Salto Maledetto

di Distress_And_Coma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Memorie...Insieme ***
Capitolo 2: *** Conoscenze e Foto ***
Capitolo 3: *** Yomi&Lena ***
Capitolo 4: *** Dentro ***
Capitolo 5: *** Solo io, solo tu ***
Capitolo 6: *** dentro. una delle paure di Elena ***
Capitolo 7: *** Incubo ***
Capitolo 8: *** Ti Racconto... ***
Capitolo 9: *** Finto topo d'appartamento ***
Capitolo 10: *** Scuola ***
Capitolo 11: *** A casa dei Mea... ***
Capitolo 12: *** Compito, studio e noi... ***
Capitolo 13: *** Perchè sei saltata, sorellina mia...? ***
Capitolo 14: *** capitolo finale ***



Capitolo 1
*** Memorie...Insieme ***


salto maledetto

Memorie...Insieme




Tra le vie popolose di Sendai c'è una casa molto grande, molto accogliente.
In questa casa vivono una giovane donna con la sua sorella minore. Hanno 13 e 16 anni e si chiamano Elena e Sara. Ma non sono giapponesi di nascita. Sono russe. La giovane sorella ha capelli lunghi e soffici, un corpo molto atletico, e non è nè troppo alta, nè troppo bassa.
Sara invece è un po' più alta di Elena, ugualmente atletica, molto bella, con un fidanzato.
La sedicenne aspetta che il tempo accanto al suo giovane ragazzo passi, così da poter sbocciare in un bellissimo fiore di loto rosso.
"Sara? Suoniamo il pianoforte?" chiede la "piccola" Elena.
"Certo, andiamo, su." è la pronta risposta della sorella, che oltre a volerle molto bene, le insegna tutto cio' che puo'. Le avrebbe insegnato tutto cio' che sapeva, Sara ne era sicura.

La loro madre è morta quando Sara aveva cinque anni, Elena due. Una macchina stava attraversando la strada troppo velocemente, Marina teneva per mano la figlioletta, fece appena in tempo a tirarla indietro. La macchina killer le passò davanti. Ma non la sfiorò.
Uccise invece la madre. Una donna che passava li vicino, chiamò subito un'ambulanza. Quando i paramedici arrivarono accanto alla donna, lei già non rispondeva più. Un medico le misurò il polso. Era assente.
La bimba invece, pareva non aver capito ciò che era successo.
"Stai tranquilla, piccola mia, andrà tutto bene, bimba." sentì dire da quel medico.



"Sara?? Sorella??" una voce distolse la sua attenzione.
"Mh? Si, scusa, piccola. Ero sovrappensiero. Cosa dovevamo fare?"
"Avevi detto che potevamo suonare..."
"Certo, andiamo."
Così si dirigono al grande pianoforte nella sala, e suonano, suonano, suonano per il piacere delle loro anime, fino a che Sara si addormenta sulla spalla della maggiore.
"Mh...Meglio metterti a letto, piccola. Ti sarai stancata molto." dice Sara, più a se' stessa che non alla sorella, la quale si è proprio appisolata.
Mentre la bimba viene messa a letto, il rumore del campanello d'entrata attira la sua attenzione.
"Arrivo!" dice a bassa voce, per non svegliare la ragazzina, ben sapendo chi può essere.
Una volta aperta la porta, dinanzi a lei si materializza un bellissimo ragazzo. Alto un po' più di Sara, capelli castano scuro, sulla ventina d'anni, è il chitarrista del gruppo che ha chiamato “Nightmare”. Ama alla follia Sara e si chiama Sakito.


"Amore mio, ascoltami... Possiamo uscire adesso? C'è una bella giornata. Uno di questi giorni avevi promesso che saresti uscito con me, ricordi?"

"Già...Volevo...Volevo portarti fuori, infatti. Andiamo."
Dopo una breve camminata giungono al piccolo parco poco distante da casa della giovane. Lei si siede su una panchina poco distante da alberi, lui la imita, abbracciandola.
"A proposito di Elena, come va la sua malattia? Volevo chiedertelo già prima Sara, ma mi è passato di mente." aggiunse con tono di scusa.
"Oh, molto meglio. Da circa tre settimane sta molto meglio. E' più serena e tranquilla da quando siamo in Giappone. Grazie.
"Non c'è di che" fu la risposta.
Passano così le successive due ore, a guardarsi in faccia, sussurrandosi dolci parole, abbracciandosi appena e scappando all'occorrenza.
E' una bella giornata quella che i due piccioncini passano al parco, circondati da un sole che lentamente si sta avvicinando sempre più alle montagne, un sole che pare salutare due angioletti, poichè riempie di un'aureola dorata l'aria, e loro.

 

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Capitolo 2
*** Conoscenze e Foto ***


 

Conoscenze e foto


Sara e Sakito tornano a casa quando già il sole e' tramontato, ma lei è con lui, e non riesce a provare paura quando è con lui.
Quando rientrano in casa, trovano Elena in sala da pranzo, sta mangiando.
"Ciao, sorella! Ciao... Oh? Chi è questo ragazzo, Sara?"
"E' il mio fidanzato, si chiama Sakito."
"Molto piacere" dice quest'ultimo.
"Da quanto stai insieme a lui?"
"Elena... Non sono domande che si fanno! Comunque, se proprio ci tieni, da circa un mesetto. Ma non te ne ho mai parlato perchè non me la sentivo di dirtela. Sapevo che saresti divenuta gelosa di me, e io non volevo."
"Ma Sara, io voglio solo proteggerti! niente di più. Se tu sei felice con lui, allora mi va bene, sta tranquilla, sorella."
"Ok, meno male."
"Visto Sara, tutto a posto, come ti dicevo, o sbaglio?" e' Sakito, a parlare. Vuole calmare Sara, che evidentemente, dubita di Elena.
"Hm... Si, amore, forse ho sbagliato a giudicare Elena così. Scusami, piccola."
"Di nulla Sara." e così Elena torna al suo pasto.
Sakito e la sua sorellona si allontanano, evidentemente vogliono parlare in privato.


"Amore mio, sai che ho una band. E non vedo l'ora di presentarti ai miei ragazzi. Soprattutto Elena, Yomi sarà felicissimo di di conoscerla! Adora le ragazze come lei!"
"Cosa? Davvero?? Quel piccolo puffo che mi hai fatto vedere in fotografia adora le ragazze come Elena?"
"Chi sarebbe ad adorarmi?" interrompe la voce squillante di quest'ultima.
"Vieni, Sara, devo mostrarti una cosa!" sua sorella la sta chiamando, e lei, ovviamente, arriva.

"Guarda questa foto" dice Sakito, porgendogliela.
"Ma che bel puffo!!!!!! Chi è questo puffo adorabileeeeeeee?"
"Si chiama Yomi. E la cosa più bella è che adora le ragazze come te." spiega Sakito.
"Quanti anni ha?" chiede sempre Elena, curiosa.
"E' il mio cantante, ne ha diciannove, ed è alla ricerca di una ragazza. Volevo presentarvi tutta la band, così li conoscete. Non siamo aggressivi, siamo solo così."
"Bene...Mi piace tanto!! Siete così carini nella foto!" sempre Elena, che ormai sembra una fangirl incallita con gli ormoni in subbuglio.
"Vorrei conoscerli tutti al più presto. Quando si può?" stavolta è Sara, che si è ripresa dallo stato di trance con cui guardava la foto.
"Ok, ok, ora vedrò che posso fare. Almeno guadagnamo già fan! Prima di restare anonimi. Yomi ha paura di questo."
"Digli che non ne deve avere, c'è la sua piccola Elena a proteggerlo dall'anonimato."
"Ok, ok, ora torno a casa. Ciao, Amore."
"Ciao, caro"
 E sentono il rombo della macchina che si allontana, l'unica cosa che ha lasciato loro è la foto dei Naitomea.

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Capitolo 3
*** Yomi&Lena ***


 

Yomi & Lena



Sakito ritorna a casa, parcheggia la sua spaziosa macchina nel parcheggio, ed entra. Ad attenderlo ci sono Yomi, Hitsugi, Ruka e Niya.
"Ciao, che hai fatto oggi? Sai, ti ho visto sparire per un po' e..." si sente infatti domandare dal castano.
"Una cosa molto importante. Sono stato dalla mia ragazza e le ho parlato di noi. Ho passato tutto il giorno al parco con lei. Uno di questi giorni pianificavo di presentarvela" dice Sakito, riferendosi evidentemente al gruppo.
"Davvero?? Parlami un po' di lei. Com'è?"
"E' alta più di te, atletica, dolce e solare. E ha una sorella."
"Come si chiamano?" chiede Hitsugi.
"La mia ragazza Sara, la sorella Elena. Mi ha detto Elena che dalla foto che le ho mostrato sei un puffetto tanto adorabile. Ah, e che vorrebbe tanto conoscerti. Quindi ho deciso che domani andremo tutti quanti a trovarle. So già dove abitano. In realtà io e Sara ci frequentiamo da un mesetto, ma non vi ho mai detto nulla perchè ero molto geloso."
"Non devi temere, se tu sei felice con questa Sara, allora noi saremo contenti per te." disse Ruka.
"Grazie, siete dei veri amici" dice Sakito, guardandoli negli occhi.


Elena trova la sorella alla finestra, ad osservare la luna. Era da un po' che la osservava. Anche a lei piace osservare la luna (beh, da quando ha visto quella foto, forse ora le piace molto, le ricorda quel piccolo puffo per cui tanto stravede).


"Sara... Stai pensando a lui, vero?"
"Oh! Ah, sei tu Lena, menomale. Credevo che ci fosse qualcuno... Comunque si, pensavo a Lui. E' così bello, gentile e generoso che lo amo" dice Sara, con le lacrime agli occhi. Ed appare bellissima alla sorellina, che le si avvicina e le da' un fazzoletto, per asciugarsi gli occhi.
"Ehr... Su, Lena, torniamo a letto, è tardi. Ho sonno. E domani...Domani verrà sicuramente a trovarmi, me lo ha promesso!"
"Ok, buona notte, sorella."
"Buona notte. Sogni d'oro."


"Eccoci, siamo arrivati. Sara!" la chiama da fuori Sakito. E' primo pomeriggio, deve esserci per forza pensa lui.
Infatti, dopo qualche secondo, eccola che risponde al videocitofono.
"Arriviamo!"
Escono le due ragazze.
"Su Elena, non essere timida!" l'incita Sakito.
"Uhm?" dice lei, guardando il più basso del gruppo.
"E' lui Yomi." lo presenta Sakito.
"Ma che bel puffetto che seiiiiiiiiii.... Sei tenerino, saiii??" ormai Elena squittisce come e più di una fangirl incallita.
"Ehr...Gra-Grazie tante..." mormora Yomi. "E tu sei una splendida ragazzina, sai Elena?" lei arrossisce.

"Lasciateci soli." ordina Yomi.
"Ok" e così gli altri spariscono.
Lasciando Yomi solo a conoscere Elena.
"Ti dà fastidio se ti chiamo Lena?"
"Assolutamente." dice quest'ultima.
"Io sono Yomi, il cantante dei Naitomea. Non siamo ancora famosi..."
"...ma state ingranando. Me lo ha detto Sakito ieri sera, mentre era qui. E ci ha lasciato una foto...questa." termina Elena, tirando fuori dalla tasca dei jeans la piccola foto che raffigura i Nightmare.
"Bene, vedo che questa parte già la conosci. Piacere."
"Il piacere è tutto mio, Yomi San."
"Puoi chiamarmi anche solo Yomi."
"Va bene, Yomi. Yomi?"
"Si?"
"Ecco...Sappi che sei il mio puffetto."
"Ma dai. Mi fa piacere saperlo."

 

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Capitolo 4
*** Dentro ***


Dentro


Yomi ed Elena sono ancora in giardino, mentre Sakito e Sara, con gli altri Nightmare, sono in cucina.
"Yomi?" dice Elena. 
"Si piccolina?" 
"Ecco, tu per me sei molto prezioso. Fin da quando ti ho visto nella foto mi sei piaciuto. Sei molto tenero, con l'altezza che ti ritrovi. E io ti voglio molto bene, anzi no, ti stimo molto."
"Mi fa piacere saperlo. Sai, a causa del fatto che ero basso, sono stato spesso preso in giro dai miei compagni di scuola, quando ancora frequentavo le elementari. Ma in realtà non hanno mai smesso di farlo. Non so perchè te ne ho parlato così, forse solo perchè mi fidavo... 
Comunque per te sto iniziando a provare qualcosa di simile ad un'amicizia. 
Ovviamente non è come quella che ho con i Nightmare, ma è una cosa molto simile. Poi vedremo che ne verrà fuori."
"Andiamo su, sicuramente mia sorella vorrà suonare il piano."
L'espressione del vocalist, a quel punto, si fa crucciata.
"Lo suona sempre a quest'ora." spiega lei. 
Così i due lasciano il giardino e salgono lo scalone di quella villa. 
Trovano Sara con gli altri nella sala della musica, sta suonando al pianoforte Ma Chèrie dei Malice Mizer. 
Sakito si avvicina a lei, e, dopo essersi seduto sulla seggiola, inizia ad accompagnarla. 
Dopo alcuni minuti quella magica maestria scompare, Sakito e Sara si fermano, incrociano i loro sguardi, e delicati si siedono l'una tra le braccia dell'altro, sul grande divano nero (molto elegante).
Così il resto dei Nightmare li lascia soli.
"E' da un po' che vorrebbero restare soli così, concediamo loro momenti di intimità" dice infatti Elena.
"Elena, parlaci un po' di te. Voremmo conoscerti meglio." dice Hitsugi.
"Beh, ho tredici anni, voglio molto bene alla mia sorellina, la proteggo come posso, lei mi insegna tutto ciò che sa. 
Amo il Giappone, la scrittura e la pronuncia giapponesi, la musica ed il Visual Kei. 
E stravedo per i Nightmare, in particolar modo per Yomi." 
"Come se non si era capito." è la battuta di Yomi.
"Ah, si, poi c'è un'altra cosa..." 
"Diccela!" incita Niya. 
"No, no...Non c'è nient'altro che vi devo dire di me. Credo che questo, in linea generale, sia tutto."
"Ah. Capisco." dice Ruka.
"Certo che vivi in una bella casa" dice ancora Ruka. 
"Eh si...Sara mi ha raccontato che questa è la casa di un nostro lontano parente ormai deceduto. Aveva lasciato la casa a nostra madre Marina. 
Ma lei è morta in un incidente stradale quando io avevo due anni. 
Credo che neanche mia sorella si ricordi di quel periodo, era così piccola anche lei.
Mi dispiace solo di non essere cresciuta con una mamma buona.
Anche se mia sorella lo è eccome." termina il racconto guardando per terra, molto triste. 
Yomi, che evidentemente si è accorto dell'importanza che riveste per Elena, si avvicina di più a lei e la abbraccia forte.
"Ci dispiace molto." dicono Hitsugi e Niya.

“Mh-Mh. Grazie dell’interessamento.”

 

 

Sara e Sakito sono ancora sul divano nero, la porta si chiude alle loro spalle, la grande finestra che da sul giardino è aperta, per far entrare il venticello primaverile, che scompiglia i loro capelli. 
"Sara, ti ho già detto quanto sei importante per me?"
"Certo, ma ripetimelo. Vorrei sentirmelo dire ancora dalle tue bellissime labbra." 
Così le loro labbra si sfiorano ancora, in un "daisuki" pronunciato a fior di labbra, con il sapore dei ciliegi in bocca.

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Capitolo 5
*** Solo io, solo tu ***


  Solo io. Solo tu.



"Io e Lena vorremmo stare un po' da soli, se ce lo permettete." dice Yomi.
"Certo, andate pure se dovete. Ma tornate prima che faccia buio!" dice Ruka. Vuole solo assicurarsi che non spariscano.
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"Lena, vieni, andiamo. Devo parlarti di una cosa molto importante."
"Ok. Ora ti seguo."
Lena cammina serenamente al fianco di Yomi, tenendogli la mano.
Lui la stringe a lei. E' una bellissima giornata di sole, dopotutto è quasi estate, e i due camminano tranquillamente per il bosco dietro alla casa.
Passano sotto gli alberi, in messo a piccoli dossi, tra l'erba alta e le erbe officinali.
E ridono, scherzano, come se si conoscessero da sempre.
Yomi conduce la ragazzina fino ad un fiume, in un punto in cui una cascata mostra i vari colori che l'acqua può avere riflettendo la luce.
La fa sedere in modo dolce accanto a lui, poi le stringe la mano.
"Sai, Lena, per me cominci ad essere importante."
"Cosa? Davvero? Oh, Yomi... Sono tanto contenta di esserlo. Spero che davvero i Nightmare abbiano successo..."
"Lo spero anch'io. Sakito è bravo, Hitsugi è bravo, Niya e Ruka lo sono molto."
"A me sta tanto simpatico Hitsugi. Qualcuno gli ha mai detto che somiglia a un gatto?"
"Io gliel'ho detto."
"Ah. E' così cuccioloso... Ma mai quanto te. Con l'altezza che hai sei tenero..."
"Lo so..." dice Yomi baciandola dolcemente sulle labbra.
"Cos..."
"Shht... Sta calma Lena, tranquilla, vorrei solo baciarti ancora."
"Ti voglio bene..."

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Capitolo 6
*** dentro. una delle paure di Elena ***


DENTRO. UNA DELLE PAURE DI ELENA

Quando Yomi torna con Lena alla sua casa, il sole sta già tramontando.
Rientrano proprio appena prima del tramonto. "Eccoci!" annuncia infatti lei.
"Ah, siete tornati, finalmente." dice Ruka.
"Che avete fatto di così bello?" Niya.
E' così che Lena e Yomi si uniscono un'altra volta in un bacio. Ma in quel momento, oltre agli sguardi un poco allibiti di Ruka, Niya e Hitsugi, nella stanza ci sono anche Sara e Sakito. Solo in quel momento, però, non dopo. Quindi vedono tutto.
"Ciao Le..." Sara "Oh, Lena, finalmente hai trovato il ragazzo! Era ora che tu ti decidessi!"
"Perchè?" chiedono gli altri Naito.
"Lena è sempre stata molto timida, io ho cercato per anni di smuovere questa situazione. Forse il fatto che ora conosca nuova gente, cioè voi, la sta aiutando a sbloccarsi. Temevo che soffrisse di agorafobia*, ma a quanto pare non è così."
"A-Agorafobia?" chiede Hitsugi.
"Si. Deriva dal greco àgora-piazza. E' la fobia della piazza, ovvero la paura di recarsi in luoghi affollati o all'aperto." spiega Niya.
"Niya so già le implicazioni dell'agorafobia..." a parlare interrompendo quasi il discorso di Niya è Ruka.
"Agorafobia? E' vero quello che dice tua sorella, Lena?" chiede Yomi.
"Hm... Purtroppo si. Non sappiamo esattamente se cio' che mi ha colpito sia agorafobia o meno. Mia sorella ha studiato medicina per soli due anni e solo a livello parauniversitario, esattamente come stavo facendo io prima dell'altra malattia. Dato che non sono mai stata visitata da un medico, non lo sappiamo."
"Però è strano. Mi sei parsa molto docile ad essere condotta, non parevi essere innervosita da cosa alcuna o infastidita, mentre camminavamo..."
"Lo so, quando passeggio con qualcuno accanto mi scordo che sono in un luogo aperto. Non so neanche perchè. Cioè...Quando sono con qualcuno, è come se mi dimenticassi di essere fobica. Quindi passeggio tranquilla."
"Ah. E l'altra paura, quale sarebbe?" chiede Yomi.
"Di quello non voglio parlare ancora, non mi sento pronta. Quando me la sentirò, sarete i primi a saperlo."
"Grazie" Niya.

"Ehm...Sakitokun, perchè non dormite qui, stanotte?" chiede ad un certo punto Sara.
"E perchè mai?" chiede l'interessato, curioso.
"Perchè questa casa è molto grande, la notte noi due da sole abbiamo paura, senza uomini..." spiega Elena.
"Ok, accetto. Siete d'accordo ragazzi?" chiede Yomi, un po'a tutti.
"La casa è grande, ci sono una stanza per gli ospiti con due letti a questo piano e due bagni, se e quando ne avrete bisogno. Uno è qui, l'altro è sopra." spiega Sara.
"Capito. Io e Niya staremo in un letto e Ruka nell'altro. Buonanotte" dice Hitsugi.
"Ah, Hitsu!" Hitsugi si volta, Yomi lo guarda "So che lo sai già, ma Lena mi ha detto di dirti che sei un gattino!"
"Miau!!"
Così se ne vanno a letto tutti, tra generali risate.

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Nella camera di Elena
"Yomi, sei sicuro che Hitsugi e Niya dormiranno bene, nel letto insieme?"
"Si, lo fanno spesso...Ma non sono gay, cioè...Come dire, forse un po' lo sono, ma non lo sanno bene neanche loro, figurati io...Notte amore!"
"Notte!"

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Nella camera di Sara
"Sakito?"
"Si, itoshii?"
"Ti voglio tanto bene."
"Anch'io Itoshii. Come va la malattia di tua sorella?"
"La forte ansia che l'ha colpita in Russia a causa di un sistema scolastico troppo rigido sulle assenze, di una salute cagionevole e di un freddo quasi assurdo ora pare migliorare. Forse è davvero una fortuna che abbia incontrato voi Nightmare. Qui il clima in estate è molto calso, il suo asma sta migliorando. La sua forte ansia l'ho vista a tratti sparire, poco fa, quando eravamo tutti insieme in sala. Forse un giorno guarirà del tutto...Gaahn..."

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Capitolo 7
*** Incubo ***


 Eccomi, finalmente sono tornata. L'esame mi è andato bene, e di questo sono molto felice. Ho trovato ispirazione dopo tanto ed eccomi che torno a scrivere. Questo é un capitolo con il pov di Lena. In cui si spiega la sua paura. Spero che piaccia!!


Incubo


Sento dei rumori intorno a me.
Dove sono? Non capisco.
Apro gli occhi. Quel luogo lo riconoscerei tra mille.
Subito una nausea inizia a farla da padrone nel mio corpo. Ma perché nella scuola dei migliori devo sempre stare male?
Perchè un sistema scolastico tanto rigido?
Ci sono solo alcuni giorni in cui non dobbiamo studiare, ma per il resto siamo sempre pieni di esami.
Mia sorella... Ripenso al suo sorriso e sto così bene... Perchè mia sorella é fantastica: la migliore della scuola, ammirata da tutti, studenti e professori. E la cosa più assurda, o almeno quella che io capisco meno di tutti, è che lei non sembra essere come me, non pare accusare neanche un minimo colpo di stanchezza.
Studia molto, spesso aiuta anche me, forse nel tentativo di sbloccare questa strana situazione.
Mi ha spesso raccontato di mamma Marina, per cui quel poco che io so di lei viene sempre arricchito da mia sorella.
E gli insegnanti qui di me dicono che io senza madre non combino un bel nulla, che sono una nullafacente solo perchè (a quanto pare) non riesco più a stare al passo con un programma molto rigido.
Per fortuna qui le punizioni corporali non esistono più, altrimenti mi sa che sarei già entrata per l'ennesima volta in pronto soccorso...
"Ivanovna Serede'va! Cosa ho detto?" una voce mi ha chiamato. Guardo davanti a me, c'è la professoressa di storia. Mi guarda male.
"Come?" chiedo, ancora scossa.
"Di che stavo parlando? Qui non ti è permesso fare domande! Sei nell'esclusivo collegio intitolato all'ultima Famiglia Imperiale Russa!"
"Lo so, signora, mi scusi"
"Fuori dalla classe!"
"Ma..."
"Ho detto fuori dalla classe! Ti è già stato detto che non arriverai mai a nulla facendo così. Addormentarsi sul banco e cadere nelle ore di ginnastica all'aperto sono un modo per dire che sei debole?"
"Signora quando si fa ginnastica è freddo"
"Non deve importare a me. Ti teniamo qui, Serede'va, solo perchè tu sei l'ultima discendente accertata della famiglia imperiale."
"Lo so, Sara mi ha detto tutto." Così esco, tra le generali risate dei miei compagni.
Poco dopo il suono della campanella, vedo un ragazzo uscire dalla mia classe. Mia sorella sarà ancora nella sua aula.
"Forse la tua sorellina sta sbagliando. Lei sarà anche una discendente dei Romanov, ma tu non lo sembri affatto.Porti disonore al collegio se continui ad addormentarti" lo sento dire, mentre ride. Non sopporto un affronto del genere verso la mia famiglia. Ma dopotutto, lui forse ha ragione. Ho uno scatto d'ira, che non so neanche controllare, e così gli mollo un sonoro schiaffo. Ops. Non è stato giusto forse.
Ivan chiama l'insegnante. Vengo ancora aspramente sgridata.
Ho perduto il controllo di me, quando mi accorgo della bacchetta che la professoressa tiene in mano. La sta già preparando.
"Spogliati." Così faccio.
Vengo fortemente picchiata, sto pregando perchè quest'umiliazione smetta. Perchè io? Non è neanche giusto assegnarci un esame ogni tre giorni.
"Basta, bastaa..." comincio a dire.



Sento che qualcuno mi scuote, non so chi è, ma forse, finalmente, quest'odissea è finita.
"Lena, Lena, sono io!"
D'improvviso apro gli occhi e scatto in avanti "Oh...Oh...M-Ma io..."
Yomi è accanto a me, mi tiene la mano.
"Lena, amore, che è successo?"
"Mh-mh, n-non è niente, Yomi."
"E' stato un incubo? Non c'è niente di vero, niente."
"Ok. Stringimi, per favore."
E così lui fa. Mi tiene stretta a sè, come il più prezioso dei gioielli.

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Capitolo 8
*** Ti Racconto... ***


  Ti Racconto...

"Amore mio, oh piccola, che ti è successo?"
"Y-Yomi, oh Yomi... Ho avuto un incubo terribile..."
"Raccontamelo. In genere queste cose aiutano. Sta' calma e respira profondamente" disse Yomi con voce molto assonnata.
L'incubo era venuto alla sua Lena, a quanto pare, nel pieno della notte.
E quindi lo aveva svegliato, dato che lei si era addormentata sopra di lui, con i suoi movimenti agitati lo aveva svegliato.
"Ok, ok, piccolo Yomi. Mhm...Ero a scuola in Russia. Prima di venire qui in Giappone, io e Sara frequentavamo la scuola d'élite dei russi, in quanto ultime discendenti accertate della dinastia Romanov. Infatti io sono la bisnipote, insieme a mia sorella, della tsarina Alexandra. Lei aveva rapporti extraconiugali con ufficiali e sottufficiali della corona. Nei periodi in cui il suo amato Nicola era in battaglia, e aveva lasciato a lei, inesperta, la guida dello zarato, si sentiva molto sola. Per sopperire a questa mancanza ebbe queste relazioni.
In quella scuola a tutt'oggi si usa un metodo coercitivo molto forte e destabilizzante."
"Punizioni corporali." indovinò Yomi.
"Esatto. Poichè io ero affetta da "ansia della scuola", chiamiamola così, venivo spesso richiamata, perchè restavo indietro con il compito. Sebbene Sara mi aiutasse molto spesso, non riuscivo mai a restare in pari con lo studio. Ma quando Sara seppe che mi avevano bastonato il sedere nudo davanti a tutti, andò con me per mano alla segreteria, e ritirò l'iscrizione. E non sai che liberazione fu per me."
"Posso capire, invece, amore mio. Devi aver sofferto molto, piccola. Su, sono qui, non piangere. E' passato, passato." Così Yomi si mise a cantare delle canzoni in inglese per calmare la sua piccola.
"Yomi, tu sai... Mi hanno fatto tanto male...Yomi, Yomi..."
"Lo so, piccola. Shht. Ciò di cui parli in Giappone è molto diffuso, si chiama Sindrome Tokyoko, o qualcosa del genere, se non sbaglio. E' la sindrome della paura della scuola, e ne sono colpiti coloro che frequentano istituti di prestigio. Perchè la pressione affinchè restino sempre i migliori è elevatissima. Immagino che quei tipi là senza alcun cuore, ti tenessero lì solo perchè tu sei l'ultima dei Romanov."
"Già. Amore, stringimi..."
"Shht, buona notte, Yelena Romanova."

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Capitolo 9
*** Finto topo d'appartamento ***


Finto topo d'appartamento



Vi prego di perdonarmi. La mia mente ha partorito questo "coso esilarante" (almeno per me).
Mi sono divertita un casino a scriverlo.
Spero che diverta anche voi mentre lo leggete.
XDDDD
Chiedo scusa alla piccola Kohai (nel caso le venga un'infarto da troppe risate.) Ho cercato di rendere comica questa scena.









Yomi da fuori sentiva dei passi.
"Oddio, ecco, sono i ladri di cui le ragazze hanno paura" pensò.
Dovette raccogliere tutto il coraggio che aveva in corpo (per quanto fosse intelligente, era anche un gran fifone).
Ma il pensiero della sua piccola Lena nel letto accanto a lui, della sua Lena a cui sarebbe potuta accadere una cosa terribile, gli dava coraggio.
"Devo proteggerla" si disse.
Quindi agguantò qualcosa di non ben precisato, forse un bastone (alle sue mani sembrava un bastone), e si mise di soppiatto davanti alla porta.
Questa si aprì, rivelando un'ombra minacciosa, che si stava avvicinando sempre più.
Yomi prese un profondo respiro.
"Ma che succede qui??" quella voce la riconosceva.
Era la voce assonnata di Sara.
"Sara abbassatiii!!" urlò Yomi.
Il povero sventurato che era davanti a lei si voltò come per dire "eh??", probabilmente vide Sara abbassarsi.

STOMPF!

E fu così che quell'aggeggio dal nome ancora sconosciuto che Yomi aveva in mano, si scagliò con un tonfo piuttosto doloroso sulla testa del malcapitato.
"AHA, ti ho sistemato, ladruncolo da strapazzo. Ora non terrorizzerai più le ragazze!"
Sara, che oltrepassò il corpo, accese la luce.
Sua sorella si era svegliata, e in faccia aveva un'espressione del tipo "ma che caspiterina sta succedendo?".
Quando la luce fece sparire le tenebre, Yomi, tutto felice con quell'aggeggio ancora in mano, dovette ricredersi.
Quindi quel coso aveva un nome! Era il manico della scopa!
"Eh?? Che ci fa Sakito qui??" si chiese il ragazzo, come se avesse visto la terra per la prima volta.

Niya andò a verificare se per caso a spaventare Lena fosse stato un topo, o peggio, un topo d'appartamento.
Si avvicinò con una spada katana saldamente chiusa nel fodero.
Quando la tirò fuori, scoprì che il "topo" era già steso a terra. Probabilmente nel mondo dei sogni.
"Oh, no, Sakito..." disse Sara. "Avevamo sentito un forte pianto provenire da qui, così siamo andati a vedere. Almeno non mi hai colpito..."
"Scusa, ora lo porterò in camera. Si riprenderà, vedrai." Con un po' di fatica, Yomi prese Sakito svenuto sulla sua schiena e lo portò nell'altra stanza, qualche metro più in là, con l'aiuto di Niya.

Hitsugi era accucciato sotto al suo letto.
"Allora? Hai trovato il ladro? Allora? Allora?"
Accidenti a Hitsugi, forse era il caso di tappargli la bocca col nastro.
Ruka osservò la scena dallo stipite della porta, pronto ad intervenire o a scappare quando necessario. Magari lasciando Hitsugi sotto al letto.


Il mattino dopo...

"Yomiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii..."




[...]

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Capitolo 10
*** Scuola ***


Salto Maledetto Vi chiedo di scusarmi, sono terribilmente in ritardo con la pubblicazione, ma ho avuto un piccolo blocco. Ora almeno è superato. Sarò via per un mese, devo vedere per l'Università. Bhè almeno potrò scrivere su carta...


SCUOLA


"Sara, tra poco comincia la scuola... Ma ho un po' paura. Temo di finire come a Mosca..."
"Non pensarci, sorellina. Potremmo chiedere ai ragazzi come la scuola è qui. Che ne dici?"
"Uhm...Ok"
"Yomi, Ruka? Dove siete?" chiamò Sara. Arrivarono tutti e cinque i ragazzi.
"Che c'è? Qualcosa non va, cara?" chiese Sakito.
"Volevo sapere com'è organizzata la scuola giapponese. Noi sappiamo soltanto che è estremamente dura." lo interruppe Lena.
Yomi chiarì il suo dubbio. "Hai ragione, è estremamente competitiva. Infatti, ancora oggi c'è meritocrazia. Ci sono dei periodi dell'anno scolastico in cui gli studenti hanno cinque o sei esami al giorno, che si alternano a periodi senza esami."
"Le lezioni durano dalle otto del mattino alle quattro del pomeriggio. Alle cinque ci sono corsi di alto livello tenuti nelle juku serali." aggiunse Ruka.
Hitsugi completò il discorso: "Già. Sempre per la meritocrazia. Voi sapete già che le due università più prestigiose del Giappone, sono quella di Tokyo e quella di Kyoto?"
"Si" risposero le ragazze.
"Chi vuole accedere a queste università fin da quando ha sette o otto anni frequenta le juku serali, che dalle cinque del pomeriggio durano fino anche alle due di notte. Ma una volta che si è entrati nelle università, è impossibile uscirne. Ovviamente per accedere bisogna ottenere un diploma di scuola superiore con ottimi voti." continuò Yomi.
"Capisco...Beh, tra qualche giorno inizieremo la scuola superiore qui. Volevo iscrivermi al club di ginnastica, come Sara."
"Ginnastica artistica. E' offerta da...Da quali scuole?" chiese Niya.
"Boh. Potremmo controllare." Era Hitsugi, tornato in vita quando sentì la parola ginnastica. Pensare che Hitsugi odiava la ginnastica, al massimo nuotava o giocava a tennis. Ma nulla di più.
"Comunque tu come hai fatto ad azzeccarci?"
"Sulla ginnastica artistica? Boh, ho sparato così, a caso..."



Qualche giorno dopo, all'ora di pranzo...

"Uhm...Dovrei chiedere a Yomi di venirmi a prendere...Comunque qui mi sento bene. Pensavo ci fosse di peggio..." pensò Lena.
"Ciao, Yelena. Mi chiamo Yoko."
"Ciao,Yoko."
"Tu hai un nome straniero...sei russa?"
"Indovinato."
"Cavolo...Deve essere bello quel posto..."
"Già, è molto bello" disse Lena tra una pausa e l'altra, mentre mangiava il suo riso bollito, prendendolo dal bento con gli stecchetti, come una qualsiasi giapponese. "Che hai nel tuo bento?" chiese poi, curiosa, alla sua nuova amica.
"Onigiri e tempura."
"Mi piace la tempura. Mia sorella sa cucinare delle ottime frittate."
"Davvero? Ne sono contenta. Sai che mio padre è uno chef?" svelò Yoko.
"Cosa? Davvero, Yoko?? Beata...Tu sei fortunata ad avere un padre." e Lena divenne triste.
"Perchè? Cos'è successo??"
"Io sono orfana, di me si prende cura mia sorella Sara."
"Quella bella ragazza che frequenta il terzo anno? Scusami, non volevo essere invadente."
"Non fa nulla Yoko. Su, torniamo dentro, adesso c'è lezione di arte."
"Ok"

Tutte le lezioni andarono bene. Lena si sentiva a casa in quel posto, in cui trovava il viso sorridente di Yoko, l'andatura rassicurante dei suoi professori, con le loro spiegazioni lunghe, a volte prive di senso e quasi noiose, ma che comunque erano belle. E si sentiva protetta dal suo serā fuku rosso e bianco.
Quando alle quattro in punto le lezioni finirono e la campanella suonò, cercò per i corridoi sua sorella Sara.
"Ciao, sorellina. Com'è andato il tuo primo giorno?"
"Benissimo. Ho già conosciuto una persona. Eccola, sorella, questa è Yoko."
Le ragazze si presentarono.
"Allora io vi lascio qui. Sakito mi aveva chiesto se uscivamo solo io e lui."
"D'accordo, sorella. Yoko, tra poco dovrebbe arrivare un ragazzetto basso, col sorriso pronto. Quindi ora vado. Ma se domani ti va potremmo fare gli esercizi in biblioteca."
"Ok, ciao!".
E così Lena uscì nel giardino della scuola. Yomi era proprio dove le aveva promesso di essere, all'entrata.
Insieme si addentrarono per le vie coperte da un sottile ma forte strato di freddo
Era leggero, tuttavia per scaldarsi si abbracciarono.




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Capitolo 11
*** A casa dei Mea... ***


A casa dei Mea...


Sara era nel giardino della scuola, quando guardò verso il cancello e vide Elena allontanarsi, insieme a Yomi.
"Sara, mi senti?"
"Uhm? Ah, si, Kumiko, dimmi"
"La biblioteca della scuola è aperta. Volevo fare i compiti con te, sempre se non avevi altro da fare."
"Cos'è che non hai capito? Purtroppo ho poco tempo per aiutarti, devo prendermi cura di mia sorella, lo sai."
"Ma non hai visto che si è allontanata?"
"Ah, acccidenti! Allora è proprio fissata con lui! Come sospettavo."
"Eh?? Ma che stai dicendo, Sara??"
"Come?? Nulla, nulla, Kumiko. Che fai ancora lì? Vieni, no?"

[...]

"Ecco, ora abbiamo finito i compiti. Grazie Sara, hai chiarito il mio dubbio su quell'esercizio di inglese."
"Ne sono felice, Kumiko. In fondo io studio l'inglese da ormai sette anni, posso aiutarti ancora, se vuoi."
"Ma Sara, non hai detto che devi prenderti cura di tua sorella?"
"Certo, ma so che se è con Yomi è al sicuro dal male."
"Quale male?"
"Nulla, te lo spiegherò domani alla pausa."
"Uhm. Ok!" disse Kumiko con un sorriso alla sua nuova amica.
"Ora devo andare da Sakito. Felice di averti aiutata." e si diresse alle toilettes per le ragazze.
Poi si chiuse a chiave nel terzo bagno. Poteva solo sperare che Toire No Hanako San* fosse buona con lei e che la coprisse.
"Pronto, amore? Mi verresti a prendere davanti alla scuola, per favore?".
"Certo, itoshii. Tra poco sarò da te. Volevo parlarti di qualcosa."
Sara ripose il suo prezioso cellulare (strumento per altro vietatissimo alla prestigiosa Tokugan Tyuugakko) nel suo zaino.
Uscita dalle toilettes, stanca, si recò lentamente all'uscita della scuola.
Si mise a pensare a quel qualcosa a cui si riferiva Sakito. Sperava solo che a Niya e a Ruka (o agli altri) non fosse accaduto nulla.
Dopo circa trenta minuti vide il suo Sakito arrivare, in compagnia di Ruka e Hitsugi.
"Ciao, ragazzi"
"Ciao, Sara. Sai dov'è Yomi?"
"E' andato a prendere Lena, di certo saranno insieme, Ruka. Ah, Sakito, cos'è che mi volevi dire?" chiese la ragazza, anche piuttosto preoccupata.
Se agli altri non era accaduto niente, allora voleva dire che i Nightmare molot probabilmente... No, non poteva neanche pensarci.
"Volevo solo dirti di venire agli studi, domani facciamo uscire il nostro prossimo singolo."
A quel punto, la faccia di Sara corrispondeva a quella di un pesce lesso.
"Ah. A-a-agli studi. Ma ma ma certo..."
"Cerca di contenerti" si disse.
"Però... Non sono mai stata in uno studio di registrazione prima d'ora."
"Lo vedrai. E' installato nel nostro appartamento. Insonorizzato" disse Hitsugi. Incuriosendola, anche.
"Non vedo l'ora. Prima però devo cambiarmi." disse indicando il suo sailor fuku rosso.
"Allora ecco il cambio."
A quel punto, Sara fulminò Niya, da cui era uscita la frase, con lo sguardo.
"Tu! Brutto perv..."
"Ah aha ahaha!! Ferma Sara. Amore sono stato io a sceglierti il cambio."
"Ah. Scusate."
Giunti a casa dei Mea, Sara se ne uscì con "Non mi spia nessuno, mentre mi cambio, vero??"
 



*Toire no Hanako San= Hanako delle toilettes, ovvero una sottospecie di spiritello che vivrebbe nel bagno dietro la terza porta. Nei bagni delle scuole, soprattutto elementari, un po' meno le medie. A volte è buona, a volte è girata male e fa i dispetti.


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Capitolo 12
*** Compito, studio e noi... ***


Miracle

Compito, studio e noi...



"Uhm...No, Lena... Devi fare così... il calcolo non è questo... è diviso dieci per tre"
"Ah. Ah si, scusami, ma è un po' di tempo che non tocco la matematica, e non riesco a scrivere bene i numeri"
"Capisco...Stai tranquilla, abbiamo tutto il tempo, non farti prendere dalla fretta."
"Che bella voce che hai..." disse Lena guardando in alto, con faccia sognante.
"Meno male che devi fare il compito! Su, continua a scrivere..."
"Ah... D'... D'accordo...Solo che se mi stai così attaccato è un po' difficile..."
"Chissene importa del compito, ormai hai capito il meccanismo anche se sbagli a scrivere, è la trentesima operazione che svolgi..." disse Yomi quasi strusciandosi al suo collo.
Con voce molto sonnacchiosa.
"Ah, tesoro...Tra poco dovrebbe tornare Sakito con tua sorella... Almeno lei è libera da cose, visto che il compito lo hai fatto con me..."
"Già... Ma intanto una cosa è successa, e qui sono serissima: non amo scherzare con la salute delle persone che amo, nè tanto meno con la mia. E' successo che alla fine in un qualche modo sei riuscito a calmarmi, saranno passate quattro ore dal nostro arrivo... Grazie."
"Ci ho messo quattro ore, Lena, ma anche se dovessi metterci l'eternità per aiutarti a guarire e a riconquistare la fiducia negli altri, allora ci metterò tutto il tempo che serve, tutta l'eternità."
"Oh... Yomi..." sussurrò Lena con un groppo in gola "Yomi...Grazie...Ti prego...Non...Lasciarmi..."
"Shht, Lenočka... Shht..." le sussurrò lui, tenendola teneramente per la vita. Si stese accanto a lei sul letto, e pensò a cantare con la sua voce potente e dolce per calmarla. 
"Ah, Lena... Scusa se mi sposto da qui, mando un messaggio a Sakito, per dirgli che io sono con te a casa tua, e non a casa nostra, in teoria mi aspettano lì per le registrazioni del primo singolo."
"Perchè non vai? Potresti lasciarmi qui, intanto lo sai che so badare a me stessa."
"Lo so benissimo, ma non mi fido, non posso lasciarti sola, sei mia, ti amo, e poi..."
"Uhm... Messaggio ricevuto..."


"Uhm... Che strano, come mai non c'è nessuno?" si chiese Ruka, o forse, lo chiese all'aria sopra di lui, che gli rispose con un ululato.
"Si sta alzando il vento, chissà dove sono andati a finire quei due..." gli chiese Hitsugi.
"Io non ne ho idea...Magari lo sa Sara, solo che è rimasta indietro con quel dongiovanni del nostro leader...Guardali, sono là a scambiarsi smancerie...Che teneri..." fu l'opinione di Niya, forse anche poco condivisa.
"Bleah! Ah, ma li vedi?? Sono dietro di noi da mezz'ora, sono sempre rimasti indietro...Avranno un'overdose da zucchero!" dissero in contemporanea gli altri due.
"Taka non la smettono, falli smettere... Mi dà fastidio..."
"Ma certo...Basta voi!"
"Certo, Taka... scusaci...."
"Ah, Sara, sai dov'è Lena con Yomi...Ho capito che si sono allontanati insieme, ma così non si fa..." chiese ancora Ruka.
"Lena è abituata a tornare subito a casa nostra, gliel'ho detto io. Così lei si sente più sicura, e lo sono anche io. Ma in fondo con lei c'è Yomi. Lei si sente al sicuro, ed ora che anche io lo conosco bene, mi sento più tranquilla." 
"Certo, capisco..."
"Mi è arrivato un messaggio" ed effettivamente tutti sentirono dei trilli "Sono con Lena a casa sua, stiamo alzandoci per venire Perfetto, tra poco saranno qui, visto Ruka??"
"Uhm... si..."

"Siamo tornati!"
"Ciao, Lena! Che avete fatto?"
"Yomi mi ha aiutato a fare il compito... E' stato strano, quasi divertente..."
"Che compito avevi?"
"Uhm... Dovevo svolgere delle identità, e poi fare dei calcoli, delle equazioni e risolvere quesiti."
"Come??" aveva una faccia stravolta "Sei riuscita a farle??" poi spostò il suo sguardo a quello di Yomi "Si, l'ho aiutata io... Ci abbiamo messo quattro ore, ma li abbiamo finiti..."
"Davvero...Wow... Hai aiutato mia sorella a guarire, o comunque sembra funzionare...." disse con occhi molto lucidi. Quel giorno le due sorelle parevano avere voglia di piangere. 
"Tutto ok, Sara?" chiese dolcemente Sakito.
"Uhm... Si...Coraggio, andiamo in studio."
"D'accordo."



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Capitolo 13
*** Perchè sei saltata, sorellina mia...? ***


Sto seduta sulla fredda seggiolina della sala d'attesa per le emergenze. Mia sorella era entrata da poco, ma io sembro non essermene accorta.
"Perchè la mia sorellina non guarisce?" mi chiedo. Piango, ormai piango disperata.
Sento Sakito respirare accanto a me.
"Perchè, Sakichan? Perchè è successa a lei una cosa simile?"
"Io non lo so. Molto probabilmente era destino. Cio' che è successo a tua sorella è atroce. Stai tranquilla, andrà tutto bene."
"E' solo colpa mia! Lei molto probabilmente resterà tetraplegica per il resto dei suoi giorni. La colpa è mia, non sua..."
"Non darti la colpa di cose che non potevi prevedere, amore mio... Su, ora piangi. Potrai piangere finchè vorrai. Non ti giudico per questo."
Così inizio a piangere, verso lacrime che sembrano non avere una fine. Lacrime salate, sono persa nella disperazione più totale.
Mi appoggio alle spalle del mio Sakito, ora è lui il mio sostegno. 
"Sakito"
"Cosa, amore?"
"Vieni con me, ti prego. Noi torniamo tra poco, se dovessero esserci delle novità..."
"Avvisateci subito." conclude lui.
Insieme ci allontaniamo.

"Sai, Sakito... Quando la mia sorellina si è ammalata, siamo venute in questo ospedale, per farla visitare. C'è anche una cappella. Potresti accompagnarmi a pregare per lei?" gli confesso, con un nodo alla gola. Credo che ormai l'unica cosa che posso fare sia affidarsi al Signore.
Lui mi fa cenno di sì, e insieme entriamo nella piccola cappella. Mi inginocchio di fronte all'abside, guardando il crocifisso. Congiungo le mani davanti a me, e inizio la preghiera.
"Oh, Signore...Che cosa sta succedendo?? Perchè mai alla mia piccola Lena è successo tutto questo??
Il male che ha colpito la mia sorellina, è forse una punizione per gli errori che ho commesso in passato? Se è così colpisci me, ma salva Lena!!" e torno a piangere. Sento le mani del mio dolce Sakito che mi tengono stretta.
"Sakito... Dove sei??"
"Shht...Shht...Sono qui... Non ti agitare, tua sorella si sveglierà. Sono sicuro che il signore ha ascoltato la tua preghiera disperata."

Lentamente, dopo aver finito la preghiera, torniamo dagli altri.
Guardo Yomi, che sembra essersi perduto. "Che ora è?" domanda.
Hitsugi estrae il cellulare. "E' passata solo mezz'ora."

Mezz'ora. Solo mezz'ora.

Mezz'ora durante la quale prego e spero, che la mia piccola sorellina Lena si salvi. Yomi si attacca ancora di più a Niya. Che può solo stringerlo e pregare per lei, come credo che stiano facendo tutti.
"Niya...Ruka... Voi... Voi sapete se... Se Lena ce la farà?"
"Io non... Certo. Certo che Yelena ce la farà" è la pronta risposta del bassista.
"Ce la farà. Dobbiamo solo avere fiducia nel medico." dice Hitsugi, che piano, si lascia abbracciare da Yomi.
Restiamo fermi immobili, in un tempo che pare essersi fermato. Un tempo che ci deride, perchè siamo solo impotenti esseri umani, che nulla possono dinanzi al destino, qualora esso sia crudele.
Oh, speranza, perchè mai la mia persona cara non può essere serena? Perchè sono così tormentato? dice Yomi.
Entro insieme agli altri ragazzi nella stanza della mia sorellina Lena, quando vedo che il medico esce. Parlo in russo con il medico. Perchè vorrei capire meglio.
Quando abbiamo finito entriamo.                                                                                                                                                                                             Lei sta lì, nel letto bianco, coperta da un lenzuolo, di quelli da ospedale, pure bianco. Quattro aghi le perforano le braccia, due sono per i liquidi, gli altri due non lo so.                                                                                                                                           il nome di queste medicine mi è oscuro, se solo lo sapessi, potrei avere una speranza. E’ intubata. Non può dirci come sta, perché è del tutto incosciente.                                                                                                     “Se io non le avessi mai chiesto di essere la migliore, forse tutto questo non sarebbe mai accaduto…”. Gli altri mi guardano atterriti. E’ vero, io ho chiesto a Lena di essere la migliore. “Forse avrei dovuto dosare le parole” dico, colpevole e consapevole del suo stato.                                                                                                                                                                                          Guardo Yomi, che non crede ai suoi occhi, poi sposto lo sguardo sulla mia sorellina.                                                               “Sorellina, sai, sei sempre stata tu la più piccola tra noi due. Dopo la morte di nostra madre Marina, ho cercato di crescerti prendendo io il suo ruolo nella tua vita. Ho cercato di essere una madre buona e generosa, che ti insegnasse a distinguere il bene dal male. Ma nessuna madre ammazzerebbe mai la propria figlia… Scus-ami…”  

Sakito mi è sempre vicino, forse spera che io non mi uccida nel caso Lena muoia, beh, si sbaglia di grosso. Ma se lui non tenesse a me, non sarebbe qui accanto ora.




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Capitolo 14
*** capitolo finale ***


Finish: questo è l’ultimo capitolo della fiction. Spero che vi piaccia. Ci ho messo tutta me stessa. La colonna sonora consigliata è Ray of Light-Nightmare.

La mia Lena si è riuscita a riprendere in pochissimo tempo.
Mi sono così spaventato, quel giorno, quando ho sentito Sara urlare.
Lena mi aveva detto che non vedeva l’ora che ci fosse il saggio di ginnastica artistica di fine anno. Quindi si doveva preparare.
Io nel frattempo le ho scritto una lettera, forse un giorno diventerà una canzone vera e propria dei Nightmare.
Noi Nightmare nel frattempo abbiamo iniziato a farci un nome nell’industria musicale, ora siamo parecchio seguiti. Forse è proprio perché Hitsugi ormai si sente un gatto.
Nella lettera le dico che è un raggio di luce, da quel momento se la tiene stretta al cuore, e noto che è tornata a camminare.
Questo è un miracolo, visto come temevo che la mia vita finisse.
Io le avevo promesso che l’avrei sempre protetta e amata. Ma poi cosa è successo? Che io non sono neanche riuscito a proteggerla, non mi sono accorto che la caviglia le faceva male, perché lei non mi ha detto nulla.
Non mi ha detto che prima aveva eseguito il salto Mukhina, che era caduta malamente sulla caviglia e che avrebbe dovuto restare ingessata il giorno del saggio.
Alla Tokugan erano piuttosto severi, per non mettere a rischio le reputazioni di tutti noi e portare onore alla sorella lei voleva esserci.
Mi ha solo detto: ora guardate. Se mi avesse detto che era il Thomas quello che stava per eseguire, allora l’avrei fermata! Ma no, lei non ha detto niente, né a me, né alla sorella.
A nessuno, ha parlato.
L’ho vista staccarsi da terra. L’ha fatto malamente, non me ne sono accorto perché lei era di fronte a me.
L’ho vista eseguire due rotazioni a 180°, e poi cadere.
E’ caduta, ha picchiato forte il collo al pavimento durissimo.
Perché è caduta di mento. La sua testa era piegata troppo all’indietro. Era innaturale. Ho visto Sara urlare disperata, Niya farsi avanti, prenderle il polso per sentire i battiti.
“NON CI SONO!! NON LI HA!!” ha detto disperato. Io ero bloccato dal terrore, quando ho urlato a Sakito di chiamare l’ambulanza.
Mentre la portavano all’ospedale, dopo averla stabilizzata, Ruka ci ha portati lì in macchina. Era il più lucido e l’unico di noi che potesse guidare. Ed io, come tutti gli altri, nel frattempo pregavo.
E’ rimasta in coma per un anno e mezzo. Un medico russo specializzato nella ricostruzione delle prime vertebre, l’ha operata dopo mezz’ora dal suo arrivo all’ospedale. E’ stata una fortuna, era venuto dall’Università di Mosca per insegnare ai laureandi dell’Università di Sendai ad operare persone con traumi del collo e della testa.
Cinque minuti dopo il nostro arrivo all’ospedale, lei è stata portata in sala operatoria. Io ho pianto tutte le mie lacrime, abbracciato ai ragazzi. Loro continuavano a dirmi che andava tutto bene, che la nostra piccola Lena si sarebbe salvata. Sara invece ha sbottato: “COME MAI SE ANDRA’ TUTTO BENE LEI SEMBRA MORTA?!” Io quel giorno in cui si è svegliata ero presente. L’ho vista aprire gli occhi e cercare di respirare da sola da sveglia. Ho visto dopo tanto tempo quella sfumatura blu dei suoi occhi che tanto mi erano mancati.
Mi sono messo a piangere dalla gioia, chiamando gli altri. All’ospedale universitario di Sendai ha ricevuto dopo pochi mesi le prime infusioni di cellule staminali. Ricordo che all’inizio, quando era sulla sedia a rotelle, è toccato a me spiegarle che c’era solo una piccola speranza che lei tornasse a camminare. Mi ha domandato perdono per avermi tenuto all’oscuro di tutto, guardandomi con quei suoi occhi espressivissimi del rimorso che provava, perché oltretutto, lei era pure divenuta muta.
“Se tu sarai accanto a me, come hai sempre fatto, io ce la farò” mi ha detto con voce flebilissima, dopo altri nove mesi di riabilitazione a Tokyo.

E ce l’ha fatta.

E siamo fieri di lei.

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