Una notte come tante... o forse no?

di tyurru_chan
(/viewuser.php?uid=79042)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno scherzo alquanto insolito ***
Capitolo 2: *** Sogni inquieti e lacrime silenziose ***
Capitolo 3: *** Sempre al tuo fianco ***
Capitolo 4: *** Resoconto di un'interminabile notte ***



Capitolo 1
*** Uno scherzo alquanto insolito ***


Era scesa la sera.

Le prime stelle avevano iniziato a fare la loro comparsa nel cielo plumbeo, segno che stava per arrivare la notte.

Una notte come tante…

O Almeno questo era quello che pensavano due giovani di nostra conoscenza, il quale si trovavano alle prese con un equivoco... alquanto imbarazzante.

“Mi dispiace, davvero…” aveva tentato di giustificarsi l’anziana padrona della locanda “ma ci è rimasta solo questa stanza libera, le altre sono tutte occupate”

Manah emise un leggero sospiro di disappunto, appena percettibile, nell’udire quelle parole.

Avevano passato tutto il giorno a combattere contro briganti, mostri e ovviamente anche contro gli stessi cavalieri del sigillo, che li braccavano senza sosta. Non erano ancora riusciti a individuare l’ubicazione esatta del prossimo distretto del sigillo, quindi erano al momento senza una pista da seguire.

Per questo avevano deciso di fermarsi in quel piccolo villaggio di confine per un po’ di meritato riposo.

Peccato solo per un piccolo, non proprio trascurabile intoppo.

Ma andiamo per ordine.

La suddetta stanza era semplice, con le pareti e il pavimento in legno, un tavolino quadrato al centro e una piccola cassapanca per stipare le loro cose accanto alla porta del bagno, una finestra da cui filtrava quel poco di luce notturna e un piccolo comò, proprio accanto al morbido e spazioso letto.

Ecco, su quest’ultimo punto, il problema in questione era proprio il letto.

Nulla da ridire, peccato solo per il trascurabile dettaglio che loro erano in due, anche se il suddetto giaciglio era tranquillamente abbastanza ampio per starci comodamente entrambi.

“Mi spiace per l’incomprensione, davvero, credevo foste una coppia sposata…”

“Non siamo sposati!” avevano immediatamente replicato Nowe e Manah all’unisono, lui con tono imbarazzato, arrossendo lievemente e lei con il suo solito tono composto e impassibile.

“Che strano… eppure stamattina quel signore con i capelli bianchi che ha richiesto la stanza per voi, mi ha detto che avrei dovuto ospitare una giovane coppia…”

“Urick…” si ritrovarono a pensare i due in quel momento.

E di chi altri poteva trattarsi?

Solo lui poteva essere tanto infantile e stupido da divertirsi a giocargli uno scherzo simile nel bel mezzo di un conflitto apocalittico.

Nowe, inutile dirlo, era troppo imbarazzato da quella situazione per replicare qualcosa.

Manah, invece, era quasi tentata di uscire a cercare quello stupido di un uomo mascherato e di dargliene di santa ragione.

Anche perché, casualmente, Urick non si era visto tutto il giorno.

Si era solo limitato a cercare loro un alloggio per la notte, dopodiché, si era dileguato per delle faccende lasciandoli soli.

Che misteriosa coincidenza.

Chissà cosa gli passava per la testa.

“Chiedo perdono ma…  ora devo lasciarvi, vi chiedo ancora umilmente scusa per questo piccolo inconveniente…” affermò dispiaciuta la minuta signora, chiudendosi la porta dietro di sé.

I due restarono in silenzio per un po’ guardandosi attorno.

Manah sospirò nuovamente rassegnata, poggiando una mano sulle tempie nel tentativo di calmarsi e tornare lucida.

Avrebbe ammazzato Urick a tempo debito per questo suo simpatico scherzo.

Ora aveva altro a cui pensare.

“Manah… se vuoi posso dormire sul pavimento non c’è problema…” aveva proposto Nowe con voce flebile.

“Non dire sciocchezze! Hai combattuto tutto il giorno, non penserai che ti lasci dormire per terra! Sei quello che più di tutti merita di riposare.” Lo aveva ripreso lei seccata.

Che razza di situazione.

Tanti problemi per uno stupido letto.

Potevano benissimo dividerlo insieme infondo si trattava solo di dormire.

“Nowe, per me non c’è nessun problema e il letto è abbastanza grande per starci entrambi… sempre che l’idea di dividere il letto con me non ti dia fastidio.”

“Eh? No, no, anzi… cioè… va bene… se va bene anche a te…” aveva iniziato a farfugliare sconnessamente il ragazzo drago, portandosi una mano dietro la testa in modo impacciato, abbassando lo sguardo per l’imbarazzo.

Non che il giovane avesse secondi fini però… non era abituato a dividere il letto con qualcuno,aveva sempre dormito da solo sin da piccolo. Bè, da bambino dormiva sul dorso di Legna, ma la cosa era un po’ diversa…

 

 

C’è da precisare però, che i due non erano proprio soli in quel momento…

In quello stesso istante qualcuno li stava osservando dal tetto dell’abitazione di fronte la locanda, impugnando un binocolo, sbirciando quello che succedeva attraverso la finestra della loro stanza.

“Oh andiamo Nowe… non restare li impalato sei un uomo fa qualcosa!” aveva replicato la figura misteriosa.

Non che ci volesse molto a capire di chi si trattasse… se non dell’artefice stesso di tutto quel trambusto.

Certo, Urick era consapevole che Manah gliel’avrebbe fatta pagare a caro prezzo quel tiro mancino, ma ne era valsa la pena.

Era stanco di vedere quei due sempre insieme senza però mai combinare nulla.

 Perché era chiaro come il sole che il ragazzo drago e la principessina provavano qualcosa l’uno per l’altro. Eppure per qualche assurdo motivo non lo ammettevano.

Lui era troppo ingenuo, lei troppo testarda probabilmente.

E uno come lui non poteva starsene a guardare senza fare nulla. E quale modo migliore per avvicinare un uomo e una donna se non fargli passare la notte da soli insieme nello stesso letto?

Anche se stava iniziando a ricredersi anche su quel punto, visto che era passata mezz’ora e ancora non stava succedendo praticamente niente.

Lei era andata in bagno, probabilmente a cambiarsi e a sistemarsi un po’. Lui era rimasto in stanza a mettere un po’ di ordine tra le loro cose… utensili, armi, manufatti magici, mappe, erbe mediche e altro.

Urick sbuffò visibilmente seccato.

Possibile che Oror non avesse insegnato niente a quel ragazzo su come comportarsi a letto con una donna?

Iniziava veramente a dubitare che la sua idea di farli dormire insieme desse qualche frutto.

Quei due erano troppo presi dalle loro battaglie e dai sigilli per pensare ad altro.

Che pazienza che ci voleva con due così ligi al dovere.

 

 

Tornando ai due diretti interessati, la giovane maga bionda ne aveva approfittato per farsi un bel bagno caldo e mettersi un vestito più comodo per la notte. Ovvero, una semplice maglia bianca larga a mezze maniche che aderiva perfettamente alle sue forme, con dei laccetti sul davanti molto simile a quella che indossava di solito, con la differenza che di lunghezza questa le arrivava fino al ginocchio. Era da tanto che non si riposavano un po’, tutte quelle battaglie e le notti passate all’aperto li avevano sfiancati. Iniziò a pettinarsi con calma i sottili e lisci capelli biondi, morbidi al tatto. Non era mai stata vanitosa o altro, era pur sempre una guerriera, ma non aveva certo intenzione di non curare la sua persona quando ne aveva l’opportunità.

“Nowe…?” lo chiamò mentre usciva lentamente dal bagno in punta di piedi.

“Si…?” rispose lui di rimando mentre era indaffarato a mettere a posto un po’ di cose nella cassapanca.

“Il bagno è libero se vuoi. Finisco io di mettere in ordine non preoccuparti”

“Oh… va bene.” Rispose voltandosi verso di lei.

Da quando erano li da soli era la prima volta che i loro sguardi si incrociavano.

Era stato questione di un attimo. Anche se solo per poco.

Nowe distolse lo sguardo ancora un po’ in imbarazzo e si diresse verso il bagno passandole accanto e chiudendosi la porta dietro di sé.

Manah restò lì immobile sul posto con aria pensierosa per un po’ per poi voltarsi lentamente verso quella porta chiusa dove si trovava lui.

 

 

Urick, che nel frattempo continuava a tenerli d’occhio dalla sua fedele postazione, si lasciò sfuggire un ghigno compiaciuto. Ovviamente, da attento osservatore quale era, non gli era sfuggita l’insolita reazione di entrambi quando si erano dati il cambio per il bagno. Forse, dopotutto, non erano proprio due casi disperati come pensava.

 

 

“Ma cosa mi prende?” pensava Nowe tra se e sé, mentre rimuginava sulla situazione cullato dal piacevole tepore dell’acqua calda. Era appoggiato ai bordi della vasca a braccia incrociate fissando la porta dove dall’altra parte si trovava lei.

Quando le era passato accanto per dirigersi verso la porta del bagno, quasi sfiorandola con il braccio, aveva percepito quel buon profumo che lei emanava. Sapeva di camomilla… una fragranza così dolce e inebriante… e proprio in quel momento per la prima volta gli si era insinuato nella mente un pensiero non proprio… casto.

Il cuore gli batteva forte al solo ripensarci.

Nascose il viso ancora rosso, sia per la vergogna che per il vapore, tra le braccia cercando di scacciare quei pensieri che lo stavano torturando.

Se solo l’avesse saputo che si sarebbe trovato in una situazione simile avrebbe chiesto qualche consiglio in più a Urick sull’argomento. Non sapeva come comportarsi con lei in una situazione del genere e questo lo faceva sentire a disagio. Manah invece sembrava così tranquilla e disinteressata sulla questione...

“Nowe?” la voce di lei che bussava alla porta interruppe il filo dei suoi pensieri.

“Va tutto bene? È parecchio che sei li dentro…”

“Eh? Si tranquilla ho quasi finito.” Disse lui uscendo velocemente dalla vasca.

Si era talmente perso nei suoi ragionamenti che non si era accorto dello scorrere del tempo.

“Nowe posso entrare devo darti una cos…”

“NO!” replicò immediatamente lui spiazzato che, ovviamente, essendo appena uscito dalla vasca si poteva dedurre che non avesse nulla che lo coprisse.

“Oh… va bene… fai con calma ti aspetto allora.” aveva risposto con tono più basso lei, probabilmente non aspettandosi quel tono così alto da parte sua.

Nowe, a quelle parole, tirò un sospirò di sollievo e dopo essersi asciugato prese a vestirsi, indossando solo i pantaloni e la maglietta smanicata nera, che di norma portava sotto la camicia. La cintura, la camicia e il resto degli accessori che di solito portava sempre decise di non indossarli, sarebbero stati scomodi per dormire, quindi li ripose in un cesto e li lasciò lì pronti per il giorno dopo.

Anche se aveva l’impressione che gli mancasse qualcosa…

Ci rifletté per un momento guardandosi attorno.

La collana che portava al collo… ecco cos’era. Si diede mentalmente dello stupido come aveva potuto dimenticare un oggetto a lui così caro?

La cercò tra i suoi vestiti, nella vasca, ovunque ma non c’era… com’era possibile eppure non se ne separava mai.

Possibile che…?

Uscì dal bagno e vide Manah affacciata alla finestra che lo scrutava con aria seccata.

“Cercavi questo per caso?” disse lei mostrandogli un filo alquanto consunto con su legato un piccolo ciondolo “ti è caduto prima che entrassi in bagno”

Nowe alla vista del suo ciondolo tirò nuovamente un sospiro di sollievo.

“Grazie…” disse timidamente avvicinandosi anche lui alla finestra accanto a lei “quell’oggetto è molto importante per me”

La giovane maga non disse nulla, si limitò a sorridergli dolcemente e a porgergli quel piccolo cimelio nella sua mano.

A quel contatto il ragazzo drago arrossì leggermente.

La dita di lei erano così morbide ed affusolate. Senza rendersene conto aveva stretto anche la mano della ragazza oltre alla collana.

La bionda infatti lo fissava con aria perplessa per quel gesto confidenziale alquanto insolito.

“Manah… quando tutto questo sarà finito, le battaglie, i distretti, Caim…” quell’ultima parola l’aveva pronunciata con tono più basso sperando di non risvegliare in lei brutti ricordi “tu… tu cosa farai?”

La ragazza lo fissò con aria malinconica.

Non aveva una risposta.

Perché semplicemente non ci aveva mai pensato. Non aveva mai pensato alla possibilità di un futuro a cui guardare per sé.

Per quanto si impegnasse nella difesa dei deboli e degli innocenti i suoi occhi erano sempre e solo rivolti al passato… mai al futuro.

Nowe però continuava a scrutarla in attesa di una risposta, accarezzandole delicatamente le dita.

Risposta che non arrivò, perché lei si limitò a distogliere lo sguardo e ad allontanarsi da lui, costringendolo a lasciare la presa sulla sua mano.

“Manah…”

“E tardi tanto vale andare a letto.” Lo zittì lei, sedendosi al bordo del letto, sperando che il discorso finisse lì.

“Perché non vuoi parlarmene?”

“Perché non c’è nulla da dire!” sbottò Manah seccata dall’insistenza del giovane “Inoltre si può sapere a te cosa importa?”

A quelle parole il cuore del ragazzo perse un battito.

Al silenzio di lui, la maga gli voltò le spalle e si mise a letto, sdraiandosi di fianco nel lato opposto al suo.

"Perché l’amava…" ecco cosa avrebbe voluto dirle. Era tanto semplice… eppure così complicato da dire a parole.

Chiuse gli occhi amareggiato e si infilò sotto le coperte sdraiandosi sul fianco, sul lato opposto rispetto a lei.

Era quasi come se su quel letto ci fosse un muro invisibile che divideva i due, e non solo perché entrambi si erano piazzati ai lati opposti del letto lasciando il centro del materasso vuoto… era anche l’atmosfera che c’era tra loro a essere diventata improvvisamente fredda.

“Scusami…” aveva detto lui in un sussurro sperando che lei l’avesse udito.

“Buonanotte Nowe.” Detto questo spense la candela ancora accesa sul comò.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Sogni inquieti e lacrime silenziose ***


Candidi petali di fiori sparpagliati ovunque.

La dolce voce melodica e giocosa di una bambina apparentemente candida e innocente.

Il corpo senza vita, posato su una lastra di vetro, della fanciulla che portava su di sé il fardello del sigillo della Dea.

Schiere di soldati, nel cui sguardo, non vi era la minima traccia di umanità e compassione.

Burattini… nelle mani degli Dei.

Al servizio della loro giovane sacerdotessa dagli splendidi occhi color del sangue.

“è tutto sbagliato…” continuava a ripetersi, mentre quei terribili ricordi del suo passato le riaffioravano alla mente.

“Oh no che non lo è!” le rispose di rimando la bimba, osservandola divertita con i suoi grandi occhi rossi.

“No…” replicò in un sussurro, arretrando leggermente nel vano, quasi istintivo, tentativo di allontanarsi da quell’orrore così dannatamente familiare.

Quella non poteva essere stata lei.

 Una sciocca bambina che, per soddisfare il suo impellente bisogno di affetto, aveva  causato la morte di tanti innocenti, considerando la guerra alla stregua di uno stupido gioco.

Si inginocchiò a terra chinando il capo verso il basso, quasi a voler rifiutare di credere a quello a cui stava assistendo.

“Io… non volevo… ”

“Bugiarda!” la interruppe la bimba fissandola con aria imbronciata.

“Non dire bugie. Loro ti osservano, perché ti amano! Nessuno ti amerà tanto quanto loro… gli Dei amano le brave bambine! E le brave bambine non dicono lo bugie.”

“No… taci dannazione!”

“Il loro ventre è così caldo e avvolgente… anche se lo rifiuti non puoi farne a meno, tu desideri appartenere a loro” continuava a canzonarla la bambina ridendo divertita.

“Perché noi ti amiamo… vieni da noi… lasciati cullare dal nostro amore…”  una voce roca e bassa le si era insinuata nella mente, mentre degli agghiaccianti neonati giganteschi dall’aria minacciosa la accerchiavano nel tentativo di afferrarla.

La giovane serrò gli occhi e si tappò le orecchie con le mani nel disperato tentativo di estraniarsi da quel terribile incubo.

Ma per quanto facesse quell’insopportabile cantilena della bimba, che danzava attorno a lei, continuava a risuonare incessantemente nella sua testa.

“Lalalalalalala… lalalalalalala!”

“Basta, vi prego… perdonami… mamma…”

 

 

Proprio in quel momento la giovane maga si ridestò bruscamente dal suo sonno, aprendo gli occhi di scatto, fissando confusa il vuoto, nel tentativo di abituarsi a quella flebile oscurità notturna.

“Manah?” Nowe che le era accanto la scrutava con aria preoccupata, allentando la presa su di lei.

Evidentemente, nel tentativo di svegliarla, doveva aver provato a scuoterla afferrandola saldamente per le spalle.

La ragazza però non rispose al richiamo di lui.

Era troppo scossa dall’incubo che aveva appena avuto, il suo respiro era affannoso e il corpo le tremava leggermente per lo spavento.

“Manah...” riprovò il ragazzo sperando di ricevere risposta.

Il giovane non riusciva a comprendere cosa diamine stesse accadendo.

Improvvisamente l’aveva sentita agitarsi e piangere nel sonno.

Evidentemente doveva aver avuto un incubo senza dubbio.

Anche se, la cosa che più l’aveva lasciato di stucco, era di vederla in quello stato.

L’aveva sempre vista come una donna dal portamento fiero e inflessibile, pronta ad affrontare a sangue freddo qualsiasi  avversità le si fosse parata davanti.

Ora invece per la prima volta ai suoi occhi appariva così fragile e vulnerabile, mentre a fatica cercava di riprendere lucidità e il controllo del respiro irregolare, poggiando le mani tra i sottili capelli biondi nel tentativo, probabilmente, di fare chiarezza sull’accaduto.

Nowe continuava a osservarla in silenzio.

In quel momento era dannatamente in conflitto con se stesso nel reprimere l’impulso istintivo di abbracciarla, stringerla forte a sé per darle un minimo di conforto.

Ma il solo pensiero di farlo per davvero lo imbarazzava terribilmente.

Inoltre trovava alquanto sconveniente approfittare di un momento di debolezza della sua compagna.

Proprio in quel momento la ragazza si voltò verso di lui.

Aveva gli occhi gonfi a causa del pianto.

Nowe ricambiò il suo sguardo, fissandola con aria malinconica, senza però sapere cosa fare.

Avrebbe tanto voluto dire qualcosa… ma in quel momento non riusciva a pensare a nulla, se non agli stupendi occhi di lei colmi di sofferenza, che lo scrutavano quasi in una muta richiesta di aiuto.

E prima che il giovane ragazzo drago potesse pensare a qualcosa per porre fine a quell’incessante silenzio che era sceso tra loro, la giovane si mosse istintivamente verso di lui provocando un leggero fruscio di lenzuola quasi impercettibile, chinando la testa sul suo petto e poggiando delicatamente le mani contro la stoffa della maglia.

Nowe restò spiazzato da quel gesto, arrossendo vistosamente, mentre sentiva i battiti del suo cuore accelerare a quel lieve e delicato contatto con la ragazza.

“Ti prego… non guardarmi…” disse lei in un sussurro appena percettibile, nascondendo il volto nel suo petto.

Il ragazzo a prima impatto non comprese il significato di quell’affermazione, almeno finché ad un certo punto, non la sentì singhiozzare contro il suo petto stringendo forte la stoffa della sua maglia.

Le calde lacrime di lei che lentamente cadevano sui suoi vestiti… poteva sentirle, benché il suo fosse un pianto silenzioso, quasi stesse cercando di trattenere, per quanto potesse, di mostrare apertamente la sua sofferenza.

 

 

“Manah… quando tutto questo sarà finito, le battaglie, i distretti, Caim… tu… tu cosa farai?”

“…”

 “Manah…?”

“E tardi tanto vale andare a letto.”

“Perché non vuoi parlarmene?”

“Perché non c’è nulla da dire! Inoltre si può sapere a te cosa importa?”

 

 

Lo sapeva. Era tutta colpa sua.

Non avrebbe dovuto farle quello stupido discorso prima di andare a letto.

Certo era stato un suo sciocco e impacciato tentativo di mostrale il suo interesse e affetto per lei... e invece non aveva ottenuto altro che farla stare male, portando a galla ricordi del suo passato che la tormentavano.

Che stupido.

Davvero uno stupido di prima categoria.

Anche se, per quanto fosse consapevole della sua ingenuità, a quello che accadde poi, non avrebbe saputo dargli una spiegazione logica neppure lui stesso.

Per una volta decise di agire d’istinto, senza soffermarsi a dare troppo peso a futili questioni come la vergogna o il pudore.

Lasciandosi trasportare dall’impulso del momento, assecondando finalmente il suo più intimo desiderio di averla vicino a sé, Nowe lentamente cinse con le braccia la schiena della ragazza abbracciandola forte, stringendola tra le sue braccia e poggiando il viso nell’incavo del collo di lei, perdendosi totalmente in quel suo dolce profumo di camomilla.

Manah a quel gesto del tutto inaspettato si bloccò di colpo, smettendo persino di piangere per lo stupore.

Sentiva le braccia forti del ragazzo stringerla forte, quasi in un impacciato tentativo di trasmetterle protezione… un po’come se si sentisse parte del dolore che lei stava provando.

Nowe tra l’altro, benché avesse ripreso il controllo delle sue azioni, non aveva comunque nessuna voglia di lasciarla andare.

Era la prima volta che era riuscito inspiegabilmente a trovare il coraggio di sfiorare quella donna che ai suoi occhi era sempre apparsa come qualcosa di troppo distante e irraggiungibile.

Anche se il pensiero che lei potesse respingerlo gli fece venire un groppo alla gola.

Si era persino preparato alla più che probabile eventualità che Manah, di sicuro gliene avrebbe dette tante, in particolare sulla questione del “mai approfittare dei momenti di debolezza di una donna”.

Ma lei non si ritrasse, anzi… per poco il ragazzo non si sentì mancare il respiro quando sentì le braccia della giovane che si aggrappavano con fermezza alla sua schiena ricambiando il suo abbraccio e accoccolandosi contro il suo petto.

Aveva smesso di piangere e il suo corpo non tremava più per i singhiozzi.

Nowe si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo quasi impercettibile.

Era contento di essere riuscito per una volta a lenire le sofferenze della sua compagna.

Perché più di ogni altra cosa desiderava solo che lei fosse felice.

“Il tuo cuore batte così forte…” aveva affermato la giovane maga bionda, risvegliando il ragazzo dal torpore in cui era immerso.

“Manah… io…”

“Grazie.” l’aveva interrotto la bionda staccandosi leggermente da quel caldo abbraccio, per poter finalmente alzare il viso verso di lui tornando a fissarlo negli occhi, stavolta con uno sguardo dolce e tranquillo.

Nowe le sorrise dolcemente, anche se già sentiva la mancanza del piacevole contatto di poco fa tra loro.

“Scusami...” aveva bisbigliato imbarazzata distogliendo lo sguardo.

“Per cosa?”

“Per poco fa… per aver… no, lascia perdere.”

Il ragazzo drago la guardò con aria visibilmente imbronciata.

Se solo lei gliene avesse dato l’opportunità lui l’avrebbe ascoltata per ore… dei tormenti che l’angosciavano, il suo passato, i suoi sensi di colpa.

Manah invece non gli confidava mai nulla.

Quel poco che sapeva gli era stato riferito da Eris.

Quella notte probabilmente era stata un eccezione dovuto allo shock che quell’incubo doveva averle procurato.

Ma la cosa comunque non gli andava giù.

Davvero lo riteneva così infantile e immeritevole della sua fiducia?

“Massi infondo ai tuoi occhi sono solo un ragazzino per te, non un uomo….”

“Cosa?”

Nowe arrossì nuovamente consapevole della gaffe appena fatta. Aveva per sbaglio detto a voce quello che invece stava solo semplicemente pensando in quel momento.

“Potresti ripetere?” affermò lei visibilmente perplessa.

“No è solo che… cioè… io…”

Ecco era andato nel panico. Se appena cinque minuti fa si era finalmente mostrato più sfrontato, ora invece era tornato ad essere il solito ingenuo e impacciato, incapace di esprimere apertamente i suoi sentimenti verso la donna che amava perché afflitto da troppi dubbi.

 

 

 

“Zzzzz… nh? Oh si piccola ti faccio vedere io come si fa… dai togliti quella bella biancheria… ohohoh…”

Inutile dire che mentre Nowe e Manah erano impegnati a discutere, il loro ormai noto stalker di fiducia si era appisolato sul tetto dove si era appostato a spiarli, totalmente arrotolato in una coperta a mò di sacco a pelo, pronunciando nel sonno frasi sconnesse e alquanto senza senso, abbracciato al suo fedele binocolo.

Peccato che rigirandosi in continuazione, perso nel suo sogno sconcio, per sbaglio non finì per dare una bella testata al bordo del muretto di mattoni svegliandosi bruscamente.

“Ahio!Ma porc… mnh?” si guardò intorno ancora mezzo addormentato tastandosi il bernoccolo sulla fronte.

“Oh… devo essermi addormentato per la noia… peccato stavo facendo un così bel sogno” sbuffò pensando alla bella contadinella mora che stava allietando i suoi sogni fino a poco fa.

Pigramente si alzò riflettendo sul da farsi, decidendosi a scendere da quel dannato tetto alquanto scomodo, per andarsene a dormire in un confortevole letto morbido magari in compagnia di qualche bella e dotata fanciulla.

O almeno questa era la sua intenzione, finché distrattamente non notò che i due soggetti interessati non stavano affatto dormendo come lui credeva.

Anzi… sembrava quasi che…

“No… non ci posso credere!” esclamò incredulo impugnando all’istante il suo fedele binocolo per accertarsi di non avere le allucinazioni.

No, non si era sbagliato.

Quei due si stavano abbracciando.

Benché stesse accadendo proprio davanti ai suoi occhi l’uomo mascherato faticava ancora a crederci.

Per un attimo credeva di stare ancora sognando.

Usando lo stesso binocolo si diede una bella botta in testa, aggiungendo un nuovo bel bernoccolo a fare compagnia al primo che si era procurato contro il muretto, dopodiché riprese a spiare i due diretti interessati constatando che, no… non stava sognando.

“Allora c’è speranza… caro ragazzo mio ti avevo mal giudicato perdona la mia fiducia mal riposta” esclamò commosso tra le lacrime soffiandosi il naso sulla coperta stessa che aveva appresso.

Ma nemmeno qualche minuto era passato che i due già avevano ripreso le distanze e sembravano essere tornati a discutere.

Urick alzò un sopracciglio in segno di disappunto.

Un minuto prima li trovava ad amoreggiare e un minuto dopo si comportavano da perfetti estranei?

Quei due avevano davvero qualche serio problema relazionale.

Ad un certo punto si ritrovò persino a contemplare le buffe movenze di Nowe che muoveva il capo e le braccia in modo impacciato quasi si stesse scusando di qualcosa.

Nell’assistere a quella scena pietosa era quasi stato tentato di lanciargli il binocolo in testa.

“Non… ci posso credere… mmh… penso serva un incentivo in più a quei due… qualcosa che ricordi loro che il letto non serve solo per dormire.” pensò Urick tra sé e sé mentre un ghigno compiaciuto e perverso gli compariva sul volto.

Afferrò la sua fedele coperta e il suo amato binocolo al volo e scese a gran velocità dal tetto per dirigersi nella locanda in questione dove Nowe e Manah alloggiavano.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Sempre al tuo fianco ***


 Notte fonda.

Eppure nonostante l’ora tarda qualcuno bussava insistentemente alla porta della locanda.

L’anziana padrona del locale scese lentamente giù per la scale ancora mezza addormentata, stropicciandosi gli occhi per la stanchezza e sbadigliando sonoramente.

Chi diamine poteva mai essere a quell’ora di notte?

Appena aprì la porta riconobbe immediatamente il viso dell’uomo dai bizzarri capelli bianchi che le si parò davanti.

“Oh… ma voi siete…”

“Vorrei alloggiare in questa locanda per la notte se non le spiace” la interruppe Urick con tono calmo e tranquillo.

“Mi spiace ma le camere sono tutte occupate e…”

“No, forse ha frainteso le mie parole… non sono venuto qui semplicemente per dormire…” la scrutò lui facendole un cenno di intesa con la testa.

La vecchia ci pensò su un momento e immediatamente comprese le intenzioni del giovane uomo.

“Ah bè in questo caso cambia tutto… ma per “quello” il prezzo si alza signore…”

Ma non la lasciò finire che Urick tirò fuori da sotto il mantello un piccolo involucro di pelle il cui prezioso contenuto tintinnava nel silenzio notturno.

“Mi segua prego” concluse l’anziana donna facendogli cenno di entrare e accomodarsi.

 

 

Era accaduto tutto troppo in fretta.

Quel tremendo incubo le aveva riportato alla mente orribili ricordi del passato, che credeva essere riuscita da tempo a lasciarsi alle spalle.

Ma nulla si cancella, le terribili cicatrici del passato sono sempre li, rinchiuse nel suo inconscio più profondo sempre in attesa di venire a galla per tormentarla.

E quella notte ne era stata la conferma.

In un attimo di confusione e debolezza si era appoggiata a Nowe nel tentativo di calmarsi e dimenticare.

Ma mai e poi mai si sarebbe aspettata che il giovane ragazzo drago l’avrebbe stretta a sé in quel modo così dolce e affettuoso.

Il suo cuore aveva perso un battito in quel momento.

Nessuno l’aveva mai abbracciata a quel modo.

Era una sensazione nuova, alquanto insolita certo, ma molto piacevole.

Sentirsi confortata da quel calore a tal punto da abbandonarsi tra le sue braccia, dimenticando per un attimo tutto  il resto.

Il culto degli Dei, quelle terribili battaglie, i distretti, la roccaforte, i sigilli, il sangue, gli innocenti da difendere, Caim…

In quel momento il peso delle sue colpe le apparivano come qualcosa di così distante… l’unica cosa a cui riusciva a pensare era il battito del cuore del ragazzo che accelerava sempre di più.

Poteva sentirlo… batteva forte solo per lei.

Si sentiva lusingata e allo stesso tempo terrorizzata da tutto ciò.

Eppure senza nemmeno accorgersene si era ritrovata a stringerlo forte e a lasciarsi cullare da quelle forti braccia che la cingevano delicatamente e allo stesso tempo con fermezza assoluta.

Era un lato di Nowe che la giovane non aveva mai avuto occasione di conoscere.

Nonostante la differenza di età, quel ragazzo si stava mostrando più maturo di quanto gli era apparso inizialmente.

“Grazie…”

Nell’udire quelle parole il viso del ragazzo si era illuminato di gioia regalandole un dolce sorriso riservato solo e unicamente per lei.

Manah si sentiva in imbarazzo. L’aveva fatto preoccupare lo sapeva e un po’ si sentiva in colpa.

“Scusami…” aveva infine sussurrato con aria malinconica.

“Per cosa?” aveva immediatamente risposto di rimando lui fissandola con aria perplessa.

A quell’affermazione Manah emise un lieve quasi impercettibile sospiro.

“Per poco fa… per aver… no, lascia perdere.”

Nowe la osservava con aria alquanto imbronciata.

Normalmente Manah avrebbe considerato la reazione di lui alquanto buffa, ma in quel momento non era dell’umore per pensare certe sciocchezze.

“Massi infondo ai tuoi occhi sono solo un ragazzino per te, non un uomo….” Aveva bisbigliato il giovane con tono seccato.

“Cosa…? Potresti ripetere?”

“No è solo che… cioè… io…”

Impacciatamente lo vedeva agitarsi e fare assurdi gesti con le mani nel tentativo di giustificarsi.

“Pensi davvero che io non ti consideri un uomo solo perché hai sei anni meno di me?”

“…”

Silenzio.

Nessuna risposta.

Manah lo prese come un segno di assenso.

“Non posso credere che davvero hai pensato una simile stupidaggine!” continuò la bionda stizzita.

Lui nuovamente non rispose, si limitò ad abbassare lo sguardo con aria ferita.

“E allora cosa sono per te?” chiese in un sussurro il giovane.

Di nuovo silenzio.

Stavolta era lei a non sapere cosa dire.

Non riusciva a capire dove volesse arrivare.

Perché era così gentile con lei?

Perché combatteva al suo fianco pur conoscendo la verità sul suo passato?

Perché quella notte l’aveva abbracciata?

Troppe domande iniziarono a sovrapporsi nella sua mente una dietro l’altra.

Ma nessuna risposta... solo domande… troppe.

Si limitò quindi a distogliere lo sguardo per lo sconforto.

Così facendo l’ennesimo inquietante silenzio scese nuovamente sulla stanza.

Anche se per poco.

Improvvisamente furono infatti distratti da un lieve tonfo che proveniva dalla stanza affianco alla loro.

Senza contare che ad un certo punto si potè udire un lieve fruscio di vestiti, appena percettibile.

Niente di particolarmente insolito.

Almeno finché non si udì una voce femminile ansimare nel cuore delle notte.

Si trattava dei loro vicini di stanza.

E dai rumori che si sentivano, soprattutto dalle parole sconce di lei e dal costante cigolio delle molle del letto, non era molto difficile dedurre in quale attività fossero impegnati.

“Ah… Si! Ancora… più veloce…”

A quelle parole i due si voltarono molto, ma molto lentamente, verso il muro da cui si udivano le voci con aria incredula.

Nowe aveva gli occhi sgranati e il suo viso si era nuovamente accesso di un lieve rossore.

Manah invece fissava quel dannato muro da cui provenivano quei rumori alquanto fastidiosi in un misto di rabbia e incredulità.

Non ci poteva credere.

Ora pure i vicini di stanza che facevano sesso e in modo alquanto rumoroso poi… manco lo stessero facendo apposta a farsi sentire.

Tutto ciò stava davvero cadendo nel ridicolo.

Anche se in verità, bisogna specificare in proposito che non era uno scherzo del destino come pensava la giovane maga, era davvero tutto calcolato.

Inutile dire che il loro vicino di stanza non era altro che lo stesso Urick, che alloggiava nella stanza affianco alla loro ed era impegnato in una alquanto sensuale e selvaggia attività amorosa, nella speranza magari di essere da esempio per i due giovani affinché smettessero di pensare ai loro dannati dilemmi esistenziali e si lasciassero andare per una volta al piacere dei sensi.

Piano alquanto senza senso e inconcludente visto che, quel poco di intesa che si era creata tra loro, si era totalmente dissolta.

Manah poi,infastidita e alquanto seccata dall’assurdità di quella situazione, voltò le spalle al ragazzo tornando a dormire sotto le coperte, tappandosi le orecchie col cuscino.

Nowe non reagì, continuava ad osservare il muro con aria assente, mentre poteva sentire le urla della donna diventare sempre più alte.

“Di più… Ah! Voglio… più forte…!”

Nell’udire la voce della giovane il ragazzo arrossì ancora di più.

Per un attimo ebbe quasi l’impressione di conoscere la voce maschile che si univa a quella della ragazza, ma al momento era troppo preso dai suoi pensieri per farci caso.

Non ne comprendeva il motivo ma…  per qualche strana ragione udire quelle urla di piacere lo fece rabbrividire in maniera quasi impercettibile.

E un pensiero gli attraversò la mente. Qualcosa che lo fece vergognare in una maniera indescrivibile.

Velocemente si mise a letto dando le spalle alla bionda accanto a lui e serrando fortemente gli occhi cercando di ignorare quei rumori molesti.

L’assurdo e perverso piano di Urick alla fine non era stato proprio inutile.

Infatti Nowe, a differenza di Manah, era rimasto alquanto turbato da quello che stava accadendo nella stanza affianco.

Poiché il giovane aveva finalmente realizzato con assoluta certezza cosa volesse in quel momento.

Dopo quell’abbraccio improvviso… si era accorto di desiderarla.

Sentire il calore dei loro corpi abbracciati ancora una volta.

Accarezzare quei stupendi capelli biondi, toccare quella pelle così morbida e profumata che sapeva di camomilla.

Sentirla gemere di piacere tra le sue braccia. Farla sua.

Inutile dire che tutto ciò iniziò a provocargli un vero e proprio conflitto interiore.

Come poteva arrivare a fare pensieri del genere su Manah?

Possibile che bastava una giovane coppia di amanti a fargli venire in mente certe idee sconce?

Sprofondò sotto le coperte sconsolato nel tentativo di prendere sonno e scacciare quei pensieri, ma senza successo.

“Che hai da agitarti tanto?” si alzò nuovamente lei alquanto irritata.

“N… nulla…” farfugliò lui nascosto sotto le lenzuola.

La bionda lo scrutava con aria interrogativa.

Proprio in quel momento i rumori della stanza affianco cessarono.

Evidentemente avevano concluso.

“Nowe..?” le si avvicinò sfiorandogli la spalla con le dita, alzando leggermente il lenzuolo con l’altra mano.

Il ragazzo con uno scatto veloce si voltò afferrando il lenzuolo per coprirsi, cercando di prendere le distanze da lei.

Sfortunatamente ottenne solo di cascare dal letto con un tonfo, attutito dalle lenzuola che si era trascinato nella caduta.

E non solo.

Manah nel tentativo di afferrarlo era caduta anche lei finendo per trovarsi distesa sopra di lui.

“Ahi…” si lamentò Il giovane cercando di rialzarsi, portandosi una mano sul fianco dolorante.

“Pfff… sei sempre il solito” ridacchiò lei facendo leva con le braccia per sollevarsi un po’, mettendosi a sedere, mentre cercava di contenersi dal ridere con poco successo.

Quella notte era la più assurda che avessero mai passato insieme senza dubbio.

Nowe tra l’altro, anche lui riuscito ad alzarsi leggermente con il busto, si era totalmente perso nel contemplarla.

Era così bella quando rideva.

Era sempre stata una donna dal portamento fiero e inflessibile era raro vederla sorridere o ridere con dolcezza.

La giovane maga si accorse dello sguardo del ragazzo su di sé e prima che potesse dire o fare qualcosa si chinò su di lui abbracciandolo teneramente.

“Per me non sei uno stupido ragazzino anzi… non so proprio come farei senza di te… grazie di tutto Nowe.”

“Non sei arrabbiata allora?” chiese timidamente, ricambiando l’abbraccio e nascondendo il viso nell’incavo del collo di lei.

“Certo che no… mi sei stato accanto quando stavo male, mi hai salvato la vita, mi stai aiutando nella mia missione senza chiedere mai nulla in cambio, mi hai accettata nonostante… ” Quelle ultime parole però non riuscì a pronunciarle lasciando la frase in sospeso, sapendo che lui di sicuro avrebbe compreso.

“Anche tu hai fatto tanto per me… mi hai aperto gli occhi sulla vera identità dei cavalieri del sigillo e… il passato è passato… io… voglio restare al fianco della Manah che ho davanti a me non di…” ma non riuscì a finire la frase nemmeno lui.

Si era bloccato nel sentire le dita morbide di lei che gli sfioravano il collo.

“Perché ogni volta che mi avvicino a te il tuo cuore batte così forte e diventi improvvisamente così… caldo?” Affermò la bionda incrociando il suo sguardo con quello del ragazzo che seguiva ogni più piccolo suo movimento.

Quegli stupendi occhi rossi… ci si perdeva sempre ogni qualvolta li incrociava.

Quanto avrebbe voluto confessarle quello che provava, dirle quanto l’amava.

Se solo lei lo avesse voluto si sarebbe fatto nemico il mondo intero pur di restare al suo fianco.

Qualsiasi cosa pur di renderla felice e vederle quello stupendo sorriso dipingersi sul suo volto.

Ma era troppo difficile dire tutto ciò a parole.

Si sentiva quasi come ipnotizzato da quella ragazza, non riusciva mai ad esprimere quello che veramente voleva davanti a lei.

Manah continuava a scrutarlo accarezzandogli le guance  arrossate con le dita e contemplando quegli stupendi occhi azzurri così candidi e innocenti.

Lentamente si avvicinò verso il viso del giovane. Poteva quasi sentire i loro respiri fondersi.

“Davvero desideri avere al tuo fianco una come me?” disse in un sussurro contro le labbra di lui.

Nowe a quelle parole sgranò gli occhi, mentre sentiva i battiti del suo cuore accelerare sempre di più.

“Si…” disse semplicemente cercando di restare calmo.

“Perché?”

“Deve per forza esserci un perché?”

“Ci sono tante altre donne… quella Eris per esempio…”

“Eris è come una sorella per me… è diverso”

“Ma…”

“Io voglio solo te.” concluse lui seccato afferrandola saldamente per le braccia senza mai distogliere lo sguardo dal suo.

Manah non sapeva cosa dire.

Tra tante donne… perché proprio lei? Senza contare che una come lei non meritava affatto di essere amata.

Perché era stato proprio il desiderio di ricevere amore a condurla alla follia.

E il pensiero di ricadere in quel baratro senza fondo da cui era riuscita a uscire con tanta fatica la terrorizzava.

Eppure lui non aveva smesso nemmeno per un secondo di ammirarla.

Restava immobile davanti a lei quasi stesse aspettando il più piccolo cenno di approvazione da parte sua.

Ma la giovane maga proprio non sapeva cosa fare.

Il pensiero di abbandonarsi tra le braccia di Nowe la tentava, ma allo stesso tempo la spaventava.

“Non posso…” riprese lei spezzando l’ennesimo silenzio nella stanza.

“Perché no?”

“Ti prego Nowe… non capiresti”

“E allora spiegamelo! Raccontami cosa ti tormenta… io… ti ascolterei per ore, farei qualsiasi cosa per…”

Manah lo zittì poggiando l’indice sulle labbra del ragazzo.

“Domani, quando ci sveglieremo tornerà tutto come prima… riprenderemo a combattere, a stroncare le vite dei nostri nemici, continueremo la ricerca dei distretti e del prossimo sigillo da distruggere e assisteremo alla sofferenza di tante troppe persone… tutto questo mi spaventa… ma è questo il mio destino, solo così posso scontare le mie colpe”

“Già… domani tornerà tutto come prima ma… stanotte siamo solo noi due e nient’altro.”

“Nowe…?”

“Manah posso… toccarti?” chiese lui in un sussurro.

La maga a quelle parole si sentì mancare un battito.

Il ragazzo la osservava imbarazzato ma allo stesso tempo continuava a non allentare la presa sulle sue spalle.

Attendeva una risposta.

E la bionda aveva finalmente compreso le intenzioni del ragazzo.

Ecco perché si era comportato in modo strano tutta la notte.

Manah non rispose, si limitò ad abbassare lo sguardo per l’imbarazzo e a fare un lieve cenno di assenso con la testa.

Immediatamente sentì le braccia di Nowe stringerla forte in un caldo abbraccio per l’emozione quasi fino a farle mancare il respiro.

“Per stanotte se lo desideri… sarò tua” disse lei mentre un lieve rossore le compariva sulle gote, lasciando che il ragazzo drago la prendesse in braccio per poi poggiarla delicatamente sul letto.

“No ti sbagli, dopo stanotte io non ti lascerò più andare” aveva chiarito lui sorridendole dolcemente e sdraiandosi al suo fianco.

“Nowe…”

“Quando tutto questo sarà finito… creeremo un futuro tutto nostro… lontano dalle battaglie, dal gioco degli Dei e da tutto il resto. Io ti proteggerò Manah.”

Nell’udire quelle parole la ragazza dovette trattenersi dal piangere di nuovo.

Quel ragazzo era incredibile.

Così ingenuo… certo spesso era frettoloso e infantile, eppure solo lui riusciva a farle credere che c’era ancora speranza di guardare con positività al futuro.

Per una come lei poi che non vedeva altro che morte e distruzione accanto a sé.

Poggiò le mani sul suo petto perdendosi nuovamente in quegli stupendi occhi cerulei, accorciando le distanze tra loro e baciandolo dolcemente sulle labbra.

Nowe spalancò gli occhi per lo stupore a quel contatto inaspettato… poteva sentire le labbra morbide e vellutate di lei fare una leggera pressione sulle sue.

Chiuse gli occhi e si lasciò andare, smettendo di pensare, stringendola nuovamente tra le sue braccia e approfondendo il bacio.

L’indomani avrebbero ripreso le loro battaglie per decidere le sorti del mondo certo… ma almeno per quella notte il loro unico desiderio era quello di stare insieme e dimenticare tutto il resto.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Resoconto di un'interminabile notte ***


Ultimo capitolo.

Per evitare confusione ve lo dico sin da subito. Le parti in corsivo sono frammenti di ricordi della notte passata. Purtroppo qui su Efp il corsivo non si distingue molto dalla scrittura normale accidenti X(

Buona lettura.

 

 

 

 

Quell’interminabile, quanto assurda notte, era passata.

I flebili e caldi raggi solari che filtravano dalle finestre delle abitazioni annunciavano l’inizio di un nuovo giorno.

Incredibile pensare che nel giro di una nottata fossero accadute tante cose.

Nella locanda già i primi clienti più mattinieri erano scesi per la colazione. Uno tra tutti si distingueva per l’insolito colore di capelli alquanto innaturale per la sua età.

Urick era stato uno dei primi a scendere nel salone della locanda per godersi in santa pace una buona tazza di latte fumante. Sul tavolo vi erano sparpagliate le varie mappe del posto con su indicate le ubicazioni dei distretti che già avevano visitato.

L’uomo mascherato fissava pensieroso quelle carte.

Sapeva che non gli restava molto tempo.

Presto sarebbe arrivato il suo turno.

Non aveva rimpianti, dopo tanti anni passati a nascondersi finalmente aveva deciso di rendersi utile e uscire allo scoperto. Inoltre doveva ammettere che si era parecchio divertito in compagnia del giovane ragazzo drago e della principessina bionda.

Conoscendo Nowe, era quasi più che certo che non l’avrebbe presa molto bene, ma non c’era nulla da fare… era il suo destino.

E a lui andava bene così.

Mandò giù un sorso, dopodiché prese a scrivere qualche appunto utile per il viaggio.

Di tanto in tanto dava una sbirciatina verso le scale che conducevano al primo piano ove si trovavano le stanze.

Si chiedeva quando quei due sarebbero scesi per la colazione.

Non aveva fretta anzi, potevano pure prendersela con calma, erano in un luogo tranquillo ed era ancora presto visto che il sole era sorto da poco ma… l’uomo tradiva nel suo sguardo una certa ansia dovuta alla sua irrefrenabile curiosità di essere messo al corrente di cosa fosse accaduto tra quei due.

Purtroppo quella notte, dopo il suo incontro amoroso con una delle ragazze del posto, si era addormentato quasi subito e non aveva avuto occasione di spiare come si deve i due giovani che alloggiavano nella stanza affianco alla sua.

Proprio mentre era intento a fissare la scalinata gli passò accanto una delle cameriere che gentilmente gli porse sul tavolo una fetta di crostata di mele.

“Offre la casa” disse la fanciulla sporgendosi sul tavolo con aria ammiccante, mettendo così in mostra le sue due meravigliose doti più in vista.

“Ti ringrazio mio bel fiorellino” rispose di rimando facendole l’occhiolino.

La giovane ricambiò con uno sguardo d’intesa e si congedò passandogli accanto e poggiando delicatamente la mano sulla spalla di lui.

Urick si lasciò scappare un sorriso compiaciuto nel vederla allontanarsi.

Non ricordava che avesse un seno così prosperoso e pensare che l’aveva avuto a disposizione tutta la notte.

“Bè si vede che la piccola ha gradito il servizio di ieri notte” rise tra sé e sé mentre fissava sul tavolo la fetta di dolce.

 

 

 

La giovane dai capelli biondi lentamente si destò dal suo lungo sonno.

Si stropicciò gli occhi per mettere a fuoco le immagini attorno a sé e fare mente locale.

Quella notte era stata un susseguirsi di eventi assurdi e incomprensibili.

Ancora assonnata si mise a sedere cosicché il lenzuolo le scivolò sulle gambe. Un leggero spiffero proveniente dalla finestra socchiusa la fece rabbrividire. E proprio in quel momento si rese conto di essere completamente nuda. Afferrò imbarazzata il lenzuolo per coprirsi fin su le spalle.

Immediatamente realizzò con chiarezza assoluta cosa era accaduto quella notte.

Lo stupido scherzo di Urick, il suo terribile incubo, la discussione con il giovane ragazzo drago sul loro futuro insieme e poi… poi…

La ragazza arrossì lievemente al ricordo di quello che era accaduto successivamente.

Si voltò lentamente. Accanto a lei c’era Nowe che ancora dormiva tranquillo.

Le braccia del ragazzo le cingevano i fianchi, evidentemente aveva dormito stretta tra le sue braccia e cullata dal suo calore tutta la notte, ecco perché, nonostante non avesse praticamente nulla addosso, non aveva minimamente risentito del freddo notturno.

Manah si perse totalmente nel contemplare il volto del giovane che ignaro le dormiva accanto e, delicatamente, passò le dita affusolate tra i morbidi capelli castano nocciola di lui.

Non si era mai resa conto di quanto fosse bello quel ragazzo mentre dormiva. Il viso rilassato e disteso, quasi come se in quel momento qualsiasi preoccupazione non potesse sfiorarlo.

 

 

“Quando tutto questo sarà finito… creeremo un futuro tutto nostro… lontano dalle battaglie, dal gioco degli Dei e da tutto il resto. Io ti proteggerò Manah.”

 

 

La giovane sorrise dolcemente e, chinandosi su di lui lo baciò delicatamente sulla fronte, sfiorandolo appena, per evitare di svegliarlo.

Quel ragazzo era così ingenuo… vedeva al futuro sempre con così tanto ottimismo e anteponeva il bene degli altri al suo.

Era riuscito a sciogliere persino il suo di cuore, nonostante fosse sempre stata convinta d’averlo perduto da tempo immemore.

Non credeva che sarebbe mai stata capace di amare ed essere amata a sua volta da qualcuno.

Aveva accettato la sua vita di solitudine al servizio dei deboli e degli innocenti come espiazione per le sue terribili colpe.

E invece quel ragazzo era riuscita a cambiarla.

Lentamente si allontanò dal lui e si mise a sedere a bordo del letto, guardandosi intorno, alla ricerca dei suoi vestiti sparsi chissà dove.

Il ricordo di quella notte passata insieme era ancora vivida nella sua mente.

 

 

“Per stanotte se lo desideri… sarò tua” disse lei mentre un lieve rossore le compariva sulle gote, lasciando che il ragazzo drago la prendesse in braccio per poi poggiarla delicatamente sul letto.

“No ti sbagli, dopo stanotte io non ti lascerò più andare” aveva chiarito lui sorridendole dolcemente e sdraiandosi al suo fianco.

“Nowe…”

Poggiò le mani sul suo petto perdendosi nuovamente in quegli stupendi occhi cerulei, accorciando le distanze tra loro e baciandolo dolcemente sulle labbra.

 

 

“Manah…” aveva bisbigliato il giovane facendo sobbalzare la ragazza al suo fianco intenta a rivestirsi.

Lei si voltò e tirò un sospiro di sollievo nel constatare che semplicemente aveva parlato nel sonno.

Chissà… forse stava facendo qualche bel sogno su di lei.

A quel pensiero la bionda rise divertita, mentre indossava la sua maglia a mezze maniche allacciando pazientemente i lacci sul colletto.

 

 

Si sentì quasi mancare il respiro mentre baciava sempre più appassionatamente le labbra del suo giovane amante.

Quando finalmente si staccarono per riprendere fiato, avvertì le dita di lui che con fare incerto scioglievano i lacci della maglia, lasciando che l’indumento scivolasse verso il basso, mostrando così alla vista le candide grazie della ragazza.

Manah dovette trattenere il suo impulso istintivo di coprirsi il petto con le mani per l’imbarazzo.

Nowe invece contemplava incantato le sue stupende forme femminili.

Lei non riusciva comunque a reggere il suo sguardo, quindi preferì chiudere gli occhi per l’imbarazzo stringendo saldamente le lenzuola con le mani.

“Manah?”

“Va… tutto bene. Puoi toccarmi se vuoi…” aveva sussurrato con voce flebile rotta dall’emozione.

Il ragazzo annuì timidamente e si chinò nuovamente per baciarla mentre accarezzava delicatamente quel seno così morbido al tatto.

 

 

“Manah? ” la voce di lui la risvegliò dai suoi pensieri.

“Buongiorno” disse tranquillamente lei sorridendogli, mentre era intenta a sistemare i lacci sul suo braccio.

Nowe si alzò ancora un po’ assonnato e, inutile dirlo, ebbe la stessa identica reazione iniziale di lei, infatti appena si accorse delle sue nudità afferrò saldamente il lenzuolo per coprirsi.

Manah non poté non lasciarsi sfuggire una risatina per quella buffa scena che le si proponeva davanti.

Proprio in quel momento però avvertì le braccia del ragazzo cingerle le spalle da dietro abbracciandola teneramente.

La giovane maga non disse nulla, si limitò ad abbandonarsi a quell’abbraccio e a lasciarsi cullare da quel calore così familiare che l’aveva scaldata tutta la notte.

Il ragazzo iniziò a baciarla dolcemente sul collo, spostando con le dita le ciocche di quei meravigliosi capelli biondi così lisci e sottili che amava tanto.

Manah si voltò leggermente per incrociare lo sguardo del ragazzo.

Si perse nuovamente nel contemplare quegli stupendi occhi azzurri e senza accorgersene si era avvicinata al volto di lui sfiorandogli appena le labbra.

Nowe però la precedette facendo pressione tra le loro labbra, baciandola con trasporto, lasciandola senza fiato.

“Nowe… dovresti vestirti non pensi?” puntualizzò lei staccandosi divertita dalle labbra del ragazzo per riprendere fiato.

“Oh… ehm… giusto…” farfugliò lui ricordandosi di essere completamente nudo sotto il lenzuolo.

 

 

“Nowe… dovresti… anche tu…” sussurrò lei indicando i suoi vestiti.

“Oh… certo…” rispose imbarazzato mentre si sfilava la maglia nera mostrandosi a petto nudo davanti la maga bionda.

Manah restò in silenzio mentre scrutava il corpo atletico del ragazzo che le si parava davanti.

Si abbracciarono dolcemente lasciando che i loro corpi così diversi tra loro si sfiorassero, cosa che fece rabbrividire entrambi.

Manah non disse nulla, lo lasciò fare, benché un lieve tremore tradiva il suo imbarazzo mentre lui era intento a sfilarle quello che restava dei suoi indumenti.

Avvertiva su di sé gli occhi del ragazzo che osservavano ogni centimetro del suo corpo.

Un baciò a porsi sul petto dove sentiva pulsare forte il cuore di lui che batteva sempre più forte solo per lei.

 

 

“Ve la siete presa comoda eh?” scherzo Urick appena intravide i due giovani fare capolino nel salone della locanda per la colazione.

Manah non rispose a quell’affermazione, si limitò a fulminare l’uomo con uno sguardo gelido per poi dirigersi verso il bancone per ordinare qualcosa.

“Da quanto sei qui?” chiese Nowe sedendosi accanto a lui.

“Abbastanza da constatare che voi due non siete per niente mattinieri ragazzo mio”

Nowe rise divertito a quell’affermazione.

Urick era sempre il solito, riusciva a prenderla con filosofia in ogni situazione col suo bizzarro senso dell’umorismo. Anche se c’era da chiedersi se questa stavolta sarebbe bastato a salvarlo dalla tremenda vendetta di Manah che non aveva gradito quel suo simpatico scherzo.

“Allora… com’è andata stanotte?” domandò l’uomo mascherato con sguardo malizioso senza girarci troppo attorno.

Nowe a quella domanda improvvisa e inaspettata per poco non cadde dalla sedia.

“In… in che senso?”

“Oh andiamo hai condiviso lo stesso letto con la principessina bionda, non ci credo che avete solo dormito… su raccontami com’è andata?” sghignazzò Urick che scrutava sempre più con fare indagatore la faccia del ragazzo che diventava sempre più rossa.

“L’hai fatto apposta non è vero?” inveì una voce femminile alle loro spalle.

“Può darsi” rispose di rimando l’uomo tornando serio mentre Manah prendeva posto vicino a Nowe, posando sul tavolo due ciotole di latte e un vassoio con dei biscotti alle mandorle.

“Sei senza ritegno… siamo nel bel mezzo di una guerra e tu pensi a questi stupidi scherzi”

“Mi avevi detto di prenotare una stanza per la notte, non mi pare avessi specificato che la volevi con due letti singoli.”

Manah sbuffò stizzita a decise di ignorarlo consumando il suo pasto.

Nowe in tutto questo non riusciva a sostenere lo sguardo di nessuno dei due.

Invidiava la capacità di Manah di dialogare con Urick come se quella notte tra loro non fosse successo praticamente nulla.

Mandò giù un sorso di latte per calmarsi un po’.

Manah era tornata quella di sempre, la sua compagna di battaglie fiera, inflessibile e distante.

E pensare che durante quella notte passata insieme aveva visto, per la prima volta, un lato della giovane donna così dolce e accondiscendente di cui non aveva mai minimamente sospettato l’esistenza.

 

 

“Nowe…” gemette il suo nome contro le sue labbra, stringendosi forte alle sue spalle mentre cercava di sopportare quel lieve fastidio iniziale.

Il ragazzo drago rimase immobile su di lei, facendo leva sulle braccia e fissandola intensamente negli occhi.

“Manah… io…”

“Piano…” sussurrò la maga facendo pressione con le mani sui fianchi di lui per farlo rallentare.

“Perdonami…” si scusò cercando di tenere a freno il suo impulso di andare più veloce.

Ogni movimento sembrava divenir sempre più piacevole, lentamente si lasciò trasportare da quel turbine di emozioni da cui si sentiva totalmente sopraffatta.

Tuttavia si portò una mano davanti la bocca per evitare di emettere alcun suono. Si vergognava terribilmente al pensiero di urlare o ansimare di piacere proprio come aveva fatto la donna della stanza affianco prima.

Il giovane continuò imperterrito, cercando di approfondire il piacevole contatto tra i loro corpi, baciandole dolcemente una guancia nel mentre aumentava il ritmo delle spinte.

Giunta al limite, ella avvertì la propria mente annebbiarsi, lasciandosi andare tra le braccia del suo uomo con un sospiro appena percettibile, graffiandolo persino nell'istante in cui lui fece altrettanto.

Ansimanti si guardarono intensamente negli occhi ancora annebbiati dal piacere, scambiandosi un ultimo bacio a fior di labbra per poi accasciarsi entrambi esausti sul fianco.

Non dissero nulla.

Non c’era nulla da dire.

Lentamente, mentre riprendevano fiato, si abbracciarono dolcemente cullandosi a vicenda con qualche carezza, prima di scivolare lentamente in un profondo sonno ristoratore.

 

 

“Non li mangi quelli?” domandò Urick indicando i biscotti.

“Uh? Cosa?”

“Si può sapere a cosa stai pensando ragazzo? Smettila di restare imbambolato e mangia su” lo prese in giro l’uomo mascherato rubandogli alcuni dei biscotti dal piatto.

“Oh… giusto” farfugliò Nowe con fare impacciato.

Si era totalmente perso nei ricordi della notte precedente.

Anche se più passavano le ore e più iniziava a dubitare che fosse davvero successo tutto realmente.

Chissà forse era stato un bel sogno.

Urick continuava a fissarlo con un ghigno malefico dipinto sul volto.

“Povero il mio ragazzo stanotte la nostra Lady proprio non ti ha lasciato dormire eh? Ti ha steso a dovere.” scherzò nuovamente il compagno.

Nowe a quell’uscita gli andò di traverso il latte, Manah invece alzò un sopracciglio in segno di disappunto, trattenendo l’ennesimo impulso omicida nei confronti di quel burlone che si dilettava a prenderli in giro.

“Detto da uno che si diverte a copulare con una prostituta proprio nella stanza accanto alla nostra poi” replicò la bionda seccata.

“Colpito e affondato. Sei sempre stata una donna sveglia mia cara Lady.”

“Cosa? Eri tu?” Affermò Nowe incredulo.

 “Sono pur sempre un uomo ho bisogno di divertirmi qualche volta”

“Con una prostituta.” puntualizzò Manah per ripicca.

“Era una cameriera. Suvvia principessina non offenderla così, non sarai mica gelosa? Se proprio ti sentivi sola, ieri notte ti avrei fatto compagnia volentieri sotto le coperte.”

A quell’affermazione stavolta fu Nowe a fissarlo con aria non proprio cordiale.

Reazione che non sfuggì all’uomo dai capelli bianchi che trovava sempre più divertente stuzzicare quei due.

“Ragazzo mio non fraintendermi, era solo una battuta, non sto tentando di corteggiare la tua donna.”

“La mia… ! Ma no ecco… cioè…” iniziò a farfugliare impacciatamente il giovane colto alla sprovvista.

“E comunque non è il mio tipo di donna, certo è molto bella ma io preferisco quelle dal seno molto più abbondant… ahia!” si lagnò l’uomo, constatando che Manah da sotto il tavolo gli aveva appena assestato un bel calcio al ginocchio.

“La prossima volta potrei mirare al centro invece che limitarmi alle gambe” sibilò la bionda a denti stretti irritata.

“Che donna.”  

Nowe sospirò amareggiato a quella scena.

Benché Urick stesse scherzando come suo solito, era stato comunque colto da un improvviso attacco di gelosia.

Da quando era diventato così possessivo?

Tuttavia immediatamente smise di porsi altre domande appena avvertì la mano della compagna, che di nascosto dallo sguardo di Urick, delicatamente sfiorava la sua per poi stringerla dolcemente.

“Si può sapere cosa stai cercando di ottenere con queste provocazioni?” concluse la ragazza seccata da quella situazione.

“Nulla. Proprio nulla.” rispose tranquillo Urick sorridendo compiaciuto e riprendendo a consumare il suo pasto.

Oramai non aveva bisogno di conferme.

Ne era certo. Dopo tutto quel trambusto era riuscito miracolosamente a far accadere qualcosa tra quei due.

Li vedeva entrambi diversi, come se qualcosa tra loro fosse cambiato.

Ne era valsa la pena passare la notte in bianco su un tetto con un binocolo come unica compagnia.

Certo non sapeva spiegare come fosse riuscito in una simile e ardua impresa, ma alla fine era pur sempre il risultato che contava.

Nowe nel frattempo, ritrovata la calma, ricambiò la stretta di mano di lei cercando di non apparire sospetto davanti ad Urick.

Non era stato un sogno. Certo, Manah apparentemente poteva sembrare sempre la stessa ma… era chiaro che quel suo lato così dolce e affettuoso lei l’avesse mostrato solo a lui e nessun altro. Cosa che non potè che renderlo felice e lusingato allo stesso tempo.

Conclusa la colazione e dopo essersi congedati per l’ultima volta con l’anziana padrona del posto, i tre uscirono dalla locanda per riprendere il loro viaggio, lasciandosi alle spalle gli assurdi avvenimenti di quella notte.

“Nowe… sei sicuro che non te ne pentirai?” bisbigliò Manah sottovoce accanto al ragazzo per non farsi sentire da Urick che li aveva preceduti in avanti sul sentiero.

“Non farmi domande sciocche.”

“Ma…”

“Io ti amo… tutto il resto non conta…” disse di getto in un sussurro appena percettibile voltandosi dall’altra parte per l’imbarazzo.

La maga a quella dichiarazione del tutto inaspettata sorrise dolcemente rincuorata da quelle parole.

Urick che li scrutava di soppiatto facendo finta di niente ghignò compiaciuto.

“Oror amico mio mi devi un favore” bisbigliò con tono scherzoso rivolto verso il cielo.

 

 

 

Fine.

E menomale che doveva inizialmente essere una one shot sono addirittura diventati 4 capitoli xD

Spero per quei pochi che l’hanno seguita che vi sia piaciuta ;)

La mia prima lemon su Nowe e Manah tralalalala *zompetta fiera di se stessa*

Un ringraziamento particolare alla mia Sensei Sara Michaelis_Ciel che mi sostiene con costanza nelle mie fic drakengardiane con i suoi preziosi consigli ç_ç  Grazie anche a Justice gundam sono contenta che tu abbia apprezzato le mie fic su questa coppia *commossa*

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=952524