Recensioni di padme83

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Recensione alla storia Ciò che resta delle tenebre - 21/10/21, ore 18:43
Capitolo 9: Ho pronunciato il tuo nome
Ciao cara, eccomi di nuovo da te <3
Riprendo la tua bellissima storia da un punto cruciale, lo snodo fondamentale dell’intera vicenda. Sigyn, di ritorno dal periodo trascorso con (ciò che resta del) la sua famiglia, ha il cuore pieno di dubbi, è corrosa dal tarlo che le sorelle le hanno insinuato nell’anima. A cosa in realtà è stata data in sposa? Di chi si è perdutamente innamorata? La maledizione di Odino ai suoi occhi non è - non può – essere tale, ma ora la giovane ha il preciso sentore che la verità, malgrado tutto, possa essere terribile al di là di ogni sua immaginazione. E così cede – cede prima al marito che ama con tutta l’anima, che desidera visceralmente e dal quale non riesce nemmeno a pensare di doversi separare, e cede a sé stessa, cercando direttamente su di lui le risposte che già le stanze del sontuoso palazzo che da tre anni ormai è la sua casa (più di quanto lo sia stata la dimora del padre) le hanno fatto intravedere, senza però dar loro dei contorni definiti. E così, come la fanciulla del Mito, fa luce in mezzo al buio e, finalmente, vede.
Vede che il suo amato marito, invece di avere fattezze bestiali, ha viso e corpo d’uomo, ma è anche qualcosa di più, qualcosa di altro, d’inafferrabile, d’inumano. Le rune incise sulla sua armatura parlano chiaro, ma Sigyn in un primo momento rifiuta di credere a ciò che i suoi occhi leggono e la sua mente intuisce. Poi, improvvisamente, inevitabilmente, l’incanto si spezza, e lo sposo si sveglia, rivelando lo sguardo verdissimo e ferino di Loki, il dio degli Inganni, l’Ase più scaltro e pericoloso di tutti. Eppure, nel cuore di Sigyn, cambia qualcosa? Assolutamente no. Insieme alla verità, giunge anche una consapevolezza non nuova, certo, ma mai tanto evidente. Sigyn ama l’uomo che ha davanti, qualunque sia il suo nome (ma cosa c’è in un nome? Chiamami soltanto amore, e io sarò ribattezzato).
Ora, però, Odino è a conoscenza dell’inganno perpetrato dal figlio ai suoi danni e ogni cosa, intorno ai due sposi, ai due amanti, crolla. L’ira di Padre Tutto si abbatterà su entrambi, e l’unica cosa che può fare Loki e cercare di ammansirlo, di circuirlo, forse, una volta di più. Anche se l’impressione è che, questa volta, persino il dio dell’inganno non sia convinto della buona riuscita dell’impresa. E dietro la sua collera s’intravede una profonda tristezza, per ciò che ha vissuto – ha voluto con una forza disarmane - e che ora è perduto per sempre; tuttavia, la sua furia non è rivolta a Sigyn, che ha agito in perfetto accordo con la sua natura umana, spinta da quell’impulso verso la conoscenza che Loki ritiene fondamentale, una caratteristica preziosa dei midgardiani. Non può punirla per aver fatto una cosa intelligente, qualcosa che lui stesso avrebbe fatto, impiegandoci per altro molto meno tempo. Non può però nemmeno stare con lei, e se ne va, ignaro anche lui che ben presto ogni memoria di lei gli sarebbe stata letteralmente strappata dalla testa.
Nel presente, Loki mette insieme tutti i pezzi di quel rompicapo che è Sigyn, la sua schiava, la sua amante, sua moglie. Adesso, però, le carte in tavola sono differenti: Odino non c’è più, e Loki non può di certo accettare di non essere in grado di sciogliere la maledizione che gli ottenebra la memoria. Non resta da vedere fino a dove è disposto a spingersi pur di riaverla indietro (la memoria e Sigyn), e se effettivamente Thor gli può essere in qualche modo d’aiuto.
Immergersi nelle tue storie è sempre un’esperienza totalizzante e incredibilmente catartica: non finirò mai di ringraziarti per tutta la meraviglia che condividi con noi <3
Un bacio e a presto :*

padme
Recensione alla storia Ciò che resta delle tenebre - 14/06/21, ore 16:18
Capitolo 8: La lampada
Ciao bella <3
Malgrado le stelle avverse riesco a ritagliarmi cinque minuti per passare da questa tua bellissima storia, giunta ormai a un punto cruciale.
E così, Sigyn torna per qualche giorno dalla sua famiglia, in tempo per assistere al matrimonio della sorella. Ovviamente, le cose sono cambiate moltissimo in quella che fu la sua casa, e nessuna di esse in positivo. Un atto terribile come quello compiuto da suo padre non può non avere strascichi, su di lui in particolare ma anche su tutti coloro che gli sono vicini. La moglie, al pari di Clitemnestra, non può perdonare il marito per aver condannato la figlia ad una sorte più crudele della morte, e se ne va, lasciando l’uomo in balia dei suoi rimorsi e dell’alcol. Le sorelle sono incredule davanti all’apparizione di Sigyn – dopo averla creduta morta (dopo aver sperato che fosse morta il più in fretta possibile – che strazio terribile dev’essere stato per loro) ritrovarsela davanti bella e in salute è un vero e proprio schock. Ma proprio qui sta il nodo più inestricabile, perché Sigyn sembra non essere affatto la vittima di una maledizione terribile, e allora che cosa diamine è successo? Forse che la maledizione non si è avverata? È stato quindi tutto inutile? Le sorelle sono ancora naturalmente legate a Sigyn, ma ora in loro si fa strada il sospetto e l’invidia, perché mentre loro piangevano una fanciulla immolata a un mostro terribile e nel frattempo sopportavano gli stenti cui epidemie e altre disgrazie hanno condannato l’intera popolazione, l’oggetto della loro sofferenza evidentemente non era né morta né sottoposta a supplizi indicibili. Sigyn è ancora più bella di quando è partita, veste abiti di stoffa pregiata e indossa gioielli dalla fattura inumana. Che questo susciti domande è naturale, e che la ritrosia di Sigyn, conseguente alla promessa che ha fatto a Loki, non faccia altro che aizzare la curiosità (e le malevolenze) dei suoi famigliari è altrettanto inevitabile. L’unico che sembra avere un quadro chiaro della situazione è il veggente – non che questo attiri su di lui alcuna simpatia, anzi. Il vecchio incattivito riconosce su Sigyn un’ombra scura, e sa da chi quell’ombra è provocata. Le sue parole sono chiare: Sigyn potrà anche ripetere allo sfinimento che ama il suo sposo, che nella sua casa ha trovato la felicità ma l’indovino conosce la verità, e per quanto sicuramente il sentimento di Sigyn sia autentico, quando c’è Loki di mezzo le cose non possono finire bene. E questo sospetto è allo stesso modo radicato nell’anima di Sigyn, perché è vero che il suo sposo l’ha sempre trattata con ogni riguardo, ma è altrettanto vero che il fatto che non gli si mostri, che lei non sappia nemmeno il suo nome, non può essere qualcosa di buono. Sigyn si muove ancora illudendosi di essere in qualche modo libera di scegliere, ma il destino ineluttabile già pende sulla sua testa, e saranno proprio le sue azioni, le sue scelte (per quanto comprensibili e umanissime, assolutamente) a far sì che la maledizione di Odino alla fine si compia. E là, tra i ghiacci di Jotunheim, sia lei che Loki si ritrovano ad affrontarne le conseguenze. Riusciranno a superare questa voragine invalicabile che sembra essersi aperta fra loro?
Lo spero veramente tanto <3
Un bacione cara. Complimenti, come sempre, e a presto :*
Con affetto,

padme
Recensione alla storia Ciò che resta delle tenebre - 27/05/21, ore 16:18
Capitolo 7: Per una ragazza
Ciao cara <3
Questa volta ci ho messo veramente una vita ad arrivare, e mi dispiace moltissimo :’(
Sono però felicissima di aver letto questo capitolo perché, in sostanza, finalmente i nodi stanno giungendo al pettine.
Sono diversi i personaggi che si susseguono, oltre Loki e Sigyn, e di tutti ci offri uno scorcio più che mai approfondito della loro personalità, del loro modo di vedere le cose, persino delle motivazioni – o interessi – che li spingono ad agire. Sai che ho un debole per Thor, per il modo straordinario in cui lo descrivi, ed ho amato ritrovarlo in tutte le sue splendide contraddizioni. Lui che, a differenza di Loki, non ha mai seriamente desiderato essere re, ma che lo è diventato suo malgrado. Le strategie di guerra e gli intrighi politici potranno anche avere alcuni aspetti in comune, ma rimangono due cose diverse, e Thor si è dimostrato imbattibile riguardo alle prime, ma fallibile quando si è trattato di applicarsi alle seconde. È Loki, è sempre stato Loki, tra i due, il più scaltro da questo punto di vista, e Thor è abbastanza onesto da ammetterlo, e da chiedere – anche più di una volta – al fratello di essere suo alleato, per cercare di dare una speranza a quel popolo che, dopo la morte di Odino e la caduta di Asgard, si rivolge alla loro guida come unica possibilità per riguadagnarsi un futuro di pace – per quanto possibile. Ci sono ancora molti nemici che tramano nell’ombra, e scovarli rimane per entrambi una priorità. Si ritrovano a dare la caccia allo stesso elfo nero, e, per la fortuna di Thor, Loki arriva in tempo per evitare il peggio. Mi piace moltissimo che, nonostante tutto, il primo impulso di Thor verso il fratello sia di sollievo. Comunque, e qui ci riallacciamo alla trama principale, è proprio in questa circostanza che Loki fa quel passo in più per rimettere insieme le tessere di un puzzle che lui ancora non ricorda, ma che è troppo intelligente per continuare a non notarne l’esistenza. C’è un mistero che lo riguarda, si rende conto di aver dimenticato delle cose e quindi, che cosa potrebbe mai fare, se non mettere tutto il suo impegno nel tentare di ricostruire il passato? L’anello è rivelatore, così come la sua storia, raccontata da Thor e capace di dare a Loki la spinta necessaria per fare, perdona la banalità dell’espressione, due più due. Quell’oggetto magnifico è stato da lui commissionato per una ragazza, e immagino che, a parte il buco di memoria, Loki si conosca abbastanza bene da sapere che non avrebbe mai fatto un regalo del genere a una qualunque delle sue brevi conquiste. Arriva quindi alla logica conclusione che la ragazza in questione per lui dovesse contare tantissimo – e nella ragazza che ha venduto l’anello per pagarsi il viaggio a Jotunheim riconosce la sua bella schiava, del cui pensiero non riesce mai a i liberarsi, nemmeno quando è in compagnia della sua favorita, la splendida e calcolatrice Angborda – che sarà anche perfetta come regina, ma non è sua moglie. E alla fine, con Sigyn stretta tra le braccia, anche Loki accetta la verità. Ordina che Sigyn gli racconti l’ultima parte della storia, e, questa volta, è pronto a credere a ciascuna delle parole pronunciata dalla ragazza.
Parole che anch’io sono impaziente di ascoltare, spero al più presto, perché sai benissimo che le tue storie per me sono un balsamo per l’anima <3
Un bacione e alla prossima!
:*

padme
Recensione alla storia Ciò che resta delle tenebre - 21/04/21, ore 16:32
Capitolo 6: La nascita della strega
Ciao cara <3
Sono ancora sotto l’effetto di pesanti antidolorifici per cui potrei non essere completamente padrona delle mie parole, ma in qualche modo vediamo se riesco a scrivere un commento per lo meno passabile.
Questo capitolo gira interamente attorno al rapporto tra Loki e Sigyn, sia nel passato, quando la ragazza ancora non conosceva l’identità – né l’aspetto – del suo sposo, che nel presente, ovvero nel momento in cui Sigyn, ormai consapevole di ogni cosa, cerca il modo per scalfire quel nocciolo di oblio che ha avvolto la mente affilata e brillante del dio dell’inganno. Alla conoscenza, come spesso accade, si accompagna anche il senso di colpa, perché Sigyn stessa ha rotto l’incantesimo, la promessa fatta al suo sposo, provocando in questo modo l’ira di Odino e la sua conseguente maledizione. Nel palazzo di Utgard l’attrazione, l’inevitabile passione che li unisce divampa ancora ma è accompagnata da una disperazione sempre più amara, perché se da un lato Sigyn non può sopportare il suo ruolo di concubina, e impazzisce all’idea che Loki possa avere altre amanti, dall’altra non può comunque stargli lontana, sia perché comunque lui è il suo re i suoi ordini non possono essere elusi – e questo Loki lo sa benissimo e spesso sfrutta questo potere per il suo vantaggio –, sia perché lei stessa è schiava del sentimento che la lega a lui, e comunque stargli vicino rimane l’unico modo per cercare di fargli tornare la memoria. Anche a costo di stare ancora più male, ed essere costretta a vederlo con Angborda senza del resto avere nessuna possibilità di fiatare. Eppure, persino l’inafferrabile Loki è diverso con lei, riconosce che con Sigyn esiste qualcosa di diverso rispetto a qualsiasi altra sua esperienza, e questo lo fa infuriare da un lato – perché uno come lui non può sopportare di sentirsi legato a qualcuno in questo modo – e dall’altro lo spinge a volere sempre di più, perché Sigyn non gli basta mai la soddisfazione non è nella sua natura.
Anche il dio dell’inganno, però, è soggetto al Tempo, e malgrado l’intensità delle notti passate con Sigyn esse finiscono sempre troppo presto. Sigyn avverte che ogni istante che passa la porta - li porta entrambi - lontano dalla verità, dalla possibilità di ripescare dalla mente obnubilata di Loki i ricordi della loro vita precedente. Una vita in cui Sigyn riconosce di essere stata felice – perché è così che accade, ci si rende conto di essere stati felici solo dopo, quando già quel tempo è fuggito, perduto – perché nella prigione dorata di Loki lei, alla fine, è stata libera di essere semplicemente e completamente sé stessa, accanto a qualcuno che forse non poteva vedere, ma che la rispettava e la conosceva come nessun altro, come nemmeno la sua famiglia aveva potuto. Che le ha permesso di crescere e di dedicarsi a ciò che amava di più. Qualcuno che forse era uomo, forse no, ma che è stato comunque in grado di farla innamorare, a dispetto di tutti i pensieri e i ragionamenti di Sigyn a riguardo. Ma non è proprio questo il cuore della storia? Qualcuno più titolato di me una volta ha detto che il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce. Direi che il tutto può essere riassunto così. Il punto è che c’è sempre un prezzo da pagare, e l’amore si accompagna inevitabilmente al dolore.
Un bacione cara, è sempre un enorme piacere tornare qui <3
A presto!

padme
Recensione alla storia Ciò che resta delle tenebre - 07/04/21, ore 19:00
Capitolo 5: La maledizione
Ciao cara <3
Oggi sono talmente sversa che l’unico modo di tirarmi su era venire a farti una visitina, per cui eccomi qui.
Parto in medias res, se mi consenti, rilevando come in questa storia Odino dia il meglio di sé – insomma, è ancora più in forma del solito. Il suo è il ragionamento di un dio volitivo e feroce, di un condottiero che non può tollerare il tradimento, poiché la lealtà che pretende è assoluta e cieca, deve esserci a qualsiasi costo, anche se da parte sua non c’è alcun segno di benevolenza: è stato cieco e muto e sordo alle preghiere degli uomini per anni, e allora? Ai suoi occhi ciò non giustifica il rivolgersi ad altri dèi, e quindi terribile è la punizione inflitta. Solo che. Questa volta mi sembra di intuire anche un certo folle accanimento nel suo pretendere la vita di Sigyn: persino Loki, che con quel padre è più in sintonia che con chiunque altro (anche se non lo ammetterà mai), non accetta la sua decisione, e cerca di distoglierlo dai suoi propositi crudeli. In un certo senso ci riesce, perché nella volontà di Odino di gettare la ragazza in pasto a una creatura abbietta Loki riesce a intravedere una possibilità di manovra – la possibilità di un inganno, una trama ordita alle spalle di Padre Tutto e che come tale non può che avere delle conseguenze terribili, se scoperta. Ovviamente, poiché neppure Loki hai il controllo su tutto, notizia del suo inganno giunge alle orecchie di Thor, che si precipita da lui a chiedere spiegazioni – e, com’era ampiamente prevedibile, l’erede al trono di Asgard fatica a non dare ragione al suo astuto fratello, sebbene in quel momento pensi che questo gioco pericolosissimo non valga la candela (Sigyn è ai suoi occhi nient’altro che una ragazzina insignificante e mortale. Immagino che avrà modo di ricredersi, più avanti). Una volta scoperto l’inganno – e immagino che fondamentale sarà il “contributo” di Sigyn in tal senso –, Odino maledice il suo stesso figlio e lo condanna a dimenticare la ragazza per la quale ha rischiato ogni cosa.
Nel presente, Loki e Sigyn alla fine si ritrovano, ma non si riconoscono. O, meglio, Sigyn da parte sua sa perfettamente chi è Loki, ma in lui, nel modo in cui si rapporta con lei, ancora non trova tracce dello sposo di cui si è innamorata. E Loki, che invece ignora chi sia Sigyn, non riesce a spiegarsi la feroce attrazione che prova nei suoi confronti: la vuole, è geloso del suo passato, vorrebbe saperne di più ma allo stesso tempo prova rabbia al solo pensare che lei è stata di un altro, che il suo cuore appartiene ancora a un altro, nonostante il suo corpo frema di desiderio non appena la tocca. È un equilibrio sottilissimo quello su cui si poggia questo loro legame, ma tu sei bravissima a tratteggiarlo, non lasciando niente al caso e offrendoci uno spaccato nitidissimo dei pensieri sia dell’uno che dell’altra. Una lettura incantevole e appassionante, come sempre <3
Un bacione cara, spero di mettermi in pari presto :*
Con affetto,

padme