Love Affair (/viewuser.php?uid=160058) Lista capitoli: Capitolo 1: *** Capitolo 1 *** Capitolo 2: *** Capitolo 2 *** Capitolo 3: *** Capitolo 3 *** Capitolo 4: *** Capitolo 4 *** Capitolo 5: *** Capitolo 5 *** Capitolo 6: *** Capitolo 7 *** Capitolo 7: *** Capitolo 6 *** Capitolo 8: *** Capitolo 8 *** Capitolo 9: *** Capitolo 9 *** Capitolo 10: *** Capitolo 10 *** Capitolo 11: *** Capitolo 11 *** Capitolo 12: *** Capitolo 12 *** Capitolo 13: *** Capitolo 13 *** Capitolo 14: *** Capitolo 14 *** Capitolo 15: *** Capitolo 15 *** Capitolo 16: *** Epilogo *** Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***
Buona domenica a tutti! :D Eccomi qui con questo nuovo capitolo, che, sinceramente, non è dei più allegri... però non vi rivelo nulla, leggerete e saprete! ahahahah Inutile aggiungere altro... Un bacio a tutti/e! :D Buona lettura, Scar p.s.: se volete lasciare una recensionina piccina piccina, io non mi offendo ;) a presto (: Capitolo 6 - che ne dici di questo? - - mh? - - Matt! Avevi detto che mi avresti aiutato! – Scar ributta malamente a posto il pullover che mi stava mostrando, mettendo su un broncio non troppo convincente - e va bene… scusami – le prendo il viso con le mani e le do un bacio sulla fronte, subito si riapre in un sorriso Siamo in giro per Londra alla ricerca del perfetto regalo di Natale che una perfetta fidanzata farebbe al suo perfetto fidanzato famoso. Siamo ancora ai primi di Dicembre, ma a quanto pare Scarlett odia lo shopping sotto Natale perché è costretta a prendere decisioni in fretta, cosa che, appunto, odia fare. Tom è in Galles per una riunione con tutta la famiglia o qualcosa del genere, quindi nessuno trova strano che lei passi gran parte del suo tempo con me, a noleggiare film idioti, comprare schifezze e passeggiare con Neville, che mi ostino a chiamare “cavallo”, viste le dimensioni. Sono passati altri 10 giorni, dopodomani la felice coppietta festeggerà le prime due settimane in un esclusivo ristorante nel cuore della City. Il maitre, probabilmente in cambio di un piccolo incentivo, si è già lasciato sfuggire tavolo e ora della prenotazione davanti a ben più di un paparazzo, quindi siamo certi che ci sarà tutta la stampa londinese. Proprio come Tom aveva previsto, la stampa ha benaccolto questo piccolo scandalo rosa, Damien telefona tutti i giorni per comunicarci “grandi, importanti novità!”. Ma la vera star è lei, inutile negarlo. Adorano il suo abbigliamento “così giovanile ma elegante”, adorano la sua dedizione al lavoro. Io adoro il sorriso che fa quando mi vede, il modo in cui arrossisce quando si trova davanti ai paparazzi e le sue manine calde che mi stringono la vita. - oddio di nuovo no! – borbotta quando vede sbucare un uomo sulla quarantina che comincia a farci foto a raffica dall’altro lato della strada – vieni! - Mi prende per un polso e mi trascina a passo di marcia verso il bar più vicino, mi fa sedere e ordina due cioccolate calde alla fragola. La mia preferita, che dolce. Nonostante l’iniziale riluttanza del cassiere, ci permettono di tenere Neville nel locale, che subito si accuccia affianco alla sedia di Scar. Non abbiamo più parlato di quei due brevissimi baci, anche se i nostri sentimenti sono gli stessi di due settimane fa, se non più intensi… almeno, per me la cosa peggiora di giorno in giorno. Sono morbosamente geloso, divento scontroso con entrambi ogni volta che escono assieme, Scar l’ultima volta c’è rimasta così male che ha mollato Tom a metà del film ed è scappata dal cinema, in lacrime. Mi sento ancora una verme ogni volta che ci penso… l’ho fatta piangere. Io. Proprio io, che ormai tengo più a lei che a qualunque altra cosa. Non dico di amarla, ma ho paura di esserci ogni giorno più vicino. - chi è il mio Big Teddy Bear? – mi chiede allungando una mano fino alla mia guancia, per tirarmi un pizzicotto - iiiio – rispondo con un sorriso sornione, provocandola la solita, meravigliosa risata ilare e spontanea Torniamo a casa sua a braccetto, mi sta praticamente costringendo a rimanere a cena da lei, dice che da sola si annoia. Mi ha comprato con una pizza, non mi faccio mai pregare troppo. Non appena entriamo nell’ingresso, nota un pacco nella sua cassetta della posta. - Kilkenny? – chiedo sbirciando l’indirizzo, vedo il suo viso rabbuiarsi - dev’essere di mia madre… te l’avevo detto che sono irlandese, no? – tenta di sorridermi, ma credo ormai d’essere capace di leggerle dentro - perché fai quella faccia? - - che faccia? – entra in casa sua prima di me, con troppa fretta, butta le chiavi dove capita e corre dietro il bancone della cucina, con la scusa della cena - Scar… che c’è dentro quel pacco? – la raggiungo e blocco il passaggio - ma niente, te l’ho detto! - Le strappo di mano il pacco e lo apro, cerca di fermarmi ma poi si rifugia nell’angolo, comincia a mangiarsi voracemente le unghie senza smettere un solo attimo di fissarmi. - cosa diavolo… ? - Mi trovo davanti un libro con la copertina bianca, un po’ anonima, una donna pallida mi fissa, sormontata dal titolo rosso fuoco. “Drinking – a Love Story”. Scar sta piangendo. - che significa? - - ero in terapia dagli alcolisti anonimi. Poi mi sono laureata, ho cercato posto a Londra, mi sono trasferita il prima possibile e ho abbandonato il gruppo. Mia madre non l’ha ancora accettato - - eri in cura per l’alcolismo a vent’anni? – chiedo sgomento, non l’ho mai vista bere più di una birra o un paio di bicchieri di vino - oh sì. Il mio strizzacervelli mi chiamava Spongebob, come la spugna – ridacchia fra le lacrime, stringe il bordo del piano cottura dietro di sé, cerca di controllare la rabbia – e mia madre continua a mandarmi libri su come controllare l’alcolismo, e mi procura appuntamenti con gruppi o medici a cui puntualmente do buca! Non ne ho bisogno, sto bene! – grida, con una voce acuta e sopraffatta, scossa dai singhiozzi - quanto sei stata in cura? - - io… bevo da sempre, come tutti gli irlandesi. Sì lo so è uno stereotipo, ma è vero. Dai quindici anni in poi la cosa ha cominciato a peggiorare, tornavo a casa sempre molto tardi… e il più delle volte priva di sensi. Poi… una sera… eravamo andati sulla costa, sai, a Wexford, ci sentivamo i migliori al mondo, quelli che potevano fregare il tempo, la vita… la morte. È stato come nella Febbre del Sabato Sera. L’hai mai vista quella scena? Un momento Gerry era lì… il momento dopo era spiaccicato sulle rocce. – parla senza riuscire a fermarsi, se non per prendere aria e cercare di fermare il pianto, la sua voce è sempre più sottile, sempre più spezzata – abbiamo chiamato polizia e ambulanza, sono arrivati i nostri genitori, ci hanno interrogati per tutta la notte, poi hanno deciso che si trattava di un incidente. Ci siamo allontanati, io ho cominciato l’università ma non ho mai smesso di bere. Si sono verificati i classici “sintomi”… psicosi, depressione, ansia… e così mia madre mi ha presentato il dottor Murray - Cala un profondo silenzio tra noi, quel metro scarso che ci separa sembra un milione di volte più grande, questa verità è profonda e spaventosa come un burrone. Tutto quello che volevo dire sparisce dalla mia mente – bevi… bevi ancora? – - tutte le sere. Due bicchieri di tequila, a volte tre. Non è molto, no?- si giustifica - mi aiuta a dormire… - - sogni ancora quella notte? - - il più delle volte sì. Altrimenti penso ai miei ragazzi, alla vita che li aspetta e al fatto che non farò mai abbastanza per aiutarli. Ti faccio schifo? – mi chiede a bruciapelo - perché dovresti? - - mentre parlavo hai fatto tre passi indietro, preambolo perfetto per un rifiuto. - - no, non mi fai schifo. Hai solo un problema… e se mai vorrai parlarne ancora, o tentare di risolverlo… o se vorrai prenderti una sbronza in compagnia… io sono sempre disponibile. Non ti abbandono, te lo prometto - - resta qui stanotte – mi sussurra dopo essersi buttata fra le mie braccia, ammetto di essermi commosso anch’io durante il suo racconto. Ci stringiamo fra le lacrime, fra il frigorifero e il forno, fra le parole appena dette e questo silenzio intimo, che adesso sembra perfetto. - non posso - - invece si. Tom capirà - - andiamo a dormire, allora? – le accarezzo i capelli e le sorrido, mi fissa con i suoi occhi ormai gonfi e rossi, ancora umidi. Mi prende per mano e mi porta fino alla sua stanza – niente tequila? – le chiedo, non appena si stende sulle coperte e mi invita a fare lo stesso Si china su di me, sento le sue mani sulle mie guance, mi bacia. La stringo per la vita, i suoi capelli mi solleticano il volto, il suo corpo si posa per un solo istante sul mio, prima di ritornare sul letto – no, oggi no - Fine capitolo 6 |
Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***
Buongiorno a tutti (: Non ho assolutamente nulla da dire su questo capitolo, è un po'... bah, vedrete! Buona lettuuuura :D Siete fantastiche, comunque. ♥ Capitolo 8 - COSA?! - - hai capito benissimo – replico, lapidario. - mi assento per... quanto, quattro giorni? E quando torno ti presenti qui e mi dici che tu e Scar avete fatto sesso e che avete pure litigato! - - non è proprio esatto… - - d’accordo, avete quasi fatto sesso. La cosa non sminuisce affatto la situazione, fidati - - non era solo sesso – borbotto imbronciato, arrossendo davanti al sorriso canzonatorio di Tom – almeno non per me… - nonostante tutte le cose che ci siamo detti, o urlati, negare i miei sentimenti per Scar sarebbe mentire a me stesso. - peggio ancora! – il mio amico si butta sul divano di fronte e mi fissa con un’espressione consolatoria, mi conosce e sa che in questo momento mi sento uno straccio – ci andiamo a sbronzare? – mi chiede con quello che credo sia affetto, sperando di tirarmi su con un paio di pinte - sono le 2 e mezza di pomeriggio. - - abbiamo fatto di peggio, su! – ridacchia e agita la mano con fare frivolo – comunque, se oggi non te la senti di venire… - - penso che resterò a casa, sì. Non me la sento molto di vederla, sinceramente… magari domani, non posso mollare il musical, mi sentirei troppo in colpa - - suppongo che tu sia turbato, il vostro rapporto è mutato più volte nel giro di… mezz’ora, più o meno… - - non parlare così, mi fai impressione – scoppio a ridere e gli lancio contro un cuscino – sembri uno di quelli che risponde ai problemi di cuore sulle riviste - - il mio consiglio è dimenticarla… - si alza e viene verso di me, si china e mi accarezza i capelli – e io avrei un’idea su come fare… - - mi stai prendendo per il culo, vero? - - ovvio, a me piacciono biondi – si allontana, mi lancia il telecomando e prende le chiavi dell’auto – passa un buon pomeriggio… ma mi raccomando, non sporcare – mi fa l’occhiolino - pezzo di idiota! – gli urlo dietro, sento la sua risata echeggiare per le scale. Ok, riflettiamo. Ci siamo io e il mio cervello, e mi sa che abbiamo bisogno di una chiacchierata tète a tète. Sono, o meglio siamo, pazzi di Scarlett, ma l’ultima volta che l’abbiamo vista le abbiamo urlato contro che non ci saremmo mai presi la briga di rischiare tanto per una relazione con lei. Bè, domani ci armeremo di coraggio e andremo a dirle che siamo pronti a tutto, per lei. A tutto. * * * * Sono passati quattro giorni, e tutto il coraggio con cui mi ero ripromesso di armarmi è sparito nel nulla. Conclusione, sono praticamente rimasto barricato in casa nelle ultime 96 ore, e Tom non ha trovato il sadismo necessario per portarmela qui. Per fortuna, aggiungerei, perché avrei fatto la figura del pesce lesso o, peggio ancora, avrei ricominciato ad urlare. Contro ogni aspettativa, però, oggi sono riuscito a sollevarmi dal divano, a tornare ad uno stato accettabile, a cambiarmi ed a tornare al centro, se non altro per interpretare Hercules. Per tutto quello che riguarda Scar, poi… chi vivrà vedrà, insomma. Non sono arrabbiato, almeno non credo… sono solo molto confuso, so di volere lei ma non so quale sia il prezzo a cui posso arrivare, e tanto meno quale sia il suo. Non appena scendiamo dall’auto, molti dei ragazzi raggiungono Tom per convincerlo a giocare a basket assieme a loro, e con uno sguardo di scuse, ed uno della serie “muoviti e vai a parlarle!”, mi lascia solo davanti all’ingresso. Mi faccio coraggio ed entro, sperando di non incontrare nessuno, così da non dover cercare una scusa per spiegare la mia misteriosa e continuata assenza. Il salone sembra deserto, mi avvio verso il salone dove di solito proviamo ma mi fermo a metà del corridoio, oltre la porta sento qualcuno che canticchia il ritornello di Bleeding Love, quello che fa “I don’t care what they say, I’m in love with you”. Non potrei non riconoscere quella voce, nemmeno se fosse nascosta tra altre mille. Poso una mano sulla maniglia, probabilmente se le chiedessi il permesso di entrare me lo negherebbe, sarà incazzata come non mai. - ehi – entro nella stanza e infilo la testa, alza gli occhi spaventata dal mio semplice saluto, si blocca, si alza, sembra una bambina smarrita. - ehi - - posso? - - sei già entrato, mi pare - - già. Volevo parlarti – ammetto, facendo qualche passo nella stanza. Noto una targhetta sulla scrivania, Scarlett T. Murray – per cosa sta la T? - - non t’interessa – replica dopo un secondo d’incertezza - sono solo curioso, non c’è niente di male a dirmelo… - - Talulah, ok? Contento? - - Talulah? Che razza di nome è Talulah? – e sì che gli irlandesi sono strani, ma arrivare ad un nome del genere… tre secondi in ritardo mi rendo conto che forse prenderla in giro per il suo secondo nome non è il modo ideale per fare pace - viene dal nome gaelico Tuilelaith. Di cosa dovevi parlarmi? – cambia prontamente argomento, arrossendo lievemente ma senza guardarmi negli occhi, continua ad occuparsi dei fogli sulla scrivania - di noi. E di quello che è successo. – in tre passi mi porto davanti a lei, si trova costretta ad alzare lo sguardo, le mie labbra sono a qualche centimetro dalle sue - non eri arrabbiato? – tenta di sottrarsi, la blocco dalla vita con un braccio - ero incazzato nero – le confermo – ma poi ho capito che senza di te non resisto. È più forte di me. - - meno male, cominciavo a pensare di dover trovare un nuovo Hercules - - sto parlando sul serio, Scarlett – il mio tono la lascia a bocca aperta. La bacio, mi perdo nella morbidezza delle sue labbra, nel profumo dei suoi capelli e della sua pelle, che sanno sempre di frutti di bosco, nella sua pelle bollente, che accarezzo da sotto il pullover. La spingo verso il fondo della stanza, verso un piccolo divano pieno di vecchi libri, senza riuscire a separarmi dalle sue labbra. Sento di nuovo le sue mani e mi rendo conto che restare lontano da lei è stato come non respirare per quattro giorni, come se non fosse sorto più il sole, come se avessi dormito, senza godermi le meraviglie che questo mondo aveva da offrirmi. - Scarlett Talulah Murray, sto per fare l’amore con te, che tu lo voglia o no – le faccio il verso - qui? – mi fissa preoccupata, ma non riesce a nascondere un sorriso - certo, qui e ora. - - almeno hai chiuso a chiave? – mi chiede prima di sfilarmi la felpa e la maglia, lasciando dei baci sul mio petto - ovvio… per chi mi hai preso? – le sollevo il viso con una mano e la fisso negli occhi. – dio, quanto mi sei mancata - Butto malamente giù i libri, la faccio stendere e mi sdraio sopra di lei. So che non è il massimo del romanticismo, e che non è nemmeno il caso, nel bel mezzo di un centro sociale in cui ci conoscono tutti, ma non riesco ad aspettare, perché un altro secondo lontano dal suo corpo significa dieci anni di vita in meno. Da lì viene facile. Viene facile stringerla a me, fare l’amore, intrappolare i suoi gemiti in un bacio, nella mia bocca, non solo perché se qualcuno ci sentisse sarebbe un fottuto casino, ma anche perché sei geloso persino dei muri, non vuoi che nessun altro a parte te possa goderne. - Matt… - mi chiama piano, labbra contro labbra – ti rendi conto di quello che stiamo facendo? – apri gli occhi, mi guardi, ridi. - la cosa giusta - Usciamo dalla stanza rossi in viso, con un sorriso che va da orecchio a orecchio, ci scambiamo un ultimo bacio infuocato sperando che nessuno se ne accorga. Tom compare proprio in quel momento, ovviamente. - Hola voi due, si può sapere dove eravate finiti? - - ehm… no noi stavamo… - Scar mi lascia la mano, indica l’ufficio, avvampa e si perde nei suoi mormorii - mh. – nota il sorriso, nota la mia faccia – schifosi sporcaccioni – ci guarda severo prima di farci un ghigno soddisfatto. Scar si avvia prima di noi verso la sala delle prove – Matt? - - lo so, lo so… - - quando hai intenzione di dirglielo? - - io… arriverà il momento, non preoccuparti - Fine capitolo 8 |
Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***
Buon giorno, buon appetito, buona
lettura! :D E anche buon weekend, visto che è venerdì u.ù Baacio (L) Capitolo 9 - amore… - - che c’è? - - niente, era solo per il gusto di chiamarti così – le spiego in un sussurro, rido da solo per la mia stupidità. Siamo sdraiati nel mio letto, a giudicare dal colore del cielo è quasi l’alba. Gli ultimi sei giorni sono stati i più belli della mia vita. Scarlett si è praticamente trasferita, ovviamente assieme a Neville, a casa di Tom, che nel frattempo si è trasformato in una specie di Frate Lorenzo, nasconde e aiuta il nostro amore senza lamentarsi e senza chiedere nulla in cambio, si limita a guardarci sorridente quando ci vede accoccolati sul divano. Sa di buono, questa quotidianità. È meraviglioso svegliarsi tardi e trovarla che passeggia per casa, fare colazione a letto, guardare film sotto le coperte, preparare assieme il pranzo. Tom ci prende in giro, minacciando di sfrattarci se non la smettiamo con tutto questo miele. Ed è altrettanto terribile dover stare lontano da lei quando siamo in pubblico, vederla mano nella mano col mio amico… guardarli mentre si scambiano qualche bacio e qualche carezza mi fa prudere le mani per la gelosia, ma mi tocca sorridere e fare finta di nulla. Proviamo diverse ore al giorno, ormai la prima è alle porte, manca poco più di una settimana… Devo ammettere che siamo tutti molto eccitati, cosa che può risultare strana dopo aver girato otto film che sono stati visti in ogni angolo di mondo, ma questa è tutta un’altra cosa… Ho conosciuto tante storie nell’ultimo mese, ho conosciuto a fondo i ragazzi che me le hanno raccontate, e fare qualcosa per loro è veramente meraviglioso. E non lo dico per vantarmi, ma siamo bravissimi! Soprattutto i ragazzi, hanno un’incredibile voglia di fare, fosse per loro proveremmo anche di notte. - amore… - la chiamo di nuovo, voltando la testa verso di lei, anche al buio i suoi capelli rosso fuoco risaltano sul bianco del cuscino – stai dormendo? - Sospira e si volta verso di me con un sorrisetto – ci stavo provando. Che c’è? – - niente – ripeto, e scoppio a ridere vedendo la sua espressione - ssssh! – mi poggia una mano sulla bocca per zittirmi – svegli Tom! - - nah, non lo svegliano nemmeno le cannonate a quello – la tranquillizzo - sono un po’ preoccupata per lui… - ammette pensierosa, guardando il soffitto - perché? - - non lo so… credo che stia ancora pensando… si bè, alla sua ex! E vederci sempre assieme, a tubare come piccioncini, magari lo fa stare peggio… - - Scar. – fermo le sue complicate elucubrazioni mentali – conosco Tom da parecchi anni, e ti assicuro che non potrebbe mai e poi mai essere invidioso di noi due e del nostro rapporto… anzi, è al settimo cielo! Non ne poteva più di sentire le mie lamentele e i miei piagnistei - - a cosa ti riferisci? – striscia sui gomiti fino ad arrivare vicino a me, si passa un mio braccio attorno alle spalle, appoggia la testa sul mio petto e gioca col mio anello - ecco… a tutte quelle cose, sai… - sollevo la mano dalla sua spalla e gesticolo, tentando di farle capire quello che non riesco a dirle - no, non lo so. – mi fa un sorriso furbo e fa finta di non capire, sollevo un sopracciglio e lei scoppia a ridere come una bimba. - a… insomma… al fatto che riversavo su Tom la mia… uhm… frustrazione, chiamiamola così, quando fra me e te le cose non andavano granchè bene - - quindi ammorbavi il tuo migliore amico con le più disparate e disperate seghe mentali? - - mmm… più o meno, si - - che cosa da gay - - almeno io non ho passato le mie notti a guardare Bridget Jones, Love Actually e Notting Hill… davvero patetico – scuoto la testa prendendola in giro, subito si esibisce nella sua miglior espressione scandalizzata e si separa da me Immediatamente ci ripensa, si accarezza il mento con due dita e guarda pensierosa il soffitto – sai, stavo pensando… prima o poi io e Tom ci lasceremo, no? Per allora… Alex Pettyfer è single? – mi chiede con tutta l’innocenza di questo mondo - non lo so. – replico lapidario – e a te non deve interessare! Tu stai con me, chiaro? – la riacchiappo e la costringo a stendersi di nuovo - e chi l’ha detto che stiamo assieme, scusa? Magari ti sfrutto solo per un po’ di sesso… - - sisi certo, mi pare logico… - la stringo a me e le lascio un bacio sui capelli, assecondandola - che poi, fosse almeno soddisfacente… - butta lì - SCUSSSA? Come sarebbe a dire “fosse almeno soddisfacente”? - - Maaaatt! Dai! Stavo scherzando! – non riesce a trattenere le risate, continua a ridere e mi da un bacio - fuori! Vai a dormire sul divano! Forza! – indico la porta - uuuh quanto sei pensante… - sbuffa, mi spinge dalle spalle sul materasso, prima che me ne renda conto la sua lingua è nella mia bocca e le mie mani sulle sue cosce - sesso insoddisfacente, eh? - - non rompere… - - no, visto che mi salti addosso praticamente ogni cinque minuti… - - ti ho detto di non rompere, Lewis – mi sussurra con voce roca, accarezzandomi il petto - ehi… ti amo - - cazzata. La gente non si innamora in un mese - - io si. Che male c’è? - - non vale, detto in certi momenti… - guarda altrove, è imbarazzata, non se lo aspettava - e allora te lo dirò di nuovo domattina a colazione, quando avrai le occhiaie, i capelli spettinati, il trucco sbavato e soprattutto non staremo facendo sesso – concludo con un sorriso, le prendo il viso fra le mani e la bacio – e allora dovrai credermi per forza… d’accordo? - - … d’accordo - * * * * * - buongiorno – entro in cucina esibendomi in un teatrale sbadiglio, noto che le borse di Tom gli arrivano fin sotto il mento, o quasi – notte in bianco? - - dovrei chiederlo a voi… si può sapere che avete da dirvi fino all’alba? - - è colpa di Scar – faccio il solito scarica barile mentre lei mi guarda accigliata ma sorridente - sai Matt… di solito una donna, dopo del sesso soddisfacente, non passa la notte a chiacchierare. Sicuro che la colpa sia sua? – mi batte una mano sulla spalla e fa quest’osservazione con tono scherzoso, sa che sono fin troppo permaloso. – vi lascio soli – ammicca verso Scar e sparisce - va al diavolo Tom, grazie! - - ehi… non mi dire che te la sei preso sul serio! – - perché dovrei prendermela? So di essere il miglior Casanova di tutto il Regno Unito! - - solo? Uno stallone come te? – mi chiede sarcastica andandosi a prendere dell’altro caffè - no, hai ragione… di tutto l’Universo - - e soprattutto il più modesto… ci andiamo a fare una doccetta, Toy Boy? - - volentieri! – le passo un braccio attorno alle spalle e la bacio – ah, dimenticavo… ti amo anche alla luce del sole e fuori dalle coperte - - bè, alla luce del sole proprio no… - si rattrista, so quanto questa situazione le stia pesando - prima o poi finirà… - Neville ci viene incontro e si unisce a noi, infilando la testa fra le nostre gambe – e per allora radunerò tutta la stampa sul Tower Bridge e dichiarerò in mondovisione che sono perdutamente innamorato di te - - direi che non ce n’è bisogno… ma grazie. Comunque ti amo anch’io – mi sussurra prima di chiudersi in bagno Fine capitolo 9 |
Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***
Buoooongiorno!
Allora... Ho una notizia bella e una brutta. La brutta è
che, salvo cambiamenti o ripensamenti, non manca molto alla fine di
questa storia... Avrei potuto continuarla per un bel po', ma non sono
una di quelle persone che allunga il brodo e credo che, quando qualcosa
si esaurisce, sia giusto andare avanti. La bella è che ce n'è già un'altra in porto! :D e che quindi, con vostro dispiacere xD, ricomparirò prima di quanto pensiate! Detto ciò, vi lascio al capitolo... Buona lettura (: Scar (L) Capitolo 10 - Oh mio Dio! Oh mio Dio! Oh porco… San Valentino!! – Scar sbotta, cercando in tutti i modi di evitare parolacce e imprecazioni davanti ai bambini - se non ti calmi ti infilo una forcina negli occhi, giuro – Allyson non sembra molto più calma di lei, cerca disperatamente di acconciare i capelli di Scar e nel frattempo non rovinare i suoi - ehm… bambini, perché non cominciate ad andare di là? I vostri genitori vi staranno aspettando! – nonostante le proteste di Lottie, che ovviamente si fa scortare fino alla porta attaccata alla mia gamba destra, mando via quasi tutti i presenti – adesso vuoi due vi calmate, chiaro? - Stasera è la sera. Siamo tutti in costume, ammetto di sentirmi abbastanza ridicolo in gonnellino e sandali, ma a quanto pare gli antichi greci non usavano i jeans. Scar è semplicemente bellissima, mi sorride e mi lancia uno di quegli sguardi dolci che mi fa quando non possiamo “comunicare”, i suoi occhi truccati sanno parlarmi molto più di tante altre persone. Ti amo. Glielo dico muovendo solo le labbra, aggrotta le sopracciglia, contrariata, ma Allyson è troppo concentrata sul suo mascara per accorgersi dei miei messaggi nascosti. - siamo pronti? Siamo carichi?? – Tom fa il suo ingresso trionfale, ha passato le ultime ore a spalmarsi cerone su braccia e faccia e a riempirsi di lacca blu. Fa vagamente impressione. – spero tu abbia qualcosa sotto quel gonnellino, Matt, o la prima fila avrà ben altro da guardare durante lo spettacolo - - si sta bene in tunica, eh? – ribatto, guardando con una punta d’invidia il suo costume lungo fino ai piedi - meravigliosamente. E la nostra bella Megara? – si abbassa su Scar e le da un bacio sulle labbra. Lo ringrazio mentalmente, non ha mai cercato di approfittarne, non ha allungato le mani nemmeno una volta. – Allyson, le altre muse ti stanno cercando, da quanto ho capito a Missy sono crollati i capelli - - oh cristo! Scar, per favore finisci di truccarti da sola, ci vediamo fuori - - se volete pomiciare un po’ per scaramanzia fate pure. Non fatevi problemi, a me piace guardare – si piazza su una sedia con le mani in grembo e ci fissa, ben felice di poterci prendere un po’ in giro - idiota – Scar si alza e viene verso di me, attenta a non rovinare il vestito magenta. Mi passa le braccia attorno al collo e accarezza dolcemente il mio naso con il suo – come va il freddo? - - sto congelando – ammetto, facendo il faccino triste e sperando in qualche coccola – spero di essere riscaldato… più tardi… - - sei sempre il solito depravato – mi bacia, la stringo a me cercando di non stropicciarle l’abito - ragazzi mi serve una forci… oh porca miseria! – un urlo ci costringe a separarci, Allyson ci fissa ad occhi sgranati. Il suo sguardo vada da noi due, ancora abbracciati, a Tom, incapace di chiudere la bocca o trovare qualcosa da dire – ma cosa diavolo… cosa diavolo state facendo? - - Allyson per favore chiudi la porta. – Tom è il primo a riprendere il controllo della situazione, si alza in direzione della ragazza, che si chiude la porta alle spalle senza smettere di fissarci – dobbiamo pregarti di non dire a nessuno quello che hai appena visto. - - d’accordo, ma… potrei avere una spiegazione? Scar? – si volta verso di lei, forse si aspettava qualcosa di più di una bugia, visto che ha sempre “tifato” per noi due - le cose non stanno esattamente come dicono i giornali, ecco – si allontana da me e si avvicina alla sua amica, le prende le mani e cerca i suoi occhi – capirai bene che la situazione è abbastanza complicata… io e Matt siamo… follemente felici! – sorride e mi lancia uno sguardo, Dio quanto la amo! – però è necessario che nessun altro lo sappia. - - potete contare su di me – le due si stringono in un abbraccio – adesso sì che sono felice per te! Forza, tutti in scena!! - Noi siamo le muse, dee delle arti e proclamatrici di eroi… “Eroi come Hercules!” “Tesoro, vuoi dire Maschiole!” - ok… innanzitutto, vorrei ringraziare tutti i presenti! – Scar si riappropria del microfono e tenta di farsi sentire al di sopra degli applausi che non accennano a smettere, tutti i genitori dei ragazzi e i presenti sono in piedi – per essere accorsi così numerosi! A tal proposito, mi scuso con tutti quelli che sono rimasti in piedi, ma veramente non ci aspettavamo un tale successo! Grazie! – si inchina ancora una volta agli applausi che continuano, mi guarda e vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime di gioia – ancora, vorrei ringraziare tutti i ragazzi che hanno partecipato, quindi chi ha recitato, chi ha cucito i costumi, chi si è occupato della musica, chi della scenografia, chi della pubblicità! Siete stati tutti quanti indispensabili, e… oh! Non dovevate! – scoppia definitivamente in lacrime quando due bimbe arrivano con in braccio un enorme mazzo di fiori per lei, la sala si accorge della sua commozione e si apre in una risata - direi che l’unica persona che rimane da ringraziare è proprio Scar – le prendo il microfono di mano e la abbraccio – che più di tutti ha messo tutte le sue energie in questo progetto, in cui più di tutti ha profondamente creduto, e ha spinto gli altri a farlo! Un applauso gente, forza! – la spingo sulla punta del palco a godersi il suo meritato applauso. La guardo, illuminata dal faretto, mentre sorride e si asciuga gli occhi. Perché non posso urlare a tutti i presenti che sono disperatamente innamorato di lei? - vorrei ringraziare anche – torna da me e si riprende il microfono, agguanta Tom per un gomito e trascina noi due davanti a tutti – questi due baldi giovani, che forse qualcuno di voi conoscerà, che ci hanno aiutato ed assistito con pazienza, nonostante fossimo dei dilettanti - - io vorrei solo sottolineare che è stato un onore – il mio amico abbraccia Scar per la vita e si aggiunge ai ringraziamenti – conoscere questi ragazzi è stato incredibile, sono felice di aver fatto quest’esperienza perché mi ha portato nuovi legami… legami importanti… che spero durino ancora per un bel po’ – la guarda, la bacia, tutto il pubblico esplode in un boato felice e divertito, solo Allyson mi guarda con un sorriso triste. Mi si avvicina e mi passa un braccio attorno ai fianchi, me la stringo al petto e le do un bacio sui capelli – mi dispiace Hercules, non dev’essere facile… però se ti serve qualcosa, io ci sono, ok? – - adesso posso guardare? - - no. - - adesso? - - ancora no. Attenta al gradino - - ma si può sapere dove mi state portando? - - zitta e cammina - - Thomas Andrew Felton! Non osare dirmi di stare zitta! - - Hermione era meno rompipalle, sai? - - dai amore, ancora un po’ di pazienza… - le prendo la mano, approfittando del fatto che per adesso siamo soli – ci siamo quasi… forza… - - SOOORPRESAAAAAAA! - Le togliamo la benda che le copriva gli occhi, lancia un urlo non appena si trova davanti tutti i ragazzi, un enorme festone con su scritto “Grazie!” riempie tutta la parete di fronte. - nel caso tu non l’abbia capito – interviene Tom – ti abbiamo organizzato una festicciola a sorpresa in puro stile irlandese. Ci sono litri e litri di birra… per farti sentire a casa, insomma - - io… grazie – si volta automaticamente verso di me, poi realizza che siamo in pubblico e si rivolta verso di lui, stampandogli un bacio sulle labbra – grazie Megafusto… - tutta la mandria si è spostata verso il buffet, rimaniamo da soli e mi prende la mano, sperando che al buio non si noti - l’idea è stata di Allyson… - - ah peccato… speravo di poterti ringraziare in… separata sede, sai… ma se il merito non è il tuo… - - ripensandoci! Quei barilotti di birra erano veramente pesanti, sai? Ti giuro, mi è venuto un mal di schiena per portarli… mamma mia… - mi metto una mano sul fianco per rendere più credibile la sceneggiata - sei il mio eroe – si alza in punta di piedi e mi da un bacio sulla guancia – e ti amo – mi sorride e si allontana. Fine capitolo 10 |
Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***
Buooonasera
a tutti! :D Non ho proprio niente da dire su questo capitolo, non vorrei rovinarvelo u.ù Quindi... Buon Week end e buona lettura E grazie (L) Scar Capitolo 11 Entro nella stanza in punta di piedi, socchiudo la porta col tallone, cercando di non far traballare troppo i piattini e le tazzine sul vassoio. Lo poso sul comodino, accanto alla rosa rossa. So per certo che preferisce i girasoli… ma io sono pur sempre un romantico lord inglese! Mi stendo accanto a lei e la scuoto con dolcezza – amore… - - mmh - - ti devi alzare, su - - uccidimi - Ieri sera abbiamo fatto parecchio tardi, e nessuno dei tre era poi così sobrio quando siamo rientrati… fosse per me la lascerei dormire anche fino a domattina, ma è ora di pranzo e tra meno di due ore arriverà un’estetista assatanata, che sottoporrà la mia piccola Scar ad una seduta estenuante di trucco e parrucco, che probabilmente non durerà meno di tre o quattro ore. - ho una sorpresa per te… non vuoi vederla? - - una sorpresa? – di botto si tira su a sedere, si stropiccia gli occhi – una sorpresa che forse ha a che fare col fatto che mi è stato vietato di comprare un abito per stasera? - - potrebbe… - tiro fuori la gruccia, si emoziona alla sola vista del copriabito, allunga le braccia e cerca di sfilarmelo di mano - oh mio dio! Aaaaah! – lancia un urlo e si alza in piedi sul materasso, fissa prima me e poi l’abito, a bocca aperta – tu… tu… - - la commessa ha detto che il color champagne si sarebbe intonato alla tua carnagione e ai tuoi capelli… cioè, lei l’ha fatta molto più complicata di così, ho come l’impressione che stesse tentando di fare colpo… ti piace? – le chiedo, visto che adesso non ha occhi che per l’abito, ne accarezza piano le onde formate dai cristalli e le paillettes - mi piace? Mi stai chiedendo se mi piace?? – lo appende con uno sguardo pieno di devozione e affetto e si butta su di me – mi hai comprato un Oscar de la Renta! Io non… non ci credo! - - bè, stasera c’è il party di Ralph Fiennes, e ho pensato di farti un regalo e prendere due piccioni con una fava… - - tu… sei… meraviglioso! – mi dice dopo una serie di balbettii emozionati, mi getta le braccia al collo e mi fissa adorante, come fissava il vestito poco fa - e me lo dici solo quando ti compro un bel vestito? – il suo sorriso si spegne di botto. - io non… - - ohi, stavo scherzando! – la fermo per i polsi e mi riavvicino a lei, la intrappolo in un bacio che immediatamente ricambia – comunque non è finita qua! – annuncio tutto contento, allungandomi verso l’armadio - cosa? No Matt tu sei pazzo! – aggiunge non appena mi vede tirare fuori altre borse dall’aria costosa - ho solo pensato che avessi bisogno di borsa e scarpe, tutto qua… - - io… oddio… sono senza parole, veramente – mi dice con voce soffocata, stringendo a petto le decolté di Louboutin – questa è di Moschino! – si porta vicino al viso la pochette, sembra stia esaminando centimetro per centimetro il pitone dorato – no, non posso, veramente - - ma si che puoi! – poggia tutto sul letto e mi guarda senza parlare, vedo due lacrimoni scivolarle rapidamente sulle guance – oddio ti prego non piangere anche oggi - - no veramente è che… solo questa maledetta borsa costa più di 600 sterline, per la miseria! – sbotta fra le lacrime, agitando la catenina - voglio solo che tu non ti senta in alcun modo inferiore a tutte quelle attricette con la puzza sotto il naso che ci saranno stasera… ne vali dieci di loro, intesi? Con o senza vestito! Certo, io preferisco senza, ma è una questione di gusti… - - per quanto riguarda la taglia, non posso che essere d’accordo… - borbotta, ma non riesce a nascondere un sorriso - smettila – le prendo il viso tra le mani e appoggio la sua fronte alla mia – io ti amo. E mi piaci da morire, Scarlett, così come sei - - ma guardalo, che cita Bridget Jones – mi tira una guancia – ti ho insegnato proprio bene, eh? Forza, in piedi! Tra un po’ arriva l’estetista, e io stasera devo essere la cosa più bella che vedrai mai in vita tua! - - lo sei già… - glielo dico qualche secondo in ritardo, lei è già vicino alla porta, mi guarda e mi sorride, s’illumina e illumina anche me. Suonano al citofono, sentiamo Tom andare ad aprire – ti amo, Matt. Da morirci, te lo giuro – * * * * * Arrivo al party in lieve ritardo, Tom e Scar sono arrivati una mezz’ora fa, da quanto mi ha detto per messaggio un sacco di gente le ha già fatto i complimenti per l’abito. Da una buona decina di minuti, però, non mi risponde più, le ho mandato tre messaggi e ho anche tentato di chiamarla, preoccupato. Non appena nel salone riccamente addobbato, la cerco con lo sguardo, piena com’è di paillettes sarà facile da trovare. Tom mi viene incontro quasi di corsa, leggo nei suoi occhi una profonda preoccupazione – Matt! Vattene, immediatamente – - cosa? - - oh cazzo, sta arrivando… amico, sei nella merda. Vieni – mi trascina verso una porta isolata, mi volto e finalmente vedo Scar. Passeggia tranquillamente, facendosi strada verso di noi… che diavolo sta succedendo? - amore! – la accolgo a braccia aperte non appena ci ritroviamo soli in un corridoio deserto, la musica jazz della festa ci arriva ovattata - amore un cazzo!! – prima che me ne renda conto mi colpisce la guancia sinistra con un ceffone degno di questo nome, quando mi giro nuovamente verso di lei ha la mano ancora alzata e gli occhi pieni di lacrime. - Scar, cosa… - trema da capo a piedi, chiude gli occhi e respira profondamente, probabilmente per non ricominciare ad urlare - non mi avevi detto che partivi, domani - - oh, già. Scusami… - rido, sollevato. Lei no. Mi fissa… truce. - e cosa vai a fare a Leeds? - - non mi sembra il caso di prendermi a sberle per una cosa del genere… - - rispondi. - - vado a trovare i miei, è Natale! – spiego come se fosse ovvio. Un altro schiaffo mi fa girare di nuovo la testa – ehi! - - risposta sbagliata! – grida di nuovo con voce acuta, mi volto verso Tom, che ci fissa in silenzio, appoggiato al muro, forse sperando di venirne risucchiato. – a meno che tua madre non sia una maledetta stronza ventunenne! - - posso spiegare - - no che non puoi spiegare! Perché devo venire a sapere da Emma Watson che sei fidanzato da quando andavi al liceo?? Perché devo venire a sapere da Rupert Grint che è una biondona assurda con delle gambe da fenicottero?? Eh? Parla! Dì qualcosa, cazzo! Non fissarmi come un pesce lesso! - - è vero, io e Kat stiamo assieme da parecchi anni, ma fra me e lei non c’è più niente! I nostri genitori sono molto amici, e ci hanno sempre spinti l’uno verso l’altra, è per questo che facciamo finta… Dopo il diploma lei è entrata a Dartmouth! Dartmouth! Sono due anni che abita dall’altra parte dell’Atlantico, secondo te io manterrei davvero una relazione con una che abita a 5000 km da qui? - - e allora perché non me l’hai detto? A quanto pare la conoscono tutti! Credevi davvero che non l’avrei scoperto? - - volevo dirtelo da sempre… ma non ce l’ho fatta! Ti prego credimi, è tutto finto, siamo rimasti ottimi amici ma nulla di più - - proprio non capisci? – si asciuga furiosamente le lacrime – tu mi hai mentito. - - obiettivamente non ti ho mentito… ho omesso un particolare. Dai ti prego, io amo… amo solo te e tu lo sai – cerco di rimediare, a giudicare dall’espressione di Tom potevo risparmiarmi la battuta - stammi lontano! – mi spinge via quando cerco di abbracciarla, si sfila gli orecchini e la collana che le ho regalato, me li infila in mano assieme alla pochette – e ringrazia che non posso tornare a casa in biancheria. Tom, ti aspetto di là – si volta e torna verso la festa, mentre si allontana la vedo stropicciarsi gli occhi con entrambe le mani - vado da lei, forse è meglio – si avvicina, mi guarda, cerca di capire dal mio viso se è saggio lasciarmi da solo in questo momento. Non lo so nemmeno io, mi sento svuotato. - sono un coglione. – realizzo ad alta voce, suscitando un sorriso nel mio migliore amico - si, direi di si. Lasciale qualche giorno, vedrai che si calma… vado di là - Che grandissima testa di cazzo che sono. Cosa mi costava dirglielo, spiegarle per bene come stanno le cose, prima che venisse a sapere di Kat da due persone che le sono del tutto estranee e che, ovviamente, non sono al corrente di come stanno le cose tra noi? Penso a come dev’essersi sentita quando gliel’hanno detto, sicuramente Rup e Emma l’avranno buttato lì, come argomento di conversazione, giusto per fare un po’ di gossip, insomma. Torno nel salone, le luci sono calate, le paillettes riflettono il faretto blu che illumina debolmente la pista da ballo. È stretta a Tom, le braccia attorno al suo collo, il viso nascosto sulla spalla. Probabilmente sta ancora piangendo. Fine capitolo 11 |
Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***
Ragazze
buonasera e buona primavera! Scusatemi ma sto di frettissimaaaaa! Quindi, senza ulteriori indugi... siete meravigliose (L) Buona lettura, Scar Capitolo 12 Sono le otto di mattina, ho passato tutta la notte a girovagare per Heathrow col trolley al seguito e una birra in mano, per poi decidere, a cinque minuti dall’imbarco, di non partire e tornare da Scar. Va’ dove ti porta il cuore, diceva qualcuno. Il cuore mi ha ovviamente portato sotto casa sua, il mio dito è attaccato al citofono da almeno cinque minuti, ma ancora non mi ha riposto nessuno. Quindi, o è diventata improvvisamente sorda, o non è in casa. Escludo il fatto che ci sia ma che non voglia rispondermi, perché a quest’ora sarebbe già uscita sul balcone per riempirmi di bestemmie e lanciarmi addosso qualche pentola. Prendo il telefono e la chiamo, il fatto che stia squillando mi suggerisce che probabilmente ieri sera era troppo sconvolta per ricordarsi di spegnerlo… e questo mi fa sentire ancora una volta un verme. Poco fa ho chiamato Kat, le ho detto che almeno per adesso non sarei andato a Leeds e che, in ogni caso, dovevamo finirla con questa farsa. Non si è arrabbiata, d’altronde non ne avrebbe avuto motivo… anzi, mi ha raccontato di un certo compagno di college da cui non vede l’ora di tornare. - mi pareva di averti detto che non voglio parlarti. – la voce di Scar mi riporta alla realtà, ha la voce bassa e tira su col naso - e allora perché hai risposto alla telefonata? - - giusto. – mezzo secondo dopo sento la chiamata chiudersi. - sono un coglione! – stavolta non c’è nessuno ad ascoltarmi, ma non posso fare a meno di dirlo a voce alta, pestando un piede a terra, frustrato. Lei risponde… e tu? Ti metti a fare del sarcasmo! Ma si può essere così beoti, dico io?! “ti prego, ti prego! Chiamami. Sono un coglione. Voglio solo parlarti” le scrivo e invio il più velocemente possibile, ben sapendo che se provassi a richiamare non mi risponderebbe. Qualche minuto dopo il suo numero compare sul display, con un tuffo al cuore apro la chiamata – che vuoi? – mi chiede lapidaria - dove sei? - - a casa di Tom - - perché?? – chiedo, sconvolto dall’idea che lei possa aver passato lì la notte. Mi avvicino al marciapiede e cerco un taxi - come si sta a Leeds? - - non sono a Leeds, sono davanti a casa tua!! - Rimane in silenzio per qualche secondo – davvero? – mi chiede poi in un sussurro - si! All’ultimo minuto ho deciso di non partire… non senza parlare prima con te, almeno… Scar ti giuro, l’ho lasciata. Le ho telefonato poco fa, e le ho detto che per me non aveva senso, perché ero, e sono, innamorato di un’altra ragazza, che però avevo fatto soffrire e… - probabilmente il tassista mi sta ascoltando, improvvisamente mi trovo a corto di parole - ne parliamo quando arrivi qui. Ti aspetto - Dieci minuti dopo sono sotto casa di Tom, l’ascensore è occupato e mi metto a fare le scale di corsa, ben sapendo che arriverò spompato e col fiatone. Come volevasi dimostrare, Scar mi apre e mi trova piegato in due, con una mano sul fianco e l’altra saldamente aggrappato al muro. - ciao – le dico non appena ritrovo la parola - entra – si fa da parte, Neville mi viene incontro per salutarmi – allora? - - mi dispiace, Scar… ti sembrerà una frase fratta, ma veramente, se potessi tornare indietro non rifarei lo stesso sbaglio. Ho fatto un’enorme cazzata! Non avrei dovuto nasconderti tutta la storia di Kat… però, ecco, credo che continuare a mormorare scuse patetiche e frasi fatte non sia molto utile, quindi rimarrò in silenzio e pregherò perché tu non mi uccida – finisco di parlare e la guardo, è rimasta immobile fin da quando mi ha fatto entrare. - vuoi… ti va di accompagnarmi a portare Neville? – mi chiede, solo in quel momento mi accorgo che ha il guinzaglio in mano - quindi sono perdonato? - - si. Credo di si – alza le spalle ma non riesce a trattenere un sorriso, le vado incontro e la bacio, la sollevo da terra, sento le sue gambe stringermi la vita - ti amo da impazzire – le dico non appena ci separiamo - anche io. Però ora mettimi giù - Scendiamo cercando di non inciampare, Neville sguscia fra le nostre gambe, più felice di noi per la riappacificazione. Sorride, ma lo si capisce dai suoi occhi, ancora molto rossi, che probabilmente non ha fatto altro che piangere invece di dormire. La stringo con un braccio e le do un bacio sulla guancia, non so davvero come farmi perdonare, e spero che questo le faccia capire quanto sono stato male. - ma che fai? – mi chiede quando, in strada, tento di darle un bacio - ma dai, non c’è nessuno… - mi riavvicino e le prendo la mano - no Matt dai - - secondo te ci sono paparazzi in giro alle otto del sabato mattina? Rilassati, la strada è deserta – le dico guardandomi in giro - il Natale ti da alla testa – mi sussurra quando le nostre labbra si separano, rimaniamo occhi negli occhi, entrambi con un sorriso idiota stampato sulla faccia - tu mi dai alla testa – le dico prima di baciarla ancora * * * * * - Tom. - - ancora… - sospira, battendo la testa contro il bancone della cucina - dai non fare così, voglio solo esserne sicuro… - - Matt, per l’ultima volta, se sia io che Scar ti confermiamo, ti giuriamo solennemente che lei stanotte ha dormito qui solo perché c’era già Neville, e quindi sarebbe stato un casino far tornare entrambi a casa sua alle tre del mattino, perché non ci credi? Ha dormito in camera tua, nel tuo letto, abbracciata al tuo cuscino! O per meglio dire, ha pianto… - - non c’è bisogno di rigirare il coltello nella piaga, mi sono già dato del coglione da solo per tutta la notte - - sul serio Matt, sta tranquillo. E smettiamola di parlarne prima che Scar esca dalla doccia, o il coltello lo userà lei per tagliarti a tocchetti - - giusto. Credo che andrò comunque a Leeds, manco da casa da… - mi blocco, cercando di fare un breve calcolo mentale - … un mese e mezzo, caro. – mi fa notare Tom, con un finto tono seccato - appunto. Se non torno nemmeno per Natale mia madre potrebbe venire qui e uccidermi. - - conoscendo tua madre è probabile, si - - tu stai a pranzo con i tuoi? Mi dispiacerebbe lasciare Scar da sola proprio il 25, ma non credo di avere alternative… - - lei torna a Kilkenny – m’interrompe – l’ha deciso ieri sera, voleva dirtelo ma poi è successa tutta la storia di Kat e ovviamente non c’ha più pensato nessuno… ha detto che vuole parlare a sua madre di una cosa, ma non ho ben capito l’argomento, sembrava molto preoccupata mentre ne parlava - - si, credo di aver capito… bè meglio così, mi sarei sentito in colpa se avesse passato da sola le feste. Possiamo tornare il 27, così ci godiamo assieme il capodanno - - festa loca? – mi chiede già tutto gasato, conosce una sola parola di spagnolo, a parte tequila e cerveza, e cerca di usarla ogni volta che può, convinto di apparire come un gran fico. – dai passiamo tutta la notte in giro per locali! Eh? Eh? Non è un’idea ge-nia-le? - - come tutte le tue idee – ribatto sarcastico, le feste lo eccitano fin troppo - di che state parlando voi due? – ci chiede Scar tornando in cucina coi capelli ancora umidi - il 31 si fa baldoriaaaaaa! – annuncia Tom balzando dallo sgabello ed esibendosi nel suo celeberrimo trenino solitario, sculettando a destra e a manca in giro per la stanza - ha bevuto? – mi chiede, con un tono abbastanza alto da coprire i suoi cori caraibici - no, è l’effetto del Natale. Vai a Kilkenny? - - oh. Sì, scusa, te lo volevo dire ma poi... - - … poi la situazione si è un po’ complicata e non c’hai pensato più, tranquilla - - si, volevo parlare con mamma, stavo pensando di provare a frequentare qualche seduta del gruppo del quartiere… sai, riprendono dopo capodanno… che ne pensi? – alza lo sguardo dalla tazza, i suoi occhi penetranti mi scrutano, comincio a pensare che siano in grado di capire quando una persona dice la verità o no. O più probabilmente è il sonno che mi fa fare strani pensieri. - è un’idea magnifica, dico sul serio. – le do un bacio, cercando di farle sentire non solo con le parole tutto il mio appoggio – prometto che premierò ogni seduta con un gelato enorme, ok? - - non vedo l’ora di cominciare, allora! – evidentemente sollevata, fa quell’espressione da criceto, strizza gli occhi e arriccia il naso, strofinandolo contro il mio - oddio, se continuate così anche durante le feste avrò bisogno di parecchio brandy… - Tom incrocia le braccia e ci fissa scontento – penso che andrò ad affogarmi nella doccia. Divertitevi! – e con quest’ultima, deliziosa, battuta di congedo, sparisce. - ah… amore… seeeenti… - mi guarda e si gratta la testa, subito dopo si apre in un sorriso e mi sbatte gli occhioni – la pochette di Moschino… non è che potrei riaverla?? - fine capitolo 12 |
Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***
Buongiorno
a tutti! Scappo a pranzo, però prima vorrei scusarmi per non
aver aggiornato ieri (giornata impegnativa, scusatemi) e soprattutto
vorrei ringraziare ancora una volta hermione59 e MadameTussauds per
recensire sempre la mia storia. Grazie, veramente (L). E vorrei
ringraziare anche polila per averla inserita fra le preferite (: A presto :* Scar Capitolo 13 - buongiorno amore - - buongiorno amore mio - E’ la mattina di Natale, sono ancora a letto, mi guardo intorno e ritrovo la mia vita da adolescente, dalle lenzuola al poster dei Leeds Rhinos. Mia madre, felicissima di riavere il suo tesoruccio a casa, mi ha fatto trovare sul comodino un vassoio stracarico di cibo. Io e Scar ci siamo separati neanche 24 ore fa, ma gran parte di questo tempo lo abbiamo passato incollati al telefono, in molti hanno tentato di scoprire il misterioso mittente dei messaggi, che arrivano a raffica, ma ovviamente ho tenuto la bocca ben chiusa. - ce ne hai messo a svegliarti – mi fa notare - sta parlando quella mattiniera – la prendo in giro sistemandomi a sedere e attaccando le leccornie di mia madre - io sono sveglia da due ore – ribatte con tono saccente, sento delle voci infantili prenderla in giro e dirle frasi smielate, poco dopo una porta che si chiude – e sono assalita dai parenti – aggiunge velenosa, a giudicare dai rumori di sottofondo dev’essere uscita in giardino - cristo, ti sei svegliata all’alba! – le dico, fra un boccone e l’altro - stai facendo colazione mentre io sgobbo in cucina e nel frattempo tento di tenere a bada quei mostriciattoli dei miei cugini?? - - sto facendo colazione, al caldo, comodamente stravaccato nel mio letto – la correggo – e probabilmente non uscirò da sotto le coperte almeno fino all’ora di pranzo - - ti odio. - - certo, se ci fossi anche tu qui sotto starei decisamente meglio… - - ah sì? Così potremmo fare colazione assieme? - - eeeehm… non pensavo proprio alla colazione… - rido, riesco ad immaginare la sua faccia in questo momento, quella da finta scandalizzata che fa sempre quando faccio allusioni - a casa dei tuoi genitori? Ma non ti vergogni?? – appunto. - si perché adesso vorresti farmi credere che tu non l’hai mai fatto quando vivevi lì! - - mai! – ribatte immediatamente – avevo troppa paura che mi scoprisse mia madre! E adesso che hai da ridere? - - niente, sto pensando alla faccia che farebbe mia madre se entrasse e mi trovasse a fare sesso con la ragazza del mio migliore amico - - senti Matt… a questo proposito… - la sento sospirare, come quando si prepara a qualcosa che non vuole dire, o perché non piace a lei… o perché sa che non piacerà a chi la sentirà - è successo qualcosa? – mi azzardo a chiedere, visto che rimane in silenzio per lunghissimi secondi, ho veramente paura di quello che potrebbe dirmi - io ho… detto a mia madre tutto quanto. Di noi due, insomma… Di Tom, di come stanno andando veramente le cose - - ma sei sicura che non lo dirà a nessuno? – le chiedo, mi sento preoccupato, ma al tempo stesso sollevato, mi immaginavo molto peggio - è mia madre. – ribatte con tono fermo, evidentemente non ammette repliche - scusami… come l’ha presa? - - oh, è stata molto contenta… non le sono mai piaciuti i biondi – si apre in una risata – non aveva presente chi fossi, le ho fatto vedere una tua foto e il commento è stato decisamente positivo – sottolinea la parola e ride di nuovo Mi racconta dei regali che ha avuto, di tutti i dolci che ha mangiato stanotte, delle partite a carte coi suoi parenti, dei fuochi d’artificio, della processione con le candele che sua zia li costringe a fare… Mi rendo conto che è in lacrime, non me lo dice esplicitamente ma la sento tirare su col naso tra una frase e l’altra. Ride, mi dice che solo adesso si rende conto di quanto le sia mancata la sua famiglia, di quanto le sia costato stare lontana da loro - stai cercando di dirmi qualcosa? – le chiedo senza mascherare la mia preoccupazione, se dovesse dirmi che vuole rimanere lì probabilmente prenderei il primo volo per l’Irlanda - ma figurati, torno a Londra… non potrei mai lasciare i ragazzi - - ah. I ragazzi. Giusto. - - stupido – ride di nuovo, per fortuna ha smesso di piangere – comunque mia madre voleva ringraziarti. Le ho detto che ho intenzione di andare agli incontri degli alcolisti anonimi e lei ovviamente mi ha chiesto cos’è stato a farmi cambiare idea - - e tu cos’hai risposto? - - “Matt.” – risponde semplicemente, davanti ai miei occhi riesco a vederla che fa un sorriso dolce ed arrossisce – solo… “Matt” – a quelle parole nascondo il viso fra le mani e sorrido - ma com’è che mi fai quest’effetto? – chiedo dopo un po’, in un sussurro - è esattamente quello che mi chiedo io ogni volta che ti penso… - ammette con una vocina piccola piccola, rimaniamo in silenzio per qualche istante, a crogiolarci nelle parole dell’altro - senti ma… che cos’hai addosso?? – chiedo col tono più depravato che mi riesce, sicuro di farla ridere - Matt… - mi ammonisce, ma ridacchia - oddio ti prego dimmi che hai la maglia di Save The Children… sai che mi eccita… - - sei proprio un porco depravato, quando torno faccio sciopero ad oltranza! - - no, momento. Stai scherzando, vero? – mi tiro a sedere di botto, sono sinceramente preoccupato! - allora, ancora auguri Matthew… - si schiarisce la voce con qualche colpo di tosse e cambia completamente tono, mi dice queste parole in tono formale, sicuramente non è più sola – scusami, ma adesso devo chiamare Tom… passa delle buone vacanze - - il messaggio è stato decriptato. Ti amo, buon Natale anche a te - Chiude la chiamata senza rispondermi, probabilmente è stata di nuovo assalita dai cuginetti. Ora che ci penso, nemmeno io ho ancora fatto gli auguri a Tom, la prima cosa che ho fatto dopo aprire gli occhi è stata, ovviamente, chiamare Scar. Prima che riesca anche solo a comporre il numero, però, vedo il suo nome lampeggiare sul display - che tenero, chiami la tua personcina speciale per farle gli auguri? – gli chiedo con un tono tutto zucchero - Matt pochi scherzi, siamo nella merda! - - di che stai parlando? - - si può sapere come cazzo t’è venuto in mente di baciare Scar in mezzo alla strada? – il suo tono è aggressivo, sembra fuori di sé per l’ansia – non potevi resistere cinque minuti ed evitare la catastrofe? Che cazzo ti dice il cervello? - - Tom calmati! Ci hanno fotografati? - - i siti di gossip ne sono pieni! – mi alzo dal letto e prendo il portatile – nemmeno ti dico che storie c’hanno ricamato sopra! La migliore di queste comprende una morbosa relazione a tre, che tra l’altro implica una nostra latente omosessualità. – dopo questa frase si concede una risata - ma… non si vede niente! – finalmente mi trovo davanti la tanto incriminata foto. È stata sicuramente scattata da un cellulare, a giudicare dalla bassa definizione, e soprattutto da una pessima angolatura, praticamente si vedono solo le mie spalle. Certo, si notano le nostre teste vicine, e il fatto che io sia chinato su di lei, ma potrebbe benissimo sembrare un semplice abbraccio – mi hai fatto prendere un colpo! Non possono dimostrare che si trattasse effettivamente di un bacio, a meno di non trovare qualche testimone, ma la strada era deserta – tento di tranquillizzarlo, so bene cosa potrebbe significare per lui uno scandalo del genere - non lo so Matt, è da quando l’ho vista che non riesco a calmarmi… sarebbe una catastrofe – ripete - senti, la cosa si sgonfierà nel giro di qualche giorno… parla coi giornalisti e spiega che io e Scar siamo ottimi amici, non è la prima volta che passeggiamo assieme, e che il nostro era un semplice abbraccio che è stato frainteso da un occhio poco attento - - si, mi sembra la soluzione migliore. Mi farò vedere più spesso in giro con Scar e tutti si scorderanno di questa foto… - sento un suo sospiro di sollievo – ora viene la parte difficile… - - ovvero? - - Matt non devi tornare a Londra. – mi dice secco, non posso fare a meno di ridere… sta scherzando, vero? – la stampa deve assolutamente dimenticarsi di te. Se sapessero che vivi ancora a casa mia o se ti vedessero con Scarlett alimenterebbero le voci che stanno girando… no, ascoltami – mi blocca non appena capisce che stavo per interromperlo e protestare – c’ho pensato a lungo, far passare tutto per un malinteso è l’unico modo per non far scoppiare uno scandalo! Se rivelassimo che era tutta una montatura, faremmo la figura dei bugiardi, e se ammettessimo che voi due state assieme… bè, se la prenderebbero tutti con te, e nemmeno questa mi sembra un’ottima soluzione - - e quindi io dovrei smettere di vedere Scar, per… quanto? – chiedo, sento un nodo alla gola al solo pensiero - non lo so, Matty, fino a quando non sparirà la foto, forse un po’ di più… magari ce la caviamo con un mese - - un… mese? – credo di essere senza fiato – Tom, io la amo! Come potrei stare lontano da lei per un mese?! - - ti prego Matt riflettici, è per il bene di tutti… - - senti, puoi… puoi dirglielo tu? Io in questo momento non ce la faccio, veramente. Dille che mi faccio sentire io appena me la sento… scusami – chiudo la chiamata e mi stendo a letto, rimango inerme a fissare il soffitto. Un mese. Trenta giorni. Senza di lei? Mi perdo nei miei pensieri, arriva l’ora di pranzo, mia madre mi chiama dalle scale, il mio telefono squilla, è proprio lei. Fisso il suo nome, il suo dolce e meraviglioso nome, lampeggiare sullo schermo… Dopo attimi che sembrano secoli rifiuto la chiamata e scendo. |
Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***
Buonasera a tutte, e ancora una
volta, bentornate da queste parti (: Non ho nulla da dire, tranne il fatto che l'arrivo della fine, ad essere onesta, mi rende un po' malinconica :( Bè, spero che vi piaccia! Ci rivediamo al prossimo (L) Scar Capitolo 14 “Amore perché non hai risposto?” “Amore ma che fine hai fatto? Tom me l’ha detto… sono preoccupata, voglio sapere come stai! Chiamami, ti amo” “Amore per favore rispondi, mi stai facendo seriamente preoccupare!! Buonanotte, ti amo” “Ok, sono passate 24 ore. Tu adesso mi chiami!” “Ed io che ero convinta di avere un ragazzo! Ma guarda te che cretina! Sono passati due giorni, ti ho chiamato ogni quarto d’ora e non ho ancora avuto una cazzo di risposta! Sei morto o cosa?!” “Ascoltami bene maledetto idiota! Sono cinque giorni che non rispondi né a me né a Tom, spero vivamente che tu sia morto perché se per caso sei ancora vivo ci penso io!” “Ti prego Matt, fammi capire che cosa succede… Se ti chiamo becco la segreteria, se chiamo a casa tua madre mi dice che non ci sei o che stai dormendo, e io comincio a sentirmi sempre peggio. Io e Tom non sappiamo più che pensare… ti prego, chiamaci” “Maledetto bastardo, ti auguro un buon anno! Il mio buon proposito è non credere agli stronzi che dicono di amarmi!” Questa è, a grandi linee, la sintesi di quello che è successo negli ultimi tempi. Dopo l’ultimo, Scar ha smesso di farsi sentire, è una settimana che non chiama né manda messaggi, e tanto meno Tom. La verità è che non volevo finisse così, volevo veramente rispondere alle prime chiamate di Scar, consolarla e farmi consolare, per sostenerci a vicenda durante questa lontananza forzata. Ho passato il giorno di Natale in stato comatoso, l’idea di non poter tornare a Londra mi toglieva le energie, mi rendeva molto poco festaiolo, così sono sfuggito il prima possibile dai parenti e mi sono rifugiato in camera mia, sperando di trovare un po’ di gioia con una chiamata alla mia dolce metà. Poi, però, ho trovato su internet una notizia dell’ultima ora, ovvero: Tom Felton, con una mossa a sorpresa, prende il primo aereo disponibile per Kilkenny e, completo di una misteriosa busta di Bulgari, che noi crediamo fermamente possa contenere un bell’anello, va a fare gli auguri di persona alla sua dolce metà e alla famiglia. Sono, dunque, tutte false le voci riguardanti una loro crisi? Ma soprattutto quelle secondo cui fra il suo migliore amico, Matthew Lewis, e Scarlett ci sia del tenero? Sì bè, è stato decisamente un brutto colpo, non tenterò di negarlo. So che, con ogni probabilità, il gesto di Tom è stato atto solo a scongiurare la crisi sorta poche ora prima, ma… l’idea che avrebbero passato da soli la sera di Natale, senza di me, magari davanti a un boccale di birra, mi ha fatto chiudere ancora di più in me stesso. Così, ho spento il telefono e ho passato il resto della giornata a rimuginare su quello che avevo appena letto, ad immaginarli mentre si stringevano sotto la neve irlandese, si rifugiavano nel calore di un pub e brindavano alle feste, l’uno accanto all’altra, su una panca in legno. Senza di me. I giorni seguenti sono stati un continuo rigirare il coltello nella piaga. Me lo dico da solo che sono patetico, ormai. Nonostante la cosa mi faccia male, continuo a setacciare twitter e i siti di gossip alla ricerca di foto e notizie fresche della coppietta, che ultimamente viene spaparazzata spesso nella capitale d’Irlanda a fare shopping. Tutto sommato però sto meglio, sto riprendendo in mano la vita che avevo praticamente abbandonato mesi fa, sono tornato dal mio vecchio, caro gruppo d’amici, che nonostante tutto mi tirano su di morale come possono. Hanno capito al volo che il mio cattivo umore era strettamente legato al fatto che non sarei tornato a Londra, così ho dovuto inventarmi qualcosa per giustificare entrambi, visto che non potevo dir loro la verità. Il regalo di Tom si è rivelato essere veramente un anello, un enorme diamante di Bulgari che Scar non perde occasione di sfoggiare in giro per negozi e locali di Dublino, dove stanno passando i primi giorni del nuovo anno. Non posso fare a meno di chiedermi come mai lei non sia tornata di corsa dai suoi ragazzi, e l’unica risposta che mi viene in mente non mi sembra compatibile con la Scarlett che conosco io. Un post dell’ultima ora attira la mia attenzione, apro la pagina dell’articolo e la prima cosa che vedo è la mia piccola irlandese, bellissima, avvolta in un cappotto beige lungo fino alla ginocchia, su dei tacchi altissimi color salmone che non le si addicono nemmeno un po’. Il titolo mi leva il respiro, il resto dell’articolo mi manda completamente nel pallone. TOM E SCAR FANNO
SCALO A LEEDS
Neanche un’ora fa, la
nostra amata coppia ha fatto la sua inaspettata apparizione
all’aeroporto di Bradford, Leeds. Il motivo della deviazione
appare abbastanza logico, visto che questa è la
città natale del loro caro amico Matthew Lewis, co-star di
Tom in Harry Potter, con cui hanno convissuto negli ultimi mesi e che
ha visto nascere il loro amore. Ok, Tom e Scar saranno qui a momenti, e mia madre sarebbe capace di uccidermi se le chiedessi di negare la mia presenza. Manco fosse fatto apposta, mentre penso ad un modo per evitare di incontrarli, il citofono suona, sento la voce allegra di mia madre, il saluto inconfondibile di Tom… e la sua risata. A meno di non sdraiarmi sul pavimento della stanza e fingermi morto, mi toccherà parlarci, e probabilmente beccarmi qualche ceffone. - ciao mà – sento la porta aprirsi – ora scendo, dammi due minuti - - io esco, credo che abbiate bisogno di parlare… - mi dice prima di andarsene, a volte mi viene facile pensare che quella donna abbia dei poteri sovrannaturali - ciao – scendo le scale, sono seduti sui divani in salotto, l’uno di fronte all’altra, vedere Scar che mi fissa con un mal celato odio fa male più di qualunque altra cosa - guarda Tom, uno zombie! – sbotta, sarcastica fino all’esasperazione - divertente… - commento buttandomi sulla poltrona in mezzo a loro – allora, cosa vi porta da queste parti? - - Matt sei un grandissimo, maledetto, enorme bastardo. Siamo qui perché venire a stanarti direttamente dal tuo letto era l’unico modo rimasto per poterti parlare! – Tom sembra veramente incazzato e non posso nemmeno dargli tutti i torti, sono quasi due settimane che non do loro notizie – è da Natale che non ti fai sentire, sembri sparito nel nulla! Hai una vaga idea di quanto eravamo preoccupati? - - oh sì, si vedeva proprio com’eravate preoccupati, mentre passeggiavate per Dublino… - come fanno a fare la parte degli amici premurosi quando se la sono spassata in giro per tutte le feste?! - e con questo cosa vorresti dire? – Scar prende di nuovo la parola, stringe convulsamente la borsa, come se stesse resistendo a stento all’impulso di lanciarmela contro - bell’anello, amore – aggiungo con un sarcasmo ed un sorriso esagerato, trattiene bruscamente il fiato – posso gentilmente chiederti come mai non sei ancora tornata al lavoro? - - erano due anni che non mi prendevo nemmeno un giorno di ferie a parte Natale e Pasqua, mi ci hanno praticamente obbligata – ribatte guardando il pavimento - certo, come no. Quindi non è colpa della popolarità, delle feste, dei bei vestiti e delle foto dei paparazzi, vero? - - Matt! Si può sapere come cazzo ti permetti? – Tom mi guarda sconcertato, come se non mi riconoscesse - ma stai zitto, la parte del cavaliere non ti si addice! Non sei stato tu ad usarla per trovare qualche nuovo ingaggio? – non credo di essere mai stato così cattivo in vita mia, ma non riesco a fermarmi - Matt! – stavolta è Scar a riprendermi, rimane a bocca aperta davanti alle mie aggressioni - sentite, è meglio se ve ne andate… - mi alzo e vado verso la porta, prima di combinare qualche altro disastro - noi siamo venuti solo perché eravamo preoccupati! Perché di solito è questo che fanno gli amici! Perché io, come la cretina che sono, non ho dormito per notti intere perché continuavo a pensare a te, qui, da solo! – grida come non l’ho mai sentita gridare, gli occhi le si riempiono di lacrime di rabbia, se le asciuga con un gesto stizzito - sei cambiata, Scar… - alludo al suo abbigliamento elegante, al trucco impeccabile, ai capelli perfettamente pettinati - mi sono fatta bella per te, perché mi mancavi, perché non ci vedevamo da tanto tempo e volevo farti una sorpresa – mormora come una bambina – ma a quanto pare non ne valeva la pena… - - non diciamoci cazzate! Quante mattine ti ho detto che eri bellissima anche appena sveglia? – le chiedo con un tuffo al cuore, i ricordi fanno male - tutte… - - appunto. Per favore andatevene – apro la porta e faccio un cenno verso il giardino, mi guardano increduli - sono sicura che sotto tutta questa rabbia immotivata c’è l’orsacchiotto di cui mi sono innamorata - Scar me lo dice guardandomi negli occhi, si avvicina alle mie labbra, la scosto malamente, mi guarda ferita ed esce - Tom. - - ti conosco da tanti anni, ma per la prima volta non riesco veramente a capirti – mi dice con una punta d’amarezza nella voce bassa - non mi capisco nemmeno io, ma so che non voglio vedervi - - io e lei non siamo niente di più che amici, Matt, lo sai. Ogni volta che ti nomina rischia di scoppiare in lacrime - - non m’interessa - Prima che me ne renda conto mi ritrovo sul pavimento, Tom mi ha tirato un pugno prendendomi alla sprovvista. Mi guarda dall’alto in basso, mi punta un dito contro – dovrebbe. Pensaci – e detto ciò sparisce Fine capitolo 14 |
Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***
questo è il penultimo, ci siamo quasi Comunque, conto di postarlo venerdì pomeriggio... ammesso che io sia ancora in grado di intendere e di volere ahahah visto che sarò appena riemersa da una maratona dei film di Harry Potter (ovviamente ahahah) (durano 19 ore e mezzo O.O) che ho in programma con una mia amica xD Bon, buona lettura, a presto (L) Capitolo 15 Ed eccomi di nuovo qui. Tutto è esattamente come l’avevo lasciato, penso attraversando il cortile silenzioso, la facciata a mattoncini rossi, il grande orologio, il campo da basket poco più in là, lo striscione con su scritto “Welcome”. Ho notato, con profondo sollievo, l’assenza dell’auto di Tom, che dovrebbe aver finito le ore ormai da un bel po’. Non sono ancora pronto a rivedere il mio “migliore amico”, il mio zigomo sinistro c’ha messo parecchio a tornare del colore originario. È passato del tempo, forse una ventina di giorni, e le cose non sono affatto migliorate. Non che mi aspettassi telefonate o altre visite dopo il mio comportamento da perfetto stronzo, né tanto meno che Tom e Scar rinunciassero alla loro, seppur finta, felice vita quasi coniugale. Sembrano una coppia perfettamente normale, il web è tappezzato di foto di loro due che passeggiano, lui con un braccio attorno alla sue spalle, lei con in mano il guinzaglio di Neville. Ricordo di aver pensato, guardando quella foto, che mi mancava persino quella sottospecie di cavallo bavoso. - chi non muore si rivede – una voce mi sorprende, mi trovo davanti, con un cipiglio decisamente minaccioso, Allyson - ehm… già, sono vivo - - è dal giorno del musical che non ti si vede più, è passato oltre un mese – si avvicina piano, a braccia incrociate, si piazza sotto il mio naso – molti speravano che saresti tornato, almeno per una visita… Tom viene quasi tutti i giorni – butta lì con aria indifferente, questa ragazza sa sempre come farti sentire in colpa - ho avuto molto da fare - - cazzata. - - Scar ti ha raccontato tutto – ci sarei potuto arrivare prima… - era difficile non notare la sua faccia quando è tornata da Leeds - - le ho comprato una collana - - Matt, tu la conosci… sei convinto che possa servire a qualcosa? – guarda dubbiosa prima il sacchetto di Tiffany e poi me - giusto. Tienila tu, è un regalo – glielo porgo - non posso - - te la offro in cambio di un’informazione – la costringo a prenderla – dov’è Scar? - - non lo so – scrolla le spalle, sbirciando nella busta – cinque minuti fa cercava Tony, mi ha detto che dovevano parlare… prova a vedere di sopra - - grazie – le prendo la testa e le do un bacio sulla fronte - sai, Megafusto… - la sua voce mi raggiunge mentre mi allontano verso le scale – è un vero peccato che tu sia così innamorato di lei – mi sorride e sparisce in un corridoio, prima che riesca a trovare qualcosa da dirle Seppur sconvolto dalla confessione, mi avvio verso il piano di sopra… Allyson ha ragione, sono così innamorato di lei. Così tanto da averla cacciata malamente da casa tua, ribatte una vocina dentro la mia testa. La sua voce mi raggiunge, proviene da un corridoio, è spaventata ed agitata, mi fermo prima dell’angolo, in ascolto - Tony, dimmi dove hai trovato tutti questi soldi – ordina al ragazzo con cui sta parlando - della gente me li ha dati per fare delle consegne - - Jimmy Carter ti ha reclutato come fattorino? – trattengo il fiato. Gli altri mi hanno parlato di questo tipo, nonostante la polizia l’abbia beccato parecchie volte, è ancora a piede libero, ed ha il monopolio dello spaccio di coca in questa zona. - ma a te che ti frega? - - mi frega. Pensa a quello che stai facendo, Tony… tua madre ci morirebbe se lo sapesse! - - è per lei che lo faccio, non capisci? – si lascia andare al panico, la sua voce diventa improvvisamente acuta – non… non può farcela da sola! Si ammazza di lavoro tutto il giorno per uno stipendio da fame! - - Tony, il fatto che tu voglia aiutarla è davvero ammirevole, ma questa non è la via giusta, tua madre preferirebbe di sicuro un figlio onesto ad un lavoro più leggero – fra i due cala il silenzio, rotto solo dai loro respiri – te lo ricordi cosa diceva Silente a proposito? Te lo ricordi, vero? – gli chiede dolcemente - che sta a noi scegliere tra la luce e l’oscurità - - esatto, e… - - si ma Scar, tu non capisci! È… è finita, tenteranno di toglierci la casa… - - Ascoltami! – lo interrompe brusca e decisa – una soluzione c’è sempre, qui sono tutti pronti ad aiutarvi, ma prima di tutto devi essere tu ad aiutarti, devi credere in te stesso, Tony! Devi credere di poter fare la scelta giusta, anche quando tutto sembra perduto - - come Neville? – chiede con una voce quasi infantile, sembra di nuovo un ragazzino di 14 anni… mi torna in mente di quando mi chiedeva come mi ero sentito ad ammazzare il serpente, voglio aiutare lui e sua madre, voglio assicurarmi che abbiano un futuro migliore di quello che li aspetta - quella era la tua parte preferita, se non ricordo male… quella in cui Neville, nonostante Harry sia morto, si rifiuta di unirsi a Voldemort, rischiando la vita. Perché era la cosa giusta da fare… chiaro? - - grazie, Scar. Hai ragione… - - magari faccio un salto da tua madre, ok? Adesso fila - Il ragazzo percorre a ritroso il corridoio, mi vede ma gli faccio cenno di non dire nulla, mi premo un dito sulle labbra e lui sembra capire al volo. Mi da una pacca leggera sulle spalle e sparisce al di là delle scale. Prendo un bel respiro ed esco dal mio nascondiglio, la trovo appoggiata al davanzale, che fissa lo squallido paesaggio di un sobborgo di Londra, si accorge di me e per qualche secondo mi fissa incredula, si dimentica persino della rabbia - che ci fai qui? - - sono tornato - - cosa ti fa pensare che ti vogliamo ancora?! – mi domanda sarcastica e velenosa, ammetto di essermelo meritato - ho reagito male, non avrei dovuto dire quelle cose - - e c’hai messo solo tre settimane a capirlo? Complimenti – batte tre volte le mani – tu sì che sei sveglio - - ti prego Scar fammi parlare – la blocco, non so per quale grazia ricevuta mi avvicino a lei, e lei non tenta nemmeno di uccidermi – ero furioso, mi sembrava di essere agli arresti domiciliari, non potevo tornare da te e questo mi faceva passare la voglia di fare qualsiasi altra cosa. Però… sapevo che per te era lo stesso, e questo mi faceva sentire un po’ meglio. Poi ti ho visto in giro con Tom, sapevo di non averti risposto e di aver quindi iniziato questa… specie di guerra, ma vedervi assieme nel salotto di casa mia mi… mi ha fatto impazzire, dico sul serio! Ero folle di gelosia, come i primi tempi, quando non ero sicuro di quello che provavi per me - - non mi hai voluto parlare per due settimane. - - lo so, e me ne pento! Potessi tornare indietro… sono stato un cazzone avariato! - - forse non ti rendi conto… puoi immaginare quanto male mi hai fatto col tuo comportamento e le tue parole, quando siamo venuti a trovarti? - - se può farti stare meglio picchiami, ti prego! – allargo le braccia, come a scoprire ogni mio punto vitale, e chiudo gli occhi, in attesa di una sberla in pieno viso - non credo servirebbe a qualcosa – li riapro e, guardandola, non mi è mai sembrata così stanca e indifesa - ho sentito quello che hai detto a Tony… mi dispiace averti detto quelle cose, quel giorno… tu non trascureresti mai i tuoi ragazzi per un anello – so che questo è ciò che più di tutto l’ha ferita, ama il suo lavoro e questo posto, e l’idea che qualcuno possa dubitare delle sue buone intenzioni la uccide - grazie – mi dice, rivolgendo un sorriso al pavimento - c’è una cosa che voglio chiederti – ho bisogno di saperlo, sono notti che non ci dormo, lo stomaco attanagliato dall’ansia – tu e Tom state veramente assieme adesso? - - cosa? – mi guarda incredula e scoppia in una risata, non riesce più a smettere, è piegata in due, appoggiata al muro - era solo una domanda… - - no, certo che no! Anzi, mi sa che tra un po’ ci lasceremo anche pubblicamente… stiamo bene da amici, e ci siamo scocciati di dover fare i piccioncini - - oh. bè, questa è un’ottima notizia – non posso fare a meno di aprirmi in un enorme sorriso, finalmente mi sorride anche lei, sento il cuore battere a mille - forse dovresti tornare a casa… - s’incammina verso le scale senza aspettarmi, la raggiungo e le passo un braccio attorno alle spalle, ancora incredulo che sia stato così facile – a Tom manchi tanto, anche se non lo ammette - - posso darti un bacio? – chiedo, senza riuscire a togliermi questo sorriso ebete dalla faccia - per ora accontentati, capitano, hai già vinto una grande battaglia – mi dice soltanto - ti amo, lo sai? – glielo dico, non riesco a trattenermi, so che ci vorrà del tempo per far tornare tutto come prima, ma l’idea di essere di nuovo qui con lei… bè, ho una gran voglia di saltare e gridare e ridere - quanto sei stupido – si ferma sulle scale, si alza in punta di piedi e posa le sue labbra sulle mie, chiudo gli occhi e m’inebrio di quel contatto - com’è che mi fai lo stesso effetto del whisky? - - mi ripeto: quanto sei stupido – mi prende per mano e mi porta fuori, dritto a casa – comunque… cos’hai intenzione di fare a proposito della rottura fra me e Tom? - - finalmente potrò dichiarare a tutti quanti il mio amore – le sorrido dolce – così io e Tom potremo essere una coppia ufficiale e fare outing - Non resiste e scoppia a ridere, tenta di prendermi a pugni ma proprio non ce la fa – riesci ad essere serio per una sola volta in vita tua? – - ho grandi piani in mente – non appena arrivati nel portone la stringo a me e la guardo, bellissima - ovvero? - - bè, tanto per cominciare… amarti alla follia fino a quando morirò, o impazzirò, o mi ammalerò d’Alzheimer. Che ne dici? - - mmm… - finge di pensarci su – per ora può andare, poi col tempo vedremo, insomma - La bacio, perché è l’unica cosa che voglio fare per il resto della mia vita, fin quando non saremo due teneri vecchini decrepiti, incollati davanti ad un quiz televisivo della BBC, mano nella mano, innamorati proprio come lo siamo adesso. Fine capitolo 15 |
Capitolo 16
*** Epilogo ***
Ed eccoci
qua. È già arrivata, più presto di
quanto pensassi! Mi sta scendendo una lacrimuccia nostalgica… Bah, è la vecchiaia u.ù È un epilogo un po’ strano, non so se mi convince, è fin troppo dolce… lo dico persino io! (: Prima di lasciarvi, vorrei ringraziare (ovviamente!) hermione59 e MadameTussauds per avermi pazientemente seguito fino alla fine. È stato veramente un onore e un piacere conoscervi e ricevere i vostri complimenti! Un grazie anonimo e generale va a tutte quelle persone che l’hanno letta… spero vi sia piaciuto farlo, almeno quanto è piaciuto a me scriverla. Ho in cantiere un nuovo progetto che è già pronto per “sbarcare” in questa sezione, quindi… tenetemi d’occhio ;) A presto, Scar Epilogo Apro gli occhi e non riesco a trattenere un gemito di dolore... la mia schiena non è più quella di una volta. Giro la testa in direzione del cuscino di Scarlett, convinto di trovare la sua parte di letto già vuota, mattiniera com'è. E invece eccola ancora lì, che mi osserva in silenzio coi suoi occhi verdi, ormai cerchiati profondamente dalle rughe... eppure bellissimi, come la prima volta che mi hanno guardato. La sua pelle si stende in un sorriso - buongiorno - - è tutto ok? - non posso fare a meno di chiedere, preoccupato - certo, perchè? - rifugge il mio sguardo, mente sapendo di mentire, la sua voce così bassa mi preoccupa ancora di più - sono solo un po' stanca, non mi andava di alzarmi... sta tranquillo - mi accarezza con la mano sinistra, la sua fede sul volto è fredda e rabbrividisco, ma sorrido - vuoi che chiami il medico? - - non essere sciocco - mi ammonisce - sai bene come la penso... a che ora arrivano i bambini? - Sta cambiando argomento di proposito, ma non ho la forza di oppormi... alla nostra età si dovrebbe essere più coraggiosi, più saggi, e invece si torna ad essere bambini, si ha di nuovo paura del buio. E non per sé stessi, ma per chi si ha vicino… il buio significa solitudine, a quest’età - hanno cinquant'anni a testa, dovresti smetterla di chiamarli bambini - - abitudine - - comunque dovrebbero arrivare prima di pranzo, il loro aereo atterra a Limerick per le 11 - - la sala è pronta? - mi chiede, apprensiva come sempre. Mi preoccupa il modo morboso con cui si sta occupando di quest’anniversario - ho richiamato ieri sera, sta tranquilla - - che bravo il mio Big TeddyBear - sorride di nuovo, alla nostra età non si dovrebbero usare nomignoli del genere, ma non possiamo farne a meno - sono già passati sessant'anni... – i suoi occhi si perdono nel vuoto, nei nostri ricordi. - per quanto mi riguarda, sono volati – le prendo una mano e la bacio, mi sembra ieri che le ho confessato i miei sentimenti nel bel mezzo della strada, a Wandsworth Oggi festeggiamo il sessantesimo anniversario del nostro primo incontro… sì lo so, c’è chi direbbe che è da ragazzini, tipo quegli adolescenti che festeggiano anche le settimane. Però, a pensarci bene, preferiamo di gran lunga festeggiare questo giorno che quello del nostro matrimonio… è nel preciso istante in cui ci siamo incontrati che le cose hanno cominciato a cambiare, no? Il matrimonio è stato una specie di traguardo, ma la nostra vita era già bella che stravolta! E i figli, le notti in bianco, le recite scolastiche, le feste di compleanno, le poesie delle festività, le vacanze tutti insieme, i diplomi, le lauree, i matrimoni e i nipoti… sono tutti nati da lì. Da quel momento. Da quella stretta di mano, da quello sguardo. Forse, ora, riuscite a capire come mai ci teniamo tanto a festeggiare questo particolare giorno. - a che pensi? – le chiedo - a tutto quello che abbiamo passato. È stata una bella vita - - non dire così – la prego – mi spaventi, lo sai - - sai bene come la penso a riguardo – mi ripete, ancora una volta evita di guardarmi – quando il momento arriverà, arriverà - - non… non dire sciocchezze! – m’infiammo, proprio come s’infiammano i bambini, incapaci di accettare quello che succederà, convinti di poter, col loro rifiuto, cambiare la realtà – abbiamo… abbiamo ancora tantissime cose da fare! Dobbiamo tornare a Machu Picchu, no? E devo ancora farti vedere un’aurora boreale! Dovevamo andarci, ma poi Andrew si è ingessato un gamba… ricordi? - - certo che ricordo – annuisce, con un sorriso tenero, lei che è da sempre così più matura di me - ecco, quindi non puoi… non puoi… - non riesco nemmeno a dirlo, deglutisco – abbiamo ancora tante avventure da vivere - - la mia più grande avventura è stata una vita con te, Matthew, voglio che tu possa ricordarlo bene – una lacrima scende solitaria sul suo viso e si perde nel cuscino prima che riesca ad asciugarla – ed è stata… incredibile. Questa è la nostra avventura… la vita! Ed è una cosa grande, terribile, breve e infinita… e nessuno di noi ne esce vivo! Voglio ringraziarti, amore mio, perché hai saputo indicarmi i sentieri migliori, perché sei stato il miglior compagno di viaggio che avrei mai potuto desiderare… - - perché dobbiamo fare questi discorsi? - - perché sento che è il momento giusto per farli – mi risponde, con un’improvvisa determinazione e fermezza nella voce – voglio… Matt, ricorda che dovunque io vada, tu sarai con me. E dovunque vada tu, ti seguirò. Noi… noi saremo insieme per sempre - - ti amo – le dico di getto, ormai siamo due vecchini tutte rughe, ma ci comportiamo ancora da adolescenti, ci abbracciamo e ci scambiamo baci, ci diciamo ti amo ogni volta che c’incontriamo per casa. - se mai dovessi sentirti solo… chiamami e verrò da te – mi accarezza il viso – grazie, amore mio. Grazie per la mia vita - If I ever
leave this world alive
I'll thank for all the things you did in my life If I ever leave this world alive I'll come back down and sit beside your feet tonight Wherever I am you'll always be More than just a memory If I ever leave this world alive Fine – 06.04.2012
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