Save me from the nothing I've become

di Aidan_
(/viewuser.php?uid=175498)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lost without you ***
Capitolo 2: *** Are we like the sun and the moon? ***
Capitolo 3: *** Forgive me if you can ***



Capitolo 1
*** Lost without you ***


Damon Salvatore cercava di aprire la porta della stanza con il cuore che palpitava frenetico, forse più forte di quanto avrebbe dovuto per la sua condizione di immortale, ma non era il bisogno fisico che faceva pompare sangue nel suo corpo così velocemente. Erano pulsazioni spinte da altro, da un qualcosa che sentiva continuare a crescere all'altezza del petto.. avendo l'impressione che a breve sarebbe finito divorato dalla sua stessa paura. Si', paura.. non ne aveva mai avuta in quasi 160 anni.. la paura non l'aveva stretto tra le sue spire durante la transizione, e nei secoli successivi a quello, mai aveva avuto paura della morte, la quale, avrebbe potuto sopraggiungere in diverse occasioni, per il suo carattere non proprio docile.

Ma ora la provava per la prima volta, e non era una paura comune, non riguardava il timore della sua vita, ma ne era una ben diversa. Una causata da quel sentimento che, giorno dopo giorno, anno dopo anno, continuava a provare e a crescere in lui. Come un piccolo seme l'amore per Ruby era nato nel suo cuore, ed aveva continuato a germogliare diventando un albero, che aveva fatto del cuore di lui il luogo adatto per stanziare le sue radici.
Il redivivo continuò a fare forza sulla maniglia della porta fin quando questa, alla fine, non si arrese e decise ad aprirsi. Damon stava portando con se , sin dal primo momento, la speranza che aprendo la porta, fosse stato tutto normale, che avrebbe visto Ruby lì, di ritorno da unq missione per Lucifer oppure intenta a mangiare le patatine fritte che tanto adorava. E magari Sì, la demonietta l'avrebbe anche preso in giro vedendo la sua espressione preoccupata e dolorante, e avrebbe cercato – come suo solito- di risollevargli il morale chiedendogli se fosse giù a causa degli animali della foresta, che. Dato i soprusi che suo fratello Stefan commetteva su di loro, uccidendoli, desideravano vendicarsi.
Il maggiore dei Salvatore avrebbe dato tutto pur di rendere la sua speranza realtò, si sarebbe dannato anche altre mille volte se avesse avuto la consapevolezza che lei stesse bene.
Ma la sua speranza era fragile, come vetro, e andò in frantumi alla vista della stanza, e le invisibili schegge di quella speranza ormai andata in pezzi , lo colpirono dritto al cuore, e il vampiro dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per mantenere la mente lucida e non lasciarsi andare al dolore che la vista di quell'abitazione gli causava.
Le finestre della stanza erano aperte, ed i loro vetri erano rotti, il vento entrava irrefrenabile e investì il vampiro, che aprì le narici cercando di percepire qualsiasi altra presenza fosse stata lì , prima del suo arrivo.
Anche il tavolino nero del soggiorno, era rovesciato, segno che Ruby aveva cercato di difendersi, facendo richiamo alle arti combattive che aveva imparato, la demonietta usava di rado i suoi poteri, ed era questo che la distingueva da tutti gli altri demoni: lei non faceva di tutta l'erba un sol fascio e non vedeva il mondo in bianco e nero, diviso in due parti, quella dei “cattivi” e quella dei “buoni”. La bella demone era di larghe vedute, ed era stato questo a far si – oltre a mille altri motivi- che Damon si innamorasse perdutamente di lei.
L'immortale si chiedeva cosa stesse facendo Ruby solo poche ore prima.. immaginava fosse sdraiata sul divano a rilassarsi oppure a mangiucchiare qualcosa.. per avere qualcosa da fare mentre aspettava lui.
Se solo fosse arrivato prima! Aveva avvertito il pericolo ma non era arrivato abbastanza in fretta, era stata tutta colpa sua. “Smettila, Damon, dannazione!” urlò a se stesso, sapeva che se avesse continuato ad avere quei pensieri, sarebbe finito solo per impazzire e non sarebbe stato in grado di trovare Ruby.
Quindi prese un respiro profondo, chiuse gli occhi e lasciò che la lacrima che chiedeva da tempo di uscire lo facesse, e sentì il suo calore mentre essa gli solcava la guancia.
Strinse i pugni e l'asciugò, avvicinandosi al tavolino, dove la presenza estranea era più forte. Probabilmente era l'ultimo posto in cui l'essere era stato prima di prendere Ruby.
Concentrandosi, poteva sentire meglio il suo odore, era quello di un dannato, immortale,demone. Lo capì perchè aveva bevuto il sangue della sua demone alcune volte, ed adesso era in grado di riconoscere anche gli altri demoni.
Stava per lasciare la stanza quando si accorse che stava per lasciare lì una cosa fondamentale. Si maledisse e tornò al tavolino, vicino esso era caduto un piccolo bigliettino, lo raccolse e trattenne un ringhio non appena lesse, scritto con calligrafia antica quanto ordinata “Saresti disposto a scendere tra le fiamme della perdizione, pur di riavere lei?”  strinse i pugni , per la rabbia, pensando a qualche demone, qualche scarto di immortale, che voleva fare del male a Ruby fino al punto di riportarla all'Inferno. Sentì i suoi canini iniziare a far male ed ad allungarsi per la sua furia, per la brama che aveva di uccidere il demone che avesse osato toccarla.
L''inferno era nulla paragonato alla sua assenza e lui non se ne sarebbe stato senza far nulla, avrebbe fatto saltare in aria quella sottospecie di imbuto se fosse stato necessario.
Senza Ruby si sentiva nulla, dal momento in cui lei era stata presa era diventato il nulla, e solo quando l'avrebbe riavuta con se, sarebbe tornato a vivere.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Are we like the sun and the moon? ***


Più di settecento anni passati a rinnegare quel luogo oscuro, odiarlo , con tutte le sue forze, più di settecento anni passati ad aggrapparsi a quel minuscolo spiraglio d'umanità che tendeva ad emergere nel corso del tempo, man mano che le torture infernali si facevano più frequenti. Nonostante tutto il dolore patito, Ruby riusciva sempre, in un modo o nell'altro, a ricordare come fosse stata la sua vita mortale, alla quale , forse, era stata strappata via troppo presto.
Era forse giusto che una bambina, lei, fosse condotta al rogo al tempo del Medioevo, il secolo delle accuse infondate, delle credenze popolari e dei capri espiatori ? I suoi genitori l'avevano abbandonata sin dalla nascita, dimostrando, di non saper affatto fare il loro mestiere.
Sin dall'infanzia se l'era cavata sempre e solo sulle proprie forze, non poteva fidarsi di nessuno, perchè nessuno, era degno di fiducia. E lei l'aveva imparato a proprie spese.
Una bambina non aveva forse il naturale diritto d'essere amata? Lei non l'aveva mai avuto, era sempre stata detestata dagli altri per quello che faceva, guarire le persone! Nel Medioevo le persone dovevano trovare uno sfogo per distrarsi dal clima caotico ed ingestibile che c'era allora, ed il loro bersaglio fu proprio Ruby, accusata, ingiustamente, di stregoneria.
Ricordava tutt'oggi, l'esperienza del bruciare sul rogo, esso aveva popolato più volte i suoi incubi, e soprattutto rimembrava l'espressione terrorizzata di quella bambina, dai boccoli dorati a ricaderle sulle guance e dagli occhi verdi più profondi del mare che ora era sopita in lei.
L'inferno era tornato ad avvolgerla nelle sue spire, e poteva sentire, accanto a lei, il pesante respiro del cane infernale che aveva il compito di sorvegliarla, i suoi sensi erano ancora intontiti, a causa di quel bastardo di demone che l'aveva presa per portarla lì, in quella sottospecie di imbuto versione gigante ed allungata.
Tuttavia era abbastanza lucida da sapere che se non era ancora sotto tortura, la sua era una visita momentanea. Sperava che, il re di quel posto, l'uomo che da secoli aveva rinunciato a chiamare padre, si muovesse ad alzare il culo da quel suo dannato trono e riceverla, così lei sarebbe potuta tornare da lui.
Già.. da lui, dal suo Damon, quanto era divertente pensare a quanto lei si dilettasse nel prendere in giro coloro che si dannavano per amore, e davano la vita per questo sentimento che lei aveva sempre considerato illusorio, aveva sempre creduto che l'unica cosa degna d'essere provata, fosse l''indifferenza.
Eppure, Damon si era rivelato come la sua ancora di salvezza, l'aveva salvata dagli abissi e le aveva mostrato un mondo completamente nuovo ai suoi occhi, lui le aveva fatto scoprire le sensazioni più belle che potessero essere provate. Per lei lui era il suo angelo, non un angelo come quegli sciocchi alati del paradiso, che erano infantili, come dei bambini immaturi, ma un angelo, nel vero senso della parola!
Sin da quando il vampiro era entrato in quel bar sulla terra, qualcosa si era rotto nella demonietta.
Era come se quella bambina, sopita in lei, si fosse risvegliata.
Certo, ovviamente all'inizio aveva dato filo da torcere all'immortale, e questo proprio per il suo essere restia a fidarsi degli altri. Ma il vampiro non si era arreso con lei, nemmeno quando Ruby l'aveva minacciato di starle lontano oppure quando l'aveva pugnalato, a causa del suo non saper gestire, i sentimenti e le sensazioni che lui riusciva a far nascere in lei.
Il redivivo era così determinato! Ed era stato questo assieme a molto altro, a far si che lei si innamorasse di lui.
Ruby era sempre stata tenuta alla larga dagli altri demoni, per il suo modo di vedere la vita, per il rifiutarsi di vedere il mondo in bianco e nero. Le persone che avevano quella vista del mondo erano monotone, a suo parere! E, aveva bisogno proprio di una persona come il suo bell'uomo, una che non si arrendesse con lei, non subito, che continuasse a provarci, ad insistere, perchè lei aveva bisogno di sapere di essere importante per qualcuno, era stata fortunata a trovare l'amore e lui.
Ora che stava pensando al suo uomo, non poteva fare a meno di domandarsi cosa stesse facendo in quel momento. Era preoccupato d'aver trovato la loro casa rivoltata? Ruby sperava con tutto il cuore che il suo bel vampiro non facesse nulla di pericoloso per cercare di salvarla, anche se, conoscendolo, non poteva esserne totalmente sicura.
Il flusso dei suoi pensieri si interuppe nell'istante in cui sentì il rumore di una porta aprirsi, e dei passi pesanti farsi sempre più vicini, e Cerbero pose termine alla sua posizione di guardia e si volatilizzò.
Ruby sapeva bene che l'uomo che aveva dinanzi non aveva bisogno di proferire parola per farsi riconoscere, non passava di certo inosservato!
Si portò una mano al collo, laddove c'era la collanina che Damon le aveva donato,avente le loro due iniziali, e l'accarezzò.
Quel gesto l'aiutava a sentirlo vicino, e quindi la faceva sentire automaticamente forte.
In quel momento loro due sembravano come il sole e la luna, sarebbero riusciti a trovarsi oppure avrebbero rincorso l'altro in eterno senza risultato?
Alzò lo sguardo e lo puntò in quello del signore delle tenebre. “Monsignore Lucifero, quale onore! Credevo vostra altezza fosse troppo impegnata nell'ingozzarsi di anime stando comodamente seduta sul suo trono, per dedicarsi a me”
Disse la demone in maniera pungente , senza smettere di guardare L'Angelo Oscuro. Lucifero si limitò ad un sorriso sinistro, e ciò non premetteva nulla di buono.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Forgive me if you can ***


“Posso smettere di ingozzarmi di anime per un po', per poter dedicarmi alla mia demone preferita” commentò il signore oscuro stringendosi nelle spalle, senza distogliere lo sguardo dagli occhi verdi di Ruby. Sentiva una sorta di pseudo istinto paterno nei suoi confronti d'altronde era stata lei a farlo uscire dalla gabbia e non aveva mai rifiutato le missioni a lei affidate. Ed era proprio per questo, che Lucifer non poteva permettere che l'amore per quel vampiro continuasse a crescere in lei, questo sentimento era una tremenda debolezza.

D'altro canto, nemmeno Ruby riusciva a distogliere lo sguardo da quelle piccole fessure di tenebra, sembrava che la notte stessa, avesse prestato un po' della sua oscurità per dipingere gli occhi di suo padre.
Non poteva fare a meno di pensare che lui era stato perfetto un tempo,l'angelo più bello del paradiso, il preferito di Dio, ed inoltre il suo nome significava “portatore di luce” e trovava questa una bellissima contraddizione, dato che Lucifer, aveva portato tutt'altro dalla sua caduta.
Era proprio dalla caduta dal paradiso che Lucifer era indubbiamente cambiato, si era avvolto nel suo scudo protettivo e aveva sepolto la sua anima pura sotto quegli strati di odio che nutriva per il mondo, per suo padre. Eppure la sua anima pura non era sparita, ma semplicemente sopita in un sonno profondo, in attesa di un qualcosa che riuscisse a scuoterla.
Di sicuro non l'avrebbe fatto lei, la mente del Diavolo era nettamente difficile da sondare e lei non desiderava nemmeno provarci, non dopo tutte le torture subite, doveva imparare a smettere di cercare un padre in lui. “Sai, mi aspettavo fosse Alaster ad accogliermi. Hai forse deciso di relegarlo al ruolo di pulitore delle feci di Cerbero?” Chiese diretta, spostandosi un boccolo dal viso.


Il regnante degli inferi sorrise a quella domanda, pensando che Alaster, in quei tempi, era l'esatta essenza dell'inutilità per l'inferno. “In effetti lui mi ha chiesto di pulire gli escrementi di Cerbero come passatempo. Io ho acconsentito, ma stranamente sono giorni che non riesco a trovarlo,quindi da questo, ho dedotto che il poveretto si sia perso in mezzo agli escrementi del cane, vuoi forse andare a recuperarlo?” chiese rispondendole a tono. Loro due erano proprio simili. Entrambi ribelli, la ribellione scorreva nelle loro vene come il sangue in quelle di quegli sciocchi umani.
Quant'erano bravi loro, nel chiedere l'aiuto di Dio anziché agire! Sapevano tutti quanto il vecchio in paradiso fosse menefreghista, ma continuavano ad invocare il suo nome come fosse una sorta di canzone popolare, patetici.
Lui l'aveva amato molto più degli altri suoi fratelli, era questa la verità! E qual'era stato il risultato? Com'era stato premiato? Con la privazione della sua casa, e con l'impossibilità di ricongiungersi ai suoi fratelli.
Mai più il portatore di luce avrebbe lasciato a piccoli spiragli di amore di entrare in lui, visto quello che era successo con suo padre, perchè avrebbe dovuto farlo? L'unica cosa che provava era indifferenza per quel mondo corrotto, e sarebbe sempre stato così.
Lucifero aveva catturato Damon, in questo momento lui giaceva nella sala del trono, controllato dai suoi demoni. Aveva avuto modo di parlarci e forse capiva da dove nascesse quell'interesse della demonietta nei suoi confronti. Il vampiro era un ribelle, e non aveva problemi nel rispondere a Tono persino al Diavolo, pur avendo la consapevolezza di poter finire ucciso. Audace, senza ombra di dubbio, questo doveva concederglielo.Non avrebbe ancora rivelato a Ruby della sua presenza negli inferi, voleva divertirsi ancora un po' e soprattutto voleva chiederle di fare quello che andava fatto con le buone, prima di passare alle cattive. “Il tempo che stai passando sulla terra ti ha reso un'umana con i fiocchi a quanto pare! Ti sei perfino innamorata di uno scarto d'immortale, non so se ridere o piangere.. “ Borbottò L'entità Suprema sospirando in maniera fintamente drammatica.

“Andare a recuperarlo, io? Non sono una cameriera, Lucifero. Anche se al tuo inferno farebbe davvero comodo sai? Ho sentito dire che i dannati stanno facendo amicizia con i topi.” La demonietta fece un'espressione di disgusto all'idea di topi liberi di girovagare per l'inferno, a quel posto mancava solo quello! Lei era una ribelle, tutti i demoni lo erano ma in modo diverso. Gli altri della sua specie interpretavano male la ribellione, erano degli sciocchi. La loro idea di ribellione consisteva nel trasgredire agli ordini impartiti,che idioti! La ribellione stava nel sentire il desiderio di voler modificare delle situazioni con gesti significativi, di non voler sottostare ad un qualcuno di cui non si condividevano gli ideali oppure le ispirazioni.

Nuovamente, la mente della donna ritornò sul pensiero del suo uomo, un pensiero forte e deciso, marchiato a fuoco nel suo cervello. Lei voleva assicurarsi che il suo uomo stesse bene, così chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi sull'ultimo luogo in cui era stato Damon. L'unica cosa che riuscì a vedere era un vicolo, e l'immagine offuscata di un demone dagli occhi completamente neri che lo portava in spalla. L'avevano portato qui, all'inferno! A causa sua, La vita del suo amore era in pericolo e l'unica che poteva incolpare era lei. Odiava il pensiero di Damon in un posto come l'inferno, lui non meritava di stare in mezzo ai dannati come lei, traditori e bugiardi.
Strinse i pugni all'affermazione di Lucifero e non sapeva cosa la tratteneva dal saltargli alla gola, probabilmente il fatto che si sarebbe fatta uccidere e non sarebbe stata d'aiuto al suo uomo. “Se gli hai fatto del male, Sarà meglio che ti prepari a tornare in quella gabbia” sussurrò con tutto l'odio che nutriva nei suoi confronti.

L'Angelo Supremo rise per quel'enfasi che sua figlia stava dimostrando di possedere in quel momento, tutta quella rabbia! Lei era come un vulcano pronto ad esplodere e proprio come esso, possedeva tutta la sua forza distruttrice, per farla fuoriuscire bastava semplicemente fare pressione nei punti giusti, e lui, ci era riuscito e la sua rabbia ne era una dimostrazione. Ah, l'amore! Quanto rendeva deboli, si era disposti a fare follie semplicemente per salvare la persona amata, e lui non riusciva a capire lo scopo. Le persone tradivano, non meritavano la fiducia che si riponeva in loro, erano dannatamente imperfette. Sapeva che Ruby non era da sottovalutare, possedeva astuzia ed intelligenza ed inoltre riusciva a celare le sue reali intenzioni con grande maestria. In questo modo, era riuscita a liberarlo dalla gabbia. Ma ora come ora non poteva fare nulla. “Suvvia, Ruby! Tutta quest'umanità.. non ti dona affatto, sai? Ritorna la demone di un tempo.. “ sussurrò prendendo il pugnale, in grado di uccidere gli immortali, che teneva nascosto dietro la schiena, porgendoglielo.“Va' nella sala del trono, dal tuo Damon ed uccidilo.. “ Sussurrò soggiogandola, costringendo lei a guardarlo negli occhi.
Sorrise quando vide l'ultimo accenno di protesta nei suoi occhi diventare vano, inutile, e le sue iridi farsi nere.

Ogni pensiero di Ruby si interruppe quando le tenebre degli occhi di Lucifero riempirono la sua visuale. Sentì ogni atomo del suo corpo protestare alle parole che disse, e che già iniziavano a farsi largo nella sua mente ed a ripetersi come una litania. Sentiva le lacrime che le scendevano dagli occhi, odiava suo padre, odiava e avrebbe trovato un modo per ucciderlo. Il suo ultimo pensiero fu Damon, sperava che fosse in grado di perdonarle tutto quello che gli aveva causato. Poi le sue iridi diventarono nere come la notte, e afferrò il pugnale che Lucifer le porgeva con l'unico scopo di uccidere Damon, che adesso, appariva per i suoi occhi oscuri, come un estraneo e nulla più.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=976442