Si da il caso che io non abbia gli stessi poteri di quando ero viva, e che mi ci voglia un pochino più tempo per fare certi sortilegi!" Naraku si voltò e rise sommessamente. "Bè?! Che hai da ridere?!"
"Povera sacerdotessa! Ridotta ad usare metà del suo potere di miko! Comunque io sarò clemente. Ti concedo un’ora per terminare il tuo lavoro; nel frattempo terrò occupato quel mezzo cane."
La miko si inginocchiò stancamente sul pavimento, tirò fuori dalle vesti una pallina lucente e la lasciò fluttuare davanti a sé. Prima di concentrarsi definitivamente diede un’occhiata storta all’hanyou in piedi dietro a lei.
"Lo sai che a me basta portarmi via Inuyasha, e che se ho deciso di allearmi a te è stato solo per questo. In fondo sei stato tu ad uccidermi, cinquant’anni fa, potrei anche rivoltarmi contro di te all’improvviso e prendermi Inuyasha da sola. Ci hai mai pensato?"
Da quel momento il dubbio fu seminato nella mente malvagia di Naraku, ma lui represse violentemente la spiacevole sensazione, senza tuttavia liberarsene completamente. Così le rispose in tono forzato e poco convinto.
"Ma senza di me non terresti a bada la sua femmina, quindi io ti servo." concluse con più fervore.
Kikyo sorrise. "E’ vero" mormorò mentre le sue mani cominciavano a muoversi attorno al gioiello dell’inganno.
La creatura aveva le sembianze di un orso gigante, e Inuyasha pensò che Naraku stesse giocando con lui. Perché mandargli uno youkai forte ma battibile come quello? Voleva forse distrarlo da qualcos’altro? In effetti l’hanyou sentiva odore di spettro anche in altri punti, e cercò di capire da cosa provenisse, ma l’orso si scagliò su di lui distraendolo.
"Dannato!" Gridò sfoderando Tessaiga e cercando disperatamente il kaze no kizu della creatura. Non sapeva assolutamente dove fosse il frammento della Shikon, ma sentiva il bisogno di eliminare al più presto quello youkai, perché sentiva che c’era ben altro in ballo.
"Inuyasha! Lanciala a me!" Gli gridò Miroku spuntando da dietro un tronco con Sango. Inuyasha alzò gli occhi al cielo imprecando. Lo odiava quel bonzo, ma ammise a se stesso di esserselo trovato davanti proprio nel momento più opportuno. Cercò di pescare la sfera dalla spaziosa tasca del suo kariginu, ma gli sfuggì “Cazzo!”
Sango lanciò il suo boomerang e distrasse il suo avversario, e Inuyasha afferrò la sfera e la lanciò a Miroku.
"Padre…"
"Lo so Kagura… lo so… tira fuori quello che ci ha dato Kikyo quest’oggi."
La yasha strinse fra le mani una piccola sfera di vetro violaceo, e si preparò ad utilizzarla nel modo che Naraku gli avrebbe indicato.
La Shikon volò verso il bonzo in un luccichio, e Sango pensò che se fosse accaduto qualcosa probabilmente Kagome avrebbe mandato Inuyasha a cuccia tante di quelle volte che l’hanyou avrebbe avuto i reumatismi fino alla fine dei suoi giorni. Fu proprio allora che si voltò e vide Kagura col suo dannato ventaglio.
"DANZA DELLE LAME DEL VENTO!" Invocò la yasha sfoderando il suo attacco preferito (dopo quello del balletto dei cadaveri, s’intende) e una specie di tornado fece cambiare traiettoria alla sfera. Lo spostamento d’aria colpì anche Inuyasha, che usò l’enorme lama di Tessaiga per respingere i micidiali legnetti di Kagura. Lo youkai ne approfittò per attaccarlo, distraendolo "Fottiti orsacchiotto!" Gridò pronto a colpirlo. Ma Miroku intervenne col Kazahana "Spostati Inuyasha! Te lo tolgo di mezzo io lo scocciatore!"; in pochi secondi lo youkai-orso sparì nella mano di Miroku.
Mentre Inuyasha cercava di attaccare la yasha del vento con la spada, Sango alzò gli occhi al cielo sperando di scorgere la Shikon sollevata dallo spostamento d’aria. La vide, danzava a tre metri circa dalle loro teste come sorretta da una mano invisibile.
"Houshi-sama lassù!"
Miroku alzò lo sguardo, e gridò a sua volta. "Inuyasha lassù!"
Sango lo guardò urtata "Ma io l’ho detto prima a voi!"
Miroku si tossì in una mano con fare ovvio. "Spiacente Sango-sama, ma io non so volare" La donna arrossì. Kamisama è vero!
"Smettetela di chiacchierare e prendetela in qualche modo! Io voglio fare fuori questa mocciosa una volta per tutte!!" Gridò Inuyasha sprezzante.
Dal suo nascondiglio Naraku si preparò a tendere la trappola recitando una specie di nenia in una lingua sconosciuta.
Kagura gridò qualcosa d’incomprensibile, e dal suo ventaglio si sprigionò una sostanza eterea e bianca come la neve. "Nebbia?" Si chiese Inuyasha incredulo. Ora non vedeva più non solo la Shikon volteggiare in aria, ma neanche Kagura col suo ventaglio infernale… Diavolo non vedeva a un metro dal suo naso!
"NARAKU BASTARDO! QUESTO NON E’LEALEEEEE! KAGURA DANNATA TROIA DOVE SEEEI?!" Gridò l’hanyou scudisciando Tessaiga a casaccio. Dopo qualche colpo a vuoto si fermò. E se avesse colpito Miroku o Sango? Inoltre non sentiva più alcun odore a causa di quella strana nebbia che pareva entrargli in gola, negli occhi, dappertutto, e gli offuscava tutti i sensi. "VAFFANCULO!" Gridò gettando Tessaiga e sedendosi a terra, inerme e sconfitto dentro. Naraku gliel’aveva fatta di nuovo, con un trucchetto stupido ma efficace probabilmente aveva già messo le mani sulla sfera degli Shikon quasi completa.
Poi si aprì un varco, stretto e lungo, ma che gli permise di vedere la faccia sorridente del suo nemico con la coda di cavallo che stringeva la preziosa reliquia. Inuyasha vide Naraku girarsi tra le dita la sfera e tenerla con due sole dita come se volesse lasciargliela vedere un’ultima volta. Incapace di capire, di riflettere, accecato solo dall’ira ha ucciso Kikyo…ha ferito Kagome… con un urlo disumano Inuyasha gli si avventò contro nel momento in cui una freccia gli sibilò a pochi centimetri dalla guancia sinistra. Kagome? Pensò confusamente. La freccia colpì in pieno il braccio di Naraku, che ora aveva un’espressione sbalordita sul volto.
"INUYASHA PRENDI LA SFERA DEGLI SHIKON!" Fu Kaede a gridarlo, e l’hanyou ringraziò i Kami che Kagome se ne fosse rimasta buona buona nella capanna. Comunque per la sfera era troppo tardi. Dopo tutti gli sforzi e le lotte per riunire i frammenti, la Shikon no Tama andava di nuovo in pezzi sotto ai suoi occhi inorriditi. |
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Capitolo 2 *** Uno strano incontro ***
UNO STRANO INCONTRO
(MOSTRI AL
FURINKAN)
Le acque nere s’increspavano come
indicando il cielo, e l’ombra bianca sfrecciò sulla ringhiera.
La figura si accovacciò sotto la
luna, annusando l’aria, e con scatto fulmineo balzò sulla strada umida.
Sospettosa, si guardò attorno,
roteando gli occhi color grano.
“Maledizione!” Sibilò nel vento
leggero.
Poi, si allontanò nella
notte.
“VIENI QUI MALEDETTO, RIDAMMI LA
MIA COLAZIONEEEE!” Passi concitanti e tambureggianti, poi un gran fracasso sulle
scale.
Il panda si portò lo spiedino
alla bocca, ma fu bloccato da una piccola mano forzuta.
“Ridammelo papà!” Gridò
Ranma-chan riprendendosi ciò che era suo.
Akane scese dabbasso velocemente,
e sbirciò le due figure ai piedi delle scale. Naturale che fossero loro a fare
tutto quel caos, ma almeno l’avevano svegliata e non rischiava di fare
tardi.
Kasumi stava canterellando in
cucina, e Nabiki serviva il riso a suo padre con una smorfia
“Quei due fanno così tutte le
mattine…..prima o poi distruggeranno questa casa!”
“FERMATIIII!!! ME LA DEVI ANCORA
PAGAREEEE!!!” Strepitava Ranma-chan in giardino.
Akane si affacciò sulla soglia
“Ranma fatti una doccia e preparati! Non ho intenzione di fare tardi per colpa
tua!” le gridò. “Sistemo questa bestiaccia e sono da te!” gridò di rimando.
La sua treccina rossa svolazzava
riflessa nel laghetto, e all’ennesimo balzo del panda l’acqua formò dei piccoli
cerchi concentrici. Un piccolo cespuglio ondeggiò nell’aria immobile.
Akane aprì le braccia
spazientita, sospirò, e si rassegnò ad avviarsi verso il Furinkan da sola.
Fuori, qualcosa si mosse tra le
fronde del nespolo, e stavolta Ranma lo notò; senza interrompere l’inseguimento,
afferrò una pietra e la lanciò con precisione. “CHI E’LA’!” Gridò, ma non potè
scoprirlo, perché il panda, approfittando della sua distrazione, gli piombò
addosso.
“TU!” Grugnì la ragazza rossa
reagendo.
La lotta ricominciò più furiosa
che mai, e la strana presenza fu momentaneamente dimenticata.
Anche quel mattino Ranma seguì la
sua fidanzata dall’alto della rete sul fiume; mentre correva, ripensava alla
presenza avvertita quella stessa mattina, e si chiese chi mai poteva essere
stato a nascondersi con tanta furbizia. Aveva avvertito la sua presenza così
vicino che ne era rimasto a dir poco sconcertato: come diavolo gli era arrivata
alle spalle senza che lui se ne accorgesse?!
Ripensò a come gli si era
avvicinato il dottor Tofu il giorno che lo conobbe, e la sorpresa che ne aveva
ricevuto; il dottore era forte e in gamba, in effetti, ma lui era molto
migliorato negli anni.
Le estenuanti battaglie con i
personaggi più disparati lo avevano abituato a percepire la presenza del nemico
a distanza di sicurezza, tuttavia…..
Chi si trovava nel giardino dei
Tendo quella mattina non aveva avuto nessuna difficoltà a celarsi, e questo lo
preoccupava. Anche se stava lottando con suo padre era bene all’erta, e avrebbe
dovuto accorgersene; chiunque fosse era veramente forte, e Ranma sperò che non
fosse una presenza nemica, o avrebbe avuto delle difficoltà quando si fosse
ripresentata.
“Ehi Ranma?! Ma mi
ascolti?!” La voce di Akane lo riportò alla realtà, e Ranma si voltò
bruscamente “Eh? Cosa c’è Akane?”
“Ti stavo chiedendo cos’è che
stavi pensando tutto imbronciato” Gli urlò mentre correva.
Lui fece un cenno vago “A che
pensavo? Ma….a nulla!” Lei si accigliò “Bugiardo! C’è qualcosa che ti
preoccupa, è da stamattina che sei distratto!” “Ti dico che non ho niente!”
Akane gli rivolse un sorrisetto maligno “Hai ancora i sensi di colpa per quello
che hai fatto?” Ranma la guardò un attimo senza capire, poi si ricordò di averla
abbandonata quasi sull’altare meno di una settimana prima, e si sforzò di
assumere un’aria arrogante.
“Io non sono affatto pentito di
non aver sposato un maschiaccio come te!” Dichiarò.
Akane si fermò di colpo, e Ranma
si arrestò a sua volta “Ehi Akane, è tardi! Non c’è tempo per riposare!” Lei
abbassò la testa in un cipiglio di rabbia e di dolore, e Ranma si accorse che
stava stringendo il manico della cartella come se volesse spezzarlo.
L’aveva di nuovo detta grossa,
stupido stupido stupido!
“Ah è così, eh? – ringhiò Akane
sull’orlo delle lacrime – e io che credevo che tu…fossi dispiaciuto!” Ranma
cercò di rimediare ma, come al solito, era troppo tardi; incespicò con le parole
finchè lei non gli ordinò di tacere, poi vide la cartella della sua fidanzata
colpirlo in piena faccia, scaraventandolo nel fiume.
“Dannazione!” Imprecò annaspando
trai flutti “Ehi Akane aspetta!” Ma lei era già corsa via.
Rassegnata, Ranma-chan recuperò
le cartelle e si apprestò a saltare sulla rete, ma qualcosa la fece
voltare.“Ehi! Guarda che ti ho visto!”In realtà aveva scorto solo una figura
fugace attraverso la vegetazione bassa sulla riva, ma tanto bastò a rivelare una
presenza estranea.(E’la stessa di stamattina – riflettè – ed è molto
veloce…forse più veloce di me…)
Senza esitazioni, Ranma si
diresse a scuola, convinto che chi lo seguiva, si sarebbe fatto vivo prima o
poi; nel frattempo avrebbe tenuto d’occhio Akane. Fare pace con lei sarebbe
stato arduo, ma almeno si sarebbe assicurato che nessuno potesse farle del
male.
Aveva fatto tanti incontri strani
nella sua giovane vita, e non poteva escludere che chi lo pedinava avesse Akane
come obiettivo. Meglio accertarsene.
Riluceva come vetro contro luce,
ed era là, nelle sue mani artigliate e rosse del sangue della sua ultima
vittima. Le voci che correvano erano dunque vere: la Shikon no Tama era stata
nuovamente infranta, il pezzo più grande ora vagava in un’area ristretta intorno
a quel pozzo che conduceva verso nuovi mondi…nuovi umani…nuovo sangue. Il
demone trascinò il suo corpo squamoso sulla cima del pozzo, e bava calda e
ripugnante cadde nelle oscure profondità che odoravano già di morte. Con un
ghigno orribile si tuffò dentro pronto a raggiungere i suoi compagni.
Quando suonò la campanella per
l’intervallo, Akane si diresse pigramente verso l’albero più folto del giardino
con il suo pranzo tra le mani. Non aveva fame per la verità, e si era
allontanata con una scusa per non sentire più le insistenti ramanzine delle sue
amiche sul suo matrimonio fallito.
“Baka baka baka baaaakaaa!”
Bisbigliò con rabbia ardente stritolando il contenitore tra le mani. Era
inviperita, se avesse incontrato Ranma ora lo avrebbe…strangolato!
Poi voltò lo sguardo nell’udire
una voce nota gridare a Kuno di smetterla. Chiaro: Ranma non aveva avuto il
tempo di tornare uomo dopo essere caduto nel fiume e ora aveva a che fare con un
certo “Tuono Blu”……
“Oh mia adorata ragazza col
codino! Perché mi sfuggi? Per quanto ancora vuoi straziare il mio debole cuore
innAAAAAHHHHHHGGHHHH!!!!”
Akane si schermò dal sole con una
mano per seguire il volo di Kuno…..quell’idiota non avrebbe mai capito che la
sua “ragazza col codino” era in realtà Ranma Saotome, il suo più acerrimo
rivale; era troppo stupido per….
“E TU CHE DIAVOLO SEI???!!!” La
voce allarmata di Ranma-chan la fece scattare in piedi.
La ragazza rossa sembrava
intimorita, e Akane percepì una strana sensazione nel petto alla vista dello
strano avversario che sovrastava Ranma-chan di parecchi centimetri. Che doveva
fare? Aiutarlo forse? No, mai, il baka l’aveva offesa e ferita, non meritava le
sue attenzioni, ma….
Akane sussultò. Strinse gli occhi
per guardare meglio
Era più alto di lei di una spanna
abbondante, ma ciò che più preoccupava Akane, era l’aspetto. Un mostro.
Impossibile definirlo in altro modo. Era verde e squamoso, e la forma ricordava
vagamente quella di un coccodrillo. La testa invece era tutta un’altra storia.
Gli occhi erano di un rosso acceso che faceva male alla vista, e BRILLAVANO
letteralmente di malvagità….impossibile non accorgersene. E le corna. Erano nere
e aguzze, spuntavano come mezze lune scure in cima a quella che doveva essere la
fronte.
“Rispondimi, CHI SEI??!! “ Gridò
Ranma. (Maledizione, proprio oggi dovevo rimanere ragazza?!)
Il gruppetto di studenti e
compagni di Ranma si affollarono sempre più numerosi alle sue spalle,
scambiandosi mormorii e domande. Lui dal canto suo, intrappolato momentaneamente
nel suo corpo di donna, maledisse l’inatteso visitatore per non aver scelto un
altro momento per presentarsi.
La strana creatura parve
sogghignare, e a Ranma si gelò il sangue nelle vene (Ha uno spirito
combattivo enorme….non è di certo umano ma….possibile che sia lo stesso che
stamattina…?! No…questo è addirittura più forte….e pericoloso!)
L’essere stava per afferrare
Ranma-chan, ma lei lo schivò per un pelo. Era rimasto imbambolato a guardarlo,
scervellandosi per capire che diavolo fosse, e a momenti ci rimetteva la pelle.
Velocemente si guardò attorno,
sperando che Akane fosse al sicuro.
Lei, dal canto suo, era
paralizzata almeno quanto Ranma; tremante, era rimasta a guardare quella strana
cosa allungare una mano per afferrarlo. No, quella cosa non era umana. E quelle
zampe…avevano degli artigli mortalmente affilati… “RANMA SCAPPA!” Gridò
d’impulso, dimenticandosi che ce l’aveva con lui (il baka), dimenticandosi di
essere nascosta, dimenticandosi che se si fosse messa in pericolo avrebbe messo
in pericolo lui stesso.
“Stai indietro Akane! State tutti
ind…” Ma Ranma-chan s’interruppe.
L’essere emise un urlo lacerante
che fece tappare le orecchie a tutti quanti, Ranma compreso. Si arcuò
all’indietro, rivelando la punta di una freccia poco sopra alla spalla sinistra,
da cui uscivano fiotti di sangue verdastro (Qualcuno l’ha colpito con una
freccia) Riflettè Ranma mentre si scostava dalla movimentata agonia del
mostro e faceva gesti concitati per far spostare gli altri.
Con un ultimo fremito violento,
la creatura si portò la zampa al petto e si accasciò mentre l’urlo si
affievoliva lentamente, poi, semplicemente, sparì.
Ma non fecero in tempo a
riprendere fiato, perché un altro mostro gigantesco fece la sua comparsa nel
cortile del Furinkan. Aveva l’aspetto vago di un enorme essere umano, e aveva le
corna e uno strano abito tigrato; i suoi occhi erano rossi ed emettevano lampi
maligni.
(Che strana giornata…due
mostri al prezzo di uno!) Pensò confusamente Ranma mentre tentava un attacco improvvisato; poi
vide Akane che si era palesata dal suo nascondiglio, e un grido gli salì in gola
“AKANE SCAPPAAAAA!!!” Ma ormai gli artigli del mostro stavano fendendo l’aria, e
tutti sentirono le parole formulate dalla voce cavernosa della creatura,
rimanendone agghiacciati “Sangue di ragazzina…mmmhhh! Dev’essere succulento!”
Akane gridò, straziando l’aria, facendosi dolere le corde vocali, sull’orlo
della follia per l’orrore…
L’enorme zampa artigliata
fendette l’aria, come gridando a sua volta nel silenzio stupito del cortile.
Ranma corse in direzione della
sua fidanzata, ma sentì che era troppo tardi. In un turbinìo di pensieri e
panico pensò che l’avrebbe vista lacerarsi in mille pezzettini per l’artigliata
del mostro, e allora sarebbe impazzito, perché non l’avrebbe più vista, e poi si
sarebbe ucciso lui stesso, perché la sua vita non avrebbe più avuto senso.
Ricordò lo sgomento che aveva provato sul monte Hooh quando aveva stretto tra le
sue braccia nient’altro che i suoi vestiti vuoti, e aveva creduto che fosse
morta; aveva appena avvertito la presenza di Ryoga che lo traeva in salvo, e
poi….
“AKANEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!” …vide una spada
enorme, lucente, che con un taglio perfetto divise letteralmente in due il
mostro, e una figura fugace che afferrava Akane e la traeva in salvo da ciò che
era rimasto della creatura. Ranma-chan ebbe il tempo di vedere il suo sangue
nerastro che corrodeva il terreno, e avrebbe corroso anche lei se quel
misterioso personaggio non l’avesse afferrata in tempo…(Non ho mai visto un
aggeggio simile…neanche tra le spade di Kuno) riflettè ….Tutto si svolse nel
giro di così pochi secondi che gli girò la testa.
Poi vide un’altra freccia fendere
l’aria, la figura fugace di una ragazza dai capelli lunghi che correva, e in
cima ad un albero c’era Akane, tra le braccia di quello che lui aveva creduto il
suo salvatore. Invece si ritrovò a fissare uno strano ragazzo dalla capigliatura
argentea, due strane orecchie canine spuntare dalla cima della testa, vestito
con un kariginu rosso del tutto fuori moda…e aveva gli artigli alle
mani! “LASCIALA ANDARE SUBITO MALEDETTOOO!” Gridò scagliandosi contro di lui,
mentre gli ultimi resti dell’oni scomparivano in un fumo denso e azotato.
Ranma-chan saltò sul ramo
gridando, e il ragazzo dalle orecchie di cane fece un’espressione stupita alla
vista di tanta abilità; Ranma-chan lo vide sorridere “Però! Quanta abilità per
un’umana!”
“Maledetto! Lascia andare subito
Akane!” Mentre lo diceva allungò un pugno dritto su di lui, che lo scostò
abilmente con una schivata distratta. Il movimento brusco, però fece spezzare il
ramo, e lo strano ragazzo mollò la presa.
“Ranmaaa!” Akane era troppo
spaventata per ricordarsi che era capacissima di trarsi in salvo da sola a
quell’altezza, e Ranma si precipitò ad afferrarla. Caddero con un tonfo, e Ranma
battè la spalla sull’asfalto facendole da scudo.
“Akane…stai bene?” Lei lo
fissò con aria sparuta, ma abbozzò un piccolo sorriso “Sì…grazie Ranma” Lui
arrossì. Non poteva farne a meno quando lei lo guardava con quegli occhi grati e
pieni di…affetto?
“Bhà! Normale amministrazione!”
Borbottò voltandosi dall’altro lato.
“EVVIVA! Eccone un altro!” Una
ragazza dai lunghi capelli corvini, vestita di una divisa scolastica che non
avevano mai visto, con un arco in mano e una faretra sulla spalla, (Ha
tirato lei la freccia! Pensò Ranma)saltellava vicino ai resti dell’ultimo
mostro tenendo tra le dita quello che a loro parve un pezzo di vetro lucente.
Rimasero interdetti, cercando di capire se si riferisse al mostro o al frammento
che aveva in mano, quando lo strano ragazzo dalle orecchie canine si alzò
spolverandosi la veste con fare distratto.
“Non gioire troppo. Questi cavolo
di demoni hanno rischiato di fare una carneficina!”
(Quindi quei due…si
conoscono?! Eppure lei sembra normale, ma lui…) Akane si alzò, incuriosita,
ma una mano la fermò “Io non lo farei” L’ammonì Ranma indicando con un cenno del
capo gli artigli del ragazzo con la capigliatura strana.
La ragazza dai capelli scuri si
avvicinò a loro “State bene?” Chiese premurosa. Akane ricambiò il sorriso “Sì,
grazie!” “Sì grazie un corno! Siamo stati attaccati da due mostri orrendi…tre
se contiamo lui, e tu dici ‘sì grazie’???!!!”
Il ragazzo dalle orecchie canine
si indicò con un dito (Io un mostro orrendo?!) pensò.
La ragazza fece un sorrisetto
nervoso “Oh…lui non è pericoloso! State tranquille!” poi il suo tono si fece
serio “E quei due non erano mostri…erano demoni, e tu sei ferita” disse
indicando una piccola lacerazione sulla spalla di Akane. Lei non se n’era
neanche accorta, e la guardò con noncuranza “Oh…è solo un
graffio…” “DEMONI?!” L’esclamazione di Ranma-chan interruppe la conversazione
“CHE DIAVOLO SIGNIFICA?!” Il ragazzo dai capelli argentei saltò dal ramo e si
parò davanti a Ranma, che istintivamente fece scudo ad Akane, indietreggiando
“Hai capito bene ragazzina! DE-MO-NI!” Sillabò come se stesse parlando con un
idiota.
“L’ho capito deficiente! Ma come
fanno dei demoni a trovarsi qui! Davanti ad un liceo!!” “UN COOOSA?!” Fece
stupito l’altro.
“Come la mia scuola…!” Gli venne
in soccorso la ragazza mora.
Akane si alzò in piedi, ma
sarebbe ricaduta quasi immediatamente se Ranma non l’avesse afferrata al volo
“Akane!”
La ragazza con le frecce cominciò
a frugare nello zaino, freneticamente “Oh no! Ho finito le erbe medicinali!” Si
voltò verso il ragazzo dalle strane orecchie, e lui annuì, cogliendo il suo
sguardo. Si chinò su Akane e fece spostare Ranma-chan “Che le vuoi fare
maledetto?!” “Ohhhh! Stai calmina ragazza! Non te la mangio mica!
Mettimela sulle spalle e non fare storie, altrimenti morirà in meno di
un’ora!”
Ranma fece tanto d’occhi
“COSA?!” Vide che l’altro si caricava Akane sulle spalle, e fece quasi per
fermarlo, ma la ragazza coi capelli lunghi lo chiamò da lontano. Era in sella ad
una bici.
“Stai tranquilla e fidati! Salta
sulla mia bici, corri!” “E va bene dannazione!” Esclamò ubbidendo. Sperava
solo che la sensazione di potersi fidare fosse esatta, già si immaginava il
testone verde del futuro suocero domandargli con gli occhi spiritati e con voce
cavernosa “A chi hai dato la mia bambina!?” Rabbrividì, pregando i Kami in
silenzio, e saltò sulla bici della sconosciuta.
Presto, giunsero in un quartiere
a lui sconosciuto, e il ragazzo che stava davanti a loro (Questa qui con la
bici fa fatica a stargli dietro! Ma come fa?!) entrò in un piccolo tempio
scintoista e si gettò in uno strano pozzo continuando a tenere Akane saldamente
sulle spalle. Fece per gridargli qualcosa, ma vide che anche la ragazza si
tuffava dentro con tutta la bici….e lui dietro!
“Ehi ma che fate?! Siete
impazziti?! Ci romperemo l’osso del collo!!” “Tranquilla!” Gli gridò lei
voltandosi un poco a guardarla.
E saltarono dentro.
(OLTRE IL POZZO)
La capanna era confortevole e
profumata d’incenso, la ragazza dai capelli corvini sedeva di fronte a loro, e
lo strano ragazzo dalle orecchie canine era vicino alla soglia e dava loro le
spalle.
La vecchia signora con una benda
nera su un occhio (Come quella dei pirati! riflettè Ranma) che la
abitava aveva posto sulla ferita di Akane un’erba medicinale che l’aveva fatta
stare subito meglio, e le aveva dato da bere un infuso che, a giudicare dalla
sua espressione, non doveva essere migliore degli intrugli che lei stessa
preparava qualche volta chiamandoli ‘cibo’.
“Lo so che ha un saporaccio,
cara, ma è necessario che tu la beva se vuoi stare meglio” Le disse
amorevolmente la vecchia signora. Akane annuì, e bevve tutto d’un fiato,
trattenendo a stento un conato.
“Ora capisci come mi sento io
quando vuoi farmi mangiare quello che cucini tu?” Domandò Ranma-chan osservando
l’espressione della fidanzata.
“Stai zitto tu!” Lo rimproverò
lei.
La vecchia sedette accanto a loro
“Su, su! Tra sorelle non si dovrebbe litigare!” Le due ragazze la guardarono
stranite, e Ranma-chan si grattò la testa “Mhh forse dovrei spiegarvi come
stanno le cose…ma prima vorrei sapere una cosa io per piacere…”
La vecchia e la ragazza la
guardarono con un sorriso, come se sapessero quello che stava per chiedere.
“Questo posto…quelle persone là
fuori vestite in maniera strana, quel pozzo senza un fondo…lui con le orecchie
da cane… (in quella lui si voltò con un “Tsè!” indignato) cos’è? Una magia? Un
mondo parallelo?”
La ragazza dai capelli corvini si
schiarì la gola, e guardò le due ragazze dallo sguardo stranito
“Ehm…dunque, cominciamo con le
presentazioni, io sono Kagome Higurashi, la vecchia Kaede, e…. lui è Inuyasha.
Piacere di conoscervi” Disse con un inchino. Lui borbottò qualcosa
d’incomprensibile, ma nessuno, tranne la ragazza chiamata Kagome, ci fece
caso.
“Il mio nome è Akane Tendo, e
lui…lei è Ranma Saotome, il piacere è nostro.” “Ehi! Lei a chi?!” Esclamò
Ranma indignato, ma Akane lo costrinse ad inchinarsi pigiando un mano sulla sua
testa rossa “Piacere…” fece lui arreso.
“Se avete finito con le vostre
presentazioni, ci sarebbero dei demoni da distruggere!” Esclamò Inuyasha
stizzito.
“A CUCCIA!” Gridò Kagome
facendolo schiantare a terra con un tonfo.
Akane e Ranma soffocarono un
risolino.
“DANNATA!” “Come riesci a fare
questo?” Domandò Akane incuriosita indicando lo strano ragazzo-cane.
Kagome si grattò la testa
“Bè…diciamo che è una specie d’incantesimo dovuto alla collana che ha al collo.
Quando diventa insopportabile lo mando a cuccia!” Inuyasha, che si era appena
rialzato, ricadde con un tonfo.
“MALEDETTA!” “Oh…scusa!”
Rispose lei accorgendosi della gaffe.
“Ahhh! Potessi farlo con te certe
volte Ranma!” Esclamò Akane con aria vagamente sognante.
“Ehi tu?! Che ti dice il
cervello?! Mica sono un cane…IO” Gridò di rimando, strappando una risata anche
alla vecchia che aveva notato l’espressione indignata del ragazzo dai capelli
argentei.
“IO NON SONO UN CANE!” Ribattè
lui da terra.
Akane gli si avvicinò, e sfiorò
con aria circospetta le sue orecchie; erano così rosee e morbide che non
resistette “Ma queste ….sono proprio tue?” Chiese.
“SI CHE SONO MIE! GIU’LE
MANI!!”
Lei si ritrasse spaventata
“Scusami! E’che sono così kawaii!…” spiegò con un risolino affettato. Inuyasha
si accigliò cercando di capire se quello della ragazza fosse un complimento o un
insulto, e Akane si accorse appena dello strano sguardo di Ranma. Sarà stato
mica geloso….? “Tranquilla – disse Kagome riscuotendola dai suoi pensieri –
anche se l’etimologia del suo nome non mente non è proprio un cane….non
morde”
“COME TE NE ESCI?!”
“Ti ho difeso idiota!” Gridò
Kagome.
“Ma se mi tratti come se fossi
uno strano animale?!” “Senti…!”
Un boato li fece sobbalzare tutti
quanti, e quando si precipitarono sulla soglia della capanna si parò davanti a
loro uno spettacolo mostruoso.
Colonne di fumo e fuoco
consumavano lentamente le case là attorno, e un gigantesco demone con l’aspetto
di drago soffiava il suo micidiale alito infiammato. Ranma-chan rimase
imbambolata a guardare la creatura che pareva uscita da un incubo
particolarmente fantasioso; di un arancione accecante e con grandi baffi neri,
il demone si innalzava davanti a loro per quasi tre metri, e corte file di zampe
afferravano qualunque cosa capitasse loro a tiro, distruggendola. Un uomo fu
afferrato e portato verso la bocca disseminata di denti aguzzi.
“NOOO!” Gridarono quasi in coro.
La vecchia, assieme a Kagome, impugnarono arco e frecce, mentre Inuyasha si
avventava contro il mostro e tagliava con un’artigliata netta la zampa in cui
teneva l’uomo e lo traeva in salvo.
“DOV’E’IL FRAMMENTO KAGOME?!”
Gridò rivolto alla giovane con l’arco.
“SULLA CODA E SU UNA ZAMPA! E UN
TERZO SULLA FRONTE!!”
(La coda?!) Pensò
confusamente sguainando la spada di poco prima. Poi la vide, guizzante e munita
di un artiglio gigante simile a quello di uno scorpione. E Ranma-chan ci stava
proprio davanti.
“RANMA ATTENTO!” Gridò Akane poco
più in là.
“AKANE L’ACQUA CALDA!” Le urlò
sovrastando il frastuono della lotta. Inuyasha saltò sulla fronte del drago
schivando abilmente la colonna infuocata che usciva dall’enorme bocca; gli
piantò la lama al centro della testa, tagliandolo in due per tutta la sua
lunghezza, facendolo gridare, un suono spaventoso, mentre due frecce lo
colpivano sulla testa facendo cadere un frammento lucente che Kagome si affrettò
a raccogliere. Il drago si ricompose nel giro di pochi istanti.
“CAZZO!” Esclamò Inuyasha
preparandosi di nuovo all’attacco.
“RANMAAA!” Akane gettò la pentola
bollente verso di lui, inondandolo dalla testa ai piedi.
“GRAZIE MILLE AKANE!” Le gridò di
rimando mettendosi in guardia davanti agli occhi stupiti degli altri.
“E ora a noi specie di drago!”
“FERMO IDIOTA!” Gli gridò
Inuyasha da tergo, ma Ranma era già partito. Lo vide stringere i pugni e
portarsi le braccia al petto, come raccogliendo energia interna, poi distese i
gomiti e spalancò le mani.
“ Moko TakabishaAAAAAAA!!!!!!” Una
sfera di energia pura scaturì dai palmi di Ranma rivolti verso la micidiale coda
del mostro, e Kagome abbassò l’arco, guardandolo quasi ipnotizzata. Era
diventato un ragazzo affascinante nel giro di due secondi, e ora maneggiava una
luce strana dirigendola in un punto preciso.
La sfera colpì la coda del drago,
che venne letteralmente disintegrata, e Akane saltò di gioia battendo le mani
“BRAVO RANMA!” Lui si voltò per sorriderle leggermente, ma le altre zampe del
mostro stavano già agitandosi di nuovo.
“CAZZO ORA SI E’INFURIATO
DAVVERO!” Esclamò Inuyasha avventandosi di nuovo contro di lui. Tagliò varie
zampe, e cercò di dividere nuovamente a metà il mostro, ma ogni volta quello si
riformava.
“KAGOMEEEE!” Lei scoccò
l’ennesima freccia accecandolo ad un occhio “COSAAA?!” “DOV’E’ L’ULTIMO
FRAMMENTOOOO?!” Lei indicò un punto impreciso “NELLA ZAMPA PIU’IN BASSO!” Ma
il drago aveva CENTINAIA di zampe!
“DOVEEE?!” Gridò lui continuando
a tagliare a casaccio.
“LI!!!” Ranma corse verso la
parte anteriore del mostro, e si mise le mani ai lati della bocca per
gridare.
“EHI INU-CANE!!
SPOSTATIIII!!!!” Lui si voltò di scatto “INU-CANE?!?!” “FAI COME TI
DICO!!” Riluttante, Inuyasha scese giù, incrociò le braccia e cercò di capire
cosa quello stupido umano (che prima era una graziosa umana!) volesse fare…o
rifare. Aveva visto quella palla enorme d’energia scaturirgli dalle mani come
fosse la cosa più naturale del mondo, e si chiese se per caso anche lui non
fosse un mezzo demone come lui….
“ Moko TakabishaAAAAAAA!!!!!!” urlò di
nuovo Ranma squarciando la metà sinistra del mostro.
“Eccola finalmente!” Esclamò
Kagome raccogliendo l’ultimo pezzettino dalla melma verde che usciva dalle
ferite del drago.
Inuyasha rinfoderò la spada, e si
avvicinò a lui barcollando e tappandosi il sensibile naso (Cribbio che puzza
terribile questo demone!) “Ehi tu!” Ranma si voltò, ansimante ma
sorridente, i vestiti lacerati dallo spostamento d’aria della sua stessa
energia.
“Mi sa che devi spiegarmi un paio
di cosette….umano!” Sottolineò quella parola con un certo disprezzo che fece
infuriare Akane “Si chiama Ranma!” Lui la guardò stizzito “Tu sei la sua
femmina?” Lei arrossì, e balbettò qualcosa “E’la mia fidanzata Inu-sama”
Rispose Ranma calmo.
“INUYASHA, mi chiamo INUYASHA
umano idiota!” Cominciò ad annusarlo per capire se fosse la ragazza che aveva
visto fino a poco prima, ma Kagome gli mollò un pugno sulla testa.
“Ti pare questo il modo di
rivolgerti a lui dopo che ti ha aiutato?! Sei proprio il solito idiota
maleducato!”
“Idiota a chi?! Non gliel’ho
chiesto certo io di intromettersi nel MIO combattimento!!” Le gridò di
rimando. “Ho detto solo che potresti essere più gentile, stupido! Sono
spaventati anche loro, cosa credi?!” “IO non sono spaventato!” Ribattè lui
risentito.
La vecchia Kaede si avvicinò al gruppo
di litiganti invitandoli ad entrare “Prendiamoci un tè e discutiamone con calma,
va bene? Io arrivo subito”
Così dicendo li fece accomodare
di nuovo nella capanna, e istruì brevemente alcuni abitanti spaventati sulla
ricostruzione e la risistemazione delle abitazioni distrutte.
“Domani ripuliremo la melma con
secchi d’acqua e ricostruiremo quello che è stato danneggiato, ora andate a
riposare. Ne avete tutti bisogno”
Gli uomini annuirono docilmente,
e si inchinarono un poco.
“Ehi, ma quella vecchia è il capo
del villaggio?” Domandò Ranma con una certa strafottenza che gli fece meritare
una gomitata da Akane.
“E’la miko” Rispose Kagome
tranquillamente.
“La CHE?!” Fece Ranma senza
capire.
Akane gli rifilò un’altra
gomitata “Una sacerdotessa, idiota!” “E tu come lo sai?!” Domandò lui,
scettico, alzando un sopracciglio.
“Lo so e basta!” Fece lei
indignata.
“Ah si?! Ti ricordo che è da
qualche centinaio di anni che non ci sono più le sacerdotesse dei
villaggi!” A quello, Akane non seppe come rispondere, e rimase con la bocca
aperta senza sapere cosa dire (Caspita! Ha ragione!)
“Ehm…” Fece timidamente Kagome
richiamando la loro attenzione “In effetti…è proprio quello che stavo per dirvi
prima che venissimo interrotti…qui siamo nel passato…” “COOOOSAAAA?!” Fecero
i due fidanzati in coro.
Kagome sorrise inclinando
leggermente il capo “Già! Benvenuti nell’era Sengoku!”
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Capitolo 3 *** Nuove alleanze ***
NUOVE ALLEANZE
La luna era pallida in cielo, un
cielo che presto sarebbe stato così pieno di stelle e così pulito come Ranma e
Akane non lo avevano mai visto. In quell’epoca in cui tecnologia e fumi delle
industrie non esistevano e le luci artificiali non brillavano, lo spettacolo
sarebbe stato estremamente affascinante.
Purtroppo c’era ben altro a cui
pensare, ora.
“Nel millecinquecento” Ripetè
Ranma per l’ennesima volta come parlando a se stesso. Kagome annuì, paziente
“Anch’io la prima volta non potevo crederci, sai?” Disse comprensiva.
La vecchia Kaede mise altra legna
per alimentare il fuoco attorno al quale erano seduti. Sembrava estremamente
assorta.
“Anche Inuyasha è…un demone?”
Domandò Akane sperando di non aver fatto una gaffe.
“Non ancora…” Rispose lui senza
guardarla.
“Lui è un hanyou, e non uno
youkai. Per questo è più…ehm…docile” Kagome vide una scintilla negli occhi di
Inuyasha, e tentò di capire se fosse arrabbiato o stupito.
“I suoi…artigli – cominciò Akane
imbarazzata – (Kami, spero di non farlo arrabbiare!) sono….velenosi come quelli
dell’altro?”
“No” Rispose Kagome
semplicemente.
“Quindi solo gli youkai sono
velenosi come quello che ha ferito Akane?” Domandò Ranma curioso.
“Non tutti – rispose la ragazza –
e non tutti nella stessa misura. Quello che ha ferito Akane per esempio
possedeva un veleno medio nei suoi artigli, e le vostre medicine moderne non
sarebbero state efficaci come le erbe di qui. Ecco perché abbiamo corso tanto
senza darvi spiegazioni…mi spiace…” Akane scosse la testa, sorridendo “No,
spiace a me di non avervi ancora ringraziato per avermi salvato la vita così
tempestivamente! Grazie anche a te Inuyasha!” Gridò rivolta al ragazzo che dava
le spalle.
“Tsè! Se a qualche demone troppo
furbo viene in mente di spargere la voce che esiste quel pozzo uccideranno più
umani di quelli che hanno già ammazzato in quest’epoca!”
Ranma si voltò verso Kagome, con
una domanda ben precisa stampata sul volto, Akane rabbrividì “Che…che vuol
dire…?” Kaede si scostò dal fuoco e rispose in sua vece “Vuol dire che
qualche furbo ha rotto accidentalmente il pezzo più grosso della sfera degli
Shikon pensando di proteggerla, e invece l’ha fatta di nuovo a pezzi.
Naturalmente i demoni ci si sono avventati come api sul miele, e
disgraziatamente due di loro hanno attraversato il pozzo mangiaossa. Ma, come si
suol dire, il danno è fatto, e si dice il peccato e non il peccatore, non è vero
Inuyasha?!” “Ehi stiamo calmi!
Kagome era ferita, e io non mi fido delle tue barriere spirituali, vecchia. Ho
pensato che portandola con me sarebbe stata al sicuro” “Io l’ho sempre
portata al collo, e l’ho sempre protetta come si deve! La prendi tu e la sfasci,
sei un irresponsabile!” Gridò Kagome urtata.
Ranma agitò le mani per farli
calmare un poco, ma quelli continuavano ad insultarsi. La vecchia Kaede alzò le
spalle come per dire ‘fanno sempre così’.
Alla fine Ranma ebbe la meglio, e
schiarendosi la voce davanti ai due volti imbarazzati domandò
“Quella Shi..shiko…” “Shikon
no tama” Lo soccorse Kagome.
“…si…quella…può esaudire davvero
ogni desiderio?” La ragazza annuì vivamente “Se il desiderio è puro, e così
l’anima di chi lo esprime, la sfera stessa si purifica da sé” spiegò.
“Mhhh…” fece Ranma riflettendo.
Akane lo fissò accigliata: credeva di capire cosa avesse per la mente il suo
fidanzato “Ranma…?” Lo chiamò.
“MA CERTO!” gridò lui facendo
voltare tutti “CON LA SHIKON POSSO ANNULLARE LA MALEDIZIONE DI JUSEN E TORNARE
AD ESSERE UN RAGAZZO NORMALE!” “Tsè! – intervenne l’hanyou stizzito – Guarda
che la Shikon no Tama serve a ME per questioni ben più importanti che cambiare
sesso! Io voglio diventare un demone completo!” Puntualizzò puntandosi con
l’indice in modo altezzoso.
Ranma allora si impuntò “Tu parli
così perché non sai cosa significa trasformarsi in una ragazza nei momenti meno
opportuni!” “E tu non sai cosa significhi essere un HANYOU nei momenti meno
opportuni!”
Akane cercò di farli smettere con
dei gesti e delle parole tranquille, ma i due non volevano saperne affatto di
discutere su chi avesse la precedenza…Erano due metà che litigavano per
diventare un’intero, riflettè sorridendo.
“NON LASCERO’ LA SFERA AD UN
CAPRICCIO DELLA NATURA COME TE!” “CAPRICCIO DELLA NATURA A CHI?!”
….allora alzò la voce per farsi
sentire “EHI! …SCUSATEEE?!”
I due litiganti si voltarono
all’unisono, e lei li fissò per accertarsi che l’avrebbero ascoltata “Voi…tu e
Kagome avete detto che i demoni hanno superato il pozzo, e che il pozzo collega
le due epoche…giusto?” I due annuirono, e Ranma fissò la sua fidanzata con un
brivido di orrore; aveva capito qual’era la sua domanda, già da un po’ frullava
in testa anche a lui.
“Allora noi – continuò lentamente
Akane, scandendo le parole – siamo in pericolo…?”
“I due che l’hanno attraversato
li abbiamo già eliminati. – spiegò Kagome - E c’è un sigillo sul pozzo, ora. Non
dovrebbero esserci pericoli”
“Non….DOVREBBERO?!” Fece Ranma
alzando un poco il tono della voce.
Kagome osservò Kaede, come per
assicurarsi che fosse realmente così. Aveva il dubbio atroce che altri demoni
molto furbi potessero intrufolarsi nel pozzo.
“Diciamo che è improbabile che
altri scoprano il potere della Shikon di portarli al di là del pozzo, e noi ci
accerteremo che il sigillo regga” Inuyasha si accigliò a sua volta.
Dall’altra parte del pozzo viveva Kagome con tutta la sua famiglia…che sarebbe
accaduto se qualche demone avventuroso avesse deciso di farle una visitina
all’improvviso? Dovevano raccogliere tutti i frammenti andati perduti.
“E’ meglio muoversi” Disse
alzandosi in piedi. “E voi tornatevene a casa. Qui non siete al sicuro, abbiamo
dei demoni con cui combattere” Ranma si alzò a sua volta “Sì, hai ragione.
Akane, tu e Kagome potete tornare a casa insieme….io invece rimango” Quattro
paia d’occhi si puntarono sul giovane col codino, e parvero volerlo fulminare,
specialmente quelli di Akane…
“Bè che c’è?! Ho un elefante
sulla testa?” Akane lo schiaffeggiò improvvisamente “Ranma, baka
incosciente!! Cosa vuoi, farti ammazzare?!” “Già! – intervenne Inuyasha, che
avrebbe voluto ammonirlo per primo – Vuoi morire qui per caso?!”
“Calmi….non siamo tragici, eh? Mi
pare che prima quel drago te l’ho ammansito io, no? Io sono un artista marziale,
ultima generazione della scuola di arte indiscriminata Saotome, e non mi tirerò
certo indietro davanti a due demonietti stupidi!” Inuyasha, che ODIAVA farsi
aiutare, specialmente se da umani, cercò un buon motivo per mandarlo via. In
effetti quel Ranma era davvero niente male, aveva disintegrato metà di quel
mostro maneggiando un’onda d’energia invidiabile.
“Tsè! Pensa se mentre combatti si
attiva la tua maledizione e ti ritrovi una femminuccia indifesa?! Chi ti salva
poi?!” Ranma assunse un’aria trionfale che ad Akane fece venire i nervi.
Temeva che prima o poi si sarebbe fatto ammazzare solo per dimostrare di essere
sempre all’altezza di tutto (Sbruffone imbecille…) Non voleva perderlo, non dopo
quello che avevano passato. Anche se non se l’era scelto lei, Ranma era pur
sempre il suo fidanzato, e l’idea di vederlo morire prima di mettere in chiaro
certe cose la terrorizzava sempre.
“Anche col mio corpo femminile
sono molto forte, e comunque basta
che non mi avvicini all’acqua fredda. Se la mia epoca è minacciata da questi
demoni non posso tirarmi indietro, e quindi ti darò una mano”
“Tu vuoi solo fregarmi la
Shikon!” Kagome sospirò, poi si volse verso l’hanyou con uno sguardo che lo
fece preoccupare “Kagome?! Non vorrai mica….?!” “Che male c’è?!” Fece lei
alzando le spalle “Abbiamo preso con noi anche Sango e Miroku, e lui è molto
bravo a combattere. Inoltre io sono sempre al tuo fianco per scoccare le frecce,
e non mi pare di essere ancora morta!” “E’perché ti ho difeso io, idiota!”
Rispose lui urtato.
“Ah si?! E chi ti ha liberato di
Sesshomaru quando si è impadronito di Tessaiga a tradimento?!” “Infatti hai
rischiato che ti rinchiudessi nel tuo mondo per il resto dei tuoi giorni! Non
voglio che tu o altri umani rischiate la vita per un guaio che ho combinato
io!” “Ma la sfera l’ho sempre custodita io! E’ nata nel mio corpo, è una
parte di me, e io voglio che venga ritrovata e purificata! E questo è MIO dovere
in quanto reincarnazione di Kikyo” Ranma fissava i due litigare grattandosi
la tempia con un dito. Non capiva molto di quello di cui parlavano, specialmente
Kagome che discuteva della sfera degli Shikon come fosse una figlia.
Probabilmente c’erano tante storie che avrebbe dovuto farsi raccontare…ma almeno
Kagome era dalla sua, e lui non si sarebbe comunque tirato indietro davanti
all’ennesima sfida, anche se in un’altra epoca! “Ahhh quanto rompi Kagome!! E
va bene, se ci tieni tanto portatelo pure dietro, ma se ci rimette le penne sono
cazzi suoi!!!” “Se viene lui voglio venire anche io” Akane aveva parlato a
bassa voce, ma il tono deciso che sottolineava quelle parole fece voltare tutti
verso di lei.
“Tsè! Ci mancava solo lei!”
Sbottò Inuyasha.
“Ma sei scema Akane?!” Esclamò
Ranma.
La vecchia Kaede sorrise
lievemente: quei due avevano in comune la completa mancanza di delicatezza nel
rivolgersi verso una donna, ma entrambi lo facevano per proteggerne una. Che
tipi!
Kagome le si avvicinò comprensiva
“Akane-chan…capisco il tuo desiderio di seguire il tuo fidanzato, ma è molto
pericoloso. Questi non sono avversari umani” “Kagome-chan, io sono figlia di
Soun Tendo, maestro di arti marziali, ed erede della palestra. Non posso tirarmi
indietro nemmeno io se si tratta di combattere per una giusta causa!” Kagome
fece un sorrisetto stentato, e Inuyasha si arrese ancora una volta davanti al
suo sguardo.
“Ohhh fate come cazzo vi pare! La
pelle è vostra!” E così dicendo, se ne andò.
“Bene! – esclamò Akane
soddisfatta – Allora sono dei vostri! Quando si parte?” “NO” La parola,
breve e perentoria, fu come una pugnalata per lei. Ranma non la voleva con sé, e
questo la faceva infuriare.
“Ranma non puoi decidere per me!
Io vengo e basta!” Lui si voltò a guardarla, e quello che gli vide negli
occhi la spaventò. Dolore, rabbia, paura…
“Tu te ne torni a casa stasera, e
questo è tutto!” Lei strinse i pugni, controllando il suo respiro, l’aura di
battaglia che li avvolgeva entrambi tenendoli in un equilibrio delicato.
“Io…ehm…vado a cercare Inuyasha!”
Era una scusa idiota, ma Kagome non trovò di meglio per allontanarsi. La
tensione si tagliava improvvisamente con il coltello, e certe cose si dovevano
discutere in due. Kaede annuì, incontrando il suo sguardo “Vado a discutere con
il capo villaggio della ricostruzione, voi parlate pure con calma” Aveva
dimenticato di aver rimandato la questione al giorno dopo, ma aveva capito per
prima che doveva lasciarli soli.
Quando fu fuori, Kagome tirò un
sospirone “Kamisama che tensione! Credi che litigheranno Kaede-baba?” La donna
scosse la testa “Lui vuole proteggerla, proprio come fa Inuyasha con te. Per
questo vuole mandarla via…ha paura per lei” Kagome la fissò stupita “Tu
credi…che Inuyasha abbia paura…per me?” La miko fece un gesto affettato
“E’ovvio” disse, e si allontanò lasciando Kagome in preda a mille dubbi e
pensieri.
Tra loro c’era davvero una
tensione palpabile. Per la prima volta si trovavano ad un bivio importante:
decidere o no se affrontare insieme una battaglia fondamentale, e questo
implicava a suo modo anche il mettere in chiaro le cose tra di loro. Erano
talmente affiatati da affrontare insieme il nemico? Non era come contro il tizio
che rubava le insegne dei vari dojo. In quella situazione la tecnica a due li
aveva aiutati molto, ma dovevano ancora imparare a fidarsi l’uno dell’altra.
“Torna a casa Akane…ti prego!” Le
disse Ranma cercando la sua comprensione.
Lei fece un sorriso amaro “E’
così? Tu non ti fidi di me? Pensi che io sia troppo debole, incapace e goffa per
combattere?!” “Non ho detto questo!” Esclamò trattenendo a stento la
rabbia.
“Ma è quello che dici
sempre!”
“Dannazione Akane, hai idea di
quello che mi farebbe tuo padre se tu dovessi…farti del male combattendo insieme
a me?!”
“Ma allora è perché hai paura di
lui! Bè, sappi che io so prendere le mie decisioni da sola!!!” “Akane non
fare la stupida! Quelli sono demoni, e una donna…” Lei gli tappò la bocca con
una mano, e fissò nei suoi occhi stupiti e ardenti di collera “Non lo dire Ranma
Saotome! Non sei proprio tu quello che deve comportarsi da misogino! Sai meglio
di me quanto una donna possa essere forte ed efficace in combattimento!”
Lui le voltò le spalle “Io mi
trasformo, è vero, ma sono più forte di te. Tu non saresti in grado
di…” “Stai zitto Ranma!” Gridò lei tappandosi le orecchie, in uno scatto
d’ira che lo fece voltare “Ehi mi pare che tu la stia prendendo un tantino
male!” Akane lo fissò. Negli occhi bruciavano le lacrime (Oh Kami, non ora,
non davanti a lui…io sono forte, e devo dimostrarglielo!) “Come pensi di
ereditare la palestra se non ti fidi di me?! Come…COME POSSO PERMETTERTI DI
SPOSARMI, SEMPRE CHE TU LO VOGLIA, SE TU NEANCHE TI FIDI DELLE MIE
POSSIBILITA’?!” Il grido di Akane gli riecheggiò nel cuore. Akane si accorse
che la sua espressione era cambiata, e credette di leggere nel suo sguardo
sdegno e ira (Kamisama che ho detto!) Ma non distolse gli occhi per prima. Lo
vide serio come non lo aveva visto da tempo, e per un attimo credette che
l’avrebbe schiaffeggiata. Invece lui tacque per alcuni secondi, fissandola come
se nel suo volto potesse trovare una risposta.
Parlò con voce calma, senza
tradire alcuna emozione, ma Akane avrebbe ricordato le sue parole per sempre “Ho
rischiato di perderti troppe volte in questi due anni, e dopo Jusenkyo ho
giurato a me stesso che non avrei mai più permesso che tu rischiassi la vita
stando accanto a me. Non voglio combattere vivendo nell’incubo che tu possa
morire da un momento all’altro e che io non possa salvarti. Per favore…” Akane
lo guardò, inebetita. Ranma aveva distolto lo sguardo parlando, e vide
scintillare qualcosa nei suoi occhi; lacrime? Oh mio Dio, Ranma stava per
caso…piangendo?
“Ranma…” Fece lei avvicinandosi
cautamente. Lui nascose il volto nell’ombra dei propri capelli. Dannazione non
voleva farsi veder piangere da lei! Si sarebbe scoperto troppo, e allora avrebbe
potuto dire parole che era meglio non dire. Ma il pensiero di quello che aveva
passato a Jusenkyo qualche settimana prima aveva riportato la sua mente a dolori
inimmaginabili. Akane che afferra il generatore gigante dell’acqua calda e
sparisce. I suoi vestiti che gli volano tra le braccia, lui che si perde nel
ricordo di lei sorridente, le lacrime versate nella consapevolezza di non
vederla più. Era come rinato quando lei gli aveva sorriso di nuovo, e quando
l’aveva vista così bella e raggiante nel suo vestito da sposa aveva desiderato
di portarla con sé e starle accanto per il resto dei suoi giorni. Ma aveva fatto
l’idiota e aveva mandato a monte tutto. IDIOTA IDIOTA! “…idiota”
“Cosa?! Ranma hai detto
qualcosa?!” La voce di Akane lo riportò alla realtà “Ho detto che sono un
idiota. Non sono mai stato capace di proteggerti davvero. Sono sempre venuto a
salvarti DOPO che era accaduto di tutto, e così facendo…a Jusenkyo…” Tutte le
emozioni represse nel momento in cui l’aveva creduta morta, il rimorso per
quello che era continuato ad essere anche dopo avere avuto con lei una seconda
possibilità, la paura provata nel vederla praticamente negli artigli di quel
demone quella mattina…. Strinse i pugni con violenza, e sferrò un colpo alla
parete sfondandola in un cerchio perfetto. La mano gli sanguinava.
Akane trasalì. Quello era davvero
il suo Ranma, forte e coraggioso che la proteggeva e la insultava sempre?! In
due secondi si era trasformato da arrogante presuntuoso a uno sconsolato ragazzo
che tentava a stento di reprimere lacrime di rabbia. E dovette capacitarsi che
stava così per causa SUA! Lui era preoccupato per la SUA vita! Chissà come
doveva aver sofferto a Jusenkyo e lei non se n’era mai accorta! Eppure la
trattava come sempre, le parve impossibile che tutto a un tratto si fosse
trasformato così radicalmente.
Akane lottò contro due impulsi:
quello di schiaffeggiarlo ordinandogli di tornare in sé, e quello di correre ad
abbracciarlo teneramente e consolarlo sussurrandogli parole dolci.
Non fece nulla di tutto
questo.
Gli si accostò, e lo costrinse
dolcemente a guardarla (Speriamo che il mio cuore regga. Kamisama batte così
forte!). Pose una mano sul viso di Ranma, carezzandolo impercettibilmente, e
avvertì il flebile gemito di sorpresa scappargli dalle labbra.
“Ranma ora ascoltami bene, perché
non so se potrò ripeterlo bene un’altra volta” Lui annuì, e chiuse gli occhi
beandosi del respiro caldo di lei sulle proprie labbra. Era così vicina da poter
quasi….baciarla (sì, poi però ti ritrovi sulla luna in due secondi!)
“Noi siamo una coppia, nolenti o
volenti lo siamo, e tu devi imparare a fidarti di me. Cosa credi, che io non
tremi di paura quando ti vedo combattere con qualcuno? Pensi che io non abbia il
terrore di perderti? Ma noi siamo due artisti marziali, e rischiare la vita fa
parte del nostro allenamento. Io voglio al mio fianco un uomo che mi capisca e
si fidi delle mie capacità; sarò contenta di seguire ogni tuo consiglio su come
combattere, ma non chiedermi di tornare a casa e lasciarti solo. Se dobbiamo
lottare lotteremo insieme, come abbiamo sempre fatto, e io non morirò. Non prima
di aver capito delle cose…”
Ranma vide che si stava mordendo
il labbro. Cosa voleva dirgli che tratteneva a stento? COSA voleva sapere?
Akane arrossì, poi il suo volto
mutò in un’espressione di oltraggiato disgusto che gli ricordò quando il vecchio
Happosai la palpava contro la sua volontà. Guardò alle spalle di lei, e vide una
figura ben più alta. Un uomo dai capelli scuri con una strana veste viola
(Sembra un bonzo!) sorrideva palpando tranquillamente Akane da tergo “Oh! Vedo
che abbiamo ospiti!”
Ranma fece appena in tempo ad
accigliarsi preparandosi a gridargli contro cose poco carine quando vide un
boomerang gigante colpirlo violentemente sulla nuca facendolo stramazzare al
suolo. Akane stessa, che si era voltata per colpire con un piede, si ritrovò a
calciare solo aria. Sull’uscio apparve una ragazza che sembrava più grande di
loro, i capelli scuri allacciati in una lunga coda, vestita con un abito
sportivo per l’epoca “Scusatelo, è così impulsivo talvolta…!” Raccolse il
boomerang e trascinò via il povero bonzo svenuto profondendosi in mille scuse e
inchini.
“Che accade qui?!” Gridò Kaede
rientrando seguita da Kagome.
“Ehm….lui… indicò il ragazzo
svenuto – mi ha…toccata all’improvviso”
Kaede scosse la testa, e Kagome
sbottò “Bonzo pervertito!” “BONZOOO?!” Esclamarono Ranma e Akane
all’unisono. Si guardarono e arrossirono; per una volta che facevano un discorso
serio sbucava fuori un bonzo di cinque secoli prima ad interromperli!
“Più precisamente un monaco –
sospirò la ragazza con i capelli lunghi – un monaco deviato…vero houshi-sama?”
Chiese scuotendolo. Lui, che aveva appena ripreso conoscenza, si toccò il
bernoccolo, stranito “Sono un monaco rispettabile io…volevo fare solo la
conoscenza della graziosa signorina qui presente” Si discolpò indicando
vagamente Akane.
“E lo fai palpandomi il sedere
razza di maniaco?!” Ribattè lei con stizza.
“Dì un po’: sarai mica antenato
di Happosai?” Domandò Ranma dandogli un calcio misurato sulla testa.
“E chi è costui? E PERCHE’MI
COLPISCI RAGAZZO?!” Urlò rialzandosi.
“Perché quella che hai palpato
poco fa è la mia fidanzata….bonzo!” L’uomo fece spallucce “Allora chiedo
scusa, comunque…complimenti per la scelta” Akane lo guardò confusa: era
davvero un complimento quello?
“Chiedo umilmente il suo perdono
mia dolce fanciulla, ignoravo il fatto che il suo cuore appartenesse ad un altro
uomo” Il bonzo si inchinò, facendole un incantevole baciamano.
“Il…mio cuore…cosa?” Balbettò al
colmo dell’imbarazzo, accorgendosi appena che ora le aveva afferrato entrambe le
mani e la guardava con occhi intensi “Comunque se un giorno questo strano
ragazzo con la treccia uscisse dai suoi pensieri…”
“Strano IO?!” Lo interruppe
Ranma.
“….vorrei tanto che lei facesse
un figlio con me” Stavolta non lo colpì solo il boomerang, ma anche il pugno
di Akane e i piedi di Ranma, che gli saltò direttamente sulla testa.
Quando tutti si furono calmati un
poco (e il bonzo ebbe ripreso i sensi ), Kagome rifece le presentazioni.
“Piacere Akane e Ranma, il mio
nome è Sango, e sono una…uhm…achiappa-spettri” “Piacere nostro!” Le sorrise
Akane. Ranma intanto ripeteva a bassa voce “Acchiappa spettri…?!” Nella sua
mente si formò l’immagine di alcuni tizi con degli strani macchinari sulle
spalle accompagnati sempre da un mostriciattolo verde e bavoso, che correvano
per la città su una macchina con delle sirene particolarmente stridenti.
“Non come loro!” Intervenne
Kagome leggendo l’espressione di Ranma “Qui ci sono demoni, non fantasmi”
“Oh…” Fece lui poco convinto.
“Lui invece è Miroku, ed è un
bonzo sul serio. Solo è un po’….vivace” Finì Kagome schiaffeggiandogli via una
mano pericolosamente vicina al suo fondo schiena.
“Per me è parente di Happosai”
Disse Ranma convinto.
“KAGOMEEEE!” Nel silenzio
generale la voce echeggiò nell’etere facendo voltare tutti quanti.
Ranma e Akane alzarono lo sguardo
al cielo, attoniti. Una strana creatura con due code planò davanti ai loro
occhi; sulle quattro zampe aleggiavano lingue di fuoco quasi trasparente.
Un bambino con una buffa coda
vermiglia scese dalla groppa dell’insolito animale e si gettò tra le braccia di Kagome.
“Piccolo Shippo che
succede?!” Ranma si nascose dietro le spalle di Akane, tremante. La creatura
dalle due code era tornata a dimensioni naturali ed era salita tranquillamente
sulla spalla della acchiappa-spettri “Qu…quello è un…ga ga …tto!” balbettò.
Sango si voltò stupita verso il
giovane col codino “Per metà è anche volpe….hai paura di Kirara?” Chiese
allungando a Ranma la simpatica bestiola. Lui gridò di nuovo, e Akane arrossì
per la vergogna “E’allergico ai gatti….i felini sono l’unica cosa in grado di
spaventarlo” spiegò lei con un sospiro rassegnato. Inuyasha ridacchiò di gusto,
e Ranma lo sbirciò con aria assassina da dietro una spalla di Akane “A cuccia
cane!” gli gridò.
Ma Inuyasha gli mostrò la lingua
“Na nahhh! Lo può fare solo Kagomeee!!” lo canzonò.
“A CUCCIA!” Gridò l’interessata
con perfetto tempismo.
“Che succede divina Kagome?”
Domandò il monaco incuriosito.
“Shippo mi ha appena detto…che ci
sarebbe un altro spettro…nel pozzo…”
“COOOOOSAAAA?!”
(DALL’ALTRA PARTE….)
Ryoga maledisse il mondo
un’ennesima volta, e cercò di riconoscere qualche cosa di familiare in quella
zona a lui sconosciuta. Fu allora che udì il grido di una donna provenire da una
casa lì vicino. Scattò, e con un balzo enorme fu nel giardino dell’abitazione.
Vide la donna che aveva gridato accosciata a stringere un bambino tremante
cercando di riportarlo in casa per proteggerlo. Davanti a lei, un vecchio
agitava una specie di amuleto salmodiando parole incomprensibili in una lingua
che poteva essere cinese antico; arretrava davanti al mostro ostentando una
finta sicurezza. Spostò lo sguardo per mettere a fuoco la strana creatura, e
quello che vide lo lasciò completamente senza fiato.
Aveva zampe artigliate, e per il
resto, il corpo era una massa informe e rossiccia che lo superava di poco in
altezza. Gli occhi color porpora brillavano di una malvagità totalmente priva di
qualsiasi intelligenza, e dalle fauci spalancate in una specie di ghigno colava
una sostanza verdastra che corrodeva il terreno. Ryoga rabbrividì. Nonostante
fosse un mostro idiota l’aveva sorpreso alle spalle, nascondendogli la sua
presenza in modo eccellente.
“Sei un demone! Fatti sotto
dannato!” Gridò impugnando il suo ombrello con la mano destra e caricando un
colpo micidiale. La creatura fece un urlo agghiacciante di lotta, e mentre la
sua bava scioglieva l’ombrello di Ryoga come fosse di burro, sfoderò gli artigli
in un colpo mortale sotto gli occhi allibiti del ragazzo con la bandana.
Ranma, Akane, Kagome e Inuyasha
saltarono nel pozzo seguiti da Sango e Miroku.
Shippo li guardava andar via con
un sospiro; secondo loro era troppo piccolo per uno youkai del genere,
specialmente se assomigliava a quello che li aveva aggrediti poco tempo prima.
Se era vero che anche quello possedeva l’arma micidiale della bava corrosiva
avrebbe fatto una strage, cominciando con la famiglia di Kagome. Poi sarebbe
passato agli altri, e di quel mondo che non era preparato a combattere con i
demoni non sarebbe rimasto niente; gli spettri, si sa, adorano la carne
umana…
“STATE INDIETRO! QUESTO COSO
E’PIU’CORROSIVO DELL’ACIDO!” Gridò Ryoga cercando di farli arretrare.
“E’un demone dell’era Sengoku!”
Gli gridò il vecchio costringendo la donna e il bambino all’interno della
casa.
“Cosa?!” Fece il ragazzo
distraendosi quel tanto che bastò al mostro per afferrarlo tra le zampe. Ryoga
gridò di disappunto, e gli occhi del demone lo squadrarono con aria incuriosita.
Con suo grande disgusto, si leccò le fauci con aria affamata, spruzzandogli
gocce roventi che gli lacerarono piccolissime porzioni brucianti della maglietta
e stringere i denti per il dolore.
“Carne di ragazzino di altro
mondo…mmhhh!” Fece il mostro alzandolo al disopra delle fauci spalancate. Ryoga
si divincolò cercando di calciarsi via da quella situazione imbarazzante “Non mi
farò mangiare da te brutto schifoso!! Mollami o ti disintegro col mio Bakusai
tenketsu!” Ma, ricordò, quello funzionava solo con le rocce. Allora cercò di
concentrarsi sulle esperienze tristi della sua vita, squadrando la bocca enorme
del demone piena di quella schifida bava pronta a divorarlo. Era quasi pronto a
scaraventargli contro un potente Shishi hokodan, quando una freccia gli sibilò a
pochi centimetri da un orecchio, andando a conficcarsi nella fronte del
demone.
La creatura si dissolse in un
grido, e Ranma saltò per afferrare il suo nemico/amico appena in tempo, prima
che cadesse nel miasma mortale dell’orrido essere morente.
“RAAAAANMAAAAAA!!!!” Gridò
saltandogli praticamente al collo.
Lui lo colpì con un pugno
abbastanza forte da farlo barcollare “Che cavolo fai?! Io ti salvo la vita e tu
mi aggredisci?! Ti sei rimbecillito?!” Ryoga era pronto a ribattere che se la
sarebbe cavata benissimo da solo, quando Akane gridò
“ATTENTI!” Un nugolo di strani
esseri violacei si andava formando dalla melma ribollente davanti a loro; un
ricordino del demone…
Inuyasha si avvicinò coprendosi
il naso e la bocca, in preda alla nausea “Quel dannato ha lasciato dei…figli…”
Poi, semplicemente, svenne.
“Oh povero Inuyasha! Il suo naso
è troppo sensibile!” Commentò Miroku avvicinandosi, pronto ad aprire il
Kazahana, ma una mano lo fermò, e gli occhi di Sango lo scrutarono con aria di
rimprovero “Houshi-sama, volete sciogliervi con l’acido di quel demone per
caso?” Miroku la guardò bonariamente “Mia dolce Sango…ma allora vi preoccupate
per me? State tranquilla, quei mostriciattoli non rilasciano alcun tipo di
acido” La ragazza con l’ Hiraikotsu spalancò gli occhi per la sorpresa, poi
sentì la mano del monaco sulla natica e lo colpì con un pugno che lo spinse via
“Bene! Allora risucchiateli per bene!” Ryoga seguì la scena con una sorta di
stupore ritardato; fissò lo strano ragazzo con le orecchie da cane svenuto ai
suoi piedi (e questo chi è?) si domandò grattandosi la testa, vedendo una
ragazza alquanto carina corrergli al fianco e cercare di farlo rinvenire.
Poi spostò gli occhi sul monaco
(ma come è vestito?), e lo vide allontanarsi dalla strana donna ((con un
boomerang gigante sulle spalle!)) e togliersi uno strano rosario dalla mano
destra.
“Ehi Ranma…” lo chiamò
dimenticando per un attimo di avercela con lui. Il ragazzo col codino fissava
accigliato i movimenti di Miroku, cercando di capire quale strana tecnica stesse
per sfoderare “Non ora P-chan” Ryoga lo colpì sulla testa “NON CHIAMARMI
P-CHAN!” Gli gridò facendo voltare Akane “P-chan? Dove?” Ranma alzò gli occhi al
cielo, e udì il monaco intimare a tutti di stare indietro. Il foro si allargò
sulla sua mano, e un potente risucchio fece sparire in pochi secondi i
mostriciattoli viola, che già avevano cominciato a crescere e a prendere
sembianze simili al loro creatore “Che demone stupido – commentò riavvolgendo il
rosario attorno al palmo – riesce a creare solo figli imperfetti privi di
poteri”
Ranma e Ryoga rimasero a bocca
aperta “Che diavolo hai fatto?” Chiesero i due quasi in coro. Il monaco sorrise
loro con fare saputo, e spiegò brevemente la sua maledizione. Pareva che ognuno,
in quello strano gruppo, ne avesse una.
Kagome raccolse il frammento della Shikon attenta a non toccare l’acido,
e lo fissò accigliata.
“Che c’è Kagome?” Domandò
Inuyasha che si era ripreso a fatica, una mano a coprirsi il naso e la
bocca.
Lei mise il frammento controluce,
e chiuse un occhio per metterlo a fuoco “Non so…mi sembra
diverso…è….violaceo”
L’hanyou si avvicinò per guardare
meglio, e lei, sentendolo così vicino arrossì furiosamente e cercò una scusa (ma
perché devo essere così in imbarazzo?!)
“IDEA!” Gridò allentando la
propria tensione interna. Inuyasha si tappò le fragili orecchie canine, e la
vide correre in casa come una furia “Ma che diavolo le è preso?” Si domandò
sedendosi a terra con braccia e gambe incrociate, in attesa. Poi sentì che
qualcuno gli sfiorava proprio le orecchie, e assunse un espressione indignata
trattenendo a stento un ruggito sommesso.
“Ma guarda un po’ che strane
orecchie…ehi tu, ma sei un elfo per caso?” Ranma trattenne a stento una
risatina, mentre Inuyasha si alzava per affrontare il ragazzo con la bandana
tigrata trai capelli “IO NON SONO UN ELFO, SONO UN HANYOU!” Ryoga arretrò di
un passo, con gli occhi spalancati per lo stupore; non sembrava aver capito
molto bene “Sei straniero?”
“NON STRANIERO! HANYOU!” “Sei
americano!” esclamò Ryoga indicandolo, colto da ispirazione improvvisa.
“AMERICANO A CHI?!” Ruggì
Inuyasha che non aveva la minima idea di cosa fosse ‘un americano’.
“Americano non è un insulto –
intervenne Ranma - vuol dire ‘nato negli Stati Uniti’!”
Il mezzodemone lo fissò con aria
stranita “Che posto sarebbe?!” Ranma sospirò “Eppure nella tua epoca era
stata già scoperta l’America!” “Nella sua epoca?!” Esclamò Ryoga afferrando
Ranma per la collottola “RANMA CHE HAI COMBINATO STAVOLTA?!”
Con un agile movimento il ragazzo
col codino ribaltò la situazione afferrando Ryoga a sua volta “COSA TI FA
PENSARE CHE IO ABBIA COMBINATO QUALCOSA?!” “HAI INCASINATO TU DUE EPOCHE
DIVERSE?!”
“Ma che vai farneticando?!”
“Quel vecchio prima ha parlato di
demoni dell’era Sengoku! Come hai fatto a far viaggiare nel tempo
quest’elfo?!” “NON SONO UN ELFO!” Gridò l’hanyou alle sue spalle.
“E’per via del pozzo” Rispose
tranquillamente Kagome uscendo in giardino con un piccolo contenitore tra le
mani.
“Il pozzo? Quale pozzo?” Fece
Ryoga abbassando il destro che stava caricando verso il povero Ranma. Mentre lui
gli spiegava la situazione, Akane scoccò un’occhiata a Kagome “Che hai lì?”
domandò sbirciando.
“E’parte della Shikon no Tama che
abbiamo raccolto fin’ora. Un mese fa era grande quasi il doppio…” Commentò
guardando Inuyasha di sottecchi “Che fai? Alludi?” Domandò con stizza. La
ragazza sospirò “Solo che è diversa” “Come diversa?” Domandò Akane. A lei
sembrava semplicemente una perlina di discreta bellezza.
“E’viola” “Perché, di che
colore dovrebbe essere?” “Biancastra” Intervenne Inuyasha accigliandosi “E
questa è di un colore troppo strano per essere pura. Ora che hai unito i
frammenti si vede chiaramente” Kagome si voltò con gli occhi spalancati “Vuoi
dire che….”
“…Qualcuno l’ha resa quasi
completamente malvagia” Concluse l’hanyou tristemente.
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Capitolo 4 *** La Shikon malvagia ***
LA SHIKON MALVAGIA
Di nuovo da Kaede, stavolta anche
con Ryoga al seguito.
La vecchia miko aveva spiegato
brevemente le cose al nuovo arrivato, e una volta che tutti furono informati in
modo uguale Kagome si accinse a precisare la gravità della situazione.
“La Shikon no Tama ha sempre
avuto una sacerdotessa a proteggerla dai demoni e dagli uomini malvagi.
Purtroppo l’ultima che la possedeva è stata uccisa e la sfera contaminata di
nuovo” Inuyasha sussultò impercettibilmente, ma rimase fermo sulla soglia a
sbirciare l’orizzonte nel caso Sango e Miroku fossero giunti con delle notizie
dal pozzo. Erano rimasti lì a sorvegliarlo, e il monaco aveva innalzato una
barriera, ma l’hanyou temeva che non bastasse.
“Come è stata uccisa questa
miko?” Domandò Akane affascinata.
Kagome fece un sospiro “Diciamo
che un mezzodemone ha pensato bene di attuare un inganno per rubarle la sfera…il
suo nome è Naraku, ed è il nostro peggior nemico. E’furbo e maligno, e riesce ad
assumere le sembianze di chiunque. Lei è morta nell’odio e nel rimpianto, ed è
per questo che i frammenti della Shikon avevano bisogno di essere
purificati” “E li purificavi tu?” Chiese Ryoga.
“Io sono la reincarnazione di
quella miko” Rispose lei con un misto di orgoglio e di imbarazzo.
“TUUUU?!” Kagome arrossì “Bè
che male c’è? Tutti si reincarnano prima o poi, anche le miko!”
Tutti tacquero per un istante
come per assorbire la sorpresa. Il tempo stringeva, e se il loro aiuto era
prezioso, era anche importante che capissero la gravità dei fatti.
“Comunque…noi raccoglievamo i
frammenti un po’ alla volta, tutti insieme. Poi io sono stata ferita, e un
demone ha aggredito Inuyasha, distraendolo. Naraku ha cercato di sottrargli la
Shikon quasi completa….riuscendo solo a romperla di nuovo”
“Come si è rotta la Shikon la
prima volta?” Domandò Ranma guadagnandosi un’occhiataccia da Akane.
“Scusa ma…temo che sia una storia
un tantino lunga. Comunque sappiate che è colpa mia. Ora la Shikon è quasi del
tutto malvagia, e io…non riesco più a purificarla. E non so perché. Altre
domande?” “Che storia complicata!” Esclamò Ranma grattandosi la testa.
“Kagome-chan, non hai proprio
idea del perché la Shikon ora sia così malvagia?” Chiese Akane. “Ve lo spiego
io” Intervenne la vecchia Kaede “E vi dico anche perché Kagome non può
purificarla più” “Tu lo sai Kaede-baba?” Esclamò Kagome illuminandosi. Kaede
raccontò loro di aver consultato cumuli e cumuli di carte e vecchi documenti, e
di aver trovato delle notizie inquietanti riguardo una profezia o una
leggenda.
“Si dice che ci siano due modi
per rendere maligna la sfera. Il primo è che uno youkai o un hanyou esprima un
desiderio malvagio seguendo la sua natura distruttrice. Il secondo è che un uomo
dallo spirito corrotto la utilizzi per scopi empi come fece Onigumo dando vita a
Naraku” La miko guardò il gruppo seguire attentamente le sue parole, ma
perdersi davanti all’ultima frase. Kagome spiegò allora brevemente la storia di
Naraku, facendo un po’ più di chiarezza.
“Per una volta Ranma ha ragione.
E’ una storia alquanto complicata!” Sentenziò Ryoga.
Inuyasha parlò senza voltarsi “Se
l’avessi vissuta l’avresti capita meglio di quello che avresti voluto” disse
confondendolo ulteriormente “E ora vecchia dicci qualcosa che non sappiamo”
L’anziana miko sospirò. “Il
secondo modo per rendere malvagia la Shikon è che una sacerdotessa e un demone o
un hanyou uniscano in qualche modo i loro destini e la utilizzino per uno scopo
comune”
Inuyasha ammutolì, e Kagome ebbe un sussulto. Ricordi, sospetti,
tutto si mischiò in un’atmosfera pesante che i nuovi arrivati stentavano a
capire. Per loro era solo una brutta notizia con un mistero dietro. Per Kaede e
gli altri no.
“Ora capisco perché Kikyo voleva
che diventassi umano. Se fosse stata insieme a me come hanyou la Shikon no Tama
sarebbe divenuta malvagia annullando tutti i suoi sforzi per purificarla….”
“…e purtroppo Naraku ha reso vani
i suoi sforzi comunque….” Concluse Kagome tristemente ricordando con quale
inganno era stata uccisa la giovane sacerdotessa.
Ryoga e Ranma bisbigliarono
qualcosa sull’eventualità che Kikyo fosse colei che custodiva la sfera prima di
essere uccisa a causa sua. Se così fosse stato almeno un pezzo del mosaico
sarebbe andato al suo posto. Quando lo domandarono a Kaede la vecchia li fissò
con aria solenne “Avete indovinato ragazzi. Kikyo era proprio quella miko,
nonché mia sorella” Akane trattenne un gemito di sorpresa a quella rivelazione
“Lei e Inuyasha….”
“ZITTA VECCHIA!” La censurò lui
ancora voltato verso l’orizzonte “Non voglio…ripetere di nuovo quella storia”
Concluse con una calma quasi glaciale.
“Vecchia Kaede?” La voce di
Kagome la riscosse dai suoi pensieri, e la miko si voltò verso la ragazza con
l’unico occhio scintillante di presagi.
“Cosa c’è Kagome?” “Ecco…la
Shikon…pensi sia stata Kikyo a ridurla così…?” La donna incrociò le braccia
con aria grave “Ebbene io temo di sì. Nonostante sia solo un corpo fatto di
fango, mia sorella ha ancora parte dei suoi poteri di miko”
“Scusate? – intervenne Akane
timidamente – volete dire che quella sacerdotessa…Kikyo…è ancora viva?”
“No. E’stata resuscitata”
Intervenne Ryoga stupendo tutti quanti. Sembrava quasi in trance, fulminato da
un ricordo improvviso.
“E TU COME LO SAI?!” Lo apostrofò
Ranma malamente.
“Per tua norma e regola, io ho
viaggiato molto, e si dà il caso che in questi miei viaggi…” “…prendendo la
direzione sbagliata…”
“…STAI ZITTO E LASCIAMI FINIRE!!
In questi miei viaggi io ho imparato molte più cose di quante tu ne abbia
imparate al Furinkan! Direzione sbagliata o no, incontrai un vecchio bonzo in un
villaggio ad Hokkaido…” “…o era Okinawa?” Il pugno di Ryoga zittì l’artista
marziale all’istante.
“Pioveva a dirotto, e lui mi ha
offerto ospitalità e un bagno caldo” Per un attimo incontrò lo sguardo di
scherno di Ranma, ma passò oltre schiarendosi la voce.
“Nel suo tempio c’erano dipinti
stranissimi raffiguranti i riti più strani di purificazione e di esorcismo.
Parlammo per un po’ del più e del meno, quando l’occhio mi cadde su un disegno
in particolare. In esso una vecchia con dita artigliate e un sorriso malevolo
agitava strani ciondoli sul corpo nudo di una…bè…di una donna che sembrava
morta. Così ho scoperto che quella era una strega, o un’orchessa, e risvegliava
i morti utilizzando le ceneri mischiate con fango e terra. Quando voi avete
parlato di vostra sorella, poco fa – spiegò rivolgendosi a Kaede – ho capito che
è stata resuscitata. Ho ragione?” La miko fece un leggero sorriso a Ryoga,
facendolo arrossire “Complimenti ragazzo, hai dell’intuito. In effetti la mia
povera sorella fu resuscitata proprio da un’orchessa nel modo da te
descritto” Ranma borbottò qualcosa a proposito di maiali imbecilli che si
spacciavano per intelligentoni, ma Akane parlò prima che lui potesse reagire “Ci
manca un demone ora. Se la sacerdotessa è Kikyo, chi è il demone?”
“Naraku” Dissero insieme Kagome e
Inuyasha.
“Cavoli, voi sì che avete le idee
chiare!” Esclamò Ranma tra il serio e il faceto.
“Naraku e Kikyo hanno collaborato
segretamente più di una volta, ma ora hanno finito con i loro trucchetti”
Sentenziò Inuyasha. Aveva il cuore gonfio di un misto di emozioni contrastanti.
Rabbia, paura, disappunto, odio. Lui avrebbe dato la vita per vendicare Kikyo,
ma lei ora, probabilmente si era già messa dalla parte del suo uccisore pur di
riavere quello che aveva perso in vita. L’hanyou non voleva seguirla negli
inferi nemmeno se era stata lei a chiederglielo. Ma avrebbe fatto in modo che
lei riposasse in pace lasciandolo libero da quel legame che gli diventava sempre
più insostenibile.
“Se non avete altro da chiedere
io direi di metterci in cammino subito. Prima che cali di nuovo il sole”
Sentenziò l’hanyou con fare pratico. La vecchia miko lo fissò enigmatica
“Inuyasha…di grazia, dove pensi di andare e cosa pensi di fare? Non sai nemmeno
come risolvere questa incresciosa situazione!” Lui si voltò guardandola con un
misto di orgoglio e di determinazione “Intanto – disse con un sorriso che gli
lasciava gli aguzzi canini scoperti – vado ad ammazzare Naraku con le mie stesse
mani” sfoderò gli artigli che scintillarono come un’arma inquietante nel sole
del pomeriggio, e Kagome ebbe un tremito davanti a tanto odio negli occhi
ambrati del suo hanyou preferito. “Poi si vedrà” Concluse tornando calmo.
Ryoga, Ranma e Akane si
guardarono a vicenda, interrogativi, come decidendo, poi il ragazzo con la
bandana disse timidamente “Akane-chan….forse è meglio che tu…” “Per favore!”
Lo censurò lei supplicante “Ho già dovuto faticare a convincere Ranma a
lasciarmi andare con lui! Non cominciare anche tu! Io me la caverò. Sono
un’artista marziale come voi dopo tutto” Ryoga spalancò gli occhi stupito
“Vuoi dire che Ranma ti ha permesso di seguirlo in una missione così
pericolosa?!” Lei annuì con noncuranza, e in un istante Ranma lo ebbe
addosso “Come hai potuto fare questo?! Ti ha dato di volta il cervello?!” Lui
fece un sorriso sbilenco intimandogli di stare calmo, P-chan. Ma Ryoga si
imbufalì ancora di più, e cominciò di nuovo l’eterna lotta trai due artisti
marziali più scatenati di Nerima…e forse del Giappone intero.
“Uff! Akane-chan devono amarti
molto entrambi per combattere per te in quel modo!” La ragazza si voltò a
guardare Kagome, rossa fino alle radici dei capelli “Che dici?! Io e Ranma
stiamo insieme perché lo hanno deciso i nostri genitori, e Ryoga…lui è solo un
amico!” “Ne sei sicura Akane?” Fece l’altra con gli occhi socchiusi e
indagatori in un atteggiamento che le ricordava Nabiki.
Intanto Ryoga si era portato le
mani al petto in un atteggiamento che ad Inuyasha era familiare (sarà mica…anche
lui…?) Aveva sentito Akane parlare di lui come un amico, ed era pronto a
scagliare il Shishi hokodan contro il suo avversario.
Conscio del pericolo, Ranma gridò
a tutti di allontanarsi. Inuyasha aveva già preso Kagome in braccio con sua
grande sorpresa, e la stava conducendo fuori dalla capanna. Akane intimò a Kaede
di mettersi al riparo, e il colpo partì facendo un grosso buco nel legno della
parete.
“E’pazzesco” Mormorò Inuyasha
incredulo, Kagome ancora in braccio.
“Quello è lo Shishi hokodan. Un
colpo di energia negativa provocato dallo stato depressivo di Ryoga” Spiegò
Akane calma. Tutti si voltarono nella sua direzione.
“E’lo stesso usato da Ranma con
il drago!” Esclamò Kagome rimettendosi in piedi.
Akane scosse la testa “Ranma usa
l’energia opposta, quella dell’orgoglio del vincitore
“ Moko Takabisha ” Disse Inuyasha
che se lo ricordava benissimo.
Kaede sospirò “Credo che quei due
ragazzi siano speciali, e vi daranno un grande aiuto, ma…” “Ma?” “Ma la
mia capanna è distrutta” Akane arrossì “Mi vergogno per loro” mormorò
impercettibilmente.
(L’INCONTRO CON KIKYO)
Partirono verso mezzogiorno, il
sole era alto nel cielo, e una leggera brezza estiva carezzava piano la natura
circostante, rigogliosa e bella come non l’avevano mai vista.
Sango, Miroku e Shippo si erano
uniti a loro, ed erano stati messi al corrente della gravità della situazione:
il monaco aveva posto centinaia di sigilli al pozzo, con la promessa che Kaede
avrebbe eretto un kekkai nella zona e fosse andata a controllare di tanto in
tanto.
Kirara camminava pigramente al
fianco della sua padrona, e Ranma si teneva a debita distanza; Ryoga stava tra
lui ed Akane per evitare di perdersi, e di tanto in tanto le lanciava occhiate
ansiose, chiedendosi perchè Ranma fosse stato così stupido da permetterle di
andare.
Miroku era posizionato dietro a
Sango, ‘per guardarvi le spalle’ aveva detto, ma lei sospettava che le guardasse
anche dell’altro, e spesso lo coglieva in flagrante e gli lanciava
un’occhiataccia, minacciandolo col pugno.
Inuyasha chiudeva la fila davanti
a tutti, annusando l’aria e muovendo le orecchie canine in modo delizioso agli
occhi di Kagome che era dietro di lui. Ultimamente guardava con più interesse i
suoi movimenti, e capiva che l’hanyou esercitava su di lei un fascino
incredibile da un po’ di tempo a quella parte. Che si stesse innamorando di quel
rozzo scorbutico? No, forse era solo che le facevano tenerezza le sue orecchie e
il suo sguardo da bambino quando gli parlava delle tecnologie del futuro…no?
I suoi pensieri furono interrotti
bruscamente da un movimento improvviso di Inuyasha.
“Cosa c’è? Avverti la presenza di
Naraku Inuyasha?” domandò Miroku impugnando il suo Shakujo più strettamente.
“No. Di Kikyo”
Kagome si accigliò. L’hanyou
camminò silenziosamente seguito dagli altri che ora si guardavano attorno con
aria circospetta. Inuyasha avvertì l’inconfondibile odore di erba umida e foglie
morte che aleggiava sempre intorno alla miko, e in qualche modo gli parve…più
forte, come se quel residuo di anima rimastale si fosse ingigantita per
magia.
“Che diavolo…” Poi Akane
gridò.
Inuyasha vide la luce di furore
brillare negli occhi morti di colei che aveva amato cinquant’anni fa. La sua
mano stringeva un lembo della camicia di Akane con una malvagità che non
ricordava. La ragazza, dal canto suo, si voltò bruscamente per colpirla con un
calcio mirato, ma lei si scostò con la grazia di una ballerina. Sembrava fatta
d’aria.
“Kikyo” mormorò l’hanyou con un
misto di dolore e nostalgia negli occhi.
Ranma intanto si era portato
protettivamente davanti ad Akane, ma lei faceva gesti concitati di lotta,
gridando che non aveva paura. Anche Ryoga le si avvicinò.
“Una ragazzina vispa e innamorata
come te deve avere un’anima invidiabile. Sono spiacente che tu non sia in
pericolo di vita così che io possa impossessarmene” Inuyasha sussultò come se
gli avessero dato un pugno nello stomaco, e Miroku istintivamente si fece più
vicino a Sango senza sapere neanche il perché.
“MALEDETTA COSA DIAVOLO VUOI DA
NOI?!” Gridò Akane infuriata. Ranma aveva rinunciato a farle scudo, ma si teneva
vicino a lei. Non gli erano piaciute per niente le parole di quella specie di
zombi “Che razza di miko sei? Ti allei ai demoni e pretendi anche le anime
altrui?”
Inuyasha si avvicinò a lei con
circospezione, guardando il suo sorriso cattivo con sospetto “Che cosa ti ha
fatto Naraku? Ora non ti accontenti neanche più delle anime delle ragazze già
morte? Vorresti anche quelle di coloro che sono ancora in vita?”
Kikyo fece la strana parodia di
una risata di compassione “Quello che io ti chiedo è cosa abbia fatto questa
ragazza a te” disse indicando Kagome con un dito sottile “Con un’anima vivente
potrei vivere con te come una donna e non dovrei condurti negli inferi. Non sei
contento di avere un’altra possibilità con me Inuyasha?”
Tutti tacquero improvvisamente.
‘un’altra possibilità?’ ‘come donna?’ (ma allora lui e quella miko…) formularono
quasi all’unisono le menti di Ranma, Akane e Ryoga.
“Inuyasha non verrà mai con te,
anima o no!” Gridò improvvisamente Kagome facendoli sussultare.
Kikyo non le badò nemmeno, e
continuò a sorridere ad Inuyasha “Sai, ho scoperto che ci sono modi migliori di
resuscitare, e uno di questi è avere un’anima vivente. Sarebbe come ridarmi una
vita vera; magari un giorno questo sarà possibile Inuyasha, e allora potrei
anche prendere la tua adorata Kagome e scaraventarla al di là del pozzo fino
alla fine dei suoi giorni…tu che ne dici?” Lui non disse niente. Era
allibito; mai, nella sua nuova non-vita Kikyo era stata altrettanto implacabile
e sicura di se stessa. Cosa diavolo c’era di nuovo che a lui sfuggiva? “Cosa
state tramando tu e quel verme di Naraku? Perché avete macchiato di nuovo la
Shikon in modo che non possa neanche essere purificata?”
Il sorriso della miko si spense
automaticamente “Quello che posso dirvi è che state andando nella direzione
sbagliata. Il mezzodemone Naraku non è più nel suo covo; e finchè non
sarà…pronto tutto non vi lascerò raggiungerlo” L’hanyou rimase a bocca
aperta, e il monaco e l’acchiappa spettri si scambiarono uno sguardo di sorpresa
“Pronto…che cosa?!” Domandò Miroku.
La miko sorrise di nuovo,
malignamente. Era raro che sorridesse così. Poi fece una cosa che lasciò tutti
quanti a bocca aperta. Pose le mani sul viso di Inuyasha e lo baciò. Un gesto
fuggevole, intenso, che provocò un rimestìo di gelosia nelle viscere di Kagome
(e due) pensò con disappunto.
“Ci vediamo presto Inuyasha”
Disse prima di sparire lentamente dalla loro vista. Lui rimase imbambolato sul
posto, il bacio di Kikyo che gli formicolava spiacevolmente sulle labbra.
Si riscosse solo quando Kagome
gli sventolò una mano sotto il naso “Eh? Che c’è?” Lei lo guardò con disappunto
(dunque gli è piaciuto a tal punto da rimanerne ipnotizzato!) “A CUCCIA!” Il
grido riecheggiò nell’aria, e udibile fu anche il ‘crack’ della schiena di
Inuyasha che si piegava per l’ennesima volta “Dannata! – sibilò – perché
diamine…”
“E’già la seconda volta che devo
assistere alle tue smancerie con Kikyo, ora mi sono stufata!” “Ma è stata lei
a baciarmi!” “E a te è piaciuto!” Ranma si inclinò verso l’orecchio di
Akane, e sussurrò “Vedi? Si comporta in maniera illogica proprio come te!”
L’aura blu di Akane lampeggiò tutto intorno, e lei si scagliò contro il suo
fidanzato per ‘dirgliene quattro’ a modo suo.
Kagome si allontanò indignata, e
Miroku le chiese dove stesse andando “Me ne torno nella mia epoca! Mi pare di
aver capito che Naraku è al momento irraggiungibile!” Fece una smorfia di
disdegno verso l’hanyou e se ne andò sul serio.
“Ma…cosa…” Balbettò Inuyasha
senza capire come al solito.
“A CUCCIA A CUCCIA A CUCCIA!!!!”
Ripetè da lontano Kagome.
“E’ovvio che è gelosa marcia
elfo-yasha” Sentenziò Ryoga dal suo angolo.
Lui si accorse a malapena del
nomignolo affibbiatogli, dolorante e confuso com’era, ed esclamò imbarazzato
“Gelosa di che?! MICA STO INSIEME A QUELLA IO!” puntualizzò.
“Ehhh! Inuyasha Inuyasha!” Lo
compatì Miroku colpendolo poco gentilmente sulla testa
“E tu che cazzo vuoi?!” “Non
capisci niente delle donne!” “Ha parlato l’esperto!” rimbeccò indignato.
“Più di te
sicuramente….” “Sì…esperto in palpatine!” Lo canzonò.
Ranma sbadigliò pigramente
“Allora che si fa?” domandò.
L’hanyou si grattò la testa,
riflettendo, e Sango gli suggerì “Vai a cercare Kagome, intanto noi cerchiamo di
capire se Kaede ha qualche idea in proposito. Magari sa dove sta Naraku” “E
perché devo cercarla io?!” Protestò.
“Perché sei tu che l’hai ferita”
Rispose il monaco convinto.
Nonostante le proteste, Inuyasha
fu spedito al pozzo mangiaossa, e lo strano gruppetto si diresse nuovamente al
villaggio per chiedere alla vecchia miko notizie sul nuovo covo di Naraku.
Kaede li incrociò a metà strada,
il fiato grosso e l’arco in pugno “Sta accadendo qualcosa di nefasto qui”
Sentenziò invitandoli a sedere “Vi ho raggiunti perché sentivo che Naraku si era
spostato” “Grande! – fece Ranma con disappunto – e quando volevi dircelo?”
Akane gli diede una gomitata forte nelle costole, sibilandogli che non si
parlava così ad una persona anziana.
“Si vede che sei rozzo come
quell’elfo!” Dichiarò Ryoga provocando un gesto d’ira del ragazzo col
codino.
“Su su, state calmi…cerchiamo di
capire se Kaede-sama riesce ad illuminarci su questo oscuro mistero” Disse
Miroku conciliante. I due litiganti si lanciarono un ultimo ghigno di sfida, poi
incrociarono le braccia e si voltarono ognuno da un lato. Akane fece un’alzatina
di spalle.
“Direi che manca qualcuno” Disse
la vecchia miko.
Sango spiegò brevemente
dell’incontro con Kikyo, e domandò se non fosse pericoloso per Kagome recarsi al
pozzo da sola.
“State tranquilla divina Sango,
vi ricordo che ho sistemato quanti più sigilli possibili; inoltre la venerabile
Kaede ha innalzato una forte barriera spirituale, e confido che Inuyasha
riuscirà a raggiungere Kagome prima di sbatterci il naso
contro” “Houshi-sama?” Lo interpellò lei con voce suadente.
“Cosa c’è divina
Sanghhhhhmph!” “Vi pregherei di non palpare il mio fondoschiena quando mi
date le vostre spiegazioni, altrimenti la prossima volta la mano ve la
disintegro” “Statene certa Sango-sama” Fece lui massaggiandosi il dorso della
mano in questione.
Al contrario di quello che aveva
pronosticato Miroku, Inuyasha andò proprio a sbattere contro il kekkai di Kaede.
Ma mentre imprecava massaggiandosi il naso dolorante, la vide poco distante,
seduta sotto il Goshinboku.
“Ehi Kagome!” La chiamò senza
potersi avvicinare ulteriormente.
Lei si limitò a voltarsi un poco,
fissandolo con aria indifferente, e ritornò a guardare nel vuoto.
“KAGOMEEEEEEEE!!!!”
“A CUCCIA!!!”
La schiena già provata di
Inuyasha emise un sinistro ‘crack’ di protesta, e l’hanyou imprecò a bassa
voce.
“Dannata, ma si può sapere cosa
ti ho fatto io?!” Le gridò.
Kagome si voltò con un gesto di
stizza che fece brillare la sfera che aveva al collo “E me lo chiedi razza
di…di…MANIACO?!” “Ma…niaco…?” Fece lui con uno stupore che innervosì
ulteriormente la ragazza di fronte a lui.
“Si, MANIACO!! Ti pare carino
sbaciucchiarti Kikyo proprio davanti a me…e agli altri, naturalmente…?!” Lui
sbattè gli occhi, disorientato; raramente arrivava a capire i sentimenti degli
altri, ma quella volta gli fu tutto molto chiaro “AH! SEI GELOOOOSA ALLORA!!”
Esclamò indicandola con un dito artigliato.
Kagome arrossì fino alla cima
delle orecchie, e si scagliò contro di lui uscendo dal kekkai.
“COME POTREI MAI ESSERE GELOSA DI
UN ROZZO…SCORBUTICO COME TE?! SAI CHE TI DICO?! SE KIKYO E’COSI’IMPORTANTE PER
TE, PERCHE’NON VAI CON LEI NEL REGNO DEI MORTI??!!”
Quando Inuyasha l’afferrò per le
spalle, Miroku, Sango e Shippo, nascosti dietro ad un cespuglio, ebbero un
violento sussulto. Li avevano raggiunti per permettere alla vecchia Kaede di
spiegare tutto una volta sola, ma avevano preferito…’non interrompere’ la loro
discussione così animata. Ora si chiesero se per caso Inuyasha non volesse farle
del male.
Kagome avvertì le mani forti
dell’hanyou afferrarle le spalle selvaggiamente, e i suoi occhi si spalancarono
in stupore. Barcollò all’indietro, e mosse i piedi velocemente per non cadere,
ritrovandosi con le spalle contro il Goshinboku. Ora le mani di Inuyasha
stringevano più forte, da farle quasi male, ma si accorse che teneva gli artigli
lontani dalla sua pelle.
Vide la luce che gli brillava
negli occhi color grano, e le sembrò rabbia…o pazzia… (Kamisama cosa ho detto
mai? Inuyasha è infuriato con me…!) Mentre formulava questi pensieri avvertiva
il respiro rovente dell’hanyou sfiorarle il viso, e prima che potesse dire
qualsiasi cosa, si ritrovò le sue labbra pigiate prepotentemente contro le
proprie.
Sango strozzò un gemito di
sorpresa, e Miroku tappò gli occhi al piccolo youkai volpe “Lasciami Miroku,
voglio vedere anch’io!! Cosa sta facendo Inuyasha a Kagome?!” strepitò Shippo
contrariato.
“Sono cose da grandi” Sentenziò
il monaco con gli occhi fissi sul Goshinboku.
Il petto le si sollevò una volta,
dolorosamente a quel bacio così inaspettato e violento; poi Kagome non ebbe più
il coraggio di respirare, e gli occhi spalancati volevano chiudersi per godersi
quel momento magico.
Cos’era il sapore che sentiva
sulle sue labbra…miele? O qualche altro nettare meraviglioso? Quello che era
certo è che Inuyasha la stava baciando, e le sue labbra erano terribilmente
dolci. Non ricordava di aver provato una sensazione più calda e coinvolgente in
tutta la sua giovane vita.
(Oddio, e adesso che faccio?
Dovrei mandarlo a cuccia, ma non ne ho il coraggio…ma cosa sto dicendo?!
Kamisama…Inuyasha mi sta baciando, Inuyasha MI STA BACIANDO, INUYASHA MI STA
BACIANDOOOO!!!)
Il destino non le permise di
riflettere oltre, perché un rombo di tuono incredibilmente vicino le riempì i
sensi facendole dimenticare dove si trovava e cosa stava facendo. Un secondo più
tardi le sue spalle erano libere, e Inuyasha stava lottando.
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Capitolo 5 *** Il nascondiglio di Naraku ***
IL NASCONDIGLIO DI
NARAKU
Naraku si avvicinò alla miko
inginocchiata in un angolo e si accigliò. Ci stava mettendo troppo, decisamente
troppo, e lui aveva fretta.
Vide la Shikon no Tama brillarle
tra le mani nivee, e per un attimo fu pervaso dal desiderio di strappargliela ed
esprimere il desiderio che tanto bramava nella sua anima impura
(no, con calma, non vorrai
rovinare tutto proprio ora, vero?)
Divenire un demone completo era
la cosa a cui ambiva di più al mondo, ma se c’era la possibilità di togliere di
mezzo Inuyasha e i suoi stupidi amici sarebbe stato ancora meglio. La Shikon
sarebbe diventata ancora più malvagia, sino a raggiungere la saturazione
completa, e allora…
“Allora sì che diventare uno
youkai sarà divertente” Ghignò a bassa voce per non distrarre la sacerdotessa di
fronte a lui.
Grazie alle sortite di Kagura,
Naraku aveva appreso che si erano uniti nuovi elementi al gruppo dell’hanyou dai
capelli argentei, ma questo non lo preoccupava più di tanto. Avrebbe mandato
all’inferno anche loro.
Intanto, Kikyo salmodiava frasi
in antico Mandarino cinese…
Mancava poco ormai.
(KAKUSARETA YAMA, il monte
nascosto)
Sango fece appena in tempo a
gridare a Miroku di tenere giù le mani, che già il demone alato aveva preso il
sopravvento sputando fuoco ovunque.
Inuyasha vi si avventò contro
lasciando sola e tremante Kagome, appoggiata al Goshinboku come se si sentisse
protetta dall’albero stesso. Dopo un attimo di esitazione si riscosse, e si
scostò appena in tempo per evitare il soffio rovente della creatura.
“INUYASHA! SULLE
ALI!”
L’hanyou, che aveva sfoderato Tessaiga e brandiva colpi mortali al
veloce youkai, mosse le orecchie in direzione della donna che aveva baciato poco
prima di sua spontanea volontà, e per un attimo non capì cosa gli stesse
dicendo.
“COOOOSA?!”
“I FRAMMENTI
TESTONE!” Il suo viso si illuminò di comprensione, e con due colpi decisi tagliò
di netto le ali de mostro, che si dissolse con alte grida di agonia.
Miroku e Sango sbucarono da
dietro il cespuglio con passo lento e incerto “Tutto bene?” Domandò la
sterminatrice di spettri a Kagome.
“S-sì”
Inuyasha fissava
accigliato i resti dell’animale come se qualcosa gli sfuggisse, e sussultò
all’improvviso tocco di Miroku.
“Che vuoi bonzo?” Lo apostrofò
come al suo solito.
“Suvvia Inuyasha…hai appena
sconfitto questo demone alato con due soli colpi di Tessaiga, cosa è che ti
turba?” Lui si voltò, inviperito “Hai detto bene bonzo, DUE SOLI COLPI. Hai
idea di come sia possibile che un mostro inviato da Naraku possa essere così
vulnerabile?!” Il monaco non capì perché Inuyasha sospettasse proprio del
mezzodemone loro nemico, ma scorse le api velenose volare via poco lontano e
capì che aveva ragione. Aprì la bocca per rispondere ma non disse nulla. Non
aveva idea di che ribattere.
“Ehi, tutto bene qui?” La voce di
Ranma fece voltare Kagome, che stava raccogliendo i frammenti della Shikon. Con
lui c’erano anche Kaede e tutti gli altri.
Sango si avvicinò al gruppo
stringendo Kirara al petto, provocando la fuga di Ranma dietro le spalle della
sua fidanzata.
“Un demone ha attaccato
Kagome-chan, ma Inuyasha l’ha sconfitto con Tessaiga” Spiegò.
L’hanyou rimase ancora per un
attimo a fissare i resti della battaglia, la domanda ancora sospesa
nell’aria.
“Miroku?” “Sì
Inuyasha?” “Ora ti farò una domanda più semplice della precedente, e ti prego
di rispondermi sinceramente” “Dimmi pure” “Da quanto tempo sei qui a
spiarmi?” Il monaco tossicchiò nel pugno, e cercò di spiegare che aveva
sentito le grida del mostro ed era accorso.
“Mi sfotti bonzo pervertito?! Tu
mi hai spiato quando….” “Quando…?” Fece finta di non capire.
“Lo sai benissimo!” “Veramente
no” “MIROKU!!!!” Ghignò contrariato.
“Va bene, va bene, non ti
scaldare tanto. Tu vuoi sapere se ti ho visto mentre baciavi la divina Kagome,
non è vero?”.
“Già” Fece lui minaccioso.
Il monaco si grattò la testa con
aria innocente “Ebbene Inuyasha…credo di essermi perso quella scena!”
L’hanyou annuì “E allora COME FAI
A SAPERLO?!” Gridò mostrando gli artigli e cominciando a rincorrerlo.
Kagome mise i frammenti assieme
agli altri, e si lasciò sfuggire un’esclamazione di sorpresa. La Shikon no Tama
era quasi completa.
Finita la lotta tra Miroku e
Inuyasha (quest’ultimo era riuscito ad assestargli un paio di pugni sulla
testa), Kagome, Ranma, Akane e Ryoga, nonché l’hanyou e il monaco, sedettero
accanto al Goshinboku per ascoltare le parole della miko.
“Naraku è nascosto su un monte
molto a nord di qui. Avverto i pensieri malvagi che aleggiano attorno al suo
nascondiglio, ma non sono in grado di capire cosa stia tramando. La cosa
migliore è attendere che faccia lui la prossima mossa”
“La senilità di sta dando al
cervello, vecchia! Tu pensi davvero che io me ne stia qui con le mani in mano ad
aspettare che quel bastardo ci mandi qui un altro dei suoi mostri per ucciderci
tutti quanti?”
“Mi pare che avessi detto che
quest’ultimo demone ti sembrava alquanto innocuo, poco fa” Gli fece notare
Miroku.
L’hanyou fece un cenno col capo
“Sì, ed è questo che mi preoccupa maggiormente” “Che vuoi dire Inuyasha?”
Domandò Sango.
“Che i conti non mi
tornano…Naraku sta giocando con noi, non lo capite?” Fu Ranma a parlare, come
eco ai suoi pensieri “Vuoi dire che vuole distrarci per sferrare l’attacco
finale quando meno ce lo aspettiamo?”
“Esatto”
Tutti tacquero per un po’, e
Kaede ruppe il silenzio parlando con voce grave “Quello che dice Inuyasha è
vero. Tutti quei mostri che emettevano acido mortale, l’essere che creava figli
imperfetti, il drago che ha affrontato con Ranma, lo stesso demone che vi ha
distratti sottraendovi la Shikon…sembravano tutti forti e mastodontici
nell’aspetto esteriore, ma in fondo si rivelavano letali quanto un serpente
velenoso in pieno inverno”
“Pensate che Naraku ci stia
distraendo da quel che sta tramando su quella montagna?” Domandò Kagome
rivolgendosi a nessuno in particolare.
“Già divina Kagome, credo che
Inuyasha stavolta abbia attivato la parte fertile del suo cervello facendola
lavorare alacremente” Sentenziò Miroku meritandosi un’occhiataccia dall’hanyou
in questione.
Kagome tirò fuori la Shikon e la
mostrò “Allora come lo spiegate questo?”
Kaede mandò un verso strozzato,
ed esaminò la perlina violacea che teneva in mano Kagome “Oh Kamisama…oh
dei….” “La smetti di imprecare e illumini anche noi vecchia?” Sbottò
Inuyasha.
“Sì Kaede-baba, che accade?”
Chiese il piccolo Shippo che era rimasto alquanto silenzioso per tutto il
tempo.
La miko si costrinse a deglutire
pesantemente prima di parlare “Questa…questa non è la Shikon no Tama”
Naraku giocherellava con un’anima
rubata all’ennesima ragazza morta, facendola scivolare tra le mani come
un’innocua pallina luminosa.
La miko inginocchiata di fronte a
lui sudava copiosamente, e la pelle aveva assunto un colore grigiastro alquanto
malsano, anche per una zombie.
“Dannazione Naraku, non capisci
che così mi rallenti?” Sibilò con aria velenosa.
Lui lasciò librare in aria la
preziosa reliquia per poi afferrarla con delicatezza “Davvero? Tu credi che io
possa rallentare un lavoro così maledettamente flemmatico già di per sé?”
Domandò con insolita ironia.
“Non sei divertente! Lo vuoi
aprire o no questo scrigno?!”
Lui sorrise in maniera grave, e
lasciò che l’anima volasse verso il corpo consunto di Kikyo. Immediatamente lei
sentì la luce entrare in lei come un torrente in piena, dilatandole i pori della
pelle e lasciando fluire un ennesimo soffio di vita.
Con la luce spenta di nuovo negli
occhi, la sacerdotessa che una volta aveva custodito la Shikon no Tama,
ricominciò ad inquinarla con oscuri sortilegi di morte.
“Kakusareta Yama?!” Esclamò
Akane.
“Sì, un monte nascosto dal kekkai
malvagio creato da mia sorella Kikyo per servire quel maledetto hanyou” Spiegò
Kaede con aria grave “Ora lei sta tramando qualcosa lassù, sullo Yama, ma io non
so dirvi cosa sia, perché i pensieri malvagi dei non-morti o dei mezzidemoni,
quando sono così lontani, non sono percepibili”
Ranma fissava accigliato davanti
a sé, e Ryoga lo osservò cercando di capire cosa gli passasse per la zucca.
Quando guardò davanti a sé capì.
“Dimmi un po’ vecchia Kaede –
fece il ragazzo col codino – com’è che questo Kakusareta Yama noi non lo
vediamo?” “Già – ribattè Ryoga convinto – dov’è questo fantomatico monte
nascosto?!” “Zucconi! – fece Inuyasha – se è nascosto vuol dire che c’è
un’aura malvagia che impedisce a voi comuni mortali di vederlo, no?! Ma
ascoltate quando la gente parla?!” Ryoga si voltò inviperito “Perché
elfo-cane, tu lo vedi?!” “NON SONO UN ELFO!!” “Ma lo vedi o no?!” gridò
Ranma.
“IO lo vedo” Sentenziò Akane
facendoli sussultare.
Kaede si accigliò, riflettendo,
com’era possibile che quella ragazza vedesse quello che solo lei ed
eventualmente Kagome potevano scorgere? Che fosse la reincarnazione di una miko
anche lei? “Cosa dici ragazzina? Tu VEDI davvero quel monte?” “Sì,
perché?” Fece lei con un’alzatina di spalle.
“Solo le miko possono vedere al
di là di una barriera demoniaca” Rispose Kaede in tono grave.
“Tsè! Akane non lo è di certo!
Goffa e imbranata com’è non….” Il gomito della fidanzata mandò Ranma a terra
senza tanti complimenti.
“Comunque è meglio che ci
affrettiamo ora, Kagome e Akane ci faranno da guida” Sentenziò Inuyasha. “E
voi venerabile Kaede? Non venite con noi?” Domandò Miroku guardandola attento.
La vecchia miko scosse la testa “Devo occuparmi del villaggio e del pozzo. Ma
voi affrettatevi; la scalata è lunga, e Naraku, per quel che ne so, potrebbe
aver già completato la vera Shikon no Tama” Inuyasha annusò l’aria e si
accigliò “Che aura malvagia…ehi vecchia Kaede, cosa ne dobbiamo fare di questa
finta Shikon? Pare che Naraku l’abbia messa addosso a tutti i suoi
mostri” Kaede assunse un’espressione seria “Kagome non cercare di unire quei
frammenti anche se ne trovi degli altri. Non lo fare per alcun motivo. Non so il
perché ma ho la certezza che quella sfera sia malvagia” La ragazza annuì,
stringendo la perlina quasi completa che aveva al collo.
“Ora andate e….buona
fortuna”
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(QUASI IN CIMA…)
La scalata si rivelò tranquilla
fino a che non incrociarono Kagura. La yasha figlia di Naraku li aveva fatti
dannare non poco con la sua danza delle lame del vento, e li aveva fatti
inorridire alla vista dei cadaveri che ballavano una macabra danza di morte.
Inuyasha li aveva distrutti a suon di artigli senza tanti complimenti, e Kagura
si era ritirata, infine, senza provocare gravi danni; non più di qualche livido
o graffio almeno. Questo insospettì parecchio un po’ tutti quanti; perché mai
Naraku avrebbe dovuto rallentarli e non fermarli definitivamente? E perché non
mandare un altro dei suoi mostri invece della sua amata figlia?
“Quel
bastardo trama qualcosa, ora ne sono certo” Sbottò Inuyasha. Ranma annuì, e
scoccò un’occhiata preoccupata ad Akane. Le aveva permesso di essere la sua
compagna in quella avventura, ma ora temeva che il pericolo a cui l’aveva
esposta fosse più grande di lui stesso. Aveva avuto a che fare con fantasmi e
sortilegi, con umani dotati di poteri soprannaturali, ma mai con dei veri
demoni.
“Bè? Che hai da guardarmi così?
Non dirmi che sei preoccupato per me!” Esclamò Akane stizzita.
Lui le voltò le spalle “Non mi
preoccupo di un maschiaccio come te!” “MASCHIACCIO A CHI?!” Kagome sospirò
“Su, non litigate…risparmiate le energie, ormai manca poco, e non oso pensare a
cosa ci aspetta sul Kakusareta Yama” I due litiganti smisero all’istante,
ancora rossi in volto, e scorsero Miroku che scrutava il cielo.
“Houshi-sama?” Chiamò Sango.
“Tra poco sarà buio…già vedo la
pallida forma dell’ultimo quarto della luna.” Inuyasha incontrò il suo sguardo
ed ebbe un sussulto (Cazzo me n’ero dimenticato…domani…lo Shingetsu…)
“Bene, vogliamo accamparci per la
notte?” Propose Ryoga.
Kagome, che aveva seguito gli
sguardi tra il monaco e l’hanyou alzò le spalle “Direi che Ryoga ha ragione
Inuyasha…domani saremo solo un po’ più vicini” Lo rassicurò.
“Ma si…ci vorranno altri due o
tre giorni per arrivare in cima” Sentenziò Sango tra gli sguardi smarriti di
Ranma e il suo gruppo.
“Ehi guarda! Kagome le
termeeeee!!!” Gridò allegro il piccolo kitsune correndo verso le sorgenti di
acqua calda. In effetti, anche se la temperatura era calata di parecchio durante
la salita, dietro alla fitta vegetazione c’era un laghetto vulcanico assai
invitante.
Miroku esortò le ragazze a
ristorarsi mentre gli uomini preparavano l’accampamento, e l’acchiappa-spettri
lo minacciò di morte se si fosse avvicinato troppo. Akane sorrise
affettatamente, ricordando l’insinuazione di Ranma; quel monaco somigliava
davvero al vecchio Happosai. Shippo si unì a loro, e il monaco decantò il
proprio disappunto da dietro un cespuglio.
“Shippo è un bambino Miroku-sama,
e voi vedete di allontanarvi per favore!” Gli gridò Kagome imbufalita.
“Tranquille ragazze, so io come
tenerlo a bada” Sentenziò la voce esperta di Ranma. Akane raccontò brevemente
del vecchio maestro e del suo…vizio, e Sango e Kagome si sentirono più
tranquille.
“Mio caro Ranma…non vuoi dare
neanche un’occhiata alla tua fidanzata?” Domandò Miroku innocentemente.
“Ma stai scherzando?! Chi mai
vorrebbe spiare un maschiaccio senza un briciolo di sex-appeal
comghkkkddgghhh!!!!” La pietra che gli spappolò quasi il naso era di discrete
dimensioni, e il monaco si stupì davanti a tanta forza “Santi Numi, non credevo
che nelle braccia flessuose di Akane si celasse tanta forza!” Esclamò.
“E non hai ancora visto niente…”
Commentò Ranma a bassa voce
costringendolo ad allontanarsi.
Kagome, Sango e Akane, ora
potevano fare il loro bagno in santa pace.
(ARRIVA SHAMPOO)
In effetti la pace durò poco. Le
ragazze chiacchieravano spensierate, quando un brusco movimento fece voltare
Akane, che scattò all’indietro afferrando un noto bombori.
“Ma…questo…” “AYAAAAA! Akane
dove hai nascosto il mio Lanma?!” La ragazza dai capelli viola si tuffò vestita
nel laghetto, davanti agli occhi sgranati di Kagome e dell’acchiappa-spettri. Il
corto vestito azzurrino le si appiccicò addosso per via dell’acqua, ma lei non
ci fece caso, e incrociò i bombori in aria con fare minaccioso.
“Tu la conosci…?” Domandò Sango
mentre Akane tentava di tenerla lontana.
“Purtroppo sì” “Dove hai
nascosto marito di Shampoo?!” Strepitò l’amazzone dai capelli viola. Un
movimento nei cespugli le fece voltare tutte insieme, e Ranma sbucò dalla
vegetazione pronto ad attaccare “Chi è là!” Fece in tempo a gridare prima che
Shampoo gli si stampasse addosso con un salto.
“Sha…Sha…SHAMPOO?!” Si
affacciarono anche Miroku, Ryoga e Inuyasha, attratti dai rumori, temendo che le
ragazze fossero in pericolo, provocandone le grida d’imbarazzo.
Inuyasha, con gli occhi fuori
dalle orbite, fissava il corpo sinuoso e poco coperto di Shampoo schiacciarsi
contro un riluttante Ranma, e non seppe se ridere o invidiarlo “E lei chi
sarebbe?”
“Se sapessi…!” Esclamò Ranma
cercando di respirare.
Mentre loro erano occupati a
capire chi fosse quella strana ragazza, una papera starnazzò volando sopra al
laghetto dove Kagome e le altre erano ancora immerse.
“Un papero con gli occhiali?”
Fece Sango stupita.
Il volatile si tuffò a capofitto
nel laghetto, e Mousse ne riuscì completamente nudo, provocando solo altre
grida.
“SHAMPOOOOOOO!!!” Gridò il
ragazzo dai lunghi capelli corvini correndo a perdifiato sotto gli occhi stupiti
di tutti quanti. Shampoo gli rifilò un calcione rimandandolo a mollo, e
cominciarono a volare sassi e pietre nella confusione generale.
Il fuoco crepitava alto, e tutti
vi sedevano intorno mangiando silenziosamente riso e pesce in scatola dell’era
di Kagome.
Ryoga, Inuyasha, Miroku, Ranma e
Mousse da un lato, coperti di lividi e bernoccoli, Akane, Kagome, Sango e
Shampoo dall’altro, accigliate e infuriate per diversi motivi.
“A che dobbiamo questa visita
inattesa, Shampoo?” Domandò Akane con calma ostentata.
“Bisnonna ha visto Lanma saltare
nel pozzo con ragazza Kagome, e detto a Shampoo ‘perché non segui futuro
marito?’ Così io giunta in era Sengoku con lo stupido Mousse al seguito” “Mai
che si faccia gli affari suoi quella vecchiaccia” Commentò Ranma con
disappunto.
“Come ha fatto Obaba a capire che
c’era un passaggio temporale?” Domandò Akane curiosa.
“Già…solo io e la mia famiglia ne
siamo a conoscenza” Disse Kagome.
Shampoo fece un sorriso
orgoglioso “Bisnonna è molto anziana e saggia. Lei sa più cose di chiunque altro
sulla Terra!” “Ora non esageriamo” Commentò Ryoga.
“Comunque a parte tutto voglio
mettere in chiaro che se sono sbucato dai cespugli non era per spiare te o le
altre, Akane, ma perché avevo sentito delle grida e dei rumori, e pensavo foste
in pericolo” Sentenziò Ranma portandosi un po’ di riso alla bocca tumefatta.
“Ma certo…perché sennò spiare un
maschiaccio privo di sex-appeal come me?” Rispose lei indignata.
“TI HO DETTO CHE NON STAVO
SPIANDO!!” “Lo stesso vale per me!” Dichiarò Inuyasha.
“E per me…” Aggiunse Ryoga.
“Di te mi fido Ryoga” Sorrise
Akane provocando le ire di Ranma.
“Io ho solo seguito Shampoo”
Disse Mousse.
Sango scrutò Miroku, cercando le
scuse nel suo sguardo “E voi houshi-sama? Non avete niente da dire?” Il
monaco non si scompose “Sono venuto in vostro soccorso ovviamente, mie care
fanciulle, e non ho certo disdegnato di dare anche un’occhiata” “E lo dite
con tanto candore?!” Esclamò Sango.
“Sei per caso amico del vecchio
maniaco Happosai?” Chiese Shampoo per l’ennesima volta.
“Mi spiegate chi è costui?! Pare
che io gli somigli molto” “E’un vecchio pervertito, maestro del qui presente
Ranma Saotome” Spiegò Ryoga con un certo disprezzo.
“Mhhh….capisco…e cosa ti insegna
il tuo maestro?” Domandò il monaco.
“Non quello che pensi tu” Lo
rimbeccò Ranma.
“Almeno dicci chi è la graziosa
fanciulla che ti sta attaccata al braccio” In effetti Shampoo si strofinava sul
braccio di un paonazzo Ranma, e Kagome e Sango poterono notare l’aura blu di
battaglia aleggiare minacciosa intorno ad Akane; ma invece di colpire Shampoo,
la ragazza lanciò la ciotola sulla testa del proprio fidanzato “Scusate!”
esclamò alzandosi ed allontanandosi velocemente.
“A…Akane aspetta!” Le gridò Ranma
cercando di sottrarsi alla morsa della cinesina.
Miroku ne approfittò, e le prese
le mani nelle proprie guardandola languidamente “Lasciate stare Ranma, mia dolce
creatura, e fate un figlio con me”. Sango gli sbattè l’ Hiraikotsu sulla testa,
e Mousse gli saltò sulla testa “Ma è un vizio il vostro?!” Esclamò il monaco
guardando stortamente il ragazzo sopra di lui.
“E’che sei un pervertito”
Commentò calmo Inuyasha. La sua espressione mutò improvvisamente: qualcuno gli
stava toccando di nuovo le orecchie. Era Shampoo.
“Orecchie da cane…sei un demone?”
Domandò.
Lui grugnì di disappunto “Sai una
cosa ragazzina? Sei quella che ci è andata più vicino!” disse con voce
malferma.
Quella notte, fu dedicata al
riposo e alle spiegazioni.
(CONFIDENZE)
Inuyasha non era uno a cui
piaceva parlare, ma Ranma DOVEVA sapere, così scivolò fuori dal futon e cercò
l’hanyou.
Il mezzo demone se ne stava
placidamente appollaiato sul ramo più alto di un albero, e nonostante i suoi
occhi fossero chiusi Ranma vide il suo naso contrarsi un poco e le sue strane
orecchie canine vibrare piano.
“Chi sei? Fatti vedere” La sua
voce lo fece sobbalzare.
“Tranquillo amico, sono solo io”
Disse Ranma avvicinandosi.
“Non sono tuo amico! E comunque
sono tranquillissimo…sapevo che era un odore umano….” L’hanyou lo vide saltare
su un ramo accanto a lui, e fece un mezzo sorriso “Ma tu per essere un umano sei
piuttosto abile…” Commentò.
Ranma si sistemò meglio sul suo
ramo “Io mi sono allenato per anni, duramente, invece tu hai qualcosa di
innato…è perché sei per metà un demone?” Vide una scintilla nei suoi occhi, e
si domandò se per caso quell’affermazione non l’avesse irritato.
“Mio padre era un demone
fortissimo, sai? Un demone superiore. Per mia sfortuna si innamorò di un’ umana.
E’ per questo che sono un demone solo per metà.”
Si accorse della sua amarezza, di
come gli pesasse il fatto di non sentirsi…completo. Anche lui aveva un problema
simile in fondo….
“Scusa se te l’ho chiesto, ma
l’altro giorno…quando quel demone ci ha attaccati davanti alla scuola…mi sono
sentito seguito, e se qualcuno mi arriva alle spalle senza che io me ne accorga
vuol dire che è più bravo di me. E se è più bravo di me….”
“…tu lo sfidi, ho indovinato?”
Concluse Inuyasha per lui.
“Esatto. In un certo senso,
sapere che abbiamo due nature diverse mi ha convinto a lasciar perdere, ma solo
fino a un certo punto” “Tse! Vuoi sfidarmi…?!” Chiese incredulo.
Lui alzò le spalle “Magari dopo
che abbiamo risolto questa questione surreale. Ora non sarei concentrato”
“Quando vuoi…ma
attento….” “Ok” Ranma guardò le stelle, e gli nacque una domanda “Vuoi
bene…a tua madre?” Per un umano era naturale amare la propria madre, ma era
curioso di sapere se anche un hanyou potesse voler bene….
“Mia madre è morta” Disse
bruscamente interrompendo i suoi pensieri.
Sbattè gli occhi come per una
luce improvvisa “Oh…mi spiace…” “Tse! A me no!” Ranma ammutolì per un
istante. Kagome aveva detto che era buono, ma finora lui aveva appurato solo che
non era pericoloso; ovvio, un mezzo demone non ama nessuno, un mezzo demone….non
ama nemmeno la propria madre. Cominciò ad essere diffidente nei suoi confronti;
fidarsi è bene, ma non fidarsi…..
Pensò per un attimo a Nodoka, con
la sua katana. Ranma aveva avuto paura di lei, oh si….ma l’amore tra madre e
figlio aveva risolto tutto. Bha! Discorso inutile da fare ad uno col cuore duro
come lui. Aveva addirittura pensato che lui e quella ragazza potessero volersi
bene….ma ora non ne era più convinto. Scivolò giù dall’albero, biascicando un
‘buonanotte’ poco convinto. Si può augurare la buonanotte ad un mezzo demone?
Akane era di un avviso diverso.
Il suo istinto femminile le diceva che c’era qualcosa di molto profondo
nell’hanyou, qualcosa di decisamente umano.
Lo disse a Kagome, e le chiese se
per caso non ci fosse qualcosa tra loro.
Lei arrossì “Non lo so
Akane…talvolta credo che lui sia ancora innamorato di Kikyo…” “La
sacerdotessa ingannata da Narku?” Kagome annuì. Akane la sentì stranamente
vicina, come se avessero un problema in comune. “Fu usando il loro amore che
ingannò sia lei che Inuyasha” “Oh…” Fece lei incapace di commentare tanta
crudeltà. Naraku doveva essere davvero molto pericoloso.
Sango interruppe i suoi pensieri
“Senti Akane…chi è quella Shampoo? Pare che avanzi dei diritti sul tuo
fidanzato” Lei sospirò affranta, e spiegò la storia delle leggi del villaggio
di origine di Shampoo, e di come lei volesse sposarlo a tutti i costi dopo
essere stata battuta da Ranma ragazzo.
“Ma è assurdo!” Esclamò
Kagome.
“Già…lo sposa solo per uno
sciocco combattimento?” domandò Sango. “All’inizio credevo anch’io che fosse
così…ma poi credo che Shampoo si sia innamorata davvero di Ranma” “E che mi
dici di quel ragazzo che la segue? E’molto carino” Chiese Kagome.
“Lui è Mousse, e proviene dallo
stesso villaggio di amazzoni. La ama disperatamente poveretto. Ma lei non lo
ricambia perché corre dietro a Ranma. E’un triangolo assurdo…” Spiegò Akane.
In quel momento passò Ranma-chan
di corsa, con una gattina rosa sulla testa “SHAMPOOOO VATTTENEEEEEE!!!”
Akane indicò laconicamente la
scena, mentre dietro di lei appariva Mousse con un secchio vuoto “Shampoo vieni
QUIIII!!! Lascia stare SAOTOMEEEE!!!”
“Hanno attaccato di nuovo briga”
Commentò Akane vedendo il ragazzo mezzo cieco. “Quello che non capisco è perché
debba prendersela con Ranma. In fondo è lei a stargli sempre appiccicata” “Ma
mi pareva che anche tu te la prendessi con lui prima” Le fece notare Sango.
Akane arrossì (Kamisama, adesso lo difendo pure?!) pensò.
Kagome la guardò con aria
sognante “Per me lo devi amare molto, vero?”
“MA CHE DICI?! QUELLO SCORBUTICO
CHE MI INSULTA SEMPRE IO NON LO AMEREI MAI! SONO STATI I NOSTRI GENITORI AD
IMPORCI IL FIDANZAMENTO!!!”
“Mi pare che te la prendi un po’
troppo per una che sta dicendo la verità” Notò Kagome.
Akane si voltò fumante di rabbia
e vergogna, borbottando che era meglio riposare. Le due amiche sospirarono
stancamente, e decisero che aveva ragione. Naraku era vicino, e gli ostacoli non
erano finiti.
E Kanna era già in cammino.
Scalarono la montagna per un bel
pezzo prima di incontrare la yasha del nulla mandata da Naraku.
Inuyasha si fermò di colpo,
facendo rovinare tutti l’uno sulla schiena dell’altro “Ma che siete
rimbambiti?!” “Sei tu che ti sei fermato di colpo!” Rimbeccò Ranma.
“E voi che cosa siete,
pecore?!” “Andiamo Inuyasha…cosa hai sentito così all’improvviso?” Chiese
Kagome conciliante.
“Avverto l’odore di Naraku”
Dichiarò serio.
“Già da qui giù?” Fece stupita
Sango preparandosi ad impugnare l’ Hiraikotsu.
“C’è
dell’altro….” “AAAHHHHHHHH!!!!” “…ecco cos’altro!” Il mostro aveva
afferrato Akane sollevandola per parecchi metri, e Ranma e Ryoga si lanciarono
contemporaneamente per liberarla. Il salto, preciso ed opposto, li fece
scontrare a mezz’aria con un colpo violento e stramazzare al suolo.
“Che dementi…” Sospirò Inuyasha
tagliando di netto il braccio squamoso della creatura. Akane saltò giù
cominciandolo a tempestare di pugni, e quando vide che il demone non reagiva
smise. In effetti sembrava che all’improvviso fosse rimasto senza vita, e anche
la luce malvagia che aveva negli occhi giallognoli scomparve.
“Ma che diavolo ha questo
mostro?” “Per quel che ne so io ha un altro pezzo della falsa Shikon”
Dichiarò Kagome raccogliendolo ai piedi della creatura e guardandolo con
attenzione.
Ranma e Ryoga intanto avevano
ripreso i sensi e stavano litigando ferocemente.
All’improvviso, il ragazzo con la
bandana cadde a terra privo di sensi, e dietro di lui Kanna teneva in mano il
suo specchio.
“DANNATA SEI STATA TU?!” Strepitò
l’hanyou correndole incontro per attaccarla. Ranma si accosciò accanto a Ryoga
dandogli dei colpetti sulla faccia, cercando di capire cosa gli avesse fatto
quella strana ragazzina.
Miroku fermò Inuyasha con un
braccio “Sei impazzito? Vuoi forse che prenda anche la tua anima?!”
“COOOSA?!” Gridò il ragazzo col
codino afferrando Ryoga e allontanandosi con lui per metterlo al sicuro.
“Veramente – disse con voce
piatta la yasha del nulla – a me interessa lei” E indicò Akane, in piedi accanto
a Ranma e Kagome.
“Tu non le torcerai un capello!”
Grugnì Ranma contrariato.
“Lasciala a me Ranma! E’solo una
ragazzina, e con lei posso cavarmela!” Gridò lei da tergo.
“Allora non hai capito niente,
stupida!” “Chi è la stupida?!” “Quello specchio risucchia l’anima, l’ha
già fatto con Ryoga!” “Cosa…?!” Fece lei smarrita.
Kagome si era fatta avanti. Già
una volta aveva avuto a che fare con Kanna, e stavolta sarebbe uscita
vincitrice. Ma Sango fu più lesta, e lanciò l’ Hiraikotsu contro lo specchio,
che lo assorbì completamente, lasciando la cacciatrice di spettri con le mani
vuote e lo sguardo attonito. Miroku cercò di aprire il foro del vento, ma i
Saimyosho di Naraku erano tutti intorno a Kanna.
Kagome chiuse gli occhi, prese un
sospiro e si lanciò a corpo morto verso la yasha, una freccia stretta nel
pugno.
“Kagome che fai?! La freccia
verrà risucchiata come il mio boomerang!” “E’quello che voglio!!” Gridò
lasciandola sparire nello specchio, sperando di purificarne l’aura malvagia.
La yasha sorrise un poco, e dallo
specchio partì un raggio di luce azzurrina in direzione di Akane “Hai commesso
un grosso errore Kagome” la udirono dire mentre il raggio colpiva Ranma al petto
come una cosa viva, appena sopra al cuore.
“RANMAAAA!!!!” “AYAAA
LANMA!!!!!”
Akane e Shampoo furono subito
accanto a lui.
Inuyasha sfoderò Tessaiga,
allontanando un’attonita Kagome “Adesso mi hai rotto ragazzina!”
Ma prima che potesse attaccare si
accese una stella prematura, e i capelli di Inuyasha cominciarono ad
annerirsi.
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Capitolo 6 *** Il Vaso maledetto ***
IL VASO MALEDETTO
Quando Kaede si
voltò e vide Inuyasha, si domandò cosa mai stesse portando tra le braccia. Le
pareva un fascio d’erbe rossicce, solo che gli ricadeva sulle spalle e dietro la
schiena.
Poi notò i capelli
scuri dell’hanyou e il suo aspetto umano e capì.
Quella che aveva tra
le braccia era Kagome, e sulle sue spalle Ranma e il suo amico Ryoga giacevano
privi di sensi, e almeno uno di loro era gravemente ferito.
“Oh Kami…!” Esclamò
precipitandosi verso il gruppo e lasciando cadere la ciotola di brodo bollente
che aveva tra le mani.
(TOKYO, ORE 3:00 AM
)
Dei tonfi. Dei tonfi
forti. L’uomo afferrò gli occhiali sul comodino e guardò l’orologio. Segnava le
tre del mattino.
“Chi diavolo può
essere a quest’ora del mattino?” Pensando ad un’emergenza il dottore si alzò
gettandosi una vestaglia sulle spalle e corse ad aprire.
Quando spalancò la
porta si gelò.
Akane era in piedi
sulla soglia, piena di graffi e lacerazioni, i vestiti strappati e insanguinati,
il volto scuro di fango e terra solcato di lacrime.
“Piccola Akane!”
Esclamò Tofu con una nota vibrante di preoccupazione nella voce.
Il viso di Akane si
accartocciò “Do-dott-dottoreee! Ran-Ranma….Ryogaaaa…la preeeegooo!!!” Si
accorse che lo stava tirando con urgenza per una manica, scioccata, incapace di
spiegare, e capì che non c’era tempo di cambiarsi.
“Prendo la mia
valigetta e sono da te” Disse affrettandosi verso l’interno.
(SENGOKU, ORE 3:30
AM)
“Cosa è successo
laggiù, Inuyasha?” Domandò Kaede bendando attentamente il braccio di
Kagome.
L’hanyou, ora umano,
abbassò il capo gravemente, scosso nel profondo. Era impossibile credere che
fino a poche ore prima stavano scherzando con Miroku, cercando di tenerlo
lontano dalla nuova amica di Ranma giunta dal futuro. Scoccò un’occhiata
preoccupata a Kagome, sapendo che era quella che forse ci aveva rimesso di meno,
e guardò Ranma, che valorosamente aveva difeso la propria fidanzata dall’attacco
di Kanna. Guardò Ryoga, privato di quasi tutto il suo ki, scrutò Miroku, la mano
maledetta gonfia del veleno dei Saimyosho di Naraku, Sango, ferita ad una coscia
da una delle lame di Kagura, il nuovo ragazzo, Mousse, con una ferita profonda
ma guaribile sulla tempia, Shampoo, la ragazza che amava, appena conosciuta e
forse già in fin di vita. Poi si tolse di tasca una perlina viola, e la
distrusse tra le mani, umane ma forti di odio e rancore.
“Inuyasha? Quella
era….” Lui annuì, e vide chiaramente il sangue defluire dal volto rugoso
della miko.
“La aku no shinju”
Terminò per lei “Cosa abbiamo liberato con questa perla maledetta, vecchia?
Dimmelo”
Kaede sospirò
profondamente, e guardò Inuyasha con la morte negli occhi “Avete aperto il vaso
di Pandora”
( SENGOKU, IL
POMERIGGIO )
“Che…che diavolo gli
sta succedendo?!” Esclamò Ranma indicando i capelli corvini di
Inuyasha.
“OOOHHH MERDA!!!”
Imprecò l’hanyou mentre sparivano anche gli artigli e le orecchie
canine.
Con un gesto
fulmineo e ben mirato, Kanna rivolse lo specchio verso Akane, come mirando, e un
fascio di luce azzurrina ne scaturì assottigliandosi man mano che prendeva
velocità
“AKANE ATTENTAAA!!!”
Gridò Sango buttandosi in avanti. Ma Ranma fu più veloce, e si parò davanti a
lei facendole da scudo col proprio corpo. Il raggio lo colpì all’altezza del
cuore, e gli occhi del ragazzo si spalancarono per la sorpresa e il
dolore.
“RANMA?!” “AYAAA
LANMA?!” Gridarono all’unisono Akane e Shampoo. L’amazzone scattò in avanti
verso Kanna, ma una figura alta e femminile si delineò davanti al suo
bersaglio.
“E tu chi saresti?!”
Sibilò assumendo una posizione di attacco.
“Mi chiamo Kagura –
disse la donna con voce ferma – e sono la yasha del vento. Nessuno si avvicinerà
prima che il mio padrone abbia completato la sua opera. ORA MUORIIII!!!” Gridò
aprendo il suo micidiale ventaglio. Completamente spiazzata, Shampoo avvertì
solo vagamente le grida di avvertimento di Miroku e Inuyasha, e vide con la coda
dell’occhio l’ennesima freccia di Kagome dirigersi verso Kagura e venire
respinta da migliaia di legnetti…
“Fuujin no maiIIII!!!!!!” Urlò la yasha
scagliandosi su Shampoo. L’amazzone, colta di sorpresa da quell’attacco
insolito, fu trafitta in decine di punti, e si accasciò al suolo priva di
sensi.
“MALEDEEEETTAAAA!!!”
Gridò Mousse avventandosi su di lei. Kagura rise “Cosa credi di fare. Stupido
umano?!” Poi fece un gesto ampio col proprio ventaglio e gridò “ Ryuuja no
mai!!”
A centinaia, le lame
prodotte dal vento si diressero verso Mousse, ma fortunatamente per lui, la
prima lo colpì subito alla testa, facendolo stramazzare al suolo privo di sensi
ed evitandogli altri colpi.
“MIROKU NOOOOO!!!”
Gridò Inuyasha. Ma era troppo tardi. Il monaco aveva già aperto il foro del
vento, e stava risucchiando decine di api velenose. Sango formò una ‘O’ perfetta
con le labbra senza riuscire ad emettere alcun suono, e quando si preparò a
lanciare il suo Hiraikotsu, qualcosa di tagliente le colpì la coscia in
profondità, facendola barcollare. La yasha del vento rise freddamente, e la
fissò con occhi gelidi di trionfo “Ma…maledetta!” Le sibilò la cacciatrice di
spettri cominciando ad accasciarsi a terra.
Poi si udì un
fischio lontano, e Kanna e sua sorella alzarono gli occhi al cielo.
Inuyasha non
dimenticò mai ciò che vide.
Il primo mostro
incontrato sulla montagna, quello che aveva afferrato Akane, sparì
liquefacendosi in pochi istanti. Era in un angolo, dimenticato da tutti, ma non
appena la luce apparve in cielo si dissolse nel nulla, lasciando cadere alcuni
frammenti violacei.
Immediatamente, la
falsa Shikon no Tama al collo di Kagome si separò dalla catenina come se fosse
fatta di aria, e si andò a congiungere con gli altri frammenti, completandosi.
Un uccello gridò forte, e l’immagine di Naraku apparve sopra di loro, sospesa
dal miasma dell’hanyou stesso, afferrò la perlina viola e rise trionfante.
“Dei malvagi, venite
a me! Accettate colui che vi ha liberati come vostro padrone!!” Esclamò a
braccia spalancate.
Nel frattempo,
Akane, tendendo fra le braccia il suo fidanzato svenuto, si nascose
istintivamente dietro il kariginu di Inuyasha. Erano gli unici, lei e l’hanyou
ora umano, a non avere perso i sensi. Fissavano la scena ad occhi spalancati,
tremanti, avvertendo la malvagità aleggiare intorno a loro come una cosa
viva.
“Che sta…facendo
quel mostro, Inuyasha?” Domandò tremante la ragazza dietro di lui.
“Non lo so” –
rispose a bassa voce – Ma credo che non sia nulla di buono”
La notte fu
rischiarata da un lampo improvviso, e Naraku fu investito da un vento feroce che
gli fece roteare la chioma come un nugolo di serpenti impazziti. Kanna e Kagura
gridarono, avvertendo il pericolo, ma nulla poterono fare contro l’orda di
demoni che si avventò su di lui. Quando la yasha del nulla provò a risucchiarli
nello specchio, questo si ruppe in mille pezzi, distruggendo per sempre la sua
arma; la sorella non provò neppure a sfoderare il proprio ventaglio, ma si
limitò a portarsi in salvo trascinandola con sé.
Mille voci fuse in
un unico suono, orrendo e asessuato, ulularono nell’apocalisse che li
circondava, e Akane si strinse Ranma al petto come se l’uragano in corso potesse
strapparglielo via. Inuyasha, ormai umano, non potè fare altro che accucciarsi
accanto a lei, osservando la scena con gli occhi spalancati.
“COSA PENSI DI FARE,
TU, MISERO MEZZODEMONE SENZA TEMPO? NOI/IO (le due parole si fusero come dette
in coro) VISSUTI/O PER MILLENNI, SIAMO/SONO QUELLO CHE PUO’DISTRUGGERE LA TERRA
SENZA PRENDERE ORDINI DA NESSUNO!!!”
La massa, informe e
oscura, risucchiò violentemente l’acerrimo nemico di Inuyasha, facendolo sparire
alla sua vista in poco tempo. Akane sussultò violentemente, e si portò le mani
alla testa; l’hanyou notò con orrore che i suoi occhi si erano fatti scuri,
privi di luce, e la ragazza parlò con una voce polverosa, non sua.
“Cosa pensi di fare
maledetto ammasso di male?! Finchè su questa terra ci sarò io tu non farai un
bel niente!!"
La massa di demoni
si volse come un unico corpo, scrutando l’umana che aveva parlato con migliaia
di occhi.
“MA GUARDA UN PO’CHI
ABBIAMO QUA! LA DONNA CHE HA CREATO LA SFERA DEI QUATTRO SPIRITI PER SALVARSI LA
PELLE! CREDI CHE NOI/IO CHE SIAMO/SONO APPENA USCITI/O DA UNA SFERA PER CREARE
SCOMPIGLIO ABBIAMO/HO INTENZIONE DI FARCI/MI RINCHIUDERE DI NUOVO DA
TE?!”
Inuyasha fissò
alternativamente Akane e la massa demoniaca, cercando di capire “Tu…la Sfera dei
Quattro Spiriti?! TU SEI MIDORIKO??!!” La ragazza sorrise, un sorriso non
suo, e mormorò “Hai indovinato Inuyasha, io sono colei che sconfiggerà il male a
costo della vita. In quanto a te maledetto, non ho intenzione di rinchiuderti
nella Shikon, no. Io ho intenzione…DI ELIMINARTI!!” Così dicendo, aprì una mano
e scagliò una potente onda di energia che disintegrò una cospicua parte della
massa demoniaca.
Il povero Inuyasha
apriva e chiudeva la bocca come un pesce fuor d’acqua. Troppe cose insieme lo
avevano decisamente sconvolto.
“MA BRAVA” – ghignò
l’essere informe – PENSI DI ELIMINARCI/MI COSI’?!” In pochi istanti la massa si
riformò, scura e imponente.
“Dannazione…” Sibilò
Akane/Midoriko. In quella, una figura familiare comparve nel groviglio di demoni
urlando “Cosa pensi di fare dannato?! Non puoi usare il mio nuovo potere di
youkai a tuo beneficio!!”
“NARAKU?!” Esclamò
Inuyasha. Evidentemente i demoni l’avevano assorbito assieme alla Shikon no Tama
per servirsi del potere della preziosa sfera, ma la cosa non sembrò andargli a
genio. Lo vide dibattersi e lottare, forte delle nuove capacità, e si ritrovò a
fare il tifo per lui.
“Non metterti in
testa strane idee mezzodemone! Non lotterò per difendere te, ma per la mia
indipendenza! Voglio conquistare il mondo da solo, e CI RIUSCIRO’!!!” Poi
cominciò a ridere, e Inuyasha ebbe la certezza che fosse impazzito. Sapeva solo
che, per il momento, Naraku era uno youkai a tutti gli effetti, e per qualche
strano motivo era l’unico in grado di fronteggiare l’orda di demoni uscita da
quella perlina malefica. Con un movimento lento e fluido, la raccolse, e si
caricò sulle spalle i compagni svenuti, intimando ad Akane/Midoriko di seguirlo
in fretta. Per ora dovevano fuggire, riflettere e poi pensare al contrattacco.
Fronteggiare il male che li circondava in quelle condizioni sarebbe stato
letale.
“BASTARDO YOUKAI
APPENA NATO, COSA PENSI DI FARE?!”
“Lasciami andare
bastardo!” “SEI UNA NULLITA’DAVANTI A NOI/ME!!”
“Mollami!!”
“Litigate, litigate” Sibilò Inuyasha benedicendo la
propria forza fisica anche da umano. Si era caricato Ranma, Kagome, Shampoo,
Ryoga e Miroku sulle spalle. Sango e Mousse camminavano appoggiati ad Akane, e
con passo veloce si allontanarono dalla montagna maledetta.
A metà strada, Akane
stramazzò al suolo. Inuyasha imprecò.
“Cazzo, proprio
adesso dovevi svenire?! Come faccio a portare anche te e loro?!” La ragazza
lo guardò stupita “Cosa è successo? RANMAAA!” Gridò gettandosi contro di lui,
facendo barcollare l’hanyou “Ehi, calma, ma che ti sei svegliata
ora?!” “Cosa?!” Fece lei sconvolta.
“Midoriko…?” “E
chi è questa Midoriko?” Domandò candidamente.
“VUOI DIRE CHE TE LO
SEI SCORDATO?!” Le urlò in faccia.
Sango e Mousse lo
guardarono senza capire “Perché l’hai chiamata Midoriko, Inuyasha?” Domandò la
cacciatrice di spettri. Lui roteò gli occhi, esasperato “E’una storia un po’
lunga, ora andiamo da Kaede, o questi ci muoiono per strada!”
Akane strinse i
pugni, e un’aura blu la circondò all’istante “Oh oh…Akane si è arrabbiata”
Commentò Mousse che conosceva bene quell’espressione.
“Ranma non morirà. E
nemmeno Ryoga e gli altri!” Così dicendo si avvicinò a Sango “Ce la fate voi due
a camminare? Io devo tornare al pozzo”
“Che vuoi fare
Akane?” Le domandò Sango preoccupata.
“Vado a chiamare un
medico della mia epoca. Il dottor Tofu saprà curarli, stai
tranquilla”
Inuyasha annuì “Ci
troverai da Kaede, e se è vero che è bravo…bè, sbrigati, temo che Kanna e sua
sorella li abbiano conciati davvero male” La ragazza annuì e cominciò a
correre verso il pozzo mangiaossa.
( SENGOKU, ORE 5:00
AM )
Il dottor Tofu
medicò le ferite di Kagome e di Mousse che, tuttavia, erano superficiali in modo
ragionevole. Sango aveva avuto bisogno di un forte emostatico per la ferita alla
gamba, ma se la sarebbe cavata senza problemi con un po’ di immobilità. Shampoo
ebbe bisogno di molteplici medicazioni e di una flebo, ma era fuori
pericolo.
Miroku aveva
un’infezione piuttosto grave al foro del vento.
“Mai vista una mano
simile. Un foro che si apre e si chiude senza fuoriuscita di sangue…è senz’altro
l’opera di un demone o di un essere superiore” Commentò medicandolo. Il monaco
soffriva per la febbre alta provocata dall’infezione, ma riuscì a spiegargli di
Naraku e dei suoi poteri malvagi (ora enormemente accresciuti, ma per Inuyasha e
gli altri, il problema non era più lui, a questo punto).
Ryoga avrebbe dovuto
lottare per riacquistare le forze, così come Ranma. Ma i loro problemi
apparivano diversi; il dottor Tofu si fece spiegare a grandi linee l’accaduto, e
giunse alla sua conclusione.
Ryoga non aveva
perso l’anima del tutto quando Kanna l’aveva risucchiata (un po’ come era
accaduto a Kagome tempo addietro), la sua forza come artista marziale lo aveva
in qualche modo protetto. Quando lo specchio della yasha era stato fatto a
pezzi, quello che era stato preso era tornato al legittimo proprietario, così
l’avvento dell’orda di demoni gli aveva salvato in qualche modo la vita.
Per Ranma le cose
erano un po’ più gravi. Il fascio di luce azzurrina lanciato da Kanna, conteneva
un’aura malvagia enorme, frutto delle migliaia di anime perdute nello specchio,
e la freccia di Kagome non aveva fatto altro che forgiare la negatività dandole
corpo. Se Kanna avesse usato l’ Hiraikotsu di Sango invece della freccia,
probabilmente il colpo sarebbe stato molto più violento per differenza di
dimensioni e di materiali. Ranma era stato colpito molto vicino al cuore, e più
che il dolore fisico, ora subiva un oblìo malefico per l’anima. Era in un coma
saturo di incubi, e andava svegliato dolcemente e al più presto da una persona
che lo amava sinceramente, perché rischiava che la sua anima, vivendo in una
realtà fittizia così orrenda, decidesse di staccarsi dal corpo pur di liberarsi
della sofferenza.
Akane si accorse che
tutti la guardavano, e arrossì visibilmente “Ma io…ecco…credo che sua madre
sarebbe più brava di me…” “Sei tu la sua fidanzata, no? Non sei in grado di
dimostrargli il tuo amore?!” L’apostrofo Inuyasha.
“Ehi vacci
piano…amore mi sembra una parola grossa…” “Lanma! Ti curerò io tesoro mio,
stai tranquillo!” Esclamò Shampoo alzandosi lentamente. Il dottor Tofu cercò di
fermarla dicendole che era troppo debole, ma lei lo raggiunse, cocciuta,
abbracciandolo davanti a tutti, compresa un’Akane fumante di rabbia.
Kagome guardò lei e
poi l’amazzone “Ehi ma le lasci fare queste cose col tuo ragazzo?” Lei ebbe
un moto di stizza e ringhiò “Sono sicura che a lui piace!” Shampoo
accarezzava teneramente il viso dormiente di Ranma, mormorandogli parole d’amore
con un’espressione di adorazione negli occhi; Mousse cercò di staccarla da lui,
ma ricevette una secchiata d’acqua gelida che lo trasformò immediatamente. Il
papero cominciò a starnazzare disperatamente, e Inuyasha si tappò le orecchie di
nuovo canine, indignato “Ma…dico…siete usciti da un circo voi?! Ranma che
diventa una ragazza, e questo che mette le ali!” “Colpa delle sorgenti di
Jusenkijo” Disse Kagome distrattamente.
Akane non ci vide
più quando Shampoo si mise praticamente a cavalcioni SOPRA a Ranma, pregandolo
di svegliarsi in nome del loro amore. Mentre lei riempiva un secchio d’acqua,
Miroku guardò la scena con gli occhi di fuori, e Inuyasha lasciò cadere la
mascella come un peso morto. Kagome si girò dall’altra parte, e il monaco
esclamò “Però…sa quello che vuole la ragazza!” “Cosa c’è, lo invidiate per
caso houshi-sama?!” Lo apostrofò Sango contrariata. Miroku mosse la mano sana
per indicare che aveva una certa quantità di ragione…
“TO!! SVEGLIATI
RANMA!!!” Gridò Akane infuriata trasformando contemporaneamente il suo fidanzato
e l’amazzone.
Gli occhi di
Ranma-chan si aprirono violentemente, e il poveretto cominciò a correre in tondo
per tutta la capanna con la gatta attaccata ai capelli. I presenti non poterono
fare altro che seguire la scena attoniti, senza più parole, e Inuyasha commentò
vagamente che tutte quelle trasformazioni gli avevano dato alla
testa.
Uscì fuori, per
scrutare l’orizzonte e riflettere, e Kagome lo seguì.
Seppe subito che era
dietro di lui, e sapeva anche cosa gli avrebbe chiesto. Ciononostante continuò a
camminare dandole le spalle, riflettendo su quello che era meglio
dirle.
Al Goshinboku si
fermò, e lei si sedette sull’erba, aspirando profondamente.
“Che giornata
meravigliosa! Peccato rovinarla coi problemi…!”
L’hanyou le si
avvicinò timidamente, girando i pollici, imbarazzato “Ehm…Kagome…scusami per…per
averti…mancato di rispetto…” Lei lo guardò come se fosse impazzito “Mancato
di rispetto?! Ma mi hai solo…si, insomma, mi hai solo baciata n…non è così…così
grave…no?” “Bhè…” Il silenzio ricadde, pesante e pieno d’imbarazzo, e lui
decise che doveva dire qualcosa prima di scoppiare.
Si schiarì la voce e
cominciò “Mi è Kikyo molto più il piaciuto…” Kagome lo fissò interrogativa, e
Inuyasha boccheggiò cercando le parole giuste “Volevo dire che il bacio di
Kikyo…piaciuto…meno…di…” Ritentò senza successo.
“Vuoi dire che ti è
piaciuto di più il bacio dato a Kikyo rispetto a quello dato a me?” Suggerì
lei.
“ESATTO!” Silenzio. Il cervello di Inuyasha connettè le parole di
nuovo, ed entrò nel panico “NO!! VOLEVO DIRE….E’ESATTAMENTE IL
CONTRARIO!!!”
Kagome sospirò e lo
invitò a dirglielo di nuovo.
“Devo proprio?
Cioè…hai capito, no?!” “Voglio sentirtelo dire. Solo se è la verità
ovviamente…” Tergiversò.
“Va bene….ecco…il
bacio che ho dato a te è stato….bello. Quello di Kikyo non mi è piaciuto per
niente invece. Ed è la verità” Kagome fissò per un secondo la faccia rossa di
Inuyasha, e d’impulso l’afferrò e gli stampò un bacio veloce e schioccante sulle
labbra. Fuggì via senza attendere neanche la sua risposta e lo lasciò fumante di
vergogna e solo, sotto il Goshinboku.
Giunta sul retro
della capanna di Kaede si fermò ad ascoltare i battiti del proprio cuore, una
mano sul petto come a contarli. E si sentì felice.
Quando si fu calmata
rientrò, e trovò Akane accanto al suo fidanzato in forma femminile. Giaceva di
nuovo sul futon privo di sensi.
“Ma non si era
ripreso?”
“Pare che Akane
abbia risvegliato una parte oscura della sua anima, quella della paura dei
gatti, provocando solo una reazione spontanea ed inconscia” Spiegò il dottor
Tofu.
“Oh…” “…perciò
ora farà più fatica a svegliarsi”
“Ranma ti prego…svegliati….non
volevo…OH INSOMMA IDIOTA, VUOI SVEGLIARTI?! Ranma, BAKA!
SVEGLIATI!!!!”
“Sarebbe questo il
modo in cui pensa di svegliarlo?!” Esclamò Inuyasha apparendo sulla soglia. Per
un attimo lo sguardo incrociò quello di Kagome, e i due arrossirono,
distogliendolo.
Il dottore alzò le
spalle, e decise di andare a controllare gli altri, che ora dormivano
profondamente nella stanza accanto.
“Kagome…mi
rimedieresti dell’acqua calda per favore?” Domandò Akane apprensiva “Magari se
torna maschio si sentirà già meglio”
“Okay. Metto su
anche del tè già che ci sono”
Akane innaffiò il
fidanzato con l’acqua calda, e Miroku commentò vagamente che lo preferiva prima,
rimediando un’occhiataccia da parte di Sango che, zoppicando, lo minacciò col
suo boomerang gigante.
Passò la mattinata,
e così la sera, ma Ranma dormiva ancora, e Akane cominciò a preoccuparsi
seriamente per lui. Ryoga si era ripreso e stava bene. Era più che convinto che
il suo nemico/amico aveva una pellaccia resistente, ma verso sera era al suo
capezzale accanto ad Akane.
Il dottor Tofu aveva
portato medicinali per tutti, ma dovette tornare indietro per rifornirsi. Kaede
era andata a raccogliere altre erbe medicinali per i feriti, e Inuyasha, seppur
riluttante, era stato costretto a seguirla per evitare che fosse aggredita dalla
massa di demoni che, stranamente, non si era più fatta vedere. Miroku e Sango
dormivano vicini, sul pavimento della capanna e, avvolti nelle coperte accanto a
loro, giacevano Mousse e il piccolo Shippo. Kagome sorvegliava Ranma assieme ad
Akane, Ryoga e un’isterica Shampoo.
“Lanma non mi puoi
lasciare! Tu devi sposarmi!!” Esclamava esasperata. Akane le si rivoltò come una
tigre ferita “Stai zitta ragazzina, Ranma non ti sposerà mai!” Ranma si lamentò
nel sonno, e sussurrò il nome della sua fidanzata. Lei si chinò e gli disse
piano “Sono qui Ranma…ti prego…non morire…” Una lacrima le scese silente sulla
guancia, e a Ryoga parve di morire di gelosia; senza pensarci, afferrò Ranma per
la collottola e gli sibilò “Dannazione Ranma, svegliati, non vedi che così fai
soffrire Akane?!” Shampoo gli rifilò un pugno sulla testa “Non trattare così il
mio Lanma, sai?!” L’ammonì.
“Akane…no…non
morire…” Si lamentò il ragazzo addormentato.
“Idiota, sei tu che
stai per morire!” Piagnucolò Akane sconsolata. In preda alla disperazione, la
ragazza incrociò le braccia sul petto del suo fidanzato, chiamandolo.
“Non toccare il mio
Lanma, ragazza violenta!” Ma Kagome la bloccò con un braccio “E’il suo
fidanzato, perché non ti rassegni?” “Zitta tu, ragazza sacerdotessa!” le
intimò allontanandola. Ma stavolta fu Ryoga a bloccarla “Perché?!” Strepitò
l’amazzone per niente contenta.
“Se Ranma muore –
spiegò lui serio – Akane sarebbe triste per tutta la vita. Ed io non
voglio” Intanto lei piangeva, china su di lui “Ranma…Ranma razza di stupido
baka….ti prego non puoi lasciarmi così!” I presenti erano perplessi sul
risultato che potevano suscitare tali apprezzamenti, ma seguirono la scena in
silenzio.
“Ranma…Ranma baka!!!
Non lasciarmiiii!!!” “A….Akane….?” Mormorò, stavolta con gli occhi aperti.
Akane lo guardò come se fosse uno strano oggetto, poi, semplicemente lo chiamò
per nome l’ennesima volta.
“Akane…perché
piangi? Che ti ho fatto stavolta?” “Oh…IDIOTA!” Gridò lei abbracciandolo
davanti ad uno sconvolto Ryoga e ad un’allibita Shampoo.
Ranma tentò di
calmarla, ma lei lo stringeva convulsamente, e Kagome decise che era ora di
lasciarli soli. Si avviò alla porta, invitando con lo sguardo gli altri due a
seguirla. L’amazzone voltò la testa indignata, commentando che Ranma le avrebbe
dovuto dare delle spiegazioni, e Ryoga si limitò a camminare mogio mogio verso
la direzione sbagliata.
Quando uscirono
dalla capanna di Kaede, videro un lampo di luce rossa accecante, e scorsero la
figura di Inuyasha che si avvicinava a grandi balzi con la vecchia Kaede sulla
schiena, un’espressione sconvolta dipinta sul volto. Erano seguiti da un’orda di
demoni…o meglio, dall’orda di demoni.
“Credo che abbiamo
un problema…” Commentò Kagome correndo di nuovo verso l’interno, pregando i Kami
che stessero tutti bene. C’era sicuramente bisogno di rinforzi.
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Capitolo 7 *** L'inizio della lotta ***
Il vaso di Pandora
Libro II
Combattendo i Demoni
Capitolo I
L’inizio della lotta
Le palpebre gli bruciavano come
se fossero fatte di fuoco. Sentiva il corpo come espandersi attraverso una lava
incandescente. Le forze erano ridotte al minimo, ma nello stesso tempo si
sentiva invincibile; si muoveva contro la sua volontà, come mosso da un corpo
non suo. Vide il mondo intero, dai poli al Giappone odierno, in una confusione
di epoche e di luoghi che lo confondeva e lo faceva impazzire. Era come trovarsi
ovunque e da nessuna parte. Strani umani con kimono colorati camminavano su
strade grigie, e altri del Sengoku urlare e nascondere i bambini.
Vide Inuyasha sfoderare Tessaiga
e urlare qualcosa all’umana che si portava sempre dietro, e vide il monaco
deviato stendere la mano maledetta e scostare il rosario pronto a
risucchiarlo.
“FOLLE! NON MI/CI RISUCCHIERAI
MAI DEL TUTTO!”
Naraku si tappò le orecchie,
stordito da una voce non sua, e vide un parte di sé (??) sparire nel Kazahana di
Miroku. Udì la cacciatrice di spettri urlargli qualcosa e poi lanciare il suo
ridicolo boomerang ancora verso di lui. Dalla porta della capanna apparvero
altri umani, e Naraku era sicuro di averli già visti (quella è la reincarnazione
di Midoriko!). Uno strano ragazzo con la treccia con qualcuno alle spalle fare
dei gesti strani e sprigionare una quantità enorme di energia.
Nello stesso tempo udì la
propria, enorme bocca ridere e masticare. Poi urla, grida, sapore di sangue….E
allora rise anche lui, sentendosi prigioniero ma potente, assaporando le lacrime
e la disperazione umana entrargli nello stomaco e nelle vene.
E si sentì invincibile come non
mai.
La luce del sole era sparita nel
momento stesso in cui Inuyasha aveva messo a terra la vecchia Kaede. Kagome vide
distintamente un enorme massa nuvolosa inseguirli e ricoprire il cielo come
velluto nero fino a scendere come petrolio vischioso verso di loro. Era come se
qualcuno avesse spento la luce del mondo, e quelle non erano nuvole. Un
misterioso vulcano situato in qualche parte nella galassia aveva vomitato la sua
lava nera nell’universo, e tutto ne era ricoperto.
Non era un demone. E nemmeno
TANTI demoni. In realtà non si poteva dire neanche che ci fosse una MAREA di
demoni. Era come se il CIELO stesso fosse fatto di demoni, assieme alla Terra e
a tutto il resto. La gente urlava impazzita, nell’oscurità. Il sole era
scomparso alla loro vista, e così tutti i contorni naturali delle cose.
Era il nulla assoluto, e l’unica
luce erano serpeggianti lingue di fuoco che cadevano su di loro come fulmini, e
i volti della gente balenavano nello scintillio con espressioni di puro terrore
e pazzia. Il mondo stava finendo.
La soglia della capanna della
miko era piccola, ma in breve tutti vi si raggrupparono, con i volti all’insù,
fissando quello che i loro occhi si rifiutavano di vedere.
Ranma cercò inutilmente di farla
ragionare, spiegandole che quella era una situazione insostenibile anche per il
più forte degli esseri umani, ma a nulla valsero le sue parole. Akane era
disposta a morire al suo fianco, e morire parve loro l’unica cosa possibile in
quell’inferno di demoni. Miroku strinse tra le mani il suo rosario come se
potesse trarne forza, e Sango si teneva vicina a lui senza più temere neanche le
sue palpatine; ora aveva ben altro di cui preoccuparsi.
Mousse si parò davanti a Shampoo
con un’espressione dura negli occhi, giurandole che nessuno le avrebbe fatto del
male; lei dal canto suo tremava dalla testa ai piedi, ed evitò persino di
mettersi a cercare il suo adorato Ranma. Ora come ora le bastava anche quello
stupido di Mousse, purchè la tenesse lontana da quella immensa cosa nera e
disgustosa.
Inuyasha ringhiava sommessamente,
un braccio a schermare Kagome, l’altro che brandiva Tessaiga.
Kaede pregava a bassa voce, e ad
un certo punto l’hanyou si spazientì.
“Piantala di salmodiare vecchia!
Vedi di dirci cosa possiamo fare!!”
La miko scosse la testa,
sconsolata, mentre l’ennesimo demone divorava un contadino con un sol
boccone.
“AAHH ORA BASTA!!” Gridò Ranma
all’improvviso, scagliandosi nella melma.
“RANMA NO!!!” Urlò Akane. Ma era
troppo tardi; Ranma aveva lanciato il suo Shishi Hokodan aprendo un lieve
squarcio nel cielo. Kagome lanciò un grido di esultanza.
“Santi dei ce l’ha fatta!!”
Esclamò Kaede incoccando una freccia. Il dardo colpì un altro punto scuro,
forandolo malamente.
“PRENDI QUESTOOOOOO!!!!!!” Urlò Inuyasha sferrando un colpo di
spada. Sango lanciò l’ Hiraikotsu tagliando una nuova fetta di cielo.
Pian piano tutti diedero il loro
contributo. Mousse lanciava coltelli e catene varie, Shampoo tirava calci e
bombori con grazia felina, Miroku risucchiò parecchi demoni, e Kagome lanciava
frecce a tutto spiano.
La cosa gridava con un suono
cavernoso e orrendo che fece rabbrividire tutti, e dal cielo pioveva sangue e
melma. I contadini e gli abitanti del villaggio lanciavano tutto ciò che avevano
a portata di mano; qualcuno di loro perse la vita, Inuyasha ne afferrò uno prima
che finisse in un’enorme bocca verde, ma gli rimase la scarpa in mano, e
l’hanyou la gettò via con un gesto di stizza.
“SONO TROPPI CAZZO!!!”
“Ranmaaaa ATTENTOOOOO!!!” Gridò
Akane vedendo il suo fidanzato pericolosamente vicino ad un artiglio rossastro.
Senza pensarci unì le mani a coppa e scagliò una sfera d’energia contro
l’artiglio proprio un secondo prima che sferrasse l’attacco. Lui la guardò con
gli occhi spalancati, e mosse la bocca come un pesce fuor d’acqua.
D’improvviso un’aura blu molto
diversa dalla solita, fiammeggiò attorno ad Akane, illuminandole gli occhi e
facendole fluttuare i capelli sulla testa. Tutti si fermarono ad osservarla.
“Midoriko….” Mormorò Inuyasha che
aveva intuito cosa le stesse accadendo.
“Maledetto…cosa pensi di fare?”
Sibilò Akane con una voce non sua. Ranma sbattè le palpebre, stranito
“A…Akane…?” Balbettò stentando a riconoscere la propria fidanzata.
Lei non lo ascoltò nemmeno, e si
parò davanti al mostro vellutato di nero con le braccia spalancate e gli occhi
di ghiaccio.
“AKANE NOOOOO!!!” Urlò Ranma
sporgendosi verso di lei. Il braccio di Inuyasha lo fermò. “Che vuoi tu
Inu-cane??? L’ammazzerà!!!” Gli occhi ambrati dell’hanyou lo fissarono
enigmatici “Quella non è la tua Akane” Sentenziò gettandolo nel panico.
“COOOOOSA??!!”
Akane stava dritta davanti
all’inferno con le braccia aperte e il volto impassibile. Pian piano i suoi
capelli cambiarono colore, divenendo rosso fiamma, e i lineamenti del viso si
trasformarono dandole l’aspetto di una giovane donna fatata. Dalle spalle
presero forma due ali eteree che parevano fatte di nebbia, e nelle sue mani
apparve un arco dorato munito di una freccia forgiata con lo stesso materiale.
Alzandosi a due spanne da terra, fluttuando sulle teste dei presenti, Akane
lanciò il dardo. La freccia non si limitò a trapassare una buona porzione di
demoni, ma l’aura nera si ritirò letteralmente al suo passaggio.
Akane si accasciò a terra nel
momento stesso in cui Naraku avvertiva un dolore sordo staccargli una parte del
corpo come fosse di burro.
(Quella dannata…quella
Midoriko….)
L’urlo della creatura squarciò il
cielo, e un tuono esplose illuminando una scena da incubo; la cosa si stava
ritirando, ma era come aver sottratto una goccia da un oceano. Il mondo era
ancora nell’oscurità, e le ombre continuavano a nutrirsi degli uomini e delle
loro anime. Solo intorno al gruppo davanti alla casa di Kaede sembrava essersi
formata una piccola alcova sicura.
In lontananza, qualcun altro
veniva divorato dai demoni.
LE MEMORIE DI UNA MIKO (1)
Gli occhi rossi dei tre demoni la
squadravano famelici, ed ella avvertì la pressione delle zampe artigliate
sfiorarle il seno fino a squarciare le sue vesti. Rivoli di sangue le correvano
lungo le braccia nude e le caviglie, e i capelli corvini erano divenuti di fuoco
per le ferite che aveva alla testa. Ansimava, e il dolore pervadeva le sue carni
come una febbre intensa. Stava perdendo, ormai lo sapeva; raccolse le sue ultime
forze per scagliare l’ennesima onda di energia, e uno dei demoni perse
un’ala.
“Mie
forze residue…” Mormorò giungendo le mani all’altezza del mento “Concedetemi di
continuare la mia seppur strenua lotta nel gioiello che i miei avi mi
tramandarono in nome della giustizia eterna”
“Akane!….Akane svegliati ti
prego!”
“Mmmhhh” “AKANE!!” “Rrraaaaa….” “AKANE?!” “Ranma…?” Si
chinò su di lei, e Akane lo fissò senza capire “Che…che è successo? Dov’è quella
sacerdotessa?” Ranma si grattò la testa “Quale sacrdotessa?”
“Midoriko” Sentenziò Sango da
tergo. Tutti si voltarono, pendendo dalle sue labbra. Inuyasha annuì, e Kagome
lo imitò; loro sapevano.
“Insomma volete spiegarmi cosa ci
sfugge?” Domandò Miroku riavvolgendo con cura il suo rosario sulla mano
maledetta.
“La tua Akane è la reincarnazione
di colei che ha dato vita alla sfera dei quattro spiriti” Spiegò la
sterminatrice di spettri.
“COOOSA?!” Kagome sospirò
“Bè…direi che sia ora che conosciate anche voi la storia per intero, tanto più
che siamo in un guaio enorme” Concluse indicando l’esterno della capanna “E sono
sicura che Akane sia il punto chiave per risolverlo”
“Chi? Lei?! Imbranata e goffa
com’è?!” Fece Ranma incredulo, guadagnandosi una gomitata nello stomaco dalla
sua fidanzata.
“Ma che dici?! – intervenne
Shampoo indignata – Akane Tendo non è nemmeno capace di cucinare, figuriamoci se
sa battere dei demoni!”
“Ehi Shampoo, non è una cosa
carina da dirsi” L’ammonì Mousse sistemandosi gli occhiali sul naso.
“Che fai la
difendi?!” “Calma…calma” Raccomandò Kaede versando loro del tè, sperando che
non si mettessero di nuovo a litigare “Ascoltiamo cosa ha da dirci Kagome”
“Bè…direi che Sango è la più
indicata a raccontarci la storia della Shikon no Tama…”
Sango annuì “Dovete sapere che la
storia della Shikon ebbe inizio tanti anni fa in una grotta del mio villaggio….”
Cominciò, ma una voce dolce e ferma la interruppe.
“…..combattevo da tre giorni e
tre notti ormai, e considerai l’idea di morire come una liberazione” Furono le
labbra di Akane a muoversi, ma non era lei a parlare. Ranma e gli altri
ammutolirono: Midoriko stava parlando loro.
LE MEMORIE DI UNA MIKO (2)
I demoni continuavano a sbuffare
fuoco e acido, e le frecce della miko a colpirli invano, mentre la pozza del suo
stesso sangue si formava sulla fredda terra della grotta.
Midoriko strinse la sfera
perlacea tra le mani, come aveva fatto sua madre dandogliela prima di morire,
dicendole che avrebbe indotto sempre fortuna e giustizia a chi la portava con
sé.
“Abbandonami anima mia, nella
morte generosa che pace darà al mio corpo straziato dalle ferite, e vola
racchiudendoti nella seigi no tama, unisciti con la malvagia aurea dei tre
demoni che sto affrontando, affinchè io possa sconfiggerli con il benvolere
degli uomini e dei sacerdoti che la custodiranno KOKORO NO IDOU!!!!”
Come rispondendo al suo ordine,
l’anima della miko uscì dal corpo con una grande luce azzurrina, e si sciolse
nella sfera della giustizia che teneva tra le mani nivee; contemporaneamente, le
anime malvagie dei demoni corsero nella stessa direzione con un bagliore
rossastro, conferendo alla perla un colore bianco-violaceo che aleggiò intorno
come un aurea, prima di posarsi e lasciarla incustodita nella grotta accanto ai
cadaveri di Midoriko e dei tre demoni.
Akane avvertì le lacrime silenti
rigarle il volto, ricordando un passato che non era suo.
Ranma le si avvicinò, ma lei lo
allontanò gentilmente.
“Questo ho sentito da lei….ormai
non capisco più quando sono me o Midoriko…lei sta prendendo il sopravvento sulla
mia anima; vuole che rinchiudiamo di nuovo i demoni…il male….in quel
vaso” “Si ma come?!” Domandò Miroku afferrandole le spalle.
Lei lo guardò istupidita “Io…io
non lo so…”
“Come sarebbe a dire che non lo
sai dannata?!” Gridò Inuyasha scuotendola.
“ORA BASTA! LEVALE LE MANI DI
DOSSO LURIDO INU-CANE!!!” Sbottò Ranma colpendolo.
“Ha parlato il mezzo uomo!”
Ribattè l’hanyou sfoderando gli artigli. “Non toccarla mai più o t’ammazzo!!”
Ranma lo colpì forte al volto, e
Inuyasha gli graffiò una spalla, lacerandogli le vesti e facendolo
sanguinare.
“Ora BASTA per favore! – gridò
Akane serrando i pugni – non è litigando che…che….” Fuggì, piangente e confusa,
lasciando i litiganti con tanto d’occhi.
“MALEDIZIONE!” Grugnì Ranma
correndole dietro. Sango fece per seguirli, ma Miroku la fermò gentilmente,
posandole una mano sulla spalla.
“Ma…houshi-sama, la povera
Akane…i demoni là fuori….” “Lasciateli soli divina Sango. Dubito che il male
osi avvicinarsi troppo alla reincarnazione di Midoriko”
“Io vado al pozzo” Dichiarò
Kagome improvvisamente. Gli altri la fissarono, increduli. Voleva davvero
avventurarsi da sola in quell’oscurità malvagia? Era sì la reincarnazione di una
miko a sua volta, ma…
“Kagome, dico, ti sei bevuta il
cervello?!” Sbottò l’hanyou squadrandola “Hai idea di cosa ci sia là fuori
pronto a divorarti?!” La ragazza fissò il mezzo demone con infinita dolcezza,
e Inuyasha sentì le viscere sciogliersi. Allora capì che l’avrebbe seguita fino
all’inferno. “Al di là del pozzo c’è la mia famiglia” Disse semplicemente, e ci
fu solo silenzio. Era un silenzio strano, in cui Miroku, Sango e Kaede erano
vicini ai pensieri di Kagome, e Inuyasha era perso negli occhi tristi e decisi
di lei, pronto ad andarle in aiuto, avesse dovuto affrontare da solo tutti i
demoni del mondo.
“Dov’è Ryoga?” Domandò
improvvisamente Mousse, senza un nesso logico. Era rimasto in silenzio,
guardando la sua Shampoo soffrire tacitamente nel vedere il suo Ranma inseguire
un’insolita Akane. La consapevolezza cadde sui presenti come un’aria pesante:
Ryoga era scomparso quando era arrivata l’orda dei demoni.
“AKANE VUOI ASPETTARMI??!!” Ranma
ebbe difficoltà a seguirla, nel buio denso e palpabile, ma pareva che la sua
fidanzata avesse messo le ali ai piedi.
La vide dirigersi verso il pozzo
dal quale erano giunti, e non se ne stupì poi tanto.
“Akane, stupida che vuoi
fare?!” Lei si era fermata, e Ranma la vide calarsi nel pozzo. Un sentimento
d’orrore lo invase quando la vide scomparire in un ombra scura.
“AKANEE???!!!”
Lei gridò, un grido alto e acuto;
orride immagini di morte le si formarono davanti agli occhi. Vide il dottor Tofu
impigliato nelle trame di una gigantesca pianta carnivora, il sangue ai lati
della bocca, e la sua famiglia…dio la sua famiglia….
“Akane che hai??!!” Ranma la
raggiunse, e le vide anche lui. Le immagini nel pozzo nero gli fecero
accapponare la pelle. Tremò, dalla testa ai piedi, e vide Ryoga impalato su un
alto recinto. Allora si unì al grido di lei, e le loro urla disperate,
nell’oscurità penetrante, rasentarono la follia.
“AKUMUUU!!! NARAKU AKUMUKUMU
AAAAKUUUMUUU!!!” Salmodiò il demone controllando la mente di colui che un tempo
odiava solo Inuyasha e il genere umano.
“AKUMU!” Ranma e Akane gridavano nel vedere i
loro cari morti.
“AKUMU!” E Inuyasha vide Kagome
sanguinare davanti a lui, senza un apparente motivo, e vide lei e Kikyo fondersi
e divenire una creatura orrida di oltretomba.
“AKUMU!” Miroku vide il foro del
vento risucchiarlo e Sango ucciderlo con l’ Hiraikotsu.
“AKUMU!” Sango vide morire
all’infinito suo fratello e suo padre.
“AKUMU!” Kagome vide Inuyasha
divenire uno youkai e uccidere tutti gli amici di un tempo con gli artigli.
“AKUMU!” Shampoo vide morire
Ranma per mano di Akane, divenuta una miko e un demone.
“AKUMU!” Mousse inorridì davanti
a Shampoo che si gettava nelle braccia di Ranma…e Ranma aveva un sorriso perfido
e una lama affilata tra le mani.
“AKUMU!” E Ryoga si svegliò in
una grotta umida e oscura dove Akane moriva sotto ai suoi occhi.
“AKUMU!” E il mondo rimase oscuro
e divenne teatro di morte e nefandezze demoniache.
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