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Lo so… Sto diventando
opprimente.. Ma che volete farci! Scrivere è la mia passione!!! Allora…. Penso
che nessuno abbia mai scritto o letto una ficcy sui genitori di Sesso-chan!!!!
Ho letto molte storie su Inu-Taisho e Izayoi… Così mi sn detta: Ma perché nn
provare??? Mal che vada la sospendo!! Così un giorno mi è venuta
l’ispirazione!!! E ora eccola qua!!!!! Fatemi sapere che ne pensate!!!!! Alla
prox!!!!! CIAO CIAO!!!!!!!!!!! ^______________________^
Il primo amore di Inu-Taisho
Capitolo uno: Una ladra
Era il tramonto. I raggi del sole erano di un colore intenso, fra il rosso e il
giallo. Era uno spettacolo bellissimo e che prometteva, una serata ancor più
splendida.
Ad ammirare tutto questo, su di un albero stava lei, Shela. Una ladra,che
godeva di una grande fama. Lavorava su commissione, ma i suoi colpi erano
imprecabili! Si diceva che mai nessuno fosse riuscito a catturarla, nemmeno una
volta. Fu proprio per questo che fu soprannominata la Regina dei ladri, colei
che appariva e svaniva nell’ombra.
I raggi giocavano uno strano gioco di colori con i suoi capelli, argentati,
quanto la luna in un cielo di tenebre. Quando la luce li colpiva risplendevano
di un bagliore dorato, il quale metteva in risalto i suoi occhi blu, che
appartenevano solo alla notte. Sulla fronte portava uno spicchio di luna
crescente, del medesimo colore delle sue iridi.
Le piaceva molto guardare il tramonto su di un albero, l’aiutava a rilassarsi e
a concentrarsi prima di un lavoro. Quella sera avrebbe agito, pur sapendo a
cosa e a chi andava in contro. Non sarebbe stato facile, anzi, quasi
impossibile, ma le sfide l’avevano sempre elettrizzata.
Giusto qualche giorno prima aveva ricevuto una lettera, la quale diceva che
presto sarebbe tornata in azione e solo il giorno del colpo, sarebbe stata
informata sul da farsi. La somma che le era sta offerta era molto
considerevole, ma il fatto che mise Shela sulla difensiva, fu che i suoi
ingaggiatori volessero restare anonimi.
Quella mattina, la giovane ladra, o meglio, inu-youkai, ricevette una busta con
all’interno le istruzioni, su dove e cosa rubare. Si trattava di una perla, la
Perla nera. Era assai rara e aveva un grosso valore. La cosa che un po’ la
intimidiva non era cosa rubare, ma chi derubare. Si trattava di un capo delle 4
terre del Giappone, ovvero Inu-Taisho, il Signore delle terre dell’Ovest. Nei
vari villaggi circolava la voce che molti ladri avevano fatto visita al Signore
dei cani e nessuno di loro aveva più fatto ritorno. Fu proprio questo
particolare a far accettare a Shela l’incarico, finalmente, dopo tanto tempo,
aveva trovato pane per i suoi denti.
“Hey Shela!- La chiamò una voce femminile ai piedi dell’albero- Ti muovi!? Ti
ricordo che questa sera dobbiamo agire!”
“Sì! Scendo!” Rispose Shela balzando giù dalla pianta.
“E’ tutto il giorno che ti cerco!- Continuò l’amica. Rioko era il suo nome ed
era un hanyou, una mezzo-demone volpe. Era poco più bassa di Shela, i suoi
capelli erano corti e rossi fiammeggianti. Gli occhi invece erano verdi, come
l’erba. In molte occasioni assisteva l’amica, il suo ruolo consisteva nel
distrarre le guardie, bastava una sua occhiata e le aveva tutte ai suoi piedi-
Anche se, in fondo, sapevo che eri qui!”
“Allora perché non sei venuta prima?- La provocò l’amica incurvando le labbra
in un sorriso- Forza, andiamo! Voglio essere pronta al meglio!”
Le due youkai corsero verso l’interno del bosco, scomparendo fra gli alberi. In
pochi minuti arrivarono davanti a una caverna, era il loro covo, nel quale
c’erano le loro armi. Le preferite di Shela erano due pugnali a tre punte
(praticamente le armi di Ghish in Mewmew ^^nd Fifi). Era una vera esperta nel
maneggiare le armi e combattere, sembrava che fosse nata proprio per questo. I
suoi movimenti non erano pesanti o impacciati, tutt’altro, erano agili e
aggraziati, la sua era una specie di danza della morte.
“Hai preparato l’occorrente?” Domandò Shela all’amica.
“Certo!- Le rispose porgendole i due pugnali, con un sorriso di trionfo- Li ho
affiliati proprio come volevi tu! Ora possono tagliare qualsiasi cosa!”
“Bene! E tu, sei pronta?”
“Come sempre!”
“Agiremo durante la notte, per ora riposiamoci!”
“Questa situazione deve cambiare Inu-Taisho!- Esclamò uno dei 4 Signori del
Giappone - Quella ladra deve essere fermata ad ogni costo!”
Anche gli altri 2 capi erano d’accordo. Erano stanchi di ricevere ogni giorno
le lamentele dei loro sudditi, non ne potevano più. Giorno dopo giorno non
facevano che aumentare, bisognava fare qualcosa!
Inu-Taisho era appoggiato sui gomiti, con le mani incrociate davanti al mento.
Squadrava i presenti con aria irritata. Quanto avrebbe preferito essere a letto
con una delle sue concubine, anziché star lì a sopirsi quei rompi scatole!
“Allora, Inu-Taisho!? Cosa avete intenzione di fare!?” Domandò uno dei
presenti.
“A dire il vero ho studiato un piano e lo già messo in atto. Basterà aspettare
che il pesce abbocchi all’amo”
Nella grande sala si alzarono dei mormorii. Dalle espressioni dei 3 capi,
Inu-Taisho capì che non erano pienamente convinti. Forse credevano che non
sarebbe mai riuscito ad incastrare una ladra, o ancor meglio, una mocciosa che
giocava con il fuoco!? Bè, se questi erano i loro pensieri, si sarebbero
ricreduti! –Questa sera la nostra amica verrà a farmi visita e riceverà il mio
benvenuto. Credo che non le piacerà molto.-
La notte era giunta e la luna era al centro del cielo. Era arrivato il momento!
“Forza Rioko!- La intimò Shela rinfoderando i suoi inseparabili pugnali,
mettendone uno per fianco- Dobbiamo andare!”
“Eccomi! Sono pronta!- Esclamò l'hanyou. Indossava un kimono molto elegante,
con ricamati vari fiori, i capelli erano raccolti ed aveva messo molto trucco,
giusto quel tanto che bastava per provocare le guardie- Questo giorno verrà ricordato
come il giorno nel quel Inu-Taisho è stato derubato dalla Regina dei ladri!”
Shela annuì abbastanza divertita dall’atteggiamento dell’amica. Sapeva che la
sua era una pazzia, ma non le importava, anzi, più alto era il rischio, più
quel lavoro la esaltava!
Dopo aver indossato il suo mantello incappucciato, le due youkai si derisero
verso il palazzo del Signore dell’Ovest.
Erano dietro a due cespugli, proprio di fianco al portone della muraglia.
Stavano assistendo al cambio della guardia. La cosa che incuriosì Shela fu che:
anziché 4 o 5 guardie, ce ne fossero solo due. Eppure sapeva che in quelle
terre girava voce che la Regina dei ladri era nei paraggi. Molti avevano preso
qualsiasi precauzione, e invece, Inu-Taisho no. Doveva essere proprio un
incosciente o pieno di sé. La cosa, comunque, giocava a favore di Shela, anche
se il suo istinto le diceva di non cantar vittoria troppo presto.
Il cambio della guardia era stato eseguito, i due soldati se ne erano andati,
lasciando il posto ai compagni.
Shela e Rioko si scambiarono un’occhiata d’intesa e quest’ultima annuì, sapendo
cosa doveva fare. Uscì dai cespugli, fingendosi spaventata e un’aria di
smarrimento le si dipinse in volto. Corse verso le guardie. Quest’ultime
all’inizio si misero sulla difensiva per istinto, poi vedendo che si trattava
solo di una donna, si calmarono.
“Oh, vi prego!- Li supplicò l’hanyou fingendosi disperata- Mi sono persa e non
riesco a trovare il mio accampamento!”
A quel punto si coprì il viso con le mani e inscenò un pianto.
“Si calmi signorina” Disse uno dei due soldati alquanto turbato.
L’altro le mise una mano sulla spalla per rassicurarla e lei si buttò fra le
sue braccia. I due soldati si guardarono perplessi, non sapevano che cosa fare.
“Suvvia- Continuò la guardia- Se vuole l’aiuteremo noi a cercare il suo
accampamento!”
Rioko alzò la testa e guardò negli occhi prima uno e poi l’altro. In quel
momento i due si resero conto della sua incredibile bellezza, deglutirono a
stento per questo. Praticamente la stavano mangiando con gli occhi, desiderando
di rotolare con lei nel letto. Altri due allocchi erano caduti nel suo inganno.
Fece segno a Shela con la mano, facendole capire che poteva andare. Non
avrebbero avvertito la sua presenza, erano troppo presi ad ammirare il corpo
ben formato dell’hanyou per accorgersene. Shela recepì il messaggio, sgattaiolò
fuori dai cespugli e con un balzo oltre passò la muraglia.
L’inu-youkai si nascose fra le ombre degli alberi del giardino, diventandone
tutt’una. Si guardò attorno, non c’era nessuno. Non avvertiva nessun odore o
aura demoniaca. Guardò in alto e vide un balcone con una finestra aperta.
All’inizio si insospettì, forse era una trappola, ma l’istinto le diceva che
non c’era nessuno. Si fidava ciecamente di lui, più volte le aveva salvato la
vita, anche quando era impossibile.
Così saltò su di esso. Si nascose contro la parete e sbirciò all’interno della
stanza, vuota e completamente al buio.
Aprì la porta della camera e guardò fuori, non c’era anima viva. Percorse vari
corridoi, nell’intento di trovare la stanza che custodiva la Perla nera. La cosa
che la lasciò un po’ perplessa fu che non c’erano guardie, nessuno che
sorvegliasse i corridoi, nemmeno i servi non c’erano…. Come se il palazzo fosse
disabitato!
Finalmente dopo una bella camminata, vide una porta sorvegliata da tre soldati,
doveva essere quella! Si appiattì contro la parete e senza farsi vedere o
sentire, con uno scatto fu dietro alle guardie. Loro non si resero conto del
pericolo, o almeno non subito, ma quando percepirono una strana forza alle loro
spalle, non fecero in tempo girarsi che si ritrovarono a terra senza sensi.
Shela li guardò per un attimo, quasi provò pena per loro. Si voltò ed aprì
l’enorme porta che le era di fronte. Era una grande stanza, completamente
avvolta dalle tenebre, a pochi metri da una finestra stava una piccola bacheca
illuminata da un raggio lunare, con all’interno una piccola perla nera. Era
lei!
Shela sorrise per l’ottimo lavoro, c’era riuscita! La Perla nera era proprio
davanti a i suoi occhi, che luccicava in tutta la sua bellezza. Eppure non si
sentiva tranquilla, era stato facile, fin troppo! Inu-Taisho non poteva essere
così sciocco da farsi fregare in questo modo!
I suoi pensieri furono interrotti da due forti braccia, le quali la presero
alle spalle. La youkai cercò di divincolarsi dalla stretta, ma non ci riusciva!
“Ti consiglio di calmarti, se ne vuoi uscirne incolume!” Le disse una voce
maschile, molto gelida e profonda, da procurarle un brivido lungo la schiena.
Per la prima volta, Shela ebbe paura.
La giovane si dimenò come un’ossessa, diede un sonoro calcio in pancia al suo
aggressore, il quale la lasciò andare e indietreggiò di qualche passo.
Shela ne approfittò, balzò contro al finestra per uscire, ma fu fermata
dall’uomo di prima. Lei perse l’equilibrio e cadde all’indietro, trascinandolo
con se. Erano uno sopra l’altro, grazie al raggio lunare poté vedere
l’individuo che l’aveva aggredita e che la stava sovrastando con il suo corpo.
Aveva i capelli lunghi argentati, raccolti in una coda di cavallo, gli occhi
erano due gemme dorate, su entrambe le guance portava un segno viola scuro e il
suo corpo era possente. Shela aveva già sentito parlare di lui ed era
consapevole della sua immensa forza. L’uomo che l’aveva assalita era
Inu-Taisho, Signore delle terre dell’Ovest e degli inu-youkai!
Anche Inu-Taisho stava osservando l’avversaria, o meglio, la famosa Regina dei
ladri. I capelli erano lunghi, raccolti in una treccia, sembravano risplendere
di luce propria, argentea, esattamente come la luna. I suoi occhi erano di un
color blu profondo, quanto il cielo avvolto dalle tenebre, nei quali leggeva la
grande determinazione e un piccolo senso di paura. La cosa che catturò
l’attenzione dell’inu-youkai fu lo spicchio di luna, tatuato sulla fronte della
ragazza. Poi le studiò il corpo: indossava un mantello incappucciato marrone
scuro, sotto di esso portava un corpetto nero aderente, che copriva le spalle e
metteva in risalto le sue dolci e sensuali forme. I pantaloni erano anch’essi
neri e aderenti, i quali mostravano le sue gambe lunghe e ben formate. Alla vita
portava un cinturino marrone, a cui erano attaccati i suoi pugnali. Ed
indossava un paio di stivali del medesimo colore dell’abito.
Alla vista di quello splendido corpo, Inu-Taisho fece fatica a deglutire e
sentì uno strano calore nei bassi fondi, che si faceva sempre più insistente.
Oltre a quello restò affascinato soprattutto dai suoi occhi… quello sguardo
magnetico e penetrante…. Ma che stava facendo!? Come poteva pensare a certe
cose in un momento simile!? Se avesse abbassato al guardia, la ladra ne avrebbe
approfittato per scappare! –Che mi sta prendendo!?-
Dal canto suo, anche Shela si ritrovò nella sua stessa situazione. L’attraevano
quelle gocce color ambra... Più di ogni altra cosa la sua voce... Profonda e
forte... Cosciente di quei pensieri, la inu-youkai si impose di smettere di
fare la sciocca. Doveva trovare un modo per fuggire! Ma non fece in tempo a
formulare un piano che arrivarono 4 guardie armate fino ai denti.
Inu-Taisho si alzò in piedi, facendo fare la stessa cosa alla sua prigioniera,
tenendole imprigionati i polsi dietro la schiena. Lo youkai si girò verso i
suoi sottoposti e li guardò per qualche secondo rimanendo in silenzio, poi fece
cenno a uno di avvicinarsi di un passo.
“Signore!” Scatto sull’attenti il soldato.
L’inu-youkai gli gettò in malo modo la ragazza, la quale si ribellava e urlava
con tutte le sue forze.
“Conducetela nelle prigioni. E se proverà a scappare avvertitemi subito-
sorrise- Anche se dubito che sia così stupida da farlo, dato che ha trovato
qualcuno che può battere la Regina dei ladri.”
Fifi:
rieccomi!!!!!!!!!!! Sl per voi!!!!!!!!!!!!!!!!!
Sessho e inu: NOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!! Si salvi chi può
>O
Fifi: che tristezza!!!!!! sgh! Nn mi volete bene....... ç________ç
Inu: sinceramente..... no!
Sessho: idem!
Fifi: vi conviene chiudere il becco voi due! Se nn volete che faccia uccidere
taisho e shila!!! così nn nascete più e nn venite a scassarmi le scatole!!!!
Sessho e Inu: nn puoi!!! ^____^
Fifi: per quale ragione????
Sessho e Inu: perchè le nostre fans ti taglierebbero la testa o peggio!!!!!!!!
Fregata!!!!! Fregata!!!!!!! Fregata!!!!!!!! ^O^
Fifi: ora facciamo i conti!!!!!!! Prima però voglio ringraziare colei che ha
commentato la ficcy e ve la presento subito: KISS!!!!!!!! GRAZIE GRAZIE GRAZIE
GRAZIE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! PER TEE
PER CHI LEGGE LA FICCY SENZA COMMENTARE QUESTO NUOVO
CHAPPY!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! CIAO CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
^_____________________________________________^ e ora inu e sessho...... vi
farò conoscere una mia carissimissimissimissima conoscente..... la prof.
Soldano!!!!!!!!!!!!!!!!!!! kikukikukikukikkukikukikukikukikukikukiku!!!!!!!!!!
Capitolo due: In trappola
Non poteva essere! Di sicuro era un sogno, o meglio, un incubo! Dal quale Shela
avrebbe voluto svegliarsi. Per la prima volta la Regina dei Ladri aveva perso e
ora se ne stava in una cella, a cuocere nel suo brodo.
Rabbia e umiliazione pervadevano il suo corpo. Umiliazione per essersi fatta
catturare così facilmente, rabbia per essersi fatta soggiogare da lui,
Inu-Taisho, Signore dell'Ovest. Se lo ricordava ancora quel momento, quando lui
la stava sovrastando con il suo corpo. Lei avrebbe potuto scappare, colpendolo
nei bassi fondi, il punto debole di ogni uomo. Ma non lo aveva fatto, il suo
corpo e la sua mente avevano smesso di funzionare, erano concentrati ad
osservare quelle due gocce dorate, fredde e penetranti, così attraenti....
Un grave errore. Infatti eccola lì. Rinchiusa in una delle celle sotterranee
del palazzo del Signore dei cani, in attesa della decisione del Gran Consiglio
delle quattro Terre.
Quanto tempo era passato? Un'ora? Un giorno? Non lo sapeva. La segreta era buia
e non riusciva a vedere niente, inoltre tentare di fuggire in una situazione
così delicata sarebbe stato un suicidio.
Prima, grazie ad una candela, Shela poté osservare la cella: era piccola e
abbastanza alta, c'era un materasso per dormire, una specie di bagnetto in un
angolo. Le pareti erano di roccia e non c'era neanche una finestra, la porta
era super blindata e completamente nera.
Una volta che la candela si spense, nella prigione si diffusero freddo e
umidità. Lei essendo una youkai non doveva sentire freddo, tuttavia questa
volta lo sentì, e non le piacque.
D'un tratto la serratura scattò e alle narici della inu-youkai giunsero vari
odori, trai quali quello del suo peggior nemico. Inu-Taisho, seguito a ruota da
due suoi sottoposti, entrò nella cella. I due soldati andarono da Shela e con
la forza la fecero inginocchiare davanti al loro Signore.
"Qual è il tuo nome, Regina dei Ladri?" Le chiese Inu-Taisho.
"Che importanza ha il mio nome?- Ribatté Shela guardandolo negli occhi con
espressione di sfida- Tanto mi ucciderete. E' questa la pena dei ladri,
no?"
"Non ti sbagli, ma sono riuscito a convincere il Gran Consiglio a
lasciarti in vita- Le rivelò lo youkai sorridendo di fronte alla faccia stupita
della ragazza- Resterai a Palazzo, investe di mia cameriera personale. Dovrai
esaudire ogni mio più piccolo desiderio o capriccio."
L'espressione di Shela mutò, da stupita ad arrabbiata, da arrabbiata a adirata
"Voi non potete!"
"Ohhh se posso, piccola ladra! Ti ricordo che io sono il Signore delle
Terre dell'Ovest e dato che ti trovi nel mio territorio, nonché nelle mie
prigioni, sei sotto il mio comando!"
Shela s’infuriò ancora di più nel vedergli stampato sulla faccia un sorriso
strafottente. Quanto avrebbe voluto cancellarglielo e fargli vedere chi
comandava fra loro due! "Non credete di potermi tenere qui, Inu-Taisho!
Anche se mi avete catturata non vuoldire che mi arrenderò!"
"E invece ti converrà darmela vinta, visto che non puoi fuggire. Attorno
al palazzo c'è una barriera e soltanto con il mio permesso si può
oltrepassare"
Con un sospiro di frustrazione, Shela abbassò lo sguardo e la testa. Era stata
sconfitta, definitivamente. Chiuse gli occhi per riflettere su un nuovo piano,
ma niente. Se non poteva scappare, come se ne sarebbe andata da quel maledetto
castello? Volente o dolente sarebbe rimasta, per chissà quanto tempo.
"Shela" Sussurrò la youkai a fil di voce, appena udibile.
Inu-Taisho inarcò un sopraciglio, con espressione interrogativa.
"Shela- Ripeté lei con più forza, riaprendo gli occhi ed alzandoli per
incontrare lo sguardo dell'inu-youkai- Shela è il mio nome"
L'inu-youkai sorrise fra sé, soddisfatto della risposta. Prima di quel momento,
non era mai stato così impaziente di sapere il nome di una persona, di una
donna. Subito scacciò quei pensieri, ritornando in sé. Diede l'ordine di far
portare la ladra nel suo alloggio e di farcela restare fino a che non avesse
delle mansioni per lei.
Quando i soldati e la ragazza se ne andarono, Inu-Tiasho stette a guardarla,
incantato, domandandosi se quella inu-youkai fosse una ladra o un'incantatrice.
-Questo giorno sarà ricordato come il giorno nel quale Inu-Taisho è stato
derubato dalla Regina dei Ladri!- Le aveva detto Rioko, prima di partire. Shela
sorrise amaramente, di sicuro quel giorno sarebbe stato ricordato, per la
cattura della Regina dei Ladri.
La youkai era seduta sul pavimento, con la schiena contro una parete. Il suo
alloggio era molto piccolo, come arredamento c'era: un letto, un tavolino e una
sedia. C'era anche una finestra abbastanza grande, coperta dalle spesse tende,
le quali non facevano filtrare i raggi di luce. Infatti la stanza era buia,
come la prigione, solo più calda.
Durante il tragitto dalle segrete agli alloggi, Shela guardò fuori le finestre
del corridoio. Era giorno inoltrato, forse era appena passato mezzogiorno....
Era passato più tempo del previsto....
All'improvviso bussarono alla porta ed entrò una vecchia youkai, bassa con i
capelli corti e verdi. Appena oltrepassata la soglia scoccò un'occhiataccia a
Shela, la quale contraccambiò. La vecchia gettò sul letto le cose che aveva in
mano e si avviò versò le finestre. Aprì le tende e i raggi del sole entrarono
con tanta violenza che quasi accecarono la giovane.
La vecchia youkai si girò e squadrò la inu-youkai che era ancora seduta sul
pavimento. "E così tu saresti la nuova serva di Inu-Taisho-sama- Constatò
la vecchia facendo una smorfia di disapprovazione- Io sono Berna, la capo
domestica. Quelli sono i tuoi vestiti- Indicò gli indumenti che erano sul
letto- Taisho-sama ha invitato a cena i più valorosi generali delle Quattro
Terre. Dovrai servire ai tavoli e comportarti bene, se non vuoi essere punita.
Se ti faranno un complimento, volgare o meno, accetterai con un sorriso. Se ti
toccheranno non reagirai. Chiaro?"
Guardandola con odio misto a rabbia Shela annuì, senza replicare. Se speravano
di poterla tenere a bada, si sarebbero ricreduti e molto presto!
"Molto bene- Disse Berna avviandosi alla porta- Ti verrò a chiamare più
tardi. Fatti trovare pronta."
Detto questo la vecchia uscì dalla stanza. Shela rimase a guardare la porta,
assorta nei suoi pensieri. A quella cena, molto probabilmente, sarà presente
anche lui, se non era ancora impegnato nelle sue ricerche, o meglio, nel suo
inseguimento.
Non voleva tornare indietro, al suo passato, non lo avrebbe mai permesso! Anche
a costo della vita.... Sapeva che con lui non c'era niente da scherzare ed era
conscia che se l'avesse trovata, pian piano l'avrebbe uccisa.
"Allora!? Sei pronta!?" Brontolò Berna seccata, bussando alla porta
della camera di Shela.
"Sì" Rispose la ragazza, uscendo dalla stanza. Sebbene gli squallidi
vestiti, la sua bellezza rimase intatta. Indossava uno yukata molto vecchio,
giallo pallido, che nonostante il colore, metteva in risalto i suoi capelli
argentati. I capelli erano legati in una coda bassa e al contrario delle altre
serve, non indossava il telo che si portava in testa.
Le due si avviarono verso la Grande Sala, stando una a distanza dall'altra. Il
tragitto fu silenzioso e pieno di occhiatacce, le quali esprimevano a grandi
linee ciò che non si diceva.
La vecchia aprì la grande porta di legno, le youkai entrarono. La Grande Sala
era enorme! C'erano vari tavoli rettangolari e seduti c'erano i generali. Shela
si guardò in giro. Scrutò ogni tavolo, ogni youkai, lui non c'era. Tirò un
sospiro di sollievo, era salva, per il momento.
L'attenzione di Inu-Taisho cadde subito sulla youkai che aveva varcato la
soglia. Sorrise nel cedere che la sua bellezza era rimasta intatta, sebbene i
vestiti da serva. La guardò a lungo, la vide guardarsi in torno con aria
preoccupata e ansiosa, in cerca di qualcuno... Poi la vide tirare un sospiro,
ritornando impassibile, come prima.
Shela incontrò gli occhi di Inu-Taisho e lo guardò con odio, imprecando
mentalmente contro di lui. I suoi insulti furono frenati da Berna, che le diede
un vassoio, con sopra vari cibi ed iniziò a servirli ai tavoli.
Durante la cena, Shela dovette far appello a tutto il suo autocontrollo per non
uccidere uno dei generali. Continuavano a palparla e a farle delle proposte
indecenti, degne di una sgualdrina.
Il pasto era finito e la maggior parte dei generali se ne erano andati. Era
rimasto solo un piccolo gruppetto, che si era concentrato in un tavolo.
La inu-youkai aveva finito di sparecchiare, si stava per allontanare, ma uno
degli youkai la fermò prendendola per un polso.
"Guarda guarda chi abbiamo qui!- Esclamò lo youkai leone sorridendo, con
un atteggiamento da superiore- La Regina dei Ladri, colei che ci ha derubati. A
quanto pare hai trovato qualcuno che ha saputo domarti, dico bene, ladra?"
In tutta risposta Shela gli ringhiò contro, mostrando le due zanne e
guardandolo minacciosamente.
"Sapete, Inu-Taisho? Dovreste insegnare le buone maniere a questa piccola
impertinente... Ma se volete, sarò ben felice di occuparmene io!"
Inu-Taisho gli lanciò un'occhiata tempestata da fulmini e saette, chiudendo gli
occhi in due piccole fessure. Era così minaccioso che lo youkai leone mollò
subito la presa e si mise a sudare a freddo. "Fujiyoshi, lo sai benissimo
che questo tipo di discorsi mi irritano"
Shela posò lo sguardo su Inu-Taisho. Non poteva credere che l'avesse soccorsa!
Anche l'inu-youkai posò gli occhi su di lei. La giovane si riscosse e lo guardò
con astio, poi girò sui tacchi e se ne andò.
Quando entrò in camera sua, Shela si appoggiò contro la porta e inconsciamente
un sorriso le si dipinse sul volto. Chissà, forse Inu-Taisho non era poi così
male infondo.
CONTINUA................................ Fifi: Miei cari lettori, ho una notizia che vi
sconvolgerà....................... Inuyasha e Sesshomaru...................
sono morti!!!!!!!!!!!!!!!! Evviva!!!!!! Sn morti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Facciamo
festa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Finalmente non mi scasseranno più le
scatole!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ringrazio la mia prof Soldano che li ha
spinti al suicidio!!!!! Dopo neanche un'ora di lezione con lei si sono buttati
dalla finestra della 2°A Igea che si trova al quarto piano!!!!!!!!!! Sn morti
sul colpo! AHHHHH AHHHH AHHH AHHHH AHHHHHHH!!!!!!!
All'improvviso vedo cadere dal cielo due figure.... purtroppo a me note...
Sessho-chan e Inu-chan sn tornati!!
Fifi: Ma come avete fatto °O°!!!!???????
Inu: Abbiamo incontrato quelli di drangon ball... ci abbiamo fatto amicizia e
li abbiamo convinti a riportarci in vita grazie al loro super mitico Drago!!!
Sessho: semplice, no?
Fifi: Okkkkkkkk........ Hey voi due!!!!! Cosa avete intenzione di fare con
quelle spade!????? O____O
Sessho: Niente di grave.... Sl una squartatina o due.....
Inu: Sì sì!! Ti va???
E fu così che Fifi se la diede a gambe levate, diretta ad ammazzare quelli di
Dragon ball!
Sessho e Inu: Bene! Anche questo chappy si è concluso! Aspettiamo tanti ma
TANTI commenti!!!!!! Ora andiamo! Dobbiamo ancora uccidere Fifi!!!! Alla
prox!!!!!!!!!!!!!!! CIAO CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ^______________________^
Fifi: Ahhhia che male!!!!! Ciao a tutti!!!!! sn
tutta un dolore! Colpa di due inu-youkai che hanno la delicatezza di un
elefante!!!!!!!
Inu: Ma che colpa nostra!??? sei stata tu a volerle prendere!!!!!!
Sessho: Gli dò ragione!!!
Fifi: E da quando vai d'accordo con tuo fratello????
Sessho: Da quando abbiamo fondato il club "Organizzazione per l'omicidio
di Fifi91!" Sentito lettori?? Chi vuole può iscriversi!!!! Più siamo prima
possiamo fare a fette Fifi91!!
Inu: Per di più l'iscrizione è gratuita!! ^___^
Fifi: Ma nn è giusto!!! ç___ç Ce la avete tutti con me!!!! Adesso chiamo il
telefono azzurro o il wwf, qualsiasi sia l'organizzazione, vi denuncio!!Prima i
dovuti ringraziamenti: KISS!!! KATIA-H!!!!! KAGOME_91!!!!! GRAZIE GRAZIE GRAZIE
GRZIE GRAZIE GRAZIEEE!!!! SIETE STUPENDISSIMISSIMISSIMISIME E
GENTILISSIMISSIMISSIMISSIMISSIMISSIME!!!!!!!!!Grazie a tutte voi!!!!!! Per voi questo new chappy!!!!!!!!!!!! CIAO
CIAO!!!!!!!!!!!!! ^_________________^ Capitolo tre: Ladra e principessa.
"Maledizione a quella dannata vecchia!" Imprecò a gran voce Shela,
mentre rimetteva nel cesto una casacca bagnata e appena lavata di Inu-Taisho e
ne prendeva un'altra.
Non ne poteva più di quella dannata youkai di Berna! La stava facendo impazzire
e la trattava come un'ignorante! Se fosse stata in Inu-Taisho l'avrebbe
cacciata a calci! Già... Inu-Taisho... Ora che ci pensava, era da molto che non
lo vedeva... Era trascorso quasi un mese da quando la Regina dei Ladri era
stata catturata... Delle sere, dalla finestra della sua stanza, lo vedeva
passeggiare nel giardino, pensieroso, con lo sguardo fisso davanti a sé, come
se fosse ipnotizzato. Poi si fermava e guardava la Luna... Stava lì per molto
tempo... a riflettere, pensava Shela. A volte spostava lo sguardo sulla sua
finestra, lei arrossiva violentemente e si schiacciava contro una parete per
nascondersi. Ancora non riusciva a comprendere il motivo delle sue reazioni.
Perché doveva sentirsi imbarazzata nell'osservarlo? Soltanto una ragazzina con
una cotta doveva sentirsi così e lei, di certo, non lo era! Anzi, doveva
provare antipatia per lui, per averla umiliata... per averla soccorsa... per
averle salvato la vita... Infondo, era indebito con lui.
"Shela sei proprio una stupida!" Mormorò facendo un sospiro.
All'improvviso la inu-youkai avvertì una strana presenza tra gli alberi. Il
vento soffiava lievemente, facendo muovere i fili d'erba, i pesci saltellavano
nel fiumiciattolo e gli uccelli volavano cinguettando.
Shela si alzò in piedi di scatto, si girò e si mise in posizione da
combattimento.
"Hey!! Calma! Calma!- Intimò una voce femminile a lei ben nota, mentre una
figura prendeva forma tra gli alberi- Vengo in pace!"
Doveva saperlo. Rioko. Come al solito quella ragazzina non poteva stare fuori
dai guai.
"Si può sapere che ci fai tu qui?" Le chiese Shela rimettendosi in
posizione eretta.
"Ma guarda che ingrata! Vengo a salvarti e tu mi domandi che ci sono
venuta a fare!"
La ragazza uscì dal folto della piccola foresta e Shela poté osservarla nel suo
aspetto umano. I capelli erano castani, gli occhi erano riamasti verdi, senza
l'aria da felino. Gli artigli e le zanne erano scomparsi e le orecchie erano
umane.
"Mi spiace Rioko, ma tu non puoi fare un bel niente" La informò la
inu-youkai sedendosi a guardare il fiumiciattolo.
"Potrei sapere il motivo?" Ribatté la hanyou sedendosi a fianco
dell'amica.
"Il castello è protetto da una barriera magica. Soltanto con il permesso
di Inu-Taisho la si può attraversare"
"Ma come? Io, però, l'ho attraversata come puoi vedere!"
"Forse ha effetto solo sui demoni e non sugli umani."
"Eppure tu sei entrata la prima volta... A meno che....!"
"Fosse una trappola- Concluse per lei Shela alzando lo sguardo al cielo e
specchiandosi in quel colore così puro- Era stato Inu-Taisho ad ingaggiarmi.
Sapeva che non avrei rifiutato ed ora eccomi qua"
Le due giovani stettero in silenzio per un po'. Rioko non si voleva arrendere!
Avrebbe trovato un modo per far fuggire l'amica! Costi quel che costi ce
l'avrebbe fatta!
La ragazza si alzò in piedi e guardò Shela con sguardo deciso "Senti
Shela, non posso lasciarti qui in questo modo! Deve esserci una soluzione!
Vedrai che la troveremo!"
La inu-youkai le sorrise, ringraziandola per il suo appoggio "Purtroppo
non c'è maniera di scappare. Le ho pensate tutte, ma niente da fare"
"Ma Shela..." Replicò Rioko, ma un'occhiata di Shela la fece zittire.
La youkai si alzò a sua volta e guardò la hanyou che stava cercando di
trattenere le lacrime. "Rioko, ti ringrazio per quello che hai fatto per
me in questi due anni. Tu sei la mia migliore amica, anzi, tu sei la sorella
che non ho mai avuto e di questo te ne sono molto grata!"
"Ma che dici..? Dovrei essere io a ringraziarti!- Replicò Rioko
asciugandosi una lacrima- Se non fosse stato per te, starei ancora in quel
dannato palazzo a fare la sgualdrina. Tu mi hai salvato e mi hi accettata al
tuo seguito, sarò per sempre in debito con te!"
Con la mente, Shela ritornò indietro nel tempo, a quando era un'adolescente, o
quasi almeno. Rammentò di una ragazzina non più giovane di lei di due anni, che
veniva trascinata in un corridoio e protestava con tutte le sue forze. Shela
andò in suo soccorso, ma il padre la fermò, spiegandole che i mezzi-sangue,
come quella ragazzina, dovevano essere trattati come schiavi... in quel caso
come una prostituta....
"Se vuoi sdebitarti, Rioko, allora vivi la tua vita. Ritorna dalla tua
famiglia... Vai a vivere con gli umani in un villaggio... Tu qui non ci devi
stare!"
Un'occhiata della inu-youkai fece capire all'hanyou di non obbiettare,
tuttavia, non le impedì di piangere.
"E va bene, Shela... Hai vinto tu....-Si arrese la ragazza sospirando. Si
ricompose tornando quella di sempre- Ma non credere che mi dia per vinta!
Aspetta e vedrai...! Troverò qualcuno che faccia la caso nostro e allora la
Regina dei Ladri sarà di nuovo in libertà!"
Shela sorrise, fiera di quella ragazzina che fino a poco tempo fà, non era
altro che una mezzo-demone timida e impacciata.
"Ci conto!" Le rispose la youkai alzano due dita in segno di
vittoria. Rioko annuì, salutò l'amica e se ne andò.
La inu-youkai aspettò che la figura della giovane svanisse, poi si girò e
scrutò gli alberi. "So che sei lì. Fatti vedere!"
Da un albero scese una ragazza. Un hanyou. Aveva i capelli lunghi e sciolti
color corvino, gli occhi erano color del sangue e una piccola cicatrice le
solcava la guancia destra. La sua carnagione era bianchissima, quanto il latte,
era un po' bassa e molto magra. Vestiva con i soliti vestiti da serva e in
testa portava una bandana bianca. Era molto bella quanto giovane.
Shela la osservò per un po', quella ragazza le ricordava qualcuno.... l'aveva
già vista... il suo sguardo si soffermò sulla cicatrice dell'hanyou,
all'improvviso si ricordò chi fosse. Credeva che non l'avrebbe più rivista,
dato che con l'accusa di tradimento si veniva giustiziati.
"Mi dispiace di aver origliato la vostra conversazione, mia Signora- Si
scusò la giovane, abbassando lo sguardo e la testa- Non era mia
intenzione."
"Non ti preoccupare, Sarah. So che non sei quel tipo di persona che
spettegola, o mi sbaglio?"
"Non si sbaglia, mia Signora"
-Non è cambiata affatto!- Notò Shela. Si ricordava di lei, purtroppo era quella
persona che si trovava sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato.
"Noto con piacere che sei riuscita a scappare, Sarah. Ne sono felice!"
Proseguì Shela sedendosi nuovamente e invitando la ragazza a fare altrettanto.
Sarah esitò nel farlo, poi accettò l'invito. "Sì, in effetti sono stata
molto fortunata!- Rispose l'hanyou con un sorriso- Taisho-sama era venuto al
castello il giorno dopo e mi salvò."
Chissà perchè centrava sempre Inu-Taisho! Shela non ne rimase poi così tanto
stupita, quasi sembrava che quell'inu-youkai la stessa pedinando fin dal giorno
in cui era nata!
La inu-youkai rivolse nuovamente l'attenzione sulla cicatrice della ragazza, la
sfiorò lievemente con un dito della mano sinistra e la guardò con malinconia.
"E questa? E' stato mio padre, vero....?"
Sarah appoggiò la mano destra contro la guancia, annuì, ricordando le violenze
subite quel fatidico giorno.
"Mi dispiace tanto...- Sussurrò Shela. Abbassò gli occhi sentendosi
colpevole di tutte quelle barbarità- Non ti sarebbe accaduto niente se non
fossi scappata da palazzo."
"Ma che dite, mia Signora!?- Replicò Sarah, diventando ad un tratto più
decisa- So bene quale motivo vi spinse a scappare, anch'io avrei fatto la
stessa cosa! E credetemi, io non mi pento di avervi aiutata, anzi, lo rifarei
altre mille volte!"
Shela alzò la testa e guardò la giovane. Nei suoi occhi brillava una luce di ribellione.
Le sorrise e mormorò un grazie.
"Sono stata veramente felice di potervi servire, Principessa- Proseguì
Sarah contraccambiando il sorriso- Purtroppo non posso dire lo stesso per
vostro padre."
"Anch'io provo i tuoi stessi sentimenti, Sarah. Sebbene sia mio padre, non
posso dimenticare ciò che fece a mia madre, a me e a tutti voi... Non posso
fare a meno di odiarlo."
Sarah si mise a ridacchiare. Shela la guardò con aria perplessa, che c'era da
ridere?
"Scusatemi, mia Signora, ma non riesco a non pensare a una cosa buffa- Si
giustificò lei una volta calmata- Taisho-sama ha detto la stessa cosa che avete
dichiarato voi. Quando gli raccontai della vostra fuga, mi disse che sarebbe
stato molto felice di conoscere la Principessa. La cosa divertente è che già vi
conosce, ma non fa altro che lamentarsi del vostro spirito indomabile e invece
prima lo elogiava. Dice che la Principessadeve possedere una grande forza di volontà e un gran cuore!"
Shela ne rimase perplessa. I due si erano già conosciuti, anche se in
circostanze sgradevoli, ma Inu-Taisho non lo sapeva. Chissà cosa avrebbe detto
o fatto una volta saputa la verità!
La inu-youkai sapeva che non doveva rivelare la sua vera identità, o meglio,
l'altra faccia del medaglione. Se l'avrebbe fatto, lui lo avrebbe scoperto e
sarebbe venuto a portarla via, sapendo che a quel punto lei avrebbe finito di
esistere.
Sarah le regalò un bellissimo sorriso per tirarla sù di morale, come se le
avesse letto nel pensiero.
"Non vi preoccupate, mia Signora. Non dirò niente a nessuno. Sono certa
che lui non vi troverà, e se lo farà, sono ancor più certa che Taisho-sama gli
impedirà di farvi del male!"
In qualche modo Shela ci cedette. Sarah aveva ragione, non doveva temere.
Nessuno le avrebbe fatto del male, specialmente lui. Ma allora cos'era quel
senso di inquietudine e di disagio?
A pochi metri da dove si trovavano le due youkai, su di un albero, stava
un'aquila dorata. Si alzò in volo e scomparve nel nulla, diventando tutt'uno
con il vento.
CONTINUA...................... Fifi: eccoci alla fine del terzo chappy!!! Il
passato di Shela è stato svelato... ma ci sono ancora delle domande senza una
risposta.... Chi la sta perseguitando??? Il padre o qualcun'altro???? Cosa
centra l'aquila dorata??? Se volete saperlo non perdetevi il prox chappy!!!!!!!
Vi aspetto numerosi!!!! Ciao ciao!!!!!!!!!!! ^__________________^
Inu: Ti sei dimenticata una cosa, scema!
Fifi: Ancora qui!!!!! Ma non vi avevo denunciati al wwf!???
Sessho: Sì! ma è risultato che il fifi91 stupidis e scemidis non sia mai
esistito e che non sia in pericolo di estinzione!! Quindi ci hanno lasciato
andare a condizione di diventare soci!!!
Inu: un piccolo prezzo da pagare, ma almeno siamo liberi!!!
Fifi: ooookey! ma cosa ho dimenticato?
Inu: Lascia perdere lo faccio io!! Aspettiamo tanti commenti!!!!!! e se non
commentate io e Sesshomaru veniamo a farvi visita con Tokijin e Tessaiga!
Fifi: bene..... non ho ancora capito se li volete incitare a commentare o a
denunciarvi per violenza! Vabbè... Alla prox!!!!!! CIAO
CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ^_________________^
Inu-chan & Sessho-chan: Eccoci a voi gente!!!!! Pronti per
un nuovo chappy???
Inu-chan: Oggi a presentare il capitolo ci saremo io e
Sesshomaru…..
Sessho-chan: Dovete sapere che quell’anti sgamo di Fifi, soprannominata
Yuventus, ieri sera è stata beccata insieme alla sua amica Gatta a fare degli
scherzetti di Halloween… a danno della loro ex-prof. delle medie di Tecnica…
Inu-chan: Dopo un’ora e passa d’inseguimento… i Carabinieri sono
riusciti ad acciuffarle!! Movente: VENDETTA CONTRO LA PROFESSORESSA!!!
Sessho-chan: Fatto sta che ora Fifi e Gatta sn in gatta buia!!
Ecco come passare una bella serata di Halloween in compagnia di amici!!
Attenzione a non finire come quelle due deficienti!!!
Inu-chan: Per maggiori informazioni sull’evento visitate il
sito: www.tgcom.it !!!
Sessho-chan: Forza!!!! È
venuta l’ora dei ringraziamenti!! Vi presento subito le favolose e super
lettrici che ogni volta ci seguono e commentano: YUKI689!!!!!!!!!!! INUYASHA_LAURA93!!!!!!!
KATIA_H!!!!!!! GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE INFINITTISSIMISSIMISSIMI A
TUTTE VOI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Inu-chan & Sessho-chan: Bene ora senza indugi vi auguriamo
una buna lettura!!!! CIAO CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ^___________________________^
Capitolo quattro: Cielo senza stelle.
L’aquila
volava, scrutando con gli occhi neri la foresta sottostante. Man mano che
avanzava, si intravedeva un palazzo. Esso era immenso, circondato da forti e
alte mura. Nel giardino c’erano due persone, tra le quali una richiamò a sé
l’aquila. Il volatile atterrò sulla spalla del padrone, riferendogli
mentalmente ciò che aveva scoperto.
“Allora?-
Chiese l’altro con impazienza- Buone notizie, spero!”
“Oh
sì, mio Signore!- Rispose il sottoposto con aria trionfante- Finalmente l’ho
trovata!”
L’altro
sorrise malignamente, pregustandosi la vendetta. Questa volta non se la sarebbe
fatta sfuggire, non una seconda volta! Le avrebbe fatto capire che a lui non si
disobbediva mai. La sua punizione, pensò lo youkai, sarà molto lenta e dolorosa
e finalmente capirà chi fra noi due comanda!
Il
demone gettò all’indietro la testa, scoppiando in una fragorosa risata, mentre
il vento gli scompigliava i corti capelli neri, simbolo dell’oblio.
“Shela!-
La chiamò Sarah correndo verso di l’amica- Aspettatemi!”
La
inu-youkai si girò e vide l’hanyou spuntare dagli alberi. Il viso era un po’
arrossato e i capelli arruffati, Shela capì subito cosa le fosse successo e
sorrise nel vederla così felice. Sarah la affiancò e si avviarono verso il
Palazzo.
“Oggi
non mi sembrate di buon umore, Shela- Dichiarò la giovane- E’ forse successo
qualcosa?”
“Mi
sbaglio o ti avevo pregata di non darmi più del voi”
“Oh!
E’ vero! Scusate… Cioè volevo dire scusami!!”
Shela
non poté trattenere una risata. Quell’hanyou riusciva sempre a metterla di buon
umore! “Oggi ho rischiato di arrivare un pugno alla draghessa!”
“Bello
come sopranome…! Draghessa…. Sì! Mi ispira!”
“Piuttosto…
parliamo di te!- Cercò di cambiare discorso Shela, con stampato sul viso un
sorriso malizioso- Chi è lui?”
Sarah
si dipinse di un sol colore, rosso accesso. Si guardò in giro imbarazzatissima
e in preda al panico. “N-nessuno…!”
Sebbene
fosse un sussurro inudibile all’orecchio umano, Shela riuscì a sentirlo. Si fermò
e guardò l’amica con divertimento. “ Non me la racconti giusta tu!”
“Va
bene, va bene…! Hai vinto!- Sarah tirò un profondo sospiro, provando a
sconfiggere l’imbarazzo- Si chiama Grant. È una delle guardie. Dall’aspetto
sembra rude e privo di sensibilità, invece è dolce e ha un tocco d’angelo!”
Sarah
aveva un’aria assorta e sognate. Era davvero innamorata. Anche Shela lo era
stato una volta. Purtroppo si era innamorata della persona sbagliata e da
allora si ripromise che non avrebbe donato mai più il suo cuore a nessun uomo.
Eppure ogni giorno non faceva che pensare a lui. Ma perché ogni santa volta i
suoi pensieri dovevano cadere su quel dannato inu-youkai!??
“E
tu, Shela?” Le chiese Sarah, riportandola alla realtà.
“Io,
cosa?” Ripeté rincamminandosi.
“Anche
il tuo cuore batte per qualcuno?”
“No..”
Le rispose con aria pensierosa.
“Ne
sei sicura…? Non sembra che tu ne sia molto convinta!”
Il
viso di Shela si dipinse lievemente di rosso. No che non c’era! Non poteva
esserci! “Non c’è nessuno!”
“Vaaaa
bene!” Esclamò Sarah. Le due youkai erano rientrate nell’edificio.
L’hanyou,
prima di andarsene per la propria strada, prese da parte l’amica e le sussurrò
ad un orecchio. “Non ti abbattere! Secondo me hai delle possibilità!”
Detto
questo se ne andò, senza dare tempo a Shela di replicare, anche se lei era
rimasta di sasso e non riusciva a parlare.
Entrata
in camera, Shela sbatté la porta e sbuffò infuriata. Non ne poteva più di
quella vecchia draghessa di Berna!! Quella stra maledetta era andata su tutte
le furie solo perché l’aveva vista chiacchierare con Sarah!
Andò
alla finestra guardò fuori. Il sole era quasi sparito oltre le montagne e la
sera stava scendendo. Shela sospirò, un po’ per la rabbia e un po’ per la
frustrazione. Per quanto ancora sarebbe andata avanti così? Per quanto ancora
sarebbe riuscita a nascondersi? Non lo sapeva. Sapeva solo che non doveva che
non doveva farsi trovare e restare nell’ombra.
Shela
si appoggiò contro una parete. Era stanca e gli occhi le si stavano chiudendo,
tuta colpa degli incubi che la tormentavano ogni notte. Crollò sul letto e
chiuse gli occhi, cadendo in un sonno profondo, per niente tranquillo.
Stava
correndo a perdi fiato in un bosco. Era tutto buio, il sole non esisteva e non
c’era anima viva. C’erano soltanto lei, Shela, e un figura che la inseguiva.
Sentiva
la presenza dell’inseguitore farsi sempre più vicina, Shela era disperata,
aveva paura, molta paura. Si fece sfuggire un paio di lacrime…. Quasi non
riusciva a correre da quanto tremava…
Ad
un tratto, davanti a lei, prese forma una figura. Le dava di spalle, i cappelli
argentati, una casacca e pantaloni bianchi e blu. Sulla schiena portava una
folta e grossa coda bianca e una spada, capace di uccidere centinaia di nemici
in due secondi.
Shela
sgranò gli occhi, sia per la sorpresa e per la felicità. Era sicura che
l’avrebbe salvata, presa fra le braccai e difesa… lo chiamò a gran voce.
Inu-Taisho si girò e la giovane non fece neanche in tempo a raggiungerlo che
lui scomparve, lasciandola in balia del suo inseguitore.
All’improvviso
la youkai sentì un respiro freddo al col tempo caldo sul collo. Un brivido le
percorse la schiena e una risatina di trionfo la fece rabbrividire. “Ora sei
mia”.
La
risata si fece sempre più profonda e maligna. Shela si girò di scatto e
incrociò gli occhi rossi sangue del suo inseguitore, mentre i corti capelli
neri di quest’ultimo gli danzavano sul viso.
Shela
si svegliò di soprassalto, sudata ed ansimante.Restò sdraiata, era ancora troppo scossa per alzarsi. Ancora quel
sogno e ancora quel maledetto youkai! No. Non ci voleva pensare! Era stanca e
voleva riposare in pace! Richiuse gli occhi, ma il sonno non arrivava. Forse
una parte di lei aveva paura di riprendere ciò che aveva interrotto.
Conscia
di non poter più dormire, Shela scostò le coperte e …. –Le coperte!?- Si
chiese. Come era possibile!? Si ricordava benissimo di essere crollata sul
letto ed essersi addormentata subito! All’improvviso le giunse alle narici un
altro odore, lo riconobbe subito: Inu-Taisho. Cosa era venuto a fare nella sua
stanza!? Forse voleva divertirsi un po’ con lei…!? No. Improbabile. Per quanto
attrazione potesse provare nei confronti di una donna, Inu-Taisho non le
sembrava affatto una persona che si lasciava sopraffare dal desiderio carnale.
Shela
si alzò ed andò alla finestra. Tirò le spesse tende e guardò oltre la vetrata.
Buio. Era già notte! Ma quanto aveva dormito!? A quanto pareva, parecchio!
La
inu-youkai aprì la finestra e con un balzo fu nel giardino. Si incamminò, senza
sapere dove stava andando. Non poco distante da dove si trovava la giovane,
c’era un ruscello solcato da un ponticello. Shela andò su di esso ed appoggiò
le braccia sul parapetto. Si guardò un po’ in giro, il suo sguardo si soffermò
su dove, la mattina, aveva piacevolmente chiacchierato con Sarah. L’hanyou si
era accorta subito del malumore di Shela, la quale era riuscita a cambiare
discorso. La causa, in parte, non era solo quella rompi scatole di Berna, da un
paio la giovane youkai era inquieta ed aveva uno strano presentimento, come se
qualcuno la stesse osservando. Shela corrugò la fronte, che l’avesse già
trovata?
Una
mano artigliata la prese per una spalla. La inu-youkai sussultò e si girò di
scatto per vedere chi era. I suoi occhi incrociarono due gemme dorate, velate
dalla preoccupazione.
“Shela!?- La chiamò Inu-Taisho- Stai bene!?
“S-si….!-Rispose
la giovane ancora spaventata- Certo che sto bene! Perché non dovrei esserlo!?”
“Perché
ti ho chiamata ben quattro volte e tu non davi segno di vita!”
Shela
lo guardò spazientita e si girò verso il parapetto. “Ero soprapensiero”
Inu-Taisho
la imitò, alquanto divertito.“Scusami,
non volevo spaventarti”.
“Non
mi sono spaventata”.
“A
me è sembrato il contrario…”
Shela
sbuffò e lo fulminò con lo sguardo. “Sentite, Inu-Tiasho, non ho alcuna voglia
di litigare…”
“Non
stiamo litigando, ma discutendo.” La corresse lui interrompendola e facendola
arrabbiare ancor di più. A quanto pareva non lo aveva ancora perdonato per la
permanenza forzata.
“Quello
che è! Non sono dell’umore giusto!”
Tra
i due cadde il silenzio. Ogni tanto, Inu-Taisho, guardava di sott’orecchi la
ragazza, per capire cosa stesse pensando. Non sapendo come rompere il ghiaccio,
lo youkai si guardò intorno, fin quando alzò lo sguardo al cielo. “Stasera c’è
un cielo senza stelle”.
Anche
Shela guardò in alto, c’era solo la luna, o meglio, uno spicchio di luna, lo
stesso che aveva sulla fronte. Le stelle c’erano ma non si vedevano. “Già”.
Inu-Tiasho
la osservò e, non sapendo cos’era, provò qualcosa al petto, un lieve dolore.
“Potrei sapere cosa ti preoccupa?”
La
giovane posò gli occhi sulle iridi dorate dell’inu-youkai, per poi abbassarlo.
“Non sono affari vostri- Sussurrò decisa. Ritornò a guardarlo con severità- E poi,
a voi cosa interessa? Sono solo una serva, no? Perché vi dovreste preoccupare
dei miei problemi?”
“Perché,
che tu ci creda o no, io sono alquanto diverso dagli altri feudatari. Ho a
cuore i problemi dei miei subordinati e dei miei sudditi, nessuno escluso”.
Shela
restò stupita da questa cosa, tutti i feudatari che aveva conosciuto erano
avidi ed egoisti, quasi quanto suo padre, così si era convinta che tutti gli
aristocratici fossero fatti alla stessa maniera. Lei non si era mai sentita una
di loro, anzi, li disprezzava, forse fu proprio per questa ragione che decise
di diventare una ladra, o meglio, la Regina dei Ladri. Ma ora doveva
ricredersi, c’era una eccezione e quella era Inu-Tiasho.
“Sarah
mi ha raccontato di come l’avete salvata”. Gli disse mentre un sorriso curvava
le sue dolci labbra.
“Davvero?-
Ribatté Inu-Taisho per niente stupito- Quella ragazza è piena di vitalità.
Quanto la conobbi capì subito che tipo era e quando feci la conoscenza del
feudatario che serviva compresi che rimanendo in quel postaccio non avrebbe
fatto altro che soffrire. Così cercai di convincerlo di darla in custodiaa me, ma lui continuava a dire che Sarah era
accusata di alto tradimento. Ci volle molto tempo, ma alla fine vinsi io. Una
volta giunti a Palazzo chiesi a Sarah cosa fosse successo e lei mi spiegò di
aver aiutato la Principessa a scappare dal castello. Me la descrisse per filo e
per segno: volenterosa, piena di energia, testarda, altruista e con un gran
cuore d’oro!”
Shela
quasi non riuscì a trattenere un risata, a quell’elenco mancavano alcuniaggettivi, ad esempio: arrogante, manesca e
vendicativa.
“Questo
potrà sembrarti stupido- Proseguì Inu-Tiasho facendo un mezzo sorriso- Ma
sebbene io non la conosca di persona, mi bastò quell’elenco per farmi innamorare
di lei e mi ripromisi che una volta incontrata le avrei chiesto di sposarmi.
Durante i miei viaggi la cercai, chiesi a tutti… ma niente. Non la trovai.
Ormai sono passati più di due anni e ancora non mi do per vinto, sono certo che
un giorno la troverò e fino a quel momento, non prenderò moglie”.
-Le
tue ricerche si sono concluse- Pensò Shela. Senza saperlo, Inu-Taisho aveva
sotto gli occhi la principessa che tanto desiderava e amava. Però la giovane
era scossa da alcune domande e la sua voce diede vita ad una di loro. “Perché
lo state dicendo a me?”
“Se
devo essere sincero, non lo so- Sussurrò guardandola negli occhi- Possiamo
chiamarla fiducia”.
Fiducia?
Si chiese Shela. Inu-Taisho aveva fiducia in lei? In colei che voleva
derubarlo? “Perché mi state dando così tanta fiducia? Non ho fatto niente per
meritarmela…”
“Perché
tutta la mia gente c’è l’ha. Per quale motivo dovrei negarla a te?”
Il
viso della inu-youkai si oscurò, facendo diventare i suoi occhi azzurri di
ghiaccio, quanto la sua voce. “Io non appartengo alla vostra gente. Io non
appartengo a nessuno, né tanto meno a voi”.
Shela
decise di andarsene. Inu-Taisho non la trattenne, chiedendosi se
involontariamente l’avesse offesa.
A
pochi metri di distanza la giovane si fermò e si girò lievemente verso lo
youkai. “Grazie per oggi pomeriggio. E se vedete quella draghessa di Berna,
avvertitela che non so per quanto ancora potrò resistere dall’ucciderla (adesso
si capisce da chi ha preso Sessho-chan^^!! Nd Fifi)”.
Taisho
annuì, sorridendo divertito. Draghessa? Si chiese. Davvero buffo come
soprannome e perfettamente azzeccato. Osservò la inu-youkai andarsene a passi
lenti, ma decisi. Eh sì! Doveva ammetterlo….! Shela non era niente male!
Per
quanto potesse risultare allettante l’idea di sposare il Signore dell’Ovest,
per i profitti che ne avrebbe tratto, Shela decise di lasciar perdere. Prima o
poi la cotta per lei sarebbe svanita, oppure, Inu-Taisho sarebbe morto nella
disperazione per cercarla. Le sue ricerche sarebbero continuate, a meno che lei
non gli avesse svelato la sua vera identità e questo, pensò la ragazza, sarebbe
risultato molto difficile.
Alzò
la testaguardò il cielo, ilquale veniva illuminato dalla bianca e
luminosa luna. “Un cielo senza stelle, un cielo senza pensieri…”
CONTINUA…………………………………………….
Sessho-chan: E anche il quarto chappy si è concluso!!!
Inu-chan: cosa accadrà adesso!??? E domanda ancor più
importante… chi scriverà il resto della storia se Fifi è dietro alle sbarre??
Fifi: Non vi preoccupate!! Ci penserò io!!! La vostra super
mitica Fifi!!! Appena evasa dalla prigione!!
Sessho-chan & Inu-chan: Ma che ci fai tu qui??? E come
cavolo hai fatto a scappare??
Fifi: ma non sapete leggere?? S-O-N-O E-V-A-S-A!!!!!! Non è poi
così difficile, no?
Inu-chan: va bene… va bene… ma ci spieghi come tu e la tua amica
siete evase?
Sessho-chan: Illuminaci!!
Fifi: Bene…. Partiamo da… Oh
sì!! Io e Gatta abbiamo conosciuto Lupin III e la sua banda!!! Ci’abbiamo
flirtato un po’… Gatta si è unita a loro, dopo aver scoperto di essere una
ladra nata, infatti subito dopo l’evasione mi ha spillato fuori i soldini!!, ed
ora eccomi qui!!!
Sessho-chan & Inu-chan: Peccato… la nostra carriera di
presentatori è finita!!!ç_____ç!!!
Fifi: sì!! Giù per lo scarico!! Bhè…! Se le lettrici me lo
chiederanno potrei farvi rimanere!!
Sessho-chan e Inu-chan:
ç____________________________________ç!!!!
Fifi: con quelle facce da cani bastonati magari riuscirete a
commuovere qualche lettrice!!! Vabbè…! Dopo la mia fuga da Alkatraz rieccomi
qui!!! Spero tanto che il chappy vi sia piaciuto!!! E non aspettatevi tanto
presto un mio aggiornamento!!! La scuola mi sta torturando!! Non ne posso
più!!! Mi rallegro pensando che anche domani starò a casa!!! EVVIVA ^____^!!!!
Bene!!! E’ giunta l’ora dei saluti!!!! Alla prox!!!!!!!!!!!!! CIAO
CIAO!!!!!!!!!!!!!!! ^______________________________^PS. Commentate in tanti!!!
Fifi: Rieccoci
con il quinto chappy!!!! Per prima cosa mi scuso per il ritardo…. Purtroppo la
scuola mi sta massacrando… in questo ultimo periodo i profe ci stanno facendo
fare verifiche ed interrogazioni a go-go!!!!! E in più ho avuto i colloqui
martedì!!!! Sn andati bn…. Ma devo dire che devo ringraziare il grande capo in
persona per essere ancora viva!!! Fortunatamente ha impedito che mia sorella
maggiore mi staccasse la testa a morsi!!! Purtroppo è molto severa sul tema:
SCUOLA!!!! Peggio di una madre!!!
Inu-chan: Ecco la sfiga di avere fratelli o sorelle
maggiori!!! Scassano sempre le scatole!!!
Fifi: Giusto U.U!!!!!
oppure tentano di uccidersi a vicenda!!! Un esempio: tu e Sessho-chan!!!
Sessho-chan: Ho sentito nominare il mio bellissimo nome!!! Che
centro sempre io???
Fifi: Inu-chan sta dicendo che sei un vero rompi scatole per nn
dire qualcosa di più volgare!!!
Sessho-chan: Inu-chan!!!! TI
AMMAZZAOOOOO!!!!!!!!!!! >_______<
Fifi. Che stronza che sn!!!! Eh eh!!! Voi due!! Prima di
spaccarvi la testa a vicenda, venite a ringraziare le nostre lettrici che si sn
lasciate commuovere dai vostri occhioni dolci!!!
Fifi: Okkkeyyy!!! Allora… è venuto il momento dei
ringraziamenti: KATIA_H!!!!!!!!! IVI92!!!!!!!!!!!!!! GRAZIE GRAZIE GRAZIEEE
INFINITE RAGA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! CIAO CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
^_______________________^
Inu-chan & Sessho-chan: TI AMMAZZOOOOO!!!!!!
Fifi: Vado a vedere se si può fare qualcosa per
loro….!!!!! Sperando che nn mi mettano in mezzo!!!!
Capitolo quinto: Il bambino veggente.
ANF!!! ANF!!!!! ANF!!!!
Un
bambino correva a perdifiato. Delle volte dava un’occhiata dietro di sé, per
constatare quanta distanza c’era fra lui e i suoi inseguitori. Dai suoi piccoli
occhi verdi sgorgavano mille lacrime, aveva tutto il viso rosso ed imperlato di
sudore. La sua frangetta castana era appiccicata alla fronte, la quale era
piena di tagli e graffi, quanto il suo corpo.
“Corri
quanto vuoi moccioso!” Gli gridò uno degli inseguitori.
“Non
ci sfuggirai!” Aggiunse un altro.
Il
cuore del piccolo batteva forte, sia per la corsa sia per la paura. Tremava e
non sapeva dove stesse andando, gli importava solo di scappare da
quell’orribile posto.
Ad
un tratto il bambino inciampò in una radice e cadde, procurandosi nuove
sbucciature. Sbatté violentemente la testa e rimase steso ed immobile sul
terreno. Non aveva più energie per alzarsi. –Per me…. Ormai è la fine…- pensò
malinconicamente. Sentì che gli youkai che lo stavano inseguendo lo avevano
raggiunto. Non riuscì a capire ciò che dicevano, sentiva solo le loro risate
maligne e beffarde. Gli occhi gli si stavano chiudendo e prima di perdere
completamente i sensi, nella sua mente riapparve il viso di una ragazza,
un’inu-youkai, colei che definivano: la Regina dei Ladri.
Il
vento soffiava lievemente, movendo appena i capelli di Shela. Era il suo giorno
libero. –Finalmente è giunto!- Pensò sorridendo. Per una volta poteva starsene tranquilla, senza Berna tra i
piedi! Quanto era felice!!
“Shela!!”
La chiamò Sarah che si stava dirigendo verso di lei.
Shela
si sporse dal ramo su cui era sdraiata e la vide. La ragazza aveva un’aria
sconvolta e spaventata.
“Cos’è
successo, Sarah!?” Le chiese scendendo con un balzo.
“Mi
spiace disturbarti, ma devi venire assolutamente con me!! È un’emergenza!!”
Shela
si fece condurre dall’hanyou nelle stalle. Su un giaciglio di paglia stava un
bambino umano, più morto che vivo. Il piccolo corpo era pieno di tagli e
lividi. Il sangue incrostato lo ricopriva quasi tutto e i suoi vestiti erano
ridotti a brandelli.
Chinato
su di lui stava uno youkai, una guardia. Era molto muscolo, i capelli erano
neri e corti, raccolti in un codino (Miroku style!!), le sue mani erano grandi
e artigliate, che facevano quasi paura, potevano spezzarti in due con una
leggera pressione! Tuttavia facevano traspirare anche delicatezza e dolcezza,
come, altronde, il suo corpo. Shela intuì subito chi fosse, Grant, il principe
azzurro di Sarah. Lui appena sentì la loro presenza si girò e fece notare alla
inu-youkai i tratti severi e duri del suo volto, con labbra sottili, un naso
perfetto e due occhi gelidi e al col tempo teneri.
“Che
gli è successo!?” Chiese Shela chinandosi sul piccolo.
“L’ho
trovato già privo di sensi sul confine, tra l’Ovest e il Sud- Rispose Grant-
Dei demoni lo stavano per attaccare, fortunatamente sono arrivato giusto in
tempo per salvarlo.”
“Bene,
ma perché lo avete portato qui e non da Taisho-sama?”
“Perché
questo bambino appartiene al villaggio del regno nemico del nostro Signore.”
“E
come fai a sapere che è un nemico!? Potrebbe appartenere a un villaggio sul
confine!”
Questa
volta fu Sarah a rispondere. “Shela, guarda il braccio sinistro del bambino.”
Shela
fece come le era stato detto. Prese fra le mani, molto delicatamente, il
braccio inerme del ragazzino. Sgranò gli occhi e trattenne il fiato per qualche
secondo, l’arto era stato marchiato con lo stesso stemma del suor regno! Quindi
apparteneva al villaggio a cui faceva capo suo padre! Ora iniziava a capire
molte cose…!
Shela
alzò gli occhi verso Sarah, dopo essersi scambiate un’occhiata al quanto
perplessa, quest’ultima annuì, affermando i pensieri della youkai.
“Se
ora volete scusarmi, signorine, devo tornare al mio lavoro. Se no, chi lo sente
il capo!”
“Sì-
Rispose Sarah- Va pure. Ci occuperemo noi del bambino.”
Grant
annuì e dopo un inchino se ne andò.
“A
quest’ora Inu-Taisho si sarà accorto di lui- Disse Shela indicando il ragazzino
ancora aprivo di sensi- Grazie alla barriera magica.”
“Veramente
no- Spiegò Sarah iniziando a curare il ferito, subito aiutata dall’amica- A
quanto pare fra L’ovest e il tuo regno si sono aperte delle ostilità…”
“Ostilità!?-
L interruppe la inu-youkai aggrottando leggermente la fronte- Jinko (nome molto
schifoso ma nn mi veniva in mente latro!!! Nd Fifi Strano!! Nd inu-chan Nn
scassare le scatole tu!! Nd Fifi) non è poi così vasto… è solo un pezzo del
regno del Sud… mi chiedo cosa centro con l’Ovest.”
“Anch’io
mi sono posta le tue stesse domande, tuttavia non ne ho trovato risposta. Forse
centra la crudeltà di tuo padre. Nemmeno Grant né sa nulla!- Fece un pausa-
Comunque, ritornando al discorso della barriera, a quanto pare è quasi sparita,
per consentire l’accesso e l’uscita dei soldati.”
“Capisco…-
Fu la risposta di Shela- Ma perché non volete che Inu-Taisho sappia del
bambino?”
“Bhé,
io glielo avrei detto, ma ci sono dei soldati che ancora non si fidano
completamente di lui… c’è chi dice che se lo trovasse lo ucciderebbe o cose del
genere.”
“Tra
cui Grant?”
“Sì-
Sopirò- E’ stato lui a chiedermi di mantenere il silenzio.”
Shela
annuì, senza aggiungere latro. Ora capiva perché Inu-Taisho dava così
facilmente la sua fiducia, per averne in cambio.
Le
due youkai continuarono a curare il piccolo. Finirono al tramonto, ci avevano
impiegato tutta la giornata, ma ne era valsa la pena! Il ragazzino era fasciato
e le ferite non sanguinavano più. Delle volte si dimenava nel sonno, imprenda
dalla febbre e dagli incubi, e mormorava parole incomprensibili.
“Shela,
è forse meglio che tu vada, prima di destare qualche sospetto. Mi occuperò io
di lui.” Disse
Sarah
asciugandosi la fronte che era bagnata di sudore.
“Anche
tu , però, potresti destare dei sospetti.” Ribatté Shela avviandosi con
l’hanyou verso l’uscita.
“No,
non credo- La contrariò la ragazza scotendo al testa con un sorriso ironico- A
Berna non interessa niente di me, le importa solo di te. Sta aspettando
l’occasione giusta per farti buttare fuori a calci!”
“Se
prima io non la uccido!- La youkai non riuscì a trattenere una piccola risata-
In questo periodo sto meditando su questa scelta e sto cominciando a pensare di
metterla in atto!”
Le
due risero, ma ritornarono subito serie. Shela fece scorrere lo sguardo dal bambino
a Sarah. Chissà quante ne aveva passate, povero piccolo! Il suo corpo era
percorso da una profonda rabbia, nei confronti di suo padre. Il Signore del Sud
non aveva mai alzato un dito, dato che si beveva tutto quello che gli diceva
suo figlio, Kion, il suo promesso. Lei non poté dimenticare ciò che aveva fatto
a lei e a tutti quanti, ovviamente con l’auto di suo padre,anche se Shela non
lo considerava più come tale.
Augurando
la buona notte, la inu-youkai se en andò, mentre le tenebre avvolgevano tutto.
Passarono
tre giorni. Il piccolo stava guarendo, e anche piuttosto in fetta, grazie
all’unguento speciale che Shela e Sarah gli avevano applicato. Le due youkai
riuscirono ad alternarsi, mente una lavorava, l’altra assisteva io ferito.
Delle volte anche Grant le aiutava, seppur raramente, purtroppo era molto
impegnato.
Finalmente,
al sera del terso giorno, il bambino mosse appena le palpebre. Si stava
svegliando.
“Sarah!
Shela!- Le chiamò Grant che era rannicchiato sopra il ragazzino- Venite, il
nostro piccolo amico sta riprendendo conoscenza!”
Il
bambino aprì piano gli occhi, sbatté più volte le palpebre per adattarsi alla
luce emessa dalle torce. La vista era un po’ sfuocata, su di sé vide tre
macchie, tre volti. All’inizio si spaventò, pensando che fossero i soldati da
cui era riuscito miracolosamente a fuggire, poi si rilassò, una volta che i tre
volti avevano preso una vera e propria forma. Si trattavano di due
graziosissime fanciulle e di un uomo, dall’espressione severa. Erano degli
youkai, constatò lui, avevano le zanne e gli occhi avevano un taglio diverso da
quello umano.
“Finalmente
ti sei svegliato, piccolo!- Gli disse con voce confortante Sarah- Ci hai fatto
prendere un bello spavento!”
Il
bambino provò a dire qualcosa, ma dalla sua bocca uscirono dei mugolii,
tuttavia Shela capì cosa voleva dire. Ella prese una ciotola d’acqua e mise un
braccio dietro le spalle del piccolo e lo alzò, aiutandolo a bere.Lui mandò giù tutto d’un fiato l’acqua,
quasi come se avesse paura che qualcuno chela potesse rubare.
“Piano…
piano….” Lo ammonì Shela riadagiandolo sul giaciglio.
“G.-Garz…ie...“
Mormorò il ragazzino, posando i suoi occhi verdi sul volto della inu-youkai. Li
sgranò leggermente, incredulo. Quella ragazza era la stella della sua visione!
Mosse la bocca, ma ancora niente, non riusciva a parlare.
“Non
ti preoccupare, piccolo. Ora sei al sicuro- Lo rassicurò Sarah con un caldo
sorriso- E’ meglio che non ti sforzi.”
Lui
restò a guardare i tre youkai, scrutandolo uno ad uno. Sì. Finalmente poteva
sentirsi veramente al sicuro! Di colpo la stanchezza si fece risentire e si
abbandonò nuovamente al mondo dei sogni.
Passarono
altri due giorni, il bambino, Ciku, si stava rimettendo molto bene. Riusciva a
parlare, però non doveva sforzarsi. Inu-Taisho non sarebbe riuscito a percepire
la sua presenza, dato che il suo odore si confondeva con quello del fieno.
Inoltre per Ciku non era un problema stare nella stalla, la paglia lo teneva
caldo durante la notte, nella qualche c’era un’arietta piuttosto fresca. Shela,
Sarah e Grant ogni volta che potevano gli portavano del cibo edell’acqua.
Una
sera i tre andarono a trovare Ciku. Sarah gli controllò le ferite, mentre Shela
e Grant parlavano sotto voce.
“Benissimo!
Stai guarendo molto bene, Ciku!” Osservò Sarah.
“Bhè..
questo lo devo a voi… vi ringrazio tutti…!” Mormorò il bambino timidamente,
appoggiando la schiena contro la parete.
”Guarda
che non ci devi sempre ringraziare.” Gli disse Shela con un sorriso.
Ciku
arrossì ed annuì, alquanto imbarazzato.
“Potremmo
sapere quanti anni hai?” Gli chiese Grant sedendosi vicino a lui.
“Otto…”
“Un po’ pochi per girovagare in un bosco infestato di
demoni, per di più da solo!” Osservò lo youkai con tono severo ed aggrottando
la fronte.
Il
ragazzino non rispose, abbassò lo sguardo, mortificato, come un bambino che
riceveva una bella lavata di capo dal padre.
Sarah se ne accorse e diede al fidanzato una
pacca sulla spalla.
“Grant!
Non essere così severo con lui!”
Lui
cercò di difendersi, aprì la bocca ma la richiuse subito, quando vide passare
negli occhi dell’hanyou un lampo minaccioso.
Ciku
e Shela si coprirono con una mano le bocche, cercando di reprimere una risata.
Quello, però, non era il momento adatto per ridere, era il momento di dare
delle risposte e, questo, Shela lo sapeva.
“Ciku,
ti andrebbe di raccontarci il perché ti trovavi in quel bosco?” Gli domandò
quest’ultima mettendosi al fianco di Sarah.
Ciku
non risposte subito, cercava le parole giuste. Alla fine sospirò e si accinse a
raccontare. “Per prima cosa, è bene che voi sappiate che io posseggo dei poteri
magici… posso prevedere il futuro.”
“Quindi,
un bambino veggente” Annotò Grant grattandosi il mento pensieroso.
Il
bambino annuì, tenendo lo sguardo abbassato per non far vedere il dolore che si
celava all’interno. “Non ho controllo sui miei poteri, le visioni mi appaiono
quando meno me lo aspetto, soprattutto quando dormo. Non so chi fosse stato, ma
qualcuno svelò il mio segreto. Così il nostro Signore venne al villaggio e
cercò di violentare mia madre, con lo scopo di concepire un figlio con le mie
stesse capacità… lei si oppose con tutte le sue forze e riuscì a ferirlo e lui
giurò che gliela avrebbe fatta pagare, a lei e ai suoi figli.”
Ciku
si fermò, troppo scosso per continuare, troppo spaventato ed addolorato dai
ricordi.
“E
tuo padre?” Gi domandò Sarah.
“Mio
padre è morto molto tempo fa….- Chiuse gli occhi per qualche secondo facendo
una pausa, poi li riaprì- La sera della mia fuga ebbi una visione, nella quale
vidi mia sorella, Kioko, che piangeva, ricoperta di sangue in uno dei campi del
villaggio…- Deglutì a stento, mentre le lacrime gli rigavano il viso- Quando la
ebbi stavo dormendo. Mi svegliai di soprassalto e cercai mia sorella, ma nel
suo letto non c’era. Temei il peggio… andai nel campo e la vidi… urlava,
piangeva, supplicava… mentre le guardie la stavano stuprando…” Qui non ce la
fece più e Ciku scoppiò a piangere.
Sarah
lo abbracciò, come una madre fa con il figlio per consolarlo. Lei gli mormorava
parole dolci e di incoraggiamento. Grant scosse la testa e si passò una mano
sul viso. Shela, invece, strinse i pugni per la rabbia. Conosceva solo un
bastardo, figlio di puttana, oltre a suo padre, capace di poter fare quelle
cose e gliela avrebbe fatta pagare molto cara. Oh, come gliela avrebbe fatta
pagare! Lo avrebbe ucciso, senza pietà!!
Ciku
si calmò e si staccò lievemente dall’hanyou. “Ero fuori di me… presi un bastone
e li attaccai. Loro mi risero in faccia e mi respinsero. Mi girarono di spalle
ed io ne approfittai per rubare un pugnale ad uno dei tre youkai. Affondai la
lama nel fianco di uno di loro. Si arrabbiarono ed io cominciai a correre. Mi
inseguirono. Riuscii a scappare solo per poco, ma quel che bastava per portarli
abbastanza lontani da mia sorella.”
“Sei
stato molto coraggioso!” Esclamò Sarah stringendogli una mano.
Ciku
alzò lo sguardo sulla ragazza e si sforzò di sorridere. Poi i suoi occhi si
posarono sul volto di Shela, con una scintilla al loro interno. “Prima di
svenire, mi riapparve l’immagine di colei che ci salverà, ovvero, voi Shela,
Regina dei Ladri.”
Shela
sgranò leggermente gli occhi blu, in parte stupita, tuttavia sapeva che prima o
poi si sarebbe battuta contro i suoi nemici. Appoggiò una mano sulla testa del
bambino, in una carezza.
“Mi
potresti descrivere tua sorella, Ciku?”
Lui
annuì. “Ha due anni in più di me. Alta, magra, capelli lunghi del mio stesso
colore e gli occhi di uno splendido marrone. È molto solare, sul suo viso ha
sempre stampato un sorriso, capace di infondere grande serenità! Per questo
l’ammiro molto! È dolce, responsabile e generosa! Perché me lo avete chiesto?”
“Nulla,
solo curiosità- Shela scosse leggermente la testa- Si vede che le vuoi molto
bene. I sono figlia unica e quindi non cosa vuol dire avere una sorella, anche
se per due anni ne ho avuta accanto una.”
La
inu-youkai si alzò e sorrise al ragazzino. “Ti ringrazio per averci raccontato
la tua storia, seppur dolora, Ciku. Hai una grande forza d’animo e sei molto
coraggioso. I tuoi genitori saranno molto fieri di te!”
“Vi
ringrazio, Shela!”
“Ti
prego, smettila di darmi del voi. Siamo amici, Ciku, quindi ti chiedo di
rivolgerti a me con il tu.”
“Va
bene!”
Shela
annuì e si diresse verso l’uscita. Come se le avesse letto nel pensiero, Sarah
la seguì. Una volta fuori dalla stalla, l’hanyou fermò la youkai, prendendola
per un polso.
“Shela,
non avrai intenzione di…”
“Certi
che sì!” La interruppe l’altra liberandosi dalla stretta di Sarah e
rincamminandosi a grandi falcate verso il Palazzo.
Sarah
la seguì, sospirando. “Non farlo! Lo sai che ti uccideranno!”
La
inu-youkai sembrava non ascoltarla, infatti procedette, finché la ragazza non
le si parò davanti, bloccandole il cammino.
“Ti
prego, Shela! Non puoi aspettare per attuare la tua vendetta!?”
Lo
sguardo di Shela si addolcì, scrutando il viso preoccupato dell’amica.
“Non
ti preoccupare. Non è ancora giunto il momento della battaglia finale! Andrò al
villaggio e porterò qui la famiglia di Ciku!”
“E
a Inu-Taisho non ci hai pensato!?”
Era
vero! Si era completamente scordata di lui! Fece spallucce con aria da
indifferente. “Mi verrà in mente qualcosa.”
Shela,
seguita a ruota da Sarah, andò in camera sue ed indossò i suoi vecchi abiti da
ladra. Nell’armadio teneva i suoi inseparabili pugnali, sottratti con l’inganno
a Berna. Se li legò alla vita e si mise il mantello.
Le
due ragazze uscirono nuovamente. Stettero in silenzio per un po’, fissando un
punto nel vuoto.
La
youkai fece un passo in avanti, pronta a partire.
“E’
un suicidio.” Le disse Sarah chiudendo le mani a pugni.
“Lo so.”
CONTINUA…………………….
Inu-chan & Sessho-chan: IO TI AMMAZZOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Fifi: Eeeee amòòòòò!!!!! Ci risiamo!!!
Due secondi fa vi avevo divisi, uno con la testa sotto terra e l’altro in un
albero!!! Ma che vi devo fare!????
Inu-chan & Sessho-chan: IO TI AMMAZZOOOOO!!!!!
Fifi: Niente da fare!!! E va bene… mi rivolgo a voi, oh mie
generose lettrici!!! Che punizione devo infliggere a questi due poveri
rimbecilliti???? Non so più che fare per farli star buoni!!!
Inu-chan & Sessho-chan si fermano e si riparano in un posto
ben appartato e si bisbigliano qualcosa nell’orecchio!
Fifi: Hey!! Voi due!!! Che state confabulando???? Sn curiosa!!!
Voglio sapere anch’io!!!!! ^__^
Inu-chan & Sessho-chan-rivolti-alla-povera-sfigata-di-Fifi:
IO TI AMMAZZOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Fifi: AHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E fu così che me la diedi a
gambe levate!!!! AH! Quasi stavo dimenticando: COMMENTATE IN TANTI E PREGATE I
VARI DII AFFINCHE’ MI SALVINO LA PELLE!!!! HELP ME!!!!!! >o< PS.
BUONISSIMISSIMISSIMISSIMISSIMEEEEEEEE VACANZE!!!!!!!!!!!!!!!
Fifi: Hey.... Ciao! Come va? Non
siete arrabbiati... vero... ^____^''''!?? Bè, spero proprio di no...
Inu-chan: Io ti consiglio di andarti a nascondere!
Fifi: Bè, mi dispia stra tanto
di questo grandissimo ritardo... Fra la scuola e altri impegni!! Già in questi
giorno sono sclerata contro la mia super odiatissimissimissimissima Prof.
Soldano! Nn vi sto a raccontare tutto, se no qui non si finisce più! Cmq resta
il fatto che è una grandissima S******A!!!!
Sessho-chan: Sì, ma tu sei un caso a parte! Scleri contro
tutti!!!
Fifi: Non è vero! Cmq uno dei motivi che non mi hanno potuto far
aggiornare è che il mio gatto è scomparso!!! Non si trova più!! Ho chiamato
"Chi l'ha visto?"... Ma nit da fare...!
Inu-chan: Immagino il perchè se ne andato...!
Fifi: Hey! Solo perché è il 12° di una lunghissima fila di gatti
che mi sono scomparsi nell'arco di sette anni non vuoldire che non mi voglia
bene!!
Sessho-chan: Infatti... A quanto pare tutti i tuoi gatti ti
volevano bene!!
Fifi: Vabbè... Sorvoliamo... Sprero che voi lettori possiate
perdonarmi per questo ritardo!!! Purtroppo sarà sempre così, ma ormai ci avete
fatto l'abitudine, no ^___'? Bene ora bando agli indugi e ringraziamo le nostre
fidate lettrici: KAGOME 91: GRAZIE MILLISSIMISSIMISSIMSSIME!!!!!! Sono felice
che ti sia piaciuto il personaggio di Ciku! Puntavo proprio a questo!!!
KATIA_H: UN IMMENSISSIMISSIMISSIMISSIMISSIMO GRAZIE ANCHE A TE!!!!! Sei troppo
forte!! Per quanto riguarda Sessho… Mancherà ancora un sacco di tempo prima che
nasca…. Prima Inu-Taisho e Shela devono mettersi assieme! ED ORA ACCOGLIETE CON
UN FORTE ED IMMENSO APPLAUSO LA NOSTRA NUOVA LETTRICE ARIA!!!!!!!: UN
DOVEROSSIMSSSSIMISSIMISSIMO GRAZIE PURE A TE!!!! Ti ringrazio per gli splendidi
complimenti… Quando ho letto il tuo comemnto sono diventata bordò!! Ma ti prego…
Continua ^____^’’’’’!!!! CONTINUATE A SEGUIRCI!!!!! A voi questo chappy!!!!!
Inu-chan: Uffi! Volevo dedicarlo io il chappy! >____
Fifi: Zitto e accontentati della mansiione che ti ho assegnato!
Sessho-chan che sta spolverando con indosso una divisa da
cameriera: Infatti! Lavora!!
Inu-chan mentre stra pulendo il pavimento: Grrrrr!!!!
Fifi: Commentate in tanti!!! Alla prox!!!! CIAO CIAO!!!!!!!
^________________________^
Il Primo Amore Di Inu-Taisho.
Capitolo sesto: Lei morirà!
Le
ombre del bosco soggiogavano ogni cosa. Gli animali si nascondevano nelle loro
tane, terrorizzati dalla forte tensione che c’era nell’aria. Una figura alta e
snella, con indosso un mantello nero, correva veloce con una grande rabbia e
sete di vendetta. Ancora poche ore e sarebbe giunta al villaggio.
Sebbene
la sua ira fosse grande, Shela sapeva che non poteva scaricarla, e così punire
quei bastardi di suo padre e di Kion. Non era ancora abbastanza forte per
farcela, avrebbe avuto bisogno d’aiuto. Intanto si sarebbe limitata a salvare
la famiglia di Ciku.
“Accidenti
a quella testona!” Imprecò Sarah sottovoce. Dopotutto doveva sapere che non
sarebbe mai riuscita a convincerla. Guardò il punto in cui Shela era sparita.
Sorrise. “Spera di tornare ancora tutta intera o ci penserò io a farti fuori!”
L’hanyou
si girò e si diresse verso la stalla. Era così soprapensiero che non si accorse
di una fortissima presenza demoniaca, infatti non appena vide Inu-Taisho
davanti all’entrata le venne quasi un colpo!
Inu-Taisho
era appoggiato contro la porta, con le braccia portate al petto ed incrociate.
Aprì gli occhi dorati e li soffermò sull’hanyou, osservandola.
Sarah
era impietrita. Non sapeva né cosa dire né cosa fare. Deglutì pesantemente.
Anche se sapeva che l’inu-youkai era buono di cuore, non poté temere il suo
sguardo freddo.
“B-buona
sera Taisho-sama.” Lo salutò lei con voce incerta.
“Buona
sera anche a te Sarah- Contraccambiò lui mettendosi in posizione eretta ed
allungando le braccia lungo i fianchi- Potrei sapere perché ti trovi qui
fuori?”
“Bè..
Non riuscivo a dormire…” Mormorò la giovane abbassando lo sguardo.
“Certo…
Sarah non sei brava a mentire. Ti si legge in faccia che questa è una bugia.”
La
ragazza stette in silenzio, con aria colpevole. Quindi Inu-Taisho proseguì.
“So
cosa, o meglio, chi tu, Shela e uno dei soldati state nascondendo. L’ho sempre
saputo. Il tempo dei segreti è finito.”
Sarah
continuò a tenere la testa china e tacque nuovamente. L’inu-youkai si voltò per
metà e tenne gli occhi sulla sua interlocutrice.
“E
allora…? Cosa aspetti?”
“Mio
Signore?” Gli domandò Sarah incerta.
“Vuoi
o non vuoi farmi vedere il bambino umano?” Spiegò lui indicando la porta.
“Ah!”
La
giovane si affrettò ad aprirla, così entrò nella stalla seguita dallo youkai.
Ciku
stava dormendo su un fianco, tranquillo, come se nulla esistesse. Inu-Taisho lo
studiò a lungo in silenzio, mentre Sarah faceva scorrere lo sguardo sui due,
chiedendosi cosa sarebbe accaduto più tardi.
“Sta
guarendo molto bene- Commentò impassibile il Signore dell’Ovest- Quando era
arrivato a Palazzo perdeva molto sangue vero, vero?”
“Sì,
ma voi come avete fatto a scoprirlo?”
Inu-Taisho
sorrise divertito. “Non è così facile ingannare il mio fiuto.”
Anche
gli angoli della bocca di lei si curvarono in un sorriso. L’aveva presa bene
dopotutto.
“Vorrei
sapere perché non me lo avete detto- Disse l’inu-youkai posando il suo sguardo
sulla giovane- Posso capire il soldato e Shela…. Ma tu, Sarah…”
“Io
volevo chiedervi aiuto!- Si giustificò lei prontamente. Accorgendosi della sua
audacia, indietreggiò di un passo abbassando gli occhi- Ho giurato a Grant, il
soldato, di mantenere il silenzio, così ha fatto anche Shela. Non so per quale
ragione, ma ci sono ancora dei soldati che non si fidano ancora completamente
di voi…”
“Questi
soldati, come tutti, sono uomini tesi a combattere e servire il loro Signore.
Sono passati da Palazzo a Palazzo, combattendo sanguinose guerre e, molto
probabilmente, hanno dovuto servire dei Signori senza cuore, così convincendosi
che nessuno può essere buono e giusto.”
“Ma
voi non siete come credono i soldati! Siete il contrario!”
“Ti
ringrazio, Sarah, ma ti assicuro che in guerra non sono altrettanto. Queste
cose spingono i lati nascosti di una persona ad emergere e così prendere il
sopravvento. Tuttavia bisogna restare lucidi per vincere.”
“Capisco…”
Stettero
in silenzio. Sarah era molto felice del fatto che Inu-Taisho non se la fosse
presa, anche se di sicuro un po’ era offeso.
D’improvviso
dei lamenti ruppero la quiete, i due youkai si girarono verso Ciku, era stato
lui ad emetterli, e da quanto si dimenava, sembrava fosse in preda ad un
incubo.
Subito
la giovane gli fu a fianco, prendendogli una mano fra le sue e sussurrandogli
parole di conforto. Ma furono vane.
Il
bambino sudava molto e continuava a scuotere la testa, mormorando parole
incoerenti.
“Bambino…”
Inu-Taisho
si inginocchiò di forte a lui, preoccupato.
“Demone..-
Continuò Ciku- Sangue… Tanto sangue…”
Lo
youkai e l’hanyou si scambiarono un’occhiata perplessa, che cosa stava
sognando!?
“Bambino
spaventato…”
-Inizio
Visione-
Tutto
era avvolto dalle fiamme. Ciò che rimase del villaggio furono solo le ceneri.
Gran parte della popolazione era morta e i loro cadaveri erano stati reclamati
dal fuoco.
Due
youkai si trovavano al centro di quell’inferno. Uno era un uomo, uno
youkai-falco; alto ed imponente, con i capelli corti e neri e gli occhi
scarlatti. Indossava vestiti degni di un principe e l’armaturasembrava impossibile da penetrare. Un
sorriso malvagio prese forma sul suo viso quando vide la sua avversaria, una
inu-youkai, cadere in ginocchio, premendosi una mano sulla ferita appena aperta
sul fianco sinistro.
“M-maledetto….- Sussurrò quest’ultima
respirando con la bocca, mentre un nuovo flotto di sangue le sporcava il mento
di rosso- CHE TU SIA DANNATO, KION!!”
In
tutta risposta l’altro rise… Una risata beffarda…
Ad
assistere a tutto ciò, fuori dalle fiamme, stava un bambino… Sui sei anni. Dai
suoi occhi color ambra traspiravano la rabbia.. La paura… Lo sconforto..
L’odio. Per la prima volta ebbe paura, così tanta da non riuscire a muoversi.
-Fine
Visione-
“No….-
Mormorò Ciku continuando ad agitarsi- Morirà…”
A
quelle parole Sarah ed Inu-Tiasho rivolsero nuovamente l’attenzione sul
piccolo.
“Shela…”
Entrambi
sgranarono gli occhi e trattennero i respiro, con un nodo alla gola.
“M-morirà…-
Fiumi di lacrime gli rigarono il viso- Lei.. Morirà…”
I
due fecero fatica ad assimilare quelle parole. Non poteva accadere! Sarah
sussultò, sentendosi in colpa. Non aveva fatto niente per fermarla.. Shela
sarebbe morta, tutto per colpa sua! No, non lo avrebbe permesso!
La
ragazza si voltò verso l’uscita della stalla e vide Inu-Taisho uscire. Lo
chiamò, con voce disperata e rotta dai singhiozzi che le scuotevano il corpo.
Lui
la guardò negli occhi, con una mano appoggiata sullo stipite della porta,
impaziente di andare.
“Shela...
L-lei è partita… La famiglia di Ciku è in grave pericolo e lei è voluta andare
a salvarli, per portarli qui a Palazzo.”
L’inu-youkai
annuì. “Sì, lo so. Come ti ho detto prima, Sarah, è impossibile ingannare il
mio fiuto.”
Prima
di scomparire nel buio, dalle sue labbra uscì una promessa, che senza ombra di
dubbio avrebbe mantenuto. “La salverò.”
Finalmente
era arrivata. Dopo due ore interrotte di corsa, ce l’aveva fatta. Shela si
nascose su di un albero, davanti a lei, a qualche metro di distanza, c’era l’entrata
del villaggio. Al suo interno c’erano dei soldati, dai loro aspetti si capiva
perfettamente che si trattava di youkai-rettili, probabilmente con l’ordine di
tenere sotto controllo la situazione.
In
quel momento altri due guerrieri passarono sotto l’albero su cui stava la
inu-youkai. Ella fece una smorfia di disgusto nel sentire i due vantasi dei
loro abusi sulle ragazze del villaggio.
Shela
tolse i vestiti dalla sacca che si era portata. Si travestì da paesana, si mise
in testa una bandana bianca per nascondere le orecchie elfiche e parte della
fronte, su cui portava lo spiccio di luna blu scuro. Senza farsi vedere e
sentire saltò giù dalla pianta e si avviò verso il villaggio.
Due
guardie stavano uscendo dal paesino, parlando e ridendo. Si fermarono nel
vedere una vecchia ricurva su un bastone andare loro incontro, sul loro viso si
dipinse un’espressione seria e minacciosa.
Ella
fece per passare fra i due, ma i soldati incrociarono le lance che tenevano in
mano, bloccandole il passaggio.
“Chi
sei vecchia?” Chiese uno dei youkai.
Shela
continuò a tenere la testa bassa, per non farsi scoprire.Grazie ai suoi capelli argentati e alle
maniche lunghe della casacca che coprivano le mani artigliate, le fu facile
farsi passare per chi non era.
“Sono
solo una viaggiatrice che cerca rifugio in questo villaggio per passare la
notte.” Rispose lei con voce roca.
“Viaggiatrice,
eh!?- Esclamò l’altro soldato- Non è un po’ troppo tardi per viaggiare?
Soprattutto per una vecchietta che gironzola in un bosco infestato da demoni.”
“Bè,
fortunatamente i demoni non rivolgono le loro attenzioni su povere anziane come
me.”
Un
ghigno si dipinse sul volto delle guardie, si scambiarono n’occhiata ed infine
annuirono.
“E
va bene- Acconsentì la guardia- Puoi sistemarti qui.”
“Seguici.”
Ordinò il compagno.
Durante
il tragitto Shela si guardò intorno, le capanne degli abitanti erano tutte
chiuse e le luci spente, in giro neanche un’anime viva, tolto qualche soldato
che si godeva parte della notte con una povera ragazza. L’inu-youkai strinse di
più il bastone che aveva nella mano destra e socchiuse gli occhi blu. –
Bastardi! Che siate tutti maledetti!!-
“Eccoci.”
Annunciò uno dei due youkai. Con un calcio spalancò la porta della casetta
davanti a loro, mentre l’altro prendeva in malo modo Shela spingendola con la
forza dentro.
La
luce si accese ed una donna con una bambina si fecero avanti.
“Questa
sarà la tua casa, vecchiaccia!- Dichiarò il guerriero gettando a terra la
giovane- Almeno fino a quando non tornerà il capo..! Sarà lui a decidere le tue
sorti!”
“Non
azzardarti a farci qualche scherzo o tentare di fuggire, se non vuoi subirne le
conseguenze! E voi!- S riferì a madre e figlia- Tenetela d’occhio o ci andrete
di mezzo pure voi!”
Le
due annuirono, cercando di controllare i corpi tremanti.
I
due youkai uscirono, facendo riecheggiare all’interno dell’abitazione le loro
risate.
Shela
tenne lo sguardo puntato sulla porta, maledicendo i due bastardi figli di buona
donna. Poi si volse a guardare la donna umana e la figlia, la quale si era
gettata fra le braccia della madre piangendo. Quest’ultima l’abbracciò a sua
volta, accarezzandole la testa e sussurrandole parole di coraggio. A Shela
ritornò alla mente il ricordo di sua madre, ella faceva le stesse cose quando
da piccola assisteva alle violente discussioni dei genitori.
L’inu-youkai
osservò meglio la bambina, sui dieci o unici anni, aveva i capelli lunghi e
castani, che le arrivavano a metà schiena, gli occhi marroni erano gonfi e
rossi per il troppo pianto. Trasmisero grande tristezza. Non c’erano dubbi, era
la sorella di Ciku, Kioko –E’ molto solare, suo viso c’è sempre stampato un
sorriso, per questo l’ammiro molto!- Queste erano state le parole del bambino
veggente. In quel momento, però, sul volto della ragazzina non vi era nulla di
sereno.
“Oh
mamma!- Esclamò Kioko fra mille singhiozzi- Che ne sarà di noi? E Ciku?”
“Shh,
cara…- Cercò di confortarla la madre- Vedrai, andrà tutto bene…! E tuo
fratello…”
“Ciku
sta bene ed è al sicuro.” La interrupe Shela alzandosi in piedi, sena l’ausilio
del bastone.
“Cosa?
Come fai a saperlo? E piuttosto, chi sei veramente?”
La
ragazza si tolse la bandana, mostrando le orecchie elfiche e il segno sulla
fronte.
La
donnastrinse più a se la figlia, la
quale aveva smesso di piangere. Entrambe osservarono l’ospite indesiderato,
arretrando di qualche passo.
“S-sei
una youkai?” Balbettò la madre.
“Sì,
ma non dovete aver paura di me. Non vi farò del male, tutt’altro, sono qui con
lo scopo di condurvi da Ciku nel Palazzo del Signore delle Terre dell’Ovest.”
“Nell’Ovest!?
Ma sei impazzita! Noi apparteniamo al Regno nemico, non appena metteremo piede
nel Palazzo verremo uccise!”
“No,
non accadrà.”
“Come
puoi esserne certa?”
“In
qualità di Regina dei Ladri lo impedirò.”
Le
due umane sgranarono gli occhi dallo stupore. Quasi non potevano credere di
avere in casa la salvatrice di moltissimi innocenti, colei che aveva sfidato e
battuto i peggiori barbari del mondo!
“L-la
Regina dei Ladri…?” Sussurrò con voce malferma la donna.
Shela
si mise le mani sui fianchi, sorridendo. “In carne ed ossa!”
“Ma
allora… Vuoldire che siamo salve!” L’umana aveva gli occhi lucidi per
l’emozione e il suo sorriso inegualiabile.
La
bambina sciolse l’abbraccio e si avvicinò alla inu-youkai. “Tu sei veramente La
Regina dei Ladri?”
“Sì,
piccola. Presto potrai rivedere tuo fratello, contenta?”
In
risposta Kioko fece un sorriso e trentadue denti, annuendo.
“Mia
Signora- Disse la donna- Permettete la mia sfrontatezza, ma non posso fare a
meno di chiedermi come ne sarà del villaggio… Con la notizia della nostra fuga
ho paura che ci andranno di mezzo anche gli altri paesani e quindi…”
“Non
ti devi preoccupare- La rassicurò Shela- Venendo qui ho notato una caverna,
fungeràda nascondiglio per te e per
tua figlia. Io, intanto, farò ritorno nell’Ovest per chiedere a Inu-Taisho il
suo aiuto per portare in salvo i vostri compagni. Sono sicurissima che
acconsentirà.”
L’umana
annuì, anche se non molto sicura. “ E quando partiremo?”
“I
questo preciso istante.”
Fuori
dalla capanna era ancora notte. La luna e le stelle splendevano come pietre
preziose, seppur mancassero poche ore all’alba.
Shela
scrutò i dintorni, non c’era nessuno, al via era libera. Fece cenno alle umane
di uscire a loro volta e di seguirla.
Le
loro ombre passavano indisturbate e i loro passi erano leggeri. Tutto procedeva
come era previsto. Sì, ce l’avrebbero fatta!
Ad
un tratto il gruppo si fermò. Due soldati erano fermi sul limitare del
villaggio, con in mano le due lance, dando di spalle alle ragazze.
Non
si erano accorti di nulla, costatò Shela. Con un’occhiata fece capire alla
donna di nascondersi con la figlia dietro ai cespugli che fingevano da confine.
Lei
riprese le vesti dell’anziana signora, con la quale era riuscita ad ingannare
tutti. Si avviò verso le due guardie, reggendosi con il bastone.
“Scusatemi
giovanotti.” Disse Shela alle spalle dei due youkai.
Essi
si voltarono, con aria più che irritata.
“Che
diavolo ci fai tu qui!?” Esclamò uno dei presenti.
“Infatti!
Non dovresti essere insieme a quelle due sgualdrine!?” Aggiunse l’altro.
“Oh,
sì…! Il fatto è che mi sono persa… ero uscita…”
“Non
ci interessa il motivo! Ci hai disobbedito e ora ne pagherai le conseguenze,
vecchiaccia!”
Shela,
avendo le mani nascoste all’interno delle lunghe e larghe maniche del kimono,
non si fece notare mentre estraeva uno dei suoi pugnali, pronta a colpire. Un
sorriso le curvò le labbra, che scomparì subito. Si bloccò, sgranando gli occhi
blu. –No! Non può essere lui!-
Si
alzò una grande volata di vento e il cuore della youkai prese a battere a
dismisura, incapace di controllarsi. Un gigantesco falco nero atterrò, seguito
a ruota da altri guerrieri. Riprese la sua forma umana: alto, imponente, i
capelli corti e neri come l’oblio e gli occhi impregnati del colore del sangue.
Indossava la stessa armatura di due anni fa, notò Shela, solo gli abiti erano
cambiati: blu e rossi, molto eleganti, si sapeva che Kion voleva solo le cose
migliori.
Lo
youkai-falco e i quattro soldati avanzarono. Le due guardie che stavano
minacciando Shela si misero sull’attenti. “Signore!”
Kion
si fermò ed osservò l’anziana signora con disinteresse. “Chi sei, vecchia?”
Lei
non rispose, era sicura che se lo avrebbe fatto l’avrebbe riconosciuta.
Lo
youkai socchiuse gli occhi, aggrottando la fronte alquanto irritato. “Ti ho
fatto una domanda! Rispondi!”
Non
rispose anche questa volta, suscitando ancora di più la sua ira.
“Lei
è una viaggiatrice, Signore- Intervenne una delle due guardie- E’ arrivata
durante la notte e ci ha chiesto asilo. È un essere inferiore senza alcuna importanza.”
“Ci
aveva disobbedito e stavamo per infliggerle la giusta punizione.” Aggiunse
l’altro.
“Capisco…”
In
quel momento il sole sorse, prendendo il sopravvento sulla notte. La luce colpì
il villaggio. I capelli di Shela, a quel contatto, risplenderono di un bagliore
biondi.
Senza
darlo a vedere, Kion strinse i denti, mentre uno strano sorriso prendeva forma
sul suo volto.
“Se
vuole, Signore, ci occuperemo noi di lei, così potrà divertirsi con al sorella
del moccioso veggente!”
Una
smorfia di disgusto curvò le belle labbra della inu-youkai, che fortunatamente,
non diede nell’occhio.
“No,
la punirò io- Sì girò verso Shela mentre il suo sorriso diventava sempre più
malvagio- Sono certo che mi divertirò molto a possederti, tesoro!”
I
soldati si scambiarono un’occhiata perplessa, sapevano che il loro Signore
aveva dei gusti strani, ma non pensavano fino a quel punto!
Shela,
d'altro canto, digrignò i denti e strinse di più il bastone, quasi da
spezzarlo. “Sono solo un’anziana signora, mio Signore- Replicò con voce roca-
Niente di più e niente di meno. Non valgo nulla e quindi che piacere potreste
trarne?”
“Smettila
di fingere Shela. La farsa è finita e io sono il vincitore.”
Non
poté più stare ferma. La giovane lo attaccò con gli artigli della mano destra,
ma prontamente lui si tirò indietro, schivandoli.
“Battagliera
come sempre, eh!?”
“Anche
se sono passati due anni, Kion, io non sono cambiata.”
“Io
direi il contrario- Ribatté lui con un ghigno, mangiando con gli occhi il corpo
dell’avversaria. Le sue curve erano diventate ancor più procaci di quanto
ricordava ed ora la desiderava maggiormente- Voi!- Si rivolse a tre dei suoi
soldati, i quali fecero un passo in avanti mettendosi sull’attenti- Fate uscire
allo scoperto le due umane nascoste fra gli alberi e non fatele fuggire.”
Shela
cercò di fermarli, tuttavia fallendo. Kion le sbarrò la strada, mentre sulla
mano sinistra teneva la sua spada.
“Dannato
bastardo! Spostati!”
“Mi
spiace, amore mio. Questa volta non ti intrometterai.”
I
tre youkai emersero dal boschetto con le umane, le quali si dimenavano a destra
e a sinistra urlando.
In
quel momento gli abitanti del villaggio uscirono dalle loro abitazioni, per
vedere ciò che stava accadendo. Alla vista degli youkai e delle loro copaesane
le loro facce sbiancarono di colpo.
Kion
ridacchiò. “Uccidetele.”
“No!!!”
Urlò Shela facendo uno scatto in avanti, sfortunatamente venne nuovamente
fermata dal falco-youkai.
I
soldati alzarono le loro lance, pronti a colpire. Kioko si scrollò come
un’ossessa, riuscendo a pestare il piede al suo aggressore, il quale imprecò
dal dolore allentando la presa. La bambina ne approfittò per arrivargli una
bella gomitata nei gioielli di famiglia.
Lui
la lasciò, bestemiando si accasciò a terra, mente con le mani si copriva la
parte colpita. Uno dei due compagni corse a sorreggerlo.
Shela,
approfittando di questa distrazione, brandì uno dei due inseparabili pugnali e
lo lanciò contro il soldato che teneva ferma la donna, perforando la solida
armatura e colpendolo dritto al cuore. Anch’esso, come il compagno, mollò la
prigioniera e cadde sul terreno, morto.
La
giovane si lanciò in avanti, sgozzando gli altri due. Estrasse l’altra arma dal
petto della sua prima vittima ed infine si mise davanti alle due umane, in
posizione di attacco.
“Che
cosa pensi di fare, Shela? Proteggerle?” Kion scoppiò inuna risata schermitrice, seguita da quelle
dei tre soldati superstiti.
Lei
non rispose, si limitò a guardarlo, con gli occhi traboccanti di odio e di
rabbia, fin troppo repressi.
“Proprio
non riesco a capire il motivo di tutto questa testardaggine. Tanto lo sai che
l’avrò vinta io, no?”
“Se
ne sei così sicuro allora incrocia le armi con me.” Lo sfidò lei con un sorriso
arrogante in volto.
Lui
ripose al suo sorriso. “Cos’è? Una sfida?”
“Ci
puoi scommettere!”
La
inu-youkai scattò in avanti, incrociando i due pugnali con la spada del
falco-youkai.
“Casa
state aspettando!?- Esclamò Shela rivolta alle due umane- Scappate! Presto!”
Loro
annuirono e si rifugiarono all’interno del villaggio, mentre gli altri abitanti
correvano a destra e a sinistra, spaventati a morte.
“Ma
come, amore mio!- Intervenne Kion respingendo la giovane- Non hai ancora
imparato che non si abbassa mai la guardia!?”
“Tu…”
Incominciò a dire lei, poi le mancò la voce. Gli artigli dell’avversario si
erano allungati splendendo di un verde acceso, poi li affondò nel ventre della
youkai.
Shela
cadde in ginocchio, premendosi le mani sulla ferita, mentre il caldo liquido
rosso che era il suo sangue usciva copioso.
“Bastardo….!”
Sussurrò con voce tremante, nella quale era concentrato tutto il suo disprezzo.
Si
rimise in piedi a fatica. Strano, si disse. Essendo un demone non avrebbe
dovuto sentire lo sforzo, eppure si sentiva stanca. Il suo respiro era
diventato pesante, il sudore scendeva dal suo corpo come acqua e un rivoletto
di sangue le uscì dalla bocca.
“C-che
mi hai fatto!?” Balbettò quasi impaurita.
Il
falco-youkai le arrivò un violentissimo calcio all’addome, facendola ricadere.
Senza volerlo lei si fece sfuggire un gemito di dolore, mordendosi le labbra
per non urlare.
“Uccideteli.”
Ordinò Kion ai suoi soldati.
“No…
Dannazione…!” Bisbigliò Shela. All’improvviso si sentì sollevare. Quel figlio
di puttana l’aveva presa per i capelli, guardandola con aria da superiore,
sapendo che avrebbe vinto.
“Dentro
al mio corpo si estende una grande quantità di veleno. Pian piano esso divorerà
tutto il tuo sangue- Sorrise- A meno che tu mi preghi di salvare i paesani e te
stessa.”
Dentro di lei prendevano forma emozioni che si fondevano assieme: orgoglio,
paura, rancore..
Doveva
salvarli, continuava a ripetersi.
Kion
le girò la testa verso sinistra, facendola assistere ad uno spettacolo
agghiacciante. Il villaggio era tutto un fuoco, i soldati non avevano pietà per
nessuno… Assetati di sangue uccidevano, sgozzando.. Trafiggendo… Nessuno si
sarebbe salvato.
Tra
le lingue di fuoco, Shela riuscì a riconoscere le figure della madre e della
sorella di Ciku. Uno degli youkai si era avvicinato a loro, la donna si era
messa davanti alla figlia per proteggerla. Tuttavia per quanto fosse nobile il
suo gesto, non la salvò. L’umana venne sgozzata davanti agli occhi della
bambina, la quale urlò cadendo in dietro e battendo forte la testa. Chiuse gli
occhi, ormai priva di sensi.
“Guardali,
Shela- Le sussurrò ad un orecchio Kion- Creature deboli, senza un grammo di
forza. È questo il loro destino: morire.”
Una
nuova scarica d’energia percorse il corpo di Shela, alimentata solo dai
sentimenti negativi che pervadevano sia i cuori demoniaci e umani. Per la prima
volta, perse il controllo del suo sangue demoniaco.
Con
una mano arrivò un pugno in piena faccia all’avversario, facendogli mollare la
presa e cadendo all’indietro.
Lui
si passò una mano sulla bocca. Sangue. Posò il suo sguardo stupito e adirato
sulla inu-youkai, che, seppur malferma sulle gambe, si stava rialzando.
“No,
Kion, ti sbagli- Ribatté lei con tono glaciale- La morte è destinata a te,
anche se non in questo momento.”
Con
un salto Shela fu in mezzo alle fiamme; proprio un attimo prima che la lancia
di un soldato colpisse Kioko, lo uccise. Gli altri guerrieri l’assalirono,
facendo la stessa fine del compagno.
Kion
stette ad osservare l’uccisione dei suoi uomini, con indifferenza. Perché
proteggere esseri inferiori come gli umani? Perché non lasciarli al loro destino?
“Mio
Signore!- Lo chiamò il suo secondo, un demone aquila. Alto e muscoloso. I
capelli lunghi e grigi raccolti in una treccia volteggiavano nell’aria e gli
occhi azzurri parevano di ghiaccio. Indossava la stessa armatura dei suoi
compagni, alla schiena teneva legata la sua fidata ascia rossa e argentata.
Sulla spalla sinistra la sua inseparabile aquila dorata- Dobbiamo andare…”
Il
falco-youkai si girò ad andò incontro al subordinato. Si fermò e lanciò
un’ultima occhiata al di sopra della spalla alla inu-youkai. –Sei forte Shela,
questo devo dartene atto e hai ragione, il mio momento non è ancora giunto… Ma
nemmeno il tuo-.
Shela
era stremata, senza energie, tuttavia ancora traboccante di rabbia. Quando vide
Kion e il nuovo venuto trasformarsi e andarsene via, lei ebbe l’impulso di
trasformarsi a sua volta e seguirli, poi si era ricordata di Kioko e della sua
promessa.
Si
inginocchiò di fianco alla bambina e se la mise sulla schiena. Fece solo due
metri, poi cadde i ginocchio, ansante. Il veleno iniettatole dal falco-youkai
le era entrato in circolo, indebolendola ancora di più.
Cadde
a terra, ben consapevole che non sarebbe riuscita a sollevarsi ed andarsene da
quell’inferno.
Le
fiamme erano d’ovunque, avvolgevano tutto… Trasformando in cenere tutto ciò che
trovavano sul loro cammino.
Le
palpebre di Shela si abbassarono, finché non le si chiusero gli occhi, con un
solo pensiero in mente. –Perdonatemi… Perdonatemi tutti….-
D’improvviso
la inu-youkai non sentì più di sé il peso della bambina e si sentì sollevare da
forti e robuste braccia. Si costrinse ad aprire gli occhi. La sua testa era
appoggiata su un possente petto coperto dall’armatura e suo corpo era
completamente abbandonato contro quello del suo salvatore.
Cercò
di dire qualcosa, ma dalla sua bocca uscì solo un gemito ed infine, non vide
altro che le tenebre.
Inu-chan: Miracolo! Sei riuscita ad aggiornare prima di pasqua !
Fifi: Eh eh! Quando mi ci metto arrivo a raggiungere l’impossibile!
Inu: Sì, va bè… adexo non ti montare la testa..!
Sessho-chan: per una volta che fa qualcosa di buono lasciaglielo
fare, no?
Fifi: Thank you very much amore
mio!!!!! Allora mi ami!
Sessho-chan: Come non detto..! Inuyasha togli le catene alla tua
fantasia e insultala!
Fifi: Uffi! Is not giusto!! Ve la faccio
pagare, a tutti e due!! Ahh ahhh ahhh ahhh
ahhh!!! Ma prima i dovuti ringraziamenti a... KATIA_H!!! Grazie mille!!!! Continua
a seguirmi!!!! Bene, ora vi lascio alla lettura!!! Alla prox!! CIAO CIAO!!!!!
^____________^E ora, ragazzi, è giunto
il momento della mia vendetta!!!
Inu-chan: Ehhhhmmmmm!!!!! Io…. Devo correre a casa da mamma!! Le ho
promexo che l’avrei aiutata a fare la torta!!! Ci vediamo!!!!
Sessho-chan: ed io… ho promexo a mio padre dilavare la macchina!!!
Ciao!!!
Fifi: Eh no! Troppo comodo,
tesorucci! Potete anche scappare… ma non riuscirete a liberarvi di me!!! AHHHH AHHHH AHHH AHHHH!
E fu così che Inu-chan e
Sessho-chan se la diedero a gambe levate, con dietro Fifi che li inseguiva con
un grosso badile!
PS. Commentate in tanti!!!
Capitolo settimo: Ricordi del passato
Il
sole splendeva alto in cielo, c’era una piccola brezza, ma neanche una nuvola.
Sì, era proprio una bellissima giornata. Il canto della natura si estendeva
ovunque, donando pace e serenità.
All’interno
delle mura di un immenso castello, una bambina, sui cinque anni, stava
raccogliendo dei fiori. Il suo canto si fondeva con quello della natura, i
capelli argentati risplendevano di un bagliore dorato e dai suoi occhi blu
traspiravano tranquillità ed innocenza. Guardò orgogliosamente il mazzo che
stringeva nelle mane artigliate, sorrise e corse verso l’entrata del Palazzo.
“Sono
certa che alla mamma piacerà!” Sussurrò lei mentre attraversava i vari corridoi
che portavano alle stanze dei suoi genitori.
I
servi si fecero da parte, sorridendo per tanta dolcezza.
“Madre!-
Chiamò la piccola senza smettere di correre- Madre!”
D’improvviso
ella udì una voce maschile urlare e poi un tonfo, come se qualcuno fosse
caduto. Si fermò di colpo, mentre sul suo viso si dipinse la paura e la
tristezza. Riconobbe all’istante la voce di suo padre e quella singhiozzante di
sua madre.
Piano
piano Shela, avanzò a passi lenti e incerti. Non c’era nessuno in quell’ala del
Palazzo, nessun servo che le potesse spiegare cosa stava accadendo. Giunse
davanti alla porta degli appartamenti dei genitori, l’aprì lentamente e la
scena che si ritrovò a guardare la fece quasi urlare.
Una
donna, un’inu-youkai, era a terra, che piangeva e chiedeva pietà. Il suo volto
era pieno di graffi e lividi, stravolto dal dolore e dal terrore.
L’uomo
che le era di fronte in piedi, uno youkai-ghepardo, la guardava con odio e
disprezzo, mentre le urlava cose oscene.
“SEI
SOLO UNA SGUALDRINA! SEI ANDATA DI NUOVO DA QUEL DANNATO, VERO!?- Urlava lui in
preda all’ira- Non ti servirà usare le lacrime con me! FOTTUTA DI UNA PUTTANA!”
Shela
si fece sfuggire un singhiozzo, contemporaneamente le lacrime le bagnarono le
guance.
I
due si voltarono e la videro. La madre si rialzò, sebbene a fatica, e corse
dalla figlia. La portò nella sua camera, mentre le sussurrava parole di
conforto.
Una
volta che la bambina si fu calmata, la inu-youkai capì che il tempo dei segreti
era finito, doveva dire alla figlia chi era il suo vero padre. Così le raccontò
come lei e il suo amato si conobbero. In breve sbocciò l’amore, ma tra i due
amanti c’era un ostacolo: Shatoi, il Signore di Jinko. I due demoni, tuttavia,
decisero che niente e nessuno li avrebbe separati, così continuarono a vedersi,
finché la donna rimase incinta. Nessuno sapeva di quella relazione clandestina,
ma sarebbe venuta a galla una volta nato il bambino, un inu-youkai di sangue
puro, come suo padre. Passarono i consueti nove mesi e la verità emerse, a
Shatoi non andò giù questo affronto. Chissà come la inu-youkai riuscì a
convincerlo a non uccidere la neonata e il suo amato, ma ad un caro prezzo.
Infatti lo youkai non fece altro che prendersela con la moglie per ogni
sottigliezza, picchiandola e violentandola, tuttavia nulla fermò i due amanti,
infatti il loro amore non ebbe mai fine.
Passarono
due anni da quell’episodio, Shela crebbe, come l’ira nel cuore del Signore di
Jinko.
Nelle
proprie stanze, un giorno, venne ritrovato il corpo senza vita della Signora di
Jinko, con uno squarcio mortale nel ventre.
Lo
stesso giorno venne celebrato il funerale. C’era chi mormorava che fosse stato
il marito, pazzo di gelosia, ad ucciderla. O c’era chi dava la colpa all’amante
stranamente scomparso.
Ma
Shela conosceva la verità, sua madre si era tolta la vita con le sue stesse
mani. Il vero padre della ragazzina era stato ucciso sotto comando di Shatoi, e
la donna, non riuscendo a sopportare tanto dolore, scelse di morire.
La
bambina era accanto al padre, che guardava il corpo della madre bruciare,
mentre fiumi di lacrime le scendevano dalle iridi blu. Quella sarebbe stata
l’ultima volta che piangeva, si promise, non avrebbe più pianto. In quel
momento fece un patto con se stessa: avrebbe vendicato i genitori, ribellandosi
al Signore di Jinko ed uccidendolo.
“Padre,
voglio imparare a combattere.” Dichiarò lei con voce incolore.
Lo
youkai annuì, senza replicare.
Altri
anni passarono, esattamente quattro. Shela fece come si era preposta, imparò a
combattere e più il tempo passava, più la sua forza aumentava. Cominciò a
battere persino i migliori guerrieri dell’esercito del padre e quest’ultimo,
certe volte, rimpianse di avere una figlia femmina che un maschio.
Un
giorno, mentre si stava allenando in giardino, Shela venne convocata nella sala
del trono. Appena entrata il suo sguardo si posò sui due ospiti, due
youkai-falco. L’uomo era grande e grosso, i capelli verdi e gli occhi rossi. I
suoi vestiti erano molto raffinati e dalla sua persona traspiravano arroganza e
brutalità.
L’altro,
una ragazzino di quattordici anni, anch’egli come l’uomo era alto e muscoloso,
prossimo all’età adulta. I capelli erano corti e neri e gli occhi scarlatti.
Anche i suoi vestiti erano di ottima manifattura.
“Ben
arrivata, Shela!- La salutò il padre, facendole cenno di avvicinarsi- Ti
presento il nostro Signore, Fergon-sama e suo figlio, Kion-sama.”
I
due youkai si inchinarono e anche la ragazza fece altrettanto.
“Tuo
padre ci ha molto parlato di te, Shela- Dichiarò Fergon- Spero che sarai una
buona moglie per mio figlio Kion.”
“Moglie?”
Chiese Shela alquanto turbata inarcando un sopraciglio.
“Sì,
esatto figliola- Rispose Shatoi- Quando sarai in età da marito, sposerai
l’erede al trono delle Terre del Sud.”
“Ma
padre, io…” Cercò di replicare la ragazzina, ma fu interrotta dallo youkai.
“Niente
ma, Shela, lo farai e basta. Ormai ho deciso.”
Sapendo
di non poter contrastare quella decisione, Shela si arrese ed acconsentì
abbassando lo sguardo e il capo.
Pranzarono
assieme, discutendo sul matrimonio e dei benefici che i due regni potevano
trarne. Una volta finito il pasto, la inu-youkai si congedò e si diresse in
giardino.
Sbuffando
ella si sedette ai piedi di un albero. Chiuse gli occhi, voleva rilassarsi, non
pensare a niente, nemmeno al suo imminente matrimonio. Voleva stare per conto
suo… da sola.
“Ciao!”
L salutò un ragazzo. Kion.
Shela
riaprì gli occhi e li posò sul suo promesso. “Ciao.” Ricambiò glaciale.
Lui
le si sedette accanto, comprendendo la voglia di silenzio della giovane,
infatti quest’ultima gli fu molto grata.
Per
diverse ore stettero così, senza aprire bocca, immergendosi in quella pace, che
quasi sembrava innaturale.
“Non
mi sembri molto entusiasta del nostro matrimonio.” Intervenne ad un tratto
Kion.
Lei
non rispose, aprì solo gli occhi blu.
“Nemmeno
io non ne sono molto felice. Prima cosa non ci consociamo, quindi non sappiamo
che aspettarci l’un dall’altra- La guardò- Poi tu, forse, vorrai un matrimonio
dettato dall’amore.”
“Diciamo
che per il futuro avevo altri progetti.” Si decise a parlare Shela.
“Mi
dispiace di aver sconvolto così la tua vita, Shela.”
La
inu-youkai si girò a guardarlo, sembrava veramente dispiaciuto.
“So
che combatti piuttosto bene- Cambiò argomento lui- Che ne dici di una sfida?”
“Perché
no? Ma se ti straccio, non andare a piangere dal tuo paparino.”
“Questo
dovrei raccomandarlo io a te, ragazzina impertinente. Però sarò buono questa
volta e se ti comporterai bene, forse ti lascerò vincere.”
“Vi
ringrazio per il vostro atto di generosità, Kion-sama.” Ironizzò la ragazza
mettendosi on posizione di attacco.
Shela
neanche ci credeva che fosse già passato un anno. Ormai non contava più i
giorni, tutto grazie a Kion. Quel ragazzo era molto simpatico e piacevole, la
inu-youkai non faceva altro che stare con lui, si battevano ogni giorno e il
più delle volte ne uscivano in parità. I due giovani erano diventati grandi
amici.
“Allora,
Shela- Le disse suo padre mentre percorrevano un corridoio- Cosa ne pensi di
Kion?”
“E’
molto simpatico.”
“E
nient’altro?”
“”Bè,
è solo passato un anno, padre, mi ci vorrà ancora del tempo per conoscerlo a
pieno.”
“Certo.”
Lo youkai annuì e uno strano sorriso gli si dipinse in volto.
Shela
non fece in tempo a vederlo, perché sentì le urla di una bambina, la quale
veniva trascinata rudemente da due guardie, davanti ai loro occhi.
La
ragazza cercò di andare in suo aiuto, ma il padre le mise una mano sulla spalla
scuotendo il capo. “Quella è un’hanyou, Shela, una mezzo-demone, una creatura
di sangue impuro. Il suo destino è stato deciso sin dalla nascita.”
Shela
continuò a fissare il punto in cui gli youkai avevano portato via la ragazzina.
La
sera scese subito e la cena venne consumata presto. Senza farsi vedere, la
giovane prese del pane e se lo mise in tasca. Attraversò vari corridoi, in
cerca dell’hanyou. La trovò. Pian piano aprì la porta di una delle stanze, era
completamente al buio!
Una
figura nera era seduta sul letto a baldacchino, con la testa china. Aveva
pianto, osservò Shela, ma c’era anche un altro odore, più pungente ed acido.
Sangue. Su un mobile c’era una candela e l’accese.
La
bambina si voltò di scatto, osservando con paura e sottomissione la
visitatrice. Anche l’altra fece lo stesso, l’hanyou aveva due anni in meno di
lei, i capelli rosso fuoco erano corti, a mala pena le toccavano le spalle, gli
occhi verdissimi e velati dalle lacrime appena versate, il suo viso era tutto
rosso e i suoi abiti erano stracciati. Era una neko-hanyou.
“C-chi
sei…?” Le domandò tremante la piccola.
“Mi
chiamo Shela, sono la Principessa di questo Castello.”
“Che
cosa volete da me?”
Shela
non rispose, le si avvicinò e le porse i panini rubati. La bambina fece
scorrere lo sguardo dal mangiare al viso serio-gentile della ragazza,
indugiando se fidarsi o meno.
“Non
sono avvelenati.” La rassicurò quest’ultima mangiandone un pezzettino.
Senza
un minimo di decenza, l’hanyou si avventò sui panini, mangiandoli in pochi
bocconi.
“Wow!-
Si stupì Shela- Non ti hanno dato da mangiare?”
La
piccola scosse la testa.
“Come
ti chiami?”
“Rioko.”
“Come
mai sei qui?”
Esitò,
oscurandosi in viso. “M-mi hanno portata qui… per… per diventare una
concubina…”
“Cosa!?”
Esclamò Shela indignata.
“Oggi
è venuto un ragazzo… E’ stato lui il primo.”
“Mi
dispiace, Rioko.”
La
ragazzina annuì, tirando su col naso.
“Bè,
se vuoi possiamo essere amiche.” Le propose Shela con un sorriso.
“Amiche?”
Le domandò Rioko incerta.
“Sì!
Che ne dici? Così non ti sentirai sola!”
“Ma
io non posso uscire da questa stanza e…”
Non
terminò la fra poiché Shela la interruppe. “Verrò io. Se ci sarà qualcun altro
avvertirò la sua presenza grazie al mio fiuto.”
La
ragazzina fece un bellissimo sorriso, che le illuminò il viso.
Passarono
quattro anni, Shela e Rioko erano diventate migliori amiche. Si raccontavano
tutto: la inu-youkai le confidò i suoi sogni della sua vita con Kion e dei loro
futuri figli. Rioko, invece, le raccontò di uno strano ragazzo, che ogni volta
che le chiedeva i suoi favori, le bendava gli occhi e poi la possedeva. Poteva
solo sentirlo, ma non vederlo.
Però
un brutto giorno, tutte le fantasie di Shela andarono distrutte, come un
cristallo che si frantuma in mille pezzi.
Kion
era partito per una guerra ed era stato via per cinque mesi. Durante quell’arco
di tempo la ragazza ne sentì terribilmente la mancanza, non faceva altro che
pensare a lui. Lo amava moltissimo.
Quando
l’amato tornò, Shela corse ad accoglierlo nella sala del trono. Si fermò
davanti all’enorme portone e fece un sospiro per calmarsi. Il suo cuore batteva
velocemente, quasi da farle male.
Stava
per bussare, ma le si fermò la mano a mezz’aria nel sentire le parole del padre
e dei due ospiti.
“Ben
fatto, Kion!- Si complimentò Shatoi- Sei riuscito a far innamorare di te mia
figlia!”
“Quasi
che c’ero cascato anch’io!- Si schernì con una risata il Signore del Sud- Ho
creduto veramente che fossi diventato un sentimentale!”
“Io,
padre, un sentimentale?- Anche Kion, come gli altri, era scoppiato a ridere, e
lo faceva di gusto- Neanche per sogno. In qualche modo dovevo conquistarla, no?
Oltre alla forza, bisogna usare il cervello se si vuole portare a letto una
ragazza.”
I
tre risero nuovamente, mentre l’ira di Shela cresceva a dismisura.
“Però
devo dire che quella Rioko non è affatto male, anzi, forse la terrò come amante
anche dopo il matrimonio.”
“Potrai
avere tutte le donne che vorrai, figliolo, una volta conquistato l’Ovest- Gli
promise il padre- Sarà facile schiacciare il suo nuovo giovane Signore.”
“Ho
già progettato tutto- Li avvisò il Signore di Jinko- Uccideremo tutti coloro
che resteranno fedeli ad Inu-Taisho.”
Gli
altri due annuirono, pregustandosi già la vendetta. “Bene- Dichiarò il ragazzo-
A proposito… A quando il matrimonio?”
D’un
tratto l’enorme portone si spalancò e Shela entrò, più infuriata che mai. “Non
ci sarà nessun matrimonio.”
“Che
stai dicendo Shela!?” Tuonò il padre.
“Quello
che ho detto, padre.”
“Ormai
hai giurato!” Intervenne Fergon facendo un passo in avanti.
La
ragazza non si fece intimorire, tutt’altro, guardò gli youkai con sguardo
glaciale. “Non mi importa niente di quel dannato giuramento!- Urlò- Potete
anche mettervelo…!”
Non
fece in tempo a finire la frase che Shatoi le arrivò un ceffone in faccia. “Non
ti permettere di disobbedirmi, Shela! Sono tuo padre e decido io!”
Shela
si mise una mano sulla parte lesa, mentre stringeva i denti per non aggredirlo
a sua volta. “Io vi odio!! Vendicherò la mamma, tutti coloro che hanno dovuto
subire le vostre angherie e me stessa!”
Detto
questo corse fuori dalla sala del trono, cercando di tenere sotto controllo le
lacrime che minacciavano di irrompere copiose. Ma all’improvviso si sentì
stringere un polso, in una stretta micidiale.
Kion
sbatté la ragazza contro una parete, premendo il proprio corpo contro il suo.
Quest’ultima si dimenava come un’ossessa, tuttavia non riuscendo a fuggire.
“Lasciami
andare!” Continuava a gridare lei.
“Mi
dispiace, amore mio, ma non lo farò.” Le disse beffardo lui.
Il
ragazzo chinò il capo e baciò con avidità le labbra della inu-youkai, la quale
smise di scuotersi, anzi, sgranò gli occhi inorridita ed allibita. Sentì il
proprio cuore spaccarsi definitivamente, da procurarle un male allucinante.
Sentì
una mano dello youkai percorrerle le curve dei fianchi e chiudersi vogliosa
attorno ad un seno, intanto l’altra le teneva fermi i polsi sopra la testa.
Shela ricominciò a battersi, più disperata di prima, ma lui non la lasciò,
tutt’altro, rafforzò la presa, facendola sussultare.
“Lo
so, amore… Anch’io sono molto impaziente.” Le sussurrò a fior di labbra, mentre
riprendeva ad esplorare il corpo della giovane.
Per
un momento Shela pensò di non opporre più resistenza, sapeva che contro Kion
avrebbe perso, ciò nonostante si ricompose subito ripensando alla madre, a
quello che aveva subito Rioko e poi rammentò le parole dette da lui stesso… No!
Non si sarebbe fatta violentare così, senza una briciolo di dignità!
Come
posseduta da una nuova energia, la inu-youkai sferrò una fortissima ginocchiata
al suo aggressore, facendogli mollare la presa e piegarsi in due per il dolore.
Lei ne approfittò e scappò.
Mentre
correva nei corridoi, Shela rifletté sul piano studiato qualche anno prima,
quando progettava la sua fuga dal Castello. Le ci volle poco per renderlo
perfetto.
Rioko
era davanti alla finestra della sua camera, che guardava il tramonto. Quel
giorno nessuno era venuto a chiedere i suoi favori, nemmeno lo strano youkai
che ogni volta le bendava gli occhi. Bè, meglio così, si disse.
Si
voltò di scatto nel sentire il tonfo della porta che si apriva violentemente.
Nella stanza entrò Shela, con in viso un’espressione che l’hanyou non aveva mai
visto.
“Che è successo, Shela?” Le chiese la ragazza preoccupata
e allo stesso tempo spaventata.
In
breve la inu-youkai le raccontò tutto, imprecando ad ogni frase. “Devo
andarmene via subito. L’ira di mio padre e dei suoi ospiti ormai non conoscerà
confini. Ti prego, Rioko, aiutami!”
“Non
temere, Shela. Forza! Fuori il piano!”
Shela
le espose il suo progetto: una volta recuperati i vestiti e i pugnali che da
temo teneva nascosti nella sua stanza, la ragazza si sarebbe calata dalla
finestra, mentre Rioko avrebbe attirato su di sé l’attenzione di tutti con una
scusa. Poi fuori dal Palazzo, Shela sarebbe diventata una ladra, sia per
continuare ad allenarsi, sia per aiutare la presone in difficoltà.
“Va
bene- Acconsentì l’hanyou- Ti aiuterò, ma io…”
“Vorrei
aiutarvi anch’io, mia Signora.” Si aggiunse un’altra voce femminile. Una
ragazza, anch’ella un’hanyou, avanzò. Un po’ minuta, sembrava avere la stessa
età di Shela, i capelli erano lunghi e neri, gli occhi rossi sangue e la
carnagione era bianchissima.
“Sarah.”
La chiamò Rioko.
“Ho
sentito tutto- Confessò la ragazza timida- Voi siete sempre stata gentile e
generosa nei confronti di tutti, Shela-sama, come potrei non aiutarvi!”
“D’accordo-
Acconsentì infine Shela con un sospiro- Allora come saprai vestiti e i pugnali
sono in camera mia. Io non posso muovermi da qui, potrei incontrare o mio padre
o uno dei suoi ospiti.”
“Certo,
non vi preoccupare, mia Signora. Ci peserò io!”
Detto
questo Sarah se ne andò.
“Ascolta,
Shela!- Esclamò Rioko- Voglio venire anch’io con te!”
Shela
la guardò con aria severa, inarcando un sopraciglio. “Sarà molto pericoloso.”
“Lo
so, ci sono già passata. Prima che mi portassero qua, ero una ladra. Rubavo nei
Palazzi per sopravvivere, poi mi hanno catturata e venduta al Signore di Jinko.
È per questo che sono qui, costretta ad aprire le gambe a qualsiasi venuto!-
Fece una pausa- Ho già i vestiti adatti, gli stessi che indossavo quattro anni
fa. Erano molto larghi e quindi ora dovrebbero andarmi bene.”
Prima
che la inu-youkai potesse rispondere, irruppe nella stanza Sarah, con tutto il
materiale. “Dovete sbrigarvi, mia Signora- L’avvertì lei dandole i vestiti-
Vostro padre vi sta cercando e Kion-sama è qui vicino… Stanno arrivando!”
La
youkai annuì. ”Hai sentito, Rioko!?- Si riferì all’amica- Fa in fretta!”
Sul
volto della neko-hanyou si dipinse un meraviglioso sorriso e i suoi occhi luccicarono.
“Sì!”
I
pochi secondi le due youkai furono pronte. Shela, dopo essersi messa il
mantello incappucciato marrone scuro, fissò i suoi due inseparabili pugnali al
cinturino che teneva legato in vita.
“Sono
qui vicino, mia Signora!- L’avvisò Sarah guardando fuori dalla porta- Andate,
io cercherò di distrarli!”
“Ti
ringrazio per il tuo aiuto e la tua lealtà, Sarah- Le disse la inu-youkai
appoggiata alla finestra, pronta a saltare- Ti prometto che un giorno tornerò e
vi libererò tutti! Per ora dovrai accontentarti della mia parola.”
L’hanyou
annuì. “Buona fortuna, a tutte e due!”
Così
le due youkai saltarono e con un solo balzo furono nel giardino. Non c’era
nessuno, molto probabilmente le guardie erano impegnate nella ricerca della
loro Principessa all’interno del Palazzo.
In
poco tempo oltrepassarono anche la muraglia e si allontanarono velocemente
raggiungendo la cima di una collinetta. Shela si voltò e guardò per l’ultima
volta quella che fu al sua casa. Non provò tristezza, ma solo rancore e delusione.
Avrebbe mantenuto la parola data e finalmente avrebbe vendicato i genitori
morti orrendamente.
Fifi: Hey ciao come
va????? Mi dispia stra stra stra tanto per questo forte ritardo!!!! Purtroppo
sono stata molto impegnata con la scuola!!! Ho avuto un sacco di veri e
interrogazioni in questo periodo!!!! Vi chiedo perdono!!!!
ç_______ç!!!!
Allora…. Tutti si
staranno chiedendo che fine hanno fatto Inu-chan e Sessho-chan…
bè, dovete sapere che sono andati in vacanza ai Caraibi! Quindi non
stupitevi se nel prossimo film di “Pirati dei Caraibi” li vedrete
comparire!Oh! Un
consiglio….. Se avete sorelle o fratelli più grandi che si
preoccupano molto ma MOLTO della scuola…. MAI PORTARLI AI COLLOQUI GENERALI!
Soprattutto se i prof. si lamentano perché chiacchieri troppo!
Bene! Prima di lasciarvi
alla lettura vi voglio presentare i nostri lettori che ogni volta sono
così gentili da recensire!: KATIA_H!!!!!!!!!!!!!! ARIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!
E abbiamo una nuova recensitrice!!!!! Accogliamo con grande entusiasmo
MORGANA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! (Non te preoccupa!questa ficcy non la sospendo!
Prevedo già quanti saranno i chappy! Quindi sta pure trinqua! In un modo
o nell’altro ce la farò a finirla! Anche se ci vorrà un bel
po’ di tempo per via della scuola!!!!! Spero davvero di non deluderti!!
^___^)
Forza! Ora vi lascio al
nuovissimo chappy!!!!!! Buonissimissimissima fortuna!!!!!! Alla prox!!!! (mi sa
che sarà fra qualche mese…
^_____^’’’’’’)!! CIAO
CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ^_______________________^.
Il Primo Amore Di
Inu-Taisho.
Capitolo ottavo: La morte nel cuore.
I raggi del sole penetrarono
dalla finestra, andando a colpire un letto, su cui stava una ragazza. Una
inu-youkai. I capelli argentati erano sparsi sul cuscino, il suo viso era
rilassato, ma imperlato di sudore. Gli occhi blu si aprirono, voltò appena
il capo per scrutare la camera. Era la sua camera., constatò Shela. Era
stanca, confusa, svuotata… d’un tratto le immagini di quel brutale
massacro a cui aveva assistito, le si riaffacciarono alla mente: Il sangue era
dappertutto, i nigen venivano uccisi senza pietà e lei, la Regina dei Ladri, ridotta
in ginocchio ed impotente. Non era stata in grado di proteggerli ed erano morti
tutti….. tutti.
Chiuse gli occhi, mentre il
senso di colpa si faceva sempre più grande.Perdonatemi…
“Oh! Finalmente ti sei
svegliata!” Esclamò Sarah entrando nella stanza.
Shela non rispose, non aveva
voglia di parlare. Non aveva voglia di fare niente.
L’hanyou le andò
accanto e le mise una mano sulla fronte. “Bene, la febbre è quasi
scomparsa.”
L’altra si
limitò ad annuire e voltò la testa, volgendo lo sguardo sulla
finestra.
“C’è
qualcosa che non va, Shela?”
Shela non rispose, ignorando
completamente la domanda dell’amica.
Sarah si irritò.
“Se non ti va di parlare, posso capire dato che ti sei appena ripresa da
delle ferite molto gravi, ciò non toglie che tu possa trattarmi in
questo modo, come se io non esistessi!”
La inu-youkai sospirò
e si girò verso la sua interlocutrice. “Non sono in vena, Sarah-
Disse fredda- Vattene.”
“Ma io…”
Cercò di replicare l’hanyou, ma le parole le morirono non in gola
non appena Shela le lanciò un’occhiata furibonda.
“E va bene- Si offese
la giovane- Fammi sapere quando la vecchia Shela sarà tornata.”
Detto questo Sarah se ne
andò, più furente che mai.
Shela si girò su un
fianco, osservando il cielo azzurro oltre la finestra. Si avvolse ancor di
più nelle coperte, come se costituissero una barriera. Non poteva e non
riusciva a dormire, sapeva che se lo avrebbe fatto, avrebbe ripreso il sogno
che l’aveva tormentata durante la convalescenza. Il suo passato si era
ripresentato in un momento poco opportuno, demoralizzandola ancora di
più.
Per la prima volta, da quando
era bambina, Shela pianse.
Inu-Taisho era seduto dietro
la scrivania del suo suntuoso studio. Aveva del lavoro da svolgere,eparecchio per giunta, tuttavia non
riusciva a concentrarsi. I suoi pensieri erano completamente rivolti a Shela.
Si chiese se si fosse svegliata, se avesse aperto quelle due gemme color della
notte… Era la prima volta che elogiava gli occhi di una donna in quella
maniera, si ritrovò a notare.
Quando, qualche giorno prima,
l’aveva trovata in fin di vita nel Regno di Jinko, a terra ed immobile,
il cuore dell’inu-youkai aveva smesso di battere, quasi da fargli
prendere un infarto! Era stata una reazione alquanto strana e dolorosa.
L’insistente bussare
alla porta lo fece desistere dai suoi pensieri. Egli diede il permesso di
entrare e Grant entrò nella stanza.
“Signore- Lo
salutò quest’ultimo- La ragazza si è svegliata.”
Mentalmente il Signore delle
Terre dell’Ovesttirò
un sospiro di sollievo. Ne era felice, anche fin troppo per i suoi gusti. Ma che mi sta succedendo!? Io non capisco..
Provava strane sensazioni, o meglio, emozioni… a cui non sapeva dar nome.
“Bene.”
Commentò incolore Inu-Taisho, alzandosi in piedi ed andando verso la
finestra. Diede le spalle al soldato e volse lo sguardo oltre la lastra di
vetro, cercando di riorganizzarsi le idee.
“Ora puoi
andare.” Lo congedò.
“Ehm... Mio Signore, ci
sarebbe un’altra cosa che vorrei dirle… A proposito della ragazza,
Shela.”
Non appena udì quel
nome, Inu-Taisho fu tutt’orecchi. “E sarebbe?”
“Purtroppo Shela non si
è ripresacompletamente
dalle ferite, infatti ha ancora un po’ di febbre, ma niente di
grave…”
“Arriva al punto, per
favore.” Lo interruppe bruscamente l’altro.
“Bè, Sarah, la
serva che sta curando Shela, dice che lei continua ad addossarsi colpe che non
ha. Continua ad affermare che è colpa sua se gli umani del villaggio di
Jinko sono morti.”
“Capisco- Disse infine
Il Signore delle Terre dell’Ovest- Se non hai altro da dirmi, puoi anche
andare. Ho molto lavoro da finire e sono già in ritardo con al
scadenza.”
“Certo mio Signore. Le
auguro una buona giornata.”
Detto questo Grant
uscì dallo studio, sconcertato dalla freddezza di Inu-Taisho.
Passarono quattro giorni da
allora, durante questo periodo l’inquietudine del Signore
dell’Ovestnon aveva fatto
altro che aumentare. Tutta colpa delle parole di Grant.
L’inu-youkai si
abbandonò completamente contro lo schienale della sedia dietro la
scrivania. Il suo sguardo era perso nel vuoto e i suoi pensieri concentrati si
un unico soggetto. Che diavolo mia hai
fatto Shela?
Un colpo secco alla porta lo
fece ritornare bruscamente alla realtà.
Una volta avuto
l’ordine di entrare, Berna varcò la soglia e percorse con passo
veloce e deciso i pochi tratti che separavano la porta dalla scrivania. Si
fermò a pochi centimetri, stringendo le mani in pugni.
“Signore-
Incominciò lei con tono adirato e gli occhi furenti- Abbiamo un problema.”
“Di che si tratta, di
grazia?”
“Della ladruncola. Da
quando ha ripreso a lavorare sta combinando guai su guai! È molto
distratta e maldestra! Finisce sempre per rompere tutto quello che le capita
fra le mani e io non riesco più a
starle dietro!”
“D’accordo, le
parlerò io- Decise Inu-Taisho prendendo in mano una foglio e facendo
finta di esaminarne il contenuto- Buongiorno, Berna.”
“Ma, mio
Signore…. Io non…” Replicò con un’espressione
incredula dipinta sulla faccia.
“Ho detto: Buon giorno,
Berna.” Ripetè lui con più forza.
Dopo averlo salutato, Berna
uscì, molto infuriata. Parlare!?
Si chiese la youkai stringendo i dentiPhua! Perché non cacciarla,
invece!?
Il rumore secco di un vaso
che era caduto a terra, riecheggiò nel corridoio. Shela osservò i
cocci sparsi sul pavimento con occhi spalancati ed un’espressione
dispiaciuta in volto.
“Mi dispiace tanto,
Sarah- Si scusò inginocchiandosi ed incominciando a raccogliere i pezzi-
Sono così stupida!”
L’hanyou
sospirò. “Lascia stare, faccio io- Si inginocchiò a sua
volta- Se vuoi andare, vai. Abbiamo finito il nostro turno. Finisco io di
ripulire qui.”
“Come vuoi-
Acconsentì la inu-youkai- Grazie e ancora scusa.”
Shela camminava a testa
china. Le immagini del massacro continuavano a tormentarla, soprattutto la
scena della morte della madre di Ciku e Kioko. Sebbene i due ora si trovassero
in un villaggio di umani nelle Terre dell’Ovest, insieme ad una coppia
che non poteva avere dei bambini loro; non riuscivaa non incolparsi per averli fatti
diventare orfani.
Ella chiuse gli occhi
pregando affinché quelle immagini scomparissero una volta per tutte.
Senza guardare dove andava, Shela andò a sbattere contro qualcosa…
o meglio, qualcuno. Perse l’equilibrio e rischiò di cadere, ma fortunatamente
due braccia robuste e muscolose la sorressero.
“Dovresti fare un
po’ di attenzione a dove vai, Shela.” Le consigliò la voce
profonda di Inu-Taisho.
La inu-youkai alzò lo
sguardo ed incontrò le gemme dorate del Signore delle Terre
dell’Ovest. Quest’ultimo nel vedere gli occhi di lei, ebbe quasi un
sussulto. Erano inespressivi… svuotati. Era la prima volta che li vedeva
così: senza emozioni. Tuttavia Inu-Taisho vide un sottile velo che li
ricopriva, la tristezza.
Qualcosa in lui
scattò, un senso di protezione, l’impulso di cancellare la
sofferenza dal suo viso.
“Sì…- Mormorò
Shela abbassando il capo- Mi dispiace, Inu-Taisho-sama.”
La sua voce…
anch’essa era incolore, sembrava sottomessa. La colera montò
nell’inu-youkai. Dov’era finita la tanto orgogliosa ed insolente
Regina dei Ladri?
“Ti stavo cercando,
Shela- La informò lui glaciale- Mi è stato detto che in questi
ultimi giorni sei molto distratta. Forse stai di nuovo male?- Vedendola
scuotere la testa continuò- Allora la tua è solo sbadataggine.- Fece
una pausa, indeciso se informarla su cosa stava riflettendo da molto tempo-
Dietro il castello c’è una palestra, nella quale i soldati si
allenano. Fatti trovare là al tramonto.”
“Sì,
Inu-Taisho-sama.”
Dopo averlo salutato, Shela
si diresse verso la sua stanza, ma si fermò nell’udire il Signore
dell’Ovest richiamarla. “Un’ultima cosa- Le disse- Porta
anche i tuoi pugnali.”
Il tramonto non si fece
attendere. Pian piano il cielo si colorò di un rosso sangue, immerso in
un meraviglioso arancio ed un splendente giallo.
Shela era in giardino e si
stava dirigendo verso la palestra. I suoi pensieri corsero a quella stessa
mattina, quando lei ed Inu-Taisho si erano incontrati. Lui le aveva parlato in
modo glaciale, proprio come il loro primo incontro. Le era sembrato molto
distante…. Doveva essere molto arrabbiato. Bè, dopotutto aveva
tutti i motivi per esserlo.
La inu-youkai si fermò
ed osservò il grande edificio che si trovava davanti ai suoi occhi.
Aprì il pesante portone ed entrò.
La palestra era molto grande,
sui muri c’erano delle torce accese, che facevano molta luce, vari tipi
di armi erano attaccate con delle catene, il soffitto era altissimo e molto
robusto.
Lo sguardo di Shela si
soffermò sul centro dell’edificio, più precisamente
sull’inu-youkai che la stava guardando a sua volta. Non indossava i
soliti abiti, questi erano bianchi con disegni blu. La grande e pelosa coda
bianca era abbandonata sulla schiena. I capelli argentati raccolti nella solita
coda e gli occhi ambrati gelidi.
“Ben arrivata
Shela.” L’accolse Inu-Taisho.
“Potrei sapere
perché mi avete convocata?” Chiese lei titubante.
“Mi sembra ovvio-
Ribatté lui brandendo la spada attaccata al suo fianco- Per
combattere.”
Inu-Taisho scattò in
avanti, cercando di colpire Shela. Lei, non aspettandoselo, si scansò
all’ultimo minuto. L’inu-youkai si mise in posizione
d’attacco, studiando l’avversaria.
La ragazza, al contrario, lo
guardava con la confusione e la sorpresa negli occhi. Perché
l’aveva attaccata? Perché voleva combattere sapendo che lei avrebbe
perso?
Come se le avesse letto nel
pensiero, lo youkai rispose alle sue silenziose domande. “Il motivo te lo
dirò alla fine del combattimento- Un sorriso di sfida prese forma sul
suo volto- Sempre se tu vincerai.”
Shela provò a
replicare, ma non le fu possibile quando vide il Signore dell’Ovest
cercare di colpirla nuovamente. Questa volta non si fece trovare impreparata,
impugnò i due pugnali e parò l’attacco. Lo respinse e fece
un salto in avanti, portandosi alle spalle dell’avversario. Tuttavia
quest’ultimo fu più veloce ed affondò la spada per primo.
Shela imprigionò la
lama fra quelle delle sue armi, ma Inu-Taisho era troppo forte, infatti
riuscì a liberarla con un semplice strattone. Lei continuò ad
avanzare, fendendo l’aria con colpi secchi e ritmici.
Lui non lo diede a vedere, ma
un po’ di fatica a parare quei colpi la stava facendo. Erano diretti e
rapidi, quasi neanche riusciva a vedere le braccia della youkai.
D’un tratto la ragazza
si fermò. Era impallidita e stava tremando. Inu-Taisho si chiese cosa le
stesse accadendo, finché non incontrò il suo sguardo… I
suoi occhi erano sgranati ed erano coperti da qualcosa…. Paura.
Tristezza. Dolore. Rabbia. Odio.
Poi le vide. Le immagini di
quel terribile massacro avvenuto quasi una settimana addietro. Il sangue
macchiava ogni cosa, il fuoco era indomabile e i lamenti di quelle povere
vittime si estendevano ovunque. Nemmeno i bambini furono risparmiati. Quel
caldo succo rosso che usciva dai corpi martoriati non faceva altro che
alimentare la sete di quei barbari, facendogli perdere completamente il
controllo.
Persino colei che veniva
definita la Regina
dei Ladri non poteva fare nulla, ridotta in ginocchio dal suo avversario, colui
che odiava con tutte le sue forze.
“E’ questo il
loro destino: morire.” Questa era stata una delle tante frasi usate da
Kion, per deridere gli umani.
Shela indietreggiò,
scuotendo la testa e mormorando parole incoerenti. Sentiva ancora su di
sé il calore di quelle fiamme, che avevano concluso ciò che
avevano iniziato gli youkai.
“Shela!” Si
sentì chiamare da una voce forte e profonda, tuttavia confortevole e
quasi rassicurante.
“N...non
posso…” Balbettò continuando ad indietreggiare.
“Sì, invece!-
Ribatté Inu-Taisho prendendola per le spalle e scuotendola- Devi
combattere!”
“I…io…”
Chiuse gli occhi. Le immagini della strage si riaffacciarono nuovamente…
dentro di lei c’era un continuo conflitto. Una parte di lei voleva
combattere, sconfiggere tutti quei sentimenti negativi, mentre l’altra
parte voleva rimanere nascosta, consumata dai sensi di colpa.
Poi rammentò: le
avventure vissute con Rioko, lei stessa nel ruolo di Regina dei Ladri. In ogni
sua missione c’erano stati dei morti, la maggior parte soldati.
In tutte le battaglie ci sono dei morti e questo
è inevitabile, le disse una
vocina nella sua mente.
Shela riaprì gli occhi
e fece un salto all’indietro, mettendosi in posizione di attacco.
“Avete ragione, Inu-Taisho-sama, devo combattere il passato.”
I due inu-youkai si
studiarono per qualche secondo ed infine scattarono in avanti
contemporaneamente. Lui la respinse e poi fendette l’aria, però
alla ragazza risultò alquanto faticoso parare il nuovo colpo.
Quest’ultima si
tirò indietro per riprendere un po’ di fiato, poi incrociò
le sue armi con quelle dell’avversario, ma lui colpì con la spada
uno dei pugnali, con così tanta forza da scaraventarlo lontano da loro.
D’improvviso lei
sentì una goccia calda bagnarle la guancia. Istintivamente si
portò una mano sulla ferita e la sfiorò con le dita. Erano rosse.
Quel liquido era sangue.
Inu-Taisho osservò il
suo volto, un taglio di poco conto le percorreva una guancia. In quel momento
lo inu-youkai sentì inspiegabilmente un forte dolore allo stomaco, come
se qualcuno gli avesse dato un pugno.
Il sibilo di una lama lo fece
tornare in sé. Shela lo stava per attaccare con il pugnale che le era
rimasto, quasi riuscì a dargli pan per focaccia se lui non si fosse
scansato all’ultimo minuto. Ripetè più volte lo stesso
colpo, ma con lo stesso risultato.
Il Signore delle Terre
dell’Ovest era troppo forte eveloce per lei, e questo lei lo sapeva benissimo, esattamente come lui.
Continuava a chiedersi il motivo di quella sfida. Se anche lui aveva capito di
essere il più forte, perché stava combattendo contro di lei?
Inu-Taisho rifletté
sul da farsi. Non era più così certo del suo piano. Non voleva
farle altro male, non voleva rovinare nessun altra parte di lei. Già si
era sentito in colpa per uno stupidissimo taglio! E poi aveva giàportato a termine, con successo, la
prima fase del paino. Shela si era tolta dalla testa quelle insulsaggini che le
riempivano la mente, e questo per lui era sufficiente.
Basta, era tempo di mettere
la parola fine.
L’inu-youkai
schivò per l’ennesima volta l’affondo dell’avversaria,
la prese per i polsi e la immobilizzò contro la parete alle sue spalle
con il proprio corpo.
Lei si dimenò, ma la
presa del Signore dell’Ovest era ben salda e non accennava a mollare.
Dentro di lui, Inu-Taisho
sentì qualcosa scattare, il sangue scorreva più velocemente e lo
sentiva ruggire, così come tutto il suo corpo. La consapevolezza di
avere praticamente tra le braccia colei che tormentava i suoi pensieri e i suoi
sogni, e l’avvertire la pienezza dei suoi seni pieni contro il proprio
torace, lo mandò in tilt.
Il suo sguardo cadde sulle labbra
schiuse di lei, così sensuali ed invitanti…. Avrebbe tanto voluto
abbracciarla, baciarla con infinita passione ed accarezzarla come nessun amante
sarebbe stato capace di fare. La desiderava immensamente… quasi da
spaventarlo.
Dal canto suo Shela si era
persa nelle pozze dorate di lui, così penetranti e fredde…. Ma in
quel momento vide un velo stendersi su di esse, rendendole quasi infuocate. Le
vide soffermarsi sulla sua guancia sinistra, dove c’era il taglio che lui
stesso le aveva inferto.
Shela chiuse gli occhi non
sapendo cosa aspettarsi dall’avversario. Il combattimento era finito e
lei era alla sua mercè.
Inaspettatamente, invece,
sentì solo una lieve carezza sulla parte lesa, come se una farfalla si
fosse posata dolcemente sul suo viso. Riaprì gli occhi, e con suo sommo
stupore, scoprì che le labbra del Signore delle Terre dell’Ovest
si erano adagiate teneramente sul taglio.
Una parte di lei voleva
restare così per sempre, senza pensieri e preoccupazioni… come se
fossero loro due le uniche creature esistenti sulla Terra. Tuttavia
l’altra parte voleva allontanarlo, prenderlo a schiaffi.
Non vi fu bisogno decidere
quale delle due ascoltare, poiché Inu-Taisho si ritrasse bruscamente,
come se si fosse scottato. Le lasciò andare i polsi ed uscì dalla
palestra a grandi falcate, con una miriade di pensieri nella testa.
Shela per poco non cadde in
ginocchio, era stupita ed emozionata. Il cuore andava a mille e la testa quasi
le scoppiava per tutta la confusione e l’incertezza che annebbiavano le
sue idee.
Fifi: Ehmmmmm......!
Ciao a tutti!!!!! Mi dispia un casino per il super
mega ritardo......!!!! Ma che volete che siano un paio
di mesi??????
Inu-chan: Io direi...... uccidiamola!!!!
Fifi: Ehhhhh!!!?? O____O!!!!! Ma no dai..... non
diventiamo così drastici!! ^___^''''!!! Anzi, dovremmo
festeggiare.... LA
SCUOA FINALMENTE è FINITA!!!!!!!!!!!!!!!!! E L'ANNO PROSSIMO
NON AVRòPIùLA SOLDANO CHE MI ROMPERàLE SACRO SANTE SCATOLE!!!!!!!!!!!
CHE BELLO!!!!!!!!!!!
Sessho-chan: Va bene...... per questa volta la scampi.....
Fifi: Evvai! Allora qualcuno lassù mi vuole bene!!
Inu-chan: Mi sa invece che né lassù né laggiù ti vogliano.... quindi ti
lasciano a noi....!!!
Fifi: L'importante è esserci, no? ^___'!!! Bene,
finalmente sono ritornata con un nuovo chappy! Spero di riuscire ad aggiornare
più velocemente durante l'estate..... Ma non prometto
nit! Forza, è venuta l'ora dei ringraziamenti: MORGANA!!!!!!!!!!!!!!
KATIA_H!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ARIA!!!!!!!!!!!! E Vi
presento le nostre nuove commentatrici: YUNISEH!!!!!!!!!!!!!!!!!
SARA3!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! SESSHOYUE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!GRAZIE
MILLE A TUTTI VOI RAGA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! A voi questo
nuovo chappy!!!!!!!!!!!!! Fatemi sapere!!!!!!!!!!!!!!
Alla prox!!!!!!!!!!!!!!!!!! CIAO CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!
^_______________________________^
Il primo amore di Inu-Taisho
Capitolo nove: Una nuova mansione.
Il sole splendeva alto in cielo,
delle nuvole bianche e candide come zucchero filato
attraversavano lente ed indisturbate l’azzurro e una leggera brezza soffiava
dando un po’ di sollievo in quell’intenso caldo.
Shela era sul portico e stava
svolgendo il compito che quell’odiosa di Berna le aveva appioppato.
Il tempo era
trascorso velocemente, constatò. Quasi neanche credeva
che fossero passati più di tre giorni dal combattimento contro Inu-Tiasho.
Si toccò inconsciamente la guancia dove l’inu-youkai l’aveva baciata…. Il cuore
riprese a battere veloce e un velo di rossore le comparì in volto.
In quei giorni, ogni volta che
lo incontrava, borbottava un “Buongiorno” ouna “Buonasera” e distoglieva lo
sguardo.
No, basta! Devo smetterla di pensare a lui! Si impose lei irritata. Pensare ad Inu-Tiasho non faceva
altro che confonderle le idee e questo non le piaceva affatto.
Tutto ciò le era già successo quando si era innamorata
di Kion… ma lei di certo non lo era del Signore delle Terre dell’Ovest! O forse…
Bè, comunque
stessero le cose, Shela sapeva di non potersi infatuare di lui. Presto o tardi
avrebbe architettato un piano per lasciare il Palazzo dell’Ovest, e poi, una
volta che le acque si fossero calmate, sarebbe fuggita. Certo, era una cosa
molto rischiosa, rifletté. Prima di diventare la Regina dei Ladri aveva
fatto circolare la voce che la
Principessa di Jinko aveva lasciato il Regno delle Quattro
Terre. Ma ora Kion sapeva che non se ne era mai andata
e di certo dopo il loro incontro, aveva mobilitato le sue migliori spie per
trovarla.
Forse questo era davvero la
volta buona per girare il mondo e per diventare più forte.
Con la coda dell’occhio Shela
vide Sarah, con in mano un cesto pieno di tovaglie e
lenzuola, che si stava dirigendo verso la parte del cortile riservato al
bucato. Erano da tre giorni che non la vedeva, la sua vivacità le era mancata.
“Hey Sarah!” La chiamò lei
agitando un braccio e correndole dietro.
L’hanyou le lanciò
un’occhiata veloce, poi fece finta di nulla.
L’altra se ne accorse
e l’affiancò. “Ciao.”
Sarah non rispose, anzi,
appoggiò per terra il cesto ed iniziò a stendere il bucato sopra il filo che
andava da un ramo basso di un albero e un gancio attaccato alla colonna del
portico.
Shela capì che l’amica era
ancora arrabbiata con lei… non poteva darle tutti i torti. Durante la sua
convalescenza si era comportata davvero male.
“Mi dispiace….” Sussurrò la
inu-youkai veramente dispiaciuta.
L’altra si fermò e la guardò con
meno freddezza negli occhi.
Quindi Shela continuò. “Sono stata una vera stupida. Tu mi hai curata ed io, quale ingrata che sono, ti ho trattata
malissimo…. Potrai mai perdonarmi Sarah?”
Sul volto dell’hanyou si dipinse
un sorriso di trionfo. “Lo avevo già fatto, però volevo sentirmi dire queste
cose.”
Le due amiche si misero a
ridere, felici di essersi ricongiunte.
Intanto, dall’altra parte del
Palazzo, Inu-Taisho stava passeggiando in giardino con un altro demone.
Quest’ultimo era un demone-dondola, alquanto vecchio. Era piuttosto basso, solo pochi capelli marroni-bianchi coprivano il suo capo
quasi calvo. Gli occhi erano di due colori diversi: uno nero e l’altro bianco
(ABBASSO YUVE!!!!!! VIVA MILAN!!!! ^O^!!!! Nd Fifi!!!), infatti l’anziano youkai era cieco ad uno di essi.
Indossava vesti molto eleganti e camminava curvo.
“Dunque
ne siete davvero sicuro, Inu-Taisho-sama?” Chiese l’anziano incrociando le mani
dietro la schiena.
“Sì, è giunta l’ora che tu vada in pensione- Rispose il Signore dell’Ovest- Avrai più
tempo da dedicare alla tua famiglia.”
Tutto a
un tratto l’altro si fece scuro in volto. “Dopo la morte della mia dolce
moglie, mi chiusi in me stesso, rifugiandomi nel lavoro. Troppo era il dolore, così tanto da non poter sostenere mia figlia nel giorno del
suo matrimonio.”
“Sbaglio o tua figlia ha appena
dato alla luce due gemelli?”
“E’ così, mio Signore.”
“Allora vorrà dire
che ti rifarai con loro- Nel vedere l’espressione incerta dell’anziano youkai,
Inu-Taishosi spiegò meglio- Quando
andrai da lei, le racconterai ciò che hai appena detto a me. Sono certo che
saprà capirti e concederti il suo perdono, a patto che tu non manchi nei tuoi
doveri di nonno.”
Un magnifico sorriso fece
illuminare il volto ormai sciupato dagli ani e dal dolore del youkai-dondola.
“Vi ringrazio per il vostro consiglio e per le vostre bellissime parole,
Inu-Taisho-sama- Fece una pausa e improvvisamente diventò serio-Ma ora, se non vi
dispiace, vorrei ritornare al discorso di prima.”
“Certamente.”
“Avete già in mente qualcuno che
mi succeda nel ruolo di Primo Consigliere?”
“A dire
la verità sì- Nella mente di Inu-Taisho ci creò l’immagine della protagonista
dei suoi ultimi sogni. La immaginava sdraiata su di un letto accanto a lui, con
i capelli sparsi sul cuscino, mentre dormiva serena. Quello che provava era
solo desiderio carnale? Si chiese scacciando via infastidito quel pensiero-
L’ho già messa alla prova.”
“Una donna!?”
Gli chiese l’altro stupefatto.
“Non è solo una donna, amico
mio, bensì la Regina
dei Ladri.”
Dopo essersi chiusa la porta
alle spalle. Shela si buttò esausta sul letto. Quel giorno aveva
lavorato molto più del solito, il Palazzo era stato rispolverato da cima
a fondo. A quanto pareva il Signore dell’Ovest avrebbe
dato un ricevimento o qualcosa di simile quella sera. Inoltre
era da qualche giorno, precisamente da dopo lo scontro con Kion, che si sentiva
alquanto strana. La notte sudava molto e di giorno i brividi le pervadevano
tutto il corpo. Chissà cosa le stava succedendo.
Voltò la testa e vide un kimono
appeso sull’anta dell’armadio.
Si alzò ed andò verso di esso.
Il kimono era bellissimo! Era
rosso con dei ricami bianchi. La stoffa sembrava molto pregiata, e infatti, quando lei la toccò le pareva di percepire nella
mano la sofficità della neve.
Le cadde l’occhio sulla
scrivania lì a fianco su cui stava un foglietto. Shela incuriosita lo prese in mano e lo lesse.
Questo kimono è per te, Shela, spero che ti possa
piacere. Più tardi verrà Sarah a darti una mano a prepararti per stasera. Non
ti presenterai come una serva, bensì come ospite, quindi mi aspetto
che tu ti comporterai come tale.
Inu-Taisho
Per stasera!?Si chiese Shela. Ecco un altro mistero di quel dannato
inu-youkai! La poveretta non ci capiva più nulla…. Prima la sfida, poi la bacia
ed infine la invita ad un ricevimento. Si poteva sapere cosa diavolo aveva in
mente!?
Su una cosa almeno poteva stare
tranquilla, ovvero che non ci sarebbero stati i
generali delle Quattro Terre, quindi Kion non l’avrebbe trovata.
Dopo qualche ora qualcuno bussò
alla porta ed entrò Sarah. Quest’ultima aiutò l’amica a prepararsi, le allacciò
bene il kimono, la truccò e le sistemò i capelli. Dopo aver provato svariate
acconciature, le due optarono per una classica.
Infine, quando Shela fu pronta,
si specchiò.
Il vestito le stava molto bene,
metteva in risalta i capelli argentati raccolti sopra
la testa e le due ciocche lasciate libere le incorniciavano il viso ben
truccato. Sarah aveva fatto un buon lavoro!
“Sei bellissima, Shela!” Esclamò
l’amica felice del risultato.
“Ti ringrazio Sarah.- Dopo aver
dato un’ultima occhiata allo specchio, Shela si rivolse nuovamente all’hanyou-
Per caso tu sai perché Inu-Taisho vuole che partecipi anch’io al ricevimento?”
“Bè… ecco… io…- Cercò di
spiegarle esitante Sarah- Inu-Taisho-samami ha severamente proibito di
dirtelo.”
“Uff! ora
ti ci metti pure tu!? Ah!” Gemette la inu-youkai irritata e mettendo il
broncio. Non ne
poteva di questi misteri! E lo
avrebbe fatto capire anche al Signore dell’Ovest quella sera stessa.
“Eddai! Non te la prendere…
l’unica cosa che posso dirti è che è una sorpresa!”
Shela alzò un
sopraciglio stupita. “Una sorpresa?”
“Esatto- Annuì- e se non vuoi
perdertela è meglio che ora andiamo. Si sta facendo
tardi.”
Detto questo l’hanyou incitò la
ragazza con delle amichevoli spinte ad uscire dalla
camera e si avviarono verso la Grande Sala.
Una volta
giunte davanti al grande portone,
Sarah, prima di andarsene, augurò buona fortuna a Shela e quest’ultima varcò la
soglia.
La forte luce quasi l’accecò, fu persino costretta stropicciarsi
gli occhi dal fastidio.
La sala era enorme, con al centro quattro tavoli tutti ben apparecchiati e
seduti attorno ad essi c’erano i soldati che componevano l’esercito e i loro
superiori. Tutti stavano chiacchierando e c’era un piccolo gruppo che stava
ridendo, molto probabilmente per una battuta.
La servitù non stava ferma un
attimo, tutti erano molto indaffarati, c’era chi serviva degli antipasti su dei
vassoi, chi invece serviva da bere e chi faceva altri lavori.
Ad un tratto gli occhi della
giovane caddero su un inu-youkai chinato in avanti e che stava ridendo insieme ad un soldato. Inu-Taisho nel vederla si tirò su e la
osservò con un’occhiata penetrante, che la fece vistosamente
arrossire.
“E a
quel punto se l’è data a gambe levate! Dovevate vederlo, mio
Signore!” Concluse il soldato con una fragorosa risata, seguito poi dai
suoi compagni.
La risata di Inu-Taisho
si unì alle altre. Aveva fatto il giro di tutti i tavoli per salutare i
subordinati e per congratularsi per la vittoria ottenuta. Le ostilità con il
Regno di Jinko erano ancora aperte e di sicuro non si sarebbero
chiuse così presto.
Gli occhi del Signore dell’Ovest
e del resto del gruppo caddero sulla nuova venuta. I soldati erano rimasti
letteralmente a bocca aperta e uno di loro aveva lasciato a mezz’aria il bicchiere per lo stupore.
Shela era bellissima! Il kimono
rosso le donava moltissimo… risaltava l’argento dei capelli e le due ciocche
lasciate libere dall’acconciatura le incorniciavano il viso perfetto. Il
rossetto metteva in risalto le labbra tentatrici e il resto valorizzava la sua
bellezza. La fascia arancione legata alla vita sottolineava
la sensualità del suo corpo… nessuna donna era stata capace di fargli galoppare
in quel mondo il sangue nella vene, valutò Inu-Taisho.
Dopo essersi
congedato, l’inu-youkai si avviò verso la ragazza, notando con una nota
divertita il rossore che le copriva le guance.
“Ben arrivata, Shela- L’accolse
con un sorriso- Il kimono ti sta molto bene.”
“Vi ringrazio, Inu-Taisho-sama.” Rispose lei con un mezzo inchino.
“Bene, allora possiamo
accomodarci, vuoi?”
La inu-youkai annuì, accettando
il braccio che Inu-Taisho le aveva offerto. La scortò
fino al suo posto, che si trovava allo stesso tavolo di lui, ma Shela sedeva in
mezzo a due tenenti, a qualche metro di distanza dall’inu-youkai.
Dopo che tutti ebbero preso i propri posti, il Signore dell’Ovest si alzò in
piedi, prese il suo calice elo alzò. I
presenti lo imitarono.
“Senza altri
indugi la cena può incominciare- Annunciò con tono solenne- E vi prego di
portare rispetto alla nostra ospite, non vorrei che si sentisse male per il
troppo ridere nell’ascoltare le vostre delusioni amorose.”
Tutti risposero con una risata,
capendo di quali delusioni stesse parlando.
Così la cena iniziò. I camerieri
servirono le varie portate e di tanto in tanto facevano delle pause. Intanto
Shela chiacchierava allegramente con i soldati, si parlava di guerra, dei vari
posti visitati durante i viaggie di molte altre cose ancora. La ragazza
ascoltava affascinata le descrizioni dei paesaggi, ma la cosa che più le
piaceva era ascoltare le leggende che si narravano nei tempi antichi.
Il pasto continuò così, senza
intoppi, tutto era perfetto e certe volte c’era chi si alzava in piedi per proporre
un brindisi.
Era arrivato il momento del
dessert, i camerieri attendevano solo l’ordine di Inu-Taisho
per servirlo. Ma quest’ultimo, invece, si alzò e si
diresse verso Shela.
Shela stava piacevolmente
parlando con un soldato, fino a quando l’attenzione del suo interlocutore e del
resto del gruppo si concentrò sul nuovo venuto.
La ragazza si girò, trovandosi
alle spalle Inu-Taisho, che con un sorriso le porgeva
una mano per farla alzare. Fece scorrere lo sguardo confuso dall’arto dell’inu-youkai
fino al suo viso. Alla fine accettò la mano e si fece condurre in mezzo alla
sala.
“Che cosa avete intenzione di
fare, Inu-Taisho-sama?” Gli domandò Shela mentre si
fermavano.
“Ora lo vedrai.”
“Sentite-
Mormorò lei irritata- Ne ho abbastanza dei vostri misteri! E…”
“Signori!- La interruppe il
Signore dell’Ovest rivolgendo su di loro l’attenzione dei presenti- Prima di
continuare con la serata, devo fare un annuncio molto importante.”
Tutti furono tutt’orecchi,
incuriositi.
“Come ben sapete- Continuò-
Eikichi ormai è troppo vecchio per continuare nella
sua mansione di Primo Consigliere. Questa nuova guerra sta diventando sempre
più complicata, quindi sarà molto importante che l’Ovest si avvali
di persone forti e piene di volontà. Io ed Eikichi, dopo un attento esame e
lunghe riflessioni, abbiamo scelto chi gli succederà.”
Tutti i soldati, compresa Shela,
trattengo il respiro, impazienti di sapere il nome.
“Sarà Shela il mio nuovo Primo
Consigliere.” Annunciò infine Inu-Tiasho creando uno scompiglio
generale, persino la diretta interessata ne era
rimasta a bocca aperta.
“Ma è una ladra!” Su
udì ribattere una voce.
“E per giunta una donna!” Aggiunse un altro.
“E’ vero- Affermò l’inu-youkai- Tuttavia qualche
giorno fa la misi alla prova. Con la sua forza e il suo
coraggio superò l’esame egregiamente. Inoltre il suo spirito è buono e puro,
quindi non dovremo preoccuparci. Come vi ho già detto, l’Ovest dovrà contare
sulle forze degli youkai o uomo o donna che siano per
vincere questa guerra.”
Un soldato sia alzò in piedi e Shela constatò che si trattava di Grant. Prima
di allora non l’aveva mai visto durante la cena. “Per me va bene!- Esclamò-
Viva Shela!”
“Anch’io sono d’accordo!”
“Pure io!”
E mille altri youkai imitarono il primo, dando il loro consenso alla
successione. Inu-Taisho sorrise nel vedere che alla fine erano tutti
d’accordo. “A quanto pare Shela, tutti
approvano.”
“Tutti tranne la sottoscritta- Dichiarò lei decisa- Non intendo accettare la
vostra proposta, Inu-Taisho-sama.” Né ora,
né mai! Se fosse diventata il Primo Consigliere del Signore
dell’Ovest, Kion l’avrebbe scovata ancor prima del tempo. Inoltre, come avrebbe
fatto a scappare se doveva ricoprire una carica così
importante!?
“In verità, Shela- Ribatté Inu-Taisho in un sussurro quasi minaccioso- Questa
non era una proposta, ma un ordine.”
Prima che lei potesse dire qualcosa, l’altro l’anticipò nuovamente. “Domani mattina presentati nella Sala del Trono. Eikichi ed io ti spiegheremo cosa comporterà la tua nuova mansione.”
Così detto l’inu-youkai girò i tacchi e se ne andò,
raggiungendo un gruppo di soldati che lo stava chiamando a gran voce. Bene!, si disse Shela, ora sì che sei nei
guai ragazza!
Eccomi!!!! Dopo 4 mesi di interminabile attesa, eccovi il
tanto sospirato nuovo chappy!!!!!!!!!!! Devo scusarmi
con voi, cari lettori, poiché non ho potuto aggiornare prima per
questioni molto personali…… pensavo di non riprendermi più, e invece
eccomi qua!!!!! Devo ringraziare la mia best-friend e tutte le amiche che mi sn
state vicine in quel brutto periodo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Bene, prima di lasciarvi alla lettura voglio ringraziare chi
ha commentato:SARA3!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
MORGANA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! HIKARY1980!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
KATIA_H!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ARIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
E infine, voglio ringraziare un’altra ragazza, che è stato anche merito suo se
ho aggiornato oggi, ogni giorno mi spronava a scrivere ed è
ARY22!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Dedico a te questo chappy in modo speciale e
spero che anche tu ti lasci alle spalle i brutti ricordi……!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
GRAZIE STRA STRA STRA STRA STRA STRA STRA STRA STRA STRA STRA STRA TANTE
RAGA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Fatemi sapere ke ne
pensate, commentate in tanti!!!!!!! Buonissimissimissimissimissima lettura!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!CIAO CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
^_________________________^
Il primo amore di Inu-Taisho
Capitolo decimo: Ritorno dal passato
Ora sì che era nei guai! Shela si rigirò nuovamente nel
letto. Era riuscita a dormire solo per poche ore e l’alba era alle porte.
Dannazione! Se non fosse stato per l’improvvisa decisione di Inu-Taisho,
sarebbe già fuggita! Proprio primo Consigliere doveva nominarla!? Non aveva qualcos’latro di meno importate da farle fare!? Ora si sentita pure il dovere di restare… sospirò. Bè,
infondo sapeva già quali compiti l’attendevano. Si alzò a sedere di colpo. Doveva
smettere di piangersi addosso! Doveva reagire! Era o non era la Regina dei Ladri!?
Scese dal letto, si mise davanti allo specchio e osservò la
propria immagine riflessa. Soffermò lo sguardo maggiormente sulla fronte, più precisamente
sullo spicchio di Luna blu scuro. Gli inu-youkai si distinguevano dalle altre razze
di demoni grazie ai segni che portavano in viso e ai capelli argentati. Spostò
gli occhi sui pugnali appoggiati sulla scrivania. Soltanto dopo un attimo di
esitazione ne prese in mano uno.
Era ora di prendere in mano la situazione!
“Allora siete proprio sicuro della vostra decisione, Inu-Taisho-sama?” Insistette con voce incerta il vecchio
Eikichi.
Il Signore dell’Ovest annuì per l’ennesima volta. “Più che
sicuro. Shela è la persona più adatta per questo compito. Il suo potere è molto
grande e la sua agilità e precisione nei movimenti sono strabilianti.”
Eikichi cercò di protestare, ma l’occhiata che gli lanciò
l’inu-youkai lo fece desistere. Infine assentì.
Seguirono minuti di silenzio, finchè qualcuno bussò al
grande portone ed entrò Sarah, seguita da…
“Shela!?” Mormorò stupefatto
Inu-Taisho. Anche l’anziano youkai-dondola sgranò gli occhi dallo stupore.
La inu-youkai che aveva appena varcato la soglia non
assomigliava minimamente a Shela! I capelli corti e argentati le arrivavano
appena alle spalle, la frangia era pettinata in tutt’altro modo e faceva
intravedere appena il simbolo sulla fronte. Grazie alla matita, gli occhi
sembravano aver cambiato forma. Le vesti pregiate profumavano di lavanda,
nascondendo il suo odore.
Le due ragazze si inchinarono di fronte ad un Inu-Taisho
completamente sbigottito. Quest’ultimo si alzò dal trono ed ordinò a Sarah di
uscire, dopodiché si ricolse a Shela.
“Noto che hai apportato delle modifiche al tuo aspetto,
Shela.”
“Sì, i capelli erano troppo lunghi e mi rallentavano i
movimenti nel combattimento. Non sono completamente ignorante sulle mansioni
del primo Consigliere, so bene che egli deve accompagnare il proprio Signore in
guerra e combattere per lui quando gli viene
ordinato.”
“Molto bene- Commentò Inu-Taisho soddisfatto e un poco
stupito. Nella sfera della servitù in pochissimi conoscevano quelle cose. Bè,
doveva aspettarselo dalla Regina dei Ladri- Dunque Eikichi avrà meno cose da spiegarti.
Ora, se volete scusarmi, devo andare. Purtroppo mi aspetta molto lavoro da
finire. Affido Shela nelle tue mani esperte, Eikichi.”
Quest’ultimo annuì solennemente. Sebbene la giovane non gli
andasse a genio, avrebbe eseguito l’ordine del suo Signore e si sarebbeimpegnato al massimo
per non deluderlo.
Dopo che Inu-Taisho se ne fu andato, il silenzio cadde fra
Shela e Eikichi. Entrambi si scrutarono, studiandosi. Shela aveva capito subito
che all’anziano youkai lei non gli piaceva, si era accorta di come la guadava…
sempre con espressione impassibile e nello sguardo l’astio.
“Voglio subito mettere in chiaro le cose con te- Ruppe il
silenzio Eikichi- Non sarò un insegnate paziente,
quindi se apprenderai alla svelta sarà meglio. Non ho intenzione di deludere il
nostro Signore, Inu-Taisho-sama, per colpa di una
ladruncola. Mi sono spiegato?”
I due si guardarono negli occhi, che erano tempestati da
fulmini e saette. L’aria era tesa, molto tesa. Si
sentiva aleggiare una strana elettricità, quasi palpabile.
“Bene- Riprese lui dandole le spalle- Ora se mi vuoi
seguire, abbiamo molte cose da fare.”
Detto ciò si diresse verso l’uscita, con a
seguito una Shela molto, ma molto irritata.
Non ne posso più! Si disse per l’ennesima volta Shela. Non
riusciva più a sopportare l’anziano youkai! Ogni volta che le parlava, lo
faceva con tono carico di rancore e con una sfumatura di derisione.
Nella propria mente, rivide il sorriso di schermo che gli si
era dipinto in viso quando le aveva ricordato di come
era stata così ingenuamente catturata dal Signore dell’Ovest.
E poi la sua risata…. Si era talmente infuriata, che fu costretta ad usare tutte le sue energie per trattenersi
dal dilaniarlo con gli artigli.
Ad un tratto i due si ritrovarono nelle cucine. L’inu-youkai
si guardò attorno confusa, che cosa aveva a che fare
il primo Consigliere con le cucine?
“E io cosa c’entro con le cucine?” Gli chiese Shela.
“Sarà questo il tuo ultimo compito, ovvero controllare le
scorte del castello.”
Lei lo fissò confusa. “M….ma questo non dovrebbe farlo la Signora del Castello?”
“Di solito è così,
infatti… ma Inu-Taisho-sama ha insistito affinché tu
coprissi anche parte di quelle mansioni. Come sai, egli non ha ancora scelto la
sua consorte, e quindi, ricoprendo la carica più alta fra i servitori, ed
essendo tu stessa una donna, ha deciso di affidarsi a te.”
“Capisco…- Dissesemplicemente lei- E ditemi,
Eikichi-sama, ce l’avete tanto con me perché a ricoprire la carica di primo
Consigliere è una donna, o una ladruncola, quale mi definite voi?”
L’anziano le lanciò un’occhiata gelida, eppure con una
piccola sfumatura di sorpresa. Shela sorrise vittoriosa, a quanto pareva non si
aspettava di ricevere una domanda così ardita.
Dopo una breve pausa, il diretto interessato rispose. “Uomo
o donna che sia, non mi interessa. Quello che importa
è solo che sappia svolgere al meglio i propri compiti e che sia disposto a dare
la sua vita per difendere il Regno, chi lo abita e il proprio Signore. Ma
sapere che tu… una semplice ladra, sia riuscita ad arrivare così in alto…. Mi
disgusta! Rubi per avarizia… lo fai e non te ne penti! Come potresti adempiere ai tuoi doveri, se non sei in grado di comprendere
il significato di questi nobili sentimenti!?”
“In verità li comprendo molto bene, Eikichi-sama-
Ribattè lei con una nota di tristezza nella voce, che non sfuggì allo youkai-
Non sono diventata ladra per avarizia o per cattiveria… Tutt’altro, sono quel
che sono perché volevo aiutare le persone più sfortunate, che fossero youkai o
hanyou o nigen; per me non faceva differenza. Io stessa ho assistito ad atti di
superiorità da parte dei Signori a danno dei loro sudditi… E credetemi,
Eikichi-sama, non è un bello spettacolo.”
Eikichi la guardò negli occhi, leggendo al
loro interno tristezza e sincerità. Quegli occhi dovevano aver assistito
a cose che andavano fuori dalla realtà… in un mondo
dove la violenza, la rabbia e l’odio regnavano incontrastati.
Forse aveva sbagliato nel giudicarla solo in base alle
apparenze… forse c’era davvero qualcosa di nobile in lei.
“E’ questo il motivo che mi spinse a diventare ladra- La
sentì continuare- In seguito, grazie alla mia abilità nel combattimento, la
gente mi nominò: Regine dei Ladri.”
Eikichi continuò a fissarla, sempre impassibile. Shela si
chiese se il suo discorso avesse fatto un qualche effetto… gli aveva raccontato
quelle cose, perché voleva che lui comprendesse le vere ragioni per le quali diventò
ladra. La maggior parte dei ladri rubavano solo per scopi loschi o per
arricchirsi… mentre lei lo faceva per il prossimo, non le interessavano
minimamente cose di valore o denaro… mai le erano interessate.
Vide lo youkai-dondola darle le spalle e avviarsi verso
l’uscita delle cucine. Lei lo seguì senza fiatare.
I giorni passavano, diventando settimane. In esse Shela fu molto presa dal lavoro e degli allenamenti con
Inu-Taisho. Più il tempo passava, più lei migliorava, non solo aveva imparato a
raffinare il suo stile nel padroneggiare le armi, aveva anche appreso l’arte
del tiro con l’arco. La sua mira era buona, anche se non riusciva a centrare
tutti i bersagli. Le sarebbe servito molta pratica e, come diceva
sempre Inu-Taisho, una buona dose di pazienza.
Bè, fortunatamente anche il primo Consigliere aveva il suo
giorno di riposo…. Ma Shela, non avrebbe mai immaginato che quel giorno le
avrebbe cambiato la vita per sempre.
Il cambio di stagione ormai si sentiva. Il freddo vento
d’autunno, che con sé trasportava le tempestose nubi cariche di neve, si
abbatteva sugli alberi, facendone cadere le prime foglie secche. Shela ne
raccolse una ed ammirò estasiata i colori che la ricoprivano. Rosso, arancione e giallo…- Sorrise- Gli stessi che colorano il tramonto.
Era stata informata che quel giorno Inu-Tiasho avrebbe
ricevuto una visita molto importante… Chissà di chi… Soltanto lui lo sapeva e
per questo le aveva dato il giorno di vacanza.
Rivolselo sguardo al cielo. Quest’ultimo stava
per essere completamente oscurato da dense e minacciose nuvole nere, quanto la
pece. Qualcosa di brutto stava per arrivare.
Tuoni e fulmini ruppero la quiete, la pioggia si abbatteva
al suolo con forza e il vento soffiava impetuoso, annunciando l’arrivo di un
freddo autunno.
Davanti alla finestra Inu-Taisho assisteva a questo spettacolo.
Il tempo, notò, rispecchiava appieno gli avvenimenti di quell’ultimo periodo. Era
molto soddisfatto dell’ottimo lavoro che stava svolgendo Shela. Per essere la
prima volta che copriva la carica di primo Consigliere, doveva riconoscere che
la inu-youkai si stava davvero comportando bene. Svolgeva le sue mansioni con
il massimo impegno e responsabilità. Perfino Eikichi ne era rimasto piacevolmente
sorpreso, nei confronti della ragazza aveva cambiato completamente
atteggiamento, ora la guardava e le parlava con rispetto, senza quella punta di
disprezzo.
Shela era davvero straordinaria, non si faceva piegare da nessuno,
e grazie al suo carattere forte e deciso, era riuscita a guadagnarsi il
rispetto e la fiducia del vecchio youkai dondola.Tuttavia c’era qualcosa che non andava,
glielo aveva confidato anche Eikichi, secondo lui Shela nascondeva un segreto. Di
sicuro si stava nascondendo, ma da chi?
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta ed entrò un dei
domestici. “Perdonatemi se vi disturbo, mio Signore- Disse inchinandosi-
Ma è arrivato.”
“Bene, fallo entrare.”
“Sì, mio Signore.”
Dopo il bel tempo-
Pensò il Signore dell’Ovest- Arriva
sempre la tempesta.
Uno youkai, più precisamente un taka-youkai (demone-falco),
entrò nello studio. Alto ed imponente, era in grado di incutere timore nei suoi
nemici, gli occhi erano del colore del sangue e i capelli corti ricordavano l’oblio
da quanto erano neri. Ad Inu-Taisho non piaceva, non gli era mai piaciuto. Era
a conoscenza della sua reputazione, infatti egli
veniva considerato un vero e proprio tiranno e a quanto si diceva, era stato
pure abbandonato dalla promessa sposa, che era scappata la vigilia del loro
matrimonio.
“Inu-Taisho-sama- Iniziò questo con tono glaciale- Grazie
per avermi ricevuto e per aver acconsentito alla mia richiesta, seppur
insolita.”
L’altro si limitò ad annuire. “Vogliamo accomodarci?” Gli
chiese indicando una sedia.
Presi i posti, i due youkai si fissarono, o meglio, si
studiarono a vicenda, come due nemici durante un combattimento.
Kion era un avversario molto temibile, e questo Inu-Taisho
lo sapeva bene. doveva esserci una ragione se gli
aveva chiesto che quella visita rimanesse segreta. Infatti
non ne aveva fatto parola con nessuno, nemmeno con Eikichi e con Shela.
Il taka-youkai si era nuovamente alleato con il Regno di
Jinko e così aveva fatto anche il Signore delle Terre del Sud, a quanto pareva.
Grazie alle sue spie, Inu-Taisho era venuto a conoscenza che anni or sono,
Fergon, Signore del Sud, aveva stipulato un’alleanza contro l’Ovest con il
Signore di Jinko, ovvero Shatoi. In cambio quest’ultimo avrebbe dato in sposa la Principessa a Kion,
unico figlio maschio di Fergon. Entrambe le parti avrebbero tratto dei
vantaggi, Jinko, ad esempio, se fosse riuscito a sconfiggere l’Ovest, sarebbe
riuscito a vendicarsi e così chiudere una faida, nata secoli or sono, contro di
esso.Mentre il
Sud avrebbe potuto acquisire nuovi territori e così anche poteri maggiori,
inoltre dal matrimonio tra i due giovani, sarebbe nato un erede, al quale
sarebbero spettati gradi responsabilità, nonché la continuità dei Regni.
Ma la fuga della Principessa rovesciò tutto. Il Signore del
Sud spezzò l’alleanza dato che non avrebbe potuto avere l’erede tanto
sospirato. Aspirava allo stesso modo sia al potere che a un successore, al fine
di assicurarsi la successione dei Regni. Ma senza di esso
era diventato inutile continuare quel piano.
Durante quel periodo di pace, Inu-Taisho aveva trovato in
Fergon un valido amico. Era vero, aspirava troppo al potere, tuttavia dopo aver
conosciuto meglio il Signore dell’Ovest, il Signore del Sud aveva capito che
contro di lui non c’era niente da fare. Così decise di non dar più retta a
Shatoi e di non farsi più incantare dalle sue stupide promesse di conquista.
Ma allora perchè suo figlio Kion aveva riallacciato i
rapporti con Jinko? Anche Fergon lo aveva fatto?
Non lo sapeva. Le sue spie non riuscivano più a raccogliere informazioni
sufficienti per sapere ciò che stava realmente accadendo. Se il taka-youkai
aveva ripreso la vecchia alleanza, ciò significava che la Principessa era
tornata.
Certo, Inu-Taisho al pensiero del suo ritorno ne era
felicissimo, finalmente avrebbe potuto incontrarla di persona. Ma ora… Qualcosa
in lui era cambiato, sentiva di provare strane emozioni, ma non nei confronti della
Principessa, bensì vero Shela.
Quella ragazzina non era come tutte le altre inu-youkai, lei
aveva qualcosa di più… era diversa…. Aveva un carattere forte e deciso, non si
faceva mettere i piedi in testa da nessuno! Era per questo che l’ammirava
tanto. Tuttavia non poteva negare che per lei non provasse una certa
attrazione, perché era così. C’era qualcosa in lei che lo attraeva…. Quanto era
confuso…
“Se non vi dispiace- Intervenne Kion- Vorrei arrivare subito
al dunque.”
“Certo- Assentì Inu-Taisho- Di che si tratta?”
“Voi avete qualcosa che mi appartiene.”
La pioggia cadeva incessantemente, bagnando tutto ciò che
toccava. I lampi e i tuoi erano accecanti e assordanti, era strano che ci fosse
un temporale in quel periodo della stagione.
C’era qualcosa che non andava, e questo Shela lo aveva
intuito subito. Quel giorno una strana aria, carica di tensione ed elettricità,
aleggiava sul castello, rendendo tutti nervosi ed ansiosi.
Shela sbirciò un’ultima volta fuori dalla
finestra completamente bagnata, poi si diresse verso il grande letto. Da quando
era stata nominata primo Consigliere, la sua situazione era migliorata: per
prima cosa Berna non rompeva più, anche se per certe occhiatacce che le mandava
l’avrebbe squartata più che volentieri. Poi le avevano cambiato la camera, ora
ne aveva un’altra più ampia, più spaziosa e più comoda. Inoltre le avevano rifatto
completamente il guardaroba, oltre ai kimoni pregiatissimi, erano state
confezionate anche tute da combattimento identiche a quella che usava in
qualità di Regina dei Ladri.
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta ed entrò Sarah. Dalla
sua espressione non doveva essere niente di buono.
“Shela, Inu-Taisho-sama richiede la tua presenza.” Annunciò lei.
“Va bene.”
Le due si avviarono verso lo studio, durane il percorso
incrociarono un aquila-youkai, che le guardò con sguardo truce e carico di
disprezzo.
“Chi è quello?” Volle sapere Shela una volta allontanate.
“Non lo so, ma penso che sia il braccio destro dell’ospite
di Inu-Taisho-sama. È stato lui ad avvertirmi che era
stato richiesto la tua presenza nella riunione.”
“Capisco… Ecco perché hai su questo broncio.”
“C’è qualcosa in lui che non mi convince… non mi fido.”
“Allora siamo in due.”
Arrivarono alla meta. Sarah se ne andò subito, mentre Shela,
dopo aver ricevuto il permesso di entrare, varcò la soglia e quasi il cuore le si fermò nel petto. Oltre all’odore di Inu-Taisho, c’eraanche quello dell’ospite…
quello di Lui……. Kion!
Seduto di fronte al Signore dell’Ovest, stava il taka-youkai.
La bocca storta in un ghigno malvagio e canzonatorio, mentre gli occhi color
sangue sembravano deriderla.
“E’ da un po’ che non ci si vede, Shela.” Disse lui con la
sua solita aria da strafottente.
Un incubo…… doveva essere un incubo……..
Come spiegarsi se no la figura di Kion seduta a pochi metri di distanza? Shela
pregò che fosse così e di svegliarsi al più presto.