Recensioni di Paperina75

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Recensione alla storia Pur - 26/04/24, ore 14:21
Capitolo 56: Di burro, zucchero, vaniglia e cacao…
Allora, pensava a Lei, ogni istante, e Lei non lo sapeva ma la viveva ogni giorno.
Non era mai solo, come non lo era mai stato finché aveva pronunciato muto il suo nome.
Ripiombava dentro di sé l’incubo, che era stato il nome, un semplice nome a tenerlo aggrappato alla vita, a non farlo precipitare nell’incubo oscuro e vuoto.
Diventava incubo il nome pronunciato, gridato, muto, che non aveva ottenuto risposta.
Incubo e realtà si confondevano in una unica visione.
Sorgeva un’altra alba, incurante del buio nell’anima.
Sorgeva un’altra alba incurante dell’assenza che oscurava la luce.
Il Tempo fermato in quell’istante, ove Lei era ombra di luce, ove il suo nome gridato era stato unica possibilità di Amore.
Il Tempo fermato in quell’istante, la mente a inseguire un’immagine, un sogno.
Che Lei avesse ascoltato la lontana eco.
Il Tempo a cancellare quell’istante ove Lei era diventata assenza. Mancanza.
L’istante ove Lei era diventata sogno e incubo.
Era stato un folle.
Ché Amore é magia.
Era stato un idiota.
Ché Amore é, non chiede calcoli, vive.
Ché Amore é libero e vive. Nonostante il silenzio, il tempo, le scelte.
Se… dimenticare. Ché la vita continuava a scorrere.
Se… dimenticare Lei. Ché Lei continuava a vivere.
Se… il Tempo avesse potuto fermarsi. Ché il sogno era stato realtà.
Oltre il Tempo che era stato concesso. Amore vive.
Oltre la realtà che era stata sogno. Amore vive.
Oltre la vita che era stata concessa. Amore vive.
Lui, l’aveva lasciata andare, Lei, dolce ferita che tagliava il cuore.
Quel male non faceva male, ché Lui poteva ancora vederla.
Ché Lei era dentro di Lui.
Vivere era amarla. Ché Amore è oltre la sofferenza.
Pensava a Lei, ché era tutto. Unico pensiero.
Recensione alla storia Pur - 06/04/24, ore 22:33
Capitolo 55: Sì...
Allora, era scorso il Tempo, immobile.
Nel silenzio assordante di parole pronunciate e rimpiante, nel silenzio che accompagnava ogni passo, ogni pensiero.
Era scorso il Tempo, immobile.
Nel buio accecante ove la luce non esisteva più, inghiottita dall’assenza e dal dolore.
Lo sapeva, lo sentiva che quella era la Vita, nel suo bene e nel suo male, ché quella era davvero la Vita nel suo scorrere e nel suo fluire, era la Vita.
Amore era diventato Paura, aveva inghiottito il Tempo, il sogno, la luce.
Amore era diventato nostalgia, fonda, cupa, aveva inghiottito Loro.
E il buio a ricordare le labbra spontaneamente offerte, la pelle sfiorata sotto le dita.
Ché Lui viveva Lei ogni giorno, nel silenzio, nel buio.
Amore non sapeva fare calcoli, eppure spesso li aveva sbagliati i calcoli.
Lui, si era perso nell’assenza, perdendo Lei si era perso.
Lei, restava nei suoi pensieri, nei suoi sogni, non andava via.
Incancellabile.
Lui, aveva lasciato che Amore diventasse sacrificio, che Amore fosse celato, negato, rifiutato.
Lui, non era riuscito a vivere senza Amore, senza Lei.
Nonostante tutto, nonostante Loro, nonostante il Tempo, l’assenza, la Vita.
Ché Lei era Amore, da sempre e sempre, incancellabile.
Correva veloce il Tempo, per fermare il Tempo.
Ché Lei era Amore, chiunque fosse stata, era semplicemente Amore.
Lui, il suo nome, null’altro che il suo nome, a fermare il Tempo.
A fermare il cuore.
Incancellabile Lei.
Recensione alla storia Pur - 19/02/24, ore 14:11
Capitolo 54: Rouge ou blanc
Allora, si erano amati.
Nonostante tutto.
Nonostante niente.
Si erano amati nel silenzio di una storia che era la Loro storia.
Si erano amati nell’assenza e nella mancanza.
Si erano amati nel gelo di un mondo imperfetto e puro.
Amanti a rubare il Tempo.
Si erano amati nel cuore di una Parigi viva e pulsante.
Amanti imperfetti a rubare istanti di vita solo sognata.
Ladri di schegge di libertà anelata e sognata.
Ladri di Amore imperfetto e puro, vibrante e vivo.
Il silenzio e l’ombra a proteggere Amore.
Si erano amati…
Amati e Amanti, semplicemente.
Rosso era stato il sangue che aveva bruciato la pelle, il cuore.
Bianco era stato il gelo puro e imperfetto che aveva bruciato il cuore.
Rosso era stata la colpa che aveva spezzato la Loro storia.
Bianco era stato il silenzio che aveva guidato i passi.
Rosso era stato l’affronto che aveva ucciso Lui.
Bianco era stato il tocco lieve a sfiorare la pelle, morbida sera di petalo di rosa.
Rosso era stato un bacio che era stato talismano.
Bianco era il profumo di una estate che moriva.
Rosso era lo strazio, il sangue che ribolliva impotente.
Bianco era l’imperfetta purezza di un Amore puro e imperfetto e vivo.
Rosso era il sangue che piano rallentava i battiti.
Che piano fermava il cuore
Bianco era il gelo che bruciava il sangue, il cuore.
Che fermava i battiti.
Lei, che era bellezza di carne e sangue. Di cuore e istinto. Semplicemente Lei.
La bellezza che sapeva combattere, sempre.
Lui, ché Amore era sempre e per sempre.
Rosso era la rabbia di un imperfetto Amore che voleva vivere.
Bianco era il silenzio di un imperfetto Amore che non poteva vivere.
Si erano amati…
Rosso o bianco Amore imperfetto e puro, voleva vivere…
Recensione alla storia Pur - 13/02/24, ore 13:53
Capitolo 53: Le coeur de Paris
Allora, cos’era l’Amore se non un viaggio.
Un pellegrinaggio che poteva condurre attraverso il fuoco o l’inferno stesso.
Che poteva essere insidiato dal dubbio e dal timore di ciò che sarebbe avvenuto.
Un viaggio che poteva persino essere frainteso.
Ma se si riusciva a resistere e mantenere la fermezza
Il viaggio avrebbe condotto ad una destinazione gloriosa.
Fremeva l’attesa, il Tempo immobile a trattenere il respiro.
Incatenava la volontà l’attesa, che il dubbio incideva il cuore e la mente.
Che Amore era protezione. Era accettare l’impaziente attesa.
Il Tempo dilatato nel ritmo del cuore che batteva piano, eco lontana dell’altro battito.
Fremeva l’attesa nel silenzio, che il cuore batteva lento.
Fremeva il desiderio, Amore che bruciava il sangue.
Che era tutto e niente. Che era Vita.
Bruciava la smania, il sangue, le labbra. Bruciava Lei.
Bruciava il calore dei corpi, sottile manto a fermare il Tempo.
E la notte. E il respiro.
Bruciava la verità, gelida mano ad allontanare il calore.
Ché scivolava lenta a ripercorrere il Tempo. E l’assenza.
Che Amore era colpa. Castigo. Dannazione.
Bruciava lo smacco di non aver compreso.
Lui, colpevolmente innocente.
Ché Amore proteggeva e custodiva.
Svaniva la notte, il calore, l’illusione di un sogno.
La libertà a incatenare la Vita, le scelte.
Ché la Loro storia era castigo e dannazione.
Bruciava l’orgoglio ferito.
Il gelo a cingere il cuore.
Imporre la scelta, l’assenza, la distanza.
Che Amore imponeva un sacrificio.
Che Amore non chiedeva, non pretendeva.
Bruciava la nostalgia…
Amore aspettava…
Recensione alla storia Pur - 16/01/24, ore 13:52
Capitolo 52: Un souffle de vent
Allora, dove erano? Difficile dirlo. Forse in un sogno che era realtà, forse in una realtà che era un sogno.
La notte guardava solo loro.
I gesti eran gesti antichi, sognati e desiderati, e ora scoperti.
Il corpo da scoprire piano, senza fretta alcuna, per essere finalmente al centro del suo cuore.
Dimenticare ogni pensiero, in un mondo di illusioni perdute, di speranze false.
Essere realtà, vita, un inizio e una fine.
Prendere il suo respiro, dimenticare il passato e il futuro, essere solo il presente.
Dimenticare per pochi istanti, le ore rubate che non avevano promesse da regalare.
Dimenticare l’orgoglio e il dovere, ascoltare solo se stessa e Lui.
Ché quella era la Vita, mentre la pioggia cadeva su una Parigi buia, fredda e spietata.
Ché Amare era raggiungere il suo cuore.
Ché amarsi era semplice.
Era accaduto, semplicemente, ché il cuore batteva ed esisteva solo lì.
Essere, esistere, vivere. Impossibile fuggire.
E fu sera e fu mattina.
Dimenticare il passato, lo spazio e il Tempo, il sacrificio dell’assenza.
Lei rendeva bella la notte, la vita racchiusa in un sospiro di piacere.
Lui rendeva viva la vita, la realtà racchiusa in un sospiro di piacere.
Lei guardava per la prima volta, non era mai esistita veramente.
Fino all’istante in cui aveva compreso.
Che Amore era Lui.
Erano…
Esistevano…
Era la loro Vita, sogno reale, vissuto in un altro Mondo, in un altro Tempo.
Lei, era tornata ché solo lì poteva vivere, ed essere, ed esistere.
Era tornata ché voleva Lui… il bacio.
Era tornata.
Lui, saperla lì, che altro non serviva.
Lui, che era Amato, che non pensava ché Lei era tornata.
Un soffio di vento ad accarezzare in un sospiro di piacere.
Attimo di Tempo rubato alle loro vite, a nutrire il Tempo dell’assenza.
Erano un uomo e una donna, l’abbraccio a sconfiggere l’orgoglio.
Erano… chiusi nell’abbraccio, cullati dal silenzio.
Si erano sfiorati come soffio di vento, vivi negli istanti rubati.
Lei, che l’assenza proteggeva Amore, il nome racchiuso nel cuore.
Ché Amore era nel sangue, sulla pelle, nella mente.
Come soffio di vento il destino…