E' una favola, è solo fantasia

di Bake di Cera
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricordo quel giorno, quando tutto iniziò ***
Capitolo 2: *** Teneva l’umanità in gabbia, celando il vero gusto dell’amore ***
Capitolo 3: *** Fa male il pensiero di lui che respira quell’aria bramata da un unico sogno ***
Capitolo 4: *** Dolce straniero, portami via ***
Capitolo 5: *** Brindo alla musica e alla poesia ***



Capitolo 1
*** Ricordo quel giorno, quando tutto iniziò ***


E’ una favola, è solo fantasia

Ricordo quel giorno, quando tutto iniziò

- Dovremmo essere arrivati, il posto è questo, - dichiarò Luca fermandosi davanti a un grosso cancello di ferro.

Marina si guardò intorno, agitata. – Come mai non c’è nessuno?

- E io che ne so? - rispose svogliatamente Laura.

Osservato da lontano, quel gruppetto appostato in una strada appena fuori dal Gran Raccordo Anulare non sarebbe potuto apparire più curioso: Daniele, il più giovane del gruppo nonostante la barba e i lunghi capelli che gli ricadevano davanti al viso, sfogliava distrattamente una rivista scientifica comprata per coprire uno strappo nella zona meno opportuna dei jeans; Ludovico aveva gli occhi azzurri nascosti da un paio di occhiali da sole e si divertiva ad accrescere l’agitazione in Marina dicendole che, probabilmente, ad esaminarla sarebbe stato Vittorio Matteucci; Laura tentava di sbirciare la rivista di Daniele, lanciando ogni tanto occhiate in fondo alla strada per cercare un qualche segno di vita; Luca controllava sul suo cellulare ipertecnologico se la via fosse quella giusta, mentre Marina, la sua ragazza, tremava da capo a piedi, visibilmente desiderosa che quella giornata finisse presto.

- Marina, tesoro, - esclamò Luca, rimettendo il cellulare nella tasca dei jeans, – la via è quella giusta e il numero civico anche: se non ci aprono significa che non sono ancora arrivati. Sta’ calma! – aggiunse poi, notando le gocce di sudore sulla sua fronte. – Finisci per mettere in agitazione anche me.

- Ah, il signor “Sono-il-miglior-cantante-del-mondo” ha paura di non essere preso? - scherzò Laura, girando una pagina della rivista di Daniele per leggere un articolo sulle illusioni ottiche.

Ludovico diede una pacca sulla schiena di Marina. – Su! Non è il primo provino che fai: sei abituata ormai a sentirti dare un rifiuto!

- Bell’incoraggiamento, - commentò Daniele, gettando un’occhiata alla strada. I suoi amici seguirono il suo sguardo verso una ragazza vestita sportiva, che correva reggendo una borsa a tracolla: intuirono immediatamente che doveva essere lì anche lei per il provino. Daniele alzò leggermente il sopracciglio, interessato.

- Scusa… uff… scusate, - esordì la ragazza, tenendosi le mani sulle ginocchia. – Uff… E’ qui… uff… il provino del… uff… musical?

- Credo di sì, - rispose Daniele chiudendo di scatto la rivista, con gran disappunto di Laura, e tendendole una mano. – Mi chiamo Daniele, sto accompagnando due di loro.

- Angelica. Chi di voi…?

- Io. Mi chiamo Luca, sono qui per la parte di Peter; lei è Marina, prova per Wendy.

- Ah, anch’io! - esclamò Angelica sorridente.

L’unica cosa che Marina riuscì a pensare fu che quella era probabilmente la prima delle tante rivali che avrebbe dovuto affrontare quel giorno; ricambiò forzatamente il sorriso.

- Ehi, il cancello si sta aprendo! – li avvisò Laura.

Era vero: videro il cancello di ferro scorrere lentamente davanti a loro, rivelando un piccolo angolo di parcheggio e un edificio; immediatamente sentirono il rumore di un auto e si voltarono per scoprire chi avesse azionato il cancello automatico. La macchina entrò nel cortile, muovendosi tranquillamente come se fosse abituata a fare quel tragitto, e infine si fermò davanti a loro. Un uomo sui trent’anni scese dal posto del guidatore, fumando: aveva lunghi e ricci capelli scuri raccolti in una coda e un giacchetto di pelle aperto che rivelava una maglietta nera. Li squadrò incuriosito, mentre una ragazza più giovane lo seguiva fuori dall’auto.

- Voi dovete essere i cantanti, - constatò, chiudendo la portiera. – Non vedo altra gente, devono essere già arrivati.

- Come hanno fatto ad entrare? - chiese Luca. – Al citofono non ha risposto nessuno.

- Perché è rotto e perché questa non è l’entrata principale, ma il cancelletto nella via parallela, l’indirizzo è identico, - rispose l’uomo. – E ora, se volete seguirmi, vi mostro la sala registrazione.

 

Vediamo… Non devono essere tutti qui per il provino, alcuni sono fin troppo tranquilli, come la ragazza con i capelli corti; anche quello con gli occhiali da sole è rilassato, per non dire il tipo con lo strappo sui jeans. No, decisamente non andrebbe in giro così se dovesse presentarsi a un provino!

Gli altri mi sembrano più agitati: sicuramente la ragazza riccia, da come suda, è qui per Wendy o Trilli; anche quella con i capelli raccolti in una coda dovrebbe essere una cantante, anche se ha l’aspetto di chi si è appena svegliato. Non avrà sentito la sveglia? E l’ultimo? Difficile… Tranquillo, però un po’ troppo sicuro di sé nei modi… Sì, dev’essere qui anche lui per il provino!

Dovrei presentarmi? Chiedere i loro nomi? Mi sembra cortese rimanere in silenzio mentre…

- Eleanor.

La voce dell’uomo al suo fianco riportò Eleanor alla realtà.

- Secondo te dovrei presentarmi, Stefano? – sussurrò.

Stefano trattenne una risata. – Presentarti a loro? E come la metti con le altre decine di cantanti che ci aspettano di sotto?

- Scusa, mi sento così in imbarazzo: è la prima volta che mi porti con te, cuginetto! – rise Eleanor, ravviandosi la lunga chioma bionda.

 

Di cosa staranno parlando?

Marina aggrottò le sopracciglia, cercando di captare qualche parola della conversazione dei due ragazzi che li precedevano, senza ottenere alcun risultato. Lentamente, intimoriti, i cantanti e i loro amici seguirono gli sconosciuti lungo una rampa di scale che scendeva fino ad un’ampia stanza in cui erano stipate circa cinquanta persone.

Marina trattenne il respiro, sempre più terrorizzata, mentre Laura le sussurrava all’orecchio: - E pensare che questa non è l’unica data dei provini!

L’uomo fece loro segno di sedersi ed aspettare. Ludovico, guardandolo, sussurrò un: - E’ lui Vittorio Matteucci? -, facendo incrinare le labbra di Marina in un sorriso nervoso.

Luca si sedette tranquillo su uno dei divanetti rossi indicati dal loro accompagnatore, osservando torvo gli altri partecipanti al provino, che invece giravano per la stanza nervosi e canticchiavano per memorizzare le parole che non riuscivano a tenere in mente.

- Stai cercando di indovinare gli altri aspiranti Peter? - gli chiese Marina, cercando nella borsa l’Ipod per ripassare come gli altri.

Luca annuì. – Non le sai ancora? – esclamò sorpreso. – Le abbiamo cantate per tutto il viaggio!

- Beh, scusa se non sono brava quanto te! - sbottò lei, strattonando le cuffie ed allontanandosi.

Laura trattenne un sorrisetto: non gli era mai stato simpatico quel ragazzo, troppo presuntuoso per i suoi gusti; si chiedeva continuamente come avesse fatto Marina a “cadere nelle sue grinfie”. Con un’alzata di spalle, si rispose che il mondo dei musical aveva tanti misteri e che lei non era assolutamente tentata di scoprirli. Si sedette accanto a Daniele, strappandogli la rivista dalle mani per ricordargli la sua presenza: il ragazzo era sprofondato in una fitta conversazione con Angelica e la sua amica intuì che il suo interesse riguardasse poco la musica e tanto il numero del cellulare della sua interlocutrice. Con una fitta di gelosia, Laura finse di dargli per sbaglio una gomitata sulla testa per spostarsi nel posto ristretto.

- Oh, scusa! - esclamò dispiaciuta, portandosi una mano davanti alla bocca e scivolando anche lei in una conversazione con Ludovico.

 

- Ale.

Il ragazzo chino sul computer, intento a caricare le basi delle canzoni da interpretare nei provini, alzò lo sguardo verso la porta e rivolse un enorme sorriso a Stefano.

- Sei arrivato! – esclamò, correndo ad abbracciarlo. – Temevo di dover iniziare senza di te, non potevo farli aspettare ancora… Quanta gente, eh? Che emozione, e pensare che la prossima settimana ne arriveranno altri! Non posso credere che il mio musical stia finalmente vedendo la luce, è così… Oh, ci conosciamo?

Riprese fiato, stringendo la mano della ragazza che aveva di fronte.

- Sono Eleanor, la cugina di Stefano, - si presentò lei con un enorme sorriso.

- Ah, la famosa cugina inglese! Sì, Stefano mi aveva detto che avresti passato qualche mese qui a Roma. Sono Alessandro, felice di conoscerti. Ehi, parli davvero bene per non essere italiana!

- Tutto merito mio, - si complimentò con se stesso Stefano, appoggiando una mano sulla spalla della cugina. – Siamo praticamente cresciuti insieme, è strano che non vi siate mai incontrati prima: Eleanor viene a trovarmi tutte le estati.

- Il lavoro, la musica… E il tuo amichetto sempre tra i piedi.

Stefano storse le labbra. – Dove si sarà cacciato? Sarebbe dovuto arrivare da parecchio, almeno io avevo la scusa del lavoro…

- Sai com’è fatto, - si limitò a commentare Alessandro, alzando le spalle. – Diamo inizio alle danze?

 

Dopo qualche minuto l’uomo che li aveva scortati dentro l’edificio riapparve dalla sala registrazioni con un altro ragazzo che reggeva un fascio di fogli.

- Allora, - esclamò il primo, guardando tutti i presenti che, improvvisamente, avevano smesso di camminare avanti e indietro per ascoltare; Luca si sporse pomposamente in avanti per farsi vedere. – Credo che possiamo cominciare. Come già sapete, stiamo cercando nuove interpreti per Wendy e Trilli, un secondo interprete per Peter e varie comparse.

- Credo che inizieremo con Peter, se tutti gli altri non hanno impegni di lavoro, - intervenne l’altro, visibilmente emozionato. – Io sono Alessandro: per qualsiasi cosa potete rivolgervi a me o a Stefano. Bene, se siete pronti comincio a chiamarvi… o qualcuno vuole andare avanti per primo?

Luca alzò la mano, guardando negli occhi Alessandro, che lo intercettò presto.

- Tu sei… ?

- Luca Fiorello - rispose il ragazzo.

- Bene, allora segui Stefano, di sotto troverai l’altra addetta al casting… Facciamo fare qualcosa a tua cugina! – sussurrò poi Alessandro a Stefano, divertito.

Mentre Luca si alzava, Ludovico, osservando l’aspetto di Stefano, disse a bassa voce a Marina: - Uncino!

Il loro amico ci mise poco: dopo dieci minuti aveva interpretato due canzoni ed era uscito, sorridendo a Marina. – Credo di essere andato bene - , annunciò. – Sembravano soddisfatti.

- Bravo! - si complimentò la sua ragazza.

- Sei solo il primo, non iniziare a festeggiare - lo prese in giro Daniele.

E aveva ragione: man mano che gli altri aspiranti Peter Pan si facevano avanti, Luca, pur non ascoltandoli, cominciava a farsi prendere dall’agitazione.

- Ho paura di aver sbagliato una nota – annunciò, quando anche il decimo Peter fu andato. – Non riesco a togliermelo dalla testa: non pensavo fosse molto importante, ma basta che qualcuno non sbagli niente per…

- Luca, per favore! - lo sgridò Marina, sempre più pallida.

- Esco un attimo, - annunciò lui alzandosi, seguito da Daniele.

Laura e Ludovico stavano ancora parlando della possibilità che il rude Stefano fosse l’interprete di Uncino, così Marina, per alleviare la tensione, si rivolse ad Angelica.

- E’ il tuo primo provino? - le chiese.

- No, ne ho fatti altri tre quest’estate, ma non sono andati un granché, - rispose Angelica con una smorfia. – Ma ho voluto tentare anche stavolta prima di darmi per vinta.

- Hai fatto bene, è così anche per me. Mi sono anche presentata a Notre Dame de Paris e…

- Davvero? Anch’io!

Marina si accorse presto che era più facile distrarsi parlando di provini ormai conclusi e fu con stupore che sussultò sul divanetto, riportata bruscamente alla realtà, quando Alessandro chiamò il suo nome.

- In bocca al lupo! - le sussurrò Angelica.

Quando la porta si fu richiusa alle spalle di Marina, l’espressione rilassata di Laura mutò rapidamente: la ragazza si precipitò giù per le scale tentando di ascoltare qualcosa dalle fessure della porta della sala registrazione. Quando Luca e Daniele rientrarono nell’edificio, la trovarono rannicchiata sugli scalini con l’orecchio premuto contro il muro per cercare di percepire il minimo suono.

- L’hanno chiamata? - chiese Luca.

- Sì, - rispose Ludovico. – E’ appena entrata.

Laura riuscì a sentire qualche stralcio di canzone, ma niente di più; stava per spostarsi in una posizione più comoda, quando sbatté contro le gambe di qualcuno.

- Fa’ attenzione, la porta potrebbe aprirsi da un momento all’altro, - la avvertì una voce mentre la mano del suo proprietario si poggiava gentilmente sulla sua spalla per invitarla a spostarsi.

Sara sollevò lo sguardo, ma l’uomo entrò nella sala senza che lei potesse scorgere altro che il fisico alto e i capelli castani arruffati.

Dall’altra parte del muro Marina, concentratissima, non si accorse nemmeno dall’arrivo di un’altra persona e continuò a cantare le ultime strofe; alla fine si tolse le cuffie, titubante, e le ripose sul piano di legno di fronte.

- Brava! - si complimentò l’addetta al casting. – Ti faremo sapere.

- Grazie.

Marina si voltò verso l’uscita, ma, preda dell’emozione e con le mani tremanti, faticava ad aprire la pesante porta. Percepì un movimento alle spalle, poi un braccio si stese accanto alla sua testa, spalancando la porta con gesto secco e violento. Alzando gli occhi per capire chi fosse, vide il volto di Stefano.

- E’ dura, a volte, - commentò, facendole segno di uscire.

 

Marina rimase a fissarlo negli occhi per quella che le parve un’eternità, incapace di muoversi; non riusciva a capire perché, ma si sentiva come se stesse guardando Stefano per la prima volta. Era più giovane di quello che aveva pensato all’inizio, non doveva avere più di ventotto anni, notò stupita; e i suoi capelli non erano poi così incolti, c’era un certo ordine in quel caos… Qualcosa di affascinante.

Un colpo di tosse la distolse dai suoi pensieri e si sentì immediatamente  in imbarazzo per quello strano comportamento; fortunatamente, però, l’uomo sembrava averlo attribuito semplicemente alla tensione del momento e non disse niente fino a che Marina non ebbe lasciato la sala registrazioni.

Fu felice di poter giustificare il rossore sulle guance alla paura del provino, perché si rese conto con terrore che non riusciva a mandarlo via.

- Brava! – esclamò Laura, andandole incontro non appena la vide.

- Mi hai sentita? – chiese Marina, cercando di pensare a qualcosa di diverso da quell’ultimo minuto.

- Sì, ero dietro alla porta finché non è passato un tizio che si è messo a blaterare che, se non mi fossi spostata, mi sarei presa una portata in faccia… Ma è successo poco fa, quindi ho ascoltato praticamente tutto! Beh, quasi.

Parlando erano tornate nella stanza in cui erano riuniti tutti gli aspiranti cantanti e Marina avvertì un senso di colpa immotivato quando Luca le si avvicinò, preoccupato, per chiederle come fosse andata.

- Tutto bene, ma non voglio dire altro, - si limitò a rispondere la ragazza, alzando le mani per indicare che considerava momentaneamente chiuso il discorso.

- Angelica Bracale! - chiamò Alessandro.

- Aiuto! - sussurrò Angelica a Marina mentre scendeva le scale. Daniele le diede una pacca d’incoraggiamento sulle spalle.

- La aspettiamo? - chiese poi, speranzoso.

- Ma sì, dai, – gli concesse Marina, lasciandosi cadere sfinita sul divano.

- Bene, allora vado a prendere da bere.

- E dove…?

Daniele si avvicinò alla postazione di Alessandro, che stava lavorando al computer.

- Scusa, posso avere una bottiglietta d’acqua?

Il ragazzo alzò lo sguardo dal monitor come se non avesse capito bene.

- Acqua? - ripetè poi.

- Sì, quella del frigo -. Daniele indicò il frigorifero pieno di bibite dietro Alessandro.

- Veramente sarebbe per gli artisti… Vabbè, prendi.

- Grazie!

Luca scosse la testa, come per dire che non c’era niente da fare con lui.

- Che dice Uncino? - chiese improvvisamente Ludovico.

Il ricordo di quei pochi secondi fece sussultare Marina, ma finse di averlo fatto perché assorta nei propri pensieri.

- Ah, beh, niente. Stava lì, ascoltava…

- Ho capito, - rise Ludovico. – Eri troppo concentrata per renderti conto di chi ti stava davanti!

- In effetti… - rispose sinceramente Marina.

Il suo amico aveva ragione: non si era assolutamente resa conto di Stefano fino alla fine del provino. E ora… Ora cosa?, si disse. Ora niente, avrebbe continuato a comportarsi come sempre, non poteva farsi mettere in agitazione da un…

Ma proprio in quel momento Stefano entrò nella stanza, dirigendosi verso Alessandro.

- Cavoli, quello dev’essere proprio Uncino! - commentò Laura, facendo voltare anche Marina, che arrossì ancora di più. Laura notò la sua espressione ed inarcò le sopracciglia, sospettosa, ma decise di rimandare a più tardi eventuali richieste di spiegazioni.

Fortunatamente nessun altro aveva guardato la ragazza, gli occhi di tutti erano concentrati su Daniele. Il ragazzo, probabilmente convinto che quella bottiglietta d’acqua avesse significato l’inizio di una forte amicizia, si era avvicinato a Stefano e Alessandro, incrociando le braccia sul bancone ed ascoltando interessato la loro conversazione; Stefano smise di parlare all’istante, fulminandolo con lo sguardo, ma dei passi provenienti dalle scale distrassero Daniele, che corse incontro ad una raggiante Angelica.

- Com’è andata? - le chiese.

- Non era così interessato quando avevi finito te, - fece notare Laura a Marina, acida.

- Benissimo! - rispose Angelica con un ampio sorriso. – Mi hanno fatto tutti i complimenti!

Marina sentì lo stomaco contrarsi: si era dimenticata del motivo per cui era lì. Angelica era una sua rivale, in quel contesto, e non poteva lasciarsi distrarre da… da…

Lanciò uno sguardo a Stefano, sperando che le passasse immediatamente qualsiasi pensiero su di lui, ma peggiorò solamente le cose. Con un’alzata di spalle, si disse che tanto era inutile preoccuparsi al momento.

- Andiamo, allora? -. Luca non sembrava affatto contento di dover aspettare ancora per la felicità di Daniele.

- Sì, ho bisogno di mangiare qualcosa, - esclamò Marina, massaggiandosi la pancia. – Non ho toccato niente da stamattina.

- Laura, che stai facendo?

La domanda di Ludovico fece voltare i suoi amici, che videro Laura mettere qualcosa nella borsa.

- Che c’è? - chiese, infastidita. – Stavo controllando il telefono!

Raggiunse gli altri mentre Daniele salutava enfaticamente Alessandro, che alzò la mano in risposta, con un’espressione dubbiosa.

- Possiamo andare al bar qua vicino, - propose Luca quando furono usciti dall’edificio.

- Scusate, ma io devo correre a prendere l’autobus - annunciò Angelica, lanciando uno sguardo all’orologio. – Ce n’è uno fra dieci minuti, ma la fermata non è vicina, altrimenti dovrò aspettare fino alle due per il prossimo.

- Possiamo accompagnarti noi! - esclamò Daniele.

- Siamo già in cinque, - gli fece notare Luca.

- Va bene, allora portate lei, io prendo l’autobus e mi venite a prendere alla sua fermata…

- Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo?

- Oh, vabbè, allora le faccio compagnia nell’attesa!

- Non serve, veramente… - cominciò Angelica, ma Laura la interruppe.

- Bene, allora ci vediamo dopo! E’ stato un piacere conoscerti! -. Con un sorriso forzato ed una stretta di mano fin troppo forte salutò la ragazza.

- Teniamoci in contatto, ho lasciato a Daniele il mio numero così potete farmi sapere dell’audizione! - disse Angelica mentre si incamminava.

- Sì, certo, perché Daniele terrà il suo numero solo per darlo a noi - commentò sarcastica Laura.

- Ma la smetti? - la sgridò Marina, divertita: ora che era abbastanza lontana da Stefano si sentiva decisamente meglio; inoltre, anche se l’avessero presa, l’avrebbe rivisto almeno due mesi dopo, quindi sarebbe stato facile dimenticare le strane emozioni di quella mattina.

- Ah, ora che gli altri non ci ascoltano, - esclamò Laura, frugando nella borsa ed estraendo il cellulare. Lanciò un’occhiata a Luca e Ludovico, che stavano ordinando qualcosa al bar, poi aprì la galleria fotografica e mostrò la prima immagine a Marina. – C’è qualcosa che dovresti dirmi?

Marina rimase nuovamente pietrificata contemplando il volto di Stefano.

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Probabilmente qualcuno conosce già questa storia. Ok, va bene, una persona su un migliaio. In ogni caso, l’avevo già pubblicata fino al capitolo undicesimo, più o meno, sul mio account (ah, sono Med!) con il titolo di “Follow”.

Ho intenzione di ripubblicarla unendo i primi capitoli, quelli che avevo già scritto, per poi proseguire con una round robin in collaborazione con DarkAeris e HarryJo; avvertiremo i lettori quando anche loro interverranno, ancora non abbiamo bene in mente come, ma idealmente la prima con le parti su Marina, la seconda con quelle di Eleanor, mentre io mi concentrerò su Laura. Le parti di insieme, però, sono ancora da definire, si vedranno nella fase di scrittura!

Il titolo della storia è una frase de “L’Isola che non c’è” di Bennato, mentre quelli dei capitoli sono tratti dal musical “La Magnolia Bianca”.

Potrebbero esserci cambiamenti di rating!

Spero che questo primo capitolo (unione dei primi tre della storia originale) vi sia piaciuto, le altre entreranno presto in scena!

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Capitolo 2
*** Teneva l’umanità in gabbia, celando il vero gusto dell’amore ***


Teneva l’umanità in gabbia, celando il vero gusto dell’amore

Laura entrò nell’aula lasciando cadere la borsa nel banco accanto a Marina. Sembrava stanca, ma la sua amica non poteva compatirla avendo avuto un’altra lezione prima di lei.

- C-c-ciao… - sbadigliò Laura mentre si sedeva.

- Parliamo, - annunciò immediatamente Marina, guardandola negli occhi: era facile intuire che fosse stata sovrappensiero per tutte le due ore precedenti.

Era passato un mese dall’audizione, ma Marina e Luca non avevano ancora ricevuto risposte; per quanto ne sapevano, anche Angelica era priva di notizie. Tutto ciò, mentre da un lato teneva in agitazione Marina, dall’altro la rincuorava per il fatto di non dover ancora rivedere Stefano; tuttavia, non poteva arrivare a sperare di non aver passato l’audizione solo per evitarlo, quindi aveva inizialmente deciso di non ignorare il messaggio che Angelica le aveva inviato alcuni giorni prima.

- Ancora? - sospirò Laura. – Va bene, esponimi le tue ragioni.

- Non me la sento.

- Perché?

- Beh… Ho paura, - confessò Marina.

- Perfetto: sarà semplice, se ti hanno presa, dire che non andrai perché “hai paura”.

- In quel momento sarà inevitabile, ma ora…

- Daniele ha detto ad Angelica che ci andremo, quindi fine della storia, - concluse Laura.

In quel momento il professore di letteratura inglese entrò in classe, rendendo inutile per Marina controbattere.

Aprì il quaderno per prendere gli appunti, ma la sua mente era altrove.

Qualche giorno prima Angelica le aveva mandato un messaggio per chiederle se avesse ricevuto notizie dell’audizione; proponeva anche di incontrarsi di nuovo, magari per uscire da qualche parte. Marina aveva accettato e, a quel punto, la ragazza le aveva scritto che il venerdì successivo Stefano avrebbe suonato in un locale a Roma con il suo gruppo: mentre andava all’università, Angelica si era trovata di fronte ad un manifesto con il volto del cantante.

Marina era stata immediatamente colta dal panico: non voleva vederlo, non se la sentiva ancora, ma alla fine aveva ceduto, pensando che la cosa migliore fosse togliersi il pensiero; inoltre, nutriva la speranza di stare sopravalutando ciò che aveva provato quel pomeriggio, mentre probabilmente le sue emozioni erano dovute solo al sollievo per il provino appena concluso.

Questi erano stati i suoi pensieri iniziali, che erano mutati, però, da una settimana a quella parte almeno una decina di volte.

Andare o non andare? Soffrire o non soffrire? Rivederlo o sperare di essere scelta pur di non rischiare?

Scosse la testa, procurandosi un’occhiataccia da parte dell’amica: non poteva arrivare a desiderare una cosa del genere, lei voleva veramente quel ruolo, anche se si tratta di un musical amatoriale, accidenti!

- Vengo, - annunciò a Laura, decisa.

- Splendido! - sorrise lei. - Non vedo l’ora di sentir cantare Uncino: ho ascoltato la registrazione che ti hanno mandato, quella in cui cantava con Wendy, e ha una voce stupenda! Ah, hai chiesto a Luca di accompagnarci?

Marina si sentì sprofondare: Luca era l’unica ad avere la macchina, la patente o l’età adatta per guidare. Doveva per forza portarselo dietro.

 

Dopo essere scesa alla fermata del treno prima di Marina, Laura si mise le cuffie dell’Ipod, impostando la riproduzione casuale. Come al solito, constatò con un sorrisetto, l’Ipod sembrava averle letto nel pensiero.

La voce di “Uncino” le risuonò nelle orecchie, forte e potente, mentre prendeva la via verso casa. Chissà, poi, se Stefano fosse davvero l’interprete di Uncino… Avrebbe dovuto litigare con Marina per il sogno di essere rapita da lui!

Il cellulare vibrò. Laura lo estrasse dalla tasca, esasperata: sapeva chi era prima ancora di leggere il messaggio.

 

Puoi chiedere tu a Luca di accompagnarci? Inventati che non ho soldi per chiamarlo, che ho perso il suo numero di telefono, che sono stata temporaneamente rapita da Cthulhu… qualsiasi cosa, ma non farmi parlare con lui, mi sentirei troppo in colpa!

 

Sospirò. Tipico di Marina: sentirsi in colpa solo perché lei continuava a mostrarle la foto scattata di nascosto a Stefano… Che c’era di male a rivolgere i propri pensieri altrove per qualche momento, invece di restare sempre fissa su quel… quel… Non poteva farci niente, Luca non le piaceva neanche un po’.

Appuntandosi mentalmente che Marina le doveva un favore, compose il numero di Luca e si tolse le cuffie.

Uno squillo.

Prigioniera di Cthulhu? L’avrebbe ammazzata in un batter d’occhio!

Due squilli.

Numero di telefono perduto… Sarebbe stato un bene per tutti quanti.

Tre squilli.

- Pronto?

- Buonasera, sono l’addetta al casting del musical di Peter Pan: lei è il signor Fiorello?

- Sì, mi dica.

Laura rise in silenzio del suo tono pomposo.

- Luca, sono Laura.

- Ah… Ciao.

La sua delusione era palpabile anche a chilometri di distanza.

- Piaciuto lo scherzetto?

Sapeva già cos’avrebbe detto: - Ti sembrano scherzi da fare?

- Sinceramente no: ti sembrano scherzi da fare?

Prevedibile.

- Vabbè, quello che volevo chiederti ha sempre a che fare con il musical, però… Che ne pensi di Uncino in concerto?

- Cosa?

- Angelica ha scoperto che stasera il nostro caro Uncino canterà a Roma alle dieci… Ti va di accompagnarci? Vengono anche Ludovico e Daniele.

- Non so -. Luca non sembrava assolutamente convinto. – Non è che mi vada molto: domattina volevo studiare, poi stasera finisco tardi all’accademia…

Accademia di Danza, Canto e Recitazione: probabilmente era quello il motivo per cui Marina lo aveva scelto; Laura non riusciva a trovarne altri.

- Viene anche Marina.

- Ah.

Touché.

- Mi ha pregata di avvertirti lei, non ha più soldi nel telefono. Dice che ti sarebbe molto grata se potessi farci questo favore…

- Va bene, passo a prenderti alle nove. Ciao.

Prevedibile, appunto.

Si rimise le cuffie, ma le canzoni erano andate avanti.

 

Save me from my all life…

 

Uh, questa mi piace un sacco!

Riprese a camminare, ormai vicina a casa, non vedendo l’ora di ascoltare la fantastica voce di Uncino dal vivo.

 

- Uff… Arrivo!

Laura si lanciò in macchina, senza fiato. Non si accorse nemmeno degli altri passeggeri finché non sentì le loro voci.

- Ciao, Laura! – la salutò Ludovico, abbracciandola.

- Ciao, Ludo! Scusate il ritardo, dovevo finire di fare una cosa…

- Che cosa, esattamente? - chiese Daniele, curioso.

- Ehi, tu non dovresti essere con Angelica? -. Laura inarcò le sopracciglia.

- Brava, e come ci arrivo a Roma?

- Bah.

- Dicevi, La? - si intromise Marina, affacciandosi dal sedile anteriore.

Laura fece dondolare davanti ai suoi occhi un CD. – Appena finito di masterizzare, - annunciò. – Uncino!

Le ragazze cominciarono a strepitare, emozionate; Ludovico soffocò una risata, Luca scosse la testa e Daniele sussurrò: - Ma per favore

L’atmosfera che regnava nell’auto sollevò Marina, ancora preoccupata della sua scelta; era più difficile essere in ansia mentre Laura urlava le canzoni del musical, Ludovico seguiva le note inventando la storia di una padella che aveva incontrato una gallina e Daniele riferiva a Luca, che cercava di sentire la sua voce sopra le altre, dei suoi progressi con Angelica.

- … e non le importa nemmeno che sia più piccolo di lei di qualche anno!

- Quanti, per l’esattezza? - si informò Marina, inserendosi nella conversazione.

- Tre, quattro, - rispose il ragazzo scrollando le spalle. – L’altro giorno siamo usciti, ma non è successo niente, anche se ha accettato di rivedermi ancora stas… AHIA!

- Chiedo umilmente scusa! – mentì Laura, allontanando il braccio dalla testa di Daniele. – La canzone mi aveva totalmente presa…

- Tanto da farti tirare gomitate addosso alla gente?

- Sto parlando della canzone di Ludo!

- E il gatto la viiiideeee… - cantava Ludovico. – E lei gli sorriiiseeee…

- Cos’è? - chiese Luca.

- “Trilli e il gatto”, una canzone di Ludovico Freghieri!

- Yeeeeeah! - terminò il ragazzo, tra gli applausi quasi generali: Luca aveva la scusa di reggere il volante.

Dopo altre cinque canzoni arrivarono al locale dove si teneva il concerto e parcheggiarono accanto a una trentina di macchine. Daniele tentò di lanciarsi dall’auto appena Luca spense il motore, ma Laura rimase casualmente incastrata nella sua giacca, costringendolo ad aspettare un altro po’ per riabbracciare Angelica. Fu inutile: la ragazza li aveva visti e agitava la mano nella loro direzione.

- Ciao! - esclamò Marina, raggiungendola. – Come stai?

- Bene, e tu? Ancora nessuna notizia?

- Niente.

Angelica sospirò. – Lo stesso vale per me: non capisco, ormai avrebbero dovuto… Ehi, Daniele! -. Si tuffò ad abbracciare il ragazzo, mentre Laura li osservava contrariata.

Ludovico approfittò del ritardo di Luca, tornato in auto a prendere il portafoglio, per rendere Marina nuovamente nervosa.

- Sei pronta? - le chiese. – E’ arrivato il grande momento!

- Aaaaah, smettila, ti prego! -. Marina si coprì gli occhi per la vergogna.

- Fai male, - commentò il suo gesto Ludovico. – Ti stai perdendo tutto lo spettacolo.

Marina, pensando che si stesse riferendo a Daniele e Angelica, scrutò attraverso le dita, appena in tempo per vedere Stefano, accanto alla ragazza che era con lui ai provini, finire di legarsi i lunghi capelli scuri impartendo ordini ai musicisti. Il suo cuore ebbe un fremito.

- Trovato, mi era caduto sul sedile, - annunciò Luca, emergendo alle spalle della ragazza e facendola sobbalzare. – Tutto bene? Entriamo?

Marina annuì debolmente, attenta ad evitare lo sguardo di Ludovico. Entrò a testa bassa, ringraziando le luci basse del locale che impedivano ai suoi amici – e al suo ragazzo – di notare le sue guance in fiamme, e seguì Luca verso il bar.

- Salve, - salutò il ragazzo nei soliti modi pomposi. – Vorremmo prendere un tavolo.

La barista lo squadrò, scettica. – Mo non ce sta posto, arrangiateve - rispose, allontanandosi per servire un altro cliente.

- Mamma mia, ma dove siamo finiti? - si chiese Luca, guardandosi nervosamente intorno.

Marina faticava a concentrarsi su ciò che stava accadendo in quel momento: nella sua mente riaffiorava l’immagine del cantante, dei suoi capelli ricci e un po’ crespi, all’apparenza indomabili, del modo in cui era riuscito a domarli, a riunirli insieme in un unico gesto… Con lei era il contrario, con un solo gesto riusciva a devastarla…

Arrossì ancora più violentemente, scacciando quel pensiero: l’aveva visto solamente due volte - a parte la foto che gli aveva scattato Laura - ed era impossibile affermare con tutta la certezza del mondo, come stava facendo lei in quel preciso istante, che quell’uomo riuscisse sempre a devastarla.

Ma poi ricordò i suoi occhi e sentì qualcosa di caldo sorgere all’interno del proprio corpo, qualcosa di… di… straordinario.

- Vieni un po’ qua, - esclamò Ludovico, trascinando Laura lontano dagli altri.

Marina fu riportata alla realtà da quello strano movimento e decise di seguirli, intuendo ciò di cui Ludovico volesse parlare con la loro amica.

- Che c’è? – chiese Laura, stringendo le braccia al petto e guardandosi intorno con aria scocciata.

- Pensavo che lo avessi lasciato perdere.

- Non capisco di cosa stai parlando -. Si tradì lanciando uno sguardo a Daniele, che rideva in maniera esagerata ad una battuta di Angelica.

- Lo sai. Perché non riesci a togliertelo dalla testa? Sono mesi che dici di averlo dimenticato, ma continui a guardare quella povera ragazza con aria omicida…

- Oca, - si limitò a commentare Laura, guardando Angelica ridere a sua volta.

- Ma tu l’hai lasciato perdere, ricordi? -. Ludovico agitò le mani davanti al suo volto. – Hai detto che non serviva più a niente continuare ad andargli dietro se lui non ti degnava nemmeno di un’attenzione, se non ti considerava altro che un’amica…

- Oh, va bene, va bene! – esclamò Laura, avviandosi verso il bagno. – Vorrà dire che stavolta lo lascerò perdere davvero, che… che…

La voce le morì in gola mentre oltrepassava la porta. Senza sapere cosa fare, perché non sentiva alcun reale bisogno di andare al bagno in quel momento, osservò allo specchio la propria fronte aggrottata, l’espressione dura, il labbro inferiore arricciato. Gettò un’occhiata critica ai capelli piastrati e all’abbigliamento che aveva curato nei minimi dettagli: la maglietta viola con il simbolo del WWF, i jeans stretti per una volta nella sua vita, le Converse lilla… Perfino il giacchetto nero dimenticato e ritrovato quel pomeriggio nell’armadio era stato scelto per non sfigurare di fronte a Daniele!

Sbuffò, infastidita, pensando che avrebbe dovuto pensare prima che, se Daniele aveva deciso che loro due potevano essere solo amici, non c’erano speranze che avrebbe cambiato idea proprio adesso che aveva conosciuto “la donna della sua vita”.

Oca, si ripeté.

Ma un’oca fortunata.

Uscì dal bagno, cercando di scacciare il broncio dal viso, e andò a sbattere contro qualcuno che proveniva dalla direzione opposta.

- Scusi, – borbottò.

- Fatta male?

E ora perché quello sconosciuto voleva elargirle compassione?

Alzò lo sguardo, pronta a scatenare su di lui – ma sapeva che non l’avrebbe fatto, era fin troppo timida – tutta la sua rabbia, ma si bloccò.

L’aveva già visto.

Non riusciva a visualizzare bene dove, ma gli sembrava una persona familiare, almeno in parte: era certa di non aver mai visto in vita sua quegli occhi.

Quegli occhi.

Si rese conto di essere rimasta senza fiato solo quando il semi-sconosciuto le sorrise e la superò appoggiandole velocemente una mano sulla testa, in segno di saluto. Si sentì una stupida.

Continuando a camminare senza un’apparente meta, a bocca spalancata, notò Marina che le faceva cenno di avvicinarsi a un tavolo che avevano appena occupato. Si sedette tra lei e Ludovico, che presero il suo improvviso silenzio per la frustrazione manifestata poco prima.

Proprio in quel momento Stefano comparve sul palco, con una maglietta senza maniche, nera, che aderiva perfettamente al suo corpo – che Marina trovava perfetto nel modo più assoluto – e mostrava le vene in risalto sui bicipiti.

Il cantante annunciò il gruppo, ma Marina non riuscì a sentire una sola parola di quello che stava dicendo, aspettava solo che cantasse con quella voce unica che possedeva. Dopo qualche minuto di presentazione, Stefano cominciò a intonare Smells like teen spirit.

Marina si riscosse, sorpresa, e si voltò verso Laura.

- Non è Uncino!

- Lo so - , rispose l’amica, per niente stupita. – L’ho appena incontrato. Uncino, intendo.

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Capitolo 3
*** Fa male il pensiero di lui che respira quell’aria bramata da un unico sogno ***


Fa male il pensiero di lui che respira quell’aria bramata da un unico sogno

- Che stai dicendo? -. Marina aggrottò la fronte, rivolgendo uno sguardo confuso a Laura.

- Prima, mentre uscivo dal bagno, sono finita addosso a un tizio…

- Tizio? Ragazzo o uomo?

- Ma che ne so, non ho avuto il tempo di pensarci!

Marina scosse la testa con aria sconfitta, sospirando. – Se non sei neanche capace di riconoscere più o meno l’età di una persona…

- Parla per te, che pensavi che Stefano fosse un ultratrentenne!

La ragazza arrossì e fece cenno a Laura di abbassare la voce per non farsi sentire da Luca; precauzione inutile, dal momento che il ragazzo era intento a sfogliare il menù con un’espressione disgustata.

- Non hanno nemmeno la lista dei vini! - mormorò a Ludovico, che non poteva apparire meno interessato.

- Beh, a proposito di lui, - riprese Laura, – non ha per niente la voce di Uncino!

- E tu dici di aver incontrato quello vero? Il ragazzo con cui ti sei scontrata?

- Yes!

- E come mai sei così sicura che sia lui? -. Marina era scettica: ne aveva sentite fin troppe dall’amica. – Si è messo a cantare?

Laura alzò le spalle. – E’ lui, fidati.

- Di che state parlando? - si inserì Ludovico.

- Laura è convinta che un ragazzo sia Uncino senza averne alcuna prova, - spiegò Marina.

- Ha gli occhi di Uncino, - si limitò a rispondere Laura, e i due amici si scambiarono un’occhiata significativa.

Il gruppo sul palco suonò le prime note di Lithium e Stefano riprese a cantare. Marina lo guardava come sotto l’effetto di un incantesimo, non ci riusciva a staccare gli occhi da lui; non si rese neanche conto del buffo modo in cui era vestito, talmente era concentrata sul suo viso.

- Ma conoscono solo le canzoni più famose? - obiettò Laura.

- Perché, tu ne conosci altre? - la prese in giro Ludovico.

Laura gli mostrò la lingua e il suo amico ricambiò; continuarono a scambiarsi smorfie per un po’, fino a che lo sguardo della ragazza non cadde su Daniele e Angelica, seduti a un tavolo poco lontano dal loro, e il suo sorriso si spense.

- Mi chiedo perché sia venuto con noi se poi deve esiliarsi con quella cretina, - commentò, alzandosi nell’esatto momento in cui Luca stava dicendo: - E’ un bravo cantante, ma è così evidente che non abbia studiato in una scuola specializzata come quella che frequento io.

- Vengo con te, - ne approfittò Ludovico. – Dovunque tu stia andando, - aggiunse a bassa voce.

- Ci vediamo dopo - li salutò Marina, senza staccare gli occhi dal palco.

- Ma guarda, non ha voluto seguirci - commentò divertita Laura.

Scivolarono tra i numerosi clienti del locale che non erano riusciti a trovare un tavolo libero e uscirono all’esterno. Faceva freddo e si strinsero per cercare di scaldarsi un po’.

- Quel Luca è… è… talmente borioso!

- Come hai imparato quella parola? - scherzò Ludovico.

- L’antipatia che provo per lui mi fa imparare parole nuove! Mamma mia, non lo sopporto proprio per niente! Ma chi si crede di essere? Non è veramente così, finge solo di essere un altro per piacere a chi si trova davanti, ma io l’ho capito, lo conosco bene… Borioso! Falso!

Ludovico le lanciò uno sguardo sospettoso.

- Stai parlando di Luca o di Daniele?

Laura arrossì. – Di Luca, è ovvio!

- Sul serio? -. Il suo amico si diresse di nuovo verso l’entrata del locale. – Non mi sembra che Luca cerchi di essere un altro per piacere a chi gli sta intorno… Se fosse davvero così, non oso immaginare quale sia il suo vero carattere!

- Dove vai?

- Fa freddo, e mi diverte vedere la faccia di Marina completamente ammaliata da… “Uncino”. Ammaliata, ecco un’altra parola.

Sbuffando, Laura decise di fare una passeggiata per calmarsi: fu una pessima idea, perché, al terzo giro intorno all’edificio, vide Daniele appartarsi in un angolo con Angelica, i loro volti troppo vicini nella penombre per capire dove finisse uno e iniziasse l’altro. Sentì le lacrime salirle agli occhi e si sedette sui gradini dell’entrata secondaria.

Ludovico aveva ragione: lei aveva deciso di lasciar perdere Daniele, una volta appurato di non avere alcuna possibilità di tornare con lui, ma dire qualcosa era centinaia di volte più semplice che farlo realmente. Nascose il volto tra le braccia, stringendosi le ginocchia al petto, e sperò con tutta se stessa che in quel momento nessuno la vedesse.

A quanto sembrava, era la sua serata sfortunata: la porta si aprì e qualcuno la urtò.

- Mi scu… - borbottò Laura.

- Sempre fra i piedi, eh? - la interruppe una voce che aveva già sentito.

Laura alzò la testa e si rese conto che, di fronte a lei, si trovava la stessa persona con cui si era scontrata vicino ai bagni.

- Già - rispose distogliendo lo sguardo dal vero Uncino: non voleva farsi vedere in quello stato, anche se le era molto difficile evitare di guardare quel volto.

Un volto che le si parò nuovamente davanti nonostante i suoi sforzi.

- Spero di non essere stato io a farti piangere, - disse il ragazzo, abbozzando un sorriso.

- No, macchè…

Doveva trattarsi di Uncino senza alcun dubbio: gli occhi azzurri, i corti capelli castani arruffati e quel sorriso che sembrava quasi un ghigno… Sì, doveva essere lui: era decisamente la perfetta immagine del cattivo delle favole.

Uncino si inginocchiò accanto a lei.

- Ragazza, perché piangi?

Laura rise. – Questa è più una frase da Wendy… - si lasciò scappare, senza rendersi conto che il ragazzo, nel caso non fosse stato veramente Uncino, non avrebbe mai capito la sua allusione; e poi perché diamine doveva essere proprio Uncino?

Tuttavia il ragazzo rise a sua volta.

– Devo rientrare, - annunciò, alzandosi e arruffandole affettuosamente i capelli con la mano. – Ma mi farebbe piacere che ci fossi anche tu.

Laura lo guardò con aria interrogativa, ma Uncino era già tornato nel locale. Si alzò anche lei, tolse un po’ di terra dai jeans e, attraverso l’entrata principale, tornò al suo tavolo; quello di Daniele e Angelica era vuoto, ma lei non se accorse nemmeno.

- Dove sei stata? - le chiese Ludovico, ma lei indicò il palco, su cui, in quell’esatto istante, stava salendo il presunto Uncino con un microfono in mano.

- E’ il ragazzo che vi dicevo, - spiegò.

- E ora, - annunciò Stefano, – voglio pubblicizzare un progetto in cui io e questo pazzo del mio amico Gabriele…

- Ciao a tutti!

- … ci siamo imbarcati: un musical amatoriale su Peter Pan! Gli interpreti non sono ancora stati definiti, tranne che per i ruoli principali: Peter… - si indicò. - … e il suo acerrimo nemico, il Capitan Uncino.

- Che sarei io, - concluse Gabriele, ammiccando verso il pubblico.

Laura si voltò verso Marina e Ludovico. – Visto?

Nello stesso momento cercò di memorizzare quel nome: Gabriele.

 

- E’ stata una serata magnifica! - esclamò Daniele, uscendo dal locale.

- Per il concerto, immagino, - commentò sarcastica Laura.

Il ragazzo finse di non averla sentita e prese da parte Angelica per poterla salutare “a modo suo”.

- Ti sei divertita, Marina? - chiese Ludovico.

- Magnifica, davvero, - rispose Marina arrossendo; si guardò intorno per cercare tracce della presenza di Stefano, ma non lo vedeva da nessuna parte.

- Daniele, per favore, fa’ presto, sono stanco! - urlò Luca.

Il suo amico alzò il pollice per comunicargli che ci avrebbe messo poco.

- Ah, meno male che ci pensi tu a dirglielo, - disse Laura. – Ho sonno - aggiunse poi con uno sbadiglio, incontrando lo sguardo di Ludovico.

- In macchina dormirai quanto vorrai, ma ora devi raccontarci qualcosa, - le ricordò Marina. – Che è successo quando sei rimasta fuori dal locale?

- Niente di che - mentì Laura, alzando le spalle. – Ho fatto un giro, poi sono tornata…

- Bugiarda, - l’apostrofò Ludovico. – Luca ti ha vista in dolce compagnia…

Laura lanciò uno sguardo poco amichevole al ragazzo, ma Luca finse di controllare il suo orologio.

- Non è giusto continuare a trattare male Daniele quando l’hai rimpiazzato, - continuò Ludovico. – Allora, chi è lo sfortunato?

In quel momento Gabriele passò loro davanti con il suo gruppo di amici, tra cui Stefano, e levò la mano in segno di saluto a Laura, che rispose timidamente; i suoi occhi azzurri brillarono per un attimo, poi si voltò e seguì gli altri. Nonostante l’improvvisa apparizione del cantante, Marina notò il gesto di Gabriele.

- Lui?

Laura alzò nuovamente le spalle.

- Stavamo parlando, che sarà mai…

- Ma ti rendi conto? Con quello non “ci si parla, che sarà mai”!

Ludovico annuì. - Deve averti scambiata per un’altra - rifletté.

 

- Ciao, - si salutarono in coro Laura e Marina.

Si accasciarono sulle sedie dell’aula e sospirarono entrambe.

- Luca? - chiese Laura, cercando da distogliersi dai propri pensieri.

La sua amica gemette. - Bene, - mentì.

- Non ha obiezioni sul tuo nuovo amante?

- Piantala!

- E perché? Ho appena iniziato, – rise Laura, incrociando le braccia dietro la testa.

- Perché non mi va che sfoghi su di me la tua frustrazione per Daniele!

L’espressione divertita svanì dal volto di Laura. - Che mi importa di lui… - borbottò infastidita.

- Parlare cinque minuti con Uncino ti ha fatto dimenticare l’amore della tua vita?

- Non è l’amore della mia vita! Va bene, mi piace… Un po’… Poco, pochino…

- Tanto.

- Ma non ho mai detto di amarlo, e nemmeno di amare quel tizio, quindi il discorso finisce qua!

- Come vuoi… - sospirò Marina, sperando che la sua amica fosse abbastanza arrabbiata e imbarazzata per lanciarle altre frecciatine su Stefano.

Stefano… In quei giorni non aveva fatto che pensare a lui, altro che rivederlo per rendersi conto di averlo solo idealizzato! Non aveva mai incontrato una persona così simile all’uomo delle sue fantasie. No, stava esagerando, il punto era che… Basta, non poteva arrivare anche a sognarlo la notte, lei amava Luca! E poi Stefano non era così bello, le sarebbe bastato non vederlo per un po’ come aveva fatto prima del concerto… Certo, per ritrovarselo improvvisamente davanti e cominciare a vedere tutto sfocato!

Il cellulare suonò, attirando l’attenzione degli studenti presenti.

- Per fortuna il professore non è ancora arrivato, - commentò Laura.

Dato che Marina tardava a replicare, si voltò verso di lei e scoprì un’espressione triste dipinta sul suo viso.

- Cosa succede? - chiese preoccupata.

Per tutta risposta, Marina le porse il cellulare.

 

Da: Angelica

 

Aaaaah! Mi hanno presa, mi hanno presa! Sono felicissima! Sabato sera usciamo a prenderci qualcosa per festeggiare? Se non potete venire a Roma vi raggiungo io, Daniele potrebbe ospitarmi per la notte… Oddio, sono così emozionata!

 

La frase su Daniele scivolò indisturbata fuori dalla mente di Laura, troppo occupata a pensare al resto del messaggio.

- A quanto pare, non dovrò preoccuparmi di rivedere Stefano, - si limitò a dire Marina.

Laura le tirò un braccio. - Dai, saltiamo la lezione, - propose.

Marina annuì svogliatamente e la seguì fuori dall’aula, preparandosi alla raffica di insulti che, sapeva, Laura stava fabbricando in silenzio per cercare di sollevarle il morale.

- Che ti avevo detto io? E’ una cretina! - strillò infatti non appena ebbero messo piede fuori dalla porta, incurante, per una volta, degli sguardi lanciati dalle persone che le passavano accanto. – Ti sembra normale scrivere una cosa del genere? Voglio dire, già è abbastanza brutto, poi così, all’improvviso, suona il telefono e… BAM: è quella grandissima idiota che manda messaggi a tutta la rubrica per far sapere al mondo intero che farà Wendy! Me la immagino, starà saltellando per la stanza starnazzando: “Guardatemi, sono la bellissima Wendy, nessuno è meglio di me!” Sai che ti dico? Io l’ho sempre odiata, Wendy… Troppo oca. Ehi, a pensarci bene lei è perfetta: una grande, grossissima oca senza speranze! Molto meglio Trilli, direi. Potevi presentarti per lei.

- Fatica sprecata, - sospirò Marina, sedendosi nel chiosco medievale dell’università. – Tra i primi iscritti alle audizioni c’era una ragazza già famosa, avrei avuto ancora meno speranze…

- Ma anche loro, quelli del musical, non ci capiscono proprio niente! Perché scegliere lei? Avevi fatto un’ottima audizione, no? Hai detto che l’addetta al casting si era anche complimentata con te!

- Quello non c’entra niente! Cosa doveva dirmi? “Hai fatto pena, vedi di non farti più vedere in giro”? Ah, sta suonando di nuovo: questo dev’essere Luca che vuole consolarmi, avrà ricevuto anche lui il messaggio… -. Tirò fuori dalla tasca il cellulare e controllò il numero. – Non lo conosco… Pronto?

- Marina? – rispose una familiare voce allegra.

- Sono io. Chi è?

- Ciao, sono Alessandro. Ti ricordi di me?

Marina si massaggiò la fronte, cercando di farsi venire in mente dove avesse già sentito quella voce, ma la delusione che le aggrovigliava lo stomaco non le permetteva di riflettere bene.

- Ehm… No, - ammise infine.

- Alessandro, il ragazzo presente ai provini di Peter Pan!

Marina sussultò, ma si disse subito di non illudersi, perché probabilmente Alessandro la stava contattando solo per dirle che era stava scartata.

- Sì, scusa, adesso ricordo!

- Mi dispiace, ma l’audizione per Wendy non è andata bene, hanno preso un’altra cantante.

Nonostante sapesse già l’esito del suo provino, sentirselo comunicare da un addetto le fece molto più male che saperlo da Angelica che, per quanto ne sapeva, poteva anche avere cercato di farle uno scherzo di pessimo gusto.

- Capisco, non importa. Ora scusami, ma devo tornare…

Era ansiosa di chiudere al più presto la conversazione, ma Alessandro la interruppe.

- Aspetta un momento, non ti ho chiamata solo per questo. Il punto è che la ragazza che doveva fare Trilli… Beh, ha ricevuto un ingaggio migliore: un musical amatoriale non le avrebbe dato molto a confronto; devo dire che non è stata neanche molto carina a farcelo notare. Ad ogni modo, si è presentata veramente poca gente per quel ruolo, forse perché avevano saputo che ci sarebbe stata lei; nessuna audizione, purtroppo, è stata abbastanza soddisfacente. Per questo qualcuno ha suggerito che avremmo potuto sentire un’altra volta, ma per Trilli, la persona che abbiamo dovuto scartare all’ultimo momento per il ruolo di Wendy. Che dici, ti va di tornare qui venerdì mattina?

Marina strabuzzò gli occhi, sorpresa: non era sicura di credere a quell’incredibile colpo di fortuna. Laura, dal canto suo, stava aspettando avidamente di sapere quale fosse l’argomento della conversazione.

- Io… Ma certo, mi farebbe piacere! - esclamò Marina, entusiasta.

- Bene, passa verso le dieci allora.

- Un momento, scusa! Posso sapere chi ha fatto il mio nome?

Sentì il cuore martellarle nel petto.

- Ah, è stato uno degli interpreti, era qui quel giorno. Stefano, te lo ricordi?

 

- Aaaah!

- Aaaah!

Nonostante si sentissero decisamente infantili, Marina e Laura non potevano evitare di squittire emozionate ogni volta che si presentava l’occasione, ancora incredule della fortuna che era capitata ad una di loro. In quel momento stavano approfittando del poco tempo che serviva a Luca per parcheggiare: il ragazzo, a differenza di Marina, non era stato preso. Quel pomeriggio, però, lei avrebbe annunciato la meravigliosa, stupenda, fantastica notizia ai suoi amici e neanche il pensiero di poter ferire Luca la turbava al momento.

- Oooh, muoio dalla voglia di vedere la faccia che farà Daniele! - esclamò Laura, dirigendosi verso la porta della villa di Ludovico, il luogo in cui giocavano di ruolo ogni martedì. – “Marina, mi dispiace così tanto: Angelica mi ha detto che…” e a quel punto interverrò io! Ah!

- Dici che non gli importerà niente, troppo impegnato a pensare a quell’oca-Wendy? - chiese la sua amica, che da quando aveva ricevuto il messaggio di Angelica aveva cominciato a condividere l’opinione che Laura aveva sulla ragazza.

- No, ti vuole bene. Sarà sinceramente dispiaciuto, ma non si aspetterà certo che… Eccoli!

- Ciao, ragazze! - salutò Ludovico.

- Marina, - esordì immediatamente Daniele, allargando le braccia per consolare l’amica. – Mi dispiace così tanto: Angelica mi ha detto che…

- Marina è stata presa per il ruolo di Trilli - annunciò Laura, abbracciando un confuso Daniele e lasciandolo andare quasi subito per affacciarsi alla stanza alla sua destra, mentre Marina le rivolgeva uno sguardo incredulo per l’esattezza del suo pronostico. – Che c’è in cucina?

Ludovico e Daniele guardavano Marina, sorpresi.

- Che cosa? - esclamò infine il padrone di casa.

La ragazza sorrise, entusiasta, e corse a stringere i suoi amici.

- E’ vero! Mi ha chiamato Alessandro… Il tuo amico - aggiunse sarcastica guardando Daniele. – A quanto pare la cantante che era stata scelta per Trilli ha deciso di tirarsi indietro per altri impegni e Ste… qualcuno ha fatto il mio nome, dato che la mia audizione non era andata per niente male. A essere sinceri, però, vogliono vedermi un’altra volta prima di decidere…

- Qualcuno, eh? -. Ludovico alzò un sopracciglio, sospettoso, ma non disse altro perché in quel momento entrò Luca.

- Ciao a tutti - mugugnò e i presenti non dovettero nemmeno chiedere come fosse andato il suo provino.

- Beh, iniziamo? - domandò Laura, tornando nel salotto con metà biscotto in una mano e una busta aperta nell’altra.

- Potevi aspettare che ve li offrissi! - protestò Ludovico.

- Erano sul tavolo, stavano soffrendo, volevano affetto! - si giustificò la ragazza, stringendosi nelle spalle.

- A che punto eravamo arrivati? - domandò Daniele, sedendosi al tavolo da gioco e stringendo di nascosto la mano a Marina per complimentarsi senza ferire i sentimenti di Luca.

- Avevate appena incontrato un Abitatore del Profondo - spiegò Ludovico, il Game Master, mentre distribuiva le schede dei personaggi ai rispettivi interpreti. – Marina, o meglio Lilyan, era stata presa…

- Già, è sempre Marina ad essere presa! - rise Laura. Daniele le tirò un calciò sotto al tavolo, facendola tacere non appena lei notò l’espressione delusa di Luca.

- Dovreste inseguire il mostro per salvarla, - riprese Ludovico.

- Altre alternative?

- Ehi! - si indignò Marina.

- Beh, potreste lasciarla con lui, - rispose Ludovico. - ma nel frattempo che fareste? Dovete uccidere l’Abitatore in ogni caso.

- Michael ed Ellen cercano un posticino tranquillo dove appartarsi - propose Daniele, indicando se stesso e poi Laura.

- Uh, mi piace! - approvò lei, spingendo la propria sedia verso l’amico. – Tanto a Lilyan ci pensa Alexander, no?

Tutti guardarono Luca in attesa di una risposta; il ragazzo rimase in silenzio per una decina di secondi, poi sospirò e dichiarò svogliatamente: - No, non per forza.

- Cosa? -. Marina lo guardò confusa.

- Perché dovrebbe sempre correre a salvarla? - continuò Luca. – Non riesce mai a cavarsela da sé?

- Vorrei farti presente che sarebbe la prima volta che sia Alexander a salvare lei e non il contrario – puntualizzò Laura.

- Ellen, a cuccia! - ordinò Daniele, agitando in aria un’invisibile barretta di cioccolato per cercare di allentare la tensione: aveva intuito cosa avesse Luca.

- In ogni caso non capisco perché debba salvarla a tutti i cosi. Può farcela da sola, no?

- Perché Alexander è innamorato di lei, razza di… - si alterò Laura, entrando completamente nel personaggio.

- E questo significa che deve fare qualsiasi cosa insieme a lei? - la interruppe Luca, furioso. – Non mi pare che due innamorati facciano obbligatoriamente la stessa cosa!

- No, ma se…

- La, vuoi tacere? - la sgridò Ludovico. – Non parlare di cose di cui non sai…

- Oh, ma io so! Perlomeno, so abbastanza da poter dire che non dovrebbe arrabbiarsi se Marina è più brava di lui!

Il silenzio scese nella stanza. Marina fissava sbalordita Luca, che evitava ostinatamente il suo sguardo; alla fine lo afferrò per un braccio, costringendolo a seguirla in giardino.

- Ho fatto un provino diverso - mormorò la ragazza, quando pensò di essere abbastanza lontana da occhi indiscreti.

- Lo so.

- Mi dispiace che non ti abbiano preso, ma…

- … ma riversare queste cose in uno stupido gioco di ruolo non va bene, vero? - sbottò Luca.

- Non c’entra niente! Come… come puoi arrabbiarti per una cosa del genere?

- Sono una persona sensibile.

- Ma smettila! Dovresti essere felice per me, o almeno fingere.

- Vuoi sapere perché non sono felice per te, eh? Beh, si dia il caso che io stia frequentando con assiduità un’importante accademia di canto e recitazione, quindi mi pare normale rimanere malissimo quando io vengo scartato, mentre una… dilettante senza futuro come te ottiene una parte!

In quel momento Marina si rese conto che l’ossessione per Stefano non avrebbe interrotto la sua relazione con Luca, ma che era effettivamente arrivata quando questa era vicina alla fine.

- Sai, - disse con calma, scrutandolo dalla testa ai piedi, - se una “dilettante senza futuro” come me riesce dove tu non sei riuscito, dovresti farti qualche domanda. Altro che accademia! -. E lo lasciò lì, nel giardino, senza aggiungere altro.

Laura, Ludovico e Daniele, che si erano nascosti sul balcone per non perdersi la scena, rimasero in silenzio a guardare il cielo azzurro fino a che Marina non fu tornata in casa ed ebbe sbattuto con forza la porta del bagno.

Alla fine Daniele parlò.

- Ad Angelica potrebbero piacere i giochi di ruolo? – chiese con noncuranza.

- E piantala di parlare di lei! Piuttosto, dovrò decidermi a prendere la patente: ora come ci torno a casa?

- Qualcuno vuole dei pop corn? - propose Ludovico.

Daniele si voltò verso la cucina, annuendo. - Buona idea.

- Per festeggiare, - aggiunse Laura.

I due amici si scambiarono un’occhiata esasperata e scossero la testa.

- In realtà, - precisò Ludovico, – io volevo farli per consolare Marina… Ma diciamo che potrebbero andar bene per entrambe le cose.

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Capitolo 4
*** Dolce straniero, portami via ***


Dolce straniero, portami via

- Ragazzi!

- Io torno a casa, - dichiarò Laura, voltandosi per uscire dal locale non appena ebbe avvistato Angelica.

- Aspetta -. Marina le afferrò un braccio costringendola a fermarsi. – Non ricordi? Dobbiamo farla morire d’invidia: ora ho anch’io una parte!

- Ah, già… Vabbè, cercherò di sopportarla se poi avrò l’immensa soddisfazione di vedere la sua facciaccia delusa, - sospirò Laura,  sorridendo controvoglia in direzione di Angelica.

Daniele le passò accanto scoccandole uno sguardo glaciale.

Ops, pensò Laura: doveva averla sentita. Sospirò di nuovo e si avvicinò con Marina e Ludovico al tavolo di Angelica, che continuava a muovere il braccio per mostrare dove fosse seduta nonostante loro se ne fossero accorti da un pezzo.

- Come state? - squittì Angelica, baciando leggermente Daniele sulle labbra. – Avevo una tale voglia di vedervi…

- Dio, se ne va uno e ne arriva un’altra, - sussurrò infastidita Laura a Ludovico, che alzò un sopracciglio contrariato.

- Sai, tesoro, - esordì Daniele, prendendo le mani di Angelica. – Anche Marina ha ottenuto una parte nel musical: sarà Trilli!

La ragazza sgranò gli occhi, sorpresa. – Veramente?

Marina annuì. – Mi hanno chiamato poco dopo che mi avevi mandato il messaggio. L’interprete di Trilli ha deciso di tirarsi indietro per altri impegni lavorativi e visto che alle selezioni di Wendy ho perso di pochissimo… Mi hanno chiesto se fossi disposta a fare un’altra audizione.

- Ma è stupendo! Anche se, effettivamente, devi ancora fare l’audizione…

- Beh, sì, però…

- E Luca come l’ha presa? Come mai non è venuto?

- Luca… Io e lui non stiamo più insieme, - si limitò a rispondere Marina, presa in contropiede.

- Oh, mi dispiace così tanto… E come mai?

- Diciamo che non andavamo più molto d’accordo. Succede a tantissime coppie.

- Per fortuna io e Daniele siamo ancora agli inizi e va tutto alla perfezione! Non è vero, amore? - concluse Angelica, abbracciando il ragazzo e lasciandogli l’impronta del rossetto sulla guancia.

Ludovico guardò le sue amiche ed ebbe la curiosa impressione che del fumo uscisse dalle narici di entrambe.

 

- Devo andare al bagno - annunciò Laura dopo che Angelica ebbe arruffato affettuosamente i capelli di Daniele per la terza volta.

- Ehi, prima che me ne dimentichi, - esclamò Daniele, – va bene a tutti che Angelica prenda il posto di Luca nel gioco di ruolo?

Laura si immobilizzò a metà strada.

- Oh, ma io non sono molto brava, - farfugliò timidamente Angelica. – E poi fra poco avrò le prove del musical…

- Anch’io, - precisò Marina, fulminandola con lo sguardo.

- Beh, ma per te ancora non è sicuro, - le fece notare l’altra. – Però potrei pensarci, amore. E’ una bella idea.

- Ehm… Vado al bagno anch’io, – annunciò Ludovico, notando l’espressione cupa sul volto di Laura. La raggiunse rapidamente, seguendola fuori dal locale. – Ehi…

- La odio! - sbottò lei. – Ma come si permette? Per te non è ancora sicuro… Quello che non è sicuro è come faccia a vivere senza cervello! Sarà come quella gallina, quel gallo o quello che cavolo era… Quella roba che ha continuato a vivere anche con la testa mozzata!

- Così da oca è diventata gallina… Lo si può considerare un passaggio di grado?

- Aaargh! -. Tirò un calcio al palo della luce con tanta forza da farlo oscillare.

- La vuoi smettere?

- NO! Io la detesto, non posso vederla, non… Sta prendendo il posto di tutti!

- Ok, analizziamo la situazione. Quali “tutti” intendi?

Laura camminava avanti e indietro, scuotendo con forza le braccia per sfogare la rabbia.

- Ha cominciato con Daniele! Amore, tesoro… Ma la senti? Mi fa venire il voltastomaco! Poi ha preso il posto di Marina e, ora che lei è felice per la seconda opportunità che ha avuto, cerca di demolire ogni sua speranza! E adesso? Adesso anche il posto di Luca prende! Voglio proprio vedere cosa farà con te…

- Non credevo che Luca ti piacesse, - le fece notare Ludovico.

- No, infatti, sono felice che se ne sia andato, era solo per enfatizzare…

- E Daniele? - la interruppe.

- Daniele cosa?

- Precisamente cosa vorresti dire con “sta prendendo il posto di tutti”?

- Beh, per quando riguarda Marina Wendy, per Luca il gioco di ruolo…

- … e per Daniele te?

Laura si fermò di colpo.

- Credi davvero che abbia preso il tuo posto? - continuò Ludovico. – Io credo invece che tu non abbia mai avuto quel posto.

- Piantala - gli ordinò Laura mentre gli occhi cominciavano a inumidirsi.

- Daniele ti ha già rifiutata, lo devi accettare. Avete avuto una breve storia, va bene, ma poi… Com’è che ha detto? “La fiamma si è spenta”.

- Per lui, forse.

- E questo non basta?

Laura tirò su col naso e incrociò le braccia al petto. – Siamo stati bene insieme.

- Ne sei sicura?

Sentirsi addosso lo sguardo di Ludovico le faceva male; si voltò, dandogli le spalle per nascondere le lacrime.

Maledizione, non doveva andare così.

Aveva perso la testa per Daniele un anno prima e, sebbene il mese che avevano trascorso insieme non fosse stato tutto rose e fiori, era convinta che avessero solamente cominciato con il piede sbagliato, che avrebbero potuto riprovarci un’altra volta… ma l’arrivo di Angelica aveva distrutto ogni possibilità.

- Cosa ci trova in quella… - borbottò.

Ludovico le passò un braccio intorno alla spalla e la costrinse a girarsi.

- Ci trova una ragazza con cui divertirsi, - spiegò.

- E perché non posso essere io? Cos’ho in meno di lei? – singhiozzò Laura, affondando il viso nel suo petto.

- Beh, sei infantile, capricciosa, testarda, a volte sembri un camionista… Il punto è che potresti avere mille cose più di lei, che certo non è la ragazza più simpatica che abbia conosciuto, ma lui non vorrebbe che ci fossi tu al suo posto.

- Grazie, sei davvero d’aiuto…

- Può giocare con lei, divertirsi per un po’ e poi lasciarla, ma non potrebbe fare lo stesso con te e restare comunque tuo amico: ci tiene troppo per rischiare di nuovo.

Laura spalancò gli occhi e strinse con forza la felpa grigia di Ludovico. Ricordò le parole di Daniele quando l’aveva lasciata: “Ti prego, non facciamolo di nuovo. Non voglio rovinare tutto”. In quel momento si era chiesta quale fosse il “tutto” che avrebbero rischiato di rovinare: il gruppo? Il gioco di ruolo? L’amicizia? Aveva sbuffato, arrabbiata, ma ora capiva cosa aveva voluto dire; senza rendersene realmente conto, l’aveva capito quando, solo un’ora prima, lui le aveva scoccato quello sguardo ostile. Non voleva che la guardasse in quel modo. Il prezzo di ciò era rinunciare a lui per mantenere un’amicizia? Va bene, se doveva andare così l’avrebbe fatto; avrebbe fatto qualunque cosa pur di averlo semplicemente accanto.

Alzò la testa e si allontanò da Ludovico, sfregandosi con forza gli occhi con il dorso della mano. Il suo amico sorrise e le diede una leggere spinta per spronarla a tornare dagli altri.

- Grazie, - mormorò Laura, appoggiandosi alla sua spalla.

- Di niente. E poi sii sincera: avresti sopportato di essere chiamata tesoro?

Laura scoppiò a ridere, ma fu interrotta dalla vista di Marina che correva senza fiato verso di loro.

- Scusami, ti abbiamo lasciato sola con loro!

Marina aggrottò la fronte. – Chi? Ah, Daniele e l’oca-Wendy! No, c’è altro che… dovete venire assolutamente con me!

- Andate, a me adesso scappa veramente! - esclamò Ludovico allontanandosi verso il bagno.

- Che succede? – chiese Laura, accorgendosi dello sguardo ardente di Marina.

- Stefano, - rispose la sua amica. – E’ qui.

 

- Beh, in altre parole non ti fai più scrupoli ora che con Luca è finita!

- Scherzi? Perché dovrei farmeli?

- Meglio così. Non spingere, voglio vedere anch’io!

Laura e Marina si erano nascoste dietro un cespuglio per poter osservare di nascosto i clienti del pub seduti ai tavoli all’esterno. Marina aveva giurato alla sua amica di avere visto il ragazzo che le ossessionava la mente da settimane, Stefano, seduto in compagnia di Alessandro. E infatti erano lì, immersi in una fitta conversazione su chissà quale argomento.

- Se solo riuscissi a spostare queste foglie: mi coprono la visuale, non riesco a vedere bene…

- Che altro vuoi vedere? Dai, hai soddisfatto abbastanza il tuo desiderio…

- No, non ancora! Ti prego, guardiamolo un altro po’, è talmente… talmente…

- Chi sarebbe “talmente talmente”?

Le due ragazze sussultarono.

Conosco questa voce, pensò Laura.

Marina si voltò lentamente per vedere chi fosse la persona che le aveva scoperte in una situazione tanto ridicola e rimase a bocca aperta.

- Chi…? - cominciò Laura, ma anche lei perse l’uso della parola non appena vide chi le stava osservando: “Uncino” era lì, in piedi dietro di loro, e le scrutava con divertito interesse.

 

- Ehm… ci siete?

Le due ragazze si scambiarono uno sguardo che implorava aiuto prima di rispondere.

- Sì… Sì, credo di esserci - mormorò infine Laura fissandosi i piedi, completamente rossa in volto come la sua amica.

- Ehi, ma guarda un po’ chi si rivede! - esclamò Gabriele, osservandola meglio. – Peter Pan!

Sentendosi chiamare così, Laura alzò la testa e aggrottò la fronte, confusa. – Che?

- Non eri tu la ragazza seduta sui gradini del locale l’altra volta? Quella con cui ho parlato prima di salire sul palco?

Laura apprezzò moltissimo che avesse evitato di dire: “Quella che stava piangendo come una fontana”. – Sì…

- Beh, hai visto che non ero Wendy? - rise Gabriele. – “Questa è più una frase da Wendy”… Mi hanno fatto fare Capitan Uncino, però se vuoi puoi provare a chiedere di cambiarmi ruolo!

- Ah, no… Va bene così.

Ma che diavolo stai dicendo, cretina?

Il ragazzo si voltò verso Marina, che stava cercando di tenersi il più possibile nell’ombra aspettando il momento migliore per scappare via.

- Ciao, - la salutò tendendole il braccio. – Io sono Gabriele, piacere.

Marina gli strinse la mano, titubante. – P-piacere.

- Anche tu mi sembri un viso conosciuto, - notò Gabriele, socchiudendo gli occhi. – Per caso potrei averti visto ai provini?

- Sì, per Wendy…

- Uh, allora sei tu che mi hai rubato la parte! Cosa stavate guardando?

Le due ragazze, che avevano ormai abbassato la guardia, si lanciarono immediatamente davanti al cespuglio, ma Gabriele riuscì a guardare lo stesso affacciandosi sopra le foglie. Un sorriso divertito gli attraversò il volto.

- Ti prego, non dirglielo! - esclamò Marina, senza riuscire a trattenersi.

- Va bene, - rispose il ragazzo. – Tornate dentro?

Laura e Marina annuirono, incapaci di fare altro, e si diressero dietro di lui verso l’entrata del locale. All’improvviso, però, Gabriele urlò.

- Ehi, ragazzi! Voglio presentarvi due persone! -. Si voltò con aria innocente verso le ragazze, che lo fissavano a bocca aperta. – Che c’è? Non avete mica specificato a chi non dovessi dirlo!

Non poterono fare altro che seguirlo, pur tremando dalla testa ai piedi; arrivarono fino al tavolo a cui erano seduti Stefano e Alessandro, poi indietreggiarono nascondendosi dietro Gabriele.

- Su, non siate timide! - esclamò il ragazzo, sospingendole avanti a sé.

- Di chi…? Oh -. Stefano scrutò il viso di Marina, che cercava, senza successo, di non arrossire dall’imbarazzo. – Ma tu sei Trilli.

Perché qui usano tutti nomignoli?, si chiese Laura. Finirò a contendermi il soprannome di Peter con questo qui!

- Mi avevi detto che avevi partecipato per Wendy… Mi hai mentito, marrana! - si finse offeso Gabriele.

- Ha partecipato per Wendy, - spiegò Stefano, stringendo con forza la mano della ragazza, che si sentì avvampare ancora di più. – Non è stata presa, ma ho chiesto ad Alessandro di contattarla per chiederle se volesse provare per Trilli.

- Mi ricordo di te, - disse Alessandro, stringendole anche lui la mano. – E lei è…?

Gabriele intercettò il suo sguardo e mise una mano sulla spalla di Laura, che si sentì ancora più bassa del solito a quella vicinanza. – Lei è Peter Pan!

Lo sapevo, sospirò mentalmente la ragazza.

- Pensavo che Peter fosse Stefano! – rise Alessandro.

- Ma lei non è la vera Peter…

- E perché la chiami così?

Gabriele abbassò lo sguardo su Laura, che cercava di comunicargli telepaticamente: “Non dire che piangevo!”.

- Aveva perso la sua ombra, - rispose infine il ragazzo. – In realtà lei si chiama… A proposito, com’è che ti chiami?

- Laura, - rispose lei mentre Alessandro scoppiava a ridere.

- Laura, - ripeté Gabriele. – Che nome banale.

- Senti chi parla, - borbottò la ragazza prima di riuscire a trattenersi.

Gabriele sorrise di nuovo. – Perché non vi sedete con noi?

- Veramente… Saremmo con altre persone, - si scusò Marina.

- Potete chiamare anche loro.

La prima immagine che venne in mente a Marina fu Angelica che si lanciava tra le braccia di Stefano con un’espressione da finta ingenua. – Non importa, sono in tanti, li raggiungeremo dopo.

 

Restarono con il gruppo di Gabriele per un po’, perlopiù ascoltando i discorsi tra i tre amici senza pronunciare parola; ogni tanto le due ragazze si lanciavano uno sguardo complice, ma non osavano dire niente riguardo la situazione.

- Ti dispiace interpretare Trilli? - chiese improvvisamente Stefano a Marina; Laura finse di ascoltare Gabriele e Alessandro che ricordavano divertenti aneddoti risalenti al liceo.

- Eh? No, è un piacere avere questa opportunità, – rispose Marina, fissandosi le mani.

- Come mai non hai provato per lei?

- Non mi sentivo adatta, Wendy sembrava più simile a me.

Stefano bevve un sorso di birra prima di replicare. – Gabriele ora ti domanderebbe se vuol dire che vai spesso in giro in camicia da notte -. Storse le labbra in quello che doveva essere un sorriso.

In quel momento Alessandro fece cadere la sua birra e la loro attenzione fu attirata dal rumore del vetro in pezzi; quando si voltarono di nuovo – mentre Alessandro, evidentemente ubriaco, chiedeva scusa a tutti coloro che erano seduti ai tavoli vicini – Marina si trovò faccia a faccia con lui: l’emozione che provò nel guardarlo negli occhi per la seconda volta le fece palpitare rumorosamente il cuore. Non era come contemplare la fotografia che Laura aveva fatto al ragazzo di nascosto, questa volta le sue iridi castane pulsavano di vivo, di reale. I capelli non restavano fermi, incollati alla pellicola, ma si lasciavano spostare leggermente dal soffio del vento. Non era affatto come guardare una fotografia… E in quel momento si rese conto che, a differenza di una fotografia, lui poteva osservare le sue reazioni.

Sussultò e tornò a fissare il tavolo, apparentemente interessata alle scritte che qualcuno aveva inciso con un coltello.

- Spero che interpreterai bene Trilli, - disse Stefano senza aggiungere osservazioni sul modo curioso in cui le chiazze rosse si stagliavano sul volto della ragazza.

- Prima bisognerà vedere se passerò il provino.

- Lo passerai, sei stata chiamata solo tu. E’ solo una formalità.

 

- Cosa?

Marina non era sicura di poter credere alle proprie orecchie: Stefano aveva davvero detto di aver fatto chiamare solo lei?

Il ragazzo bevve un sorso di birra, senza accorgersi di ciò che le ultime parole avevano provocato nella sua interlocutrice.

- Eri arrivata seconda per poco ai provini per Wendy, - spiegò. – Ci eri piaciuta, ma abbiamo preferito un’altra candidata.

- Angelica, - mormorò Marina a denti stretti.

Stefano la guardò, sorpreso. – La conosci?

- Eravamo state convocate lo stesso giorno, ci siamo conosciute ai provini.

- Capisco -. Bevve un altro sorso, poi riprese a parlare. – Ad ogni modo, è stata scelta lei perché, nonostante avessi una buona voce, non ci sembravi adatta; è stato solo quando l’interprete di Trilli ci ha mollati che ho capito a chi fossi più adatta.

Marina ringraziò mentalmente la cantante, chiunque fosse.

- Perciò ho detto ad Alessandro di chiamarti, tutto qua, - concluse Stefano.

“Ma la verità è che ti amo”. Marina scosse la testa, allontanando immediatamente, ma con dispiacere, quel pensiero assurdo.

 

Il cellulare di Laura vibrò, avvertendola dell’arrivo di un messaggio.

Controllò il nome sul display: Ludovico.

 

Ma dove diavolo siete finite?

 

Cavolo.

Si girò verso Marina per dirle che si erano dimenticate di avvertire i loro amici, ma trovò la ragazza intenta a contemplare il cielo con un sorriso ebete in faccia. Inarcò un sopracciglio, sospettosa.

- Che hai?

- Eh? Oh? -. Marina parve riscuotersi da un sogno bellissimo. – Le stelle… Come sono belle!

Laura alzò lo sguardo, ma non vide altro che sottili nuvole grigie. – Sarà… Senti, Ludovico mi ha appena mandato un messaggio.

Improvvisamente la sua amica sussultò, tornando alla realtà.

- Ah, bene! – commentò Laura. – Era ora! Cosa devo rispondergli?

- Sono qui, - mormorò Marina, sgranando gli occhi.

- Chi? -. Laura si voltò e notò Ludovico, Daniele e Angelica avvicinarsi. Lanciò un’occhiata stupita a Marina. – E a te sorprendono loro?

- Non voglio che Angelica rovini tutto!

E Laura capì: la ragazza stava trotterellando verso il loro tavolo con il sorriso più largo che le avesse mai visto.

- Che succede? - chiese improvvisamente Gabriele, seguendo i loro sguardi.

Le due ragazze non ebbero il tempo di rispondere, perché Angelica si era appena fermata davanti a loro, raggiante più che mai.

- Eccovi! - esclamò, fingendo di non avere visto con chi erano. – Ci stavamo chiedendo dove vi foste cacciate!

- Ehi, io ho visto anche te - esclamò Alessandro, ubriaco, aggrappandosi a Stefano per non cadere. – Sei Wendy, vero?

- Uh, una riunione di famiglia, - commentò Gabriele. – Angelica, non è vero?

- Sì, è un piacere conoscervi, - disse la ragazza stringendogli la mano. Si voltò verso Stefano per fare lo stesso, ma lui era concentrato su Alessandro, che aveva appena avvistato Daniele.

- Amico mio! - urlò andandogli incontro barcollante. Lo strinse in un abbraccio mozzafiato come se avesse appena rincontrato il compagno di banco di un tempo.

- Ehi! - esclamò Daniele ricambiando la stretta, per niente imbarazzato. – Che piacere vederti!

Nel frattempo Ludovico aveva salutato gentilmente Stefano e Gabriele e si era seduto sulle ginocchia di Laura.

- Pesi! - si lamentò lei.

- Ma sta’ zitta, – replicò il ragazzo. – Possibile che non vi posso lasciare sole un attimo?

- Basta poco per ritrovarsi all’Isola che non c’è, - sospirò la sua amica.

Dopo qualche minuto, mentre Angelica – con grande disappunto di Marina – si era lanciata in una fitta conversazione con Stefano, Ludovico sussultò, attirando l’attenzione di Laura.

- Che c’è? - gli chiese.

- L’hai vista?

- Chi? Marina che strappa tutti i tovagliolini che ci sono?

- No, no… Parlo di quella ragazza! - rispose Ludovico con crescente agitazione.

- Quale?

- Come “quale”? La donna della mia vita!

- Fammi indovinare: bianchiccia, vestita da maschiaccio e… Com’era fatta poi?

- No, tutt’altro! Una ragazza bellissima, con lunghi capelli castani, sui tacchi… Labbra carnose, borsa di Gucci…

- Ah, hai cambiato genere?

- Mi ha guardato!

- E che c’è di strano?

- Mi ha sorriso!

Laura inarcò un sopracciglio. – Una del genere ti avrebbe sorriso?

- Ehi! - si indignò Ludovico. – Che vorresti dire?

- Che con questo qua intorno è difficile vedere altro, - concluse lei, indicando Gabriele.

- Ragazzi! - esclamò in quel momento Alessandro, alzando l’ennesimo bicchiere di Mojito. – Che ne dite di fare un brindisi al nostro gruppo? Brindiamo alla musica, alla poesia!

- A una caduta dolorosa di Angelica dal palco, - aggiunse Marina sottovoce.

- Ehi, Alessandro, hai ragione, - intervenne Gabriele. – Siamo un bel po’ stasera, no? Tu hai le chiavi dello studio di registrazione, Marina ha la voce: facciamo questo “provino” e non se ne parla più.

Stefano si voltò verso Marina, che sbiancò, presa alla sprovvista da quelle parole. – Te la senti?

- Non ho… Non ho ripassato le canzoni…

- Non importa, puoi leggere i testi, tanto te ne facciamo fare solo un paio. L’importante è averle qualche volta.

- Sì… Sì, l’ho fatto.

- Perfetto, allora, - decretò Stefano. – Dammi le chiavi, Ale.

- Posso venire anch’io? Ho la macchina! – esclamò Alessandro.

- La tua macchina rimane qui stanotte, ti riporto a casa io, - disse Gabriele.

- Uffa, - si lamentò Alessandro, ma lasciò andare le chiavi della sala di registrazione nella mano aperta di Stefano.

- Meglio che andiate voi due, - aggiunse poi Gabriele rivolto a Stefano e Marina. – Se venissimo tutti, sarebbe un problema: non siamo certo così sobri da restare in silenzio e di certo non voglio lasciare solo Ale -. Indicò il suo amico con un cenno del capo. – Vi aspettiamo qui.

Stefano annuì. – Cercheremo di fare in fretta -. Si diresse verso il parcheggio, mentre Marina lanciava a Laura e Ludovico occhiate disperate.

- Beh, Peter Pan, che te ne pare?

Laura guardò Gabriele, confusa. – Che me ne pare di cosa?

Lui fissò la birra lasciata da Stefano con un sorriso divertito. – Di certo non stavate spiando Alessandro, no?

 

Aurora seguì Stefano verso l’auto del ragazzo senza dire una parola. Lui aprì la portiera e si sedette al posto di guida, aspettando che anche lei salisse; accese il motore e, in silenzio, uscì dal parcheggio.

Fu solo quando ebbero percorso diversi chilometri – e le mani strette tra loro di Marina si furono riempite di sudore – che Stefano decise di parlare.

- Non ricordo quanti anni hai, - esordì, cercando un argomento di conversazione.

- Ventuno, - rispose la ragazza, fissando la strada asfaltata che si stendeva davanti a loro.

- Ah, mi sembravi più piccola, - osservò tranquillamente Stefano. – Allora abbiamo solo sei anni di differenza.

Marina sussultò. – Hai ventisette anni? - chiese, sorpresa.

- Quanti me ne davi?

- Non so, una trentina…

- Sembrò così vecchio? - scherzò lui, ma non sembrava offeso.

- No, ecco… io…

- Tranquilla.

Le posò una mano sulla gamba per calmarla, ma riuscì solo ad agitarla di più. Non se ne accorse e la tolse quasi immediatamente, appoggiando l’altro braccio sul finestrino abbassato.

Viaggiarono ancora in silenzio per una decina di minuti, poi Stefano accostò davanti a un cancello di ferro.

- Siamo arrivati, - annunciò.

Scesero dall’auto e si avvicinarono al cancello. Dopo che Stefano l’ebbe aperto con le chiavi di Alessandro, si avviò verso la porta d’ingresso, per poi fermarsi di colpo e voltarsi verso Marina.

- Credi di potercela fare? - chiese per puro scrupolo.

Proprio per niente, pensò lei deglutendo e osservando le braccia nude del ragazzo.

- Sì, non c’è problema, - rispose invece accennando un sorriso.

Lui le restituì il sorriso e per poco Marina non si sentì mancare.

Le bastò varcare la soglia dello studio di registrazione per capire quanto avesse sottovalutato – seppure profondamente agitata – la portata di quello che la serata le stava ponendo davanti: rivedere quel posto le riportò tutto il nervosismo della prima volta che era stata lì.

E se avesse stonato? Se avesse fatto una brutta figura? Se avesse preso una stecca talmente evidente da procurarsi un’occhiata delusa da parte di Stefano?

Ma sapeva bene che la storia non si faceva con i “se”, quindi decise di mettersi di fronte al fatto compiuto: era sola con Stefano e nessuno sarebbe venuto a controllare cosa stesse succedendo. Lo sconforto che le crebbe in petto non era dovuto all’ansia del provino, ma alla consapevolezza di non potere fare assolutamente niente. Si vergognava, era intimidita dall’idea di essere sola con lui e sapeva di non avere il coraggio di fare un passo incoraggiante verso il ragazzo.

Stefano le poggiò una mano sulla spalla, riscuotendola dai propri pensieri.

- Questi sono i testi, - disse, consegnandole alcuni fogli. – Appena sei pronta, cominciamo. Vuoi che ti faccia sentire le basi per prepararti meglio?

Marina annuì e Stefano fece partire la musica. Era più facile concentrarsi ora che le note avevano avvolto l’aria: la musica riusciva a calmarla, sapeva di essere nel suo ambiente naturale se si spandeva intorno a lei. La paura sparì; in quel momento non c’era più nemmeno Stefano: nella stanza erano rimaste solo lei e la musica.

Quando sentì per la terza volta le prime note della canzone, iniziò a cantare.

 

Laura sgranò gli occhi, guardando Gabriele sorpresa.

- Li hai mandati soli… perché…

- Perché la tua amica potesse bearsi del sorriso sghembo di Peter, - concluse per lei il ragazzo.

Sorriso sghembo?, pensò Laura sollevando un sopracciglio. Gabriele sembrò capirla.

- Beh, ok, il sorriso di Stefano non è proprio come quello di Peter Pan…

- Potevo essere io a guardarlo, prima, - gli fece notare Laura.

- Ma è stata lei a implorarmi di non dirglielo.

Lo scrutò attentamente, con diffidenza.

- Non ti fidi di me? – chiese Gabriele.

- Devo ancora deciderlo.

Lui sorrise, divertito, e Laura osservò i suoi occhi azzurri illuminarsi. C’era qualcosa che non la convinceva nel suo modo di fare, ma non sapeva bene cosa fosse: magari era davvero un Capitan Uncino che cercava di portare Wendy dalla sua parte per… Ma no, che stava pensando? Ora si metteva anche lei a ragionare come il ragazzo, appellando tutti con quei nomi! E poi Wendy non era nessuna di loro due…

Gettò un’occhiata gelida ad Angelica, che ascoltava in silenzio, interessata, la conversazione tra Daniele e Alessandro.

Laura colse una risata seguita immediatamente da: - Ale, sei sempre il solito!

Aggrottò la fronte: chiunque avrebbe giurato, sapendo che era praticamente la seconda volta che i due si vedevano, che anche Daniele fosse ubriaco, ma lei lo conosceva bene e sapeva che non c’erano speranze.

Fu riscossa da propri pensieri da Ludovico, che le aveva appena morso un braccio.

- Ehi! – scattò Laura.

- Non fissare Daniele, - mormorò lui, e la ragazza sentì le guance avvampare.

Gabriele notò con la coda dell’occhio il suo volto in fiamme e socchiuse gli occhi, pensieroso.

 

- E’ ora di tornare, - esclamò Stefano, controllando l’orologio che portava al polso. – Non vorrei fare troppo tardi, domani ho le prove per un concerto… A proposito -. Alzò gli occhi verso Marina. – Noi iniziamo a provare venerdì prossimo.

Marina avvertì un peso lasciarle finalmente lo stomaco. – Quindi… sono presa?

Stefano fece una smorfia. – Te l’avevo detto, era solo una formalità -. Prese un foglietto e una penna dalla scrivania, scrisse qualcosa e poi consegnò il biglietto a Marina. – Questo è il mio numero di telefono. Il tuo dovrebbe essere nel curriculum che ci avevi mandato.

La ragazza annuì, cercando di trattenere la felicità.

- Ti chiamo nei prossimi giorni, - continuò Stefano, – così ti faccio sapere l’orario e il luogo esatto. Preferisco chiamare che mandarti un messaggio, ho sempre paura che non arrivino; è un problema per te?

- No, - sorrise lei. – Non lo è per niente.

Stefano ricambiò il sorriso e le poggiò delicatamente una mano sulla schiena – che per lei fu come una potente scarica elettrica – per dirle di uscire dalla sala di registrazione.

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Capitolo 5
*** Brindo alla musica e alla poesia ***


Brindo alla musica e alla poesia

Marina tentò di rallentare i battiti del proprio cuore, mentre il respiro le diveniva sempre più frammentato e il colorito della pelle assumeva una tonalità a dir poco cadaverica.

Laura le diede un colpetto dietro la testa, tentando di trasmetterle tranquillità, nel suo modo particolare, e la spinse ad entrare nella sala dove si sarebbero svolte le prime prove del musical.

La stanza era piuttosto grande, con un magnifico pianoforte al centro e un piccolo palco sul fondo, coperto da un sipario rosso fiammante.

Prima ancora che le due ragazze potessero guardarsi bene intorno, Alessandro le avvicinò, abbracciandole con il suo solito atteggiamento esuberante.

Quando Marina riuscì a liberarsi dalla stretta del ragazzo, notò che su una sedia, intento ad accordare una chitarra, c'era un moro dall'aspetto molto concentrato.

Alessandro seguì lo sguardo della cantante e si illuminò in un sorriso, dirigendosi subito verso il chitarrista.

- Lui è Matteo, un mio carissimo amico! Suonerà insieme a me le musiche dello spettacolo.

Il ragazzo alzò gli occhi scuri dallo strumento e rivolse un'occhiata scettica all'amico.

- Quello che Alessandro intende dire è che lui suonerà, mentre io delizierò le orecchie degli spettatori, infondendo in loro un senso di sicurezza e di speranza.

Aprì la bocca in un sorriso storto e si alzò in piedi, per presentarsi alle ragazze.

- Il mio nome è Matteo, ma voi potete chiamarmi Vostra Grazia, o Maschio Alfa, ma anche Maschio Gamma: mi è sempre piaciuta di più come lettera, rispetto all'alfa!

Laura e Marina gli sorrisero, condividendo il pensiero che il musicista appariva già loro come molto simpatico.

Alessandro passò un braccio attorno alle spalle dell'amico e lo guardò, affettuoso:

- Andrete sicuramente d'accordo con lui, anche se è un tronfio suonatore di Gibson. E quando non suona, ci procura anche i film brutti, i peggiori che si possano trovare sul mercato. Lui li colleziona.

- I francobolli mi annoiavano, - si limitò a dire Matteo, alzando le spalle.

Marina adorava il sarcasmo nelle persone e, per quanto la riguardava, il ragazzo aveva già guadagnato la sua stima, riuscendo anche a distrarla dalla tensione accumulata per la sua prima prova come Trilli.

Inoltre, sebbene non lo trovasse affascinante per i suoi canoni – aveva i capelli corti ed era molto magro – c'era qualcosa nei suoi occhi neri che l'aveva subito attratta, facendola sentire a suo agio con lui, come se lo conoscesse da tempo.

Laura si andò a sedere vicino ad Alessandro, mentre questo gli raccontava di tutti i progetti che stava portando avanti e di quanto desiderasse scrivere altri tre musical.

- Non dovresti prima focalizzarti su questo?

Lui si passò una mano tra i capelli, raggiante.

- Oh, ma c'è tempo per tutto! Stavo pensando di scrivere un'opera rock sulla caduta di Satana, poi ti racconto, sono certo che ti piacerà!

Dopo poco entrarono nella stanza Gabriele e Angelica, intenti a conversare di qualcosa che evidentemente la ragazza stava trovando davvero divertente, vista la risata sguaiata che le tuonò dal petto. Quando riconobbe Marina e Laura, aprì le labbra in un sorriso affettato e si avvicinò ad entrambe, per salutarle con il bacetto.

Gabriele si rivolse subito a Laura, fingendo di cercare la sua ombra.

- Guarda, ho cercato ieri sotto al mio letto, ma ho trovato solo calzini sporchi, mi spiace!

Laura intrecciò le braccia e lo guardò torva, arrossendo un po' e rivolgendogli uno sguardo scettico.
- Secondo me l'hai rubata tu: è proprio una mossa da pirata!

Marina perse il filo del discorso dopo poco, acquisendo in un momento il panico che il primo impatto con Matteo le aveva tolto.

Stefano sarebbe arrivato da un momento all'altro e lei non era assolutamente pronta a recitare con lui. Chiuse gli occhi un momento, inspirando lentamente, e tese le orecchie per ascoltare la conversazione degli altri e distrarsi almeno un pochino.

Sentì la voce acuta di Matteo rivolgersi a quella tonante di Gabriele: stavano discutendo di qualcosa di informatico, o almeno così le era parso di capire.

- Insomma, hai curato tu la parte grafica di Twitter per iPhone? Dovevo immaginarlo: non funziona un granché. Ma è tua anche quella di Facebook?”

Gabriele fulminò con gli occhi azzurri l'amico, fingendosi offeso.

- No, non è mia quella di Facebook!

- Ah, perché quella funziona, invece.

Marina scoppiò a ridere, di nuovo tranquilla, e ringraziò mentalmente il chitarrista per l'effetto antistress che aveva sulla sua psiche.

- Buona sera a tutti.

La voce profonda di Stefano invase la sala e lo stomaco di Marina parve volere uscire fuori dalla pelle e farsi un giro per il mondo.

Si voltò lentamente verso il ragazzo, che sorrise nella sua direzione, togliendosi una sigaretta dalle labbra e gettandola nei rifiuti.

Laura soffocò una risata nel vedere l'amica perdere nuovamente colore e tremare vistosamente davanti all'energumeno, e notò Gabriele farle l'occhiolino.

Alessandro corse ad abbracciare Stefano, per poi rivolgergli uno sguardo incantato e impaziente, come un bambino in attesa di una storia fantastica.

- Iniziamo a suonare, mio adorato?

Stefano annuì all'amico e si avvicinò alle due ragazze del cast, per spiegare loro come si sarebbero svolte le prove.

- Inizialmente, analizzeremo ogni singolo personaggio, per essere sicuri che ognuno di voi sia perfettamente a suo agio con il carattere e il background del ruolo interpretato, in modo tale che possa indossare le sue vesti alla perfezione. Io e Gabriele abbiamo già iniziato questo percorso un anno fa, quindi ci focalizzeremo su di voi. Dopo il riscaldamento vocale e una prova veloce dei vostri singoli pezzi canori, ci divideremo e proveremo le parti recitate.

Marina ascoltò con riverente silenzio il discorso di Stefano, riflettendo su quanto fosse professionale e cercando di tacere la parte della sua testa che le urlava apprezzamenti sul ragazzo che poco avevano a che fare con la sua integrità lavorativa.

Angelica si ravvivò i capelli e rispose con un acuto “prontissima!”, che innervosì Laura al punto di avere voglia di strozzarla e gettarla dalla finestra.

- Bene, Gabriele si occuperà della tua preparazione, Angelica, mentre io lavorerò con Marina.

Addio, autocontrollo.

Una specie di mugolio strozzato uscì dalle labbra di Marina, che tentò di soffocarlo con una finta tosse.

- Sì sì, bene. Ora però fateci suonare, non posso fare tardi: la mia pelle non sarebbe così perfetta se non dormissi regolarmente otto ore a notte!

Matteo rivolse uno sguardo insofferente a Stefano e strinse la sua chitarra nera al petto, pronto ad iniziare. Alessandro gli fu accanto e afferrò un basso che giaceva appoggiato ad un muro della sala.

- Purtroppo il bassista e il batterista stasera non ci saranno, quindi faremo senza la mia chitarra e senza la ritmica, ma l'importante è iniziare ad entrare in confidenza con i brani.

Matteo sbuffò, guardando l'amico accordare il basso.

- Prendila così: magari scopri che con quattro corde te la cavi meglio che con sei!

Alessandro gli lanciò un laccetto per capelli che aveva stretto al polso, ridendo.

Quando furono pronti, suonarono il pezzo solista di Wendy, mentre Marina si sgranchiva la voce, stringendo i pugni e mordendosi le labbra, in preda al panico.

Angelica, invece, sembrava assolutamente tranquilla: aveva il mento sollevato, lo sguardo sicuro, e si pavoneggiava in un modo davvero odioso.

Laura notò un'occhiata di disprezzo provenire da Matteo e provò un moto di simpatia ancora più forte per lui, ma poi notò che il ragazzo pareva essere rivolto più verso Stefano, che verso la ragazza.

La canzone finì e Gabriele fece i complimenti ad Angelica, per poi posizionarsi in un punto della sala ed iniziare ad approfondire la parte con lei.

Marina attese che Alessandro e Matteo iniziassero il suo pezzo e focalizzò tutta l'attenzione che riuscì a raccogliere sul proprio personaggio e cantò con voce ferma e decisa.

Considerato che la sua parte era quella della gelosa Trilli, non le fu troppo difficile inserire un moto di gelosia per l'intollerabile Wendy, immaginandosi proprio il viso di Angelica e il suo essere così insopportabile.

Era riuscita talmente tanto nel suo intento, che quasi non si accorse che la canzone era giunta a termine, e tornò alla realtà, soddisfatta del suo operato.

Il sorriso sulle labbra di Stefano le tolse il fiato e quasi perse i sensi quando la avvicinò.

- Ok, direi che possiamo iniziare con l'analisi del personaggio.

Alessandro si alzò e Matteo lo seguì, posizionando la chitarra nella custodia.

- Ragazzi, noi andiamo via, vi lasciamo alle vostre prove singole! Laura, se vuoi puoi venire a prendere un gelato con me, e poi ti accompagno di nuovo qui, per tornare a casa con Marina!

Laura accettò la proposta e uscì dalla sala, insieme ai due musicisti, salutando l'amica e ridendo della sua espressione angosciatissima.

- E' proprio brava Marina, sono così contento del cast finale!

Alessandro entrò in macchina, pimpante ed euforico, mentre Matteo posava il suo strumento nel portabagagli della propria auto, parcheggiata accanto a quella dell'amico.

- E poi, credo che non le verrà molto difficile fingere di essere innamorata di Peter Pan, eh?

Laura si voltò verso Alessandro, che le rivolse un occhiolino.
Matteo chiuse lo sportello e si accese una sigaretta, per poi prendere posto alla guida della sua Renault Clio nera.

- Mmm, non mi dire che abbiamo un'altra fan di Stefano?

- Così pare!

- Bah. Buona notte, ragazzi, vado a sognare di essere il padrone assoluto del mondo. Aspetta... lo sono!

Matteo alzò una mano, in cenno di saluto, e partì, sparendo poco dopo.

Laura, che normalmente non avrebbe chiesto informazioni ad un quasi sconosciuto, si sentiva talmente tanto tranquilla con Alessandro, che si adagiò sul sedile e gli chiese:

- Non gli è simpatico Stefano?

Alessandro, per natura pettegolo, sembrò approfittare dell'occasione di parlare di pettegolezzi come una manna caduta dal cielo.

- No, lo odia da sempre, perché non sopporta che le ragazze preferiscano lui alla propria divinità, solo perché – per usare parole sue –assomiglia più ad un armadio che a una persona. In realtà, io penso che sotto certi profili si assomiglino più di quanto creda, come nella serietà nel lavoro e nella passione per la musica, ma Matteo è troppo sensibile alle sconfitte per superare la cosa. Dice sempre che lo batterà un giorno.

Accese la macchina e uscì dal parcheggio, continuando a chiacchierare amabilmente.

- Adesso ti offro un bel cono al cioccolato e tu racconti un po' di Daniele, eh?

Laura arrossì e abbassò lo sguardo.
- Daniele? Perché?

Alessandro scoppiò a ridere, inserendo un cd nel lettore dell'auto.

 

- Mi piace molto come lavori, riesci ad entrare totalmente nella parte, complimenti.

Stefano posò una mano sulla spalla di Marina, che avvampò violentemente, e gli rivolse un timido sorriso, passandosi i capelli dietro le orecchie.

- Bene, direi che per stasera può bastare. Ricordati di fare gli esercizi di respirazione diaframmatica e di imparare il dialogo con Peter Pan iniziale, così la prossima volta possiamo provare insieme.

Si girò verso Angelica e Gabriele, che stavano ancora provando, e fece cenno a Marina di seguirlo fuori, per continuare a parlare.

Nel parcheggio, si accese una sigaretta, appoggiandosi al muro accanto alla porta.

Marina tentò di distogliere l'attenzione da lui, fissando il pavimento, imbarazzata.

Fortunatamente, il cellulare le squillò in quel momento, e le fornì la scusa valida per non parlare con lui, dimostrandogli quanto fosse impacciata.

- Laura? Sì, abbiamo finito, potete tornare.

Posò il telefono nella borsa e notò lo sguardo del ragazzo fisso su di lei.

- Era la colonna sonora del film Dracula di Coppola, vero?

- S-sì. E' un film che venero...

- E' molto bello, lo amo anche io.
E io amo te.

- Eccoci, abbiamo finito anche noi!

Angelica aprì la porta della sala, uscendo con impeto e gettandosi praticamente tra le braccia di Stefano.

- Sarai fiero di me, Peter!

Marina imprecò mentalmente per la mancanza di bambini smarriti ai quali commissionare l'uccisione di una intollerabile e viscida Wendy.

 

- Peter!

Laura si voltò verso la voce; sorrise individuandone la provenienza.

- Ciao, Gabriele.

- Come stai? -. Il ragazzo si avvicinò per salutarla, poi guardò verso il palco. – Sei venuta ancora ad assistere alle prove di Marina?

- Già, mi ha chiesto di farle compagnia…

- Uh, si vergogna ancora di venire da sola? Allora non è veramente successo niente con Stefano quella volta che sono rimasti soli per il provino, dovevo credergli.

Laura sbiancò. – Lui… Stefano ti ha parlato…?

- Gliel’ho chiesto io, ero curioso, - si giustificò Gabriele. – Nessun rancore?

- Gabriele! - gridò Alessandro in quel momento. Notò con chi era il suo amico e corse ad abbracciare Laura. – Ciao! Sei venuta anche oggi, che bello! Marina?

- Mi ha detto di aspettarla qui, Angelica l’ha rapita…

- Ah, quella ragazza è così emozionata: le prime prove con tutto il cast! Vieni, ti presento il gruppo. Gabriele, intanto puoi andare a prendere le altre casse in macchina?

- Pesano!

- Appunto. Ci vediamo dopo! -. Senza dargli il tempo di replicare, Alessandro diede le spalle a Gabriele e spinse Laura sul palco. – Ti ricordi di Matteo, vero?

La portò davanti a un ragazzo che armeggiava con la chitarra elettrica, che rivolse ad Alessandro uno sguardo rassegnato. – Matteo il Grande, come te lo devo dire?

Laura trattenne a stento una risata. – Matteo il Grande, sono lieta di incontrarla di nuovo.

- Sarai una delle mie migliori seguaci, me lo sento! – le fece l’occhiolino Matteo.

- Bene, ora lasciamo lavorare il Maestro e passiamo agli altri… -. Alessandro la condusse fino alla batteria, dove due ragazzi apparentemente identici stavano chiacchierando. – Laura, loro sono Massimo e Lorenzo, rispettivamente batterista e bassista.

- ‘ao - risposero i due in coro.

- E ora passiamo al cast… che già conosci per la maggior parte, quindi, dato che non abbiamo qui i ballerini, ti resta da incontrare il secondo Peter. Ehi, Roberto!

Un ultimo ragazzo sbucò dietro le quinte tenendo un foglio in mano. – Ale! Cosa succede? Stavo ripassando…

- Aaah, lascia perdere, ti devo presentare una persona. Lei è la nostra prima fan, Laura!

- Ciao!

- Ciao, molto piacere.

Era un bel ragazzo, pensò Laura, anche se certo non era il suo tipo: doveva avere uno o due anni più di lei, teneva i capelli legati in una piccolissima coda e indossava una maglietta dei Metallica. Riflettendoci, Laura notò che era una pessima copia di Stefano.

- Bene - esclamò Alessandro. – Penso che abbiamo finito. Ehi, Gabriele, puoi mettere qui le casse!

- Se qualcuno mi desse una mano…

- C’è Stefano laggiù. Stefanuccio, vieni ad aiutare questo scansafatiche!

- Scansafatiche? Io? - si lamentò Gabriele, lasciando una cassa tra le mani di Stefano, che la trasportò fino al palco senza il minimo sforzo apparente.

Salutò Laura con un cenno del capo, poi si guardò intorno. – Marina?

- E’ con Angelica, perché ti interessa? - gli chiese con finta disinvoltura Gabriele.

- Volevo salutarla. Ah, eccole.

Marina e Angelica erano appena uscite dalle quinte; a quanto sembrava, la ragazza di Daniele sembrava trovare divertente qualunque cosa Roberto dicesse. Laura alzò gli occhi al cielo.

- Che c’è lassù? - si informò Gabriele, seguendo il suo sguardo verso il soffitto.

- Niente, niente - esclamò Laura, facendo segno di avvicinarsi a Marina che, non appena vide Stefano, si immobilizzò al centro del palco.

- Ciao, ragazze, - salutò Stefano, avvicinandosi. – Siete pronte?

- Oh, prontissime! - cinguettò Angelica. – Non vedo l’ora di cominciare!

- Nessun lampadario che sta per cadere? – insistette Gabriele.

- Perché avete due Peter Pan? – chiese Laura, evitando di rispondere.

- Stefano ha un impegno anche per un altro musical, ma non se la sentiva di rinunciare: è partito tutto da lui; così abbiamo deciso che alcune serate le avrebbe fatte un secondo interprete - spiegò Gabriele.

- Capito.

- E ora spiegami se devo preoccuparmi di questo soffitto!

 

Le prove erano iniziate da venti minuti. Roberto, il secondo Peter, aveva cantato da solo, poi aveva fatto un duetto con Gabriele e ora toccava alla canzone di Capitan Uncino di fronte ai pirati: un piccolo riscaldamento.

Laura era seduta in prima fila nel teatro semivuoto aspettando che Marina entrasse in scena. Improvvisamente sentì una mano posarsi sulla sua spalla.

- Ehi, ciao! Chi sei? Un’amica di qualcuno della band?

A parlare era stata una bella ragazza che doveva avere qualche anno più di lei; la scrutava interessata con i suoi occhi azzurri.

- Ehm… - tentò di rispondere Laura, in imbarazzo. – Sì, sono venuta ad accompagnare “Trilli”.

- Ah, davvero? Wow! Piacere di conoscerti. Io sono Eleanor, la cugina di Stefy. Tu? Come ti chiami? -. La ragazza parlava senza quasi prendere fiato e aveva un accento straniero.

- Stefy? Ah, già, intendi Stefano!

Come si poteva soprannominare un ragazzo come lui “Stefy”?, si chiese Laura.

- Piacere, io mi chiamo Laura e per ora non sono la cugina, la sorella o la fidanzata di nessuno!

Eleanor scoppiò a ridere. - Ma ti piacerebbe esserlo, non è vero? Chi è? Forse Matteo?

- Da quanto ho capito, Matteo è un'ideale astratto, non potrei cercare di coglierlo!

- Ma no, Matteo è una persona meravigliosa ed è più concreto di quanto tu creda! Una volta mi ha pestato una scarpa, e fidati che l'ho sentito molto poco astratto.

- Bene, allora vorrà dire che cercherò di tenermi lontana dai suoi piedi, – sorrise Laura. - Hai detto Eleanor? Sei americana?

- Oh, no. Sono inglese, vengo da Bristol.

- Tu e Stefano avete la stessa età?

- Io ho ventiquattro anni, tre meno di lui. So che sembra giovane e arzillo, ma in realtà è un vecchietto ben travestito!

In quel momento Alessandro improvvisò un assolo di chitarra e Gabriele gli tirò uno scappellotto sulla testa.

- Ora vivi qui? Parli molto bene per essere inglese!

- Sono cresciuta con Stefano, mi hai insegnato lui l’italiano, e ora vengo qui quasi tutte le estati, però la mia casa è ancora a Bristol. Certo, è stato un po' difficile all'inizio, ma poi ci si fa l'abitudine a parlare un'altra lingua.

- Ehi, Eleanor! Mi passi l'acqua? - esclamò Alessandro dal palco.

- Ma se abbiamo appena cominciato! - si lamentò Gabriele, interrompendo la canzone.

- Ma, Gab, si disidrata se non lo lasciate bere un po'!

- Ecco, "Gab", hai sentito l’adorabile cuginetta di Stefano?

Gabriele storse le labbra e saltò giù dal palco per salutare la ragazza con un affettuoso abbraccio.

- Era da tanto che non ci vedevamo, Ellie, - le sussurrò, accarezzandole i capelli con l’atteggiamento di un fratello maggiore.

Eleanor sorrise. – Come va la band?

- Chiedilo direttamente a loro, - esclamò Gabriele, voltandosi verso i musicisti sul palco.

- Ma... quindi vuoi siete anche una band? - chiese Laura. - Non vi siete riuniti solo per il musical?

- No, - rispose Alessandro, accordando la chitarra. - In realtà l'idea del musical è venuta dopo. La band c'era già da un bel pezzo.

- Io e Ale strimpellavamo già al liceo, – aggiunse Matteo. – Anche se in realtà era lui a strimpellare, io infondevo fiducia al mondo.

Eleanor e Laura scoppiarono a ridere.

- Io ho conosciuto Ale in un parco, mentre si pavoneggiava con i suoi assolo - raccontò Gabriele. - Suonava bene, gliel'ho fatto presente e poi mi sono messo a cantare qualcosa io.

- E poi sono io quello che si pavoneggia...

Gabriele finse di avere sentito Matteo. - E così Ale mi ha invitato a fare una band con lui.

- Storia interessante... - disse Laura. -  Ma non dovevate provare?

- Abbiamo finito, - rispose Alessandro.

- Ma... avevamo appena cominciato! - si lamentò ancora Gabriele, lanciando sguardi a Matteo, Massimo e Lorenzo in cerca di appoggio.

- Va bene, - si arrese Alessandro. - Abbiamo sentito te con il secondo Peter... I Bimbi Sperduti cantano in coro, oggi non ci sono nemmeno... Stessa cosa per i pirati... Ok, Matteo, chiamami Stefano, Trilli e Wendy! Poi possiamo anche andare a casa.

- Così conoscerò finalmente questa fantomatica Trilli! - esclamò Eleanor battendo le mani.

- Sai che è perfetta per il ruolo? Secondo me interpreterà la gelosia di Trilli alla perfezione!

Laura fulminò Gabriele prima che altri potessero cogliere la sua frecciatina.

 

*Capitolo scritto da DarkAeris e MedusaNoir*

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