For the end to change -

di Explosive
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue. ***
Capitolo 2: *** - 1 ***
Capitolo 3: *** - 2 ***



Capitolo 1
*** Prologue. ***




Palese ormai il fatto che io e te non ci innamoreremo mai. Mai, esatto. Siamo destinati ad essere migliori amici, a farci gli auguri di compleanno ogni anno, a portare i nostri futuri figli insieme al parco, a consigliarci libri e ricette a vicenda, a portarci i fiori sulla tomba quando uno dei due morirà. Si, sono estrema, ma sono anche estremamente realista. Io e te continueremo a trovarci, per poi allontanarci, continueremo a volerci bene come abbiamo fatto in questi ultimi diciott’anni senza mai andare ‘oltre’. Ci volteremo le spalle, per poi ritrovarci schiena contro schiena, mano nella mano, di nuovo. Rimarrai per sempre il mio più grande ‘cosa sarebbe successo se’. Il fatto è che non è successo mai nulla, né mai succederà.  Sono un mago nel distruggere le cose, so rompere in mille pezzi anche le cose più belle. Poi so fingere, e so correre veloce, so mentire, e so anche promettere. Con te però è sempre stato diverso, con te, Harry, tutto è sempre stato così dannatamente confuso, ogni cosa è sempre stata in bilico, con te non ho mai avuto la sicurezza che mi contraddistingue.  Con te non ho mai avuto segreti, non perché non ne abbia nemmeno uno, anzi, forse ne ho troppi, ma tu hai sempre quella dannata capacità di tirarmi fuori tutto, di tirare fuori il peggio di me, anche le cose di cui mi vergogno di più. Ecco perché non ci innamoreremo mai, ecco perché è tutto un casino, ecco perché tu tieni il coltello dalla parte del manico, e io sono la stupida zucchina indifesa sul tagliere.

-          ‘Audrina, perché mi stai fissando?’
-          ‘Non ti sto fissando.’
-          ‘Si invece.’
-          ‘Ti dico di no.’
-          ‘Mi stavi fissando’
-          ‘Hai un brufolo sul naso’
-          ‘Non è vero’
-          ‘Si invece’

Forse mi piaci un po’, forse stai diventando il mio qualcuno. Forse. Sto diventando troppo sdolcinata, e questo non è da me. E se provassi a baciarti? Dicono che se senti la scintilla è fatta, cioè è amore. Adesso ti prendo la faccia e ti bacio, un bacio da film. Non quelli sotto la pioggia, o quelli banalissimi in cui uno è a testa in giù e l’altro a testa in su, ma i baci inaspettati, tipo questo, tipo quello della tua migliore amica che non capisce più un cazzo di niente. Adesso io ti bacio, vediamo cosa viene fuori, vediamo se esplode questa dannata scintilla.
 


E se ci rimanessi secca?



- - Primo capitolo, spero sia di vostro gradimento! Se avete voglia lasciate qualche recensione, mi fareste moooolto felice (: Lo stesso farò con voi, non vedo l'ora di leggere le vostre storie e di conoscervi tutte meglio! Un bacio e al prossimo capitolo (si spera) ♥

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Capitolo 2
*** - 1 ***




-          Audrina
 


Gin era alta, magra come un grissino. Gin era la perfezione fatta a ragazza: gambe lunghe e dritte, fianchi stretti, vita ancora più stretta, pelle bianchissima, pelle di latte, labbra carnose rosse, lentiggini, occhi verdi smeraldo, di quel verde che non ti stanca mai, capelli rossi e lunghi, lisci, perfetti, seta orientale. Il suo vero nome è Michelle, ma per tutti è Gin, ‘ginger’, la rossa. Gin, o Michelle, come vi pare, è la mia migliore amica, lo è sempre stata. Gin è il mio unico punto di riferimento, Gin è il mio angelo custode, Gin è semplicemente quella persona in grado di ascoltare i miei drammi all’infinito senza mai stancarsi. Gin è la perfezione fatta a persona, ma forse l’ho già detto.

-          ‘Ciao stronzetta, come stai?’ disse Gin, sedendosi dall’altra parte del tavolino.

-          ‘Ciao Gin, ieri ho baciato Harry.’
-          ‘Prego?’

-          ‘Cosa?’

-          ‘Non fare l’imbecille. Chi hai baciato? Harry? Styles?’

-          ‘No, Harry mio fratello. Si, lui. Styles.’ dissi, biascicando l’ultima parola.

-          ‘Ma sei scema? Perché?’


Che palle, Gin. Si sono scema, si lo sono sempre stata. Perché? Cosa cazzo ne so? Capita di fare le cose senza un motivo, tipo quando si inizia a fumare: tutti sanno che fa male, ma mezza popolazione mondiale fuma. Perché lo fanno? Perché sono scemi evidentemente. Perché non hanno motivi per non farlo. E io ho fatto la cazzata, Gin, ed è stato tremendamente bello.

-          ‘Cosa pensi di fare ora, Audrina?’

-          ‘Non chiamarmi Audrina come fa mia mamma. Comunque non lo so, cosa faccio?’

-          ‘A me lo chiedi? Parlane con lui, no?’ disse, alzando leggermente il sottile sopracciglio aranciato.

-          ‘Ma sei scema? E cosa gli dico? Ciao ti è piaciuto? Ciao, sposiamoci?’

-          ‘Ti piace, Audri?’

-          ‘Non lo so.’

-          ‘Mhm.’

-          ‘Si, mi è piaciuto baciarlo, è stato strano. Ma non so per lui, non so cos’abbia provato.’

-          ‘Non ti ha detto niente?’

-          ‘No, sono scappata.’

-          ‘Sei scappata?’

-          ‘Si, l’ho baciato, e poi sono scappata.’

-          ‘Cioè neanche un minuto sei rimasta lì? Un minutino ino ino?’

-          ‘Ci siamo baciati, appena ho staccato le labbra sono corsa via’

-          ‘Tu hai dei seri problemi, Audrina. Vai da lui e parlagli.’


Parlare, comunicare. Pam, ecco la parola chiave. Non ho mai avuto problemi nel parlare alla gente, anzi, sono sempre stata schietta con tutti. Per questo sono stata licenziata dal negozio di abbigliamento in cui lavoravo: se una signora un po’ cicciottella, diciamo anche abbastanza, anzi sbilanciamoci e diciamo che era proprio grassa, bè se questa signora mi chiede come sta con quel tubino  bianco a righette blu stretto sui fianchi, con pizzi e ghirigori vari che tappezzano la tessitura e che escono da ogni angolo del vestito, mi sembra il minimo dirle ‘signora non le sta molto bene’. Okay, dire ‘signora, sembra uno strudel’ come ho fatto io non è molto fine, ma insomma, il punto è che non ho peli sulla lingua, e non mi faccio nessun problema a dire quello che penso.
Audrina, ammettilo: sei innamorata di Harry. Ieri durante quel bacio non hai sentito una scintilla, ma una vera e propria esplosione. Hai una cotta per la sua mente, per il suo carattere, per quei riccioli che non stanno mai a posto, hai una cotta per Harry, il tuo migliore amico. Semplice, no? Col cazzo.

Non ho mai giudicato l’amore una cosa positiva, né mai lo farò. Da bambini ti inculcano la storiella del ‘e vissero tutti felici e contenti’. Col cazzo, ripeto. Oggi metà delle coppie sono divorziate, l’amore non c’è più, altro che ‘per sempre’. I miei genitori stanno ancora insieme ma non penso proprio si amino come il primo giorno, è scientificamente impossibile: stanno semplicemente insieme per abitudine, stanno insieme perché ci sono io. Io non voglio finire in mezzo alle macerie dell’amore, io voglio godermi le mie storie e pi ognuno va per la sua strada. Un bacio non può farmi cambiare idea, un bacio non può certo ricostruire quelle macerie. Per questo non parlerò ad Harry, non serve. Chiaro, limpido, semplice. Quel che è stato è stato, non si torna indietro.


Audrina, non diciamo cazzate. Tu non hai semplicemente le palle per farlo, altro che macerie e macerie.
 


-          Harry
 


-          ‘Harry, tutto bene?’
 

-          Certo Lou, tutto va meravigliosamente’ dissi, stringendo i denti.
 

-          ‘ Cazzate. E’ da tre ore che non parli. Prima Liam ti ha chiesto di pulire la cucina, cosa che non hai mai fatto in vita tua, e hai accettato senza battere ciglio’
 

-          E allora? Mi andava, cazzo vuol dire.’

 
-          ‘Harry, Harry, Harry.’ disse Louis scuotendo leggermente la testa in segno di disappunto, sorridendo lievemente.

 


Ho bisogno di rivederla, sento il maledetto bisogno di rivederla e di parlarle. Ho un sentimento di caduta nel cuore, come se avessi vissuto qualcosa per poi lasciarlo precipitare volutamente dalle mie mani. Perché ieri mi ha baciato? Perché? Sto crollando, sono a pezzi. E sono da solo. Sto precipitando da solo nel vuoto, bella merda. Le donne sono così.. sceme. A volte fanno delle cose che sono così inaspettate che per poco non ci rimani secco. Se ami qualcuno, poi soffri. Io sto soffrendo come un cane, ma non la amo, non amo Audrina, non diciamo cazzate. Io e lei siamo cresciuti insieme, insomma, facevamo il bagnetto nudi insieme nella vasca da piccoli, nudi, nella vasca. Nudi.
 

Probabilmente è uno dei tipici scherzi di Audrina, quella è sempre stata un po’ pazza, le è sempre piaciuto darmi fastidio e farmi rimanere di sasso. Ha sempre avuto un carattere ‘strano’: prima molto affettuosa, poi si distacca e si chiude, poi torna e fa come se nulla fosse. Forse questo è stato il momento del ritorno, le sono mancato e mi ha dato un bacio, così a caso. Audrina sarebbe in grado di farlo, quindi è inutile che le parli, passerei solamente per il patetico che si intrippa dopo un bacetto. E che bacetto.


-          ‘Ragazzi stasera andiamo alla festa di Brooke?’

-          ‘Si, Zayn, andiamo dalla tua fidanzatina stasera.’ rispose Niall ridendo.

-          ‘Harry, tu verrai?’

-          ‘Mh, vediamo. Oggi ho un po’ di nausea e non so se esco stasera. Vediamo come sto più tardi’ dissi massaggiandomi lo stomaco, cercando di sembrare il più convincente possibile.

-          ‘Gin e Audri vengono?’ chiese Louis, con un sorriso malizioso sulle labbra.

-          ‘Cazzo ne so’ risposi seccato.

-           ‘Speriamo, sono due strafighe atomiche’ disse dall’altra parte della stanza Niall, scuotendo leggermente la testa in modo compiaciuto.

-          ‘Si. E Gin è anche mia sorella’ sottolineò Liam, puntando il dito contro Niall. ‘Guai a te se la tocchi, intesi?’

-          ‘Uohoo, il fratellino si sta scaldando qui’ urlò Louis divertito.

-          ‘Ma piantatela’ disse Zayn, zittendo tutti.
 


Se stasera vado, probabilmente la vedrò. E cosa faccio? Le parlo? No, non saprei cosa dirle. Non vorrei fare la figura del disperato. Ma mi manca, mi manca. Il giorno prima va tutto bene, tutto va che è una meraviglia, poi tac, si rompe qualcosa, parte un bullone, e tu non hai la minima idea di dove mettere le mani per aggiustarlo. E non c’è nessuno in grado di aiutarti, sei da solo con quel fottuto bullone in mano.

Dio, che situazione di merda. Vorrei entrarle nella testa, nello stomaco, per capire a cosa sta pensando, per vedere se anche lei è in mezzo a questo vuoto, vorrei essere il suo punto di domanda, il suo punto fisso. E vorrei guardarla in faccia, vorrei leggere in quei maledetti occhi azzurri cosa prova per me, cos’ha provato ieri, cosa prova ora e cosa proverà domani.
 

Perfetto, stasera vado. Harry, sei forte, sei un duro. Dimostrale che tu non fai il suo giochetto del cazzo, ovvero quello di sparire e giocare a nascondino per poi tornare e scombussolare tutto, per togliere il bullone.  
 


-          ‘Harry, partita di calcetto?’ chiese Zayn d’un tratto.
-          ‘Ma si dai, al massimo vomito in campo. Prendo le cose e arrivo’
 
 


     « Comunque le persone non si aspettano,  i treni si aspettano, alle persone gli si va incontro.»


- - Ecco qui il nuovo capitolo, spero vi piaccia :) Ringrazio anche per le recensioni del capitolo precedente, sono stata molto contenta di riceverle!! Siete fantastiche!

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Capitolo 3
*** - 2 ***


-          Audrina
 


-          ‘Fai come ti pare, Audri. Se non vuoi parlarci, non farlo.’
 
-          ‘Probabile che non lo farò. Fanculo’
 
-          ‘Cosa?’
 
-          ‘Mando sempre tutto a puttane, non è possibile’
 
-          ‘E’ una tua dote, sempre stato. Adesso alza il culo ed accompagnami da mio fratello che devo portargli le chiavi di casa dal momento che le ha lasciate a casa mia. Cinque minuti, promesso’
 
Camminammo attraverso tutto Hyde Park, anche se, a dire il vero, più che camminare io mi stavo trascinando. Tutto quel pensare mi aveva distutto, le mie gambe erano ingessate e avevo un mal di testa lancinante. Ogni passo era un tormento, mi rimbombava in testa come una cannonata.
-          ‘Oh, ecco Liam laggiù.’ sussurrò Gin, puntando il dito proprio di fronte a me. Ero, come al solito, senza occhiali, quindi non vedevo assolutamente nulla, se non qualche figura sfuocata in lontanaza.
 
-          ‘Gin, io mi siedo su questa panchina, sono esausta. Tu vai da Liam e poi torna qui, io ti aspetto.’
 
-          ‘Sei veramente una pigra senza paragoni’
 
-          ‘Fottiti’
 
Gin mi fece una linguaccia, per poi allontanarsi. Io rimasi sulla panchina, abbastanza scomoda: il mio sedere non andava assolutamente d’accordo con le assi di legno orizzontali sulle quali ero seduta. Mi voltai e alle mie spalle c’era un piccolo chiosco che vendeva bevande, gelati, hot dog e frullati. Decisi di prendere un frappè alla pesca, tanto per riempire un po’ lo stomaco. A far due conti, era da un giorno intero che non mettevo qualcosa sotto i denti: la fame era stato l’ultimo dei miei problemi.
Mi avvicinai al ragazzo che stava alla cassa e feci la mia ordinazione. Dopo cinque minuti buoni arrivò il mio frappè, era gelido. Iniziai ad ingurgitarlo, ogni sorso susseguiva freneticamente l’altro, non mi staccai un attimo dalla cannuccia: si, stavo proprio cercando di congelarmi il cervello, come accade quando sei piccolo e hai talmente foga nel bere la tua bevanda fredda che tutta la fronte inizia a far male. Congelarmi il cervello? Magari, almeno non avrei più pensato ad Harry e all’enorme stronzata che avevo fatto esattamente ventiquattro ore prima.
Avete presente però il momento in cui vi accorgete che la sfiga ce l’ha con voi? Quando siete alla prima uscita con il ragazzo che vi piace e vi sbrodolate addosso il caffè? Quando l’unica volta che non sei preparata in una materia in tutto l’anno e ti interrogano? Quando piove, non hai l’ombrello e in più finisci in una pozzanghera bagnandoti fino alle ginocchia? Quando non volete assolutamente vedere una determinata persona e questa vi capita precisamente sotto il naso?
 
-          Harry


Chioma lunga bionda, occhi azzurri, frappè tra le mani. Audrina, Audrina a due metri da me, Audrina alla cassa del chiosco in cui ho appena preso un hot dog. Sta chiacchierando con il ragazzo brufoloso della cassa, chissà cosa si stanno dicendo. Magari lui ci sta provando, o magari lui è semplicemente suo cugino. Si, probabilmente è la seconda opzione: hanno troppa confidenza per essersi appena conosciuti.  
-          ‘Harry, chi stai fissando?’
-          ‘Nessuno, Lou. Sto cercando di leggere il listino prezzi attaccato al chiosco’

Dio, Harry, quanto sei cretino. Scusa migliore no, eh? Ma poi perché Louis mi deve sempre stare addosso? Ok che è il mio migliore amico eccetera eccetera, ma mi giro e ce l’ho sempre attaccato. Di sicuro starà sospettando qualcosa, è ovvio, altrimenti non mi riempirebbe di domande. Oddio sto diventando esageratamente paranoico, sembro una donna.

-          ‘Audrina! Audrina! Ehi siamo qui, vieni a salutarci!’ urlò Louis sbracciandosi.

Ecco, ci mancava solo questa. Ci mancava solo che Louis la vedesse e la chiamasse qui. Adesso faccio finta di non vederla, faccio finta di non conoscerla, vediamo cosa mi dice, vediamo come mi guarda. Tra l’altro sono vestito di merda: pantaloncini da calcetto, maglia sudata, calzini puzzolenti. Perché sono così sfigato? Perché devono succedere tutte a me? Perché ieri mi hai baciato, Audrina? Insomma, siamo amici da quando siamo nati: c’è scritto in ogni libro, è cosa nota a tutti che storie del genere non possono funzionare. Poi io e te siamo come due fottutissimi ricci. Si, ricci. Quando ci avviciniamo troppo, ci pungiamo a vicenda, e finiamo per sanguinare. Ecco perché dobbiamo stare al nostro posto, ecco perché io con te non ci ho mai provato. Io e te siamo amici Audrina, lo siamo sempre stati e sempre lo saremo. Ecco perché io non voglio stare con te.

-          ‘Ciao ragazzi, com’è?’

-          ‘Audri ma sei meravigliosa oggi, o no Harry?’

Louis, ma sei scemo? Sei partito di testa? Che domande sono? Perché devi sempre mettermi così in imbarazzo, cazzo. Imbecille.
 L’unica cosa che riuscii a fare fu un misero sorrisetto, tirando le labbra, facendo sporgere appena i denti. Fu tutto fuorché un sorriso, perfetto. Cercavo di non guardarla, non volevo incrociare il suo sguardo, non volevo avere più nulla a che fare con lei. Non appena lei si avvicinò tutto mi fu improvvisamente chiaro: lei voleva giocare, lei aveva provato a baciarmi per vedere la mia reazione, non perché le piacessi realmente. Ad Audrina erano sempre piaciuti questi scherzetti da quattro soldi, le piaceva essere al centro dell’attenzione, le piaceva il fatto di creare problemi nelle teste altrui, e non le importava se questo faceva star male altra gente, lei si divertiva così. Le mani mi sudavano dal nervoso, e le tempie mi pulsavano. Tutto quello che volevo era stare lontano da lei, avrei voluto prenderle quel frullato e rovesciarglielo addosso, avrei voluto vedere quegli occhi freddi chiedere pietà. Volevo vendetta per quello che aveva fatto, ed ero sicuro che un giorno o l’altro avrei raggiunto il mio obiettivo: le avrei fatto passare quello che lei stava facendo passare a me.

‘Audri, stasera ci sarai alla festa di Brooke?’ chiese Louis, avvicinando le labbra al bicchiere di birra che aveva appena ordinato.

-          ‘Si, penso proprio di si. Ci siete anche voi?’
 
-          ‘Certo che ci saremo, come possiamo mancare, o no Harry?’ rispose Louis, facendomi l’occhiolino.
 
-          ‘A dire il vero io penso di uscire con Samantha stasera’
 
-          ‘Samantha Jones? Quella stra figa che era in classe con te l’anno scorso?’ chiese Louis, sbarrando gli occhi e gesticolando con le mani in segno di sorpresa.
 
-          ‘Esatto, proprio lei. Non mi andava di venire da Brooke, così mi vedo con Sam. Le ho appena scritto e ha accettato, ovviamente’ dissi sorridendo maliziosamente, dopo aver tirato fuori il blackbarry dalla tasca e averlo messo sul tavolo.
 

Audrina non mi guardava, ma continuava a giocherellare nervosamente con la cannuccia rosa del suo frappè, guardandosi in giro. Si, Audrina, hai sentito bene: stasera esco con Samantha, quella stra figa che era in classe con me l’anno scorso, quella stra figa che ha una cotta per me dalla prima elementare, quella stra figa che ha appena accettato, dopo un solo sms, di passare la serata con me stasera, quella stra figa che hai sempre odiato con tutto il cuore. Lei, proprio lei. Divertiti a quella maledetta festa, ma qualcosa mi dice che mi divertirò di più io.
 


« Nel rapporto con gli altri, chiediti sempre "se vale la pena", se vale la pena aspettarli, comprenderli, capire i loro silenzi, giustificare i loro comportamenti, i loro allontanamenti. Chiediti fino a che punto sei disposto ad accettare tutto ciò. E non c'entra il bene che vuoi loro. È che tutto ha limite »




- - Ecco qui il nuovo capitolo, spero vi piaccia :) Mi piacerebbe sapere come trovate questa storia, sono aperta ai consigli e ad eventuali (spero poche) critiche!! Ovviamente ricambio <3

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