Il primo amore di Inu-Taisho

di fifi91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una ladra ***
Capitolo 2: *** In trappola ***
Capitolo 3: *** Ladra e Principessa ***
Capitolo 4: *** Cielo senza stelle ***
Capitolo 5: *** Il bambino veggente ***
Capitolo 6: *** Lei morirà! ***
Capitolo 7: *** Ricordi del passato ***
Capitolo 8: *** La morte nel cuore ***
Capitolo 9: *** Una nuova mansione ***
Capitolo 10: *** Ritono dal passato ***



Capitolo 1
*** Una ladra ***


Lo so… Sto diventando opprimente

Lo so… Sto diventando opprimente.. Ma che volete farci! Scrivere è la mia passione!!! Allora…. Penso che nessuno abbia mai scritto o letto una ficcy sui genitori di Sesso-chan!!!! Ho letto molte storie su Inu-Taisho e Izayoi… Così mi sn detta: Ma perché nn provare??? Mal che vada la sospendo!! Così un giorno mi è venuta l’ispirazione!!! E ora eccola qua!!!!! Fatemi sapere che ne pensate!!!!! Alla prox!!!!! CIAO CIAO!!!!!!!!!!! ^______________________^

 

Il primo amore di Inu-Taisho

Capitolo uno: Una ladra

Era il tramonto. I raggi del sole erano di un colore intenso, fra il rosso e il giallo. Era uno spettacolo bellissimo e che prometteva, una serata ancor più splendida.
Ad ammirare tutto questo, su di un albero stava lei, Shela. Una ladra,che godeva di una grande fama. Lavorava su commissione, ma i suoi colpi erano imprecabili! Si diceva che mai nessuno fosse riuscito a catturarla, nemmeno una volta. Fu proprio per questo che fu soprannominata la Regina dei ladri, colei che appariva e svaniva nell’ombra.
I raggi giocavano uno strano gioco di colori con i suoi capelli, argentati, quanto la luna in un cielo di tenebre. Quando la luce li colpiva risplendevano di un bagliore dorato, il quale metteva in risalto i suoi occhi blu, che appartenevano solo alla notte. Sulla fronte portava uno spicchio di luna crescente, del medesimo colore delle sue iridi.
Le piaceva molto guardare il tramonto su di un albero, l’aiutava a rilassarsi e a concentrarsi prima di un lavoro. Quella sera avrebbe agito, pur sapendo a cosa e a chi andava in contro. Non sarebbe stato facile, anzi, quasi impossibile, ma le sfide l’avevano sempre elettrizzata.
Giusto qualche giorno prima aveva ricevuto una lettera, la quale diceva che presto sarebbe tornata in azione e solo il giorno del colpo, sarebbe stata informata sul da farsi. La somma che le era sta offerta era molto considerevole, ma il fatto che mise Shela sulla difensiva, fu che i suoi ingaggiatori volessero restare anonimi.
Quella mattina, la giovane ladra, o meglio, inu-youkai, ricevette una busta con all’interno le istruzioni, su dove e cosa rubare. Si trattava di una perla, la Perla nera. Era assai rara e aveva un grosso valore. La cosa che un po’ la intimidiva non era cosa rubare, ma chi derubare. Si trattava di un capo delle 4 terre del Giappone, ovvero Inu-Taisho, il Signore delle terre dell’Ovest. Nei vari villaggi circolava la voce che molti ladri avevano fatto visita al Signore dei cani e nessuno di loro aveva più fatto ritorno. Fu proprio questo particolare a far accettare a Shela l’incarico, finalmente, dopo tanto tempo, aveva trovato pane per i suoi denti.
“Hey Shela!- La chiamò una voce femminile ai piedi dell’albero- Ti muovi!? Ti ricordo che questa sera dobbiamo agire!”
“Sì! Scendo!” Rispose Shela balzando giù dalla pianta.
“E’ tutto il giorno che ti cerco!- Continuò l’amica. Rioko era il suo nome ed era un hanyou, una mezzo-demone volpe. Era poco più bassa di Shela, i suoi capelli erano corti e rossi fiammeggianti. Gli occhi invece erano verdi, come l’erba. In molte occasioni assisteva l’amica, il suo ruolo consisteva nel distrarre le guardie, bastava una sua occhiata e le aveva tutte ai suoi piedi- Anche se, in fondo, sapevo che eri qui!”
“Allora perché non sei venuta prima?- La provocò l’amica incurvando le labbra in un sorriso- Forza, andiamo! Voglio essere pronta al meglio!”

Le due youkai corsero verso l’interno del bosco, scomparendo fra gli alberi. In pochi minuti arrivarono davanti a una caverna, era il loro covo, nel quale c’erano le loro armi. Le preferite di Shela erano due pugnali a tre punte (praticamente le armi di Ghish in Mewmew ^^nd Fifi). Era una vera esperta nel maneggiare le armi e combattere, sembrava che fosse nata proprio per questo. I suoi movimenti non erano pesanti o impacciati, tutt’altro, erano agili e aggraziati, la sua era una specie di danza della morte.
“Hai preparato l’occorrente?” Domandò Shela all’amica.
“Certo!- Le rispose porgendole i due pugnali, con un sorriso di trionfo- Li ho affiliati proprio come volevi tu! Ora possono tagliare qualsiasi cosa!”
“Bene! E tu, sei pronta?”
“Come sempre!”
“Agiremo durante la notte, per ora riposiamoci!”

“Questa situazione deve cambiare Inu-Taisho!- Esclamò uno dei 4 Signori del Giappone - Quella ladra deve essere fermata ad ogni costo!”
Anche gli altri 2 capi erano d’accordo. Erano stanchi di ricevere ogni giorno le lamentele dei loro sudditi, non ne potevano più. Giorno dopo giorno non facevano che aumentare, bisognava fare qualcosa!
Inu-Taisho era appoggiato sui gomiti, con le mani incrociate davanti al mento. Squadrava i presenti con aria irritata. Quanto avrebbe preferito essere a letto con una delle sue concubine, anziché star lì a sopirsi quei rompi scatole!
“Allora, Inu-Taisho!? Cosa avete intenzione di fare!?” Domandò uno dei presenti.
“A dire il vero ho studiato un piano e lo già messo in atto. Basterà aspettare che il pesce abbocchi all’amo”
Nella grande sala si alzarono dei mormorii. Dalle espressioni dei 3 capi, Inu-Taisho capì che non erano pienamente convinti. Forse credevano che non sarebbe mai riuscito ad incastrare una ladra, o ancor meglio, una mocciosa che giocava con il fuoco!? Bè, se questi erano i loro pensieri, si sarebbero ricreduti! –Questa sera la nostra amica verrà a farmi visita e riceverà il mio benvenuto. Credo che non le piacerà molto.-

La notte era giunta e la luna era al centro del cielo. Era arrivato il momento!
“Forza Rioko!- La intimò Shela rinfoderando i suoi inseparabili pugnali, mettendone uno per fianco- Dobbiamo andare!”
“Eccomi! Sono pronta!- Esclamò l'hanyou. Indossava un kimono molto elegante, con ricamati vari fiori, i capelli erano raccolti ed aveva messo molto trucco, giusto quel tanto che bastava per provocare le guardie- Questo giorno verrà ricordato come il giorno nel quel Inu-Taisho è stato derubato dalla Regina dei ladri!”
Shela annuì abbastanza divertita dall’atteggiamento dell’amica. Sapeva che la sua era una pazzia, ma non le importava, anzi, più alto era il rischio, più quel lavoro la esaltava!
Dopo aver indossato il suo mantello incappucciato, le due youkai si derisero verso il palazzo del Signore dell’Ovest.

Erano dietro a due cespugli, proprio di fianco al portone della muraglia. Stavano assistendo al cambio della guardia. La cosa che incuriosì Shela fu che: anziché 4 o 5 guardie, ce ne fossero solo due. Eppure sapeva che in quelle terre girava voce che la Regina dei ladri era nei paraggi. Molti avevano preso qualsiasi precauzione, e invece, Inu-Taisho no. Doveva essere proprio un incosciente o pieno di sé. La cosa, comunque, giocava a favore di Shela, anche se il suo istinto le diceva di non cantar vittoria troppo presto.
Il cambio della guardia era stato eseguito, i due soldati se ne erano andati, lasciando il posto ai compagni.
Shela e Rioko si scambiarono un’occhiata d’intesa e quest’ultima annuì, sapendo cosa doveva fare. Uscì dai cespugli, fingendosi spaventata e un’aria di smarrimento le si dipinse in volto. Corse verso le guardie. Quest’ultime all’inizio si misero sulla difensiva per istinto, poi vedendo che si trattava solo di una donna, si calmarono.
“Oh, vi prego!- Li supplicò l’hanyou fingendosi disperata- Mi sono persa e non riesco a trovare il mio accampamento!”
A quel punto si coprì il viso con le mani e inscenò un pianto.
“Si calmi signorina” Disse uno dei due soldati alquanto turbato.
L’altro le mise una mano sulla spalla per rassicurarla e lei si buttò fra le sue braccia. I due soldati si guardarono perplessi, non sapevano che cosa fare.
“Suvvia- Continuò la guardia- Se vuole l’aiuteremo noi a cercare il suo accampamento!”
Rioko alzò la testa e guardò negli occhi prima uno e poi l’altro. In quel momento i due si resero conto della sua incredibile bellezza, deglutirono a stento per questo. Praticamente la stavano mangiando con gli occhi, desiderando di rotolare con lei nel letto. Altri due allocchi erano caduti nel suo inganno.
Fece segno a Shela con la mano, facendole capire che poteva andare. Non avrebbero avvertito la sua presenza, erano troppo presi ad ammirare il corpo ben formato dell’hanyou per accorgersene. Shela recepì il messaggio, sgattaiolò fuori dai cespugli e con un balzo oltre passò la muraglia.
L’inu-youkai si nascose fra le ombre degli alberi del giardino, diventandone tutt’una. Si guardò attorno, non c’era nessuno. Non avvertiva nessun odore o aura demoniaca. Guardò in alto e vide un balcone con una finestra aperta. All’inizio si insospettì, forse era una trappola, ma l’istinto le diceva che non c’era nessuno. Si fidava ciecamente di lui, più volte le aveva salvato la vita, anche quando era impossibile.
Così saltò su di esso. Si nascose contro la parete e sbirciò all’interno della stanza, vuota e completamente al buio.
Aprì la porta della camera e guardò fuori, non c’era anima viva. Percorse vari corridoi, nell’intento di trovare la stanza che custodiva la Perla nera. La cosa che la lasciò un po’ perplessa fu che non c’erano guardie, nessuno che sorvegliasse i corridoi, nemmeno i servi non c’erano…. Come se il palazzo fosse disabitato!
Finalmente dopo una bella camminata, vide una porta sorvegliata da tre soldati, doveva essere quella! Si appiattì contro la parete e senza farsi vedere o sentire, con uno scatto fu dietro alle guardie. Loro non si resero conto del pericolo, o almeno non subito, ma quando percepirono una strana forza alle loro spalle, non fecero in tempo girarsi che si ritrovarono a terra senza sensi.
Shela li guardò per un attimo, quasi provò pena per loro. Si voltò ed aprì l’enorme porta che le era di fronte. Era una grande stanza, completamente avvolta dalle tenebre, a pochi metri da una finestra stava una piccola bacheca illuminata da un raggio lunare, con all’interno una piccola perla nera. Era lei!
Shela sorrise per l’ottimo lavoro, c’era riuscita! La Perla nera era proprio davanti a i suoi occhi, che luccicava in tutta la sua bellezza. Eppure non si sentiva tranquilla, era stato facile, fin troppo! Inu-Taisho non poteva essere così sciocco da farsi fregare in questo modo!
I suoi pensieri furono interrotti da due forti braccia, le quali la presero alle spalle. La youkai cercò di divincolarsi dalla stretta, ma non ci riusciva!
“Ti consiglio di calmarti, se ne vuoi uscirne incolume!” Le disse una voce maschile, molto gelida e profonda, da procurarle un brivido lungo la schiena. Per la prima volta, Shela ebbe paura.
La giovane si dimenò come un’ossessa, diede un sonoro calcio in pancia al suo aggressore, il quale la lasciò andare e indietreggiò di qualche passo.
Shela ne approfittò, balzò contro al finestra per uscire, ma fu fermata dall’uomo di prima. Lei perse l’equilibrio e cadde all’indietro, trascinandolo con se. Erano uno sopra l’altro, grazie al raggio lunare poté vedere l’individuo che l’aveva aggredita e che la stava sovrastando con il suo corpo.
Aveva i capelli lunghi argentati, raccolti in una coda di cavallo, gli occhi erano due gemme dorate, su entrambe le guance portava un segno viola scuro e il suo corpo era possente. Shela aveva già sentito parlare di lui ed era consapevole della sua immensa forza. L’uomo che l’aveva assalita era Inu-Taisho, Signore delle terre dell’Ovest e degli inu-youkai!
Anche Inu-Taisho stava osservando l’avversaria, o meglio, la famosa Regina dei ladri. I capelli erano lunghi, raccolti in una treccia, sembravano risplendere di luce propria, argentea, esattamente come la luna. I suoi occhi erano di un color blu profondo, quanto il cielo avvolto dalle tenebre, nei quali leggeva la grande determinazione e un piccolo senso di paura. La cosa che catturò l’attenzione dell’inu-youkai fu lo spicchio di luna, tatuato sulla fronte della ragazza. Poi le studiò il corpo: indossava un mantello incappucciato marrone scuro, sotto di esso portava un corpetto nero aderente, che copriva le spalle e metteva in risalto le sue dolci e sensuali forme. I pantaloni erano anch’essi neri e aderenti, i quali mostravano le sue gambe lunghe e ben formate. Alla vita portava un cinturino marrone, a cui erano attaccati i suoi pugnali. Ed indossava un paio di stivali del medesimo colore dell’abito.
Alla vista di quello splendido corpo, Inu-Taisho fece fatica a deglutire e sentì uno strano calore nei bassi fondi, che si faceva sempre più insistente. Oltre a quello restò affascinato soprattutto dai suoi occhi… quello sguardo magnetico e penetrante…. Ma che stava facendo!? Come poteva pensare a certe cose in un momento simile!? Se avesse abbassato al guardia, la ladra ne avrebbe approfittato per scappare! –Che mi sta prendendo!?-
Dal canto suo, anche Shela si ritrovò nella sua stessa situazione. L’attraevano quelle gocce color ambra... Più di ogni altra cosa la sua voce... Profonda e forte... Cosciente di quei pensieri, la inu-youkai si impose di smettere di fare la sciocca. Doveva trovare un modo per fuggire! Ma non fece in tempo a formulare un piano che arrivarono 4 guardie armate fino ai denti.
Inu-Taisho si alzò in piedi, facendo fare la stessa cosa alla sua prigioniera, tenendole imprigionati i polsi dietro la schiena. Lo youkai si girò verso i suoi sottoposti e li guardò per qualche secondo rimanendo in silenzio, poi fece cenno a uno di avvicinarsi di un passo.
“Signore!” Scatto sull’attenti il soldato.
L’inu-youkai gli gettò in malo modo la ragazza, la quale si ribellava e urlava con tutte le sue forze.
“Conducetela nelle prigioni. E se proverà a scappare avvertitemi subito- sorrise- Anche se dubito che sia così stupida da farlo, dato che ha trovato qualcuno che può battere la Regina dei ladri.”

CONTINUA.....................

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Capitolo 2
*** In trappola ***



Fifi: rieccomi!!!!!!!!!!! Sl per voi!!!!!!!!!!!!!!!!!
Sessho e inu: NOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!! Si salvi chi può >O Fifi: che tristezza!!!!!! sgh! Nn mi volete bene....... ç________ç
Inu: sinceramente..... no!
Sessho: idem!
Fifi: vi conviene chiudere il becco voi due! Se nn volete che faccia uccidere taisho e shila!!! così nn nascete più e nn venite a scassarmi le scatole!!!!
Sessho e Inu: nn puoi!!! ^____^
Fifi: per quale ragione????
Sessho e Inu: perchè le nostre fans ti taglierebbero la testa o peggio!!!!!!!! Fregata!!!!! Fregata!!!!!!! Fregata!!!!!!!! ^O^
Fifi: ora facciamo i conti!!!!!!! Prima però voglio ringraziare colei che ha commentato la ficcy e ve la presento subito: KISS!!!!!!!! GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! PER TE  E PER CHI LEGGE LA FICCY SENZA COMMENTARE QUESTO NUOVO CHAPPY!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! CIAO CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ^_____________________________________________^ e ora inu e sessho...... vi farò conoscere una mia carissimissimissimissima conoscente..... la prof. Soldano!!!!!!!!!!!!!!!!!!! kikukikukikukikkukikukikukikukikukikukiku!!!!!!!!!!


Capitolo due: In trappola

Non poteva essere! Di sicuro era un sogno, o meglio, un incubo! Dal quale Shela avrebbe voluto svegliarsi. Per la prima volta la Regina dei Ladri aveva perso e ora se ne stava in una cella, a cuocere nel suo brodo.
Rabbia e umiliazione pervadevano il suo corpo. Umiliazione per essersi fatta catturare così facilmente, rabbia per essersi fatta soggiogare da lui, Inu-Taisho, Signore dell'Ovest. Se lo ricordava ancora quel momento, quando lui la stava sovrastando con il suo corpo. Lei avrebbe potuto scappare, colpendolo nei bassi fondi, il punto debole di ogni uomo. Ma non lo aveva fatto, il suo corpo e la sua mente avevano smesso di funzionare, erano concentrati ad osservare quelle due gocce dorate, fredde e penetranti, così attraenti....
Un grave errore. Infatti eccola lì. Rinchiusa in una delle celle sotterranee del palazzo del Signore dei cani, in attesa della decisione del Gran Consiglio delle quattro Terre.
Quanto tempo era passato? Un'ora? Un giorno? Non lo sapeva. La segreta era buia e non riusciva a vedere niente, inoltre tentare di fuggire in una situazione così delicata sarebbe stato un suicidio.
Prima, grazie ad una candela, Shela poté osservare la cella: era piccola e abbastanza alta, c'era un materasso per dormire, una specie di bagnetto in un angolo. Le pareti erano di roccia e non c'era neanche una finestra, la porta era super blindata e completamente nera.
Una volta che la candela si spense, nella prigione si diffusero freddo e umidità. Lei essendo una youkai non doveva sentire freddo, tuttavia questa volta lo sentì, e non le piacque.
D'un tratto la serratura scattò e alle narici della inu-youkai giunsero vari odori, trai quali quello del suo peggior nemico. Inu-Taisho, seguito a ruota da due suoi sottoposti, entrò nella cella. I due soldati andarono da Shela e con la forza la fecero inginocchiare davanti al loro Signore.
"Qual è il tuo nome, Regina dei Ladri?" Le chiese Inu-Taisho.
"Che importanza ha il mio nome?- Ribatté Shela guardandolo negli occhi con espressione di sfida- Tanto mi ucciderete. E' questa la pena dei ladri, no?"
"Non ti sbagli, ma sono riuscito a convincere il Gran Consiglio a lasciarti in vita- Le rivelò lo youkai sorridendo di fronte alla faccia stupita della ragazza- Resterai a Palazzo, investe di mia cameriera personale. Dovrai esaudire ogni mio più piccolo desiderio o capriccio."
L'espressione di Shela mutò, da stupita ad arrabbiata, da arrabbiata a adirata "Voi non potete!"
"Ohhh se posso, piccola ladra! Ti ricordo che io sono il Signore delle Terre dell'Ovest e dato che ti trovi nel mio territorio, nonché nelle mie prigioni, sei sotto il mio comando!"
Shela s’infuriò ancora di più nel vedergli stampato sulla faccia un sorriso strafottente. Quanto avrebbe voluto cancellarglielo e fargli vedere chi comandava fra loro due! "Non credete di potermi tenere qui, Inu-Taisho! Anche se mi avete catturata non vuoldire che mi arrenderò!"
"E invece ti converrà darmela vinta, visto che non puoi fuggire. Attorno al palazzo c'è una barriera e soltanto con il mio permesso si può oltrepassare"
Con un sospiro di frustrazione, Shela abbassò lo sguardo e la testa. Era stata sconfitta, definitivamente. Chiuse gli occhi per riflettere su un nuovo piano, ma niente. Se non poteva scappare, come se ne sarebbe andata da quel maledetto castello? Volente o dolente sarebbe rimasta, per chissà quanto tempo.
"Shela" Sussurrò la youkai a fil di voce, appena udibile.
Inu-Taisho inarcò un sopraciglio, con espressione interrogativa.
"Shela- Ripeté lei con più forza, riaprendo gli occhi ed alzandoli per incontrare lo sguardo dell'inu-youkai- Shela è il mio nome"
L'inu-youkai sorrise fra sé, soddisfatto della risposta. Prima di quel momento, non era mai stato così impaziente di sapere il nome di una persona, di una donna. Subito scacciò quei pensieri, ritornando in sé. Diede l'ordine di far portare la ladra nel suo alloggio e di farcela restare fino a che non avesse delle mansioni per lei.
Quando i soldati e la ragazza se ne andarono, Inu-Tiasho stette a guardarla, incantato, domandandosi se quella inu-youkai fosse una ladra o un'incantatrice.

-Questo giorno sarà ricordato come il giorno nel quale Inu-Taisho è stato derubato dalla Regina dei Ladri!- Le aveva detto Rioko, prima di partire. Shela sorrise amaramente, di sicuro quel giorno sarebbe stato ricordato, per la cattura della Regina dei Ladri.
La youkai era seduta sul pavimento, con la schiena contro una parete. Il suo alloggio era molto piccolo, come arredamento c'era: un letto, un tavolino e una sedia. C'era anche una finestra abbastanza grande, coperta dalle spesse tende, le quali non facevano filtrare i raggi di luce. Infatti la stanza era buia, come la prigione, solo più calda.
Durante il tragitto dalle segrete agli alloggi, Shela guardò fuori le finestre del corridoio. Era giorno inoltrato, forse era appena passato mezzogiorno.... Era passato più tempo del previsto....
All'improvviso bussarono alla porta ed entrò una vecchia youkai, bassa con i capelli corti e verdi. Appena oltrepassata la soglia scoccò un'occhiataccia a Shela, la quale contraccambiò. La vecchia gettò sul letto le cose che aveva in mano e si avviò versò le finestre. Aprì le tende e i raggi del sole entrarono con tanta violenza che quasi accecarono la giovane.
La vecchia youkai si girò e squadrò la inu-youkai che era ancora seduta sul pavimento. "E così tu saresti la nuova serva di Inu-Taisho-sama- Constatò la vecchia facendo una smorfia di disapprovazione- Io sono Berna, la capo domestica. Quelli sono i tuoi vestiti- Indicò gli indumenti che erano sul letto- Taisho-sama ha invitato a cena i più valorosi generali delle Quattro Terre. Dovrai servire ai tavoli e comportarti bene, se non vuoi essere punita. Se ti faranno un complimento, volgare o meno, accetterai con un sorriso. Se ti toccheranno non reagirai. Chiaro?"
Guardandola con odio misto a rabbia Shela annuì, senza replicare. Se speravano di poterla tenere a bada, si sarebbero ricreduti e molto presto!
"Molto bene- Disse Berna avviandosi alla porta- Ti verrò a chiamare più tardi. Fatti trovare pronta."
Detto questo la vecchia uscì dalla stanza. Shela rimase a guardare la porta, assorta nei suoi pensieri. A quella cena, molto probabilmente, sarà presente anche lui, se non era ancora impegnato nelle sue ricerche, o meglio, nel suo inseguimento.
Non voleva tornare indietro, al suo passato, non lo avrebbe mai permesso! Anche a costo della vita.... Sapeva che con lui non c'era niente da scherzare ed era conscia che se l'avesse trovata, pian piano l'avrebbe uccisa.

"Allora!? Sei pronta!?" Brontolò Berna seccata, bussando alla porta della camera di Shela.
"Sì" Rispose la ragazza, uscendo dalla stanza. Sebbene gli squallidi vestiti, la sua bellezza rimase intatta. Indossava uno yukata molto vecchio, giallo pallido, che nonostante il colore, metteva in risalto i suoi capelli argentati. I capelli erano legati in una coda bassa e al contrario delle altre serve, non indossava il telo che si portava in testa.
Le due si avviarono verso la Grande Sala, stando una a distanza dall'altra. Il tragitto fu silenzioso e pieno di occhiatacce, le quali esprimevano a grandi linee ciò che non si diceva.
La vecchia aprì la grande porta di legno, le youkai entrarono. La Grande Sala era enorme! C'erano vari tavoli rettangolari e seduti c'erano i generali. Shela si guardò in giro. Scrutò ogni tavolo, ogni youkai, lui non c'era. Tirò un sospiro di sollievo, era salva, per il momento.
L'attenzione di Inu-Taisho cadde subito sulla youkai che aveva varcato la soglia. Sorrise nel cedere che la sua bellezza era rimasta intatta, sebbene i vestiti da serva. La guardò a lungo, la vide guardarsi in torno con aria preoccupata e ansiosa, in cerca di qualcuno... Poi la vide tirare un sospiro, ritornando impassibile, come prima.
Shela incontrò gli occhi di Inu-Taisho e lo guardò con odio, imprecando mentalmente contro di lui. I suoi insulti furono frenati da Berna, che le diede un vassoio, con sopra vari cibi ed iniziò a servirli ai tavoli.
Durante la cena, Shela dovette far appello a tutto il suo autocontrollo per non uccidere uno dei generali. Continuavano a palparla e a farle delle proposte indecenti, degne di una sgualdrina.
Il pasto era finito e la maggior parte dei generali se ne erano andati. Era rimasto solo un piccolo gruppetto, che si era concentrato in un tavolo.
La inu-youkai aveva finito di sparecchiare, si stava per allontanare, ma uno degli youkai la fermò prendendola per un polso.
"Guarda guarda chi abbiamo qui!- Esclamò lo youkai leone sorridendo, con un atteggiamento da superiore- La Regina dei Ladri, colei che ci ha derubati. A quanto pare hai trovato qualcuno che ha saputo domarti, dico bene, ladra?"
In tutta risposta Shela gli ringhiò contro, mostrando le due zanne e guardandolo minacciosamente.
"Sapete, Inu-Taisho? Dovreste insegnare le buone maniere a questa piccola impertinente... Ma se volete, sarò ben felice di occuparmene io!"
Inu-Taisho gli lanciò un'occhiata tempestata da fulmini e saette, chiudendo gli occhi in due piccole fessure. Era così minaccioso che lo youkai leone mollò subito la presa e si mise a sudare a freddo. "Fujiyoshi, lo sai benissimo che questo tipo di discorsi mi irritano"
Shela posò lo sguardo su Inu-Taisho. Non poteva credere che l'avesse soccorsa! Anche l'inu-youkai posò gli occhi su di lei. La giovane si riscosse e lo guardò con astio, poi girò sui tacchi e se ne andò.
Quando entrò in camera sua, Shela si appoggiò contro la porta e inconsciamente un sorriso le si dipinse sul volto. Chissà, forse Inu-Taisho non era poi così male infondo.

CONTINUA................................
Fifi: Miei cari lettori, ho una notizia che vi sconvolgerà....................... Inuyasha e Sesshomaru................... sono morti!!!!!!!!!!!!!!!! Evviva!!!!!! Sn morti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Facciamo festa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Finalmente non mi scasseranno più le scatole!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ringrazio la mia prof Soldano che li ha spinti al suicidio!!!!! Dopo neanche un'ora di lezione con lei si sono buttati dalla finestra della 2°A Igea che si trova al quarto piano!!!!!!!!!! Sn morti sul colpo! AHHHHH AHHHH AHHH AHHHH AHHHHHHH!!!!!!!
All'improvviso vedo cadere dal cielo due figure.... purtroppo a me note... Sessho-chan e Inu-chan sn tornati!!
Fifi: Ma come avete fatto °O°!!!!???????
Inu: Abbiamo incontrato quelli di drangon ball... ci abbiamo fatto amicizia e li abbiamo convinti a riportarci in vita grazie al loro super mitico Drago!!!
Sessho: semplice, no?
Fifi: Okkkkkkkk........ Hey voi due!!!!! Cosa avete intenzione di fare con quelle spade!????? O____O
Sessho: Niente di grave.... Sl una squartatina o due.....
Inu: Sì sì!! Ti va???
E fu così che Fifi se la diede a gambe levate, diretta ad ammazzare quelli di Dragon ball!
Sessho e Inu: Bene! Anche questo chappy si è concluso! Aspettiamo tanti ma TANTI commenti!!!!!! Ora andiamo! Dobbiamo ancora uccidere Fifi!!!! Alla prox!!!!!!!!!!!!!!! CIAO CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ^______________________^


 

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Capitolo 3
*** Ladra e Principessa ***



Fifi: Ahhhia che male!!!!! Ciao a tutti!!!!! sn tutta un dolore! Colpa di due inu-youkai che hanno la delicatezza di un elefante!!!!!!!
Inu: Ma che colpa nostra!??? sei stata tu a volerle prendere!!!!!!
Sessho: Gli dò ragione!!!
Fifi: E da quando vai d'accordo con tuo fratello????
Sessho: Da quando abbiamo fondato il club "Organizzazione per l'omicidio di Fifi91!" Sentito lettori?? Chi vuole può iscriversi!!!! Più siamo prima possiamo fare a fette Fifi91!!
Inu: Per di più l'iscrizione è gratuita!! ^___^
Fifi: Ma nn è giusto!!! ç___ç Ce la avete tutti con me!!!! Adesso chiamo il telefono azzurro o il wwf, qualsiasi sia l'organizzazione, vi denuncio!!Prima i dovuti ringraziamenti: KISS!!! KATIA-H!!!!! KAGOME_91!!!!! GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRZIE GRAZIE GRAZIEEE!!!! SIETE STUPENDISSIMISSIMISSIMISIME E GENTILISSIMISSIMISSIMISSIMISSIMISSIME!!!!!!!!!  Grazie a tutte voi!!!!!! Per voi questo new chappy!!!!!!!!!!!! CIAO CIAO!!!!!!!!!!!!! ^_________________^

 
Capitolo tre: Ladra e principessa.

"Maledizione a quella dannata vecchia!" Imprecò a gran voce Shela, mentre rimetteva nel cesto una casacca bagnata e appena lavata di Inu-Taisho e ne prendeva un'altra.
Non ne poteva più di quella dannata youkai di Berna! La stava facendo impazzire e la trattava come un'ignorante! Se fosse stata in Inu-Taisho l'avrebbe cacciata a calci! Già... Inu-Taisho... Ora che ci pensava, era da molto che non lo vedeva... Era trascorso quasi un mese da quando la Regina dei Ladri era stata catturata... Delle sere, dalla finestra della sua stanza, lo vedeva passeggiare nel giardino, pensieroso, con lo sguardo fisso davanti a sé, come se fosse ipnotizzato. Poi si fermava e guardava la Luna... Stava lì per molto tempo... a riflettere, pensava Shela. A volte spostava lo sguardo sulla sua finestra, lei arrossiva violentemente e si schiacciava contro una parete per nascondersi. Ancora non riusciva a comprendere il motivo delle sue reazioni. Perché doveva sentirsi imbarazzata nell'osservarlo? Soltanto una ragazzina con una cotta doveva sentirsi così e lei, di certo, non lo era! Anzi, doveva provare antipatia per lui, per averla umiliata... per averla soccorsa... per averle salvato la vita... Infondo, era indebito con lui.
"Shela sei proprio una stupida!" Mormorò facendo un sospiro.
All'improvviso la inu-youkai avvertì una strana presenza tra gli alberi. Il vento soffiava lievemente, facendo muovere i fili d'erba, i pesci saltellavano nel fiumiciattolo e gli uccelli volavano cinguettando.
Shela si alzò in piedi di scatto, si girò e si mise in posizione da combattimento.
"Hey!! Calma! Calma!- Intimò una voce femminile a lei ben nota, mentre una figura prendeva forma tra gli alberi- Vengo in pace!"
Doveva saperlo. Rioko. Come al solito quella ragazzina non poteva stare fuori dai guai.
"Si può sapere che ci fai tu qui?" Le chiese Shela rimettendosi in posizione eretta.
"Ma guarda che ingrata! Vengo a salvarti e tu mi domandi che ci sono venuta a fare!"
La ragazza uscì dal folto della piccola foresta e Shela poté osservarla nel suo aspetto umano. I capelli erano castani, gli occhi erano riamasti verdi, senza l'aria da felino. Gli artigli e le zanne erano scomparsi e le orecchie erano umane.
"Mi spiace Rioko, ma tu non puoi fare un bel niente" La informò la inu-youkai sedendosi a guardare il fiumiciattolo.
"Potrei sapere il motivo?" Ribatté la hanyou sedendosi a fianco dell'amica.
"Il castello è protetto da una barriera magica. Soltanto con il permesso di Inu-Taisho la si può attraversare"
"Ma come? Io, però, l'ho attraversata come puoi vedere!"
"Forse ha effetto solo sui demoni e non sugli umani."
"Eppure tu sei entrata la prima volta... A meno che....!"
"Fosse una trappola- Concluse per lei Shela alzando lo sguardo al cielo e specchiandosi in quel colore così puro- Era stato Inu-Taisho ad ingaggiarmi. Sapeva che non avrei rifiutato ed ora eccomi qua"
Le due giovani stettero in silenzio per un po'. Rioko non si voleva arrendere! Avrebbe trovato un modo per far fuggire l'amica! Costi quel che costi ce l'avrebbe fatta!
La ragazza si alzò in piedi e guardò Shela con sguardo deciso "Senti Shela, non posso lasciarti qui in questo modo! Deve esserci una soluzione! Vedrai che la troveremo!"
La inu-youkai le sorrise, ringraziandola per il suo appoggio "Purtroppo non c'è maniera di scappare. Le ho pensate tutte, ma niente da fare"
"Ma Shela..." Replicò Rioko, ma un'occhiata di Shela la fece zittire.
La youkai si alzò a sua volta e guardò la hanyou che stava cercando di trattenere le lacrime. "Rioko, ti ringrazio per quello che hai fatto per me in questi due anni. Tu sei la mia migliore amica, anzi, tu sei la sorella che non ho mai avuto e di questo te ne sono molto grata!"
"Ma che dici..? Dovrei essere io a ringraziarti!- Replicò Rioko asciugandosi una lacrima- Se non fosse stato per te, starei ancora in quel dannato palazzo a fare la sgualdrina. Tu mi hai salvato e mi hi accettata al tuo seguito, sarò per sempre in debito con te!"
Con la mente, Shela ritornò indietro nel tempo, a quando era un'adolescente, o quasi almeno. Rammentò di una ragazzina non più giovane di lei di due anni, che veniva trascinata in un corridoio e protestava con tutte le sue forze. Shela andò in suo soccorso, ma il padre la fermò, spiegandole che i mezzi-sangue, come quella ragazzina, dovevano essere trattati come schiavi... in quel caso come una prostituta....
"Se vuoi sdebitarti, Rioko, allora vivi la tua vita. Ritorna dalla tua famiglia... Vai a vivere con gli umani in un villaggio... Tu qui non ci devi stare!"
Un'occhiata della inu-youkai fece capire all'hanyou di non obbiettare, tuttavia, non le impedì di piangere.
"E va bene, Shela... Hai vinto tu....-Si arrese la ragazza sospirando. Si ricompose tornando quella di sempre- Ma non credere che mi dia per vinta! Aspetta e vedrai...! Troverò qualcuno che faccia la caso nostro e allora la Regina dei Ladri sarà di nuovo in libertà!"
Shela sorrise, fiera di quella ragazzina che fino a poco tempo fà, non era altro che una mezzo-demone timida e impacciata.
"Ci conto!" Le rispose la youkai alzano due dita in segno di vittoria. Rioko annuì, salutò l'amica e se ne andò.
La inu-youkai aspettò che la figura della giovane svanisse, poi si girò e scrutò gli alberi. "So che sei lì. Fatti vedere!"
Da un albero scese una ragazza. Un hanyou. Aveva i capelli lunghi e sciolti color corvino, gli occhi erano color del sangue e una piccola cicatrice le solcava la guancia destra. La sua carnagione era bianchissima, quanto il latte, era un po' bassa e molto magra. Vestiva con i soliti vestiti da serva e in testa portava una bandana bianca. Era molto bella quanto giovane.
Shela la osservò per un po', quella ragazza le ricordava qualcuno.... l'aveva già vista... il suo sguardo si soffermò sulla cicatrice dell'hanyou, all'improvviso si ricordò chi fosse. Credeva che non l'avrebbe più rivista, dato che con l'accusa di tradimento si veniva giustiziati.
"Mi dispiace di aver origliato la vostra conversazione, mia Signora- Si scusò la giovane, abbassando lo sguardo e la testa- Non era mia intenzione."
"Non ti preoccupare, Sarah. So che non sei quel tipo di persona che spettegola, o mi sbaglio?"
"Non si sbaglia, mia Signora"
-Non è cambiata affatto!- Notò Shela. Si ricordava di lei, purtroppo era quella persona che si trovava sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato.
"Noto con piacere che sei riuscita a scappare, Sarah. Ne sono felice!" Proseguì Shela sedendosi nuovamente e invitando la ragazza a fare altrettanto.
Sarah esitò nel farlo, poi accettò l'invito. "Sì, in effetti sono stata molto fortunata!- Rispose l'hanyou con un sorriso- Taisho-sama era venuto al castello il giorno dopo e mi salvò."
Chissà perchè centrava sempre Inu-Taisho! Shela non ne rimase poi così tanto stupita, quasi sembrava che quell'inu-youkai la stessa pedinando fin dal giorno in cui era nata!
La inu-youkai rivolse nuovamente l'attenzione sulla cicatrice della ragazza, la sfiorò lievemente con un dito della mano sinistra e la guardò con malinconia. "E questa? E' stato mio padre, vero....?"
Sarah appoggiò la mano destra contro la guancia, annuì, ricordando le violenze subite quel fatidico giorno.
"Mi dispiace tanto...- Sussurrò Shela. Abbassò gli occhi sentendosi colpevole di tutte quelle barbarità- Non ti sarebbe accaduto niente se non fossi scappata da palazzo."
"Ma che dite, mia Signora!?- Replicò Sarah, diventando ad un tratto più decisa- So bene quale motivo vi spinse a scappare, anch'io avrei fatto la stessa cosa! E credetemi, io non mi pento di avervi aiutata, anzi, lo rifarei altre mille volte!"
Shela alzò la testa e guardò la giovane. Nei suoi occhi brillava una luce di ribellione. Le sorrise e mormorò un grazie.
"Sono stata veramente felice di potervi servire, Principessa- Proseguì Sarah contraccambiando il sorriso- Purtroppo non posso dire lo stesso per vostro padre."
"Anch'io provo i tuoi stessi sentimenti, Sarah. Sebbene sia mio padre, non posso dimenticare ciò che fece a mia madre, a me e a tutti voi... Non posso fare a meno di odiarlo."
Sarah si mise a ridacchiare. Shela la guardò con aria perplessa, che c'era da ridere?
"Scusatemi, mia Signora, ma non riesco a non pensare a una cosa buffa- Si giustificò lei una volta calmata- Taisho-sama ha detto la stessa cosa che avete dichiarato voi. Quando gli raccontai della vostra fuga, mi disse che sarebbe stato molto felice di conoscere la Principessa. La cosa divertente è che già vi conosce, ma non fa altro che lamentarsi del vostro spirito indomabile e invece prima lo elogiava. Dice che la Principessa  deve possedere una grande forza di volontà e un gran cuore!"
Shela ne rimase perplessa. I due si erano già conosciuti, anche se in circostanze sgradevoli, ma Inu-Taisho non lo sapeva. Chissà cosa avrebbe detto o fatto una volta saputa la verità!
La inu-youkai sapeva che non doveva rivelare la sua vera identità, o meglio, l'altra faccia del medaglione. Se l'avrebbe fatto, lui lo avrebbe scoperto e sarebbe venuto a portarla via, sapendo che a quel punto lei avrebbe finito di esistere.
Sarah le regalò un bellissimo sorriso per tirarla sù di morale, come se le avesse letto nel pensiero.
"Non vi preoccupate, mia Signora. Non dirò niente a nessuno. Sono certa che lui non vi troverà, e se lo farà, sono ancor più certa che Taisho-sama gli impedirà di farvi del male!"
In qualche modo Shela ci cedette. Sarah aveva ragione, non doveva temere. Nessuno le avrebbe fatto del male, specialmente lui. Ma allora cos'era quel senso di inquietudine e di disagio?
A pochi metri da dove si trovavano le due youkai, su di un albero, stava un'aquila dorata. Si alzò in volo e scomparve nel nulla, diventando tutt'uno con il vento.

CONTINUA......................
Fifi: eccoci alla fine del terzo chappy!!! Il passato di Shela è stato svelato... ma ci sono ancora delle domande senza una risposta.... Chi la sta perseguitando??? Il padre o qualcun'altro???? Cosa centra l'aquila dorata??? Se volete saperlo non perdetevi il prox chappy!!!!!!! Vi aspetto numerosi!!!! Ciao ciao!!!!!!!!!!! ^__________________^
Inu: Ti sei dimenticata una cosa, scema!
Fifi: Ancora qui!!!!! Ma non vi avevo denunciati al wwf!???
Sessho: Sì! ma è risultato che il fifi91 stupidis e scemidis non sia mai esistito e che non sia in pericolo di estinzione!! Quindi ci hanno lasciato andare a condizione di diventare soci!!!
Inu: un piccolo prezzo da pagare, ma almeno siamo liberi!!!
Fifi: ooookey! ma cosa ho dimenticato?
Inu: Lascia perdere lo faccio io!! Aspettiamo tanti commenti!!!!!! e se non commentate io e Sesshomaru veniamo a farvi visita con Tokijin e Tessaiga!
Fifi: bene..... non ho ancora capito se li volete incitare a commentare o a denunciarvi per violenza! Vabbè... Alla prox!!!!!! CIAO CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ^_________________^
 

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Capitolo 4
*** Cielo senza stelle ***


Capitolo quattro: Cielo senza stelle

Inu-chan & Sessho-chan: Eccoci a voi gente!!!!! Pronti per un nuovo chappy???

Inu-chan: Oggi a presentare il capitolo ci saremo io e Sesshomaru…..

Sessho-chan: Dovete sapere che quell’anti sgamo di Fifi, soprannominata Yuventus, ieri sera è stata beccata insieme alla sua amica Gatta a fare degli scherzetti di Halloween… a danno della loro ex-prof. delle medie di Tecnica…

Inu-chan: Dopo un’ora e passa d’inseguimento… i Carabinieri sono riusciti ad acciuffarle!! Movente: VENDETTA CONTRO LA PROFESSORESSA!!!

Sessho-chan: Fatto sta che ora Fifi e Gatta sn in gatta buia!! Ecco come passare una bella serata di Halloween in compagnia di amici!! Attenzione a non finire come quelle due deficienti!!!

Inu-chan: Per maggiori informazioni sull’evento visitate il sito: www.tgcom.it !!!

Sessho-chan: Forza!!!! È venuta l’ora dei ringraziamenti!! Vi presento subito le favolose e super lettrici che ogni volta ci seguono e commentano: YUKI689!!!!!!!!!!! INUYASHA_LAURA93!!!!!!! KATIA_H!!!!!!! GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE INFINITTISSIMISSIMISSIMI A TUTTE VOI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Inu-chan & Sessho-chan: Bene ora senza indugi vi auguriamo una buna lettura!!!! CIAO CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ^___________________________^  

 

Capitolo quattro: Cielo senza stelle.

 

L’aquila volava, scrutando con gli occhi neri la foresta sottostante. Man mano che avanzava, si intravedeva un palazzo. Esso era immenso, circondato da forti e alte mura. Nel giardino c’erano due persone, tra le quali una richiamò a sé l’aquila. Il volatile atterrò sulla spalla del padrone, riferendogli mentalmente ciò che aveva scoperto.

“Allora?- Chiese l’altro con impazienza- Buone notizie, spero!”

“Oh sì, mio Signore!- Rispose il sottoposto con aria trionfante- Finalmente l’ho trovata!”

L’altro sorrise malignamente, pregustandosi la vendetta. Questa volta non se la sarebbe fatta sfuggire, non una seconda volta! Le avrebbe fatto capire che a lui non si disobbediva mai. La sua punizione, pensò lo youkai, sarà molto lenta e dolorosa e finalmente capirà chi fra noi due comanda!

Il demone gettò all’indietro la testa, scoppiando in una fragorosa risata, mentre il vento gli scompigliava i corti capelli neri, simbolo dell’oblio.

 

“Shela!- La chiamò Sarah correndo verso di l’amica- Aspettatemi!”

La inu-youkai si girò e vide l’hanyou spuntare dagli alberi. Il viso era un po’ arrossato e i capelli arruffati, Shela capì subito cosa le fosse successo e sorrise nel vederla così felice. Sarah la affiancò e si avviarono verso il Palazzo.

“Oggi non mi sembrate di buon umore, Shela- Dichiarò la giovane- E’ forse successo qualcosa?”

“Mi sbaglio o ti avevo pregata di non darmi più del voi”

“Oh! E’ vero! Scusate… Cioè volevo dire scusami!!”

Shela non poté trattenere una risata. Quell’hanyou riusciva sempre a metterla di buon umore! “Oggi ho rischiato di arrivare un pugno alla draghessa!”

“Bello come sopranome…! Draghessa…. Sì! Mi ispira!”

“Piuttosto… parliamo di te!- Cercò di cambiare discorso Shela, con stampato sul viso un sorriso malizioso- Chi è lui?”

Sarah si dipinse di un sol colore, rosso accesso. Si guardò in giro imbarazzatissima e in preda al panico. “N-nessuno…!”

Sebbene fosse un sussurro inudibile all’orecchio umano, Shela riuscì a sentirlo. Si fermò e guardò l’amica con divertimento. “ Non me la racconti giusta tu!”

“Va bene, va bene…! Hai vinto!- Sarah tirò un profondo sospiro, provando a sconfiggere l’imbarazzo- Si chiama Grant. È una delle guardie. Dall’aspetto sembra rude e privo di sensibilità, invece è dolce e ha un tocco d’angelo!”

Sarah aveva un’aria assorta e sognate. Era davvero innamorata. Anche Shela lo era stato una volta. Purtroppo si era innamorata della persona sbagliata e da allora si ripromise che non avrebbe donato mai più il suo cuore a nessun uomo. Eppure ogni giorno non faceva che pensare a lui. Ma perché ogni santa volta i suoi pensieri dovevano cadere su quel dannato inu-youkai!??

“E tu, Shela?” Le chiese Sarah, riportandola alla realtà.

“Io, cosa?” Ripeté rincamminandosi.

“Anche il tuo cuore batte per qualcuno?”

“No..” Le rispose con aria pensierosa.

“Ne sei sicura…? Non sembra che tu ne sia molto convinta!”

Il viso di Shela si dipinse lievemente di rosso. No che non c’era! Non poteva esserci! “Non c’è nessuno!”

“Vaaaa bene!” Esclamò Sarah. Le due youkai erano rientrate nell’edificio.

L’hanyou, prima di andarsene per la propria strada, prese da parte l’amica e le sussurrò ad un orecchio. “Non ti abbattere! Secondo me hai delle possibilità!”

Detto questo se ne andò, senza dare tempo a Shela di replicare, anche se lei era rimasta di sasso e non riusciva a parlare.

 

Entrata in camera, Shela sbatté la porta e sbuffò infuriata. Non ne poteva più di quella vecchia draghessa di Berna!! Quella stra maledetta era andata su tutte le furie solo perché l’aveva vista chiacchierare con Sarah!

Andò alla finestra guardò fuori. Il sole era quasi sparito oltre le montagne e la sera stava scendendo. Shela sospirò, un po’ per la rabbia e un po’ per la frustrazione. Per quanto ancora sarebbe andata avanti così? Per quanto ancora sarebbe riuscita a nascondersi? Non lo sapeva. Sapeva solo che non doveva che non doveva farsi trovare e restare nell’ombra.

Shela si appoggiò contro una parete. Era stanca e gli occhi le si stavano chiudendo, tuta colpa degli incubi che la tormentavano ogni notte. Crollò sul letto e chiuse gli occhi, cadendo in un sonno profondo, per niente tranquillo.

Stava correndo a perdi fiato in un bosco. Era tutto buio, il sole non esisteva e non c’era anima viva. C’erano soltanto lei, Shela, e un figura che la inseguiva.

Sentiva la presenza dell’inseguitore farsi sempre più vicina, Shela era disperata, aveva paura, molta paura. Si fece sfuggire un paio di lacrime…. Quasi non riusciva a correre da quanto tremava…

Ad un tratto, davanti a lei, prese forma una figura. Le dava di spalle, i cappelli argentati, una casacca e pantaloni bianchi e blu. Sulla schiena portava una folta e grossa coda bianca e una spada, capace di uccidere centinaia di nemici in due secondi. 

Shela sgranò gli occhi, sia per la sorpresa e per la felicità. Era sicura che l’avrebbe salvata, presa fra le braccai e difesa… lo chiamò a gran voce. Inu-Taisho si girò e la giovane non fece neanche in tempo a raggiungerlo che lui scomparve, lasciandola in balia del suo inseguitore.

All’improvviso la youkai sentì un respiro freddo al col tempo caldo sul collo. Un brivido le percorse la schiena e una risatina di trionfo la fece rabbrividire. “Ora sei mia”.

La risata si fece sempre più profonda e maligna. Shela si girò di scatto e incrociò gli occhi rossi sangue del suo inseguitore, mentre i corti capelli neri di quest’ultimo gli danzavano sul viso.

 

Shela si svegliò di soprassalto, sudata ed ansimante.  Restò sdraiata, era ancora troppo scossa per alzarsi. Ancora quel sogno e ancora quel maledetto youkai! No. Non ci voleva pensare! Era stanca e voleva riposare in pace! Richiuse gli occhi, ma il sonno non arrivava. Forse una parte di lei aveva paura di riprendere ciò che aveva interrotto.

Conscia di non poter più dormire, Shela scostò le coperte e …. –Le coperte!?- Si chiese. Come era possibile!? Si ricordava benissimo di essere crollata sul letto ed essersi addormentata subito! All’improvviso le giunse alle narici un altro odore, lo riconobbe subito: Inu-Taisho. Cosa era venuto a fare nella sua stanza!? Forse voleva divertirsi un po’ con lei…!? No. Improbabile. Per quanto attrazione potesse provare nei confronti di una donna, Inu-Taisho non le sembrava affatto una persona che si lasciava sopraffare dal desiderio carnale.

Shela si alzò ed andò alla finestra. Tirò le spesse tende e guardò oltre la vetrata. Buio. Era già notte! Ma quanto aveva dormito!? A quanto pareva, parecchio!  

La inu-youkai aprì la finestra e con un balzo fu nel giardino. Si incamminò, senza sapere dove stava andando. Non poco distante da dove si trovava la giovane, c’era un ruscello solcato da un ponticello. Shela andò su di esso ed appoggiò le braccia sul parapetto. Si guardò un po’ in giro, il suo sguardo si soffermò su dove, la mattina, aveva piacevolmente chiacchierato con Sarah. L’hanyou si era accorta subito del malumore di Shela, la quale era riuscita a cambiare discorso. La causa, in parte, non era solo quella rompi scatole di Berna, da un paio la giovane youkai era inquieta ed aveva uno strano presentimento, come se qualcuno la stesse osservando. Shela corrugò la fronte, che l’avesse già trovata?

Una mano artigliata la prese per una spalla. La inu-youkai sussultò e si girò di scatto per vedere chi era. I suoi occhi incrociarono due gemme dorate, velate dalla preoccupazione.

 “Shela!?- La chiamò Inu-Taisho- Stai bene!?

“S-si….!-Rispose la giovane ancora spaventata- Certo che sto bene! Perché non dovrei esserlo!?”

“Perché ti ho chiamata ben quattro volte e tu non davi segno di vita!”

Shela lo guardò spazientita e si girò verso il parapetto. “Ero soprapensiero”

Inu-Taisho la imitò, alquanto divertito.  “Scusami, non volevo spaventarti”.

“Non mi sono spaventata”.

“A me è sembrato il contrario…”

Shela sbuffò e lo fulminò con lo sguardo. “Sentite, Inu-Tiasho, non ho alcuna voglia di litigare…”

“Non stiamo litigando, ma discutendo.” La corresse lui interrompendola e facendola arrabbiare ancor di più. A quanto pareva non lo aveva ancora perdonato per la permanenza forzata.

“Quello che è! Non sono dell’umore giusto!”

Tra i due cadde il silenzio. Ogni tanto, Inu-Taisho, guardava di sott’orecchi la ragazza, per capire cosa stesse pensando. Non sapendo come rompere il ghiaccio, lo youkai si guardò intorno, fin quando alzò lo sguardo al cielo. “Stasera c’è un cielo senza stelle”.

Anche Shela guardò in alto, c’era solo la luna, o meglio, uno spicchio di luna, lo stesso che aveva sulla fronte. Le stelle c’erano ma non si vedevano. “Già”.

Inu-Tiasho la osservò e, non sapendo cos’era, provò qualcosa al petto, un lieve dolore. “Potrei sapere cosa ti preoccupa?”

La giovane posò gli occhi sulle iridi dorate dell’inu-youkai, per poi abbassarlo. “Non sono affari vostri- Sussurrò decisa. Ritornò a guardarlo con severità- E poi, a voi cosa interessa? Sono solo una serva, no? Perché vi dovreste preoccupare dei miei problemi?”

“Perché, che tu ci creda o no, io sono alquanto diverso dagli altri feudatari. Ho a cuore i problemi dei miei subordinati e dei miei sudditi, nessuno escluso”.

Shela restò stupita da questa cosa, tutti i feudatari che aveva conosciuto erano avidi ed egoisti, quasi quanto suo padre, così si era convinta che tutti gli aristocratici fossero fatti alla stessa maniera. Lei non si era mai sentita una di loro, anzi, li disprezzava, forse fu proprio per questa ragione che decise di diventare una ladra, o meglio, la Regina dei Ladri. Ma ora doveva ricredersi, c’era una eccezione e quella era Inu-Tiasho.

“Sarah mi ha raccontato di come l’avete salvata”. Gli disse mentre un sorriso curvava le sue dolci labbra.

“Davvero?- Ribatté Inu-Taisho per niente stupito- Quella ragazza è piena di vitalità. Quanto la conobbi capì subito che tipo era e quando feci la conoscenza del feudatario che serviva compresi che rimanendo in quel postaccio non avrebbe fatto altro che soffrire. Così cercai di convincerlo di darla in custodia  a me, ma lui continuava a dire che Sarah era accusata di alto tradimento. Ci volle molto tempo, ma alla fine vinsi io. Una volta giunti a Palazzo chiesi a Sarah cosa fosse successo e lei mi spiegò di aver aiutato la Principessa a scappare dal castello. Me la descrisse per filo e per segno: volenterosa, piena di energia, testarda, altruista e con un gran cuore d’oro!”

Shela quasi non riuscì a trattenere un risata, a quell’elenco mancavano alcuni  aggettivi, ad esempio: arrogante, manesca e vendicativa.

“Questo potrà sembrarti stupido- Proseguì Inu-Tiasho facendo un mezzo sorriso- Ma sebbene io non la conosca di persona, mi bastò quell’elenco per farmi innamorare di lei e mi ripromisi che una volta incontrata le avrei chiesto di sposarmi. Durante i miei viaggi la cercai, chiesi a tutti… ma niente. Non la trovai. Ormai sono passati più di due anni e ancora non mi do per vinto, sono certo che un giorno la troverò e fino a quel momento, non prenderò moglie”.

-Le tue ricerche si sono concluse- Pensò Shela. Senza saperlo, Inu-Taisho aveva sotto gli occhi la principessa che tanto desiderava e amava. Però la giovane era scossa da alcune domande e la sua voce diede vita ad una di loro. “Perché lo state dicendo a me?”

“Se devo essere sincero, non lo so- Sussurrò guardandola negli occhi- Possiamo chiamarla fiducia”.

Fiducia? Si chiese Shela. Inu-Taisho aveva fiducia in lei? In colei che voleva derubarlo? “Perché mi state dando così tanta fiducia? Non ho fatto niente per meritarmela…”

“Perché tutta la mia gente c’è l’ha. Per quale motivo dovrei negarla a te?”

Il viso della inu-youkai si oscurò, facendo diventare i suoi occhi azzurri di ghiaccio, quanto la sua voce. “Io non appartengo alla vostra gente. Io non appartengo a nessuno, né tanto meno a voi”.

Shela decise di andarsene. Inu-Taisho non la trattenne, chiedendosi se involontariamente l’avesse offesa.

A pochi metri di distanza la giovane si fermò e si girò lievemente verso lo youkai. “Grazie per oggi pomeriggio. E se vedete quella draghessa di Berna, avvertitela che non so per quanto ancora potrò resistere dall’ucciderla (adesso si capisce da chi ha preso Sessho-chan^^!! Nd Fifi)”.

Taisho annuì, sorridendo divertito. Draghessa? Si chiese. Davvero buffo come soprannome e perfettamente azzeccato. Osservò la inu-youkai andarsene a passi lenti, ma decisi. Eh sì! Doveva ammetterlo….! Shela non era niente male!

Per quanto potesse risultare allettante l’idea di sposare il Signore dell’Ovest, per i profitti che ne avrebbe tratto, Shela decise di lasciar perdere. Prima o poi la cotta per lei sarebbe svanita, oppure, Inu-Taisho sarebbe morto nella disperazione per cercarla. Le sue ricerche sarebbero continuate, a meno che lei non gli avesse svelato la sua vera identità e questo, pensò la ragazza, sarebbe risultato molto difficile.

Alzò la testa  guardò il cielo, il  quale veniva illuminato dalla bianca e luminosa luna. “Un cielo senza stelle, un cielo senza pensieri…”  

 

CONTINUA…………………………………………….   

Sessho-chan: E anche il quarto chappy si è concluso!!!

Inu-chan: cosa accadrà adesso!??? E domanda ancor più importante… chi scriverà il resto della storia se Fifi è dietro alle sbarre??

Fifi: Non vi preoccupate!! Ci penserò io!!! La vostra super mitica Fifi!!! Appena evasa dalla prigione!!

Sessho-chan & Inu-chan: Ma che ci fai tu qui??? E come cavolo hai fatto a scappare??

Fifi: ma non sapete leggere?? S-O-N-O E-V-A-S-A!!!!!! Non è poi così difficile, no?

Inu-chan: va bene… va bene… ma ci spieghi come tu e la tua amica siete evase?

Sessho-chan: Illuminaci!!

Fifi: Bene…. Partiamo da… Oh sì!! Io e Gatta abbiamo conosciuto Lupin III e la sua banda!!! Ci’abbiamo flirtato un po’… Gatta si è unita a loro, dopo aver scoperto di essere una ladra nata, infatti subito dopo l’evasione mi ha spillato fuori i soldini!!, ed ora eccomi qui!!!

Sessho-chan & Inu-chan: Peccato… la nostra carriera di presentatori è finita!!!  ç_____ç!!!

Fifi: sì!! Giù per lo scarico!! Bhè…! Se le lettrici me lo chiederanno potrei farvi rimanere!!

Sessho-chan e Inu-chan: ç____________________________________ç!!!!

Fifi: con quelle facce da cani bastonati magari riuscirete a commuovere qualche lettrice!!! Vabbè…! Dopo la mia fuga da Alkatraz rieccomi qui!!! Spero tanto che il chappy vi sia piaciuto!!! E non aspettatevi tanto presto un mio aggiornamento!!! La scuola mi sta torturando!! Non ne posso più!!! Mi rallegro pensando che anche domani starò a casa!!! EVVIVA ^____^!!!! Bene!!! E’ giunta l’ora dei saluti!!!! Alla prox!!!!!!!!!!!!! CIAO CIAO!!!!!!!!!!!!!!! ^______________________________^        PS. Commentate in tanti!!! 

  

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Il bambino veggente ***


Fifi: Rieccoci con il quinto chappy

 Fifi: Rieccoci con il quinto chappy!!!! Per prima cosa mi scuso per il ritardo…. Purtroppo la scuola mi sta massacrando… in questo ultimo periodo i profe ci stanno facendo fare verifiche ed interrogazioni a go-go!!!!! E in più ho avuto i colloqui martedì!!!! Sn andati bn…. Ma devo dire che devo ringraziare il grande capo in persona per essere ancora viva!!! Fortunatamente ha impedito che mia sorella maggiore mi staccasse la testa a morsi!!! Purtroppo è molto severa sul tema: SCUOLA!!!! Peggio di una madre!!!

Inu-chan: Ecco la sfiga di avere fratelli o sorelle maggiori!!! Scassano sempre le scatole!!!

Fifi: Giusto U.U!!!!! oppure tentano di uccidersi a vicenda!!! Un esempio: tu e Sessho-chan!!!

Sessho-chan: Ho sentito nominare il mio bellissimo nome!!! Che centro sempre io???

Inu-chan-che-se-la-sta-per-dare-a-ga-be-levate: N-nulla!!!

Fifi: Inu-chan sta dicendo che sei un vero rompi scatole per nn dire qualcosa di più volgare!!!

Sessho-chan: Inu-chan!!!! TI AMMAZZAOOOOO!!!!!!!!!!! >_______<

Fifi. Che stronza che sn!!!! Eh eh!!! Voi due!! Prima di spaccarvi la testa a vicenda, venite a ringraziare le nostre lettrici che si sn lasciate commuovere dai vostri occhioni dolci!!!

Sessho-chan & Inu-chan: GRAZIEEEE!!!!!!!!! ^__________^ -e ripartono all’attacco!!-

Fifi: Okkkeyyy!!! Allora… è venuto il momento dei ringraziamenti: KATIA_H!!!!!!!!! IVI92!!!!!!!!!!!!!! GRAZIE GRAZIE GRAZIEEE INFINITE RAGA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! CIAO CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ^_______________________^

Inu-chan & Sessho-chan: TI AMMAZZOOOOO!!!!!!

Fifi: Vado a vedere se si può fare qualcosa per loro….!!!!! Sperando che nn mi mettano in mezzo!!!!

 

Capitolo quinto: Il bambino veggente.

 

ANF!!! ANF!!!!! ANF!!!!

 

Un bambino correva a perdifiato. Delle volte dava un’occhiata dietro di sé, per constatare quanta distanza c’era fra lui e i suoi inseguitori. Dai suoi piccoli occhi verdi sgorgavano mille lacrime, aveva tutto il viso rosso ed imperlato di sudore. La sua frangetta castana era appiccicata alla fronte, la quale era piena di tagli e graffi, quanto il suo corpo.

“Corri quanto vuoi moccioso!” Gli gridò uno degli inseguitori.

“Non ci sfuggirai!” Aggiunse un altro.

Il cuore del piccolo batteva forte, sia per la corsa sia per la paura. Tremava e non sapeva dove stesse andando, gli importava solo di scappare da quell’orribile posto.

Ad un tratto il bambino inciampò in una radice e cadde, procurandosi nuove sbucciature. Sbatté violentemente la testa e rimase steso ed immobile sul terreno. Non aveva più energie per alzarsi. –Per me…. Ormai è la fine…- pensò malinconicamente. Sentì che gli youkai che lo stavano inseguendo lo avevano raggiunto. Non riuscì a capire ciò che dicevano, sentiva solo le loro risate maligne e beffarde. Gli occhi gli si stavano chiudendo e prima di perdere completamente i sensi, nella sua mente riapparve il viso di una ragazza, un’inu-youkai, colei che definivano: la Regina dei Ladri.

 

Il vento soffiava lievemente, movendo appena i capelli di Shela. Era il suo giorno libero. –Finalmente è giunto!- Pensò sorridendo. Per una volta  poteva starsene tranquilla, senza Berna tra i piedi! Quanto era felice!!

“Shela!!” La chiamò Sarah che si stava dirigendo verso di lei.

Shela si sporse dal ramo su cui era sdraiata e la vide. La ragazza aveva un’aria sconvolta e spaventata.

“Cos’è successo, Sarah!?” Le chiese scendendo con un balzo.

“Mi spiace disturbarti, ma devi venire assolutamente con me!! È un’emergenza!!”

Shela si fece condurre dall’hanyou nelle stalle. Su un giaciglio di paglia stava un bambino umano, più morto che vivo. Il piccolo corpo era pieno di tagli e lividi. Il sangue incrostato lo ricopriva quasi tutto e i suoi vestiti erano ridotti a brandelli.

Chinato su di lui stava uno youkai, una guardia. Era molto muscolo, i capelli erano neri e corti, raccolti in un codino (Miroku style!!), le sue mani erano grandi e artigliate, che facevano quasi paura, potevano spezzarti in due con una leggera pressione! Tuttavia facevano traspirare anche delicatezza e dolcezza, come, altronde, il suo corpo. Shela intuì subito chi fosse, Grant, il principe azzurro di Sarah. Lui appena sentì la loro presenza si girò e fece notare alla inu-youkai i tratti severi e duri del suo volto, con labbra sottili, un naso perfetto e due occhi gelidi e al col tempo teneri.

“Che gli è successo!?” Chiese Shela chinandosi sul piccolo.

“L’ho trovato già privo di sensi sul confine, tra l’Ovest e il Sud- Rispose Grant- Dei demoni lo stavano per attaccare, fortunatamente sono arrivato giusto in tempo per salvarlo.”

“Bene, ma perché lo avete portato qui e non da Taisho-sama?”

“Perché questo bambino appartiene al villaggio del regno nemico del nostro Signore.”

“E come fai a sapere che è un nemico!? Potrebbe appartenere a un villaggio sul confine!”

Questa volta fu Sarah a rispondere. “Shela, guarda il braccio sinistro del bambino.”

Shela fece come le era stato detto. Prese fra le mani, molto delicatamente, il braccio inerme del ragazzino. Sgranò gli occhi e trattenne il fiato per qualche secondo, l’arto era stato marchiato con lo stesso stemma del suor regno! Quindi apparteneva al villaggio a cui faceva capo suo padre! Ora iniziava a capire molte cose…!

Shela alzò gli occhi verso Sarah, dopo essersi scambiate un’occhiata al quanto perplessa, quest’ultima annuì, affermando i pensieri della youkai.

“Se ora volete scusarmi, signorine, devo tornare al mio lavoro. Se no, chi lo sente il capo!”

“Sì- Rispose Sarah- Va pure. Ci occuperemo noi del bambino.”

Grant annuì e dopo un inchino se ne andò.

“A quest’ora Inu-Taisho si sarà accorto di lui- Disse Shela indicando il ragazzino ancora aprivo di sensi- Grazie alla barriera magica.”

“Veramente no- Spiegò Sarah iniziando a curare il ferito, subito aiutata dall’amica- A quanto pare fra L’ovest e il tuo regno si sono aperte delle ostilità…”

“Ostilità!?- L interruppe la inu-youkai aggrottando leggermente la fronte- Jinko (nome molto schifoso ma nn mi veniva in mente latro!!! Nd Fifi Strano!! Nd inu-chan Nn scassare le scatole tu!! Nd Fifi) non è poi così vasto… è solo un pezzo del regno del Sud… mi chiedo cosa centro con l’Ovest.”

“Anch’io mi sono posta le tue stesse domande, tuttavia non ne ho trovato risposta. Forse centra la crudeltà di tuo padre. Nemmeno Grant né sa nulla!- Fece un pausa- Comunque, ritornando al discorso della barriera, a quanto pare è quasi sparita, per consentire l’accesso e l’uscita dei soldati.”

“Capisco…- Fu la risposta di Shela- Ma perché non volete che Inu-Taisho sappia del bambino?”

“Bhé, io glielo avrei detto, ma ci sono dei soldati che ancora non si fidano completamente di lui… c’è chi dice che se lo trovasse lo ucciderebbe o cose del genere.” 

“Tra cui Grant?”

“Sì- Sopirò- E’ stato lui a chiedermi di mantenere il silenzio.”

Shela annuì, senza aggiungere latro. Ora capiva perché Inu-Taisho dava così facilmente la sua fiducia, per averne in cambio.

Le due youkai continuarono a curare il piccolo. Finirono al tramonto, ci avevano impiegato tutta la giornata, ma ne era valsa la pena! Il ragazzino era fasciato e le ferite non sanguinavano più. Delle volte si dimenava nel sonno, imprenda dalla febbre e dagli incubi, e mormorava parole incomprensibili.

“Shela, è forse meglio che tu vada, prima di destare qualche sospetto. Mi occuperò io di lui.” Disse

Sarah asciugandosi la fronte che era bagnata di sudore.

“Anche tu , però, potresti destare dei sospetti.” Ribatté Shela avviandosi con l’hanyou verso l’uscita.

“No, non credo- La contrariò la ragazza scotendo al testa con un sorriso ironico- A Berna non interessa niente di me, le importa solo di te. Sta aspettando l’occasione giusta per farti buttare fuori a calci!”

“Se prima io non la uccido!- La youkai non riuscì a trattenere una piccola risata- In questo periodo sto meditando su questa scelta e sto cominciando a pensare di metterla in atto!”

Le due risero, ma ritornarono subito serie. Shela fece scorrere lo sguardo dal bambino a Sarah. Chissà quante ne aveva passate, povero piccolo! Il suo corpo era percorso da una profonda rabbia, nei confronti di suo padre. Il Signore del Sud non aveva mai alzato un dito, dato che si beveva tutto quello che gli diceva suo figlio, Kion, il suo promesso. Lei non poté dimenticare ciò che aveva fatto a lei e a tutti quanti, ovviamente con l’auto di suo padre,anche se Shela non lo considerava più come tale.

Augurando la buona notte, la inu-youkai se en andò, mentre le tenebre avvolgevano tutto.

 

Passarono tre giorni. Il piccolo stava guarendo, e anche piuttosto in fetta, grazie all’unguento speciale che Shela e Sarah gli avevano applicato. Le due youkai riuscirono ad alternarsi, mente una lavorava, l’altra assisteva io ferito. Delle volte anche Grant le aiutava, seppur raramente, purtroppo era molto impegnato.

Finalmente, al sera del terso giorno, il bambino mosse appena le palpebre. Si stava svegliando.

“Sarah! Shela!- Le chiamò Grant che era rannicchiato sopra il ragazzino- Venite, il nostro piccolo amico sta riprendendo conoscenza!”

Il bambino aprì piano gli occhi, sbatté più volte le palpebre per adattarsi alla luce emessa dalle torce. La vista era un po’ sfuocata, su di sé vide tre macchie, tre volti. All’inizio si spaventò, pensando che fossero i soldati da cui era riuscito miracolosamente a fuggire, poi si rilassò, una volta che i tre volti avevano preso una vera e propria forma. Si trattavano di due graziosissime fanciulle e di un uomo, dall’espressione severa. Erano degli youkai, constatò lui, avevano le zanne e gli occhi avevano un taglio diverso da quello umano.

“Finalmente ti sei svegliato, piccolo!- Gli disse con voce confortante Sarah- Ci hai fatto prendere un bello spavento!”

Il bambino provò a dire qualcosa, ma dalla sua bocca uscirono dei mugolii, tuttavia Shela capì cosa voleva dire. Ella prese una ciotola d’acqua e mise un braccio dietro le spalle del piccolo e lo alzò, aiutandolo a bere.  Lui mandò giù tutto d’un fiato l’acqua, quasi come se avesse paura che qualcuno chela potesse rubare.

“Piano… piano….” Lo ammonì Shela riadagiandolo sul giaciglio.

“G.-Garz…ie...“ Mormorò il ragazzino, posando i suoi occhi verdi sul volto della inu-youkai. Li sgranò leggermente, incredulo. Quella ragazza era la stella della sua visione! Mosse la bocca, ma ancora niente, non riusciva a parlare.

“Non ti preoccupare, piccolo. Ora sei al sicuro- Lo rassicurò Sarah con un caldo sorriso- E’ meglio che non ti sforzi.”

Lui restò a guardare i tre youkai, scrutandolo uno ad uno. Sì. Finalmente poteva sentirsi veramente al sicuro! Di colpo la stanchezza si fece risentire e si abbandonò nuovamente al mondo dei sogni.

 

Passarono altri due giorni, il bambino, Ciku, si stava rimettendo molto bene. Riusciva a parlare, però non doveva sforzarsi. Inu-Taisho non sarebbe riuscito a percepire la sua presenza, dato che il suo odore si confondeva con quello del fieno. Inoltre per Ciku non era un problema stare nella stalla, la paglia lo teneva caldo durante la notte, nella qualche c’era un’arietta piuttosto fresca. Shela, Sarah e Grant ogni volta che potevano gli portavano del cibo e  dell’acqua.

Una sera i tre andarono a trovare Ciku. Sarah gli controllò le ferite, mentre Shela e Grant parlavano sotto voce.

“Benissimo! Stai guarendo molto bene, Ciku!” Osservò Sarah.

“Bhè.. questo lo devo a voi… vi ringrazio tutti…!” Mormorò il bambino timidamente, appoggiando la schiena contro la parete.

”Guarda che non ci devi sempre ringraziare.” Gli disse Shela con un sorriso.

Ciku arrossì ed annuì, alquanto imbarazzato.

“Potremmo sapere quanti anni hai?” Gli chiese Grant sedendosi vicino a lui.

“Otto…”

“Un po’ pochi per girovagare in un bosco infestato di demoni, per di più da solo!” Osservò lo youkai con tono severo ed aggrottando la fronte.

Il ragazzino non rispose, abbassò lo sguardo, mortificato, come un bambino che riceveva una bella lavata di capo dal padre.

 Sarah se ne accorse e diede al fidanzato una pacca sulla spalla.

“Grant! Non essere così severo con lui!”

Lui cercò di difendersi, aprì la bocca ma la richiuse subito, quando vide passare negli occhi dell’hanyou un lampo minaccioso.

Ciku e Shela si coprirono con una mano le bocche, cercando di reprimere una risata. Quello, però, non era il momento adatto per ridere, era il momento di dare delle risposte e, questo, Shela lo sapeva.

“Ciku, ti andrebbe di raccontarci il perché ti trovavi in quel bosco?” Gli domandò quest’ultima mettendosi al fianco di Sarah.

Ciku non risposte subito, cercava le parole giuste. Alla fine sospirò e si accinse a raccontare. “Per prima cosa, è bene che voi sappiate che io posseggo dei poteri magici… posso prevedere il futuro.”

“Quindi, un bambino veggente” Annotò Grant grattandosi il mento pensieroso.

Il bambino annuì, tenendo lo sguardo abbassato per non far vedere il dolore che si celava all’interno. “Non ho controllo sui miei poteri, le visioni mi appaiono quando meno me lo aspetto, soprattutto quando dormo. Non so chi fosse stato, ma qualcuno svelò il mio segreto. Così il nostro Signore venne al villaggio e cercò di violentare mia madre, con lo scopo di concepire un figlio con le mie stesse capacità… lei si oppose con tutte le sue forze e riuscì a ferirlo e lui giurò che gliela avrebbe fatta pagare, a lei e ai suoi figli.”

Ciku si fermò, troppo scosso per continuare, troppo spaventato ed addolorato dai ricordi.

“E tuo padre?” Gi domandò Sarah.

“Mio padre è morto molto tempo fa….- Chiuse gli occhi per qualche secondo facendo una pausa, poi li riaprì- La sera della mia fuga ebbi una visione, nella quale vidi mia sorella, Kioko, che piangeva, ricoperta di sangue in uno dei campi del villaggio…- Deglutì a stento, mentre le lacrime gli rigavano il viso- Quando la ebbi stavo dormendo. Mi svegliai di soprassalto e cercai mia sorella, ma nel suo letto non c’era. Temei il peggio… andai nel campo e la vidi… urlava, piangeva, supplicava… mentre le guardie la stavano stuprando…” Qui non ce la fece più e Ciku scoppiò a piangere.

Sarah lo abbracciò, come una madre fa con il figlio per consolarlo. Lei gli mormorava parole dolci e di incoraggiamento. Grant scosse la testa e si passò una mano sul viso. Shela, invece, strinse i pugni per la rabbia. Conosceva solo un bastardo, figlio di puttana, oltre a suo padre, capace di poter fare quelle cose e gliela avrebbe fatta pagare molto cara. Oh, come gliela avrebbe fatta pagare! Lo avrebbe ucciso, senza pietà!!

Ciku si calmò e si staccò lievemente dall’hanyou. “Ero fuori di me… presi un bastone e li attaccai. Loro mi risero in faccia e mi respinsero. Mi girarono di spalle ed io ne approfittai per rubare un pugnale ad uno dei tre youkai. Affondai la lama nel fianco di uno di loro. Si arrabbiarono ed io cominciai a correre. Mi inseguirono. Riuscii a scappare solo per poco, ma quel che bastava per portarli abbastanza lontani da mia sorella.”

“Sei stato molto coraggioso!” Esclamò Sarah stringendogli una mano.

Ciku alzò lo sguardo sulla ragazza e si sforzò di sorridere. Poi i suoi occhi si posarono sul volto di Shela, con una scintilla al loro interno. “Prima di svenire, mi riapparve l’immagine di colei che ci salverà, ovvero, voi Shela, Regina dei Ladri.” 

Shela sgranò leggermente gli occhi blu, in parte stupita, tuttavia sapeva che prima o poi si sarebbe battuta contro i suoi nemici. Appoggiò una mano sulla testa del bambino, in una carezza.

“Mi potresti descrivere tua sorella, Ciku?”

Lui annuì. “Ha due anni in più di me. Alta, magra, capelli lunghi del mio stesso colore e gli occhi di uno splendido marrone. È molto solare, sul suo viso ha sempre stampato un sorriso, capace di infondere grande serenità! Per questo l’ammiro molto! È dolce, responsabile e generosa! Perché me lo avete chiesto?”

“Nulla, solo curiosità- Shela scosse leggermente la testa- Si vede che le vuoi molto bene. I sono figlia unica e quindi non cosa vuol dire avere una sorella, anche se per due anni ne ho avuta accanto una.”

La inu-youkai si alzò e sorrise al ragazzino. “Ti ringrazio per averci raccontato la tua storia, seppur dolora, Ciku. Hai una grande forza d’animo e sei molto coraggioso. I tuoi genitori saranno molto fieri di te!”

“Vi ringrazio, Shela!” 

“Ti prego, smettila di darmi del voi. Siamo amici, Ciku, quindi ti chiedo di rivolgerti a me con il tu.”

“Va bene!”

Shela annuì e si diresse verso l’uscita. Come se le avesse letto nel pensiero, Sarah la seguì. Una volta fuori dalla stalla, l’hanyou fermò la youkai, prendendola per un polso.

“Shela, non avrai intenzione di…”

“Certi che sì!” La interruppe l’altra liberandosi dalla stretta di Sarah e rincamminandosi a grandi falcate verso il Palazzo.

Sarah la seguì, sospirando. “Non farlo! Lo sai che ti uccideranno!”

La inu-youkai sembrava non ascoltarla, infatti procedette, finché la ragazza non le si parò davanti, bloccandole il cammino.

“Ti prego, Shela! Non puoi aspettare per attuare la tua vendetta!?”

Lo sguardo di Shela si addolcì, scrutando il viso preoccupato dell’amica.

“Non ti preoccupare. Non è ancora giunto il momento della battaglia finale! Andrò al villaggio e porterò qui la famiglia di Ciku!”

“E a Inu-Taisho non ci hai pensato!?”

Era vero! Si era completamente scordata di lui! Fece spallucce con aria da indifferente. “Mi verrà in mente qualcosa.”

Shela, seguita a ruota da Sarah, andò in camera sue ed indossò i suoi vecchi abiti da ladra. Nell’armadio teneva i suoi inseparabili pugnali, sottratti con l’inganno a Berna. Se li legò alla vita e si mise il mantello.

Le due ragazze uscirono nuovamente. Stettero in silenzio per un po’, fissando un punto nel vuoto.

La youkai fece un passo in avanti, pronta a partire.

“E’ un suicidio.” Le disse Sarah chiudendo le mani a pugni.

“Lo so.”

 

CONTINUA…………………….

Inu-chan & Sessho-chan: IO TI AMMAZZOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Fifi: Eeeee amòòòòò!!!!! Ci risiamo!!! Due secondi fa vi avevo divisi, uno con la testa sotto terra e l’altro in un albero!!! Ma che vi devo fare!????

Inu-chan & Sessho-chan: IO TI AMMAZZOOOOO!!!!!

Fifi: Niente da fare!!! E va bene… mi rivolgo a voi, oh mie generose lettrici!!! Che punizione devo infliggere a questi due poveri rimbecilliti???? Non so più che fare per farli star buoni!!!

Inu-chan & Sessho-chan si fermano e si riparano in un posto ben appartato e si bisbigliano qualcosa nell’orecchio!

Fifi: Hey!! Voi due!!! Che state confabulando???? Sn curiosa!!! Voglio sapere anch’io!!!!! ^__^

Inu-chan & Sessho-chan-rivolti-alla-povera-sfigata-di-Fifi: IO TI AMMAZZOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Fifi: AHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E fu così che me la diedi a gambe levate!!!! AH! Quasi stavo dimenticando: COMMENTATE IN TANTI E PREGATE I VARI DII AFFINCHE’ MI SALVINO LA PELLE!!!! HELP ME!!!!!! >o< PS. BUONISSIMISSIMISSIMISSIMISSIMEEEEEEEE VACANZE!!!!!!!!!!!!!!!

 

 

 

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Capitolo 6
*** Lei morirà! ***


Capitolo sesto: Lei morirà

Fifi: Hey.... Ciao! Come va? Non siete arrabbiati... vero... ^____^''''!?? Bè, spero proprio di no...

Inu-chan: Io ti consiglio di andarti a nascondere!

Fifi: Bè, mi dispia stra tanto di questo grandissimo ritardo... Fra la scuola e altri impegni!! Già in questi giorno sono sclerata contro la mia super odiatissimissimissimissima Prof. Soldano! Nn vi sto a raccontare tutto, se no qui non si finisce più! Cmq resta il fatto che è una grandissima S******A!!!!

Sessho-chan: Sì, ma tu sei un caso a parte! Scleri contro tutti!!!

Fifi: Non è vero! Cmq uno dei motivi che non mi hanno potuto far aggiornare è che il mio gatto è scomparso!!! Non si trova più!! Ho chiamato "Chi l'ha visto?"... Ma nit da fare...!

Inu-chan: Immagino il perchè se ne andato...!

Fifi: Hey! Solo perché è il 12° di una lunghissima fila di gatti che mi sono scomparsi nell'arco di sette anni non vuoldire che non mi voglia bene!!

Sessho-chan: Infatti... A quanto pare tutti i tuoi gatti ti volevano bene!!

Fifi: Vabbè... Sorvoliamo... Sprero che voi lettori possiate perdonarmi per questo ritardo!!! Purtroppo sarà sempre così, ma ormai ci avete fatto l'abitudine, no ^___'? Bene ora bando agli indugi e ringraziamo le nostre fidate lettrici: KAGOME 91: GRAZIE MILLISSIMISSIMISSIMSSIME!!!!!! Sono felice che ti sia piaciuto il personaggio di Ciku! Puntavo proprio a questo!!! KATIA_H: UN IMMENSISSIMISSIMISSIMISSIMISSIMO GRAZIE ANCHE A TE!!!!! Sei troppo forte!! Per quanto riguarda Sessho… Mancherà ancora un sacco di tempo prima che nasca…. Prima Inu-Taisho e Shela devono mettersi assieme! ED ORA ACCOGLIETE CON UN FORTE ED IMMENSO APPLAUSO LA NOSTRA NUOVA LETTRICE ARIA!!!!!!!: UN DOVEROSSIMSSSSIMISSIMISSIMO GRAZIE PURE A TE!!!! Ti ringrazio per gli splendidi complimenti… Quando ho letto il tuo comemnto sono diventata bordò!! Ma ti prego… Continua ^____^’’’’’!!!! CONTINUATE A SEGUIRCI!!!!! A voi questo chappy!!!!!

Inu-chan: Uffi! Volevo dedicarlo io il chappy! >____

Fifi: Zitto e accontentati della mansiione che ti ho assegnato!

Sessho-chan che sta spolverando con indosso una divisa da cameriera: Infatti! Lavora!!

Inu-chan mentre stra pulendo il pavimento: Grrrrr!!!!

Fifi: Commentate in tanti!!! Alla prox!!!! CIAO CIAO!!!!!!! ^________________________^ 

 

Il Primo Amore Di Inu-Taisho.

 

Capitolo sesto: Lei morirà!

 

Le ombre del bosco soggiogavano ogni cosa. Gli animali si nascondevano nelle loro tane, terrorizzati dalla forte tensione che c’era nell’aria. Una figura alta e snella, con indosso un mantello nero, correva veloce con una grande rabbia e sete di vendetta. Ancora poche ore e sarebbe giunta al villaggio.

Sebbene la sua ira fosse grande, Shela sapeva che non poteva scaricarla, e così punire quei bastardi di suo padre e di Kion. Non era ancora abbastanza forte per farcela, avrebbe avuto bisogno d’aiuto. Intanto si sarebbe limitata a salvare la famiglia di Ciku.

 

“Accidenti a quella testona!” Imprecò Sarah sottovoce. Dopotutto doveva sapere che non sarebbe mai riuscita a convincerla. Guardò il punto in cui Shela era sparita. Sorrise. “Spera di tornare ancora tutta intera o ci penserò io a farti fuori!”

L’hanyou si girò e si diresse verso la stalla. Era così soprapensiero che non si accorse di una fortissima presenza demoniaca, infatti non appena vide Inu-Taisho davanti all’entrata le venne quasi un colpo!

Inu-Taisho era appoggiato contro la porta, con le braccia portate al petto ed incrociate. Aprì gli occhi dorati e li soffermò sull’hanyou, osservandola.

Sarah era impietrita. Non sapeva né cosa dire né cosa fare. Deglutì pesantemente. Anche se sapeva che l’inu-youkai era buono di cuore, non poté temere il suo sguardo freddo.

“B-buona sera Taisho-sama.” Lo salutò lei con voce incerta.

“Buona sera anche a te Sarah- Contraccambiò lui mettendosi in posizione eretta ed allungando le braccia lungo i fianchi- Potrei sapere perché ti trovi qui fuori?”

“Bè.. Non riuscivo a dormire…” Mormorò la giovane abbassando lo sguardo.

“Certo… Sarah non sei brava a mentire. Ti si legge in faccia che questa è una bugia.”

La ragazza stette in silenzio, con aria colpevole. Quindi Inu-Taisho proseguì.

“So cosa, o meglio, chi tu, Shela e uno dei soldati state nascondendo. L’ho sempre saputo. Il tempo dei segreti è finito.”

Sarah continuò a tenere la testa china e tacque nuovamente. L’inu-youkai si voltò per metà e tenne gli occhi sulla sua interlocutrice.

“E allora…? Cosa aspetti?”

“Mio Signore?” Gli domandò Sarah incerta.

“Vuoi o non vuoi farmi vedere il bambino umano?” Spiegò lui indicando la porta.

“Ah!”

La giovane si affrettò ad aprirla, così entrò nella stalla seguita dallo youkai.

Ciku stava dormendo su un fianco, tranquillo, come se nulla esistesse. Inu-Taisho lo studiò a lungo in silenzio, mentre Sarah faceva scorrere lo sguardo sui due, chiedendosi cosa sarebbe accaduto più tardi.

“Sta guarendo molto bene- Commentò impassibile il Signore dell’Ovest- Quando era arrivato a Palazzo perdeva molto sangue vero, vero?”

“Sì, ma voi come avete fatto a scoprirlo?”

Inu-Taisho sorrise divertito. “Non è così facile ingannare il mio fiuto.”

Anche gli angoli della bocca di lei si curvarono in un sorriso. L’aveva presa bene dopotutto.

“Vorrei sapere perché non me lo avete detto- Disse l’inu-youkai posando il suo sguardo sulla giovane- Posso capire il soldato e Shela…. Ma tu, Sarah…”

“Io volevo chiedervi aiuto!- Si giustificò lei prontamente. Accorgendosi della sua audacia, indietreggiò di un passo abbassando gli occhi- Ho giurato a Grant, il soldato, di mantenere il silenzio, così ha fatto anche Shela. Non so per quale ragione, ma ci sono ancora dei soldati che non si fidano ancora completamente di voi…”

“Questi soldati, come tutti, sono uomini tesi a combattere e servire il loro Signore. Sono passati da Palazzo a Palazzo, combattendo sanguinose guerre e, molto probabilmente, hanno dovuto servire dei Signori senza cuore, così convincendosi che nessuno può essere buono e giusto.”

“Ma voi non siete come credono i soldati! Siete il contrario!”

“Ti ringrazio, Sarah, ma ti assicuro che in guerra non sono altrettanto. Queste cose spingono i lati nascosti di una persona ad emergere e così prendere il sopravvento. Tuttavia bisogna restare lucidi per vincere.”

“Capisco…”

Stettero in silenzio. Sarah era molto felice del fatto che Inu-Taisho non se la fosse presa, anche se di sicuro un po’ era offeso.

D’improvviso dei lamenti ruppero la quiete, i due youkai si girarono verso Ciku, era stato lui ad emetterli, e da quanto si dimenava, sembrava fosse in preda ad un incubo.

Subito la giovane gli fu a fianco, prendendogli una mano fra le sue e sussurrandogli parole di conforto. Ma furono vane.

Il bambino sudava molto e continuava a scuotere la testa, mormorando parole incoerenti.

“Bambino…”

Inu-Taisho si inginocchiò di forte a lui, preoccupato.

“Demone..- Continuò Ciku- Sangue… Tanto sangue…”

Lo youkai e l’hanyou si scambiarono un’occhiata perplessa, che cosa stava sognando!?

“Bambino spaventato…”

 

-Inizio Visione-

 

Tutto era avvolto dalle fiamme. Ciò che rimase del villaggio furono solo le ceneri. Gran parte della popolazione era morta e i loro cadaveri erano stati reclamati dal fuoco.

Due youkai si trovavano al centro di quell’inferno. Uno era un uomo, uno youkai-falco; alto ed imponente, con i capelli corti e neri e gli occhi scarlatti. Indossava vestiti degni di un principe e l’armatura  sembrava impossibile da penetrare. Un sorriso malvagio prese forma sul suo viso quando vide la sua avversaria, una inu-youkai, cadere in ginocchio, premendosi una mano sulla ferita appena aperta sul fianco sinistro.

 “M-maledetto….- Sussurrò quest’ultima respirando con la bocca, mentre un nuovo flotto di sangue le sporcava il mento di rosso- CHE TU SIA DANNATO, KION!!”

In tutta risposta l’altro rise… Una risata beffarda…

Ad assistere a tutto ciò, fuori dalle fiamme, stava un bambino… Sui sei anni. Dai suoi occhi color ambra traspiravano la rabbia.. La paura… Lo sconforto.. L’odio. Per la prima volta ebbe paura, così tanta da non riuscire a muoversi.

 

-Fine Visione-

 

“No….- Mormorò Ciku continuando ad agitarsi- Morirà…”

A quelle parole Sarah ed Inu-Tiasho rivolsero nuovamente l’attenzione sul piccolo.

“Shela…”

Entrambi sgranarono gli occhi e trattennero i respiro, con un nodo alla gola.

“M-morirà…- Fiumi di lacrime gli rigarono il viso- Lei.. Morirà…”

I due fecero fatica ad assimilare quelle parole. Non poteva accadere! Sarah sussultò, sentendosi in colpa. Non aveva fatto niente per fermarla.. Shela sarebbe morta, tutto per colpa sua! No, non lo avrebbe permesso!

La ragazza si voltò verso l’uscita della stalla e vide Inu-Taisho uscire. Lo chiamò, con voce disperata e rotta dai singhiozzi che le scuotevano il corpo.

Lui la guardò negli occhi, con una mano appoggiata sullo stipite della porta, impaziente di andare.

“Shela... L-lei è partita… La famiglia di Ciku è in grave pericolo e lei è voluta andare a salvarli, per portarli qui a Palazzo.”

L’inu-youkai annuì. “Sì, lo so. Come ti ho detto prima, Sarah, è impossibile ingannare il mio fiuto.”

Prima di scomparire nel buio, dalle sue labbra uscì una promessa, che senza ombra di dubbio avrebbe mantenuto. “La salverò.”

 

Finalmente era arrivata. Dopo due ore interrotte di corsa, ce l’aveva fatta. Shela si nascose su di un albero, davanti a lei, a qualche metro di distanza, c’era l’entrata del villaggio. Al suo interno c’erano dei soldati, dai loro aspetti si capiva perfettamente che si trattava di youkai-rettili, probabilmente con l’ordine di tenere sotto controllo la situazione.

In quel momento altri due guerrieri passarono sotto l’albero su cui stava la inu-youkai. Ella fece una smorfia di disgusto nel sentire i due vantasi dei loro abusi sulle ragazze del villaggio.

Shela tolse i vestiti dalla sacca che si era portata. Si travestì da paesana, si mise in testa una bandana bianca per nascondere le orecchie elfiche e parte della fronte, su cui portava lo spiccio di luna blu scuro. Senza farsi vedere e sentire saltò giù dalla pianta e si avviò verso il villaggio.

Due guardie stavano uscendo dal paesino, parlando e ridendo. Si fermarono nel vedere una vecchia ricurva su un bastone andare loro incontro, sul loro viso si dipinse un’espressione seria e minacciosa.

Ella fece per passare fra i due, ma i soldati incrociarono le lance che tenevano in mano, bloccandole il passaggio.

“Chi sei vecchia?” Chiese uno dei youkai.

Shela continuò a tenere la testa bassa, per non farsi scoprire.  Grazie ai suoi capelli argentati e alle maniche lunghe della casacca che coprivano le mani artigliate, le fu facile farsi passare per chi non era.

“Sono solo una viaggiatrice che cerca rifugio in questo villaggio per passare la notte.” Rispose lei con voce roca.

“Viaggiatrice, eh!?- Esclamò l’altro soldato- Non è un po’ troppo tardi per viaggiare? Soprattutto per una vecchietta che gironzola in un bosco infestato da demoni.”

“Bè, fortunatamente i demoni non rivolgono le loro attenzioni su povere anziane come me.”

Un ghigno si dipinse sul volto delle guardie, si scambiarono n’occhiata ed infine annuirono.

“E va bene- Acconsentì la guardia- Puoi sistemarti qui.”

“Seguici.” Ordinò il compagno.

Durante il tragitto Shela si guardò intorno, le capanne degli abitanti erano tutte chiuse e le luci spente, in giro neanche un’anime viva, tolto qualche soldato che si godeva parte della notte con una povera ragazza. L’inu-youkai strinse di più il bastone che aveva nella mano destra e socchiuse gli occhi blu. – Bastardi! Che siate tutti maledetti!!-

“Eccoci.” Annunciò uno dei due youkai. Con un calcio spalancò la porta della casetta davanti a loro, mentre l’altro prendeva in malo modo Shela spingendola con la forza dentro.

La luce si accese ed una donna con una bambina si fecero avanti.

“Questa sarà la tua casa, vecchiaccia!- Dichiarò il guerriero gettando a terra la giovane- Almeno fino a quando non tornerà il capo..! Sarà lui a decidere le tue sorti!”

“Non azzardarti a farci qualche scherzo o tentare di fuggire, se non vuoi subirne le conseguenze! E voi!- S riferì a madre e figlia- Tenetela d’occhio o ci andrete di mezzo pure voi!”

Le due annuirono, cercando di controllare i corpi tremanti.

I due youkai uscirono, facendo riecheggiare all’interno dell’abitazione le loro risate.

Shela tenne lo sguardo puntato sulla porta, maledicendo i due bastardi figli di buona donna. Poi si volse a guardare la donna umana e la figlia, la quale si era gettata fra le braccia della madre piangendo. Quest’ultima l’abbracciò a sua volta, accarezzandole la testa e sussurrandole parole di coraggio. A Shela ritornò alla mente il ricordo di sua madre, ella faceva le stesse cose quando da piccola assisteva alle violente discussioni dei genitori.

L’inu-youkai osservò meglio la bambina, sui dieci o unici anni, aveva i capelli lunghi e castani, che le arrivavano a metà schiena, gli occhi marroni erano gonfi e rossi per il troppo pianto. Trasmisero grande tristezza. Non c’erano dubbi, era la sorella di Ciku, Kioko –E’ molto solare, suo viso c’è sempre stampato un sorriso, per questo l’ammiro molto!- Queste erano state le parole del bambino veggente. In quel momento, però, sul volto della ragazzina non vi era nulla di sereno. 

“Oh mamma!- Esclamò Kioko fra mille singhiozzi- Che ne sarà di noi? E Ciku?”

“Shh, cara…- Cercò di confortarla la madre- Vedrai, andrà tutto bene…! E tuo fratello…”

“Ciku sta bene ed è al sicuro.” La interrupe Shela alzandosi in piedi, sena l’ausilio del bastone.

“Cosa? Come fai a saperlo? E piuttosto, chi sei veramente?”

La ragazza si tolse la bandana, mostrando le orecchie elfiche e il segno sulla fronte.

La donna  strinse più a se la figlia, la quale aveva smesso di piangere. Entrambe osservarono l’ospite indesiderato, arretrando di qualche passo.

“S-sei una youkai?” Balbettò la madre.

“Sì, ma non dovete aver paura di me. Non vi farò del male, tutt’altro, sono qui con lo scopo di condurvi da Ciku nel Palazzo del Signore delle Terre dell’Ovest.”

“Nell’Ovest!? Ma sei impazzita! Noi apparteniamo al Regno nemico, non appena metteremo piede nel Palazzo verremo uccise!”

“No, non accadrà.”

“Come puoi esserne certa?”

“In qualità di Regina dei Ladri lo impedirò.”

Le due umane sgranarono gli occhi dallo stupore. Quasi non potevano credere di avere in casa la salvatrice di moltissimi innocenti, colei che aveva sfidato e battuto i peggiori barbari del mondo!

“L-la Regina dei Ladri…?” Sussurrò con voce malferma la donna.

Shela si mise le mani sui fianchi, sorridendo. “In carne ed ossa!”

“Ma allora… Vuoldire che siamo salve!” L’umana aveva gli occhi lucidi per l’emozione e il suo sorriso inegualiabile.

La bambina sciolse l’abbraccio e si avvicinò alla inu-youkai. “Tu sei veramente La Regina dei Ladri?”

“Sì, piccola. Presto potrai rivedere tuo fratello, contenta?”

In risposta Kioko fece un sorriso e trentadue denti, annuendo.

“Mia Signora- Disse la donna- Permettete la mia sfrontatezza, ma non posso fare a meno di chiedermi come ne sarà del villaggio… Con la notizia della nostra fuga ho paura che ci andranno di mezzo anche gli altri paesani e quindi…”

“Non ti devi preoccupare- La rassicurò Shela- Venendo qui ho notato una caverna, fungerà  da nascondiglio per te e per tua figlia. Io, intanto, farò ritorno nell’Ovest per chiedere a Inu-Taisho il suo aiuto per portare in salvo i vostri compagni. Sono sicurissima che acconsentirà.”

L’umana annuì, anche se non molto sicura. “ E quando partiremo?”

“I questo preciso istante.”

 

Fuori dalla capanna era ancora notte. La luna e le stelle splendevano come pietre preziose, seppur mancassero poche ore all’alba.

Shela scrutò i dintorni, non c’era nessuno, al via era libera. Fece cenno alle umane di uscire a loro volta e di seguirla.

Le loro ombre passavano indisturbate e i loro passi erano leggeri. Tutto procedeva come era previsto. Sì, ce l’avrebbero fatta!

Ad un tratto il gruppo si fermò. Due soldati erano fermi sul limitare del villaggio, con in mano le due lance, dando di spalle alle ragazze.

Non si erano accorti di nulla, costatò Shela. Con un’occhiata fece capire alla donna di nascondersi con la figlia dietro ai cespugli che fingevano da confine.

Lei riprese le vesti dell’anziana signora, con la quale era riuscita ad ingannare tutti. Si avviò verso le due guardie, reggendosi con il bastone.

“Scusatemi giovanotti.” Disse Shela alle spalle dei due youkai.

Essi si voltarono, con aria più che irritata.

“Che diavolo ci fai tu qui!?” Esclamò uno dei presenti.

“Infatti! Non dovresti essere insieme a quelle due sgualdrine!?” Aggiunse l’altro.

“Oh, sì…! Il fatto è che mi sono persa… ero uscita…”

“Non ci interessa il motivo! Ci hai disobbedito e ora ne pagherai le conseguenze, vecchiaccia!”

Shela, avendo le mani nascoste all’interno delle lunghe e larghe maniche del kimono, non si fece notare mentre estraeva uno dei suoi pugnali, pronta a colpire. Un sorriso le curvò le labbra, che scomparì subito. Si bloccò, sgranando gli occhi blu. –No! Non può essere lui!-

Si alzò una grande volata di vento e il cuore della youkai prese a battere a dismisura, incapace di controllarsi. Un gigantesco falco nero atterrò, seguito a ruota da altri guerrieri. Riprese la sua forma umana: alto, imponente, i capelli corti e neri come l’oblio e gli occhi impregnati del colore del sangue. Indossava la stessa armatura di due anni fa, notò Shela, solo gli abiti erano cambiati: blu e rossi, molto eleganti, si sapeva che Kion voleva solo le cose migliori.

Lo youkai-falco e i quattro soldati avanzarono. Le due guardie che stavano minacciando Shela si misero sull’attenti. “Signore!”

Kion si fermò ed osservò l’anziana signora con disinteresse. “Chi sei, vecchia?”

Lei non rispose, era sicura che se lo avrebbe fatto l’avrebbe riconosciuta.

Lo youkai socchiuse gli occhi, aggrottando la fronte alquanto irritato. “Ti ho fatto una domanda! Rispondi!”

Non rispose anche questa volta, suscitando ancora di più la sua ira.

“Lei è una viaggiatrice, Signore- Intervenne una delle due guardie- E’ arrivata durante la notte e ci ha chiesto asilo. È un essere inferiore senza alcuna importanza.”

“Ci aveva disobbedito e stavamo per infliggerle la giusta punizione.” Aggiunse l’altro.

“Capisco…”

In quel momento il sole sorse, prendendo il sopravvento sulla notte. La luce colpì il villaggio. I capelli di Shela, a quel contatto, risplenderono di un bagliore biondi.

Senza darlo a vedere, Kion strinse i denti, mentre uno strano sorriso prendeva forma sul suo volto.

“Se vuole, Signore, ci occuperemo noi di lei, così potrà divertirsi con al sorella del moccioso veggente!”

Una smorfia di disgusto curvò le belle labbra della inu-youkai, che fortunatamente, non diede nell’occhio.

“No, la punirò io- Sì girò verso Shela mentre il suo sorriso diventava sempre più malvagio- Sono certo che mi divertirò molto a possederti, tesoro!”

I soldati si scambiarono un’occhiata perplessa, sapevano che il loro Signore aveva dei gusti strani, ma non pensavano fino a quel punto!

Shela, d'altro canto, digrignò i denti e strinse di più il bastone, quasi da spezzarlo. “Sono solo un’anziana signora, mio Signore- Replicò con voce roca- Niente di più e niente di meno. Non valgo nulla e quindi che piacere potreste trarne?”

“Smettila di fingere Shela. La farsa è finita e io sono il vincitore.”

Non poté più stare ferma. La giovane lo attaccò con gli artigli della mano destra, ma prontamente lui si tirò indietro, schivandoli.

“Battagliera come sempre, eh!?”

“Anche se sono passati due anni, Kion, io non sono cambiata.”

“Io direi il contrario- Ribatté lui con un ghigno, mangiando con gli occhi il corpo dell’avversaria. Le sue curve erano diventate ancor più procaci di quanto ricordava ed ora la desiderava maggiormente- Voi!- Si rivolse a tre dei suoi soldati, i quali fecero un passo in avanti mettendosi sull’attenti- Fate uscire allo scoperto le due umane nascoste fra gli alberi e non fatele fuggire.”

Shela cercò di fermarli, tuttavia fallendo. Kion le sbarrò la strada, mentre sulla mano sinistra teneva la sua spada.

“Dannato bastardo! Spostati!”

“Mi spiace, amore mio. Questa volta non ti intrometterai.”

I tre youkai emersero dal boschetto con le umane, le quali si dimenavano a destra e a sinistra urlando.

In quel momento gli abitanti del villaggio uscirono dalle loro abitazioni, per vedere ciò che stava accadendo. Alla vista degli youkai e delle loro copaesane le loro facce sbiancarono di colpo.

Kion ridacchiò. “Uccidetele.”

“No!!!” Urlò Shela facendo uno scatto in avanti, sfortunatamente venne nuovamente fermata dal falco-youkai.

I soldati alzarono le loro lance, pronti a colpire. Kioko si scrollò come un’ossessa, riuscendo a pestare il piede al suo aggressore, il quale imprecò dal dolore allentando la presa. La bambina ne approfittò per arrivargli una bella gomitata nei gioielli di famiglia.

Lui la lasciò, bestemiando si accasciò a terra, mente con le mani si copriva la parte colpita. Uno dei due compagni corse a sorreggerlo.

Shela, approfittando di questa distrazione, brandì uno dei due inseparabili pugnali e lo lanciò contro il soldato che teneva ferma la donna, perforando la solida armatura e colpendolo dritto al cuore. Anch’esso, come il compagno, mollò la prigioniera e cadde sul terreno, morto.

La giovane si lanciò in avanti, sgozzando gli altri due. Estrasse l’altra arma dal petto della sua prima vittima ed infine si mise davanti alle due umane, in posizione di attacco.

“Che cosa pensi di fare, Shela? Proteggerle?” Kion scoppiò in  una risata schermitrice, seguita da quelle dei tre soldati superstiti.

Lei non rispose, si limitò a guardarlo, con gli occhi traboccanti di odio e di rabbia, fin troppo repressi.

“Proprio non riesco a capire il motivo di tutto questa testardaggine. Tanto lo sai che l’avrò vinta io, no?”

“Se ne sei così sicuro allora incrocia le armi con me.” Lo sfidò lei con un sorriso arrogante in volto.

Lui ripose al suo sorriso. “Cos’è? Una sfida?”

“Ci puoi scommettere!”

La inu-youkai scattò in avanti, incrociando i due pugnali con la spada del falco-youkai.

“Casa state aspettando!?- Esclamò Shela rivolta alle due umane- Scappate! Presto!”

Loro annuirono e si rifugiarono all’interno del villaggio, mentre gli altri abitanti correvano a destra e a sinistra, spaventati a morte.   

“Ma come, amore mio!- Intervenne Kion respingendo la giovane- Non hai ancora imparato che non si abbassa mai la guardia!?”

“Tu…” Incominciò a dire lei, poi le mancò la voce. Gli artigli dell’avversario si erano allungati splendendo di un verde acceso, poi li affondò nel ventre della youkai.

Shela cadde in ginocchio, premendosi le mani sulla ferita, mentre il caldo liquido rosso che era il suo sangue usciva copioso.

“Bastardo….!” Sussurrò con voce tremante, nella quale era concentrato tutto il suo disprezzo.

Si rimise in piedi a fatica. Strano, si disse. Essendo un demone non avrebbe dovuto sentire lo sforzo, eppure si sentiva stanca. Il suo respiro era diventato pesante, il sudore scendeva dal suo corpo come acqua e un rivoletto di sangue le uscì dalla bocca.

“C-che mi hai fatto!?” Balbettò quasi impaurita.

Il falco-youkai le arrivò un violentissimo calcio all’addome, facendola ricadere. Senza volerlo lei si fece sfuggire un gemito di dolore, mordendosi le labbra per non urlare.

“Uccideteli.” Ordinò Kion ai suoi soldati.

“No… Dannazione…!” Bisbigliò Shela. All’improvviso si sentì sollevare. Quel figlio di puttana l’aveva presa per i capelli, guardandola con aria da superiore, sapendo che avrebbe vinto.

“Dentro al mio corpo si estende una grande quantità di veleno. Pian piano esso divorerà tutto il tuo sangue- Sorrise- A meno che tu mi preghi di salvare i paesani e te stessa.”
Dentro di lei prendevano forma emozioni che si fondevano assieme: orgoglio, paura, rancore..

Doveva salvarli, continuava a ripetersi.

Kion le girò la testa verso sinistra, facendola assistere ad uno spettacolo agghiacciante. Il villaggio era tutto un fuoco, i soldati non avevano pietà per nessuno… Assetati di sangue uccidevano, sgozzando.. Trafiggendo… Nessuno si sarebbe salvato.

Tra le lingue di fuoco, Shela riuscì a riconoscere le figure della madre e della sorella di Ciku. Uno degli youkai si era avvicinato a loro, la donna si era messa davanti alla figlia per proteggerla. Tuttavia per quanto fosse nobile il suo gesto, non la salvò. L’umana venne sgozzata davanti agli occhi della bambina, la quale urlò cadendo in dietro e battendo forte la testa. Chiuse gli occhi, ormai priva di sensi.

“Guardali, Shela- Le sussurrò ad un orecchio Kion- Creature deboli, senza un grammo di forza. È questo il loro destino: morire.”

Una nuova scarica d’energia percorse il corpo di Shela, alimentata solo dai sentimenti negativi che pervadevano sia i cuori demoniaci e umani. Per la prima volta, perse il controllo del suo sangue demoniaco.

Con una mano arrivò un pugno in piena faccia all’avversario, facendogli mollare la presa e cadendo all’indietro.

Lui si passò una mano sulla bocca. Sangue. Posò il suo sguardo stupito e adirato sulla inu-youkai, che, seppur malferma sulle gambe, si stava rialzando.

“No, Kion, ti sbagli- Ribatté lei con tono glaciale- La morte è destinata a te, anche se non in questo momento.”

Con un salto Shela fu in mezzo alle fiamme; proprio un attimo prima che la lancia di un soldato colpisse Kioko, lo uccise. Gli altri guerrieri l’assalirono, facendo la stessa fine del compagno.

Kion stette ad osservare l’uccisione dei suoi uomini, con indifferenza. Perché proteggere esseri inferiori come gli umani? Perché non lasciarli al loro destino?

“Mio Signore!- Lo chiamò il suo secondo, un demone aquila. Alto e muscoloso. I capelli lunghi e grigi raccolti in una treccia volteggiavano nell’aria e gli occhi azzurri parevano di ghiaccio. Indossava la stessa armatura dei suoi compagni, alla schiena teneva legata la sua fidata ascia rossa e argentata. Sulla spalla sinistra la sua inseparabile aquila dorata- Dobbiamo andare…”

Il falco-youkai si girò ad andò incontro al subordinato. Si fermò e lanciò un’ultima occhiata al di sopra della spalla alla inu-youkai. –Sei forte Shela, questo devo dartene atto e hai ragione, il mio momento non è ancora giunto… Ma nemmeno il tuo-.

 

Shela era stremata, senza energie, tuttavia ancora traboccante di rabbia. Quando vide Kion e il nuovo venuto trasformarsi e andarsene via, lei ebbe l’impulso di trasformarsi a sua volta e seguirli, poi si era ricordata di Kioko e della sua promessa. 

Si inginocchiò di fianco alla bambina e se la mise sulla schiena. Fece solo due metri, poi cadde i ginocchio, ansante. Il veleno iniettatole dal falco-youkai le era entrato in circolo, indebolendola ancora di più.

Cadde a terra, ben consapevole che non sarebbe riuscita a sollevarsi ed andarsene da quell’inferno.

Le fiamme erano d’ovunque, avvolgevano tutto… Trasformando in cenere tutto ciò che trovavano sul loro cammino.

Le palpebre di Shela si abbassarono, finché non le si chiusero gli occhi, con un solo pensiero in mente. –Perdonatemi… Perdonatemi tutti….-

D’improvviso la inu-youkai non sentì più di sé il peso della bambina e si sentì sollevare da forti e robuste braccia. Si costrinse ad aprire gli occhi. La sua testa era appoggiata su un possente petto coperto dall’armatura e suo corpo era completamente abbandonato contro quello del suo salvatore.

Cercò di dire qualcosa, ma dalla sua bocca uscì solo un gemito ed infine, non vide altro che le tenebre.

 

Continua…....

 

 

      

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Capitolo 7
*** Ricordi del passato ***


Capitolo settimo: Ricordi del passato

Inu-chan: Miracolo! Sei riuscita ad aggiornare prima di pasqua !

Fifi: Eh eh! Quando mi ci metto arrivo a raggiungere l’impossibile!

Inu: Sì, va bè… adexo non ti montare la testa..!

Sessho-chan: per una volta che fa qualcosa di buono lasciaglielo fare, no?

Fifi: Thank you very much amore mio!!!!! Allora mi ami!

Sessho-chan: Come non detto..! Inuyasha togli le catene alla tua fantasia e insultala!

Fifi: Uffi! Is not giusto!! Ve la faccio pagare, a tutti e due!! Ahh ahhh ahhh ahhh ahhh!!! Ma prima i dovuti ringraziamenti a... KATIA_H!!! Grazie mille!!!! Continua a seguirmi!!!! Bene, ora vi lascio alla lettura!!! Alla prox!! CIAO CIAO!!!!! ^____________^  E ora, ragazzi, è giunto il momento della mia vendetta!!!

Inu-chan: Ehhhhmmmmm!!!!! Io…. Devo correre a casa da mamma!! Le ho promexo che l’avrei aiutata a fare la torta!!! Ci vediamo!!!!

Sessho-chan: ed io… ho promexo a mio padre dilavare la macchina!!! Ciao!!!

Fifi: Eh no! Troppo comodo, tesorucci! Potete anche scappare… ma non riuscirete a liberarvi di me!!! AHHHH AHHHH AHHH AHHHH!

E fu così che Inu-chan e Sessho-chan se la diedero a gambe levate, con dietro Fifi che li inseguiva con un grosso badile!

PS. Commentate in tanti!!!    

 

Capitolo settimo: Ricordi del passato

 

Il sole splendeva alto in cielo, c’era una piccola brezza, ma neanche una nuvola. Sì, era proprio una bellissima giornata. Il canto della natura si estendeva ovunque, donando pace e serenità.

All’interno delle mura di un immenso castello, una bambina, sui cinque anni, stava raccogliendo dei fiori. Il suo canto si fondeva con quello della natura, i capelli argentati risplendevano di un bagliore dorato e dai suoi occhi blu traspiravano tranquillità ed innocenza. Guardò orgogliosamente il mazzo che stringeva nelle mane artigliate, sorrise e corse verso l’entrata del Palazzo.

“Sono certa che alla mamma piacerà!” Sussurrò lei mentre attraversava i vari corridoi che portavano alle stanze dei suoi genitori.

I servi si fecero da parte, sorridendo per tanta dolcezza.

“Madre!- Chiamò la piccola senza smettere di correre- Madre!”

D’improvviso ella udì una voce maschile urlare e poi un tonfo, come se qualcuno fosse caduto. Si fermò di colpo, mentre sul suo viso si dipinse la paura e la tristezza. Riconobbe all’istante la voce di suo padre e quella singhiozzante di sua madre.

Piano piano Shela, avanzò a passi lenti e incerti. Non c’era nessuno in quell’ala del Palazzo, nessun servo che le potesse spiegare cosa stava accadendo. Giunse davanti alla porta degli appartamenti dei genitori, l’aprì lentamente e la scena che si ritrovò a guardare la fece quasi urlare.

Una donna, un’inu-youkai, era a terra, che piangeva e chiedeva pietà. Il suo volto era pieno di graffi e lividi, stravolto dal dolore e dal terrore.

L’uomo che le era di fronte in piedi, uno youkai-ghepardo, la guardava con odio e disprezzo, mentre le urlava cose oscene.

“SEI SOLO UNA SGUALDRINA! SEI ANDATA DI NUOVO DA QUEL DANNATO, VERO!?- Urlava lui in preda all’ira- Non ti servirà usare le lacrime con me! FOTTUTA DI UNA PUTTANA!”

Shela si fece sfuggire un singhiozzo, contemporaneamente le lacrime le bagnarono le guance.

I due si voltarono e la videro. La madre si rialzò, sebbene a fatica, e corse dalla figlia. La portò nella sua camera, mentre le sussurrava parole di conforto.

Una volta che la bambina si fu calmata, la inu-youkai capì che il tempo dei segreti era finito, doveva dire alla figlia chi era il suo vero padre. Così le raccontò come lei e il suo amato si conobbero. In breve sbocciò l’amore, ma tra i due amanti c’era un ostacolo: Shatoi, il Signore di Jinko. I due demoni, tuttavia, decisero che niente e nessuno li avrebbe separati, così continuarono a vedersi, finché la donna rimase incinta. Nessuno sapeva di quella relazione clandestina, ma sarebbe venuta a galla una volta nato il bambino, un inu-youkai di sangue puro, come suo padre. Passarono i consueti nove mesi e la verità emerse, a Shatoi non andò giù questo affronto. Chissà come la inu-youkai riuscì a convincerlo a non uccidere la neonata e il suo amato, ma ad un caro prezzo. Infatti lo youkai non fece altro che prendersela con la moglie per ogni sottigliezza, picchiandola e violentandola, tuttavia nulla fermò i due amanti, infatti il loro amore non ebbe mai fine.

 

Passarono due anni da quell’episodio, Shela crebbe, come l’ira nel cuore del Signore di Jinko.

Nelle proprie stanze, un giorno, venne ritrovato il corpo senza vita della Signora di Jinko, con uno squarcio mortale nel ventre.

Lo stesso giorno venne celebrato il funerale. C’era chi mormorava che fosse stato il marito, pazzo di gelosia, ad ucciderla. O c’era chi dava la colpa all’amante stranamente scomparso.

Ma Shela conosceva la verità, sua madre si era tolta la vita con le sue stesse mani. Il vero padre della ragazzina era stato ucciso sotto comando di Shatoi, e la donna, non riuscendo a sopportare tanto dolore, scelse di morire.

La bambina era accanto al padre, che guardava il corpo della madre bruciare, mentre fiumi di lacrime le scendevano dalle iridi blu. Quella sarebbe stata l’ultima volta che piangeva, si promise, non avrebbe più pianto. In quel momento fece un patto con se stessa: avrebbe vendicato i genitori, ribellandosi al Signore di Jinko ed uccidendolo.

“Padre, voglio imparare a combattere.” Dichiarò lei con voce incolore.

Lo youkai annuì, senza replicare.

 

Altri anni passarono, esattamente quattro. Shela fece come si era preposta, imparò a combattere e più il tempo passava, più la sua forza aumentava. Cominciò a battere persino i migliori guerrieri dell’esercito del padre e quest’ultimo, certe volte, rimpianse di avere una figlia femmina che un maschio.

Un giorno, mentre si stava allenando in giardino, Shela venne convocata nella sala del trono. Appena entrata il suo sguardo si posò sui due ospiti, due youkai-falco. L’uomo era grande e grosso, i capelli verdi e gli occhi rossi. I suoi vestiti erano molto raffinati e dalla sua persona traspiravano arroganza e brutalità.

L’altro, una ragazzino di quattordici anni, anch’egli come l’uomo era alto e muscoloso, prossimo all’età adulta. I capelli erano corti e neri e gli occhi scarlatti. Anche i suoi vestiti erano di ottima manifattura.

“Ben arrivata, Shela!- La salutò il padre, facendole cenno di avvicinarsi- Ti presento il nostro Signore, Fergon-sama e suo figlio, Kion-sama.”

I due youkai si inchinarono e anche la ragazza fece altrettanto.

“Tuo padre ci ha molto parlato di te, Shela- Dichiarò Fergon- Spero che sarai una buona moglie per mio figlio Kion.”

“Moglie?” Chiese Shela alquanto turbata inarcando un sopraciglio.

“Sì, esatto figliola- Rispose Shatoi- Quando sarai in età da marito, sposerai l’erede al trono delle Terre del Sud.”

“Ma padre, io…” Cercò di replicare la ragazzina, ma fu interrotta dallo youkai.

“Niente ma, Shela, lo farai e basta. Ormai ho deciso.”

Sapendo di non poter contrastare quella decisione, Shela si arrese ed acconsentì abbassando lo sguardo e il capo.

Pranzarono assieme, discutendo sul matrimonio e dei benefici che i due regni potevano trarne. Una volta finito il pasto, la inu-youkai si congedò e si diresse in giardino.

Sbuffando ella si sedette ai piedi di un albero. Chiuse gli occhi, voleva rilassarsi, non pensare a niente, nemmeno al suo imminente matrimonio. Voleva stare per conto suo… da sola.

“Ciao!” L salutò un ragazzo. Kion.

Shela riaprì gli occhi e li posò sul suo promesso. “Ciao.” Ricambiò glaciale.

Lui le si sedette accanto, comprendendo la voglia di silenzio della giovane, infatti quest’ultima gli fu molto grata.

Per diverse ore stettero così, senza aprire bocca, immergendosi in quella pace, che quasi sembrava innaturale.

“Non mi sembri molto entusiasta del nostro matrimonio.” Intervenne ad un tratto Kion.

Lei non rispose, aprì solo gli occhi blu.

“Nemmeno io non ne sono molto felice. Prima cosa non ci consociamo, quindi non sappiamo che aspettarci l’un dall’altra- La guardò- Poi tu, forse, vorrai un matrimonio dettato dall’amore.”

“Diciamo che per il futuro avevo altri progetti.” Si decise a parlare Shela.

“Mi dispiace di aver sconvolto così la tua vita, Shela.”

La inu-youkai si girò a guardarlo, sembrava veramente dispiaciuto.

“So che combatti piuttosto bene- Cambiò argomento lui- Che ne dici di una sfida?”

“Perché no? Ma se ti straccio, non andare a piangere dal tuo paparino.”

“Questo dovrei raccomandarlo io a te, ragazzina impertinente. Però sarò buono questa volta e se ti comporterai bene, forse ti lascerò vincere.”

“Vi ringrazio per il vostro atto di generosità, Kion-sama.” Ironizzò la ragazza mettendosi on posizione di attacco.

 

Shela neanche ci credeva che fosse già passato un anno. Ormai non contava più i giorni, tutto grazie a Kion. Quel ragazzo era molto simpatico e piacevole, la inu-youkai non faceva altro che stare con lui, si battevano ogni giorno e il più delle volte ne uscivano in parità. I due giovani erano diventati grandi amici.

“Allora, Shela- Le disse suo padre mentre percorrevano un corridoio- Cosa ne pensi di Kion?”

“E’ molto simpatico.”

“E nient’altro?”

“”Bè, è solo passato un anno, padre, mi ci vorrà ancora del tempo per conoscerlo a pieno.”

“Certo.” Lo youkai annuì e uno strano sorriso gli si dipinse in volto.

Shela non fece in tempo a vederlo, perché sentì le urla di una bambina, la quale veniva trascinata rudemente da due guardie, davanti ai loro occhi.

La ragazza cercò di andare in suo aiuto, ma il padre le mise una mano sulla spalla scuotendo il capo. “Quella è un’hanyou, Shela, una mezzo-demone, una creatura di sangue impuro. Il suo destino è stato deciso sin dalla nascita.”

Shela continuò a fissare il punto in cui gli youkai avevano portato via la ragazzina.

La sera scese subito e la cena venne consumata presto. Senza farsi vedere, la giovane prese del pane e se lo mise in tasca. Attraversò vari corridoi, in cerca dell’hanyou. La trovò. Pian piano aprì la porta di una delle stanze, era completamente al buio!

Una figura nera era seduta sul letto a baldacchino, con la testa china. Aveva pianto, osservò Shela, ma c’era anche un altro odore, più pungente ed acido. Sangue. Su un mobile c’era una candela e l’accese.

La bambina si voltò di scatto, osservando con paura e sottomissione la visitatrice. Anche l’altra fece lo stesso, l’hanyou aveva due anni in meno di lei, i capelli rosso fuoco erano corti, a mala pena le toccavano le spalle, gli occhi verdissimi e velati dalle lacrime appena versate, il suo viso era tutto rosso e i suoi abiti erano stracciati. Era una neko-hanyou.

“C-chi sei…?” Le domandò tremante la piccola.

“Mi chiamo Shela, sono la Principessa di questo Castello.”

“Che cosa volete da me?”

Shela non rispose, le si avvicinò e le porse i panini rubati. La bambina fece scorrere lo sguardo dal mangiare al viso serio-gentile della ragazza, indugiando se fidarsi o meno.

“Non sono avvelenati.” La rassicurò quest’ultima mangiandone un pezzettino.

Senza un minimo di decenza, l’hanyou si avventò sui panini, mangiandoli in pochi bocconi.

“Wow!- Si stupì Shela- Non ti hanno dato da mangiare?”

La piccola scosse la testa.

“Come ti chiami?”

“Rioko.”

“Come mai sei qui?”

Esitò, oscurandosi in viso. “M-mi hanno portata qui… per… per diventare una concubina…”

“Cosa!?” Esclamò Shela indignata.

“Oggi è venuto un ragazzo… E’ stato lui il primo.”

“Mi dispiace, Rioko.”

La ragazzina annuì, tirando su col naso.

“Bè, se vuoi possiamo essere amiche.” Le propose Shela con un sorriso.

“Amiche?” Le domandò Rioko incerta.

“Sì! Che ne dici? Così non ti sentirai sola!”

“Ma io non posso uscire da questa stanza e…”

Non terminò la fra poiché Shela la interruppe. “Verrò io. Se ci sarà qualcun altro avvertirò la sua presenza grazie al mio fiuto.”

La ragazzina fece un bellissimo sorriso, che le illuminò il viso.

 

Passarono quattro anni, Shela e Rioko erano diventate migliori amiche. Si raccontavano tutto: la inu-youkai le confidò i suoi sogni della sua vita con Kion e dei loro futuri figli. Rioko, invece, le raccontò di uno strano ragazzo, che ogni volta che le chiedeva i suoi favori, le bendava gli occhi e poi la possedeva. Poteva solo sentirlo, ma non vederlo.

Però un brutto giorno, tutte le fantasie di Shela andarono distrutte, come un cristallo che si frantuma in mille pezzi.

Kion era partito per una guerra ed era stato via per cinque mesi. Durante quell’arco di tempo la ragazza ne sentì terribilmente la mancanza, non faceva altro che pensare a lui. Lo amava moltissimo.

Quando l’amato tornò, Shela corse ad accoglierlo nella sala del trono. Si fermò davanti all’enorme portone e fece un sospiro per calmarsi. Il suo cuore batteva velocemente, quasi da farle male.

Stava per bussare, ma le si fermò la mano a mezz’aria nel sentire le parole del padre e dei due ospiti.

“Ben fatto, Kion!- Si complimentò Shatoi- Sei riuscito a far innamorare di te mia figlia!”

“Quasi che c’ero cascato anch’io!- Si schernì con una risata il Signore del Sud- Ho creduto veramente che fossi diventato un sentimentale!”

“Io, padre, un sentimentale?- Anche Kion, come gli altri, era scoppiato a ridere, e lo faceva di gusto- Neanche per sogno. In qualche modo dovevo conquistarla, no? Oltre alla forza, bisogna usare il cervello se si vuole portare a letto una ragazza.”

I tre risero nuovamente, mentre l’ira di Shela cresceva a dismisura.

“Però devo dire che quella Rioko non è affatto male, anzi, forse la terrò come amante anche dopo il matrimonio.”

“Potrai avere tutte le donne che vorrai, figliolo, una volta conquistato l’Ovest- Gli promise il padre- Sarà facile schiacciare il suo nuovo giovane Signore.”

“Ho già progettato tutto- Li avvisò il Signore di Jinko- Uccideremo tutti coloro che resteranno fedeli ad Inu-Taisho.”

Gli altri due annuirono, pregustandosi già la vendetta. “Bene- Dichiarò il ragazzo- A proposito… A quando il matrimonio?”

D’un tratto l’enorme portone si spalancò e Shela entrò, più infuriata che mai. “Non ci sarà nessun matrimonio.”

“Che stai dicendo Shela!?” Tuonò il padre.

“Quello che ho detto, padre.”

“Ormai hai giurato!” Intervenne Fergon facendo un passo in avanti.

La ragazza non si fece intimorire, tutt’altro, guardò gli youkai con sguardo glaciale. “Non mi importa niente di quel dannato giuramento!- Urlò- Potete anche mettervelo…!”

Non fece in tempo a finire la frase che Shatoi le arrivò un ceffone in faccia. “Non ti permettere di disobbedirmi, Shela! Sono tuo padre e decido io!”

Shela si mise una mano sulla parte lesa, mentre stringeva i denti per non aggredirlo a sua volta. “Io vi odio!! Vendicherò la mamma, tutti coloro che hanno dovuto subire le vostre angherie e me stessa!”

Detto questo corse fuori dalla sala del trono, cercando di tenere sotto controllo le lacrime che minacciavano di irrompere copiose. Ma all’improvviso si sentì stringere un polso, in una stretta micidiale.

Kion sbatté la ragazza contro una parete, premendo il proprio corpo contro il suo. Quest’ultima si dimenava come un’ossessa, tuttavia non riuscendo a fuggire.

“Lasciami andare!” Continuava a gridare lei.

“Mi dispiace, amore mio, ma non lo farò.” Le disse beffardo lui.

Il ragazzo chinò il capo e baciò con avidità le labbra della inu-youkai, la quale smise di scuotersi, anzi, sgranò gli occhi inorridita ed allibita. Sentì il proprio cuore spaccarsi definitivamente, da procurarle un male allucinante.

Sentì una mano dello youkai percorrerle le curve dei fianchi e chiudersi vogliosa attorno ad un seno, intanto l’altra le teneva fermi i polsi sopra la testa. Shela ricominciò a battersi, più disperata di prima, ma lui non la lasciò, tutt’altro, rafforzò la presa, facendola sussultare.

“Lo so, amore… Anch’io sono molto impaziente.” Le sussurrò a fior di labbra, mentre riprendeva ad esplorare il corpo della giovane.

Per un momento Shela pensò di non opporre più resistenza, sapeva che contro Kion avrebbe perso, ciò nonostante si ricompose subito ripensando alla madre, a quello che aveva subito Rioko e poi rammentò le parole dette da lui stesso… No! Non si sarebbe fatta violentare così, senza una briciolo di dignità!

Come posseduta da una nuova energia, la inu-youkai sferrò una fortissima ginocchiata al suo aggressore, facendogli mollare la presa e piegarsi in due per il dolore. Lei ne approfittò e scappò.

Mentre correva nei corridoi, Shela rifletté sul piano studiato qualche anno prima, quando progettava la sua fuga dal Castello. Le ci volle poco per renderlo perfetto.

 

Rioko era davanti alla finestra della sua camera, che guardava il tramonto. Quel giorno nessuno era venuto a chiedere i suoi favori, nemmeno lo strano youkai che ogni volta le bendava gli occhi. Bè, meglio così, si disse.

Si voltò di scatto nel sentire il tonfo della porta che si apriva violentemente. Nella stanza entrò Shela, con in viso un’espressione che l’hanyou non aveva mai visto.

“Che è successo, Shela?” Le chiese la ragazza preoccupata e allo stesso tempo spaventata.

In breve la inu-youkai le raccontò tutto, imprecando ad ogni frase. “Devo andarmene via subito. L’ira di mio padre e dei suoi ospiti ormai non conoscerà confini. Ti prego, Rioko, aiutami!”

“Non temere, Shela. Forza! Fuori il piano!”

Shela le espose il suo progetto: una volta recuperati i vestiti e i pugnali che da temo teneva nascosti nella sua stanza, la ragazza si sarebbe calata dalla finestra, mentre Rioko avrebbe attirato su di sé l’attenzione di tutti con una scusa. Poi fuori dal Palazzo, Shela sarebbe diventata una ladra, sia per continuare ad allenarsi, sia per aiutare la presone in difficoltà.

“Va bene- Acconsentì l’hanyou- Ti aiuterò, ma io…”

“Vorrei aiutarvi anch’io, mia Signora.” Si aggiunse un’altra voce femminile. Una ragazza, anch’ella un’hanyou, avanzò. Un po’ minuta, sembrava avere la stessa età di Shela, i capelli erano lunghi e neri, gli occhi rossi sangue e la carnagione era bianchissima.

“Sarah.” La chiamò Rioko.

“Ho sentito tutto- Confessò la ragazza timida- Voi siete sempre stata gentile e generosa nei confronti di tutti, Shela-sama, come potrei non aiutarvi!”

“D’accordo- Acconsentì infine Shela con un sospiro- Allora come saprai vestiti e i pugnali sono in camera mia. Io non posso muovermi da qui, potrei incontrare o mio padre o uno dei suoi ospiti.”

“Certo, non vi preoccupare, mia Signora. Ci peserò io!”

Detto questo Sarah se ne andò.

“Ascolta, Shela!- Esclamò Rioko- Voglio venire anch’io con te!”

Shela la guardò con aria severa, inarcando un sopraciglio. “Sarà molto pericoloso.”

“Lo so, ci sono già passata. Prima che mi portassero qua, ero una ladra. Rubavo nei Palazzi per sopravvivere, poi mi hanno catturata e venduta al Signore di Jinko. È per questo che sono qui, costretta ad aprire le gambe a qualsiasi venuto!- Fece una pausa- Ho già i vestiti adatti, gli stessi che indossavo quattro anni fa. Erano molto larghi e quindi ora dovrebbero andarmi bene.”

Prima che la inu-youkai potesse rispondere, irruppe nella stanza Sarah, con tutto il materiale. “Dovete sbrigarvi, mia Signora- L’avvertì lei dandole i vestiti- Vostro padre vi sta cercando e Kion-sama è qui vicino… Stanno arrivando!”

La youkai annuì. ”Hai sentito, Rioko!?- Si riferì all’amica- Fa in fretta!”

Sul volto della neko-hanyou si dipinse un meraviglioso sorriso e i suoi occhi luccicarono. “Sì!”

I pochi secondi le due youkai furono pronte. Shela, dopo essersi messa il mantello incappucciato marrone scuro, fissò i suoi due inseparabili pugnali al cinturino che teneva legato in vita.

“Sono qui vicino, mia Signora!- L’avvisò Sarah guardando fuori dalla porta- Andate, io cercherò di distrarli!”

“Ti ringrazio per il tuo aiuto e la tua lealtà, Sarah- Le disse la inu-youkai appoggiata alla finestra, pronta a saltare- Ti prometto che un giorno tornerò e vi libererò tutti! Per ora dovrai accontentarti della mia parola.”

L’hanyou annuì. “Buona fortuna, a tutte e due!”      

Così le due youkai saltarono e con un solo balzo furono nel giardino. Non c’era nessuno, molto probabilmente le guardie erano impegnate nella ricerca della loro Principessa all’interno del Palazzo.

In poco tempo oltrepassarono anche la muraglia e si allontanarono velocemente raggiungendo la cima di una collinetta. Shela si voltò e guardò per l’ultima volta quella che fu al sua casa. Non provò tristezza, ma solo rancore e delusione. Avrebbe mantenuto la parola data e finalmente avrebbe vendicato i genitori morti orrendamente.

E fu così che nacque la Regina dei Ladri.

 

Continua………

    

 

 

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Capitolo 8
*** La morte nel cuore ***


Il Primo Amore Di Inu-Taisho

Fifi: Hey ciao come va????? Mi dispia stra stra stra tanto per questo forte ritardo!!!! Purtroppo sono stata molto impegnata con la scuola!!! Ho avuto un sacco di veri e interrogazioni in questo periodo!!!! Vi chiedo perdono!!!! ç_______ç!!!!

Allora…. Tutti si staranno chiedendo che fine hanno fatto Inu-chan e Sessho-chan… bè, dovete sapere che sono andati in vacanza ai Caraibi! Quindi non stupitevi se nel prossimo film di “Pirati dei Caraibi” li vedrete comparire!    Oh! Un consiglio….. Se avete sorelle o fratelli più grandi che si preoccupano molto ma MOLTO della scuola…. MAI PORTARLI AI COLLOQUI GENERALI! Soprattutto se i prof. si lamentano perché chiacchieri troppo!

Bene! Prima di lasciarvi alla lettura vi voglio presentare i nostri lettori che ogni volta sono così gentili da recensire!: KATIA_H!!!!!!!!!!!!!! ARIA!!!!!!!!!!!!!!!!!! E abbiamo una nuova recensitrice!!!!! Accogliamo con grande entusiasmo MORGANA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! (Non te preoccupa!questa ficcy non la sospendo! Prevedo già quanti saranno i chappy! Quindi sta pure trinqua! In un modo o nell’altro ce la farò a finirla! Anche se ci vorrà un bel po’ di tempo per via della scuola!!!!! Spero davvero di non deluderti!! ^___^)

Forza! Ora vi lascio al nuovissimo chappy!!!!!! Buonissimissimissima fortuna!!!!!! Alla prox!!!! (mi sa che sarà fra qualche mese… ^_____^’’’’’’)!! CIAO CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ^_______________________^.        

 

Il Primo Amore Di Inu-Taisho.

 

Capitolo ottavo: La morte nel cuore.

 

I raggi del sole penetrarono dalla finestra, andando a colpire un letto, su cui stava una ragazza. Una inu-youkai. I capelli argentati erano sparsi sul cuscino, il suo viso era rilassato, ma imperlato di sudore. Gli occhi blu si aprirono, voltò appena il capo per scrutare la camera. Era la sua camera., constatò Shela. Era stanca, confusa, svuotata… d’un tratto le immagini di quel brutale massacro a cui aveva assistito, le si riaffacciarono alla mente: Il sangue era dappertutto, i nigen venivano uccisi senza pietà e lei, la Regina dei Ladri, ridotta in ginocchio ed impotente. Non era stata in grado di proteggerli ed erano morti tutti….. tutti.

Chiuse gli occhi, mentre il senso di colpa si faceva sempre più grande.  Perdonatemi…

“Oh! Finalmente ti sei svegliata!” Esclamò Sarah entrando nella stanza.

Shela non rispose, non aveva voglia di parlare. Non aveva voglia di fare niente.

L’hanyou le andò accanto e le mise una mano sulla fronte. “Bene, la febbre è quasi scomparsa.”

L’altra si limitò ad annuire e voltò la testa, volgendo lo sguardo sulla finestra.

“C’è qualcosa che non va, Shela?”

Shela non rispose, ignorando completamente la domanda dell’amica.

Sarah si irritò. “Se non ti va di parlare, posso capire dato che ti sei appena ripresa da delle ferite molto gravi, ciò non toglie che tu possa trattarmi in questo modo, come se io non esistessi!”

La inu-youkai sospirò e si girò verso la sua interlocutrice. “Non sono in vena, Sarah- Disse fredda- Vattene.”

“Ma io…” Cercò di replicare l’hanyou, ma le parole le morirono non in gola non appena Shela le lanciò un’occhiata furibonda.

“E va bene- Si offese la giovane- Fammi sapere quando la vecchia Shela sarà tornata.”

Detto questo Sarah se ne andò, più furente che mai.

Shela si girò su un fianco, osservando il cielo azzurro oltre la finestra. Si avvolse ancor di più nelle coperte, come se costituissero una barriera. Non poteva e non riusciva a dormire, sapeva che se lo avrebbe fatto, avrebbe ripreso il sogno che l’aveva tormentata durante la convalescenza. Il suo passato si era ripresentato in un momento poco opportuno, demoralizzandola ancora di più.

Per la prima volta, da quando era bambina, Shela pianse.

 

Inu-Taisho era seduto dietro la scrivania del suo suntuoso studio. Aveva del lavoro da svolgere,e  parecchio per giunta, tuttavia non riusciva a concentrarsi. I suoi pensieri erano completamente rivolti a Shela. Si chiese se si fosse svegliata, se avesse aperto quelle due gemme color della notte… Era la prima volta che elogiava gli occhi di una donna in quella maniera, si ritrovò a notare.

Quando, qualche giorno prima, l’aveva trovata in fin di vita nel Regno di Jinko, a terra ed immobile, il cuore dell’inu-youkai aveva smesso di battere, quasi da fargli prendere un infarto! Era stata una reazione alquanto strana e dolorosa.

L’insistente bussare alla porta lo fece desistere dai suoi pensieri. Egli diede il permesso di entrare e Grant entrò nella stanza.

“Signore- Lo salutò quest’ultimo- La ragazza si è svegliata.”

Mentalmente il Signore delle Terre dell’Ovest  tirò un sospiro di sollievo. Ne era felice, anche fin troppo per i suoi gusti. Ma che mi sta succedendo!? Io non capisco.. Provava strane sensazioni, o meglio, emozioni… a cui non sapeva dar nome.

“Bene.” Commentò incolore Inu-Taisho, alzandosi in piedi ed andando verso la finestra. Diede le spalle al soldato e volse lo sguardo oltre la lastra di vetro, cercando di riorganizzarsi le idee.

“Ora puoi andare.” Lo congedò.

“Ehm... Mio Signore, ci sarebbe un’altra cosa che vorrei dirle… A proposito della ragazza, Shela.”

Non appena udì quel nome, Inu-Taisho fu tutt’orecchi. “E sarebbe?”

“Purtroppo Shela non si è ripresa  completamente dalle ferite, infatti ha ancora un po’ di febbre, ma niente di grave…”

“Arriva al punto, per favore.” Lo interruppe bruscamente l’altro.

“Bè, Sarah, la serva che sta curando Shela, dice che lei continua ad addossarsi colpe che non ha. Continua ad affermare che è colpa sua se gli umani del villaggio di Jinko sono morti.”

“Capisco- Disse infine Il Signore delle Terre dell’Ovest- Se non hai altro da dirmi, puoi anche andare. Ho molto lavoro da finire e sono già in ritardo con al scadenza.”

“Certo mio Signore. Le auguro una buona giornata.”

Detto questo Grant uscì dallo studio, sconcertato dalla freddezza di Inu-Taisho.

 

Passarono quattro giorni da allora, durante questo periodo l’inquietudine del Signore dell’Ovest  non aveva fatto altro che aumentare. Tutta colpa delle parole di Grant.

L’inu-youkai si abbandonò completamente contro lo schienale della sedia dietro la scrivania. Il suo sguardo era perso nel vuoto e i suoi pensieri concentrati si un unico soggetto. Che diavolo mia hai fatto Shela?

Un colpo secco alla porta lo fece ritornare bruscamente alla realtà.

Una volta avuto l’ordine di entrare, Berna varcò la soglia e percorse con passo veloce e deciso i pochi tratti che separavano la porta dalla scrivania. Si fermò a pochi centimetri, stringendo le mani in pugni.

“Signore- Incominciò lei con tono adirato e gli occhi furenti- Abbiamo un problema.”

“Di che si tratta, di grazia?”

“Della ladruncola. Da quando ha ripreso a lavorare sta combinando guai su guai! È molto distratta e maldestra! Finisce sempre per rompere tutto quello che le capita fra le mani e io non riesco più a

starle dietro!”

“D’accordo, le parlerò io- Decise Inu-Taisho prendendo in mano una foglio e facendo finta di esaminarne il contenuto- Buongiorno, Berna.”

“Ma, mio Signore…. Io non…” Replicò con un’espressione incredula dipinta sulla faccia.

“Ho detto: Buon giorno, Berna.” Ripetè lui con più forza.

Dopo averlo salutato, Berna uscì, molto infuriata. Parlare!? Si chiese la youkai stringendo i denti  Phua! Perché non cacciarla, invece!?

 

Il rumore secco di un vaso che era caduto a terra, riecheggiò nel corridoio. Shela osservò i cocci sparsi sul pavimento con occhi spalancati ed un’espressione dispiaciuta in volto.

“Mi dispiace tanto, Sarah- Si scusò inginocchiandosi ed incominciando a raccogliere i pezzi- Sono così stupida!”

L’hanyou sospirò. “Lascia stare, faccio io- Si inginocchiò a sua volta- Se vuoi andare, vai. Abbiamo finito il nostro turno. Finisco io di ripulire qui.”

“Come vuoi- Acconsentì la inu-youkai- Grazie e ancora scusa.”

Shela camminava a testa china. Le immagini del massacro continuavano a tormentarla, soprattutto la scena della morte della madre di Ciku e Kioko. Sebbene i due ora si trovassero in un villaggio di umani nelle Terre dell’Ovest, insieme ad una coppia che non poteva avere dei bambini loro; non riusciva  a non incolparsi per averli fatti diventare orfani.

Ella chiuse gli occhi pregando affinché quelle immagini scomparissero una volta per tutte. Senza guardare dove andava, Shela andò a sbattere contro qualcosa… o meglio, qualcuno. Perse l’equilibrio e rischiò di cadere, ma fortunatamente due braccia robuste e muscolose la sorressero.

“Dovresti fare un po’ di attenzione a dove vai, Shela.” Le consigliò la voce profonda di Inu-Taisho.

La inu-youkai alzò lo sguardo ed incontrò le gemme dorate del Signore delle Terre dell’Ovest. Quest’ultimo nel vedere gli occhi di lei, ebbe quasi un sussulto. Erano inespressivi… svuotati. Era la prima volta che li vedeva così: senza emozioni. Tuttavia Inu-Taisho vide un sottile velo che li ricopriva, la tristezza.

Qualcosa in lui scattò, un senso di protezione, l’impulso di cancellare la sofferenza dal suo viso.

 “Sì…- Mormorò Shela abbassando il capo- Mi dispiace, Inu-Taisho-sama.”

La sua voce… anch’essa era incolore, sembrava sottomessa. La colera montò nell’inu-youkai. Dov’era finita la tanto orgogliosa ed insolente Regina dei Ladri?

“Ti stavo cercando, Shela- La informò lui glaciale- Mi è stato detto che in questi ultimi giorni sei molto distratta. Forse stai di nuovo male?- Vedendola scuotere la testa continuò- Allora la tua è solo sbadataggine.- Fece una pausa, indeciso se informarla su cosa stava riflettendo da molto tempo- Dietro il castello c’è una palestra, nella quale i soldati si allenano. Fatti trovare là al tramonto.”

“Sì, Inu-Taisho-sama.”

Dopo averlo salutato, Shela si diresse verso la sua stanza, ma si fermò nell’udire il Signore dell’Ovest richiamarla. “Un’ultima cosa- Le disse- Porta anche i tuoi pugnali.”

 

Il tramonto non si fece attendere. Pian piano il cielo si colorò di un rosso sangue, immerso in un meraviglioso arancio ed un splendente giallo.

Shela era in giardino e si stava dirigendo verso la palestra. I suoi pensieri corsero a quella stessa mattina, quando lei ed Inu-Taisho si erano incontrati. Lui le aveva parlato in modo glaciale, proprio come il loro primo incontro. Le era sembrato molto distante…. Doveva essere molto arrabbiato. Bè, dopotutto aveva tutti i motivi per esserlo.

La inu-youkai si fermò ed osservò il grande edificio che si trovava davanti ai suoi occhi. Aprì il pesante portone ed entrò.

La palestra era molto grande, sui muri c’erano delle torce accese, che facevano molta luce, vari tipi di armi erano attaccate con delle catene, il soffitto era altissimo e molto robusto.

Lo sguardo di Shela si soffermò sul centro dell’edificio, più precisamente sull’inu-youkai che la stava guardando a sua volta. Non indossava i soliti abiti, questi erano bianchi con disegni blu. La grande e pelosa coda bianca era abbandonata sulla schiena. I capelli argentati raccolti nella solita coda e gli occhi ambrati gelidi.

“Ben arrivata Shela.” L’accolse Inu-Taisho.

“Potrei sapere perché mi avete convocata?” Chiese lei titubante. 

“Mi sembra ovvio- Ribatté lui brandendo la spada attaccata al suo fianco- Per combattere.”

Inu-Taisho scattò in avanti, cercando di colpire Shela. Lei, non aspettandoselo, si scansò all’ultimo minuto. L’inu-youkai si mise in posizione d’attacco, studiando l’avversaria.

La ragazza, al contrario, lo guardava con la confusione e la sorpresa negli occhi. Perché l’aveva attaccata? Perché voleva combattere sapendo che lei avrebbe perso?

Come se le avesse letto nel pensiero, lo youkai rispose alle sue silenziose domande. “Il motivo te lo dirò alla fine del combattimento- Un sorriso di sfida prese forma sul suo volto- Sempre se tu vincerai.”

Shela provò a replicare, ma non le fu possibile quando vide il Signore dell’Ovest cercare di colpirla nuovamente. Questa volta non si fece trovare impreparata, impugnò i due pugnali e parò l’attacco. Lo respinse e fece un salto in avanti, portandosi alle spalle dell’avversario. Tuttavia quest’ultimo fu più veloce ed affondò la spada per primo.

Shela imprigionò la lama fra quelle delle sue armi, ma Inu-Taisho era troppo forte, infatti riuscì a liberarla con un semplice strattone. Lei continuò ad avanzare, fendendo l’aria con colpi secchi e ritmici.

Lui non lo diede a vedere, ma un po’ di fatica a parare quei colpi la stava facendo. Erano diretti e rapidi, quasi neanche riusciva a vedere le braccia della youkai.

D’un tratto la ragazza si fermò. Era impallidita e stava tremando. Inu-Taisho si chiese cosa le stesse accadendo, finché non incontrò il suo sguardo… I suoi occhi erano sgranati ed erano coperti da qualcosa…. Paura. Tristezza. Dolore. Rabbia. Odio.

Poi le vide. Le immagini di quel terribile massacro avvenuto quasi una settimana addietro. Il sangue macchiava ogni cosa, il fuoco era indomabile e i lamenti di quelle povere vittime si estendevano ovunque. Nemmeno i bambini furono risparmiati. Quel caldo succo rosso che usciva dai corpi martoriati non faceva altro che alimentare la sete di quei barbari, facendogli perdere completamente il controllo.

Persino colei che veniva definita la Regina dei Ladri non poteva fare nulla, ridotta in ginocchio dal suo avversario, colui che odiava con tutte le sue forze.

“E’ questo il loro destino: morire.” Questa era stata una delle tante frasi usate da Kion, per deridere gli umani.

Shela indietreggiò, scuotendo la testa e mormorando parole incoerenti. Sentiva ancora su di sé il calore di quelle fiamme, che avevano concluso ciò che avevano iniziato gli youkai.

“Shela!” Si sentì chiamare da una voce forte e profonda, tuttavia confortevole e quasi rassicurante.

“N...non posso…” Balbettò continuando ad indietreggiare.

“Sì, invece!- Ribatté Inu-Taisho prendendola per le spalle e scuotendola- Devi combattere!”

“I…io…” Chiuse gli occhi. Le immagini della strage si riaffacciarono nuovamente… dentro di lei c’era un continuo conflitto. Una parte di lei voleva combattere, sconfiggere tutti quei sentimenti negativi, mentre l’altra parte voleva rimanere nascosta, consumata dai sensi di colpa.

Poi rammentò: le avventure vissute con Rioko, lei stessa nel ruolo di Regina dei Ladri. In ogni sua missione c’erano stati dei morti, la maggior parte soldati.

In tutte le battaglie ci sono dei morti e questo è inevitabile, le disse una vocina nella sua mente.

Shela riaprì gli occhi e fece un salto all’indietro, mettendosi in posizione di attacco. “Avete ragione, Inu-Taisho-sama, devo combattere il passato.”

I due inu-youkai si studiarono per qualche secondo ed infine scattarono in avanti contemporaneamente. Lui la respinse e poi fendette l’aria, però alla ragazza risultò alquanto faticoso parare il nuovo colpo.

Quest’ultima si tirò indietro per riprendere un po’ di fiato, poi incrociò le sue armi con quelle dell’avversario, ma lui colpì con la spada uno dei pugnali, con così tanta forza da scaraventarlo lontano da loro.

D’improvviso lei sentì una goccia calda bagnarle la guancia. Istintivamente si portò una mano sulla ferita e la sfiorò con le dita. Erano rosse. Quel liquido era sangue.

Inu-Taisho osservò il suo volto, un taglio di poco conto le percorreva una guancia. In quel momento lo inu-youkai sentì inspiegabilmente un forte dolore allo stomaco, come se qualcuno gli avesse dato un pugno.

Il sibilo di una lama lo fece tornare in sé. Shela lo stava per attaccare con il pugnale che le era rimasto, quasi riuscì a dargli pan per focaccia se lui non si fosse scansato all’ultimo minuto. Ripetè più volte lo stesso colpo, ma con lo stesso risultato.

Il Signore delle Terre dell’Ovest era troppo forte e  veloce per lei, e questo lei lo sapeva benissimo, esattamente come lui. Continuava a chiedersi il motivo di quella sfida. Se anche lui aveva capito di essere il più forte, perché stava combattendo contro di lei?

Inu-Taisho rifletté sul da farsi. Non era più così certo del suo piano. Non voleva farle altro male, non voleva rovinare nessun altra parte di lei. Già si era sentito in colpa per uno stupidissimo taglio! E poi aveva già  portato a termine, con successo, la prima fase del paino. Shela si era tolta dalla testa quelle insulsaggini che le riempivano la mente, e questo per lui era sufficiente.

Basta, era tempo di mettere la parola fine.

L’inu-youkai schivò per l’ennesima volta l’affondo dell’avversaria, la prese per i polsi e la immobilizzò contro la parete alle sue spalle con il proprio corpo.

Lei si dimenò, ma la presa del Signore dell’Ovest era ben salda e non accennava a mollare.

Dentro di lui, Inu-Taisho sentì qualcosa scattare, il sangue scorreva più velocemente e lo sentiva ruggire, così come tutto il suo corpo. La consapevolezza di avere praticamente tra le braccia colei che tormentava i suoi pensieri e i suoi sogni, e l’avvertire la pienezza dei suoi seni pieni contro il proprio torace, lo mandò in tilt.

Il suo sguardo cadde sulle labbra schiuse di lei, così sensuali ed invitanti…. Avrebbe tanto voluto abbracciarla, baciarla con infinita passione ed accarezzarla come nessun amante sarebbe stato capace di fare. La desiderava immensamente… quasi da spaventarlo.

Dal canto suo Shela si era persa nelle pozze dorate di lui, così penetranti e fredde…. Ma in quel momento vide un velo stendersi su di esse, rendendole quasi infuocate. Le vide soffermarsi sulla sua guancia sinistra, dove c’era il taglio che lui stesso le aveva inferto.

Shela chiuse gli occhi non sapendo cosa aspettarsi dall’avversario. Il combattimento era finito e lei era alla sua mercè.

Inaspettatamente, invece, sentì solo una lieve carezza sulla parte lesa, come se una farfalla si fosse posata dolcemente sul suo viso. Riaprì gli occhi, e con suo sommo stupore, scoprì che le labbra del Signore delle Terre dell’Ovest si erano adagiate teneramente sul taglio.

Una parte di lei voleva restare così per sempre, senza pensieri e preoccupazioni… come se fossero loro due le uniche creature esistenti sulla Terra. Tuttavia l’altra parte voleva allontanarlo, prenderlo a schiaffi.

Non vi fu bisogno decidere quale delle due ascoltare, poiché Inu-Taisho si ritrasse bruscamente, come se si fosse scottato. Le lasciò andare i polsi ed uscì dalla palestra a grandi falcate, con una miriade di pensieri nella testa.

Shela per poco non cadde in ginocchio, era stupita ed emozionata. Il cuore andava a mille e la testa quasi le scoppiava per tutta la confusione e l’incertezza che annebbiavano le sue idee.

 

Continua………………………. 

 

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Capitolo 9
*** Una nuova mansione ***


Fifi: Ehmmmmm

Fifi: Ehmmmmm......! Ciao a tutti!!!!! Mi dispia un casino per il super mega ritardo......!!!! Ma che volete che siano un paio di mesi??????
Inu-chan: Io direi...... uccidiamola!!!!
Fifi: Ehhhhh!!!?? O____O!!!!! Ma no dai..... non diventiamo così drastici!! ^___^''''!!! Anzi, dovremmo festeggiare.... LA SCUOA FINALMENTE è FINITA!!!!!!!!!!!!!!!!! E L'ANNO PROSSIMO NON AVRò PIù LA SOLDANO CHE MI ROMPERà LE SACRO SANTE SCATOLE!!!!!!!!!!! CHE BELLO!!!!!!!!!!!
Sessho-chan: Va bene...... per questa volta la scampi.....
Fifi: Evvai! Allora qualcuno lassù mi vuole bene!!
Inu-chan: Mi sa invece che né lassù né laggiù ti vogliano.... quindi ti lasciano a noi....!!!
Fifi: L'importante è esserci, no? ^___'!!! Bene, finalmente sono ritornata con un nuovo chappy! Spero di riuscire ad aggiornare più velocemente durante l'estate..... Ma non prometto nit! Forza, è venuta l'ora dei ringraziamenti: MORGANA!!!!!!!!!!!!!! KATIA_H!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ARIA!!!!!!!!!!!! E Vi presento le nostre nuove commentatrici: YUNISEH!!!!!!!!!!!!!!!!! SARA3!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! SESSHOYUE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!GRAZIE MILLE A TUTTI VOI RAGA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! A voi questo nuovo chappy!!!!!!!!!!!!! Fatemi sapere!!!!!!!!!!!!!! Alla prox!!!!!!!!!!!!!!!!!! CIAO CIAO!!!!!!!!!!!!!!!! ^_______________________________^

 

Il primo amore di Inu-Taisho

 

Capitolo nove: Una nuova mansione.

 

Il sole splendeva alto in cielo, delle nuvole bianche e candide come zucchero filato attraversavano lente ed indisturbate l’azzurro e una leggera brezza soffiava dando un po’ di sollievo in quell’intenso caldo.

Shela era sul portico e stava svolgendo il compito che quell’odiosa di Berna le aveva appioppato.

Il tempo era trascorso velocemente, constatò. Quasi neanche credeva che fossero passati più di tre giorni dal combattimento contro Inu-Tiasho. Si toccò inconsciamente la guancia dove l’inu-youkai l’aveva baciata…. Il cuore riprese a battere veloce e un velo di rossore le comparì in volto.

In quei giorni, ogni volta che lo incontrava, borbottava un “Buongiorno” o  una “Buonasera” e distoglieva lo sguardo.

No, basta! Devo smetterla di pensare a lui! Si impose lei irritata. Pensare ad Inu-Tiasho non faceva altro che confonderle le idee e questo non le piaceva affatto. Tutto ciò le era già successo quando si era innamorata di Kion… ma lei di certo non lo era del Signore delle Terre dell’Ovest! O forse…

Bè, comunque stessero le cose, Shela sapeva di non potersi infatuare di lui. Presto o tardi avrebbe architettato un piano per lasciare il Palazzo dell’Ovest, e poi, una volta che le acque si fossero calmate, sarebbe fuggita. Certo, era una cosa molto rischiosa, rifletté. Prima di diventare la Regina dei Ladri aveva fatto circolare la voce che la Principessa di Jinko aveva lasciato il Regno delle Quattro Terre. Ma ora Kion sapeva che non se ne era mai andata e di certo dopo il loro incontro, aveva mobilitato le sue migliori spie per trovarla.

Forse questo era davvero la volta buona per girare il mondo e per diventare più forte.

Con la coda dell’occhio Shela vide Sarah, con in mano un cesto pieno di tovaglie e lenzuola, che si stava dirigendo verso la parte del cortile riservato al bucato. Erano da tre giorni che non la vedeva, la sua vivacità le era mancata.

“Hey Sarah!” La chiamò lei agitando un braccio e correndole dietro.

L’hanyou le lanciò un’occhiata veloce, poi fece finta di nulla.

L’altra se ne accorse e l’affiancò. “Ciao.”

Sarah non rispose, anzi, appoggiò per terra il cesto ed iniziò a stendere il bucato sopra il filo che andava da un ramo basso di un albero e un gancio attaccato alla colonna del portico.

Shela capì che l’amica era ancora arrabbiata con lei… non poteva darle tutti i torti. Durante la sua convalescenza si era comportata davvero male.

“Mi dispiace….” Sussurrò la inu-youkai veramente dispiaciuta.

L’altra si fermò e la guardò con meno freddezza negli occhi.

Quindi Shela continuò. “Sono stata una vera stupida. Tu mi hai curata ed io, quale ingrata che sono, ti ho trattata malissimo…. Potrai mai perdonarmi Sarah?”

Sul volto dell’hanyou si dipinse un sorriso di trionfo. “Lo avevo già fatto, però volevo sentirmi dire queste cose.

Le due amiche si misero a ridere, felici di essersi ricongiunte.

 

Intanto, dall’altra parte del Palazzo, Inu-Taisho stava passeggiando in giardino con un altro demone. Quest’ultimo era un demone-dondola, alquanto vecchio. Era piuttosto basso, solo pochi capelli marroni-bianchi coprivano il suo capo quasi calvo. Gli occhi erano di due colori diversi: uno nero e l’altro bianco (ABBASSO YUVE!!!!!! VIVA MILAN!!!! ^O^!!!! Nd Fifi!!!), infatti l’anziano youkai era cieco ad uno di essi. Indossava vesti molto eleganti e camminava curvo.

Dunque ne siete davvero sicuro, Inu-Taisho-sama?” Chiese l’anziano incrociando le mani dietro la schiena.

“Sì, è giunta l’ora che tu vada in pensione- Rispose il Signore dell’Ovest- Avrai più tempo da dedicare alla tua famiglia.”

Tutto a un tratto l’altro si fece scuro in volto. “Dopo la morte della mia dolce moglie, mi chiusi in me stesso, rifugiandomi nel lavoro. Troppo era il dolore, così tanto da non poter sostenere mia figlia nel giorno del suo matrimonio.”

“Sbaglio o tua figlia ha appena dato alla luce due gemelli?”

“E’ così, mio Signore.”

“Allora vorrà dire che ti rifarai con loro- Nel vedere l’espressione incerta dell’anziano youkai, Inu-Taisho  si spiegò meglio- Quando andrai da lei, le racconterai ciò che hai appena detto a me. Sono certo che saprà capirti e concederti il suo perdono, a patto che tu non manchi nei tuoi doveri di nonno.”

Un magnifico sorriso fece illuminare il volto ormai sciupato dagli ani e dal dolore del youkai-dondola. “Vi ringrazio per il vostro consiglio e per le vostre bellissime parole, Inu-Taisho-sama- Fece una pausa e improvvisamente diventò serio-  Ma ora, se non vi dispiace, vorrei ritornare al discorso di prima.”

“Certamente.”

“Avete già in mente qualcuno che mi succeda nel ruolo di Primo Consigliere?”

“A dire la verità sì- Nella mente di Inu-Taisho ci creò l’immagine della protagonista dei suoi ultimi sogni. La immaginava sdraiata su di un letto accanto a lui, con i capelli sparsi sul cuscino, mentre dormiva serena. Quello che provava era solo desiderio carnale? Si chiese scacciando via infastidito quel pensiero- L’ho già messa alla prova.

“Una donna!?” Gli chiese l’altro stupefatto.

“Non è solo una donna, amico mio, bensì la Regina dei Ladri.

 

Dopo essersi chiusa la porta alle spalle. Shela si buttò esausta sul letto. Quel giorno aveva lavorato molto più del solito, il Palazzo era stato rispolverato da cima a fondo. A quanto pareva il Signore dell’Ovest avrebbe dato un ricevimento o qualcosa di simile quella sera. Inoltre era da qualche giorno, precisamente da dopo lo scontro con Kion, che si sentiva alquanto strana. La notte sudava molto e di giorno i brividi le pervadevano tutto il corpo. Chissà cosa le stava succedendo.

Voltò la testa e vide un kimono appeso sull’anta dell’armadio.

Si alzò ed andò verso di esso.

Il kimono era bellissimo! Era rosso con dei ricami bianchi. La stoffa sembrava molto pregiata, e infatti, quando lei la toccò le pareva di percepire nella mano la sofficità della neve.

Le cadde l’occhio sulla scrivania lì a fianco su cui stava un foglietto. Shela incuriosita lo prese in mano e lo lesse.

 

Questo kimono è per te, Shela, spero che ti possa piacere. Più tardi verrà Sarah a darti una mano a prepararti per stasera. Non ti presenterai come una serva, bensì come ospite, quindi mi aspetto che tu ti comporterai come tale.

 

Inu-Taisho

 

Per stasera!? Si chiese Shela. Ecco un altro mistero di quel dannato inu-youkai! La poveretta non ci capiva più nulla…. Prima la sfida, poi la bacia ed infine la invita ad un ricevimento. Si poteva sapere cosa diavolo aveva in mente!?

Su una cosa almeno poteva stare tranquilla, ovvero che non ci sarebbero stati i generali delle Quattro Terre, quindi Kion non l’avrebbe trovata.

 

Dopo qualche ora qualcuno bussò alla porta ed entrò Sarah. Quest’ultima aiutò l’amica a prepararsi, le allacciò bene il kimono, la truccò e le sistemò i capelli. Dopo aver provato svariate acconciature, le due optarono per una classica.

Infine, quando Shela fu pronta, si specchiò.

Il vestito le stava molto bene, metteva in risalta i capelli argentati raccolti sopra la testa e le due ciocche lasciate libere le incorniciavano il viso ben truccato. Sarah aveva fatto un buon lavoro!

“Sei bellissima, Shela!” Esclamò l’amica felice del risultato.

“Ti ringrazio Sarah.- Dopo aver dato un’ultima occhiata allo specchio, Shela si rivolse nuovamente all’hanyou- Per caso tu sai perché Inu-Taisho vuole che partecipi anch’io al ricevimento?” 

“Bè… ecco… io…- Cercò di spiegarle esitante Sarah- Inu-Taisho-sama  mi ha severamente proibito di dirtelo.”

“Uff! ora ti ci metti pure tu!? Ah!” Gemette la inu-youkai irritata e mettendo il broncio. Non ne

poteva di questi misteri! E lo avrebbe fatto capire anche al Signore dell’Ovest quella sera stessa.

“Eddai! Non te la prendere… l’unica cosa che posso dirti è che è una sorpresa!”

Shela alzò un sopraciglio stupita. “Una sorpresa?”

“Esatto- Annuì- e se non vuoi perdertela è meglio che ora andiamo. Si sta facendo tardi.”

Detto questo l’hanyou incitò la ragazza con delle amichevoli spinte ad uscire dalla camera e si avviarono verso la Grande Sala.

Una volta giunte davanti al grande portone, Sarah, prima di andarsene, augurò buona fortuna a Shela e quest’ultima varcò la soglia.

La forte luce quasi l’accecò, fu persino costretta stropicciarsi gli occhi dal fastidio.

La sala era enorme, con al centro quattro tavoli tutti ben apparecchiati e seduti attorno ad essi c’erano i soldati che componevano l’esercito e i loro superiori. Tutti stavano chiacchierando e c’era un piccolo gruppo che stava ridendo, molto probabilmente per una battuta.

La servitù non stava ferma un attimo, tutti erano molto indaffarati, c’era chi serviva degli antipasti su dei vassoi, chi invece serviva da bere e chi faceva altri lavori.

Ad un tratto gli occhi della giovane caddero su un inu-youkai chinato in avanti e che stava ridendo insieme ad un soldato. Inu-Taisho nel vederla si tirò su e la osservò con un’occhiata penetrante, che la fece vistosamente arrossire.

 

E a quel punto se l’è data a gambe levate! Dovevate vederlo, mio Signore!” Concluse il soldato con una fragorosa risata, seguito poi dai suoi compagni.

La risata di Inu-Taisho si unì alle altre. Aveva fatto il giro di tutti i tavoli per salutare i subordinati e per congratularsi per la vittoria ottenuta. Le ostilità con il Regno di Jinko erano ancora aperte e di sicuro non si sarebbero chiuse così presto.

Gli occhi del Signore dell’Ovest e del resto del gruppo caddero sulla nuova venuta. I soldati erano rimasti letteralmente a bocca aperta e uno di loro aveva lasciato a mezz’aria il bicchiere per lo stupore.

Shela era bellissima! Il kimono rosso le donava moltissimo… risaltava l’argento dei capelli e le due ciocche lasciate libere dall’acconciatura le incorniciavano il viso perfetto. Il rossetto metteva in risalto le labbra tentatrici e il resto valorizzava la sua bellezza. La fascia arancione legata alla vita sottolineava la sensualità del suo corpo… nessuna donna era stata capace di fargli galoppare in quel mondo il sangue nella vene, valutò Inu-Taisho. 

Dopo essersi congedato, l’inu-youkai si avviò verso la ragazza, notando con una nota divertita il rossore che le copriva le guance.

“Ben arrivata, Shela- L’accolse con un sorriso- Il kimono ti sta molto bene.

“Vi ringrazio, Inu-Taisho-sama.” Rispose lei con un mezzo inchino.

“Bene, allora possiamo accomodarci, vuoi?”

La inu-youkai annuì, accettando il braccio che Inu-Taisho le aveva offerto. La scortò fino al suo posto, che si trovava allo stesso tavolo di lui, ma Shela sedeva in mezzo a due tenenti, a qualche metro di distanza dall’inu-youkai.

Dopo che tutti ebbero preso i propri posti, il Signore dell’Ovest si alzò in piedi, prese il suo calice e  lo alzò. I presenti lo imitarono.

“Senza altri indugi la cena può incominciare- Annunciò con tono solenne- E vi prego di portare rispetto alla nostra ospite, non vorrei che si sentisse male per il troppo ridere nell’ascoltare le vostre delusioni amorose.”

Tutti risposero con una risata, capendo di quali delusioni stesse parlando.  

“Buon appetito!” Concluse l’inu-youkai facendo cin-cin.

Così la cena iniziò. I camerieri servirono le varie portate e di tanto in tanto facevano delle pause. Intanto Shela chiacchierava allegramente con i soldati, si parlava di guerra, dei vari posti visitati durante i viaggi  e di molte altre cose ancora. La ragazza ascoltava affascinata le descrizioni dei paesaggi, ma la cosa che più le piaceva era ascoltare le leggende che si narravano nei tempi antichi.

Il pasto continuò così, senza intoppi, tutto era perfetto e certe volte c’era chi si alzava in piedi per proporre un brindisi.

Era arrivato il momento del dessert, i camerieri attendevano solo l’ordine di Inu-Taisho per servirlo. Ma quest’ultimo, invece, si alzò e si diresse verso Shela.

Shela stava piacevolmente parlando con un soldato, fino a quando l’attenzione del suo interlocutore e del resto del gruppo si concentrò sul nuovo venuto.

La ragazza si girò, trovandosi alle spalle Inu-Taisho, che con un sorriso le porgeva una mano per farla alzare. Fece scorrere lo sguardo confuso dall’arto dell’inu-youkai fino al suo viso. Alla fine accettò la mano e si fece condurre in mezzo alla sala.

“Che cosa avete intenzione di fare, Inu-Taisho-sama?” Gli domandò Shela mentre si fermavano.

“Ora lo vedrai.”

Sentite- Mormorò lei irritata- Ne ho abbastanza dei vostri misteri! E…”    

“Signori!- La interruppe il Signore dell’Ovest rivolgendo su di loro l’attenzione dei presenti- Prima di continuare con la serata, devo fare un annuncio molto importante.

Tutti furono tutt’orecchi, incuriositi.

“Come ben sapete- Continuò- Eikichi ormai è troppo vecchio per continuare nella sua mansione di Primo Consigliere. Questa nuova guerra sta diventando sempre più complicata, quindi sarà molto importante che l’Ovest si avvali di persone forti e piene di volontà. Io ed Eikichi, dopo un attento esame e lunghe riflessioni, abbiamo scelto chi gli succederà.”

Tutti i soldati, compresa Shela, trattengo il respiro, impazienti di sapere il nome.

“Sarà Shela il mio nuovo Primo Consigliere. Annunciò infine Inu-Tiasho creando uno scompiglio generale, persino la diretta interessata ne era rimasta a bocca aperta.

 Ma è una ladra!” Su udì ribattere una voce.
“E per giunta una donna!” Aggiunse un altro.
“E’ vero- Affermò l’inu-youkai- Tuttavia qualche giorno fa la misi alla prova. Con la sua forza e il suo coraggio superò l’esame egregiamente. Inoltre il suo spirito è buono e puro, quindi non dovremo preoccuparci. Come vi ho già detto, l’Ovest dovrà contare sulle forze degli youkai o uomo o donna che siano per vincere questa guerra.”
Un soldato sia alzò in piedi e Shela constatò che si trattava di Grant. Prima di allora non l’aveva mai visto durante la cena. “Per me va bene!- Esclamò- Viva Shela!”
“Anch’io sono d’accordo!”
“Pure io!”
E mille altri youkai imitarono il primo, dando il loro consenso alla successione.
Inu-Taisho sorrise nel vedere che alla fine erano tutti d’accordo. “A quanto pare Shela, tutti approvano.”
“Tutti tranne la sottoscritta- Dichiarò lei decisa- Non intendo accettare la vostra proposta, Inu-Taisho-sama.” ora, né mai!
Se fosse diventata il Primo Consigliere del Signore dell’Ovest, Kion l’avrebbe scovata ancor prima del tempo. Inoltre, come avrebbe fatto a scappare se doveva ricoprire una carica così importante!?
“In verità, Shela- Ribatté Inu-Taisho in un sussurro quasi minaccioso- Questa non era una proposta, ma un ordine.”
Prima che lei potesse dire qualcosa, l’altro l’anticipò nuovamente. “Domani mattina presentati nella Sala del Trono. Eikichi ed io ti spiegheremo cosa comporterà la tua nuova mansione.”
Così detto l’inu-youkai girò i tacchi e se ne andò, raggiungendo un gruppo di soldati che lo stava chiamando a gran voce.
Bene!, si disse Shela, ora sì che sei nei guai ragazza!


Continua………………….

 

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Capitolo 10
*** Ritono dal passato ***


Il primo amore di Inu-Taisho

Eccomi!!!! Dopo 4 mesi di interminabile attesa, eccovi il tanto sospirato nuovo chappy!!!!!!!!!!! Devo scusarmi con voi, cari lettori, poiché non ho potuto aggiornare prima per questioni molto personali…… pensavo di non riprendermi più, e invece eccomi qua!!!!! Devo ringraziare la mia best-friend e tutte le amiche che mi sn state vicine in quel brutto periodo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Bene, prima di lasciarvi alla lettura voglio ringraziare chi ha commentato:  SARA3!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! MORGANA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! HIKARY1980!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! KATIA_H!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ARIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E infine, voglio ringraziare un’altra ragazza, che è stato anche merito suo se ho aggiornato oggi, ogni giorno mi spronava a scrivere ed è ARY22!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Dedico a te questo chappy in modo speciale e spero che anche tu ti lasci alle spalle i brutti ricordi……!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! GRAZIE STRA STRA STRA STRA STRA STRA STRA STRA STRA STRA STRA STRA TANTE RAGA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Fatemi sapere ke ne pensate, commentate in tanti!!!!!!! Buonissimissimissimissimissima lettura!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! CIAO CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ^_________________________^

 

Il primo amore di Inu-Taisho

 

Capitolo decimo: Ritorno dal passato

 

Ora sì che era nei guai! Shela si rigirò nuovamente nel letto. Era riuscita a dormire solo per poche ore e l’alba era alle porte. Dannazione! Se non fosse stato per l’improvvisa decisione di Inu-Taisho, sarebbe già fuggita! Proprio primo Consigliere doveva nominarla!? Non aveva qualcos’latro di meno importate da farle fare!? Ora si sentita pure il dovere di restare… sospirò. Bè, infondo sapeva già quali compiti l’attendevano. Si alzò a sedere di colpo. Doveva smettere di piangersi addosso! Doveva reagire! Era o non era la Regina dei Ladri!?

Scese dal letto, si mise davanti allo specchio e osservò la propria immagine riflessa. Soffermò lo sguardo maggiormente sulla fronte, più precisamente sullo spicchio di Luna blu scuro. Gli inu-youkai si distinguevano dalle altre razze di demoni grazie ai segni che portavano in viso e ai capelli argentati. Spostò gli occhi sui pugnali appoggiati sulla scrivania. Soltanto dopo un attimo di esitazione ne prese in mano uno.

Era ora di prendere in mano la situazione!  

 

“Allora siete proprio sicuro della vostra decisione, Inu-Taisho-sama?” Insistette con voce incerta il vecchio Eikichi.

Il Signore dell’Ovest annuì per l’ennesima volta. “Più che sicuro. Shela è la persona più adatta per questo compito. Il suo potere è molto grande e la sua agilità e precisione nei movimenti sono strabilianti.

Eikichi cercò di protestare, ma l’occhiata che gli lanciò l’inu-youkai lo fece desistere. Infine assentì.

Seguirono minuti di silenzio, finchè qualcuno bussò al grande portone ed entrò Sarah, seguita da…

“Shela!?” Mormorò stupefatto Inu-Taisho. Anche l’anziano youkai-dondola sgranò gli occhi dallo stupore.

La inu-youkai che aveva appena varcato la soglia non assomigliava minimamente a Shela! I capelli corti e argentati le arrivavano appena alle spalle, la frangia era pettinata in tutt’altro modo e faceva intravedere appena il simbolo sulla fronte. Grazie alla matita, gli occhi sembravano aver cambiato forma. Le vesti pregiate profumavano di lavanda, nascondendo il suo odore.

Le due ragazze si inchinarono di fronte ad un Inu-Taisho completamente sbigottito. Quest’ultimo si alzò dal trono ed ordinò a Sarah di uscire, dopodiché si ricolse a Shela.

“Noto che hai apportato delle modifiche al tuo aspetto, Shela.

“Sì, i capelli erano troppo lunghi e mi rallentavano i movimenti nel combattimento. Non sono completamente ignorante sulle mansioni del primo Consigliere, so bene che egli deve accompagnare il proprio Signore in guerra e combattere per lui quando gli viene ordinato.”

“Molto bene- Commentò Inu-Taisho soddisfatto e un poco stupito. Nella sfera della servitù in pochissimi conoscevano quelle cose. Bè, doveva aspettarselo dalla Regina dei Ladri- Dunque Eikichi avrà meno cose da spiegarti. Ora, se volete scusarmi, devo andare. Purtroppo mi aspetta molto lavoro da finire. Affido Shela nelle tue mani esperte, Eikichi.

Quest’ultimo annuì solennemente. Sebbene la giovane non gli andasse a genio, avrebbe eseguito l’ordine del suo Signore e si sarebbe  impegnato al massimo per non deluderlo.

Dopo che Inu-Taisho se ne fu andato, il silenzio cadde fra Shela e Eikichi. Entrambi si scrutarono, studiandosi. Shela aveva capito subito che all’anziano youkai lei non gli piaceva, si era accorta di come la guadava… sempre con espressione impassibile e nello sguardo l’astio.

“Voglio subito mettere in chiaro le cose con te- Ruppe il silenzio Eikichi- Non sarò un insegnate paziente, quindi se apprenderai alla svelta sarà meglio. Non ho intenzione di deludere il nostro Signore, Inu-Taisho-sama, per colpa di una ladruncola. Mi sono spiegato?”

I due si guardarono negli occhi, che erano tempestati da fulmini e saette. L’aria era tesa, molto tesa. Si sentiva aleggiare una strana elettricità, quasi palpabile.

“Bene- Riprese lui dandole le spalle- Ora se mi vuoi seguire, abbiamo molte cose da fare.

Detto ciò si diresse verso l’uscita, con a seguito una Shela molto, ma molto irritata.

 

Non ne posso più! Si disse per l’ennesima volta Shela. Non riusciva più a sopportare l’anziano youkai! Ogni volta che le parlava, lo faceva con tono carico di rancore e con una sfumatura di derisione.

Nella propria mente, rivide il sorriso di schermo che gli si era dipinto in viso quando le aveva ricordato di come era stata così ingenuamente catturata dal Signore dell’Ovest.

E poi la sua risata…. Si era talmente infuriata, che fu costretta ad usare tutte le sue energie per trattenersi dal dilaniarlo con gli artigli.

Ad un tratto i due si ritrovarono nelle cucine. L’inu-youkai si guardò attorno confusa, che cosa aveva a che fare il primo Consigliere con le cucine?

“Ed infine eccoci qui.” Annunciò Eikichi fermandosi.

“E io cosa c’entro con le cucine?” Gli chiese Shela.

“Sarà questo il tuo ultimo compito, ovvero controllare le scorte del castello.

Lei lo fissò confusa. “M….ma questo non dovrebbe farlo la Signora del Castello?”

 “Di solito è così, infatti… ma Inu-Taisho-sama ha insistito affinché tu coprissi anche parte di quelle mansioni. Come sai, egli non ha ancora scelto la sua consorte, e quindi, ricoprendo la carica più alta fra i servitori, ed essendo tu stessa una donna, ha deciso di affidarsi a te.

“Capisco…- Disse  semplicemente lei- E ditemi, Eikichi-sama, ce l’avete tanto con me perché a ricoprire la carica di primo Consigliere è una donna, o una ladruncola, quale mi definite voi?”

L’anziano le lanciò un’occhiata gelida, eppure con una piccola sfumatura di sorpresa. Shela sorrise vittoriosa, a quanto pareva non si aspettava di ricevere una domanda così ardita.

Dopo una breve pausa, il diretto interessato rispose. “Uomo o donna che sia, non mi interessa. Quello che importa è solo che sappia svolgere al meglio i propri compiti e che sia disposto a dare la sua vita per difendere il Regno, chi lo abita e il proprio Signore. Ma sapere che tu… una semplice ladra, sia riuscita ad arrivare così in alto…. Mi disgusta! Rubi per avarizia… lo fai e non te ne penti! Come potresti adempiere ai tuoi doveri, se non sei in grado di comprendere il significato di questi nobili sentimenti!?”

“In verità li comprendo molto bene, Eikichi-sama- Ribattè lei con una nota di tristezza nella voce, che non sfuggì allo youkai- Non sono diventata ladra per avarizia o per cattiveria… Tutt’altro, sono quel che sono perché volevo aiutare le persone più sfortunate, che fossero youkai o hanyou o nigen; per me non faceva differenza. Io stessa ho assistito ad atti di superiorità da parte dei Signori a danno dei loro sudditi… E credetemi, Eikichi-sama, non è un bello spettacolo.

Eikichi la guardò negli occhi, leggendo al loro interno tristezza e sincerità. Quegli occhi dovevano aver assistito a cose che andavano fuori dalla realtà… in un mondo dove la violenza, la rabbia e l’odio regnavano incontrastati.

Forse aveva sbagliato nel giudicarla solo in base alle apparenze… forse c’era davvero qualcosa di nobile in lei.

“E’ questo il motivo che mi spinse a diventare ladra- La sentì continuare- In seguito, grazie alla mia abilità nel combattimento, la gente mi nominò: Regine dei Ladri.

Eikichi continuò a fissarla, sempre impassibile. Shela si chiese se il suo discorso avesse fatto un qualche effetto… gli aveva raccontato quelle cose, perché voleva che lui comprendesse le vere ragioni per le quali diventò ladra. La maggior parte dei ladri rubavano solo per scopi loschi o per arricchirsi… mentre lei lo faceva per il prossimo, non le interessavano minimamente cose di valore o denaro… mai le erano interessate.

Vide lo youkai-dondola darle le spalle e avviarsi verso l’uscita delle cucine. Lei lo seguì senza fiatare.

 

I giorni passavano, diventando settimane. In esse Shela fu molto presa dal lavoro e degli allenamenti con Inu-Taisho. Più il tempo passava, più lei migliorava, non solo aveva imparato a raffinare il suo stile nel padroneggiare le armi, aveva anche appreso l’arte del tiro con l’arco. La sua mira era buona, anche se non riusciva a centrare tutti i bersagli. Le sarebbe servito molta pratica e, come diceva sempre Inu-Taisho, una buona dose di pazienza.

Bè, fortunatamente anche il primo Consigliere aveva il suo giorno di riposo…. Ma Shela, non avrebbe mai immaginato che quel giorno le avrebbe cambiato la vita per sempre.

 

Il cambio di stagione ormai si sentiva. Il freddo vento d’autunno, che con sé trasportava le tempestose nubi cariche di neve, si abbatteva sugli alberi, facendone cadere le prime foglie secche. Shela ne raccolse una ed ammirò estasiata i colori che la ricoprivano. Rosso, arancione e giallo…- Sorrise- Gli stessi che colorano il tramonto.

Era stata informata che quel giorno Inu-Tiasho avrebbe ricevuto una visita molto importante… Chissà di chi… Soltanto lui lo sapeva e per questo le aveva dato il giorno di vacanza.

Rivolse  lo sguardo al cielo. Quest’ultimo stava per essere completamente oscurato da dense e minacciose nuvole nere, quanto la pece. Qualcosa di brutto stava per arrivare.

 

Tuoni e fulmini ruppero la quiete, la pioggia si abbatteva al suolo con forza e il vento soffiava impetuoso, annunciando l’arrivo di un freddo autunno.

Davanti alla finestra Inu-Taisho assisteva a questo spettacolo. Il tempo, notò, rispecchiava appieno gli avvenimenti di quell’ultimo periodo. Era molto soddisfatto dell’ottimo lavoro che stava svolgendo Shela. Per essere la prima volta che copriva la carica di primo Consigliere, doveva riconoscere che la inu-youkai si stava davvero comportando bene. Svolgeva le sue mansioni con il massimo impegno e responsabilità. Perfino Eikichi ne era rimasto piacevolmente sorpreso, nei confronti della ragazza aveva cambiato completamente atteggiamento, ora la guardava e le parlava con rispetto, senza quella punta di disprezzo.

Shela era davvero straordinaria, non si faceva piegare da nessuno, e grazie al suo carattere forte e deciso, era riuscita a guadagnarsi il rispetto e la fiducia del vecchio youkai dondola.  Tuttavia c’era qualcosa che non andava, glielo aveva confidato anche Eikichi, secondo lui Shela nascondeva un segreto. Di sicuro si stava nascondendo, ma da chi?

Ad un tratto qualcuno bussò alla porta ed entrò un dei domestici. “Perdonatemi se vi disturbo, mio Signore- Disse inchinandosi- Ma è arrivato.”

“Bene, fallo entrare.”

“Sì, mio Signore.”

Dopo il bel tempo- Pensò il Signore dell’Ovest- Arriva sempre la tempesta.

Uno youkai, più precisamente un taka-youkai (demone-falco), entrò nello studio. Alto ed imponente, era in grado di incutere timore nei suoi nemici, gli occhi erano del colore del sangue e i capelli corti ricordavano l’oblio da quanto erano neri. Ad Inu-Taisho non piaceva, non gli era mai piaciuto. Era a conoscenza della sua reputazione, infatti egli veniva considerato un vero e proprio tiranno e a quanto si diceva, era stato pure abbandonato dalla promessa sposa, che era scappata la vigilia del loro matrimonio.  

“Inu-Taisho-sama- Iniziò questo con tono glaciale- Grazie per avermi ricevuto e per aver acconsentito alla mia richiesta, seppur insolita.

L’altro si limitò ad annuire. “Vogliamo accomodarci?” Gli chiese indicando una sedia.

Presi i posti, i due youkai si fissarono, o meglio, si studiarono a vicenda, come due nemici durante un combattimento.  

Kion era un avversario molto temibile, e questo Inu-Taisho lo sapeva bene. doveva esserci una ragione se gli aveva chiesto che quella visita rimanesse segreta. Infatti non ne aveva fatto parola con nessuno, nemmeno con Eikichi e con Shela.

Il taka-youkai si era nuovamente alleato con il Regno di Jinko e così aveva fatto anche il Signore delle Terre del Sud, a quanto pareva. Grazie alle sue spie, Inu-Taisho era venuto a conoscenza che anni or sono, Fergon, Signore del Sud, aveva stipulato un’alleanza contro l’Ovest con il Signore di Jinko, ovvero Shatoi. In cambio quest’ultimo avrebbe dato in sposa la Principessa a Kion, unico figlio maschio di Fergon. Entrambe le parti avrebbero tratto dei vantaggi, Jinko, ad esempio, se fosse riuscito a sconfiggere l’Ovest, sarebbe riuscito a vendicarsi e così chiudere una faida, nata secoli or sono, contro di esso.  Mentre il Sud avrebbe potuto acquisire nuovi territori e così anche poteri maggiori, inoltre dal matrimonio tra i due giovani, sarebbe nato un erede, al quale sarebbero spettati gradi responsabilità, nonché la continuità dei Regni.

Ma la fuga della Principessa rovesciò tutto. Il Signore del Sud spezzò l’alleanza dato che non avrebbe potuto avere l’erede tanto sospirato. Aspirava allo stesso modo sia al potere che a un successore, al fine di assicurarsi la successione dei Regni. Ma senza di esso era diventato inutile continuare quel piano.

Durante quel periodo di pace, Inu-Taisho aveva trovato in Fergon un valido amico. Era vero, aspirava troppo al potere, tuttavia dopo aver conosciuto meglio il Signore dell’Ovest, il Signore del Sud aveva capito che contro di lui non c’era niente da fare. Così decise di non dar più retta a Shatoi e di non farsi più incantare dalle sue stupide promesse di conquista.

Ma allora perchè suo figlio Kion aveva riallacciato i rapporti con Jinko? Anche Fergon lo aveva fatto?

Non lo sapeva. Le sue spie non riuscivano più a raccogliere informazioni sufficienti per sapere ciò che stava realmente accadendo. Se il taka-youkai aveva ripreso la vecchia alleanza, ciò significava che la Principessa era tornata.

Certo, Inu-Taisho al pensiero del suo ritorno ne era felicissimo, finalmente avrebbe potuto incontrarla di persona. Ma ora… Qualcosa in lui era cambiato, sentiva di provare strane emozioni, ma non nei confronti della Principessa, bensì vero Shela.

Quella ragazzina non era come tutte le altre inu-youkai, lei aveva qualcosa di più… era diversa…. Aveva un carattere forte e deciso, non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno! Era per questo che l’ammirava tanto. Tuttavia non poteva negare che per lei non provasse una certa attrazione, perché era così. C’era qualcosa in lei che lo attraeva…. Quanto era confuso…

“Se non vi dispiace- Intervenne Kion- Vorrei arrivare subito al dunque.

“Certo- Assentì Inu-Taisho- Di che si tratta?”

“Voi avete qualcosa che mi appartiene.”

 

La pioggia cadeva incessantemente, bagnando tutto ciò che toccava. I lampi e i tuoi erano accecanti e assordanti, era strano che ci fosse un temporale in quel periodo della stagione.

C’era qualcosa che non andava, e questo Shela lo aveva intuito subito. Quel giorno una strana aria, carica di tensione ed elettricità, aleggiava sul castello, rendendo tutti nervosi ed ansiosi.

Shela sbirciò un’ultima volta fuori dalla finestra completamente bagnata, poi si diresse verso il grande letto. Da quando era stata nominata primo Consigliere, la sua situazione era migliorata: per prima cosa Berna non rompeva più, anche se per certe occhiatacce che le mandava l’avrebbe squartata più che volentieri. Poi le avevano cambiato la camera, ora ne aveva un’altra più ampia, più spaziosa e più comoda. Inoltre le avevano rifatto completamente il guardaroba, oltre ai kimoni pregiatissimi, erano state confezionate anche tute da combattimento identiche a quella che usava in qualità di Regina dei Ladri.

Improvvisamente qualcuno bussò alla porta ed entrò Sarah. Dalla sua espressione non doveva essere niente di buono.

“Shela, Inu-Taisho-sama richiede la tua presenza. Annunciò lei.

“Va bene.”

Le due si avviarono verso lo studio, durane il percorso incrociarono un aquila-youkai, che le guardò con sguardo truce e carico di disprezzo.

“Chi è quello?” Volle sapere Shela una volta allontanate.   

“Non lo so, ma penso che sia il braccio destro dell’ospite di Inu-Taisho-sama. È stato lui ad avvertirmi che era stato richiesto la tua presenza nella riunione.

“Capisco… Ecco perché hai su questo broncio.

“C’è qualcosa in lui che non mi convince… non mi fido.

“Allora siamo in due.”

Arrivarono alla meta. Sarah se ne andò subito, mentre Shela, dopo aver ricevuto il permesso di entrare, varcò la soglia e quasi il cuore le si fermò nel petto. Oltre all’odore di Inu-Taisho, c’era  anche quello dell’ospite… quello di Lui……. Kion!

Seduto di fronte al Signore dell’Ovest, stava il taka-youkai. La bocca storta in un ghigno malvagio e canzonatorio, mentre gli occhi color sangue sembravano deriderla.

“E’ da un po’ che non ci si vede, Shela.” Disse lui con la sua solita aria da strafottente.

Un incubo…… doveva essere un incubo…….. Come spiegarsi se no la figura di Kion seduta a pochi metri di distanza? Shela pregò che fosse così e di svegliarsi al più presto.

 

Continua………………………..   

 

        

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