Ciao! Scusami se ho impiegato un po’ di tempo per scrivere questa recensione, ma trovo che questo racconto sia davvero complesso e mi è difficile parlarne.
Ad un primo impatto potrebbe apparire piuttosto scarno, ma immagino che la cosa sia voluta per far meglio risaltare ciò che davvero conta: i pensieri e i sentimenti della donna di nome Eva. Le descrizioni sono ridotte all’osso, l’ambiente circostante è azzerato, ma questo serve anche a focalizzare l’attenzione sui due personaggi.
Ed è difficile scrivere qualcosa riguardo al personaggio di Eva: la donna che ha scordato la propria condizione di essere umano per calarsi nei panni di un replicante - divenendo così in grado di scordare i ricordi brutti e mantenere i pochi belli - è qualcosa di veramente arduo da analizzare. Mi è piaciuto molto il fatto che sia Rick Deckard, che apparentemente è ormai fuori dalla vita, essendo isolato nel mezzo di un deserto, a dare una nuova speranza ad Eva, facendole comprendere che non è sola e che c’è sempre qualcosa per cui combattere e andare avanti.
È un racconto molto complesso, che fa riflettere davvero tanto: scusami se non aggiungo altro, ma mi risulta difficoltoso. Con questo non voglio dire che sia brutto, sia chiaro. Anzi, mi è piaciuto davvero molto. Ma l’ho trovato così denso da fare fatica ad esprimere qualcosa che tu non abbia già scritto; a volte dice già tutto il racconto, e non c’è bisogno di aggiungere nulla.
In ogni caso, un racconto molto profondo, complimenti!
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