All I Want for Christmas is You

di MimiRyuugu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Walking on Air ***
Capitolo 2: *** Set Apart This Dream ***
Capitolo 3: *** Mine ***
Capitolo 4: *** All I Want for Christmas is You ***



Capitolo 1
*** Walking on Air ***


Salveee *_* ebbene si, dopo sette anni di scrittura di fan fiction sul mondo Potteriano ho deciso di allargare le vedute e cercare di pubblicare qualcosa di mio anche qui. Questa in realtà doveva essere una one-shot, ma come sanno le ragazze che mi leggono già da un pò (ciao bimbe <3), io e i capitoli corti non andiamo d'accordo. Per cui si è trasformata in una fic in capitoli, anche se mi dispiace dividerla perchè perde un pò o.ò
Questa in particolare è una fic "remeber" cioè in cui descrivo un evento passato della vita delle mie tre protagoniste (I Tre Uragani per l'appunto). Diciamo che è una specie di prova per farvi iniziare a conoscere i miei personaggi e vedere cosa ne pensate prima di postare il resto della saga. In realtà poi questa è l'ultimo prodotto partorito dalla mia piccola piccola mente xD

Avvertenze:  come noterete ci vuole un pò ad abituarsi al mio stile di scrittura, che può risultare abbastanza sgrammaticato. Tutto ciò è voluto e spero non me ne vogliate male xD
Altra nota dall'autrice: spesso e volentieri introduco canzoni in ciò che scrivo (scritte in corsivo) in modo da dare un maggiore effetto al momento. Collegare ricordi a canzoni è ciò che faccio anche io nella vita reale e siccome mi immedesimo molto in quello che scrivo l'ho voluto fare anche qui.
In questo primo capitolo abbiamo solo Walking on Air (di Kerli *-* mi farebbe piacere se la sentiste come sottofondo alla lettura *w*)

Siccome sono magnanima, vi semplificherò la vita con lo schema delle famiglie aggiunte alla Weasley, Harry ed Hermione:
I Wyspet: Mary Cohen, Sebastian Wyspet e la figliUola Giulia (11 anni)
Gli Haliwell: Ilary McGuire, Andrew Haliwell e i figliUoli Christian (16 anni), Anna Alvis (11 anni) e Mary Kate (10 anni).

I nomi li ho scelti quasi sette anni fa, per cui ci sono troppo affezionata per cambiarli e mi dispiace se risulteranno banali xD
Ora che vi ho tediato con questa presentazione epica (di lunghezza), vi lascio al primo capitolo <3
Buona lettura :3



1. Walking on Air

Candida neve scendeva placida. Sotterrando sotto un manto soffice Londra. Le case erano illuminate da mille colori. Era pieno inverno e mancavano esattamente due giorni a Natale. Il momento in cui tutte le famiglie sono più unite. Così avevano deciso di fare tre di queste. Iniziate le vacanze ad Hogwarts i genitori si erano subito messi in moto per invitare i parenti delle nuove amicizie formate già dal primo anno. Così avevano fatto i Weasley. Che avevano avuto l’idea di invitare i Wyspet e gli Haliwell alla Tana. Insieme a loro si era stabilita la piccola Hermione ed Harry. Mentre i genitori della prima avevano accettato di passare le festività con altri parenti. Molly trafficava indaffarata in cucina per preparare l’ennesima ricca cena. Ad aiutarla Mary ed Ilary. Seduti al tavolo Sebastian, Arthur e Andrew chiacchieravano concitati. Nel salotto era concentrata tutta la prole delle tre famiglie. I gemelli Fred e George giocavano a scacchi annoiati. Ron ed Harry li guardavano meravigliati. Sul divano Percy ed Hermione, seduti ai lati opposti l’uno dell’altro, erano assorti nella lettura di un libro. Mary Kate e Ginny giocavano tranquille in un angolo. Mentre Anna e Giulia sfogliavano qualche rivista sdraiate a terra. La prima indossava un abito nero pieno di pizzi grigi e bianchi. In testa un headdress dai fini nastri. E delle scarpine che la alzavano di qualche centimetro. La seconda navigava nella sua enorme felpa viola della Converse. Una gonna a balze viola. Calze a righe e un paio di ballerine. “Tu che hai chiesto a Babbo Natale?” chiese quest’ultima. Oramai stufa di sfogliare la rivista. La castana alzò lo sguardo disinteressata. “Il peluche di Jack Skeletron…ma tanto so che non me lo porterà…” rispose acida. Giulia la guardò dubbiosa. “E tu che cosa hai chiesto?” sviò Anna. La bambina sorrise. “Un paio di Converse viola con i lacci con i teschi! Oppure rossi…” rispose tutta agitata. La castana sospirò esasperata. “Certo che sei proprio fissata…” commentò. L’altra alzò gli occhi al cielo innocente. Hermione continuava a leggere imperterrita. D’improvviso Anna si alzò ed andò da lei. Sedendosi con un balzo. Percy si voltò di poco. “Ma non ti stufi mai di leggere Hermione?” le chiese. La diretta interessata fece finta di nulla. Quando però la castana iniziò a punzecchiarla sul fianco sbuffò. “E tu non ti stanchi mai di portare all’esasperazione le persone Anna?” sbottò secca. Anna la guardò offesa. Poi le fece la linguaccia. Però si annoiava. Così decise di cambiare vittima. Spostandosi quindi verso Percy. Nel frattempo Giulia la raggiunse e prese il suo posto vicino ad Hermione. Iniziando a punzecchiarla. “Tu Percy che leggi?” gli chiese. Il ragazzo sobbalzò di poco. “Sto solo…sto solo leggendo il prossimo capitolo di Storia della Magia…” rispose incerto. Anna si sporse per vedere meglio le pagine. “Non mi sembra molto divertente…” osservò. Percy sorrise. “Non è detto che debba per forza esserlo…magari può anche essere solo interessante…” commentò saggiò. La castana storse il naso. Subito dopo si sentì un rumore. “Hermione mi hai fatto male!” si lamentò Giulia. L’amica, stufa dei continui dispetti, le aveva dato in testa il libro. “Bambine, smettetela di dare fastidio ad Hermione e Percy! Piuttosto venire a preparare la tavola!” le richiamò Ilary. Anna saltò giù dal divano e si spostò di malavoglia in cucina. La compare la seguì massaggiandosi la testa. Mary la guardò divertita e le fece una carezza. Molly sorpassò la castana lanciandole un’occhiata veloce. La bambina si avvicinò alla madre. “Noi però ci annoiamo…” precisò ancora Giulia. La madre sorrise. “La cena sarà pronta fra poco…abbiate un po’ di pazienza…” commentò ancora Ilary. Anna sbuffò. In realtà lei era quella che mangiava meno di tutti. E non le andava a genio nemmeno sedersi a tavola con tutta quella gente. Si sentiva abbastanza a disagio. “Bill e Charlie dovrebbero essere qui fra poco…” aggiunse Molly. Sorpassando per l’ennesima volta le bambine. Che si guardarono dubbiose. Oramai avevano perso il conto dei componenti della famiglia Weasley. Dopo pochi minuti il tavolo venne preparato per la cena. Tutto il gruppo venne riunito intorno alla miriade di pietanze. Lasciando due sedie vuote. Ron aveva cercato invano di mangiare almeno un pezzo di pane, ma la madre gliel’aveva proibito. Si doveva aspettare l’arrivo di tutti. Finalmente il campanello suonò e Arthur andò ad aprire. Seguito dalla moglie che cinguettava agitata. Tutti erano curiosi di vedere i due figli maggiori. Anna come al solito teneva gli occhi fissi davanti a se. “Giulia…posso passarti metà dei miei piatti?” le sussurrò piano. L’amica la guardò stupita. “Anche stasera? Non stai bene Anna?” le chiese preoccupata. La castana scosse la testa. La verità era che in mezzo a tutta quella gente il suo stomaco si rifiutava di ingerire qualsiasi cosa. Anche se le pietanze le sembravano abbastanza invitanti. “No…però…non dire nulla alla mamma…” la pregò. Giulia annuì un poco dubbiosa. Se Ilary l’avesse saputo l’avrebbe costretta a mangiare. E lei sarebbe stata male tutta la notte. E poi non voleva dare dispiacere a Molly. Sapeva già di non starle a genio. Non voleva farsi vedere ancora più antipatica. La castana venne distratta dal vociare. Qualcuno era appena entrato in sala. Il primo era un ragazzo di media altezza. Solite caratteristiche Weasley. Il secondo fece rimanere Anna a bocca aperta. Era alto. Corporatura magra ma robusta. Capelli lunghi. Lentiggini. Un orecchino a corno pendente da un orecchio. Gli occhi di un azzurro limpido. Avvolto in un giubbotto di pelle. Molly iniziò subito le presentazioni. La castana ne rimase talmente affascinata che, all’arrivo del suo turno, boccheggiò qualcosa che nemmeno lei seppe riconoscere come il suo nome. Il ragazzo teneva fisso il suo sguardo su di lei. E ciò la fece arrossire. Giulia si guardava intorno oramai persa. Stava ferma. Sapeva che se si fosse mossa più del dovuto avrebbe fatto uno dei suoi soliti danni. L’intero gruppo si rimise a tavola. Ed iniziarono a cenare. Come promesso Giulia mangiò metà dei pasti di Anna. Fino alla verdura. Che nemmeno la prima riusciva a mangiare. Ilary lo notò subito. “Avanti tesoro…devi mangiare tutto…stai lasciando quello che ti fa più bene…” cercò di convincerla. Ma la castana scosse la testa. Mary non ci provava nemmeno con Giulia. Avrebbe finito solo con il farla piangere. “Hermione ha finito tutto…avanti, non vorrai fare la figura della bambina capricciosa davanti a tutti…” la esortò ancora Ilary. Anna si sentiva gli sguardi di tutti puntati addosso. Abbassò lo sguardo e si tenne una mano sullo stomaco. “Mamma…non…non sto bene…vado a sedermi di la…” disse. In maniera finta sofferente. La donna la guardò fra il preoccupato e lo scettico. Arresa però la lasciò andare. La castana scostò la sedia e andò sul divano nella stanza accanto. “Non so più che fare con lei veramente…” sentì sospirare la madre. Anna saltò sul divano e si rannicchiò in un angolo. Li da sola se ne stava molto meglio. Appoggiò la testa allo schienale e rimase così. A sentire le parole che arrivavano dalla cucina. C’era un gran vociare. Delle risate. Tante risate. Che ci fosse stata o no non importava a nessuno. Forse stava meglio così. Da sola poteva fare quello che voleva. Nessuno la costringeva a fare nulla. Però infondo sperava di divertirsi un po’ anche lei. Non era mai stata una bambina facile. Un rumore attirò la sua attenzione. There's a little creepy house in a little creepy place, little creepy town in a little creepy world. “Hey tutto bene?” le chiese una voce. Anna sobbalzò. “Mi dispiace…non volevo spaventarti piccola…” si scusò Bill. La castana scosse la testa. Rimanendo con lo sguardo incantato davanti a quel ragazzo che le pareva perfetto. Si era legato i capelli in una coda. E gli occhi la guardavano. Erano quasi. Dolci. “Sbaglio o qui c’è qualcuno di molto timido?” la prese in giro il rosso divertito. Anna arrossì. Bill si avvicinò intenerito. Piano si chinò e le mise una mano sulla fronte. Scostandole la frangia. “Eppure non hai febbre…almeno questo…e dimmi, hai forse mal di stomaco?” le chiese. La castana non disse nulla. Semplicemente non capiva. Perché si stava preoccupando per lei? Non la conosceva da nemmeno un’ora! Little creepy girl with her little creepy face, saying funny things that u have never heard. “Forse ho capito il problema…non hai fame per caso?” ipotizzò ancora lui. Anna si morse il labbro. “L’avrai data a bere a tua madre, ma io ho visto che hai dato quasi tutto il cibo alla tua amica...so che la cucina di mia madre è esagerata, non ti preoccupare se non riesci a finire tutto…” la rassicurò. La castana abbassò lo sguardo. “Io…io non riesco a mangiare se sono in mezzo a tanta gente…non…non lo sopporto proprio…” sussurrò. Bill sorrise. “Finalmente ho sentito la voce di questa piccola bambolina lolita!” esclamò contento. Anna lo guardò sorpresa. “Sai…tu mi ricordi tanto un personaggio di un libro che ho letto…” iniziò a dire ancora lui. La castana si avvicinò curiosa. Do you know what it's all about are you brave enough to figure out. “Che…che libro è?” gli chiese. Facendosi coraggio. “Intervista col Vampiro…eggià, tu mi ricordi quella piccola bambolina di Claudia…” ripetè il ragazzo. Anna lo guardò delusa. Non l’aveva letto quel libro. “Claudia è una piccola vampira…di circa cinque anni…però la sua bellezza è talmente profonda…ha una personalità pari a quella di un’adulta…sembra una bambola di porcellana, proprio come te!” le sorrise Bill. La castana arrossì. Know that you could set your world on fire, if you are strong enough to leave your doubts. “Io…io quel libro non l’ho letto…” confessò lei. Il ragazzo alzò le spalle. “Non c’è problema…te lo presterò volentieri…però tu in cambio mi devi promettere una cosa…” le disse. Anna ci pensò su. “Che cosa?” chiese poi. Bill la guardò. “Devi promettermi che non farai più quel faccino triste…” rispose. La castana iniziò a torturarsi l’orlo della gonna con le mani. “Perché dovrei promettertelo?” rimbeccò. Il rosso rise divertito. “Perché dici? Bhe…perché davvero mi spezza il cuore vederti qui…tutta sola…” spiegò sincero. Anna fissò gli occhi sui suoi azzurri. Erano limpidi come il più bel cielo primaverile. Feel it, breathe it, believe it and you'll be walking on air, go try, go fly so high and you'll be walking on air. “Allora…ok…lo prometto…” disse. Anche se non credeva che sarebbe riuscita veramente a mantenere la parola. “Perfetto! Così ti voglio piccola…Anna giusto?” le chiese. La bambina annuì. Bill allungò una mano e le fece una carezza sulla testa soddisfatto. “Bill c’è il dolce, vieni?” lo chiamò Molly. Anna lo guardò. Pronta a tornare da sola in pochi minuti. “Non vuoi nemmeno il dolce?” le chiese ancora premuroso. La bambina scosse la testa. Il rosso annuì comprensivo. “Sto qui con Anna…le faccio compagnia finché non sta meglio!” rifiutò. La castana sbarrò gli occhi. Non credeva che a qualcuno potesse veramente importare come si sentiva. O se stesse fingendo. O per quale motivo stesse fingendo. Ma quel ragazzo davanti a lei, con cui aveva scambiato solo poche parole, aveva rifiutato addirittura il dolce preparato da sua madre! Anna era confusa. Non riuscì a dire nulla. Anche se un grazie gliel’avrebbe detto volentieri. Riuscì solo ad arrossire. “Allora bambolina…se ti torna fame magari più tardi vado a rubacchiare dei biscotti dalla credenza…” esordì poi Bill. La castana lo guardò curiosa. Il rosso si chinò fino ad arrivare al suo orecchio. La coda gli scivolò su un lato e solleticò una guancia della bambina. “Fred e George li nascono sempre li sotto in modo che mamma non li trovi e li nasconda…lei crede che esistano solo quelli nel baratto nella credenza di sopra…lo facciamo da quando eravamo piccoli, è un segreto!” sussurrò piano. Anna divampò definitivamente. Bill si scostò da lei e si poggiò un dito sulle labbra in segno di segretezza. La castana annuì subito. Da quando era entrata in quella casa era così persa. Invece quando il rosso si era avvicinato a lei aveva sentito un piacevole calore nel cuore. Si sentiva stupida a provare qualcosa di simile per una persona appena conosciuta. Eppure avrebbe voluto allungare le mani e buttarsi fra le sue braccia. Era una sensazione che non provava da tanto. Nemmeno con suo fratello Christian, che era più giovane di Bill. “Che c’è bambolina? Ti sei incantata?” la chiamò d’improvviso quest’ultimo. Anna sobbalzò imbarazzata. Scosse la testa ancora rossa in viso. Doveva darsi un contegno. Non poteva arrossire per ogni piccola cosa! “Allora...così sei finita a Grifondoro eh? E cosa te ne pare di Hogwarts?” le chiese divertito il rosso. La castana alzò le spalle. “Non è male…anche se Trasfigurazione e Pozioni non le reggo proprio…” rispose ancora timida. Bill rise. “Hai iniziato scuola da tre mesi e hai già le idee chiare eh? Qualche incidente con i professori?” osservò. Anna alzò gli occhi finta innocente. “Io e Giulia abbiamo sbagliato a trasfigurare un rospo, che invece di diventare una libellula è diventato una mosca…e la Parkinson respirando l’ha ingoiata e ha attaccato briga con noi…continuava a tossire ed era rossissima in faccia! Intanto però mandava incantesimi a destra e sinistra…” raccontò. Mentre un piccolo ghigno prendeva spazio su quel visino di porcellana. Il rosso scosse la testa divertito. “Immagino che alla McGranitt lo spettacolo non sia piaciuto…” commentò. Anna sbuffò. “Per niente…ci ha messe in punizione per una settimana tutte e tre…abbiamo aiutato Madama Pince a sistemare tutti gli scaffali della sezione sulle Creature Magiche…” spiegò ancora. Bill sorrise. Aveva notato che la bambina non era più rannicchiata contro l’angolo del divano. Ma si era tirata su a sedere, le gambe incrociate. Ed ogni tanto dondolava. Facendo muovere i nastrini neri dell’headdress. “E a Piton invece, che avete fatto?” chiese poi. La castana rabbrividì. “Al pipistrellone? Io nulla…è Giulia che ha fatto esplodere un calderone…tutta la classe si è ritrovata coperta di melma verde…che schifo…” sbottò. Cacciando fuori la lingua in segno di disgusto. Il rosso rise ancora. Poi allungò una mano e le fece una carezza sulla testa. “Anche io ne combinavo di tutti i colori ad Hogwarts…è normale bambolina…avrai altri sei anni per tormentare i professori…” scherzò. Anna chiuse gli occhi per godersi quel piccolo momento. Sentiva il cuore battere a mille. E si era rilassata. “Davvero un bell’esempio…” soffiò Christian. Entrando in salotto. La castana aprì gli occhi di scatto. “Ti consiglio di smetterla con tutte queste scene per attirare l’attenzione Anna…ricorda che siamo ospiti…” la rimproverò il fratello. Anna aprì la bocca per replicare. Ma Bill la precedette. “Anna sta male…e tu che sei suo fratello dovresti essertene accorto…non penso che questa piccola bambolina finga…” la difese. La castana rimase a bocca aperta. Christian lo fulminò con lo sguardo. Sbuffò e poi si andò a sedere infondo alle scale. Anche stavolta Anna avrebbe dovuto ringraziare il rosso. Eppure non ci riuscì. Rimase immobile. Con gli occhi fissi su quel ragazzo. Che per qualche strano motivo aveva deciso di credere a lei.

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Capitolo 2
*** Set Apart This Dream ***


Salve salvino *-* come noterete non sono molto paziente nell'aggiornare xD se ho un capitolo pronto non riesco a non metterlo il prima possibile >w< un abbraccio alle bimbe che leggono (si voi, sapete di essere voi é_é) <3
Spero che il continuo della storia vi piaccia <3 per questo capitolo abbiamo Set Apart this Dream (dei Flyleaf).
Le avvertenze sono le stesse del primo capitolo, ma ve le incollo comunque qui sotto u.u

Avvertenze:  come noterete ci vuole un pò ad abituarsi al mio stile di scrittura, che può risultare abbastanza sgrammaticato. Tutto ciò è voluto e spero non me ne vogliate male xD
Altra nota dall'autrice: spesso e volentieri introduco canzoni in ciò che scrivo (scritte in corsivo) in modo da dare un maggiore effetto al momento. Collegare ricordi a canzoni è ciò che faccio anche io nella vita reale e siccome mi immedesimo molto in quello che scrivo l'ho voluto fare anche qui.

Vi lascio al capitolo *w*
Buona lettura <3



2. Set Apart This Dream

Anna e Bill continuarono a parlare per tutta la sera. Nel mentre il salotto fu di nuovo preso d’assalto dal resto del gruppo. Percy si sedette su un cuscino nell’angolo della stanza. Con il libro sulle ginocchia. Hermione aveva occupato gli ultimi gradini delle scale, poco sotto a Christian. Mentre Giulia si era alleata ai gemelli per architettare qualcosa di poco piacevole ai danni degli altri. Ron e Harry si erano rituffati negli scacchi dei maghi. E come nella partita precedente il moro non sembrava per nulla bravo. Mary Kate e Ginny, essendo le più piccole vennero spedite a letto senza troppi complimenti. Erano quasi le dieci quando i restanti membri adulti entrarono nel salotto. Ilary si avvicinò alla figlia. Appoggiata mollemente allo schienale del divano. Intenta ad ascoltare incantata una delle storiche birbonate scolastiche di Bill. “Allora tesoro, come stai ora?” le chiese dolcemente. Anna si voltò di poco. “Meglio…” sussurrò. Più con tono scocciato perché la storia fosse stata interrotta. Mary si avvicinò a Giulia. Che confabulava qualcosa di sospetto con i gemelli. “È ora di dormire, avanti!” la richiamò. La bambina alzò le testa e gonfiò le guance in segno di protesta. “Se sei troppo piccola per rimanere sveglia dovremo proprio rivedere i ruoli Giulia…mi sa che ti abbasserai di un grado…” la punzecchiò George. Fred annuì ridacchiando. Giulia arrossì e si morse il labbro inferiore. La madre scosse la testa esasperata e la prese per mano. “Sono grande mamma…non serve che mi ci porti tu a letto…” bofonchiò offesa. Mary alzò gli occhi al cielo. “Ron, Harry, Hermione! Avanti, anche voi!” li richiamò Molly. Hermione chiuse il libro con un movimento secco e lo strinse fra le braccia. Augurò la buonanotte a tutti e quando passò davanti alla signora Weasley ricevette il tipico abbraccio costriptor. Lo stesso successe con Ron e Harry. Giulia si arrese e facendo la linguaccia ai gemelli seguì i suoi amici. Anna però tergiversava. Voleva implorare sua madre di farla stare sveglia ancora un po’. Voleva sentire ancora storie. Voleva continuare ad essere cullata dalla voce di Bill. Ma sapeva che non ci sarebbe mai riuscita. Ilary la fece scendere dal divano e salutare tutti. Poi con passo mogio salì le scale. Andò in bagno e raggiunse le amiche. Mary Kate e Ginny dormivano oramai beate. La prima russava addirittura. Giulia andò a sbattere contro il proprio baule cadendo a sedere in giù. “Per Billie Joe, ma cosa diamine ci faceva li?!” sbuffò. Per poi tirarsi su e andare al suo letto. Hermione scosse la testa esasperata. Ripose con cura il libro sul comodino e si cambiò. Immergendosi nel pigiama pesante di pile. Giulia passò cinque minuti buoni a litigare con la camicia da notte che le arrivava fino alle caviglie. Odiava che fosse così lunga. Non vedeva l’ora di crescere per potersi mettere quelle belle camicie da notte eleganti che metteva sua madre. E le arrivavano solo fino al ginocchio. Anna slacciò tutti i vari nastrini dell’abitino Gothic Lolita e si tolse l’head dress. Buttando tutto alla rinfusa nel baule. Poi si infilò anche lei la camicia da notte lunga e si infilò sotto le coperte. Infine poggiò gli occhiali sul comodino. Aveva appena chiuso gli occhi quando sentì un rumore. “Giulia non starai mica litigando ancora con quella camicia da notte?” sbottò spazientita Hermione. L’amica grugnì in modo poco femminile. La castana sorrise. Si voltò verso il letto dell’altra. Almeno aveva avuto la fortuna di essere la prima nella scelta dei letti. La stessa cosa che era accaduta ad Hogwarts. “Hei Giulia…che cosa stavi facendo prima coi gemelli?” le chiese curiosa. L’amica ora era intenta ad arrampicarsi sul letto senza cadere di nuovo. “Stavamo…parlando…di un piano supersegretissimo!” iniziò a spiegare. Parlando lentamente per via dello sforzo fisico. Finalmente riuscì a salire sul letto e a strisciare sotto le coperte. “Se è uno dei vostri stupidi scherzi ditemelo subito…così mi preparo e lo evito…” soffiò acida Hermione. Giulia le fece la linguaccia. “Però mi hanno abbassato di grado perché dicono che sono troppo piccola…” aggiunse poi sconsolata. Anna scosse la testa divertita. “Teoricamente loro sono di due anni più grandi…” precisò Hermione. La ragazza si tirò la coperta fino alla testa. La castana ridacchiò. “È tardi…ora a nanna…” decretò ancora Hermione. “Si mamma Herm!” esclamarono in coro le altre due. La bambina sbuffò e chiuse gli occhi. Lo stesso fece Anna. Che però rimase così per almeno una mezzora senza addormentarsi. Ad un certo punto si mise a pancia in su a guardare il soffitto. Contare le crepe forse l’avrebbe fatta dormire. Ma nemmeno questo servi a qualcosa. Si sentiva sola nel letto. Avrebbe tanto voluto intrufolarsi nel letto dei suoi genitori. Se avesse tentato si sarebbe presa una gridata come minimo. Era troppo cresciuta per dormire con loro. Diceva Ilary. Eppure lei non si sentiva così tanto cresciuta come dicevano. Anzi avrebbe tanto voluto tornare ad anni e anni prima. Quando si svegliava per colpa degli incubi. E con passo quatto si intrufolava nella camera di Christian. Close your eyes little girl, you're a princess now, you own this world. Stavano sempre insieme. Prima che lui andasse ad Hogwarts ovviamente. E quando lui era tornato non era più il fratellone a cui voleva bene. Non la considerava più. All’inizio aveva paura che andare in quella scuola cambiasse anche lei. Invece era stata fortunata. Aveva trovato Hermione e Giulia. Eppure in quel momento la nostalgia aveva preso il sopravvento. Piano Anna scese dal letto. Senza nemmeno mettersi gli occhiali uscì dalla stanza. Arrivata a metà del corridoio però si bloccò. Dove sarebbe andata? I suoi genitori l’avrebbero sgridata. E Christian l’avrebbe scacciata come aveva già fatto in passato. Sentendosi improvvisamente persa la castana corse nell’angolino più vicino. E si rannicchiò contro il muro. Twirling in your twirly dress, you're the loveliest far above the rest. Non sapeva che ora fosse. Non riusciva più a rialzarsi. Sentiva gli occhi lucidi. E subito dopo delle calde lacrime iniziarono a rigarle le guance. Nascose il viso fra le ginocchia. Voleva tornare a casa. Voleva tornare al sicuro nella sua cameretta. Fra le sue cose. Odiava stare in mezzo a tutta quella gente che la ignorava e non la capiva. D’improvviso sentì qualcosa posarsi sulla sua spalla. E sobbalzò. Il cuore a mille. You build your castles in the skies, stars reflecting off your eyes. “Ma sei tu bambolina! Non volevo spaventarti scusa…” sussurrò piano Bill. Anna tremò di poco. In preda ai singhiozzi. “Che fai in giro a quest’ora? È tardi…torna a dormire…” le disse poi il rosso. La castana scosse la testa. “Non voglio! Voglio tornare a casa mia, nella mia cameretta!” esclamò. La voce tremula. Bill appoggiò le mani sui fianchi. Sembrava una perfetta imitazione di sua madre. And angels sing on silver clouds and no one cries, screams, or shouts'. “Non…non voglio tornare di la…io…io sono sola…” aggiunse poi la bambina. Abbassando lo sguardo. Il rosso la guardò intenerito. “Vorresti andare a dormire con i tuoi genitori?” le chiese. Anna scosse la testa. “Non posso…è dai sette anni che non me lo permettono…” spiegò. Bill sospirò. E osservò la piccola che gli stava davanti. Era talmente minuscola che sembrava un folletto. O un fantasma. A dir la verità si era preso anche lui un certo spavento. Di certo però non poteva lasciarla li a congelarsi. Oh set apart this dream, oh set apart this dream for me, set apart this dream for me. “Vieni a dormire con me bambolina…” propose allora. La castana spalancò gli occhi e divampò. Il rosso sorrise. Forse era stato troppo diretto. Così si inginocchiò davanti a lei. “Sai Anna…non devi piangere…” esordì. Per poi avvicinarsi. Anna tirò su col naso. “E perché dovrei?” soffiò. Bill le fece una carezza sulla guancia umida. Oh lovely and beautiful, precious and priceless, you're so much more than you know. “Perché quando sorridi sei più bella…” rispose solo. La castana si morse il labbro inferiore. Poi annuì piano. Senza dire nulla il rosso si alzò e la prese in braccio. Anna si strinse al suo petto. Cercando di asciugarsi le lacrime con le mani. Bill la portò in camera sua. Nell’altro letto dormiva beato Christian. Heart of the purest gold, pure clean and white as snow, clothed in such splendor. La castana lo guardò per qualche secondo. Pensando che infondo sarebbe dovuto accorrere lui in suo aiuto. Infondo era il dovere di un fratello maggiore. Eppure lui non si comportava come tale. Oh what a beauty for me. Il rosso la fece sedere sul bordo del letto. Poi entrò sotto le coperte e si appiatti vicino a muro. Per lasciare quasi tutto lo spazio ad Anna. Quest’ultima si avvicinò timida. Fino a finire con la fronte sotto al suo mento. Piano Bill l’abbracciò. E si chinò verso di lei. “Buonanotte bambolina…non ti preoccupare…veglierò io da stanotte su di te…” le sussurrò. La castana tremò di poco. Oh set apart this dream, oh set apart this dream for me, set apart this dream for me. Godendosi il calore che quell’abbraccio le trasmetteva. Scacciando via ogni pensiero ed ogni preoccupazione. Non era più sola. E poi oramai aveva deciso. Bill sarebbe stato il suo fratellone. Per sempre.



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Capitolo 3
*** Mine ***


Salvee ** si, aggiorno già, non ce la faccio ad aspettare xD poi scriverò l'ultimo capitolo u.u è corto anche questo stranamente o.ò di solito faccio capitoli lunghissi tanto quanto le introduzioni (come questa xD) che li precedono xD
L'unica canzone che troviamo è Mine di Taylor Swift *-* per questo capitolo slittiamo da Anna e Bill su un'altra simpatica accoppiata u.u

Avvertenze:  come noterete ci vuole un pò ad abituarsi al mio stile di scrittura, che può risultare abbastanza sgrammaticato. Tutto ciò è voluto e spero non me ne vogliate male xD
Altra nota dall'autrice: spesso e volentieri introduco canzoni in ciò che scrivo (scritte in corsivo) in modo da dare un maggiore effetto al momento. Collegare ricordi a canzoni è ciò che faccio anche io nella vita reale e siccome mi immedesimo molto in quello che scrivo l'ho voluto fare anche qui.

Prometto che nelle mie prossime ff non metterò continuamente queste righe qui sopra xD
Grazie alle bimbe per le recensioni **
Ora vi lascio all'aggiornamento,
Buona lettura <3



3. Mine

Tornando a quei corridoi che si erano svuotati pochi minuti prima, qualcuno cercava di fare meno rumore possibile. Giulia avanzava piano. Una mano poggiata alla parete per non capitombolare in mezzo al buio. Aveva visto Anna sparire fuori dalla porta e non tornare più. Subito dopo la pancia le aveva brontolato. E da allora non era più riuscita a chiudere occhio. Sapeva che l’unica cosa che l’avrebbe calmata sarebbero stati dei biscotti con cialda e cioccolato. Molly li teneva nel vaso sulla mensola più in alto della cucina. E lei sapeva che spostando una sedia ed arrampicandosi sulla credenza ci sarebbe arrivata. Anche se non era buona educazione rubare biscotti in casa altrui. Però ne avrebbe presi due o tre e nessuno se ne sarebbe accorto. Così incespicando sulla camicia da notte la bambina scese le scale. Rischiò un paio di volte di cadere faccia o sedere a terra. Piano avanzò fino in cucina. La fioca luce notturna illuminava a stento la stanza. Però Giulia seppe riconoscere subito il barattolo. Anche se era più in alto di quanto ricordasse. Subito sgambettò verso uno sgabello e tentò di spostarlo senza fare rumore. Ma non ci riuscì. Era troppo pesante perfino per lei. Così si avvicinò alla credenza e tentò si saltarci su. Una volta salita in piedi li sopra la missione sarebbe diventata facilissima. Giulia poggiò le mani sul bordo e provò a tirarsi su. Non era un asso nello sforzo fisico se non si trattava di risse. Sembrava di più che stesse facendo delle flessioni che salire sulla credenza. Al quarto tentativo la bambina si accasciò col fiatone. “Santo Billie Joe voglio i biscotti!” sbottò. Dopo alcuni minuti si rialzò e allungò un braccio nella vana speranza di toccare il barattolo. In realtà era realisticamente impossibile. A meno che si fosse allungata durante quei pochi minuti di riposo. Oh-oh-oh, oh-oh-oh.“Ma guarda chi abbiamo qui…” esordì d’improvviso Fred. Giulia sobbalzò e arrossì a dismisura. Il rosso si chinò sogghignando. “Che stai cercando di fare nanetto?” la prese in giro. La bambina gonfiò le guance offesa. “Non è colpa mia se sono bassa! Devo crescere io!” sbuffò. Fred scosse la testa divertito. E le scompigliò i capelli. Giulia abbassò lo sguardo imbarazzata. Anche lei voleva essere una stangona come i due gemelli. You were in college, workin' part time, waitin' tables, left a small town, never looked back. “Calma, calma uragano! Allora che facevi?” le chiese ancora lui. La bambina indicò il vaso di biscotti. Fred la guardò curioso. “Biscotti a mezzanotte? Sei davvero strana tu!” sorrise. Giulia mantenne basse le iridi nocciola. Era troppo orgogliosa per chiedergli di aiutarla. Dopo tutte le volte che l’aveva presa in giro! Il rosso la scrutò. “Piccola, piccola Giulia Wyspet…come si fa a non divertirsi a prenderti in giro? Sei così carina quando arrossisci…” cantilenò poi. La bambina strinse i pugni. I was a flight risk, with a fear of fallin', wonderin' why we bother with love if it never lasts. Di norma non si sarebbe lasciata punzecchiare così. Anzi l’interlocutore avrebbe già avuto un occhio nero a cui pensare. Però con Fred non ci riusciva. Era più forte di lei. Voleva che la smettesse di trattarla da mocciosa e di prenderla in giro. Voleva essere trattata da vera amica. Perché era quello che lei cercava in lui. Con le sue amiche stava bene e si divertiva. Però anche lui le stava simpatico. I say, "Can you believe it?", as we're lyin' on the couch. Il gemello si sporse di poco per guardarla in viso. Ci rimase perfino male quando vide i suoi occhioni nocciola lucidi. Non voleva di certo farla piangere! “Non c’è bisogno di arrivare fin lassù per avere dei biscotti…io e i miei fratelli li nascondiamo in un posto più accessibile già da anni…” confessò. Allungando una mano e aprendo la credenza li vicino. Quella su cui Giulia voleva arrampicarsi. “Siamo sempre stati dei golosoni…mamma li mette la sopra apposta…” aggiunse poi Fred. Frugando fra le varie scatole ordinate. Infondo, nascosta da tutte le altre, c’era una confezione nuova di biscotti con lo strato di cialda e cioccolato. La bambina spalancò gli occhi. The moment I could see it, yes, yes, I can see it now. Il gemello le aprì la scatola e gliela passò. Giulia prese un biscotto e lo mangiò tutta contenta. Un sorriso le apparve sul faccino e gli occhi lucidi scomparvero. Fred sorrise di rimando. Doveva ammettere che era più soddisfacente vedere questa espressione che quella di quando la prendeva in giro. “Hei Fred…g…grazie…” biascicò timida la bambina. Il rosso le scompigliò ancora i capelli. “Ehm…senti…non è che puoi parlare con George per farmi tornare all’incarico importante? Sai…quello per lo scherzo…ecco…io non sono troppo piccola…” gli chiese poi lei imbarazzata. La confezione di biscotti fra le braccia. Fred alzò le spalle e le rubò un biscotto. You remember, we were sittin' there, by the water You put your arm around me for the first time. “Vedremo…se è vero che non sei così piccola allora se ti chiedo di venire a dormire con me accetterai immagino…questa è una cosa da grandi…” propose. A Giulia quasi si bloccò un biscotto in gola. Mentre le guance le diventarono rosse. Fred rise. “Scema! Stavo scherzando!” confessò. La bambina mise il broncio. Il gemello le fece la linguaccia e si allontanò. You made a rebel of a careless man's careful daughter. “Bene…ora che il mio dovere di gentiluomo qui è compiuto non mi resta che tornare nel mio freddo letto solitario…” recitò. Nemmeno il tempo di fare un altro passo però che Giulia lo bloccò. Prendendogli un lembo della maglia del pigiama. “F…Fred…rimani qui…con me…dividiamo i biscotti…” sussurrò. Il rosso alzò le spalle. Ed intenerito accettò. Passarono altri dieci minuti buoni in cui la confezione venne quasi svuotata. Finito la riposero al suo posto ed uscirono dalla cucina. You are the best thing that's ever been mine. “Vuoi che ti tenga la mano? Conoscendoti rischi di fare le scale di faccia…” la punzecchiò ancora Fred. Giulia sbuffò. E si fece coraggio. “S..senti…se io vengo a dormire con te…mi tratterai come un’amica e non come una mocciosa?” propose. Il gemello la guardò stupito. Do you remember all the city lights on the water? You saw me start to believe for the first time. In effetti la bambina che aveva davanti a se era una valida alleata. Avevano solo due anni di differenza. Ci era andato d’accordo fin dai primi giorni di scuola. E il fatto che fosse goffa ed arrossisse la rendeva incredibilmente carina. Un simile folletto tutto solo nel mondo si sarebbe perso di sicuro. D’improvviso si immaginò loro due fra qualche anno. Giulia cresciuta. Lui all’ultimo anno. Seduti sulle poltrone della Sala Comune di Grifondoro a riempirsi di dolci. Infondo si era sempre chiesto come dovesse essere avere una migliore amica femmina. Di certo non era come con suo fratello. Le ragazze con cui aveva fatto amicizia alla fine avevano sempre dimostrato un certo apprezzamento nei suoi confronti. E ciò rovinava tutto. Forse perché avevano la stessa età e si erano conosciuti troppo tardi. Magari era proprio così che nasceva un’amicizia duratura fra due persone. Da un gesto stupido come mangiare biscotti. You made a rebel of a careless man's careful daughter. “In effetti…si può fare…” ragionò a voce alta il gemello. La bambina arrossì. “Ah scusa…stavo parlando da solo…comunque se vuoi essere trattata come un’amica per me è ok…la storia del dormire assieme però…ecco ti stavo solo prendendo in giro…” precisò Fred. Giulia sbuffò. “Ancora…” gli fece notare. Il rosso rise. “Sei davvero permalosa eh? Se ci tieni tanto verrai a dormire con me, però ti avverto…George russa….” rispose. La bambina sorrise. Però doveva ammettere che l’idea di addormentarsi coccolata da lui non le dispiaceva. Non faceva niente di male. Riempiva solo quel vuoto che sentiva troppo spesso nel letto accanto a lei. E il fatto che fosse Fred a riempirlo. Quello la rendeva ancora più contenta. You are the best thing that's ever been mine. Così il gemello la prese per mano e come promesso si infilarono sotto le coperte. Giulia appoggiò la fronte sul suo petto e si rannicchiò contro di lui. “Buonanotte piccola…non scalciare mi raccomando…” sussurrò quest’ultimo. Ma la bambina aveva già gli occhi chiusi. E dal respiro tranquillo si intuiva che era già nel mondo dei sogni. Oh-oh-oh. Fred sorrise. La strinse e si ripetè che infondo aveva fatto un buon affare. Senza sapere davvero quale grande amicizia sarebbe nata da quella notte di biscotti, prese in giro e sogni condivisi.

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Capitolo 4
*** All I Want for Christmas is You ***


Salvee *_* ebbene si, finalmente la smetto di tediarvi con questa oneshot degenerata in capitoli u.u non ce la faccio proprio a non aggiornare ._. poi magari vi metterò qualche altra oneshot (veramente di un capitolo giuro xD) prima di tutta la saga varia xD o almeno penso che la metterò o.ò

Avvertenze:  come noterete ci vuole un pò ad abituarsi al mio stile di scrittura, che può risultare abbastanza sgrammaticato. Tutto ciò è voluto e spero non me ne vogliate male xD
Altra nota dall'autrice: spesso e volentieri introduco canzoni in ciò che scrivo (scritte in corsivo) in modo da dare un maggiore effetto al momento. Collegare ricordi a canzoni è ciò che faccio anche io nella vita reale e siccome mi immedesimo molto in quello che scrivo l'ho voluto fare anche qui.

In questo capitolo abbiamo solo la canzone che da il titolo a tutta la fic *-* *commossa* anche se è corta mi ci ero affezionata ç_ç
Spero che l'ultimo capitolo piaccia anche a voi <3
Grazie alle bimbe per le recensioni *-*
Buona lettura :3


4. All I Want for Christmas is You

La mattina Bill si svegliò attorniato dal profumo di gianduia. Anna era rannicchiata contro di lui e dormiva ancora. Si succhiava il pollice. Il rosso scosse la testa divertito. Era così piccola da potersela infilare in tasca e portarsela in giro. Cercò di vedersi da una prospettiva esterna. Lui, un ventunenne grande e grosso, abbracciato da una bimba di undici anni sotto le coperte. Era la prima volta che gli succedeva. In genere nemmeno Ginny si era rifugiata in modo così drastico fra le sue braccia. Svegliarsi col profumo di una donna sulle sue lenzuola non era cosa rara. Però accogliere una bambina che conosceva da un giorno nemmeno era la cosa più strana che il suo istinto gli avesse detto di fare. La notte era solo uscito per andare in bagno. Ed era tornato con un fagotto singhiozzante. Eppure Anna lo aveva incantato. Già a cena l’aveva osservata. Così impacciata e tremendamente a disagio. Sapeva quanto le maniere di sua madre potessero risultare invadenti. Gli dispiaceva che la piccola venisse messa da parte così facilmente. Quando risultava chiaro che aveva solo bisogno di una coccola in più. O almeno così pareva a lui. Non era mai stato uno a cui piacessero i bambini in realtà. Però Anna gli faceva proprio tenerezza. Non capiva come suo fratello potesse essere così freddo nei suoi confronti. L’aveva infastidito come l’avesse accusata di fingere così brutalmente la sera prima. La cosa più strana era che questo istinto protettivo non si era mai mostrato in modo così palese. Invece con Anna riusciva solo ad essere dolce. Si sentiva in dovere di proteggerla. Forse perché in quegli occhioni aveva letto questo. Voglia di essere ascoltata. Voglia di essere compresa e non scacciata. Voglia di affetto. Forse la gente si fermava troppo all’apparenza. Ma lui sapeva che sotto quei pizzi e l’headdress da bambolina, la piccola era buona e dolce come ogni bambina della sua età. Lo stava dimostrando anche ora. Stringendosi a lui e dimostrandogli con il respiro tranquillo di star sognando. Lontana dagli incubi. E anche se arrossiva e non riusciva a dirgli grazie non voleva dire che fosse maleducata. Era timida. D’improvviso Bill venne distratto dai suoi pensieri. Dal corridoio si sentivano delle voci. La porta della sua camera si aprì piano. E degli occhi alquanto preoccupati fecero capolino. Era Ilary. Scrutò subito il letto di Christian. Con il fiato sospeso. Poi guardando in direzione del rosso tirò un sospiro di sollievo. Lui era un po’ agitato. Non pensava che dei genitori, vedendo loro figlia dormire fra le braccia di uno sconosciuto, fossero felici. Però lo sguardo di Ilary non era arrabbiato. Gli sorrise e gli indicò il corridoio. Doveva essere piuttosto presto. Così Bill sfilò piano il braccio da sotto il fianco di Anna. E le poggiò la testa sul cuscino. Senza far rumore la sorpassò e la coprì con le lenzuola. La bambina si mosse di poco ma non si svegliò. Il rosso uscì dalla camera richiudendosi la porta dietro le spalle. Come previsto ad aspettarlo c’era Ilary. “Mi dispiace…so che sembrerà strano che Anna sia nel mio letto…però posso spiegare…cioè, così sembra ancora più equivoco in effetti…” esordì a disagio Bill. Ma la donna scosse la testa divertita. “Non c’è bisogno che ti giustifichi Bill…Anna soffre molto la lontananza da casa e il fatto che l’abbia trovata tu mi rende abbastanza felice…” rispose. Il rosso la guardò dubbioso. “Sente molto la mancanza del rapporto che aveva col fratello…sai, Christian andando ad Hogwarts ha perso la visione di fratello maggiore protettivo e affettuoso diciamo…è troppo grande per queste cose dice…” spiegò amaramente Ilary. Bill storse il naso. “Quella che ne ha risentito di più è Anna…erano tanto legati…ti sembrerà che anche io ed Andrew ci dimostriamo severi nei suoi confronti, ma lo facciamo solo per lei…abbiamo smesso di accontentare i suoi capricci prima che andasse ad Hogwarts per il semplice motivo di non ferirla ancora di più…” continuò a dire la donna. Il rosso annuì. Ora capiva del perché avessero smesso di farla dormire con loro. “Ho fatto qualcosa di sbagliato?” chiese. Ilary scosse la testa. “No…figurati…Anna è una bambina che ha bisogno di diventare più forte…come vedi è timida e si blocca facilmente…purtroppo sembra scontrosa e il suo modo di vestire non aiuta molto…rifiuta di indossare tutto ciò che è colorato o non sia gothic lolita…ci abbiamo rinunciato su quel verso…” aggiunse. Bill sorrise. “Non si preoccupi…se per voi va bene le starò vicino io…non so perché, ma penso che sia stata lei a scegliermi…io l’ho solo assecondata…” osservò sincero. La donna annuì. “Si fida di te…hai attirato la sua attenzione e non è cosa da poco…” rispose. Conosceva i gusti della figlia. Nonostante fosse ancora piccola riconosceva le persone a cui avrebbe sicuramente voluto bene. L’aveva fatto anche con Hermione e Giulia. “Scusa se ti ho svegliato…” si scusò poi. Il rosso alzò le spalle. “Ero già sveglio…penso che andrò a fare colazione…” concluse. Ilary sorrise e lo lasciò andare. Sollevata almeno un poco per il senso di colpa di aver trascinato Anna alla Tana contro la sua volontà. Qualche secondo più tardi Mary si diresse al piano di sopra. Incrociando Bill che andava nel senso opposto. Poi andò a controllare nella stanza delle bambine. Hermione dormiva ancora profondamente. Come Ginny e Mary Kate. I letti di Anna e Giulia però erano vuoti. La donna scosse la testa. Da chi si sarebbe potuta rifugiare sua figlia? Da Harry e Ron no di sicuro. Percorse il corridoio per andare alla stanza dei gemelli. Come previsto appena aperta la porta fece i complimenti al suo intuito. Il letto di Fred infatti era diviso per due. A sinistra stava il proprietario. Girato su un fianco. La testa appoggiata a quella di Giulia. Che stava beatamente comoda su un braccio del gemello. Le coperte la coprivano fino al naso. Mentre al rosso arrivavano solo fino alla spalla. Mary sorrise divertita e richiuse la porta. Finché Sebastian non l’avesse scoperto sarebbero stati tutti tranquilli. Così se ne tornò in cucina a chiacchierare con Molly ed Ilary. I due si svegliarono qualche ora dopo. Fred per primo. All’inizio guardò Giulia intenerito. Poi sorrise furbo. “Qualcosa mi sta schiacciando il braccio! lo sto perdendo aiuto!” esclamò. La bambina scattò a sedere. Gli occhi ancora mezzi chiusi. “Ma…cosa…” biascicò. Il rosso scoppiò a ridere. Giulia si stropicciò gli occhi e si stiracchiò. Poi, mentre il gemello abbassava la guardia, prese un cuscino ed iniziò a vendicarsi per la sveglia. Vennero interrotti da George. Che lanciò su di loro il rispettivo cuscino come segno di silenzio. I due si guardarono sorridendo. Poi scesero a fare colazione. Hermione invece fu alquanto contrariata nel trovarsi la sola del trio in camera. Nel pomeriggio lei, Anna e Giulia si riunirono sul letto di quest’ultima per chiacchierare. Così le due raccontarono della notte trascorsa all’amica. Che non evitò di ammonirle sia per essersi intrufolate in letti altrui che per essere andate in giro a tarda ora. La castana la prese in giro dicendole che sembrava la copia di Percy. Hermione rispose con la solita politica dell’indifferenza. Così anche gli ultimi giorni mancanti al Natale passarono. E la mattina del 25 un’orda di bambini esagitati si riversò nel salotto della Tana. Anna scartò veloce il suo regalo. Senza nemmeno rimanere delusa dal non trovare quello che si aspettava. Invece del peluche di Jack Skeletron che aveva chiesto stringeva fra le mani un pinguino. Era di media grandezza. Nero e bianco. E morbido. Lo poggiò a terra e lo schiacciò con una mano. Bill la osservava divertito. I don’t want a lot for Christmas, there is just one thing I need. “Che ti ha fatto di male quel pinguino?” commentò. Inginocchiandosi vicino a lei. “Te lo regalo…” sbuffò la bambina. Scontenta. Il rosso scosse la testa. Prese il peluche e lo avvicino a lei. I don’t care about the presents underneath the Christmas tree. “Non è quello che desideravi…però puoi sempre dargli un nome che ti piace…non vorrai mica far diventare triste un pinguino innocente?” le disse. Anna storse il naso. Di solito in questi trucchetti lei non cadeva. I finti sensi di colpa non le facevano ne caldo ne freddo. Però non voleva dispiacere Bill. Così allungò una mano e fece una carezza in testa al pinguino. I just want you for my own, more than you could ever know, make my wish come true. “Così va meglio bambolina…però non credere che sia finita…” aggiunse il rosso. La castana lo guardò dubbiosa. Lui le indicò un pacchetto li accanto. Anna si stropicciò gli occhi. Eppure prima non c’era! Curiosa lo prese e lo scartò. Era un libro blu. Sulla copertina stava un uomo pallido con una candela fra le mani. Il titolo in rilievo. “Intervista col vampiro…” lesse. Bill sorrise. Compiaciuto di se stesso per l’idea avuta giusto in tempo. “È il libro di cui ti parlavo…dove c’è la piccola vampira che ti somiglia…” raccontò. La castana guardò prima lui poi il libro. Stupita. “Però…è…è tuo…” boccheggiò. Il rosso scosse la testa. “Ora è tuo…te lo regalo…così ogni volta che ti sentirai sola ad Hogwarts potrai leggerlo…e pensare al tuo fratellone Bill…” sorrise. Anna spalancò gli occhi. Baby all I want for Christmas is you. “Fratellone…” ripetè. Stringendo il libro al petto come fosse un tesoro. Bill annuì. “E mi raccomando, quando sarai a scuola non ti dimenticare di me…” le raccomandò. La bambina scosse la testa veloce. Poi gli si buttò fra le braccia. “Grazie fratellone…grazie!” esclamò. Pigolando come un pulcino. Il rosso le fece una carezza sulla testa. Ilary ed Andrew si guardarono. “Avevi proprio ragione cara…” commentò quest’ultimo. La donna sorrise. “Sono una McGuire, ho sempre ragione tesoro…” rispose finta saggia. Il marito la prese a braccetto e la condusse ai regali. Qualche passo più in la l’agitazione cresceva sempre di più. “Grazie mille Herm!” esclamò Giulia. Buttandosi letteralmente al collo dell’amica. Quest’ultima cercò di liberarsi dall’attacco. I don’t want a lot for Christmas there is just one thing I need and I don’t care about the presents underneath the Christmas tree. “Sono contenta che ti piaccia…però così mi soffochi Giulia!” la pregò. L’altra aveva appena scartato il suo regalo. Era un semplice quaderno viola la oramai famosa stella della Converse davanti. Hermione sapeva che l’amica impazziva per ogni cosa avesse quello stemma. E dai suoi racconti si era immaginata che i suoi genitori non le avrebbero regalato nemmeno quell’anno le scarpe. Così aveva cercato di rimediare coi pochi soldi tenuti da parte. D’improvviso Giulia si sentì trascinare via e sollevare da terra. I don’t need to hang my stocking way above the fireplace, Santa Clause will make me happy with a toy on Christmas day. “Se uccidi la nostra So-Tutto-Io poi da chi si copiano i temi? Dobbiamo proprio dirti tutto Giulia!” sbottò George. Tenendola a qualche cm da terra. La bimba iniziò a scalciare per protesta. Fred scosse la testa divertito. La andò a salvare dal fratello e la portò da parte. “Purtroppo non ti ho comprato un regalo…spero non mi picchierai…” la punzecchiò il rosso. Giulia sbuffò ed incrociò le braccia al petto. And I just want you for my own, more than you could ever know. “Non fa niente…” rimbeccò subito. Fred ridacchiò. E si chinò. In modo che solo lei potesse sentire. “Però ti ho nascosto un pacchetto di biscotti speciali…doppio cioccolato e cialda…” confessò. La bambina non cercò di nascondere un sorriso. “Davvero?” chiese contenta. Il rosso annuì. Make my wish come true, oh baby all I want for Christmas is you, you baby. “Ci vediamo a mezzanotte in cucina...nemmeno George lo sa…” rispose. Il sorriso di Giulia si allargò ancora di più. Facendosi coraggio si avvicinò. E con le guance rosse dall’imbarazzo abbracciò Fred. La sera i due si incontrarono davvero in cucina. Mangiando l’intera scatola di biscotti. La sera dopo i gemelli e Giulia attuarono lo scherzo. Che non si trattò d’altro che far credere a Percy ed Hermione che i loro libri fossero spariti. Lo scherzo riuscì così bene che entrambe le vittime caddero in crisi dopo nemmeno mezzora. Il caos di quella bravata fu tanto che il trio ricevette una bella ramanzina. Eppure mentre venivano rimproverati sia Giulia che Fred sorridevano. E da dietro la schiena si stringevano una mano.
I giorni passarono e le famiglie tornarono alle proprie case. Mentre i ragazzi viaggiavano verso Hogwarts. Sull’Espresso di ritorno Hermione, Anna e Giulia stavano tranquille nel loro scompartimento. La prima rileggeva gli appunti per le lezioni dei giorni successivi. La seconda teneva fra le braccia un pinguino di peluche. Con in valigia un libro in più. La terza guardava fuori dal finestrino dondolando le gambe. “Non sono stati male questi giorni alla Tana…” osservò. Hermione alzò di poco lo sguardo. “Parla per te…” sbottò. Anna invece nascose il viso dietro al peluche. “Sarà così tutti gli anni secondo voi?” chiese ancora la bambina. La castana alzò le spalle. “Speriamo…” sussurrò. Hermione alzò il libro per mascherare un sorriso. D’improvviso la porta dello scompartimento si aprì. “Buongiorno donzelle!” esclamò Fred. Le tre si voltarono. “C’è una certa cosa da portare a termine infondo al corridoio…c’è qualcuno che vuole partecipare?” chiese il rosso. Facendo l’occhiolino a Giulia. Quest’ultima non se lo fece ripetere e saltò giù dal sedile. “Non riuscite mai a stare tranquilli voi?” sospirò esasperata Hermione. Anna alzò timidamente la mano. “C’è posto anche per me?” si fece coraggio. Fred annuì divertito. “Tutte le donzelle che vogliono partecipare sono le benvenute! Anche i pinguini…” rispose gentile. La castana ghignò e raggiunse Giulia vicino alla porta. “Tu non vieni Herm?” la chiamò quest’ultima. Ma la bambina scosse la testa. “Non vorrei far perdere punti alla mia casa ancor prima di essere arrivata a scuola…quindi, no grazie…” rifiutò. Le amiche alzarono le spalle e seguirono il rosso Weasley. Hermione si guardò attorno oramai arresa. “Sarà così per i prossimi sei anni?” sospirò spazientita. Per poi tornare alla lettura degli appunti. Senza effettivamente sapere come sarebbe stata la fine di quel primo anno di scuola. E nemmeno come sarebbe potuta cambiare la situazione nel corso del tempo.

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