Everything is possible.

di gaya tomlinson
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01. May is a lucky month. ***
Capitolo 2: *** 02. Three is better than one. ***
Capitolo 3: *** 03. I looked you with my eyes and I heard the pterodactyls in the stomach. ***
Capitolo 4: *** 04. Here we are, London! ***
Capitolo 5: *** 05. A concert can change your life, sometimes. ***
Capitolo 6: *** 06. Different points of view. ***



Capitolo 1
*** 01. May is a lucky month. ***


Everything is possible.

01. May is a lucky month.


La primavera era la stagione preferita di Gaya: amava vedere il cielo iniziare a tingersi di un celeste chiaro, i raggi del sole infiltrarsi timidamente tra le tende della sua finestra, i primi fiori del suo giardino iniziare a sbocciare. Quella stagione era come piena di pura magia, dove ogni cosa si risvegliava e tutto riprendeva a vivere e a colorarsi.
Erano appena scoccate le 6:00 a.m. sulla sua sveglia e 'Time to get up' era partita inizialmente in modo lento, così da non farla svegliare in modo brusco ma non appena il ritornello iniziò a farsi sentire ella prese il cellulare premendo tutti i tasti affinché smettesse di suonare: ecco come iniziava la giornata di Gaya. Era una ragazza dai lunghi capelli castano chiaro leggermente mossi che le arrivavano poco sotto le spalle, aveva gli occhi del colore del miele che alla luce del sole diventavano quasi come quelli di un gatto. Il piccolo naso all'insù (?) le dava una tenera aria sbarazzina così come il sorriso che non evitava mai di mostrare alle persone che incontrava. Ritornando a quella mattina, iniziò a strisciare i piedi per arrivare al bagno e darsi una rifrenscata, in modo da essere pronta per le sei e mezza. Canottiera bianca, cardigan di cotone di un indaco acceso, jeans blu, Vans bianche, orecchini con un piccolo gufo portafortuna, occhiali da nerd e capelli sciolti sulle spalle; gli occhi contornati da un leggero filo di matita, le labbra un po' più rosse: eccola pronta per un'altra giornata.
A scuola, come sempre, incontrò l'unica vera amica con cui passava la maggior parte del suo tempo e così passò le solite cinque ore tra risate e piccoli rimproveri.
Per le 04:00 p.m. era circondata da mille foglietti, i capelli annodati con un elastico di fortuna, la matita in bocca e una penna in mano che scriveva veloce. La sua stanza era un vero casino e questo non è per dire che era una delle solite adolescenti difficili ma perché era quello il suo modo di vivere: tra il casino lei vedeva l'arte, si sentiva libera, se stessa, l'unico luogo in cui veramente poteva esserlo; perché si sa, al di fuori c'è sempre un sottile velo di maschera.
Finalmente le note di 'Same mistakes' risuonavano leggere in quella camera un po' confusa e la mente di Gaya era proiettata solamente ad accendere il computer per parlare con Anna ed Elisabetta. Quello faceva ormai parte della solite routine pomeridiana della ragazza perché non c'era giorno che quelle tre non si sentissero: in un modo o nell'altro non si sarebbero mai lasciate.

Gaya: Vas happenin'?
Anna ed Elisabetta: Buonasera!

Le loro conversazioni iniziavano puntualmente così e non finivano praticamente mai se non fosse per le madri dell'una o dell'altra che le richiamavano per la cena. Avete presente tre sorelle gemelle che sembra che vivono in simbiosi? Ecco, loro erano precisamente quello. Il fatto che si trovassero in paesi diversi non aveva nessuna importanza perché si sa, l'amicizia va oltre a tutto e tutti se è vera. La loro 'storia' inizia ben 4 anni fa, quando, per caso, Gaya si ritrovò in un gruppo di fan italiane degli One Direction; le ragazze erano simpatiche e non esitò a parlare spesso e volentieri con loro e man mano che il tempo passava due persone la capivano, l'ascoltavano, ridevano insieme a lei e pian piano nacque quel bel trio che, sebbene le difficoltà, non esitò a non disfarsi.
Insomma, si addormentarano insieme dopo aver fatto un'oretta di pausa solamente per rifocillarsi: Skype era una buona soluzione per tutto.


Il giorno dopo si svolse, ovviamente, la solita routine delle 6:00 a.m., della scuola, del pomeriggio e della sera; o quanto meno tutte le altre, visto che dopo cena la solita chiamata serale fu un po' diversa. Avete presente quando uno strano presentimento, brutto o bello che sia, vi tiene in allerta per tutto il tempo finché non svanisce o accade ciò che, infondo, nella vostra mente, pensavate? Ecco come si sentiva Gaya in quel momento ma non aveva voglia di dirlo, si sentiva una stupida.

Anna: Hola ragazze!
Gaya: Buonasssssera!
Elisabetta: Ciao belle!
Gaya: Tutto okay?

Elisabetta e Hanna spostano gli occhi, come se l'una cercasse lo sguardo dell'altro e questo, a Gaya, non sfuggì ma fece finta di nulla.

Anna: Alla grande, voi?
Elisabetta: Si va avanti..
Gaya: Tutto monotono. C'è qualcosa che non va Ely?

Ci fu un cortissimo secondo di silenzio che a Gaya fece immaginare sia il peggio che il meglio ma, mentre lei rimaneva zitta, le due amiche gridarono all'unisono.






if you want know more..
Buonsalve gente. Premetto che questa è la mia prima fanfic che io giudico in modo vagamente decente. Non so come se ne scrive per bene una e questa è solamente frutto di uno schizzo mezzo obbligato e mezzo sognato da me e due mie compagne di classe. Diciamo che è un po' per loro e un po' per me quindi abbiate pietà.
Se vi va recensite, mi fareste felice, se no mi accontento lo stesso, ciau. c:

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Capitolo 2
*** 02. Three is better than one. ***


Everything is possible.

02. Three is better than one.


Ci fu un cortissimo secondo di silenzio che a Gaya fece immaginare sia il peggio che il meglio ma, mentre lei rimaneva zitta, le due amiche gridarono all'unisono.



Anna ed Elisabetta: Verremo a Londra per un bel po' di tempo tra pochissimi giorni!

Quelle parole fecero istantaneamente illuminare gli occhi color miele di Gaya, dipingendole un dolce sorriso sulla faccia che esprimeva quanto quella semplicissima frase l'avesse realmente colpita. Purtroppo capitava di riuscire a vedersi per una settimana scarsa durante l'estate, la lontananza era troppa e diciamo che i viaggi costavano parecchio, purtroppo, quindi quella notizia la sconvolse.

Gaya: Oddio, state parlando sul serio? Perché se mi state solamente prendendo per il culo appena venite vi faccio seriamente male!
Anna: Non stiamo affatto scherzando!
Gaya: Quando venite? Come, perché, dove, tutto dovete dirmi!
Elisabetta: Sai che mio padre lavora alla Technicolor (fantasia portami via), no? Bene, hanno avuto la fantastica idea di trasferirlo a Londra; siccome non vuole lasciare me, mia sorella e mia madre sole noi ci trasferiamo e di conseguenza viene anche Anna, perché ormai siamo come sorelle. Morale della favola: ci trasferiremo a Londra tra meno di una settimana e il nostro sogno diventerà realtà!

Alla fine, quel presentimento che la castana si sentiva, non era frutto dell'inconscio. Elisabetta parlava veloce, ancora incredula a ciò che raccontava; si vedeva che aveva gli occhi sognanti mentre ripeteva costantemente la parola 'trasferimento' e i suoi derivati. Né Gaya né Anna potevano biasimarla visto che, anche se in modo leggermente diverso, tutte e tre erano emozionate all'idea di riuscirsi finalmente ad abbracciare ogni giorno.
Continuarano a parlare senza sosta, finché fuori venne il buio pesto, la luna iniziò ad essere coperta dalle nuvole e le parole vennero meno: l'unico rumore che si sentiva era il respiro di tre corpi che sognavano la stessa cosa.


L'indomani mattina Gaya si svegliò di buon umore e, casualmente, più presto del solito. Canticchiò 'Time to get up' insieme a cinque ragazzi che da un telefono e un computer riuscivano a farla ridere quando non aveva nemmeno voglia di sorridere. Si vestì con gli abiti più colorati che aveva e infine scelse di somigliare a Louis Tomlinson, Zayn Malik e Liam Payne: maglietta a mezze maniche bianca a righe blu, pantaloni rossi, giacca blu a bordi bianchi e Converse bianche; era un Zouiam quel giorno, praticamente (?).Matita, lucidalbra, sorriso ed era pronta per iniziare quella che sarebbe stata, sicuramente, una splendida giornata.
Non appena ritornò da scuola corse a dare alla madre, Dianna, quella grande notizia, seppur non ancora certa al 100%, in modo da cercare di farle vivere l'emozione che lei stessa provava. Quando Gaya era nata Dianna aveva appena 18 anni, quindi era piuttosto giovane per adempire ai doveri di madre ma nonostante ciò non si lasciò abbattere dalla gravidanza e la tenne con sé, decisa a donarle tutto l'amore che aveva. Così, loro due, erano un po' come sorelle maggiori, che si emozionavano per le piccole cose e si confidavano.
In ogni caso, intorno alle 2:00 p.m., Gaya andò al computer per controllare se su Twittah o Facebook vi fossero novità riguardanti i One Direction e non poté fare a meno di notare che si trovavano ancora a New York, capitale dell'America nonché metropoli più ambita da quasi tutto il mondo. Immaginava di essere una di quelle fans che nel video urlavano e piangevano di gioia, mostravano i loro cartelli, si facevano sentire in ogni modo che potevano come per dire 'Io ci sono, ti supporto, sei il mio idolo.'; perché infondo è questo che ogni fan pensa, desidera e crede. Prima che fossero ritornati a Londra sarebbe passato un po' di tempo ma Gaya sperava sempre che prima o poi li avrebbe incontrati, li avrebbe abbracciati e sussurrato quell'unica parola che, forse, racchiudeva tutto: grazie.
Mentre vagava su Twittah, aspettando che fossero le 5:00 p.m. per chiamare le sue due amiche, si ritrovò per caso a parlare con una ragazza che a quanto diceva si chiamava Charlotte, andava nella stessa scuola di Gaya e i ONED erano anche i suoi idoli. Ella, emozionata di aver incontrato qualche vera fan non ci mise due volte a chiederle di incontrarsi per pranzo o a ricreazione, fidandosi ciecamente.

- verso le 5:30 p.m. -


Elisabetta: Buonasera chicas!
Gaya: Hola Ely! Hola Anna!
Anna: Salve!
Gaya: Come vanno i preparativi? Quando partite? Vi voglio subitooo!
Elisabetta: Per Venerdì saremo da te, quindi fatti trovare preparata, ahahah!
Anna: Esatto! Tu, piuttosto, qualche novità?
Gaya: Ho conosciuto una directioner su Twittah.. sembra simpatica. Infondo, più siamo a conoscerci meglio è, no?
Anna: Senza dubbio! Così almeno non saremo le uniche emarginate matte per cinque ragazzi!
Gaya: Ben detto!

Dopo queste parole batterono tutte e tre contemporaneamente il cinque sulla webcam, come si fa per dire 'Ottima idea' e poco dopo si misero a ridere: a loro bastava poco per emozionarsi.
Detto ciò continuarono a parlare del più e del meno, inventandosi progetti per quando fossero state un vero e proprio trio a Londra: amavano immaginare le loro giornate ma non sapevo cosa veramente sarebbe presto accaduto.






if you want know more..
Sinceramente non riuscivo ad aspettare troppo per scrivere il prossimo capitolo, quindi mi sono arresa e fregata di chi lo legge o meno: in questo periodo scrivere mi aiuta particolarmente, quindi perché non farlo?
Più che altro questo è un capitolo cosiddetto di 'passaggio' e mi scuso se vi ho annoiato ma prometto che nel prossimo ci sarà un po' più di.. figaggine? No okay, però forse sarà leggermente più 'attivo'. Detto ciò non voglio dirvi altro rovinandovi la 'sorpresa', quind bai bai. c:

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Capitolo 3
*** 03. I looked you with my eyes and I heard the pterodactyls in the stomach. ***


Everything is possible.

03. I looked you into my eyes and I heard the pterodactyls in the stomach.


Detto ciò continuarono a parlare del più e del meno, inventandosi progetti per quando fossero state un vero e proprio trio a Londra: amavano immaginare le loro giornate ma non sapevo cosa veramente sarebbe presto accaduto.



Vestita con la felpa della Carlisberg azzurra e la scritta bianca, i leggins neri e stretti e le Converse bianche Gaya aspettava che Lottie, l' 'amica' conosciuta casualmente su Twittah, si facesse vedere: si trovava di fronte l'entrata dell'istituto con l'indice che attorcigliava ripetutamente intorno a una sottile ciocca di capelli. Sebbene con un po' di ritardo la sedicente Lottie si presentò di fronte a Gaya con un sorriso che ella presto ricambiò. Sinceramente non se l'aspettava proprio così, con quei lunghi capelli biondi poco sotto le spalle, gli occhi azzurri: una bellezza vera e propria. La riconobbe dal fatto che portava, come scritto in un precedente messaggio il pomeriggio prima, la maglietta della Duff e dei jeans neri.

Gaya: Ehm.. Ehi, tu sei Lottie, vero?
Lottie: Sì, sono io. Uh, ciao Gaya!
Gaya: Quindi sei anche tu una fan dei One Direction?
Lottie: Sì, certo! Beh, ti va di fare un giro? Infondo abbiamo mezz'ora di non fare nulla.
Gaya: Va bene, tanto non ho nient'altro da fare!

Inizialmente in entrambe le ragazze si scorgeva un grande imbarazzo: era strano incontrare la ragazza con cui avevi parlato il giorno prima solo perché aveva i tuoi stessi gusti in fatto di musica e ti ci rispecchiavi molto. In ogni caso, dopo pochi minuti, iniziarono a prendere confidenza l'una con l'altra e durante quella piccola mezz'ora si raccontarono, chi più e chi meno, le loro vite. Nel momento in cui suonò la campanella facendo ritornare tutti i ragazzi sparsi nel cortile in sé Lottie invitò Gaya a passare il pomeriggio da lei ed ella, senza pensarci particolarmente su, accettò e ritornando in classe rimase un po' a pensare a quello 'strano' incontro.
Quando per le 2:30 p.m. finalmente il professore di Lettere proclamò la lezione finita e diede quasi il permesso di chiudere i libri e andare Gaya tirò un sospiro di sollievo poiché detestava letteralmente quella materia: spesso si chiedeva il perché avesse scelto quel liceo così stressante. Mentre usciva dalla classe pensava che avrebbe rivisto Lottie fuori il cancello della scuola ma invece non l'aveva più vista, così non le rimase che tornare a casa come sempre da sola e le cuffie nelle orecchie che nel frattempo trasmettevano 'Tell me a lie'.
A casa Gaya spesso si ritrovava sola poiché la madre lavorava fin troppe ore per uno studio giornalistico e il padre.. beh, del padre non aveva molte notizie visto che, come un codardo, lasciò Dianna poco dopo seppe che ella era incinta, quindi era raro che ci potesse fare affidamento. Fortunatamente però in casa aveva un cagnolino di nome Chiko, un classico bassottino che sapeva sempre come tirarla su di morale e tenerle compagnia. Aveva quindi, diciamo, un po' di più libertà rispetto ad altre adolescenti e questa cosa, anche se da una parte poteva sembrare piacevole, dall'altra dava un po' fastidio. In ogni caso non appena arrivò si preparò il pranzo che quella volta sarebbe consistito in tre toast con prosciutto e sottiletta tanto per non sforzarsi più di tanto; quando finì riempì la ciotola di acqua e croccantini del cagnolino e iniziò a fare i compiti che avrebbe avuto per il giorno dopo in modo da poter arrivare in orario dalla nuova amica. Prima di scendere da casa, intorno quindi alle 3:00 p.m., controllò come sempre se c'era qualche news sui suoi idoli e non appena lesse il loro imminente ritorno a Londra esultò di gioia: questo voleva dire che erano tuttora in città! Prima di tutto avvisò Anna ed Elisabetta, avvertendole che si sarebbero sentite di sera a causa di un impegno e poi si cambiò indossando una maglietta a mezze maniche bianca con su disegnato un panda e sopra una felpa azzurra, dei jeans un po' strappati blu chiaro e le solite Vans; mettendo anche un filo di matita nera intorno agli occhi, un po' di burrocacao e appuntando i capelli in una lunga treccia scese di casa canticchiando 'More than this' e arrivando da Lottie alle 4:10 p.m. in punto.
La casa non era nemmeno come se la sarebbe probabilmente immaginata, diciamo che questa ragazza era seriamente tutta da scoprire. Non appena suonò il campanello della porta fece un sorriso, curiosa adesso di come si sarebbe rivelato l'interno ma quando la porta si aprì chi si ritrovò davanti le fece tramutare l'espressione serena in una letteralmente stupefatta.
In tutto il suo splendore davanti a Gaya Cooper c'era Louis William Tomlinson che la guardava con uno di quei sorrisi che ti illuminano il volto, che ti cambiano la giornata, che ricorderai per sempre. Il ciuffo, gli occhi, le labbra, i denti, le mani, ogni cosa gli apparteneva e non poteva assolutamente essere un suo sosia: di quante foto sue possedeva non sarebbe stata così sciocca da farsi ingannare e nel momento in cui i loro occhi si incrociarono non provò le farfalle nello stomaco, bensì degli enormi pterodattili che glielo fecero attorcigliare tanto da causarle un versetto quasi strozzato.

Louis: Tu sei..?
Lottie: Lou chi è alla porta?
Gaya: Sono.. Gaya..
Louis: E' Gaya, la conosci?
Lottie: Sì, falla entrare, è una mia amica!
Louis: Uh, okay!
Gaya: Grazie..

Queste furono le uniche due e stupide frasi che uscirono dalla bocca di Gaya. Non riusciva ancora a capacitarsi del fatto che Lottie avesse come amico Louis e non glielo avesse ancora rivelato, né su Twittah né di persona. Mentre entrava cercò di tenere le mani lungo il corpo, le gambe ferme e la testa alta: insomma, tentò di non svenire tra le braccia di Tomlinson in ogni modo e maniera.

Lottie: Ehi Gaya!
Gaya: Lottie..
Lottie: Tutto bene?
Gaya: Certo, ma.. posso farti una domanda?
Lottie: Dimmi tutto!
Gaya: Come fai a conoscere.. Louis Tomlinson?
Lottie: E' mio fratello!

E' vero che i One Direction erano da poco diventati importanti anche nel campo mondiale della musica e di loro non si sapevano di certo vita, morte e miracoli ma non credeva che Louis avesse una sorella e che questa non lo andesse a sbandierare a tutti, invitando poi lei senza annunciarle assolutamente nulla.

Gaya: Ah.

Fu la risposta semplice e concisa della ragazza che la guardava ancora sorpresa di aver visto il proprio idolo davanti ai suoi occhi.
Avete presente la sensazione in gola e nello stomaco che provate quando guardate in faccia il ragazzo che vi piace? L'emozione che provi quando, per la prima volta, tocchi e guardi con i tuoi occhi il tuo idolo? Bene, mescolate tutto ciò e otterrete una miscela esplosiva capace di farti scoppiare: la reazione di Gaya non appena entrò in camera di Lottie fu come quella di Homer davanti ad una montagna di ciambelle, precisamente.
In quel momento ella le si confidò come se fossero amiche da sempre, iniziandole a raccontare dal primo momento in cui li conobbe casualmente ai provini di X-factor a quando, pochissimi minuti prima, si era ritrovata davanti il fratello. Lottie rideva, non poteva fare altro, e nel frattempo gli venne la grande idea di presentarla 'ufficialmente'.

Lottie: Lou, vieni un secondo!
Louis: Cosa c'è?
Lottie: Ti presento la mia amica!
Louis: Va bene!
Lottie: Lei è Gaya, è tipo la tua primissima fan! No, non sto scherzando e non lo dico perché è mia amica, a momenti sa più cose lei su di te che io! Comunque nulla, viene a scuola con me e ci siamo conosciute casualmente su Twitter.
Louis: Oh, davvero? Sono emozionato allora di ritrovarmi la mia fan numero uno davanti che ha per amica mia sorella!
Gaya: Già, ahahah.
Louis: Bene, io esco, torno stasera. Ciao Gaya, ciao Lottie!

Nel momento in cui Louis uscì di casa salutandole entrambe con quel sorriso, capace di farti vedere il Paradiso senza farti passare dall'Inferno, e con un bacio sulla guancia (motivo per cui Gaya promise a se stessa di non lavarsi più il viso) Gaya si sentì definitivamente realizzata e pronta a morire felice.
Il pomeriggio lo passò interamente con Lottie, parlando non di One Direction, bensì di loro stesse, per conoscersi meglio e scoprirono di avere veramente tante cose in comune. In un momento di noia si misero perfino a fare qualche foto che pubblicarono, come ormai si usava fare, su Twittah. Quelle ore, insomma, furono le ore più belle e meglio trascorse della sua vita: non solo perché aveva parlato per ben cinque minuti con il proprio idolo ma perché era convinta di essere riuscita a trovare una ragazza che la comprendesse.
La sera, intorno alle 7:30 p.m., Gaya tornò a casa con un sorriso ebete stampato in faccia e non appena aprì la porta di casa ritrovandosi Chiko ai piedi iniziò ad urlare, raccontandogli quasi quel pomeriggio insieme a Lottie e anche un po' a Louis. La stessa cosa fece, ovviamente, con sua madre, anche se in modo leggermente più dettagliato. Infine, dopo aver cenato, si connesse come sempre su Skype, chiamando le sue due migliori amiche, non stando più nella pelle.

Gaya: Oddio, oddio ragazze non sapete cosa devo raccontarvi!
Anna: E' successo qualcosa di grave?
Elisabetta: Dicci tutto, dai!
Gaya: Oddio miooo!
Anna ed Elisabetta: Sbrigati, siamo curiose!
Gaya: Vi ho raccontato che ho conosciuto quella Lottie su Twittah, no? Bene, oggi ci siamo viste a scuole e abbiamo parlato, allora mi ha invitato a passare il pomeriggio a casa sua, per questo non ci siamo sentite. Comunque, una volta arrivata busso alla porta e chi mi ritrovo davanti? Louis Tomlinson!
Elisabetta: Mio dio, sei sera Gaya? Perché se ci prendi per il culo saremo noi a farti male appena arriviamo.
Anna: Concordo!
Gaya: No belle, vi giuro! C'era lui in carne ed ossa con i suoi occhi, il suo sorriso, la sua voce.. c'era lui! In ogni caso Lottie mi ha presentato, diciamo, e poi lui è uscito e noi abbiamo passato il pomeriggio insieme. Ah, Lottie è la sorella di Louis ma nessuno lo sa!
Anna: Oddio, oddio, oddio! Non ci posso credere che Louis ha una sorella e che tu la conosci e che hai incontrato Louis!
Gaya: E' tutto vero gente!
Elisabetta: Mi sembra un sogno a me, figuriamoci a te! Ma almeno questa Lottie è simpatica?
Gaya: Sì, è una persona dolcissima, credetemi.
Anna: Che cosa carina! Beh, in ogni caso, sai che quando verremo a Londra, cioè dopo-domani, tu ce li presenterai, vero?
Gaya: Ehm.. Perché no?

Questa fu la connversazione che quelle tre scatenate ebbero dalle otto e mezza di sera all'una di notte, quando poi si addormentarono praticamente senza voce e con gli occhi chiusi.
Gaya provava nello stomaco un'emozione che ancora non aveva mai provato prima, nemmeno quando si credeva realmente innamorata, questa le sorpassava tutte. Elisabetta e Anna erano emozionatissime per ciò che l'amica aveva loro appena raccontato e per il viaggio che si sarebbe svolto tra meno di un giorno, oramai. Questa era una di quelle giornate che tutte e tre faticheranno a dimenticare.






if you want know more..
Questo capitolo forse è un po' troppo lungo, lo ammetto, ma il problema è che mi è venuta troppa ispirazione e forse troppi dettagli da inserirci ed è uscita 'sta cosa! Ovviamente questo è solo un assaggio di ciò che avverrà successivamente, quindi attendete gente! :3

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Capitolo 4
*** 04. Here we are, London! ***


Everything is possible.

04. Here we are, London!


Gaya provava nello stomaco un'emozione che ancora non aveva mai provato prima, nemmeno quando si credeva realmente innamorata, questa le sorpassava tutte. Elisabetta e Anna erano emozionatissime per ciò che l'amica aveva loro appena raccontato e per il viaggio che si sarebbe svolto tra meno di un giorno, oramai. Questa era una di quelle giornate che tutte e tre faticheranno a dimenticare.



Il giorno dopo passò un po' diversamente dagli altri: l'indomani sarebbero finalmente arrivate le sue due migliori amiche e, come loro, non stava più nella pelle. Era così tanto emozionata che iniziò, già dalla mattina presto, a preparare la camera e scrivere su un foglio le cose che avrebbero dovuto fare.
A scuola si incontrò nuovamente con Lottie per passare la ricreazione e qualche minuto appena arrivata, si conoscevano da appena due giorni ma la simpatia era reciproca, quindi avevano deciso di continuare a vedersi. Gaya le aveva parlato tutto il tempo di Anna ed Elisabetta, di come le aveva consciute, di cosa le accomunava.. insomma, le stava raccontando vita, morte e miracoli di quel trio. A Lottie non sembrò dispiacere quella chiacchierata e proprio in quel momento si vide l'enorme differnza che c'era tra loro due: Gaya era più una persona particolarmente aperta, che si affidava alle persona anche troppo facilmente, forse anche un po' logorroica visto che quando iniziava a parlare non la smetteva proprio più; invece Lottie era una ragazza leggermente più riservata, che stentava a mostrarsi com'era realmente, sebbene con Gaya sembrava averlo fatto fin da subito. In ogni caso, si trovavano bene l'una in compagnia dell'altra, quello era l'importante.
Anche quel giorno, comunque, passò, con l'ansia e l'adrenalina che scorreva nelle vene di quel trio anglo-italiano (?) che non vedeva l'ora di potersi abbracciare e parlare realmente, l'una di fronte all'altra.



Gaya si era insolitamente svegliata di prima mattina, con il sorriso sulle labbra e già gli occhi vispi, pronti a ricordare ciò che sarebbe accaduto quel pomeriggio per sempre. La madre non si dovette sforzare più di tanto per farla alzare dal letto, visto che ogni mattina diceva tre o quattro volte 'Gaya alzati, sono le sette!' oppure 'Gaya è tardi, sbrigati o ti lascio a casa!' anche se non capiva che, così facendo, otteneva più l'effetto contrario che altro.
In ogni caso, la ragazza prese al volo il cellulare poggiato accuratamente la sera prima sul comodino e, senza pensarci, inviò lo stesso messaggio ad Anna ed Elisabetta con scritto 'Porca troia, oggi pomeriggio voi sarete qui, di fronte a me! Ma ci pensate? Dio, quanto ho aspettato questo momento. Oh, buongiorno fanciulle.'. Effettivamente Gaya non era proprio una persona che si poteva dire dal linguaggio pulito però, in quel momento, chi non avrebbe detto/scritto/pensato una cosa del genere nel momento in cui le sue migliori amiche stavano venendo letteralmente a vivere da lei? Comunque la risposta di Anna, come sempre la prima, non tardò particolarmente ad arrivare e un suo 'Dannazione, lo so! Pensa che potrai sentire il mio 'frrrr' dal vivo, poi! Buongiorno cara.' fece ridere molto Gaya; poi Elisabetta, con un leggero ritardo, le scrisse 'Io non ci posso ancora credere, è tipo da tre giorni che mi faccio dare pizzicotti da Anna per capire se è un sogno o la realtà (infatti ho il braccio un po' rosso ma sh)!' il che la fece continuare quasi a sognare.
Non appena, poi, arrivò a scuola, non perse nemmeno un secondo a cercare Lottie nel luogo in cui si erano viste le prime due volte e avrebbero probabilmente continuato a fare. Iniziò a parlare, forse anche troppo, tanto che solamente la campanella che segnava l'inizio delle lezioni la fece, ma forse nemmeno, smettere di parlare. L'intero giorno fu un flusso continuo di messaggi: in classe, mentre studiava, mentre pranzava.. dovunque, in tutti i sensi.

Finalmente erano le 5:30 p.m. e Gaya aspettava dannatamente impaziente che la madre prendesse le chiavi di casa per dirigersi all'aereoporto. I capelli legati in due trecce un po' lente venivano torturate da ore dalla ragazza, la chewingum che masticava in bocca non aveva quasi pace.
Una volta arrivate Gaya si posizionò quasi in prima fila, in modo da poter vedere faccia a faccia il momento in cui Anna ed Elisabetta fossero entrate, per stampare il ricordo dei loro visi una volta per tutte, perché adesso non si sarebbero mai più lasciate, se lo erano ripromesso.
Nel tabellone degli arrivi e delle partenza il volo 'Palermo-Londra' si diceva atterrato già da 10 minuti e l'adrenalina aumentava man mano che i secondi passavano ma, proprio mentre Gaya stava per estrarre il cellulare dalla tasca e chiamare quelle due, esse uscirono dalla porta, trascinandosi dietro due valige enormi ciascuna.
Quella scena si svolse quasi a rallentatore, un po' come quando nei film i due innamorati si incontrano nuovamente dopo tanto tempo, solo che in quel caso erano tre migliori amiche unite da un'unica passione che dava loro la forza di non arrendersi. Tra piccoli gridolini, qualche lacrima, delle piccole esclamazioni in italiano e qualche risata, le tre si abbracciarono per dei minuti che sembrarono ore e quando furono costrette a respirare si guardarono negli occhi, facendo il 'loro batticinque' che consisteva nel battersi le mani contemporaneamnte.
Ovviamente le madri delle tre ragazze si conoscevano molto bene e, per farle contente, diedero loro il permesso di uscire per tutta la sera e andare a dormire a casa di Gaya, in modo da assaporare al meglio quel giorno che avrebbero voluto durasse per sempre.



- circa una settimana e mezza dopo -

Le giornate di Gaya si erano allungate, proprio come quando in Estate il sole tramontava più tardi e ogni cosa veniva vista con una luce quasi totalmente diversa. Ancora suonava strano dire 'Mamma, esco con Anna ed Elisabetta, a dopo!' perché sembrava solamente frutto dell'imaginazione, del sogno, mentre invece era una bellissima realtà.
Sebbene, la 17enne, fosse stata costantemente impegnata con i 'preparativi' per l'arrivo delle proprie amiche il pensiero di Louis William Tomlinson non aveva abbandonato la sua mente nemmeno per un istante. Quando si ritrovava ferma, a pensare, nella sua mente si formava nuovamente il ricordo di quel ragazzo poco più grande di lei, che con quegli occhi la osservava; poi sentiva nuovamente quel profumo che mai avrebbe dimenticato, nemmeno tra 60 anni.

Adesso che tutti si 'conoscevano' un po' meglio anche Lottie era entrata, piuttosto velocemente, in quella sorta di gruppo; e non perché era la sorella dei suoi idoli ma perché era una ragazza come loro, con passioni e sogni che desiderava realizzare.
Un pomeriggio, la new entry, invitò le altre tre a casa sua, come era già successo altre volte ma in altre abitazioni. Fregandosene di compiti o altro si ritrovarono in poco tempo sul morbido letto di Lottie a ridere come non mai per la sua figuraccia fatta di fronte al ragazzo che le piaceva: era ingenua ma tenera, un po' come Brittany S. Pierce in Glee*.
In ogni caso, mentre stavano amabilmente discutendo sulle solite sei-sette ragazze che giravano in gruppo ed erano un po' le solite ochette che puoi trovare in ogni Istituto Scolastico di tutto il mondo, da sotto provenne una voce che Gaya seppe riconosce senza nemmeno ascoltarla un secondo di più.

Louis: Lottie, sono io!

Era bellissimo ascoltare quelle semplici tre parole che però, come se fossero una droga, le avevano tolto tutto ciò che stavo pensando, dalla mente, facendole fissare il vuoto con uno stupido sorrisino. Era solamente la seconda volta che lo sentiva parlare dal vivo ma quel ragazzo, ora come ora, l'aveva resa una persona diversa anche solo con un secondo della sua presenza, era una magnifica sensazione.
Lottie si accorse velocemente dello sguardo di Gaya e, scambiandosi un'occhiata con Anna ed Elisabetta, si mise a ridere di gusto; pochi secondi dopo, quando finalmente ella ritornò alla realtà, spintonò tutte e tre unendosi, poi, alle loro risate. In men che non si dica, quasi obbligando la loro amica, uscirono dalla camera per scendere e salutare il fratello ma ciò che Gaya, Anna ed Elisabetta si trovarono di fronte fece loro realmente spalancare la bocca, rendendo le pupille dei loro occhi eccessivamente dilatate.
Di fronte a loro c'erano i One Direction al completo: Louis con le chiavi di casa ancora in mano, il capo abbassato per controllare il cellulare e un sottile sorriso dipinto in volto; Harry dietro di lui che, come sempre, si sistemava i folti ricci castano scuro e ci osservava, vagamente incuriosti, con quegli occhi verde smeraldo e le labbra leggermente curvate verso il basso; Zayn teneva le mani nelle tasche e faceva qualche passo verso di loro, si mordeva costantemente il labbro inferiore, come se fosse nervoso; poi, dietro loro tre, c'erano Liam che con la sua carnagione scura e i capelli un po' ribelli ci sorrideva, un sorriso capace di illuminare un'intera casa, che ti faceva calmare da qualsiasi cosa tu avessi; e infine, ma non per importanza, c'era Niall che si guardava intorno, curioso di ritrovarsi tre ragazze dal volto nuovo in compagnia di Lottie. Mentirei se dicessi che fu un incontro normale, tra fan e idoli, visto che le tre ragazze rimasero mute, senza dire una parola, finché non fu proprio occhi color del cielo a parlare.

Louis: Ehm, ciao Lottie, Gaya e..
Lottie: Elisabetta e Anna.
Louis: Elisabetta e Anna..
Lottie: Beh ragazze, sapete chi sono, no? Non credo ci sia bisogno che ve li presenti, ahahah.
Gaya: Ho le mie migliori amiche qua e i miei idoli di fronte, ditemi che non sto sognando.
Harry: No bellezza.
Lottie: Ho capito, dai. Presentatevi tutti quanti così poi andiamo in salotto che in piedi sto scomoda!
Louis: Sempre pigra tu, eh!

Gaya non credeva che veramente Louis si fosse ricordato il suo nome dopo quasi due settimane e quando lo pronunciò, con quel suo tenero accento, sentì il cuore fermarsi per un nano-secondo, che bastò per farla sorridere e prendere un po' di coraggio per parlare. Anna ed Elisabetta, invece, erano totalmente immobili: si erano immaginate il giorno che li avrebbero incontrati in modo e circorsanze totalmente diversi e il non riuscire a parlare per l'emozioni le faceva sentire ridicole.
Per fortuna Liam fu il primo a spezzare il silenzio, fatto di un leggero imbarazzo, che si era creato. Stringere le loro mani, sentirsi presentare un po' come quando facevano durante le interviste, guardarli negli occhi e sapere che non sarebbero scappati fece emozionare quel trio che, ora come ora, si sentiva molto più unito di prima.
Non appena in casa ritornò un clima respirabile tutti e nove andarono in salotto dove c'era chi si sedeva a terra e chi sul divano. Erano tutti però che parlottavano allegramente e si passava dal racconto di una piccola esperienza alle brutte figure di Liam e storie, poi, del genere. Quel pomeriggio, sebbene non fosse stato programmato così, passò nel migliore dei modi ma si sa che ogni cosa bella poi deve finire, no? Infatti, dopo quasi quattro ore passate solamente a parlare, cosa che Gaya sapeva fare particolarmente bene, lei, Anna ed Elisabetta furono costrette a ritornare ognuno alle proprie case.
Ovviamente, da persone educate, tutti si salutarono con un bacio sulla guancia e un vago rosso affiancato da un sorrisino ebete comparì nei volti di Anna ed Elisabetta; poi tutte e tre abbracciarono Lottie e si raccomandarono di vedersi domani al solito posto, che consisteva in una sorta di piazzola a pochi passi dalla scuola. Le due italiane parlavano l'inglese in modo impeccabile e avevano già impariato ad orientarsi molto bene nella grande città così ognuno ritornò per i fatti propri, dopo essersi scambiate qualche battuta e risata.
Ma ciò che si era svolto quel pomeriggio tra qualche risata e degli innocenti sguardi sarebbe stato solamente l'inizio di ciò che avrebbe 'sconvolto', in meglio, le vite di tre adolescenti.






if you want know more..
*Brittany Susan Pierce è un personaggio di Glee, come avete ben potuto capire, che è noto nella seria per la sua particolare ingenuità. All'apparenza sembra una ragazza stupida ma in realtà è molto matura, solamente è rimasta un po' troppo bambina dentro.

Non so perché ma a me questo capitolo non convince particolarmente, ma poco importa alla fine. Boh, grazie a quelli che leggono (che se farebbero una recensione, di qualsiasi tipo, sarebbe particolarmente) gradita e poi non so. Spero vi piaccia come scrivo, all'incirca.(?)
bai-bai, gagas. c:

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Capitolo 5
*** 05. A concert can change your life, sometimes. ***


Everything is possible.

05. A concert can change your life, sometimes.


Ma ciò che si era svolto quel pomeriggio tra qualche risata e degli innocenti sguardi sarebbe stato solamente l'inizio di ciò che avrebbe 'sconvolto', in meglio, le vite di tre adolescenti.



I giorni passavano e più il gruppo di Anna, Elisabetta, Gaya e Lottie si consolidava: se precedentemente le prime tre passavano le sere su Skype ad immaginare la loro vita da maggiorenni, adesso non facevano altro che uscire con la 'nuova arrivata' e, se capitava, anche con il fratello e i quattro migliori amici.
Era divertente vedere passate quelle giornate, sempre tutte velate di un po' di allegria. Se Gaya pensava a pochi mesi prima, a quando lei e le sue due italiane non facevano altro che parlare dei One Direction, di cosa avrebbero fatto se mai sarebbero riusciti ad incontrartli.. ora pensava che in realtà stava vivendo in un mondo parallelo, dove tutti i suoi sogni si avveravano, mentre invece era la realtà. Poi c'era un'altro tasto di cui non era solita parlare ma, si sa, quando si è innamorati o con una piccola cotta è difficile tenere la bocca chiusa. Quando parlava di Louis un piccolo sorriso si disegnava sul suo volto e iniziava a parlare di ogni singola cosa che lo riguardasse: essere 'innamorati' del proprio idolo significa che ti piace il suo modo di essere, di fare, di cantare o qualsiasi cosa egli faccia; sebbene Louis era da almeno due anni il suo idolo ora che lo poteva vedere ogni volta che voleva quell' 'amore' che pensava di provare prima si era trasformato in qualcosa di vero, diciamo, e un po' tutti l'avevano intuito (ovviamente solo le sue amiche) nonostante lei non facesse altro che negarlo.
In ogni caso i One Direction avrebbero fatto un concerto proprio al centro di Londra da lì a pochi giorni e, ovviamente, Gaya, Elisabetta e Anna si erano affrettate a comprare biglietti e, insieme a Lottie, avrebbero anche avuto dei pass per il backstage: infondo erano tutti abbastanza amici e un'altro sogno del trio anglo-italiano si sarebbe avverato.



- dopo il concerto -

Questo non sarebbe stato sicuramente né il primo né l'ultimo concerto a cui sarebbero andate ma sicuramente fu il migliore: era una cosa pazzesca essere tra le prime file, poter vedere quelle cinque persone che avevano radicalmente cambiato la tua vita così da vicino; era emozionante cantare ogni loro singola canzone con le lacrime ancora gli occhi e la voce leggermente rauca. Lottie era quasi abituata a quei loro concerti e inoltre, essendo la sorella minore di Louis, non lo vedeva come una persona 'estranea' e osservare Gaya, Elisabetta e Anna emozionarsi, secondo lei, per così poco, era un po' esagerato ma le faceva venire ugualmente quasi le lacrime agli occhi. Non appena il concerto finì tutte e quattro le ragazze si allontanarono lentamente dal palco per poi sgattaiolare letteralmente dietro le quinte. Asciugandosi le lacrime agli occhi Gaya e Anna adesso ridevano, come per scaricare l'adrenalina che fino a pochissimi minuti fa scorreva dentro le loro vene.

Gaya: Questo è stato il miglior concerto di sempre!
Anna: Non lo dimenticherò mai!
Lottie: Non riesco a credere che vi emozionate per così poco.
Gaya: Ehi, per te sono come tuoi fratelli, per noi sono i nostri idoli e anche se ora li conosciamo è sempre un'emozione fantastica sentirli.
Elisabetta: Infatti, dovresti vederli dal nostro punto di vista, staresti nelle nostre stesse condizioni probabilmente.
Lottie: ..Probabile.

Mentre Gaya ed Elisabetta discutevano ancora sui punti di vista propri e quello di Lottie, Anna e lei parlavano invece di moda, senza un perché. Tutte quante tremavano ancora un po' e il palco lentamente si andava svuotando: c'era gente che ancora urlava, come a sperare che qualcuno tra i cinque ragazzi uscisse e andasse da lei; poi c'era chi continuava a piangere per la gioia di averli finalmente visti, di aver coronato il suo 'sogno'.

Harry: Hai visto le ragazze in terza fila?
Zayn: Come potevi non notarle?
Louis: Dici le amiche di Lot..
Lottie: Ciao ragazzi!
Gaya, Anna ed Elisabetta: Ciao!
Harry: Ehi ragazze, vi è piaciuto il concerto?
Elisabetta: Best concert ever!
Zayn: Bella risposta!
Harry: Stavamo proprio parlando di vo..
Louis: Di andare a mangiare qualcosa, non abbiamo ancora cenato.
Niall: Va bene, stavolta offro io solo perché ci sono queste belle quattro ragazze.
Louis: Sì, certo..
Gaya: Che tenero!
Liam: Aspettiamo ancora un po' qui però, non vorrei essere assaltato da qualche ragazzine urlante!
Lottie: Ma loro sono solo orgogliose di te, ahahah.
Gaya: Guarda che anche noi eravamo delle 'ragazzine urlanti' prima di sapere che eravate i migliori amici del fratello della mia migliore amica.
Anna: Infatti, quindi porta rispetto Liam, ahahah.
Liam: Oh, scusatemi ragazze!
Zayn e Niall: Andiamo, ho fameee!

Dopo questa breve chiacchierata tra piccole gomitate, sguardi incerti e labbra mordicchiate di tanto in tanto, tutti e nove uscirono di nascosto da dietro le quinte e in men che non si dica si ritrovarono in una qualsiasi pizzeria che sembrava 'invitante'. Né da parte dei ragazzi che dalle ragazze qualcuno si sarebbe aspettato di legare così profondamente e così velocemente, tanto da sedersi al tavolo in quest'ordine: Zayn, Anna, Louis, Gaya, Harry, Elisabetta, Lottie, Niall e Liam.
I primi sei ordinarono tre pizze in modo da fare metà l'uno, il tutto solo per la golosità di strafogarsi di patatine e ketchup, mentre gli altri tre non si fecero troppi problemi per ordinare una pizza l'uno particolarmente condita. Tutto il cibo era una cosa fantastica, tanto che Gaya, Elisabetta e Niall decisero di ordinarsi un'altra pizza da dividere in tre. La serata, insomma, passò tranquilla nonostante Louis che si era quasi strozzato con la pizza per il troppo ridere, Niall a cui era uscita l'acqua dal naso e Anna che rischiava ad ogni boccone di sputare o scoppiare a ridere davanti a Zayn: una normalissima serata tra amici, insomma.
Non appena Niall, come promesso, andò a pagare tutto quanto, i nove ragazzi si alzarono e in fila indiana, quasi, uscirono dal locale. Finalmente si respirava un po' d'aria fresca e Gaya, abbassando leggermente lo sguardo, avvertì gli altri che si sarebbe allontanata un momento e così facendo calò il silenzio mentre lei, fingendosi non curante, camminava via dal suo gruppo. Ormai capitava spesso quella situazione, sebbene non con i One Direction, durante la quale l'astinenza l'assaliva e la costringeva ad allontanarsi per fumare: non voleva che gli altri lo sapessero, sapeva che era sbagliato e qualcuno poteva facilmente cambiare idea su di lei. Naturalmente Anna, Elisabetta e Lottie, che sapevano, si finsero anche loro curiose di quel gesto ma, mentre loro cercavano di distogliere l'attenzione da Gaya riportandola su un argomento a caso di conversazione, Zayn si allontanò cercando di raggiungerla, per poi scoprirla poco dietro la pizzeria con una sigaretta in mano e seduta su una macchina.

Zayn: Gaya, fumi?
Gaya: Ti sembra per caso un telefono questa? Bah. Sì, fumo..
Zayn: Ma potevi dircelo.
Gaya: Ma avreste pensato che lo facevo solamente per sentirmi 'alla moda'.
Zayn: Ma fumo anch'io e lo faccio per altri mille fattori che non comprendono la moda.
Gaya: ..In ogni caso non credo sia bello dirglielo.
Zayn: Prima o poi lo sapranno.
Gaya: Lo so, ma preferisco non ora.
Zayn: Come vuoi, ritorno dagli altri.
Gaya: Non dirglielo, per favore, inventati una scusa.
Zayn: Tranquilla, fidati di Dj Malik.
Gaya: Ahahah mi fido, mi fido.

Per fortuna Zayn non era uno di quei ragazzi che prima dicono una cosa e poi ne fanno un'altra: se ti dava la sua parola, la manteneva senza problemi, qualsiasi cosa sia. E Gaya, attraverso un computer e il vederlo dal vivo, l'aveva ben capito. Non appena infatti egli tornò dal gruppo che chiacchierava allegramente disse che Gaya aveva avuto un problema con un'amica e la stava chiamando, quindi preferiva rimanere sola, al che le tre migliori amiche lo guardarono un po' perplesse ma lui fece finta di nulla. Pochi minuti dopo anche Gaya ritornò con nonchalance e, camminando un po' di qua e un po' di là, venne l'ora di rientrare a casa per tutti. Lei avrebbe dormito da Lottie quella sera mentre Anna da Elisabetta così i ragazzi si divisero in tre 'gruppi': le prime se ne andorono insieme a Louis, le seconde furono accompagnate rispettivamente da Zayn ed Harry e Liam e Niall ritornarono insieme. Tutto ciò sembrava quasi fatto a posta ma, per cercare di non far pensare 'male', nessuno osò dire qualcosa a riguardo.
Elisabetta era chiaramente sorpresa della proposta di Harry di accompagnarla fino a casa e così si sentiva anche Anna: nessuna delle due avrebbe pensato che i loro idoli avessero mai fatto questo per loro. Mentre camminavano c'era un leggero imbarazzo che però il riccio fece calare totalmente dopo un paio di battutine idiote (che aveva probabilmente appreso da Louis) così non appena arrivarono di fronte l'abitazione di Anna le salutarono con un sorriso e un bacio sulla guancia.

Anna: Oddio, ci hanno salutato sulla guancia, ci hanno accompagnate, wrguhwr.
Elisabetta: Il mio idolo.. qua, con me.. oltre al best concert ever direi anche best night ever!
Anna: Sicuramente, giuro che mi sento ancora con le lacrime agli occhi.

Le ragazze, ancora emozionate dal fatto di essere state con Harry e Zayn, poco dopo salirono a casa e in seguito a profonde sclerate (?) riguardò a ciò si addormentarono.
Invece per Louis, Lottie e Gaya la serata non era ancora finita: abitavano lontano dalla pizzeria quindi ci misero un po' di più ad arrivare e durante tutto il tragitto Gaya rimanese appiccicata alla bionda lanciando costantemente degli sguardi a Louis. Lottie non ci mise molto ad accorgersene e così, iniziando una conversazione abbastanza interessante, tutti e tre iniziarono a parlare e la 17enne si sciolse, in modo da acquistare maggiore confidenza.
Era difficile dire cosa Gaya provasse solamente ad incontrare i suoi occhi, a sfiorarlo con una mano, a sentire il suo profumo entrando in casa della sua migliore amica: erano troppe sensazioni, senzazioni troppo nuove che era spaventata di provare. Nessuno lo sapeva o, almeno, secondo lei era così perché anche Anna ed Elisabetta lo sospettavano, in qualche modo.
Quella sera, ognuno per motivi personali o diversi, poteva dire di essere stato felice anche solo per un'ora, perché sulle labbra dei nove ragazzi erano spuntati dei sorrisi sinceri che sarebbero stati destinati a durare.






if you want know more..
Lo so, c'ho messo un po' a postare il capitolo ma non importa. Infondo 'sta fanfiction non la legge nessuno, è un modo come un'altro per 'sfogare' le mie fantasie infondo.
Bo, non importa, spero piaccia comunque a chi legga, daje.
xoxo gaya.

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Capitolo 6
*** 06. Different points of view. ***


Everything is possible.

06. Different points of view.


Quella sera, ognuno per motivi personali o diversi, poteva dire di essere stato felice anche solo per un'ora, perché sulle labbra dei nove ragazzi erano spuntati dei sorrisi sinceri che sarebbero stati destinati a durare.



Come ovvio che fosse, quella sera, Lottie e Gaya ebbero una bella discussione: i toni erano pacifici ma gli argomenti piccanti, sia da una parte che dall'altra. Il pensiero di Louis in quella stessa casa, nella stanza di fronte a quella in cui dormiva, la faceva impazzire e così l'amica se la rideva di gusto ma non appena l'altra iniziava a parlare della sua presunta cotta il buon umore si 'affievoliva' facendo spazio all'imbarazzo. Era costantemente un tira e molla tanto che non si sarebbero stupite se qualcuno fosse venuto da loro per sgridarle, vista l'ora.
Quelle due rimasero sveglie, insomma, fino alle due di notte, per poi crollare prima Lottie e solo una buona mezz'ora dopo Gaya. In realtà, questa, vedendo l'amica con gli occhi chiusi e il respiro regolare, si era messa distesa sulla schiena a fissare l'alto soffitto e a pensare all'ultimo mese: sì, perché poteva dire che era stato quello più intenso di tutta la sua vita; c'erano state troppe cose, tutte belle finora, e sperava continuassero.
Per Elisabetta e Anna, comunque, la situazione fu pressocché simile visto che non riuscirono a non parlare per almeno tre quarti del tempo in cui rimasero sveglie di Zayn ed Harry: era come se quei due le avessero portate dentro un tunnel senza uscita, il che non era particolarrmente incoraggiante.
Il giorno dopo, intorno alle sette e mezza, gli occhi di Gaya si aprirono di scatto dopo un incubo che le aveva messo particolare ansia. Stando attenta a non svegliare Lottie, la quale con il proprio sonno profondo sembrava fare finta di nulla, si alzò lentamente dal letto a una piazza e mezza per farsi una coda e uscire dalla stanza. Con il cellulare prontamente in mano, di Domenica, non si sarebbe aspettata nessuno sveglio a quell'ora, in particolare il silenzio che c'era le dava quest'idea ma nel momento in cui entrò nella cucina, facendo sempre molta attenzione a muoversi, vi trovò Louis seduto al tavolo che sembrava sonnecchiare. Quello spettacolo la intenerì, così, in punta di piedi, si avvicinò al frigorifero per prendere una bottiglia d'acqua ma grazie alla sua innata eleganza finì per scivolare e sbattere il ginocchio per terra. 'Cazzo..' pensò accennando pure ad alta voce alla parola ma in quel momento notò Louis muoversi e sperò che non l'avesse sentita.

Gaya: Caz..
Louis: Eh?
Gaya: Oh, ehm, nulla!
Louis: Ma.. Gaya?
Gaya: ..Sì?
Louis: Come mai sveglia a quest'ora? E come mai sei a terra?
Gaya: Ho fatto un incubo e sono scivolata.

Diciamo che non c'era nulla di meglio che iniziare una conversazione alle sette di Domenica mattina con il ragazzo che ti piace nonché membro della più famosa band anglo-irlandese con una parolaccia, decisamente. Gaya, mentre parlava, cercava di tenere il capo basso in modo da nascondere e evidenti guance diventate adesso un po' rossastre; per quanto si sforzasse di fare 'attenzione' in quelle occasioni era raro che non andasse palesemente in fiamme.
D'altro canto, Louis, si era addormentato sul tavolo con un'espressione di beautitudine e nel momento in cui sentì qualcuno parlare si risvegliò bruscamente, trovando l'amica di sua sorella per terra che si stringeva le gambe al petto. Senza pensarci due volte questo, che era più in una sorta di dormiveglia quindi già abbastanza 'coscente', si abbassò per controllare che ella stesse abbastanza bene.

Louis: Ma che hai combinato?
Gaya: Io? Nulla.
Louis: E io odio le carote, certo.
Gaya: In un universo parallelo è così.
Louis: Ma sulla Terra no.
Gaya: Dettagli.
Louis: Aspetta, vediamo che cosa ti sei fatta.
Gaya: Ah, fa male!

Non che il ragazzo fosse un medico provetto ma chiunque avrebbe messo un po' d'attenzione nell'alzare una ragazza che era appena scivolata, invece lui la fece mettere in piedi di scatto, provocandole così un piccolo urlo di dolore nel punto in cui aveva sbattuto per terra. Adesso Gaya era seduta sulla sedia dove prima dormiva quasi l'altro e si stava alzando i pantaloni del pigiama per vedere cosa si era fatta, trovando così il ginocchio particolarmente arrossat e gonfio, oltre che con qualche taglietto e un po' di sangue. Prontamente il ragazzo andò in bagno a prendere ciò che serviva per aiutarla e non appena ritornò in cucina con il disinfettante, un po' di cotone idrofilo e della garza, Gaya lo guardò perplessa.

Gaya: Io che mi faccio medicare da Louis Tomlinson?
Louis: Sì, se non vuoi che ti porti in ospedale.
Gaya: Fanc..
Gaya: Cosa?
Gaya: Etciù!

Considerando la grandiosa abilità di Gaya per dissimulare le sue brutte figure la situazione non sembrava molto incoraggiante. Louis, prendendo una sedia per mettersi di fronte a lei, le fece lentamente alzare la gamba e dopo avere bagnato il cotone idrofilo con un po' di alcool iniziò a tamponare la ferita sul suo ginocchio, provocando così le occhiataccie e le urla di Gaya. Era un mistero come ancora Lottie non si fosse svegliata, in ogni caso, dopo che Louis le fasciò il ginocchio, ritornò zoppicando in camera dell'amica seguita dalle risatine soffocate di lui. Non ci pensò due volte a buttarsi sul letto e di conseguenza su Lottie in modo da svegliarla bruscamente gridando 'Buongiorno ragazza!' beccandosi uno scappellotto sulla testa. Mentre si mise a sedere mormorando anche un 'ahi' di tanto in tanto Gaya le raccontò cos'era successo pochi minuti fa e Lottie, di tutta risposta, inziò a fare piccole battutine piccanti che, infondo, all'amica piacevano, sotto sotto.


Elisabetta si svegliò stranamente prima della sua amica. Lentamente aprì gli occhi, trovandosi sul bordo del letto e in procinto di cadere, forse proprio per questo lanciando un piccolo lamento si spostò, finendo per sedersi con le gambe incrociate. Con gli occhi semi aperti e la mente un po' confusa cercò a tentoni il cellulare sotto al cuscino e nel momento in cui lo prese, vedendo che non c'era nessun messaggio, si collegò su Twittah. Non appena entrò nel proprio account vide la bacheca piena di messaggi sui One Direction&Co. e la cosa la fece sorridere, tanto da scrivere 'BEST CONCERT AND NIGHT EVER!'. Nemmeno qualche minuto dopo, vide che qualcuno le aveva risposto e il nome di chi l'aveva appena menzionata era proprio Harry Styles, che le aveva risposto con un 'I know honey(Lo so tesoro).'.

Elisabetta: Oh cazzo, Harry Edward Styles mi ha scritto su Twitter!
Anna: Cosa? Ma che ore sono Ely? Pensa a dormire e sogna, va'.
Elisabetta: Anna non sto scherzando.
Anna: E nemmeno io.
Elisabetta: Dannazione, leggi qua!

Adesso che la mente di Anna era poco più legata alla realtà che alle braccia di Morfeo prese il cellulare dalle mani dell'amica e nel momento in cui fissò il suo tweet e quello di Harry rimase letteralmente scioccata, sorpresa e perplessa allo stesso tempo.

Elisabetta: Vedi? Pff.
Anna: E ti ha risposto dopo nemmeno cinque minuti!
Elisabetta: Lo so, oddio, lalalalaaaaa.

I loro discorsi, in un momento come quello, risultavano uguali a quelli dei bambini di due anni che sapevano pronunciare appena qualche verso. Sì, sembravano due stupide ma, diciamocelo, chi non si sarebbe comportato così dopo che il tuo idolo ti aveva riaccompagnato a casa la sera prima e risposto ad un tuo tweet nemmeno dopo cinque minuti?
Dopo che Anna era vagamente riuscita a calmare Elisabetta e il suo essere stranamente logorroica si vestirono con dei semplici jeans, una maglietta a mezze maniche e un leggero golfino sopra. Scesero poi in cucina a fare colazione insieme ai genitori di Anna e, non appena finirono, uscirono di casa precipitandosi al bar in cui avevano appuntamento per quell'ora con Lottie e Gaya. Quelle due tardarono un po', a dir la verità, forse per la caduta di Gaya, forse per il sonno di Lottie, le altre due amiche erano un po' spazientite e non appena le videro stavano per andarle a 'sgridare' ma quando notarono la prima zoppicare un po' si preoccuparono abbastanza.

Lottie: Ehi ragazze!
Anna ed Elisabetta: Ciao!
Elisabetta: Sì, ma cosa ti è successo Gà?
Gaya: ...Sono inciampata.
Anna: E come?
Gaya: Nulla di grave, tranquille.
Lottie: L'ha aiutata Louis.
Anna ed Elisabetta: Ahhhh!
Anna: Potevi dirlo prima!
Gaya: Tu zitta mai, eh?
Lottie: Che ho detto di male?
Elisabetta: Che stupida, ahahah.

Un bel modo di salutarsi e darsi il buongiorno, no? Quando finirono quella breve chiacchierata entrarono nel bar e vennero accolte da un delizioso odore di caffè e di tutti i suoi aromi. Sedendosi ad uno dei tanti tavoli vuoti per quell'ora iniziarono a parlare del più e del meno, come se non si vedessero da chissà quanto tempo mentre invece era appena passata una sola notte. Nel momento in cui si avvicinò loro la cameriera Gaya ordinò, come sempre, un cappuccino con molto zucchero e una piccola ciambella al forno, Lottie ed Elisabetta una pizzetta e Anna una treccina con gocce di cioccolato: sì, ci andavano tutte molto leggere di prima mattina effettivamente.
Finorono in poco tempo quella ricca colazione e così, dividendosi il conto, uscirono dal bar per farsi un giro lungo le solite vie. Non avevano grandi programmi per quel giorno e siccome si sarebbero tutte e quattro trovate a non far nulla decisero di andare a pranzo da Lottie, dove ci sarebbero stati sicuramente anche altre persone. Per quasi due ore rimasero nel viale dello shopping più ambito di Londra e solo quando le gambe e i piedi di tutte e quattro iniziarono a fare un po' male decisero di ritornare a casa per riposarsi un po'. Casa di Lottie era un po' lontana e nonostante il loro corpo reclamasse urgentemente un comodo divano si sforzarono di non accasciarsi a terra e farsi trascinare da qualcuno. La porta dell'abitazione finalmente si aprì e Gaya non perse tempo di togliersi le ballerine, che le avevano tristemente segnato i piedi, per andarsi a buttare sul divano. Le stanze sembravano vuote così anche Anna corse sopra l'amica e in un batter d'occhio Gaya si ritrovò sommersa da quelle tre scalmanate.
Finalmente si fece ora di pranzo e, pigre com'erano, decisero di far cucinare qualcosa alla padrona di casa. In men che non si dica si ritrovarono tutte e tre sedute al tavolo della cucina, sembrando delle bambine in attesa della pappa e così, appena Lottie distribuì ciò che aveva preparato, iniziò a ridere sebbene le altre non capissero a pieno il motivo. Non era da loro mangiare in modo civile e come tutte le persone educate così c'era chi si affogava, chi iniziava a ridere trascinando facilmente le altre e chi invece si limitava a fissare in silenzio. Mentre succedeva tutto ciò qualcuno bussò alla porta e, gridando Anna, Lottie ed Elisabetta all'unisono un 'Io no!', Gaya fu costretta ad alzarsi e andare alla porta, trovandosi davanti cinque bei ragazzi. Dopo quasi un mese di vederseli comparire all'improvviso non rimaneva più a bocca aperte e occhi spalancati, sebbene il suo cuore provasse sempre le stesse identiche emozioni. Non dando loro nemmeno il tempo di salutarsi li portò in cucina e, ben presto, riprese a mangiare mentre altre risate stavano per scoppiare dentro di lei.

Louis: Buongiorno, eh!
Gaya, Anna, Elisabetta e Lottie: Giorno, giorno.
Zayn: Non ci state calcolando per dello stupido cibo.
Niall: Ehi, non trattare male il cibo.
Elisabetta: Appunto, potrebbe offendersi.
Niall: E' molto suscettibile, ricordalo.
Liam: Sì, certo, e io non ho paura dei cucchiai.
Gaya: Ma oggi siete tutti al contrario? Louis odia le carote, tu non hai paura dei cucchiai, ci manca solo che Harry si vuole tagliare i capelli.
Harry: I miei ricci non si toccano!
Gaya: Ero sarcastica, idiota.
Harry: ..Io specificavo.
Gaya: Certo.
Louis: Ahahah quei ricci sono miei. In ogni caso, vi va di andare a vedere un film, dopo?
Anna: Che tipo?
Louis: Horror, Thriller, qualcosa del genere.
Gaya: Solo se qualcuno si mette accanto a me perché io ho paura..
Elisabetta e Lottie: Sei una cagasotto, ahahah!
Gaya: Nessuno ha chiesto la vostra opinione.
Niall: Ahahahahahah va bene, dai.
Gaya: Allora okay.
Zayn: Appena finite di mangiare andiamo allora, ahahah.
Gaya: Smettetela di sfottere, che palle, ahah..

Così facendo le ragazze finirono di mangiare circa ventiminuti dopo e appena terminarono di truccarsi, nonostante il divieto degli altri, uscirono di casa. A causa di Gaya e Louis, i due logorroici del gruppo, non ci fu nemmeno un momento in cui rimasero tutti zitti e quando arrivarono di fronte al cinema la prima, Elisabetta e Niall si precipitarono ad andare a comprare tre pacchi enormi di popcorn. Appena i biglietti furono pronti, e pagati gentilmente dai ragazzi, entrarono in sala, disponendosi nell'ordine Liam, Anna, Zayn, Niall, Gaya, Louis, Lottie, Elisabetta ed Harry. Ogni tre persone a partire da Liam avevano del cibo, in modo da 'dividerlo' in parti uguali, nonostante quello di Gaya, Niall e Louis finì particolarmente velocemente.
Come promesso il film era un terribile horror tanto che per Gaya non ci fu momento in cui stringeva la mano di Niall e nascondeva il viso nella sua spalla provocando le risate soffocate di questo, che però non era poi così coraggioso, tanto che anche lui di tanto in tanto si copriva gli occhi. Ella non si avvicinò a Louis, sebbene lui di tanto in tanto le lanciava qualche piccola occhiata fugace. Anna ed Elisabetta erano quelle totalmente meno spaventate di tutti, tanto che si guardavano il film in totale tranquillità e facevano addirittura qualche battuta, beccandosi i pop corn di Gaya in testa. Zayn osava a volte nascondersi davanti alla sua mano fingendosi di aggiustarsi i capelli pur di non vedere alcune scene e Harry faceva finta di scuotere i ricci per fissare Elisabetta. Tutti i ragazzi, come le ragazze, osavano comunque scambiarsi qualche occhiata, eccetto il biondo e la bruna che, per gran parte del film, si erano appropriarti dei pop corn in modo da metterli davanti agli occhi, per parlottare e mangiare.
Alla fine del primo tempo erano tutti leggermente provati ma non si lasciarono sopraffare dall'inconscio, tanto da riuscire a finire il film ed uscire con le gambe leggermente tremanti. Niall e Gaya erano ancora a braccetto e, non avendo praticamente visto il film, erano i più tranquilli; Louis e Anna invece stavano accanto, parlando accuratamente di alcune scene che erano sembrate ad entrambi un po' strane anche se girate bene. Appena furono fuori dal cinema Gaya si scusò e, fingendo di andare a fare una telefonata, si allontanò, seguita sfortunatamente, forse, da Zayn. Come ovvio che fosse la ragazza uscì dalla tasca una sigaretta e un accendino e, senza guardare l'amico, l'accese, ispirando silenziosamente e con gli occhi chiusi: immaginava che ben presto gli sarebbe toccato dirlo ma non le andava, non ancora almeno.

Zayn: Sai che prima o poi lo sapranno?
Gaya: Sì, ma non è il momento.

Dette quelle parole entrambi rimasero in un silenzio fatto solo dai loro respiri e il fumo che usciva dalle loro labbra visto che anche Zayn aveva appena acceso la sua 'passione'. Entrambi si scambiarono, però, dei piccoli sorrisi complici, che volevano fare intendere che, infondo, si capivano, e ognuno avrebbe rispettato le decisioni dell'altro. Proprio mentre Gaya stava finendo la sigaretta Liam si avvicinò a loro, considerando che mancavano da un po', ma questa se ne accorse e in tempo record buttò la sigaretta che stava fumando per sputare via il fumo e regalare al castano un sorriso. Zayn, che non si era accorto di nulla, continuava beatamente a fumare e alla domanda di Liam sul perché lei puzzasse di fumo, Gaya rispose che aveva abbracciato Zayn. La spiegazione non soddisfò particolarmente il ragazzo ma pur di non rovinare la bella giornata decise di annuire e riportarla dal gruppo.
Tutti e nove ritornarono a casa dopo poco ma Elisabetta, Anna e Gaya dovettero tornare ognuna a casa propria, così, prendendo strade diverse, si abbracciarono tutti e si salutarono 'per bene'. La prima, durante il tragitto, aveva una strana espressione pensierosa e alla domanda delle altre due su cosa avesse si limitò a rispondere che era stanca di camminare così lasciarono perdere, pur sapendo che c'era qualcosa sotto.


L'indomani mattina si svegliarono tutte abbastanza in orario e dopo essersi preparate per andare a scuola, si incontrarono nella solita piazzetta per chiacchierare come sempre un po'. Poco dopo però suonò sfortuntamente quella dannata campana, così da interrompere i loro discorsi e portarle tutte quante in classi diverse. Gaya aveva educazione fisica, Elisabetta matematica, Anna arte e Lottie storia: un bel toccasana di prima mattina toccava a tutte, già.
Quando Anna entrò in classe si sedette come sempre al terzo banco, fila a sinistra, aspettando qualche compagna in modo da non doversi annoiare durante tutta l'ora. Stranamente, però, le si sedette vicino una ragazza dalla carnagione scura, i capelli abbastanza mossi e lunghi fin poco sotto le spalle di colore castano scuroe con degli occhi grandi e di un colore misto al marrone e al nero che davano un piccolo senso di profondità, tanto che Anna rimase un po' sorpresa da questa sconosciuta che, per fortuna, prontamente si presentò. Si chiamava Silvia ed era stata bocciata l'anno prima così aveva appena deciso di iscriversi all'Istituto, aveva origini per metà italiane (il che spiegava il suo nome e l'accento) e la materia della prima ora era la sua passione. A dirla tutta sembrava abbastanza simpatica e presto entrambe entrarono in gran confidenza, sebbene fosse appena un'ora che si conoscessero; sembravano quasi Gaya e Lottie la prima volta che si erano conosciute.




if you want know more..
Considerando che pochi e nessuno leggono questa fanfiction direi che ho aggiornato con un po' di ritardo, eheh. Il problema è che avevo poca ispirazione per creare qualcosa di geniale (...) e poco tempo per scrivere, il che mi ha portato a rimandare costantemente.
Però, grazie ad un'amica, ho ritrovato lo 'spirito da scrittrice', lol, così da riprendere la storia. Non so sinceramente se vi piaccia o meno ma mi sono impegnata, quindi in quel caso accettate il mio umile sforzo.
Ah, vorrei inoltre pubblicizzare una Ziam fatta da questa mia amica, BooBearStylinson, eccola: Boy when I'm looking at you I can never be brave, è stupenda, vi giuro. E inoltre avevamo pensato di scrivere, sempre io e lei, un'altra fanfiction, forse una Zarry. Bo, ci penseremo.
Ringrazio i lettori clandestini e quelle sante quattro-cinque persone che seguono la storia, aw.
Detto ciò vi saluto, adieau. xx

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