Galeotti furono i tacchi! di enry1973 (/viewuser.php?uid=149800)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cerchiamo di capirci qualcosa! ***
Capitolo 2: *** Gelati,risate e altri rimedi. ***
Capitolo 3: *** Solo noi ***
Capitolo 4: *** Disastrose sorprese e dichiarazioni inaspettate ( epilogo ) ***
Capitolo 1 *** Cerchiamo di capirci qualcosa! ***
Salve a tutti, voglio solo dire che questa sarà una storia breve, tre capitoli al massimo.
Sarà anche una storia leggera e divertente, almeno ci provo, quindi niente cose troppo tragiche e simili.
Abbiate pietà se troverete qualche errore di scrittura e vi sarei tanto grata se mi lasciaste le vostre recensioni..
Buona lettura e soprattutto buon divertimento!
BELLA
<< Adesso basta! Tu stasera esci con noi! La fase"sono una povera ragazza sfortunata e infelice" finisce qui! Sono passati sei mesi,Bella!
E' il momento di voltare pagina,quello stronzo di Jacob s'è consolato alla svelta con quel cesso di Leah,e tu sei ancora qui che ascolti musica deprimente e
mandi giù kili di gelato...E. Tua. Madre... non ha lasciato te,ma tuo padre! Ti entra in quella testaccia dura,o no?! >>
Questa era la mia migliore amica, Angela,era una persona meravigliosa e l'adoravo ma sembrava un disco rotto,ripeteva la stessa ramanzina ormai da
mesi,mentre io riuscivo solo a percepire "bla bla bla",
era interessante quanto si poteva non ascoltare ciò che non si voleva sentire, come da ragazzina,durante le paternali dei miei genitori se facevo tardi o
prendevo un brutto voto a scuola:"bla bla bla" era questo che sentivo. Ma questa volta c'era qualcosa di diverso : Angela sembrava determinata e incazzata .
Non creiamo malintesi,Jacob era un capitolo chiuso ,almeno come fidanzato,quella parte era stata un totale disastro e non esagero,ma l'amico che era stato mi
mancava da morire,avevamo passato insieme praticamente tutta la vita,i nostri genitori erano molto amici e ci trascinavano con loro ad ogni cena,campeggio,
pomeriggi a pesca e molto altro ancora. Era stato tutto molto naturale,quasi necessario diventare inseparabili. Crescendo poi non aspettavamo più che fossero i
nostri genitori ad organizzare le giornate,ci incontravamo anche per conto nostro .Con lui avevo fatto tutte le mie prime esperienze : dal primo giorno d'asilo
alla prima bigiata alle medie ad esempio, fu un giorno indimenticabile; passammo la mattina in spiaggia a schizzarci con l'acqua e a scrivere cazzate sulla
sabbia con un bastone,ma l'inizio di aprile a Forks era assurdamente freddo e tornammo a casa entrambi con un febbrone da cavallo e fummo sgamati
subito,la punizione fu epica : niente computer ,telefono ,tv e segregati in camera per tre settimane!.Mio padre era il capo della polizia e non ammetteva che la
sua unica figlia facesse errori:
" Che esempio sarei per la città se non riuscissi a far rispettare le regole a mia figlia!",parole di papà,lo ripeteva di continuo,per tutti i 18 anni che ero rimasta
con lui, potevo prevedere esattamente in quali occasioni le avrebbe usate, così a volte lo anticipavo, rimediando solo un'ulteriore sgridata...
Comunque,parlavamo di Jacob: mi insegnò a nuotare,ad andare in moto,poi ci fu la prima sigaretta,la prima sbronza e così via, eravamo diventati bravissimi
a non farci beccare...
Fu proprio a causa di quella sbronza,a 17 anni,che il nostro rapporto prese una piega diversa. Si sà che l'alcol toglie le inibizioni e in più eravamo due
adolescenti curiosi,connubio per dare il via al disastro! Cominciammo a toccarci,accarezzarci e senza accorgercene finimmo per fare sesso nella casetta
sull'albero che ci aveva costruito Charlie,mio padre. Passata la sbronza ci vergognammo tantissimo di quello che avevamo fatto,non riuscimmo a guardarci in
faccia per giorni. Poi una sera Jacob venne a casa mia,uscimmo in giardino e mi chiese la cosa più assurda e più sensata allo stesso tempo :" vuoi essere la mia
ragazza?".
Capii che lo fece per salvare il mio "onore",ma in quel momento mi sembrò giusto dire: "si".
Pessima idea! Jacob cambiò,cominciò a comportarsi da gentiluomo ,da fidanzato, bleah!...Io invece volevo il mio Jacob,quello che non si faceva scrupoli a
lanciarmi una palla di fango tra i capelli e a mettermi i vermi in tasca , che mi chiamava" belly" e mi mostrava il cibo che masticava,lo so era disgustoso ma
sempre meglio del Jacob versione fidanzato,sembrava che avesse un palo piantato nel culo,costantemente!.
Ah,tanto per essere chiari,quando parlavo di sesso non intendevo sesso completo,ci limitammo ad esplorarci con le mani e baciarci sulla bocca,niente di
più,quindi la questione fidanzati si poteva evitare,no?...invece Jacob era stato cresciuto da genitori vecchio stampo e non avrebbe mai aggirato le sue
"responsabilità"...
E io? Bèh ,io mi gongolai nell'improvvisa popolarità che mi portò l'essere la fidanzata di Jacob,infatti dimenticavo di dire che lui era il capitano della squadra
di football, era un personaggio di spicco a scuola, quindi passai dall'essere conosciuta come l'amica nerd ma simpatica di Jacob Black a, strafighissima e
popolare fidanzata di Jacob Black.
Ne approfittai? E certo! Non ero mica scema.
Diciamo anche però che le ragazze popolari erano una noia! Tutte ragazze concentrate solo sul loro aspetto e sui soldi dei paparini,ma non tutte le disgrazie
vengono per nuocere,in mezzo a quella banda di galline starnazzanti c'era Angela. Si! Proprio la stessa Angela che mi stava urlando in faccia...
Lei era diversa,se ne stava in silenzio o parlava pochissimo,non si separava mai dalla sua macchina fotografica,scattava foto ad ogni cosa e persona,sembrava
vedesse il mondo solo attraverso l'obiettivo ,l'unica cosa che aveva in comune con le sue amiche erano i genitori ricchi che frequentavano lo stesso club
vattelapesca qualcosa.
Un giorno mentre ascoltavo con espressione schifata l'ennesimo monologo sull'importanza di usare la crema antirughe già da giovani di Jessica ,la leader del
gruppo , la sorpresi a fotografarmi mentre tratteneva a stento una risata,da quel giorno fummo inseparabili.
Cominciarono anche ad invitarmi alla feste, purchè andassi con il mio "muscoloso e sexi fidanzato",testuali parole. Io non avevo mai notato la prestanza fisica
di Jacob,ma dovetti ricredermi,visto che era l'argomento principale nella maggior parte delle conversazioni.
Dopo settimane,nelle quali ero riuscita a sviare tutte le domande su quanto fosse focoso il mio fidanzato a letto,
presi il toro per le corna,e chiesi al mio stupendo bellissimo e freddo fidanzato ,perchè non ci avesse mai neanche minimamente provato a portarmi a letto; lui
mi disse che mi rispettava troppo e che eravamo troppo giovani, il discorso non faceva una piega e anch'io non avevo la minima fretta,ma i discorsi che sentivo
sui ragazzi delle mie amiche erano altri e cioè che erano insistenti ad arrivare al "sodo" .
Finchè un giorno il mio fidanzato, o sottospecie di esso, mi venne a prendere a casa e mi portò alla spiaggia di La Push,la nostra preferita, lì mi disse la frase
che mai avrei pensato potesse dirmi :<< Bella,io ti devo dire una cosa,spero la prenderai bene,perchè io ci tengo davvero a te e alla nostra amicizia,ma...mi
sono innamorato di un'altra ragazza...mi dispiace tanto ma non posso prenderti in giro,ammetterai che noi due non sembriamo nemmeno fidanzati e un
motivo ci sarà,giusto? Io voglio stare con Leah ma non voglio perderti...>>.
Inutile dire che invece mi perse,mi sentii tradita,non come fidanzata ma come amica...tutto quello che avevamo passato insieme,tutto, fu seppellito sotto una
montagna di rabbia e risentimento.
Lo stesso giorno arrivai a casa e trovai i miei genitori seduti al tavolo da pranzo che mi aspettavano per parlarmi,e fu la goccia che fece traboccare il vaso...
volevano divorziare...dissero che era da un pò di tempo che vivevano separati in casa ma che avevano aspettato che si avvicinasse il giorno del diploma,perchè
io sarei partita per il college e avrei sentito meno il distacco e il cambiamento.Mancava giusto un mese al diploma.
Ero distrutta.
Da quel giorno cominciai a vivere in una specie di incubo, mamma lasciava papà e anche me, a scuola tornai ad essere la "nerd" di prima,ma non più la "nerd"
simpatica amica di Jacob,ma la "nerd" ex fidanzata mollata da Jacob.
I pettegolezzi si sprecavano,ogni volta che arrivavo a scuola al mio passaggio sentivo risatine e commenti cattivi ma non m' importava più di tanto, o almeno
era l'impressione che volevo dare,infilavo le cuffie del mio ipod nelle orecchie con la musica ad alto volume e non guardavo in faccia a nessuno, a parte
Angela,lei mi rimase vicino ovviamente.
Ma durante l'ora di biologia il mio autocontrollo vacillava,dall'arrivo di mister dio greco a Forks: Edward Cullen.E non fui l'unica a pensare che il nuovo
studente fosse bello da star male,tutte le ragazze della scuola gli si buttarono letteralmente ai piedi,elemosinando senza dignità un minimo
d'attenzione,tranne me ,io me ne stavo per conto mio,anche perchè in quel periodo stavo a terra, pensavo solo a come avevo fatto a non accorgermi che i miei
genitori non andavano più d'accordo. In più, Cullen era irritante e scontroso ma non potevo fare a meno di sentire il formicolio sulla pelle e le farfalle nello
stomaco ogni volta che ci sedevamo vicini nell'ora di biologia.
Ma mai una parola,appena un "ciao" a denti stretti e qualche frase sintetica sulla lezione,tant'è che avevo maturato la convinzione di stargli sulle palle . E
comunque, anche se odorava di buono e mi metteva l'ansia, rimaneva uno scorbutico,altezzoso, testa di cazzo!. Mi fissava di continuo,ma non tipo" hei mi
piaci",ma più che altro sembrava concentrato ,quasi arrabbiato.Una volta provai a sfidarlo fissandolo a mia volta,ma il suo sguardo era così intenso che non
riuscii a sostenerlo, altre volte correvo in bagno a controllarmi allo specchio, mi metteva talmente a disagio che pensavo di avere qualcosa sul viso o la
maglietta al rovescio...
Ma fu quando la mia vita andò definitivamente a rotoli che le cose peggiorarono tra me ed Edward,passammo da cordiale indifferenza a guerra aperta.In mia
difesa ribadisco che stavo attraversando il periodo di merda per eccellenza,il mio filtro verbale e sociale si ruppe. Mancavano tre settimane alla mia partenza
per un'altra città,me lo ripetevo di frequente per calmare i nervi,ma.. un giorno arrivai a scuola,tesa e stanca più del solito perchè avevo passato l'ennesima
notte a piangere e lo vidi appoggiato alla sua macchina,cercai di far finta di niente,ma quando i suoi occhi cominciarono a farmi la solita radiografia cominciai
a vedere rosso dalla rabbia.
Gli andai incontro con passo deciso e appena fummo faccia a faccia ...bèh, non proprio faccia a faccia,lui mi sovrastava di venti centimetri
buoni...comunque,riversai su di lui tutto il mio disagio,e feci la figuraccia peggiore nella storia delle figuracce,avevo detto che il mio filtro verbale era
rotto,vero?.
<< Ma si può sapere che cazzo hai da fissarmi?!! Ho una caccola che pende dal naso?!Ho la camicia abbottonata male?! Si può sapere cosa vuoi da me?! Lo so che
non ti piaccio,me lo hai fatto capire molto chiaramente,ma neanche tu mi piaci,ok?! Fai finta che non esisto ,capito?!> >.
E se non vi sembra abbastanza come figura di merda ascoltate il resto...
Mi girai verso la piccola folla che avevo creato intorno a causa delle mie urla e continuai:
<< Questo vale anche per voi!! Se non vi piaccio,semplicemente, evitatemi,fate finta che non esisto!! Avete capito? Bella. Swan. Non. Esiste!!. Lasciatemi in
pace!! Li sento i vostri commenti,ma non avete niente altro da fare che parlare di me?! Perchè se è così avete seriamente bisogno di farvi una vita!! E sarei io la
perdente?! Ma guardatevi!!>>.
Mi sentii trascinare per un braccio mentre mi ribellavo con tutta la forza della mia rabbia,continuando a urlare "perdenti! perdenti!" ai ragazzi che si erano
fermati ad ascoltare il mio sfogo.
Fui portata dietro la palestra da Edward ,era lui il "trascinatore".Mi appoggiò al muro e mi tenne ferma con un braccio e con la mano libera mi chiuse la
bocca,perchè io continuavo a divincolarmi e a sputare insulti a destra e a manca.
<< Vuoi farti picchiare? Ma sei impazzita?! >>.
Ci guardammo con occhi furenti lanciandoci lampi di odio finchè arrivò Angela ,aveva il viso arrossato dalla corsa,e appena vide Edward gli intimò di
lasciarmi e che avrebbe pensato lei a me...
Ma la mattina non era ancora finita,ultima ora,laboratorio di biologia...il mio caro compagno: Edward stronzo Cullen,decise di schiacciare ancor di più la mia
autostima già precaria; come? Così :
<< Puoi per favore smettere di usare quel profumo? ! >>
E io : << cosa? >>
<< Il tuo profumo!! >>
<< Io non uso il profumo! Ma che vuoi?! >>
<< Allora qualsiasi cosa! Il cazzo di shampoo o balsamo che ti spalmi nei capelli! >>
Campanella, lezione finita. Lo stronzo se ne andò.
Pregai che una voragine si aprisse nel pavimento e che mi inghiottisse,una specie di portale dell'inferno,Buffy ce l'aveva nella sua scuola,perchè a Forks non
c'era?!.
Riposi le mie cose nello zaino lentamente,aspettando e sperando di non trovare nessuno mentre uscivo dall'edificio scolastico. Niente da fare, lui era lì,
appoggiato alla sua Volvo che mi fissava, sentivo le lacrime pungermi gli occhi ma non gli avrei dato la soddisfazione di mettermi a piangere,mai nella vita!
Attraversai il parcheggio senza guardare e uno stridio di freni mi fece alzare la testa mentre la jeep di Tyler mi stava per prendere in pieno. Mi sentii
afferrare saldamente per un braccio e mi ritrovai sul ciglio della strada al sicuro,stretta al corpo di Edward,non l'avevo visto ma sentii il suo odore.
La sensazione beata però durò un paio di secondi,mi staccò dal suo corpo in malomodo e cominciò ad urlarmi in faccia .
<< Ma allora sei stupida! Ma dove hai la testa! Non ti hanno insegnato ad attraversare la strada?! Volevi farti ammazzare?!> >.
La tensione che trattenevo a stento da giorni, insieme allo scampato pericolo, mi causarono una forte crisi di pianto , e con il po' di orgoglio che ancora mi
rimaneva mi coprii la bocca con le mani per fermare i singhiozzi che erano divenuti incontrollabili e m'incamminai verso il mio furgone.
Appena aprii la portiera la sua voce alle spalle mi fece sussultare:
<< Lascia che ti accompagni, sei sconvolta e stai tremando >>.
Io risposi un veloce "no grazie" ,salii, misi in moto e partii a tutto gas...in realtà mi sarebbe piaciuto partire a tutto gas, ma il mio jurassico furgone chevy non
me lo permise, partì invece borbottando e sputando fumo dalla marmitta. Non c'era fine al peggio.
Settimana seguente: mamma non c'era più,era partita per la Florida,dove un'amica le aveva trovato un lavoro come insegnante,rimasi con papà per la scuola
ma soprattutto perchè mia madre in quel periodo mi stava simpatica come un mal di pancia. Mi sentii abbandonata,sola.
Biologia, a pochi secondi dalla fine dell'ora:
<< Perchè non sei partita con tua madre? >>
Cioè! Ma possibile?! ..Prima mi dava della puzzona e della stupida, poi mi faceva capire che avrebbe voluto che partissi per un'altro stato? ma era uno
scherzo?! Ma che voleva da me?!
Stavo per rispondergli in merito ma suonò la campanella.
<< Comunque sono contento che sei rimasta >>.
BOOM! Che bomba!. Una frase gentile dopo mesi, incredibile!
La scuola finì , scappai letteralmente dopo la consegna del diploma.
Pranzammo io e papà da soli alla nostra tavola calda preferita e il giorno dopo ero già in partenza con Angela verso il campus del college, con la sua auto
stracolma di bagagli.
E questo ci riporta all'attuale situazione, sembra un'esagerazione che dopo sei mesi sia ancora depressa? Forse.
Ma se pensate che nel giro di un mese avevo perso mia madre,il mio migliore amico\fidanzato, e il ragazzo più bello della scuola, l'unico che avesse mai
scosso l'interesse delle mie,altrimenti assopite,parti intime; mi considerava una pazza,poi stupida e infine puzzona,sì insomma,non aveva proprio usato
questo termine ma il senso era quello, credo che qualsiasi ragazza si sarebbe sentita come me.
<< Ma mi stai ascoltando?!! >>
Oddio! Persa nei ricordi mi ero dimenticata di Angela.
<< Certo che ti sto ascoltando! >>.
<< Ma figurati! E che ho detto?! >>
<< Hai detto...emmh ,dunque... >> cercai di ripetere le sue parole come una scolaretta diligente ,
<< che stasera uscirò con voi ...eee...>>mi grattai la testa cercando di ricordare, << approposito,perchè parli al plurale?...se pensi che uscirò con te e Ben per fare
da reggimoccolo,ti sbagli di grosso!. E poi devo studiare.
Domani comincio il lavoro alla caffetteria e non avrò più molto tempo >>.
<< Non siamo solo io e Ben,mentre tu stavi chiusa nel tuo mondo , io ho socializzato con le nostre vicine di stanza,e stasera usciamo tutte insieme,sono
simpatiche,ti piaceranno,sono Alice e Rosalie...ti pregoooo,fallo per me. E comunque se ti rifiuti ,Rose e Alice verranno qui e ti costringeranno con la
forza,quindi,non hai scampo. Vatti a preparare! >>.
<< Ma che ho fatto di male! Perchè una povera ragazza non può stare per conto suo ad ingrassare in pace?! >>
<< Perchè ha un'amica fantastica che non lo permetterà e che stasera la porterà fuori a divertirsi come una normale ragazza. Naturalmente "normale" è
un'eufemismo. E poi,siamo al college,Dio Santo! Se non ci divertiamo adesso quando lo faremo?! >>.
Entrai sotto la doccia rassegnata,Angela stavolta era troppo determinata,e sapevo che quando tirava fuori la personalità da superamica "salvatrice di cuori
solitari" nessuno poteva fermarla.
Indossai dei jeans stretti,un top senza spalline e un giubbetto nero,ai piedi optai per delle nike di pelle nera.
Mentre ero ancora in bagno che finivo di prepararmi sentii degli strilli in cucina. Uscii a controllare e trovai Angela che saltellava con una ragazza che
sembrava un folletto,aveva capelli corti e neri sparati in aria e una voce squillante. Un'altra ragazza invece se ne stava seduta al tavolo sorseggiando birra con
aria impassibile,era bionda e bellissima.
Quando si accorsero di me mi esaminarono dalla testa ai piedi , i loro occhi si fermarono sulle mie scarpe e la loro espressione inorridì. Mi sentii imbarazzata
da morire.
<< I capelli sono molto belli, di un lucente color mogano,la pelle sembra porcellana,il trucco leggero è perfetto,fà risaltare i tuoi bellissimi occhi color
cioccolato.
I vestiti possono andare,per il pub va bene un'abbigliamento casual...ma le scarpe,NO! Ti abbiamo organizzato un'incontro con il ragazzo più bello del
campus,a parte il mio Jasper naturalmente; quindi sono di rigore i tacchi!>>.
Guardai Angela implorante,mentre faceva le presentazioni.
Indicò la ragazza che aveva appena parlato:
<< Bella,lei è Alice...Alice,Bella >>
<< Piacere >>
<< Sarà un piacere appena ti cambierai le scarpe! >>.
Aaaah, ma chi era questa?! Lavorava per le esaurite di Fashion Police del canale E ?! Lo ammetto, a volte avevo guardato il programma, ma solo perchè non
c'era nient'altro in tv.
<< No, scherzo! Io e te diventeremo grandi amiche! >>,e così dicendo mi stritolò in un'abbraccio.
<< Bella,questa invece è Rosalie >>.
<< Rose per gli amici,ciao Bella,non fare caso ad Alice,è una rompicoglioni ma è simpatica >>.
Rose mi fece un sorriso dolcissimo e mi strinse la mano.
<< E' un piacere. Ma...cos'è questa storia che ho un'appuntamento con un ragazzo?! Angela?! >>,mi girai verso di lei furente, mi considerava talmente disperata
da organizzarmi un appuntamento al buio e in più senza neanche dirmelo?!.
<< Non è colpa di Angela,è solo che stasera esce con noi anche il fratello di Emmett,il mio ragazzo, così abbiamo pensato: tu sei sola,lui è solo...magari vi
piacete.E' un bravo ragazzo. Non è un vero appuntamento,solo un'uscita tra amici >>.Detto così da Rose non sembrava tanto male,e comunque non avevo
scelta.
<< Okay,facciamo questa cosa,vado in camera a cambiarmi le scarpe>>.
<< Perfetto! Fai presto! Vedrai, stasera ci divertiremo un mondo! >>.
Feci un sorriso tirato e mi chiusi in camera. Rovistai tra le scatole in fondo all'armadio e le trovai: le scarpe che non avevo mai indossato,delle decoultè nere
che avevo comprato per il ballo del diploma,ma non ci ero andata,non che mi interessasse particolarmente,ma Jacob e il suo tempismo,mi lasciò proprio
quando ormai avevo comprato tutto per la gran sera,il vestito fortunatamente riuscii a restituirlo,ma le scarpe no.Mentre le indossavo mi ricordai come un
flash quella sera: chiusa in camera a leggere "cime tempestose",mentre tutti i ragazzi e le ragazze della scuola erano a ballare e a divertirsi,Jacob con Leah ,e
Edward...non venni mai a sapere con chi era andato al ballo,sapevo però che tutte le ragazze della scuola gliel' avevano chiesto. Mi sembrò di aver perso un
passaggio importante della mia adolescenza,qualcosa che non avrei più potuto vivere.
Indossai le scarpe e guardai la mia immagine riflessa allo specchio,e mi feci una promessa: basta con i rimpianti! Avevo perso anche troppo tempo a
compiangermi,da quella sera Bella Swan sarebbe tornata in pista! Fanculo Jacob,fanculo Edward,fanculo tutto!...
Arrivammo al pub in anticipo,i ragazzi non erano ancora arrivati,ci sedemmo ad un tavolo e ordinammo un giro di birre.
<< Dunque,Bella, si può sapere perchè te ne sei stata tanto tempo chiusa come un'eremita? Nessun uomo merita tanto >>.
Okay,dovevo fare un discorsetto ad Angela,non poteva andare in giro a raccontare i fattacci miei.
Risposi a Rose guardando la mia migliore amica in cagnesco:
<< Infatti non è stato per un uomo,ma per una serie di motivi >>.
Angela ebbe la decenza di abbassare lo sguardo.
<< Su avanti ,Bella,noi diventeremo amiche,dobbiamo fidarci l'una dell'altra e confidarci,altrimenti che amicizia è?>>.
<
informate abbastanza a quanto sento. E se proprio vogliamo giocare al gioco della verità,perchè non cominciate voi? >>.
Stavo perdendo la pazienza,non so cosa mi trattenne dall'alzarmi da quella sedia e andarmene.
<< Lo sai Bella, tu mi piaci davvero,non sei per niente come ti avevo immaginato. Hai un bel paio di palle dopotutto >>.
Non sapevo se dovevo ringraziare Rose per quall'affermazione o no,stavo per chiederle cosa le aveva raccontato Angela,quando Alice urlò : << Sono arrivati! >>.
Mi girai nella direzione del suo sguardo e mi venne un colpo,insieme a Ben e altri due ragazzi che non conoscevo, c'era la famigerata chioma ribelle color
bronzo e gli occhi più verdi dei boschi di Forks,in due parole : Edward Cullen.
Stavo per svenire,pensai per un momento fosse un parto della mia immaginazione,mi girai verso Angela,dovevo aver avuto un'espressione davvero
scioccata,perchè tentò di tranquillizzarmi mettendomi una mano sulla spalla : << Va tutto bene,tesoro,è solo una serata tra amici,ok? Rilassati >>.
<< Tu lo sapevi?! Cazzo, Angela! Ma cosa... Oddio! Uso ancora lo stesso balsamo! >>.
<< Che c'entra il balsamo adesso? >>. Chiese Rose perplessa.
<< Buonasera,bellezze! >>.Fu il ragazzone moro a parlare per primo.
Dopo le presentazioni capii che era Emmett,il ragazzo di Rose e il fratello di Edward,manco sapevo avesse fratelli,in realtà mi accorsi che non sapevo un tubo
di lui.
L'altro invece era Jasper, il ragazzo di Alice.
<< Così,tu ed Edward vi conoscete già! Che bello! >>.Esclamò Alice.
Come se non avessi intuito che era tutto architettato. Edward probabilmente era deluso nel vedere che il suo appuntamento al buio ero io.
Io invece ero imbarazzata... e se pensava che ero stata io ad architettare tutta sta cosa? Oddio! Dovevo chiarire questa situazione,alzai gli occhi dopo le mie
riflessioni e lui era lì che mi fissava,ma la sua bocca era tirata in un sorriso storto.Il mio cuore perse un battito. Era il sorriso che aveva riservato alle sue
ammiratrici,quando andavamo al liceo, e adesso era rivolto a me...che voleva dire?.
<< Andiamo a prendere da bere e lasciamo a Bella ed Edward un pò di privacy,dopo tanti mesi che non si vedono,avranno tante cose da dirsi >>.
Lanciai uno sguardo di fuoco ad Alice e uno implorante ad Angela,ma nessuna delle due mi prestò attenzione, così Edward ed io rimanemmo soli al tavolo .
<< Ciao,Bella,come stai? >>.
<< Bene,grazie. Che ci fai da queste parti? >>
<< Quello che ci fai tu. Frequento il college >>.
Perchè io non ne sapevo niente?.
Decisi di saltare i convenevoli e chiarire la situazione.
<< Senti,finiamola di fingere,mi dispiace ma io non sapevo niente,se me l'avessero detto, le avrei avvertite che noi due non...>>.
Mi fermò.
<< Aspetta un momento...ma tu non sapevi che ero io il tuo appuntamento? >>.
<< No >> dissi perplessa.
<< Questo complica un attimo le cose >>.
<< Vuoi dire che tu lo sapevi? >> dissi incredula.
<< Infatti >>.
C'era un'unica parola che mi rimbalzava nel cervello come una pallina da tennis impazzita:<< perchè?! >>.
<< Perchè no? Avevo voglia di vederti,siamo comunque vecchi comapagni di scuola,no?... Adesso siamo anche vicini di campus e abbiamo amici in comune.
Forse è il caso di fare un piccolo sforzo,e provare a conoscerci meglio >>.
Incredibile! Ma mi stava prendendo in giro?.
<< Abbiamo avuto un'intero anno scolastico per conoscerci,e non ci hai mai minimamente provato,cosa è cambiato? E poi uso ancora lo stesso balsamo,quello
che ti dava tanto fastidio! >>.
Buttò indietro la testa ridendo di cuore,credo che fosse la prima volta che lo vedevo ridere,era bellissimo,i suoi denti bianchi brillarono anche nella penombra
del locale e il suono gutturale della sua risata era sexi ,molto sexi.
<< Abbiamo molte cose da chiarire io e te,credo che ci sia stato un malinteso >> disse dopo essersi calmato.
<< Un malinteso?! >>.
In quel momento lo stridio delle chitarre elettriche coprì il chiacchiericcio del locale,la band cominciò a suonare e fu impossibile continuare a parlare.
Rimasi in silenzio a cercare di capire,Edward si comportava come se non avessimo passato l'ultimo anno di liceo in una forma quasi cordiale di fanculismo.
Perchè ?! Insomma,cosa era cambiato. In effetti la sua antipatia per me era strana,non avevamo mai veramente parlato e frequentavamo persone diverse.
Alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi,mi stava fissando,mi fece un sorriso e distolse lo sguardo,ma questa volta rimasi io a guardarlo. Dio ,era veramente
bello,il suo naso dritto,la sua mascella squadrata,forte e quall'accenno di barba,avrei voluto passarci le labbra e la lingua e continuare la mia degustazione
lungo il collo e baciare quelle labbra che sembravano così morbide. Oh per amor del cielo! Mi stavo accaldando solo a guardarlo.
Quasi sussultai per lo spavento quando si girò a guardarmi e urlò per farsi sentire sopra il frastuono:
<< Che ne dici se usciamo? Questa band sa il fatto suo,ma preferirei parlare con te!>>.
<< Okay >>.
Fece un sorriso raggiante, si alzò e mi tese una mano,il mio cuore fece una capriola,stavo per uscire dal pub, mano nella mano con Edward Cullen,se me lo
avessero detto anche solo il giorno prima,non ci avrei creduto.
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Capitolo 2 *** Gelati,risate e altri rimedi. ***
Ecco pronto il secondo cap.
Sono stata abbastanza puntuale, vero? :)
Ringrazio con tutto il cuore chi ha commentato il primo capitolo, chi ha messo la mia storia tra le preferite e chi la segue.
Sono davvero lusingata ed emozionata , grazie ,grazie,grazie!
Sono davvero nervosa per questo cap... spero con tutto il cuore che vi piaccia.
Lasciatemi le vostre recensioni , è troppo divertente!
Buna lettura e come sempre buon divertimento!
GELATI, RISATE E ALTRI RIMEDI...
BELLA
L'aria della notte era fredda e umida ma almeno si respirava un po' meglio, non ero una fan dei luoghi chiusi e affollati.
Camminammo un po' in silenzio, io naturalmente gli avevo lasciato la mano già da un pezzo, ero troppo imbarazzata!
Però, per quanto fossi emozionata... no, di più, non avevo le farfalle nello stomaco, avevo i piccioni! Di quelli grassi e con il piumaggio folto,
avevo addirittura la nausea, maledetto gelato! Sentivo le praline al cioccolato e le nocciole che urlavano vendetta!
...Comunque,dicevo ; però per quanto fossi emozionata non potevo non sentire il dolore ai piedi, maledette scarpe! Avrei dovuto buttarle invece
di conservarle e adesso stavano triturando i miei poveri piedi. Ad ogni panchina, scalino , bidone della spazzatura! speravo che si
fermasse; ma no, il bellone camminava e camminava con i suoi piedoni da bigfoot comodi comodi nelle loro adidas, e io ad ogni passo pativo
le pene dell'inferno.
- Cos' hai fatto in questi mesi? Vedevo spesso Angela con Rose e Alice ma tu ?... hei, stai bene?! -.
Dovevo aver avuto una maschera di dolore dipinta sul viso perchè appena mi guardò mi prese il volto tra le mani e mi costrinse a guardarlo.
- Non fa male, non fa male, non fa male.. -
- Cosa non fa male! - chiese guardandomi accigliato.
Ops! L'avevo detto ad alta voce? Merda! Stavo ripetendo nella mia testa quella frase per autocondizionarmi e non sentire più dolore, si insomma,
stavo gestendo o ipnotizzando quella parte del cervello che faceva percepire il dolore ; l'avevo letto da qualche parte, giuro. Ma quando il
figone mi prese il viso tra le mani probabilmente, invece di gestire la parte del cervello "antidolore" , mi era partito tutto il cervello.
- No, niente, stavo.. ehm.. canticchiando - feci un sorriso alla joker di batman, staccandomi da lui continuai a camminare e sperai di chiudere lì l'argomento.
- Che canzone è, magari la conosco -
Eccomi servita, e adesso cosa m'inventavo per uscirne ?
- Non credo che la conosci, è una canzone... di un gruppo.. ind..indipendente, che canta soprattutto un genere... arghfreestyledolor-rockpunk -
- Argh che cosa? Questo genere non l'ho mai sentito! - stava trattenendo una risata.
- Te l'avevo detto! Solo in pochi appassionati lo conoscono... Cooomunque, quindi anche tu qui, com'è che non ci siamo mai visti a lezione? -
Ero una maga a sviare i discorsi, tanti anni con il capo della polizia Swan erano serviti a qualcosa.
- Penso che sia perchè di solito frequento le lezioni serali, di giorno lavoro... Ecco, siamo arrivati! -
Senza accorgermene eravamo giunti davanti al mio fornitore ufficiale di gelato, era una gelateria aperta fino a tardi, il loro slogan era :
" se non riesci a dormire fatti un gelato!".
- E' qui che mi volevi portare? ... Angela ... - dissi il nome della mia amica a denti stretti immaginando di torturarla stile William Wallace
in Braveheart. Se aveva parlato anche con Edward del mio periodo da strafogatrice-depressiva di gelati, questa volta non gliel'avrei fatta passare liscia.
- Si, è il mio posto preferito, spero ti piaccia il gelato! - Esclamò raggiante come se avesse 6 anni e non 19.
- Così così, diciamo che non sono un'amante del gelato, ma ti faccio compagnia. - Nel momento in cui mi accorsi di aver detto la bugia del secolo, capii anche
che probabilmente avrei rimediato solo una figuraccia, ma il mio orgoglio mi impose di continuare imperterrita.
- Io invece mi ciberei solo di questo, secondo solo agli hamburger del RoadHouse . Fanno degli ottimi frullati se li preferisci al gelato - disse,e mi guardò con
un sorriso dolcissimo, sembrava quasi intimidito.
Feci spallucce come se la cosa non mi interesasse, un sorriso di circostanza e pregai che al banco dei gelati non ci fosse Bree.
Bree era la figlia del proprietario e mia amica, oramai, visto che ero qui tutti i giorni.
- Bella! Ciao, tesoro! Ma non ci siamo viste oggi pomeriggio? Cos'è, hai già finito la scorta da 2 kg ? -
Ecco appunto, tutto regolare.
- Ciao , Bree. Di turno anche stasera? ... Ma non ti riposi mai? - sorrisi forzatamente mentre mi allungavo per darle il solito bacio sulla guancia,
anche se in quel momento le avrei dato più volentieri un morso!
Non avevo il coraggio di guardare Edward, ma Bree non aveva finito:
- Sono troppo contenta che sei passata , ho una sorpresa per te!... Tadadanh! -
Si spostò di lato e indicò la foto di una coppa gelato gigante: con cialda, gelato al cioccolato e creme varie con una debordante salsa ai frutti di bosco,
lo ammetto, il mio preferito. E quindi?
- Leggi, leggi che nome gli ho dato!.. - adesso Bree saltellava come una pazza euforica attirando su di se e su di me tutti gli sguardi dei clienti.
- ...Bella ice cream ! Ho dato il tuo nome al gelato che ordini sempre , l'ho messo anche sul menu d'asporto, è andato a ruba! Il tuo intruglio piace molto! -
Sentii un colpo di tosse alle mie spalle, mi girai a guardare Edward, con un'espressione che non ammetteva commenti ,che per cercare di trattenere le risate si
stava quasi per soffocare . Ma il mio sguardo ,invece di intimorirlo , gli diede il via libera e scoppiò in una fragorosa risata .
- Si, ma bravo! Ridi ridi , hahahahahah, divertente vero? - la mia risata finta gli scatenò un attacco di ridarella mentre io fulminavo Bree con gli occhi.
- Che c'è! Che ho detto? - mi sussurrò .
- Lascia perdere Bree, fammi il solito, e tu simpaticone! Cosa prendi? -
Edward si calmò e mentre si asciugava le lacrime ordinò : - Il solito anche per me Bree, grazie -.
- Certo, Edward. Accomodatevi pure, vi servo io -
Appena il mio sedere toccò la comoda panchina imbottita stile america anni 50 e i miei piedi furono al sicuro sotto il tavolo, tolsi subito le scarpe sospirando di
sollievo.
Quando aprii gli occhi senza modificare la mia espressione beata notai Edward che mi guardava con un sorriso sbilenco e un sopraciglio alzato.
- Che c'è?! -
- Mi spieghi perchè mi hai detto che non ti piace il gelato? Hanno dato il tuo nome ad una coppa ! - Indicò il cartellone come per
sottolineare le sue parole e mi guardò aspettando la mia spiegazione con un'espressione da professore malvagio che sa già che lo studente
interrogato non ha studiato.
- Io non ho detto che non mi piace. Ho detto forse : Edward, non mi piace il gelato ?...No... quindi non hai prove e il fatto non sussiste, e poi
siamo al primo appuntamento, non puoi pretendere di sapere tutto di me, una ragazza ha bisogno di tempo per tirare fuori la sua anima -
Ricambiai il suo sguardo stupito con un : - Ovvio, no? -
Rise scuotendo il capo incredulo.
- Swan, tu sei matta, ma non ridevo così da... troppo tempo -
Il cuore cominciò a battermi di nuovo fortissimo, adesso che il mio corpo non era più concentrato solo sul mal di piedi, era completamente
vigile e attento alle emozioni.
Quindi al bellone piaceva il gelato, prima cosa in comune...
Ammetto anche che non avevo smesso un'attimo di chiedermi il perchè di quella serata, lui sapeva che il suo appuntamento ero io; ed era
venuto lo stesso ? Mah!
Negli anni e nelle esperienze fatte avevo imparato che era sbagliato fermarsi alla prima impressione, ma qualcosa non mi tornava proprio .
" Pensaci Bella, pensaci! "....
Sto pensando...
Sto pensando...
OH MIO DIO! Era venuto all'appuntamento solo perchè gli avevano detto che stavo giù e gli facevo pena?! Poteva essere plausibile,
magari sotto l'insistenza di Angela che era la ragazza di Ben e, Ben, era uno dei migliori amici di Edward ! Questo al liceo ma ovviamente
la loro amicizia andava avanti molto bene.
SI, doveva essere così per forza. Stasera l'avrei scoperto, non avevo tempo da perdere con persone a cui facevo pena. Pffh !
In quel momento Bree arrivò con i nostri gelati, il suo " solito " era una coppa gigante quanto la mia, ai gusti : caffè, cacao e una montagna di panna montata.
- Non scherzi nemmeno tu a quanto vedo -
- Io non scherzo mai ! - disse serio, e senza tanti complimenti affondò il cucchiaino e cominciò a mangiare.
Io morivo dalla curiosità di chiedergli perchè aveva voluto vedermi, avevo aspettato tutta la sera che iniziasse il discorso ma continuava a prendere tempo.
Una piccola e flebile vocina dentro di me mi diceva " cogli l'attimo Bella e smettila di farti mille pippe mentali " ma la mia scarsa autostima urlava
di non abbassare la guardia e mi dava svariati motivi,tutti positivi, per stare sulla difensiva.
- Il gelato si scioglie, Bella. A che cosa stai pensando? -
Mi destai e misi in bocca un esagerata cucchiaiata di gelato, ma poi trovai il coraggio non so dove, inghiottii rumorosamente e gli chiesi:
- Avevi detto che mi volevi parlare e chiarire il malinteso, credo che sia venuto il momento di sputare il rospo -
Riuscii a guardarlo finalmente negli occhi e quello che vidi mi lasciò senza fiato... Edward era ad occhi bassi e sembrava molto nervoso e insicuro,
non l'avevo mai visto così, ma poi alzò lo sguardo e parlò:
- Non posso più aggirare il discorso, vero? -
- No -
EDWARD
- Ok. Mi dispiace se ti sei fatta un'idea sbagliata di me e so che è solo mia la colpa, non sono riuscito a gestire bene la situazione e le mie emozioni.
Quando sono arrivato a Forks con mio padre non stavo passando un bel periodo : Emmett era partito per il college e mi mancava , mio padre si era appena
risposato dopo solo 5 anni dalla morte di mamma. Razionalmente pensavo che era giusto che si rifacesse una vita, ma questo non mi impediva di
essere arrabbiato per lo stesso motivo. Esme è una donna meravigliosa , ma non è la mamma. Poi come se non fosse già difficile così si è trasferito per lavoro,
papà è medico chirurgo. Quindi nuova scuola ,nuova città, nuove persone e così via. All'inizio sembrava la fine del mondo, ma poi a scuola tutti
volevano essere miei amici, le ragazze pendevano dalle mie labbra e pensai che infondo non era così male. Ma durò il tempo di un respiro, gli amici
diventarono l'amico: Ben... per le ragazze che mi correvano dietro come se fossi l'unico uomo a Forks persi subito interesse, erano di una noia mortale,
conoscevo la categoria e non m'interessava affatto, può essere divertente per un pò ma non erano le scopate occasionali che m'interessavano.
E in mezzo a tutto quel marasma.. c'eri tu,
bella e fresca come una rosa a maggio, incurante di tutto e di tutti, arrivavi a scuola su quel furgone scassato orgogliosa come se fosse
una ferrari, te ne fregavi, eri te stessa a discapito di quello che gli altri pensavano. Ti vedevo parlare solo con Jacob all'inizio
e io desideravo solo che i sorrisi che riservavi a lui, un giorno, li concedessi anche a me. Ma tu non mi vedevi nemmeno e cominciai a
temere che quella tra te e Jacob non fosse solo amicizia. E quando i miei sospetti diventarono realtà, provai una gelosia così assurda che
diventò quasi un'ossessione -
Mentre parlavo senza prendere fiato per la paura di perdere il coraggio, vidi mille espressioni dipingersi sul bellissimo viso di Bella, ma la
predominante era lo stupore puro, mi guardava a bocca aperta come se le stessi raccontando di un incontro ravvicinato del terzo tipo.
Ma non mi feci scoraggiare e continuai, non avevo niente da perdere; le raccontai di come fui deluso dal suo cambiamento dopo che diventò la
ragazza di Jacob e di come cercavo di convincermi che ormai non m'interessasse più niente di lei . E invece mi bastava averla accanto a biologia
per essere di nuovo attratto in un modo ingestibile, anche solo il suo profumo mi faceva andare fuori di testa e questo mi faceva essere costantemente
teso come la corda di un violino. Gli raccontai anche di come non riuscissi a staccarle gli occhi di dosso, specialmente quando venni a sapere che non stava più
con quel Black.
Le dissi che, mentre la fissavo come un'idiota,
cercavo dentro di me il coraggio per parlarle. Poi il giorno che mi urlò contro nel cortile della scuola dicendomi di lasciarla in pace
e che non le piacevo fu un colpo durissimo, e a biologia , dopo l'ennesima ora passata a desiderare di affondare il viso e le mani nei suoi
capelli che profumavano di sole e fragole mature, persi il controllo. Mi odiai per averle fatto credere che non mi piacesse lei o il suo odore, sapevo
che se mai avessi avuto anche una minima chance, l'avevo persa del tutto. Infine lo spavento quando stava per essere investita da Tyler, e anche in quel caso
la mia bocca e il mio cervello non avevano collaborato, avevo urlato e le avevo dato della pazza, quando la vidi piangere mi sono odiato a tal punto
che avrei pagato qualcuno per farmi pestare a sangue. Non servì a niente chiederle di accompagnarla a casa . Me lo meritavo, ero stato il re degli idioti.
I gelati erano quasi squagliati , ma nessuno di noi se ne curò. I nostri occhi erano incatenati . Bella sembrava quasi scioccata, le sue labbra erano ancora schiuse
e desiderai da impazzire di chiuderle con un bacio, ma ci dovevo andare piano, l'ultima cosa che volevo era spaventarla. Anche Angela mi aveva intimato
di avere pazienza con lei e che mi avrebbe organizzato un incontro solo se le avessi promesso di avere delle intenzioni completamente serie con Bella.
Ammetto che mi presi del tempo per pensarci, finchè un giorno ,stufo di " fantasticare " su Bella chiuso in bagno, chiamai Angela per avere finalmente un
aiuto per incontrarla. Questo non glielo dissi, era un pò imbarazzante, e mi avrebbe considerato davvero un maniaco.
Aspettai un attimo per permetterle di elaborare . Aveva le guance rosse e continuava a guardarmi incredula, finchè persi la pazienza e le disi:
- Non hai niente da dire? Ti prego Bella dì qualcosa! -
- Fa caldo! Non trovi che ci sia troppo caldo qui dentro? - Si sventolò con le mani e poi tolse il giubbetto...quasi caddi dalla sedia, sotto portava un top senza
spalline che metteva in mostra la sua pelle bianca e perfetta da sembrare porcellana,con qualche piccola lentiggine qua e la che non faceva che accentuarne la
perfezione e poi quei i seni: piccoli ma pieni , se fossi un condannato a morte come ultimo desiderio vorrei trastullare quelle tette fino ad esalare l'ultimo
respiro. La mia fervida immaginazione erotica stava già visionando nella mia testa di baciarle il collo, delicatamente e di scendere fino all'incavo delle
clavicole e leccare la strada fino al seno, farle scendere piano piano quel top, molto lentamente, e lei mi avrebbe pregato di fare in fretta inarcando il bacino e
offrendomi se stessa senza remore, e solo a quel punto le avrei preso in bocca le gemme turgide facendola urlare di piacere.
Ok, basta! Mi agitai sulla sedia mentre i jeans diventavano sempre più stretti e scomodi , cominciai a sentire caldo anch'io. Mi dovevo concentare su
qualcos'altro o correvo il rischio di venirmi nei pantaloni come un quindicenne arrapato!
Grazie al cielo Bella cominciò a parlare e riuscii a calmarmi un pò, almeno sessualmente parlando, perchè il mio cuore sembrava il pistone di un motore
di grossa cilindrata.
- E' così strano,tutto quel tempo e non siamo mai riusciti a capirci, mai avrei pensato che tu provassi quelle cose per me, io credevo di starti sulle palle! -
Oh si, mi piacerebbe , a cavalcioni magari e io mi struscerei nel tuo calore mentre ti bacio e ti mordo quelle labbra di fragola.
Ehm ehm, mi schiarii la voce sperando di non aver detto quelle cose ad alta voce.
- Si, cioè no! Non mi stavi sulle palle, ovviamente... -
Si fece seria per un' attimo - mi dispiace tanto per tua madre, dev'essere stato terribile. E io che mi sono disperata quando i miei genitori si sono separati.
Che stupida! -
- Che dici, non sei stupida, non è stato facile neanche per te. -
- Già.. come si chiamava tua madre? Tu le somigli? -
- Si chiamava Elisabeth, e si, io le somiglio molto -
Rimase in silenzio per un po' a guardarmi, io sostenevo il suo sguardo senza indugiare, ma non perchè fossi spavaldo, semplicemente ero perso in quel mare
di cioccolato fuso dei suoi occhi.
- Lo sai, Edward? E' come se ti vedessi per la prima volta -
- E cosa vedi? -
Arrossì e si morse il labbro inferiore. Mi voleva uccidere?!
- Con chi sei andato al ballo del diploma? - esclamò all'improvviso come se le si fosse accesa una lampadina.
- Con nessuno, non ci sono andato. La ragazza che volevo non me l'aveva chiesto, così ho preferito passare il week end con mio fratello -
- Ah, capisco... e qual'era questa ragazza? -
- Mi stai prendendo in giro? Hai capito qualcosa di quello che ti ho detto fino adesso? ! -
- Hei, non fare l'antipatico! Il mio cervello sta ancora analizzando e sono confusa, ok?! -
- Ok, ti faccio un disegno come ai bambini così capisci meglio.. - presi un tovagliolo e la penna che tenevo sempre nella tasca interna del giubbotto e cominciai
a disegnare. Feci il primo omino con i capelli lunghi e un sorriso che gli divideva in due la faccia - ... dunque questa sei tu, scriviamolo così non ti confondi: B E
L L A... e questo sono io : E D W A R D, ok? - l'unica differenza erano i capelli corti e una bocca triste, ero proprio un artista!
Feci un cuore e ci scrissi dento: a Edward piace Bella.. unendo i due omini con delle frecce.
- Tutto chiaro? - così dicendo alzai gli occhi dal tovagliolo e Bella mi guardava malissimo , con le braccia incrociate sul petto.
- Sai ,sei sempre il solito testa di cazzo! ... - e scoppiò in una risata che mi contagiò e cominciammo a ridere come due scemi.
Appena i nostri occhi furono di nuovo gli uni negl'altri la risata morì pian piano, lasciando il posto ad un urgenza che trattenevo a fatica, pregai che mi
chiedesse di uscire dalla gelateria, volevo baciarla con ogni cellula del mio corpo, ma non lì, c'era troppa gente.
- Usciamo di qui? - le mie preghiere furono esaudite ! Mi alzai e misi una banconota da venti dollari sul tavolo. Ma Bella indugiava, dopo essersi rimessa la
giacca la vedevo trafficare sotto il tavolo e imprecare a bassa voce.
- Che c'è che non va'? - le chiesi preoccupato.
- Non entrano più! - piagnucolò.
- Cosa non entra più?! -
- Queste cazzo di scarpe! -
Mi accucciai per guardare sotto il tavolo, stava cercando di infilarsi le scarpe ma aveva i piedi gonfi e rossi.
- Ma sono state quelle scarpe a ridurti i piedi così?! -
- Sì! -
- Tu non ti infilerai ancora quelle trappole mortali! ... avanti ,sali! - presi le scarpe e mi girai per darle modo di salirmi sulla schiena.
- Cosa?! ...Ma sei scemo?! Io non ti salirò sulla schiena! -
- Non hai scelta.. non puoi rimetterti le scarpe e non puoi camminare scalza, a parte il freddo , ti ritroveresti qualche malattia funginea o chissà cos'altro! -
Ci pensò e ripensò, poi alla fine con un sospiro mi salì sulla schiena circondandomi il collo con le braccia e i fianchi con le gambe. La issai mettedole le mani
sotto il sedere e uscimmo dal locale salutando Bree che ci guardava accigliata.
- Dio! Chissà che penserà la gente che ci vede -
- Bella Me Ne Frego Swan, che si preoccupa di che pensa la gente?! Non ci credo! E poi nessuno che conosciamo ci ha visti, a parte Bree. E' qualcos'altro
che ti imbarazza, dì la verità! -
- Bhè, a parte che non è mia abitudine andare in giro facendo la cavallina , e poi ... niente -
- Avanti, dimmi -
- E' imbarazzante , tutto qui -
Calò il silenzio per un pò, io ero concentrato sul corpo di Bella che mi premeva sulla schiena. La sentivo avvicinare il naso ai miei capelli e al collo, sembrava
mi odorasse, non le dissi niente per paura che si fermasse, sentirla respirare così vicino mi inviava scosse elettriche per tutto il corpo.
Cercai di controllarmi ingoiando a vuoto e facendo respiri profondi.
- Sono pesante, ti sento affannato -
- Non pesi niente, trasporto decine di ruote d'auto al giorno, tu sei come uno zainetto di scuola in confronto! -
- Già, avevi detto di lavorare durante il giorno, quindi che lavoro è? Gommista? -
- Anche, aiuto mio fratello nella sua officina meccanica, ha aperto da poco, e questo è il periodo in cui la gente cambia i pneumatici per prepararsi al ghiaccio e
alla neve dell'inverno. Emmett ha lasciato il college. A mio padre gli è preso un colpo! Ma adesso sembra essersi rassegnato -
Di nuovo il silenzio, e poi... mi strinse più forte ,appoggiò la testa sulla mia spalla sfiorandomi il collo con le labbra e disse :
- Avevo proprio sbagliato tutto con te, Cullen - fu quasi un sospiro, parole dette piano, come se parlasse a se stessa.
- Che facciamo? Torniamo al pub o ti porto nella tua camera al campus? -
- Credo che non sia il caso di girare al pub con me in groppa, forse è meglio se mi porti a letto... cioè! Nella mia camera, dove c'è il mio letto... hahahahah !-
Fece una risata nervosa , ma non riuscii a ridere a mia volta , mi rimbombavano ancora nelle orecchie le parole : " mi porti a letto... mi porti a letto " .
- Ai suoi ordini principessa, il suo stallone reale la porterà dove desidera.. hihiiihiiii brpfhhhh... - partii al galoppo facendo una pessima imitazione di un
nitrito e Bella urlò stringendomi forte e ridendo come una matta...
- Smettila scemo! Mi farai finire col culo per terra! Ahhh!! -
- Ai suoi ordini. Il suo vocabolario così forbito è un piacere per le mie orecchie -.
Fece un'altra risatina stridula poi si calmò.
La sentii trafficare con la tasca della sua giacca - Che fai? -
- Prendo il cellulare, scrivo un sms ad Angela, così sa dove sono e non si preoccupa ... ecco fatto -
Tornò ad abbracciarmi e disse : - Sono pesantissima, se sei stanco continuo a piedi, non è un problema -
- Va tutto bene, Bella , non sei pesante, davvero. E poi siamo quasi arrivati -
Il campus era tranquillo, non c'era nessuno in giro, il sabato sera erano tutti in giro per locali.
- Qual'è la tua stanza? -
- Prendi il secondo corridoio, è la 123 -
Arrivammo davanti alla sua porta e scese dalla mia schiena, sentii subito un freddo senso di vuoto. Le consegnai le scarpe che tenevo in mano.
Bella spostava il peso da un piede all'altro e mi guardava pensierosa, tanto che le si era formata una piccola ruga tra le sopraciglia.
Stavo cercando il coraggio per baciarla, ma avevo paura di rimediare uno schiaffo, infondo ,dopo la mia confessione a cuore aperto ,lei non mi
aveva detto di provare le stesse cose per me; quindi ero molto nervoso.
Ma all'improvviso si allungò sulle punte dei piedi, mi prese per il giubbotto e mi tirò giù contro le sue labbra, ero così sorpreso che lì per lì non feci niente.
Ma quando lei si staccò e mi lasciò andare la giacca con il viso rosso per l'imbarazzo mi ripresi. La guardai rapito dalla sua bellezza, le sfiorai la pelle
calda delle guance e affondai le dita nella seta dei suoi capelli, erano ancora più morbidi di come pensavo, scesi lentamente seguendo la loro lunghezza,
arrivando a sfiorarle la schiena, ero rapito dalla sensazione forte che mi dava toccarla. I nostri respiri divennero un tutt'uno mentre le nostre bocche
si avvicinavano ancora . Appena le labbra si unirono,subito le nostre lingue cominciarono a cercarsi giocando al predominio.
La gustai come se fosse la cosa più buona che avessi mai mangiato e senza pensarci la sollevai prendendola per i fianchi e facendola aderire meglio al mio
corpo eccitato e alla mia bocca famelica e subito mi strinse forte tra le sue braccia.
Bella si staccò ansimando e quasi non credetti alle mie orecchie quando mi disse .
- Ti va di entrare ? -
Mi cedettero le gambe per un secondo e la rimisi con i piedi per terra.
- Se... se non vu-vuoi fa lo stesso - balbettò nervosa.
Incredibile che fosse ancora incerta sui miei sentimenti per lei.
- Se non voglio?... Bella ,se non ti sbrighi ad aprire quella porta e a farmi entrare credo che la butterò giù a calci! -
Fece una risatina nervosa e si girò ad aprire.
Avrei voluto fare un grido di gioia e alzare i pugni al cielo, mi trattenni a stento.
Bella Swan : mi stava per fare entrare nella sua stanza... dove c'era il suo letto... e mi aveva baciato!
Adesso restava solo da capire cosa provava per me...
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Capitolo 3 *** Solo noi ***
capitolo 3
Ciao a tutti, ecco il terzo capitolo per chi lo
aspettava...
Ho messo una fotina carina, sto prendendo un po' di confidenza con Nvu..
Non è stato un capitolo facilissimo, le scene erotiche sono
sempre un po' difficili da scrivere, avevo paura di essere volgare,
o che sembrasse una telecronaca sportiva XD ... Ci tengo tanto a sapere
se vi è piaciuto, quindi recensite please,grazie grazie *.*
Buona lettura e buon divertimento!
SOLO NOI
BELLA
Appena varcammo la
soglia cominciai a sentirmi nervosa, vulnerabile e
insicura. Non sapevo quello che sarebbe successo, non sapevo quello che
volevo far succedere e soprattutto non sapevo quello che lui si
aspettava da me.
L'unica cosa di cui
ero assolutamente certa era che non volevo che se
ne andasse , e che non smettesse di baciarmi . Ancora non mi sembrava
vero che per tanto tempo lui avesse provato quelle cose per me e io che
da perfetta idiota non avevo capito una benemerita cippa!... Ma adesso
non era più il tempo dei chiarimenti, adesso era il tempo di
passare ai fatti e di prendere delle decisioni. Però era
successo tutto così in fretta che non avevo avuto il tempo
di
elaborare e di prepararmi psicologicamente, di solito le ragazze
normali vengono corteggiate e invitate ad uscire, questo mette nella
condizione di pensare ad ogni possibile evenienza e scegliere le varie
opzioni dal menu. Io ero stata catapultata in quella situazione in modo
improvviso : stavo mangiando gelato sul letto guardando un episodio di
Veronica Mars,crogiolandomi nel mio triste destino, e in un attimo...
Badabumbete! Stavo tra le braccia di Edward ! ... Come quando
esci di casa con il sole e ti ritrovi poco dopo
sotto un violento acquazzone senza impermeabile e ombrello,
completamente impreparata, e allora che fai ? Le ipotesi sono due : o
ti prendi tutta l'acqua e accetti le conseguenze, o ti rifugi nel primo
bar . Io stavo davanti a queste decisioni: mettermi al riparo o
prendermi tutta l'acqua ? Che fare? ... Mentirei se dicessi
che
non ero pronta per l'amore, non aver avuto esperienze sessuali e
romantiche alla mia veneranda età di diciannove anni non era
stata una scelta, ma solo una serie di eventi sfortunati sommati ad una
procrastinata adolescenza e maturità fisica... a sedici anni
il
mio corpo sembrava quello di una dodicenne e il mio cervello quello di
un ragazzino di dieci : ero un vero maschiaccio! A differenza delle
ragazze di quell'età che pensavano già al sesso e
si
sentivano donne, io passavo le mie giornate a infilare lombrichi negli
ami da pesca e a fare gare di rutti con Jacob . Il resto poi
è
noto...
Presi tempo e mi
chiusi in bagno con un - torno subito! -. Lasciando
Edward sul letto con la camicia sbottonata a guardarmi con gli occhi
da cucciolo abbandonato .
Feci pipì,
mi rinfrescai e mi lavai i denti , il tutto in
un quarto d'ora. Mi controllai ancora una volta allo specchio e m'
incitai scimmiottando le movenze di una ragazza pon pon :
- datemi una B ,
datemi una E...
foooorza Bellaaaa !!! - alzai la gamba e andai a
sbattere
nella mensola vicino al lavandino, mi feci un male cane e la
mensola cadde con tutti i prodotti che ci avevo messo sopra facendo un
fracasso bestiale ! - Merda ! Merda! Merda! - ...Edward
bussò
- tutto bene là dentro? ! -
- Si si , mi sono
cadute un po' di cose, sono la solita sbadata ! -
- Vuoi una mano ? -
- No no, ho finito,
adesso esco! -
Raccolsi alla bene e
meglio i flaconi da terra , buttai quelli che si
erano rotti e appoggiai la mensola in un angolo nascosto del bagno ; mi
ravvivai i capelli, feci un bel respiro e uscii.
- Ciao - .
- Ciao - .
Era in piedi davanti
alla porta e aveva riabbotonato la camicia, peccato, ma era lo stesso
sexi da
morire, con quei capelli arruffati e gli occhi languidi... ma la cosa
più incredibile era che gli piacevo io... ci credete ? Una
ragazza normalissima, di quelle che camminano per strada e passano
inosservate, di quelle che frequentano la scuola senza che nessuno si
ricordi mai il loro nome o il loro viso, di quelle che vengono
dimenticate facilmente perchè non lasciano nessun segno...
Io...Solo... Io ...
- C'è
qualcosa che non va ? Se hai cambiato idea e vuoi un po'
di tempo per pensare lo capirò, non ne sarò
entusiasta,
ma lo capirò. Mi rendo conto che è
successo tutto un
po' troppo in fretta e... - disse infilando le mani nelle tasche
davanti dei jeans. Come poteva un gesto tanto insignificante essere
così erotico?
- Ssshhhh... - lo
fermai - è tutto ok.... e tu?... hai cambiato
idea? -.
Rimasi senza respirare
mentre aspettavo la sua risposta.
- No... come potrei ?
Aspetto questo momento da troppo tempo -
alzò le spalle e fece un sorriso . Fiuuuhhh potevo
respirare di nuovo .
Era l'occasione giusta
per saltargli addosso e strapazzarlo di baci, o
almeno era quello che avrei fatto se fossi stata una ragazza normale,
ma siccome non lo ero. dissi :
- Vieni, sediamoci...
che ne dici di un pò di musica? -
Edward
aggrottò le sopraciglia un po' incredulo mentre sedevamo sul
mio letto.
- C'è un cd
che ha fatto Ben ad Angela che è molto
bello... ci sono le più belle canzoni d'amore di sempre -
pigiai
play, la musica riempì la stanza e Bono cominciò
a cantare...
" One man
come in the name of love
one man come and go..."
L'imbarazzo
aleggiava ancora, come una nebbia, eravamo nel punto in cui non si sa'
più che dire, o meglio le parole e le domande si
sovrappongono
nella testa e non si riesce a far sì che trovino la strada
per
uscire
dalla bocca e poi per paura di sbagliare si aspetta che sia
l'altro
a fare la prima mossa. Volevo che la finisse di stare lì
seduto
con i gomiti appoggiati sulle cosce a guardarsi le scarpe e che mi
baciasse o che al limite mi guardasse!
Il silenzio era
insopportabile e cominciai a canticchiare a bassa
voce... - One man come he to justify... -
ed Edward continuò - one man to
everthrow ... -
Ci guardammo,
sorridemmo e continuammo a canticchiare piano - In the name of
love! What more in the name of love ? - .
M'infervorai, presi
una penna dal comodino e la usai come microfono urlando a
squarciagola - IN THE NAME OF LOVE! WHAT MORE? IN THE NAME OF LOVE ! -
Edward mi
seguì a ruota suonando una chitarra immaginaria .
Eravamo completamente presi dalla musica , in piedi sul letto ad
interpretare la versione imbranata degli U2 , quando si sentirono dei
colpi secchi dati al muro e la voce arrabbiata di una ragazza urlare -
Hei ! Hei! C'è gente che sta cercando di studiare!
Eccheccazzo!!
-
D'istinto mi tappai la
bocca con un - cazzo...ops! - e Edward si piegò in due dalle
risate .
Mentre mi allungavo
per abbassare il volume gli caddi addosso , ma non
fu una cosa carina e romantica da film , gli diedi una
gomitata nella pancia e una testata sul naso lasciandolo a contorcersi
dal dolore e ad emettere lamenti e imprecazioni indecifrabili.
Mi abbassai su di lui
sussurrando mortificata - scusa scusa scusa... -
gli tolsi la mano che teneva sul naso, per fortuna non sanguinava e
cominciai a stampargli piccoli baci sul naso e la bocca. I lamenti
cessarono all'istante, mise una mano sulla mia nuca e l'altra sulla
schiena e mi fece stendere sopra di lui... i baci si intensificarono ,
le nostre bocche aperte si respiravano e le nostre lingue si
accarezzavano... L'imbarazzo , la tensione e le tacite insicurezze,
lasciarono il posto al desiderio e all'urgenza delle labbra e delle
mani che accarezzavano ogni centimetro di pelle che riuscivano a
raggiungere. Bono lasciò il posto ad Adele che con la sua "
Lovesong " rese tutto perfetto e tolse definitivamente ogni freno.
Lo volevo
disperatamente, volevo la sua pelle calda , circondarmi del
suo odore ,assaggiarlo ed imprimere sulla mia lingua il suo sapore. Mi
alzai un po' per sbottonargli la camicia, se la tolse con una
velocità sovrumana, e chiese con uno sguardo il permesso di
fare
lo stesso con il mio top, alzai le braccia per agevolarlo e rimasi con
il reggiseno a fascia che indossavo sotto. Pelle contro pelle, fuoco
nel fuoco.
Con una manovra
improvvisa fu sopra di me , rimase a guardarmi : gli
occhi, la bocca , poi il collo, il seno e tracciava il sentiero, che il
suo sguardo attraversava, con la punta delle dita ripetendo estasiato -
sei bellessima... i tuoi occhi...la tua bocca...la tua pelle ... -
Il mio petto saliva e
scendeva, scosso dall'affanno e dal desiderio di sentire le sue mani .
Lo presi per i capelli
impaziente di avere la sua bocca, ancora e ancora ...
Incapace di
trattenermi oltre esordii - ti ho sempre voluto... ho sempre voluto
sempre e solo te... nessun'altro ... - .
- Non ci speravo
più... pensavo non lo avresti mai detto - mi
sospirò sulle labbra schiuse...
I nostri jeans insieme
alla biancheria intima volarono ai piedi del
letto... lo tirai di nuovo su di me e aprii le gambe per accoglierlo ,
volevo sentirlo subito, non potevo più aspettare.
Ma Edward si
fermò e mi guardò intensamente negli occhi. -
Piccola... sei vergine... -
Non era una domanda e
nemmeno un'eslamazione, solo un modo per constatare l'ovvio, nessuna
accusa e nessun stupore nella voce...
Io arrosii fino alle
orecchie e assentii con il capo... aspettando con
un peso opprimente sullo stomaco che si tirasse indietro, invece...
- Allora dobbiamo fare
le cose piano, voglio che sia bello per te quanto lo è per
me... rilassati ... -
Scese con una mano tra
le mie cosce e quasi urlai dal piacere... era
così intenso che non pensavo più , non respiravo
più... ero concentrata solo su di lui e sulle sue dita che
si
muovevano sapientemente... mi tappò la bocca con un bacio
avido... mi morse le labbra e mi succhiò la lingua con lo
stesso
ritmo che usava con la mano...
Fu come un'esplosione,
un fuoco d'artificio, mille scintille apparirono
dietro i miei occhi chiusi... lasciando onde che scuotevano il mio
corpo .
Aprii gli occhi
incredula per quello che mi aveva fatto, si insomma, lo
avevo fatto altre volte da sola ma non era minimamente paragonabile a
quello che Edward mi aveva fatto provare...
Ma non aveva finito
con me, senza aspettare scese a prendermi un
capezzolo turgido in bocca , poi l'altro e ancora baci urgenti e
affamati . Poi lentamente ma con una spinta decisa mi fece sua, il
dolore fu intenso ma durò un attimo, si fermò per
darmi
tempo di riprendere fiato e di abituarmi ad averlo dentro di me ,
sussurrandomi - scusa - senza mai smettere di baciarmi, piccoli baci
dolci a fior di labbra, e quando il mio corpo fu pronto mi inarcai per
fargli capire che andava tutto bene e che lo volevo.
Fu gentile e paziente
, dolcemente portò una mano nel punto in
cui i nostri corpi si univano accarezzandomi e facendomi fremere ancora
e ancora e intanto disegnava cerchi con la lingua sulle punte del mio
seno, finchè arrivò di nuovo l'onda di piacere .
Si
staccò da me poco dopo per cercare qualcosa nella tasca dei
suoi
jeans, lo guardai affascinata dal suo bellissimo corpo mentre
s'infilava il preservativo, appena entrò ancora
delicatamente in
me mi sentii di nuovo piena e completa .
Ci muovavamo
all'unisono sempre più impazienti e avidi.Senza
staccare mai la bocca , senza mai smettere di assaggiare di mordere di
leccare e con un'ultima spinta lo sentiii emettere un suono profondo e
gutturale mentre affondava i denti nella pelle delicata del mio collo ,
senza farmi male ma solo facendomi sentire tutta la forza del suo
piacere.
Eravamo un groviglio
di braccia e gambe, mentre cercavamo di tornare a
respirare normalmente e i nostri cuori battevano così forte
da
scuotere i nostri corpi sudati.
Per un momento pensai
che sarebbe tornato l'imbarazzo ma mi sbagliavo.
Si sollevò sui gomiti e mi guardò con
l'espressione
più dolce che gli avevo mai visto nelle ultime ore, mi
sorrise
con le labbra ormai gonfie dai baci appassionati e mi disse ...
- E' valsa ogni ora,
ogni giorno e ogni mese che ti ho aspettato...
spero che tu sia consapevole del fatto che adesso non ti
lascierò più andare, vero? -
- Lo spero per te...
perchè i tuoi gioielli di famiglia
farebbero una brutta fine e tu saresti obbligato a cantare nel coro
delle voci bianche per il resto della tua vita...- gli feci un sorriso
angelico e lui scoppiò a ridere....
- Tra un po'
tornerà Angela, forse dovremmo rivestirci -
- Ti ricordi quando le
ho mandato un sms?... le ho scritto di dormire
da Ben, quindi... - feci un sorriso da chi la sa lunga - che ci vuoi
fare,
sono troppo avanti -.
Edward rise ancora,
poi il suo viso assunse un che di diabolico mentre sentenziava - adesso
sono cazzi tuoi ... -
e si
avventò di nuovo su di me baciandomi il collo e facendomi
il solletico, io mi dimenavo e ridevo come una pazza pregandolo di
smetterla. Quando pensò che ne avevo avuto abbastanza si
fermò e mi lasciò riprendere fiato esclamando -
ho fame!
-.
- Dovrebbe esserci
qualcosa in frigo... forse del cinese avanzato di ieri - .
Dopo esserci rivestiti
e dopo aver
usato il bagno a turno, ci sedemmo davanti al frigo aperto, spazzolando
tutto quello che c' era di commestibile, Edward mangiava come un maiale
aveva la salsa di soia che gli colava giù per il mento senza
che
lui se ne preoccupasse minimamente .
- Edward, sei
disgustoso! -
Mi fece un sorriso
ebete a bocca
piena, poi un lampo gli illuminò lo sguardo da furbastro,
ingoiò rumorosamente il cibo e si avvicinò .
Appena capii quello
che aveva in
mente, misi le mani avanti per difendermi e lo pregai - No! Edward! Ti
prego! E' davvero disgustoso!... no! ahhh! -
ma fu inutile, prese a
baciarmi il
viso ,il collo con quella bocca alla salsa di soia, le risate
riempivano la stanza ma furono ben presto sostituite da sospiri e
gemiti, da sussurri .. e furono ancora baci, ancora carezze, ancora
piacere, ancora noi... non più Edward e Bella ma noi, solo
Noi....
E
qui la storia finisce, Bella e Edward sono insieme. E vissero felici e
contenti, o forse no, chi lo sa..
Volevo
fare un piccolo sondaggio : chi di voi pensa che sia giusto
finire la storia così o chi pensa invece che ci sia bisogno
di
un epilogo?
Fatemi
sapere... e la maggioranza vince :D
Ciao
a tutti e sempre grazie infinite a chi ha letto la mia storia, chi l'ha
recensita, chi l'ha messa tra le preferite, chi tra le ricordate e chi
tra le seguite... GRAZIE!
Bacioni
alla prossima!
|
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Capitolo 4 *** Disastrose sorprese e dichiarazioni inaspettate ( epilogo ) ***
epilogo
Ciao a tutti, eccomi di nuovo qui con l'epilogo
che vi avevo promesso.
Scusate
il ritardo, ma questo capitolo non era in programma e ho dovuto far
lavorare la capoccia.
Vi faccio una premessa, non ho intenzione di aggiungere nessun terzo o
quarto incomodo, quindi non fatevi fuorviare dall'inizio del capitolo,
per tutto ci sarà una spiegazione, non perdete la speranza e
continuate a leggere ;)
Spero con tutto il cuore che vi piaccia .
Lasciatemi tanti commenti, adoro leggervi...
Volevo dire tante cose ma non ricordo più niente, a
quest'ora poi mi cala la palpebra :D
Buona lettura e buon divertimento!
Disastrose
sorpese e dichiatazioni inaspettate
BELLA
-
Vai pure a casa Bella, finisco io qui -
-
Grazie Jane, sono in debito con te ! -
-
Vai vai, - sventolò la mano per farmi fretta - quando
avrò un fidanzato anch'io mi restituirai il favore -.
Le
schioccai un bacio sulla guancia e corsi fuori dalla libreria .
Il
college
era finito da un po', insieme ai sogni e alle ambizioni, la mia laurea
in letteratura servì a ben poco; lavoravo in una libreria e
a
tempo perso davo ripetizioni a liceali e universitari.
Tornavo
sempre a casa molto tardi ma ero felice, più o meno.
Io
ed Edward
abitavamo insieme in un piccolo appartamento, era modesto e poco
pretenzioso ma per noi era una reggia, il nostro nido d'amore. E poi
era vicino ai nostri posti di lavoro quindi era anche in una buona
posizione.
All'inizio
fu
tutto rose e fiori, ma ci scontrammo presto con la realtà
della
vita da adulti : affitto, bollette e spese varie. Fu proprio per questo
che fummo costretti ad aumentare le ore di lavoro; io dando
ripetizioni, appunto, ed Edward lavorando fino a tardi nell'officina
che
era diventata anche sua. Lui e suo fratello erano soci al cinquanta per
cento,fu costretto a vendere la sua amata volvo per pagare la sua parte
di quota,con la quale riuscirono ad ingrandirsi: officina
più grande, più macchinari, e più
lavoro.
Tant'è
che nell'ultimo mese non riuscivamo più a stare insieme, la
sera
eravamo così stanchi che dopo qualche bacio e carezza
finivamo
per addormentarci. E a minare ancor di più la nostra
serenità c'erano le mie insicurezze, il perché
è
presto detto : Emmett e Rose si erano sposati l'anno prima e
aspettavano già un bambino che sarebbe nato a breve. Angela
e
Ben erano occupati con i preparativi delle imminenti nozze. Alice e
Jasper si erano scambiati le promesse nuziali pochi mesi prima con una
cerimonia in grande stile. Insomma, sembrava che tutte le coppie
innamorate di questo mondo coronassero il loro sogno d'amore, tranne
noi. Edward non aveva mai nemmeno accennato al desiderio di sposarmi e
anche se io cercavo di non darci troppo peso e di pensare che non era
un documento che poteva sottoscrivere e sigillare il nostro amore , non
riuscivo a fare a meno di sentirmi strana, insicura e piena di dubbi .
Così a causa del mio umore instabile finivamo per litigare
sempre più spesso; per esempio se non metteva la biancheria
sporca nell'apposito cesto,era capitato solo una volta ma io lo
rimproverai come se lo facesse sempre, oppure l'ultima volta mi ero
comportata come una iena solo perchè aveva spremuto il
tubetto
del dentifricio nel mezzo. Robe da matti, e il bello era che pur
rendendomi conto del mio comportamento assurdo non riuscivo a smetterla.
E
fu proprio
per questo motivo che quel sabato sera chiesi a Jane, la mia collega,
di sostituirmi al lavoro. Volevo fare una sorpresa ad Edward , volevo
risvegliare la nostra complicità, la nostra passione e
togliermi
dalla testa tutti quei pensieri negativi.
Appena
arrivai a casa preparai la torta preferita del mio amore : torta al
cioccolato con crema al caffè. Misi a marinare le bistecche,
lavai e spezzettai le verdure per l'insalata, sistemai un po' la casa e
piazzai candele per tutto il minuscolo salotto e la camera da letto, le
avrei accese più tardi per creare l'atmosfera. Quando fui
soddisfatta feci una doccia, mi
liberai di ogni pelo superfluo senza pietà, mi spalmai su
tutto
il corpo una crema satinante, lasciai i capelli sciolti sulle spalle
immaginando già il mio Edward che ci passava le dita, mi
truccai
leggermente e indossai i soliti jeans, una camicia di seta blu che mi
aveva regalato lui dicendomi che quel colore faceva risaltare la mia
pelle e m'illuminava gli occhi, e visto che la serata richiedeva un
certo sforzo, invece delle solite converse indossai dei sandali con un
po' di tacco.
Uscii
di casa
soddisfatta di me stessa e raggiante, l'altra parte della sorpresa
consisteva nell'andare a trovarlo al lavoro per tornare a casa insieme.
Approposito:
ricordatemi di non fare più sorprese del genere. Pessima
idea!
Entrai
dalla porta sul retro per non farmi vedere, l'avrei rapito stile
musical " Sette spose per sette fratelli ", me la ridevo da sola
pensando alla scena. Lui era davanti al cofano aperto di un'auto ,
quando lo vidi sentii il familiare sciame di farfalle riempirmi lo
stomaco , dopo anni mi faceva ancora quell'effetto; era sporco di
grasso fino ai gomiti, la maglietta bianca gli stava appiccicata alla
pelle umida di sudore lasciando ben poco all'immaginazione, il duro
lavoro gli aveva allargato le spalle e ingrossato i bicipiti, ormai
poteva competere tranquillamente con il suo fratellone tutto muscoli.
Stava sorridendo a qualcuno che però non vedevo
perchè
era nascosto dal cofano aperto, pensai fosse Emmett, ma appena mi
spostai un po', sempre stando nel mio nascondiglio dietro una pila di
pneumatici, la vidi . Il mio cuore ebbe un sussulto e un dolore acuto
si irradiò alla bocca dello stomaco togliendomi il respiro :
era
una donna , una bellissima donna bionda, sembrava fosse uscita da una
rivista di moda . Teneva una mano sulla spalla del mio uomo e lui
continuava a sorriderle . Era da tanto che non lo vedevo sorridere
così, era sempre troppo stanco, sempre troppo stressato,
sempre
troppo di fretta. Rimasi lì immobile incapace di fare
niente.
Appena riuscii a fare entrare un po' d'aria nei polmoni fui presa
dall'affanno e le mie gambe cominciarono a tremare mentre la vista si
annebbiava per via delle lacrime che riempirono i miei occhi.
Non
so cosa
mi fece uscire, forse le mie gambe si mossero ad un comando che il mio
cervello mandò loro senza che ne fossi consapevole, o forse
fu
una specie d'istinto di auto-conservazione, un meccanismo di difesa che
ordinò al mio corpo di uscire da lì,
perchè se
fossi rimasta ancora a guardare sarei svenuta o morta di dolore.
Camminavo
per
la città come un'automa , ero sotto shock. Un paio di volte
mi
girai per tornare indietro pensando che non poteva essere vero quello
che avevo visto o che forse c'era una spiegazione ma poi una forza
misteriosa mi spingeva a tornare sui
miei passi. A malapena sentivo la gente urtarmi per il marciapiede
affollato nell'ora di punta, inciampavo continuamente perchè
non
guardavo dove mettevo i piedi. Sentii vibrare qualcosa nella tasca dei
pantaloni, solo dopo un tempo che non avrei saputo quantificare mi
accorsi che era il mio cellulare che suonava. Pregai Dio che fosse
Edward e nello stesso momento pregai che non lo fosse.
-
Pronto -
-
Bella, sono Jacob -
Jacob? Jacob?
Dai meandri del mio cervello apparirono immagini di una Bella giovane,
sorridente e spensierata che correva sulla spiaggia con... Jacob!
- Bella, ci sei? -
Mi destai - si, ci sono -
- Come stai? -
Non risposi. Come stavo? Come rispondere a quella domanda. Mi passai
nervosamente una mano tra i capelli.
Jacob continuò :- Lo so che è strano dopo tutti
questi
anni , ma pensavo che...- lo sentii sospirare - Bella è
difficile trovare le parole , quindi passo subito al dunque: sono in
città e ti vorrei parlare. Ti prego è importante
!-
Riacquistai un attimo di lucidità e pensai subito al peggio
- cos'è successo? Billy sta bene? Sue sta bene?! -
- Si si, non ti preoccupare, stanno tutti bene. Ci possiamo incontrare?
Quando sei libera naturalmente. Ci spero tanto Bella. Mi manca la mia
migliore amica - finì in un soffio.
Le lacrime sgorgarono come fossero ruscelli di montagna, cominciai a
singhiozzare senza riuscire più a parlare.
Jacob preoccupato mi chiese all'infinito cos'avevo e dov'ero e tra unn
singhiozzo e l'altro riuscii a dirgli che ero nei pressi di un piccolo
bar: il New Moon.
- Resta lì dove sei, non sono lontano, arrivo subito! -
Rimasi con il telefono attaccato all'orecchio anche dopo che aveva
chiuso la telefonata. Non pensavo più a Jacob da tanto, ma
sentire la sua voce riportò indietro la mente a quando
eravamo
inseparabili, a quando era tutto più semplice, a quando
tornavo
a casa e il buon profumo delle lasagne di mamma mi faceva venire
l'acquolina.
Mamma.
Quanto avrei voluto fosse lì con me . Mi avrebbe
abbracciato,
asciugato le lacrime con uno dei suoi fazzolettini ricamati che teneva
sempre nella tasca del grembiule e mi avrebbe detto che sarebbe andato
tutto bene.
- Bella! -
Sentii urlare il mio nome e tornai alla realtà.
Jacob mi stava correndo incontro sventolando la mano per farsi vedere.
Mi mossi come se fossi tirata da un filo invisibile e volai tra le sue
braccia. Non era cambiato per niente, era sempre lo stesso Jacob,
tranne che per i capelli corti, quasi rasati. Ci staccammo per
guardarci, mi asciugò le lacrime con il dorso della mano,
tirò fuori un fazzoletto dalla tasca e mi soffiò
il naso
come se fossi una bimba piccola.
- Ecco, va meglio? Vieni ti offro un caffè e mi racconti
cosa c'è che non va - .
Trovammo un tavolino libero di fronte alla grande vetrata che dava
sulla strada, ci sedemmo uno di fronte all'altra mentre la cameriera ci
serviva il caffè.
Jacob mi prese le mani e di colpo fu come non ci fossimo mai
allontanati, come se quell'idiozia dell'essere stati fidanzati non
fosse mai successa , eravamo di nuovo Bella e Jacob gli inseparabili
amici d'avventura.
- Perchè piangi? -
A quella domanda tornò nella mia testa l'immagine di quella
donna bellissima che faceva ridere il mio Edward e che lo toccava.
Ritornarono le lacrime e tra i singhiozzi provai a parlare:
- Non posso competere con...con...quella! Lo sto perdendo, Jacob. Sto
perdendo il mio amore, il mio cuore, il mio Edward! -
- Perchè pensi questo? -
- Volevo fargli una sorpresa...- singhiozzo - lavoriamo sempre fino a
tardi e non ci vediamo mai! Così sono andata alla sua
officina
e... era insieme ad un'altra! E lei lo toccava! E lui...- singhozzo -
lui sorrideva, capisci?! Sorrideva ! ... Non facciamo più
l'amore da...- ci pensai - Oddio, non me lo ricordo più! Ho
perso il conto ormai e...- singhiozzo - sorrideva con quella! Con me
non sorride più... l'ho perso -.
La gente ormai cominciava a guardarci incuriosita perchè io
piangevo senza ritegno e parlavo a voce alta.
-Sshh , ora calmati. Sono sicuro che stai facendo un dramma per niente,
come può desiderare un'altra donna quando ha te, andiamo.
Sei
adorabile! E se non riesci più a farlo ridere hai provato
con
l'alfabeto ruttato? Ti veniva benissimo , ricordi? -
Sorrisi mio malgrado e continuò: - non saltare a conclusioni
affrettate, magari voleva solo essere gentile con una cliente,oppure
era una vecchia amica o una parente in visita -.
Le sue parole mi diedero un po' di speranza, mi asciugai le lacrime e
mi accorsi di quanto ero stata sciocca, sicuramente c'era una
spiegazione logica.Poi mi ricordai che Jacob mi aveva chiamato per
parlarmi : - Ma tu mi volevi parlare -.
- Si , infatti. Innanzi tutto vorrei sapere se anche tu sei del mio
parere riguardo al fatto che non riesco più a trovare una
ragione valida per essere arrabbiato con te. In realtà io
non lo
sono mai stato, e tu? -
- Io non ricordo nemmeno perchè ero arrabbiata - dissi
pensierosa.
- Quindi pace? -
- Pace ! -
Mi sorrise raggiante e si alzò per darmi un bacio sulla
fronte.
Un casto e amichevole bacio. Ma non sapevo che, in quel momento, due
occhi verdi videro quel gesto innocente e accecati dalla gelosia lo
scambiarono per qualcosa di losco.
- Mi sento meschino a venire qui e dirti certe cose adesso che non stai
passando un bel momento, ma se non te lo dico subito non
avrò
più l'occasione di farlo... - si mosse a disagio e infine
disse
- mi sposo... con Leah. E vorrei tanto che tu fossi presente alle
nozze. Non riesco a pensare di vivere il giorno più bello
della
mia vita senza la mia migliore amica accanto a me -.
Sentii dei rumori strani alle mie spalle e vidi l'espressione di Jacob
rabbuiarsi.
Prima che riuscissi a capire cosa stava succedendo vidi Edward che
sollevava Jacob per il colletto della maglia e lo trascinava fuori dal
bar come se fosse una bambola di pezza, urlando - Che ci fai con la mia
donna , verme! Adesso ti spacco la faccia! -
Li rincorsi e appena fuori provai a far ragionare Edward - Aspetta!
Fermo! Ti stai sbagliando ... - ma prima che potessi
aggiungere
altro gli spedì un gancio destro in faccia, mandando il
povero e
allibito Jacob lungo disteso sul marciapiede. Intorno a noi si era
formata una piccola folla, i clienti del bar erano usciti tutti e
invece di sedare la rissa incitarono i due rincoglioniti pugili da
strapazzo. Jacob si era già alzato e si era scaraventato
addosso
a Edward .
- Jacob, che fai! - urlai isterica - non fargli male. Ti prego! NO! -
Ormai era tutto un volo di pugni e calci senza controllo, io continuavo
ad urlare ma nessuno mi ascoltava, ero così impaurita,
arrabbiata e impotente. Non sapevo più che fare, i clienti
del
bar si godevano la scena con i boccali di birra in mano. Ebbi un lampo
di genio, presi 10 dollari dalla tasca, li misi in mano a due ubriaconi
e presi le loro birre, mentre grugnivano il loro dissenso mi avvicinai
ai due idioti che litigavano e gli svuotai il liquido ghiacciato sulla
testa. Funzionò. Si girarono a guardarmi sorpresi e
quell'attimo
di distrazione mi servì per piazzarmi tra di loro faccia a
faccia con Edward. Misi fuori gioco Jacob con una gomitata che lo fece
barcollare all'indietro emmettendo lamenti di dolore - tu siediti
lì e sta buono. Cuccia! - urlai al mio povero amico . Ad
Edward
riservai un sonoro ceffone, sulla testaccia dura, a mano aperta : - e
tu?... ma che cosa ti sei messo in testa? Scemo! E' il modo di
aggredire la gente ? Così senza motivo?! -
- Togliti dai piedi Bella, io e te faremo i conti più tardi.
Adesso devo azzoppare quel viscido verme di un cane! - ruggì
a
denti stretti.
- NO! Tu adesso mi ascolti, hai capito?!... Jacob, vieni qui! - si
alzò dal marciapiede con fatica e si avvicinò -
digli
perchè hai voluto vedermi! -
Aspettai che parlasse e intanto cercavo di tenere fermo l'idiota del
mio fidanzato .
- Mi devo sposare - grugnì dolorante - e volevo invitare
Bella
al mio matrimonio - altro grugnito di dolore - e mettere una pietra
sopra alle nostre stupide incomprensioni - .
- Grazie Jacob!. Adesso quanto ti senti idiota da 1 a 10 ?! - chiesi al
mio ragazzo guardandolo malissimo.
Finalmente Edward smise di divincolarsi, passò lo sguardo
mortificato da Jacob a me e con un sospiro si portò entrambi
le
mani sulla testa prima di dire : - Undici... mi dispiace... sono
mortificato... non so cosa mi è preso. Scusa Jacob -.
Jacob tentennava,evidentemente non era sicuro di poterlo perdonare,
così intervenni io : - Jacob? Avanti, ti ha chiesto scusa,
non
fare il bambino! -
- E sarei io il bambino? Cosa racconterò a Leah quando torno
a
casa? Come giustificherò l'occhio nero? E poi puzzo come un
birrificio! - sbottò come un bambinone, evidentemente questa
Leah sapeva il fatto suo se riusciva ad intimorire così quel
ragazzone.
- Dille la verità, e cioè che hai avuto un
incontro ravvicinato con uno scervellato! -
- Hei! Lui ti stava baciando! Cosa avrei dovuto pensare? Se mi chiamavi
e mi avvertivi, tutto questo non sarebbe successo! -
- Ah, quindi è colpa mia adesso?! - sbottai mettendo le mani
sui fianchi.
Intervenne Jacob - forse se invece di flirtare con altre donne facessi
l'uomo , non sarebbe successo. Anzi ringraziami per aver consolato
Bella, l'ho trovata in lacrime per la strada! -
- Jacob! Me la vedo io con lui per questo, ok?! - gli lanciai uno
sguardo di fuoco.
In quel momento si udirono le sirene della polizia che si avvicinavano.
Il padrone del bar urlò - hei ragazza! Dì a Rocky
Balboa
e Ivan Drago della minchia, di darsela a gambe se non vogliono passare
la notte in gabbia! -
- Merda! Vieni, andiamo! - Presi Edward per un braccio e lo tirai per
farlo camminare, ma era come tirare un mulo testardo.
- Perchè piangevi? Cosa voleva dire Black? -
- Andiamo a casa prima, abbiamo già dato abbastanza
spettacolo
per stasera e poi non voglio che ti portino in prigione! -.
Jacob corse verso la sua auto rinnovandomi l'invito alle nozze, risposi
con un cenno della mano, ancora alle prese con il trascinare Edward
lontano dal bar e dalla polizia.
Finalmente collaborò e tornammo a casa di corsa.
Appena fummo al sicuro nel nostro appartamento feci un gran sospiro,
mentre cercavo di fermare il fiatone per la gran corsa.
- Adesso mi dici perchè piangevi ? -
Non riuscii a dare un nome alla sua espressione; arrabbiato? Triste?
Deluso? Preoccupato? Forse un mix di tutti questi stati d'animo.
Aspettò la mia risposta con le sopraciglia aggrottate.
Io invece provai di nuovo quella maledetta insicurezza e i pensieri
negativi ,che erano stati sedati fino a poco prima, tornarono
prepotenti.
Cercai di parlare in modo calmo, ma dentro di me c'era una tempesta:
- Sono venuta all'officina, volevo farti una sorpresa e... - inghiottii
a vuoto - ti ho visto con quella
donna. E sono andata via distrutta. In quel momento Jacob mi ha
chiamato, il resto lo sai -.
Lui sembrava scendere dalle nuvole, e mi fece arrabbiare ancora di
più.
- La donna bionda che ti toccava! Alla quale tu sorridevi come un
povero idiota innamorato! -
Ricominciai a piangere.
Edward cominciò a scuotere la testa incredulo , si
passò
le mani tra i capelli ancora bagnati di birra, sospirò. E in
quel momento la pura delusione si dipinse sul suo volto e tremai.
Lacrime silenziose cadevano dai miei occhi , eravamo ad un paio di
metri di distanza ma io mi sentii come se ci fosse stato un'abisso fra
di noi.
- Non ci posso credere, - parlava piano - ti è bastato
vedermi
parlare con un'altra donna per scappare in lacrime?! - alzò
la
voce - è questa la fiducia che hai in me?! Sono anni che
stiamo
insieme, ti ho dimostrato che ti amo in mille modi e detto altre
duemila, e tu mi vedi parlare con un'altra e vai fuori di testa?!...
Assurdo! Ti rendi conto che sei assurda?! -
- Eh no, eh no no no, caro mio! Non osare farmi sentire in colpa per
aver dubitato di te! Non dopo che ti sei comportato come un
pazzo,geloso,
isterico e violento, e aver preso a pugni un povero innocente! Un
vecchio amico che mi stava invitando alle sue nozze! Chi è
assurdo adesso?! - Urlavo puntandogli il dito, era una cosa che odiava
e io lo feci apposta per irritarlo.
- Sai qual'è la differenza?! Io non stavo seduto in un bar a
sbaciucchiare una mia ex ! Stavo lavorando! E quella, era mia zia Kate!
La sorella di mia madre! CAZZO! -
Si era avvicinato e mi guardava in cagnesco, mi sentii sollevata e un
idiota nello stesso momento, il mio viso si distese ma lui
continuò a guardarmi arrabbiato.
- Cos'hai da dire adesso?! EH ?! Se tu fossi entrata e ti fossi fatta
vedere te l'avrei presentata! Moriva dalla voglia di conoscerti! Voleva
invitarci a cena! Ma io avevo voglia di stare da solo con te!
Perchè mi mancavi da morire! Allora ci siamo accordati per
domani a pranzo! -
- Smettila di urlare! Come potevo saperlo?! Conosco tutta la tua
famiglia! Lei non l'avevo mai vista! -
- Perchè abita in Italia! Ha una galleria d'arte a Firenze!
Io
stesso non la vedevo dal funerale di mia madre!- - Bèh ,
potevi
almeno dirmi di lei!... E poi come puoi biasimarmi?! Sono settimane che
non fai che lavorare, non mi cerchi più per fare l'amore! Ti
sei
accorto cosa fanno le coppie innamorate , Edward?! SI SPOSANO! E...e
fanno figli! E si sposano ,cazzo! E noi? Noi lavoriamo e lavoriamo... e
non facciamo più l'amore!- piagnucolavo e urlavo come
un'isterica.
- Cazzo! E' come parlare con una bambina ritardata! - si
passò
le mani sul viso - vado a farmi una doccia, così mi calmo,
altrimenti impazzisco - si tolse la maglietta mentre entrava in bagno e
si chiuse dentro.
Ma siccome non potevo lasciare che avesse lui l'ultima parola, da
perfetta bambinona quale ero , urlai alla porta chiusa : - Si! E fai
bene! Puzzi come un caprone ubriaco! -
Aspettai e aspettai, lo scroscio dell'acqua continuava e continuava.
Persi le speranze e andai in camera da letto, mi spogliai e appoggiai i
vestiti sulla sedia a dondolo che avevo comprato quando avevo saputo
che Rose era incita. L'avevo vista in un negozietto dell'usato,
sembrava quella su cui mi dondolavo quando andavo a passare le estati
da nonna; e in un attimo la mia fervida immaginazione mi aveva mandato
immagini di me che cullavo un bambino piccolo: dai capelli di bronzo e
gli occhi verdi che mi guardava assonnato. Fu impossibile resistere
alla tentazione, così la comprai, pensando che presto quei
sogni
ad occhi aperti sarebbero diventati realtà. E invece la
sedia
serviva solo ad appoggiare gli indumenti. Calde lacrime ricominciarono
a scendere dai miei occhi che ormai mi bruciavano dopo aver pianto
tanto. Mi infilai sotto le coperte mentre la paura mi chiudeva lo
stomaco.
Edward era davvero arrabbiato stavolta. E se non mi avesse perdonato?
Cosa avrei fatto senza di lui. Cosa ne avrei fatto del mio cuore senza
di lui?.
Forse mi appisolai, stanca per le forti emozioni e per gli eventi di
quell' assurda serata,
non avevo sentito Edward venire a letto,ma lo sentii venirmi vicino e
abbracciarmi, mi sfiorò il collo con un bacio .
- Mi dispiace tanto, amore mio. Scusa per essermi comportato come un
pazzo geloso. Scusa per aver urlato e per aver dubitato di te.Ma quando
ti ho vista con lui ho provato un dolore così forte che sono
andato fuori di testa - sussurrò al mio orecchio e
rabbrividii
di piacere.
Mi girai per guardarlo negli occhi, gli accarezzai piano il livido che
si era formato sullo zigomo e lo circondai in un abbraccio .
Indossava solo i boxer, e la pelle calda profumava di pulito.
- Lo so, amore. So cos'hai provato, perchè è
quello che
ho provato anch'io. Scusami anche tu per aver dubitato del tuo amore -.
Mi sfiorò le labbra con un bacio e mi fece un sorriso, il
mio
cuore cominciò a battere forte, così forte che
temevo lo
potesse sentire.
- C'è la mia torta preferita in cucina, e la casa e invasa
dalle
candele, tu ne sai niente? - disse con dolcezza .Io arrossii e nascosi
il viso sul suo petto.
- Volevo farti una sorpresa: cenetta romantica e sesso sfrenato a lume
di candela, ero venuta a trovarti al lavoro per tornare a casa insieme,
e invece ho combinato un disastro -.
Mi sollevò il viso perchè lo guardassi negli
occhi e mi
baciò, abbracciandomi ancora più forte. La sua
lingua
cercò la mia e non ci fu più bisogno di parole e
di
scuse. Solo desiderio e bisogno di sollievo, dopo aver passato tanti
giorni lontani dalle reciproche mani e labbra; dalla pelle, dall'odore
e dall'amore.
Scese a catturarmi un capezzolo con la bocca attraverso la stoffa
sottile del reggiseno e con la mano tracciò un sentiero di
fuoco fin
sotto alle mutandine, respiravo a fatica tanto ero eccitata, mi era
mancato così tanto che la mia pelle era ancor più
sensibile del solito. Secondo me le nostre menti erano collegate ,
perchè lui sospirò sul mio seno : - mi sei
mancata
così tanto, amore. Voglio baciare e riassaporare ogni
centimetro
della tua pelle - . E Edward, quando diceva una cosa la faceva
sicuramente. Mi liberò dalla biancheria intima e
cominciò
la lenta esplorazione del mio corpo; baciava ogni neo, ogni
lentiggine,mentre scendeva sull'addome e, continuando la
discesa,insinuò la sua lingua calda fra le mie cosce. La mia
pelle era ricoperta di brividi, io sospiravo e gemevo di piacere.Gli
affondai le mani tra i capelli, incapace di respirare , mentre lui mi
faceva impazzire con la bocca, proprio lì nel punto esatto,
proprio dove lo volevo di più. Sentivo il piacere costruirsi
nel
basso ventre, ma lo volevo dentro di me quando sarebbe successo,
così lo tirai per i capelli facendogli capire di fermarsi, e
poi
anche a me la sua pelle era mancata da morire e non potevo
più
aspettare. Invertimmo le posizioni e quando fui sopra di lui presi a
baciarlo a leccarlo, senza mai stancarmi. Adoravo il suo sapore, e ne
volevo di più, sempre di più. Scesi tra le sue
gambe e lo
sentii ruggire di piacere quando lo presi in bocca; lo accarezzai con
la lingua e le labbra seguendo tutta la lunghezza. Con mia delusione mi
fermò, e affannato mi sussurrò : - amore ,
fermati o
finirà tutto molto presto, è passato troppo tempo
dall'ultima volta. Ti desidero da impazzire. Vieni qui... -.
Quando fu di nuovo sopra di me, occhi negli occhi, ci baciammo come se
fosse l'ultima volta; i denti mordevano, le lingue leccavano e le
labbra accarezzavano. Aprii le gambe e lo accolsi dentro di me,
nell'attimo in cui i nostri corpi si unirono trattenemmo il respiro. Mi
riempì lentamente e completamente e si fermò, mi
guardò così intensamente che mi sentii il corpo
di
gelatina, e disse - ti amo, Bella. Ti amo così tanto che
sento il
cuore scoppiarmi nel petto - .
Era quello che provavo anch'io, ma non ero mai stata brava con le
parole, non quanto lui. Così gli presi il viso tra le mani e
lo
baciai con tutta l'intensità del mio amore , poi sussurrai -
ti
amo, Edward. Ti amo. Ti amo. Ti amo - .
Cominciammo a muoverci all'unisono , spinti l'uno verso l'altra da un
bisogno implacabile di appartenerci , un desiderio
primordiale
e insaziabile . Continuammo instancabili, cambiando
posizione. Edward
mi prese da dietro con bramosia e avidità. Mi
girò di
nuovo perchè non poteva stare lontano dai miei occhi e dalla
mia
bocca per molto, lo presi per le spalle e lo spinsi a girarsi e quando
fui sopra di lui presi il comando . Era la sua posizione preferita,
perchè poteva toccarmi il seno e guardarmi. Invece io mi ero
sempre sentita un po' troppo esposta così. Ma non quella
sera.
Quella sera era tutto troppo perfetto, tutto troppo intenso, per
permettere alla mia timidezza di rovinare le cose.
Continuai a muovermi aumentando il ritmo, sempre di più,
sempre
di più. Cercò di rallentare le spinte mettendomi
le mani
sui fianchi, ma gliele tolsi e le bloccai sopra la sua testa con le mie
- mi piace questo lato aggressivo, piccola. Ma se non rallenti non
riuscirò a controllarmi per molto - sospirò tra i
gemiti.
- Non ti devi controllare - respirai.
Vedere il suo bellissimo viso nel pieno del piacere e sentirlo urlare
il mio nome mi fece perdere quel minimo di controllo che ancora avevo,
e l'orgasmo scoppiò intenso facendomi cadere sul suo petto
esausta.
Restammo abbracciati a sussurrarci sciocche frasi d'amore giocando con
le rime e ridendo.
- Amore mio, ti amo più del gelato, se me lo lecchi ne
sarò estasiato -
- Dio, Edward! - ormai mi faceva male la pancia a forza di ridere -
questa era veramente pessima ! -
- Non pessima come la tua, come faceva? - fece una stridula voce
femminile mentre ripeteva la mia rima - Oh amor mio dalla chioma di
bronzo, ti amo anche quando sei stronzo... questa sì che era
pessima! - .
Ridemmo ancora, senza smettere un attimo di baciarci .
Poi Edward si fece serio e cominciò a parlare senza smettere
di accarezzarmi la schiena nuda.
- Quando mia madre rimase incinta di Emmett aveva solo 19 anni,
rinunciò al college e accettò di sposare
papà.
I nonni le regalarono comunque il fondo bancario che avevano
risparmiato per la scuola, ma mamma non lo accettò, mio
padre
veniva da una famiglia ricca e non ce ne fu bisogno, così
mio
nonno che aveva il pallino per gli affari li fece fruttare molto bene.
Prima di morire, mia madre, firmò un testamento
dove
lasciava quei soldi in parti uguali a Emmett e me.Probabilmente aveva
previsto che nessuno dei suoi figli avrebbe accettato soldi dal loro
padre, sapeva che eravamo due orgogliose teste d'acciaio.
Però
ne avremmo usufruito solo quando avremmo deciso di sposarci.L'ho saputo
stasera da zia Kate. Emmett ha
ricevuto la sua parte l'anno scorso promettendo di non dirmi niente,
per non rovinarmi la sorpresa. Zia Kate era venuta per farmi
firmare gli incartamenti necessari, altrimenti avrei dovuto farmi un
viaggetto fino in Alaska dai nonni, e per darmi una cosa - .
Si alzò dal letto e lo vidi prendere una scatolina, dal suo
comodino, che notai solo in quel momento. Fece il giro del letto e
venne dalla mia parte, era completamente nudo e ammetto che mi
distraevo spesso, quindi non fui per niente perspicace.
- Avrei voluto fare le cose per bene, regalarti dei fiori e portarti
fuori a cena,come le coppie normali, ma con te è impossibile
,
dovevo prevederlo. Questo era di mia madre,- aprì il piccolo
cofanetto che svelò un bellissimo anello d'oro bianco di
forma ovale e ricoperto di piccoli diamanti - voleva che lo
avessi io per
darlo alla donna che mi avrebbe amato, ha detto a zia Kate che solo una
donna speciale poteva starmi accanto,a quel tempo avevo un
caratteraccio. Quindi... - si inginocchiò e io buttai
all'aria
le coperte, finalmente intuii cosa stava succedendo, mi sedetti e
portai le mani sulle guance bollenti mentre ripetevo tra le lacrime -
oddio, oddio, oddio ! -
- Isabella Marie Swan, vuoi rendermi l'uomo più felice del
mondo accettando di sposarmi? -
PIangevo e ridevo contemporaneamente e senza indugiare risposi : - SI!
Assolutamente si!Mille volte SI! -
M'infilò l'anello all'anulare con un sorriso raggiante,
senza mai smettere di guardarmi intensamente negli occhi.
Mi buttai tra le sue braccia e lo tempestai di baci, cadde all'indietro
sotto il mio peso e la mia esuberanza, io non la smettevo di piangere e
ridere. Poi i baci rallentarono si intensificarono e finimmo per fare
l'amore sul pavimento, senza nemmeno prenderci la briga di tornare a
letto. Fu intenso e selvaggio come se non avessimo un'altro giorno.
Invece davanti a noi c'era tutta la vita, la nostra vita insieme, per
sempre insieme.
Eccoci
qua! Allora, che ve ne pare? Non sono adorabili? E che colpo di fortuna
è stata l'eredità di mammina?
Lo
so fa un po' favoletta, ma dovevamo dare il tempo ai due piccioncini di
fare tanto fiki fiki, e con tutto quel lavoro non ci riuscivano
più...
Spero
di tornare presto con un'altra storia, ce n'ho una che scrivo da 3
anni, forse un giorno la pubblicherò...
CIAO
a tutti! E sempre grazie a chi ha letto la mia storia e l'ha recensita,
chi l'ha messa tra le seguite e chi tra le preferite... Vi adoro, alla
prossima!
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