Dall'altra parte

di Margaret Moonstone
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentazione ***
Capitolo 2: *** Una promessa (Prim) ***
Capitolo 3: *** Ben fatto, dolcezza! (Haymitch) ***
Capitolo 4: *** Catnip (Gale) ***
Capitolo 5: *** Close your eyes, when they open the sun will rise (Rue) ***
Capitolo 6: *** Cadere (Mamma Everdeen) ***
Capitolo 7: *** Flowers and Flames (Peeta) ***



Capitolo 1
*** Presentazione ***


Salva a tutti!!!!!! Allora, adesso vi spiego un po’ come stanno le cose….
Ho intenzione di fare una storia di circa sei o sette capitoli, ciascuno raccontato dal punto di vista di uno dei personaggi, che saranno:
-Prim
-Rue
-Gale
-Haymitch
-Peeta (ovviamente…)
- la madre di Katniss
non necessariamente in quest’ordine e magari con l’aggiunta di qualcuno in base al mio stato di “ispirazione”…
Comincio a mettere il primo, e cercherò di aggiornare abbastanza costantemente, soprattutto se vedrò che la storia piace: non voglio stare qui a annoiarvi….
Quindi è molto importante che lasciate un piccolo commentuccio, o almeno sarebbe carino…
Inutile dirvi che sono completamente persa tra le pagine di questo libro, soprattutto perché riesce davvero a trasmettermi emozioni forti…
E poi, beh….PEETAAAAAAAAAAA<3<3<3<3<3
Ora vi lascio, cari appassionati di Hunger Games, e…
 
MAY THE ODDS BE EVER IN YOUR FAVOUR….!
 
*…lady Black Rose…*
 
 

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Capitolo 2
*** Una promessa (Prim) ***


Qualcosa di soffice a contatto con la pelle mi sveglia.
Ranuncolo.
Lo faccio entrare sotto le coperte, e automaticamente allungo il braccio per cercare Katniss.
Katniss.
 
Ora che la mia barriera protettiva di sonno mi ha abbandonata, tutto il dolore può entrare liberamente. Mi fa male la pancia.
La mano spazia sulla stoffa ruvida del materasso, alla ricerca disperata di una presenza umana. Non trova niente.
 
Dov’è mamma?
Ieri sera abbiamo dormito insieme, ma ora lei non c’è. Dov’è?
Mi metto a sedere.
Dov’è?
Il cuore mi batte fortissimo, ho il fiatone, come quando corro dietro alle farfalle, agli scoiattoli… poi magari inciampo, ma c’è sempre qualcuno che mi tira su, e rido.
Ora non rido. Mi bruciano gli occhi, li chiudo e quando li riapro sono pieni di lacrime.
Mi hanno abbandonato. Tutti, mi hanno lasciata sola, non ci sarà più nessuno a tirarmi su.
Poi la vedo.
E’ seduta, su uno sgabello, immobile. Fissa il vuoto davanti a sé. E’ pallida.
Non può essere. Non di nuovo.
Mamma se ne sta andando di nuovo.
 
Per un attimo sono travolta dalla rabbia, ma poi quel pensiero, quella cosa orribile ritorna.
E’ tutta colpa mia.
Lei, loro non ci sono più, ed è tutta colpa mia.
 
Katniss non vorrebbe che dicessi così.
Lei mi stringerebbe forte e mi direbbe di alzare la testa e andare avanti.
Lei lo ha fatto.
Lei è stata la nostra roccia e ha dato tutta sé stessa per prendersi cura di noi.
E adesso che non c’è più io devo essere come lei.
 
Non rimarrò qui a piangere. Sono grande, da questo momento, sono grande.
Farò di tutto per andare avanti, e, finché lo farò, lei vivrà.
 
Mi aveva fatto una promessa: non sarei andata agli Hunger Games.
Non sono andata agli Hunger Games.
Mi ha fatto una promessa: sarebbe tornata.
Tornerà.
 
Asciugo le lacrime e mi alzo in piedi.
Tantissimi rumori provengono da fuori.
Continuano a bussare. Nessuno apre.
Cammino piano, mi avvicino a mamma.
La abbraccio forte. La stringo.
Questa notte non sono stata io a voler dormire con mamma.
E’ stata lei.
La abbraccio. Sono grande. Sono come Katniss.
Sussurro “Andrà tutto bene”.
E so che è vero.
Una promessa.

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Capitolo 3
*** Ben fatto, dolcezza! (Haymitch) ***


“Andiamo Ragazza di Fuoco, usa il cervello se ne hai uno…”
 
Fisso lo schermo come inebetito, sperando che la poppante sia abbastanza sveglia e meschina per capire che farsene di quello sciroppo…
Diavolo ma che si aspettava? Ha la minima idea di quanto possa costare la medicina per l’avvelenamento del sangue? D’accordo, gli sponsor stanno letteralmente impazzendo, ma a questo punto del gioco… accidenti dolcezza, ti facevo più sveglia!
 
Distolgo lo sguardo dall’espressione delusa della ragazza dando le spalle alla parete piena di schermi della stanza dove mi trovo, la postazione riservata ai mentori.
Non ci sono finestre, solo pareti bianche e monitor di ogni dimensione. Sembra di stare fuori dal mondo, nell’Arena…
 
Ricordo quando c’ero io lì… era l’Edizione della Memoria, e Capitol per l’occasione aveva concesso l’onore di partecipare a questa carneficina al doppio delle persone.
Quarantotto tributi.
Già, in confronto questa sembra una passeggiata…
Ma per me ora è molto peggio. Loro non sanno che sta succedendo agli altri, quali pericoli stanno dietro l’angolo…io sì.
Io da qui vedo ogni cosa.
 
Mi sento malissimo.
Ho i nervi tesi e lo stomaco in subbuglio…sarà che Effie mi ha proibito di mettere mano a qualsiasi tipo di alcolico, ma questa edizione sta diventando sempre più stressante.
Mi domando perché mi importi tanto di questi due marmocchi.
Potrei lasciarli andare, vederli morire come è successo a tanti altri prima di loro…
E’ orribile.
Sono rimasto a guardare con le mani in mano per troppo tempo.
La maggior parte delle persone mi odia.
Io stesso, mi odio.
 
Un vincitore… ci costringono a mandare al macello i nostri concittadini, i nostri amici…anno dopo anno. Questa sarebbe la ricompensa? In fondo penso che Capitol lo faccia di proposito: abbiamo vinto, siamo forti…ma loro lo saranno sempre più di noi, e ci tengono a ricordarcelo.
 
Una voce stridula e sgradevole mi riscuote dai miei pensieri malinconici.
“Haymitch! Santo cielo Haymitch!”
 
Effie Trinket.
La donna più irritante e ridicola con cui abbia mai avuto a che fare spalanca la porta, bianca in volto e con un’espressione sconvolta.
Mi volto ipotizzando quale terribile catastrofe si sia abbattuta questa volta sulla sua povera persona… un unghia spezzata? Un senza-voce che sbaglia la dose di sali profumati per il suo bagno? Un capello nel suo pranzo?
 
-“Ma che diavolo le hai mandato? Che sta facendo quella ragazza? Lo sta avvelenando!” esclama invece.
Pe un attimo mi ero dimenticato tutto quanto.
Mi precipito verso gli schermi in tempo per vedere il ragazzo cedere al sonno e un’espressione trionfale sul viso di Katniss.
 
-“Chi è che non sa mentire?”
 
Ahah! Vai ragazza!
Cerco di contenere la mia euforia sotto lo sguardo frastornato di Effie, ma è inutile.
Comincio a pensare che questa ragazza mi assomigli davvero.
 
Orgogliosa,  ostile, meschina…
 
Stupida.
 
Devo aiutarli.
Non posso lasciare che lei muoia.
Se ripenso a tutto quello che mi ha detto il ragazzo prima dell’intervista, di quanto la ami e la sua vita sarebbe straziante sapendola morta…
Lei non se ne rende conto.
Stupida.
Come me.
 
Dopo una ridicola discussione Effie riesce a convincermi a venire a cena.
Per tutto il pasto non riesco a pensare ad altro che Katniss a quel banchetto.
Se la caverà?
Deve cavarsela.
Tutto quanto mi sembra diverso…il cibo è lo stesso da anni, gli alloggi pure… ma qualcosa in me è cambiato.
Ciò mi piace solo in parte.
Tutta questa tensione mi irrita.
 
Decido di soffocare l’ansia nella bottiglietta di liquore bianco che sono riuscito a procurarmi di nascosto a fine cena.
Non ci vuole molto perché perda il controllo.
La sensazione famigliare di capogiro sembra quasi rassicurarmi.
In un vorticare confuso di immagini, scorgo gli occhi di Effie Trinket colmi di disapprovazione mentre ordina a un senza-voce di accompagnarmi nella mia stanza.
No!
Io devo vedere, devo sapere che sta succedendo…
Ma che dico?
Quanto è passato? A quest’ora saranno tutti morti.
Per un attimo mi lascio prendere dallo sconforto
Ho fallito
No.
Non un’altra volta.
 
Mi dibatto e sfuggo alla presa del senza-voce, dirigendomi a tutta velocità alla postazione dove, in teoria, dovrei rimanere sempre.
 
Spalanco la porta e, un attimo prima che il telefono cominci a squillare all’impazzata, vedo il viso di Katniss in primo piano…ce l’ha fatta, allora!
Sembra a disagio,  ho la sensazione che cerchi il mio sguardo ,prima di rendermi conto che è impossibile.
 
-“Questo è proprio uno degli argomenti che Haymitch mi ha detto di evitare” farfuglia.
Ma che sta dicendo?
Si è bevuta il cervello?!
Riacquisto lucidità, ma è solo per poco.
Mi rendo conto della presenza di Effie.
Mi punta il dito contro. “Tu cosa..?!”
 
Stramazzo sul pavimento, in preda alla nausea.
Prima di perdere i sensi però sollevo la testa in tempo per vedere avvicinarsi le labbra dei ragazzi.
I miei ragazzi.
E per la prima volta mi sento come un’idiota di Capitol, di fronte a due autentici innamorati sventurati.
E la capisco.
 
Ben fatto dolcezza.
Ben fatto.
 

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Capitolo 4
*** Catnip (Gale) ***


Corro.
 
Esco di casa nel cuore della notte, e corro.
Corro verso il Prato, oltre la recinzione, senza nemmeno fermarmi ad ascoltare se la corrente passa per il filo.
Figuriamoci.
 
Corro ancora, fa freddo, l’aria è gelata, ma il sudore mi bagna la fronte.
Un albero mi sbarra la strada.
Gli tiro un calcio e alcuni frammenti di corteccia si staccano dal tronco.
Continuo a prenderlo a calci.
Sfogo sull’albero tutta la mia rabbia finché le dita dei piedi non mi fanno troppo male.
 
Proseguo, cammino per un lungo tratto fino a che non lo vedo, piatto e luccicante. Il lago.
Il tuo lago, Catnip.
 
Già, non hai mai voluto portarmici, era un posto solo per te.
Ma io ci sono stato. Sì, ci sono stato.
Ti ho osservata tante volte, da dietro i cespugli, sguazzare nell’acqua, stare a mollo per ore e ore, libera.
E poi andavo via, colpevole, dandomi dello stupido perché quello che provavo non aveva assolutamente senso.
Mi ricordo quando per la prima volta ho iniziato a guardarti con occhi diversi,  appena sei mesi fa, al Forno, quando Darius parlava di baciarti e io…non lo so, mi interessava.
Ho perso il conto di tutte le ragazze che ho baciato nella mia vita, ma per te…
Io non ti ho mai baciata, Catnip.
 
Non lo so perché, forse…credevo non fossi pronta, ma la verità è che io non ero pronto.
Ti ho avuta per tutto questo tempo, Catnip, e ora è tutto finito.
Io credo in te, so che puoi tornare. Forse non per me, ma per la tua famiglia.
Tornerai, ma io non ti avrò mai.
 
Lo vedo, come lo baci. Il figlio del fornaio.
Sae la Zozza crede che sia tutto finto, che sia solo un modo per ingannare gli idioti di Capitol.
Ma io ti conosco, Catnip.
Ti conosco meglio di chiunque altro e so quando menti, quando sei felice, quando hai paura…
So tutto di te.
Dopotutto, sono o non sono tuocugino?!
Lo vedevo, come ti guardava. A scuola, vicino al Prato…
Ma non credevo che t’importasse. Non credevo di dover competere con il biondino della panetteria.
Vedevo come guardavi me, se mi si avvicinavano le altre ragazze.
Ma in realtà non volevi niente.
Non volevi innamorarti, non volevi sposarti, non volevi vedere i nomi dei tuoi bambini tra le mani ossute di Effie Trinket.
 
“Possa la buona sorte essere sempre a vostro favore!”
 Solo adesso che rido mi rendo conto delle lacrime.
Mi vergogno, come se gli scoiattoli tra gli alberi potessero vedermi.
Probabilmente è così, oggi niente caccia. Mi staranno spiando e ridendo di me che sono un debole.
 
Allora corro via, di nuovo, senza guardare dove vado.
Davanti ai miei occhi vedo ancora le immagini del vecchio televisore di casa tua.
Vedo la tua sorellina che per non guardare affonda la faccia nel pelo della sua capretta, Lady.
Ti ricordi quando gliel’ abbiamo regalata?
Oh, ma certo. Non hai avuto problemi a raccontare tutto al tuo nuovo amico.
Vedo tua madre fissare imperterrita lo schermo, immobile, senza versare una sola lacrima.
Vedo i miei fratellini che fanno le smorfie quando ti chini per baciare lui.
E vedo te, che non molli. Che piazzi le trappole che ti ho insegnato, che tiri le frecce dritte all’occhio delle tue prede, che lotti per salvare ciò che ti sta a cuore.
Non ti ho persa di vista un solo secondo.
Mai.
 
Quando le immagini finiscono di tormentarmi, mi ritrovo nel luogo peggiore in cui potrei essere questa sera. Eppure, stranamente, mi sento meglio.
Ti vedo lì, una dodicenne pelle e ossa che guarda affascinata una delle mie trappole.
Come ti chiami?”
“Katniss”
“Beh, Catnip, il furto è punibile con la morte…”
“Katniss!!”
 
Catnip.
 
No, Katniss.
 
Katniss Everdeen. La ragazza di fuoco.
 
E’ così, da quando ti sei offerta volontaria per la tua sorellina è questo che sei: la Ragazza di Fuoco.
Era lei che correva lontana dalla Cornucopia, che faceva esplodere le provviste…
E’ lei che ha conquistato il figlio del fornaio.
Non Catnip.
La mia Catnip.
Catnip che tira con l’arco,
che si mangia le unghie,
che cerca sempre di cambiare argomento se azzardo a accennare a qualcosa che vada oltre l’amicizia,
che sorride quando entra nei boschi,
che scappa per non vedere i malati che arrivano a casa sua,
che darebbe la vita per la sua famiglia.
Che odia il presente ma ha un enorme, inspiegabile terrore del futuro.
Catnip non c’è più, ma esisterà sempre per me.
Lei è solo mia.
 
A questo punto manca solo una tappa del mio viaggio notturno, prima di dirti addio per sempre.
 
Ed è lì.
La nostra roccia.
Mi siedo e osservo il panorama, il buio, le stelle.
 
Sento un fruscio dietro di me, foglie che si muovono, passi.
Per un secondo mi illudo che sia davvero tu, che arrivi per sederti a fianco a me come facevamo sempre.
 
Ma il tuo posto rimane vuoto.
Appena mi volto infatti non sono i tuoi occhi grigi che incontro.
Sono quelli di qualcun altro. Azzurri.
Prim.
Prim?
Che ci fa Prim fuori dalla recinzione? E’ pericoloso, chi ce l’ha portata?
In risposta, sento un miagolio stridulo che viene da sotto un cespuglio.
Quello stupido gatto.
 
Ora la tua sorellina si avvicina a me, con le guance rosse e un sorriso imbarazzato.
-“S-scusa, non volevo disturbarti… quando te ne sei andato da casa nostra Ranuncolo ha cominciato a seguirti…non lo so perché, sono venuta a prenderlo e poi beh…scusa, non volevo .”
 
Sento la rabbia salire. E’ davvero solo per il gatto che Prim è qui?
Oh, no. Dopo che mi ha visto uscire di corsa da casa vostra avrà voluto rincorrermi… Non avrei dovuto andarmene così, ti ho promesso che mi sarei preso cura di lei e non ho intenzione di lasciarla sola un secondo, mai più.
E’ cresciuta tanto, sai? Da quando sei andata via non è più la bambina paurosa di una volta, dopo tutto quello che ha visto in questi giorni…
Ma perché nessuno mi lascia in pace? Perché hanno tutti compassione per me?
Madge viene a trovarmi ogni giorno. Mi chiede scusa per avermi fatto arrabbiare il giorno della Mietitura, mi dice che le dispiace, poi sta in silenzio e se ne va.
 
-“Vieni” faccio cenno a Prim di sedersi.
Stiamo in silenzio. Lei è a disagio, si capisce, e ha paura, continua a guardarsi intorno.
Forse in fondo non è cambiata poi tanto.
Spero segretamente che resti sempre la bambina dolce e timida che tu amavi. E’ tutto quel che mi rimane di te, di Catnip, e se quello che volevi da me era solo che la proteggessi, lo farò sempre.
-“Tornerà, non preoccuparti”
Mi guarda. Dovrei essere io a consolarla, ma non ce la faccio.
-“Tornerà” le rispondo a bassa voce “ma non tornerà da me”.
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OK, FORSE NON è USCITA ESATTAMENTE COME ERA NEL MIO CERVELLO, MA NON IMPORTA, ANCHE PERCHE’ GALE è UN PERSONAGGIO CON CUI NON SO BENE COME COMPORTARMI…
FORSE è UNA FF UN PO’ TROPPO…MMM, COME DIRE… MELENSA, RIFLESSIVA, PER UN COME GALE CHE (OCCHIO, SE NON AVETE LETTO MOCKINGJAY DA QUI PERICOLO SPOILER!)
 
NON FA UNA PIEGA A USARE LE SUE TRAPPOLE PER ANIMALI CONTRO ESSERI UMANI, E CHE SENZA VOLERLO CONTRIBUISCE A CREARE LE BOMBE CHE UCCIDERANNO PRIM. MA IO, NONOSTANTE TIFI PER PEETAPEETAPEETATUTTALAVITA PROPRIO NON CE LA FACCIO A ODIARLO. PREFERISCO VEDERLO COME IL RAGAZZO IMPOTENTE CHE VIENE FRUSTATO, LO STESSO CHE SI OFFRE PER PRIMO PER SALVARE IL SUO “RIVALE” PEETA. E POI COSA AVREBBE DOVUTO FARE DURANTE L’ASSENZA DI KATNISS? IMPICCARE SCOIATTOLI?! NO, NON CREDO. IN OGNI CASO STA A VOI GIUDICARE, QUINDI ORA LA PIANTO DI FARNETICARE E VI DICO SOLO RECENSITE!
A PRESTO:)
*..lady Black Rose..*
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Close your eyes, when they open the sun will rise (Rue) ***


E'UN PO LUNGO, MA SPERO AVRETE VOGLIA DI LEGGERLO TUTTO...QUI HO MESSO LA VERSIONE DELLA NINNA NANNA CHE PREFERISCO...:D
http://www.youtube.com/watch?v=uCmoAuZgsnE
 
 
Era tanto che non abbracciavo qualcuno.
 
L’ultima volta è stata prima di partire per Capitol: prima mamma e poi tutti i miei fratellini, uno ad uno, mi hanno abbracciata forte, alcuni piangevano, altri non capivano cosa stava succedendo, mamma singhiozzava.
Non è stato un abbraccio felice. E’ stato un abbraccio di addio, disperato, non come ora…o per lo meno non del tutto.
 
E’ bello sentire il calore rassicurante del corpo di Katniss.
Profuma di boschi. Non quelli programmati dell’Arena, e nemmeno le coltivazioni piene di alberi da frutto che ci sono a casa; boschi veri.
 
-“Stai attenta! ”le dico, e poi scappo via.
 
Sono preoccupata davvero, ho paura che possa morire.
Ho paura che muoia e mi lasci qui da sola.
Mi fido di lei.
Lei è mia amica.
 
Non ho mai avuto un’amica.
Sì, in realtà qualcuna ne ho avuta. Le ghiandaie, sono mie amiche. La mia famiglia. Abby, la ragazzina che incontro spesso nei campi e che mi chiede sempre di cantare. Perfino Thresh, che ho conosciuto qui a Capitol ,sembrava volermi bene.
Ma questa volta c’è qualcosa di diverso.
Per la prima volta qualcuno sembra disposto a proteggermi sul serio.
Ovviamente, se dovessimo rimanere sole io e Katniss, non permetterei mai che muoia. Lei può vincere, deve farlo. Ha tante persone che credono in lei e aspettano che torni. La mia non sarebbe una grossa perdita.
 Quando sarà il momento scapperò e troverò un albero su cui dormire, e lì aspetterò di morire.
 
In ogni caso non voglio pensarci.
So che quello che sto per fare è molto pericoloso, eppure mi sento felice.
Il nostro è un buon piano e funzionerà.
 
Già, funzionerà… magari non morirò, magari vincerò davvero.
Magari succederà qualcosa e gli Hunger Games saranno sospesi, e tutti saremo sani e salvi. Magari potremo tornare a casa. Magari non saremo più poveri e le nostre famiglie vivranno felici. Magari avrò di nuovo una coscia di tacchino tutta per me. Magari Katniss potrà sposare il ragazzo che la ama. Magari gli altri tributi in realtà non sono morti, è tutta una farsa.
Magari questo è solo un sogno e quando aprirò gli occhi sarò al sicuro, in un posto meraviglioso.
 
“Piantala, stupida, lo sai che non è vero e tu morirai come tutti gli altri”
Sì, lo so ma non voglio pensarci ora. Adesso sto bene perché il nostro piano funzionerà.
Katniss è dalla mia parte e io mi fido di lei.
Finché sarà con me non mi succederà nulla di male.
 
Intanto sono arrivata sul luogo del primo fuoco.
In fretta lo accendo e poi mi arrampico su un albero e mi allontano il più possibile.
E’ bello poter continuare a saltare tra i rami.
E’ bello sentirsi liberi.
 
Arrivo abbastanza velocemente alla seconda destinazione, e accendo un altro fuoco.
In questo momento in teoria i Favoriti saranno sulle mie tracce.
Chissà a che punto è Katniss… non ho ancora sentito segnali o qualsiasi tipo di conferma, ma non mi preoccupo, sicuramente saprà cosa fare.
 
Continuo a spostarmi sugli alberi, all’erta, e di tanto in tanto fischietto la mia canzone.
Non tanto per Katniss, ma per me, per rassicurarmi: comincio a essere preoccupata.
 
E poi la sento.
Un’esplosione, fortissima, per un po’ il ramo a cui sono appollaiata trema.
Sorrido, prima di poter pensare ad altro.
Allora ce l’ha fatta!
Avanzo fino al luogo dove ci dovremmo incontrare, se tutto va bene tra non molto dovrebbe essere qui.
 
Aspetto ma non arriva.
Forse ha incontrato la ragazza con i capelli rossi e è dovuta nascondersi.
Forse i Favoriti sono nelle vicinanze.
E’ probabile, visto che qui non c’è nessuna traccia…
 
Proprio mentre formulo questo pensiero, sento delle voci, persone che si avvicinano.
Scappo senza pensarci due volte, veloce tra glia alberi, senza far rumore.
L’idea della rabbia dei Favoriti in questo momento mi terrorizza.
 
Decido di fermarmi nell’incavo di un ramo dalle foglie molto folte, qui è praticamente impossibile vedermi. Alzo la testa e scorgo sopra di me quello che ha tutta l’aria di essere un nido di Ghiandaie Imitatrici. C’ è la madre, che probabilmente sta covando, e più in alto un altro uccello, più grosso, che continua  a cinguettare, come se cantasse una ninna nanna ai suoi piccoli ancora nel guscio. Ho assistito solo una volta allo schiudersi delle uova, è stato fantastico. Quando Katniss tornerà rimarremo qui fino alla nascita, così potrà vederla anche lei.
 
La presenza delle Ghiandaie mi rassicura, il loro cinguettio mi ricorda casa.
Comincio a rilassarmi.
Sotto il mio albero vedo passare due dei Favoriti, un ragazzo e una ragazza, ma non mi preoccupo, non mi vedranno mai…
Io invece posso vederli perfettamente.
-“Sai Clove” dice il ragazzo con un sorriso beffardo alla ragazza che si è piegata per raccogliere una freccia da terra “devo ammettere che quasi mi dispiacerà doverti ammazzare alla fine di tutto questo…”. Mentre parla si avvicina e le dà un piccolo schiaffo sul sedere. Lei ridacchia ma dal mio posto la vedo arrossire violentemente.
E così anche tra i Tributi del 2 c’è qualcosa… rido tra me e me, non vedo l’ora di dirlo a Katniss!
 
Appoggio la schiena al tronco e progetto di aspettare un po’ prima di muovermi, ma una stretta improvvisa allo stomaco mi fa sussultare.
Il cuore mi batte fortissimo – batte sempre forte da quando sono nell’Arena, ma ora particolarmente- e un ronzio mi rimbomba nella testa.
C’è qualcosa che non va.
Non riesco a cogliere cosa, ma so che il mio istinto non può fallire.
Ricollego questa sensazione ai momenti più sgradevoli della mia vita.
Ricordo quando il mio fratellino è morto d’asma. Io ero nei campi, al lavoro, e in quel momento ho sentito un forte mal di pancia e la testa a cominciato a pulsare, proprio come ora.
Allora è vero.
Deve essere successo qualcosa a Katniss.
Forse l’ esplosione ha colpito anche lei.
Forse i Favoriti l’hanno già uccisa. Sembravano troppo rilassati, quei due…
L’ inevitabile è accaduto.
Quello che temevo è successo ora.
Sono di nuovo sola.
 
Un momento prima che le lacrime affiorino, mi rendo conto di una cosa.
Ecco perché quella sensazione. Ecco perché il panico.
Le Ghiandaie hanno smesso di cantare.
 
Alzo la testa di scatto, mi guardo intorno.
Non  vedo nessuno ma qualcuno c’è.
Sento un rumore proprio sotto l’albero, senza riflettere mi precipito su per i rami con un unico pensiero: mi hanno trovata.
Mi arrampico velocemente, salto da un ramo all’altro, finché con orrore mi fermo.
Sono arrivata in cima, sotto di me qualcuno punta una freccia, devo saltare sull’altra pianta.
Ma è troppo distante, non ci arrivo.
Se fossi più alta potrei raggiungerla. Se fossi più grande…
Qualcuno si avvicina. Non ho scelta.
Mi butto allungando le mani.
Afferro il ramo, ma scivolo e cado giù.
 
Non è alto come pensavo.
Mi graffio, prendo un brutto colpo, ma tutto sommato sto bene.
Proprio mentre sto per rialzarmi qualcosa mi trattiene.
Mi sento tirare, un laccio afferra la mia caviglia e la trascina facendomi ruzzolare nella polvere.
Non posso muovermi. E’ orribile. Sono in trappola.
Grido.
Apro gli occhi finora serrati e realizzo di essere in una rete.
Mi hanno catturata come un animale.
Sono presa dal panico, cerco di divincolarmi, istintivamente grido un nome.
Chiamo l’unica persona di cui mi fido qui, probabilmente morta, ma l’unica che può aiutarmi.
 
In pochissimo tempo lei è qui.
Un guizzo di gioia mi solleva: allora è viva!
Ma dura solo un attimo.
Poi un dolore terrificante mi colpisce alla pancia prima che possa rendermi conto che mi stanno uccidendo.
 
E’ orribile, è il dolore più forte e selvaggio che abbia mai provato. Basta, voglio che finisca, voglio che finisca.
 
E dopo non molto, finisce.
Uno strano torpore si diffonde per il mio corpo, e il dolore è solo un riflesso lontano.
La mia vista si annebbia e riesco appena a percepire i movimenti attorno a me, Katniss che mi libera dalla rete.
E’ ora che capisco che sto morendo.
E così è questo, morire?
Pare assurdo, impossibile.
 
Le immagini sono sempre più sfuocate, a scatti.
Vedo il viso di Katniss disperato affiorare dalla nebbia.
Voglio dirle di scappare, di vivere, di dire alla mia mamma che non deve stare male, che va tutto bene. Voglio dirle di trovare il suo ragazzo e baciarlo forte. Voglio dirle di non dimenticarsi di me.
Sono così tante le cose che vorrei dirle, ma non ho le forze, quindi sussurro solo:
-“Devi vincere”
Sta per piangere, la vedo.
Apre la bocca, parla.
Mi si chiudono gli occhi. Tento di tenerli aperti, perché so che chiuderli vorrebbe dire non riaprirli più. Buio per sempre.
Ho paura del buio.
Ne ho sempre avuto paura, anche da bambina, e la mamma stava con me e mi diceva “Chiudi gli occhi piccola Rue, e dormi, e quando li aprirai sarà un nuovo giorno, il più bello di tutti”.
Dopo ha smesso di farlo. Doveva badare agli altri, e io stavo sola.
Chiedo a Katniss quello che avrei voluto chiedere tante volte a mamma la sera.
“Non andare via”
E non ho finito. Non vorrei che vedesse che soffro, ma ormai che importa?
So che non morirò a casa mia, che nessuno mi seppellirà o coprirà il mio corpo di fiori.
Quindi mi resta da chiedere solo una cosa, per sentirmi a casa.
-“Canta”
 
La vedo esitare, sconvolta.
Poi lontana, arriva al mio orecchio la canzone.
 
Deep in the meadow under the willow
a bed of grass… a soft green pillow
 
La melodia mi ridona un po’ di vita. Non conosco la canzone, ma la voce di Katniss sembra entrarmi dentro e infondermi tranquillità.
E tutt'intorno gli uccelli tacciono.
Sento che sta per piangere. Sento le sue lacrime calde cadermi sulla guancia. Vorrei dirle di non piangere, ma non ho la forza.
 
Lay down your head and close your eyes
And when they open the sun will rise
 
Quello che diceva la mia mamma. Quello che temevo, ma ora non mi fa più nessuna paura.
Le immagini sono improvvisamente nitide, luccica sul petto di Katniss la spilla con la ghiandaia, la mia amica, quello che mi ha fatto fidare di lei.
E guardandola capisco, che le cose cambieranno. Che nessun Tributo ha mai cantato per un altro, che qualcosa di nuovo sta nascendo, che la mia morte non fa parte del gioco.
.
E’ questa l’ultima cosa che vedo, prima di obbedire alla canzone.
Prima di chiudere gli occhi e accettare il buio senza averne paura.
Perché dopo il Buio qualcosa di meraviglioso ci farà tornare a vivere, e il  sole splenderà di nuovo.
 
Here it’safe, and here it’s warm
Here the daisies guard you from every harm
Here your dreams are sweet and tomorrow brings them true
Here is the place where i love you
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QUALSIASI COSA PENSIATE, VOGLIO DIRVI CHE SONO ARRIVATA ALLA FINE DI QUESTO CAPITOLO CON LE LACRIME AGLI OCCHI. MENTRE SCRIVEVO ASCOLTAVO LA CANZONE CHE VI HO MESSO SOPRA (NON è L’ORIGINALE DEL FILM MA è LA MIA PREFERITA), ED è STATO SEMPLICEMENTE COMMOVENTE. SPERO CHE QUELLO CHE HO PROVATO IO POSSA ARRIVARE ANCHE A VOI, ALMENO IN PARTE.
FORSE E’UN PO TROPPO LUNGO, MA SPERO SIATE ARRIVATI ALLA FINE.
LA CANZONE HO PREFERITO SCRIVERLA IN INGLESE, PERCHè SECONDO ME RENDE MOLTO DI PIù... UN GRAZIE SPECIALE A CHIUNQUE ABBIA RECENSITO, E ANCHE ALLE ‘SEGUITRICI’ E ‘PREFERTRICI’, SEMPRE PIU NUMEROSE…CHE NE DITE DI LASCIARE UN COMMENTUCCIO??
SE NON PER ME PER RUE!!
GRAZIE ANCORA,
BACIO
Lady Black Rose

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Capitolo 6
*** Cadere (Mamma Everdeen) ***


IL CAPITOLO E’ SULLA MAMMA DI KATNISS E PRIM, E CONTIENE ALCUNI ELEMENTI CHE SONO NEL SECONDO E TERZO LIBRO. NON CREDO SI POSSA CONSIDERARLI SPOILER, PER CHI NON LI AVESSE LETTI…GUARDATE GLI ASTERISCHI!
 
 
Un grido.
 
Il rimbombo dei passi di corsa di un giovane uomo.
 
Di nuovo un grido.
L’ultimo.
 
Poi sangue.
 
Una ragazza minuta stesa a terra, con il collo squarciato.
Il ragazzo le stringe la mano, forte, come non volesse lasciarla mai.
 
Continua a stringerla, non la molla, e intanto una voce gracchiante, così orrendamente famigliare, continua a ripetere:
 
Maysilee Donner *
 
Maysilee Donner
 
Ora la voce è più forte, più nitida, occupa ogni spazio e il suono sembra inghiottire l’immagine dei due giovani Tributi.
 
Un’altra immagine si sostituisce, e ora è chiaro a chi appartiene la voce.
Daphne Miller, con due ridicoli codini azzurri, è in piedi su un palco.
Le labbra, piegate in un sorriso radioso e per questo agghiacciante, pronunciano il nome leggendo i caratteri mortali dal foglietto appena estratto.
La bocca si muove lentamente ma il suono non sembra uscire da lì.
E’ troppo forte, assordante, penetra in ogni spazio e rimbomba nelle orecchie fino a far perdere il senno.
 
Maysilee Donner
 
Una ragazza magra e tremante si fa avanti, e tutto il resto è dolore.
Dolore, dolore puro, così forte da offuscare tutto il resto.
 
E all’improvviso la ragazza non c’è più.
 
C’è un prato, verde smeraldo, e due bambine, due trecce dorate e una lunga corvina.
Le bambine sdraiate vicino al padre intrecciano corone di fiori, e ad un tratto la voce, di nuovo quella voce stridula intona una canzone.
La canzone parla di morte, di un uomo impiccato che cerca l’amata e la vuole con sé. **
Sono parole struggenti ,colme di dolore.
Le bambine piangono.
Perché piangono?
Sulle note della canzone il padre viene trascinato via.
Cade giù, sempre più in basso, intorno a lui rimbomba il suono di mille esplosioni.
Giù, sempre più giù, finché la terra non lo inghiotte del tutto portandolo via con sé.
 
Le bambine sono sul palco, ammanettate, piangono.
Perché piangono?
La donna coi capelli rosa estrae il nome.
Le labbra si muovono, ma non esce alcun suono.
Il nome galleggia nell’aria, sfugge a chi tenta di afferrarlo, è lì, sospeso, chiaro come il sole eppure indecifrabile.
 
La ragazza col collo squarciato giace a terra, il ragazzo la tiene per mano.
Non è la stessa ragazza di prima, il volto è famigliare ma anch’esso indecifrabile.
Il nome è sospeso, inquieto, è nell’aria.
Poi precipita, colpisce come un pugno in faccia.
La realtà è un pugno in faccia.
 
Everdeen
 
Il nome.
Everdeen.
 
 
 
Cadere.
 
Tutto cade.
 
Cadono i sogni.
 
Tutto cade.
 
Giù, giù, sempre più giù.
Cadono.
 
Cadono le speranze.
Cadono i desideri.
Cadono le promesse.
 
Il padre, divorato dalla terra, trasformatosi nella polvere che tanto odiava; cade.
Le lacrime sulle guance delle bambine; cadono.
I sogni di ragazzina di Maysilee, cancellati per sempre; cadono.
Il nome, cade, abbatte ogni speranza.
 
Tutto cade.
E con tutto il resto, con il nome, cado anch’io.
 
Cado.
Giù, giù, sempre più giù, precipito verso il basso senza mai toccare terra.
Paura, solo paura, è ovunque, mentre cado.
Ma continuo a cadere.
Non c’è un fondo, un terreno su cui arrivare per poi alzarsi e tornare su, o su cui fermarsi per sempre, e smettere di cadere.
Precipito nel vuoto, a tutta velocità, con un urlo disperato che non esce, soffocato dal terrore.
 
Continuo a cadere.
E non ci posso fare niente, perché nessuno mi ha spinto nel baratro.
Sono stata io a scegliere di cadere.
 
 
Un movimento nervoso della gamba mi fa svegliare di soprassalto.
Apro gli occhi di scatto, la stanza intorno a me gira, e la coperta è fradicia di sudore.
Tremo, mi sento ancora nel sogno, come se stessi precipitando nel vuoto.
Incubi.
Ma certo, oggi è il giorno della Mietitura.
Non che non faccia incubi le altre notti, ma oggi…oggi è di per sé un incubo.
Era a questo che andavo in contro, scegliendo la vita che ho scelto: ogni anno sapere che le mie bambine potrebbero essere strappate via da me e costrette a morire davanti ai miei occhi… è la cosa più terribile che una madre possa subire.
 
Mi costringo ad alzarmi.
Katniss non c’è,  sarà già uscita nel bosco con il suo amico, Gale.
L’aria di casa per lei oggi deve essere ancor più soffocante di quanto non lo sia già.
Fissando il letto vuoto mi rendo conto di quanto l’ho persa.
Se oggi dovesse essere sorteggiata io morirei, ma non credo che a lei importerebbe molto di me.
Il senso di colpa torna di nuovo, ormai ci convivo: è tutta colpa mia. Se non fossi così debole, se fossi come lei…
Se fossi stata capace di rialzarmi come ha fatto lei, ma io…io sto ancora cadendo.
Mi giro e guardo Prim, rannicchiata nel mio letto.
Un moto di infinita tenerezza mi percorre: non svegliarti piccola, dormi tranquilla…
Non permetterò che mi portino via le mie figlie.
 
Il resto della mattinata si svolge più o meno come al solito, tutti sfoderiamo la nostra aria più allegra, tentando di mascherare il disagio che minaccia di esplodere dentro di noi.
Verso le undici arriva l’hovercraft di Capitol, e gli addetti montano il palco e le transenne. Provano i microfoni e gli altoparlanti, senza risparmiarci qualche frase del tipo “Buongiorno Distretto 12, e buona fortuna a tutti quanti!”.
Quella orribile donna coi capelli rosa sembra particolarmente elettrizzata.
 
Appena prima di uscire lancio uno sguardo alle ragazze: Prim è pallida, sembra decisamente a disagio; i vestiti eleganti le stanno un po’ grandi, ma è una bambina adorabile…con un gesto affettuoso le sistemo l’immancabile coda della camicetta dentro la gonna.
Katniss è…bellissima.
Indossa il mio vestito azzurro, e le sta d’incanto. Ha lasciato che la pettinassi, forse lo ha fatto solo perché oggi è un giorno particolare, ma per me significa tanto. Nell’ultimo periodo sembra che tra noi qualcosa si stia impercettibilmente sbloccando.
Spero sia così.
Giuro, giuro che dopo questa Mietitura cambierò le cose, giuro che sarò io la mamma, non lei come è stato fin ora.
Distolgo lo sguardo e ricaccio indietro le lacrime.
 
Prendo posto in un angolo della piazza, dietro le transenne.
Da qui vedo Katniss perfettamente, mentre di Prim intravedo solo la testa bionda.
Sono così tesa che scoppierei a piangere a dirotto se qualcuno mi toccasse adesso.
Qualcosa andrà storto. Ho un brutto presentimento, so che le mie figlie sono in pericolo.
Una madre lo sa.
Quando Capelli-Rosa inizia a parlare, però, cado in uno stato di assoluta calma.
Non so se sia un bene o un male, ma mi sento assolutamente tranquilla, quasi serena.
Sarà la paura che ha passato il limite?
Una convinzione si fa strada dentro di me: non sarà  mai una di loro.
Su tutte queste persone…no, non può essere.
Sono un’egoista, lo so, ma che importa adesso?
Sono felice. Passeremo questa Mietitura, e poi mancherà un anno alla prossima, e chissà cosa potrebbe capitare?
Ricomincerò a fare la mamma, andremo avanti, saremo una famiglia.
Sì, saremo una famiglia!
La mano estrae il foglietto.
Non posso fare a meno di trattenere il fiato.
Ed ecco.
Il nome.
 
Primrose Everdeen.
 
 
Tutto il resto è caduta libera.
 
 
 
* = Maysilee è un’amica d’infanzia della mamma di Kat e Prim, zia di Madge e un Tributo durante i cinquantesimi Hunger Games, quelli di Haymitch. I due saranno alleati e poco dopo la rottura della loro alleanza lei morirà a causa di un uccello. E’ Haymitch il ragazzo che le stringe la mano.
** = La canzone è “L’albero dell’impiccato”, (terzo libro)che Katniss cantava con suo padre finchè la madre non glielo ha proibito, essendo le parole troppo drammatiche.
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CIAO A TUTTI!! ALLORA CHE VE NE PARE? HO MESSO UN PAIO DI COSE DAGLI ALTRI LIBRI PERCHE’ NEL PRIMO NON CI SONO MOLTISSIME INFORMAZIONI SULLA MAMMA…E’STATO MOLTO DIFFICILE SCRIVERE QUESTO CAPITOLO, E’IL PRIMO PERSONAGGIO ADULTO CHE AFFRONTO(A PARTE HAYMITCH, MA LUI E’HAYMITCH..!!) SPERO DI AVERLO RESO BENE.
GRAZIE A TUTTI, CHI SEGUE, PREFERISCE, RECENSISCE…VI ADORO TUTTI QUANTI!
AH, SE QUALCUNO DI VOI PER CASO LEGGE L’ALTRA MIA STORIA IN CORSO, SAPPIA CHE NON L’HO ABBANDONATA, SONO SOLO IN UN PICCOLO MOMENTO DI “SCARSA ISPIRAZIONE” E QUINDI PORTO AVANTI QUESTA, IN ATTESA…
UN’ULTIMA COSA: LEGGENDO LE RECENSIONI HO NOTATO CHE MOLTI DI VOI SONO GRAANDI FAN DEL CARO PEETA…SICCOME IL PROSSIMO CAPITOLO è SU DI LUI, HO GIA’ QUALCHE IDEA, PERO’ LE SCENE DA FARE SONO COSI’ TANTE, QUINDI SE AVETE QUALCHE PREFERENZA FATEVI AVANTI!!
BENE, VI SALUTO!
BACI A PRESTOJ
* ..Lady Balck Rose..* 

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Capitolo 7
*** Flowers and Flames (Peeta) ***


VI CHIEDO UMILMENTE PERDONO SE NON è QUELLO CHE VI ASPETTAVATE. E’CHE C’ERANO COSI’ TANTI MOMENTI DI CUI PARLARE CHE ALLA FINE NE HO SCELTO…NESSUNO. A DIR LA VERITA QUESTO CAPITOLO E’APPENA DOPO I GIOCHI, IN QUEI GIORNI DI CUI NON SAPPIAMO NIENTE. SOLO UNA PICCOLA NOTA PER CHI HA LETTO SOLO IL PRIMO: DOPO I GIOCHI SI SCOPRE CHE PEETA E’UN PITTORE, E HA DIPINTO UN SACCO DI QUADRI SUI SUOI HUNGER GAMES.
ORA VIA LASCIO, SPERO CAPIATE COSA HO VOLUTO DIRE…
 
Non c’è luce nella stanza ma i miei occhi abituati all’oscurità riescono a distinguere qualcosa.
Non avevo mai notato quella crepa nel soffitto…
 
Le palpebre si fanno sempre più pesanti e gli occhi bruciano ma non ho nessuna intenzione di chiuderli.
In realtà non ho nessuna intenzione di dormire, ecco tutto.
Mai più, dovessi morire di sonno.
Preferirei morire piuttosto che tornare di nuovo nell’Arena.
 
Mi alzo dal letto e mi metto seduto, sospirando.
Non è passata neanche una settimana da quando sono tornato a casa, e non se ne sono ancora andati. Dubito che se ne andranno mai.
Gli incubi.
 
Le urla strazianti di Cato dilaniato dagli Ibridi. Quella ragazza con la faccia da volpe che mi insegue e vuole punirmi per averla uccisa. Il sangue. Il dolore. Il fuoco, e Katniss, Katniss, Katniss.
Continuamente.
Nonostante mi abbia spezzato il cuore, è sempre lei che sogno, tutte le notti.
Sogno di perderla.
O meglio, di averla persa.
Ma la cosa più assurda è che non sogno la sua morte, il suo sangue quando l’ho vista nella grotta, l’orrore nei suoi occhi… Sogno solo momenti belli.
La vedo ancora sul carro che mi stringe la mano e mi bacia sulla guancia.
Al fiume mentre si gira per non vedermi mentre mi cambio e mi dice che posso farcela, possiamo farcela, che ci salveremo.
Nell caverna quando mi bacia.
Nel lago mentre esulta e non vuole lasciarmi, ma è sollevata, felice tra le mie braccia.
La sogno ancora tra le mie braccia.
Ed esiste incubo peggiore, di sapere che è stata tutta finzione?

Mi alzo in piedi e comincio a camminare per la stanza, senza uno scopo preciso.
Chissà che fa lei ora, chissà se Katniss riesce a dormire… No, è forte ma non abbastanza.
Gli Hunger Games ti distruggono, ti svuotano finché dentro di te non rimane più niente…
Vincitori.
Ah! Hanno il coraggio di chiamarci vincitori!
Non hanno idea di cosa darei per essere morto nell’Arena. Se solo Cato mi avesse finito invece di ferirmi alla gamba… in fondo me lo meritavo, no?
Sto farneticando.
Non posso continuare così.
Non posso passare il resto della mia vita sdraiato su un letto a guardare le crepe nel soffitto finché quello non cede e mi crolla addosso.
Non posso sprecare il tempo che mi rimane così, o le morti di tutti gli altri Tributi sarebbero state sprecate. Se sono sopravvissuto la mia vita non può finire qui.
Non gliela darò vinta, o sarei un’altra insignificante esistenza distrutta dalle loro mani.
Una pedina.
 
Mi fermo sul posto e dopo qualche secondo mi metto a frugare in un comodino.
So cosa devo fare.
Ma dove sono? Sono sicuro di averli por…Eccoli!
Estraggo una scatola di colori e quella che con un po’ di fantasia dovrebbe essere una tela, che mio padre mi aveva regalato da bambino.
Voglio che tutti sappiano.
Che tutti vedano.
Vogli buttare fuori gli incubi e mostrare alla gente gli Hunger Games per quello che sono veramente.
 
Mi basta la luce di un paio di candele e una vecchia sedia per appoggiare la tela.
Tutti questi anni passati a glassare miniature sulle torte saranno fruttati a qualcosa…
Mi concentro.
Quello che sto facendo è per me, soltanto per me, e non importa se per gli altri non avrà significato.
Comincio….
 
Verde
 
Verde scuro, marcio, verde sullo sfondo.
Pennellate di verde, intricate, disordinate, spruzzate con rabbia su tutta la tela.
Verde scuro e spento come quello dell’erba secca sotto i nostri piedi alla cornucopia.
Come il dolore della malattia.
Come l’avidità di vincere a costo di perdere te stesso.
Verde come il veleno, che uccide.
Verde come l’invidia nel sapere che qualcuno, che non sono io, ti avrà, Katniss.
E poi, un altro verde.
Chiaro, brillante.
Speranza.
L’intima certezza di avere una possibilità. Che tutto finirà bene. Che le cose cambieranno e saremo finalmente felici.
Una linea curva, sottile, che corre verso l’altro, verde
Speranza.
 
Bianco
Punti bianchi, radi, piccoli ma che saltano all’occhio.
Bianco come la purezza, il candore della giovinezza distrutta e dispersa in frammenti insignificanti.
Qua e là punti bianchi, i frammenti di quell’innocenza dispersi nel nulla
Innocenza.
 
Nero
Nero, nero ovunque, mischiato col verde e il bianco intaccandoli e scurendoli con un’ ombra cupa. Nero sparso, diluito in ogni angolo della tela.
Nero come la paura, dappertutto, dietro ogni angolo e dentro ogni cosa, il timore di non farcela.
Come il dolore.
Il male.
Nero come solo la morte può essere. L’unica vera vincitrice. Che se non ti porta via rimane con te per sempre, nel rimorso di aver ucciso.
Perché sì, c’è anche questo nella lista delle cose che ho fatto per te.
Ho ucciso per te, Katniss
Non importa se quella ragazza, sotto il tuo albero, era troppo ferita per continuare a vivere.
Non importa se le mie due vittime non sono niente in confronto a quelle di altri.
Una, mille, non fa differenza: non lo lavi via, non basta una vita intera per dimenticare il momento in cui ti sei reso conto di essere un assassino.
E’ solo una delle tante cose che ho fatto per proteggerti.
Era il mio unico scopo, l’unica cosa che mi teneva in vita in quelle notti terribili nel fango, ad aspettare di vedere il tuo nome nel cielo, in cui non avrei desiderato altro che saperti al sicuro per poi morire.
Morire.
 
Blu
Solo qualche  spruzzo leggero, di tanto in tanto.
Blu, il colore della verità. Della sicurezza di essere certi di ciò che si fa, che si prova.
Blu come la notte, la notte infinita e gelida sulla Cornucopia aspettando che cessassero le grida disperate di Cato, che lo lasciassero in pace.
Blu come le bacche in quella notte in cui ero sicuro che i tuoi gesti, il tuo non volermi morto, significassero che mi amavi davvero.
Poco ,quasi non si vede, il blu. Solo uno sprazzo, quasi impercettibile.
Verità
 
Rosso
Ce n’è tanto, di rosso, tanti punti qua e là, ben visibili.
Sangue. Troppo sangue. Il sangue di Clove, di Thresh, il mio e il tuo sangue.
Rosso come l’amore, la passione, il calore che sentivo abbracciandoti nella grotta e che ero convinto sentissi anche tu.
Rosso come i capelli di quella senza-voce, di cui mi parlavi sul tetto, e di quell’altra ragazza, che è morta per causa mia.
Rosso come le fiamme, ragazza di fuoco. Le fiamme che ci avvolgevano sul carro quando mi stringevi la mano e io ti dicevo “Non lasciarmi” e tu non l’hai fatto. Come il vestito favoloso in cui volteggiavi. Come il rossore sulle tue guance quando ho detto di amarti di fronte a tutta Capitol.
Rosso come il sangue, e come la passione.
Rosso come essere disposti a sacrificare il proprio sangue spinti dalla passione:
Amore.
 
Giallo
Scintille di giallo, strisce sottili che partono esplosive da un unico punto.
Giallo. L’energia, il desiderio di andare avanti e di dare tutto te stesso per qualcosa in cui credi. La forza di un sorriso per resistere al supplizio. La rinascita.
Giallo come il tuo vestito quando ti ho rivista per la prima volta dopo i giochi, quando non ho potuto che essere felice di vederti davvero viva, raggiante.
Primrose, il fiore giallo, la tua sorellina, l’amore che ti ha spinto a fare l’impossibile.
La felicità che può venire solo dalla speranza. Tante piccole strisce gialle proprio al culmine di quella riga verde, speranza.
Giallo.
Rinascita.
 
 
Apro un occhio e vengo abbagliato dalla luce che penetra dalle finestra. Mi ci vuole qualche secondo per ricordare cosa stavo facendo prima di addormentarmi, ma poi la pittura sulle mani, sui vestiti e ,a giudicare dalle guance secche, anche sulla faccia, mi riporta alla realtà.
Il mio progetto.
Il primo di una lunga serie di disegni.
Lo fisso a lungo. Inizialmente sembra un miscuglio confuso di colori, senza nessun significato.
Ma poi lo vedo.
E’ così famigliare, così confortante…come ho fatto a non notarlo prima?
Lì, proprio al centro della tela, in mezzo a un cupo prato di erba scura punteggiato di fiorellini rossi e bianchi, c’è un fiore, più grande degli altri.
Lo stello lungo di un verde brillante-speranza- e i petali sottili, esplosivi della loro luce gialla-rinascita.
Il dente di leone.
 
Non lo ho mai dimenticato.
Quell’ unica volta, in tutta la nostra infanzia, che hai incrociato il mio sguardo.
Eri in imbarazzo, hai abbassato gli occhi subito, e qualcosa ha catturato la tua attenzione. Mi sono sporto dalla finestra per vedere cosa fosse. Il dente di leone. E ti ho vista sorridere, un sorriso bellissimo, e ho sorriso anch’io, senza sapere bene il perché. C’era di nuovo vita sul tuo viso e io ero felice.
E’ buffo, ma non lo ho mai dimenticato.
E adesso tutto ha un significato.
La vita va avanti. Possiamo farcela, possiamo rinascere, forse possiamo tornare ad essere felici.
Decido che questo è per te, che nessun altro lo vedrà perché nessun altro potrà capire.
 
Esco di casa, ancora sporco di colore, e mi avvicino alla tua casa, senza sapere bene cosa fare.
Proprio mentre sto meditando di lasciare la tela fuori dalla porta e andarmene, vi vedo.
Prim seduta sulle tue gambe, il tuo sguardo assente mentre le accarezzi i capelli.
Con l’altra mano cogli un soffione dal prato e ti basta un respiro perché tutti i semini volino via, dispersi nel vento.
E anche tutte le mie speranze, i vaneggiamenti che potessimo davvero stare insieme, volano via, con quel soffio.
Il soffione, il dente di leone. Lo stesso fiore, irriconoscibile.
Le cose cambiano, invecchiano, e i resti si soffiano via.
Il pane, l’intesa, gli abbracci…sono il passato, un passato fasullo, e tu li hai già mandati via.
Le cose cambiano, la vita cambia. Forse ricomincerò a vivere, ma non del tutto, senza di te.
 
Corro via prima che tu possa vedermi, come uno stupido, ferito a morte per nulla.
Che mi aspettavo?
Ma non mollerò, ragazza di fuoco, questa rabbia passerà e continuerò ad amarti, e farò di tutto per te, anche se non sarò mai ricambiato.
 
Corro verso la panetteria, mio padre serve un cliente, è il momento giusto perché nessuno si accorga di niente e tutto sparisca. Avevo intenzione di darti questo disegno, e lo farò, a costo di essere bruciato dalle tue fiamme. Quelle che ti avvolgono e mi impediscono di avvicinarmi.
I ricordi tornano, più vivi che mai, ma il dipinto andrà a destinazione.
Ed è così, accecato dalla rabbia, che allungo il braccio e corro via, per non vedere il mio primo disegno, quello che nessuno vedrà mai, nemmeno tu, nel fuoco a legna, che scompare per sempre, inghiottito dalle fiamme.
 
 
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OK, SE SIETE ARRIVATI FINO IN FONDO…COSA DITE? LO SO, NON E’PROPRIO QUELLO CHE UNO SI ASPETTA, E FORSE NON E’NEANCHE DEL TUTTO PEETA, MA E’USCITO COSI’!
QUALUNQUE SIA IL VOSTRO PARERE FATEMI SAPERE!
AVRETE NOTATO (E SE NON LO AVETE NOTATO NOTATELO!) CHE HO CAMBIATO NOME, E ANCHE QUELLO SU FACEBOOK E’ CAMBIATO. PER CHI VOLESSE AGGIUNGERMI SONO MARGARET MOONSTONE EFP.
ORA, IN TEORIA I PERSONAGGI DI CUI AVEVO DETTO DI PARLARE SONO FINITI, E ORA NON SO SE FINIRLA QUI O AGGIUNGERE QUALCHE ALTRO CAPITOLO, TIPO CHE SO SU …CINNA, O MADGE, O NON SO… A VOI PIACEREBBE, O DOPO QUESTO CAPITOLO NON NE POTETE PIU???! IN OGNI CASO SAPPIATE CHE TORNERO’ PRESTO A INFESTARE QUESTO FANDOM, HO COSI TANTE IDEE….!
GRAZIE A TUTTI CHE AVETE RECENSITO, PREFERITO O ANCHE SOLO LETTO, VI ADORO!!!!
BACI
May
 
 
 
 

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