Something happened on the way to heaven.

di SallyD
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Just began. ***
Capitolo 2: *** Stranger than me. ***
Capitolo 3: *** New. ***



Capitolo 1
*** Just began. ***



A dream of dwelling inside
Alone we come and alone we go..


Il giorno del mio 5 compleanno il mio papà mi regalo' un fonendoscopio,uno proprio professionale. Lo avevo implorato affinché me lo regalasse.
Al quanto strano per una bambina,non credete?
Beh,non per me.
Gia da piccola sono sempre stata una fuori dal comune,in tutti i sensi,sono sempre stata una donna testarda e determinata qualsiasi cosa mi accadeva.
Ho sempre ottenuto tutto ciò che desideravo e raggiunto i miei obiettivi,infatti ora ne ho la prova.
Sono ormai 4 anni che faccio tirocinio e finalmente dopo tutti questo tempo mi hanno concesso il trasferimento dal Texas al New Jersey.
E sono proprio qui,dinanzi al Metropolitan Hospital Center di New York,in una giornata uggiosa di meta Ottobre,che guardo dal basso verso l'alto l'enorme edificio grigio scuro ornato di finestre in ferro battuto. E contornato da querce molto alte.
Sembra tutto così surreale che quasi quasi non ci credo più. Cammino verso l'entrata, all'apparenza sembra un luogo frequentato da gente per bene;alcuni infermieri e paramedici accennano un sorriso buttando fuori il fumo di una sigaretta e altri invece si limitano ad un 'buongiorno'.
Accedo alla hall e mi avvicino alla scrivania dell'ufficio. Una signora sulla cinquantina legge alcuni documenti,mentre io impaziente tossicchio in modo da attirare la sua attenzione.
Osserva me e un altro tizio appena arrivato dall'orlo dei suoi occhiali rettangolari e rinuncia alla lettura dei documenti per dedicarsi ad ognuno di noi.
«In cosa posso esserle utile?»chiede evidentemente annoiata.
«Sono la dottoressa Baker,ho appuntamento con il primario. » mi guarda un po' perplessa e storce le labbra.
«Il dottor Gomez?» chiede.
«Si,proprio lui.» a questo punto sorride e mi stringe la mano.
«Benvenuta Dottoressa» alzo gli occhi al cielo in disapprovazione mentre seguo la segretaria, mi fa strada per lunghi corridoi fino ad arrivare in uno studio molto illuminato.
Un uomo dai capelli brizzolati mi accoglie con un sorriso alzandosi dalla sua poltrona di pelle nera.
«Pensavo non venisse più,dottoressa.» mi rivolge uno sguardo affettuoso e mi invita a sedere.
«C'è stato traffico Dtr.Gomez,mi scusi.» annuisce e mi passa un documento da compilare,nel quale avrei dovuto dichiarare di essere responsabile del mio reparto, quello di chirurgia pediatrica.
Eh si, sono proprio una forte in questo campo,amo il mio lavoro. Firmo in basso a destra e poso la penna sulla scrivania.
«Nora Baker, eh?» annuisco.
Ci risiamo! Tutti fissati con questo nome,si sa non e' proprio comunissimo ma e' un bel nome tutto sommato, forse l'unico merito che si può dare ai miei genitori e in un certo senso mi rispecchia molto.
Il nome ''Nora'' vuol dire proprio cresciuta nella luce e mi calza perfettamente,poiché mi reputo allegra e piena di energia. Ma questo nessuno lo sa.
Intanto il primario sorride e mi invita a conoscere altri medici dell'ospedale,affinché io possa integrarmi e cominciare serenamente il mio lavoro.
Tranquillizzo il mio animo agitato ed entro nello spogliatoio attirando casualmente l'attenzione di tutti i presenti.
Qualcuno bisbiglia tra i denti qualcosa,altri mi osservano dalla testa ai piedi come se stessero facendo una radiografia. Soltanto una delle poche donne presenti avanza verso di me e mi tende la mano
«Tabatha Pessions, ma puoi chiamarmi Tiby» cordialmente stringe la mia mano.
«Nora Baker»sorrido a mia volta.
A quella affermazione tutti i presenti mi sorridono,senza pero avvicinarsi più di tanto.
Alcuni pero mi si presentano scherzando e facendo battute poco carine sui colleghi.
«Non far caso a questi idioti,io sono Woody.»esclama un bel ragazzo giovane e rossiccio.
Guardo intorno a me ancora esterrefatta,senza riuscire a darmi una valida spiegazione.
Poi ci rifletto e penso soddisfatta :
"Questo e'solo l'inizio."


I'm came back.
I hope like you girls.
Kisses! <3

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Capitolo 2
*** Stranger than me. ***


Something in your eyes was so inviting
Something in you smile was so exciting..

 

Non riesco a chiudere occhio,forse sono troppo agitata per il mio primo giorno di lavoro.
Fisso il soffitto della mia camera dipinta di blu,mentre ascolto il silenzio frustrante che regna in casa,infatti sono sola a causa di un ragazzo biondo tutto muscoli e niente cervello che si e' trascinato,letteralmente, a cena il mio migliore amico.
Lui e' gay,molto (e sottolineo molto) bello, e vive qui a NY da più o meno 2 anni. Guardo l'orario sbuffando per la 10 volta ,la sveglia digitale segna le 4.15 del mattino e intanto Pablo non e' ancora tornato,un po' mi preoccupa.
Mi tranquillizzo solo quando sento la maniglia della mia stanza cigolare e lui sbuca da dietro la porta in ciliegio guardando il mio viso illuminato dall' abat-jour sul comò.
«Ciao piccina,ancora sveglia?»si sfila le scarpe italiane e viene a mettersi sotto le coperte con me.
«Si,non riesco a dormire. Sono così agitata.»dico lamentosa e mi accoccolo sul suo petto.
«E' normalissimo che tu lo sia, insomma dovrai salvare la vita a molte persone da domani in poi»ride e io gli mollo un pizzicotto sull'addome muscoloso.
«Non sei divertente! A te piuttosto come e andata con quel bel pezzo di...»mi tappa la bocca.
«Evita pulcina,comunque non mi piace neanche un po'.» fa una smorfia.
«Capisco,beh non ti butterai giù per così poco?»alzo un sopracciglio schernendolo.
«Meglio che ora tu dorma..»si alza lentamente avviandosi verso l'armadio e prendendo una mia camicia dall'armadio.
«Indossa questa domani,buonanotte fiorellino»
Esce dalla stanza ed io spengo l' abat-jour,sperando in qualche modo di dormire almeno un po'.



Poche ore dopo mi trovo a dover fare i conti con due grosse occhiaie provando a coprirle con del correttore ed un po' di fondotinta, infine passo del mascara sulle ciglia.
Sono già pronta da un pezzo e ne approfitto per fare una buona colazione da 'Antonio's ' la pasticceria italiano all' angolo.
Il giovedì mattina ,eccezionalmente,sforna babà alla panna e sfogliatelle calde,una gioia per il palato.
Ne prendo una da portare via,mi infilo nel primo taxi che trovo e arrivo nel giro di 10 minuti fuori l' ospedale.
Mi faccio spazio ,un po' spingendo,tra quel brulicare di gente che va e viene.
Non esito a raggiungere il più presto possibile lo spogliatoio e mi ci infilo dentro come se fossi rintanata da un inseguimento.
Apro il mio armadietto velocemente e ci sistemo dentro la giacca e la borsa, sfilo gli stivali alti,la camicia e il jeans restando solo con il mio intimo in pizzo verde.
«Chi e' lei?»spaurita mi volto di scatto coprendomi con un lenzuolo bianco.
«Ch-chi ha parlato?»la bocca mi si impasta e il panico mi divora non vedendo nessuno.
Da dietro gli armadietti scorgo una sagoma poco più alta di me.
Quando si fa sotto la luce riesco a focalizzarlo meglio, un medico presuppongo dalla divisa, alto e moro con capelli ricci rasati ai lati che percorre il mio corpo con lo sguardo ad ogni centimetro.
«Sono il dottor Nicholas Jonas,chirurgo plastico. Lei chi e' e che ci fa in questa stanza?» fa qualche passo verso di me ma io indietreggio infilandomi in minor tempo possibile la divisa blu cobalto.
«Sono il nuovo chirurgo pediatrico. Nora Baker» rispondo balbettando.
Mi stringe la mano e osserva molto attentamente il mio fisico.
«Non male..»accenna un sorriso e volta le spalle andando via senza neanche salutare. Resto li ancora per qualche minuto a riflettere sul comportamento del chirurgo plastico,poi mi rendo conto che qualcuno e' entrato e subito metto a fuoco.
Tiby mi sorride e saluta con un bacio sulla guancia.
«Come va?»chiede togliendo le scarpe.
«Un po' turbata in verità...»dico sedendomi sulla panca in ferro.
«Come mai?»chiede.
«Ho conosciuto un tipo strano prima qui dentro, e' un chirurgo plastico»faccio disinvolta.
«Chi,Jonas?»rifletto,mi pare su chiamasse proprio così.
«Mi pare»
«Non farci caso e' un tipo molto irascibile e poco carino,in compenso e' un ottimo medico.»ride e mi fa strada fino a fuori.



Il primo paziente ha 9 anni ed e' affetto da malformazione cistica. Guardo la cartella clinica e segno alcuni particolari sbagliati mentre lo visito.
«Il paziente soffre d'asma?»chiedo alla specializzando che avrà si o no 22 anni.
«No dottoressa,il bambino non presenta di questi sintomi»sorride ed io le annuisco.
«Perfetto,domani per l'ora di pranzo voglio il nostro Dick pronto.» carezzo i capelli del dolce bambino.
«Dottoressa, non voglio sentire dolore.»supplica ed io lo tranquillizzo
«Non ne sentirai,te lo prometto»lui mi sorride.
Voltandomi casualmente noto dietro il vetro della camera il tipo strano di prima che osserva ogni movimento,solo quando gli sguardi si incontrano lui fugge.
Proprio non lo capisco questo tizio,è perfino più strano di me!





I'm so sad :(
Vedo che non vi è piaciuta neanche un pò.. :'(
Comunque io continuerò questa FF perchè ho molte idee.
Spero possa piacere :D
:3

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Capitolo 3
*** New. ***


Listen all you people, come gather round
  I gotta get me a game plan..
 


Non so sinceramente cosa mi prende ,questa donna mi incuriosisce.
Si,proprio lei,quella Nora.
Ha tutta l'aria di essere una provinciale rozza,che probabilmente proviene da qualche squallida cittadina.
L'osservo attentamente da dietro il vetro, e' un po' goffa negli atteggiamenti, questo non e'appropriato ad un medico, nonostante ciò ha qualcosa che ipnotizza.
La vedo scrivere qualcosa sulla cartella clinica del piccolo paziente per poi legare i capelli con un elastico giallo.
I suoi movimenti mi affascinano e anche tanto, come una specie estinta di cui non si conosce la vera natura. I capelli ricci e voluminosi splendono alla luce del sole che perfora la finestra.
Focalizzo ,dopo quell’analisi poco risolutiva e sobbalzo vedendo che  punta le sue iridi verdi nelle mie.
Prontamente mi volto e vado via e con presunzione avanzo alla scrivania comune.
«Ho visto come guardavi quella nuova Jonas!» ghigna sotto i baffi Sanders,il collega di dermatologia.
«Cosa?! Tu hai bisogno di una visita Sanders.» sento l’ imbarazzo salirmi fino ai capelli e tengo gli occhi fissi su alcuni moduli.
Si poggia con i gomiti alla scrivania guardando nella stanza di fronte a noi,annuisce ogni tanto e sotto voce fa degli apprezzamenti su quella nuova.  
«E’ proprio carina sai? Ha un bel corpo e due occhi stupendi » si passa la lingua sulle labbra e una mano tra i capelli scuri e induriti dal gel.
«Potrei chiederle di uscire,magari le porto a fare un giro turistico della città. Se sai cosa intendo» ammicca e sorride a me che per tutta risposta vorrei spaccargli la faccia a prescindere da quella donna ma mi limito a stringere i pugni e serrare la mascella.
«Potresti.» rispondo con la più assoluta flemma. Vado via senza neanche salutarlo e cerco la nuova che intanto si è dileguata scomparendo dal mio “radar”.
Provo a cercarla in qualche ripostiglio o in qualche archivio ma nessuna traccia.
Corro per i corridoi come un coglione senza trovare nessuno che abbia sue notizie,soltanto colei che in questo momento si trova a pochi metri da me può sapere dove si fosse smarrita.
«Dottoressa Pessions»  attiro la sua attenzione con quel poco di fiato che mi è rimasto in canna.
«Dica dottore.»  dice togliendosi i guanti in lattice.
«Sai dov’è la nuova dottoressa di pediatria?» con un sorriso malizioso indica con gli occhi la sala operatoria.
«Sta assistendo ad un intervento,fa piano.» sposta lo sguardo sulle provette ed io cammino velocemente ,prima però sento invocare il mio nome.
«Nick,lasciala in pace.» serra la mascella la Pessions.
«Non voglio darle il benché minimo fastidio,Tib » le ammicco ma lei non mi sembra convinta.
Giro piano la maniglia della sala insonorizzata e la trovo lì seduta sulla poltroncina foderata in blu con le gambe al petto e una busta gialla di M&M’s.
Sobbalza spaventata dalla mia irruzione e appena incontra i miei occhi,si tranquillizza quando io chiudo la porta alle mie spalle.
All’interno della sala,il dottor Gomez opera su un paziente malato di cancro al cervello,uno dei tanti casi.
«Cercavo proprio te. Il dottor Gomez mi ha chiesto di farti da guida domani,niente obiezioni.» più freddo della neve. Si volta e ingoia velocemente una manciata di palline colorate.
«Naturalmente dottore.»
Siedo accanto a lei e le chiedo subito qualcosa di sciocco ,non voglio creare imbarazzo.
«Da quanto è dentro?»
«Circa 30 minuti,ci vorrà molto.»
annuisce lanciandosi una pallina azzurra in bocca. «Vuole?»
Porge la sua busta gialla ed io ci infilo la mani tirandone fuori una bella manciata che metto in bocca subito,adoro mangiare schifezze.
Osservo quanto è attenta ai movimenti di Gomez e mi stupisco,nessuno di noi si è mai interessato molto al dottorato del primario,infondo è un idiota.
«Ti interessa vedo.»  incrocio le braccia al petto senza perdere il contatto visivo con i suoi occhi.
«Molto,amo il mio lavoro. Lei no?»
«Che domande sono?! Certo!»
la spiazzo e spiattello lì come una deficiente senza parole.
«S-si,mi scusi.» soddisfatto della mia buona riuscita, mi alzo andando verso la porta.
«Ti aspetto domani nel mio ufficio. Ricordati,odio i ritardatari.»
Sbatto la porta e la lascio dentro da sola.


Bene bene vedo che almeno a qualcuno comincia a piacere :3
Vi ringrazio <3
Questo è il nuovo,spero piaccia!
Kisses <3

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